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VACANZE DA RE NEL RIAPERTO HOTEL KULM DI PORTOFINO VETTA A Portofino muove i primi passi la collaborazione tra Legambiente e il Kulm - l'albergo di lusso già caro a Marconi, Nietzsche e al Kaiser Guglielmo II - per la salvaguardia del Parco di Portofino. All'insegna di "Turisti per caso, Eco-turisti per scelta" sono stati presentati la catena alberghiera italiana DF Sea & Country Hotels e il rilancio dell'hotel Portofino Kulm, lo storico albergo di lusso che domina il parco del monte di Portofino, recentemente restaurato e riaperto al pubblico. Nell'occasione è stata inoltre ufficializzata l¹intesa sulla tutela del parco di Portofino raggiunta tra la DF Sea & Country Hotels, l'Ente Parco di Portofino e Legambiente, quest'ultima rappresentata al tavolo dei relatori da Ermete Realacci, Presidente dell'associazione ambientalista. La catena DF Sea & Country Hotels, che oltre al Portofino Kulm ha in gestione altri alberghi 4 Stelle (HotelCenobio dei Dogi di Camogli, Hotel Hermitage, Hotel La Biodola e Hotel Del Golfo sull¹Isola d'Elba), si è impegnata a osservare una sorta di decalogo del turismo eco-compatibile. Al Portofino Kulm verrà data particolare attenzione all'uso di prodotti biologici nella ristorazione e nella beauty farm annessa alla struttura, saranno esclusi i prodotti ittici vietati o pescati fuori periodo e si adotteranno opportuni sistemi di risparmio energetico. Legambiente dal canto suo supporterà il Kulm nella ricerca e nell'utilizzo di prodotti biologici e tipici, nella formazione del personale e nell'organizzazione della raccolta differenziata. Il Portofino Kulm, che nei suoi anni ruggenti è stato meta di personaggi illustri come Friedrich Nietzsche, Gabriele D¹Annunzio e Guglielmo Marconi nonché di diplomatici, nobili e teste coronate come il kaiser Guglielmo II, riemerge oggi da un periodo di oscuramento e abbandono. Riportato all¹originario splendore Liberty con un accurato restauro, l¹hotel si ripresenta puntando sul fascino della sua storia, sulla sua incantevole posizione e sull'accoppiata tra raffinata ospitalità e turismo ecocompatibile. Ieri come oggi soggiornare al Portofino Kulm resta un¹esperienza fuori dal comune e dalla portata del "turista per caso", tuttavia è interessante osservare come la presenza di un parco naturale possa felicemente convivere con la presenza di una grande struttura alberghiera, indice che anche in Italia si sta sviluppando la domanda di turismo eco-compatibile.
TURISMO CONGRESSUALE AL PORTOFINO KULM:FUORI DAL COMUNE. VICINO ALLE ESIGENZE AZIENDALI Al di là della celebre Piazzetta, delle lussuose imbarcazioni all'ancora e del lato prettamente glamour della vacanza, Portofino ha molto da offrire anche al turismo congressuale. L'Hotel Portofino Kulm, ad esempio, si propone come location particolarmente interessante e prestigiosa per ogni tipo di evento aziendale: dalla convention ai workshop per un numero ristretto di partecipanti. L¹albergo dispone infatti di spazi modulabili e perfettamente attrezzati per ogni esigenza in un¹ambientazione unica per fascino ed eleganza. In più il Portofino Kulm ha dalla sua l¹inimitabile clima della riviera ligure, la facile raggiungibilità dai principali centri dell¹Italia centrosettentrionale, il servizio di catering affidato all¹esperienza di Zeffirino nonché una collocazione appartata quanto basta per garantire concentrazione e discrezione, tutti aspetti di non secondaria importanza nella valutazione di chi organizza eventi aziendali. Il Portofino Kulm mette a disposizione gli spazi del Kursaal, la fastosa palazzina che in passato è stata teatro di memorabili ricevimenti e feste per la clientela dell¹hotel - da cui il nome Salone delle Feste - e dalla cui terrazza è possibile ammirare il panorama dei due Golfi. La Sala Kursaal ha una capienza che va dai 190 posti nella disposizione Scuola ai 340 nell¹allestimento a Teatro, ulteriormente allargabile fino a un massimo di 500 posti in occasione di Cocktail. La sala è dotata di tutti i servizi (linea telefonica diretta in entrata e in uscita e linea ISDN per collegamenti Internet, amplificazione e microfoni, proiettore diapositive, lavagna luminosa, videoregistratore, traduzione simultanea). Al primo piano dell'Hotel Portofino Kulm, inoltre, sono disponibili la Sala D¹Annunzio e la Sala Puccini. La prima è uno spazio modulare, componibile secondo le esigenze del cliente. La capienza massima della sala è di 230 posti a Teatro, ma è possibile optare per una capienza inferiore scegliendo tra la soluzione da 110 posti e quella da 80 posti. La Sala Puccini è la più piccola tra quelle ospitate all¹interno del Kursaal vantando una disponibilità massima di 70 posti.
PORTOFINO KULM L'OSPITALITA' E' LA SUA STORIA Anche in un mondo sempre più piccolo e apparentemente privo di sorprese come quello attuale esistono ancora luoghi che vivono in una dimensione ³altra², sospesi in un incantesimo senza tempo che mescola bellezza, storia, romanticismo e natura: uno di questi è senza dubbio l¹Hotel Portofino Kulm. Edificato nel 1904 da Sebastiano Gaggini, nobiluomo di Camogli, il Portofino Kulm ha attraversato la storia del O900 annoverando tra i suoi ospiti affezionati teste coronate come il kaiser Guglielmo II e la regina Margherita di Savoia, nobili russi, tedeschi e inglesi, pensatori, letterati e inventori del calibro di Friedrich Nietzsche, Gabriele D¹Annunzio e Guglielmo Marconi. Quante gustose tranches de vie potrebbero raccontare le 77 camere in squisito stile liberty e il salone delle feste del Kursaal se solo avessero il dono della voce! Eletto ben presto a luogo di ritrovo della jet society europea, per anni l¹albergo ligure è stato infatti il palcoscenico dove ogni estate si perpetuava una incruenta sfida tra gli ospiti a chi mostrava lo stile di vita più fastoso, raffinato e dispendioso. Ripercorrendo l¹ombrosa strada che si inerpica sul monte alla volta dei cancelli dell¹albergo sembra che il tempo si riavvolga come una pellicola cinematografica e a ogni svolta ci aspetta quasi di vedere la sottile scia di polvere lasciata dalle fiammanti Orsch, Bugatti, Mercedes e Isotta Fraschini che portavano a destinazione gli illustri vacanzieri. Dalla sua invidiabile posizione in cima al promontorio che domina Portofino (da cui il nome Kulm, ossia vetta), il Portofino Kulm ha tratto il distacco necessario per superare le traversie legate all¹occupazione bellica da parte delle truppe tedesche, ai non sempre fortunati passaggi di proprietà del dopoguerra e, infine, all¹onta della chiusura negli anni O80, al culmine di una congiuntura negativa che mise in ginocchio molte delle più blasonate strutture ricettive italiane. Oggi, riportato all¹originario splendore attraverso un restauro condotto con fedeltà pressoché filologica, il Portofino Kulm ha riaperto cancelli e stanze rinnovando una tradizione di gusto ed ospitalità che ha pochi eguali nel Vecchio Continente. "Fedele a sé stesso, aperto al futuro": questo potrebbe essere il motto del Portofino Kulm nella sua nuova giovinezza, poiché l¹elegante struttura Liberty è stata giudiziosamente arricchita con i comfort irrinunciabili in un moderno 4 stelle. L¹altissimo standard qualitivo dei servizi è assicurato dai nuovi gestori, la catena DF Sea & Country Hotels, cui fanno capo alcuni fra i più esclusivi resort della Liguria (Il Cenobio dei Dogi di Camogli) e dell¹Elba (Hotel Hermitage, Hotel La Biodola e Hotel Del Golfo). Trovandosi incastonato in uno degli angoli più romantici e suggestivi della riviera ligure, tutelato da un parco naturale, il Portofino Kulm propone al turista del 2000 una vacanza all¹insegna del più completo benessere psicofisico e del contatto pieno e rispettoso con la natura. Varcare la soglia del Portofino Kulm oggi significa incontrare un modo di concepire la vacanza antico e allo stesso tempo modernissimo, lontanissimo da un certo modo, banale, veloce e superficiale, di intendere il turismo.
QUANDO AMBIENTE E SVILUPPO TURISTICO IMPARANO A COESISTERE: I PARCHI DELL'ARCIPELAGO TOSCANO E DI PORTOFINO La storia dei parchi naturali in Italia insegna quanto sia complessa, laboriosa e delicata la convivenza tra due indirizzi spesso presentati come inconciliabili: da una parte la volontà e l¹urgenza di porre sotto vincolo preservativo aree di particolare valore ambientale, dall¹altra la posizione di rivendica per le comunità locali il diritto ad autoregolamentare l¹uso e lo sviluppo del territorio. Fortunatamente le esperienze accumulate intorno agli anni O90 hanno consentito di emendare alcuni difetti strutturali nella progettazione, nel processo amministrativo e nella gestione dei parchi naturali legati alla rigida impostazione dei regi decreti del 1922 (istituzione del Parco nazionale d¹Abruzzo e del Gran Paradiso). Oggi la creazione di nuove aree protette non cade più dall¹alto, come atto d¹imperio. Non ci si accontenta più della legittimità amministrativa ma si punta a ottenere il contributo e il coinvolgimento fattivo delle comunità locali. Così non è raro che i progettisti si sottopongano a una sorta di road show per esporre in pubblico aspetti fondamentali quali le ipotesi di perimetrazione e zonizzazione. Nascono da quest¹acquisita ancorché sofferta legittimazione popolare - oltre che con il suggello di formali leggi nazionali e regionali - il Parco nazionale dell¹Arcipelago Toscano e il Parco regionale di Portofino: due esempi di zone protette che coesistono felicemente con una radicata tradizione turistica. Il Parco dell¹Arcipelago Toscano Istituito nel Luglio 1996 con decreto del Presidente della Repubblica, il Parco nazionale dell¹Arcipelago Toscano è di uno dei parchi marini più estesi d¹Europa con i suoi 17.887 ettari di superficie a terra e 56.776 ettari a mare. La leggenda vuole che le sette isole dell¹arcipelago toscano (Elba, Giglio, Capraia, Gorgona, Pianosa, Montecristo, Giannutri) siano nate da altrettante perle sfilatesi da una collana indossata da Venere. La realtà evidenzia l¹esistenza di un patrimonio di diversità storiche, culturali, naturalistiche ed economiche che ben giustifica un¹attenta attività di salvaguardia. Il Parco ha avuto una genesi abbastanza travagliata e densa di aspre polemiche, tuttavia oggi rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per la valorizzazione delle enormi potenzialità dell¹arcipelago considerato nel suo insieme. La scommessa del parco è andare oltre le azioni primarie connesse alla conservazione e alla tutela della bio/geodiversità delle isole e del mare che le circonda, puntando a uno sviluppo integrato e sostenibile di tutte le attività sul territorio: dal turismo alla pesca, dall¹agricoltura all¹artigianato e al recupero delle aree minerarie dismesse. In tal senso il Parco è fortemente intenzionato a svolgere la funzione di ³marchio di qualitಠche amplifichi la visibilità e favorisca la commercializzazione dei prodotti e delle offerte locali. Nel lungo periodo l¹obiettivo più ambizioso è fare del Parco nazionale dell¹Arcipelago Toscano il motore di un sistema educativo, culturale ed economico imperniato sulla tutela e la valorizzazione dei beni naturali. Il Parco Regionale di Portofino Si può dire che la storia del Parco Regionale di Portofino ricordi da vicino i ³corsi e ricorsi² di vichiana memoria. Nel 1935 il legislatore nazionale crea L¹Ente autonomo di Portofino per far rispettare i rigidi vincoli apposti sul promontorio di Portofino. Non si tratta dell¹atto di nascita di un vero e proprio parco naturale, giacché la zona tutelata viene allora considerata troppo esigua per estendere la normativa applicata ai parchi nazionali istituiti nello stesso anno (Stelvio e Circeo). Negli anni O70 l¹ente autonomo di Portofino, considerato inutile, viene soppresso e le relative competenze sono trasferite alla Regione Liguria. Quest¹ultima emana nel 1986 una legge che istituisce il Parco regionale di Portofino ponendo un ente strumentale alla sua gestione. Sennonché sopraggiunge la legge-quadro nazionale del 1991 che detta i criteri per uniformare le legislazioni regionali in materia di parchi. La Regione Liguria è pertanto chiamata a rimettere mano alla propria legge sui parchi regionali. Il risultato è l¹istituzione, nel 1995, del nuovo Ente autonomo Parco di Portofino; il cerchio, finalmente, si chiude. Il perimetro del Parco regionale di Portofino racchiude un angolo tra i più celebrati e ammirati della riviera ligure. La varietà degli ambienti naturali che si alternano e si mescolano in questo spicchio di territorio proteso sul Tirreno rappresenta da sola un patrimonio insostituibile e meritevole di tutela. La convivenza tra l¹Ente Parco e le esigenze del comparto turistico non è sempre stata facile. D¹altronde è impossibile trovare consensi unanimi quando si fanno scelte necessarie ma impopolari come la delimitazione delle aree a tutela integrale, interdette cioè a qualsiasi attività. Ciò nonostante l¹integrazione del Parco regionale di Portofino nell¹economia e la vocazione turistica dei comuni interessati è stata tutt¹altro che drammatica; indice che le comunità locali hanno individuato nell¹Ente Parco un interlocutore sensibile e partecipe, non un mero censore.
ITINERARI NATURALISTICI NEL PARCO DI PORTOFINO In virtù di una sensibilità sociale crescente verso la tematica ambientale ed ecologica derivata dalla focalizzazione di alcune problematiche di viva attualità, come il rischio di estinzione di molte specie faunistiche e il diradamento della flora di alcuni parchi naturali, si è venuta a creare una spontanea collaborazione tra le istituzioni e il contesto imprenditoriale turistico. Entrambi, infatti, si trovano oggi accomunati dall¹intenzione di recuperare e salvaguardare le ricchezze e i valori naturali dei parchi e, parallelamente, di educare la comunità turistica al rispetto dell¹ecosistema, a sostegno di un turismo eco-compatibile sempre più diffuso e regolamentato. Tutto questo a vantaggio dei parchi presenti sul territorio italiano, come il Parco di Portofino che testimonia l¹impegno con il quale l¹ente autonomo locale sta cercando, con ottimi risultati, di far combaciare le esigenze di una politica eco-compatibile con un¹attività commerciale fino ad ora particolarmente ostica. Il Parco di Portofino - istituito nel 1935 e ³arroccato² su un erte promontorio alto 600 metri che si protende nel mare per oltre 3 chilometri - è incorniciato dalle cime montuose che dominano il golfo del Tigullio e danno vita a splendidi panorami di notevole ricchezza naturalistica. Un variegato mosaico di microambienti marini impreziosiscono il complesso ecosistema di questo importante punto di contatto tra due differenti realtà geologiche: quella tipica centroeuropea sul versante settentrionale e la rigogliosa macchia mediterranea che caratterizza il panorama del versante meridionale. Addentrandosi verso l¹interno del parco si possono individuare itinerari diversi da percorrere, come ad esempio l¹Itinerario Paradiso, (autoguidato dal Parco di Portofino) che segna il tratto San Rocco-Punta Chiappa. Un percorso naturalistico che conduce inizialmente alle Batterie e al Semaforo Nuovo, inoltrandosi in una rada pineta a pino marittimo sotto la quale crescono i principali elementi della macchia mediterranea (corbezzolo ed erica arborea). Dal punto di vista faunistico la macchia è sovente frequentata da gruppi di cinghiali, dal tasso, da un gran numero di merli e da piccoli silvidi mediterranei (capinera, occhiocotto) e da una delle più belle farfalle italiane, la Ninfa del corbezzolo. Nascosti nei valloncini gli ornelli, i carpini neri e altre specie montane e submontane vegetali protette si spingono in prossimità del mare mentre, alla sinistra del sentiero, inerpicata sulla parete verticale del valloncino, si può osservare la sassifraga spatolata, una pianta rupestre tipica delle Alpi Marittime e Liguri, riconoscibile dalle foglie basali riunite in rosette e dai fiori bianchi e finemente punteggiati di rosso e arancione. Il sentiero prosegue tra piante di nocciolo fino alla località di Toca e, successivamente arriva al Semaforo Nuovo che offre un¹ampia e suggestiva veduta dell¹intero golfo ligure. Da Toca l¹itinerario prosegue per Portofino Vetta: un sentiero leggermente in salita che porta al famoso albergo Portofino Kulm dal quale è possibile notare come al conglomerato si sia sostituito il calcare marnoso. Pochi chilometri e si raggiunge il crocevia di Sella Gaixella da cui si può osservare un panorama straordinario che abbraccia i due golfi, Paradiso e Tigullio, delimitati dal Promontorio e completati dalle bianche e imponenti Alpi Apuane. L¹Itinerario di San Fruttuoso, invece, ricopre per il tratto Semaforo Nuovo-Portofino Vetta il sentiero ³Paradiso², scandito da momenti di grande fascino naturalistico e geologico. Percorso il vallone che scende a San Fruttuoso si risale lungo il crinale esposto al sole che delimita le due insenature della Cala dell¹Oro e di San Fruttuoso. Da qui, seduti sulle panchine immerse nel verde si possono ammirare i profondi fondali originati dalle scoscese pendici rocciose caratterizzate da suggestive forme erosive a selle e torrioni. Tra gli anfratti di roccia si celano le piante e gli alberi della macchia come il pino d¹Aleppo e il fico, rigogliosamente mantenuti dall¹umidità del terreno. Più avanti un sentiero si intreccia con una sorgente protetta dalle chiome di erica arborea, cisto femmina e ampelodesma, che raggiunge Cala dell¹Oro e successivamente la località di Toca. All¹inizio del tratto Gaixella-Pietre Strette si possono ammirare gli esemplari di cipresso Lawson mentre più a monte si scorge il verde intenso dei pini marittimi e del castagneto sviluppatosi da antichi alberi da frutto nidificati da picchi rossi e abitati all¹interno da allocchi. Un breve tratto nella buia valle che incide la parte centrale di San Fruttuoso fa da preludio all¹inaspettata presenza del mare circondato da una vegetazione tipicamente costiera: lecci, carpini neri e roverella. Nella zona delle Caselle cinque sorgenti si uniscono, attraverso un acquedotto, raggiungendo le frazioni di San Fruttuoso e altri piccoli sobborghi, scendendo nella bassa vallata dove l¹acqua disseta numerosi tipi di felce ed esemplari faunistici come il ramarro il biacco e molte famiglie di uccelli. Sul finire dell¹itinerario Paradiso una vasta lecceta consente di dare un ultimo sguardo agli imponenti pini domestici raggruppati irregolarmente insieme a oliveti che annunciano la prossimità delle abitazioni di San Fruttuoso.Il turismo eco-compatibile: la qualità della vacanza come stile di vita Anche in Italia si va progressivamente diffondendo il cosiddetto turismo eco-compatibile: un modello di vacanza e di sviluppo turistico attento a minimizzare l1impatto ambientale. Si tratta certamente di un segnale di maturazione per il turismo di casa nostra dopo anni di sovrana indifferenza verso qualsiasi forma di tutela dell1ecosistema e di corsa allo sfruttamento delle risorse paesaggistiche nel nome di un concetto rapace di 3valorizzazione del territorio2. UN TREND IN ESPANSIONE "Nei prossimi anni la domanda turistica sarà sempre più la risultante di fattori complessi di tipo economico e non economico. Tra i fattori di tipo sociologico, legati all1evoluzione dello stesso consumatore, si considerano di primaria importanza la valutazione e la ricerca di aspetti ecologici/ambientali, la ricerca di strutture ricettive sempre più integrate con l1ambiente e la realtà locale nonché la scoperta e la rivalutazione della memoria storica e, quindi, degli aspetti culturali legati al fare turismo.2 (fonte: Organizzazione Mondiale del Turismo, VI° Rapporto) Già oggi un numero crescente di turisti, sia italiani che stranieri, pianifica le proprie vacanze in base alla disponibilità di strutture che assicurino i moderni comfort nel contesto di un rapporto di armonia con la natura e le tradizioni locali. Il turismo eco-compatibile è un modello diffuso e radicato in altri Paesi europei. Nelle Alpi svizzere e tirolesi, ad esempio, diverse malghe di montagna situate all1interno di parchi naturali sono state abilmente restaurate e trasformate in resort a 4 stelle. Il soggiorno in queste strutture offre al turista la possibilità di vivere l1atmosfera rustica delle baite alpine e di praticare sport compatibili con le caratteristiche del territorio come trekking, ippoturismo, cicloturismo/mountain-bike, sci alpino, rafting e canyoning. In Italia siamo tuttora alla fase della sperimentazione. Essendo il turismo eco-compatibile ancora allo stato di nicchia di mercato - sia pure interessante in prospettiva - il settore alberghiero generalmente non avverte l1esigenza di posizionarsi esplicitamente, preferendo un approccio più generico e sfumato. Nel nostro Paese non mancano tuttavia esperienze significative, progetti pilota nati sovente dalla collaborazione tra imprenditori del settore e associazioni ambientaliste che si sono trasformati in realtà di successo, a conferma che l1idea di uno sviluppo turistico sostenibile per l1ambiente incontra sempre maggiori consensi. Pregiudizi Quando si discute di turismo eco-compatibile capita di poter leggere tra le righe un larvato pregiudizio classista, sia pure alla rovescia, legato allo stereotipo dell1ambientalismo quale passatempo di un1élite annoiata e vezzo radical-chic. Semplici sfumature soggettive, si dirà, ma è pur vero che in ogni fenomeno di costume - e il turismo rientra in quest1ampia categoria - sotto la superficie razionale ribollono umori e pulsioni frutto di antichi e recenti condizionamenti culturali. Ecco che ciò che, ridotto all1osso, sarebbe una pura questione di gusti e sensibilità personali, oltreché di educazione civica, assume i grotteschi contorni di un calderone dove si agitano disordinatamente pajata e brunello, populismo trash alla Supercafone e spocchia generosamente esibita. Non siamo al livello di 3scene di lotta di classe tra Capalbio e Ostia2 ma poco ci manca. D1altra parte non si deve dimenticare che la mobilità e le vacanze di massa sono per gli italiani conquiste tutto sommato recenti (non più di 50 anni). Nella memoria collettiva è ancora presente, sedimentato a livello inconscio, il ricordo di quando viaggiare per diporto e concedersi un periodo di vacanza erano prerogative della nobiltà. Il resto della popolazione aveva invece scarse alternative per 3staccare2 dagli obblighi imposti dalle attività quotidiane: o vestire i panni del pellegrino oppure approfittare del carnevale - temporaneo sovvertimento delle rigide convenzioni sociali - per vivere una parentesi di divertimento senza (apparenti) COSA SIGNIFICA TURISMO ECO-COMPATIBILE Senza tema di apparire banali e, soprattutto, senza voler diffondere un1immagine fuorviante del turismo eco-compatibile come circuito per soli "iniziati", si può dire che questa nuova concezione della vacanza nasca dall'incontro tra una domanda e un1offerta che hanno caratteristiche particolari, accomunate dall1esigenza di gravare il meno possibile sull1equilibrio dell'ecosistema. Da una parte c1è innanzitutto uno stile di vita, un modo di viaggiare che privilegia la dimensione della scoperta, dell1accostarsi a un luogo per conoscerlo, rispettarlo e 3appartenere2 ad esso, sia pure per il breve periodo di un soggiorno. Si tratta pertanto di un approccio che si pone agli antipodi dell'atteggiamento di chi vive la vacanza come sospensione delle regole, di chi si concentra unicamente sul consumo frenetico di tutto il divertimento disponibile. Da parte sua, l'offerta è chiamata ad adottare e rispettare tutti gli accorgimenti per minimizzare l'impatto ambientale. Si va dall'utilizzo in cucina di prodotti biologici, di stagione e tipici del luogo all1ottimizzazione dei consumi idrici ed elettrici attraverso impianti ad alto rendimento. Le infrastrutture a disposizione degli ospiti per lo svago e la pratica sportiva vengono studiate e adattate assecondando le caratteristiche naturali dei luoghi, riducendo così all'indispensabile gli interventi di trasformazione. Il ruolo dell1operatore turistico non si limita tuttavia alla mera predisposizione e/o aggiornamento delle strutture ricettive. Su di lui ricade infatti la responsabilità di 3educare2 e sensibilizzare la clientela, senza dare per scontato che quest1ultima adotti spontaneamente comportamenti virtuosi. Tutto ciò si traduce in attività di formazione del personale e nella produzione di materiali informativi (depliant, segnaletica interna) che conducano gli ospiti a utilizzare in modo corretto i servizi disponibili.
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