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5 APRILE 2001
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FRA LE PRIME AL MONDO L'ITALIA INDICA LE NORMATIVE
SULL' EDITORIA ON LINE E COME LA STAMPA CHI FA IMFORMAZIONE DEVE AVERE UN
DIRETTORE RESPONSABILE E REGISTRARE LA TESTATA IN TRIBUNALE
Roma, 5 aprile 2001 - ''L'informazione via Internet -
sottolinea Paolo Serventi Longhi, segretario Fnsi - e' sottoposta da ieri
alle stesse norme della legge sulla stampa, la 47 del 1948, valide per gli
altri prodotti editoriali. Pertanto, chi fa informazione on line ha
l'obbligo di pubblicare il nome del proprietario e del direttore
responsabile del prodotto che deve essere registrato presso il tribunale
competente''. Ciò è quanto indica la legge 62 del 2001, che ha riformato
il settore dell'editoria, e che e' entrata in vigore ieri. Ne consegue che
la registrazione delle testate deve essere fatta presso il tribunale civile,
con tanto di nomina del direttore responsabile. ''Ancora non sappiamo quale
sara' lo sviluppo del web: sappiamo pero' - continua Longhi - che il nostro
paese definisce, tra i primi nel mondo, regole certe almeno per
l'informazione. Alla magistratura e all'Autorita' di garanzia per le
comunicazioni, presso la quale esiste il registro nazionale di tutti gli
operatori che fanno comunicazione, spetta il compito di far rispettare la
legge, mentre al sindacato spettera' quello di far rispettare i contratti''.''Finisce
cosi', conclude Serventi Longhi, almeno in Italia, l'assurda anarchia che
consente a chiunque di fare informazione on line senza regole e senza
controlli e garantisce al cittadino-utente di avere minimi standard di
qualita' di tutti i prodotti informativi, per la prima volta anche quelli
comunque diffusi su supporto informatico''.
RAPPORTO OCSE: PARTENDO IN RITARDO RISPETTO A MOLTI
ALTRI PAESI, L'ITALIA HA DEDICATO GLI ANNI '90 A 'METTERSI AL PASSO' CON I
PAESI
Roma, 5 marzo 2001 - Il programma di Country Reviews sulla riforma del
sistema di regolazione avviato nel 1998 dall'OCSE ha l'obiettivo di
costruire un'ampia e approfondita rassegna delle esperienze di riforma
economica, di governo e amministrativa nei paesi membri e di aiutare i
governi a migliorare la performance dell'economia in termini di innovazione,
crescita e progresso sociale. L'esame, cui il Governo italiano ha chiesto
spontaneamente di sottoporsi circa 15 mesi fa, è il frutto di un complesso
lavoro di analisi, basato sull'esame delle fonti normative, sui più
rigorosi riscontri statistici, sui principali studi di carattere applicato,
su una lunga serie di interviste a soggetti qualificati - pubbliche
amministrazioni, Autorità indipendenti, imprese operanti nel mercato,
associazioni di categoria e sindacati, economisti e giuristi. Si tratta
pertanto del contributo di analisi più completo, aggiornato e autorevole
sullo stato della regolazione economica e amministrativa in Italia, sui
processi di liberalizzazione in atto, sul grado di apertura dei mercati dei
beni e dei servizi. Il Rapporto si apre con un importante riconoscimento dei
passi avanti compiuti dall'Italia negli ultimi anni: "Partendo in
ritardo rispetto a molti altri paesi, l'Italia ha dedicato gli anni '90 a
'mettersi al passo' con i paesi dell'area OCSE più avanzati nel campo delle
riforme economiche e istituzionali.. La portata, la velocità e lo spessore
delle riforme strutturali condotte da vari governi sono stati davvero
notevoli. Oggi l'Italia continua a muoversi più velocemente di molti paesi
nel completamento del programma di riforma". In sintesi, "il
decennio degli anni '90, in cui sono confluite molteplici sfide politiche ed
economiche, sia a livello interno che internazionale, ha rappresentato, per
molti aspetti, una terapia d'urto per l'Italia". Il primo capitolo del
Rapporto - dedicato al contesto macroeconomico entro il quale si colloca la
riforma della regolazione - rileva che all'inizio degli anni 90 l'Italia era
caratterizzata da pesanti squilibri di finanza pubblica, da elevata
inflazione, da pratiche stataliste di intervento nell'economia, da eccessiva
rigidità e centralizzazione della pubblica amministrazione. Nella prima
metà del decennio venne impostato un programma di risanamento finanziario e
di aggiustamento strutturale, che "acquistò credibilità nella seconda
metà degli anni novanta". In parallelo, "l'impegno dell'Italia
nel processo di privatizzazione si fece più risoluto e fu accompagnato
dalle riforme dei mercati finanziari, della corporate governance e della
pubblica amministrazione. Le privatizzazioni furono avviate nel 1993; già
nel 1999, il processo di privatizzazione italiano è divenuto uno dei più
vasti dell'area Ocse". Peraltro, osserva il Rapporto, "nonostante
queste riforme e un programma di privatizzazione in espansione, alla fine
del 1997 l'Italia era ancora uno dei paesi più regolamentati dell'Ocse":
di qui l'accelerazione del processo di riforma intervenuta negli ultimi tre
anni che consente oggi all'OCSE di affermare che "alla fine del 2000
... i notevoli progressi realizzati a seguito del decollo della riforma del
sistema di regolazione avevano modificato l'approccio complessivo a questo
tema. Tale riforma ha già contribuito a migliorare i livelli di
produttività e il benessere dei consumatori". I progressi dell'Italia
nella riduzione del carico di regolazione sono riassunti nel seguente
grafico, riportato alla pag. 29 della versione inglese (pag. 38 di quella
italiana). Questi progressi consentiranno in futuro di migliorare, nelle
classifiche Ocse,. posizione dell'Italia, che a fine 1997 era quasi sempre
nella retroguardia. Il capitolo si conclude segnalando peraltro come il
processo avviato non sia ancora completato e come siano necessari passi
ulteriori nella liberalizzazione e nella riforma della regolazione specie in
alcuni settori dei servizi, come poste, servizi pubblici locali,
assicurazioni, libere professioni, commercio al dettaglio: in questi settori
è necessario perciò "adottare una incisiva e ampia strategia volta a
eliminare le regolazioni anticoncorrenziali dei prezzi, dell'accesso ai
mercati e della qualità". Si apre così l'analisi delle singole
politiche attuate in questi ultimi anni, cui sono dedicati i capitoli
successivi del Rapporto, a partire dal secondo, sulla riforma della pubblica
amministrazione. In questo campo, il Rapporto sottolinea che le
"riforme sono andate ben al di là di semplici aggiustamenti volti a
migliorare la performance del sistema esistente. Esse hanno instaurato,
piuttosto, un nuovo rapporto tra lo Stato, i cittadini e il mercato ... Nel
corso degli anni '90 è stata sviluppata un'ampia strategia per migliorare
la qualità della regolazione; in particolare, a partire dal 1997,
nell'ambito delle 'riforme Bassanini'. Sono state create nuove
procedure" - come l'Analisi di impatto della regolamentazione (AIR) -
"e nuovi organismi rafforzati dalla presenza di guardiani ('watchdogs')
posti al centro dell'apparato governativo", come il Nucleo per la
semplificazione delle norme e delle procedure presso la Presidenza del
Consiglio. Il Rapporto rileva inoltre che "il trasferimento di poteri
alle regioni e ai comuni rappresenta un tentativo nuovo per colmare le
distanze tra le varie aree del Paese, ma sono necessarie ulteriori garanzie
per evitare una frammentazione delle politiche e la diminuzione del livello
di qualità della regolazione. Il governo centrale è stato ridisegnato,
concentrandolo sul suo 'core business', e le sue dimensioni sono state
ridotte". Il Rapporto segnala e quantifica i risultati già ottenuti
nel campo della riduzione dei carichi burocratici e dello snellimento delle
procedure, in specie per le imprese, soffermandosi sui risultati
dell'autocertificazione e dell'istituzione degli sportelli unici. Rileva,
infine, che le iniziative già avviate di e-government e ICT applicate alla
pubblica amministrazione "possono consentire all'Italia di scavalcare
gli altri paesi". Il processo va peraltro proseguito e approfondito
giacché "i cittadini e le imprese sostengono ancora oneri non
necessari, causati dalla stratificazione di norme e dalla mancanza di
coordinamento tra ministeri, enti pubblici e autorità di regolazione,
nonché tra il governo centrale e le autonomie locali". Si tratta anche
di sostenere "l'adozione di migliori pratiche di regolazione a livello
regionale e locale", per accompagnare l'opera di conferimenti a regioni
e enti locali, che l'OCSE giudica molto consistente. Il terzo capitolo,
dedicato al ruolo delle politiche della concorrenza, rileva in primo luogo
che "l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, istituita con
la legge 10 ottobre 1990, n. 287, ha costituito un elemento catalizzatore
per il passaggio dell'Italia a un'economia maggiormente orientata al
mercato". Pur essendo relativamente giovane, "grazie alla sua
indipendenza e autorevolezza, l'Autorità Garante della Concorrenza e del
Mercato ha acquisito rapidamente un ruolo rilevante nel dibattito
istituzionale". Dopo averne passato in rassegna l'attività di
promozione della concorrenza svolta nel corso degli anni novanta, il
Rapporto sottolinea come sia ormai necessario "potenziare i poteri di
vigilanza dell'Autorità Antitrust sia nel settore pubblico, sia nel settore
privato" in particolare attribuendo "all'Autorità la possibilità
di ricorrere a un più ampio ventaglio di sanzioni". Al grado
complessivo di apertura dei mercati è dedicato il quarto capitolo del
Rapporto, dove si rileva in positivo che "l'Italia ha efficacemente
inserito nel proprio ordinamento giuridico la maggior parte dei principi
OCSE per una regolazione efficiente, in particolare i principi di: non
discriminazione, adozione degli standard internazionali, omologazione delle
norme tecniche di altri paesi e concorrenza. Le regole di mercato sono state
rese più trasparenti e con l'ulteriore sviluppo delle procedure di
consultazione pubblica l'Italia sarà allineata agli standard
internazionali". Resta peraltro un punto debole, costituito dal fatto
che "il livello di investimenti diretti esteri resta ... relativamente
basso". I due capitoli successivi, dedicati alla riforma della
regolazione e alla liberalizzazione dei servizi di pubblica utilità,
sottolineano che "l'Italia sta modificando profondamente il ruolo del
settore pubblico nella sfera produttiva", anche grazie all'azione delle
Autorità indipendenti di settore. In tali campi la riforma, anche se
"è iniziata in ritardo", risulta "sotto molti aspetti più
coraggiosa rispetto agli standard definiti dalle direttive
comunitarie". Con riferimento al settore delle telecomunicazioni, dopo
aver rilevato come il processo di liberalizzazione sia stato avviato nel
1997-98 sotto la spinta della Commissione europea, il Rapporto riconosce che
"attualmente l'Italia ha un sistema di regolazione abbastanza esaustivo
per quanto attiene alla promozione della concorrenza nel settore delle
telecomunicazioni. In numerosi provvedimenti emessi di recente, quali la
copertura della pre-selezione dell'operatore e l'unbundling del local loop,
il regime di regolazione italiano ha adottato uno degli approcci
maggiormente pro-competitivi tra i paesi dell'area OCSE. A seguito di ciò,
la concorrenza nel mercato italiano delle telecomunicazioni sta diventando
più agguerrita, con benefici notevoli sia per i consumatori (nel campo
della telefonia fissa e mobile), sia per i servizi a valore aggiunto rivolti
al mercato delle imprese". Il Rapporto ritiene che vi siano margini di
ulteriore miglioramento dell'assetto di regolazione del settore, come
"introdurre regole a tutela dei nuovi entranti", semplificare
"la procedura per il rilascio di licenze", eliminare "la
golden share dello Stato". Nel settore dell'elettricità, "la
radicale riforma in via di attuazione ... contribuirà ad introdurre la
concorrenza nei mercati della produzione e fornitura". Il Rapporto
rileva che "mediante un intervento coraggioso, l'Italia ha imposto
all'impresa dominante (Enel) la cessione di alcuni impianti di produzione e
liberalizzato l'accesso alla capacità di trasmissione di
importazione". Peraltro, per rafforzare la concorrenza e ottenere una
più rapida discesa dei prezzi, il Rapporto ritiene che potrà risultare
"necessaria un'ulteriore ristrutturazione, accompagnata da una più
rapida liberalizzazione dal lato della domanda": "ulteriori
cessioni di impianti di generazione da parte dell'Enel";
"separazione delle attività di trasmissione dalle attività di
produzione". "Le riforme italiane del settore del gas sono
positive, audaci e innovative ... Sotto molti aspetti, l'Italia sta andando
oltre i requisiti minimi indicati dalla direttiva sul gas dell'UE per un
ambiente più competitivo", in particolare prevedendo "la
separazione societaria tra le molte attività del settore del gas" e
"la licitazione pubblica per la distribuzione locale del gas". Il
Rapporto raccomanda di "ridurre la quota di mercato dell'impresa
dominante (Eni) e procedere ad un'ulteriore separazione della struttura
dell'Eni, integrata verticalmente". Per quanto riguarda infine il
settore ferroviario, il Rapporto rileva che la riforma "è iniziata in
ritardo ma sta procedendo rapidamente. Nel 2000 l'Italia ha liberalizzato
tutti i segmenti del trasporto ferroviario, ha realizzato la separazione
societaria della rete e rilasciato licenze a diversi concorrenti potenziali
dell'impresa dominante (Trenitalia). Tali riforme pongono l'Italia in
posizione più avanzata rispetto alla maggior parte dei paesi europei".
Il Rapporto invita alla "creazione di nuovi incentivi" per il
management di FS e "di nuovi organismi di governo del mercato". Al
termine dell'analisi puntuale delle diverse riforme, il settimo capitolo
delinea conclusioni e opzioni di policy. Il quadro generale che emerge viene
così sintetizzato dall'Ocse: "l'Italia del 2001 è molto diversa
dall'Italia del 1990. Passo dopo passo, lo Stato interventista,
autoreferenziale, rigido e centralista degli anni del dopoguerra, si è
venuto trasformando in uno Stato orientato al mercato, consumer-oriented e
decentralizzato". Tuttavia, "per incrementare il potenziale di
crescita dell'economia italiana ... occorre una riforma della regolazione
ancora più rapida e intensa". Per il futuro "l'agenda è meno
drammatica ma non meno importante": "la sfida sarà resa più
ardua dal bisogno di tenere la rotta tra la necessità di lasciare alle
riforme il tempo sufficiente per ottenere risultati e la crescente
impazienza di importanti settori della società, i quali sostengono che le
riforme non procedono abbastanza in fretta". In ogni caso,
"l'ampio ed articolato approccio intrapreso ha consentito all'Italia di
entrare in un circolo virtuoso, in cui ciascun successivo intervento di
riforma incoraggia ulteriori riforme, in una reazione a catena che si
estende all'economia, alla società ed alle istituzioni".
PRESENTATO A MILANO IL RAPPORTO EITO 2001 ICT A DUE
CIFRE NEL 2000-2001 L'ITALIA CRESCE PIU' DELLA MEDIA EUROPEA +14% A
61,MILIARDI DI EURO M-COMMERCE: NE 2005 175 MILIONI DI UTENTI IN EUROPA E 32
MILIONI IN ITALIA
Milano, 5 aprile 2001 - L'Ict in Europa ha registrato nell'anno 2000 una
crescita del 13% e si prevede una crescita a due cifre (+ 1 1 %) anche nel
2001. L'Italia cresce più della media europea sia nel settore IT (+12,5%
contro l'l 1,5%) sia nel settore TLC (+14,8% rispetto al 14,3%). Il
cosiddetto Mobile e-Commerce è tra i mercati più promettenti per guidare
lo sviluppo nei prossimi 5 anni e l'Europa appare destinata ad acquisire la
leadershìp mondiale in questo emergente comparto (nel 2005, 175 milioni di
utenti con ricavi generati per 86 miliardi di euro e l'Italia con 32 milioni
di utenti ed una penetrazione dei 53%). Questi i principali dati che
emergono da EITO 2001, European lnformation Technoiogy Observatory,
presentato nell'ambito dei Convegno "Mobíle busíness, contenuti e
banda larga. Le opportunità della Net Economy per l'Italia ". "Eito
ha acquisito in questi anni un rilievo sempre maggiore ed è accreditato
come un prezioso strumento di lavoro - ha affermato aprendo il Convegno il
Presidente Smau Antonio Emmanueli -. L'iniziativa fa parte della collana
Smau Rícerche e rappresenta una conferma dell'impegno di Smau a offrire al
mercato dati e informazioni a supporto dello sviluppo dei business. E'
questa infatti la nuova missione di Smau che da singola manifestazione
fieristica si sta trasformando in un sistema articolato di esposizioni,
contenuti new media per la società digitale". Per favorire una
diffusione più capillare di Eito, Smau ha concluso un accordo con i'editore
Franco Angeli per la pubblicazione e distribuzione in Italia di una vera e
propria collana dal titolo Smau Ricerche di cui faranno parte, oltre a Eito,
anche tutte le ricerche e analisi di mercato che Smau realizza in
collaborazione con enti, istituzioni e università. Oltre alla consueta
sintesi dell'andamento dei settore Ict' in Europa per l'anno appena
concluso, alle proiezioni dei trend, con indicazioni sulle prospettive della
Net Economy in Europa, il volume presenta inoltre i dati finali della
ricerca sullo skill shortage, ovvero la carenza di risorse qualificate nelle
aree Ict ed e@Business in Europa, realizzata in collaborazione con Idc e
presentata in fase preliminare lo scorso ottobre, e cinque studi monografia.
Tra questi e' anche inserito uno studio realizzato in collaborazione con
Ovum (società inglese di analisi e consulenza nel settore delle nuove
tecnologie) sul cosiddetto "Mobíle e-Commerce" ovvero
sull'accesso ad lnternet e sulle transazioni commerciali e di servizio in
rete effettuate tramite telefonia mobile. Presentando il Rapporto, il
presidente di Eito, Bruno Lamborghini ha dichiarato: "Nel 2000 l'Europa
ha visto una straordinaria accelerazione rispetto alle altre aree mondiali
nella crescita dei mercato Ict e nello sviluppo della Net Economy. Tale
positiva evoluzione è prevista proseguire, indipendentemente dall'attuale
fase di crisi ed incertezza delle borse e dal rallentamento delle
economie". Il Rapporto Eito 2001 mostra infatti per l'anno 2000 una
crescita dei settore Ict in Europa Occidentale pari al 13%, con un tasso
più elevato rispetto a tutte le altre Regioni (+8,2% negli Usa; +6,7% in
Giappone; +12,4 nel Resto dei mondo, con una percentuale di crescita
complessiva media dei 10,4%), a fronte di un valore complessivo dei mercato
mondiale dell'Ict di 2.205 miliardi di euro. La previsione per il mercato
Ict in Europa è una crescita dell'11% nel 2001 e dell'8,9% nel 2002. Se si
analizzano i due mercati It (information Technology) e Telecomunicazioni (Tlc)
in modo disgiunto, osserviamo rispettivamente per l'It nel 2000 la maggiore
percentuale di crescita in Spagna (+13,6%), seguita da Uk (+12,7%), ltalia(+12,5%),
Francia (+12,3%) e Germania (+9,8%), con una crescita media nell'Europa
Occidentale pari all'1 1,5%, a fronte di un valore di mercato di 275
miliardi di euro. Nelle Tlc l'Europa Occidentale è cresciuta nel 2000 dei
14,3%, per un totale di 322 miliardi di euro (Spagna: +19,5%; Uk: +15,9%;
Francia: +15,3%; Italia: +14,8%; Germania: +10,9%). Per quanto riguarda
l'Italia, il mercato Ict nel 2000 risulta pari a 61,4 miliardi di euro con
una crescita dei 14% rispetto al 1999 ed una previsione di crescita dei 9.2%
per il 2001 e dei 7.1 % nel 2002. Il Rapporto speciale sullo skili shortage
conferma la grave carenza di risorse qualificate in Europa, pari nell'anno
2000, a 1,87 milioni di unità, (13% della domanda), suddivisi
rispettivamente in 1,2 milioni nelle professioni Ict vere e proprie (12%
della domanda), 0,6 milioni nell'eBusiness (1 9%) e cali centre. I dati
proiettati al 2003 vedono un aumento dello shortage complessivo a 3,85
milioni di addetti (pari al 18% della domanda). Per l'Italia le previsioni
danno una carenza complessiva di circa 400.000 unità al 2003. La mancanza
di queste risorse, se non affrontata rapidamente, rischia di rallentare lo
sviluppo della Net Economy con effetti negativi in termini di produttività
e sviluppo. Lo sviluppo dei cosiddetto "Mobile e-Commerce" (M-Commerce)
evidenze, secondo la ricerca Eito, un nuovo paradigma, che sposta il
concetto di commercio elettronico oltre il PC e la rete fissa, rendendo
disponibili i servizi di e-Business sul terminale di telefonia mobile "anytime,
anypiace, anywhere". In questo nascente comparto lo scenario europeo
presenta grandi opportunità rispetto alle altre regioni dei mondo. Sono
infatti oltre 260 milioni gli utenti di telefonia mobile in Europa nell'anno
2000, destinati a crescere a 430 milioni nel 2003. La diffusione di lnternet
è prevista raddoppiare dal numero attuale di 1 1 0 milioni a 234 milioni di
utenti nel 2005. L'M-Commerce è previsto raggiungere 100 milioni di utenti
nel 2003 (con 38 miliardi di euro di generazione di ricavi) e 175 milioni di
utenti nel 2005, con 86 miliardi di euro di ricavi, pari ad un terzo dei
ricavi mondiali. Lo sviluppo dell'M-Commerce in Europa, pur in un contesto
ancora di incertezza circa i tempi di diffusione delle tecnologie a banda
larga, è previsto avvenire in modo più accentuato nell'area consumer (B2C)
rispetto all'area B2B, a differenza di quanto accade ora per l'Internet su
rete fissa. I servizi per l'area consumer potranno contribuire per oltre il
60% al totale dei ricavi derivanti da M-Commerce. Localizzazione e
specializzazione dei servizi, "user fríendliness" di accesso alla
rete (terminali di accesso, browser, portali specifici, specie quelli vocali
che diventeranno molto diffusi) costituiranno i fattori-chiave dello
sviluppo e diffusione dell'M-Commerce. Tra le applicazioni consumer il
Rapporto identifica quelle rivolte al pubblico giovane, quali giochi,
shopping, vending, ticketing, e-cash, musica MP3. Ma vi sono spazi anche per
il pubblico più maturo e le famiglie. Tra le applicazioni professionali, il
"personal information management", la prenotazione di viaggi, gli
acquisti e le applicazioni verticali. La maggior parte di tali applicazioni,
secondo il Rapporto, potranno attuarsi con tecnologia Gprs, senza attendere
lo sviluppo pieno della Terza Generazione. L'italia appare avere un ruolo
chiave nello sviluppo dell'M-Commerce. Secondo il Rapporto Eito, il tasso di
penetrazione dell'M-Commerce in termini di utenti rapportati alla
popolazione sarebbe dei 32% nel 2003 e dei 53% nel 2005 (contro una media
europea, rispettivamente, dei 26% e dei 42%). In termini assoluti, gli
utenti italiani raggiungerebbero i 19 milioni nel 2003 e 32 milioni nel
2005, ] ricavi generati sarebbero pari a circa 7 miliardi di euro nel 2003 e
15 miliardi di euro nel 2005, rappresentando oltre il 18% dei mercato
europeo. Per il 2003 i ricavi dall'area B2C sarebbero pari a 4,6 miliardi di
euro, per raggiungere i 10,6 miliardi di euro nel 2005, costituiti per la
metà dal traffico, servizi dati, pubblicità e per il rimanente 50% da
commissioni su acquisti, transazioni finanziarie, entertainment e servizi a
valore aggiunto. "Nell'M-Commerce la concorrenza - ha dichiarato Bruno
Lamborghini, Presidente Eito - sembra localizzarsi più sul fronte
dell'applicazione e dei server che non su quello della rete e dei terminale,
e non è ancora chiaro il ruolo dei vari attori, siano essi operatori di
rete, content e service provider, organizzazioni finanziarie, così come
l'utilizzo di Sim o Smart Card, ma si richiederanno comunque approcci
specifici e diversi rispetto a lnternet sulla rete fissa. Quel che è certo
- conclude Lamborghini - è che l'Italia, a fronte di una penetrazione di
telefonia celluiare in voce (ma anche in Sms) estremamente avanzata rispetto
alla media europea, può svolgere un ruolo chiave nello sviluppo di
applicazioni e di servizi, in uno dei settori trainanti e maggiormente
promettenti nella generazione di valore ed occupazione nella Net Economy."
Al Convegno per la presentazione Eito, hanno partecipato, oltre al
Presidente Smau Antonio Emmanueli e al Presidente di Eito e di Olivetti
Tecnost, Bruno Lamborghini, il pro-rettore dei Politecnico Giampio Bracchi.
La Tavola rotonda, moderata da Franco Carlini, ha visto la partecipazione di
Gianiuca Dettori, Ceo Vitaminic; Victor Massiah (A.D. Intesa e-Lab), Giorgio
Pucci (A.D. Nokia); Mauro Sentinelli (D.G. Tim) e Giuliano Venturi (A.D.
EdisonTel).
L'OSSERVATORIO NEW ECONOMY 2000 DI MATE FA EMERGERE CHE
LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE DEL SUD TRAINANO GLI INVESTIMENTI IN INTERNET LA
CARENZA DI INFRASTRUTTURE NEL MERIDIONE RENDE PIÙ APPETIBILE IL CANALE
Milano, 5 aprile 2001 - Le Piccole e Media Imprese con un sito Internet
crescono più velocemente al Sud rispetto al Nord; è questo uno dei dati
più eclatanti che emergono dall'Osservatorio New Economy 2000 condotto da
Mate, l'independent representative di Forrester Reseach in Italia.
L'Osservatorio Mate è uno strumento di analisi specifico del fenomeno
e-business in Italia che ha l'obiettivo di individuare i trend in atto in
termini di penetrazione e modalità di utilizzo di Internet nel contesto
della Piccola e Media Impresa. Non a caso, l'aggiornamento con i risultati
della prima parte dell'anno verranno presentati a Parma il 3 maggio
all'apertura di Italia Expo, la fiera Ict Business to Business il cui
obiettivo è quello di dare una rappresentazione concreta dell'e-business
alla Piccola e Media Impresa Italiana che vuole fare della tecnologia di
rete un punto di forza della propria strategia di business. I dati che
emergono dall'Osservatorio 2000 vedono una generale crescita nella
connessione a Internet: 8 Pmi su 10 sono ormai on line con un incremento
dell'8% rispetto al primo semestre, dovuto principalmente agli investimenti
effettuati dalle imprese di piccole dimensioni, da quelle del settore
edilizia e costruzioni e dalle Pmi del Centro Sud. Dall'analisi dei dati
suddivisi per aree geografiche, emerge che le aziende trainanti sono quelle
del Centro-Sud, dove la penetrazione di Internet è passata dal 71,7% nel
primo semestre 2000 al 75,8% nel secondo, con un incremento degli
investimenti: le aziende che credono nella rete sono aumentate del 4,2%. Pur
permanendo, in termini assoluti, il divario tra Nord e Sud, le aziende che
hanno un sito crescono più velocemente al Sud, soprattutto quando questo
viene utilizzato come catalogo on line. Anche nella promozione del sito il
Sud è più dinamico passando dal 40,7% nel primo semestre 2000 al 44,9% nel
secondo. La carenza di infrastrutture nel meridione rende infatti più
appetibile il canale Internet per raggiungere i potenziali clienti. E'
interessante inoltre operare una diversificazione del trend di penetrazione
delle nuove tecnologie, analizzando i risultati del sondaggio riferiti ai
diversi settori merceologici di appartenenza e alle dimensioni delle Pmi.
Dall'osservatorio emerge che il settore dove si registra un maggiore
recupero è quello dell'edilizia, dove la penetrazione di Internet è
passata dal 65,6% nel primo semestre dell'anno all'83,1% nel secondo
semestre; statico il settore dell'industria cosi come quello dei servizi,
dove ormai si è arrivati alla saturazione. Inoltre, le aziende di minori
dimensioni (fino a 49 addetti), stanno recuperando fortemente il ritardo
finora accumulato nella corsa alla New Economy passando dal 79,3% all'89,6%.
Il settore del commercio detiene il primato per quanto riguarda i cataloghi
on line, mentre il settore edile è molto vivace nella promozione del
proprio sito, anche grazie alla nascita di numerosi portali verticali.
Analizzando le Pmi che contano tra i 50 e i 99 addetti, emerge che
un'azienda su due cerca di utilizzare Internet come canale di sbocco per i
suoi prodotti. In generale è diffusa la fiducia nella rete come media per
promuovere la propria attività. Se il trend relativo alla connessione a
Internet è decisamente confortante, meno soddisfacenti i risultati relativi
alle modalità di utilizzo e alla cultura dell'e-business in generale. Solo
1 Pmi su 20 fa del sito un vero e proprio canale di vendita. Per la
stragrande maggioranza il sito è utilizzato per presentare la società,
pochissimi lo utilizzano in versione Customer service, per quasi il 50 %
rappresenta un catalogo on line attraverso il quale però non si realizzano
azioni proattive nei confronti del visitatore. Permane infatti una scarsa
propensione ad azioni di e-commerce e soprattutto di Crm. 1 Pmi su 5 sta
prendendo in considerazione l'e-procurement. E' ancora scarsa la conoscenza
dell'e-marketplace come luogo d'incontro virtuale tra domanda e offerta.
Solo 1 Pmi su 10 ne ha sentito parlare, ad eccezione del settore
dell'edilizia e costruzioni, dove il dato sale a 1 Pmi su 6."I numeri
ci dicono che all'interno della piccola e Media Impresa c'è grande
curiosità e voglia di sapere - afferma Barbara Muckermann, Amministratore
Delegato di Sabi e Responsabile di Italia Expo; - ecco perchè abbiamo
deciso di organizzare Italia Expo, una fiera che nasce da una vera e propria
esigenza di mercato. La partnership con Mate è nata ormai molti mesi fa e
ci consentirà di avere ancora di più il polso dello sviluppo
dell'e-business al'interno della Piccola e Media Impresa. Non a caso Mate ha
scelto Italia Expo come vetrina per presentare i risultati del primo
semestre dell'Osservatorio New Economy 2001". Lo studio di Mate è
stato condotto su un panel di oltre 500 piccole e medie imprese
rappresentative della realtà nazionale, suddivise per settore (industria,
servizi, commercio, edilizia), dimensioni (da 10 a 19 addetti, da 20 a 49,
da 50 a 99, da 100 a 500) e infine per aree geografiche (Nord-Ovest, Nord
Est, Centro, Sud e isole).
IL MINISTRO DEL TESORO, DEL BILANCIO E DELLE
PROGRAMMAZIONE ECONOMICA VINCENZO VISCO HA FIRMATO IERI LA RELAZIONE SULLA
STIMA DEL FABBISOGNO DI CASSA PER L'ANNO 2001 E SITUAZIONE DI CASSA AL 31
DICEMBRE 2000
Roma, 4 aprile 2001 I risultati conseguiti nel 2000 sul fronte dei conti
pubblici sono stati positivi . L'indebitamento netto delle Amministrazioni
pubbliche, in rapporto al Pil, si è ridotto dall'1,8 allo 0,3 per cento; al
netto del provento dell'assegnazione delle licenze Umts, l'indebitamento
netto è risultato nel 2000 pari all'1,5 per cento. Il saldo primario,
prescindendo sempre dai proventi Umts, è risultato come per il 1999 pari al
5,0 per cento, in linea con l'obiettivo. Va, inoltre, sottolineato
l'ulteriore aumento dell'avanzo corrente delle Amministrazioni pubbliche la
cui incidenza sul Pil si è accresciuta dall'1,6 all'1,8 per cento. La spesa
corrente al netto degli interessi ha registrato un aumento del 3,4 per
cento, mentre la spesa per interessi è cresciuta dallo 0,9 per cento
vedendo comunque scendere la sua incidenza sul PIL dal 6,7 al 6,5 per cento.
Le uscite in conto capitale sono risultate pari a miliardi 82.657, livello
leggermente inferiore a quello del 1999 anno nel quale, va ricordato, si era
avuta la restituzione di quota del cosiddetto "tributo per
l'Europa" per un importo di circa 1.900 miliardi. La pressione fiscale
complessiva (imposte dirette, in conto capitale e contributo sociali) si è
ridotta di 0,6 punti percentuali passando dal 43,0 per cento del 1999 al
42,4 per cento del 2000 grazie anche al provvedimento di riduzione delle
aliquote nel settembre 2000 reso possibile dal recupero di base imponibile
conseguente alla riforma dell'Amministrazione finanziaria, agli studi di
settore, al versamento unificato e alla informatizzazione e integrazione
degli Uffici. Merita segnalare che la riduzione della pressione fiscale si
è accompagnata a una forte accelerazione dei rimborsi. Il rapporto
debito-PIL ha proseguito la discesa passando dal 114,5 del 1999 al 110,2 del
2000. Le previsioni per il 2001 - I valori di riferimento, come è indicato
nell'aggiornamento della Relazione Previsionale e Programmatica attualmente
in corso di stampa, stimano un Pil monetario in crescita del 5,5 per cento e
del PIL reale pari al 2,5 per cento; l'inflazione al 2,3 per cento;
l'occupazione in crescita dell'1,3 per cento. Le previsioni per il 2001
confermano inoltre il rapporto deficit-PIL per le pubbliche amministrazioni
pari all'1,0% continuando l'azione di risanamento strutturale della finanza
pubblica, condizione essenziale per la stabilità finanziaria del nostro
paese. Il percorso della finanza pubblica italiana si svolge quindi nel
rispetto pieno degli accordi internazionali e del patto di stabilità e
crescita. Le spese complessive crescono del 3,9%: una percentuale
notevolmente inferiore alla crescita del reddito monetario. La pressione
tributaria e contributiva scende dal 42,4 al 42,0 per cento. Il rapporto
debito-PIL è previsto scendere al 106,2 per cento, un altro passo verso
l'obiettivo del 100% previsto per il 2003. Nel 2001 continua la crescita del
risparmio pubblico che è in grado di finanziare oltre il 52 per cento delle
spese in conto capitale.
E-GOVERNMENT: GRATIS DA OGGI LA GAZZETTA UFFICIALE
DISPONIBILE ON LINE
Roma, 5 aprile 2001 - Da oggi il nuovo portale Internet del ministero del
Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica - www.tesoro.it -
metterà a disposizione gratuita di tutti, abbonati e non abbonati, la
Gazzetta Ufficiale. Con questa iniziativa che rientra nel più ampio
contesto del programma di e-government, si completa il progetto di
diffusione di informazioni a contenuto giuridico e di interesse per la
collettività avviato nel 1992 e, nello stesso tempo, si attribuisce
ulteriore valore aggiunto al sito del ministero, sotto il profilo
dell'offerta di servizi rivolti ai cittadini. Oggi sono oltre 44.500 gli
abbonamenti a tutte le serie quotidiane della Gazzetta Ufficiale, mentre le
vendite attraverso la rete (edicole, librerie, eccetera) superano il milione
e 170mila copie annuali e le 370mila tramite distribuzione diretta da parte
dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Il progetto della Gazzetta on
line, modellato sull'analoga esperienza della Gazzetta Comunitaria - già
disponibile in Rete attraverso il portale del Tesoro, fra le altre alla
pagina http://wwwdb.tesoro.it/guce/
- è conforme alle raccomandazioni della Commissione europea, espresse
durante la Conferenza di Lisbona del marzo 2000. A partire da domani,
dunque, ogni numero della Gazzetta Ufficiale sarà liberamente consultabile
a costo zero per 60 giorni, senza alcuna limitazione di accesso nelle serie
disponibili, da quella "Generale" a quella "Concorsi ed
esami", sino alle inserzioni e ai bandi di gara. Ampie saranno anche le
possibilità di ricerca, sia per numero di Gazzetta Ufficiale che per
estremi di provvedimento e per parole significative. Raggiunto il
sessantunesimo giorno, invece, ciascun numero del giornale ufficiale dello
Stato italiano confluirà in una banca dati giuridica, consultabile a
pagamento a partire dall'anno 1987. Le condizioni di abbonamento a questo
servizio, che saranno presto determinate dal ministero del Tesoro, faranno
riferimento alle migliori tariffe di mercato e assicureranno la massima
trasparenza nella individuazione del prezzo. Per la sottoscrizione degli
abbonamenti, i soggetti privati dovranno rivolgersi direttamente
all'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Gli uffici della Pubblica
Amministrazione, invece, se centrali dovranno fare richiesta al Servizio
centrale per la qualità dei processi e l'organizzazione, a carico del quale
graverà la relativa spesa; se periferici, dovranno farne richiesta
direttamente allo stesso Istituto Poligrafico, provvedendo con i propri
stanziamenti.
CIPE: AUMENTO PARI A ZERO DELLE TARIFFE IDRICHE F.O.S.
(PIRELLI) PASSERÀ DAGLI ATTUALI 2,5 MILIONI DI KM/ANNO A COMPLESSIVI 10
MILIONI DI KM/ANNO DI PRODUZIONE DI FIBRA OTTICA
Roma, 5 aprile 2001 Si è riunito ieri, sotto la presidenza del ministro del
Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica Vincenzo Visco, il
Comitato Interministeriale per la Programmazione economica. Durante la
riunione sono state decise le linee della politica tariffaria per il settore
idrico ed è stato ratificato definitivamente il contratto di programma con
la società Ferrovie dello Stato. Tra i provvedimenti adottati dal Cipe,
alcuni riguardano la politica di sviluppo per il Mezzogiorno: sono stati
approvati infatti quattro nuovi contratti di programma che riguardano le
regioni Campania, Calabria e Sardegna, per un investimento complessivo di
circa 580 miliardi e con la creazione di circa 1587 nuovi posti di lavoro.
Dall'inizio dell'anno sale così a 9 il numero dei nuovi contratti di
programma approvati dal Cipe. E' stato inoltre modificato il riparto delle
risorse per le aree depresse . Il Cipe ha definito una manovra tariffaria
per il settore idrico relativa al periodo 1° luglio 2001- 30 giugno 2002
che prevede un aumento pari a zero delle tariffe. Aumenti limitati potranno
essere disposti dagli Enti Locali solo per il finanziamento di investimenti
improrogabili finalizzati a colmare gravi ritardi infrastrutturali. Si
tratta, in particolare, di investimenti nelle grandi reti di captazione e
adduzione, da finanziare con il project financing, e per l'adeguamento alle
normative europee degli impianti di depurazione. Il Cipe ha inoltre disposto
un percorso di eliminazione, in quattro anni, del cosiddetto minimo
impegnato, al fine di rendere trasparente per le famiglie la relazione tra
spesa e consumo. Alla luce dei pareri delle competenti Commissioni
parlamentari e delle indicazioni fornite dal Cipe nella seduta del 1°
febbraio scorso, è stato definitivamente messo a punto il nuovo contratto
di programma tra il Ministero dei Trasporti e le Ferrovie dello Stato. Il
contratto, che prevede un investimento complessivo di oltre 42 mila miliardi
per il periodo 2001-2005, regolamenta gestione e investimenti nella
infrastruttura a rete. Il contratto dispone vincoli di bilancio rigorosi
riguardo i contributi pubblici per la gestione e una procedura di
definizione delle priorità di investimento, in relazione agli obiettivi del
Piano Generale Trasporti e alla valutazione economico-finanziaria dei
singoli progetti. Contratti di programma - I contratti di programma
approvati oggi dal Cipe coinvolgeranno le società: Gruppo Pirelli F.O.S.;
Consorzio Latte -Sardegna; Consorzio Produttori del Bergamotto; Consorzio
C.T.M. Centro Tessile Meridionale. Gli investimenti complessivi sono di
circa 580 miliardi e la nuova occupazione totale prevista è di 1587
addetti. Progetto Pirelli-F.O.S.- La F.O.S. Spa, società del Gruppo Pirelli
Cavi e Sistemi Spa, è la prima società italiana del gruppo operante nel
comparto ed è stata la prima in Italia a produrre fibre ottiche per le
telecomunicazioni. Il contratto di programma approvato ieri è un intervento
aggiuntivo rispetto a quelli già deliberati dal Cipe nell'agosto e nel
dicembre scorsi. Si tratta dell'ampliamento della capacità produttiva
dell'impianto F.O.S. di Battipaglia (Salerno), che passerà dagli attuali
2,5 milioni di km/anno a complessivi 10 milioni di km/anno di produzione di
fibra ottica. L'investimento complessivo è di 131 miliardi, con un onere a
carico dello Stato di 20,4 miliardi ed un cofinanziamento regionale di pari
importo. L'occupazione prevista è di 86 nuovi addetti. Progetto C.T.M.
Centro Tessile Meridionale - Si tratta di un consorzio tra piccole e medie
imprese del comparto tessile-abbigliamento-calzature che ha l'obiettivo di
creare , nell'area nocerino sarnese (Salerno) un polo industriale che
realizzi prodotti di qualità fine e medio-fine. L'investimento complessivo
è di oltre 150 miliardi. L'onere per lo Stato è di 46,7 miliardi, con un
cofinanziamento regionale di pari importo. La nuova occupazione prevista è
di 762 unità. Progetto Consorzio Latte - Questo intervento, che si sviluppa
interamente nelle aree interne della Sardegna e interessa diverse province,
rappresenta un esempio concreto di integrazione tra i diversi produttori di
un comparto, quello dei formaggi ed in particolare del pecorino, per la
creazione di condizioni per un accesso sistematico ai mercati esterni.
Alcuni interventi innovativi porteranno inoltre alla destagionalizzazione
della produzione, stabilizzando quindi l'occupazione. L'investimento
complessivo è di circa 248 miliardi, con un onere per lo Stato di circa 94
miliardi e un cofinanziamento regionale di 29,3 miliardi. E' prevista
l'occupazione di 296 nuove unità, oltre ad un'occupazione indotta di 53
unità. Progetto Corsorzio Produttori Del Bergamotto - L'iniziativa, il
località Saline Ioniche (Reggio Calabria), si propone di introdurre
standard più elevati di efficienza nella filiera del bergamotto, la cui
essenza è utilizzata nell'industria profumiera, cosmetica, farmaceutica e
alimentare. In particolare, è prevista la riqualficazione dell'offerta
agricola, migliorando le tecniche di coltivazione e realizzando un impianto
di trasformazione per l'intero consorzio con l'impiego di nuove tecnologie.
L'iniziativa è la prima di una serie volte a recuperare nel settore
agricolo produzioni che sono assolutamente specifiche del nostro Paese,
tanto che oltre il 90 per cento della produzione mondiale del bergamotto
avviene nella provincia di Reggio Calabria. Questo contratto, frutto di una
intensa collaborazione fra l'Amministrazione centrale e la Regione Calabria,
prevede un investimento complessivo di circa 49 miliardi, di cui il 50 per
cento per la fase agricola del progetto e il resto per la fase industriale.
L'onere a carico dello Stato è di 24,4 miliardi. Il cofinanziamento
regionale è di 6 miliardi per gli investimenti agricoli, a cui si sommano
gli investimenti infrastrutturali. La nuova occupazione prevista è pari a
443 unità, oltre al consolidamento delle 1200 unità già impegnate nella
coltivazione. Modifiche riparto risorse aree depresse - Sono state decise
alcune modifiche ed integrazioni alla delibera Cipe del dicembre scorso che
prevedeva la ripartizione a favore delle aree depresse delle risorse
previste dalla legge finanziaria 2001, che ammontano complessivamente a
oltre 19.000 miliardi di lire. In particolare, si tratta di una integrazione
di circa 600 miliardi a favore dello strumento dei patti territoriali.
Riparto aree terremotate - Il Cipe ha deliberato la ripartizione di 94
miliardi di lire, stanziati dalla legge finanziaria 2001 a favore dei comuni
delle Regioni Basilicata e Campania interessati dal sisma, rispettivamente
nella misura del il 30 per cento alla Basilicata e del 70 per cento alla
Campania.
ELABORAZIONI SULL'INDAGINE CAMPIONARIA - TARIFFE RCAUTO
Roma, 5 aprile 2001 - Elaborazioni sull'indagine campionaria - tariffe
rcauto consegnata il 3 aprile u.s. dall'Isvap al Ministro dell'Industria
riguardanti variazioni % per profili di assicurato: 1) 1) Tariffa
r.c.autovetture ( bonus malus): maschio 40 anni auto benzina 1300 cc. (15
c.v.) massimale 1500 milioni unico classe d'ingresso; 2) 2) Tariffa
r.c.autovetture ( bonus malus): maschio 21 anni auto benzina 1300 cc. (15
c.v.) massimale 1500 milioni unico classe d'ingresso; 3) 3) Tariffa
r.c.autovetture ( bonus malus): maschio 40 anni auto benzina 1300 cc. (15
c.v.) massimale 1500 milioni unico classe di massimo sconto. 1) tariffa
r.c.autovetture (bonus-malus) (*) profilo utente assicurato: maschio 40 anni
auto benzina 1300 cc (15 c.v.) massimale 1500 milioni unico
CLASSE DI INGRESSO
VARIAZIONI TARIFFARIE % NEL PERIODO 29/3/2000-1/4/2001
INTERVALLI
DI INCREMENTO TARIFFARIO
|
COMPAGNIE INTERESSATE ALL’INDAGINE (N. 81)
|
QUOTA
DI MERCATO
|
-7,7% – 4%
|
Due primarie compagnie + tre medie + ventisette piccole
|
29,6%
|
4% – 9%
|
Due primarie compagnie + tre medie + nove piccole
|
24,8%
|
9% – 15%
|
Due primarie compagnie + cinque medie + dodici piccole
|
27,9%
|
15% – 30%
|
Una primaria compagnia + nove piccole
|
11,3%
|
Oltre 30%
|
Una media compagnia + tre piccole
|
5,2%
|
|
|
98,8%
|
(*) L'indagine è stata condotta su 81 imprese
(raccolta premi pari al 98,8% del mercato nazionale). La quota di mercato
riguarda l'anno 1999. Sono state escluse due imprese: Italia Assicurazioni e
Allstate Diretto che nel 2000 non operavano. L'indagine è riferita ai 19
capoluoghi di regione ed ai capoluoghi delle province autonome di Trento e
Bolzano. Gli intervalli di incremento percentuale sono riferiti ai premi
medi delle singole imprese per le province esaminate. Si considerano
primarie le compagnie con raccolta premi superiore a 1.000 miliardi di Lire,
medie quelle comprese tra 500 e 1.000 miliardi di Lire e piccole quelle
inferiori a 500 miliardi di Lire. 2) tariffa r.c.autovetture (bonus-malus)
(*) profilo utente assicurato: maschio 21 anni auto benzina 1300 cc (15 c.v.)
massimale 1500 milioni unico
CLASSE DI INGRESSO
VARIAZIONI TARIFFARIE % NEL PERIODO 29/3/2000-1/4/2001
INTERVALLI
DI INCREMENTO TARIFFARIO
|
COMPAGNIE INTERESSATE ALL’INDAGINE (N. 81)
|
QUOTA
DI MERCATO
|
-7,7% – 4%
|
Una primaria compagnia + tre medie + ventiquattro piccole
|
21,0%
|
4% – 9%
|
Tre primarie compagnie + tre medie + otto piccole
|
29,5%
|
9% – 15%
|
Una primaria compagnia + quattro medie + undici piccole
|
23,5%
|
15% – 30%
|
Una primaria compagnia + dieci piccole
|
11,9%
|
Oltre 30%
|
Una primaria compagnia + due medie + sette piccole
|
12,9%
|
|
|
98,8%
|
(*) L'indagine è stata condotta su 81 imprese
(raccolta premi pari al 98,8% del mercato nazionale). La quota di mercato
riguarda l'anno 1999. Sono state escluse due imprese: Italia Assicurazioni e
Allstate Diretto che nel 2000 non operavano. L'indagine è riferita ai 19
capoluoghi di regione ed ai capoluoghi delle province autonome di Trento e
Bolzano. Gli intervalli di incremento percentuale sono riferiti ai premi
medi delle singole imprese per le province esaminate. Si considerano
primarie le compagnie con raccolta premi superiore a 1.000 miliardi di Lire,
medie quelle comprese tra 500 e 1.000 miliardi di Lire e piccole quelle
inferiori a 500 miliardi di Lire. 3) tariffa r.c.autovetture (bonus-malus)
(*) profilo utente assicurato: maschio 40 anni auto benzina 1300 cc (15 c.v.)
massimale 1500 milioni unico
CLASSE DI MASSIMO SCONTO
VARIAZIONI TARIFFARIE % NEL PERIODO 1/4/1999-1/4/2001
INTERVALLI
DI INCREMENTO TARIFFARIO
|
COMPAGNIE INTERESSATE ALL’INDAGINE (N. 81)
|
QUOTA
DI MERCATO
|
-0,1% – 9%
|
Tre primarie compagnie + una media + quattro piccole
|
23,4%
|
9% – 15%
|
Una primaria compagnia + una media + quattordici piccole
|
15,7%
|
15% – 30%
|
Tre primarie compagnie + sette medie + ventitre piccole
|
41,6%
|
Oltre 30%
|
Tre medie compagnie + diciotto piccole
|
18,1%
|
|
|
98,8%
|
(*) L'indagine è stata condotta su 81 imprese
(raccolta premi pari al 98,8% del mercato nazionale). La quota di mercato
riguarda l'anno 1999. Sono state escluse tre imprese: Italia Assicurazioni,
R&P Webins e Allstate Diretto che nel 1999 non operavano. L'indagine è
riferita ai 19 capoluoghi di regione ed ai capoluoghi delle province
autonome di Trento e Bolzano. Gli intervalli di incremento percentuale sono
riferiti ai premi medi delle singole imprese per le province esaminate. Si
considerano primarie le compagnie con raccolta premi superiore a 1.000
miliardi di Lire, medie quelle comprese tra 500 e 1.000 miliardi di Lire e
piccole quelle inferiori a 500 miliardi di Lire.
I DATI ISVAP ANCHE SU SITO PALAZZO CHIGI
Milano, 5 aprile 2001 - Per ovviare all'affollamento del sito, ministero
dell'Industria, viene reso noto che i dati della ricerca campionaria dell'Istat
sono ora consultabili anche nel sito della Presidenza del Consiglio www.governo.it
e sono in corso di immissione nei diversi siti delle Associazioni dei
Consumatori. Le cifre indicate nella ricerca, precisano inoltre dal
ministero guidato da Enrico Letta, ''sono al netto da incendio e furto''.
RILEVAZIONI R.C. AUTO: DATI LIMITATI E FUORVIANTI GLI
ASSICURATI SI RIVOLGANO DIRETTAMENTE AGLI ASSICURATORI
Roma, 5 aprile 2001 - Le rilevazioni effettuate sui premi rc auto applicati
ad alcuni assicurati tipo vanno sicuramente incontro, nelle intenzioni, a
esigenze di conoscibilità e di confronto, ma la metodologia adottata per la
loro diffusione porta a una informazione fuorviante. Innanzi tutto non ha
alcun significato far riferimento a percentuali di aumento che, anche se
più elevate, possono portare a prezzi più bassi e viceversa, in relazione
al livello del premio di partenza. Inoltre i dati sono riferiti solo a casi
astratti e tengono conto solo di alcuni elementi di personalizzazione,
mentre molti altri elementi sono trascurati nell'indagine ma possono portare
in concreto a differenze di prezzo e a risparmi anche rilevanti, rispetto ai
premi teorici di riferimento riportati nelle tabelle pubblicate. Si deve
anche tenere presente che l'indagine si riferisce ad alcune categorie di
nuovi assicurati. Molte imprese, per evitare ai propri assicurati gli
aumenti che dovrebbero applicare per esigenze tecniche dopo il blocco
annuale delle tariffe, per la propria clientela limiteranno gli incrementi a
livelli notevolmente inferiori rispetto a quelli astratti che risultano dal
monitoraggio. Per evitare un'informazione scorretta al pubblico l'ANIA
precisa che si tratta solo di premi di riferimento puramente indicativi,
poco rappresentativi della totalità dei 40 milioni di assicurati. Per dare
un'idea del problema si tenga conto che la personalizzazione richiesta a
gran voce da tutti, Parlamento, Governo, associazioni di consumatori dà
luogo a un numero elevatissimo di combinazioni di prezzi e quindi le tariffe
diffuse dal Ministero dell'Industria non possono che essere puramente
indicative. L'Ania invita gli assicurati a sottoporre la propria situazione
individuale agli assicuratori chiedendo la specificazione del proprio premio
effettivo. Queste precisazioni sono necessarie sia nell'interesse degli
assicurati, che altrimenti potrebbero essere indotti involontariamente in
errore, sia delle compagnie, che necessitano che la competizione esistente
venga rappresentata in modo corretto.
FEDERAZIONE MOTOCICLISTICA ITALIANA: UNIRSI PER VINCERE
LA SFIDA CON LE ASSICURAZIONI
Roma, 5 aprile 2001 - In merito ai rincari delle assicurazioni emersi nella
serata di ieri dalla lettura dell'indagine dell'Isvap e di un'inchiesta
realizzata dal periodico Il Salvagente, il presidente della Federazione
Motociclistica Italiana, Paolo Sesti, si è così espresso. <La
situazione venutasi a creare nel mercato assicurativo mi sembra una generale
ad evadere l'obbligo assicurativo. Un rincaro del 1000% in tre anni sul
motorino è impossibile: o la gente smetterà di usare auto e moto - e le
vendite sono già in forte calo per entrambi i comparti - oppure si faranno
sempre più largo coloro che inventano soluzioni illegali, come i famosi
tagliandi falsi delle assicurazioni>. <Serve un intervento forte,
perché è vergognoso che le assicurazioni, che anche nel 2000 hanno chiuso
dei bilanci fortemente in attivo nonostante il blocco delle tariffe, dopo
avere ottenuto una riforma del danno biologico che regala loro dei soldi a
danno degli utenti, ora ci propinino aumenti così alti. Probabilmente hanno
deciso di far pagare a noi la megamulta da 700 miliardi! E dire che quasi
tutti i consumatori, noi compresi, abbiamo appoggiato la legge 57/2001 di
riforma del danno biologico pensando che si trattasse di un compromesso che
avrebbe fatto scendere le tariffe assicurative.>. <Siamo delusi ed
arrabbiati. Il malcontento fra i motociclisti, da sempre la categoria più
soggetta a rincari, ormai è fortissimo e non escludo che ci si riunisca
facendo fronte comune e proponendo qualcosa di innovativo>.
LE IMMATRICOLAZIONI DI AUTO: MARZO -4,47, TRE MESI
-2,93% NEL CONFRONTO CON UN TRIMESTRE DA PRIMATO IL MERCATO ITALIANO
CONFERMA LA SUA SOLIDITA
Roma, 5 aprile 2001 - Nel corso del mese di marzo, in base alle proiezioni
diffuse dal Ministero dei Trasporti, in Italia sono state immatricolate
248.800 vetture, il 4,47% in meno rispetto alle 260.441 immatricolate nel
marzo del 2000. Pur avendo registrato una contrazione, il marzo di
quest'anno costituisce il terzo miglior risultato mensile italiano, dopo
quelli del marzo 1999 e 2000. Nel primo trimestre, le immatricolazioni sono
state 745.300, contro le 767.785 unità immatricolate nel periodo
gennaio-marzo dell'anno passato, con una contrazione del 2,93%. Secondo i
rilevamenti congiunti di Anfia e Unrae, i contratti stipulati nel mese di
marzo di quest'anno sono stati 255.357, il 9,20% in meno rispetto ai 281.226
contratti realizzati nel marzo dell'anno passato. Nel trimestre, gli ordini
ammontano a 753.534, il 3,73% in meno rispetto ai 782.767 del primo
trimestre dello scorso anno. L'usato, infine: nel mese di marzo il Ministero
dei Trasporti ha registrato 329.539 passaggi di proprietà (incluse le
cosiddette "minivolture"), il 6,69% in più rispetto ai 308.869
del marzo 2000, mentre nel trimestre i passaggi assommano a 905.136, con un
+7,64% rispetto agli 840.881 del primo trimestre dell'anno scorso. "Il
secondo miglior risultato assoluto del trimestre" Il quadro, a questo
punto, appare chiaro: vi è una lieve flessione delle vendite e degli
ordini, ma due sono i motivi che spiegano tali risultati: intanto, nel mese
di marzo di quest'anno c'è stato un giorno lavorativo in meno ma, fatto
ancora più significativo, il primo trimestre dell'anno si è andato a
confrontare con un trimestre-record, quello del 2000. Se infatti il
confronto viene fatto con il più "normale" 1999, ci si rende
conto che i risultati ottenuti quest'anno sono decisamente migliori, a
conferma della sostanziale tenuta della domanda. "Circa 745.000
immatricolazioni - spiega Sandro Malatto, Amministratore delegato di Opel
Italia -rappresentano il secondo miglior risultato di sempre dopo
l'eccezionale primo trimestre dello scorso anno e riconfermano l'Italia, nel
2001, come il secondo mercato d'Europa". A completare lo scenario,
infine, ci sono i dati dell'ACI, che indicano con un confortante +31,2% la
crescita nel numero delle radiazioni del gen-feb. 2001 rispetto al 1°
bimestre dello scorso anno. "Appare evidente - ha aggiunto ancora
Malatto - che gli italiani stanno soprattutto sostituendo le vetture più
anziane ancora in circolazione, un fenomeno estremamente positivo, che
permetterà un sostanziale svecchiamento del parco circolante, con benefici
per la sicurezza e per l'ambiente". Un aprile in linea con l'aprile
2000 Sulla base dei dati dello scorso mese, l'Unrae prevede, per aprile,
210.000 immatricolazioni, sostanzialmente in linea con i risultati
dell'aprile dello scorso anno. "Anche gli ordini - sottolinea Gianni
Filipponi, Segretario Generale dell'Associazione delle Case estere -
dovrebbero mostrare ad aprile un trend positivo, probabilmente tale da
recuperare in parte la flessione registrata a marzo rispetto al marzo
2000". Permangono, comunque, preoccupazioni per gli annunciati aumenti
delle tariffe RC auto e per i riflessi che il cattivo andamento della borsa
potrebbe avere sulla propensione al consumo. In marzo penetrazione Diesel di
nuovo in rialzo (34,68%) Significativo, infine, il risultato delle
immatricolazioni di vetture con motore diesel: 34,68% di auto a gasolio
vendute nel marzo scorso, con un consolidato trimestrale del 33,32%.
"Il risultato di marzo - spiega Filipponi - conferma la ripresa della
crescita della domanda di motorizzazioni diesel, dopo un breve periodo di
stabilità dovuto essenzialmente alla riduzione della forbice-prezzo fra
benzina e gasolio. Grazie alla tecnologia sempre più evoluta, il diesel
riprende la sua corsa al rialzo: il suo successo è confermato anche
dall'inevaso, che vede continuamente crescere la percentuale diesel sul
totale del portafoglio ordini".
CONVEGNO: EURO 2002, PREVIDENZA E LIBERE PROFESSIONI
Milano, 5 aprile 2001 - Organizzato dalla Cassa Nazionale di Previdenza e
Assistenza Forense con la collaborazione di Mediobanca per le sessioni
economiche si svolgerà a Genova, presso il Cotone Congressi, Area Porto
Antico il convegno "Euro 2002, previdenza e libere
professioni" il programma completo è disponibile sul sito della Cassa
Forense www.cassaforense.it
COLLOCAMENTO DI PRESTITI OBBLIGAZIONARI EXCHANGEABLE
EMESSI DALLA FONDIARIA
Milano, 5 aprile 2001 - Mediobanca, insieme con Lehman Brothers, ha concluso
ieri il collocamento di tre prestiti obbligazionari exchangeable emessi da
Fondiaria Nederland e garantiti da La Fondiaria Assicurazioni S.p.A.,
dell'importo complessivo di circa 605 milioni di euro, convertibili in
azioni di Banca di Roma, Assicurazioni Generali e Monte dei Paschi di Siena.
La domanda raccolta è stata superiore di oltre 10 volte l'importo in
offerta rendendo probabile l'esercizio dell'opzione di greenshoe che
porterebbe l'importo delle emissioni ad oltre 696 milioni di euro.
L'operazione presenta le seguenti principali caratteristiche: si tratta
della prima emissione exchangeable a livello internazionale che prevede una
clausola di adeguamento del rendimento a scadenza al merito di credito
dell'emittente sia in caso di miglioramento ( step-down ) che di
peggioramento ( step-up ); è la prima volta che una compagnia
d'assicurazione italiana emette proprie obbligazioni exchangeable per
ottimizzare la gestione delle proprie partecipazioni; è la prima importante
operazione finanziaria compiuta dalla Fondiaria sui mercati internazionali,
in coerenza con una strategia finalizzata a cogliere opportunità di
crescita al di fuori del mercato italiano. Per il Gruppo Fondiaria
l'operazione presenta i seguenti principali vantaggi: Basso costo del
finanziamento: in considerazione della struttura dello strumento proposto,
che incorpora il valore intrinseco dell'opzione di conversione, la cedola
che l'emittente si impegna a pagare annualmente ai portatori delle
obbligazioni, così come il rendimento complessivo del prestito a scadenza,
risultano inferiori al costo di fonti di finanziamento alternative. Il
Gruppo continuerà a percepire i dividendi spettanti alle Azioni Sottostanti
e godrà inoltre della redditività derivante dall'investimento in titoli
obbligazionari ammessi a copertura delle riserve tecniche, con rendimenti
stimabili in circa il 5% annuo. Effetto positivo in termini di cash flow:
gli interessi pagati agli investitori si suddivideranno nella cedola, pagata
annualmente, e nella maggiorazione al rimborso, riconosciuta alla scadenza
delle obbligazioni solo in caso di mancata conversione delle stesse.
Pertanto il Gruppo Fondiaria avrà un'uscita certa relativa soltanto al
pagamento annuale della cedola: se infatti le Obbligazioni venissero
convertite, il Gruppo non dovrà pagare la maggiorazione al rimborso.
Effetto positivo sul rating: il previsto limitato orizzonte temporale delle
obbligazioni (tre anni), il positivo effetto dell'operazione sul cash flow e
il basso costo del finanziamento, rappresenteranno elementi di giudizio
positivo per le agenzie di rating, nella valutazione del merito di credito,
rispetto ad altre forme di finanziamento. Potenziale monetizzazione a premio
rispetto ai prezzi di mercato correnti: la durata delle obbligazioni
garantisce un elevato "premio effettivo di conversione",
confrontato con gli attuali prezzi di mercato e fissa la volatilità dei
prezzi delle azioni sottostanti. Riequilibrio della composizione del
portafoglo investimenti, generando utili senza dismettere partecipazioni
strategiche e valorizzando al meglio investimenti effettuati nell'ambito
della ordinaria gestione dinamica degli attivi in portafoglio.
MICROSTRATEGY REAGISCE AL CROLLO DEL NASDAQ
Milano, 5 aprile 2001 - MicroStrategy, azienda leader
mondiale nella fornitura di business intelligence, annuncia la
ristrutturazione del proprio modello organizzativo, allo scopo di garantire
la profittabilità dell'azienda; le flessioni registrate dai titoli
tecnologici hanno inevitabilmente cambiato le esigenze aziendali:
dall'espansione delle tecnologie e delle aeree di competenza, alla
necessità di tagliare le divisioni meno produttive per privilegiare il
business primario dell'azienda, garantendo gli investimenti tecnologici dei
clienti oltre che gli interessi degli investitori. Il ridimensionamento ha
di fatto interessato soltanto i settori produttivi meno strategici,
conservando intatte le potenzialità del settore ricerca e sviluppo. La
scelta si è resa indispensabile per focalizzare e concentrare gli
investimenti dell'azienda sul suo core business, la Business Intelligence,
il Crm e il Narrowcasting. "I risultati italiani continuano ad essere
eccellenti e il primo quarter 2001 si chiuderà con un fatturato e un
profitto superiori alle previsioni" ha dichiarato Andrea Delvò,
country manager e amministratore delegato di MicroStrategy Italia "Il
numero di clienti è in costante crescita: riscontriamo sul mercato italiano
un incremento dell'interesse verso soluzioni di business intelligence, eCrm
e Narrowcasting e le nostre soluzioni rispondono efficacemente alle esigenze
dei nostri clienti garantendo competitività, time to market e ritorno degli
investimenti. Il ridimensionamento, inoltre, non tocchera' in alcun modo la
struttura italiana" "I risultati registrati dalla filiale
italiana" ha specificato Darren Jaffrey, Vice President Emea,
"sono stati superiori alle aspettative e in progressivo aumento fin
dalla sua costituzione e hanno spinto la Corporation ad implementare il
modello organizzativo italiano anche nelle altre country." "Ciò
che distingue il modello italiano" continua Darren Jaffrey, "è,
innanzitutto, l'aver scelto di operare sui grandi clienti direttamente o
insieme ai principali System Integrator, e di aver sviluppato una strategia
di partnership con Var e Software House che hanno sviluppato soluzioni
applicative, raggiungendo cosi' tutti i settori verticali di mercato. Questo
ha consentito di rafforzare il gia' elevato livello di fiducia dei clienti
nei confronti della nostra offerta tecnologica e dell'azienda stessa e di
creare una presenza capillare su tutto il territorio nazionale"
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