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"Al
suono vibrante della recitazione del mantra (o giaculatoria tibetana) "OM MANI PADME
HUM" (salve gioiello di loto), accogliamo i sentimenti di pace, di tolleranza e gli
"insegnamenti" del capo spirituale del Tibet, Tenzin Gyatso, 14° Dalai Lama,
giunto in questi giorni a Milano... Tra le numerose manifestazioni artistico-culturali indette per questa occasione segnaliamo alcune mostre: TIBET, ARTE E SPIRITUALITA' - Un contributo alla storia dell'uomo - Milano, Rotonda della Besana, Milano, fino al 9 gennaio 2000. La rassegna, definita "una nicchia di spiritualità e riflessione" , è stata inaugurata il 20 ottobre alla presenza del Dalai Lama. Promossa dalla Regione Lombardia, Assessorato alla Cultura, dalla Provincia di Milano e dal Comune di Milano, Cultura e Musei (Settore Musei e Mostre) e organizzata da Amitabha con la collaborazione di The Tibet Bureau, Ufficio Rappresentanza di S.S.il Dalai Lama, Ginevra, è contraddistunta da un logo realizzato da Michelangelo Pistoletto, raffigurante l'ottagono come simbolo dell'Ottuplice sentiero, uno dei fondamenti del buddhismo tibetano.Trasformata in "gompa" o luogo meditativo, la Rotonda della Besana ricrea l'atmosfera di un tempio tibetano, immerso in una dimensione mistica. Al centro sotto la cupola i monaci del Monastero di Sera Jey, uno dei più importanti centri di studi del buddismo di tradizione tibetana, hanno realizzato un "mandala" di sabbia colorato (rappresentazione simbolica delle forze del cosmo), le cui dimensioni e i colori rispondono ad antichi canoni formali. Assegnando un preciso colore a ciascuno dei bracci del tempio, lo spazio mandalico si trasforma in una rappresentazione simbolica del cosmo, adatta ad accogliere l'attuale manifestazione. Il trono del Dalai Lama è sovrastato dal grande Buddha d'oro Cenresig, il Buddha della Compassione, del quale Sua Santità è la reicarnazione. Il percorso della mostra, articolato in più sezioni, consente di cogliere i valori della cultura e della ritualità tibetana, e assimilarne la vitalità. Alle immagini fotografiche di Heny Cartier-Bresson e Martine Frank seguono le suggestive foto di Fosco Maraini, scattate nelle due spedizioni in Tibet, al seguito dell'orientalista Giuseppe Tucci, tra il 1937 e il 1948, e una selezione di raffinate thang-ka o dipinti, realizzate dal XII sec., secondo modelli iconografici e cromatici della tradizione. Duecento inoltre gli oggetti d'arte, religiosi, del vivere quotidiano e della pratica medica locale, completano la sezione museale. Una religione come pratica di vita che condiziona la cultura e la quotidianità di ogni singolo tibetano. Di particolare interesse gli strumenti musicali esposti, che diffondono sonorità e vibrazioni, dai timpani da cerimonia alle conchiglie fossili usate come trombe, ai liuti in legno, alle trombe di svariate dimensioni e generi, in rame, argento, pietre dure e ossa umane, oltre ai tamburi, mascheree gli oggetti cultuali, dai phurby (pugnali rituali), ai vajra-dorje (simboli del fulmine) alle drilbu (campane rituali), alle tza tza (stampi votivi d'argilla), ai reliquari a forma di stupa o chorten buddhista (a forma di pagoda) e strumenti cermoniali tantrici in ottone o altre leghe. Per informazioni: Tel.031/269.393. "RITMI DEL MONDO" - Milano, Galleria La Galliavola, Arte Orientale, Via Borgogna 9, fino al 15 dicembre. Ideatrice da anni di suggestive mostre tematiche legate all'arte e all'antica saggezza orientale e presente altresì nelle mostre dell'antiquariato a livello nazionale, Patrizia Ghignoli, rende un omaggio all'Oriente con una esposizione che ruota attorno all'avvicinamento della cultura occidentale e quella orientale. Accosta ai preziosi e inediti oggetti d'arte antica tibetana, cinese e indiana le esclusive creazioni di sapore orientale, realizzate da Hermès, la Maison parigina con oltre due secoli di attività. Si tratta di una rassegna singolare ideata in sintonia con la visita del capo spirituale del Tetto del Mondo a Milano. L'insolito connubio è il risultato di una scelta culturale e di una visione artistica allargata che vuole portare "dentro" i molteplici ritmi presenti ma anche sottesi, nelle fluttuanti raffigurazioni, nelle sfumature cromatiche, o nelle forme, il riflesso di una parte del mondo che ci circonda. Una provocazione stimolante e raffinata negli accostamenti delle due diverse espressività artistiche, lontane nel tempo e nello spazio ma con profondi richiami alla letteratura simbolica e spunti di riflessione artistica. I foulard di Hermès fanno da sfondo e da scenario a dei pezzi di pregio e di "scavo" di alto collezionismo, narrando vicende e fantasie legate all'Oriente e al Tibet che rimandano alla purezza dei ghiacci o alle vette dell'Himalaya, al Buddismo simbolicamente presente, del veicolo del Diamante. Notevoli i cavalli ultra millenari, che nei foulard volano nella seta, e le raffigurazioni mitologiche. Tra i pezzi in mostra un piatto cinese di Epoca Tianqi (1621-27) decorato in bianco blu; una coppia di figure equestri d'epoca Tang, una coppia di oggetti pregiati, scolpiti e cesellati a forma di "stupa" (reliquario buddista) proveniente dal Tibet, in bronzo dorato del XII sec. Per informazioni: Tel.02/7600.7706; E-Mail; lagalliavola@planet.it ; tel.02/4812.484. |