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SAT-ECONOMY: AXA LANCIA PER PRIMA IN ITALIA L'ASSICURAZIONE CHE PAGHI SOLO QUANDO GUIDI SI CHIAMA "AUTOMETRICA" IL SATELLITE E' ALLA BASE DI QUESTA INNOVAZIONE 

Milano, 18 luglio 2002 - A partire dal 9 settembre 2002, Axa immetterà sul mercato italiano un nuovo tipo di polizza auto " pay per use", che attraverso un innovativo sistema di calcolo consentirà di stabilire il premio dell'assicurazione auto in funzione dell'effettivo utilizzo. I tre concetti su cui Axa ha basato le proprie riflessioni sono: La sinistralità è fortemente correlata al quantitativo di chilometri percorsi; la presenza di sistemi Gps sulle automobili è in continuo aumento; in Italia il 25% degli automobilisti percorre mediamente meno di 10.000Km in un anno. Axa ha quindi elaborato un sistema innovativo di rilevazione della percorrenza al fine di calcolare una tariffa personalizzata per ogni assicurato. Le informazioni necessarie sono "quando e dove", intendendo per "quando" il giorno (lunedì, mercoledì o domenica) e per "dove" l'area in cui l'auto sta circolando (extraurbana, urbana e ad alta densità di traffico). Tali informazioni vengono automaticamente inviate dal sistema Gps ed elaborate dal terminale Axa, senza nessun intervento da parte dell'assicurato. Nel caso l'auto sia sprovvista dei sistema Gps idoneo e sia necessaria l'installazione a bordo del veicolo, Axa ha raggiunto un accordo di partnership con la società Ds Ingegneria che fornirà l'apparecchiatura Microsat a costi decisamente inferiori al prezzo di mercato. Il Gps sarà acquistabile direttamente presso l'agenzia Axa Carlink con cui si sottoscrive il contratto. Riassumento: il consumo viene calcolato in base ai chilometri realmente percorsi, in funzione dei giorno (da lunedì a venerdì e fine settimana) e dell'area (extraurbana, urbana e ad alta densità di traffico). Il premio iniziale varia in base a due parametri: comune di residenza e chilometraggio annuo medio dichiarato dall'utente. In seguito la regolazione dipende dallo storico dell'anno precedente. Nel caso in cui, il chilometraggio effettivo dovesse essere superiore/inferiore a quello dichiarato non verrà applicata nessuna franchigia e il conguaglio/rimborso verrà effettuato a fine anno. Il premio sarà calcolato in base ad una componente fissa, equivalente al 35% dei premio, e ad una variabile, corrispondente al 65%, in base alla percorrenza effettiva. Presso le agenzie Axa Carlink sarà possibile effettuare : sottoscrizione della polizza Irc e garanzie accessorie; acquisto dei sistema Gps; prenotazione per l'installazione dell'apparato (entro 48 ore lavorative); eventuale finanziamento per acquisto del sistema in 12 mesi a tasso 0. Vantaggi della polizza Axa Autometrica: convenienza sul costo Rcauto per le auto con basse percorrenze; convenienza sul costo Incendio/Furto; nessuna franchigia in caso di mancato funzionamento del sistema o di eventuale superamento dei chilometraggio inizialmente dichiarato; conguaglio o rimborso a fine anno con garanzia sul premio massimo, pari al premio di una polizza tradizionale; smart card gratuita; possibilità di consultare i chilometri percorsi su Internet; pronto intervento; assistenza in "Viva-voce"; sistema Gps con possibilità di estensione a servizi di localizzazione e navigazione. Per informazioni Numero Verde 800959668 

PRODI SUL "REGOLAMENTO DI ESENZIONE PER CATEGORIA RELATIVO AL SETTORE AUTOMOBILISTICO" 
Bruxelles, 18 luglio 2002 Nel corso della conferenza stampa tenutasi ieri il presidente della Commissione Europea Romano Prodi ha sottolineato che Il nuovo regolamento definisce l'organizzazione della distribuzione automobilistica e dei servizi post-vendita in Europa nei prossimi otto anni. Nel corso degli ultimi quindici o vent'anni l'industria automobilistica europea ha subito una profonda trasformazione ed é divenuta un'industria globale e aperta alla concorrenza. Tuttavia questa modernizzazione non ha toccato il settore della distribuzione e della manutenzione. Le case produttrici lo riconoscono e cercano di migliorare l'efficienza della distribuzione ma contemporaneamente vorrebbero mantenere chiuse le proprie reti di vendita e di riparazione, derogando alle normali regole della concorrenza. In base al Trattato, abbiamo il dovere di trovare un equilibrio tra i vantaggi dell'industria e i benefici del consumatore. Per questo, il nuovo regolamento mira a tutelare l'interesse: degli automobilisti a disporre di un'ampia scelta a prezzi competitivi; delle case produttrici alla difesa dell'immagine del marchio; dei rivenditori a rafforzarsi e divenire più competitivi; dei produttori di componenti di dipendere meno da un solo cliente; e, soprattutto, l'interesse generale della nostra economia di operare in un mercato; unico efficiente, trasparente e competitivo che porterà grandi vantaggi per tutti. 

IL NUOVO REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE EUROPEA SULL'ESENZIONE PER CATEGORIA PER GLI AUTOVEICOLI 
Bruxelles, 18 luglio 2002 - e cosa è un'esenzione per categoria? Il trattato CE prevede una norma fondamentale (articolo 81, paragrafo 1) che vieta gli accordi che hanno effetti contrari alla concorrenza. D'altra parte, molti accordi comunemente applicati, favorevoli alla concorrenza e vantaggiosi per i consumatori, contengono naturalmente delle clausole che limitano la capacità di concorrenza dell'una o dell'altra parte ed il trattato, all'articolo 81, paragrafo 3, accorda dunque alla Commissione il potere di esentare tali accordi dal divieto generale. Piuttosto che esaminare ogni singolo accordo notificato, la Commissione spesso esenta, mediante un regolamento, un'intera categoria di accordi, a condizione che rispondano a determinati requisiti e non contengano nessuna delle restrizioni che sono considerate fondamentali e non esentabili. Il nuovo regolamento per il settore degli autoveicoli è un esempio di una tale "esenzione per categoria". Il nuovo regolamento applica l'articolo 81, paragrafo 3 del trattato CE a determinati tipi di accordi di distribuzione e di prestazione di servizi nel settore automobilistico e sostituisce il regolamento d'esenzione per categoria 1475/95, che è entrato in vigore nel 1995 e scade il 30 settembre 2002. Come ha elaborato la sua proposta la Commissione? La proposta è stata elaborata dopo un intenso lavoro di raccolta dati e di consultazioni. * Il primo passo è stata la pubblicazione, nel novembre 2000, di una relazione di valutazione che ha individuato una serie di problemi del sistema di regolamentazione attualmente in vigore. La relazione si basa su inchieste e contributi da parte di tutte le categorie interessate (produttori, rivenditori, riparatori, produttori di pezzi di ricambio, operatori indipendenti, consumatori). La Commissione ha tenuto inoltre conto delle esperienze acquisite controllando l'attuazione del regolamento in vigore e, non da ultimo, trattando i casi individuali nell'ambito dei quali sono state inflitte ammende a grandi produttori automobilistici europei per pratiche anticoncorrenziali. Nella relazione si constata che i consumatori europei non hanno beneficiato di un'equa parte dei vantaggi del sistema, che la concorrenza tra i rivenditori non è sufficientemente sviluppata e che i rivenditori sono troppo dipendenti dai produttori. I consumatori incontrano in pratica molte difficoltà(1) ad esercitare il diritto, tipico di un mercato unico, di sfruttare le differenze di prezzo esistenti tra gli Stati membri, acquistando il proprio veicolo dove il prezzo è più basso. * Vari consulenti indipendenti sono stati incaricati di eseguire una serie di studi(2) sugli elementi principali della revisione, analizzando in particolare l'obbligo di collegare vendite e servizi, le ragioni delle differenze di prezzo, le opinioni dei consumatori sulle diverse caratteristiche del sistema attuale e dei sistemi in futuro e l'impatto potenziale di varie modifiche normative su tutti gli interessati. * Nel febbraio 2001 si è svolta un'audizione per discutere i risultati della relazione di valutazione e dei primi due studi, alla quale hanno assistito, tra l'altro, le associazioni dei consumatori, quelle dei rivenditori di autoveicoli e i rappresentanti dei principali costruttori. La Commissione ha inoltre esaminato le opinioni espresse individualmente dalle parti interessate ed ha tenuto conto delle numerose osservazioni presentate dai consumatori europei. * Il 5 febbraio 2002 la Commissione ha adottato un progetto del regolamento in questione(3). Il progetto è stato pubblicato il 16 marzo nella Gazzetta ufficiale (GU C 67 del 16.3.2002) con un invito a presentare osservazioni. Le parti interessate hanno inviato 350 contributi, valutati attentamente dalla Commissione. * La Commissione ha consultato il Comitato consultivo in materia di intese e posizioni dominanti, composto di rappresentanti degli Stati membri, nel marzo e nel giugno 2002. * Il Parlamento europeo e il Comitato economico e sociale hanno espresso il proprio parere sul progetto di regolamento alla fine del maggio 2002. Tutto il materiale relativo al processo di revisione è disponibile nel sito web della Commissione all'indirizzo http://europa.eu.int/comm/competition/car_sector/distribution/ Perché non lasciare semplicemente scadere il regolamento di esenzione per categoria 1475/95? Durante il processo di revisione, la Commissione ha considerato una serie di alternative per la modifica normativa. Sin dall'inizio era chiaro che lasciare semplicemente scadere il regolamento 1475/95 non rappresentava una possibilità realistica. Se la Commissione si limitasse a lasciare scadere il regolamento in vigore, il settore automobilistico rientrerebbe automaticamente nel campo di applicazione delle norme generali di concorrenza relative agli accordi di distribuzione (regolamento della Commissione di esenzione per categoria applicabile agli accordi verticali 2790/99). Anche se questo regolamento generale è adeguato per la maggior parte dei settori economici, la Commissione ha concluso che non comporta sufficienti garanzie per ovviare ai problemi sottolineati nella relazione di valutazione per il settore automobilistico. Garanzie aggiuntive erano particolarmente necessarie poiché la Commissione aveva individuato il cosiddetto "effetto cumulativo" nel settore degli autoveicoli. Questo può manifestarsi quando un'elevata percentuale di merci viene distribuita utilizzando reti di distribuzione che hanno caratteristiche quasi identiche atte a restringere la concorrenza. Le norme generali di concorrenza per gli accordi di distribuzione consentirebbero inoltre una riproduzione quasi identica del sistema attuale per quanto riguarda le vendite di autoveicoli(4). Le norme attuali consentono una combinazione di territorio di vendita esclusivo e di selettività per i rivenditori. Tale combinazione è stata individuata nella relazione di valutazione come uno dei principali problemi per la concorrenza derivanti dal regime attuale. Le norme generali di concorrenza per gli accordi di distribuzione non prevedono inoltre una situazione soddisfacente per quanto riguarda i settori dei servizi di riparazione, in particolare relativamente alla fornitura di pezzi di ricambio e alle condizioni alle quali i riparatori indipendenti devono svolgere la propria attività. Qual è la natura del regime proposto? Pur essendo più rigoroso del precedente, il nuovo regolamento è meno prescrittivo. I costruttori automobilistici possono scegliere un sistema di distribuzione esclusiva, nell'ambito del quale ai rivenditori viene assegnato un determinato territorio, o un sistema di distribuzione selettiva. In caso di distribuzione selettiva, il costruttore può applicare una combinazione di criteri qualitativi e quantitativi o può scegliere i suoi rivenditori in base a criteri esclusivamente qualitativi. In quest'ultimo caso, non potrà stabilire un numero massimo di rivenditori e qualsiasi rivenditore che risponda ai criteri potrà far parte della rete. In tutti i sistemi selettivi, qualitativi e/o quantitativi, il produttore può richiedere che le vendite vengano effettuate solo ai consumatori finali e agli altri membri della rete autorizzata. Il regolamento favorirà la nascita di punti vendita multimarca? Sebbene in base al regolamento in vigore possano in teoria vendere veicoli di più marche, i rivenditori in pratica lo fanno raramente(5). Attualmente i produttori possono esigere che i rivenditori vendano altre marche soltanto in locali separati, attraverso una società diversa e con una gestione ed un personale distinti, il che in pratica rende le vendite multimarca antieconomiche. Gli studi hanno tuttavia dimostrato che esiste una domanda da parte dei consumatori affinché i rivenditori vendano più di una marca. Il nuovo regolamento elimina quindi la maggior parte delle restrizioni permesse in base alle norme in vigore, dando ai rivenditori, e quindi ai consumatori, un'effettiva possibilità di scelta. I produttori di automobili possono tuttavia tutelare la propria immagine di marca richiedendo che i veicoli vengano esposti negli autosaloni in settori distinti per le singole marche, analogamente a quanto avviene nei saloni dell'auto. L'imposizione di personale di vendita specifico per le singole marche non verrebbe consentito in quanto potrebbe rappresentare un costo aggiuntivo considerevole, frenando di conseguenza lo sviluppo dell'attività multimarca, a meno che non venga deciso dal rivenditore e il produttore paghi tutti i costi aggiuntivi. I costruttori di autoveicoli, infine, potranno inoltre richiedere che un rivenditore multimarca si rifornisca di un numero minimo di autovetture della loro marca, ma tale minimo non potrà superare il 30%. Quali sono i cambiamenti per i cosiddetti "intermediari"? L'esperienza ha dimostrato quanto sia difficile per i singoli consumatori acquistare un autoveicolo all'estero. Essi possono avere problemi di lingua o non avere dimestichezza o facilità di contatto con l'ambiente commerciale di un altro Stato membro. Le regolamentazioni adottate in passato in questo settore hanno dunque permesso il ricorso, da parte del consumatore, ad un rappresentante, comunemente definito intermediario. Molti degli operatori che si fanno pubblicità via Internet, come Virgin Cars o OneSwoop, operano come intermediari. Le misure finora adottate dalla Commissione permettono ai produttori di imporre delle limitazioni alle attività di questi intermediari, ad esempio con la clausola in base alla quale nessun intermediario può comperare un numero di autoveicoli che superi il 10% del totale in volume delle vendite di un rivenditore. Queste norme ovviamente ostacolano un tipo di commercio perfettamente legittimo ed in futuro saranno vietate. La sola regola che i produttori di automobili potranno imporre sarà che l'intermediario disponga del mandato del consumatore. Cosa avverrà con le vendite presso i supermercati? È stata valutata la possibilità che la Commissione obblighi in qualche modo i produttori di automobili a vendere ai supermercati. In un'economia di libero mercato la regola generale è che i produttori di merci possono scegliere a chi vendere e soltanto in circostanze estreme un'autorità di concorrenza può intervenire per costringere un fornitore di beni o servizi a vendere ad un determinato singolo o ad una classe di operatori. La Commissione riconosce il fatto che una situazione così estrema non esiste attualmente nel settore automobilistico in Europa e ha dunque optato per una serie di norme flessibili che consentono ai produttori di scegliere se vendere autoveicoli ai supermercati Durante il lungo ed approfondito processo di consultazione intrapreso dalla Commissione, nessun supermercato o associazione di categoria di supermercati ha mai espresso direttamente il desiderio di vendere automobili su base regolare. È inoltre dimostrato che se i produttori fossero ora costretti ad ammettere i supermercati nei loro sistemi di distribuzione, ne potrebbe derivare un effetto negativo sui produttori e sui distributori. I consumatori non sembrano inoltre molto attratti dall'idea di acquistare un'automobile in un supermercato (vedi studio Lademann). Non si può d'altro canto nemmeno sostenere che il nuovo regolamento non offra ai supermercati nuove possibilità commerciali. I supermercati potrebbero infatti diventare rivenditori (mono o multimarca) se soddisfano gli stessi criteri stabiliti dal produttore per qualsiasi altro rivenditore potenziale e se il produttore di autoveicoli li accetta come tali. Ad esempio, alcuni produttori potrebbero scegliere i supermercati come propri rivenditori esclusivi in alcune zone dell'UE. Alcuni costruttori che vogliano applicare solo sistemi selettivi basati su criteri di qualità non potrebbero rifiutare i supermercati come rivenditori autorizzati, qualora questi soddisfino i medesimi criteri qualitativi dei rivenditori "tradizionali". Tuttavia, se un produttore applica sistemi selettivi basati su criteri quantitativi (ossia limita il numero dei propri rivenditori), è possibile che non si accetti che un supermercato entri a far parte della rete ufficiale anche se soddisfa i criteri qualitativi. I supermercati o altri esercizi possono ovviamente agire anche come intermediari per i consumatori, dato che le norme sugli intermediari sono diventate meno rigide, e possono anche stabilire relazioni privilegiate con i rivenditori in tutto il mercato comune. 'El Corte Inglés' ha ad esempio introdotto questo modello in Spagna e potrebbe svilupparlo ulteriormente. Perché la Commissione ha rinunciato ad esigere dai produttori di automobili di vendere anche ad operatori Internet "puri"? L'analisi della Commissione tende a dimostrare che, a lungo termine, i presunti vantaggi per i consumatori verrebbero superati dagli svantaggi: si potrebbe immaginare che i distributori Internet che vendono veicoli esclusivamente in rete approfittino abusivamente dell'attività degli altri distributori che hanno l'obbligo di investire in un salone, in veicoli di dimostrazione e in personale di vendita addestrato per consigliare i consumatori. I consumatori potrebbero utilizzare tutte queste strutture, per poi rivolgersi ad un commerciante Internet per l'acquisto vero e proprio del nuovo veicolo. In considerazione di questi rischi e del fatto che uno studio effettuato per la DG Concorrenza (lo studio Lademann) dimostra che i consumatori non sono ancora molto attratti dall'idea di acquistare un'automobile da un distributore che operi esclusivamente via Internet, al momento non sembra opportuno costringere i produttori a dare a questi operatori un accesso pieno ed incondizionato alle reti di distribuzione. È necessario tuttavia sottolineare che il nuovo regolamento specifica che nessun rivenditore che soddisfi i criteri del produttore può essere limitato nella sua facoltà di vendere via Internet o nell'uso di siti Internet di riferimento. Internet è un mezzo a basso costo che dovrebbe, a medio termine, ridurre sia i costi di distribuzione che i prezzi al consumo. Gli operatori Internet, analogamente ai supermercati, potrebbero inoltre agire come intermediari per i consumatori, stabilendo relazioni privilegiate con i rivenditori in tutto il mercato comune. La riorganizzazione del collegamento tra le vendite e i servizi post-vendita andrà veramente a vantaggio dei consumatori? Con il sistema attuale tutti i rivenditori membri della rete sono obbligati ad effettuare la vendita di autoveicoli e a fornire i relativi servizi se questo viene richiesto dal costruttore. Essi non possono attualmente scegliere l'una o l'altra attività, il che restringe considerevolmente la loro libertà commerciale. Con il nuovo sistema, un distributore che voglia specializzarsi nella vendita di automobili potrà scegliere se fornire lui stesso i servizi post-vendita o subappaltarli ad uno o più riparatori ufficiali che siano facilmente accessibili per i suoi consumatori. Questo metodo garantirà che i clienti di ciascun distributore possano rivolgersi ad almeno un riparatore ufficiale e che il rivenditore comunichi loro la sede di tale riparatore e la distanza tra il punto vendita e l'officina prima dell'acquisto dell'automobile. Con il nuovo sistema, inoltre, esisterà in tutta Europa, esattamente come oggi, la necessaria infrastruttura di riparatori ufficiali che rispettano gli standard di qualità del produttore richiesti per il rispetto delle garanzie e l'esecuzione del servizio assistenza gratuito, nonché del servizio in caso di operazioni di revisione di autoveicoli difettosi. La differenza tra il nuovo e il vecchio sistema è che, in futuro, alcuni riparatori ufficiali non venderebbero autoveicoli nuovi. Questo avviene tuttavia già adesso: ad esempio Audi, VW e Ford hanno una rete di riparatori ufficiali (ad esempio i centri di assistenza Audi in Germania e in Belgio o i punti assistenza Ford) che effettuano riparazioni con un regime simile. Nessun problema relativo a questo regime è stato segnalato ai servizi della Commissione. Con il nuovo sistema, inoltre, i riparatori indipendenti possono diventare riparatori ufficiali se soddisfano i criteri stabiliti dai costruttori automobilistici, migliorando in questo modo il servizio ai consumatori e la copertura territoriale. I rivenditori che non dispongono più di una concessione potranno inoltre rimanere riparatori ufficiali della marca. In questo modo si eviterà il rischio che il mercato perda competenza tecnica e si contribuirà a mantenere una fitta copertura di punti di assistenza. Quali sono gli effetti previsti delle nuove norme nel settore dei servizi di riparazione? Oltre a tutti i vantaggi già esposti, relativi alla riorganizzazione del legame tra attività di vendita e attività post-vendita, gli effetti saranno significativi per i riparatori indipendenti e per la fornitura di pezzi di ricambio originali. Innanzitutto ciascun riparatore che soddisfi i criteri del produttore potrà diventare riparatore ufficiale, aumentando in questo modo il numero di imprese in concorrenza. I riparatori indipendenti, come nel sistema attuale, continueranno ad avere accesso ai pezzi di ricambio, ma verrà ulteriormente migliorato il loro accesso alle informazioni tecniche, al software e alla riprogrammazione, alle attrezzature, alle apparecchiature di diagnostica e di riparazione e alla formazione. L'accesso alle informazioni tecniche verrà reso più conveniente per le necessità specifiche, ad esempio l'assistenza offerta da parte dei club automobilistici e da altri servizi di assistenza su strada. Il principio è che tale accesso debba essere concesso a condizioni non discriminatorie sia ai riparatori autorizzati che a tutti gli altri: se i primi devono pagare un software specifico o sostenere parte dei costi di un corso di formazione, ai secondi devono essere applicati i medesimi prezzi. I riparatori indipendenti, compresi quelli qualificati che non intendano diventare riparatori autorizzati, saranno dunque in grado di concorrere al medesimo livello con i riparatori autorizzati e potranno così adeguarsi all'evoluzione tecnologica. Attualmente esistono nell'UE più di 100 000 riparatori indipendenti, che costituiscono una pressione concorrenziale considerevole rispetto alle reti autorizzate e detengono il 50% del mercato di tutti i servizi di riparazione e addirittura l'80% per gli autoveicoli con più di 4 anni. Si tratta di quote di mercato notevoli che giustificano l'applicazione di condizioni più rigorose sul mercato dei servizi di riparazione. Analogamente, i produttori di pezzi di ricambio avranno un migliore accesso ai riparatori sia autorizzati che indipendenti. Questi produttori fabbricano l'80% di tutti i componenti e pezzi di ricambio degli autoveicoli nuovi, mentre il costruttore dei veicoli ne produce solo il 20%. Con il nuovo regolamento, i produttori di pezzi di ricambio potranno apporre il proprio logo, assieme a quello del costruttore dell'autoveicolo, sui pezzi di ricambio originali venduti al produttore degli autoveicoli. I produttori di pezzi di ricambio potranno inoltre vendere il medesimo pezzo con il proprio logo senza che perda la caratteristica di "pezzo di ricambio originale" sia ai riparatori autorizzati che a quelli indipendenti. Solitamente tali pezzi di ricambio sono meno cari rispetto agli stessi pezzi forniti dal produttore di autoveicoli. In conclusione, il nuovo regolamento introdurrà una maggiore concorrenza tra riparatori autorizzati, tra riparatori autorizzati e riparatori indipendenti e tra i costruttori di autoveicoli e i produttori di pezzi di ricambio nella fornitura di pezzi di ricambio originali. La maggiore concorrenza dovrebbe determinare prezzi più concorrenziali per i consumatori e una maggiore qualità dei servizi post-vendita. Quali sono gli effetti previsti delle nuove norme sull'occupazione nel settore? Il regolamento non dovrebbe avere alcun effetto netto direttamente individuabile sull'occupazione in questo settore, che è determinata in ultima analisi dalla redditività dei mercati al dettaglio e dei servizi post-vendita. La maggior parte dei produttori sta già realizzando programmi per ridurre i costi e razionalizzare le reti della distribuzione nella CE. Si prevede che questa tendenza, iniziata con l'attuale regolamento 1475/95, continui anche in futuro; gli analisti dell'industria prevedono che il numero di rivenditori ufficiali appartenenti ad una rete di distribuzione diminuirà del 20-25% entro il 2010, a prescindere dalle regole di concorrenza applicabili al settore. Il regolamento offre agli ex rivenditori la possibilità di diventare riparatori ufficiali nell'ambito della rete di distribuzione dei produttori. In pratica, non è possibile imporre alcun massimale al numero di riparatori che soddisfano i criteri qualitativi per far parte della rete, il che permette agli ex rivenditori di continuare ad operare nella rete come riparatori autorizzati. In questo modo, il regolamento dovrebbe compensare almeno in parte la diminuzione prevista nel numero di rivenditori. Anche coloro che attualmente operano come riparatori indipendenti possono trovare questa possibilità interessante, anche se per soddisfare i criteri previsti per i membri della rete di un produttore possono aver bisogno di un certo livello di investimenti in attrezzature, personale e formazione. Inoltre, permettendo ai riparatori indipendenti di adeguarsi ai cambiamenti tecnologici, il progetto di regolamento può indirettamente mantenere o perfino aumentare l'occupazione, incoraggiando questi riparatori a consolidare la loro posizione sul mercato. Le nuove norme creano le condizioni almeno perché l'occupazione possa essere almeno mantenuta al livello odierno nel settore post-vendita, che occupa molte più persone rispetto a quello delle vendite, compensando in questo modo l'attuale tendenza alla razionalizzazione delle reti di vendita da parte dei costruttori di autoveicoli. La Commissione prevede che i prezzi al dettaglio diminuiranno grazie alle nuove norme? La Commissione europea non è un'autorità incaricata della fissazione dei prezzi. L'unico compito della Commissione per quanto riguarda i prezzi è garantire che sul mercato esistano condizioni tali da permettere una concorrenza soddisfacente e senza distorsioni. Questo implica anche che i consumatori devono avere il diritto di acquistare ovunque nel mercato unico al prezzo più conveniente. Una vera concorrenza sul mercato, tuttavia, è generalmente un fattore importante per impedire livelli e differenze di prezzo non giustificati. Le relazioni semestrali della Commissione sui prezzi delle automobili(7) rilevano differenze di prezzo che possono indicare una mancanza di concorrenza o una compartimentazione del mercato che vanno al di là degli effetti dovuti ai diversi livelli di tassazione degli autoveicoli nell'UE. Il nuovo regolamento intende creare le condizioni di mercato che consentano la riduzione delle forti differenze di prezzo che sono dovute alle rigidità degli attuali sistemi di distribuzione nell'Unione europea e prezzi più competitivi sui mercati della vendite e dei servizi post-vendita. È importante inoltre ricordare che la concorrenza avviene anche ad altri livelli: la qualità e la diversità del prodotto, ad esempio, sono elementi importanti per la concorrenza nell'industria automobilistica di oggi ed hanno, non da ultimo, un'importanza fondamentale per i consumatori. Le nuove norme determineranno un'armonizzazione dei prezzi (tasse escluse) in tutta l'UE? Alcuni costruttori di autoveicoli non hanno atteso un nuovo regolamento per armonizzare i prezzi al dettaglio in tutta l'UE. Questo è avvenuto solo per il segmento alto delle autovetture (Mercedes, alcune BMW, Porsche) nell'area dell'euro. Anche se vi è una tendenza all'armonizzazione, nessuno può prevedere a quale livello avverrà la convergenza (a livelli uguali, superiori o inferiori a quelli attuali). Ciò dipenderà dal grado di concorrenza effettiva tra le varie marche. Se, come affermano i costruttori, la concorrenza tra loro è aspra a livello di prezzi e d'innovazione, la convergenza potenziale dovrebbe portare i prezzi al di sotto degli attuali prezzi medi in tutta l'UE. Anche gli aumenti di prezzo dovrebbero essere difficili in caso di concorrenza effettiva, a meno che essi non siano concordati o decisi in comune dai costruttori. D'altro canto, per quanto riguarda gli aumenti di prezzo nei paesi con tasse elevate sugli autoveicoli, quali la Danimarca, la Finlandia, la Grecia o l'Irlanda, i produttori terranno conto del rischio di perdere quote di mercato locali o di una domanda ridotta per gli autoveicoli nuovi. Se esiste una notevole concorrenza tra le marche, a lungo termine le nuove norme non dovrebbero avere come conseguenza aumenti dei prezzi, a meno che essi non siano decisi o concordati tra i costruttori di autoveicoli. Se vi sono accordi o prassi concordate per aumentare i prezzi, ciò sarebbe contrario alle norme di concorrenza e verrebbe sanzionato dalla Commissione. Concentrazione dei concessionari e effetti sui prezzi La maggior parte dei costruttori sta già razionalizzando la propria rete di distribuzione e non ha atteso le nuove norme per diminuire il numero dei concessionari(8). I livelli di concentrazione a livello del dettaglio nell'area dell'euro sono estremamente bassi. Ad esempio in Francia, dove il livello di concentrazione è uno dei più alti dell'UE, la massima quota di mercato detenuta da una singola impresa è pari al 2,3% (tale impresa gestisce diverse concessioni di varie marche). Gli altri due paesi con i maggiori livelli di concentrazione sono il Portogallo e la Spagna. I livelli di concentrazione più bassi si registrano in Germania e in Austria. Di conseguenza non vi sono dubbi che nell'area dell'euro si parta da mercati al dettaglio estremamente frammentati. Per quanto riguarda le dimensioni dei distributori, un distributore nell'UE vende in media 300 autoveicoli l'anno. Vi è potenzialmente la possibilità di economie di scala a livello del dettaglio che potrebbero essere trasferite ai consumatori. Non sembra inoltre esserci una correlazione tra concentrazione e prezzi più alti. Anche se la Francia è uno dei mercati più concentrati, i prezzi sono nella media dell'area dell'euro. I prezzi in Portogallo e in Spagna, due tra i mercati più concentrati, sono i più bassi di tutta l'area dell'euro. I prezzi in Germania e in Austria, i mercati più frammentati, sono invece i più alti. Se in tutta l'UE il numero di concessionari dovesse scendere del 30% nel 2010 (ossia del 5-10% in più rispetto al calo del 25% che è generalmente previsto, anche nello studio commissionato dall'industria automobilistica(9)), la concentrazione raggiungerebbe i livelli attuali della Spagna e del Portogallo. I costruttori di automobili potrebbero inoltre imporre prezzi al dettaglio massimi qualora pensassero che i concessionari stanno abusando del proprio potere di mercato locale. Che cosa è la clausola di ubicazione e come funziona? La clausola di ubicazione è una disposizione in base alla quale un produttore di autoveicoli può controllare dove il distributore stabilisce i propri punti vendita o consegna. Fatta salva la politica del produttore per quanto riguarda la copertura territoriale, essa garantisce inoltre ai distributori esistenti che nessun altro distributore concorrente aprirà vicino a lui punti vendita o consegna concorrenti. Le clausole di ubicazione restringono la concorrenza tra rivenditori della stessa marca. Esse consentono una riproduzione quasi identica dell'attuale sistema di distribuzione degli autoveicoli, che combina protezione territoriale e selettività. La relazione di valutazione della Commissione sul regime attualmente applicabile alla distribuzione di autoveicoli ha considerato questa combinazione come la principale restrizione negativa, che ostacola considerevolmente la concorrenza tra concessionari. Di conseguenza il nuovo regolamento vieta l'uso di queste clausole di ubicazione da parte dei produttori quando è applicata la distribuzione selettiva (le vendite sono permesse solo ai consumatori finali e ad altri membri autorizzati della rete costituita dal produttore e di conseguenza vietate ad operatori indipendenti). Questo si applica sia alle autovetture che ai veicoli commerciali leggeri. Il nuovo regolamento prevede dunque che non sia possibile vietare ai distributori esistenti in un sistema selettivo di aprire punti vendita o consegna secondari in qualunque parte dell'UE. Tali sedi aggiuntive, tuttavia, devono rispettare i criteri del produttore per la zona in questione in modo che vi sia una concorrenza equa tra i concessionari stabiliti e i nuovi concorrenti potenziali: un concessionario belga delle Ardenne che desideri aprire un autosalone sugli Champ Elysées a Parigi dovrà soddisfare le regole stabilite dal produttore per questa ubicazione di primo piano. Nell'ambito della distribuzione esclusiva, il produttore mantiene un controllo di fatto sul luogo di stabilimento dei propri distributori, in quanto attribuisce territori di vendita esclusivi. Con questo tipo di distribuzione, tuttavia, i distributori autorizzati sono liberi di vendere a rivenditori indipendenti di autoveicoli (compresi supermercati e operatori Internet) e questi operatori indipendenti possono ricorrere all'arbitraggio tra i territori assegnati in maniera esclusiva e in tutta l'UE. La situazione è dunque diversa rispetto al regime attuale. Le nuove norme si applicano in egual misura a camion, autobus, veicoli commerciali leggeri e autovetture? Anche se le nuove norme si applicano in egual misura a tutti questi autoveicoli, sia per le vendite che i servizi post-vendita, i produttori possono applicare clausole di ubicazione per camion e autobus. In pratica, ciò significa che questi rivenditori dovrebbero avere il consenso del produttore prima di aprire un punto vendita o un'officina secondari. Vi saranno conseguenze negative per la copertura geografica nell'UE? I produttori mantengono sempre il pieno controllo sul primo luogo di stabilimento di un rivenditore di autoveicoli. Un rivenditore esistente non può chiudere la propria sede principale e spostarsi in un altro luogo dell'UE, senza perdere il proprio accredito come membro autorizzato della rete di distribuzione del produttore. La copertura geografica può essere inoltre ottenuta senza problemi se i produttori applicano sistemi di distribuzione esclusiva (assegnazione di territori di vendita esclusivi, come per molti altri prodotti che richiedono servizi post-vendita, ad esempio i trattori agricoli). Il grado di copertura geografica dipende dunque principalmente dalla decisione del produttore. Ad esempio, molti costruttori hanno ristrutturato la propria rete di concessionari o lo stanno facendo ora allo scopo di ridurre il numero di rivenditori in tutta l'UE. I produttori di autoveicoli possono inoltre decidere, se lo desiderano, di compensare i bassi volumi di vendita in determinate aree concedendo condizioni speciali per mantenere i rivenditori in tali zone. L'attività multimarca contribuirà inoltre alla redditività delle concessioni situate in zone con vendite basse o in aree remote. Per quanto riguarda le imprese di riparazione, il produttore non ne può più controllare il numero. Tutti i riparatori che soddisfano i criteri di qualità stabiliti dal produttore possono diventare membri della rete autorizzata. Anche se non intendono diventare riparatori autorizzati, le disposizioni del nuovo regolamento sull'accesso ai pezzi di ricambio, alle informazioni tecniche, alle attrezzature e alla formazione stanno creando per i riparatori indipendenti le condizioni per rimanere in affari e continuare a competere con le reti autorizzate. Questo elemento contribuisce almeno al mantenimento dell'attuale copertura geografica. Combinazione di distribuzione selettiva ed esclusiva nell'UE Anche se non potranno più combinare territori di vendita esclusivi e distribuzione selettiva per un singolo rivenditore, i produttori di autoveicoli potranno decidere di attuare la distribuzione esclusiva in un mercato e quella selettiva in un altro. Ciò potrebbe essere interessante qualora gli obiettivi del produttore varino tra i diversi Stati membri. Il nuovo regolamento contiene tuttavia garanzie per evitare una situazione nella quale l'uso di sistemi paralleli determini una compartimentazione del mercato unico. 

BORSA ITALIANA SPA: GLI AZIONISTI DI MONTE TITOLI ACCETTANO L'OFFERTA DI BORSA ITALIANA 
Milano, 18 luglio 2002 - Alla scadenza del periodo utile indicato da Borsa Italiana nella sua offerta agli azionisti Monte Titoli per l'acquisto dell'intero capitale azionario della società, le accettazioni pervenute consentiranno a Borsa Italiana di acquistare oltre il 94% del capitale della stessa Monte Titoli, tenuto conto che Borsa Italiana già ne detiene il 4,1%. In base alle accettazioni, più della metà delle azioni sarà conferita in cambio di azioni di Borsa Italiana di nuova emissione mentre le altre saranno cedute per contanti.

MARCHIO DI QUALITA ' AIAF PER CONSORS 
Milano, 18 luglio 2002 - Consors Online Broker Sim ha ottenuto l 'autorizzazione ad esporre il Marchio di Qualità Aiaf,che rappresenta una certificazione della serietà e della professionalità con cui il broker diffonde on-line l 'informazione finanziaria elaborata internamente dall 'Ufficio Studi. Il Decalogo Aiaf Il codice di autoregolamentazione dell'Associazione degli Analisti Finanziari raccomanda standard etici e best practice cui gli operatori devono attenersi per poter esibire il "Marchio di Qualità Aiaf",prevedendo precise norme di comportamento e caratteristiche che la comunicazione finanziaria deve rispettare su quattro principali aree: 1)il Messaggio; 2)il Consulente che diffonde il Messaggio; 3)la Società che diffonde il Messaggio; 4)l 'impegno del Consulente e della Società. Consors Online Broker Sim prosegue nella politica di cura del servizio offerto, perseguendo e mantenendo elevati standard qualitativi per i servizi finanziari e per l 'informativa che propone al mercato. Infolink: www.aiaf.it 

GRUPPO PIRELLI: CALENDARIO DELLE RIUNIONE DEL CONSIGLI DI PIRELLI SPA, PIRELLI & C. REAL ESTATE E PIRELLI & C. 
Milano, 18 luglio 2002 - Il Gruppo Pirelli rende noto che i Consigli di Pirelli SpA, Pirelli & C. Real Estate e Pirelli & C. si riuniranno per esaminare i dati preliminari e non auditati relativi ai primi sei mesi del 2002, rispettivamente il 26 il 29 e il 30 luglio prossimi. Si riepiloga di seguito il nuovo calendario previsto degli eventi societari: Pirelli & C.: 30 luglio 2002: Riunione del Consiglio degli Accomandatari per l'esame dei dati preliminari e non auditati relativi ai primi sei mesi del 2002; 11 settembre 2002: (e non più il 10 settembre come in precedenza comunicato): Riunione del Consiglio degli Accomandatari per l'esame della relazione semestrale al 30 giugno 2002 (il suddetto documento sarà reso disponibile al pubblico entro il 13 settembre 2002 e pertanto, ai sensi dell'art. 82 della deliberazione Consob 11971/99, la relazione trimestrale relativa al secondo trimestre 2002 non verrà predisposta); 13 novembre 2002: (e non più il 12 novembre come in precedenza comunicato): Riunione del Consiglio degli Accomandatari per l'esame dei risultati consolidati del terzo trimestre 2002. Pirelli & C. Real Estate: 29 luglio 2002: Riunione del Consiglio di Amministrazione per l'esame dei dati preliminari e non auditati relativi ai primi sei mesi del 2002; 10 settembre 2002: Riunione del Consiglio di Amministrazione per l'esame della relazione semestrale al 30 giugno 2002 (il suddetto documento sarà reso disponibile al pubblico entro il 13 settembre 2002 e pertanto, ai sensi dell'art. 82 della deliberazione Consob 11971/99, la relazione trimestrale relativa al secondo trimestre 2002 non verrà predisposta); 12 novembre 2002: Riunione del Consiglio di Amministrazione per l'esame dei risultati consolidati del terzo trimestre 2002. Pirelli SpA 26 luglio 2002: Riunione del Consiglio di Amministrazione per l'esame dei dati preliminari e non auditati relativi ai primi sei mesi del 2002; 9 settembre 2002: Riunione del Consiglio di Amministrazione per l'esame della relazione semestrale al 30 giugno 2002 (il suddetto documento sarà reso disponibile al pubblico entro il 13 settembre 2002 e pertanto, ai sensi dell'art. 82 della deliberazione Consob 11971/99, la relazione trimestrale relativa al secondo trimestre 2002 non verrà predisposta); 11 novembre 2002: Riunione del Consiglio di Amministrazione per l'esame dei risultati consolidati del terzo trimestre 2002. 

PHILIPS ANNUNCIA UNA NUOVA PROCEDURA PER GARANTIRE L'INDIPENDENZA DEI REVISORI SU SCALA GLOBALE 
Amsterdam, 18 luglio 2002 - Royal Philips Electronics ha annunciato una nuova procedura per garantire l'indipendenza dei revisori esterni di Philips e di tutte le società controllate. Philips ha sempre mantenuto una procedura di stretta separazione tra le funzioni di revisione e quelle di consulenza delle società esterne di auditing, rispettando quanto previsto dalla Regola 2-01 della Sec in base alla quale la società incaricata della revisione deve essere indipendente dall'azienda tanto nella realtà dei fatti quanto nell'apparenza. Tale procedura è stata ora resa ancora più rigorosa con regole che Philips si è autoimposta e che superano i requisiti definiti dall'esterno. "Philips si è posta all'avanguardia nel definire una procedura non ambigua relativamente al ruolo del revisore esterno su base globale", ha dichiarato Jan Hommen, Vice Chairman e Chief Financial Officer di Philips. "Abbiamo sempre mantenuto una stretta separazione tra la sezione consulenziale e quella di revisione dei nostri auditor. Rispetto alla nostra abituale procedura, questa decisione è un passo logico intrapreso alla luce dei recenti avvenimenti che stanno animando il mondo delle corporation. Philips presenta i propri risultati finanziari sulla base della massima trasparenza e apertura e questa nuova procedura globale riflette la nostra attitudine." La nuova procedura, operativa dal 15 luglio 2002, può essere così riassunta: Chiara definizione di quali servizi possa o non possa fornire il revisore esterno; Assegnazione tramite gara di incarichi per servizi di tipo non correlato alla revisione che generino onorari superiori a Euro 250,000; Approvazione formale preventiva della commissione di revisione da parte del Supervisory Board per qualsiasi attività che generi onorari superiori ai 2 milioni di Euro; Cambiamento del revisore principale dopo un massimo di 5 anni e cambiamento dei partner di auditing rilevanti dopo un massimo di sette anni; Assegnazione di incarico al revisore esterno per un periodo di tre anni, durante il quale il Supervisory Board effettuerà la valutazione delle prestazioni del partner in base a criteri misurabili, informerà gli azionisti del risultato nella riunione generale successiva e rivolgerà all'assemblea generale una proposta relativa alla nomina del revisore esterno; Chiara definizione delle responsabilità del revisore esterno e della sua indipendenza, con valutazione su base annuale da parte della commissione di revisione ; Accordo che vincola le assunzioni reciproche tra Philips e il revisore esterno; Pubblicazione nell'Annual Report della procedura di indipendenza del revisore e di tutti gli onorari per attività di revisione e non, assegnati al revisore esterno per i servizi prestati nel corso del periodo. 

MEDIOLANUM SPA:I SEMESTRE 2002 - RISULTATI PRELIMINARI LE MASSE AMMINISTRATTE HANNO RAGGIUNTO CIRCA 21.560 MILIONI DI EURO 
Milano, 18 luglio 2002 - Il Gruppo Mediolanum ha chiuso il primo semestre 2002 facendo registrare ottimi risultati soprattutto in considerazione del perdurare del periodo negativo delle economie mondiali. Le Masse amministrate consolidate grazie alla tenuta della raccolta netta, sempre positiva nel semestre, hanno raggiunto circa Euro 21.560 milioni, crescendo del 9% nei dodici mesi (Euro 19.823 milioni al 30 giugno 2001), nonostante l'importante deprezzamento dovuto all'andamento negativo dei mercati azionari. Escludendo le nuove iniziative (Banca Esperia e le controllate straniere, Fibanc e Gamax) il patrimonio è cresciuto nel periodo del 4%, a circa Euro 18.450 milioni (17.690 al 30 giugno 2001). Con riferimento all'Italia, sono stati registrati i seguenti volumi: La Raccolta netta totale, che include assicurazione vita, fondi comuni e gestioni e la raccolta diretta e indiretta della banca, ha messo a segno il suo nuovo record semestrale ammontando ad Euro 1.873 milioni circa e superando del 2% la già notevole raccolta netta del 1° semestre 2001(Euro 1.832 milioni). In particolare, la raccolta netta si articola in Euro 1.005 milioni circa (+2% rispetto a Euro 982 milioni del 2001) relativi al risparmio gestito ed Euro 869 milioni circa (+2% rispetto a Euro 850 milioni del 2001) relativi al risparmio amministrato. I Premi Lordi Vita sono ammontati complessivamente a circa Euro 1.110 milioni, a fronte degli Euro 702 milioni del 2001 (+58%). Di particolare rilievo la nuova produzione, che ha registrato un incremento del 76% circa (Euro 790 milioni circa contro Euro 448 milioni dello scorso anno). I Fondi Comuni di Investimento e le Gestioni hanno registrato una raccolta lorda consolidata di oltre Euro 1.481 milioni contro gli Euro 1.859 milioni dell'anno precedente. Al 30 giugno 2002 la Rete di vendita di Banca Mediolanum ha registrato un organico complessivo di n. 5.150 Consulenti globali (con una contrazione del 6% sul totale di n. 5.507 al 30 giugno 2001). Da segnalare il forte progresso qualitativo della rete, con 4.086 promotori finanziari, in crescita del 18% rispetto ai 3.473 del 2001. Aggiungendo a questi i 1.281 operatori assicurativi di Partner Time, le Reti di vendita del Gruppo Mediolanum riportano un organico complessivo di 6.431 unità. il totale dei C/C al 30 giugno 2002 era n. 323.400 a fronte dei n. 266.000 al 30 giugno dello scorso anno, con un incremento del 18%. totale dei Clienti al 30 giugno 2002 era di circa n. 743.900 primi intestatari a fronte dei n. 679.000 alla stessa data dello scorso anno, con un incremento del 9%. I Nuovi Clienti acquisiti nel periodo sono stati circa 64.900. Mediolanum S.p.A. comunica inoltre che, ai sensi dell'art. 82, comma 2, del Regolamento Consob n. 11971/1999, la relazione semestrale al 30.06.2002 sarà resa pubblica entro 75 giorni dalla scadenza del semestre. 

GRUPPO STEFANEL: I° TRIMESTRE 2002 FATTURATO STABILE AVVIATO IL PROCESSO DI CRESCITA E DIVERSIFICAZIONE CON L'ACQUISIZIONE DEL 50% DI NUANCE GROUP 
Ponte di Piave, 18 luglio 2002 - Si è riunito il 12 luglio - sotto la Presidenza di Giuseppe Stefanel - il Consiglio di Amministrazione della Stefanel S.p.A. che ha approvato i risultati consolidati del Gruppo dei primi tre mesi dell'esercizio in corso (01/03/2002 - 31/05/2002). Nel corso del primo trimestre è stato avviato il processo di crescita e diversificazione previsto dal piano triennale, attraverso l'importante acquisizione, il cui closing è previsto per la fine di luglio, del 50% di Nuance Group, il più grande operatore mondiale nel settore del retail aeroportuale presente con 387 negozi in 20 paesi distribuiti in 4 continenti. Tale operazione che, come già indicato, è sottoposta all'ottenimento delle necessarie autorizzazioni richieste, prevede un impegno finanziario di circa 140 milioni di Euro a cui il Gruppo farà fronte con l'utilizzo di linee finanziarie a medio-lungo termine dedicate. L'acquisizione assume una notevole rilevanza strategica e consentirà al Gruppo Stefanel, una volta completata, di conseguire un giro d'affari più che triplo con una fortissima presenza internazionale. Inoltre, il ciclo particolarmente volatile del settore abbigliamento potrà trovare una sua stabilizzazione proprio grazie all'Airport Retailing caratterizzato da una natura fortemente captive e da una clientela che dispone di potere d'acquisto superiore alla media. Nell'ambito di una politica di rafforzamento della rete distributiva, è entrata nella fase operativa la campagna di recruiting dei nuovi affiliati della catena di negozi in franchising "Stef in Time" che prevede il raggiungimento nell'arco del triennio di 120-150 nuovi punti vendita distribuiti sul territorio. E' proseguita l'attività connessa ai progetti di miglioramento dei processi operativi, amministrativi e di pianificazione e controllo avviati nel secondo semestre del 2000 e che saranno completati nel corso del corrente esercizio, così come previsto. In particolare, è stato predisposto un piano di consegne della collezione A/I più in linea con le esigenze della clientela. Si evidenzia che i dati del trimestre marzo-maggio sono scarsamente rappresentativi in quanto risentono fortemente della ciclicità dei ricavi del settore di riferimento che, peraltro, è caratterizzato da una generale stagnazione dei consumi. Il Gruppo Stefanel ha conseguito, nel trimestre in esame, un fatturato netto pari a 46,7 milioni di Euro (53,1 milioni di Euro dello stesso periodo dell'esercizio precedente). Tale diminuzione è riconducibile alla chiusura del business cK (5,1 milioni di Euro), della linea Kid (0,5 milioni di Euro) e della linea donna prodotta da Interpool (0,5 milioni di Euro), pertanto risulta sostanzialmente in linea con il valore dello scorso esercizio. Il margine industriale lordo si è attestato sui 28,3 milioni di Euro, contro i 29,5 dello stesso trimestre dell'esercizio precedente. L'incidenza di tale valore sul fatturato ha avuto un incremento di 5 punti percentuali attribuibile primariamente a un diverso mix di vendite e al venire meno dell'effetto diluitivo dei business dismessi cK, Kid, e Interpool donna. Il risultato operativo negativo per 5,3 milioni di Euro, registra una flessione di 0,8 milioni di Euro rispetto allo stesso periodo dell'esercizio precedente a causa della maggiore incidenza delle spese generali, amministrative e commerciali determinata dall'aumento del numero di negozi a gestione diretta Stefanel e Hallhuber i cui volumi di vendita, in un mercato riflessivo, non hanno consentito di ottenere il completo assorbimento. L'esposizione finanziaria netta del Gruppo è di 104,4 milioni di Euro, in aumento di 14,4 milioni di Euro rispetto allo stesso periodo dell'esercizio precedente. Tale variazione è attribuibile all'iscrizione tra le disponibilità al 31 maggio 2001, delle azioni Mediobanca per 15,8 milioni di Euro. La Stefanel S.p.A. ha emesso un prestito obbligazionario, dell'ammontare di 100 milioni di Euro della durata di tre anni dalla data di regolamento fissata per l'11 aprile 2002, con rimborso in un'unica soluzione a scadenza e con cedola annuale al tasso fisso del 6,75%. Nel secondo semestre dell'anno si prevede un graduale miglioramento dei consumi anche se in misura modesta. Il Gruppo si aspetta che, in concomitanza del miglioramento della congiuntura si manifestino i primi effetti delle molte iniziative avviate, tra cui la nuova campagna di comunicazione. Inoltre, a seguito del completamento dell'acquisizione del 50% del Gruppo Nuance prevista per la fine di luglio 2002, l'esercizio corrente è destinato a vederne l'ingresso nel Bilancio Consolidato con effetti che, a livello di conto economico, si ritiene saranno positivi. 

RECORD DI BBC WORLDWIDE PER LA STAGIONE 2001-2002 RISULTATO: 106 MILIONI DI STERLINE IL CONTRIBUTO PER BBC TRA I BESTSELLER, THE BLUE PLANET (IL PIANETA BLU, RAI 1), WALKING WITH BEASTS (I PREDATORI DELLA PREISTORIA, RETE 4) OLTRE A L'ANELLO DEBOLE, TOP OF THE POPS, TWEENIES, TELETUBBIES 
Milano, 18 luglio 2002 - Il bilancio di Bbc Worldwide per l'anno finanziario 2001 - 2002, reso pubblico ieri, rivela che per la prima volta il ritorno dell'investimento fatto da Bbc in programmazione e altri servizi e prodotti ha superato i 100 milioni di sterline. 106 milioni di sterline è, infatti, la cifra record raggiunta quest'anno: lo scorso anno erano stati 96 milioni di sterline. I dati 2001 - 2002 indicano una crescita a doppia cifra del fatturato per il terzo anno. Rispetto a una generale situazione di recessione per il mercato dei media, le vendite di Bbc Worldwide sono cresciute dai 587 milioni di sterline del 2000/1 ai 660 del 2001/2: un incremento del 12%: Inoltre, sulla base dell'attuale valore dei cambi, Bbc Worldwide entra per la prima volta nella 'categoria' delle aziende con vendite che si collocano nell'ordine del miliardo di dollari. Nel corso dell'anno, Bbc Worldwide ha chiuso accordi per oltre 40.000 ore di programmi Bbc in tutto il mondo, ha potenziato il suo network di canali raggiungendo più di 460 milioni di case, ha venduto 100 milioni di riviste e circa 30 milioni di libri, video, Dvd e prodotti musicali e multimediali. Tra i 'bestseller' due dei programmi Bbc in onda con successo negli ultimi mesi anche in Italia: The Blue Planet (Il Pianeta Blu, trasmesso da Superquark su RaiUno) e Walking with Beasts (messo in onda da La Macchina del tempo, Rete 4 con il titolo I Predatori della Preistoria). Inoltre, tra gli altri, Top of the Pops, L'Anello Debole, Tweenies e gli amatissimi Teletubbies protagonisti della serie per i bimbi in età prescolare, in onda al momento su RaiDue, la mattina. Rupert Gavin, Bbc Worldwide Chief Executive ha dichiarato: 'Questi notevoli risultati mostrano una crescita consistente in un momento molto difficile del mercato e fanno di Bbc Worldwide una delle aziende del mercato britannico dei media che ha ottenuto i migliori risultati. Quest'anno abbiamo dato un apporto davvero significativo all'attività di Bbc e siamo perfettamente in linea con il nostro obbiettivo finanziario a lungo termine, per il 2007: un miliardo di sterline come giro d'affari e un contributo per Bbc di 200 milioni di sterline'. 

OPA VOLONTARIA DI FINMA E MAGIMA SUL CAPITALE ORDINARIO DI MARANGONI S.P.A. - RISULTATI DELL'OFFERTA 
Milano, 18 luglio 2002 - Al termine del periodo di adesione (12 giugno / 16 luglio 2002) dell'offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria (l'"Offerta") promossa da Finma S.p.A. e Ma.Gi.Ma S.r.l. (gli "Offerenti") su n. 2.762.100 Azioni ordinarie Marangoni S.p.A. (l'"Emittente"), rappresentanti il 13,811% del capitale sociale dell'Emittente, gli Offerenti comunicano che, essendo state conferite in adesione all'Offerta n. 835.714 Azioni, pari al 30,256% delle Azioni oggetto dell'Offerta e al 4,179% del capitale sociale dell'Emittente, ed avendo acquistato durante il periodo di adesione ma al di fuori dell'Offerta, complessivamente n. 74.154 Azioni, pari allo 0,371% del capitale sociale dell'Emittente, al prezzo di Euro 2,70 per Azione, risulta essersi avverata la condizione a cui era subordinata l'efficacia dell'Offerta (cfr. Documento di Offerta, Avvertenze, sub a.1). Pertanto l'Offerta stessa è diventata irrevocabile, gli Offerenti acquisteranno pro quota, in parti uguali, tutte le Azioni conferite, al corrispettivo offerto di ? 2,70 per Azione, in data e valuta 19 luglio 2002, e verranno a detenere, tenuto conto delle Azioni possedute alla data di pubblicazione del Documento di Offerta, dei risultati dell'Offerta nonché degli acquisti effettuati nel periodo di adesione all'Offerta ma al di fuori della stessa, n. 9.621.053 Azioni, pari al 48,105% del capitale sociale dell'Emittente. Le Parti Sindacate, in esito all'operazione detengono complessivamente n. 18.147.768 Azioni pari al 90,739% del capitale sociale dell'Emittente. In conformità a quanto previsto al Capitolo C, sub c.6 del Documento d'Offerta, l'avviso contenente i risultati definitivi dell'Offerta, nonché le indicazioni necessarie sulla conclusione dell'Offerta e sull'esercizio delle facoltà previste nel Documento d'Offerta, saranno pubblicati sui quotidiani "Il Sole 24 Ore", "l'Adige" e "Trentino" il giorno 18 luglio 2002. 

BENETTON GROUP LANCIA BOND DA 300 MILIONI DI EURO 
Ponzano, 18 luglio 2002, ore 12.00 - Benetton Group ha lanciato ieri un prestito obbligazionario da 300 milioni di euro. Il prestito, organizzato da Caboto Intesa Bci, Mediobanca, Mcc e Schroder Salomon Smith Barney, è in fase di collocamento sui principali mercati finanziari a investitori istituzionali e al dettaglio. L'operazione, che va a sostituire un bond in scadenza di ammontare similare, mira a mantenere un equilibrio tra fonti di finanziamento bancario e obbligazioni. Le principali caratteristiche del prestito sono le seguenti: Emittente Benetton Group S.p.A.; Valore nominale complessivo 300 milioni di Euro delle obbligazioni; Tipologia Frn - Bond a Tasso Variabile; Prezzo di emissione 99,857; Prezzo di rimborso Alla pari; Data di emissione 26 luglio 2002; Data di scadenza 26 luglio 2005; Cedola trimestrale 50 pb sopra Euribor 3 mesi; Quotazione Borsa del Lussemburgo. 

L'ASSOCIAZIONE DEI PRODUTTORI DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI (APER): "QUALI SONO I VERI FINI DELLA CAMPAGNA CONTRO L'EOLICO?" 
Milano, 18 luglio 2002 - Di seguito riportiamo una nota dell'Aper su un tema di recente attualità in merito al quale l'associazione così replica: "Stiamo da mesi assistendo in Italia ad una sistematica campagna di disinformazione sull'energia eolica che, inizialmente promossa dal Comitato per l'Ambiente del sig. Ripa di Meana ha trovato nel tempo ampia copertura sulla stampa nazionale di informazione e insospettabili adesioni da parte di Ministri della Repubblica. Una campagna così sistematica e articolata che, viste le ultime dichiarazione riportate dalla stampa in cui si individua nel Decreto Bersani la causa di tutti i mali, fa temere nasconda ben altre motivazioni che non quelle dichiarate della tutela del paesaggio. Ancora una volta viene fuori il vizio tutto italiano di fare i primi della classe in un contesto europeo da cui abbiamo tutto da imparare. Lo sviluppo della produzione eolica non è una scoperta italiana, anzi il nostro paese è tra gli ultimi nel ricorrere a questa fonte rinnovabile, se è vero che in Italia sono stati installati ad oggi 697 MW mentre in Danimarca ne hanno già realizzati 2.417 MW, in Germania 8.750 MW, in Spagna 3.660 MW ed altri ne stanno realizzando a ritmo serrato. Non è vero che il potenziale eolico potrà contribuire solo marginalmente al fabbisogno energetico del Paese mentre è vero che l'utilizzazione del potenziale eolico del nostro territorio rappresenta ad oggi la maggiore opportunità di incrementare rapidamente la quota di energia pulita e raggiungere quegli obiettivi che ci siamo volontariamente assunti di fronte all'Europa per raddoppiare al 2010, in armonia con gli obiettivi degli altri paesi, il contributo da fonti rinnovabili al fabbisogno energetico. Ma soprattutto non è vero che il meccanismo dei certificati verdi istituito dal Bersani sia uno strumento messo a disposizione di pochi speculatori per "guadagnare un po' di quattrini spaccando montagne, distruggendo pianori, alterando paesaggi prestigiosi"come ha scritto un noto giornalista poco informato. Si tratta di uno strumento di promozione per lo sviluppo delle fonti rinnovabili in linea, anzi più rigoroso, di quelli definiti negli altri stati europei. Queste campagne in nome della conservazione del Bel Paese dimenticano quali siano i veri problemi da affrontare: l'effetto serra, i cambiamenti climatici, i rischi enormi legati all'emissione in atmosfera di Co2 e degli altri gas climalteranti legati alla produzione dell'energia con l'uso di combustibili fossili. Se non prenderemo misure drastiche i "paesaggi prestigiosi" potrebbero sparire spogliati dalle piogge acide o travolti dai dissesti idrogeologici o più semplicemente desertificati o coperti dal mare. Non possiamo fare finta di non conoscere i disastri provocati dalla combustione nella produzione convenzionale dell'energia che, se a prima vista non si notano come una torre eolica, minano tuttavia il nostro ambiente e la nostra salute in maniera irreversibile. La scelta di fondo è semplice: limitare i nostri consumi in maniera massiccia risparmiando e consumando in maniera sempre più efficiente e produrre energia nelle forme più sostenibili senza rinunciare a nessun contributo da fonte rinnovabile, sia esso eolico, idroelettrico, da biomasse, geotermico o fotovoltaico. A meno che non si abbia in mente un'altra soluzione: un bell'impianto nucleare in un paese straniero, magari a poche miglia dalle nostre coste! Aper - Associazione dei Produttori di Energia da fonti Rinnovabili si oppone drasticamente ad ogni tentativo, attraverso una campagna di disinformazione mirata a creare un movimento di opinione contrario al potenziamento dell'eolico in Italia, di mettere le premesse per una revisione della politica di promozione delle fonti rinnovabili nel nostro Paese. Aper svolgerà ogni azione necessaria per contrastare questo tentativo collaborando con le altre organizzazioni per la promozione di una campagna di informazione onesta e attendibile per diffondere la vera cultura della sostenibilità e dell'utilizzo delle fonti rinnovabili. Aper ha convocato per il giorno 25 luglio un incontro con le associazioni ambientaliste e gli altri enti interessati per concordare una forte azione di comunicazione per il sostegno allo sviluppo delle fonti rinnovabili." 

SOLDI SETTE: GLI SCANDALI MINANO LA FIDUCIA DELLE FAMIGLIE 
Roma, 18 luglio 2002 - lla fiducia dei risparmiatori, nella rilevazione di fine giugno, si attesta a 103 (il valore 100 è indice di stabilità), scendendo dai 120 di fine marzo e fotografando così una famiglia che guarda ai prossimi mesi con diminuita fiducia, anche se in un'ottica di stabilità. "Sono soprattutto i valori che riguardano l'intenzione di investire in azioni (101 a giugno, 113 a marzo) a mostrare il calo dell'ottimismo. È la probabile conseguenza dei continui cali di Borsa e del susseguirsi di scandali finanziari ad aver influito sul risultato", dice Vincenzo Somma direttore responsabile di Soldi Sette. "Meglio va per obbligazioni e immobili in cui gli indici (in entrambi i casi i valori sono rimasti fermi a 111) mostrano ancora una visione moderatamente ottimista del futuro", continua Somma. Forte del contatto diretto e permanente con i risparmiatori, Soldi Sette, il settimanale di Altroconsumo interamente dedicato al mondo del risparmio, calcola e diffonde ogni trimestre i risultati delle proprie indagini sintetizzandoli in un indice - l'Indice Soldi Sette sulla fiducia dei risparmiatori. L'indice di fiducia degli investitori è basato su un'indagine telefonica effettuata su un campione di lettori del settimanale scelti in modo casuale. L'indice permette anche di monitorare la percezione che le famiglie hanno sullo stato della loro situazione finanziaria complessiva e le loro intenzioni di investimento (in azioni, obbligazioni, immobili) nei mesi a venire. Col tempo l'Indice Soldi Sette sulla fiducia dei risparmiatori intende infatti fornire un'indicazione sulla futura evoluzione dei mercati. 

CREDITO VALTELLINESE: CESSIONE CREDITI 
Sondrio, 18 luglio 2002 - Il Consiglio di Amministrazione del Credito Valtellinese, riunitosi quest'oggi, ha deliberato l'avvio della seconda fase del "progetto Cassa San Giacomo", banca che, dopo aver ricevuto l'autorizzazione dell'Organo di Vigilanza, ha ceduto la rete dei propri sportelli al Credito Siciliano e - secondo la sua nuova mission - sta operando a favore dell'intero Gruppo nelle aree della gestione della problematica del rischio di credito, della consulenza in materia legale e dell'amministrazione dei contratti di leasing. La richiamata seconda fase del progetto prevede ora l'acquisto dei crediti non performing dalle banche del Gruppo. Al riguardo, la prima operazione di acquisto concernerà - una volta ottenute le necessarie autorizzazioni - un ammontare di crediti del Credito Siciliano per massimi 135 milioni di euro circa. Prima della data di efficacia della cessione dei crediti, il Credito Artigiano ed il Credito Siciliano entreranno a far parte della compagine sociale della Cassa San Giacomo (attualmente detenuta al 99% dal Credito Valtellinese) con il 30% circa ciascuno. 

AEROPORTI DI ROMA 
Milano, 16 luglio 2002 Leonardo Holding S.A., partecipata da Gemina S.p.A. (42%), Finstahl S.A (gruppo Falck) (31%), Compagnia Italpetroli S.p.A. (16%) e Impregilo S.p.A. (11%), ha sottoscritto lo scorso 15 luglio 2002 un contratto per la vendita del 44,74% di Aeroporti di Roma S.p.A. ad un consorzio facente capo al gruppo australiano Macquarie Bank per un prezzo di 480 milioni di Euro. Mediobanca ha assistito Leonardo Holding S.A. in qualità di consulente finanziario.

SCIOPERO NAZIONALE DEL TRASPORTO AEREO ALITALIA CANCELLA 151 VOLI COINVOLTI 27.500 PASSEGGERI 
Roma, 18 luglio 2002 - A seguito dello sciopero nazionale del trasporto aereo proclamato dagli aderenti alle organizzazioni sindacali Filt-Cgil, Sulta e dai controllori di volo del Centro Regionale Assistenza al Volo di Roma aderenti all'Anpcat e Uiltrasporti per venerdì 19 luglio dalle ore 12,30 alle ore 16,30, Alitalia comunica che sarà costretta a cancellare nell'arco orario dello sciopero su 207 voli in programma 151 voli, di cui 81 nazionali e 70 internazionali. Nessun volo intercontinentale sarà cancellato. I voli modificati sono 136. Per lo sciopero di 4 ore 27.500 passeggeri non potranno volare. Alitalia si scusa con i propri passeggeri per i disagi che dovranno sopportare e invita la clientela a contattare il Centro Prenotazioni Alitalia (numero 8488-65641.2.3 da tutta Italia e 06-65641.2.3 dal distretto di Roma) per avere tutte le informazioni sui voli. 

DEMOLIZIONE DELLE PETROLIERE A SCAFO SINGOLO: LA COMMISSIONE AUTORIZZA L'AIUTO CONCESSO DALL'ITALIA ALLE IMPRESE ARMATORIALI 
Bruxelles, 18 luglio 2002 La Commissione ha deciso di autorizzare un regime di aiuti istituito dall'Italia per incoraggiare le imprese armatoriali ad eliminare dal mercato le navi cisterna a scafo singolo aventi più di 20 anni di età. Il regime incentiva l'impiego di petroliere a doppio scafo ma impone l'osservanza di tutta una serie condizioni. La Commissione condivide le finalità del regime, che dà attuazione alla normativa comunitaria sulla sicurezza della navigazione e introduce più elevati standard di sicurezza nei trasporti marittimi con vari mesi di anticipo sulla data in cui le norme comunitarie diventeranno obbligatorie. L'Italia ha notificato alla Commissione un progetto di legge che incentiva le imprese armatoriali ad eliminare le navi cisterna a scafo singolo che hanno più di 20 anni di età. La normativa italiana va al di là di quanto prescrive la legislazione comunitaria in tema di eliminazione delle navi cisterna a scafo singolo. Sono infatti contemplate anche le navi cisterna di portata inferiore alle 5 000 tonnellate, per le cui operazioni le vigenti norme comunitarie non prevedono alcuna restrizione. La legge italiana (legge 7 marzo 2001, n. 51) prevede che le imprese armatoriali che procedono alla demolizione di vecchie navi cisterna adibite al trasporto di greggio e di prodotti petroliferi e chimici beneficino di un contributo nella misura massima di poco meno di 4 milioni di € (7 500 milioni di Itl Nel corso del procedimento di indagine che è durato sei mesi, il governo italiano ha fornito alla Commissione una serie di garanzie che sono state recepite e chiarite dalla odierna decisione. Grazie a tali garanzie la Commissione è giunta alla conclusione che il regime de quo fornirà un cospicuo contributo alla protezione dell'ambiente e alla sicurezza della navigazione marittima. 

IL REGNO UNITO OSPITERÀ UNA MANIFESTAZIONE INTERNAZIONALE SUL BIOMERCATO 
Harpenden 18 luglio 2002 - La terza edizione della manifestazione "Rothamsted International Biomarket", sostenuta dalla Commissione nell'ambito del programma "Qualità della vita" del quinto programma quadro, si terrà dal 5 al 7 novembre ad Harpenden (Regno Unito). La manifestazione si sostanzia in un incontro internazionale di interconnessione commerciale per quanti sono impegnati nella ricerca, nello sviluppo e nella commercializzazione di prodotti e servizi innovativi derivati dalle piante e dalle risorse microbiche. In particolare, l'iniziativa è rivolta a bioimprenditori, gestori di incubatori di imprese e direttori per lo sviluppo commerciale nel settore delle bioscienze, investitori, agenti di brevetti, gruppi per il trasferimento tecnologico ed altre parti interessate alla commercializzazione di prodotti ottenuti dalle piante e dai microbi. Il programma affronterà le seguenti tematiche: agrobiotecnologie, bioprospezione, biorimedi, bioterapia, protezione dei raccolti, diagnostica, alimenti funzionali, genomica, materie prime industriali, biotecnologie marine, inoculanti microbici, farmacognosia, biologia molecolare delle piante e materie prime rinnovabili. La manifestazione darà altresì risalto alla sottosezione "La fabbrica della cellula" del programma "Qualità della vita". Infolink: http://www.biomarket.iacr.ac.uk 

ROMEO GIGLI E MARGHERITA BUY A "DONNA SOTTO LE STELLE" 
Roma, 18 luglio 2002. Romeo Gigli sceglie Margherita Buy come testimonial per "Donna sotto le stelle" il 17 luglio. Scelta in linea con la sintonia di Gigli col buon Cinema Italiano e bandiera di una collezione pensata per una donna vera dall'animo forte. Forse è stanco di sentirsi definire "Il poeta dell'Italian Fashion", ma è innegabile che la creatività di Romeo Gigli voli sempre molto in alto a catturare la rarefazione dell'eleganza e la purezza delle linee. Per "Roma sotto le stelle" Romeo Gigli propone l'essenza stessa del movimento per una donna d'argento vivo. È movimento puro il gioco di piume e balze che, nei cappotti piccolissimi, sottolinea il ginocchio. È leggerezza aerea il cappuccio che incornicia il viso in una nuvola velata da garze percorse da sprazzi di luce. Gli abiti in seta e velluto languido acquistano una morbidezza fluidissima in strati diversi e sovrapposti. Le gonne dalla vita molto alta sono sorrette da un'unica bretella, indolente e ammiccante, mentre frange, reti, placche - come frammenti di folgore - elettrizzano il movimento del corpo. Ed è ancora movimento, ma tutto sul mappamondo, l'andare incessante dell'uomo di Romeo Gigli in un'odissea che ripercorre i colori, le suggestioni, le culture, le inquietudini, le nostalgie di tutto il mediterraneo e oltre. E nel suo abbigliamento tutto riesce a convivere: i grandi rigati marinari coi gessati più severi e sartoriali; la linea minima delle giacche coi pantaloni a vita alta il tutto a disegnare questo giovane Ulisse del III Millennio. 

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