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MARKETPRESS
 
Venerdì  2
 
luglio 1999
 
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COMIT AGGREGANDA A INTESA. MATRIMONIO AMICHEVOLE A FINE MILLENNIO

Milano, 2 luglio 1999 - I vertici del gruppo Intesa (presidente Giovanni Bazoli) e della Banca Commerciale Italiana (presidente Luigi Lucchini) hanno illustrato alla stampa e agli analisti finanziari la proposta aggregazione tra Intesa e Comit dalla quale emergerà il maggior gruppo bancario italiano con: 451. 000 miliardi di attivo, 317, 111 miliardi di raccolta diretta, 272. 942 miliardi di crediti verso la clientela, margine di intermediazione complessivo 19. 766 miliardi, risultato lordo di gestione 6353 miliardi, utile netto 2102 miliardi, 3511 sportelli su tutto il territorio nazionale, 377 filiali e 15 uffici di rappresentanza in 41 paesi, 1600 promotori finanziari. Sarà al primo posto in Italia per dimensione della rete territoriale, per l'intermediazione mobiliare, il factoring, il risparmio gestito, la bancassurance. In Europa si collocherà all'ottavo posto (alcuni calcolano che sarà al sesto) della classifica delle grandi banche del vecchio continente. Il progetto, approvato dai rispettivi consigli di amministrazione e subordinato alle autorizzazioni di Bankitalia e delle altre Autorità competenti, dovrà essere approvato dalle assemblee degli azionisti, convocate per l'indomani di ferragosto. Altre condizioni sono quelle dell'apporto minimo di azioni ordinarie Comit che rappresentino il 50% più una azione del capitale ordinario e la soppressione di un articolo ( il numero 80 dello statuto Comit che vieta il possesso di più del 5% del capitale per singolo azionista con diritto di voto (comunque chi possieda più del 5% non può esercitare il diritto di voto per le azioni eccedenti il 5%). L'offerta pubblica di scambio (OPS) preventiva, prevista entro settembre e comunque non oltre ottobre, secondo un calendario da concordare con la Borsa, riguarda il 70% delle azioni ordinarie e di risparmio della Comit, godimento 1. 1. 1999, sulla base di un rapporto di 1, 65 ordinarie Intesa per ogni ordinaria e/o risparmio Comit. Se il numero delle adesioni eccederà il quantitativo di azioni oggetto dell'offerta, ciascun aderente riceverà una opzione di vendita ("Put") a valere sulle azioni non ritirate in sede di riparto. L'opzione Put si configura come uno strumento innovativo idoneo ad aumentare la valorizzazione dell'offerta. In particolare, le azioni emesse da Intesa sono valori mobiliari dei quali si chiederà la quotazione in Borsa e che forniranno agli azionisti Comit la garanzia di ricevere nel novembre 2002 per ogni azione ordinaria e/o risparmio un controvalore di 7, 80 euro; mantenendo intatta la possibilità di beneficiare di un eventuale apprezzamento dei titoli Comit, l'azionista Comit avrà così per ogni opzione Put ricevuta un rendimento minimo garantito di circa il 2, 9% annuo, pur continuando a percepire i dividendi di pertinenza dei titoli posseduti. Sulla base dei prezzo al 29 giugno e valorizzando l'opzione Put secondo il modello di Black e Scholes, l'offerta, in ipotesi di adesioni al 100%, valorizza ogni azione ordinaria e/o di risparmio Comit 8, 16 euro. Tale valorizzazione, che si traduce in un valore complessivo di Comit pari a 28. 269 miliardi di lire, rappresenta un premio rispetto al prezzo di mercato delle ordinarie Comit al 29 giugno del 13, 9%, un premio del 16, 5% rispetto al prezzo medio dell'ultimo mese e del 19, 9 % rispetto al prezzo medio degli ultimni 6 mesi. Obiettivo della struttura è quello di ottenere, ad operazione conclusa, il mantenimento di un flottante di circa il 30% delle azioni Comit, per garantire la continuazione della quotazione in Borsa. La struttura prospettica dell'azionariato di Banca Intesa nell'ipotesi di adesioni all'offerta superiori al 70% prevede una partecipazione al capitale ordinario ( nell'ipotesi fully diluted) da parte degli attuali azionisti Intesa per una quota pari a circa il 57% e di quelli ex Comit per circa il 43%. Il progetto industriale alla base dell'operazione di aggregazione si basa sull'esperienza acquisita dal gruppo nella gestione dei processi di integrazione tra Ambroveneto, Cariplo, Cariparma e FriulAdria. Si tratta di: modificare l'assetto distributivo delle banche del gruppo al fine di creare forti banche regionali o pluriregionali senza sovrapposizioni; accentrare il focus sul segmento retail; inserire BCI nella logica federativa del gruppo Intesa con la missione di rafforzarne sempre più il ruolo di banca a vocazione nazionale; sfruttare le competenze distintive sviluppate da BCI nel corporate banking e nell'attività internazionale; minimizzare i potenziali conflitti tra le banche regionali e BCI attraverso l'identificazione di specifiche missioni; costruire la strategia "prodotti estero" del gruppo sulla base delle competenze sviluppate da BCI; partecipare con un gruppo di forti azionisti alla creazione di importanti piattaforme europee; raggiungere importanti sinergie di scala e di scopo nelle principali piattaforme di supporto e fabbriche di prodotto. Secondo le prime stime, l'integrazione Comit in Intesa produrrà importanti effetti economici, tra cui 890 miliardi di maggiori ricavi e 680 miliardi di minori costi. I costi una tantum di integrazione sono stimati di 586 miliardi. Gli esuberi sono stimati di circa 3500 unità . Ne 2003, a regime, le sinergie globali miglioreranno la redditività del nuovo gruppo in maniera incisiva: il ROE è previsto al 20% nel 2002 (1998: 13% per Intesa e 10, 7 per Comit). Il rapporto cost/income raggiungerà il 50% (1998: 68% sia per Intesa che per Comit). Il progetto è stato elaborato con l'assistenza degli advisor Goldman Sachs International per la parte finanziaria e The Boston Consulting Group per quella industriale. In un suo comunicato, la Banca Commerciale Italiana ha fatto rilevare che il consiglio di amministrazione, nel prendere atto della offerta Intesa, ne ha constatato "il carattere amichevole". Inoltre, rispondendo ad una domanda stampa, il presidente di Comit, Lucchini, ha affermato che l'offerta Intesa, messa a punto in numerosi incontri tra il management delle due società , è stata preferita a quella Unicredito perchè più conveniente per gli azionisti Comit: in particolare è stato rilevato che l'offerta Intesa di 1. 65 per il concambio Intesa/BCI si paragona all' '1. 60 dell'offerta Unicredito. Quest'ultima corrisponde ad una capitalizzazione implicita ( al 29 giugno) di 12. 5 miliardi di euro contro 14, 6 miliardi per l'offerta Intesa. Il prezzo implicito per azione al 29 giugno corrisponde a 6. 97 euro per l'offerta Unicredito contro l'8. 16 euro per quella Intesa. Il premio sul mercato, sempre al 29 giugno, corrisponde a -2, 6% per l'offerta Unicredito contro 13, 9% per quella Intesa.

CR SPOLETO: MAGGIORANZA ACQUISTATA DA CARIPLO (INTESA)
Milano, 2 luglio 1999 - Il consiglio di amministrazione di Banca Intesa ha deciso di autorizzare la controllata Cariplo ad acquistare dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, al prezzo complessivo di 60 miliardi, 16 milioni di azioni della Cassa di Risparmio di Spoleto spa, pari al 23, 724% del capitale: la quota andrà a sommarsi al 30, 826% già detenuto da Cariplo che, pertanto, possiederà oltre il 53% della banca umbra. A sequito dell'operazione, la Cassa di Risparmio di Spoleto entrerà a far parte del Gruppo Intesa.

CERTIFICAZIONE AMBIENTALE TESSILE (ECOLABEL): ADEMPIMENTI/COSTI
Milano, 2 luglio 1999 - Dalle ore 14.30 del 12 luglio, presso Federtessile (viale Sarca 223, Milano), convegno sul tema "Ecolabel e certificazione ambientale: adempimenti tecnici e costi per le imprese", promosso dalla Federazione fra le Associazioni delle Industrie Tessili e Abbigliamento (Federtessile). Il programma prevede interventi del vice presidente della Federazione Leopoldo Della Porta; di Grazia Cerini, direttore del Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento ("i criteri Ecolabel: procedura e prove da effettuare presso i laboratori abilitati"); Mario Figerio, dell'Associazione Tessile di Como ("la certificazione Ecolabel e le attività tecnologiche"); Ludovico Tucker di Certitex ("Iso 14000 ed Emas: scopi, vantaggi e costi della certificazione").

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