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NOTIZIARIO LUNEDI' 2 ottobre 2000 pagina 2 La nostra vetrina dei
L'esposizione dei
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"INVESTIRE SUL BEL PAESE: I SERVIZI TERRITORIALI DIFFUSI PER LA COMPETIZIONE GLOBALE" Roma, 2 ottobre 2000 - Sono figli di un'Italia minore, di un'Italia che invecchia, che si spopola, poco competitiva da un punto di vista economico, che vede sparire da un anno all'altro l'ufficio postale, la scuola, il presidio sanitario, gli esercizi commerciali. Sono 2.830 comuni a rischio di estinzione: un terzo di quell'Italia polverizzata, dove ormai risiede solo l'8,7% della popolazione. Ma nello stesso tempo questi figli di un'Italia minore sono potenzialmente uno dei volani di una new economy in salsa italiana, aree privilegiate delle attività tradizionali, dei prodotti tipici, del turismo rurale, di un corretto uso del territorio e del paesaggio. Le migliaia di centri abitati e di nuclei insediativi diffusi capillarmente su tutto il territorio hanno prodotto nei secoli un patrimonio straordinario fatto di beni culturali e ambientali, abilità manifatturiere, saperi e sapori. E' questa l'Italia che emerge dalla mappa del "disagio insediativo" disegnata per Legambiente e Confcommercio da Serico - Gruppo Cresme, presentata oggi a Roma, nel corso di un incontro che ha visto la partecipazione del presidente di Confcommercio Sergio Billè, il presidente nazionale di Legambiente Ermete Realacci e Sandro Polci, responsabile di Serico - Gruppo Cresme e coordinatore della ricerca. Le aree del disagio insediativo sono state individuate mediante l'acquisizione di informazioni relative a 53 indicatori raggruppati in 7 famiglie principali (dati strutturali e di popolazione, istruzione, assistenza sociale e sanitaria, produzione, commercio e pubblici esercizi, turismo e ricchezza). L'analisi ha individuato 9 gruppi omogenei di comuni, connotati al loro interno da forti peculiarità. Tre di questi (i comuni dell'impoverimento, quelli demograficamente depressi o dell'anzianità e quelli fondamentalmente statici), presentano preoccupanti caratteri di disagio insediativo. Una mappa che evidenzia spopolamento e impoverimento di vaste aree che si concentrano lungo l'arco alpino soprattutto piemontese, lombardo e friulano, lungo Alpi e Appennini liguri, lungo la dorsale appenninica tosco-emiliana e centro meridionale, nelle zone montuose interne di Sicilia e Sardegna. Al sud, si trovano sugli Appennini dalla Calabria all'Abruzzo, e si diffondono verso nord toccando anche le aree interne di Marche e Toscana. In sintesi, i numeri evidenziano appunto che nei 2.830 comuni del disagio insediativo - pari al 35% del totale - risiede l'8,7% della popolazione con un reddito medio inferiore del 26% alla media nazionale; è laureato l'1,5% dell'intera popolazione residente (rispetto alla media nazionale del 3,6); gli occupati nelle imprese private sono meno di 1/3 della media nazionale (424.631 su un totale nazionale di 13,8 milioni), e si esprime il 3,9% degli addetti al commercio (147.000 su 3.740.000) ma sono registrate ben 774.800 Partite Iva (14% in più rispetto alla media nazionale, ma che creano una ricchezza minore del 40% della media) a testimonianza della polverizzazione della struttura produttiva in piccole e piccolissime unità locali. L'elenco dei comuni, come detto, è lungo. 2.830 realtà locali dove troviamo tanti "ricchi poveri": le Langhe piemontesi, le Cinque Terre liguri, la prima riserva marina italiana di Ustica, tanti piccoli centri all'interno di parchi e aree protette, quasi tutti i comuni dove si fanno i cento e passa prodotti di origine protetta italiani. Cosa succede dunque in questa Italia? Quali i fenomeni fissati dai 53 indicatori considerati dalla ricerca? Calano le nascite e aumenta lo spopolamento; chiudono i piccoli esercizi commerciali e aumentano i grandi centri localizzati fuori dal centro; nelle scuole, classi semivuote vengono accorpate, addirittura in molti casi chiudono le scuole stesse. Una visita medica specialistica costringe a spostarsi nella città più vicina, ma anche per i servizi bancari o postali è necessario andare nelle località più grandi. Situazioni di questo tipo penalizzano fortemente le scelte abitative delle coppie più giovani - nuova linfa vitale per questi centri - e del turismo della terza età. In Italia ben oltre il 98% dei comuni ha meno di 10.000 abitanti. Popoliamo un territorio che conta oltre 22mila centri abitati, quasi 33mila nuclei insediativi, senza considerare le caratteristiche di tanta parte del nostro sistema agricolo composto di "case sparse" con una distribuzione insediativa che appare diffusa su tutto il territorio. Si tratta ripetiamo, principalmente di paesini, di piccoli centri, che fanno da sfondo ai paesaggi d'Italia noti nel mondo, che custodiscono deliziosi centri storici e particolari saperi che si tramandano spontaneamente. Nel nostro Paese, nel settore istruzione, nel medio periodo, la diminuzione del numero degli studenti è ampiamente superata dal numero di scuole chiuse. Nelle elementari - dove il disagio per le famiglie è maggiore vista la giovane età dei figli - il calo degli studenti tra il 1990/91 e il 1997/98 è pari al 11% (-234.000 unità) mentre quello delle scuole oltrepassa il 23%, (con una diminuzione reale di 4.900 scuole); nelle materne si passa dalle 27.716 scuole del 1990/91 alle 25.825 del 1997/98, pur nella stabilità del numero degli utenti. Nel settore Assistenza sociale e sanitaria, gli istituti di cura nel 1996 erano 1.787, ben 113 in meno rispetto all'inizio del decennio; una simile contrazione (- 6%) è omologa a quella dei posti letto (355.000 contro i 410.000 del 1990); nel contempo i degenti sono aumentati dai 9 milioni del 1990 ai 10,6 del 1996. Cresce significativamente in Italia come in Europa, la superficie improduttiva che, oggi è pari a quasi 3 milioni di ettari (circa il 10% del territorio nazionale). Cala la superficie agricola (in 30 anni, 2,7 milioni di ettari, cioè il 15,3%). Negli ultimi 10 anni il peso del lavoro agricolo in Italia, è diminuito dal 3,9 al 2,5% contro la crescita del terziario e la stabilità dell'industria. Nel 1988 ad ogni persona che lavorava in agricoltura corrispondevano 26 abitanti mentre nel 1998 il rapporto è passato a 40. Nel commercio, il calo nel solo 1997 è stato quasi il 10%, pari a 56.000 delle 600.000 licenze per imprese di commercio al dettaglio; parallelamente sono cresciuti i grandi supermercati (5.445 rispetto ai 2.900 del 1988) che segnalano anche per l'utenza del commercio l'esistenza di due italie; quella della grande distribuzione, sempre più servita e agevolata, e quella dei piccoli centri, che soffre lo sviluppo e la concorrenza della grande distribuzione. In sintesi, nelle aree di disagio insediativo, oltre al fatto che le realtà commerciali sono di piccola e piccolissima dimensione, abbiamo una diffusione di 2,15 unità locali al commercio ogni chilometro quadrato a fronte di una media nazionale di 12,6 per Kmq. La dinamica turistica di lungo periodo, relativa alla domanda - arrivi, presenze, offerta (posti letto disponibili) - indica che l'Italia corre e corre a ritmi di crescita prossimi al 5% annuo; le presenze passano in 7 anni da 257 a 299 milioni, gli arrivi addirittura da 59 a 72 milioni. Cresce inoltre la redditività unitaria del settore poiché l'aumento delle presenze eccede di gran lunga quello delle strutture e dei posti letto. Ma nell'Italia del disagio abitativo, le presenze turistiche non superano le 39 unità per ogni posto letto offerto, rispetto ad una media nazionale di oltre 84; Le presenze turistiche, rapportate al territorio, sono 9 volte inferiori nelle aree del disagio. La sfida per investire sul Bel Paese parte allora da qui. Con la creazione delle giuste condizioni, con la realizzazione di quei "servizi territoriali", che niente hanno a che vedere con le politiche di generalizzato sostegno del secondo dopoguerra ma che devono essere mirate e selettive, attuate secondo forme di partnership pubblico/privata e capaci di esprimere un positivo bilancio economico, ambientale e intergenerazionale. La sfida principale consiste allora nel favorire gli strumenti per affermare le identità locali. Nel ridare un giusto orgoglio agli abitanti. I valori competitivi custoditi da queste località sono infatti molteplici. La biodiversità innanzitutto, che vede l'Italia fra i paesi più ricchi, con quasi 6.000 specie floristiche e 1.200 specie di vertebrati (più di un terzo del patrimonio faunistico europeo) "abita" in questi 2.300.000 ettari di superficie, che costituiscono il sistema delle aree naturali protette. Qui troviamo la più vasta parte dei beni culturali nazionali tra chiese e conventi, rocche e castelli, dimore storiche e giardini, archivi e biblioteche. E sempre qui alberga l'Italia delle capacità gastronomiche, delle tradizioni, dell'artigianato artistico. Si delinea quindi con chiarezza come da quest'Italia possa partire la nuova politica d'intervento imprenditoriale e produttiva, fatta di agricoltura di qualità, di turismo rurale, di valorizzazione dei beni culturali, del recupero delle attività artigianali, ma anche della manutenzione del territorio, notoriamente afflitto da gravi episodi di natura ambientale dovuti al consumo eccessivo di suolo, all'incuria e all'abbandono. Ma quali sono i modi giusti e le energie migliori per far sì che le aree di disagio si trasformino in esperienze significative, in volano dell'economia nazionale? La problematica del mantenimento di un'adeguata rete di servizi territoriali ed esercizi commerciali nelle aree del disagio insediativo costituisce una delle condizioni per una loro rivitalizzazione economica. Si tratta di una tematica che investe in modo particolare il nostro paese, notoriamente ad alto rischio geologico, afflitto quasi annualmente da gravi episodi di natura ambientale (terremoti, alluvioni ed eruzioni) ma in buona misura anche da consumo eccessivo di suolo (spesso abusivo), incuria e abbandono. Attività imprenditoriali (piccole e diffuse) in tale settore allora potrebbero attivare circoli economici virtuosi, capaci di sicuri benefici ambientali soprattutto applicando innovazione tecnologica (monitoraggio permanente, analisi strumentali adeguate e interventi di ingegneria naturalistica). Un vasto bacino di "ricchezza" risiede poi nello sviluppo del turismo rurale, in grado di fornire spazi alternativi e non omologati sfruttando una giusta combinazione di fattori locali ed esogeni, nonché nel settore dell'agricoltura ripensata secondo pratiche biodinamiche meno inquinanti. Il commercio locale costituisce poi un sistema efficiente per cercare di ridurre il rischio di marginalizzazione delle popolazioni rurali, che devono poter disporre di un'ampia gamma di servizi in loco. Attraverso la promozione e il monitoraggio di esperienze pilota da localizzare in contesti socio-economici ed ambientali differenziati, potrebbe essere possibile individuare un nucleo base di questi servizi, ai quali altri potranno aggregarsi in relazione alle caratteristiche peculiari dei differenti insediamenti. Da qui quindi, parte l'iniziativa di Legambiente e Confcommercio che, con il convegno aperto a tutti i soggetti interessati a promuovere l'Italia dei talenti da scoprire, mercoledì 11 ottobre a Roma, lanciano la prima Convenzione programmatica nazionale "Investire sul Bel Paese: i servizi territoriali diffusi per la competizione globale", che vedrà in campo idee e proposte delle associazioni di categoria (Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Confesercenti, Confartigianato, Cna), di Slow Food, Unioncamere, di Federparchi, ma pure dell'Anci, Upi, Aiab e della Conferenza dei Presidi delle Regioni e delle Province Autonome e che coinvolgerà in prima persona i ministri dell'Ambiente, delle Politiche Agricole, dell'Industria e della Funzione Pubblica. I comuni dell'impoverimento o i contesti deboli (gruppo 1). E' quello che caratterizza le aree interne e alcuni tratti delle coste di Sardegna, Sicilia, Calabria e Basilicata e l'interno di Puglia, Campania e Molise. Un gap meridionale in aree di medio-elevato livello sul mare, con bassa densità demografica ma priva di forti shock demografici. Del gruppo fanno parte 1157 comuni, caratterizzati dall'ultima posizione rispetto agli indicatori relativi alla produzione, assistenza, commercio, turismo e ricchezza. Sono Comuni con basso reddito pro-capite (13.5 milioni rispetto ai 19.5 medi), un tasso di diplomati minimo (12% contro il 16% nazionale) e una tendenza migratoria elevatissima. C'è un bassissimo tasso di lavoratori, un basso livello di ricchezza immobiliare (36,6 milioni/ab. contro una media di 133), con alto numero (22,6%) di contribuenti sotto i 7 milioni di reddito (contro la media del 16,1%) e basso tasso (2.4%) fra quelli oltre i 40 milioni (5.5%). Fortissima l'incidenza del settore pubblico, quasi doppia (37,4%) della media nazionale (19,7 %) e una percentuale di utilizzazione delle strutture turistiche molto bassa (solo 13 giorni/anno rispetto agli 84 medi). Le autorizzazioni alimentari sono 8.3/1000 ab. contro la media di 7.5, con scarso rapporto tra i pubblici esercizi e il territorio (0,24 per kmq = un solo esercizio ogni 4 kmq, contro una media nazionale superiore a 0,8%). La fotografia è quella di una struttura sociale in forte crisi di competitività, con mezzi economici ridotti, un rapporto tra contribuente e residente mal dimensionato, peraltro resa ancora più difficoltosa dal peso del settore pubblico. I comuni dell'anzianità (gruppo 7). Il gruppo è diffuso nella zona dell'arco alpino (principalmente Liguria, Piemonte, Lombardia e Friuli Venezia Giulia), dell'Appennino tosco-emiliano e di alcune realtà locali di Toscana, Marche e soprattutto Abruzzo e Molise. Si tratta di una costellazione di paesi piccoli a bassa densità demografica, con popolazione anziana e scarsa dinamicità migratoria e naturale. Il gruppo risente limitatamente della migliore esposizione alle famiglie dell'assistenza sociale e sanitaria, della ricchezza e del turismo. Questi comuni, ben 1080, sono localizzati in area collinare e montana e presentano una densità demografica 8 volte inferiore alla media nazionale (solo 37 persone per Kmq.), un'incidenza del 10% dei ragazzi sotto i 14 anni sulla popolazione totale (rispetto alla media italiana del 16%) e un tasso doppio di anziani (29%). C'è anche una significativa carenza di laureati (solo 1,4%). La dinamica demografica è negativa. Le case non occupate sono 1 su 2 e la struttura commerciale è polverizzata con pochi addetti al commercio e pochissimi addetti alla grande distribuzione (0,15 % degli addetti per la grande distribuzione rispetto ad una media nazionale del 4,6%); anche il turismo non costituisce un elemento di forza: si calcolano 43 presenze per posto letto (rispetto alle 84 della media nazionale) e solo 123/ab. al valore medio di 981. Migliore il dato delle case per vacanza, forse l'unico patrimonio di questi comuni (47 presenze per abitante rispetto alle 13 medie nazionali). Difficilissima la situazione della ricchezza, della produzione e dei servizi erogati: gli sportelli bancari e i depositi sono al minimo livello così come i servizi alle persone e alle imprese; l'agricoltura non sembra rivestire un ruolo alternativo nello sviluppo locale (solo 35% di superficie agricola rispetto alla media di 48%). Pochi i contribuenti di rilievo (sopra i 40 milioni sono solo il 3,8% del totale) ma il rapporto tra contribuenti e popolazione rappresenta il massimo tra le aree in esame (1,3 rispetto a 1,6 medio); tale sintomo potrebbe indicare che la parcellizzazione della struttura produttiva funziona da garante dell'occupazione, sebbene i bassi livelli reddituali favoriscano l'emigrazione, scoraggino l'immigrazione e producano il decremento delle nascite. Preoccupa il dato degli alunni per 1000 abitanti: non si raggiunge il valore di 51 contro le 155 unità del valore nazionale. I comuni della staticità (il gruppo 4). Con una distribuzione sul territorio nazionale che amplia le criticità proprie dei due precedenti gruppi, si presentano i 593 comuni del gruppo 4, caratterizzati da indici a minore criticità rispetto a quelli dei gruppi 1 e 7, ma con l'aggravante del fatto che tutti i segni sono negativi. E' il gruppo che presenta caratteristiche tali da richiedere interventi particolarmente mirati per "sbloccare" una situazione di grave staticità. BENZINAI: IL MINISTERO CONVOCA I GESTORI CHE CONFERMANO LO SCIOPERO Roma, 2 ottobre 2000 - Lo sciopero dei gestori delle pompe di benzina è confermato, nonostante la convocazione dell'associazione di categoria, avvenuta nella serata di giovedì scorso, da parte del Ministero dell'Industria. La convocazione del sottosegretario de Piccoli, ha dichiarato Pietro Rosa Gastaldo, Segretario nazionale della Faib Confesercenti, non è un motivo sufficiente per farci rinunciare alla serrata generale dei distributori di benzina, la cui modalità sarà decisa agli inizi della prossima settimana. Si preannuncia, dunque, uno scontro duro fra gestori ed il governo, se non saranno modificate le linee guida sulla razionalizzazione della rete, che prevedono un massiccio ingresso della grande distribuzione nel settore petrolifero, la deregolamentazione di turni ed orari e la segmentazione della tipologia e la contrattualistica del settore distributivo. Le associazioni dei gestori, precisa Rosa Gastaldo, sono per una razionalizzazione del settore guidata dalle Regioni, che punta alla chiusura, nel prossimo triennio, di oltre tremila impianti. La Faib Confesercenti chiede l'elevazione dell'erogato medio per ogni punto vendita dagli attuali 1,4 milioni di litri annui, ad oltre i due milioni di litri anno. Ma ciò non basta: occorre dare ad ogni punto vendita le apparecchiature del self service, per garantire il rifornimento 24 ore per tutti i giorni dell'anno ed evitare di modificare le attuali norme su turni ed orari. E' decisiva poi, precisa Rosa Gastaldo, l'attribuzione ai gestori, delle attività del Non Oil su tutti i punti vendita e la definizione di una contrattualistica di gestione e di rifornimento dei punti vendita che li renda davvero liberi imprenditori commerciali. Solo se nell'incontro di martedì prossimo, al Ministero dell'Industria, il Governo offrirà concrete garanzie per riaffermare questi principi di razionalizzazioni, le Associazioni di categoria potranno rivedere la proclamazione della serrata dei distributori. ENEL E LA FABBRICA DI SAN PIETRO: RESTAURATA E ILLUMINATA LA NECROPOLI VATICANA Roma, 2 ottobre 2000 - Alla presenza di S.Em. il Cardinale Virgilio Noè, Presidente della Fabbrica di San Pietro, e di Franco Tatò, Amministratore Delegato dell'Enel, Sono stati presentati i lavori di restauro e illuminazione della Tomba di San Pietro e della Necropoli Vaticana.L'intervento, frutto della collaborazione tra l'Enel e la Fabbrica di San Pietro, è stato realizzato con l'obiettivo di riconsegnare un nuovo decoro ad uno dei luoghi più suggestivi e carichi di significato della cristianità intera. Grazie ad accorgimenti e a soluzioni tecniche all'avanguardia, si è voluto restituire splendore alla Tomba dell'Apostolo Pietro, attraverso un'opera di consolidamento e valorizzazione che, in occasione del Grande Giubileo dell'anno 2000, da piena visibilità alle testimonianze artistiche e storiche dell'intera area archeologica. La Necropoli Vaticana, ubicata sotto la basilica di San Pietro, ospita la Tomba dell'Apostolo in corrispondenza del centro della cupola realizzata da Michelangelo. Gli interventi sono stati eseguiti al fine di conservare le strutture murarie, gli stucchi e gli affreschi, valorizzando con un adeguato impianto di illuminazione, la Tomba dell'Apostolo e i mausolei ubicati sotto la Basilica di San Pietro. Enel, attraverso il programma Luce per L'Arte, che in oltre dieci anni di attività ha riportato alla luce più di 100 opere del nostro patrimonio artistico e religioso, ha sostenuto questo progetto di altissimo valore religioso che permetterà ai visitatori una diversa e più approfondita lettura delle singole parti archeologiche. Soluzioni tecniche originali hanno consentito di minimizzare l'intrusività degli apparecchi di illuminazione, scelti in modo da non favorire il processo fotosintetico, mentre l'impiego di un sistema di gestione intelligente (Bus), consente di regolare l'illuminazione adattandola alla complessità storica e architettonica del luogo. Infolink: www.enel.it www.vatican.va "PILLOLA DEL GIORNO DOPO" :IL NUOVO "CONTRACCETTIVO D'EMERGENZA" Roma, 2 ottobre 2000 - In merito alle notizie pubblicate da alcuni mezzi di informazione riguardanti la commercializzazione in Italia di una presunta "pillola del giorno dopo" il Ministero della Sanità chiarisce che il medicinale a base di levonorgestrel è stato autorizzato all'immissione in commercio al termine di una procedura europea di "Mutuo Riconoscimento" proposta dalla Francia dove il medesimo medicinale è in commercio dal marzo scorso. Attraverso la predetta procedura di "Mutuo Riconoscimento" - dopo una valutazione tecnico scientifica della validità del farmaco in termini di qualità, efficacia e sicurezza - tutti i Paesi coinvolti sono tenuti ad autorizzare la specialità medicinale con le medesime indicazioni e le medesime informazioni al medico ed ai pazienti. Gli altri Paesi europei coinvolti, oltre la Francia (paese proponente), erano: l'Austria, il Belgio, la Germania, il Lussemburgo, la Finlandia, la Danimarca, l'Italia, la Grecia, l'Olanda, la Svezia, e la Gran Bretagna. L' autorizzazione all'immissione in commercio è pertanto identica in tutti i Paesi coinvolti, perchè sia il contenuto e la data di commercializzazione sia la data di commercializzazione devono essere uniformati. Per il medicinale il foglietto illustrativo è stato curato, nella versione italiana, ampliando in modo particolare le informazioni per il corretto uso del medicinale. Il farmaco deve essere inteso come "metodo contraccettivo di emergenza", da usare solo in casi eccezionali; non svolge nessuna azione abortiva, in quanto il meccanismo d'azione consiste nell'impedire l'impianto dell'ovulo fecondato o nel blocco dell'ovulazione. Il Decreto del Ministero della Sanità Italiano, notificato alla ditta produttrice in data 27/09/00, non è ancora stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e pertanto non è ancora attuativo. IN MOSTRA LA "CARTA PORTOLANICA" DI BARTOLOMEO PARETO Roma, 2 ottobre 2000 - Grazie a un accordo tra la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e il Credito Italiano Private Banking, la Carta Portolanica, una prestigiosa carta nautica del Quattrocento, viene esposta oggi per la prima volta a un pubblico selezionato nei locali della nuova Filiale Private Banking di Roma Prati del Credito Italiano. Eseguita dal cartografo genovese Bartolomeo Pareto nel 1455, la carta nautica è un manufatto in pergamena (700 mm. di altezza per 144,7 mm. di larghezza) dedicato a Papa Niccolò V (Tommaso Parentucelli): raffigura tutto il mondo fino a quel tempo conosciuto. Per armonia, ricchezza e raffinatezza degli elementi è un importante esempio di carta da biblioteca: veniva conservata in dimore patrizie, a uso esclusivo di personaggi importanti. Data per dispersa, fu ritrovata nel 1877 in un ripostiglio murato all'interno di una delle stanze della Biblioteca del Collegio romano dei Gesuiti. L'intervento del Credito Italiano Private Banking in questa occasione è una nuova prova dell'attenzione che da sempre la banca riserva al mondo dell'arte. Tra le altre recenti iniziative realizzate in questo campo si può ricordare la sponsorizzazione in via esclusiva della mostra "Michelangelo. Grafia e Biografia di un genio" svoltasi a Milano. PREMIO QUALITÀ ITALIA CONFERENZA NAZIONALE SUL TURISMO Roma 2 ottobre 2000 Nei giorni 12-13 ottobre,presso il Salone delle Fontane, all'Eur, si terrà la Conferenza Nazionale sul Turismo, promossa dal Ministro dell'Industria, con delega per il turismo, Enrico Letta. La partecipazione è ad inviti della Direzione Generale del Turismo. Gli interessati a partecipare, facenti parte del Sistema associativo turismo, devono far pervenire le richieste a Federturismo, che le inoltrerà alla Direzione Generale Turismo, indicando nome, cognome, associazione di appartenenza ed eventuali cariche, indirizzo, recapito di telefono e fax.Per ulteriori informazioni: Relazioni Esterne Federturismo (Tel. 065911758 - Fax 065910390 - E-mail: relazioniesterne@federturismonet.it). GO VOLA DA ENTRAMBI GLI AEROPORTI MILANESI Milano, 2 otobre 2000 - Dal 12 settembre i passeggeri Go in partenza da Milano per Londra Stansted avranno la possibilita' di scegliere se partire da Linate o Malpensa. Con 4 voli al giorno da Milano a Londra e con il nuovo orario dai 2 aeroporti i passeggeri Go potranno scegliere l'aeroporto piu' comodo per le proprie esigenze.I business travellers potranno effettuare un viaggio di andata e ritorno in giornata partendo alle 7.30 da Linate e tornando sempre su Linate con l'ultimo volo della sera con arrivo alle ore 23.05. Chi invece non ha particolari vincoli potrá scegliere l'orario piú adeguato alle proprie necessitá tra i 4 disponibili nel corso della giornata tra Linate e Malpensa. PREMIO GUGGENHEIM IMPRESA E CULTURA Milano, 2 ottobre 2000 - Sono oltre sessanta le aziende iscritte alla IV edizione del Premio Guggenheim Impresa & Cultura. In questi quattro anni il numero dei partecipanti si è mantenuto costante, con una quota di 260 casi presentati, la novità consiste in una notevole crescita di qualità dei progetti presentati, segno concreto della diversa attenzione delle imprese nei confronti dell'investire in cultura. Il concorso si rivolge infatti alle imprese che hanno scelto la cultura come strumento di comunicazione aziendale superando la tradizionale pratica della sponsorizzazione occasionale in favore di una strategia capace di produrre benefici sia per l'azienda che per la collettività. Il Premio è nato nel 1997 per iniziativa di Intrapresae Collezione Guggenheim (l'associazione di 20 aziende che dal 1992 ha istituito una partnership continuativa con la Fondazione Guggenheim) e nei suoi primi tre anni di vita ha raccolto l'adesione di oltre 190 aziende. L'edizione 2000 è promossa da Confindustria, Ice, Ministero del Commercio con l'Estero, Philip Morris Companies Inc., Regione Veneto, e Il Sole 24 Ore, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero per i Beni e le attività culturali. Le passate edizioni hanno visto vincitori Zucchi - Bassetti Group nel '97, iGuzzini nel '98 e Salvatore Ferragamo nel '99. I progetti in concorso vengono valutati da un panel di esperti nel settore della comunicazione, pubblicità, marketing e da rappresentanti della realtà imprenditoriale e culturale secondo la loro aderenza ai requisiti del bando di concorso: la continuità dell'attività culturale, il carattere innovativo delle azioni intraprese, la qualità e la creatività del progetto, l'efficacia della comunicazione. Oltre a questi criteri di base, sono considerati elementi qualificanti: la capacità dell'impresa di realizzare progetti culturali coerenti con la missione aziendale, la volontà di valorizzare il contesto territoriale e di offrire benefici alla comunità. In questi tre anni il Premio ha dimostrato concretamente che la comunicazione culturale può essere uno strumento proficuo ed efficace per le aziende e ha evidenziato come le istituzioni culturali possano assumere un ruolo dinamico e divenire motori di sviluppo sociale ed economico. Sette i premi in palio: Primo Premio al progetto che meglio risponde a tutti i criteri di valutazione. Consiste in un anno di adesione gratuita a Intrapresae Collezione Guggenheim (del valore di 60 milioni); Premio Peggy Guggenheim al progetto più innovativo; Premio Mondoitalia - del Ministero del Commercio con l'Estero e dell'Ice - all'azienda che meglio abbia utilizzato la cultura come strumento di comunicazione nel mondo; Premio Speciale al progetto comunicato più efficacemente; Premio Speciale al miglior museo o archivio d'impresa; Premio Speciale alla migliore azienda debuttante in ambito culturale; Premio Speciale al progetto a più alta valenza sociale. La cerimonia di premiazione avrà luogo a Venezia sabato 11 novembre a Ca' Gambara sede dell'Unione Industriali di Venezia. Per informazioni: bondardo comunicazione: tel. 02 29005700; fax 02 29005656 Per le aziende: Alessandra Chiarello: e-mail a.chiarello@bondardo.com Per la stampa: Guido Spaini: e-mail g.spaini@bondardo.com Barbara Gambaccini: e-mail b.gambaccini@bondardo.com GUCCI - PPR STRATEGIC ALLIANCE INTACT Amsterdam, The Netherlands, 2 october , 2000: Mr Domenico De Sole, President and Chief Executive of Gucci Group N.V. (NYSE and Amsterdam: GUC) told analysts and investors that Wednesday's decision of the Supreme Court of The Netherlands leaves Gucci's strategic alliance with Pinault Printemps Redoute S.A. (PPR) intact. The decision placed no restrictions on Gucci's ability to pursue its multi-brand strategy, a strategy that Gucci intends to continue to pursue aggressively. Mr De Sole said that "the Supreme Court eliminated findings of mismanagement against Gucci on the grounds that the Enterprise Chamber reached its conclusions without conducting a formal investigation of the matter. The Supreme Court did not order the Enterprise Chamber to conduct a new investigation and nor did it suggest that a formal inquiry should be commenced. As a result of this decision it is up to LVMH to decide if it wants to return to the Enterprise Chamber and seek a fresh hearing. Should such an action be brought by LVMH, Gucci strongly believes that the Enterprise Chamber would uphold the PPR strategic alliance as it did last year." Mr De Sole observed that the Enterprise Chamber is the same Court that previously upheld the strategic alliance; the strategic alliance has been a stunning success driving Gucci's multi-brand strategy and delivering enormous shareholder value. Mr De Sole also observed that independent shareholders have endorsed PPR's nominees on Gucci's supervisory board and the strategic alliance in two interim shareholder votes. Mr De Sole said: "Gucci and PPR have forged an excellent partnership that continues to deliver outstanding results for the benefit of all shareholders. Gucci will pursue its multi-brand strategy with PPR's support." Gucci Group N.V. is one of the world's leading multi-brand luxury goods companies. Through the Gucci, Yves Saint Laurent, Sergio Rossi and Boucheron brands it designs, produces and distributes high-quality personal luxury goods, including ready to wear, handbags, luggage, small leather goods, shoes, timepieces, jewelry, ties and scarves, eyewear, perfume, cosmetics and skincare products. The Group directly operates stores in major markets throughout the world and wholesales products through franchise stores, duty free boutiques and leading department and specialty stores. The shares of Gucci Group N.V. are listed on the New York Stock Exchange and on the Amsterdam Stock Exchange. INAUGURATA MOMI-MODAMILANO Milano, 2 ottobre 2000 - Dal 29 settembre al 2 ottobre ha luogo alla Fiera di Milano un'innovativa edizione di MoMi-ModaMilano, la rassegna del prét-à-porter femminile che offre tutte le novità per la stagione primavera-estate 2001. Questa importante manifestazione, che si svolge contemporaneamente a MilanoCollezioni, si è allargata notevolmente non solo per il numero di Case di moda partecipanti nelle sezioni "Contemporary", "Complementary", "Studio", "Boutique" e "Accessorio", ma grazie anche all'organizzazione di interessanti iniziative collaterali. Dopo un'edizione che ha aperto il millennio con un aumento dei visitatori del 15%, premiando l'immagine nuova ed alternativa della manifestazione, MoMi-ModaMilano torna a dare ampio spazio anche alle collezioni rigorosamente griffate della moda undisrwear con la sfilata di MoM i" Intimo Designers e Mare, che ha portato in passerella le collezioni per la moda intima e mare di Gianfranco Ferré Lingerie, Roberto Cavalli Underwear, Blum arine Underwear Beachwear e La Perla* Tra le novità di rilievo la "Mostra Profumo"à-porter: il potere dell'immagine"" che ha inaugurato la rassegna il 29 settembre, e lo spazio ArtOggettii, dove trova forma il più espressivo terreno confinante con la moda, il design. E quindi "White", uno spazio creativo totalmente bianco con 20 scatole o cubi a igloo a disposizione di altrettanti stilisti che possono utilizzarli a piacimento. Tutte le notizie e le immagini di questa edizione di MoMi-ModaMilano sono disponibili sul sito www.wol.it, oniine a partire dal 1° ottobre. (Silva Valier) ARMANI APRE A MILANO IL NUOVO NEGOZIO DI VIA MANZONI 31 Milano, 2 ottobre 2000 - C'è qualcosa di speciale a Milano. Qualcosa di nuovo e sorprendente, dove uomini e donne di tutte le età, di estrazioni sociali diverse e diversi punti di vista sulla moda, possono scoprire uno stile piacevole in cui vitalità, gusto e divertimento portano l'inconfondibile tocco di Giorgio Armani. E' Armani/via Manzoni 31, l'ultima tappa di un lungo progetto che comincia con l'Emporio Armani nel 1981 e che oggi - ampliato, variegato, ripensato - approda a Milano con apertura al pubblico il 5 ottobre, nell'ex Palazzo delle Assicurazioni Generali in via Manzoni. (Progettato da Enrico A. Griffini nel 1937 e costruito in cemento armato, con i contorni delle porte di ingresso e delle finestrate in marmo statuario verde. Statue di Marcello Mascherini sui santi patroni di Milano, Venezia e Trieste per completare il simbolo espresso dalle statue dedicate al Tempo, alla Vita e alla Previdenza). "Si tratta di un progetto molto ambizioso per l'impegno economico che richiede e per la complessità della sua realizzazione", spiega Giorgio Armani. "Ogni oggetto è stato immaginato, pensato, realizzato secondo il mio stile. Non ho setacciato qua e là nel mondo le cose che più mi attiravano, ma ne ho disegnate di nuove. E diverse." Articolato su tre piani - dall'interrato al primo piano - secondo il progetto dello Studio Gabellini Associates in stretta collaborazione con Giorgio Armani, Armani/via Manzoni 31 si sviluppa per circa 8 mila metri quadrati, dei quali oltre 6 mila di superficie commerciale. La pianta a forma di croce della struttura dà vita a una strada pubblica interna che ricorda la Galleria Vittorio Emanuele (in piazza del Duomo), con due atri - un cortile e una rotonda - che consentono alla luce del giorno di illuminare lo spazio e favoriscono la circolazione verticale di collegamento tra i vari livelli. Questi spazi, che creano movimento tra le varie aree commerciali aperte a ventaglio intorno a essi, rappresentano il cuore del progetto, caratterizzato da un riduttivismo essenziale, dall'attenzione per i dettagli e dal rispetto per le proprietà intrinseche dei materiali. Questa sensibilità minimalista non è il frutto di uno stile architettonico predeterminato, ma deriva piuttosto dall'intenzione di progettare spazi puliti e funzionali che svolgano una funzione di fondale rispetto al contenuto. Una simile semplicità formale richiede rigore intellettuale e controllo estetico perché l'ambiente risulti ricco ed essenziale proprio nella chiarezza del suo disegno. Scelta come metafora operativa quella della scena teatrale, si può dire che ogni spazio interno è progettato come un palcoscenico per l'azione che lì si svolge, fornendo nello stesso tempo ambientazioni visivamente coerenti. Per questo si ricorre spesso a componenti modificabili e a sistemi di illuminazione dell'ultima generazione. Nessun elemento tecnico - che si tratti del sistema di sicurezza, dell'impianto di ventilazione, di quello di diffusione sonora o di illuminazione - distoglie l'occhio dall'ambiente. Sebbene nel nuovo spazio siano impiegate le tecnologie più sofisticate (che spesso sono progettate appositamente), queste ultime rimangono in pratica invisibili all'interno della struttura architettonica. L'intero spazio è disegnato per rispecchiare e accentuare la molteplicità delle offerte, in un ambiente luminoso e in un clima confortevole dove elementi in sospensione, luce, divisione dello spazio e sovrapposizione dei materiali sono chiari e leggeri. Adattabili grazie alla loro flessibilità e accessibili attraverso l'uso, contribuiscono a creare un senso generale di armonia spaziale e di attenzione per il prodotto. Dai tre ingressi principali (via Manzoni, via Pisoni, via Croce Rossa) si accede alla galleria pedonale. Con i suoi pavimenti a lastre di granit, una miscela di polvere di quarzo beige, i pilastri di sostegno che scandiscono lo spazio, rivestiti con una pietra turca chiamata supai, di un delicato color crema, ben levigata e opaca. L'intera gamma dei materiali, infatti, rappresenta una nuova definizione dello spirito creativo e innovativo della Giorgio Armani. Con superfici che si completano tra loro grazie a una tattilità fisica e visiva: opache e traslucide, in rilievo e lisce, riflettenti e opacizzate. Al pianterreno, l'Emporio Donna (460 metri quadrati) ha i pavimenti di pietra serena grigio chiaro, camerini-cabina di plexiglass, magic wall di vetro acidato, pannelli grafici sospesi, display Led a muro in vetro retroilluminato, come quelli di Times Square a New York. Trasformati in superfici attive, offrono trasmissioni, scambio ininterrotto di messaggi e, in certi periodi dell'anno, temi e immagini del repertorio Giorgio Armani. "Mi piacerebbe che nell'Armani/via Manzoni 31 ogni 15 metri succedesse qualcosa", commenta lo stilista. "Che esplodessero emozioni e sorprese a getto continuo". Un'immagine di leggerezza, con i corpi divisori trattenuti soltanto da due punti fissi, al soffitto e al pavimento, caratterizza l'Emporio Uomo (437 metri quadrati), l'Emporio Accessori (140 metri quadrati) e lo spazio dedicato ai profumi (60 metri quadrati). Pannelli di luce filtrata, superfici luminescenti saturate e linee ritmiche di luce diretta donano uno splendore particolare al negozio. Ma anche un'illuminazione che assorbe e schiarisce, sospende e mette in risalto un oggetto o un'area. Come la luce del giorno, il chiarore della luna, lo spettro di luce colorata e brillante che con sottigliezza sa creare giochi d'ombra dando rilievo e intensità al momento. Tende in plexiglass schermano le vetrine. L'appenderia con pannello rotante diventa display per gli abiti. Scaffalature leggere creano un senso di movimento. Tocco imprevisto, un negozio di fiori si apre proprio di fianco al reparto accessori. Sempre al pianterreno, Armani Jeans uomo e donna (483 metri quadrati). In un'atmosfera vagamente palestra e fitness: pavimenti con gettate in cemento e resina, pareti in cemento dal tocco ruvido, tubi zincati come appendiabiti, lampade fluorescenti al soffitto, camerini in tessuto. Un ristorante d'eccezione, Nobu, si affaccia su via Pisoni, con una sala bar e lounge al piano terra: 235 metri quadrati di legno chiaro, vetro, muri color grigio-blu. Al primo piano si trova il ristorante, previsto per 80/90 persone: 294 metri quadrati, con una saletta privata per una decina di persone. Sul lato opposto verso via Croce Rossa, si apre un piccolo Armani Caffé (77 metri quadrati) arredato con disinvoltura: moduli in cemento per il pavimento, tavolini illuminati dall'interno con luce filtrata. Al primo piano, di fianco a una selezionata e sofisticata libreria, l'Armani Caffé diventa un ristorante che offre autentica e profumata cucina mediterranea. Dalla balconata interna, che ha la funzione di lucernario, ci si affaccia direttamente sul Caffé. Su via Manzoni si affacciano i 900 metri quadrati della collezione Armani Casa, disposta quasi in un loft, con piattaforme sulle quali è possibile creare diverse ambientazioni, dove far vivere mobili e complementi d'arredo, divani dalla seduta comoda e poltrone con lo schienale ammorbidito anche da un cuscino a elle. I tavoli rispondono a diverse esigenze dell'abitare e del lavorare (come quello rotondo dal diametro di m. 1.80 che diventa un ovale lungo m. 3.60). Sedie vestite e sedie di linea purissima, letti contenitori che possono diventare piccoli armadi o che, aprendosi, rivelano lo scrittoio, piatti, vasi, ciotole, bicchieri, il corredo tessile per la casa: tutti gli oggetti dell'abitare, interpretati secondo l'estetica Armani, vivono in questo settore dove quinte in tessuto modulano lo spazio mentre particolari tiranti agganciati al soffitto permettono di esporre campioni di tessuto. L'interrato, di circa 900 metri quadrati, è dedicato all'Elettronica di Consumo. Per la prima volta in Italia, Sony presenta un'esposizione completa di prodotti: tutto il magico mondo di suoni e visioni per l'entertainment. Oggetti tecnicamente innovativi per l'Audio, il Video e l'IT, il cui valore si riconosce non solo sul piano della funzionalità ma anche su quello delle emozioni. Vitale, totale, imprevedibile, l'arte entra in Armani/via Manzoni 31 seguendo l'unica regola che la contemporaneità si è data: intervenire su qualunque spazio, senza restringersi alle sale da esposizione. Dalla Galleria centrale agli store, al piano terra o al primo piano, ogni artista invitato potrà scegliere lo spazio più consono al suo progetto, lavorando anche sulla struttura. Criterio elettivo e filo conduttore di Armani Arte sarà l'arte italiana giovane, la cui importanza e il cui valore sono confermati dal libro Espresso, Art now in Italy, nato dal felice incontro tra Il centro per l'Arte contemporanea del Palazzo delle Papesse a Siena, la casa editrice Electa e l'Emporio Armani, che ha sponsorizzato il volume. La presentazione dell'opera, completata dallo slide show, sarà il primo evento curato da Armani Arte. In breve l'edificio è così strutturato: primo interrato Armani/Sony Gallery - piano terra: Armani /Emporio Armani, Armani / Armani Jeans, Armani /Profumi, Armani /Flowers, Armani /Emporio Armani Caffe' (bar), Armani /Nobu (sushi bar) - primo piano: Armani Armani Casa, Armani Libri, Armani Emporio Armani Caffe' (ristorante), Armani /Nobu (ristorante) GIORGIO ARMANI RIAPRE LA BOUTIQUE DI VIA S. ANDREA A MILANO Milano, 2 ottobre 2000 - Completamente ripensata e ristrutturata, la prima boutique aperta da Giorgio Armani (nel febbraio del 1983) si prepara ad affrontare una nuova stagione di successi. Dal 25 settembre, dopo alcuni mesi di lavori, torna a offrire al suo pubblico uno spazio sereno, un ambiente moderno e armonioso che dura nel tempo, come l'ha voluto Giorgio Armani che ha collaborato al progetto con l'architetto Claudio Silvestrin. Articolato su due livelli - groundfloor e basement. - per un totale di 760 metri quadrati, il negozio è completamente rivestito di una pietra naturale, la St. Maximin, che arriva dal nord della Francia ed è di un morbido, compatto color crema. A contrasto l'arredamento è realizzato in ebano makassar, quasi nero, mentre maniglie, appendiabiti, attrezzerie sono di ottone ossidato. Anche l'impatto scenico del negozio è stato ricalcolato e sottolineato. Il rivestimento di pietra St. Maximin si estende alla facciata del palazzetto e al pavimento dell'ingresso, che è arretrato rispetto alla strada. Per sottolineare la profondità, in fondo al corridoio d'accesso, non si trova più la vetrina, ma una parete a vetri che mostra le scale per il piano inferiore, creando un effetto di spazio e di movimento. Sempre all'ingresso, si incontra quell'elemento decorativo che è il segno del negozio. Come nella boutique di Place Vendôme a Parigi si trova un primitivo vaso di pietra del peso di 12 tonnellate, alto un metro e trenta, a Milano la ricerca di naturalità ha prodotto un piccolo specchio d'acqua, lievemente inclinato ma a filo del pavimento, illuminato da una luce sommessa che mette in rilievo il continuo movimento dell'acqua. Pagina 1 Pagina 2 Pagina 3 Pagina 4 pagina 5
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