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CHIMICA:
DOMANDA IN RILANCIO. L'ASSEMBLEA FEDERCHIMICA Milano, 22 giugno 1999 - Il quadro congiunturale sfavorevole del settore chimico ( come del resto generalmente anche quello degli altri settori industriali) sta cambiando dopo un difficile inizio d'anno e, alla luce dei correnti lievi segnali di ripresa nella domanda e nei prezzi, in Italia prima che altrove nel mondo, potrebbe emergere che il periodo di crisi sta passando e "il 2000 potrebbe essere l'anno del rilancio": queste indicazioni sono emerse nel corso dell'assemblea della Federchimica (Federazione Nazionale dell'Industria Chimica) svoltasi a Milano anche in seduta pubblica. D'altra parte, i vertici del settore e il presidente di Confindustria, Giorgio Fossa, che ha partecipato all'incontro, hanno ribadito l'esigenza che per restituire competitività all'industria italiana e ridare efficienza al Sistema Paese, il Governo si deve adoprare soprattutto per ridurre la mostruosa legiferazione e, al contrario, per intervenire per potenziare le infrastrutture: " Chiediamo al Governo ha detto Giorgio Squinzi, riconfermato presidente di Federchimica per il biennio 1999/2000 un impegno di alto profilo, come quello dimostrato per entrare nell' Euro: meno leggi, che ingessano il sistema, e più spazio ai comportamenti responsabili e agli accordi volontari; più infrastrutture, carenti in Italia ma necessarie alla modernizzazione delle imprese. Occorrono coraggio e forza nelle decisioni per un nuovo Piano Marshall per il rilancio di grandi piani per il territorio". La competitività dell'industria chimica, il mercato globale e l'efficienza del Sistema Paese sono stati i temi principali affrontati nel corso dell'assemblea alla quale sono intervenuti, oltre al presidente di Confindustria, anche (in videoconferenza) Romano Prodi, presidente designato della Commissione Europea, Franco Bassanini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giuseppe Vita, presidente della casa farmaceutica tedesca Schering AG di Berlino, in qualità di delegato della presidenza dell'associazione industriale chimica tedesca (Verband der Chemischen Industrie), e Paul Nailor, director del Credit Suisse First Boston. "Le grandi imprese chimiche nel mondo ha detto Giorgio Squinzi stanno dando risposte convincenti in tema di competitività: la globalizzazione, le nuove tecnologie e i nuovi prodotti, offrono, infatti, grandi opportunità. Sul mercato, intanto, si stanno rafforzando tre aree (petrolchimica, chimica delle specialità e life science) alimentate da fusioni, acquisizioni e joint venture. Tutto questo ha dirette conseguenze anche per le imprese chimiche italiane che, in queste condizioni sono seriamente minacciate. Solo in parte, infatti, lo sviluppo sarà garantito dalla crescita della domanda, la concorrenza si farà sempre più vivace e non basteranno più una posizione forte sul mercato nazionale e la tradizionale flessibilità ". "L'industria chimica ha proseguito il presidente di Federchimuica deve quindi costruire il proprio sviluppo attraverso partnership con le imprese italiane del made in Italy, la cui flessibilità e capacità innovativa sono duramente messe alla prova dal mercato globale e dalla concorrenza dei paesi asiatici. In questo cambiamento le imprese italiane devono affrontare una trasformazione importante: passare dal made in Italy al 'pensato in Italià , ma prodotto anche altrove". Squinzi ha quindi affermato che " due precise sfide aspettano le aziende italiane: "il 'pensato in Italia' , infatti, significa innovazione, spesso legata a prodotti e processi chimici innovativi. ". "La seconda sfida è quella di seguire l'internazionalizzazione dei nostri clienti, essere cioè vicini ai loro impianti all'estero e ai loro fornitori per offrire la stessa qualità , sicurezza e flessibilità che garantiamo in Italia. Per l'impresa chimica valgono le regole di sopravvivenza nel mondo animale: non sopravvive nè il più forte e nemmeno il più intelligente, ma solo chi è pronto al cambiamento". Squinzi ha poi riconfermato l'impegno di Federchimica a creare le condizioni per lo sviluppo delle piccole e medie imprese del settore: " Le aziende chimiche italiane sono vincolate da un Sistema Paese che 'rema contro' e preferiscono restare piccole per evitare il confronto diretto con la burocrazia e le leggi che uccidono la loro voglia di crescere. Così ci troviamo ad avere centinaia di piccoli imprenditori chimici e poche imprese di grandi dimensioni: in questo modo è più difficile essere competitivi sul mercato". Giorgio Squinzi successivamente assecondato in tal senso anche dal presidente di Confindustria e dallo stesso sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Bassanini ha affermato che la strada per agevolare lo sviluppo delle imprese chimiche "è nella semplificazione delle procedure amministrative". "Lo Sportello Unico, ad esempio, sarebbe uno straordinario strumento di promozione degli investimenti nel Paese e di crescita per le imprese italiane. In Italia abbiamo 200. 000 leggi: sono troppe e, spesso, inutili e contraddittorie. È necessario eliminarle e un modo efficiente per farlo è il benchmarking". Squinzi ha anche confermato la validità della scelta compiuta un anno fa con la firma del Contratto dei Chimici: "il contratto ha detto può essere uno strumento p utile per il necessario cambiamento e non solo per prevenire e dirimere il conflitto. La nostra attività contrattuale è stata caratterizzata da una continua innovazione: il settore chimico ha così assunto le caratteristiche di un 'laboratorio' che ha indicato al Paese percorsi innovativi per coniugare l'interesse dello sviluppo delle imprese con quello della promozione dell'occupazione". Guido Venturini, direttore generale di Federchimica, ha parlato della politica industriale per la chimica italiana: "Siamo stati coinvolti negli ultimi 18 mesi ha dettoin un progetto innovativo e importante. Sono state definite le"Linee di politica industriale per la chimica" , sono nate uno strumento operativo (Osservatorio per il settore chimico), una segreteria tecnica e una piccola struttura all'interno del Ministero dell'Industria. Ma soprattutto, è nato un nuovo modo di lavorare insieme nella logica della promozione dell'attività industriale e della competitività ". Venturini ha pure tracciato un quadro del settore chimico rilevando che "l'industria europea, e quella italiana in particolare, sono entrate nell'Euro e si avviano verso il nuovo millennio in un contesto difficile: l 'attività produttiva è compressa da una crescita deludente e da aspettative pessimistiche che ci penalizzano spingendo i clienti a rimandare gli acquisti. Inoltre l'equilibrio tra domanda e offerta, a livello mondiale, è sfavorevole e i prezzi ne risentono, compressi dalla aggressività dei paesi asiatici. Il quadro congiunturale sta però cambiando: prima di altri, in Italia, abbiamo segnalato una lieve ripresa nella domanda e nei prezzi. Il periodo di crisi potrebbe essere passato e il 2000 potrebbe registrare una crescita più consistente della produzione chimica europea e italiana. Non sta solo alle imprese consolidare questi primi segnali positivi, ma saranno i provvedimenti del governo e tutto il Sistema Paese che dovranno scendere in campo al fianco delle aziende per puntare decisamente alla ripresa". NUOVE SOLUZIONI SU INTERNET PER GRANDI, MEDIE E PICCOLE AZIENDE PROPOSTE DA
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