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APPUNTAMENTI a cura di Anna Borgoni sabato pagina 1
La nostra vetrina dei
L'esposizione dei
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L'ARIZONA E LA CULTURA DEI NATIVI AMERICANI Dopo la California e la Florida, "for whom the bell talls" ? (per chi suona la campana ?). E' arrivato il momento dell'Arizona, uno degli Stati più suggestivi e meno noti. Il "mito" degli States ha una forte presa sui viaggiatori europei non tanto per gli stereotipati profili metropolitani, quanto per il retaggio di un passato pionieristico, scenograficamente immortalato dall'epopea del Nuovo Mondo: immense praterie, bisonti e puledri al vento, valli monumentali e desertiche, vasti orizzonti. Le situazioni e le tipologie di una umanità diseredata, messe in luce da Steinbeck o da Faulkner in zone rurali o paludose della West Coast, non sono del tutto mutate, ma semmai consolidate per via degli incessanti flussi migratori. Nelle località più sperdute, lontano dai ritmi incalzanti dei media e dalle sollecitazioni ipertecnologiche, si coglie il grande respiro di un Paese, "melting pot" di genti e di culture. Ripercorrere i sentieri dell'avventura, accostarsi alla civiltà dei nativi che popolano le riserve, fare delle esperienze agrituristiche nei "dude ranches" tra cavalli, bovari e rodei, o "no-limits" nelle rapide dei fiumi, visitare le vecchie miniere o le cittadelle dei cercatori d'oro, queste sono solo alcune delle variegate proposte dell'Arizona. L'epopea del West affascina e invita a scoprire uno sconfinato "museo vivente" e farne parte, anche per breve, accompagnati dal sottofondo di un banjo o di una chitarra "country". I tamburi delle popolazioni "native americane" hanno risuonato per tutta l'Arizona per oltre 1000 anni ed oggi questo ritmo continua. L'Arizona ha più riserve di ogni altra nazione degli Stati Uniti, infatti è popolata da ben 22 tribù native americane. I turisti, che desiderano trascorrere una giornata in con una di queste tribù, hanno l'opportunità di provare questa piacevole esperienza grazie alla disponibilità e all'ospitalità di queste genti. A nord-est dell'Arizona si trova la Navajo Indian Reservation una riserva indiana che si espande per oltre 25.000 miglia quadrate ed è popolata da 250.000 abitanti. I Navajo, conosciuti per la produzione artigianale di fantastici gioielli e piccoli tappeti intrecciati, incoraggiano i turisti a conoscere la loro storia, paesaggi e cultura invitandoli a visitare dei luoghi suggestivi come la Monument Valley, il Canyon de Chelly e Window Rock. Alberghi e ristoranti sono disponibili, su prenotazione, nelle località più famose. La popolazione Hopi vive in villaggi situati sugli altopiani a nord-est dell'Arizona ed è conosciuta per la lavorazione del giunco e per la creazione delle bambole Kachina. Questa popolazione è molto aperta e cordiale verso i turisti e li incoraggia a visitare i propri centri. La comunità Hopi è per tradizione molto riservata, per questo motivo, nella riserva, è proibito fotografare, filmare e registrare. La cultura Apache è cresciuta attraverso l'Arizona per secoli. Nell'Arizona dell'est, i turisti possono visitare la White Mountain Apache Reservation, ammirare lo storico Fort Apache e sciare a Sunrise Ski Resort gestito dalla tribù stessa. Nell'Arizona del sud si trova la San Carlos Apache Reservation dove visse Geronimo, che alla metà del 1800 guidò gli attacchi ai coloni inglesi. Il Grand Canyon può essere visitato dai turisti in diversi modi, a piedi, a cavallo o in elicottero per visitare la Havasupai Indian Reservation e la tribù più antica degli Stati Uniti. Nella parte occidentale del Grand Canyon, la Hualapai Indian Nation accoglie i turisti nei suoi lodge ed organizza escursioni e rafting. La tribù Hualapai è l'unica ad offrire rafting tours. In tutte le riserve, i musei, i paesaggi e i siti raccontano le storie dei primi indiani d'America. Infatti, le tribù pre-colombiane come gli Hohokam dell'Arizona del Sud, i Sinagua dell'Arizona centrale e gli Anasazi dell'Arizona del nord hanno lasciato resti che testimoniano la loro grande abilità nelle coltivazioni, nella gestione delle acque e nella realizzazione di gioielli, vasellame e stoffe. I turisti possono visitare molti musei sulla cultura indiana in tutto lo stato: come l'Heard Museum a Phoenix, il Museum of Northern Arizona a Flagstaff e l'Amerind Foundation nell'Arizona del sud. Inoltre gallerie d'arte e negozi di souvenir, gioielli, ceramiche, tessuti e tappeti sono specializzati nella vendita dell'artigianato indiano. FANTASTICA ARIZONA Atterrando per la prima volta a Phoenix si resta sbalorditi dalle dimensioni di questa città, sesta negli Stati Uniti per grandezza. Con un territorio ancora più vasto di quello di Los Angeles, la capitale dell'Arizona, si estende per oltre 1.036 chilometri quadrati. Phoenix, circondata da 20 agglomerati urbani in rapida crescita, da vita ad un nuovo tipo di metropoli fatta di quartieri satellite a bassa densità abitativa, ben pianificati e organizzati con ampi centri commerciali, parchi naturali, campi da golf e una miriade di imprese e complessi industriali. Anche da 10.000 piedi d'altezza, questo panorama urbano stupisce per la sua originalità. Phoenix è una città che ha molto da offrire agli appassionati sportivi, poiché vi sono rappresentati i quattro sport più popolari con i Phoenix Suns (NBA) per il basket, i Phoenix Coyotes (NHL) per l'hockey, gli Arizona Diamondbacks per il baseball e gli Arizona Cardinals per il football. Phoenix ha molto da offrire anche a coloro che praticano gli sport con decine di parchi situati sulle montagne desertiche che consentono escursioni a piedi, in bicicletta o a cavallo lungo sentieri ben tracciati. Vi sono molte opportunità anche per gli appassionati di golf, con duecento tracciati a disposizione; per gli amanti del tennis che possono scegliere fra centinaia di impianti pubblici e privati; vi sono inoltre numerose piscine. Con oltre 350 giorni di sole all'anno, il clima è ideale per le attività all'aperto, ma esistono anche importanti luoghi d'interesse culturale che giustificano delle visite al chiuso. Ad esempio il Museo Heard, nel centro di Phoenix, uno dei più importanti musei archeologici del mondo, con una mostra permanente che racconta la storia degli Indiani d'America, in particolare delle 21 tribù indigene dell'Arizona. Uno spazio particolarmente interessante del museo è quello dedicato alle bambole Kachina, piccole figure in legno lavorate a mano dagli Indiani Hopi e tradizionalmente utilizzate per insegnare alle fanciulle Hopi la cultura del proprio popolo. Queste bambole, oggi molto richieste e collezionate, sono in vendita nel negozio del Museo Heard insieme ad altri oggetti autentici, come gioielli in argento e turchese, sculture e libri che il Museo acquista direttamente da artisti Indiani. Anche nelle gallerie e nei negozi di Scottsdale, autentico paradiso per gli amanti dello shopping nell'area di Phoenix, vi sono raffinate gioiellerie, negozi di artigianato e arte. La città conta oltre 100 gallerie d'arte, molte delle quali concentrate nel cosiddetto Art District, situato tra Main Street e Marshall Way. Il deserto (dal color ocra al rossiccio) quasi privo di vegetazione che circonda Phoenix è in netto contrasto con l'aspetto moderno e cosmopolita della città. Spostandosi più a nord, ad una sola ora di viaggio, il paesaggio muta radicalmente: le piante diventano più frequenti, enormi cactus ricoprono le montagne circostanti. I colori cambiano, poi, repentinamente vicino a Sedona: anzichè piante del deserto proliferano alberi dalle grandi foglie verdi. Rosse rocce arenarie, che si stagliano contro l'azzurro del cielo prendono il posto delle montagne desertiche. Lo scrittore Zane Grey fu il primo a descrivere le rocce dei canyon che circondano Sedona nel suo libro, Call of the Canyon. In seguito, fu l'industria cinematografica a far scoprire questi paesaggi a milioni di persone in tutto il mondo, utilizzando questa zona come set per famosi film "western". Sedona è così divenuta una località nota e meta del turismo internazionale: oltre 3,5 milioni di persone visitano, ogni anno, queste zone. Il clima è ideale, mite d'inverno e caldo d'estate, e la località offre attrattive per tutte le esigenze: shopping, ristoranti, gallerie d'arte, escursioni a piedi o in jeep per esplorare i punti più suggestivi. Proseguendo verso nord per circa mezz'ora, si raggiunge un'altra sorprendente località: Flagstaff, città circondata da altissimi pini. D'inverno la città e i monti circostanti sono ricoperti da un manto di neve, mentre d'estate tutto fiorisce e le giornate sono miti con serate fresche. La brusca differenza d'altitudine, e quindi di paesaggio e di clima, tra Phoenix e Flagstaff rende possibile, d'inverno, nuotare sotto il sole nelle piscine di Phoenix e, dopo sole due ore d'auto, essere in montagna a sciare. Il Grand Canyon è indubbiamente la principale attrazione dell'Arizona, con Flagstaff che dista solo un'ora di auto dal South Rim. Qui domina il paesaggio aspro delle gole del canyon, che secondo i geologi rivelano le origini del mondo. A Phoenix numerosi operatori turistici offrono diverse opportunità e servizi per scoprire il Grand Canyon: escursioni giornaliere in autobus o aereo e per chi viaggia con la propria auto, escursioni di due giorni, con pernottamento al Grand Canyon, a Flagstaff o nel vicino paese di Wiliams. Sono disponibili diverse sistemazioni alberghiere, da accoglienti bed & breakfast allo storico hotel El Tovar situato nel South Rim. Da Williams si può raggiungere il Grand Canyon con il caratteristico treno a vapore, come si faceva oltre 100 anni fa. Un modo alternativo ed emozionante per scoprire il Canyon è vederlo dall'alto a bordo di un elicottero. La Papilion Helicopter organizza voli giornalieri con partenza dal Grand Canyon Airport. Durante il tour, l'elicottero scende nelle profonde gole del Canyon, con un effetto mozzafiato. Nonostante la maggior parte dei turisti arrivi nei mesi estivi, è possibile visitare il Canyon tutto l'anno; anche se in inverno a volte nevica i sentieri escursionistici restano sempre aperti. I turisti più avventurosi possono fare escursioni a piedi in tutti i periodi dell'anno e, prenotando con anticipo, è possibile pernottare in campeggi o nel Phantom Ranch, il "ranch fantasma" ai piedi del Canyon. Chi invece non ama camminare può optare per escursioni a dorso di mulo lungo il sentiero Bright Angel Trail. Il modo più eccitante per scoprire le bellezze del Canyon è navigare lungo il fiume Colorado. In primavera e all'inizio dell'autunno vengono organizzate escursioni con gommoni (rafting) o barche da pesca. La durata del viaggio, per scendere le rapide del fiume Colorado, considerate le più tra le più emozionanti del mondo, è di circa una settimana. Una visita a Lake Powell permette di scoprire il fiume e il canyon in un modo alternativo. Questo vasto lago artificiale si è formato quando fu costruita la diga di Glen Canyon sul fiume Colorado, provocando l'inondazione di una parte del Grand Canyon e creando numerosi chilometri di costa. Gli ambientalisti dicono che la diga non dovrebbe esistere poiché ha sommerso, sotto 152 metri d'acqua, centinaia di antiche baie e montagne, ma poiché ormai il lago esiste, migliaia di persone ne approfittano per navigare a bordo di barche a motore e raggiungere Rainbow Bridge e da lì ammirare il massiccio arco naturale di travertino che spicca nel cielo con una perfetta simmetria. Sulle coste di Lake Powell è possibile pernottare al Wahweep Lodge o in alternativa, si può alloggiare in una casa galleggiante. Questi lussuosi "alloggi mobili" si possono noleggiare tutto l'anno, ma i visitatori più esperti li prenotano per la primavera o l'estate, quando il lago è meno affollato e quindi il soggiorno è più piacevole. La primavera e l'autunno sono le stagioni migliori anche per visitare i territori indiani. Le popolazioni indigene vissero, per oltre 2000 anni, al Canyon de Chelly, nell'attuale Riserva Indiana Navajo nel nord dell'Arizona. Una meta particolarmente affascinante sono le White House Ruins, che si raggiungono percorrendo un sentiero scosceso e ben delineato, che porta ad un suggestivo canyon, l'escursione richiede poco più di un'ora. La Navajo Nation ha la proprietà e la gestione oltre che del Canyon de Chelly, anche della Monument Valley, un luogo di grande fascino dove da un letto di sabbia si innalzano grosse sculture di pietra naturali. In questo parco sono ammessi i veicoli privati, ma la sabbia rende difficile ed insidiosa la circolazione. E' possibile prenotare dei tour in veicoli scoperti presso le guide Navajo al Visitor Center o al Goulding's, un hotel costruito sul bordo di uno strapiombo con una splendida vista sul parco. I visitatori più avventurosi possono optare per una visita del Monument Valley a cavallo. Le guide indiane conducono gruppi di cavalli ben addestrati lungo i sentieri più pittoreschi. Dopo 4 o 5 giorni di escursioni a Sedona, Flagstaff, Grand Canyon, Lake Powell, Canyon de Chelly e alla Monument Valley è piacevole tornare alle comodità della città e Phoenix può offrire tutti gli aspetti della vita metropolitana. Si può fare acquisti, si può bere un margarita in un café all'aperto, si può fare una passeggiata al tramonto e si può anche programmare il prossimo viaggio in Arizona. Info: tel. 02 48012068 - Fax 02 463532; e-mail: martinengo@martinengo.it www.martinemgo.it SULLE ORME DI CHATWIN E LA FAMOSA ROUTE 66, ESPRESSIONE DELLA STORIA AMERICANA La famosa Route 66, fu realizzata nel 1930 e fu la prima strada diretta a collegare Chicago con Santa Monica in California. Durante il Great Dust Bowl l'attuale Route 66 era solo un sentiero usato dai contadini. Agli inizi degli anni '40 la strada fu usata per il traffico militare e negli anni '50 divenne famosa per il fenomeno americano delle gite familiari in macchina. Oggi la Route 66 è rimasta un'espressione della storia americana, poiché è stata superata e sostituita dalle moderne autostrade. I visitatori nostalgici attraversano l'Arizona percorrendo la Route 66 per ritrovare quei ricordi e per rivivere la vecchia America. Sulla strada si trovano ancora eccentrici motel degli anni '40, piccoli ristoranti e una varietà di paesini che rievocano i vecchi tempi. La cittadina di Holbrook offre numerosi vecchi motel con l'insegna al neon come ad esempio il Wigman Motel. Holbrook è situata nei pressi di popolari attrazioni quali il Petrified Forest National Park e il Painted Desert. Winslow, che si trova nelle vicinanze di Holbrook, fu resa famosa da "Take it easy" una canzone rock degli Eagles. Flagstaff ospita uno dei locali più particolari della Route 66, il Museum Club. Costruito da un imbalsamatore di animali nel 1931, viene chiamato anche "Zoo" per la sua collezione unica di animali imbalsamati. Nel 1936, il proprietario ha convertito il Museum Club in nightclub, richiamando artisti famosi come Willie Nelson e Waylong Jennings. E' il miglior locale della Route 66 per ascoltare e ballare la vera musica country-western. La cittadina di Williams immersa nelle pinete dell'Arizona è la stazione di partenza per lo storico treno che porta al Grand Canyon. Williams offre anche ai suoi visitatori suggestivi bed & breakfast e tipici locali notturni. Procedendo verso ovest, gli amanti dei viaggi in auto dovranno affrontare curve pericolose tra le montagne per raggiungere Siligman, Topock e Kingman. Dopo Kingman la Route 66 porta al paesino di Oatman con la sua unica stada. Oatman un tempo ospitava una comunità di minatori ed è famosa per l'hotel dove Clark Gable e Carole Lombard trascorsero la loro prima notte di nozze. Oggi i più famosi abitanti di Oatman sono i muli che furono abbandonati dai minatori e che scendendo dalle Black Mountains arrivano in città alla ricerca di turisti che offrano loro del cibo. Quest' ultima parte della Route 66, in Aprile di ogni anno, ospita il "Route 66 Fun Run" un raduno di auto d'epoca che si conclude con danze e barbecue in mezzo alla strada. Info: tel.02/48012068-Fax02/463532 -e-mail: martinengo@martinengo.it www.martinengo.it ARIZONA DESTINAZIONE AVVENTURA L'Arizona è al sesto posto per estensione tra gli Stati Uniti ed offre infinite opportunità a chi cerca l'avventura. Gli sport più praticati sono le escursioni a piedi e in mountain bike. Gite molto interessanti si possono fare verso le White Mountains attraverso la pineta di Ponderosa, il Sonoran Desert e il Red Rock Country, famoso per il colore rosso delle rocce e per i canyon. Questi luoghi sono perfetti per tutte le attività all'aria aperta. Per chi invece ama attività meno faticose, sono disponibili in tutto lo stato dell'Arizona passeggiate a cavallo. Si trovano maneggi anche nella Valley of the Sun, South Mountain e Papago Parks a pochi minuti dalle città. Nel Sonoran Desert, grazie al clima, è molto popolare il viaggio in mongolfiera. In primavera, al sorgere del sole, il cielo si riempie di colori con le mongolfiere che si alzano in volo e al termine di questo meraviglioso spettacolo si festeggia tutti insieme mangiando e bevendo champagne. Il Grand Canyon rimane comunque la gemma dell'Arizona. Molte attività che includono escursioni giornaliere con picnic o rafting sulle acque cristalline del fiume Colorado sono disponibili per i visitatori alla ricerca di una vera avventura. A coloro che vogliono vivere avventure ancora più emozionanti, l'Arizona, con i suoi 300 giorni di sole all'anno, offre il clima giusto per volare e per lo skydiving. Tutti gli aeroporti dello stato sono punti di partenza per avventure di volo. Anche gli sport acquatici sono molto popolari sulle acque dei laghi come Lake Powell e Salt River Lakes. Tra le attività principali troviamo sci acquatico, jet skiing, pesca e soggiorni nelle house boat. Intorno ai laghi ci sono molte aree, con tanto verde, per chi vuole solo rilassarsi prendendo il sole o per fare un picnic. Agli appassionati della montagna, l'Arizona offre località come San Fancisco Peaks a nord di Flagstaff e White Mountains dove si può sciare. Durante l'estate le piste da sci ed i sentieri vengono utilizzati per escursioni a piedi e in mountain bike. INVERNO A PARIGI PACCHETTO SPECIALE HYATT REGENCY PARIS MADELEINE L' Hyatt Regency Paris-Madeleine, situato nell' animato Boulevard des Malesherbes, a due passi dalla famosa Rue du Faubourg St - Honoré e vicinissimo ai più importanti musei propone un pacchetto speciale, chiamato "Winter in Paris". Il pacchetto include: 1. sistemazione in camera de-luxe; 2. trasferimento privato in limousine dall'aeroporto il giorno d'arrivo; 3. champagne di benvenuto offerto di fronte al camino; 4. prima colazione continentale a buffet presso il ristorante La Chinoiserie, 5. accesso gratuito al Fitness Centre 6. parcheggio auto gratuito, 7. quotidiano consegnato in camera ogni mattina, 8. "Museum Pass" biglietto giornaliero per ingresso in tutti i musei della città (per una o due persone). La tariffa per camera per notte, valida per soggiorni di minimo 2 notti, è di FF 3.000 (circa Lit. 960.000) in camera doppia. Il pacchetto, valido fino al 28 Febbraio 2001, comprende tasse e servizi. Per ulteriori informazioni e prenotazioni contattare: numero verde Hyatt: 800 872021 o direttamente l'hotel tel. 0033 1 4817 1615 e-mail: madeleine.concierge@paris.hyatt.com NATALE NELLA SPLENDIDA COPENHAGEN Copenaghen è la città del Natale, non solo perché la Danimarca è il paese di Babbo Natale e del timbro natalizio (il che è assolutamente vero), ma perché è la festa natalizia più attesa da tutti i danesi, che continuano a tramandarsi la gioia e la ricca tradizione del Natale da una generazione all'altra. Per visitare bene, nel periodo natalizio, una delle città europee con una vasta zona pedonale, occorre iniziare da Kongens Nytorv (la Nuova Piazza Reale), dove il venerando Hotel D'Angleterre, elegantemente decorato, domina sulla piazza, evocando il Natale di tanti anni fa. In diagonale rispetto all'hotel si trova il Teatro Reale, palcoscenico delle produzioni natalizie realizzate dal Balletto Reale Danese. Di fianco all'Hotel d'Angleterre, si incontra Hviids Vinstue, un locale storico ed evocativo, che ha servito libagioni ai danesi fin dal 1723. Ha finestre con il vetro piombato, travi molto scure, tavoli di legno consumati dal tempo e foto ingiallite con gli anni, che incuriosiscono nello stesso modo clienti vecchi e nuovi. Avviatevi lungo lo Strøget ed esplorate la parte più elegante di questa famosa strada pedonale in festa, con verdi ghirlande illuminate da una tenue luce e con un cuore rosso al centro. Se cercate un regalo originale del design danese, per voi o i vostri cari, a un prezzo accessibile, entrate a Bodum. Quattro piani con una grande scelta di proposte. Visitate anche la sezione natalizia del grande magazzino Illum (qui al quarto piano), pieno zeppo di una miriade di regali e decorazioni natalizie. C'è anche un negozio del Museo di Arte Moderna Lousiana e una caffetteria con il tetto trasparente, da cui si possono ammirare i tetti della città. In questo periodo dell'anno i ristoranti propongono menu che comprendono i tipici piatti natalizi danesi: prosciutto in gelatina e arrosto di maiale, oppure un'anatra deliziosa, servita con il cavolo rosso, prugne, cetrioli e piccole patate caramellate, mentre il dolce tipico è il Ris à l'amande (una specie di riso e latte con panna e mandorle tritate e innaffiato da un po' di cherry). Le bevande tradizionali sono il gløgg, molto forte e da bere caldo, preparato con vino rosso, acquavite, cannella, uva sultanina, chiodi di garofano e mandorle a pezzetti, la speciale birra di Natale della Tuborg, scura e più forte, detta Julbryg. A metà novembre, per le strade girano dei carretti della Tuborg trainati da cavalli, tutti addobbati e pieni di bandierine danesi, e, un minuto prima della mezzanotte, i Babbi Natale che lo conducono regalano bottiglie della birra di Natale. Nella piazza di Amagertorv, con la fontana delle cicogne, domina il complesso di Royal Copenhagen, un triumvirato architettonico risalente al 17° secolo, collegato con corridoi interni, che contiene meravigliosi disegni indelebili su argento, porcellana e cristallo. È l'occasione per acquistare un piatto di Natale della Bing & Grøndahl, oppure le posate da dessert decorate con un disegno particolare, una tradizione natalizia fin dal 1910. La Casa di Cristallo e il negozio ammiraglio di Georg Jensen (di fianco al negozio di antiquariato di Georg Jensen), rappresentano l'incarnazione moderna dell'architetto danese Torsten Thorup. Nella Casa della Porcellana di Royal Copenhagen, di stile rinascimentale, noti personaggi danesi apparecchiano e addobbano delle tavole natalizie, una tradizione che continua dal 1963. La novità di quest'anno è che le tavole natalizie verranno apparecchiate da riviste internazionali di design e arredamento per interni. Al secondo piano dell'edificio, la merce di seconda mano è venduta con uno sconto che varia dal 20% fino al 50%, l'occasione per acquistare molti articoli, che si possono regalare in qualche occasione futura. La pasticceria di Royal Copenhagen è fornita di dolciumi tradizionali, come i croccantini, i biscotti scuri o quelli aromatizzati allo zenzero, ideali con una tazza di cioccolata fumante. Proseguendo lungo lo Strøget, vale la pena di fermarsi a Illum Bolighus, centro del design danese, e al negozio di Natale ispirato alla campagna, pieno di cesti ornamentali, alberi in miniatura fatti di cristallo, animali di paglia in dimensioni quasi reali e decorazioni particolari create dall'artista danese Jette Frölich. Al numero 15 di Frederiksberggade, troverete il Mercato dei Maglioni, un magazzino di maglioni caratteristici scandinavi, mentre sul lato opposto della strada c'è la Casa dell'Ambra (il Museo e il negozio sono in Kongens Nytorv). Da lì girate in Strædet, piena di negozi di antiquariato. Raggiungete poi il National Museum, in Ny Vestergade 10. Nel museo si trova un grande negozio, dove potete acquistare riproduzioni di gioielli vichinghi in argento, oro e bronzo, gioielli in ambra e modelli di castelli, di villaggi medievali e delle navi vichinghe. Dal museo si raggiunge H.C. Andersen Boulevard e la Ny Carlsberg Glyptotek, ampliata recentemente e nota per le sue collezioni di arte moderna francese e danese, ha un'elegante caffetteria a disposizione per un rinfresco. Proseguendo si arriva al negozio del Museo del Tivoli, fornito di soldatini, di puzzle in legno e di infiniti altri oggetti danesi, tra cui il francobollo di Natale, la cui tradizione risale al 1904. Di fronte, un abete solitario, coperto di luci bianche e di cuori di carta in continuo movimento, riempie la piazza del Municipio, restaurata nel 1996. Le melodie natalizie, provenienti da uno speciale sistema di diffusione musicale, si aggiungono a questa atmosfera così festosa. Alla libreria Boghallen, che si affaccia sulla piazza, dall'edificio del quotidiano danese Politiken, potete acquistare tutte le fiabe del favolista Hans Christian Andersen per un bambino che vi sta a cuore. Seguite poi Vesterbrogade fino al Tivoli. Qui il percorso vi porta in mezzo a gaie e variopinte bancarelle, che vendono piccoli oggetti e souvenir. I bambini possono andare sulle giostre o fare un giretto sul pony, e da quest'anno ci sarà una pista di pattinaggio su una parte del laghetto. L'atmosfera fa pensare quasi a una sagra, impregnata del profumo autentico delle torte e del gløgg, oltre che delle melodie natalizie familiari a tutti. Attardatevi con il menu tradizionale o accontentatevi di qualcosa da mangiucchiare velocemente in uno dei ristoranti del Tivoli, Divan I, Fregatten, PH o Nimb, ma date almeno un'occhiata al Bagscenen, l'affollatissimo bar, nato sotto il ristorante PH e il Teatro degli Specchi. Non dimenticate una fonte molto ricca di regali, che rappresenta un vero tesoro per la Danimarca, che vi potrà sorprendere, se è la prima volta che venite da queste parti, l'aeroporto di Copenaghen. I suoi negozi offrono un'impressionante varietà di prodotti, qualunque cosa, dai profumi firmati ai prodotti di Georg Jensen e Royal Copenhagen, i mattoncini LEGO e persino la birra di Natale. Qui di seguito una scelta di interessanti manifestazioni e divertenti mercatini di Natale a Copenaghen da non perdere. 18 nov. - 10 dic. Jette Frölich - Salotto Natalizio a Gammel Holtegaard 17 nov. - 23 dic. mercatino natalizio al Tivoli ( www.tivoli.dk ) 24 nov. - pattinaggio sul ghiaccio all'aperto a Kongens Nytorv 24 nov. luci natalizie vengono accese a Kongens Nytorv 25 nov. Grande Parata Natalizia attraversa la città luci e decorazioni natalizie vengono accese in tutta la città 1-24 dic. calendario dell'avvento al municipio 3 dic.ore 16 l'albero di Natale nella piazza del municipio viene illuminato 9-10 dic. & 14-30 dic. Crazy Christmas Cabaret, Tivoli Glassalen 16-17 dic. Louisiana: attività natalizie nell'ala dei bambini sab./dom. ore 14-16 , si preparano i biscotti 16-17 dic. mercatino natalizio - Forum 24nov.-30dic. tavole di Natale, Royal Copenhagen, Amagertorv (royalscandinavia.com) - concerti di Natale nelle chiese di Copenaghen Informazioni fondamentali sul Natale a Copenaghen 1. Ogni giorno, dal 1 al 24 dicembre, i bambini danesi aprono una finestrella del loro calendario dell'Avvento trovandovi un regalino, come un pezzetto di cioccolato o un gioco di poco valore. Qualunque sia la sorpresa, questo rende sicuramente più sopportabile l'attesa! 2. In Danimarca il Natale viene festeggiato la sera del ventiquattro dicembre, con una cena natalizia per tutta la famiglia. I regali, di solito, vengono aperti dopo cena. 3. I regali vanno depositati sotto l'albero di Natale, intorno al quale tutta la famiglia gira, tenendosi per mano e cantando le tradizionali melodie natalizie. Questo viene chiamato "danzare intorno all'albero". 4. L'albero di Natale tradizionale danese è solitamente illuminato da vere candele di cera, non dalle lampadine. Cuori di carta tremolanti fatti in casa, cestini appesi pieni di cioccolato, stelline di carta e fili di piccolissime bandiere danesi completano la decorazione dell'albero. 5. Il pranzo di Natale del 25 di solito si tiene in casa in compagnia di amici e parenti, ed è un buffet freddo che spesso comprende anche quello che è rimasto della cena della sera prima. Il giorno successivo la famiglia spesso si riunisce per un'altra "orgia" gastronomica presso gli amici o i parenti che desiderano ricambiare l'ospitalità ricevuta. Per ovvi motivi in questi due giorni i negozi e gli uffici sono chiusi, comunque diversi cinema, musei e altri locali restano aperti il 26 dicembre. 6. Una volta all'anno la Danimarca è invasa da una enorme quantità di piccoli esserini chiamati nisser (folletti di Natale). Si possono vedere ovunque; nelle vetrine dei negozi, sui davanzali delle finestre e sui muri di tutte le case e restano appesi in modo precario alle cornici dei quadri tenendosi con la punta delle dita. Alcune persone si sono addirittura lamentate di averli visti guidare gli autobus e i treni tornando a casa dalle loro feste natalizie.....I nisser sono i parenti scandinavi dei pixie e dei diavoletti. Sebbene nel vestirsi abbiano un gusto simile a quello di Babbo Natale, preferiscono avere un look più pratico, pantaloni grigi (ma la gonna per la signora nisse), scarpe di legno e un lungo cappello rosso a punta. Ma attenzione! I nisser tendono a comportarsi male se tutto non va per il verso giusto, così per generazioni i bambini danesi hanno dovuto rappacificarsi con loro lasciando delle scodelle di pappa di riso e latte nascoste in soffitta. Infatti l'unica vera prova dei nisser è che la scodella è vuota al mattino dopo! 7. Le notti di Copenaghen brillano per le belle decorazioni. Non vedrete alcuna luce sgargiante né alberi di Natale in plastica. Bianche luci scintillanti illuminano l'albero di Natale che sta fuori casa e ghirlande giganti di vero abete appese in mezzo alle strade circondano i cuori rossi. Verde rosso e bianco sono i colori tradizionali del Natale danese. 8. In città, vari negozi hanno il loro modo per celebrare il Natale. Lo showroom di Royal Copenhagen di Amagertorv piena di bellissima porcellana, argento e cristallo, è il posto giusto dove acquistare un piatto di Natale della Bing & Grøndahl (quest'anno è il numero 104, se li collezionate), oppure le posate da dessert decorate con un disegno particolare, che sono una tradizione danese che risale al 1910. Nella Casa di Cristallo della Royal Copenhagen vengono apparecchiate e addobbate delle tavole natalizie da noti personaggi danesi, ogni anno con un tema diverso. 9. I francobolli natalizi decorativi, usati insieme a nastri colorati e a sigilli di cera, per personalizzare le buste dei biglietti d'auguri, hanno origine in Danimarca nel 1904. 10. Le birrerie danesi si uniscono allo spirito natalizio nel loro inimitabile modo... A metà novembre potete vedere, un minuto prima di mezzanotte, dei carretti della Tuborg trainati da cavalli e tutti decorati da ghirlande e da bandiere danesi, da cui dei Babbi Natale distribuiscono la speciale birra di Natale, detta Julebryg. Quella della Tuborg raggiunge il 5.7% di alcool e il suo arrivo è un ulteriore motivo per festeggiare. Quasi tutte le birrerie danesi ormai lanciano la loro birra di Natale, alcune delle quali sono persino più forti. Già dagli anni '20 la Carlsberg aveva pensato alle signore, mettendo sul mercato le Julepilsner (4.6% di alcool puro). 11. È il momento del gløgg, una variante più forte del vin brûlé, servito bollente e molto speziato, con uva sultanina, mandorle, zenzero a pezzi e chiodi di garofano, il tutto spruzzato da acquavite. È proprio quello che ci vuole per scaldarsi da una giornata buia e fredda. Se volete assaggiare il miglior gløgg di Copenaghen, dovete andare da Hviids Vinstue. Loro lo fanno con vino rosso, porto, cognac e rum. Le spezie e l'uvetta restano a bagno nel vino per otto giorni, e vengono tolte dal glögg e sostituite con nuove spezie, prima che sia gustato. Il glögg può essere servito con le ciambelle di Natale, ma mai quello di Hviis! 12. Pranzi di Natale al lavoro significano FESTA! Spesso organizzati nell'ufficio stesso, i pranzi natalizi sono notoriamente controversi, dato che la moglie e il marito non sono quasi mai invitati. Cominciano nel pomeriggio e spesso proseguono sino all'alba, e quello più modesto, ci si aspetta che duri almeno sette ore...! E come se non fosse abbastanza, si aggiungono anche le cene in famiglia e quelle con gli amici. Il tradizionale menu di un pranzo natalizio può consistere in vari tipi di aringhe, salmone marinato, paté di fegato con pancetta croccante, confit d'anatra, arrosto di maiale, una scelta di formaggi e, naturalmente, il dolce tipico di Natale, il ris à l'amande, tutto accompagnato da birra e acquavite. Alla fine del pranzo ciascuno si prepara per il viaggio di ritorno. Autobus e treni speciali vengono programmati per evitare che la gente guidi in stato di ebrezza, e nelle ore piccole sono letteralmente assaliti dalla gente reduce dalle feste che vuole tornare a casa. Il viaggio per qualcuno è l'occasione di continuare a far festa, mentre altri non riescono a dormire per tutto il viaggio. In occasione di queste cene natalizie, nei venerdì del mese di dicembre tutti i bar sono stracolmi di gente. 13. I pranzi natalizi che si rifanno alla vecchia tradizione, cominciano con una pappa di riso e latte, Julegrød, ma con il passare del tempo è stato invertito l'ordine, e il riso compare alla fine come dessert. È una specialità danese, conosciuta come ris à l'amande, dove al riso bollito viene aggiunta panna montata, vaniglia e mandorle tritate. Il dolce viene servito freddo con sopra uno sciroppo caldo a base di cherry. Non importa se il riso arriva per primo o per ultimo, per tradizione la mamma infila nel dolce un a mandorla intera. E il 'caso' fa sì che questa venga trovata nella porzione del più giovane della famiglia, che quindi ha diritto alla sorpresa della mandorla. Di solito è un maialino di marzapane, ma in qualche casa capita che tutti trovino la mandorla, e quindi ci sono regali per tutti. 14. La cena di Natale è importante per i danesi. Di solito si sceglie tra l'arrosto di maiale con i ciccioli croccanti, l'anatra e l'oca. Oggigiorno si può mangiare il maiale o l'anatra in qualunque periodo dell'anno, ma è l'insieme del cavolo rosso, aspro e dolce contemporaneamente, delle patate caramellate e della salsa dell'arrosto, che devono essere sempre presenti alla cena di Natale. L'anatra e l'oca vengono farcite con mele e prugne snocciolate, e, volendo, si può aggiungere della marmellata oppure fettine di cetriolo senza i semi. 15. Non si può pensare di iniziare una dieta nel periodo natalizio. Torte e dolciumi sono presenti in abbondanza, e nelle vetrine delle pasticcerie compaiono specialità, che si vedono solo una volta all'anno e il cui profumo si libera per le strade. In questa festa di golosità fanno parte anche i kleiner, (farina, burro, uova e limone a fettine rettangolari, il tutto impastato in un modo impossibile da descrivere, e infine fritto) brune kager, (pane con zenzero tagliato a fettine sottili, appiattito e coperto di pezzettini di noci) e pebbernøder, (biscottini rotondi speziati con cannella, zenzero e noce moscata, il tutto cotto al forno con temperatura elevata) Aggiungete agli animaletti, la frutta e i nisser di marzapane, e il tradizionale gløgg, gli æbleskiver, una specie di frittella servita, di solito, coperta di zucchero raffinato o di un cucchiaino di marmellata. 16. Come non dimenticarsene, la Aalborg Akvavit esce, ogni anno in quantità limitata, come snaps natalizia, con una gradazione alcolica leggermente superiore al solito, per accertarsi che le feste raggiungano il giusto ritmo. 17. A Copenaghen il Natale comincia già nel mese di luglio. Il 24 luglio, infatti, esattamente sei mesi prima di Natale, si svolge il Congresso Mondiale di tutti i Babbi Natale e degli Elfi natalizi. A parte il Natale, questo è l'evento più importante per i Babbi Natale del mondo, e l'unica occasione che hanno di incontrarsi. Quest'anno parteciperanno circa 100 Babbi Natale provenienti da 10 diversi paesi. Questioni importanti da discutere in questi quattro giorni di incontri saranno le migliori condizioni dei parcheggi sui tetti delle case e funi più resistenti per gli elfi natalizi. www.visitdenmark.com www.visitcopenhagen.dk Pagina 1 Pagina 2 Pagina 3 Pagina 4
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