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INDAGINE UPA SULLA
PUBBLICITÀ DEL FUTURO Milano, 19 novembre 1999 - L' Upa, l'organizzazione che rappresenta tutte le principali aziende che investono in pubblicità, ha presentato a Milano i risultati emersi dalla ricerca "Il Futuro della Pubblicità" sull'evoluzione degli investimenti pubblicitari in Italia fino al 2002. All'appuntamento di quest'anno, particolarmente atteso, hanno preso parte i più qualificati esponenti del mondo industriale, professionale e pubblicitario. Giulio Malgara, presidente dell'Upa, ha sottolineato nella sua introduzione come nel 1999 è continuata la crescita positiva dell'economia, dei consumi, ma soprattutto della pubblicità. Infatti nell'anno che sta per concludersi gli investimenti pubblicitari classici aumenteranno, rispetto all'anno precedente, del 10, 1%, incremento di gran lunga superiore a quello del prodotto interno lordo. Se consideriamo l'intero comparto della comunicazione questo incremento è dell'8, 5%. Il risultato è un aumento del rapporto pubblicità/PIL che passa dallo 0, 61% del 1995 allo 0, 68% del 1999 per l'area classica e dal 1, 13% all'1, 32% considerando tutta l'area allargata della comunicazione d'azienda. I fattori principali della straordinaria crescita sono da individuarsi sia nella priorità attribuita dalle imprese alla valorizzazione della marca sia nello sviluppo di nuovi mercati che, nati anche sotto la spinta di privatizzazioni e liberalizzazioni, si sono aperti alla concorrenza e dunque al marketing e alla comunicazione. Tra questi le telecomunicazioni, la telefonia, le nuove attività legate a Internet, le iniziative finanziarie, le assicurazioni, la distribuzione. Ma i pur efficaci fattori di spinta sopra descritti avrebbero avuto un effetto limitato in assenza del rinnovamento culturale che ha interessato le imprese per la maggior parte delle quali comunicare è ormai un'attività ordinaria funzionale al conseguimento dei propri fini, è un fattore produttivo, stabile e ineliminabile della struttura aziendale. "Se a tutto questo" ha aggiunto Malgara "affianchiamo la necessità per i settori più maturi di far conoscere al pubblico i nuovi prodotti e il loro contenuto innovativo e tecnologico, l'ottimismo non appare certo ingiustificato". Sono stati quindi presentati da Enrico Finzi i principali risultati dello studio. Il 1999, ormai chiuso, ha positivamente accelerato la ripresa che già era evidente nel 1998. Un incremento dell'8, 5% colloca il mercato pubblicitario tra i più dinamici del Paese. In particolare i mezzi classici hanno registrato il maggior dinamismo con una crescita rispetto all'anno precedente pari al 10, 1%. Lo scenario ipotizzato per il prossimo triennio conferma questa crescita anche se in misura leggermente più contenuta. Secondo le stime predisposte dall'Upa, nell'anno 2000 gli investimenti pubblicitari cresceranno a un ritmo minore ma pur sempre intorno al 7%. Mentre si valuta che nel 2001 la crescita sarà del 6, 3% e nel 2002 del 6, 7%. Il ruolo della domanda sarà ancora dominante, essendo gli operatori ormai certi dell'importanza della comunicazione quale primaria leva competitiva. Radio, Cinema, Quotidiani e Pubblicità esterna saranno i mezzi più dinamici dal momento che hanno ancora grosse potenzialità da sviluppare e da offrire alle aziende così come nuovi investimenti sono previsti per il comparto del below the line che riprenderà prevedibilmente la sua crescita. RIEPILOGO GENERALE (valori in 1/miliardi correnti al netto di Sconti e omaggi, Comprendenti le commissioni di agenzia)
Investimenti conteggiatì più volte 3540 3.758 3.950 4.185 4.477 TOTALE GENERALEINVESTIMENTI 25.274 27.414 29.370 31.223 33.313
RIEPILOGO GENERALE (tassi annui nominali dì crescita) 1998 1999 2000 2001 2002
Investimenti conteggiati più volte 5,9 6,2 5.1 5,9 7,0 TOTALE GENERALE
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