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SANPAOLO IMI E BANCO DI NAPOLI: I CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE APPROVANO IL PROGETTO DI FUSIONE 

Torino, 11 ottobre 2002 - I Consigli di Amministrazione di Sanpaolo Imi e di Banco di Napoli hanno approvato il progetto di fusione che prevede l'incorporazione di Banco di Napoli in Sanpaolo Imi. I Consigli hanno deciso di sottoporre alle rispettive Assemblee straordinarie, che verranno convocate nell'ultima decade del prossimo mese di novembre, un concambio di n.1 azione ordinaria Sanpaolo Imi per n.6 azioni di risparmio del Banco di Napoli. Finalita' dell'integrazione - Accelerazione e salto di qualità dei processi di integrazione in corso Nel corso dell'ultimo triennio il Gruppo Sanpaolo Imi ha posto in essere significative operazioni di crescita per linee esterne mirate sia all'espansione territoriale, sia ad un rafforzamento del suo posizionamento strategico e mix di business. Con l'acquisizione del Banco di Napoli, completata nel 2000, e la fusione con il Gruppo Cardine Banca, realizzata nel primo semestre 2002, il Gruppo ha infatti conseguito: . il completamento di una forte rete distributiva di filiali su tutto il territorio nazionale; . il rafforzamento, all'interno del Gruppo, della componente banca commerciale con forte vocazione retail e significativo radicamento territoriale; . il raggiungimento di economie di scala sufficienti per ottenere livelli di efficienza operativa e competitività, sia sul fronte della produzione sia della distribuzione, e porre le basi quindi per una crescita endogena equilibrata e sostenibile nel medio termine. Queste due operazioni sono state accompagnate da piani industriali mirati all'integrazione delle reti distributive nella salvaguardia del valore dei rispettivi brand sui mercati di riferimento, alla razionalizzazione delle strutture di supporto operativo e di sede centrale, alla condivisione degli skill di unità specialistici e fabbriche prodotto e alla realizzazione di una forte governance, con l'accentramento delle funzioni di indirizzo strategico e controllo sia dei rischi sia della gestione. Questo ha comportato anche una ridefinizione della mission e del focus di mercato del Banco di Napoli e delle banche reti di Cardine. Il piano industriale redatto al momento dell'acquisizione del Banco di Napoli prevedeva, come noto, la specializzazione del Banco sul suo core business rappresentato dal mercato retail, dalle piccole e medie imprese e dai rapporti con gli enti locali territoriali, e circoscritto alle aree di maggiore radicamento del Mezzogiorno. L'attuazione del piano ha pertanto comportato la messa in atto contestuale di due tipi di azioni: le une mirate a focalizzare l'operatività del Banco attraverso la razionalizzazione o dismissione di società o aree di business non rientranti nel nuovo core business; le altre finalizzate a potenziare commercialmente e tecnologicamente la rete filiali e tutti i prodotti e i servizi rivolti alla clientela famiglie e imprese del Mezzogiorno. I risultati di queste azioni sono stati evidenti sulla dinamica dei costi che, sia a fine 2001 sia nella semestrale 2002, ha fatto registrare significative riduzioni, soprattutto per quello che riguarda il costo per il personale. Da fine 2000, considerando anche le cessioni, i dipendenti del Banco di Napoli sono diminuiti di circa 1.500 unità ed altre circa 900 risorse sono state riallocate all'interno del Gruppo..2 Le azioni di rilancio commerciale hanno anch'esse consentito al Banco di realizzare importanti successi sul fronte della vendita di fondi comuni, polizze vita e di servizi per le imprese. La dimensione di tali realizzazioni ed il loro impatto in conto economico sono tuttavia stati fortemente ridotti e condizionati dall'andamento dei mercati finanziari e dalla dinamica dei tassi di interesse. Questi risultati non sono tuttavia stati sufficienti a colmare il gap di produttività, espresso in termini di margine di intermediazione per dipendente, tra le filiali del Banco e quelle del Sanpaolo nelle stesse aree, allineamento che era alla base delle ipotesi stesse del piano industriale, suggerendo pertanto la definizione di modalità organizzative che consentano un più rapido travaso di esperienze, prodotti e tecniche commerciali tra la rete Sanpaolo e quella Banco di Napoli. Inoltre la contestuale presenza sullo stesso territorio di riferimento di due reti filiali e due marchi limita la forza commerciale del Gruppo e crea forti vincoli alla gestione unitaria delle risorse umane e delle strutture tecnologiche e immobiliari. Tale elementi di criticità, insieme ad una situazione di mercato per la quale non si intravedono ancora segnali di significativa ripresa, rendono necessario un salto di qualità che consenta al Banco di accelerare le tappe del processo di integrazione e posizionarsi sul mercato in modo innovativo, più vicino alle esigenze dei diversi segmenti di clientela, così come già sperimentato con successo dalla stessa rete Sanpaolo. Salto di qualità che significa passare da un'ottica di integrazione di singole banche ad una visione complessiva di Gruppo, che nasca dalle mutate esigenze di mercato e miri ad aumentare complessivamente, per tutte le reti distributive del Gruppo, il livello di efficacia commerciale ed efficienza operativa. Linee realizzative di un progetto basato su un nuovo modello di business per le reti bancarie di Gruppo L'esperienza internazionale mostra chiaramente come il mercato premi un approccio focalizzato per macro-segmenti di clientela, che consenta alla banca di meglio e più efficacemente rispondere alle diverse esigenze di famiglie ed imprese, pur mantenendo un coordinamento territoriale tra le reti specializzate. La stessa esperienza della rete Sanpaolo conferma l'efficacia di una divisionalizzazione per segmenti e di una specializzazione della rete, con filiali dedicate alle imprese e filiali destinate alla clientela private, che devono necessariamente avere caratteristiche diverse da quelle dedicate alla clientela retail ed ai piccoli operatori economici. Questo assetto a tendere delle reti bancarie si realizzerà in modo rapido ma graduale, al fine di conciliare le esigenze di efficienza operativa con le necessità di non penalizzare il servizio alla clientela e il tradizionale rapporto di fiducia. La tempistica attuativa è inoltre determinata dalla stato di avanzamento degli attuali processi di integrazione delle strutture informatiche. Fusione per incorporazione del Banco di Napoli in Sanpaolo Imi, da realizzarsi entro la fine del 2002. Questa operazione societaria sarà seguita da un'azione di integrazione delle strutture territoriali e di successiva enucleazione in una Direzione Territoriale Sud delle attività e delle filiali retail e Poe del Banco e della rete Sanpaolo operanti nel Sud. L'attività del Banco verso le Oo.Pp. sarà viceversa conferita a Banca Opi. Scorporo della Direzione Territoriale Sud nel nuovo Banco di Napoli, società con sede a Napoli, che sarà la sola banca del Gruppo operante nel mercato retail e Poe nelle regioni Campania, Puglia, Calabria e Basilicata. Tale operazione si realizzerà ad inizio luglio 2003, ad avvenuto completamento dell'unificazione dei sistemi informatici. Accelerazione dell'integrazione di Cardine Finanziaria, attraverso l'accentramento nella Capogruppo nel 2003 in particolare delle funzioni di supporto (Moi e Logistica) di Cardine Finanziaria, nell'ottica di conseguire sin dalla prima fase i necessari benefici in termini di economia di scala e di scopo. Non appena sarà realizzata l'integrazione del sistema informativo, l'organico di Cardine Finanziaria scenderà dagli attuali 1.300 circa a circa 300. Le altre funzioni di coordinamento commerciale e supporto operativo svolte a favore delle banche rete verranno successivamente accentrate in relazione all'efficacia operativa delle singole banche. A tale scopo, in ottica di efficienza e razionalità, saranno valutate le attività da far migrare sia verso la Capogruppo sia verso le Banche reti..3 Integrazione delle reti distributive del Gruppo Le reti distributive bancarie del Gruppo Sanpaolo Imi operanti sul territorio nazionale -la rete Sanpaolo, la rete Banco di Napoli e le reti Cardine- dispongono di 3.140 sportelli, per una quota di mercato del 10% circa, dislocati in modo omogeneo sul territorio nazionale. La rete Sanpaolo ha completato il processo di segmentazione della clientela. Essa ha altresì realizzato la specializzazione delle strutture distributive, separando le filiali imprese dalle filiali retail e Poe, ed avviando un processo di creazione di filiali dedicate alla gestione della clientela private. Sono ad oggi attive 130 filiali e 61 "team distaccati" specialistici dedicati all'operatività con le imprese e 1.383 filiali svolgenti attività verso la clientela retail e Poe. Per quanto riguarda la clientela private, la rete Sanpaolo, che già ad oggi dispone di 16 filiali specializzate, sta realizzando un progetto che prevede la creazione di nuove filiali, nonché la costituzione presso le filiali retail e Poe di appositi moduli specialistici indirizzati alle famiglie con elevata capacità patrimoniale. Il processo di segmentazione e specializzazione è stato recentemente avviato da parte del Banco di Napoli e delle banche Cardine. Il Banco di Napoli, pur non disponendo ancora di una segmentazione puntuale della clientela, ha posto al servizio delle imprese 47 filiali che in precedenza svolgevano attività di capogruppo di sportelli operanti sul territorio; tali sportelli sono in fase di razionalizzazione e dovranno ridursi a tendere a circa 20 unità. Le banche Cardine non dispongono attualmente di filiali specializzate nel servizio dei diversi segmenti di clientela. Nel complesso le reti distributive del Gruppo svolgono la propria attività al servizio di circa 5 milioni di clienti private, retail e Poe e di 130 mila imprese. Il progetto prospettato rappresenterebbe un'evoluzione coerente con il processo di segmentazione della clientela e di conseguente specializzazione delle strutture distributive in fase di completamento da parte della rete Sanpaolo ed in fase di avvio da parte delle reti Banco di Napoli e Cardine. L'integrazione delle reti Sanpaolo, Banco di Napoli e Cardine porterebbe infatti a completamento un modello distributivo, in linea con le esigenze della clientela, specializzato per segmenti: Imprese, Private, Retail e Poe. Ciò si accompagnerebbe agli evidenti benefici legati alla razionalizzazione delle strutture di supporto e di corporate centre ed all'eliminazione delle sovrapposizioni commerciali. Il progetto sarebbe realizzato prevedendo strutture distributive uniche a livello nazionale, facenti capo alla Capogruppo Sanpaolo Imi, per quanto riguarda i segmenti Imprese e Private. Il Mercato Imprese sarà infatti servito su tutto il territorio da una sola rete che, partendo dalle attuali 130 filiali e 61 "team distaccati" del Sanpaolo e con il contributo delle strutture in formazione presso il Banco di Napoli e Cardine, arrivi a 200-250 filiali. Il Mercato Private sarà anch'esso servito a livello nazionale da una sola rete, formata a partire dalle attuali 16 filiali private del Sanpaolo; la struttura sarà debitamente potenziata in termini di numero di filiali e di risorse e si rivolgerà ad un perimetro da definire che comprenda le fasce di clientela a più elevata capacità patrimoniale e reddituale. Le reti Imprese e Private adotteranno sull'intero territorio logiche di servizio alla clientela omogenee ed allineate ai migliori standard di mercato. Un tale approccio commerciale sarà comprovato dall'adozione del marchio unico Sanpaolo a livello nazionale. Il segmento Retail e Poe sarà presidiato localmente dalle reti del Sanpaolo, del Banco di Napoli e delle banche Cardine, ciascuna attiva nel proprio ambito territoriale di tradizionale operatività. In particolare, a regime:. la rete Sanpaolo, dotata di circa 1.300 sportelli, presidierà il Nord Ovest e le regioni della costiera tirrenica (Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia, Toscana, Umbria e Lazio) e le Isole maggiori (Sicilia e Sardegna). La rete includerà, oltre agli sportelli Sanpaolo, le filiali Banco di Napoli e Cardine, presenti in tali zone geografiche, operanti nel mercato retail e Poe; . la rete Banco di Napoli, con circa 680 sportelli, presidierà le regioni del Sud (Campania, Puglia, Calabria e Basilicata). La rete Banco di Napoli comprenderà gli sportelli del Sanpaolo e del Banco di Napoli presenti in tali zone geografiche, operanti nel mercato retail, Poe e imprese entro determinate soglie dimensionali;.4 . le reti delle banche Cardine, con circa 950 sportelli, avranno la competenza sulle regioni del Nord Est e della costiera adriatica (Triveneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Molise). Nelle reti delle banche Cardine confluiranno gli sportelli del Sanpaolo, del Banco di Napoli, oltre che di Cardine, presenti in tali zone geografiche, operanti nel mercato retail e Poe. La soluzione adottata per il segmento retail e Poe consentirà di utilizzare al meglio il vantaggio competitivo legato alla conoscenza del territorio, che si ritiene premiante per l'attività in oggetto. Le reti retail e Poe opereranno utilizzando i propri marchi storici, in quanto espressione di radicamento sul territorio, presenza nel tessuto sociale e nell'ambiente economico. Le reti saranno coordinate a livello nazionale sotto il profilo commerciale ed utilizzeranno sistemi informatici, procedure e prodotti comuni. L'attività nel settore opere pubbliche e infrastrutture e nel settore esattoriale Un altro importante segmento di mercato è rappresentato dal settore pubblico, che comprende il finanziamento e l'advisory a enti locali, aziende ex-municipalizzate e per la realizzazione di infrastrutture. Si tratta di un segmento che presenta buone prospettive di mercato soprattutto a causa delle carenze infrastrutturali che caratterizzano l'economia nazionale, soprattutto nel Mezzogiorno. Il Gruppo Sanpaolo Imi è leader sul mercato italiano in questo comparto attraverso la propria controllata Banca Opi; analoga operatività viene svolta dal Banco di Napoli e dalle banche Cardine, entrati nell'ultimo biennio nella compagine del Gruppo. Si tratta quindi di accentrare in Banca Ooi tutta l'operatività del Gruppo nel settore, al fine di evitare sovrapposizioni e dispersioni di conoscenza. Grazie all'operazione prospettata verrà rafforzato il posizionamento competitivo del Gruppo Sanpaolo Imi in tale settore. Le reti retail, ed in particolare il nuovo Banco di Napoli che in tale settore gode di uno storico radicamento, manterranno i rapporti correnti e i servizi di base con gli enti locali decentrati (Comuni e Comunità Montane), garantendo e sviluppando così l'origination per le operazioni ed i servizi offerti da Banca Opi. Il progetto prevede infine l'integrazione delle attività esattoriali del Gruppo. Le attività in tale comparto saranno infatti concentrate in un'unica società che, stante il peso che riveste il business esattoriale sulla piazza partenopea, avranno sede e direzione a Napoli. Il nuovo Banco di Napoli, con sede nel capoluogo partenopeo, sarà la sola banca del Gruppo operante nel mercato retail, Poe e imprese entro determinate soglie dimensionali in Campania, Puglia, Calabria e Basilicata. Avrà una rete di circa 680 filiali ed un organico di circa 5.500 risorse; in termini operativi, sulla base dei dati di giugno 2002, potrà contare su una raccolta diretta di circa 11 miliardi di euro, impieghi a clientela per oltre 6 miliardi di euro, risparmio gestito per quasi 10 miliardi di euro e oltre 5,5 miliardi di risparmio amministrato. Il nuovo Banco di Napoli sarà caratterizzato da una struttura direzionale snella. La struttura direzionale sarà deputata al coordinamento delle 5-6 aree territoriali in cui si articolerà la rete delle filiali. Le attività necessarie al funzionamento operativo della nuova banca saranno svolte in outsourcing dalla Capogruppo. Le filiali del nuovo Banco di Napoli utilizzeranno il proprio marchio storico. Le filiali del Banco manterranno pertanto la denominazione Banco di Napoli, evidenziando ovviamente l'appartenenza al Gruppo Sanpaolo Imi. Si continuerà ad utilizzare anche il marchio Sanpaolo per le filiali di tale provenienza. Vantaggi operativi e sinergie economiche La nuova articolazione delle reti filiali sul territorio produrrà benefici, in termini di efficienza operativa ed efficacia commerciale, per tutte banche del Gruppo, grazie ad un approccio più diretto e mirato alla clientela, all'univocità di struttura sul territorio e ad un allineamento della produttività alla best practice di ciascun segmento di clientela..5 Il Nuovo Banco di Napoli, banca leader nel mercato retail, Poe e imprese entro determinate soglie dimensionali del Sud, avrà come compito prioritario quello di allineare l'efficienza operativa ed il livello di servizio fornito dalle filiali ex-Banco di Napoli a quelli delle filiali Sanpaolo, che costituiranno il benchmark interno di riferimento. La Rete Sanpaolo beneficerà di una più radicata presenza territoriale nel mercato retail nelle regioni Lazio, Abruzzo e Molise, grazie alle filiali ex-Banco di Napoli, che, da un lato, consentirà di realizzare maggiore penetrazione commerciale e, dall'altro, di perseguire un allineamento dell'efficienza operativa agli standard della Rete Sanpaolo. Lo sviluppo anche nelle regioni meridionali di filiali imprese con modalità, prodotti e skill già sperimentati da Sanpaolo nelle regioni del centro-nord consentirà di sviluppare sia impieghi e margine di interesse, sia commissioni da servizi con le imprese di media dimensione presenti in queste aree La specializzazione di alcuni punti operativi sul mercato del private banking nelle regioni del Sud consentirà al Sanpaolo di servire meglio questa clientela numericamente limitata, ma più sofisticata e facoltosa, e di cogliere appieno le opportunità di sviluppare anche nelle regioni del Sud significativi portafogli finanziari individuali e servizi di consulenza personalizzati, con relativo flusso commissionale. Le operazioni descritte renderanno possibile un progressivo allineamento agli standard della rete Sanpaolo del margine di intermediazione per dipendente proprio delle filiali già del Banco. Inoltre, la fusione del Banco di Napoli ed il successivo scorporo del nuovo Banco di Napoli permetteranno la razionalizzazione delle strutture centrali e di area. Complessivamente, le azioni sopra descritte consentiranno la realizzazione di sinergie per un importo stimabile in 130/150 milioni di euro. profili giuridici e modalita' di assegnazione delle azioni - 1. Caratteristiche dell'operazione di fusione L'operazione di fusione per incorporazione del Banco di Napoli in Sanpaolo Imi verrà realizzata in conformità agli articoli 2501 e seguenti del codice civile e secondo le modalità e le condizioni contenute nel progetto di fusione. Non sono previste, in connessione o con l'occasione della fusione, modifiche dello statuto della società incorporante. Ciò in quanto la fusione avverrà mediante concambio delle azioni di risparmio del Banco di Napoli con azioni ordinarie di Sanpaolo Imi. La situazione patrimoniale presa a riferimento dalle due società per la fusione, redatta ai sensi dell'art.2501 ter codice civile, è riferita alla data del 30 giugno 2002. 2. Il rapporto di concambio Ai sensi di quanto disposto dall'articolo 2504 ter codice civile, non saranno assegnate azioni dell'incorporante in sostituzione di quelle dell'incorporanda possedute dalle società partecipanti alla fusione. Pertanto, poiché Sanpaolo Imi detiene la totalità delle n. 1.864.097.491 azioni ordinarie del Banco di Napoli, non si darà luogo al concambio delle azioni ordinarie della società incorporanda medesima. La fusione avverrà secondo il seguente rapporto: n. 1 (una) azione ordinaria Sanpaolo Imi per n. 6 azioni di risparmio del Banco di Napoli..6 Considerato che Sanpaolo Imi detiene n. 111.765.709 azioni di risparmio della società incorporanda e che il Banco di Napoli non detiene azioni proprie, tale rapporto determinerà l'assegnazione di massime n. 2.718.609 azioni ordinarie Sanpaolo Imi in concambio e sostituzione delle n. 16.311.650 azioni di risparmio Banco di Napoli non detenute dalla società incorporante. L'assegnazione avverrà senza emissione di nuovi titoli, mediante utilizzo di azioni proprie detenute in portafoglio dalla società incorporante e pertanto senza aumento di capitale della società incorporante medesima. Si provvederà a mettere a disposizione degli azionisti della incorporanda un servizio per il trattamento delle eventuali frazioni di azioni che si genereranno all'applicazione del rapporto di concambio, a prezzi di mercato, senza oneri e commissioni. Le azioni ordinarie Sanpaolo Imi assegnate in concambio hanno godimento regolare. I Consigli di Amministrazione di Sanpaolo Imi e di Banco di Napoli sono pervenuti alla determinazione del rapporto di concambio a seguito di un processo valutativo delle società interessate all'operazione di integrazione che ha coinvolto, in qualità di advisor dei Consigli medesimi, rispettivamente, Jp Morgan per Sanpaolo Imi e il Prof. Enrico Nuzzo per il Banco. La metodologia adottata e le conclusioni raggiunte al termine di detta attività estimativa sono state illustrate dagli advisor nelle relazioni predisposte e sottoposte all'esame dei rispettivi Consigli, che ne hanno condiviso le assunzioni e la scelta dei criteri di valutazione, nonchè verificato la puntualità dei risultati, giungendo ad una comune determinazione dei valori e del rapporto di concambio. Il concambio delle azioni di risparmio delle società incorporanda con azioni ordinarie della società incorporante ha lo scopo di ampliare i diritti partecipativi degli azionisti del Banco di Napoli e di non articolare maggiormente la struttura del capitale - mediante la creazione di una nuova categoria di azioni privilegiate, peraltro per un esiguo controvalore - in un momento nel quale il mercato ne apprezza piuttosto la semplificazione. L'assegnazione di azioni ordinarie inoltre offre agli azionisti della società incorporanda l'opportunità di sostituire un titolo trattato sul mercato regolamentato ed ampiamente liquido ad uno che, pur quotato, presenta - alla luce dei volumi attualmente scambiati - caratteristiche di scarsa liquidabilità. In considerazione del tipo di concambio, la società incorporanda provvederà a convocare l'Assemblea speciale degli azionisti di risparmio. 3. Effetti della fusione La decorrenza degli effetti giuridici della fusione sarà stabilita nell'atto di fusione. Essa potrà anche essere successiva alla data dell'ultima delle iscrizioni previste dall'art.2504 codice civile. Le operazioni della società incorporanda saranno imputate al bilancio dell'incorporante, anche ai fini fiscali, a decorrere dal 1 gennaio dell'anno in corso al momento della decorrenza degli effetti giuridici della fusione. Dalla data di efficacia giuridica della fusione la società incorporante assumerà le attività, i diritti e gli obblighi dell'incorporanda. 

MR. DE BEAUFORT WIJNHOLDS APPOINTED AS PERMANENT REPRESENTATIVE OF THE EUROPEAN CENTRAL BANK IN WASHINGTON, D.C. WITH OBSERVER STATUS AT THE INTERNATIONAL MONETARY FUND 
Bruxelles, 11 October 2002 The Executive Board of the European Central Bank (Ecb) has appointed Mr. J. Onno de Beaufort Wijnholds as the ECB's permanent representative in Washington, D.C. with observer status at the International Monetary Fund (Imf). Mr. de Beaufort Wijnholds will take up his duties on 1 January 2003. He will succeed Mr. Gerald Grisse, who has been called upon by the Ecb Executive Board to become the Director General Administration of the Ecb, in view of the retirement of Mr. Hanspeter Scheller, the current Director General Administration. Mr. Grisse will take up his duties at the Ecb on 1 February 2003. Mr. de Beaufort Wijnholds is currently elected Executive Director of the IMF. Before, Mr de Beaufort Wijnholds held several positions at De Nederlandsche Bank, his last position being Deputy Executive Director. 

RESPINTA L'ISTANZA DI SOSPENSIONE DELLA FUSIONE ITALENERGIA - EDISON 
Milano, 11 ottobre 2002 - Edison comunica che il Giudice designato dell'Ottava Sezione del Tribunale Civile di Milano, dottor Raffaele Fulvio D'Isa, con provvedimento del 9 ottobre 2002, ha motivatamente respinto l'istanza di sospensione dell'efficacia della delibera di fusione tra Italenergia ed Edison, proposta dal rappresentante comune degli azionisti di risparmio Edison. La ricerca di George S. May International evidenzia la difficoltà per le Pmi ad ottenere prestiti, proprio quando il credito alle grandi società è messo in crisi da risultati e trucchi di bilanci 

RAPPORTO PERIODICO ASSOSIM GENNAIO-SETTEMBRE 2002: DATI DI NEGOZIAZIONE DEGLI ASSOCIATI SUI MERCATI MOBILIARI INTERMEDIARI MOBILIARI: AUMENTA LA NEGOZIAZIONE IN CONTO PROPRIO.
Milano, 11 ottobre 2002 - Sulla base dei dati sui volumi di negoziazione delle proprie Associate, il Rapporto Assosim relativo al periodo Gennaio - Settembre 2002 evidenzia le seguenti classifiche per gruppi: il comparto "Azioni", comprendente Mta e .Mercato Ristretto, mostra al primo posto il Gruppo San Paolo Imi (Banca Imi e hniweb Banca) con il 6,35% rispetto al 6,15% del periodo precedente seguito dal Gruppo Intesabci (Intesabci e Caboto Intesabci Sim) con il 5,72%, e da Eptasim che si posiziona al terzo posto con un 5,53% rispetto al 2,58% del periodo precedente; il Nuovo Mercato evidenzia al primo posto il Gruppo San Paolo Imi con una quota pari al 12,11%. Il secondo posto è occupato dal Gruppo Capitalia (Capitalia, Banca Mediosim, Fin-Eco Sim) con una quota pari al 11,42% e Gruppo Monte dei Paschi (Intermonte Securities Sim e Banca 121) con il 6,02%; nel Mot si conferma la classifica del precedente periodo per le prime due posizioni con in testa Nuovi Investimenti Sim (22,30%). seguita da Uniprof Smi (14,29%).I1 terzo posto vede, invece, il Gruppo Unicredito (Rolo Banca 1473, TradingLab Banca e Unicredit Banca Mobiliare - Ubm) con un 7,23%; sul Mercato dei Covered Warrant una novità è rappresentata dalla presenza del Gruppo San Paolo Imi al primo posto con una quota pari al 24,46% soprattutto dovuta alla performance di Imiweb Banca; al secondo posto troviamo il Gruppo Unicredito con il 16,04% e il Gruppo Citibank (Citibarik AG e Salomon Brothers Intemational) con il 7,94%; nel Tradjng After Hours il primo posto è occupato dal Gruppo Capitalia (12,22%), mentre guadagnano la seconda e la terza posizione rispettivamente il Gruppo Sociétc Generale (Société Generale Paris e SG Securities Milano) (10,72%) e il Gruppo San Paolo Imi (10,23%), che evidenzia un aumento dell'operatività nel comparto; sull' Idem, per quanto riguarda i Futures sul Mib30, la maggiore quota di mercato è detenuta da Eptasim (12,73%) che si conferma al primo posto seguita dal Gruppo Banca Sella (Banca Sella e Gestnord Intermediazione Sim) (9,82%) che sale al secondo posto e dal Gruppo San Paolo Imi con il 9,32% al terzo posto; con riferimento al comparto Miniflb si confermano prima e seconda m classifica rispettivamente Nuovi Investimenti con una quota pari al 23,75% e il Gruppo Banca Sella con il 23,15%; Co.n-mo. Sim guadagna invece la terza posizione con )' 11,03%, Sulle opzioni Isoalfa si evidenzia al primo posto il Gruppo Intesabci con il 9,31%, seguito al secondo ed al terzo posto, rispettivamBntc, dal Gruppo Deutsche Bank (Deutsche Bank; Ag London e Deutsche Bank Sim) con l'8,29% e dal Gruppo Banca Popolare di Milano (Banca Akros e Banca Popolare di Milano) con il 6,56%; per il comparto relativo alle opzioni sul Mib 30 si rileva che la prima posizione viene occupata dal Gruppo San Paolo Imi la cui quota sale al 7,63% rispetto al 4,93% del periodo precedente; 1' aumento è dovuto soprattutto a Imiweb Banca la cui quota si attesta al 3,16% ; ai secondo posto il Gruppo Banca Sella con un 7,34% .seguito da Dresdner Kleinwort Wass. Sec. Sim con un 6,25%; in riferimento al nuovo comparto Stock Futures, operativo dal 22 luglio 2002, si attesta al primo posto il Gruppo Intesabci con il 32,78%, seguito da Banca Nazionale del Lavoro con il 24,60% e da Banca Leonardo con il 9,86%. Considerando ora la classifica per intermediari, l'aggregato "Azioni" evidenzia al primo posto Eptasira con una quota di mercato pari al 5,53% (rispetto alla tredicesima posizione dell'almo precedente) dovuta un aumento dell'operatività soprattutto della negoziazione in conto proprio; il secondo posto è occupato da Caboto intesabci Sim con il 5,22% il terzo posto da Intermonte Securitiea Sim con il 4,85%. Per quanto riguarda inoltre l'operatività del mercato azionario si rileva rispetto al periodo gen - sett 2001 un calo dei volumi intermediati del 8% e del numero di operazioni del 0,45%, Passando all'analisi del Nuovo Mercato, Fin-Eco Sim si conferma al primo posto (8,53%), seguita al secondo posto da Imiweb Banca che incrementa la sua quota da 1,18% a 7,85% e al terzo posto da Caboto Intesabci Sim (5,83%). L'operatività del comparto mostra una discesa dei volumi intermediali (-42%) e del numero di operazioni (-51%), rispetto al periodo gen - sett 2001. Con riferimento al Mot il Rapporto Assosim attesta un incremento (24%) dei volumi intermediati rispetto al precedente periodo 2001 ed un aumento del taglio medio delle operazioni da 39.672 Euro del 2001 a 48.215 del 2002. Tale fenomeno conferma la preferenza degli investitori nei confronti del segmento obbligazionario. Per quanto concerne la classifica per intermediari la classifica si mantiene inalterata per le prime tré posizioni, confermando al primo posto, Nuovi Investimenti Sim (22,30%) seguita da Uniprof Siim (14,29%) e Caboto Intesabci Sim (5,95%). La classifica per intermediari nel Mercato dei Covered Warrant mostra al vertice Imiweb Banca con ima quota di mercato pari al 22,51% rispetto al 2,51% del periodo precedente, seguita al secondo ed al terzo posto rispettivamente da TradingLab Banca con il 15,94% e da Citibank AG con il 7,00%. Per quanto riguarda i volumi intermediati su tale mercato si evidenzia una riduzione pari al 6% rispetto al periodo del 2001 e una contestuale riduzione del numero delle operazioni del 5%. Sì registra invece un aumento dei volumi nel Trading After Hours pari a +12% rispetto al periodo gen - sett 2001. La classifica è guidata da Fin-Eco Sim (9,49%), seguita da SG Securities Milano (8,78% rispetto al 1,01% del periodo precedente dovuto essenzialmente dall'aumento dell'operatività in conto proprio) e Imiweb Banca (8,05 rispetto al 1,S9% del periodo precedente). Passando ora all'Idem, il rapporto mostra la seguente classifica per intermediari: nel Fib30, che evidenzia un aumento del numero dei contratti pari al 7% , al primo posto si conferma Eptasim (12,73%), seguita da Banca Sella (7,72%) e da Dresdner Kleinwort Wasserstein Securities Sim (7,63%); sul Miniifib si confermano al primo e al secondo posto rispettivamente Nuovi Investimenti Sim (23,75%) e Banca Sella (21,50%); il terzo posto viene guadagnato invece da Co.fi.mo. Sim (11,03%) evidenziando un incremento dovuto essenzialmente alla negoziazione in conto proprio; sulle opzioni sui titoli a2Ìonari guida la classifica Deutsche Bank Ag London (8,24%) seguita da Caboto Intesabci Sim (7,83%) e Giubergia Ubs Warburg Sim (6,38%); infine per quanto riguarda le opzioni sul Mib30 si conferma al, primo posto Dresdner Kleinwort Wasserstein Securities Sim (6,25%) seguita da Banca Sella (6,03%) e Nuovi Investimenti Sim (4,58%); il nuovo compano Stock Futures vede al pruno posto Caboto Intesabci Sim (27,22%), seguita da Banca Nazionale del Lavoro (24,60%) e Banca Leonardo (9,86%). L'operatività dei Gruppi esteri appartenenti ad Assosim si mostra interessante nel comparto dei Covered Warrant dove il Gruppo Citibank sì posiziona al terzo posto (7j,94%) seguito dal Groppo Société Generale Paris (6,08%); anche nel comparto Tah il Gruppo Société Generale Paris ha una forte presenza con una quota del 10,72%, in parte dovuta all'operatività m conto proprio della Sg Securities Milano. Il Groppo Deutsche Bank si posiziona invece al secondo posto nel comparto delle opzioni Isoalfa con 8,29%. Si continua a notare che nella parte alta delle varie classifiche si concentrano sim e banche di investimento, a conferma dell'utilizzo del soggetto giuridico "specializzato" nei gruppi bancari/finanziari. Si rileva, inoltre che sul mercato Cash la variazione dei volumi intermediati nei perìodi considerati è risultata negativa nel segmento Mta dell' 8% a conférma della congiuntura economica che ha indirizzato le preferenze degli investitori su titoli a reddito fisso. Altre considerazioni che si possono fare dalla comparazione dell'operatività nei primi nove mesi 2002 con l'analogo periodo 2001, è che alcuni intermediari hanno risposto al calo degli ordini di clientela con un forte incremento dell'attività in conto proprio; altri, tradizionalmente legati al retai! e soprattutto ai clienti istituzionali, hanno perso terreno. Sempre più forte nelle classifiche è la presenza di imprese di investimento di matrice estera. 

BNL: PRECISAZIONI DELL' A.D. DAVIDE CROFF 
Roma, 11 ottobre 2002. In relazione al difficile contesto che sta interessando il mercato borsistico italiano, all'andamento particolarmente negativo del titolo negli ultimi due giorni, al proliferare di voci di mercato relative a presunti progetti di aumento di capitale, l'Amministratore Delegato di Bnl Davide Croff precisa che la gestione aziendale non presenta alcun elemento di novità né tantomeno di criticità rispetto alla situazione conosciuta dal mercato a seguito della presentazione del nuovo piano industriale approvato lo scorso 19 luglio, nonché dei conti semestrali approvati il 13 settembre. L'Amministratore Delegato di Bnl conferma, inoltre, che il management è fortemente impegnato nel conseguimento degli obiettivi del nuovo piano industriale volto a ridurre il profilo complessivo dei rischi aziendali, a migliorare l'allocazione del capitale, ad accelerare il processo di riposizionamento dei business più importanti, a rafforzare la struttura finanziaria e patrimoniale dell'azienda, senza ricorrere ad aumenti di capitale. In quest'ottica rientrano in particolare le misure che hanno consentito l'azzeramento del rischio legato alla presenza di Bnl in Argentina, la consistente riduzione del rischio in Brasile (intorno al 50% da inizio anno), il contenimento e la razionalizzazione degli attivi ponderati, le operazioni di cartolarizzazione per un importo complessivo di circa 2 miliardi di euro, comunicate lo scorso 13 settembre, e che saranno realizzate entro l'anno. 

ENEL: NESSUNA IMMINENTE CESSIONE DI QUOTE 
Roma, 11 ottobre 2002 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica che le notizie pubblicate ieri dal Sole 24 Ore in merito ad una imminente cessione di una quota di capitale dell'Enel da parte del Ministero sono destituite di fondamento. 

CLOSING FACIS 
Milano, 10 ottobre 2002 - Intervenute le necessarie autorizzazioni delle autorità competenti, Gft Net (gruppo HdP) comunica che è stata data esecuzione all'accordo, raggiunto il 25 luglio scorso, per la cessione a Mediconf del 100% del capitale di Facis SpA e del 96,3% del capitale di Svik s.r.o. (Slovacchia) per un corrispettivo complessivo di € 6,2 milioni oltre ai debiti finanziari, dei quali € 8,0 milioni verso Gft Net integralmente rimborsati al closing. 

BLU: OPERAZIONE BREAK-UP 
Milano, 11 ottobre 2002 - Lo scorso 7 ottobre è stata perfezionata la cosiddetta operazione di break-up della Blu S.p.A., quarto operatore nazionale nel settore della telefonia mobile; in particolare sono stati eseguiti, da un lato, le cessioni di rami aziendali Blu a H3G S.pA., Vodafone Omnitel S.p.A. e Wind Telecomunicazioni S.p.A., dall'altro lato, il trasferimento delle azioni rappresentanti l'intero capitale sociale di Blu a Telecom Italia Mobile S.p.A.. Mediobanca ha assistito, congiuntamente al prof. Pellegrino Capaldo, la Blu ed i suoi azionisti in qualità di advisor finanziario. Lo studio Gianni Origoni Grippo & Partners ha svolto il ruolo di advisor legale. 

WIND: ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEI SOCI VARA OPERAZIONI SUL CAPITALE SOCIALE 
Roma, 11 ottobre 2002 - Si è svolta ieri l'Assemblea Straordinaria di Wind che, dopo avere disposto la riduzione del capitale per perdite a 331.611.485 euro, ha contestualmente approvato un aumento dello stesso capitale per 235 milioni di euro, in linea con le proposte formulate all'unanimità dal Consiglio di Amministrazione del 18 settembre scorso. A conclusione del processo di aumento, Wind disporrà di un capitale sociale pari a 566.611.485 euro. 

HDP PORTA AL 10% LA PARTECIPAZIONE IN POLIGRAFICI EDITORIALE 
Milano, 11 ottobre 2002 - HdP, nell'ambito dell'intesa raggiunta lo scorso 10 aprile con il gruppo Monrif e la famiglia Monti Riffeser, comunica di essere in possesso di una partecipazione corrispondente al 10 % del capitale della Poligrafici Editoriale. La quota azionaria posseduta da HdP è il risultato di un 5% acquisito dal gruppo Monrif e di un ulteriore 5% progressivamente acquistato sul mercato. Il prezzo medio complessivo è di € 2,17 per azione. 

DETERMINAZIONE DEL PREZZO DELL'OPA RESIDUALE SULLE AZIONI MARANGONI 
Milano, 11 ottobre 2002 - La Consob ha fissato in 3,004 euro per azione il prezzo dellopa residuale che Finma spa e Ma.Gi.Ma. srl sono tenute ad effettuare, ai sensi dellart. 108 del d.lgs. n.58/98, sulle azioni ordinarie della Marangoni spa. A seguito dell'offerta pubblica di acquisto volontaria svoltasi dal 12 giugno al 16 luglio 2002 e di ulteriori acquisti, infatti, Finma e Ma.Gi.Ma. detengono il 48,11% del capitale ordinario della Marangoni. Nella circostanza si applica tuttavia la disciplina dell'acquisto di concerto in quanto fra gli offerenti, la Carini spa, la Caran srl, la Roim srl, la stessa Marangoni (per azioni proprie possedute), la M.H.T. spa e altre persone fisiche, tutti azionisti della Marangoni, è stato sottoscritto, lo scorso 20 maggio, un patto parasociale ai sensi dellart. 122 del Tuf. Poiché le parti sindacate possiedono complessivamente il 90,74% del capitale dell'emittente si è determinato l'obbligo di offerta pubblica residuale. Nella determinazione del prezzo è stato attribuito un peso prevalente al patrimonio a valore corrente dell'emittente; tale parametro ricomprende, per la metodologia adottata, anche quello dell'andamento e delle prospettive reddituali. Un peso limitato è stato attribuito al prezzo dellopa precedente (euro 2,70) in considerazione del giudizio espresso dal mercato per via della ridotta percentuale di adesione all'offerta. Un peso minore è stato infine attribuito al parametro del prezzo medio di mercato dell'ultimo semestre in considerazione della ridotta quantità dei volumi scambiati. 

ORI MARTIN: FINANZIAMENTO IN POOL DI 25 MILIONI DI EURO CAPOFILA ED ARRANGER: BANCO POPOLARE DI VERONA E NOVARA 
Verona, 11 ottobre 2002 - La Ori Martin Spa, società siderurgica bresciana, ha ottenuto da un pool di banche un finanziamento di 25 milioni di €. Il finanziamento, organizzato dal Banco Popolare di Verona e Novara nel ruolo di Arranger e Banca Capofila con la partecipazione di Banca Mediocredito, Banca Intesa Bci e Banca Popolare di Bergamo, avrà durata di 84 mesi (pari a 7 anni) ed è una linea di credito per cassa a tasso variabile, che assumerà i connotati di "stand by revolving" per i primi 24 mesi, con una previsione di rientro del finanziamento stesso nei successivi 60 mesi. "La nostra società" hanno dichiarato Elena Magri e Franco Polotti, Amministratori Delegati di Ori Martin "ha sempre indirizzato la politica degli investimenti verso un'impiantistica tecnologicamente avanzata. Proprio per questo abbiamo scelto di ricorrere ad un nuovo finanziamento che ci consentirà di migliorare i nostri livelli di qualità e di mantenere la notevole flessibilità del processo produttivo che è da sempre uno dei nostri punti di forza". Ori Martin è un'azienda leader nel settore siderurgico nel comparto degli acciai di qualità e speciali, e si è rivolta al Banco Popolare per coprire i propri fabbisogni finanziari legati alla realizzazione del piano degli investimenti che la società ha programmato per il prossimo triennio. In particolare gli investimenti verranno finalizzati al miglioramento qualitativo dei prodotti attuali, ed alla realizzazione di una maggiore efficienza nella gestione della società. Il mercato a cui si rivolge Ori Martin è per il 70% nazionale ed è costituito per lo più da aziende operanti nel settore automobilistico, trattoristico e meccanico. All'interno di questo mercato Ori Martin è in grado di offrire un prodotto molto curato sotto il profilo qualitativo e questo ha portato l'azienda, negli ultimi tre anni, a realizzare una buona crescita del fatturato che è passato da 158 €/mil nel 1998 a 190 €/mil previsti al 31 Dicembre 2002. "Siamo particolarmente lieti di aver partecipato a questo pool" afferma Giordano Simeoni responsabile funzione corporate del Banco Popolare di Verona e Novara "la Ori Martin è un'azienda leader nel suo comparto e da sempre ha scelto una strategia con elevati standard qualitativi. Con questa società abbiamo rapporti di collaborazione da tantissimi anni e possiamo dire di aver seguito la crescita e lo sviluppo con l'attenzione tipica di una banca radicata nel territorio come la nostra". 

CREDIT SUISSE ASSET MANAGEMENT SIM (CSAM) ANCHE LE GESTIONI PATRIMONIALI IN FONDI CONFORMI AGLI STANDARD GIPS 
Milano, 11 ottobre 2002 - Csam compie un ulteriore passo verso la trasparenza: infatti, per la prima volta anche le Gestioni Patrimoniali in Fondi (linee Cfa) sono state certificate quali conformi agli standard Gips (Global Investment Performance Standards). Gli Standard Globali di Presentazione delle Performance degli Investimenti sono parametri di riferimento oggettivi, accreditati a livello internazionale, in grado di certificare la correttezza del calcolo delle performance e del processo di gestione del patrimonio. Inoltre, forniscono agli investitori gli strumenti necessari per valutare e confrontare le performance delle diverse società di gestione su orizzonti temporali significativi, permettendo così un investimento sicuro. Csam offre, dunque, uno strumento che garantisce un'elevata qualità e trasparenza del servizio offerto ai clienti. Un risultato particolarmente significativo in un momento in cui emerge l'importanza dell'adozione di principi deontologici per la misurazione e presentazione delle performance. "Questa certificazione, rilasciata da un organo indipendente, rappresenta un grande contributo alla trasparenza e affidabilità della gestione, elemento fondamentale per le Gpf, che non hanno una quota giornaliera pubblicata sui quotidiani, come nel caso dei fondi comuni" - ha commentato Matteo Bosco, Chief Executive Officer di Csam. "Si tratta di un risultato notevole conseguito dopo oltre un anno di intenso lavoro: è stato necessario elaborare i dati di oltre 7.000 portafogli reali con una storia quinquennale e approntare programmi informatici ad hoc di una certa complessità" - ha spiegato Walter M. Sperb, Chief Investment Officer di Csam. Già dal 1998 Csam si è adoperata a livello mondiale per assicurare agli investitori la presentazione delle performance conforme agli standard Aimr-Pps. 

ISVAP: SEGNALAZIONE DELL'ISTITUTO SU UNA SOCIETÀ NON AUTORIZZATA ALLO SVOLGIMENTO DELL'ATTIVITÀ ASSICURATIVA IN ITALIA
Roma, 11 ottobre 2002 - E' stato segnalato a quest'Istituto il rilascio di garanzie per l'assicurazione della responsabilità civile auto da parte della "€urop€ Insurance"con sede in Lamaca - Cipro. Si precisa che detta società non è abilitata, a nessun titolo, all'esercizio dell'attività assicurativa in Italia. Conseguentemente la stipula di polizze recanti tale intestazione comporta per l'utenza il mancato assolvimento dell'obbligo assicurativo R.C.auto e per gli intermediari coinvolti lo svolgimento di un'attività non consentita. L'Isvap raccomanda pertanto di verificare preventivamente che i contratti da sottoscrivere siano emessi da imprese regolarmente autorizzate allo svolgimento dell'attività assicurativa. A tale proposito chiarimenti ed informazioni potranno essere richiesti direttamente all'Isvap (Via del Quirinale, 21 - 00187 Roma - tel. 06.42.13.31 - telefax 06.42.13.32.06) oppure acquisiti attraverso la consultazione del sito Internet
www.isvap.it

INVESTIRE NELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE È PIÙ SICURO MA LE BANCHE PREFERISCONO ANCORA LE GRANDI SOCIETÀ 
Milano, 11 ottobre 2002 - Nel 90% dei casi le Pmi devono offrire garanzie reali che coprono 2 o 3 volte il debito con la banca. E intanto le grandi S.p.A. possono contare su prestiti più agevolati anche se più rischiosi. Il 90% delle piccole e medie aziende italiane che hanno un debito con la banca, devono coprire il prestito con garanzie reali per un valore superiore del 200 o anche del 300%. Inoltre le difficoltà ad ottenere prestiti costringono le Pmi a ricorrere a più banche per ottenere, da ognuna di queste, esigue quantità di denaro con costi molto alti. Questi i risultati di una ricerca condotta da George S. May International, società americana di consulenza per Pmi con sede ad Agrate Brianza, su un campione di 300 aziende italiane. La resistenza al prestito verso le aziende piccole e medie è spesso giustificata dal fatto che queste appaiono sottocapitalizzate nei loro bilanci ovvero con una alta percentuale di debito rispetto al fatturato e quindi non garantiscono sufficienti sicurezze per gli Istituti di credito. In realtà la situazione è ben diversa. Infatti molto spesso sia nelle Snc, dove per definizione l'imprenditore risponde in proprio dei debiti aziendali, ma anche nelle Srl e in alcune SpA, il titolare avvalla con fideiussioni personali i prestiti della sua azienda, ponendo a garanzia proprietà che in molti casi coprono il doppio o più del prestito richiesto. Ma queste fideiussioni personali non compaiono nei bilanci, e così il debito sembra molto più alto rispetto al fatturato. "In sostanza - afferma Andrea Bertoni, consulente della George S. May International - possiamo dire che le Pmi sono, in realtà, capitalizzate ma non "ufficialmente" e il bilancio delle piccole e medie aziende non è tenuto nella giusta considerazione dalla comunità finanziaria per rilasciare o meno un prestito". Al contrario le grandi società dedicano grande attenzione alla gestione del bilancio e in particolare si avvalgono degli investor relator per presentare, ma sulla carta, il buon andamento della gestione della S.p.A., mentre le società di revisione dei conti si occupano di dimostrare la veridicità dei numeri presentati. E questo sistema non sempre si dimostra affidabile come nel caso delle grandi società americane che stanno mettendo a rischio la stabilità finanziaria americana. "Il risultato - continua Andrea Bertoni - è che molto spesso investitori e creditori delle grandi società ragionano sul reddito sperato, mentre nei confronti delle Pmi si ragiona sullo storico e sulle garanzie reali. In conclusione il rischio finanziario per le banche è molto più alto verso le grandi imprese che verso le piccole e medie". Le piccole e medie imprese - ammette Daniel Hostetler, Direttore Generale della sede italiana della George S. May International - sono la principale risorsa economica italiana sulla quale investire ma, in concreto, è più facile ottenere crediti per i grandi gruppi industriali". Nel seguente schema sono rappresentate alcune aziende campione, la regione dove si trovano, il numero di banche con le quali hanno contratto debiti, il fatturato dell'azienda, il debito di 1° rischio e la percentuale del debito sul fatturato che per prassi bancaria non potrebbe superare il 19%. azienda campione area geografica N° banche fatturato azienda Fidi/utilizzi 1° rischio cc-sbf-anticipo fatturato debiti su fatturato (max per prassi 19%)

azienda campione 

area geografica

N° banche

fatturato azienda

Fidi/utilizzi  1° rischio cc-sbf-anticipo fatturato

debiti su fatturato (max per prassi 19%)

 

 

 

 

 

 

a

trentino

4

1.187.850

227.241

19%

b

lombardia

4

1.422.520

748.862

52%

c

lombardia

2

516.456

268.041

51%

d

veneto

5

2.051.329

309.000

15%

e

piemonte

3

619.748

201.418

32%

f

toscana

5

617.629

170.430

27%

g

veneto

10

5.000.000

150.000

30%

 

IN VIA DI ELABORAZIONE LA GRADUATORIA FINALE TRA 38 ARTIGIANI E PICCOLI IMPRENDITORI IN CERCA DI SPAZI PRODUTTIVI NEL NORD MILANO 
Sesto San Giovanni, 11 ottobre 2002 - Grande richiesta di spazi per gli artigiani e i piccoli imprenditori a Cologno Monzese dove il Bando per l'assegnazione di lotti produttivi nell'area Cis 1 ha registrato un elevato interesse. Entro le ore 18.00 del 30 Settembre sono state inoltrate presso l'Agenzia Sviluppo Nord Milano e l'URP del Comune di Cologno 38 domande di adesione corrispondenti a una richiesta di superficie lorda pavimentabile pari a mq. 25.200 cioè quasi il triplo della superficie effettivamente disponibile. Il nuovo insediamento produttivo previsto sull'area Cis 1, situata a Cologno Monzese tra via Cesare Battisti e via Garibaldi, prevede infatti la possibilità di edificare mq. 9.600 di s.l.p. suddivisa in lotti da circa mq. 350 - 700 - 1.050. Il prezzo convenzionalmente fissato è di € 139,44 per mq. di s.l.p. Se tutte le domande degli imprenditori potessero essere soddisfatte si registrerebbero sul territorio 104 nuove assunzioni, 22 delle quali tra disoccupati di lungo periodo o cassintegrati. Il rapporto tra le nuove assunzioni e la superficie richiesta, il carattere innovativo dell'intervento, la compatibilità ambientale, l'affidabilità e l'esperienza imprenditoriale, le caratteristiche delle aziende sono i requisiti che dovranno essere vagliati dalla Commissione Tecnica al fine di definire la graduatoria degli assegnatari. Entro fine ottobre la Commissione, riunitasi in prima seduta lunedì 7 ottobre, consegnerà al C.d.A. di Asnm la proposta di graduatoria. 

IBM GLOBAL FINANCING HA MESSO A PUNTO UNA SERIE DI PROGRAMMI DI FINANZIAMENTO SPECIFICI PER LE IMPRESE DI PICCOLE E MEDIE DIMENSIONI 
Milano, 11 ottobre 2002 - Sempre più spesso le aziende si confrontano con un mercato caratterizzato da crescente competitività e rapidi cambiamenti. La chiave per il successo è dotarsi di tecnologie informatiche all'avanguardia, in grado di supportare la strategia di business con la massima efficienza ed efficacia. La scelta di una buona infrastruttura It rappresenta però un investimento che spesso le piccole e medie imprese non possono sostenere da sole. Secondo una ricerca recentemente condotta da Ibm, solo il 40% delle Pmi europee ricorre ad un finanziamento quando acquista prodotti o servizi It In effetti, molte aziende sottovalutano i vantaggi di questa opzione, il cui mercato sta però crescendo a ritmi significativi: alla fine del 2002, il valore complessivo dei finanziamenti It nel mondo sarà di 16 miliardi di dollari, di cui 41% destinati all'acquisto di software, servizi e prodotti storage. Idc ha stimato che nel 2004 il mercato italiano della locazione It avrà un valore di oltre 2,7 miliardi di Euro, con un tasso di crescita media annua intorno al 16,9%. Ibm Global Financing si propone come partner finanziario per le aziende che vogliono usufruire delle migliori tecnologie in modo flessibile e conveniente. Grazie ad Ibm Global Financing, l'impresa avrà a disposizione le soluzioni It più avanzate e potrà scegliere di distribuire i costi lungo l'intero ciclo di vita dei sistemi, con opzioni di prestito a basso costo e a tasso fisso che semplificano notevolmente la gestione contabile. Per l'acquisto di soluzioni IT, le imprese possono scegliere tra un finanziamento "puro", un contratto di locazione o un servizio di locazione finanziaria - l'offerta di Ibm Global Financing copre tutte queste aree. I finanziamenti sono adatti per le aziende che desiderano acquisire immediatamente la proprietà dei beni, ma preferiscono differire nel tempo i pagamenti. Ibm propone prestiti a tasso fisso molto convenienti, offrendo al cliente la massima flessibilità nel concordare l'ammontare delle rate mensili in base all'andamento del flusso di cassa. La locazione è invece la soluzione ideale per le aziende che non sono interessate alla proprietà del bene e preferiscono affidarne la gestione al locatore. Il punto di forza di questa formula è la possibilità di eliminare completamente il rischio di obsolescenza tecnologica dei sistemi informatici: al termine del periodo di noleggio, infatti, il parco macchine può essere restituito e l'impresa potrà aprire un nuovo contratto scegliendo i sistemi più aggiornati disponibili sul mercato. La locazione finanziaria (meglio nota come leasing) è il servizio che permette all'azienda di acquisire dei sistemi informatici a fronte del pagamento di un canone mensile. Al termine del contratto, le macchine possono essere riscattate versando un corrispettivo, che generalmente corrisponde all'1% del prezzo iniziale d'acquisto. Inoltre, Ibm Global Financing è in grado di predisporre dei programmi di finanziamento personalizzati per soddisfare qualsiasi esigenza aziendale. I vantaggi delle proposte Ibm sono quindi numerosi: approfondita conoscenza delle esigenze delle Pmi - ogni anno Ibm conduce studi e ricerche per capire come evolve il mercato delle piccole e medie imprese nei diversi Paesi europei. Grazie a queste analisi e alla stretta relazione maturata con i clienti, Ibm può vantare una vera conoscenza delle loro esigenze concrete. In base ai risultati dell'ultimo sondaggio, tre sono i fattori critici per le Pmi europee: la capacità di controllare con precisione i propri costi, l'accesso a linee di credito convenienti e la possibilità di avere dei sistemi informativi sempre aggiornati. Possibilità di semplificare la gestione del finanziamento, con un solo contratto per tutte le soluzioni acquistate - la definizione di un unico canone fisso mensile permette di rendere più facile la pianificazione e il controllo del budget. Flessibilità dei pagamenti in funzione del flusso di cassa generato dall'investimento. Possibilità di conservare il capitale aziendale e le linee di credito disponibili - i finanziamenti di Ibm (in particolare i leasing) sono indipendenti dai rapporti che l'azienda ha con la propria banca, per cui lasciano il cliente libero di utilizzare i capitali disponibili per altre attività. Riduzione del rischio di obsolescenza tecnologica, che resta a carico di Ibm. Massima libertà nella scelta dei beni oggetto di finanziamento - l'offerta di Ibm Global Financing è valida per prodotti hardware, software e servizi Ibm, dei Business Partner o di altri fornitori, acquistati separatamente o all'interno di una soluzione integrata. Infolink:
http://www.ibm.com/financing/it/itfinancing/index.html

COUNTRY PRESENTATION PERÙ 
Milano, 10 ottobre 2002 - La valutazione di rischio moderato del Paese al settembre 2002 lascia un buon margine di positività nel messaggio di saluto del Dr. Celeste, Direttore di Ice Milano, alla Country presentation Perù di quest'oggi all'Ice di Milano. Dello stesso tenore l'intervento del Ministro dell'Economia e delle Finanze del Perù, Javier Silva Ruete il quale rivolgendosi agli "imprenditori italiani intervenuti per conoscere direttamente le proposte d'affari di parte peruviana" ha sottolineato la "veloce ripresa del Paese (crescita del Pil dal -2,2% al 3,4%), il mantenimento dell'inflazione all'1% ed il cambio stabile in un contesto regionale fortemente incerto". "Gli obiettivi del Programma Economico sono realistici e perfettamente coerenti ad una politica fiscale di riduzione del deficit - già passato da un 3,2% del Pil ad un 2,3% nel 2001 e 2002 - e di redistribuzione della spesa sociale in favore delle pensioni e della lotta alla disoccupazione" ha sostenuto Silva Ruete. Grande attenzione ai temi di politica economica ma anche, naturalmente, ai temi di politica commerciale. L'Accordo sulle Preferenze Tariffarie, rinnovato fino al 2006, e l'ulteriore sgravio di dazi all'importazione di macchine per l'industria (dal 7% al 4%) facilitano molto la vendita dall'Italia di macchinari (soprattutto per la lavorazione alimentare, tessile, plastica e dei metalli) e l'acquisto di materie prime. Anche gli investimenti in loco dovrebbero essere favoriti dalla opportunità di far transitare verso gli Usa produzioni a dazio zero. 

LA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO MONTANO BERGAMASCO 
Bergamo, 11 ottobre 2002 - Si è tenuto mercoledì 9 ottobre in Servitec, il primo incontro per l'avvio del progetto "La valorizzazione del territorio montano bergamasco: i materiali lapidei e l'artigianato locale", promosso dalla stessa Servitec di Dalmine e sviluppato in collaborazione il Centro Studi sul Territorio dell'Università di Bergamo. Obiettivo del progetto è quello di analizzare e studiare i più interessanti materiali lapidei e i relativi metodi di lavorazione con particolare riguardo alla ricostruzione del contesto socioculturale, dell'ambiente e del territorio nel quale sono inseriti, ai fini di una loro valorizzazione e, se del caso, riscoperta. Il settore lapideo rappresenta, infatti, un patrimonio di risorse imprenditoriali, occupazionali e soprattutto culturali che necessitano di essere valorizzate all'interno e all'esterno del territorio bergamasco. La lavorazione delle pietre e dei marmi ha una lunga tradizione nella provincia bergamasca. Dalla ricerca di pietre per costruire e ricoprire le proprie abitazioni, presto gli antichi bergamaschi passarono a una vera e propria industria: estrazione e lavorazione di marmi, pietre da taglio, argille, minerali sono ormai un settore consolidato. Da una prima indagine, propedeutica alla stesura del progetto, è stato elaborato un programma di ricerca orientato in particolare a materiali quali il Marmo Arabescato Orobico di Camerata Cornello, la Pietra Cote di Pradalunga, l'Ardesia di Branzi, l'Ardesia di Valleve, il Ceppo di Grè di Castro e la Pietra di Credano. Il progetto per la valorizzazione e la promozione dei luoghi e dell'artigianato bergamaschi si prefigge, per ciascuno dei materiali precedentemente analizzati, di: documentare gli aspetti geologici e storici; evidenziare l'utilizzo nelle diverse epoche storiche; promuovere la cultura dei materiali e dei luoghi in cui sono prodotti. L'indagine sociale, storica e culturale si concretizzerà attraverso la realizzazione di una pubblicazione rivolta a tutta la comunità bergamasca, che sarà coinvolta nell'iniziativa attraverso una serie di incontri e seminari dove verranno presentati i risultati della ricerca. La presentazione pubblica del lavoro svolto sarà, soprattutto, occasione per un confronto collettivo con la comunità locale per una valorizzazione delle testimonianze storiche, culturali e sociali di un patrimonio comune di assoluta rilevanza. L'importanza dell'iniziativa è testimoniata anche dal riconoscimento ottenuto dalla Fondazione Della Comunità Bergamasca Onlus, che ha concesso un contributo al progetto nell'ambito del bando N° 1, anno 2002. Di fondamentale importanza per il successo dell'iniziativa sarà anche l'adesione al progetto da parte delle principali istituzioni, delle Comunità Montane interessate e delle imprese del settore. 

UN QUINTO DELLA NUOVA RICCHEZZA NAZIONALE È LOMBARDO 
Milano, 11 ottobre 2002. Un quinto di tutta Italia: tanto pesa l'economia lombarda, che lo scorso anno ha prodotto il 20,8% del valore aggiunto nazionale. E tra i settori trainanti nella regione ci sono: trasporti e intermediazione finanziaria (82.292 euro, il 34,9% del valore aggiunto regionale), industria (70.818 euro, 30%); commercio, alberghi e ristorazione (38.907 euro, 16,5%), altri servizi pubblici e privati (30.725 euro, 13%), costruzioni (9.384 euro, 4%), agricoltura (3.726 euro, 1,6%). Anche se il primato nazionale è, senza eccezioni, in tutti i settori. A partire dall'industria (27,4% del valore aggiunto nazionale), proseguendo con trasporti e intermediazione finanziaria (21,6%), passando per il commercio (20,3%), arrivando alle costruzioni (16,9%), per concludere con gli altri servizi pubblici e privati (14,1%) e l'agricoltura (12,1%). Emerge dall'elaborazione dell'ufficio studi della Camera di commercio di Milano su dati dell'Istituto Tagliacarne sul valore aggiunto ai prezzi base del 2001. "E' un contributo importante quello dell'economia milanese e lombarda all'economia nazionale - ha detto Carlo Sangalli presidente della Camera di commercio di Milano -. Che assume un rilievo ancora maggiore in termini di valore aggiunto, mostrando la forza di moltiplicare la capacità produttiva, di saper creare ricchezza. Con alcuni elementi di distinzione del sistema imprenditoriale: rispetto al dato nazionale, l'importanza del settore industriale - che contribuisce al 27% della ricchezza nazionale e del commercio lombardo, che è il terzo principale settore per ricchezza creata rispetto alla quarta posizione nella classifica italiana". 

Lombardia: % del valore aggiunto ai prezzi base 2001 (milioni di euro a prezzi correnti) 

 

agricoltura

industria in senso stretto

costruzioni

commercio, alberghi e ristorazione

trasporti e interm. Finanziaria

altri servizi pubb. e privati

Tot. Valore aggiunto Lombardia

% Lombardia sul tot. nazionale

valore aggiunto ai prezzi base 2001 (milioni di euro prezzi correnti)

3.726

70.818

9.384

38.907

82.292

30.725

235.852

20,8%

% del settore sul tot./settore nazionale

12,1%

27,4%

16,9%

20,3%

21,6%

14,1%

 

 

% del settore nella regione stessa

1,6%

30,0%

4,0%

16,5%

34,9%

13,0%

 

 

 Elaborazione Camera di Commercio di Milano La Lombardia settore per settore Industria. Il 27,4% del valore aggiunto industriale nazionale è stato dato dalla Lombardia che ha guidato la classifica nel 2001. Al seguito Veneto (11,9%), Piemonte (10,9%), Emilia Romagna (10,7%), Toscana (7,3%), Lazio (5,6%), Campania (4,6%), Marche e Puglia (3,2%), Sicilia (2,9%), Friuli Venezia Giulia (2,3%), Abruzzo (1,9%), Liguria (1,8%), Trentino Alto Adige (1,5%), Umbria (1,4%), Sardegna (1,3%), Calabria (0,9%), Basilicata (0,6%), Molise (0,4%) e Valle d'Aosta (0,2%). Trasporti e intermediazione Finanziaria. Nel 2001 la Lombardia ha costituito il 21,6% del valore aggiunto nazionale di questo settore. E dietro il Lazio col 12,5%, Piemonte 8,8%, Emilia Romagna 8,2% , Veneto 8,1%, Toscana 6,4%, Campania 6,3%, Siclia 5,7%, Puglia 4,2%, Liguria 3,4%, Friuli Venezia Giulia 2,3%, Marche 2,2%, Sardegna 2,1%, Calabria 2%, Trentino Alto Adige 1,8%, Abruzzo 1,6%, Umbria 1,4%, Basilicata 0,6%, Molise 0,4% e Valled'Aosta 0,2%. Commercio. La Lombardia ha prodotto circa un quinto del valore aggiunto nazionale di questo settore (20,3%). Seguono Veneto (9,8%), Lazio ede Emilia Romagna (9 %), Piemonte (8%), Toscana (7,8%), Campania (5,8%), Sicilia (5,3%), Piuglia (4,6%), Liguria (3,5%), Trentino Alto Adige (3%), Marche (2,6%), Friuli Venezia Giulia (2,3%), Calabria (2,2%), Sardegna (2,1%), Abruzzo (1,8%), Umbria (1,6%), Basilicata(0,6%), Molise e Valle d'Aosta (0,3%). Costruzioni. Nel settore delle Costruzioni la Lombardia ha determinato il 16,9% nel valore aggiunto nazionale. Seguono il Veneto con il 10,1%, Lazio 9,4%, Emilia Romagna 8,9%, Piemonte 8,3%, Campania 7,1% Sicilia 6,8%, Toscana 6,3%, Puglia 4,6%, Sardegna 3,1%, Trentino Alto Adige 3%, Calabria 2,8%, Marche 2,5%, Friuli Venezia Giulia 2,2%, Abruzzo 1,9%, Umbria 1,4%, Basilicata 1,3%, Molise 0,5% e Valled'Aosta 0,4%. Altri servizi pubblici e privati. In questo settore, che comprende attività orientate al sociale e all'ambiente, attività di organizzazioni associative, culturali, ricreative, sportive, la Lombardia ha prodotto il 14,1% del valore aggiunto nazionale. Lazio 13,4%, Campania 9,1%, Sicilia 8,6%, Emilia Romagna 6,8%, Piemonte 6,6%, Toscana 6,5%, Puglia 6,1%, Calabria 3,3%, Liguria 3,1%, Sardegna 3%, Marche 2,5%, Abruzzo 2,%, Umbria 1,5%, Basilicata 1%, Molise 0,6% e Valle d'Aosta 0,4%. Agricoltura. In agricoltura la Lombardia ha contribuito con il 12,1%. Segue l'Emilia Romagna (11,3%), Veneto 9,5%, Sicilia 9,4%, Puglia 9,1%, Campania 7,8%, Piemonte 6,5%, Lazio 5,7%, Calabria 4,4%, Sardegna 3,5%, Abruzzo, Marche e Trentino Alto Adige 2,6%, Liguria 2,2%, Friuli Venezia Giulia 2,1%, Umbria 1,6%, Molise 0,7% e Valle d'Aosta 0,1. Lombardia nel quadro nazionale. Nel quadro generale nazionale del valore aggiunto ai prezzi base del 2001 la Lombardia ha determinato il proprio contributo sull'intero paese con una percentuale del 20,8%. Seguono Lazio (10,2%), Veneto (9,2%), Emilia Romagna (8,8%), Piemonte (8,6%), Toscana (6,8%), Campania (6,5%), Sicilia (5,7%), Puglia (4,6%), Liguria (2,9%), Marche (2,6%), Friuli Venezia Giulia (2,3%), Sardegna e Calabria (2,2%), Trentino Alto Adige (2,1%), Abruzzo (1,8%), Umbria (1,4%), Basilicata (0,8%), Molise (0,4%) e Valle d'Aosta (0,3%). Valore aggiunto Italia. La fonte maggiore del valore aggiunto nazionale nel 2001 è stata determinata dal settore dei Trasporti e intermediazione Finanziaria che ha rappresentato il 33,5% del valore aggiunto italiano. Al seguito il settore dell'Industria che ha contribuito a tale valore col 22,8%, altri servizi pubblici e privati col 19,2%, il Commercio, alberghi e ristorazione col 16,9%, le costruzioni col 4,9% e l'Agricoltura col 2,7%. 

CONFINDUSTRIA, UN SONDAGGIO RIVELA: PRONTI A CRESCERE TRE PICCOLI IMPRENDITORI SU QUATTRO AL FORUM DI PRATO DELLE PMI LA SFIDA DELLO SVILUPPO DIMENSIONALE E I FATTORI DI FRENO 
Roma , 11 ottobre 2002 - Un sondaggio realizzato per la quarta edizione del Forum Pmi tra 140 imprese toscane - spaccato della realtà imprenditoriale italiana - rivela: il 75,4% dei piccoli imprenditori interpellati è pronto a crescere. Tre imprenditori su quattro covano progetti di sviluppo aziendale, hanno, soprattutto, voglia di fare: questo rivela un tessuto caratterizzato da un atteggiamento ottimista, aperto alle sfide dei mercati, pronto a usare le energie e le risorse di cui dispone. Il contrario dello stereotipo legato all'immagine di un sistema che ha scelto di restare "bonsai" e che non spingerebbe sulla leva dimensionale per carenza di risorse finanziarie o di incentivi. Sono le risorse umane, e in particolare quelle più qualificate, il fattore che gli imprenditori contattati ritengono più importante per l'attuazione dei progetti di crescita. E infatti la difficoltà a reperire collaboratori adeguati a tutti i livelli (dirigenti, tecnici, quadri) è la voce più segnalata dalle imprese come elemento di freno allo sviluppo, prima, addirittura, della pressione fiscale, che segue al secondo posto. La concorrenza dei paesi con bassi costi di lavoro si colloca in terza posizione, seguita dai troppi vincoli per assunzioni e licenziamenti e dalla rigidità del quadro normativo italiano. Idee chiare anche sulle leve da usare per la crescita delle proprie imprese: al primo posto gli imprenditori indicano l'innovazione tecnologica e la ricerca di nuovi mercati, ma ponderano allo stesso tempo attentamente i pro e i contro della crescita dimensionale e tengono fermi i propri progetti per le difficoltà che incontrano a formare le squadre giuste. Dalle risposte emerse nel sondaggio affiora la consapevolezza di un vantaggio competitivo basato sulle proprie competenze distintive, e nello stesso tempo, il limite di un paese che non valorizza la sua risorsa più importante, il capitale umano, e dove il triangolo ricerca-formazione-impresa non riesce a dialogare come dovrebbe. La piccola e media impresa si conferma, in definitiva, un grande "serbatoio" di sviluppo (il 96% delle imprese manifatturiere italiane ha meno di 250 addetti), un potenziale formidabile, che deve però fare i conti con le incertezze della congiuntura e i ritardi di competitività del sistema paese. E' su queste considerazioni che si soffermeranno le analisi e le riflessioni degli esperti, economisti e imprenditori invitati alla quarta edizione del Forum Pmi in programma il 18 e il 19 ottobre a Prato. 

FACKELMANN GROUP - PRESTIGE ITALIANA MATRIMONIO FATTO! 
Milano, 11 otttobre 2002 -
Fackelmann Group di Hersbruck/Baviera, affermata azienda nel settore dei casalinghi e dei mobili da bagno, ha acquistato un'azienda di grande nome: Prestige Italiana Spa di Locate Varesino (Co). Fackelmann  è da anni leader in Germania nel suo settore, produce e distribuisce con proprie filiali in 15 paesi oltre 3.000 prodotti, quali ad esempio utensili da cucina, levatappi, apriscatole, forbici ecc. Nel 2001 il fatturato è stato di 170 milioni di Euro. In Italia Fackelmann  è gia presente da tempo con una fabbrica, Top Filter di Seregno, che produce sacchetti filtro per aspiratori di uso domestico e industriale. Quanto prima sarà intensificata la vendita anche di questi prodotti attraverso i negozi e la grande distribuzione. Nella sua continua ricerca di espansione, l'azienda tedesca ha individuato in Prestige Italiana Spa la partner migliore per entrare nel nostro mercato dalla porta principale ed ha raggiunto un accordo con Lifetime Hoan E Meyer Corp. (Usa) per l'acquisizione dell'azienda italiana. Le linee dei prodotti si integrano alla perfezione e la sinergia generata dalle due società nella distribuzione e quindi nelle vendite condurrà inevitabilmente a traguardi ancor più ragguardevoli. Il mercato può contare ora sull' entusiasmo e l'ambizione di questa accoppiata vincente che, crediamo fermamente, non avrà molti rivali in futuro. 

BENEDICTE HOARAU NUOVO DIRETTORE VENDITE AIR FRANCE ITALIA 
Milano, 11 ottobre 2002 - Dopo 3 anni trascorsi a Milano con l'incarico di Direttore Vendite Air France per l'Italia, Pierre Teboul torna in Francia presso la Direzione delle Alleanze a Parigi, per contribuire allo sviluppo di SkyTeam. Al suo posto succede Bénédicte Hoarau. Nata a La Réunion, sposata, con una bambina di 4 anni, ha maturato un'intensa esperienza professionale nel commerciale, dopo aver terminato gli studi presso l'Ecole Supérieure de Commerce a Rouen. La sua carriera ha inizio nel 1985 presso la Direzione Key Account della Rank Xerox a Parigi, in qualità di Déléguée Commerciale. Nel 1987 ritorna a La Réunion, ove si occupa, fino al 1991, di turismo istituzionale, ricoprendo, fino al 1989, il ruolo di Responsabile della Promozione della destinazione La Réunion sul mercato francese, belga e tedesco, presso il Comitato del Turismo de La Réunion. Dal 1989 al 1991, si occupa della Creazione e Direzione del Servizio Sviluppo Turistico presso la Camera di Commercio de La Réunion. A partire dal 1991, il settore del Business Travel caratterizza i successivi undici anni, di cui 5 nella Distribuzione con i seguenti incarichi: Responsabile Vendite Affari presso Via Voyages; Direttore Vendite Key Account presso Havas Voyages American Express e 6 presso Air France ove lascia il posto di Global Key Account Manager nel settembre del 2002 per la sua nuova missione di Direttore Vendite Air France per l'Italia. "Con questo incarico - dichiara Bénédicte Hoarau - mi vengono offerte due soddisfazioni. A titolo personale perché avrò la possibilità di "vivere" questo vostro meraviglioso paese che già ho conosciuto in passato con brevi visite. Sul piano professionale il vostro mercato mi offrirà la soddisfazione di partecipare alle evoluzioni importanti che si annunciano nel nostro settore; saro' contenta di apportare il mio contributo e di arricchire la mia esperienza". 

AUSTRIAN AIRLINES: CAMBIO ALLA DIREZIONE ITALIANA DELLA COMPAGNIA DI BANDIERA AUSTRIACA CINZIA FABBRIS È LA NUOVA DIRETTRICE GENERALE PER L'ITALIA & MALTA 
Milano, 11 ottobre 2002 - Austrian Airlines, compagnia di bandiera austriaca e membro di Star Alliance, annuncia il cambio avvenuto quest'estate alla Direzione Generale per l'Italia: la Sig.ra Cinzia Fabbris sostituisce il precedente Direttore, il Sig. Paolo Locatelli. Cinzia Fabbris ha 39 anni e vanta un'approfondita esperienza nel settore del trasporto aereo, maturata inizialmente in United Airlines, e proseguita poi in veste di Area Manager Centro Italia per il Gsa Travel United. Nel 1999 il nuovo incarico della Sig.ra Fabbris è stato quello di District Sales Manager Nord Italia presso Carlson WagonLit Travel. Nell'Aprile del 2001 la Sig.ra Fabbris é entrata a far parte del team Austrian Airlines in qualitá di Business Sales Manager per l'Italia. Nell'estate del 2002 ha assunto la funzione di Direttrice Generale per l'Italia & Malta. La nuova Direttrice ha preso questo incarico con l'obiettivo primario di rafforzare ulteriormente la conoscenza del Gruppo Austrian Airlines in Italia e di guidare la Compagnia verso traguardi di sempre maggior rilievo: confermando i successi sul mercato dell'est europa, ed aumentando nello stesso tempo l'importanza dei voli a lungo raggio in Asia ed Australia. La Sig.ra Fabbris guida un team di 33 collaboratori.

QATAR AIRWAYS AUMENTA LA FREQUENZA DEI PROPRI VOLI A MUMBAI ED INIZIERÀ A VOLARE ANCHE A HYDERABAD E KOCHI 
Milano, 11 ottobre 2002 Il contratto commerciale firmato recentemente a Mumbai, ha permesso a Qatar Airways, la Compagnia Aerea più in crescita del Medio Oriente, di poter operare verso due nuove destinazioni in India ed aumentare la frequenza dei propri voli a Mumbai. L'accordo è derivato da un proficuo incontro con la delegazione guidata da Akbar Al Baker, Ceo di Qatar Airways, avuta la scorsa settimana con le autorità dell'Aviazione Civile Indiana. Il Chief Executive Officer di Qatar Airways, a seguito dell'incontro, ha dichiarato: "Il nuovo contratto permette a Qatar Airways di offrire ai passeggeri diretti verso l'India un ventaglio più ampio di destinazioni ed un aumento delle frequenze". Dal 27 Ottobre, Qatar Airways aumenterà con due voli settimanali la frequenza delle tratte per Mumbai, passando dagli attuali quattro voli, a sei voli settimanali. Mr Akbar Al Baker ha dichiarato che "l'aumento della frequenza dei voli consentirà ai passeggeri di volare verso l'Hub commerciale indiano più spesso, data la crescente domanda di posti per questa destinazione". Dal 21 Novembre Qatar Airways inizierà a volare anche verso Hyderabad, un'altra tra le principali città situata nella parte centro-sud dell'India. La Compagnia Aerea in questa tratta volerà con i moderni Airbus A 320 e Airbus A300. Dal 1 marzo del prossimo anno, la Compagnia di bandiera del Qatar volerà tre volte a settimana verso Kochi, uno dei maggiori Hub industriali ed economici nella parte sud dell'India. I voli a Kochi saranno inseriti nell'orario aereo estivo. Qatar Airways anche in questa tratta volerà con un Airbus A 300 e due Airbus A 320. Con l'aumentare delle frequenze su Mumbai ed il lancio dei servizi verso le due nuove destinazioni, il numero dei voli di Qatar Airways verso destinazioni indiane salirà a 19. La Compagnia Aerea, ad oggi vola giornalmente a Thiruvananthapuram, capitale dello stato del Kerala, a sud dell'India. Il Sig. Akbar Al Baker ha commentato: " questo rende Qatar Airways come la migliore scelta per i passeggeri sulla rotta Qatar - India". Qatar Airways ha intrapreso l'ambizioso progetto di raddoppiare la forza della sua flotta entro il 2004 ed aumentare il numero delle proprie destinazioni ad oltre 50 nei prossimi due anni. La compagnia aerea opera anche attraverso Qatar Aviation Services, Qatar Airways Holidays, Qatar Duty Free, Qatar Distribution Company e la Qatar Air Catering Company per dare un servizio sempre migliore ai propri clienti. 

MASTER PER SCIENZIATI-PILOTI ALL'UNIVERSITÀ DI FIRENZE IN COLLABORAZIONE CON IL BAYLOR INSTITUTE OF AIR SCIENCE DI WACO (TEXAS) E ALTRI DUE ATENEI USA. COME VOLARE SU UNO SPECIALE ULTRALEGGERO PER MISURARE LA QUALITÀ DELL'ARIA
Carrara, 11 ottobre 2002 - Scientist pilot, ovvero scienziato ecologico nonché pilota di aerei destinati al monitoraggio della qualità dell'aria. E' il nuovo master istituito in questi giorni dal Dipartimento di Energetica della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Firenze, frutto di un accordo con il Baylor Institute of Air Scienze della Baylor University di Waco, Texas. Ne ha dato notizia oggi ad Ariambiente, il Salone della qualità dell'aria in corso a Marina di Carrara fino al 12 ottobre, la direttrice scientifica del Baylor Institute, la professoressa Grazia Zanin, friulana, da oltre 20 anni negli Stati Uniti. Il master (IMES - International Master in Environmental Science - Concentrations in Biofuels and Air Quality) coinvolge anche le università di Lisbona e di Aston (Inghilterra). Inizierà con il prossimo anno accademico e prevede una serie di scambi di studenti con tre università americane, lo stesso Baylor Institute, con la Embry-Riddle Arenautical University di Daytona Beach, Florida, e l'Arizona State University. Cinque i posti disponibili per quella di Firenze. Il programma di addestramento al volo si basa su uno speciale e innovativo ultraleggero prodotto dalla Flyline di Torviscosa, Udine. In codice si chiama Sniffer ed è stato esibito oggi ad Ariambiente. Due le caratteristiche principali: è equipaggiato con i più sofisticati strumenti di rilevamento in dimensioni miniaturizzate e usa come carburante il bietanolo, un propellente verde a inquinamento zero. "Il Baylor Institute of Air Science", ha spiegato la professoressa Zanin, "promuove del resto l'uso dei biocarburanti sia per i motori a pistone sia per quelli a turbina". L'Istituto ha adottato lo Sniffer della Flyline dopo aver utilizzato due diversi tipi di Cessna e altri aerei di grosse dimensioni. Lo Sniffer è stato preferito sia per l'estrema maneggevolezza, sia per le sue proprietà non inquinanti, sia per il costo molto contenuto (40 mila Euro). Cifra abbordabilissima anche per i Paesi e le istituzioni meno abbienti. Il Baylor Institute of Air Science prevede un curriculum di studi di quattro anni durante i quali si ottiene il brevetto di pilota oltre a una preparazione scientifica molto qualificata. 

PER UNA POLITICA DEI TRASPORTI URBANI AMBIZIOSA: LANCIO DEL FORUM CIVITAS 
Bruxelles, 11 ottobre 2002 - La Commissione europea lancia il Forum Civitas, una piattaforma per tutte le città europee che scelgono di impegnarsi per introdurre politiche ambiziose dei trasporti urbani e nuove tecnologie. "La Commissione europea esprime il suo sostegno ai rappresentanti pubblici delle prime 19 città che stamattina hanno firmato la dichiarazione sul Forum Civitas, e si congratula con loro. Sono lieta di annunciare che nel 2003 intendiamo lanciare un nuovo invito a presentare proposte per l'iniziativa Civitas, nell'ambito del Sesto programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico", ha dichiarato Loyola de Palacio, vicepresidente della Commissione responsabile per l'energia e i trasporti. L'iniziativa Civitas, è rivolta a città ambiziose che stanno introducendo audaci misure innovative per migliorare radicalmente la situazione dei trasporti urbani. L'iniziativa vuole cambiare in maniera significativa la ripartizione del traffico a favore di modi di trasporto sostenibili. Per raggiungere l'obiettivo, le città che aderiscono a Civitas, adottano un approccio ambizioso e coerente nelle politiche dell'energia e dei trasporti urbani. Come primo passo, la Commissione europea concederà un contributo di 50 milioni di euro per cofinanziare una rosa di progetti in 19 città europee (Aalborg, Barcellona, Berlino, Brema, Bristol, Bucarest, Cork, Gydnia, Göteborg, Graz, Kaunas, Lilla, Nantes, Pécs, Praga, Roma, Rotterdam, Stoccolma e Winchester). I progetti hanno preso avvio all'inizio del 2002 e proseguiranno per quattro anni. Per il prossimo anno la Commissione intende estendere il sostegno finanziario ad altre città europee nell'ambito del Sesto programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico. Il Forum, che rappresenta un elemento fondamentale dell'iniziativa Civitas costituisce una piattaforma per lo scambio di idee ed esperienze. Le città che partecipano al Forum Civitas, potranno trarre beneficio dalle esperienze di altre città accomunate dallo stesso impegno e all'avanguardia nell'introdurre l'utilizzo di veicoli puliti, di carburanti alternativi e di politiche innovative per migliorare il trasporto urbano. L'iniziativa Civitas, è in linea con la strategia della Commissione intesa ad ottenere una sostituzione del 20% dei carburanti diesel e della benzina nel settore dei trasporti su strada entro l'anno 2020. La strategia delineata nel Libro bianco della Commissione sui trasporti indica nei biocarburanti, nel gas naturale, nell'idrogeno e nelle celle a combustibile le fonti energetiche in grado di costituire singolarmente oltre il 5% del totale dei carburanti impiegati per il trasporto entro tale data. Infolink: www.civitas-initiative.org 

LA COMMISSIONE VARA UN GRUPPO AD ALTO LIVELLO IN MATERIA DI IDROGENO E CELLE A COMBUSTIBILE 
Bruxelles, 11 ottobre 2002 - Un nuovo gruppo ad alto livello, che offrirà consulenze in materia di idrogeno e di celle a combustibile è stato lanciato oggi dal Presidente della Commissione, Romano Prodi, dalla vicepresidente della Commissione, Loyola de Palacio, responsabile dell'energia e dei trasporti, e dal Commissario alla ricerca Philippe Busquin. Il gruppo comprende rappresentanti di primo piano di grandi imprese europee del settore automobilistico ed energetico, dei servizi pubblici, degli istituti di ricerca, delle imprese dei trasporti e dei responsabili politici. Il gruppo valuterà i vantaggi potenziali che potrebbero derivare dall'utilizzo dell'idrogeno e delle celle a combustibile per i trasporti, la produzione di energia e numerosi altri settori nell'Unione europea, e favorirà un'azione più mirata da parte dell'Unione europea in questo campo. I primi risultati sono previsti per la metà del 2003, con un rapporto di previsione che comprenderà un programma di ricerca sull'idrogeno e le celle a combustibile ed azioni di attuazione e di commercializzazione, e nel quale si terrà conto di temi come l'innovazione, il marketing, la distribuzione e le infrastrutture, la sicurezza, la collaborazione tra pubblico e privato e gli investimenti nel settore dell'idrogeno. ll Presidente della Commissione europea Romano Prodi ha dichiarato: "Si tratta di una scelta importante per l'Europa. La tecnologia ad idrogeno non solo ridurrà la nostra dipendenza energetica e le emissioni di gas, ma sul lungo periodo cambierà notevolmente il nostro modello socioeconomico e creerà nuove opportunità per i paesi in via di sviluppo". La vicepresidente Loyola de Palacio, Commissaria alla politica dei trasporti e dell'energia, ha aggiunto: "Sono alla ricerca di modi nuovi ed originali per ridurre la dipendenza dell'Unione europea dal petrolio e per realizzare al tempo stesso uno sviluppo sostenibile. L'idrogeno e le celle a combustibile si prestano ai nostri scopi e possono aiutarci enormemente a raggiungere il nostro obiettivo di sostituire il 20% dei carburanti per autotrazione con carburanti alternativi entro il 2020. L'idrogeno, inoltre, offre grandi opportunità per la distribuzione di energia sostenibile (ad es. le fonti rinnovabili) e per la produzione decentrata di energia." Il Commissario europeo alla ricerca Philippe Busquin ha commentato: "Per rispettare i severi obiettivi di Kyoto, l'Unione europea aumenterà l'utilizzo delle fonti di energia rinnovabili e dei carburanti sostitutivi, e in particolare dell'idrogeno. Oggi l'idrogeno e le celle a combustibile sono troppo costosi, ed è per questo che abbiamo bisogno di un approccio coerente a livello europeo. Favorendo l'incontro di industriali, ricercatori, utenti e politici, intendiamo contribuire a costruire un terreno d'intesa e a far si che l'Europa sia all'avanguardia nella promozione delle fonti di energia sostenibili." Si prevede che la domanda mondiale di elettricità raddoppierà entro il 2015. L'idrogeno finirà per occupare un ruolo di primo piano per darci trasporti puliti e produrre energia: l'unica emissione che produce è infatti il vapore acqueo. Tuttavia, per passare dall'economia energetica di oggi, basata in gran parte sui combustibili fossili, a un'economia che sfrutti maggiormente l'idrogeno, abbiamo bisogno di incoraggiare la ricerca, il know-how e gli investimenti. Il gruppo ad alto livello valuterà i progressi finora compiuti e contribuirà a concepire azioni a breve termine per far penetrare l'idrogeno sul mercato e a preparare una strategia a lungo termine per l'idrogeno e le celle a combustibile a livello di Unione europea. Alcuni studi di mercato indipendenti prevedono percentuali medie annue di aumento dei trasporti alimentati da celle a combustibile del 40-60% nel prossimo decennio. Il mercato europeo dei veicoli con celle a combustibile dovrebbe raggiungere i 16,3 miliardi di euro entro il 2020 e i 52 miliardi di euro entro il 2040. Per quanto riguarda le centrali energetiche e la produzione di energia, l'Europa e gli Stati Uniti dovranno trovare sostituti per i combustibili odierni e rafforzare la loro capacità di produzione energetica. Tra le innovazioni ci sarà l'impiego di microgeneratori che alimenteranno gli elettrodomestici e forniranno l'energia alle regioni più remote. La commercializzazione delle celle a combustibile, tuttavia, deve ancora superare notevoli barriere tecniche e socioeconomiche, come ad esempio la mancanza di infrastrutture di distribuzione dell'idrogeno. Gli Stati Uniti e il Giappone sono all'avanguardia mondiale nella ricerca sulle celle a combustibile. Negli Stati Uniti la ricerca procede grazie soprattutto all'impulso del settore aerospaziale e della difesa. Il sostegno che il governo americano offre per sviluppare la tecnologia delle celle a combustibile comprende il programma Freedom Car Program (150 milioni di euro all'anno), e il programma Seca (Solid State Energy Conversion Alliance) con 25-30 milioni di euro. Il Giappone sostiene lo sviluppo della tecnologia delle celle a combustibile e dell'idrogeno con un programma della durata di ventotto anni (1993-2020) che dispone di un budget complessivo di 2,4 miliardi di euro. Gli sforzi dell'Unione europea nel settore non sono strutturati, sono scarsamente finanziati e frammentari. Il finanziamento pubblico complessivo dell'Europa alla ricerca sulle celle a combustibile è stimato intorno ai 50-60 milioni di0 euro annui, cioè un terzo degli stanziamenti statunitensi e un quarto di quelli giapponesi. L'Unione europea ha bisogno di una strategia coerente in questo campo, per favorire la transizione e aiutare il settore a raggiungere una migliore proporzione tra costi e benefici, rendendolo competitivo e trasformando le celle a combustibile in prodotti commercializzabili. Per temi come l'alimentazione energetica, la sicurezza e standard tecnologici comuni occorre trovare rapidamente delle risposte. La ricerca sull'idrogeno e sulle celle a combustibile finanziata dall'Unione europea Il Quinto programma quadro di ricerca (1999-2002) ha speso 120 milioni di euro per la ricerca sull'idrogeno e le celle a combustibile. Nel Sesto programma quadro (2003-2006), la ricerca nel settore dell'energia e dei trasporti farà parte della priorità tematica "Sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi", per la quale è stato stanziato un budget complessivo di 2 120 milioni di euro. Si prevede che gli stanziamenti per la ricerca sulle celle a combustibile, e in particolare sulle loro applicazioni e sulle tecnologie ad idrogeno, aumenteranno notevolmente rispetto al Quinto programma quadro. I primi inviti a presentare proposte saranno pubblicati nel corso del 2002, e il lancio dei progetti è previsto per la metà del 2003. Il gruppo ad alto livello sull'idrogeno e le celle a combustibile Il gruppo ad alto livello è composto da figure di primo piano del settore dell'idrogeno, delle celle a combustibile e dei trasporti. Si tratta di un organismo informale dalla funzione consultiva, il cui ruolo principale consisterà nell'assistere la Commissione nel determinare le prospettive e l'impatto economico del passaggio a un'economia energetica sostenibile basata sull'idrogeno e sull'elettricità e dell'introduzione delle celle a combustibile come convertitori di energia. Entro la metà del 2003 il gruppo presenterà un documento che esporrà una serie di idee in merito alle azioni congiunte dell'Europa necessarie ad avviare un'industria dinamica delle celle a combustibile e un'economia energetica sostenibile basata sull'idrogeno. Alla relazione potrebbe seguire un piano d'azione più dettagliato, che comprenderà un programma per la ricerca strategica nel settore dell'idrogeno e delle celle a combustibile. 

RUBBIA NEL GRUPPO DI INDIRIZZO PER LO SVILUPPO DELL'IDROGENO E DELLE CELLE A COMBUSTIBILE ISTITUITO DALLA COMMISSIONE EUROPEA 
Roma, 11 ottobre 2002 . Il Presidente della Commissione Europea, Romano Prodi, insieme alla responsabile della Commissione Energia e Trasporti, Loyola De Palacio ed al Commissario della Ricerca, Philippe Busquin, hanno presentato oggi un nuovo Gruppo strategico e di indirizzo ad Alto Livello (Hlg) sull'idrogeno e sulle celle a combustibile. Fanno parte di questo Gruppo i più qualificati rappresentanti delle maggiori aziende europee energetiche e dei trasporti, automobilistiche, compagnie elettriche pubbliche, istituti di ricerca, decisori politici, con il compito di definire le strategie e le priorità a livello europeo per promuovere la diffusione e l'utilizzo dell'idrogeno e delle celle a combustibile. Il Prof. Rubbia, che partecipa per l'Italia, ha sottolineato l'esigenza di una forte alleanza in ambito europeo del sistema industriale con le strutture di ricerca per avviare un programma di azioni in grado di portare nel giro di pochi anni a traguardi significativi e per superare i problemi più rilevanti di carattere tecnologico, inclusa la competitività dei costi, al fine di favorire una vasta diffusione dell'idrogeno. Il Prof. Rubbia ha anche evidenziato che esistono aree di ricerca e sviluppo che costituiscono importanti nicchie dove l'Europa può ottenere significativi risultati e sulle quali il sistema della ricerca del nostro Paese, e in particolare l'Enea, è impegnato con propri programmi: a titolo di esempio ha citato la produzione di idrogeno a partire dall'energia solare concentrata, che consente di realizzare una forma di produzione energetica assolutamente pulita e particolarmente idonea per paesi del Mezzogiorno d'Europa, come l'Italia. I primi risultati del lavoro del Gruppo, che sono attesi per la metà del 2003, riguardano sia valutazioni sulle azioni a breve per l'introduzione dell'idrogeno sul mercato sia la predisposizione di una strategia a lungo termine a livello Europeo. In particolare, il Gruppo predisporrà un documento programmatico relativo alle azioni di ricerca, di diffusione e di commercializzazione, con particolare riferimento alle collaborazioni pubbliche e private da attivare ed agli investimenti da realizzare in questo settore. 

DAIMLERCHRYSLER FA UN NUOVO PASSO NELLO SVILUPPO DELLA TECNICA A CELLE COMBUSTIBILI: PRIMI TEST DI GUIDA SU 60 MERCEDES-BENZ CLASSE A "F-CELL" IN EUROPA, STATI UNITI, GIAPPONE E SINGAPORE 30 BUS CITARO A CELLE COMBUSTIBILI VERRANNO UTILIZZATI DAL 2003 DALLE AZIENDE DI TRASPORTI 
Milano, 11 ottobre 2002 - DaimlerChrysler presenta oggi, ad otto anni dal lancio del progetto Necar 1, i primi veicoli a celle combustibili che verranno distribuiti e testati dalla clientela d'Europa, Stati Uniti, Giappone e Singapore. L'iniziativa interesserà 30 bus urbani Citaro, che saranno affidati alle aziende di trasporto di dieci principali città europee a partire dal 2003, insieme a 60 Mercedes-Benz Classe A "F-Cell". Dal 2003 queste vetture saranno utilizzate e testate in Europa, Stati Uniti, Giappone e Singapore. Grazie a questo decisivo passo in avanti, DaimlerChrysler abbandona lo stadio progettuale di questo tipo di veicoli e fissa un'altra pietra miliare verso la commercializzazione di questa promettente tecnologia di propulsione. Il Prof. Klaus-Dieter Vöhringer, Responsabile Ricerca e Sviluppo di DaimlerChrysler, ha affermato: "Il superamento della dipendenza dal petrolio grezzo e la contemporanea elaborazione di soluzioni per i problemi energetici del futuro è una delle maggiori sfide che ricercatori e ingegneri devono affrontare." Dall'introduzione della prima Necar nel 1994, DaimlerChrysler ha fatto notevoli progressi nel campo della tecnologia delle celle a combustibile, presentando 20 prototipi di veicoli e dimostrando in tal modo l'attuabilità tecnica del nuovo rivoluzionario principio di propulsione, che impiega la "cella a combustibile". La cella a combustibile funge da convertitore di energia elettrochimica a bordo del veicolo generando energia dall'idrogeno. Da allora le dimensioni e il peso dell'unità di guida sono state sensibilmente ridotte, mentre le prestazioni hanno fatto riscontrare un notevole miglioramento. Mercedes-Benz Classe A "F-Cell" è oggi la prima vettura che, dalla fase di ricerca e sviluppo in questo campo, arriva alla prova su strada. Oltre a presentare un design degli interni particolare ed innovativo, la Classe A "F-Cell" offre lo stesso spazio delle vetture a propulsione tradizionale ed è prodotta come una vettura di serie, anche se in un numero limitato di esemplari. In futuro, lo sviluppo di questa tecnologia progredirà principalmente nella direzione del funzionamento pratico. La Classe A "F-Cell" rappresenta un passo importante nella storia delle automobili e, ancora una volta, dimostra la competenza tecnologica del gruppo DaimlerChrysler. "La tecnologia a combustione ci offre la possibilità di combinare mobilità e compatibilità ambientale, fornendo così un enorme contributo alla società" ha affermato il Prof. Jürgen Hubbert, membro del Comitato Direttivo DaimlerChrysler con responsabilità per Mercede-Benz, Maybach e smart. "Per permettere la commercializzazione della cella a combustibile in un prossimo futuro, è indispensabile chiarire anzitutto le questioni delle infrastrutture e del combustibile nell'ambito di un'iniziativa mondiale, insieme alla comunità politica, all'industria degli olii minerali ed al settore energetico. Gli ingegneri progettisti hanno ancora molte sfide da affrontare, in particolare, per quel che riguarda l'ulteriore riduzione di pesi e costi, nonché il miglioramento dell'affidabilità e della durata. In questo senso, i costruttori dovrebbero cooperare in maniera più intensiva, così da promuovere il progresso di questa fondamentale tecnologia." DaimlerChrysler presenta anche il primo bus europeo a celle combustibili: dal 2003, 30 bus urbani basati sul modello Mercedes-Benz Citaro circoleranno in dieci principali città europee: Amsterdam, Barcellona, Amburgo, Londra, Lussemburgo, Madrid, Porto, Reykjavik, Stoccolma e Stoccarda. Questi bus dimostreranno il grado di affidabilità di questa tecnologia di propulsione in situazioni profondamente differenti fra loro: nelle difficoltà dei servizi di linea giornalieri, nel freddo dell'inverno nordico e nel caldo dell'estate spagnola, in pianure ed in regioni collinari come Stoccarda. In futuro, diverse migliaia di passeggeri al giorno in Europa proveranno questo sistema di guida innovativo e pulito. Il Dr. Eckhard Cordes, membro del Comitato Direttivo DaimlerChrysler e Responsabile Veicoli Commerciali ha commentato: "Il trasporto urbano dei bus è il campo ideale per collaudare la cella a combustione come sistema di propulsione. Sono orgoglioso del fatto che siamo riusciti a sviluppare il primo veicolo in produzione al mondo con tecnologia a celle combustibili, sulla base del Mercedes-Benz Citaro." Un anno fa, DaimlerChrysler aveva lanciato una partnership con il servizio di consegne Hermes di Amburgo, per testare un Mercedes-Benz Sprinter con tecnologia a celle combustibili nelle attività quotidiane. Dopo oltre 16.000 chilometri, l'esperienza acquisita ha superato le aspettative sia degli ingegneri che del cliente. Le caratteristiche di funzionamento semplice ed al tempo stesso conveniente si sono rivelate particolarmente convincenti. Soprattutto nel traffico urbano e per le consegne, tutte queste qualità hanno suscitato un'ottima impressione generale. Il Dr. Wolfgang Fürwentsches, Managing Director dell'Hermes Versand Service, ha così commentato questa importante esperienza: "Come operatori di un parco di 3.400 veicoli commerciali, ed in qualità di principali clienti della DaimlerChrysler, abbiamo dato l'impulso per promuovere le tecnologie ecologiche nel settore dei veicoli commerciali. L'esperienza positiva avuta con Mercedes-Benz Sprinter a celle combustibili conferma la nostra convinzione che questa tecnologia di propulsione sia il progetto più attuabile per il futuro." 

TRASPORTI E MOBILITÀ :ENTRO OTTOBRE NASCE A MILANO LA SOCIETA' PER IL CAR SHARING COMUNALE 
Milano, 11 ottobre 2002 - Entro ottobre, promossa dal Comune, dopo un accordo col Ministero dell'Ambiente, nasce a Milano la prima società pubblica di "car sharing", dell'auto in condivisione. Il primo atto sarà la costituzione di una s.r.l. di cui faranno parte, tra gli altri, l'Automobile Club , l'Aem attraverso la Zin-Car e l'Unione del Commercio. All'estero, soprattutto in Germania e Svizzera, il "car sharing" ha avuto successo. Anche a Milano, come documenta uno studio compiuto, per conto del Comune, dal Politecnico e dalla Bocconi, l'iniziativa può avere buone prospettive. "Puntiamo a un'operazione di largo respiro - precisa l'assessore ai Trasporti, Giorgio Goggi - A regime la nuova società potrebbe contare su una flotta di 800 vetture". Costituita la società in ottobre, il "car sharing" milanese partirà all'inizio del 2003, collegato a posteggi a rotazione, autorimesse, grandi stazioni e parcheggi d'interscambio, come intervento sperimentale, su aree a campione del centro, all'interno delle Mura spagnole, con un parco vetture di un centinaio di mezzi non inquinanti, dalle piccole city car, alle monovolume, ai furgoni elettrici per il trasporto merci. E l'amministrazione comunale sarà uno degli utenti, all'inizio soprattutto per il trasporto merci. Sarà l'Aci a gestire il call center per le informazioni e le prenotazioni delle vetture. L'utilizzo orario delle auto in condivisione verrà subordinato all'adesione a un club, collegato alla società. E l'iscritto riceverà una carta "intelligente" che gli consentirà di avere a disposizione la vettura nel parcheggio concordato. Già oggi funziona a Milano un primo esperimento di "car sharing", con 4 auto e un centinaio di associati, promosso da Legambiente e Touring Club. L'operazione promossa dal Comune, a livello imprenditoriale, in parte finanziata con fondi statali, e rivolta tra gli altri a professionisti, società, piccole aziende che vogliono risparmiare sull'uso del mezzo privato, prevede entro due anni un investimento sui 15 milioni di euro. 

CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA: +3,2% A SETTEMBRE LE IMPORTAZIONI AUMENTANO DEL 4,1%. DA GENNAIO A SETTEMBRE 2002 LA DOMANDA AUMENTA DELL'1,9% 
Roma, 11 ottobre 2002 - Più 3,2% è la crescita della domanda di energia elettrica nel mese di settembre 2002 rispetto al corrispondente mese dell'anno 2001. 25,8 miliardi di kWh è stato il totale dell'energia richiesta in Italia. Il risultato ha risentito di fattori climatici (temperatura media mensile superiore di due gradi rispetto allo stesso mese dell'anno precedente), e di fattori calendariali (un giorno lavorativo in più rispetto a settembre 2001). Depurata da questi effetti la variazione della domanda è risultata pari a +1,2%. Dall'analisi effettuata dal Gestore della Rete emerge che la crescita dei consumi, registrata a settembre 2002 rispetto a settembre 2001, ha interessato tutto il territorio nazionale: +4% al Nord, +2,7% al Centro, +1,9% al Sud. I 25,8 miliardi di kWh richiesti nel mese di settembre 2002 risultano distribuiti per il 47% al Nord, per il 29% al Centro e per il 24% al Sud. Rispetto a settembre 2001, la dinamica tendenziale della richiesta di energia elettrica sul territorio, nel mese di settembre 2002, ha fatto registrare un +7,4% nel Triveneto e un +4,1% nell'area Emilia Romagna - Toscana. Nel mese di settembre 2002 il fabbisogno di energia elettrica è stato coperto per l'84,1% con la produzione nazionale e per la quota restante (15,9%) facendo ricorso alle importazioni, che risultano aumentate, rispetto a settembre 2001, del 4,1%. In particolare si è avuto a settembre 2002, rispetto allo stesso mese del 2001, un aumento delle produzioni termoelettrica (+3%), idroelettrica (+6,5%) e geotermoelettrica (+14,7%). In calo la produzione eolica (-5,6%). Complessivamente la produzione nazionale a settembre 2002 è cresciuta del 3,8% rispetto a settembre 2001. Il profilo congiunturale della domanda elettrica di settembre 2002 registra una ripresa dell'1,2% rispetto al precedente mese di agosto. Da gennaio a settembre 2002 la richiesta di energia elettrica è aumentata complessivamente dell'1,9% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno Queste ed altre informazioni sono disponibili nella pubblicazione "Rapporto Mensile sul Sistema Elettrico", che commenta in modo analitico l'andamento dei consumi elettrici mensili, consultabile alla voce "dati statistici" del sito web www.grtn.it 

CONCLUSA LA 4° GIORNATA DEL CONVEGNO SUL FOTOVOLTAICO IN EUROPA FORTE ANCHE LA PRESENZA ESPOSITIVA 
Roma 11 ottobre - E' giunta ieri alla conclusione la quarta giornata del convegno - esposizione "Il fotovoltaico in Europa. La tecnologia solare come fonte di energia."Un appuntamento di grande importanza per il valore congressuale e per la presenza dei principali operatori del settore. Tra gli espositori istituzionali spicca la presenza del Ministero dell'Ambiente, del Centro di Ricerca della Commissione Europea e del Comune di Roma. Su una superficie espositiva di più di 4000m2 disposti su due piani, 109 operatori presentano progetti e novità del settore. Forte è la presenza internazionale con 57 nazioni complessivamente rappresentate. Gli espositori italiani sono 23, di cui 18 aziende, che non solo offrono strumenti e mezzi per la realizzazione di impianti, ma spesso guidano l'utente in tutta la fase dell'iter burocratico per ottenere le autorizzazioni necessarie. Numerose sono le iniziative presentate, tra cui il "Sun Day", organizzato dal Comune di Roma (in collaborazione con l'Agenzia per il Risparmio Energetico, l'Assessorato alle politiche Educative e Scolastiche e l'Assessorato alle Politiche Ambientali ed Agricole), giunto alla sua seconda edizione. Questa è stata l'occasione per dare ulteriormente spazio alla mostra itinerante"Casa Ecologica", sponsorizzata dal Ministero dell'Ambiente per promuovere le fonti di energia rinnovabile ed il risparmio energetico. L'itinerario della mostra (che prevede 10 tappe in altrettante regioni italiane) è un'occasione per presentare pubblicamente lo stato di attuazione a livello locale e nazionale delle attività previste nell'ambito dei programmi nazionali per lo sviluppo delle energie rinnovabili promossi dal Ministero. Tra le aziende spiccano le principali società leader nella produzione di energia da fonti rinnovabili, tra cui Enel, presente con Enel GreenPower, Enel.si, Tre e Conphoebus, Eurosolare, società del Gruppo Eni operante nel fotovoltaico, Eta-Florencee e W.I.P, organizzatrici del convegno. 

ENI: NUOVA SCOPERTA DI IDROCARBURI NEL GIACIMENTO DI KALAMKAS NEL MAR CASPIO 
San Donato Milanese, 11 ottobre 2002 - Eni, operatore unico del North Caspian Sea Psa attraverso Agip Kco, comunica il positivo completamento del primo pozzo esplorativo nel giacimento di Kalamkas. Il pozzo, denominato Kalamkas-1, si trova nel settore kazako del Mar Caspio, all'interno dell'area esplorativa di Kalamkas, adiacente al giacimento di Kashagan che è stato dichiarato commerciale il 30 giugno scorso. Kalamkas-1 fa parte degli impegni sottoscritti con la firma del North Caspian Sea Psa (Production Sharing Agreement) ed e' stato perforato da Agip Kco, operatore unico, alla profondita' totale di 2360 metri. I test iniziali per verificare la potenzialità del giacimento hanno dato una produzione di 2.300 barili di olio al giorno. La perforazione in acque molto basse ed estremamente sensibili dal punto di vista ambientale ha richiesto competenze e procedure specialistiche. Inoltre, Kalamkas-1 e' il primo pozzo perforato in acque kazake utilizzando una piattaforma mobile: la Qurtulus che è arrivata via mare da Baku e tornera' in acque azere entro la prima meta' di ottobre. Agip Kco sta continuando l'esplorazione di altri siti offshore all'interno dell'area compresa nel North Caspian Sea Psa. La scoperta di idrocarburi nel giacimento di Kalamkas, segue quella di Kashagan, la più importante degli ultimi trent'anni, e conferma le potenzialità della Regione Caspica, ritenuta la nuova frontiera dell'industria petrolifera. In questa Regione l'Eni è uno degli attori più importanti: è operatore unico per tutto il North Caspian Sea Psa, che include Kashagan e Kalamkas, ed è co-operatore nel campo di Karachaganak. 

PRESENTAZIONE A BOLOGNA DEL PROGETTO MUS-E 
Bologna, 11 ottobre 2002 - Oggi alle ore 12: si terrà la presentazione a Bologna del Progetto Mus-E a Bologna. Nella sala riunioni di palazzo d'Accursio, il vicesindaco di Bologna Giovanni Salizzoni incontrerà il nuovo presidente dell'associazione Mus-e Italia Onlus Riccardo Garrone, presidente Erg Spa e illustrerà l'andamento del progetto Mus-e nelle scuole bolognesi. Il progetto Mus-e ha come obiettivo non solo quello di introdurre l'arte nelle scuole primarie affinché diventi veicolo di comunicazione fra le diverse culture, ma anche di prevenzione contro l'emarginazione e la violenza. Nell'anno scolastico 2002/2003 il progetto si estenderà a più di 400 classi del Comune di Bologna e del Comune di San Lazzaro grazie al sostegno di: Comune di Bologna, Carisbo, Fondazione Carisbo, Rolo Banca 1473, banca Popolare dell'Emilia - Romagna, Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, Centro servizi amministrativi Emilia- Romagna, Ducati sistemi Spa e Assindustria Bologna. Il Mus-E (Musica-Europa) è un progetto europeo multiculturale ideato dal violinista Yehudi Menuhin, scomparso nel 1999 finalizzato a integrare l'esperienza artistica (in particolare le arti legate all'esperienza del canto, della musica e del movimento) con quella scolastica. Infolink:
www.mus-e.it

"SICUREZZA SUL LAVORO":PRIMI PASSI A SCUOLA CONCORSO NAZIONALE "PRIMI IN SICUREZZA - PREMIO EMILIO ROSSIGNI" RIVOLTO A TUTTE LE SCUOLE CHE VOGLIONO SENSIBILIZZARE GLI STUDENTI SUL TEMA DELLA SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
Bergamo, 11 ottobre 2002 - Tre sono le persone che ogni giorno muoiono in Italia a causa di incidenti sul lavoro: un numero che da solo dice molto più di tante parole. Un monito drammatico che deve far riflettere tutti. In questo senso, la prevenzione assume un¹importanza decisiva che non può rimanere confinata ad un concetto astratto ma deve essere insegnata e divulgata a tutti i livelli. "Primi in Sicurezza" è un¹idea innovativa che persegue proprio questo scopo. Quale miglior occasione di un concorso rivolto alle scuole come mezzo di sensibilizzazione dei ragazzi, lavoratori e datori di lavoro di domani? Il progetto, nato dalla stretta collaborazione della rivista Okay! e la Rossini Trading SpA, Azienda che da trent¹anni opera nel settore dell¹abbigliamento da lavoro e dell¹antinfortunistica, ha immediatamente raccolto l¹entusiastico appoggio di molte istituzioni. Sarà assegnata una medaglia del Presidente della Repubblica, mentre la Commissione Europea, la Regione Lombardia, la Provincia di Bergamo e l'Anmil (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi sul Lavoro) non si sono lasciate sfuggire l¹occasione di offrire il loro patrocinio all'iniziativa. Possono partecipare al concorso tutte le scuole materne, elementari, medie e medie superiori d¹Italia che presenteranno i propri lavori alla redazione di Okay! (via Corti 51, 24124 - Bergamo) entro il 15 marzo 2003. L¹unico requisito è che il messaggio enunciato dallo slogan "Primi in Sicurezza" sia espresso in tutta libertà, dando ampio sfogo alla fantasia e alla collaborazione attiva tra studenti, insegnanti e genitori. Saranno accettati i più svariati modi d¹espressione: dai lavori più tradizionali quali disegni, poster, album fotografici, testi, favole, articoli, giochi di società, sondaggi fino ai più moderni video, spot, cd-rom, audiocassette, t-shirt. Tutto il materiale sarà visionato e giudicato da una commissione che deciderà quali saranno i vincitori. I primi tre classificati di ogni ordine scolastico si contenderanno rispettivamente un computer (1.i classificati), un televisore o un videoregistratore (2.i classificati) e un impianto audio (3.i classificati). Un¹iniziativa importante, intitolata alla memoria di Emilio Rossini, un ³uomo² ancor prima che un imprenditore, che, oltre a costruire un¹azienda ha saputo tramandare una vera e propria cultura del lavoro. Un modo nuovo, diverso e anche divertente per far avvicinare i ragazzi ad una riflessione su una realtà drammatica cui dovranno far fronte nel loro prossimo futuro e che appresa "banalmente" dalle pagine di un libro potrebbe non lasciare alcuna traccia. 

SONO APERTE LE ISCRIZIONI AL CORSO GRATUITO DI ALTA FORMAZIONE ''BREVETTI, MARCHI E PROPRIETA' INTELLETTUALI'' 
Milano, 11 ottobre 2002 - L'associazione S.E.I.D.O. - Scambi Esperienze Internazionali Di Opportunita' organizza a Milano un corso gratuito di alta formazione ''Brevetti, Marchi E Proprieta' Intellettuali'' da novembre 2002 ad aprile 2003 Destinatari. Il corso e' riservato a 16 giovani e adulti, disoccupati, in possesso di diploma, laurea o iscritti a corsi universitari. Finalita'. Formare professionalmente i partecipanti affinche' siano in grado di assumere responsabilita' nel settore della ''Gestione di Brevetti, Marchi e Proprieta' intellettuali''. Obiettivo del corso e' quello di far acquisire agli allievi conoscenze teoriche e pratiche relative alle seguenti aree: Area giuridica (Nozioni generali di diritto industriale, Cognizioni di base su leggi brevetti, nazionali ed estere, Azionamento in tribunale di brevetti e marchi, La causa, La condanna, Le procedure d'urgenza, La competenza territoriale); Area tecnica (Brevetti e modelli, Procedure di deposito, Convenzioni internazionali, Brevetti europei, Marchi italiani, Marchi esteri); Area aziendale (Cognizioni di base sull'organizzazione aziendale); Area linguistica (Inglese tecnico specifico); Area informatica (Microsoft Office: Word, Excel, Acces, Power Point, E-mail e Internet). Ammissione. L'ammissione al corso e' subordinata al superamento di una prova di selezione effettuata da un'apposita Commissione (valutazione curriculum, colloqui individuali). Sulla base della prova e di eventuali titoli preferenziali (Laurea, Inglese tecnico, Informatica di base) la Commissione, a proprio insindacabile giudizio, individuera' gli ammessi. Struttura del corso: Durata: 800 ore di cui 480 di lezioni teoriche e di esercitazioni pratiche, 320 di tirocinio/stage presso Studi professionali del settore. Periodo: Il corso si svolgera' a Milano, iniziera' in novembre 2002 e durera' fino ad aprile 2003. Frequenza: obbligatoria, mattina e pomeriggio, dal lunedi' al venerdi'. Ai corsisti verranno erogati buoni pasto. Al termine dell'intervento formativo e' previsto un esame di idoneita' per il rilascio di un Certificato di Qualifica post-diploma. 

INUTILI E ILLEGITTIMI I DECRETI SULLE TARGHE ALTERNE 
Carrara, 11 ottobre 2002 - "Dal punto di vista tecnico le targhe alterne, comunque e da chiunque applicate, sono un provvedimento del tutto privo di senso. Misure del genere non hanno mai risolto alcun problema di inquinamento atmosferico". Lo ha affermato il direttore dell'Istituto di Inquinamento Atmosferico del Cnr, Ivo Allegrini, anticipando oggi ad Ariambiente, il Salone ecologista in programma fino a sabato a Carrara, una relazione che presenterà domani a una conferenza sulle polveri fini (Pm10), proprio mentre la Regione Toscana tiene alla manifestazione il suo congresso regionale sulla qualità dell'aria. Come già una settimana fa in occasione della decisione della Regione Emilia Romagna sulle targhe alterne lungo tutto il percorso della via Emilia, Allegrini è intervenuto dopo il recentissimo decreto della Regione Toscana che stabilisce il regime delle targhe alterne in quasi tutta la regione dopo 5 giorni di superamento dei livelli massimi (40 microgrammi per metro cubo) di concentrazione del Pm10. "L'incidenza del traffico veicolare, specialmente leggero, e specialmente sulle polveri fini è molto limitato", sostiene Allegrini. "Soprattutto è molto limitata in riferimento alla media annua delle concentrazioni che è il limite fissato dalle direttive europee. Poiché è dimostrato che le targhe alterne fanno abbassare l'inquinamento di percentuali variabili tra il 10 e il 25%, la loro applicazione in pochissimi periodi dell'anni finisce per pesare sulla media annua in misura irrilevante". Un altro aspetto del problema, ricorda Allegrini, è legato al fatto che gli episodi di elevato inquinamenti sono legati alla situazione metereologica, in particolare all'alta pressione. Queste situazioni persistono solo per un numero limitato di giorni, in genere da 3 a 7. Quindi c'è il rischio che la restrizione del traffico con le targhe alterne possa essere applicata solo per pochissime volte l'anno". Ma secondo Allegrini esiste anche un aspetto "istituzionalmente molto grave" rispetto alle decisioni di comuni o regioni di istituire le targhe alterne. "Prendere queste decisioni sulla base di concentrazioni prefissate", spiega il direttore dell'Istituto di Inquinamento Atmosferico del Cnr, "significa introdurre, in modo surrettizio, livelli di allarme. In realtà, le autorità che fissano i livelli di allarme per l'inquinamento atmosferico non solo non possono essere le amministrazioni regionali, ma neppure il governo centrale. L'unica istituzione che può farlo è la Commissione Europea. La Commissione ha infatti previsto livelli di allarme per biossido di zolfo (So2) e biossido di azoto (No2), ma non li ha fissati per il Pm10. Ne' ha intenzione di farlo nel prossimo futuro in quanto, evidentemente, non ne sussistono le condizioni tecniche basati su dati epidemiologici". La stessa tabella dell'Inventario regionale (Irse) presentata nei giorni scorsi dalla Regione Toscana a giudizio di Allegrini non è affatto indicativa: "Il supposto aumento del 14% di Pm10 definito 'significativo' dall'Irse", dice, "indica in ogni caso un trend di possibile aumento interpretabile anche come stabilizzazione delle concentrazioni per quanto si tratti di un'osservazione su un periodo di 5 anni. Però, il trend degli altri inquinanti (benzene, monossido di carbonio, ossidi azoto, azoto) dimostra una drastica diminuzione. Allora è evidente che le polveri fini sono poco correlate all'inquinamento complessivo da traffico veicolare". 

UN PREMIO NOBEL PER MATTEL 
Milano, 11 ottobre 2002 - Mattel Italia e il Premio Nobel Rita Levi-Montalcini insieme per promuovere la nuova iniziativa "Barbie dalla parte dei bambini a supporto dei piccoli talenti" (Barbie Cares Supporting Children in the Arts) che punta a stimolare la creatività e l'interesse dei più piccoli nei confronti dell'arte. "Con questo progetto", spiega Emilio Petrone, Amministratore Delegato di Mattel Italia, "Mattel non solo si avvicina per la prima volta in modo diretto all'universo scolastico, coinvolgendo sia docenti sia alunni, ma si pone anche l'obiettivo di sensibilizzare la struttura pubblica in un campo così emblematico e decisamente italiano come quello dell'arte. Siamo orgogliosi di poter avere, quale testimonial dell'evento, il Premio Nobel Professoressa Rita Levi-Montalcini, indiscusso punto di riferimento per grandi e piccoli. La Professoressa Rita Levi-Montalcini ha sempre dimostrato una particolare sensibilità a favore dello sviluppo dei giovani talenti, lo stesso animo che porta oggi Mattel Italia a "sposare" le iniziative e i progetti della Fondazione Levi-Montalcini". La Fondazione Rita Levi-Montalcini ha come obiettivo prioritario di favorire lo sviluppo delle potenzialità delle giovani e delle bambine africane. Questa iniziativa ha come intento far sì che le nuove generazioni di donne africane e i loro figli possano divenire la nuova classe dirigente del Continente africano. Con questa strategia si rinforza la nuova visione legata a Barbie che, con oltre 120 milioni di pezzi venduti al mondo, è sempre più un gioco educativo in grado di stimolare l'immaginazione e di avvicinare bambini e adulti nella scoperta dell'arte e della creatività. L'iniziativa a supporto dell'arte, dopo il successo di quella a favore di Children in Crisis, conferma la volontà di Mattel e Barbie di avvicinarsi in modo concreto all'universo dei più piccoli e dar vita a progetti costruttivi e concreti. 

GHIDOLI BY VIDIVI, UN NOME RAFFINATO PER LA CASA 
Milano, 11 ottobre 2002 - Da un anno Ghidoli by Vidivi, firma prestigiosa nel mondo dell'arredamento, ha a Milano un nuovo e grande spazio di vendita al civico 37 di Via Stilicone dove è possibile trovare una ampia scelta di prodotti e servizi di confezione su misura con una storia di tradizione e di qualità alle spalle, quella delle "Telerie Ghidoli". E' un nuovo regno del gusto e dell'amore dell'abitare dove sono esposte le novità di stagione di un vastissimo assortimento di articoli, assieme ad interessanti idee regalo per il prossimo Natale. Per la prossima stagione fredda Ghidoli by Vidivi propone per i bimbi copripiumini e lenzuolini colorati, stampati con soggetti allegri; per la culla, la carrozzina o il lettino foderine e lenzuola in finissimo cotone da ricamare o sulle quali applicare bordi in pizzo di sangallo o punto croce. Si trovano anche i paracolpi, quanto mai indispensabili, da disporre attorno ai lettini. Divertenti i poncho in spugna con cappuccio imbottito che rappresenta la testa di animali o di personaggi fiabeschi; anche la linea Walt Disney è presente negli scaffali del negozio. Tante sono le novità della linea copripiumini autunno-inverno. I completi letto si rinnovano ed oltre alle tinte unite ed agli scozzesi troviamo dei misti-lino a grandi scacchi multicolore. E' proposta anche una nuova collezione di ricami con applicazioni di gusto country e naif, mentre per un gusto più classico ritroviamo i preziosi rasi jacquard ed i lini colorati. Per la tavola e la cucina abbinamenti vivaci ed inusuali per dei "vis à vis" colorati in puro lino. La collezione di tessuti per tovaglie, in grande altezza, permette la confezione in qualunque misura e personalizzazione con bordi, finiture e punti particolari. Ritroviamo ancora i colori caldi e vivaci delle collezioni per la cucina, dai canovacci (in spugna, in lino, a nido d'ape, ecc.) ai sottopiatti, dai grembiuli ai guanti da forno e presine, coordinate con pratici oggetti regalo. Ampia anche la collezione di mollettoni (ovvero sotto-tovaglia), copri-piatti protettivi e astucci in tessuto per riporre le posate; le traverse (il proteggi materasso), il paracolpi per il letto ed infine i tessuti con i quali i pittori preparano le loro tele e la vasta scelta di tessuti a disposizione degli scenografi, tutti articoli che devono essere di ottima qualità per assicurare al meglio le loro preziose funzioni. 

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