QUOTIDIANO DI: New & Net Economy, Finanza, Politica,Tecnologia, E-business, Turismatica ed Attualità

NOTIZIARIO
MARKETPRESS

NEWS
di

GIOVEDI'
5 APRILE 2001

pagina 1

 

La nostra vetrina dei 
PRODOTTI
ARTIGIANALI
e' aperta... visitatela

 

 

 

 


Entrate nell'
AREA
DELLE NOVITA'
troverete esposti molti
prodotti interessanti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'esposizione dei 
PRODOTTI
PER IL LAVORO
è aperta visitatela

 

 

 

FRA LE PRIME AL MONDO L'ITALIA INDICA LE NORMATIVE SULL' EDITORIA ON LINE E COME LA STAMPA CHI FA IMFORMAZIONE DEVE AVERE UN DIRETTORE RESPONSABILE E REGISTRARE LA TESTATA IN TRIBUNALE

Roma, 5 aprile 2001 - ''L'informazione via Internet - sottolinea Paolo Serventi Longhi, segretario Fnsi - e' sottoposta da ieri alle stesse norme della legge sulla stampa, la 47 del 1948, valide per gli altri prodotti editoriali. Pertanto, chi fa informazione on line ha l'obbligo di pubblicare il nome del proprietario e del direttore responsabile del prodotto che deve essere registrato presso il tribunale competente''. Ciò è quanto indica la legge 62 del 2001, che ha riformato il settore dell'editoria, e che e' entrata in vigore ieri. Ne consegue che la registrazione delle testate deve essere fatta presso il tribunale civile, con tanto di nomina del direttore responsabile. ''Ancora non sappiamo quale sara' lo sviluppo del web: sappiamo pero' - continua Longhi - che il nostro paese definisce, tra i primi nel mondo, regole certe almeno per l'informazione. Alla magistratura e all'Autorita' di garanzia per le comunicazioni, presso la quale esiste il registro nazionale di tutti gli operatori che fanno comunicazione, spetta il compito di far rispettare la legge, mentre al sindacato spettera' quello di far rispettare i contratti''.''Finisce cosi', conclude Serventi Longhi, almeno in Italia, l'assurda anarchia che consente a chiunque di fare informazione on line senza regole e senza controlli e garantisce al cittadino-utente di avere minimi standard di qualita' di tutti i prodotti informativi, per la prima volta anche quelli comunque diffusi su supporto informatico''.

RAPPORTO OCSE: PARTENDO IN RITARDO RISPETTO A MOLTI ALTRI PAESI, L'ITALIA HA DEDICATO GLI ANNI '90 A 'METTERSI AL PASSO' CON I PAESI
Roma, 5 marzo 2001 - Il programma di Country Reviews sulla riforma del sistema di regolazione avviato nel 1998 dall'OCSE ha l'obiettivo di costruire un'ampia e approfondita rassegna delle esperienze di riforma economica, di governo e amministrativa nei paesi membri e di aiutare i governi a migliorare la performance dell'economia in termini di innovazione, crescita e progresso sociale. L'esame, cui il Governo italiano ha chiesto spontaneamente di sottoporsi circa 15 mesi fa, è il frutto di un complesso lavoro di analisi, basato sull'esame delle fonti normative, sui più rigorosi riscontri statistici, sui principali studi di carattere applicato, su una lunga serie di interviste a soggetti qualificati - pubbliche amministrazioni, Autorità indipendenti, imprese operanti nel mercato, associazioni di categoria e sindacati, economisti e giuristi. Si tratta pertanto del contributo di analisi più completo, aggiornato e autorevole sullo stato della regolazione economica e amministrativa in Italia, sui processi di liberalizzazione in atto, sul grado di apertura dei mercati dei beni e dei servizi. Il Rapporto si apre con un importante riconoscimento dei passi avanti compiuti dall'Italia negli ultimi anni: "Partendo in ritardo rispetto a molti altri paesi, l'Italia ha dedicato gli anni '90 a 'mettersi al passo' con i paesi dell'area OCSE più avanzati nel campo delle riforme economiche e istituzionali.. La portata, la velocità e lo spessore delle riforme strutturali condotte da vari governi sono stati davvero notevoli. Oggi l'Italia continua a muoversi più velocemente di molti paesi nel completamento del programma di riforma". In sintesi, "il decennio degli anni '90, in cui sono confluite molteplici sfide politiche ed economiche, sia a livello interno che internazionale, ha rappresentato, per molti aspetti, una terapia d'urto per l'Italia". Il primo capitolo del Rapporto - dedicato al contesto macroeconomico entro il quale si colloca la riforma della regolazione - rileva che all'inizio degli anni 90 l'Italia era caratterizzata da pesanti squilibri di finanza pubblica, da elevata inflazione, da pratiche stataliste di intervento nell'economia, da eccessiva rigidità e centralizzazione della pubblica amministrazione. Nella prima metà del decennio venne impostato un programma di risanamento finanziario e di aggiustamento strutturale, che "acquistò credibilità nella seconda metà degli anni novanta". In parallelo, "l'impegno dell'Italia nel processo di privatizzazione si fece più risoluto e fu accompagnato dalle riforme dei mercati finanziari, della corporate governance e della pubblica amministrazione. Le privatizzazioni furono avviate nel 1993; già nel 1999, il processo di privatizzazione italiano è divenuto uno dei più vasti dell'area Ocse". Peraltro, osserva il Rapporto, "nonostante queste riforme e un programma di privatizzazione in espansione, alla fine del 1997 l'Italia era ancora uno dei paesi più regolamentati dell'Ocse": di qui l'accelerazione del processo di riforma intervenuta negli ultimi tre anni che consente oggi all'OCSE di affermare che "alla fine del 2000 ... i notevoli progressi realizzati a seguito del decollo della riforma del sistema di regolazione avevano modificato l'approccio complessivo a questo tema. Tale riforma ha già contribuito a migliorare i livelli di produttività e il benessere dei consumatori". I progressi dell'Italia nella riduzione del carico di regolazione sono riassunti nel seguente grafico, riportato alla pag. 29 della versione inglese (pag. 38 di quella italiana). Questi progressi consentiranno in futuro di migliorare, nelle classifiche Ocse,. posizione dell'Italia, che a fine 1997 era quasi sempre nella retroguardia. Il capitolo si conclude segnalando peraltro come il processo avviato non sia ancora completato e come siano necessari passi ulteriori nella liberalizzazione e nella riforma della regolazione specie in alcuni settori dei servizi, come poste, servizi pubblici locali, assicurazioni, libere professioni, commercio al dettaglio: in questi settori è necessario perciò "adottare una incisiva e ampia strategia volta a eliminare le regolazioni anticoncorrenziali dei prezzi, dell'accesso ai mercati e della qualità". Si apre così l'analisi delle singole politiche attuate in questi ultimi anni, cui sono dedicati i capitoli successivi del Rapporto, a partire dal secondo, sulla riforma della pubblica amministrazione. In questo campo, il Rapporto sottolinea che le "riforme sono andate ben al di là di semplici aggiustamenti volti a migliorare la performance del sistema esistente. Esse hanno instaurato, piuttosto, un nuovo rapporto tra lo Stato, i cittadini e il mercato ... Nel corso degli anni '90 è stata sviluppata un'ampia strategia per migliorare la qualità della regolazione; in particolare, a partire dal 1997, nell'ambito delle 'riforme Bassanini'. Sono state create nuove procedure" - come l'Analisi di impatto della regolamentazione (AIR) - "e nuovi organismi rafforzati dalla presenza di guardiani ('watchdogs') posti al centro dell'apparato governativo", come il Nucleo per la semplificazione delle norme e delle procedure presso la Presidenza del Consiglio. Il Rapporto rileva inoltre che "il trasferimento di poteri alle regioni e ai comuni rappresenta un tentativo nuovo per colmare le distanze tra le varie aree del Paese, ma sono necessarie ulteriori garanzie per evitare una frammentazione delle politiche e la diminuzione del livello di qualità della regolazione. Il governo centrale è stato ridisegnato, concentrandolo sul suo 'core business', e le sue dimensioni sono state ridotte". Il Rapporto segnala e quantifica i risultati già ottenuti nel campo della riduzione dei carichi burocratici e dello snellimento delle procedure, in specie per le imprese, soffermandosi sui risultati dell'autocertificazione e dell'istituzione degli sportelli unici. Rileva, infine, che le iniziative già avviate di e-government e ICT applicate alla pubblica amministrazione "possono consentire all'Italia di scavalcare gli altri paesi". Il processo va peraltro proseguito e approfondito giacché "i cittadini e le imprese sostengono ancora oneri non necessari, causati dalla stratificazione di norme e dalla mancanza di coordinamento tra ministeri, enti pubblici e autorità di regolazione, nonché tra il governo centrale e le autonomie locali". Si tratta anche di sostenere "l'adozione di migliori pratiche di regolazione a livello regionale e locale", per accompagnare l'opera di conferimenti a regioni e enti locali, che l'OCSE giudica molto consistente. Il terzo capitolo, dedicato al ruolo delle politiche della concorrenza, rileva in primo luogo che "l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, istituita con la legge 10 ottobre 1990, n. 287, ha costituito un elemento catalizzatore per il passaggio dell'Italia a un'economia maggiormente orientata al mercato". Pur essendo relativamente giovane, "grazie alla sua indipendenza e autorevolezza, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha acquisito rapidamente un ruolo rilevante nel dibattito istituzionale". Dopo averne passato in rassegna l'attività di promozione della concorrenza svolta nel corso degli anni novanta, il Rapporto sottolinea come sia ormai necessario "potenziare i poteri di vigilanza dell'Autorità Antitrust sia nel settore pubblico, sia nel settore privato" in particolare attribuendo "all'Autorità la possibilità di ricorrere a un più ampio ventaglio di sanzioni". Al grado complessivo di apertura dei mercati è dedicato il quarto capitolo del Rapporto, dove si rileva in positivo che "l'Italia ha efficacemente inserito nel proprio ordinamento giuridico la maggior parte dei principi OCSE per una regolazione efficiente, in particolare i principi di: non discriminazione, adozione degli standard internazionali, omologazione delle norme tecniche di altri paesi e concorrenza. Le regole di mercato sono state rese più trasparenti e con l'ulteriore sviluppo delle procedure di consultazione pubblica l'Italia sarà allineata agli standard internazionali". Resta peraltro un punto debole, costituito dal fatto che "il livello di investimenti diretti esteri resta ... relativamente basso". I due capitoli successivi, dedicati alla riforma della regolazione e alla liberalizzazione dei servizi di pubblica utilità, sottolineano che "l'Italia sta modificando profondamente il ruolo del settore pubblico nella sfera produttiva", anche grazie all'azione delle Autorità indipendenti di settore. In tali campi la riforma, anche se "è iniziata in ritardo", risulta "sotto molti aspetti più coraggiosa rispetto agli standard definiti dalle direttive comunitarie". Con riferimento al settore delle telecomunicazioni, dopo aver rilevato come il processo di liberalizzazione sia stato avviato nel 1997-98 sotto la spinta della Commissione europea, il Rapporto riconosce che "attualmente l'Italia ha un sistema di regolazione abbastanza esaustivo per quanto attiene alla promozione della concorrenza nel settore delle telecomunicazioni. In numerosi provvedimenti emessi di recente, quali la copertura della pre-selezione dell'operatore e l'unbundling del local loop, il regime di regolazione italiano ha adottato uno degli approcci maggiormente pro-competitivi tra i paesi dell'area OCSE. A seguito di ciò, la concorrenza nel mercato italiano delle telecomunicazioni sta diventando più agguerrita, con benefici notevoli sia per i consumatori (nel campo della telefonia fissa e mobile), sia per i servizi a valore aggiunto rivolti al mercato delle imprese". Il Rapporto ritiene che vi siano margini di ulteriore miglioramento dell'assetto di regolazione del settore, come "introdurre regole a tutela dei nuovi entranti", semplificare "la procedura per il rilascio di licenze", eliminare "la golden share dello Stato". Nel settore dell'elettricità, "la radicale riforma in via di attuazione ... contribuirà ad introdurre la concorrenza nei mercati della produzione e fornitura". Il Rapporto rileva che "mediante un intervento coraggioso, l'Italia ha imposto all'impresa dominante (Enel) la cessione di alcuni impianti di produzione e liberalizzato l'accesso alla capacità di trasmissione di importazione". Peraltro, per rafforzare la concorrenza e ottenere una più rapida discesa dei prezzi, il Rapporto ritiene che potrà risultare "necessaria un'ulteriore ristrutturazione, accompagnata da una più rapida liberalizzazione dal lato della domanda": "ulteriori cessioni di impianti di generazione da parte dell'Enel"; "separazione delle attività di trasmissione dalle attività di produzione". "Le riforme italiane del settore del gas sono positive, audaci e innovative ... Sotto molti aspetti, l'Italia sta andando oltre i requisiti minimi indicati dalla direttiva sul gas dell'UE per un ambiente più competitivo", in particolare prevedendo "la separazione societaria tra le molte attività del settore del gas" e "la licitazione pubblica per la distribuzione locale del gas". Il Rapporto raccomanda di "ridurre la quota di mercato dell'impresa dominante (Eni) e procedere ad un'ulteriore separazione della struttura dell'Eni, integrata verticalmente". Per quanto riguarda infine il settore ferroviario, il Rapporto rileva che la riforma "è iniziata in ritardo ma sta procedendo rapidamente. Nel 2000 l'Italia ha liberalizzato tutti i segmenti del trasporto ferroviario, ha realizzato la separazione societaria della rete e rilasciato licenze a diversi concorrenti potenziali dell'impresa dominante (Trenitalia). Tali riforme pongono l'Italia in posizione più avanzata rispetto alla maggior parte dei paesi europei". Il Rapporto invita alla "creazione di nuovi incentivi" per il management di FS e "di nuovi organismi di governo del mercato". Al termine dell'analisi puntuale delle diverse riforme, il settimo capitolo delinea conclusioni e opzioni di policy. Il quadro generale che emerge viene così sintetizzato dall'Ocse: "l'Italia del 2001 è molto diversa dall'Italia del 1990. Passo dopo passo, lo Stato interventista, autoreferenziale, rigido e centralista degli anni del dopoguerra, si è venuto trasformando in uno Stato orientato al mercato, consumer-oriented e decentralizzato". Tuttavia, "per incrementare il potenziale di crescita dell'economia italiana ... occorre una riforma della regolazione ancora più rapida e intensa". Per il futuro "l'agenda è meno drammatica ma non meno importante": "la sfida sarà resa più ardua dal bisogno di tenere la rotta tra la necessità di lasciare alle riforme il tempo sufficiente per ottenere risultati e la crescente impazienza di importanti settori della società, i quali sostengono che le riforme non procedono abbastanza in fretta". In ogni caso, "l'ampio ed articolato approccio intrapreso ha consentito all'Italia di entrare in un circolo virtuoso, in cui ciascun successivo intervento di riforma incoraggia ulteriori riforme, in una reazione a catena che si estende all'economia, alla società ed alle istituzioni".

PRESENTATO A MILANO IL RAPPORTO EITO 2001 ICT A DUE CIFRE NEL 2000-2001 L'ITALIA CRESCE PIU' DELLA MEDIA EUROPEA +14% A 61,MILIARDI DI EURO M-COMMERCE: NE 2005 175 MILIONI DI UTENTI IN EUROPA E 32 MILIONI IN ITALIA
Milano, 5 aprile 2001 - L'Ict in Europa ha registrato nell'anno 2000 una crescita del 13% e si prevede una crescita a due cifre (+ 1 1 %) anche nel 2001. L'Italia cresce più della media europea sia nel settore IT (+12,5% contro l'l 1,5%) sia nel settore TLC (+14,8% rispetto al 14,3%). Il cosiddetto Mobile e-Commerce è tra i mercati più promettenti per guidare lo sviluppo nei prossimi 5 anni e l'Europa appare destinata ad acquisire la leadershìp mondiale in questo emergente comparto (nel 2005, 175 milioni di utenti con ricavi generati per 86 miliardi di euro e l'Italia con 32 milioni di utenti ed una penetrazione dei 53%). Questi i principali dati che emergono da EITO 2001, European lnformation Technoiogy Observatory, presentato nell'ambito dei Convegno "Mobíle busíness, contenuti e banda larga. Le opportunità della Net Economy per l'Italia ". "Eito ha acquisito in questi anni un rilievo sempre maggiore ed è accreditato come un prezioso strumento di lavoro - ha affermato aprendo il Convegno il Presidente Smau Antonio Emmanueli -. L'iniziativa fa parte della collana Smau Rícerche e rappresenta una conferma dell'impegno di Smau a offrire al mercato dati e informazioni a supporto dello sviluppo dei business. E' questa infatti la nuova missione di Smau che da singola manifestazione fieristica si sta trasformando in un sistema articolato di esposizioni, contenuti new media per la società digitale". Per favorire una diffusione più capillare di Eito, Smau ha concluso un accordo con i'editore Franco Angeli per la pubblicazione e distribuzione in Italia di una vera e propria collana dal titolo Smau Ricerche di cui faranno parte, oltre a Eito, anche tutte le ricerche e analisi di mercato che Smau realizza in collaborazione con enti, istituzioni e università. Oltre alla consueta sintesi dell'andamento dei settore Ict' in Europa per l'anno appena concluso, alle proiezioni dei trend, con indicazioni sulle prospettive della Net Economy in Europa, il volume presenta inoltre i dati finali della ricerca sullo skill shortage, ovvero la carenza di risorse qualificate nelle aree Ict ed e@Business in Europa, realizzata in collaborazione con Idc e presentata in fase preliminare lo scorso ottobre, e cinque studi monografia. Tra questi e' anche inserito uno studio realizzato in collaborazione con Ovum (società inglese di analisi e consulenza nel settore delle nuove tecnologie) sul cosiddetto "Mobíle e-Commerce" ovvero sull'accesso ad lnternet e sulle transazioni commerciali e di servizio in rete effettuate tramite telefonia mobile. Presentando il Rapporto, il presidente di Eito, Bruno Lamborghini ha dichiarato: "Nel 2000 l'Europa ha visto una straordinaria accelerazione rispetto alle altre aree mondiali nella crescita dei mercato Ict e nello sviluppo della Net Economy. Tale positiva evoluzione è prevista proseguire, indipendentemente dall'attuale fase di crisi ed incertezza delle borse e dal rallentamento delle economie". Il Rapporto Eito 2001 mostra infatti per l'anno 2000 una crescita dei settore Ict in Europa Occidentale pari al 13%, con un tasso più elevato rispetto a tutte le altre Regioni (+8,2% negli Usa; +6,7% in Giappone; +12,4 nel Resto dei mondo, con una percentuale di crescita complessiva media dei 10,4%), a fronte di un valore complessivo dei mercato mondiale dell'Ict di 2.205 miliardi di euro. La previsione per il mercato Ict in Europa è una crescita dell'11% nel 2001 e dell'8,9% nel 2002. Se si analizzano i due mercati It (information Technology) e Telecomunicazioni (Tlc) in modo disgiunto, osserviamo rispettivamente per l'It nel 2000 la maggiore percentuale di crescita in Spagna (+13,6%), seguita da Uk (+12,7%), ltalia(+12,5%), Francia (+12,3%) e Germania (+9,8%), con una crescita media nell'Europa Occidentale pari all'1 1,5%, a fronte di un valore di mercato di 275 miliardi di euro. Nelle Tlc l'Europa Occidentale è cresciuta nel 2000 dei 14,3%, per un totale di 322 miliardi di euro (Spagna: +19,5%; Uk: +15,9%; Francia: +15,3%; Italia: +14,8%; Germania: +10,9%). Per quanto riguarda l'Italia, il mercato Ict nel 2000 risulta pari a 61,4 miliardi di euro con una crescita dei 14% rispetto al 1999 ed una previsione di crescita dei 9.2% per il 2001 e dei 7.1 % nel 2002. Il Rapporto speciale sullo skili shortage conferma la grave carenza di risorse qualificate in Europa, pari nell'anno 2000, a 1,87 milioni di unità, (13% della domanda), suddivisi rispettivamente in 1,2 milioni nelle professioni Ict vere e proprie (12% della domanda), 0,6 milioni nell'eBusiness (1 9%) e cali centre. I dati proiettati al 2003 vedono un aumento dello shortage complessivo a 3,85 milioni di addetti (pari al 18% della domanda). Per l'Italia le previsioni danno una carenza complessiva di circa 400.000 unità al 2003. La mancanza di queste risorse, se non affrontata rapidamente, rischia di rallentare lo sviluppo della Net Economy con effetti negativi in termini di produttività e sviluppo. Lo sviluppo dei cosiddetto "Mobile e-Commerce" (M-Commerce) evidenze, secondo la ricerca Eito, un nuovo paradigma, che sposta il concetto di commercio elettronico oltre il PC e la rete fissa, rendendo disponibili i servizi di e-Business sul terminale di telefonia mobile "anytime, anypiace, anywhere". In questo nascente comparto lo scenario europeo presenta grandi opportunità rispetto alle altre regioni dei mondo. Sono infatti oltre 260 milioni gli utenti di telefonia mobile in Europa nell'anno 2000, destinati a crescere a 430 milioni nel 2003. La diffusione di lnternet è prevista raddoppiare dal numero attuale di 1 1 0 milioni a 234 milioni di utenti nel 2005. L'M-Commerce è previsto raggiungere 100 milioni di utenti nel 2003 (con 38 miliardi di euro di generazione di ricavi) e 175 milioni di utenti nel 2005, con 86 miliardi di euro di ricavi, pari ad un terzo dei ricavi mondiali. Lo sviluppo dell'M-Commerce in Europa, pur in un contesto ancora di incertezza circa i tempi di diffusione delle tecnologie a banda larga, è previsto avvenire in modo più accentuato nell'area consumer (B2C) rispetto all'area B2B, a differenza di quanto accade ora per l'Internet su rete fissa. I servizi per l'area consumer potranno contribuire per oltre il 60% al totale dei ricavi derivanti da M-Commerce. Localizzazione e specializzazione dei servizi, "user fríendliness" di accesso alla rete (terminali di accesso, browser, portali specifici, specie quelli vocali che diventeranno molto diffusi) costituiranno i fattori-chiave dello sviluppo e diffusione dell'M-Commerce. Tra le applicazioni consumer il Rapporto identifica quelle rivolte al pubblico giovane, quali giochi, shopping, vending, ticketing, e-cash, musica MP3. Ma vi sono spazi anche per il pubblico più maturo e le famiglie. Tra le applicazioni professionali, il "personal information management", la prenotazione di viaggi, gli acquisti e le applicazioni verticali. La maggior parte di tali applicazioni, secondo il Rapporto, potranno attuarsi con tecnologia Gprs, senza attendere lo sviluppo pieno della Terza Generazione. L'italia appare avere un ruolo chiave nello sviluppo dell'M-Commerce. Secondo il Rapporto Eito, il tasso di penetrazione dell'M-Commerce in termini di utenti rapportati alla popolazione sarebbe dei 32% nel 2003 e dei 53% nel 2005 (contro una media europea, rispettivamente, dei 26% e dei 42%). In termini assoluti, gli utenti italiani raggiungerebbero i 19 milioni nel 2003 e 32 milioni nel 2005, ] ricavi generati sarebbero pari a circa 7 miliardi di euro nel 2003 e 15 miliardi di euro nel 2005, rappresentando oltre il 18% dei mercato europeo. Per il 2003 i ricavi dall'area B2C sarebbero pari a 4,6 miliardi di euro, per raggiungere i 10,6 miliardi di euro nel 2005, costituiti per la metà dal traffico, servizi dati, pubblicità e per il rimanente 50% da commissioni su acquisti, transazioni finanziarie, entertainment e servizi a valore aggiunto. "Nell'M-Commerce la concorrenza - ha dichiarato Bruno Lamborghini, Presidente Eito - sembra localizzarsi più sul fronte dell'applicazione e dei server che non su quello della rete e dei terminale, e non è ancora chiaro il ruolo dei vari attori, siano essi operatori di rete, content e service provider, organizzazioni finanziarie, così come l'utilizzo di Sim o Smart Card, ma si richiederanno comunque approcci specifici e diversi rispetto a lnternet sulla rete fissa. Quel che è certo - conclude Lamborghini - è che l'Italia, a fronte di una penetrazione di telefonia celluiare in voce (ma anche in Sms) estremamente avanzata rispetto alla media europea, può svolgere un ruolo chiave nello sviluppo di applicazioni e di servizi, in uno dei settori trainanti e maggiormente promettenti nella generazione di valore ed occupazione nella Net Economy." Al Convegno per la presentazione Eito, hanno partecipato, oltre al Presidente Smau Antonio Emmanueli e al Presidente di Eito e di Olivetti Tecnost, Bruno Lamborghini, il pro-rettore dei Politecnico Giampio Bracchi. La Tavola rotonda, moderata da Franco Carlini, ha visto la partecipazione di Gianiuca Dettori, Ceo Vitaminic; Victor Massiah (A.D. Intesa e-Lab), Giorgio Pucci (A.D. Nokia); Mauro Sentinelli (D.G. Tim) e Giuliano Venturi (A.D. EdisonTel).

L'OSSERVATORIO NEW ECONOMY 2000 DI MATE FA EMERGERE CHE LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE DEL SUD TRAINANO GLI INVESTIMENTI IN INTERNET LA CARENZA DI INFRASTRUTTURE NEL MERIDIONE RENDE PIÙ APPETIBILE IL CANALE
Milano, 5 aprile 2001 - Le Piccole e Media Imprese con un sito Internet crescono più velocemente al Sud rispetto al Nord; è questo uno dei dati più eclatanti che emergono dall'Osservatorio New Economy 2000 condotto da Mate, l'independent representative di Forrester Reseach in Italia. L'Osservatorio Mate è uno strumento di analisi specifico del fenomeno e-business in Italia che ha l'obiettivo di individuare i trend in atto in termini di penetrazione e modalità di utilizzo di Internet nel contesto della Piccola e Media Impresa. Non a caso, l'aggiornamento con i risultati della prima parte dell'anno verranno presentati a Parma il 3 maggio all'apertura di Italia Expo, la fiera Ict Business to Business il cui obiettivo è quello di dare una rappresentazione concreta dell'e-business alla Piccola e Media Impresa Italiana che vuole fare della tecnologia di rete un punto di forza della propria strategia di business. I dati che emergono dall'Osservatorio 2000 vedono una generale crescita nella connessione a Internet: 8 Pmi su 10 sono ormai on line con un incremento dell'8% rispetto al primo semestre, dovuto principalmente agli investimenti effettuati dalle imprese di piccole dimensioni, da quelle del settore edilizia e costruzioni e dalle Pmi del Centro Sud. Dall'analisi dei dati suddivisi per aree geografiche, emerge che le aziende trainanti sono quelle del Centro-Sud, dove la penetrazione di Internet è passata dal 71,7% nel primo semestre 2000 al 75,8% nel secondo, con un incremento degli investimenti: le aziende che credono nella rete sono aumentate del 4,2%. Pur permanendo, in termini assoluti, il divario tra Nord e Sud, le aziende che hanno un sito crescono più velocemente al Sud, soprattutto quando questo viene utilizzato come catalogo on line. Anche nella promozione del sito il Sud è più dinamico passando dal 40,7% nel primo semestre 2000 al 44,9% nel secondo. La carenza di infrastrutture nel meridione rende infatti più appetibile il canale Internet per raggiungere i potenziali clienti. E' interessante inoltre operare una diversificazione del trend di penetrazione delle nuove tecnologie, analizzando i risultati del sondaggio riferiti ai diversi settori merceologici di appartenenza e alle dimensioni delle Pmi. Dall'osservatorio emerge che il settore dove si registra un maggiore recupero è quello dell'edilizia, dove la penetrazione di Internet è passata dal 65,6% nel primo semestre dell'anno all'83,1% nel secondo semestre; statico il settore dell'industria cosi come quello dei servizi, dove ormai si è arrivati alla saturazione. Inoltre, le aziende di minori dimensioni (fino a 49 addetti), stanno recuperando fortemente il ritardo finora accumulato nella corsa alla New Economy passando dal 79,3% all'89,6%. Il settore del commercio detiene il primato per quanto riguarda i cataloghi on line, mentre il settore edile è molto vivace nella promozione del proprio sito, anche grazie alla nascita di numerosi portali verticali. Analizzando le Pmi che contano tra i 50 e i 99 addetti, emerge che un'azienda su due cerca di utilizzare Internet come canale di sbocco per i suoi prodotti. In generale è diffusa la fiducia nella rete come media per promuovere la propria attività. Se il trend relativo alla connessione a Internet è decisamente confortante, meno soddisfacenti i risultati relativi alle modalità di utilizzo e alla cultura dell'e-business in generale. Solo 1 Pmi su 20 fa del sito un vero e proprio canale di vendita. Per la stragrande maggioranza il sito è utilizzato per presentare la società, pochissimi lo utilizzano in versione Customer service, per quasi il 50 % rappresenta un catalogo on line attraverso il quale però non si realizzano azioni proattive nei confronti del visitatore. Permane infatti una scarsa propensione ad azioni di e-commerce e soprattutto di Crm. 1 Pmi su 5 sta prendendo in considerazione l'e-procurement. E' ancora scarsa la conoscenza dell'e-marketplace come luogo d'incontro virtuale tra domanda e offerta. Solo 1 Pmi su 10 ne ha sentito parlare, ad eccezione del settore dell'edilizia e costruzioni, dove il dato sale a 1 Pmi su 6."I numeri ci dicono che all'interno della piccola e Media Impresa c'è grande curiosità e voglia di sapere - afferma Barbara Muckermann, Amministratore Delegato di Sabi e Responsabile di Italia Expo; - ecco perchè abbiamo deciso di organizzare Italia Expo, una fiera che nasce da una vera e propria esigenza di mercato. La partnership con Mate è nata ormai molti mesi fa e ci consentirà di avere ancora di più il polso dello sviluppo dell'e-business al'interno della Piccola e Media Impresa. Non a caso Mate ha scelto Italia Expo come vetrina per presentare i risultati del primo semestre dell'Osservatorio New Economy 2001". Lo studio di Mate è stato condotto su un panel di oltre 500 piccole e medie imprese rappresentative della realtà nazionale, suddivise per settore (industria, servizi, commercio, edilizia), dimensioni (da 10 a 19 addetti, da 20 a 49, da 50 a 99, da 100 a 500) e infine per aree geografiche (Nord-Ovest, Nord Est, Centro, Sud e isole).

 

IL MINISTRO DEL TESORO, DEL BILANCIO E DELLE PROGRAMMAZIONE ECONOMICA VINCENZO VISCO HA FIRMATO IERI LA RELAZIONE SULLA STIMA DEL FABBISOGNO DI CASSA PER L'ANNO 2001 E SITUAZIONE DI CASSA AL 31 DICEMBRE 2000
Roma, 4 aprile 2001 I risultati conseguiti nel 2000 sul fronte dei conti pubblici sono stati positivi . L'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, in rapporto al Pil, si è ridotto dall'1,8 allo 0,3 per cento; al netto del provento dell'assegnazione delle licenze Umts, l'indebitamento netto è risultato nel 2000 pari all'1,5 per cento. Il saldo primario, prescindendo sempre dai proventi Umts, è risultato come per il 1999 pari al 5,0 per cento, in linea con l'obiettivo. Va, inoltre, sottolineato l'ulteriore aumento dell'avanzo corrente delle Amministrazioni pubbliche la cui incidenza sul Pil si è accresciuta dall'1,6 all'1,8 per cento. La spesa corrente al netto degli interessi ha registrato un aumento del 3,4 per cento, mentre la spesa per interessi è cresciuta dallo 0,9 per cento vedendo comunque scendere la sua incidenza sul PIL dal 6,7 al 6,5 per cento. Le uscite in conto capitale sono risultate pari a miliardi 82.657, livello leggermente inferiore a quello del 1999 anno nel quale, va ricordato, si era avuta la restituzione di quota del cosiddetto "tributo per l'Europa" per un importo di circa 1.900 miliardi. La pressione fiscale complessiva (imposte dirette, in conto capitale e contributo sociali) si è ridotta di 0,6 punti percentuali passando dal 43,0 per cento del 1999 al 42,4 per cento del 2000 grazie anche al provvedimento di riduzione delle aliquote nel settembre 2000 reso possibile dal recupero di base imponibile conseguente alla riforma dell'Amministrazione finanziaria, agli studi di settore, al versamento unificato e alla informatizzazione e integrazione degli Uffici. Merita segnalare che la riduzione della pressione fiscale si è accompagnata a una forte accelerazione dei rimborsi. Il rapporto debito-PIL ha proseguito la discesa passando dal 114,5 del 1999 al 110,2 del 2000. Le previsioni per il 2001 - I valori di riferimento, come è indicato nell'aggiornamento della Relazione Previsionale e Programmatica attualmente in corso di stampa, stimano un Pil monetario in crescita del 5,5 per cento e del PIL reale pari al 2,5 per cento; l'inflazione al 2,3 per cento; l'occupazione in crescita dell'1,3 per cento. Le previsioni per il 2001 confermano inoltre il rapporto deficit-PIL per le pubbliche amministrazioni pari all'1,0% continuando l'azione di risanamento strutturale della finanza pubblica, condizione essenziale per la stabilità finanziaria del nostro paese. Il percorso della finanza pubblica italiana si svolge quindi nel rispetto pieno degli accordi internazionali e del patto di stabilità e crescita. Le spese complessive crescono del 3,9%: una percentuale notevolmente inferiore alla crescita del reddito monetario. La pressione tributaria e contributiva scende dal 42,4 al 42,0 per cento. Il rapporto debito-PIL è previsto scendere al 106,2 per cento, un altro passo verso l'obiettivo del 100% previsto per il 2003. Nel 2001 continua la crescita del risparmio pubblico che è in grado di finanziare oltre il 52 per cento delle spese in conto capitale.

E-GOVERNMENT: GRATIS DA OGGI LA GAZZETTA UFFICIALE DISPONIBILE ON LINE
Roma, 5 aprile 2001 - Da oggi il nuovo portale Internet del ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica - www.tesoro.it - metterà a disposizione gratuita di tutti, abbonati e non abbonati, la Gazzetta Ufficiale. Con questa iniziativa che rientra nel più ampio contesto del programma di e-government, si completa il progetto di diffusione di informazioni a contenuto giuridico e di interesse per la collettività avviato nel 1992 e, nello stesso tempo, si attribuisce ulteriore valore aggiunto al sito del ministero, sotto il profilo dell'offerta di servizi rivolti ai cittadini. Oggi sono oltre 44.500 gli abbonamenti a tutte le serie quotidiane della Gazzetta Ufficiale, mentre le vendite attraverso la rete (edicole, librerie, eccetera) superano il milione e 170mila copie annuali e le 370mila tramite distribuzione diretta da parte dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Il progetto della Gazzetta on line, modellato sull'analoga esperienza della Gazzetta Comunitaria - già disponibile in Rete attraverso il portale del Tesoro, fra le altre alla pagina http://wwwdb.tesoro.it/guce/ - è conforme alle raccomandazioni della Commissione europea, espresse durante la Conferenza di Lisbona del marzo 2000. A partire da domani, dunque, ogni numero della Gazzetta Ufficiale sarà liberamente consultabile a costo zero per 60 giorni, senza alcuna limitazione di accesso nelle serie disponibili, da quella "Generale" a quella "Concorsi ed esami", sino alle inserzioni e ai bandi di gara. Ampie saranno anche le possibilità di ricerca, sia per numero di Gazzetta Ufficiale che per estremi di provvedimento e per parole significative. Raggiunto il sessantunesimo giorno, invece, ciascun numero del giornale ufficiale dello Stato italiano confluirà in una banca dati giuridica, consultabile a pagamento a partire dall'anno 1987. Le condizioni di abbonamento a questo servizio, che saranno presto determinate dal ministero del Tesoro, faranno riferimento alle migliori tariffe di mercato e assicureranno la massima trasparenza nella individuazione del prezzo. Per la sottoscrizione degli abbonamenti, i soggetti privati dovranno rivolgersi direttamente all'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Gli uffici della Pubblica Amministrazione, invece, se centrali dovranno fare richiesta al Servizio centrale per la qualità dei processi e l'organizzazione, a carico del quale graverà la relativa spesa; se periferici, dovranno farne richiesta direttamente allo stesso Istituto Poligrafico, provvedendo con i propri stanziamenti.

CIPE: AUMENTO PARI A ZERO DELLE TARIFFE IDRICHE F.O.S. (PIRELLI) PASSERÀ DAGLI ATTUALI 2,5 MILIONI DI KM/ANNO A COMPLESSIVI 10 MILIONI DI KM/ANNO DI PRODUZIONE DI FIBRA OTTICA
Roma, 5 aprile 2001 Si è riunito ieri, sotto la presidenza del ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica Vincenzo Visco, il Comitato Interministeriale per la Programmazione economica. Durante la riunione sono state decise le linee della politica tariffaria per il settore idrico ed è stato ratificato definitivamente il contratto di programma con la società Ferrovie dello Stato. Tra i provvedimenti adottati dal Cipe, alcuni riguardano la politica di sviluppo per il Mezzogiorno: sono stati approvati infatti quattro nuovi contratti di programma che riguardano le regioni Campania, Calabria e Sardegna, per un investimento complessivo di circa 580 miliardi e con la creazione di circa 1587 nuovi posti di lavoro. Dall'inizio dell'anno sale così a 9 il numero dei nuovi contratti di programma approvati dal Cipe. E' stato inoltre modificato il riparto delle risorse per le aree depresse . Il Cipe ha definito una manovra tariffaria per il settore idrico relativa al periodo 1° luglio 2001- 30 giugno 2002 che prevede un aumento pari a zero delle tariffe. Aumenti limitati potranno essere disposti dagli Enti Locali solo per il finanziamento di investimenti improrogabili finalizzati a colmare gravi ritardi infrastrutturali. Si tratta, in particolare, di investimenti nelle grandi reti di captazione e adduzione, da finanziare con il project financing, e per l'adeguamento alle normative europee degli impianti di depurazione. Il Cipe ha inoltre disposto un percorso di eliminazione, in quattro anni, del cosiddetto minimo impegnato, al fine di rendere trasparente per le famiglie la relazione tra spesa e consumo. Alla luce dei pareri delle competenti Commissioni parlamentari e delle indicazioni fornite dal Cipe nella seduta del 1° febbraio scorso, è stato definitivamente messo a punto il nuovo contratto di programma tra il Ministero dei Trasporti e le Ferrovie dello Stato. Il contratto, che prevede un investimento complessivo di oltre 42 mila miliardi per il periodo 2001-2005, regolamenta gestione e investimenti nella infrastruttura a rete. Il contratto dispone vincoli di bilancio rigorosi riguardo i contributi pubblici per la gestione e una procedura di definizione delle priorità di investimento, in relazione agli obiettivi del Piano Generale Trasporti e alla valutazione economico-finanziaria dei singoli progetti. Contratti di programma - I contratti di programma approvati oggi dal Cipe coinvolgeranno le società: Gruppo Pirelli F.O.S.; Consorzio Latte -Sardegna; Consorzio Produttori del Bergamotto; Consorzio C.T.M. Centro Tessile Meridionale. Gli investimenti complessivi sono di circa 580 miliardi e la nuova occupazione totale prevista è di 1587 addetti. Progetto Pirelli-F.O.S.- La F.O.S. Spa, società del Gruppo Pirelli Cavi e Sistemi Spa, è la prima società italiana del gruppo operante nel comparto ed è stata la prima in Italia a produrre fibre ottiche per le telecomunicazioni. Il contratto di programma approvato ieri è un intervento aggiuntivo rispetto a quelli già deliberati dal Cipe nell'agosto e nel dicembre scorsi. Si tratta dell'ampliamento della capacità produttiva dell'impianto F.O.S. di Battipaglia (Salerno), che passerà dagli attuali 2,5 milioni di km/anno a complessivi 10 milioni di km/anno di produzione di fibra ottica. L'investimento complessivo è di 131 miliardi, con un onere a carico dello Stato di 20,4 miliardi ed un cofinanziamento regionale di pari importo. L'occupazione prevista è di 86 nuovi addetti. Progetto C.T.M. Centro Tessile Meridionale - Si tratta di un consorzio tra piccole e medie imprese del comparto tessile-abbigliamento-calzature che ha l'obiettivo di creare , nell'area nocerino sarnese (Salerno) un polo industriale che realizzi prodotti di qualità fine e medio-fine. L'investimento complessivo è di oltre 150 miliardi. L'onere per lo Stato è di 46,7 miliardi, con un cofinanziamento regionale di pari importo. La nuova occupazione prevista è di 762 unità. Progetto Consorzio Latte - Questo intervento, che si sviluppa interamente nelle aree interne della Sardegna e interessa diverse province, rappresenta un esempio concreto di integrazione tra i diversi produttori di un comparto, quello dei formaggi ed in particolare del pecorino, per la creazione di condizioni per un accesso sistematico ai mercati esterni. Alcuni interventi innovativi porteranno inoltre alla destagionalizzazione della produzione, stabilizzando quindi l'occupazione. L'investimento complessivo è di circa 248 miliardi, con un onere per lo Stato di circa 94 miliardi e un cofinanziamento regionale di 29,3 miliardi. E' prevista l'occupazione di 296 nuove unità, oltre ad un'occupazione indotta di 53 unità. Progetto Corsorzio Produttori Del Bergamotto - L'iniziativa, il località Saline Ioniche (Reggio Calabria), si propone di introdurre standard più elevati di efficienza nella filiera del bergamotto, la cui essenza è utilizzata nell'industria profumiera, cosmetica, farmaceutica e alimentare. In particolare, è prevista la riqualficazione dell'offerta agricola, migliorando le tecniche di coltivazione e realizzando un impianto di trasformazione per l'intero consorzio con l'impiego di nuove tecnologie. L'iniziativa è la prima di una serie volte a recuperare nel settore agricolo produzioni che sono assolutamente specifiche del nostro Paese, tanto che oltre il 90 per cento della produzione mondiale del bergamotto avviene nella provincia di Reggio Calabria. Questo contratto, frutto di una intensa collaborazione fra l'Amministrazione centrale e la Regione Calabria, prevede un investimento complessivo di circa 49 miliardi, di cui il 50 per cento per la fase agricola del progetto e il resto per la fase industriale. L'onere a carico dello Stato è di 24,4 miliardi. Il cofinanziamento regionale è di 6 miliardi per gli investimenti agricoli, a cui si sommano gli investimenti infrastrutturali. La nuova occupazione prevista è pari a 443 unità, oltre al consolidamento delle 1200 unità già impegnate nella coltivazione. Modifiche riparto risorse aree depresse - Sono state decise alcune modifiche ed integrazioni alla delibera Cipe del dicembre scorso che prevedeva la ripartizione a favore delle aree depresse delle risorse previste dalla legge finanziaria 2001, che ammontano complessivamente a oltre 19.000 miliardi di lire. In particolare, si tratta di una integrazione di circa 600 miliardi a favore dello strumento dei patti territoriali. Riparto aree terremotate - Il Cipe ha deliberato la ripartizione di 94 miliardi di lire, stanziati dalla legge finanziaria 2001 a favore dei comuni delle Regioni Basilicata e Campania interessati dal sisma, rispettivamente nella misura del il 30 per cento alla Basilicata e del 70 per cento alla Campania.

ELABORAZIONI SULL'INDAGINE CAMPIONARIA - TARIFFE RCAUTO
Roma, 5 aprile 2001 - Elaborazioni sull'indagine campionaria - tariffe rcauto consegnata il 3 aprile u.s. dall'Isvap al Ministro dell'Industria riguardanti variazioni % per profili di assicurato: 1) 1) Tariffa r.c.autovetture ( bonus malus): maschio 40 anni auto benzina 1300 cc. (15 c.v.) massimale 1500 milioni unico classe d'ingresso; 2) 2) Tariffa r.c.autovetture ( bonus malus): maschio 21 anni auto benzina 1300 cc. (15 c.v.) massimale 1500 milioni unico classe d'ingresso; 3) 3) Tariffa r.c.autovetture ( bonus malus): maschio 40 anni auto benzina 1300 cc. (15 c.v.) massimale 1500 milioni unico classe di massimo sconto. 1) tariffa r.c.autovetture (bonus-malus) (*) profilo utente assicurato: maschio 40 anni auto benzina 1300 cc (15 c.v.) massimale 1500 milioni unico 

CLASSE DI INGRESSO 
VARIAZIONI TARIFFARIE % NEL PERIODO 29/3/2000-1/4/2001 

 

INTERVALLI DI INCREMENTO TARIFFARIO

 

COMPAGNIE INTERESSATE ALL’INDAGINE (N. 81)

QUOTA DI MERCATO

 

-7,7% – 4%

Due primarie compagnie + tre medie + ventisette piccole

 

29,6%

4% – 9%

Due primarie compagnie + tre medie + nove piccole

 

24,8%

9% – 15%

Due primarie compagnie + cinque medie + dodici piccole

 

27,9%

15% – 30%

Una primaria compagnia + nove piccole

 

11,3%

Oltre 30%

Una media compagnia + tre piccole

 

5,2%

 

 

98,8%

 

(*) L'indagine è stata condotta su 81 imprese (raccolta premi pari al 98,8% del mercato nazionale). La quota di mercato riguarda l'anno 1999. Sono state escluse due imprese: Italia Assicurazioni e Allstate Diretto che nel 2000 non operavano. L'indagine è riferita ai 19 capoluoghi di regione ed ai capoluoghi delle province autonome di Trento e Bolzano. Gli intervalli di incremento percentuale sono riferiti ai premi medi delle singole imprese per le province esaminate. Si considerano primarie le compagnie con raccolta premi superiore a 1.000 miliardi di Lire, medie quelle comprese tra 500 e 1.000 miliardi di Lire e piccole quelle inferiori a 500 miliardi di Lire. 2) tariffa r.c.autovetture (bonus-malus) (*) profilo utente assicurato: maschio 21 anni auto benzina 1300 cc (15 c.v.) massimale 1500 milioni unico 

CLASSE DI INGRESSO 
VARIAZIONI TARIFFARIE % NEL PERIODO 29/3/2000-1/4/2001 

INTERVALLI DI INCREMENTO TARIFFARIO

 

COMPAGNIE INTERESSATE ALL’INDAGINE (N. 81)

QUOTA DI MERCATO

 

-7,7% – 4%

Una primaria compagnia + tre medie + ventiquattro piccole

21,0%

4% – 9%

Tre primarie compagnie + tre medie + otto piccole

29,5%

9% – 15%

Una primaria compagnia + quattro medie + undici piccole

23,5%

15% – 30%

Una primaria compagnia + dieci piccole

11,9%

Oltre 30%

Una primaria compagnia + due medie + sette piccole

12,9%

 

 

98,8%

 (*) L'indagine è stata condotta su 81 imprese (raccolta premi pari al 98,8% del mercato nazionale). La quota di mercato riguarda l'anno 1999. Sono state escluse due imprese: Italia Assicurazioni e Allstate Diretto che nel 2000 non operavano. L'indagine è riferita ai 19 capoluoghi di regione ed ai capoluoghi delle province autonome di Trento e Bolzano. Gli intervalli di incremento percentuale sono riferiti ai premi medi delle singole imprese per le province esaminate. Si considerano primarie le compagnie con raccolta premi superiore a 1.000 miliardi di Lire, medie quelle comprese tra 500 e 1.000 miliardi di Lire e piccole quelle inferiori a 500 miliardi di Lire. 3) tariffa r.c.autovetture (bonus-malus) (*) profilo utente assicurato: maschio 40 anni auto benzina 1300 cc (15 c.v.) massimale 1500 milioni unico 

CLASSE DI MASSIMO SCONTO 
VARIAZIONI TARIFFARIE % NEL PERIODO 1/4/1999-1/4/2001 

INTERVALLI DI INCREMENTO TARIFFARIO

 

COMPAGNIE INTERESSATE ALL’INDAGINE (N. 81)

QUOTA DI MERCATO

 

-0,1% – 9%

Tre primarie compagnie + una media + quattro piccole

 

23,4%

9% – 15%

Una primaria compagnia + una media + quattordici piccole

 

15,7%

15% – 30%

Tre primarie compagnie + sette medie + ventitre piccole

 

41,6%

Oltre 30%

Tre medie compagnie + diciotto piccole

 

18,1%

 

 

98,8%

 (*) L'indagine è stata condotta su 81 imprese (raccolta premi pari al 98,8% del mercato nazionale). La quota di mercato riguarda l'anno 1999. Sono state escluse tre imprese: Italia Assicurazioni, R&P Webins e Allstate Diretto che nel 1999 non operavano. L'indagine è riferita ai 19 capoluoghi di regione ed ai capoluoghi delle province autonome di Trento e Bolzano. Gli intervalli di incremento percentuale sono riferiti ai premi medi delle singole imprese per le province esaminate. Si considerano primarie le compagnie con raccolta premi superiore a 1.000 miliardi di Lire, medie quelle comprese tra 500 e 1.000 miliardi di Lire e piccole quelle inferiori a 500 miliardi di Lire.

I DATI ISVAP ANCHE SU SITO PALAZZO CHIGI
Milano, 5 aprile 2001 - Per ovviare all'affollamento del sito, ministero dell'Industria, viene reso noto che i dati della ricerca campionaria dell'Istat sono ora consultabili anche nel sito della Presidenza del Consiglio www.governo.it  e sono in corso di immissione nei diversi siti delle Associazioni dei Consumatori. Le cifre indicate nella ricerca, precisano inoltre dal ministero guidato da Enrico Letta, ''sono al netto da incendio e furto''.

RILEVAZIONI R.C. AUTO: DATI LIMITATI E FUORVIANTI GLI ASSICURATI SI RIVOLGANO DIRETTAMENTE AGLI ASSICURATORI
Roma, 5 aprile 2001 - Le rilevazioni effettuate sui premi rc auto applicati ad alcuni assicurati tipo vanno sicuramente incontro, nelle intenzioni, a esigenze di conoscibilità e di confronto, ma la metodologia adottata per la loro diffusione porta a una informazione fuorviante. Innanzi tutto non ha alcun significato far riferimento a percentuali di aumento che, anche se più elevate, possono portare a prezzi più bassi e viceversa, in relazione al livello del premio di partenza. Inoltre i dati sono riferiti solo a casi astratti e tengono conto solo di alcuni elementi di personalizzazione, mentre molti altri elementi sono trascurati nell'indagine ma possono portare in concreto a differenze di prezzo e a risparmi anche rilevanti, rispetto ai premi teorici di riferimento riportati nelle tabelle pubblicate. Si deve anche tenere presente che l'indagine si riferisce ad alcune categorie di nuovi assicurati. Molte imprese, per evitare ai propri assicurati gli aumenti che dovrebbero applicare per esigenze tecniche dopo il blocco annuale delle tariffe, per la propria clientela limiteranno gli incrementi a livelli notevolmente inferiori rispetto a quelli astratti che risultano dal monitoraggio. Per evitare un'informazione scorretta al pubblico l'ANIA precisa che si tratta solo di premi di riferimento puramente indicativi, poco rappresentativi della totalità dei 40 milioni di assicurati. Per dare un'idea del problema si tenga conto che la personalizzazione richiesta a gran voce da tutti, Parlamento, Governo, associazioni di consumatori dà luogo a un numero elevatissimo di combinazioni di prezzi e quindi le tariffe diffuse dal Ministero dell'Industria non possono che essere puramente indicative. L'Ania invita gli assicurati a sottoporre la propria situazione individuale agli assicuratori chiedendo la specificazione del proprio premio effettivo. Queste precisazioni sono necessarie sia nell'interesse degli assicurati, che altrimenti potrebbero essere indotti involontariamente in errore, sia delle compagnie, che necessitano che la competizione esistente venga rappresentata in modo corretto.

FEDERAZIONE MOTOCICLISTICA ITALIANA: UNIRSI PER VINCERE LA SFIDA CON LE ASSICURAZIONI
Roma, 5 aprile 2001 - In merito ai rincari delle assicurazioni emersi nella serata di ieri dalla lettura dell'indagine dell'Isvap e di un'inchiesta realizzata dal periodico Il Salvagente, il presidente della Federazione Motociclistica Italiana, Paolo Sesti, si è così espresso. <La situazione venutasi a creare nel mercato assicurativo mi sembra una generale ad evadere l'obbligo assicurativo. Un rincaro del 1000% in tre anni sul motorino è impossibile: o la gente smetterà di usare auto e moto - e le vendite sono già in forte calo per entrambi i comparti - oppure si faranno sempre più largo coloro che inventano soluzioni illegali, come i famosi tagliandi falsi delle assicurazioni>. <Serve un intervento forte, perché è vergognoso che le assicurazioni, che anche nel 2000 hanno chiuso dei bilanci fortemente in attivo nonostante il blocco delle tariffe, dopo avere ottenuto una riforma del danno biologico che regala loro dei soldi a danno degli utenti, ora ci propinino aumenti così alti. Probabilmente hanno deciso di far pagare a noi la megamulta da 700 miliardi! E dire che quasi tutti i consumatori, noi compresi, abbiamo appoggiato la legge 57/2001 di riforma del danno biologico pensando che si trattasse di un compromesso che avrebbe fatto scendere le tariffe assicurative.>. <Siamo delusi ed arrabbiati. Il malcontento fra i motociclisti, da sempre la categoria più soggetta a rincari, ormai è fortissimo e non escludo che ci si riunisca facendo fronte comune e proponendo qualcosa di innovativo>.

LE IMMATRICOLAZIONI DI AUTO: MARZO -4,47, TRE MESI -2,93% NEL CONFRONTO CON UN TRIMESTRE DA PRIMATO IL MERCATO ITALIANO CONFERMA LA SUA SOLIDITA
Roma, 5 aprile 2001 - Nel corso del mese di marzo, in base alle proiezioni diffuse dal Ministero dei Trasporti, in Italia sono state immatricolate 248.800 vetture, il 4,47% in meno rispetto alle 260.441 immatricolate nel marzo del 2000. Pur avendo registrato una contrazione, il marzo di quest'anno costituisce il terzo miglior risultato mensile italiano, dopo quelli del marzo 1999 e 2000. Nel primo trimestre, le immatricolazioni sono state 745.300, contro le 767.785 unità immatricolate nel periodo gennaio-marzo dell'anno passato, con una contrazione del 2,93%. Secondo i rilevamenti congiunti di Anfia e Unrae, i contratti stipulati nel mese di marzo di quest'anno sono stati 255.357, il 9,20% in meno rispetto ai 281.226 contratti realizzati nel marzo dell'anno passato. Nel trimestre, gli ordini ammontano a 753.534, il 3,73% in meno rispetto ai 782.767 del primo trimestre dello scorso anno. L'usato, infine: nel mese di marzo il Ministero dei Trasporti ha registrato 329.539 passaggi di proprietà (incluse le cosiddette "minivolture"), il 6,69% in più rispetto ai 308.869 del marzo 2000, mentre nel trimestre i passaggi assommano a 905.136, con un +7,64% rispetto agli 840.881 del primo trimestre dell'anno scorso. "Il secondo miglior risultato assoluto del trimestre" Il quadro, a questo punto, appare chiaro: vi è una lieve flessione delle vendite e degli ordini, ma due sono i motivi che spiegano tali risultati: intanto, nel mese di marzo di quest'anno c'è stato un giorno lavorativo in meno ma, fatto ancora più significativo, il primo trimestre dell'anno si è andato a confrontare con un trimestre-record, quello del 2000. Se infatti il confronto viene fatto con il più "normale" 1999, ci si rende conto che i risultati ottenuti quest'anno sono decisamente migliori, a conferma della sostanziale tenuta della domanda. "Circa 745.000 immatricolazioni - spiega Sandro Malatto, Amministratore delegato di Opel Italia -rappresentano il secondo miglior risultato di sempre dopo l'eccezionale primo trimestre dello scorso anno e riconfermano l'Italia, nel 2001, come il secondo mercato d'Europa". A completare lo scenario, infine, ci sono i dati dell'ACI, che indicano con un confortante +31,2% la crescita nel numero delle radiazioni del gen-feb. 2001 rispetto al 1° bimestre dello scorso anno. "Appare evidente - ha aggiunto ancora Malatto - che gli italiani stanno soprattutto sostituendo le vetture più anziane ancora in circolazione, un fenomeno estremamente positivo, che permetterà un sostanziale svecchiamento del parco circolante, con benefici per la sicurezza e per l'ambiente". Un aprile in linea con l'aprile 2000 Sulla base dei dati dello scorso mese, l'Unrae prevede, per aprile, 210.000 immatricolazioni, sostanzialmente in linea con i risultati dell'aprile dello scorso anno. "Anche gli ordini - sottolinea Gianni Filipponi, Segretario Generale dell'Associazione delle Case estere - dovrebbero mostrare ad aprile un trend positivo, probabilmente tale da recuperare in parte la flessione registrata a marzo rispetto al marzo 2000". Permangono, comunque, preoccupazioni per gli annunciati aumenti delle tariffe RC auto e per i riflessi che il cattivo andamento della borsa potrebbe avere sulla propensione al consumo. In marzo penetrazione Diesel di nuovo in rialzo (34,68%) Significativo, infine, il risultato delle immatricolazioni di vetture con motore diesel: 34,68% di auto a gasolio vendute nel marzo scorso, con un consolidato trimestrale del 33,32%. "Il risultato di marzo - spiega Filipponi - conferma la ripresa della crescita della domanda di motorizzazioni diesel, dopo un breve periodo di stabilità dovuto essenzialmente alla riduzione della forbice-prezzo fra benzina e gasolio. Grazie alla tecnologia sempre più evoluta, il diesel riprende la sua corsa al rialzo: il suo successo è confermato anche dall'inevaso, che vede continuamente crescere la percentuale diesel sul totale del portafoglio ordini".

CONVEGNO: EURO 2002, PREVIDENZA E LIBERE PROFESSIONI
Milano, 5 aprile 2001 - Organizzato dalla Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense con la collaborazione di Mediobanca per le sessioni economiche si svolgerà a Genova, presso il Cotone Congressi, Area Porto Antico il convegno  "Euro 2002, previdenza e libere professioni" il programma completo è disponibile sul sito della Cassa Forense www.cassaforense.it 

COLLOCAMENTO DI PRESTITI OBBLIGAZIONARI EXCHANGEABLE EMESSI DALLA FONDIARIA
Milano, 5 aprile 2001 - Mediobanca, insieme con Lehman Brothers, ha concluso ieri il collocamento di tre prestiti obbligazionari exchangeable emessi da Fondiaria Nederland e garantiti da La Fondiaria Assicurazioni S.p.A., dell'importo complessivo di circa 605 milioni di euro, convertibili in azioni di Banca di Roma, Assicurazioni Generali e Monte dei Paschi di Siena. La domanda raccolta è stata superiore di oltre 10 volte l'importo in offerta rendendo probabile l'esercizio dell'opzione di greenshoe che porterebbe l'importo delle emissioni ad oltre 696 milioni di euro. L'operazione presenta le seguenti principali caratteristiche: si tratta della prima emissione exchangeable a livello internazionale che prevede una clausola di adeguamento del rendimento a scadenza al merito di credito dell'emittente sia in caso di miglioramento ( step-down ) che di peggioramento ( step-up ); è la prima volta che una compagnia d'assicurazione italiana emette proprie obbligazioni exchangeable per ottimizzare la gestione delle proprie partecipazioni; è la prima importante operazione finanziaria compiuta dalla Fondiaria sui mercati internazionali, in coerenza con una strategia finalizzata a cogliere opportunità di crescita al di fuori del mercato italiano. Per il Gruppo Fondiaria l'operazione presenta i seguenti principali vantaggi: Basso costo del finanziamento: in considerazione della struttura dello strumento proposto, che incorpora il valore intrinseco dell'opzione di conversione, la cedola che l'emittente si impegna a pagare annualmente ai portatori delle obbligazioni, così come il rendimento complessivo del prestito a scadenza, risultano inferiori al costo di fonti di finanziamento alternative. Il Gruppo continuerà a percepire i dividendi spettanti alle Azioni Sottostanti e godrà inoltre della redditività derivante dall'investimento in titoli obbligazionari ammessi a copertura delle riserve tecniche, con rendimenti stimabili in circa il 5% annuo. Effetto positivo in termini di cash flow: gli interessi pagati agli investitori si suddivideranno nella cedola, pagata annualmente, e nella maggiorazione al rimborso, riconosciuta alla scadenza delle obbligazioni solo in caso di mancata conversione delle stesse. Pertanto il Gruppo Fondiaria avrà un'uscita certa relativa soltanto al pagamento annuale della cedola: se infatti le Obbligazioni venissero convertite, il Gruppo non dovrà pagare la maggiorazione al rimborso. Effetto positivo sul rating: il previsto limitato orizzonte temporale delle obbligazioni (tre anni), il positivo effetto dell'operazione sul cash flow e il basso costo del finanziamento, rappresenteranno elementi di giudizio positivo per le agenzie di rating, nella valutazione del merito di credito, rispetto ad altre forme di finanziamento. Potenziale monetizzazione a premio rispetto ai prezzi di mercato correnti: la durata delle obbligazioni garantisce un elevato "premio effettivo di conversione", confrontato con gli attuali prezzi di mercato e fissa la volatilità dei prezzi delle azioni sottostanti. Riequilibrio della composizione del portafoglo investimenti, generando utili senza dismettere partecipazioni strategiche e valorizzando al meglio investimenti effettuati nell'ambito della ordinaria gestione dinamica degli attivi in portafoglio.

MICROSTRATEGY REAGISCE AL CROLLO DEL NASDAQ

Milano, 5 aprile 2001 - MicroStrategy, azienda leader mondiale nella fornitura di business intelligence, annuncia la ristrutturazione del proprio modello organizzativo, allo scopo di garantire la profittabilità dell'azienda; le flessioni registrate dai titoli tecnologici hanno inevitabilmente cambiato le esigenze aziendali: dall'espansione delle tecnologie e delle aeree di competenza, alla necessità di tagliare le divisioni meno produttive per privilegiare il business primario dell'azienda, garantendo gli investimenti tecnologici dei clienti oltre che gli interessi degli investitori. Il ridimensionamento ha di fatto interessato soltanto i settori produttivi meno strategici, conservando intatte le potenzialità del settore ricerca e sviluppo. La scelta si è resa indispensabile per focalizzare e concentrare gli investimenti dell'azienda sul suo core business, la Business Intelligence, il Crm e il Narrowcasting. "I risultati italiani continuano ad essere eccellenti e il primo quarter 2001 si chiuderà con un fatturato e un profitto superiori alle previsioni" ha dichiarato Andrea Delvò, country manager e amministratore delegato di MicroStrategy Italia "Il numero di clienti è in costante crescita: riscontriamo sul mercato italiano un incremento dell'interesse verso soluzioni di business intelligence, eCrm e Narrowcasting e le nostre soluzioni rispondono efficacemente alle esigenze dei nostri clienti garantendo competitività, time to market e ritorno degli investimenti. Il ridimensionamento, inoltre, non tocchera' in alcun modo la struttura italiana" "I risultati registrati dalla filiale italiana" ha specificato Darren Jaffrey, Vice President Emea, "sono stati superiori alle aspettative e in progressivo aumento fin dalla sua costituzione e hanno spinto la Corporation ad implementare il modello organizzativo italiano anche nelle altre country." "Ciò che distingue il modello italiano" continua Darren Jaffrey, "è, innanzitutto, l'aver scelto di operare sui grandi clienti direttamente o insieme ai principali System Integrator, e di aver sviluppato una strategia di partnership con Var e Software House che hanno sviluppato soluzioni applicative, raggiungendo cosi' tutti i settori verticali di mercato. Questo ha consentito di rafforzare il gia' elevato livello di fiducia dei clienti nei confronti della nostra offerta tecnologica e dell'azienda stessa e di creare una presenza capillare su tutto il territorio nazionale"

Pagina 1     Pagina 2   Pagina 3   Pagina 4

Titoli      Home    Archivio news