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18 LUGLIO 2003

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APPROVATO IN PRIMA LETTURA BILANCIO UE 2004 

Roma, 18 luglio 2003 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica che il Consiglio Ecofin Bilancio, presieduto dal Sottosegretario Gianluigi Magri, ha approvato in prima lettura il Bilancio UE 2004. Il Bilancio prevede impegni per 111.906 milioni di euro e pagamenti per 100.123 milioni.Nel documento: vengono rispettati i massimali di spesa come previsto dalle prospettive finanziarie approvate a Berlino nel 1999; sono stati mantenuti margini per fronteggiare eventuali spese impreviste; viene fatta una programmazione accurata degli stanziamenti di pagamento; viene rispettata una rigorosa disciplina di bilancio anche in presenza dei nuovi Paesi aderenti. 

SUL SITO IL DPEF 2004-2007 
Roma, 18 luglio 2003 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica che sul sito www.tesoro.it  nel banner dedicato, è stato pubblicato il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria 2004-2007. 

APPALTI PUBBLICI: LA COMMISSIONE EUROPEA INTERVIENE NEI CONFRONTI DI SEI STATI MEMBRI
Bruxelles, 18 luglio 2003 - La Commissione europea ha deciso di intervenire in otto casi per tutelare la legislazione dell'Unione europea in materia di appalti pubblici, che mira a garantire che tutte le imprese europee possano concorrere sullo stesso piano all'assegnazione degli appalti. Le procedure aperte e trasparenti previste dal diritto comunitario significano più concorrenza, maggiori garanzie contro la corruzione e servizi migliori e a prezzo più basso per i contribuenti. La Commissione ha deciso di deferire l'Irlanda, l'Italia e la Germania alla Corte di giustizia, rispettivamente per la proroga senza gara d'appalto di un contratto con l'amministrazione postale irlandese per la prestazione di servizi di pagamento in materia di sicurezza sociale, l'acquisto senza gara d'appalto di elicotteri da parte delle autorità forestali italiane e la mancata applicazione delle norme comunitarie a un contratto per la gestione dei rifiuti nel Landkreis Friesland. La Commissione ha inoltre trasmesso richieste formali d'intervento a Grecia, Italia, Paesi Bassi e Svezia perché alcuni appalti pubblici sono stati aggiudicati in maniera difforme rispetto ai principi del trattato UE o delle direttive sugli appalti. Questi inviti formali hanno preso la forma di un "parere motivato", che costituisce la seconda fase della procedura d'infrazione ai sensi dell'articolo 226 del trattato CE. In mancanza di una risposta soddisfacente, la Commissione può deferire gli Stati in questione alla Corte di giustizia europea. La Commissione ha inoltre chiuso la procedura nei confronti del Belgio, poiché la Vallonia ha rinunciato a richiedere che la pietra utilizzata nei lavori sia di origine belga. Irlanda - pagamenti della sicurezza sociale La Commissione ha deciso di deferire l'Irlanda alla Corte di giustizia per aver rinnovato senza ricorso alla concorrenza gli accordi contrattuali con An Post (amministrazione postale nazionale) per la prestazione di servizi di pagamento in materia di sicurezza sociale. La Commissione aveva inviato, nel dicembre 2002 (cfr. IP/03/266), un parere motivato, al quale le autorità irlandesi non hanno dato risposta soddisfacente. Questo caso non è espressamente coperto dai requisiti sulla pubblicazione e aggiudicazione dei contratti fissati dalla direttiva sugli appalti di servizi (92/50/CEE). Tuttavia, la Commissione ritiene che sia coperto dalle disposizioni generali di tale direttiva, dagli obblighi generali della legislazione comunitaria in materia di non discriminazione, pari trattamento e trasparenza e, infine, dai principi di libera prestazione di servizi sanciti dal trattato. Le autorità irlandesi avrebbero pertanto dovuto assicurare, a vantaggio di tutti i potenziali interessati, un livello di pubblicità necessario sufficiente a garantire la concorrenza. La forma e la portata di tale pubblicità dipende dalla natura dei servizi in questione e dalla misura in cui il contratto poteva rivestire interesse per fornitori di servizi esclusivamente regionali, nazionali o comunitari. Il contratto con la An Post, ad esempio, ammonta a circa €40 milioni e avrebbe potuto interessare numerosi fornitori non irlandesi. Pertanto, la pubblicità non avrebbe dovuto avere carattere puramente nazionale. Italia - acquisto di elicotteri per la lotta antincendi A seguito dell'invio di un parere motivato nel marzo 2003 (cfr. IP/03/486), la Commissione ha deciso di adire la Corte di giustizia nei confronti dell'Italia. Un'ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri italiano del 24 luglio 2002 dispone che l'ente italiano incaricato di vigilare sul patrimonio boschivo (Corpo forestale dello Stato) sia autorizzato ad acquistare i velivoli più idonei a consentire l'esecuzione dei suoi compiti mediante una procedura d'appalto a trattativa privata che esula dalle norme di concorrenza stabilite dalle direttive comunitarie in materia di appalti pubblici. Come la Corte di giustizia ha ricordato in varie occasioni, le disposizioni che, a norma della direttiva sugli appalti pubblici di forniture (93/36/CEE) autorizzano le suddette deroghe sono oggetto d'interpretazione restrittiva e compete all'amministrazione aggiudicatrice che vuole avvalersene l'obbligo di provare l'esistenza di circostanze atte a giustificare tali deroghe, ad esempio l'estrema urgenza determinata da avvenimenti imprevedibili per l'amministrazione aggiudicatrice. A parere della Commissione, tali circostanze non sussistono nel caso in oggetto. Germania - smaltimento dei rifiuti nel Landkreis Friesland La Commissione ha deciso di deferire la Germania alla Corte di giustizia per via di un appalto per lo smaltimento dei rifiuti aggiudicato dal Landkreis Friesland senza applicare la procedura aperta a livello UE prevista dalla direttiva sugli appalti pubblici di servizi (92/50/CEE). L'appalto è stato aggiudicato nel 1994, per il periodo 1995-2004, per un valore di DM 29 milioni (€ 14,83 milioni). In risposta alla lettera di messa in mora inviata dalla Commissione nel luglio 2000, le autorità tedesche hanno riconosciuto la violazione del diritto comunitario, sostenendo tuttavia l'impossibilità di rescindere il contratto prima del termine senza incorrere in una richiesta di danni; hanno inoltre dichiarato che il contratto non sarebbe stato esteso al di là della data originariamente prevista e che in futuro i servizi sarebbero stati aggiudicati in conformità con la legislazione comunitaria. Tuttavia, la Commissione ha ritenuto che le misure promesse non siano sufficienti a porre rimedio all'infrazione, poiché il contratto resta in vigore fino alla fine del 2004. Inoltre, casi del genere si riscontrano con frequenza in Germania. La Commissione ha iniziato l'esame di un caso simile nel Landkreis Friesland, che riguarda lo stesso ente appaltante. Grecia - fornitura di stazioni meteorologiche automatiche La Commissione ha deciso di inviare un parere motivato alla Grecia per l'appalto pubblico per la fornitura di 14 stazioni meteorologiche automatiche bandito dall'aviazione militare, non pubblicato nella Gazzetta ufficiale delle Comunità europee (GU). L'importo complessivo del progetto superava la soglia prevista dalla direttiva sugli appalti pubblici di forniture (93/36/CEE); il bando di gara avrebbe pertanto dovuto essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. La Commissione ritiene che le forniture oggetto dell'appalto non rientrino nell'eccezione prevista per le forniture di determinati materiali nel settore della difesa, in quanto si tratta di forniture non destinate principalmente ad uso militare. Infatti, le stazioni meteorologiche serviranno ad ammodernare il sistema dell'agenzia meteorologica nazionale e saranno utilizzate soprattutto per i giochi olimpici, e in seguito dall'agenzia, per i bisogni dell'aviazione civile, e, eventualmente dall'aviazione militare. Non sembra inoltre possibile invocare l'estrema urgenza determinata da avvenimenti imprevedibili per l'amministrazione aggiudicatrice. La necessità di disporre di stazioni meteorologiche operative per i giochi olimpici del 2004 non può essere considerato come un avvenimento imprevedibile; infine, non esisteva un'urgenza tale da non poter rispettare i termini richiesti dalla procedure aperte e ristrette. Italia - costruzione e gestione di autostrade La Commissione ha deciso di inviare un parere motivato all'Italia in materia di modalità di attribuzione della costruzione e della gestione dell'autostrada della Valtrompia e dell'autostrada denominata Pedemontana Veneta Ovest. L'organismo di diritto pubblico Anas - autorità competente in Italia in materia di rilascio delle concessioni autostradali di portata nazionale - ha assegnato la concessione per la costruzione e la gestione delle dette autostrade con procedura a trattativa privata, senza aprire preventivamente i lavori alla concorrenza a livello comunitario. La direttiva che coordina gli appalti pubblici di lavori (93/37/CEE) prevede che gli enti appaltanti che intendono attribuire concessioni di lavori pubblici (qualora il valore dei lavori sia uguale o superiore ai 5 milioni di euro) devono fare conoscere la loro intenzione tramite avviso pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea. Paesi Bassi - fornitura di contenitori per rifiuti domestici a Assen La Commissione ha deciso di inviare ai Paesi Bassi un parere motivato riguardante appalti di fornitura di contenitori per rifiuti domestici. Il comune di Assen ha aggiudicato questi appalti a un fornitore con procedura a trattativa privata. La direttiva che regola gli appalti pubblici di forniture (direttiva 93/36/CEE) non si applica a questi contratti, poiché il loro importo complessivo non supera la soglia di applicazione della direttiva. Tuttavia, la Commissione ritiene che aggiudicare gli appalti direttamente a un fornitore senza aprirli alla concorrenza a livello comunitario rappresenti una violazione del principio generale del trattato CE relativo alla parità di trattamento derivante dal principio di non discriminazione sulla base della nazionalità. Sarebbe stato opportuno garantire un grado adeguato di pubblicità per mettere in concorrenza diverse imprese e attribuire il contratto alla migliore offerta, garantendo in tal modo un'oculata spesa dei fondi pubblici. Svezia - contratto quadro per lavori pubblici a Eskilstuna La Commissione ha deciso di inviare un parere motivato alla Svezia riguardante la decisione della municipalità di Eskilstuna di aggiudicare un contratto quadro comprendente diversi lavori per un valore di almeno €19,6 milioni senza applicare le disposizioni della direttiva relativa all'aggiudicazione di lavori (93/37/CEE). Sebbene le autorità svedesi abbiano riconosciuto l'infrazione ed abbiano annunciato che parte dei lavori è già stata ultimata, la Commissione constata che i lavori nel loro insieme sono ancora in corso e ha deciso di inviare un parere motivato. La mancata corretta applicazione della direttiva sui lavori pubblici rischia di privare le imprese europee della possibilità di presentare offerte e l'ente pubblico responsabile, e quindi il contribuente, rischia di pagare un prezzo più alto del necessario per i lavori in questione. Belgio - pietre blu I capitolati d'oneri degli appalti di lavori pubblici della regione Vallonia specificavano che l'estrazione di pietre blu doveva avvenire esclusivamente in Belgio. L'indicazione di una provenienza precisa è in linea di principio proibita dalla legislazione europea. Dopo la lettera di messa in mora della Commissione del 16 ottobre 2002, i capitolati d'oneri specificheranno d'ora innanzi che sono altresì ammesse le pietre naturali equivalenti di origine straniera. La Commissione ha pertanto deciso di archiviare il caso. Informazioni aggiornate sulle procedure d'infrazione per tutti gli Stati membri sono riportate sul sito seguente: http://europa.eu.int/comm/secretariat_general/sgb/droit_com/index_en.htm 

GLI ATTI DI UNA CONFERENZA OFFRONO UNA GUIDA AI FINANZIAMENTI UE 
Bruxeles, 18 luglio 2003 - Sono ora disponibili gli atti della conferenza dal titolo "Sistemi di finanziamento europei per le imprese dei paesi candidati", svoltasi nell'ottobre 2002, che offrono informazioni esaurienti e consigli utili alle imprese dei paesi candidati all'UE che intendono usufruire di un sostegno comunitario. Gli atti, messi a disposizione dall'Associazione slovena per l'economia e la ricerca (Sbra), contengono informazioni sui finanziamenti alla ricerca e su altre fonti comunitarie di sostegno, quali il programma di agevolazione finanziaria per le Pmi (piccole e medie imprese) e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers). La sezione dedicata alle Pmi offre anche dei consigli sul superamento degli ostacoli ai finanziamenti, nonché informazioni sulle Pmi e il Sesto programma quadro, sul sostegno offerto da Cordis, sul finanziamento pubblico e sugli Eurosportelli. Per ricevere una copia degli atti rivolgersi a: Sbra Tel: +32 2 645 1910 Fax: +32 2 645 1917 E-mail: info@sbra.be 

LA COMMISSIONE DEFINISCE MISURE PER CONTRASTARE IL FENOMENO DELLO SPAMMING 
Bruxelles, 18 luglio 2003 - La Commissione ha definito una serie di misure per far fronte alla proliferazione di messaggi commerciali di posta elettronica non richiesti, fenomeno altrimenti conosciuto con il nome di spamming. I dati mostrano che lo spamming rappresenta quasi il 50 per cento del traffico mondiale di e-mail, e si stima che, soltanto nel 2002, il fenomeno abbia comportato per le imprese europee una perdita di produttività per un importo complessivo di 2,5 miliardi di euro. Tuttavia, gli esperti sostengono che la conseguenza più allarmante dello spamming sia probabilmente la sua capacità di minare la fiducia del consumatore, che è la base su cui si fonda il successo del commercio e dei servizi elettronici. Commentando la proliferazione dello spamming in occasione di una conferenza stampa tenutasi il 15 luglio, il commissario europeo per le Imprese e la Società dell'informazione Erkki Liikanen ha affermato che la lotta a questo fenomeno riguarda tutte le parti interessate: "L'UE, gli Stati membri, l'industria ed i consumatori hanno tutti un ruolo da svolgere nella lotta allo spamming, sia a livello nazionale sia internazionale. È necessario intervenire prima che gli utenti di e-mail ed SMS cessino di usare Internet o i servizi mobili, o ne limitino l'utilizzo più di quanto sarebbe stato altrimenti necessario". Al fine di contrastare il fenomeno dello spamming, Liikanen ha dichiarato che occorre affrontare varie questioni di natura giuridica, tecnica, sociale e didattica. Sul fronte giuridico, l'UE ha adottato nel luglio 2002 una direttiva sulla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni, definendo un regime di "opt-in" (accettazione esplicita) secondo il quale le e-mail commerciali, gli SMS e gli MMS non richiesti possono essere inviati agli utenti soltanto previo loro consenso. Si invitano altresì gli Stati membri a vietare lo spamming e ad applicare la direttiva entro ottobre. "Spetta ora agli Stati membri tener fede agli impegni assunti e rispettare la scadenza prevista. Il perseguimento dei trasgressori che operano all'interno del paese deve costituire per loro una priorità", ha sostenuto il Commissario. Per quanto riguarda la ricerca di soluzioni tecniche contro lo spamming, Liikanen ha annunciato l'adozione di appropriate misure giuridiche per consentire ai fornitori di servizi Internet (Isp) ed all'industria di sviluppare servizi software capaci di bloccare, nella maniera più efficace possibile, e-mail, Sms ed altri Mms non desiderati. "È necessario offrire agli abbonati la possibilità di filtrare le e-mail commerciali non desiderate o fornire loro questa funzione di filtro, sotto forma di servizio base per i clienti", ha dichiarato il Commissario. Fra le altre azioni indicate da Liikanen figurano la sensibilizzazione dei consumatori nei confronti delle regole di base applicabili allo spamming e del software utilizzato per impedire l'invio di tali messaggi. "Le misure di sensibilizzazione vanno rivolte altresì all'industria, che dovrebbe essere in grado di distinguere fra prassi commerciali ammissibili e non ammissibili", ha aggiunto il Commissario. Tuttavia, poiché gran parte dello spamming ha origine al di fuori dell'UE, Liikanen ha dichiarato che è necessario affrontare il fenomeno dello spamming a livello internazionale. Egli ha citato gli sforzi che Stati Uniti ed Australia stanno già compiendo verso l'adozione di leggi contro lo spamming ed ha sottolineato che è importante collaborare per garantire l'uniformità di tali leggi: "Più le leggi saranno uniformi, migliore sarà la loro applicazione a livello internazionale". Al fine di introdurre azioni multilaterali contro lo spamming, Liikanen ha annunciato che la Commissione ospiterà nel gennaio 2004, a Bruxelles, un seminario dei paesi Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) dedicato a questo tema. La Commissione ha proposto altresì di inserire la questione dello spamming nel piano d'azione per la società dell'informazione, che dovrà essere approvato al prossimo Vertice mondiale sulla società dell'informazione, previsto per dicembre. A livello comunitario, Liikanen ha dichiarato che le misure proposte saranno ulteriormente dibattute con tutte le parti interessate, in occasione di un seminario che si terrà ad ottobre. Si prevede altresì che tali azioni saranno inserite in una comunicazione sullo spamming, che verrà adottata in autunno. 

BNL:VARATO IL NUOVO ASSETTO ORGANIZZATIVO DELLA BANCA 
Roma, 18 luglio 2003. Il Comitato Esecutivo della Banca Nazionale del Lavoro, presieduto da Luigi Abete, ha reso operativo il nuovo assetto organizzativo della Banca, già approvato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 4 luglio scorso. Tale assetto vuole concorrere a: semplificare i meccanismi di governance razionalizzando le linee di riporto e il governo delle partecipazioni strumentali in una logica di sviluppo e valorizzazione del business; accelerare il miglioramento strutturale del rapporto cost to income aumentando l'efficienza dei processi operativi e razionalizzando su base strutturale le componenti di costo ed investimento; presidiare in maniera integrata l'allocazione del capitale e il controllo delle performance economico-finanziarie unificando, nella Direzione Finanziaria ricoperta ad interim dal direttore generale Mario Girotti, la responsabilità e le leve operative per l'ottimizzazione della struttura finanziaria, l'allocazione del capitale proprio e, nella struttura di Risk Management ricoperta ad interim dal vice direttore generale Ademaro Lanzara, le logiche di governo integrato del rischio. Nell'ambito della nuova struttura di governance, accanto alle già esistenti funzioni di Auditing, Comunicazione, Risorse Umane e Partecipazioni, sono state istituite 3 nuove funzioni: il Risk Management; le Attività Istituzionali, costituite da consulenza legale, studi e relazioni esterne; la Direzione Finanziaria a cui fanno capo le attività di pianificazione, bilancio, tesoreria e relazioni con gli investitori. Wholesale Banking e Commercial Banking, unitamente a Operations e Crediti costituiscono le funzioni di line, alla cui guida si è scelto di valorizzare risorse interne con ampia e qualificata esperienza: le competenze del Wholesale Banking, guidato da Riccardo Lupi, sono state ampliate con l'attribuzione del presidio delle attività della rete estera e delle istituzioni finanziarie; Alessandro Maida sostituisce Mario Girotti alla guida del Commercial Banking; Francesco Colella acquisisce la responsabilità della funzione Operations; Alessandro Di Giovanni è stato chiamato alla guida dei crediti. 

BANCA INTESA CEDE IL 41,14% DI CARINORD 2, HOLDING DI CONTROLLO DI CASSA DI RISPARMIO DELLA SPEZIA E DI CASSA DI RISPARMIO DI CARRARA 
Milano, 18 luglio 2003 - E' stato firmato ieri il contratto definitivo per la cessione a Cassa di Risparmio di Firenze e a Banca Carige dell'intero capitale sociale di Carinord 2, detenuto da Banca Intesa (41,14%), Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia (31,83%) e Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara (27,03%). Carinord 2 è la holding che controlla Cassa di Risparmio della Spezia e Cassa di Risparmio di Carrara. Banca Intesa cede l'intera partecipazione posseduta in Carinord 2 (41,14%) al prezzo di 115 milioni di euro in contanti, realizzando una plusvalenza di circa 30 milioni. In particolare, Banca Intesa cede alla Cassa di Risparmio di Firenze il 24,68% del capitale sociale di Carinord 2 al prezzo di 69 milioni e a Banca Carige il restante 16,46% al prezzo di 46 milioni. Con la cessione, realizzata congiuntamente alle Fondazioni Cassa di Risparmio della Spezia e Cassa di Risparmio di Carrara, decadono gli impegni assunti da Banca Intesa in sede di accordo originario con le medesime Fondazioni, che avrebbero comportato un ulteriore investimento di circa 300 milioni di euro. L'operazione si inquadra nell'ambito della cessione delle attività non più strategiche e della razionalizzazione della presenza territoriale, che privilegia - dovunque possibile - la presenza diretta. Il perfezionamento dell'operazione è soggetto all'approvazione delle autorità competenti. 

EMISSIONE DI OBBLIGAZIONI PER US$ 300 MILIONI SUL MERCATO ISTITUZIONALE AMERICANO RICHIESTE DI SOTTOSCRIZIONE PARI A OLTRE QUATTRO VOLTE L'OFFERTA INIZIALE DI US$ 150 MILIONI 
Milano, 18 luglio 2003 - Il Gruppo Campari ha completato con grande successo un'emissione obbligazionaria attraverso un collocamento privato sul mercato istituzionale americano per Us$ 300 milioni. Deutsche Bank ha agito in qualità di advisor e sole placement agent. L'operazione ha riscosso uno straordinario successo presso gli investitori istituzionali, tanto da rappresentare una delle operazioni migliori dell'anno in termini assoluti e una delle emissioni più competitive in termini di tassi d'interesse ottenuti mai effettuata da un gruppo italiano. A fronte di richieste di sottoscrizione pari a oltre quattro volte l'offerta iniziale di US$ 150 milioni, l'importo è stato incrementato a US$ 300 milioni. La transazione è strutturata su due tranche rispettivamente di US$ 100 e US$ 200 milioni e con scadenze a 12 anni e 15 anni bullet. La cedola fissa è rispettivamente del 4,33% e 4,63% per le due tranche e corrisponde, al momento della transazione, a un tasso variabile Euribor maggiorato di uno spread inferiore ai 60 basis point. Le obbligazioni (senior notes) sono state emesse dalla capogruppo Davide Campari-Milano S.p.A. Questa operazione rappresenta il ritorno del Gruppo Campari sul mercato degli investitori istituzionali statunitensi dopo l'operazione inaugurale conclusa esattamente un anno fa (Us$ 170 milioni su tre scadenze, 7 anni amortizing, 10 anni amortizing e 10 anni bullet). A seguito dell'eccezionale successo riscontrato dall'operazione dell'anno passato, il Gruppo ha voluto cogliere il momento estremamente favorevole sul mercato del debito rispetto alla domanda da parte degli investitori e al livello dei tassi di interesse. In tal modo, Campari ha potuto raccogliere capitale di debito con scadenze ancora superiori rispetto all'operazione dell'anno passato e a condizioni ancora più vantaggiose, consolidando una posizione di forza per finanziare futuri progetti di sviluppo. 

AUMENTO DI CAPITALE PER OPENJOB IL FONDO CHIUSO DI INVESTIMENTO "WISEQUITY", CHE ANNOVERA TRA I SUOI SOTTOSCRITTORI IL GRUPPO DE AGOSTINI, ENTRA NELLA COMPAGINE SOCIETARIA 
Gallarate, 18 luglio 2003 - Openjob SpA, società attiva nel settore del lavoro temporaneo, ha concluso in queste ore un'importante operazione di aumento di capitale. "Wisequity ", Fondo chiuso d'Investimento di diritto Italiano con un patrimonio di oltre 100 milioni di Euro che annovera tra i suoi principali sottoscrittori il Gruppo De Agostini, entra nella compagine societaria. L'accordo è stato infatti firmato alla presenza dell'Amministratore Delegato della società Wise Venture Sgr, Dott. Paolo Gambarini, e del Presidente di Openjob, Avv. Domenico Piovesana. Wise Venture Sgr, che ha recentemente ottenuto da Banca d'Italia l'autorizzazione a gestire il Fondo chiuso Wisequity, è controllata e gestita da Paolo Gambarini, Michele Semenzato e Fabrizio Medea. L'aumento di capitale siglato proietterà Openjob tra le prime 10 società di lavoro temporaneo in Italia, permetterà di accelerare lo sviluppo sul mercato e farà nascere nuove occasioni di business, cogliendo le opportunità offerte dalla recente riforma del Mercato del Lavoro. La strategia della società prevede di arrivare entro breve a quota 100 filiali operative su tutto il territorio nazionale; questa operazione si realizzerà sia attraverso l'apertura di nuove sedi sia attraverso l'acquisizione di "competitors" già attivi sul mercato italiano. Con l'occasione Openjob SpA si è dotata di un nuovo Consiglio d'Amministrazione, che vede la conferma come Presidente dell'Avv. Domenico Piovesana, come Vice Presidente, dell'Avv. Jean-Jacques Prati Lucca e la nuova nomina di Rosario Rasizza, già Direttore Generale, ad Amministratore Delegato della Società oltre alla nomina del Dott. Sergio Maiorana e del Dott. Stefano Ghetti , quest'ultimo come rappresentante del Fondo Wisequity. 

GIACOMELLI SPORT GROUP S.P.A: PRESENTATA AL TRIBUNALE DI RIMINI LA DOMANDA DI AMMINISTRAZIONE CONTROLLATA. ERNESTO MUSUMECI ENTRA, IN SOSTITUZIONE DEL DIMISSIONARIO DOMENICO LIBRI, NEL CDA 
Rimini, 18 luglio 2003: Il Gruppo Giacomelli Sport comunica che l'istanza di amministrazione controllata per Giacomelli Sport Group S.p.A, approvata dal Consiglio di Amministrazione, è stata depositata giovedì 10 luglio 2003 al competente Tribunale di Rimini. Si comunica, inoltre, che, con riferimento alle società operative Giacomelli Sport Spa, Longoni Sport Spa e Natura & Sport srl, in data 11 luglio 2003 il consigliere Domenico Libri ha rassegnato le dimissioni dalla carica; in sua sostituzione i consigli di amministrazione delle società hanno cooptato il Sig. Ernesto Musumeci, già Presidente del Consiglio di Amministrazione di Giacomelli Sport Group S.p.A. 

BANCA IFIS PRIMI RISULTATI AL 30 GIUGNO 2003 
Mestre, 18 luglio 2003 - Banca Ifis S.p.A., impresa bancaria specializzata nel factoring, presieduta da Sebastien Egon Fürstenberg, continua a crescere nel primo semestre del 2003. I primi dati al 30 giugno 2003 sono largamente positivi. In particolare, il Margine di intermediazione raggiunge gli 11,4 milioni di Euro (7,8 al 30 giugno 2002, +46%). Molto rilevante anche la crescita dei volumi negoziati (+50% a 543 milioni di euro) e degli impieghi, che alla chiusura del semestre sono risultati pari al 306 milioni di euro (210 al 30/06/2002 e 255 al 31/12/2002). La Banca, quotata al Mercato Ristretto di Borsa Italiana, ha richiesto il passaggio al listino principale (Mta) dove prevede di essere quotata entro il 2003. La quotazione sul Mercato Telematico avverrà senza aumenti di capitale: al 31 dicembre 2002 Banca Ifis esponeva un coefficiente di solvibilità superiore al 15% e un free capital di oltre 20 milioni di euro. 

PIRELLI NUOVE DATE PER CDA DEL GRUPPO PIRELLI 
Milano, 17 luglio 2003 - Il Gruppo Pirelli rende noto che i Consigli di Amministrazione di Pirelli SpA e di Pirelli & C. SpA si riuniranno il 31 luglio prossimo per esaminare i dati preliminari e non auditati relativi ai primi sei mesi del 2003; il Consiglio di Pirelli & C. Real Estate SpA si riunirà invece il 29 luglio prossimo. Le suddette date sostituiscono quelle comunicate in precedenza. Si riepiloga di seguito il nuovo calendario previsto degli eventi societari, conto tenuto dell'operazione di semplificazione della struttura societaria: Pirelli & C. Real Estate - 29 luglio 2003 (e non più il 30 luglio come in precedenza comunicato): Riunione del Consiglio di Amministrazione per l'esame dei dati preliminari e non auditati relativi ai primi sei mesi del 2003; 3 settembre 2003 (e non più il 9 settembre come in precedenza comunicato): Riunione del Consiglio di Amministrazione per l'esame della relazione semestrale al 30 giugno 2003 (il suddetto documento sarà reso disponibile al pubblico entro il 13 settembre 2003 e pertanto, ai sensi dell'art. 82 della deliberazione Consob 11971/99, la relazione trimestrale relativa al secondo trimestre 2003 non verrà predisposta); 7 novembre 2003: Riunione del Consiglio di Amministrazione per l'esame dei risultati consolidati del terzo trimestre 2003. Pirelli SpA - 31 luglio 2003 (e non più il 29 luglio come in precedenza comunicato): Riunione del Consiglio di Amministrazione per l'esame dei dati preliminari e non auditati relativi ai primi sei mesi del 2003. Pirelli & C. SpA - 31 luglio 2003: Riunione del Consiglio di Amministrazione per l'esame dei dati preliminari e non auditati relativi ai primi sei mesi del 2003; 5 settembre 2003 (e non più l'11 settembre come in precedenza comunicato): Riunione del Consiglio di Amministrazione per l'esame della relazione semestrale al 30 giugno 2003 (il suddetto documento sarà reso disponibile al pubblico entro il 13 settembre 2003 e pertanto, ai sensi dell'art. 82 della deliberazione Consob 11971/99, la relazione trimestrale relativa al secondo trimestre 2003 non verrà predisposta); 11 novembre 2003 (e non più il 10 novembre come in precedenza comunicato): Riunione del Consiglio di Amministrazione per l'esame dei risultati consolidati del terzo trimestre 2003. 

FINECOGROUP: APPROVATA L'ACQUISIZIONE DEL 47,5% DI ROMAVITA DA TORO ASSICURAZIONI. DELINEATE LE LINEE GUIDA DEL PIANO DI STOCK OPTION. CONCLUSA LA CESSIONE DI ENTRIUM A DIBA 
Milano, 18 luglio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di FinecoGroup, riunitosi oggi a Milano, ad apertura dei lavori ha voluto commemorare la recente scomparsa dell'Amministratore Delegato Giorgio Brambilla, ricordando le sue elevate capacità professionali unitamente a quelle umane. Il Consiglio ha approvato l'acquisizione del 47,5% di RomaVita detenuto da Toro Assicurazioni per 245 mln di Euro, subordinatamente alla definizione della cessione di Toro, da parte di Fiat, al Gruppo De Agostini e all'approvazione da parte delle Autorità di Vigilanza. Tale acquisizione consentirà a FinecoGroup di aumentare la propria partecipazione nel capitale di RomaVita al 95% e di procedere verso l'integrazione delle due compagnie , RomaVita e Cisalpina Previdenza con importanti sinergie industriali ed operative. Il Consiglio ha poi approvato le linee guida del piano di incentivazione azionaria rivolto al management del Gruppo e ai promotori finanziari della rete FinecoCity che sarà sottoposto alla prossima assemblea degli azionisti. La società intende così fidelizzare le figure chiave del Gruppo e incentivarle al raggiungimento degli obiettivi strategici prefissati. In particolare, la partecipazione dei promotori finanzia ri FinecoCity al piano di stock option rappresenta il riconoscimento della professionalità e dell'impegno dimostrati dalla rete fino ad oggi. Infine, il Consiglio di Amministrazione, ha preso atto che entro la fine di luglio si concluderà la cessione della tedesca Entrium a DiBa (ING Group). 

NOKIA CONTINUA AD AUMENTARE LA PROPRIA QUOTA DI MERCATO DEI TELEFONI MANTENENDO UNA REDDITIVITÀ ECCELLENTE CONFRONTO TRA SECONDO TRIMESTRE 2003 E SECONDO TRIMESTRE 2002: IL FATTURATO NETTO È STATO DI 7.019 MILIONI DI EURO (6.935 MILIONI DI EURO NEL SECONDO TRIMESTRE 2002), CON UN AUMENTO DELL'1%. 
Milano, 18 luglio 2003 - Jorma Ollila, presidente e ceo: Una redditività costantemente eccellente e ulteriori sviluppi positivi in termini di quota del mercato dei telefoni cellulari nel corso del trimestre sono stati molto rassicuranti. Abbiamo registrato miglioramenti in due zone strategiche: gli Stati Uniti, che rappresentano il nostro mercato più ampio, e il mercato globale del Cdma. La quota di mercato dei telefoni cellulari Nokia è attualmente valutata al 39%, con un aumento sequenziale e anno su anno per il secondo trimestre. In generale, tuttavia, il nostro fatturato riflette la debolezza generalizzata dell'economia e del dollaro. La crescita del 14% del volume dei telefoni cellulari durante il trimestre è stata sostenuta dalla consegna di 13 nuovi modelli. La chiave del nostro successo è stata, e continuerà ad essere, la nostra vincente capacità realizzativa e la nostra solida posizione competitiva in tutte le principali tecnologie e segmenti. Per l'intero 2003 prevediamo di rafforzare la nostra leadership con il lancio record di più di 35 nuovi modelli. Successivamente ai modelli multimediali ricchi di funzionalità già presenti sul mercato e dotati delle tecnologie correnti, le consegne del Nokia 6650, il nostro primo telefono 3G Wcdma, hanno determinato la disponibilità totale di questa nuova tecnologia attraverso i normali canali di distribuzione in tutti i mercati. Ritengo questo aspetto molto importante dal punto di vista strategico, non solo per noi ma anche per l'intero settore. E non si è trattato semplicemente del lancio di un prodotto, ma del culmine della prova sul campo più vasta mai condotta nel settore, un progetto lungo ed esaustivo che ha utilizzato 20.000 telefoni su praticamente tutte le reti Wcdma del mondo. Grazie al nostro portafoglio sempre più ampio, introduciamo il potere della mobilità in campi nuovi, come immagini, musica, giochi e applicazioni per le imprese, oltre ad accrescere le opportunità di mobilità per l'utente. Quasi un terzo dei telefoni Nokia oggi in vendita sono dotati di schermo a colori e funzioni multimediali. Il nuovo telefono Nokia 6600 con fotocamera, lanciato in giugno, rappresenta un esempio perfetto di smart phone che associa funzioni di business, come la sicurezza dell'e-mail, a un'esperienza multimediale personale. In alcuni mercati importanti, come l'Inghilterra e la Scandinavia, stiamo assistendo ad un cambiamento nelle preferenze dei consumatori verso apparecchi più ricchi di funzioni. Nel business delle reti, le decisive azioni di ristrutturazione, tuttora in corso come previsto, permetteranno di posizionare meglio la nostra società rispetto alle attuali difficoltà poste dal mercato. Per quanto riguarda le reti Wcdma, siamo soddisfatti dei progressi intrapresi durante il trimestre. Grazie alla nostra capacità di rollout e alla nostra prontezza commerciale, siamo una tra le pochissime maggiori aziende in grado di guidare questa industria verso il futuro. La capacità di fornire il pieno potenziale della mobilità alle imprese rappresenta una nuova ondata della comunicazione di business e un'importante opportunità per noi. Integrando le tecnologie mobili nella propria infrastruttura, le imprese possono conseguire significativi miglioramenti della produttività e dell'efficienza. A questo scopo stiamo creando un nuovo business group, Nokia Enterprise Solutions, che risponderà direttamente a me. Il gruppo fornirà una gamma molto varia di telefoni, nonché soluzioni di sicurezza e di connettività mobile specificatamente studiate per soddisfare le esigenze delle imprese. Sviluppi del business e previsioni - Fatturato del secondo trimestre Il fatturato di Nokia del secondo trimestre, pari a 7,0 miliardi di Euro, è aumentato dell'1% rispetto al secondo trimestre 2002. Il fatturato dei telefoni cellulari è aumentato del 2% anno su anno, ampiamente in linea con le previsioni, raggiungendo 5,5 miliardi di Euro. Mentre i volumi sono cresciuti del 14%, le vendite hanno subito gli effetti negativi della debolezza del dollaro e, in misura minore, di un aumento delle vendite di telefoni a basso prezzo in alcuni mercati emergenti, come l'India. La forte crescita del fatturato netto in Europa è stata praticamente compensata da un fatturato leggermente minore in Asia Pacifico e sostanzialmente minore nelle Americhe. Il fatturato di Nokia Networks è rimasto invariato a 1,5 miliardi di Euro, secondo le precedenti previsioni massime, come riflesso della costante crescita nelle Americhe, di una situazione invariata in Europa e di una diminuzione in Asia Pacifico. Redditività del secondo trimestre L'utile di esercizio proforma del gruppo Nokia nel secondo trimestre è sceso del 32% fino a 858 milioni di Euro, comprensivi di un onere di 399 milioni di Euro relativo alla ristrutturazione di Nokia Networks. In Nokia Mobile Phones, la continua competitività dei prodotti e l'efficienza operativa hanno guidato la redditività, con un aumento anno su anno del 9% dell'utile di esercizio proforma fino a 1,3 miliardi di Euro e margini proforma relativi ai telefoni cellulari del 23,1%. In Nokia Networks, la perdita di esercizio proforma è stata pari a 334 milioni di Euro. Escludendo l'onere di ristrutturazione di 399 milioni di Euro, Nokia Networks avrebbe evidenziato un modesto utile di esercizio proforma. L'utile per azione proforma (diluito) del gruppo Nokia ha raggiunto 0,14 Euro, corrispondente al range previsto di 0,13-0,16 Euro. La posizione di cassa di Nokia rimane solida, con una disponibilità totale di 9,9 miliardi di Euro alla fine del trimestre. La ristrutturazione di Nokia Networks in corso Nel secondo trimestre, Nokia ha assunto un onere di 399 milioni di Euro per l'annunciata ristrutturazione di Nokia Networks. Tale onere consiste in una quota non di cassa di 304 milioni di Euro per riduzioni e chiusure di progetti di ricerca e sviluppo, mentre il resto riguarda le riduzioni del personale. Per la fine del 2003 si stima che Nokia Networks avrà in totale circa 15.000 dipendenti, rispetto a 17.361 al 31 dicembre 2002. Prospettiva per il terzo trimestre 2003 Per il terzo trimestre Nokia prevede una crescita dei volumi dei telefoni cellulari superiore al 10%, pertanto più rapida del mercato, con una solida e costante redditività. Tuttavia, il fatturato di Nokia Mobile Phones nel terzo trimestre dovrebbe rimanere invariato o diminuire leggermente anno su anno rispetto allo stesso periodo del 2002, soprattutto a causa del deprezzamento del dollaro. In Nokia Networks, le condizioni di esercizio non mostrano alcun segno di miglioramento e per il terzo trimestre si prevede un calo del fatturato anno su anno del 15-20%. Alla luce di questa prospettiva, Nokia Networks dovrebbe registrare una modesta perdita di esercizio proforma nel periodo. Nokia prevede che l'utile per azione proforma per il terzo trimestre sarà dell'ordine di 0,15-0,17 Euro, mentre l'utile per azione registrato (diluito) sarà dell'ordine di 0,14-0,16 Euro. L'utile per azione proforma (diluito) per il terzo trimestre 2002 è stato di 0,18 Euro, mentre l'utile per azione registrato (diluito) è stato di 0,13 Euro. La quota del mercato dei telefoni cellulari di Nokia sale al 39% Secondo le stime, la quota di mercato di Nokia per il secondo trimestre ha raggiunto il 39%, con un aumento sequenziale e anno su anno, soprattutto grazie all'aumento della quota di mercato negli Stati Uniti. I volumi totali del mercato dei telefoni cellulari per il secondo trimestre sono aumentati anno su anno per il quinto trimestre consecutivo, salendo dell'11% fino a 105 milioni di pezzi, mentre il volume di Nokia è aumentato del 14% fino a 41 milioni di pezzi. Nokia continua a prevedere una crescita globale del volume dei telefoni per l'intero 2003 intorno al 10%, rispetto a 405 milioni di pezzi nel 2002. La crescita del volume dovrebbe essere superiore alla crescita del mercato per l'intero anno. La società registra un aumento della quota di mercato del Cdma. In linea con l'obiettivo a lungo termine di Nokia di diventare leader nella produzione di telefoni mobili Cdma, nel secondo trimestre la società ha avviato le consegne di quattro nuovi telefoni Cdma, compreso il lancio del Nokia 3586i, il primo con schermo a colori. Nokia ha inoltre dato inizio alle consegne di telefoni Cdma in India, mentre in Cina ha ottenuto la licenza di produzione del Cdma. Produzione e vendita inizieranno nel paese nella seconda metà dell'anno. Gli effetti positivi di questa espansione della gamma di prodotti e della clientela hanno permesso a Nokia di registrare nel secondo trimestre un aumento della quota del mercato del Cdma. Il mercato delle reti mobili rimane lento Nel business delle infrastrutture di rete, le condizioni del mercato non mostrano alcun segno di miglioramento. Gli investimenti degli operatori sono scesi a un livello straordinariamente basso e Nokia continua a prevedere una contrazione generale del mercato del 15% o più per l'intero anno 2003. Nuovo business group concentrato sulle soluzioni d'impresa Nokia crea Nokia Enterprise Solutions, un nuovo business group rivolto al mercato delle imprese. Nokia Enterprise Solutions riunirà le varie attività di Nokia destinate alle imprese svolte da Nokia Mobile Phones e Nokia Ventures Organization, allo scopo di fornire alle imprese una gamma di telefoni cellulari e piattaforme mirate e competitive, nonché soluzioni per una connettività sicura. Il nuovo business group inizierà a registrare i propri dati finanziari a partire dal primo trimestre 2004.

AEM TORINO S.P.A. - AUMENTO DEL CAPITALE SOCIALE 
Torino, 18 luglio 2003 - L'Offerta in Borsa dei diritti inoptati relativa all'aumento di capitale deliberato dall'Assemblea Straordinaria di Aem Torino S.p.A. in data 30 aprile 2003, risultano esercitati n. 346.306.998 diritti e sono state sottoscritte n. 115.435.666 azioni ordinarie con abbinati Warrant Aem Torino 2003-2008, pari al 25,00% del nuovo capitale sociale. Essendo stato l'aumento di capitale integralmente sottoscritto, il consorzio di garanzia costituito e diretto da Banca Imi S.p.A. non rileverà alcuna azione. All'esito dell'operazione, il capitale sociale risulta aumentato ad Euro 461.742.666 e suddiviso in n. 461.742.666 azioni del valore nominale di 1 Euro. 

INCONTRO INFORMALE DEI MINISTRI EUROPEI DELL'AMBIENTE E DELL'ENERGIA AL VIA IL DIALOGO TRA ENERGIA E AMBIENTE. FONTI RINNOVABILI, SVILUPPO DI NUOVE FONTI ENERGETICHE COME L' IDROGENO, DIFFUSIONE DELLE TECNOLOGIE PULITE 
Montecatini, 18 luglio 2003 - L'avvio ad un "modello europeo" di integrazione e dialogo tra ambiente ed energia, per affrontare la doppia sfida globale della protezione del clima e della sicurezza energetica, dalle quali dipendono le prospettive dello sviluppo sostenibile. Questo il tema della riunione congiunta dei Ministri dell'Ambiente e dell'Energia dei 15 Stati Membri, dei nuovi 10 paesi dell'Unione, di Bulgaria, Romania, Turchia e della Norvegia, e dei Commissari europei all'ambiente e all'energia che si svolgerà a Montecatini dal 18 al 20 luglio, presieduta dai Ministri dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, Altero Matteoli e delle Attività Produttive, Antonio Marzano. Proprio l'Europa ha la responsabilità e la possibilità di dare il "passo" al processo internazionale avviato prima dalla Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici e poi dal Protocollo di Kyoto, nel nuovo contesto della liberalizzazione dei mercati dell'energia. La riunione di Montecatini consentirà ai responsabili europei delle politiche ambientali ed energetiche di valutare i diversi scenari climatici ed energetici elaborati dalle agenzie internazionali, di considerare il ruolo della liberalizzazione dei mercati energetici come strumento per aumentare l'efficienza e ridurre le emissioni senza compromettere la competitività dell'Europa, di definire la strategia europea in vista della prossima Conferenza delle Parti firmatarie della Convenzione sui Cambiamenti Climatici, che si terrà a Milano dal 1 al 12 dicembre. I Ministri saranno sollecitati a confrontarsi sulle problematiche tecnologiche ed economiche che condizionano il successo della strategia europea per la riduzione delle emissioni: l'aumento dell'efficienza, per "dissociare" la crescita della produzione di energia elettrica dal consumo di combustibile. Ovvero, per assicurare nello stesso tempo maggiore produzione e minori consumi; lo sviluppo delle fonti rinnovabili; l'uso pulito di combustibili fossili, con la segregazione dell'anidride carbonica; lo sviluppo di nuove fonti e vettori energetici a partire dall'idrogeno; i meccanismi di finanziamento pubblico e i meccanismi di mercato che devono favorire lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie "pulite". Inoltre, considerando che ogni riduzione delle emissioni di anidride carbonica è efficace indipendentemente dal luogo del pianeta nel quale viene realizzata, la riunione di Montecatini affronterà i termini dell'impegno dell'Europa per la diffusione delle tecnologie "pulite" nel mercato mondiale dell'energia, in particolare nelle economie emergenti dell'Asia e del Sud America che assumono un ruolo sempre più rilevante sia dal punto di vista dei consumi che da quello delle emissioni. E la Presidenza italiana intende sollecitare l'Unione Europea ad utilizzare in modo pieno i meccanismi del Protocollo di Kyoto, che rappresentano un volano straordinario per la "globalizzazione" delle tecnologie pulite e per orientare in modo sostenibile la crescita dell'intero pianeta. E in particolare questo messaggio sarà rivolto alla Russia che verrà così sollecitata alla ratifica del Protocollo di Kyoto. 

INSTALLATORI E MANUTENTORI DI IMPIANTI TERMICI ED ELETTRICI POST-CONTATORE, REGOLE E CONCORRENZA: LA CAMERA APPROVA IMPORTANTE PROVVEDIMENTO 
Milano, 18 luglio 2003 - Nell'ambito della discussione in Aula sul Disegno di Legge 3297 - Riordino dell'energia - i Deputati hanno approvato un importante provvedimento che vieta alle aziende operanti nei settori dell'energia elettrica e del gas che hanno la concessione o l'affidamento dei servizi pubblici locali di avviare nello stesso territorio e per lo stesso periodo di tempo, attività diverse in concorrenza con le piccole imprese e quelle artigiane nel settore dei servizi sul cosiddetto post contatore. "Si tratta di un ulteriore passo in avanti - ha detto Maurizio Calzolari, Presidente dell'Anim Cna Nazionale - sulla strada di un assetto davvero libero e concorrenziale di quello che è il mercato naturale delle nostre piccole imprese. Se, come auspichiamo, anche il Senato farà la sua parte, potremo finalmente contare su di un sistema che garantirà gli investimenti delle nostre aziende in direzione del miglioramento della qualità e dell'ottimizzazione delle nostre risorse. Siamo purtroppo ancora di fronte ad una liberalizzazione parziale delle forniture di gas e di energia elettrica e non sarebbe tollerabile che sul mercato di riferimento delle nostre aziende possano confrontarsi soggetti che godono di posizioni di vantaggio, determinate dal fatto di poter fornire energia elettrica e/o gas ai potenziali clienti ed altri, cioè le piccole imprese di installazione e manutenzione che, dati i vincoli del mercato, questo non possono oggettivamente farlo. L'ampia convergenza di gran parte dei Deputati sul testo proposto dal Relatore del provvedimento ci fa ben sperare per il prosieguo del dibattito al Senato. Siamo probabilmente alla vigilia di un importante risultato che la nostra Associazione insegue da tempo a difesa degli interessi delle imprese che rappresentiamo! E' comunque un risultato molto importante che testimonia non solo la correttezza delle nostre tesi ma anche la forza di organizzazioni che come l'Anim e la Cna hanno saputo mobilitarsi in queste settimane con un gran numero di iniziative pubbliche che hanno visto la partecipazione di centinaia di imprenditori. Dobbiamo continuare su questa strada perché il cammino che ci attende è ancora lungo." 

MILANO SEMPRE PIU' LOCOMOTIVA L'ECONOMIA MILANESE VA MEGLIO DEL RESTO DEL PAESE. A SORPRESA RITORNA IL "POSTO FISSO" (+33.000 OCCUPATI). CRESCE IL NUMERO DI IMPRESE (+1,5%).
Milano, 18 luglio 2003. Milano leader del sistema imprenditoriale italiano e lombardo. Per il settimo anno consecutivo si conferma la crescita delle imprese, tra iscritte e cessate: +1,5%, rispetto al +1,4% lombardo e +1,1% italiano. Crescono i settori innovativi: informatica (+2,4%) e ricerca e sviluppo (+2,7%). Ma anche quelli tradizionali: alberghi e ristoranti (+2%), trasporti (+8,2%) e telecomunicazioni (+15,7%). Ma com'è il nuovo imprenditore milanese? È per il 74,5% di sesso maschile, tra i 25 e i 35 anni (40,4%), impegnato nel commercio (24%), nel terziario avanzato (17%), nell'edilizia (16%) e nel manifatturiero (10%). E sempre più straniero: al 31 dicembre 2002 le ditte individuali con titolare extracomunitario in provincia di Milano sono 11.881 unità, più della metà della Lombardia (54,8%) e il 9,6% del totale nazionale. Sono il 7,8% di tutte le imprese, in aumento rispetto al 6,5% del 2001. Soprattutto Egiziani, Cinesi, Marocchini e Senegalesi. Diventa sempre più organizzato l'imprenditore milanese: sono 23.822 quelli in gruppo. Ma anche sempre più presente in tutta Italia. Il 31,7% dei posti di lavoro creati dalle imprese milanesi sono fuori dal territorio provinciale (27% in Lombardia, 19% Nord-Est, 19% Centro, 18% Sud, 16% Nord-Ovest). Milano sempre più ricca: l'indicatore della ricchezza prodotta cresce del 5,4%. E sempre più produttiva: il valore aggiunto per addetto relativo all'intero sistema economico milanese (64,3 mila euro) è superiore del 15% al dato lombardo e del 34% a quello nazionale. Il reddito pro-capite sale ancora dello 0,8% nell'ultimo anno e raggiunge i 18.751 euro annui, ma diminuisce la voglia di consumare e la propensione al consumo scende dall'88,41 del 2001 all'88,12 del 2002. E per i prezzi, anche dopo l'introduzione dell'euro, a fronte di una media nazionale dell'inflazione del 2,5% per il 2002, a Milano questo valore si attesta all'1,9%. Se vediamo la situazione di giugno 2003, l'inflazione a Milano si ferma al 2,3% rispetto al 2,6% della media italiana. Positivo anche l'andamento del mercato del lavoro: occupazione +2%, contro l'1,6% della Lombardia e l'1,5% dell'Italia. Soprattutto per le donne (+3,4% contro lo 0,8% maschile). Il tasso di disoccupazione, invece, è rimasto fermo al 4,6%. Se i contratti a tempo determinato sono aumentati (+6.000 individui), e i lavoratori parasubordinati crescono (+14.524 lavoratori), il mondo del part-time registra una contrazione di circa 5.000. Mentre torna a trainare il contratto a tempo indeterminato (+33.000 occupati). Le professioni che vanno di più? Quelle intellettuali e scientifiche. Nella provincia di Milano sono passate dal 9,3% (sul totale delle assunzioni programmate) del 2000 al 12,4% del 2002. In calo, invece, la ricerca di professioni tecniche, dal 24,6% al 19%, pur restando nel complesso le più richieste. Negativo però, nella difficile situazione internazionale, l'andamento del commercio estero: esportazioni (-4,5%) e importazioni (-5,8%). Soprattutto con gli Stati Uniti d'America (-11% l'export; -13% l'import) e con l'area Nafta (-11,8% l'export; -16,7% l'import). Crescono del 2% le imprese all'estero partecipate da imprese milanesi (3.361 per un totale di 275 mila addetti, il 25% del totale italiano) e del 5% le partecipazioni estere in Italia (2.359 imprese, oltre 324.000 addetti, il 43% del totale italiano). Emerge dal rapporto annuale "Milano Produttiva", a cura dell'Ufficio studi della Camera di Commercio, giunta alla 13° edizione, con un bilancio dell'economia di Milano e provincia nel 2002. "Anche in un anno difficile come è stato il 2002 - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano - soprattutto a livello internazionale, Milano ha confermato ancora una volta di godere di "sana e robusta costituzione". "E' innanzitutto proseguita, rinnovandosi, quella voglia di fare impresa dei milanesi che era riemersa già da sette anni e che ha fatto registrare 29 mila nuove imprese. E in questa crescita si inserisce quella dell'imprenditorialità etnica, come cammino di integrazione possibile (12 mila ditte individuali con titolare extracomunitario). Milano è sempre più la città dei lavoratori della conoscenza, siano essi lavoratori dipendenti o indipendenti, dell'high tech manifatturiero e della net economy, dell'economia dei servizi, delle imprese innovative localizzate nei distretti. L'economia "arcipelago" milanese è l'economia più multilocalizzata d'Italia, attraverso le reti corte e lunghe dei gruppi di imprese, delle delocalizzazioni produttive, degli investimenti verso l'estero. Ma non c'è crescita senza innovazione, di cui si fanno portatrici a Milano le oltre 18 mila imprese a elevato contenuto di conoscenza. Ma in una realtà globalizzata le imprese risentono della riduzione del commercio con l'estero in una congiuntura difficile a livello internazionale. Per essere più competitivi e di qualità occorre investire nelle tre "i": infrastrutture, innovazione, istruzione". Crescita economica e settori. Milano leader del sistema imprenditoriale italiano e lombardo. Per il settimo anno consecutivo si conferma la crescita: da 317.959 a 322.709 imprese (+1,5%; +4.750 unità), con un tasso di natalità pari al 9,1% (era 9,9% nel 2001). I dati relativi allo sviluppo delle imprese milanesi si presentano superiori sia rispetto a quelli lombardi (+1,4% l'incremento di nuove imprese in Lombardia) sia rispetto al Paese (+1,1% in Italia). Complessivamente si registra una crescita nonostante i riflessi del difficile momento congiunturale che ha attraversato l'economia italiana in quest'ultimo anno. La rete imprenditoriale milanese è caratterizzata da una buona presenza di società di capitali (28%, superiore sia a quella lombarda 20,3% sia a quella nazionale 11,5%), con un incremento del 4,1% rispetto al 2001 e concentrate prevalentemente nel settore dei servizi (38,6%). Più alta, ma inferiore rispetto a quella lombarda e italiana (rispettivamente del 54,8% e del 68,6%) la percentuale di ditte individuali pari al 47,1% (con una crescita dell'1,8% rispetto al 2001). Si intensifica la crescita dei servizi reali alle imprese (+2.231 imprese; +3,1%), nel cui ambito si collocano il settore dell'informatica (+2,4%) e della ricerca e sviluppo (+2,7%). Cresce anche il settore degli alberghi e dei ristoranti (+2%), il comparto dei trasporti e delle comunicazioni (+2,3), all'interno del quale si registrano variazioni significative per le attività ausiliarie dei trasporti (+8,2%) e delle telecomunicazioni (+15,7%). Minimo, invece, l'aumento del settore dell'intermediazione finanziaria e monetaria (+0,8%) e del commercio (+ 0,2%). Per quanto riguarda le attività manifatturiere si evidenzia una contrazione (-1,2%) estesa a tutti i comparti del settore, eccetto l'industria alimentare (+4,4%), la fabbricazione di combustibili e carbone (+1,4%), la fabbricazione di macchine per ufficio ed elaboratori (+2,4%), la fabbricazione di mezzi di trasporto (+2,9%). L'identikit del nuovo imprenditore milanese: è per il 74,5% di sesso maschile, tra i 25 e i 35 anni (40,4%). Il 24% opera nel commercio, il 17% nel terziario avanzato, il 16% nell'edilizia e il 10% nel manifatturiero. Occupazione e contratti atipici. Il mercato del lavoro nel 2002 ha visto un andamento positivo. L'occupazione è cresciuta di due punti percentuali (contro l'1,6% della Lombardia e l'1,5% dell'Italia). Il tasso di disoccupazione, invece, è rimasto fermo al 4,6%. A registrare il maggior incremento l'occupazione femminile (+3,4% contro lo 0,8% maschile). Ma alla crescita del lavoro dipendente ha fatto da contrappeso la contrazione di quello autonomo (-5,7%). I settori in cui si registra una maggiore presenza di lavoratori dipendenti sono l'industria manifatturiera (89,3%) e i servizi reali (72,4%). Per quanto concerne la provincia di Milano, i contratti a tempo determinato sono aumentati, accogliendo 6.000 individui in più rispetto al 2001, mentre, a sorpresa, il mondo del part-time registra una contrazione di circa 5.000. Tuttavia, il part-time si conferma il contratto "femminile" per eccellenza, dal momento che circa l'80% degli occupati nel part-time è donna. Nonostante questi contratti abbiano coperto una posizione di rilievo, è il contratto a tempo indeterminato ad incidere in maniera considerevole sulla crescita dell'occupazione, con un incremento di circa 33.000 occupati. Il lavoro parasubordinato, comunque, è in continua espansione. E, in provincia di Milano, il fenomeno risulta particolarmente esteso. Basti pensare che nel 2001 i lavoratori parasubordinati risultavano 235.60, rispetto al 2000 l'incremento ha riguardato 14.524 lavoratori, con una variazione percentuale del 6,6%. L'estensione di forme contrattuali più flessibili, che aveva dato un apporto notevole all'aumento dell'occupazione alla fine degli anni Novanta, pare abbia iniziato ad avvertire una leggera frenata. Il ritorno al contratto standard a tempo indeterminato denota probabilmente il fatto che le imprese, dopo un lungo periodo di crescita nel mercato del lavoro, cerchino di fidelizzare i propri occupati. La professionalità. Nella ricerca di professionalità cresce la richiesta di figure intellettuali e scientifiche: nella provincia di Milano passano dal 9,3% (sul totale delle assunzioni programmate) del 2000 al 12,4% del 2002. Aumenta meno la domanda di dirigenti che passa dall'1,1% del 2000 al 1,6% del 2002. Scende, invece, la ricerca di professioni tecniche, dal 24,6% al 19%, pur restando nel complesso le più richieste. Rispetto al 2000 gli ultimi dati disponibili evidenziano una crescita considerevole dei fondi destinati dalle aziende alla formazione del personale (+8,6%). Sono soprattutto le aziende del terziario (44,6% della spesa totale della provincia) seguite dall'industria estrattiva e chimica (15,9%) e da quella meccanica (11,6%) a promuovere più formazione. Il valore aggiunto. Nel corso del biennio 2000-2001 l'indicatore della ricchezza prodotta dal sistema economico milanese ha ottenuto un incremento del 5,4% (in valore assoluto la provincia milanese nel 2001 ha prodotto 117.510 milioni di euro). Ma l'incremento maggiore si è registrato nel settore dei servizi (+6,5%), seguito dall'industria (+2,8%; inferiore, tuttavia, a quello italiano +4,3%). L'impulso proveniente dal terziario ha modificato anche la macrocomposizione del valore aggiunto provinciale: nel 2001 il terziario acquista un peso di oltre il 69%, mentre l'industria rappresenta poco più di un terzo del totale. Internazionalizzazione commerciale. La congiuntura economica internazionale negativa e l'apprezzamento dell'euro sul dollaro hanno inciso pesantemente sul ribasso tra il 2001 e il 2002 delle esportazioni (-4,5%). E la debolezza della domanda interna ha provocato la diminuzione delle importazioni milanesi (-5,8%). La contrazione dell'interscambio si è registrata soprattutto con gli Stati Uniti d'America (-11% l'export; -13% l'import) e con l'area Nafta (-11,8% l'export; -16,7% l'import). In aumento, invece, i flussi di scambio con la Cina (+4,8% l'export; +10,2% l'import) e le esportazioni in Medio Oriente (+11,3%). Anche se l'area che contribuisce maggiormente alla tenuta del sistema commerciale ambrosiano resta l'Europa. L'Unione Europea rappresenta il 68,5% dell'import e il 48,0% dell'export milanese, nonostante la variazione negativa del 2002 (-4,8% l'import; -2,7% l'export). L'analisi dell'interscambio commerciale della provincia di Milano per settori merceologici, in linea con i dati relativi alle aree geoeconomiche, rivela una variazione negativa sia dell'import (-11,2%) sia dell'export (-4,2%). Per entrambe le grandezze, il settore che ha subito la riduzione più elevata è stato quello elettrico, che ha visto diminuire le importazioni del 14,6% e le esportazioni del 20,1%. Variazioni negative dell'import si sono registrate anche per il settore della carta e dell'editoria (-12,1%) e della raffinazione del petrolio (-9%). Per l'export il calo maggiore si è avuto nel settore del cuoio e delle pelli (-15,1%). Saldo positivo, invece, nel 2002 per il settore dei servizi con un export cresciuto dello 0,6%, nonostante la diminuzione delle importazioni del 14,7%. Hanno contribuito maggiormente alla caduta dell'import le comunicazioni (-44,8%), i servizi finanziari (-43,6%), le royalties e le licenze (-32,3%). Aumentano, invece, le assicurazioni (+37,9%) e le costruzioni (+29,6%). L'impresa etnica. Al 31 dicembre 2002 le ditte individuali con titolare straniero operanti nella provincia di Milano sono 12.951 unità, di cui la stragrande maggioranza costituita da imprese extracomunitarie (11.881 unità, che rappresentano il 91,7% del totale delle ditte straniere). Le ditte milanesi con titolare extracomunitario rappresentano più della metà delle stesse imprese lombarde (54,8%) e il 9,6% del totale nazionale e nel 2002 hanno registrato una crescita del 21%. Altrettanto considerevole è la loro incidenza sul totale delle ditte individuali milanesi, pari al 7,8% (in aumento rispetto al 6,5% del 2001). Gli andamenti degli ultimi anni confermano la maggiore diffusione delle imprese con titolare egiziano, cinese e marocchino che, nel 2002, evidenziano una buona crescita, rispettivamente del 25,9%, 12,7% e 25,9%. La quarta comunità più diffusa è quella senegalese che, dopo la performance eccezionale del 2001 (+125,9%), si attesta su una crescita del 28,3%. Un incremento notevole interessa anche le imprese di cittadini dell'Ecuador (+74,2%), del Pakistan (+66%) e dell'Albania (38,9%). La maggior parte delle ditte extracomunitarie si occupa di servizi (62,6%), di industria (36,3%), commercio (33,2%). In buona posizione le ditte che si occupano di trasporti (8%) e di ristorazione (3,8%). Gli investimenti esteri. Nel 2002 le imprese all'estero partecipate da imprese milanesi sono state 3.361 per un totale di 275 mila addetti, il 25% del totale italiano, con una crescita del 12% di imprese nel periodo 2000-2002. La maggior parte delle attività si concentra in due soli settori: l'industria manifatturiera (36% del totale nazionale in termini di addetti) e il commercio all'ingrosso (43%). Il polo milanese assorbe il 43% del totale delle partecipazioni estere in Italia con 2.359 imprese in cui sono occupati oltre 324.000 addetti, con una crescita tra il 2000 e 2002 del 5% in numero di imprese. I settori principali: commercio all'ingrosso (62% del totale nazionale in termini di addetti), informatica e telecomunicazioni (65%), servizi professionali (56%), settore manifatturiero (28%). Prezzi. Milano si conferma città europea anche rispetto all'introduzione dell'euro e rispetto all'andamento dei prezzi. A fronte di una media nazionale dell'inflazione del 2,5% per il 2002, a Milano questo valore si attesta all'1,9%. Con dati più bassi per abitazioni, acqua, energia e combustibili (-0.6% nel 2002), per servizi sanitari e spese per la salute (1%), per i trasporti (+1,9%). Più alti della media generi alimentari e bevande analcoliche (+2.4%), abbigliamento e calzature (+ 2%), alberghi, ristoranti e pubblici esercizi (+3.8%), istruzione (2.9%). I dati di giugno confermano che a Milano l'inflazione resta più bassa della media del Paese: 2,3% rispetto 2,6%. I gruppi. Nel sistema imprenditoriale italiano si sono diffusi nuovi modelli organizzativi, come la creazione di reti o network d'imprese, basati sulla costituzione di legami flessibili di cooperazione, come i consorzi ed i rapporti di subfornitura, oppure sulla costituzione di legami forti, come l'adesione ad un gruppo, costituito da un insieme di imprese legate tra loro da partecipazioni e quote. Nel loro complesso, le imprese milanesi in gruppo (società di capitale e non) sono 23.822, (quasi il 20% del totale nazionale) e rappresentano il 94% degli addetti e il 78% del fatturato delle società di capitale milanesi, mentre sono 7.515 i gruppi in cui il controllo è attribuibile ad una società capogruppo della provincia. Questi ultimi controllano nel complesso 27.010 imprese, se si considerano sia le società localizzate nel territorio provinciale (22.410) sia in quello regionale (1.830) ed extraregionale (2.770), mentre sono 1.412 le imprese che, sebbene siano localizzate sul territorio milanese, sono controllate da capogruppo non milanesi. La delocalizzazione. Milano è la provincia che ha la percentuale più alta di delocalizzazione, cioè occupazione creata fuori dal territorio provinciale con 440.995 dipendenti (il 31,7% del totale) di 23.911 unità locali di imprese milanesi. Il fenomeno delocalizzativo si dirige in primo luogo verso i territori più prossimi e più ricchi della Lombardia (27% dei dipendenti delocalizzati), seguito dal Nord-Est (19%), dal Centro (19%), dal Sud (18%) e dal resto del Nord-Ovest (16%), assorbendo comunque l'Italia settentrionale la quota di addetti di gran lunga maggiore (62%). Tra i settori che presentano una più spinta propensione a delocalizzare, rientrano alcuni di quelli in cui Milano detiene una significativa specializzazione e in cui operano grandi imprese a diffusione nazionale (come la chimica, l'elettronica, il commercio al dettaglio, la finanza). Ma il capoluogo lombardo, pur presentando il grado di attrazione più basso rispetto a quello delle province corregionali (12,9%), in termini assoluti è la città che attrae sul suo territorio oltre il 70% di tutta l'occupazione esogena presente in Lombardia. Produttività e redditività. Milano si pone come la provincia italiana con la più elevata produttività nominale del lavoro: il valore aggiunto per addetto relativo all'intero sistema economico milanese (64,3 mila euro) è superiore del 15% al dato lombardo e del 34% a quello nazionale. Alla maggiore produttività si accompagna peraltro un maggior costo del lavoro. E si spiega principalmente con la relativa maggior presenza, in provincia di Milano, di imprese di più grandi dimensioni, operanti nei settori ad elevato contenuto tecnologico e maggiormente esposte alla concorrenza internazionale. Anche in termini di reddittività del capitale (ROI) il sistema produttivo milanese mostra una performance media (6,7%) superiore a quella del sistema lombardo (6,5%) e nazionale (4,5%). Questa differenza è dovuta soprattutto alla maggiore reddittività che caratterizza il settore dei servizi a Milano. Redditi e consumi. Il benessere economico milanese si conferma stabile. Il reddito pro capite disponibile passa da 18596 euro del 2001 a 18751 euro del 2002. Il reddito 2002 medio per la Lombardia è di 16680 euro, e per l'Italia e 13968. Diminuisce però la propensione al consumo dei milanesi che passa dall'88,41% del 2001 all'88,12% del 2002. La tecnologia e i distretti. Nell'area milanese sono attive oltre 18 mila imprese a elevato contenuto di conoscenza, divise quasi equamente tra servizi ICT (insieme di informatica e telecomunicazioni) e high tech manifatturiero (o industrie science based). Più del 50% - con punte superiori al 60% - delle imprese lombarde ad alto contenuto di conoscenza risulta concentrato in provincia di Milano. La diffusione sul territorio delle imprese manifatturiere high tech assume a volte la forma del distretto industriale. È il caso del Distretto delle apparecchiature elettrico-elettronico dell'Est Milanese, che fa parte dei nuovi distretti di specializzazione industriale (in tutto 16) definiti dalla Regione Lombardia nel 2001. Si tratta, per numero di occupati, del terzo distretto più importante della Lombardia. Nel contesto dei settori basati sulla conoscenza e la comunicazione occupano infine un posto non trascurabile le attività riconducibili alla filiera dell'audiovisivo, dove Milano si presenta come il primo "centro di produzione" cine-video d'Italia (superando la stessa Roma), con 2.300 imprese, il 19% in più di Roma. 

LOMBARDI PIÙ RICCHI E PIÙ "RISPARMIOSI" LE "FORMICHE" STANNO A COMO E LE CICALE A CREMONA. PER IL RESTO L'ECONOMIA TIENE. 
Milano, 17 luglio 2003. La congiuntura negativa ha portato i Lombardi alla prudenza. La propensione al consumo (rapporto consumo/reddito) è scesa dall'87,76 del 2001 all'87,46 del 2002. Sebbene il reddito sia cresciuto dello 0,8% in un anno passando da 16543 euro annui del 2001 a 16680, i lombardi aumentano i risparmi. La classica delle "formiche" vede in testa Como, Lecco, Varese, Lodi. Si dimostrano "cicale" Cremona, Sondrio, Milano e Brescia. Nella regione, tuttavia, si conferma la crescita: 10.763 nuove imprese attive e uno sviluppo (2001/2002) dell'1,4%. La rete imprenditoriale lombarda, che registra un tasso di natalità dell'8,7%, è caratterizzata da una buona presenza di ditte individuali (54,8%), società di persone (22,9%) e società di capitale (20,3%). Nella regione si evidenzia il maggior peso del comparto dell'artigianato (33% sul totale di imprese lombarde) con un tasso di natalità del 7,9%. Extracomunitarie sono 21.667 imprese su un totale nazionale di 124.361, di queste il 32,8% nel settore del commercio, il 25,1% nelle costruzioni e il 15,2% nelle attività manifatturiere. La Lombardia è sempre più produttiva: l'indicatore della ricchezza prodotta cresce del 5,5%. Negativo però, nella difficile situazione internazionale, l'andamento del commercio estero: l'import e l'export da paesi stranieri sono diminuiti entrambi, rispetto al 2001, del 2,9%. Cresce l'occupazione: +1,62 (superiore al valore nazionale pari al +1,46%). Ma la crescita maggiore la registra l'occupazione femminile +2,46%, contro l'1,05% di quella maschile. Emerge dal rapporto annuale "Milano Produttiva", a cura dell'ufficio studi della Camera di Commercio, giunta alla 13° edizione, con un bilancio dell'economia relativo al 2002. "Anche in un anno difficile come è stato il 2002 - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano - soprattutto a livello internazionale, la Lombardia ha confermato ancora una volta di godere di buona salute. E' innanzitutto proseguita, rinnovandosi, quella voglia di fare impresa dei milanesi e dei lombardi che era riemersa già nel corso del 2001. E in questa crescita si inserisce quella a ritmi accelerati dell'imprenditorialità etnica. Nel 2002 in Lombardia si sono registrate quasi 22.000 ditte individuali con titolare extracomunitario, soprattutto nel settore dell'edilizia, del commercio al dettaglio e del piccolo trasporto. La Lombardia con il suo capoluogo è sempre più la regione dei lavoratori della conoscenza, siano essi lavoratori dipendenti o indipendenti, dell'high tech manifatturiero e della net economy, dell'economia dei servizi, delle imprese innovative localizzati nei distretti e meta distretti urbani. Ma dagli aspetti internazionali vengono alcuni dei maggiori punti interrogativi per l'economia lombarda. In una realtà globale le imprese risentono della riduzione del commercio con l'estero in una congiuntura difficile a livello internazionale. Restano poi le sfide sul territorio, a partire dalle infrastrutture per la mobilità delle persone e delle merci. Ma anche dagli investimenti non solo materiali, ma anche immateriali, ossia sulla formazione delle risorse umane, che rappresentano una condizione imprescindibile per il consolidamento di un percorso di crescita fondato sulla qualità".

PROVINCE

TOTALE IMPRESE

Imprese

con addetti

Incidenza %

Addetti

Incidenza %

Di cui

Dipendenti

Incidenza %

VARESE

53.127

7,9%

236.612

6,9%

161.159

6,5%

COMO

37.300

5,6%

159.997

4,7%

105.526

4,3%

SONDRIO

15.115

2,3%

48.044

1,4%

27.087

1,1%

MILANO

269.773

40,3%

1.774.348

52,0%

1.409.072

57,1%

BERGAMO

71.210

10,6%

339.062

9,9%

237.603

9,6%

BRESCIA

89.210

13,3%

377.782

11,1%

244.669

9,9%

PAVIA

39.254

5,9%

120.894

3,5%

66.834

2,7%

CREMONA

24.957

3,7%

89.246

2,6%

51.277

2,1%

MANTOVA

36.106

5,4%

131.233

3,8%

75.195

3,0%

LECCO

20.570

3,1%

93.163

2,7%

62.636

2,5%

LODI

12.564

1,9%

43.978

1,3%

25.925

1,1%

TOTALE

669.186

100,0%

3.414.359

100,0%

2.466.983

100,0%


La situazione nelle province - Sono i Mantovani i Lombardi che vantano di registrare, dopo i Milanesi, il pil pro capite più alto con 23.570,8 euro all'anno e una crescita dal 1995 del 25,2%, seguono Brescia (22.739,3; +25,7%), Lecco (21.318,3; +24,9%), Bergamo (21.039,3; +19,8%), Como (20.853,8; +26,3%). Un altro indicatore che ancor meglio esprime il livello di benessere economico della popolazione residente, inteso come la quantità di beni e servizi di cui ciascun individuo può disporre, è il "Reddito disponibile pro capite delle famiglie". Secondo questo indicatore le città in testa alla classifica delle province lombarde sono Varese con 16.079 euro pro capite per famiglia (2002) con una crescita rispetto al 2001 dello 0,6%, Como: 15.329 e una crescita dello 0,7%, Brescia: 15.292, con una crescita dell'1,1%, Pavia: 15.051 euro e una crescita dello 0,7%, rispetto a una media regionale di 16.680 e una crescita dello 0,8%, valori questi trainati da quelli del capoluogo lombardo che registra un reddito di 18.751 e una crescita dello 0,8%. Seguono nella classifica Mantova (15.092; +0,6%), Cremona (14.957;+0,8%), Bergamo (14.877;+1,1%), Lodi (14.756;+1%), Sondrio (13.012;+0,3%). Ma se a Milano si guadagna di più, indubbiamente si consuma di più, nel capoluogo nel 2002 si è calcolato un consumo pro capite pari a 16.523 euro. In un confronto regionale in termini di propensione al consumo, ossia di rapporto consumo/reddito, Milano risulta scavalcata da Sondrio (88,87), Cremona (90,51) e Brescia (88,37); ben più alte della media regionale pari a 87,46 e una media nazionale pari a 86,81. In Lombardia si sta diffondendo sempre di più il fenomeno di imprese organizzate in gruppi. La città che conta il maggior numero di imprese organizzate in gruppo dopo Milano (22.619 imprese) è Brescia (3.549; 28,5% delle società di capitale), seguita da Bergamo (2.964; 25,7%), Varese (2.062; 24,2%) e Como (1.319; 26,9%). Quanto alla collocazione geografica delle imprese lombarde contrariamente alla tendenza di Milano che intensifica i processi di delocalizzazione (31,7% dell'occupazione è creata fuori dal territorio milanese), questo fenomeno è meno evidente nelle altre città lombarde dove, invece, risulta particolarmente alto il grado di attrazione, cioè di occupazione creata sul territorio da imprese esogene. A Lodi il 32% dei dipendenti lavora in imprese con sede fuori dal territorio. Un altro dato alto di attrazione ha anche Cremona (25%,3%), Varese (24,3%), Lecco (21,8%), Pavia (21,4%). Valori ben più alti del dato medio regionale (8,3%). 

MA L'ITALIA NON È CARA ANCHE SE RISPARMIAMO DI PIÙ 
Milano, 18 luglio 2003. L'Italia non è poi così cara se confrontata con gli altri Paesi europei. Solo sesta nella classifica dell'aumento del coso della vita. L'indice dei prezzi al consumo negli ultimi due anni (Maggio 2001 e Maggio 2003) si è assestato al 5,4%. In testa Irlanda (+9,1%), Grecia (+7,4%), Portogallo (+7,3%), Olanda (+6,6%) e Spagna (+6,5%). Nella seconda parte della classifica, invece, troviamo Lussemburgo (+3,6%), Francia (+3,4%), Finlandia (+2,9%), Austria (+2,6%), Belgio (+2,3%) e Germania (+1,8%). Ma la congiuntura negativa degli ultimi due anni ha spinto gli Italiani al risparmio. La propensione al consumo è passata dall'87,74% del 2001 all'86,81% del 2002, nonostante l'aumento (+1,7%) del reddito pro capite che è passato da 13.734 euro pro capite del 2001 a 13.968 euro del 2002. E non si arresta la nascita di nuove imprese. Nel 2002 le imprese in Italia sono aumentate dell'1,1%. Per il 68,6% si tratta di ditte individuali, per il 17,9% di società di persone, e per l'11,5% di società di capitale. Crescono soprattutto le imprese artigiane (+8,6%) in particolare nel Nord, (Nord-Est +9,1%, Nord-Ovest +8,3%). Sempre più presenti le imprese extracomunitarie che ormai rappresentano il 3,7% del totale delle imprese, con una crescita, rispetto al 2001, del 18,9%. Il 4,5% delle ditte etniche è composto da imprese agricole ( con una crescita 2002/2001 del 7%), il 35,5% da industrie (con una crescita 2002/2001 del 22,5%), il 43,1% da imprese del commercio (19,7%). In contrazione, invece, gli scambi internazionali. In Italia si è registrato un calo sia delle importazioni (-1,2%) sia delle esportazioni (-1,5%). Quanto al tenore di vita degli Italiani dal 2000 al 2001 l'indicatore della ricchezza pro capite è aumentato del 4,8%. Nel 2002 il quadro occupazionale ha evidenziato dinamiche positive: + 315.000 occupati, di cui il 56% rappresentato dalla popolazione femminile. Il tasso di disoccupazione, tuttavia, resta alto (9%), soprattutto nelle regioni del sud. In Calabria il tasso di disoccupazione supera il 25%, in Campania il 21%, in Sicilia sfiora il 20,1%, nonostante l'occupazione al sud, rispetto al 2001 sia cresciuta dell'1,9%. Il tessuto imprenditoriale italiano si conferma caratterizzato da una marcata presenza (91,6%) di piccole imprese, nonostante resti, a livello di sistema, una forte concentrazione di fatturato prodotto (32% realizzato dallo 0,1% delle imprese di grandi dimensioni). "Anche in un anno difficile come è stato il 2002 - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano - soprattutto a livello internazionale, in Italia è proseguita, rinnovandosi, quella voglia di fare impresa che era riemersa già negli ultimi anni. Anche l'indagine sui prezzi europei evidenzia come l'introduzione dell'euro rappresenti una sfida per imprese e consumatori in un mercato unico in cui la competitività tra aree locali e nazionali è sempre più diretta. Ma dagli aspetti internazionali vengono alcuni dei maggiori punti interrogativi per l'economia italiana. In una realtà globale le imprese risentono della riduzione del commercio con l'estero in una congiuntura difficile a livello internazionale. Restano poi le sfide sul territorio: le infrastrutture per la mobilità delle persone e delle merci e gli investimenti sulla formazione delle risorse umane". 

OLCESE S.P.A. PREVISTA UNA RIORGANIZZAZIONE E RISTRUTTURAZIONE DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE 
Milano, 18 luglio 2003. Olcese S.p.A. informa che nell'ambito del Piano industriale approvato nell'ottobre del 2002 - attualmente in fase di aggiornamento ed in procinto di essere approvato nella nuova versione aggiornata ed integrata - è prevista una riorganizzazione e ristrutturazione delle attività produttive delle società francesi indirettamente controllate attraverso Caulliez Textiles. Olcese informa che le competenti autorità francesi hanno fissato un periodo, della durata di mesi 6, durante il quale verrà applicata alle suddette controllate la normativa speciale francese relativa al "redressement judiciairie". Tale legislazione, che ha come principio ispiratore da un lato la salvaguardia delle società e dall'altro lato la trasparenza nelle decisioni e nelle complesse operazioni di ristrutturazione, consente di fatto al Gruppo Olcese di facilitare e accelerare significativamente le fasi di ristrutturazione aziendale, sia industriale che finanziaria, di tutto il comparto francese in linea con gli obiettivi strategici del Piano Industriale. 

MOBY ORDINA DUE CRUISE FERRIES A FINCANTIERI 
Trieste, 18 luglio 2003 - Vincenzo Onorato, Presidente Moby, e Giuseppe Bono, Amministratore Delegato di Fincantieri hanno presentato oggi alla stampa il progetto per la costruzione di due nuove navi gemelle, una delle quali in opzione. Le nuove unità, che andranno ad ampliare la moderna flotta Moby, saranno sister-ships di Moby Wonder e Moby Freedom. I due nuovi cruise ferries - la prima nave sarà consegnata a maggio 2005 - saranno allestiti, secondo le ultime tendenze del moderno cabotaggio, con gli stessi elevati standard delle navi da crociera, sia per quanto riguarda l'arredamento delle cabine e delle aree pubbliche che per la vasta gamma di intrattenimenti offerti a bordo: con una stazza di 36.000 tonnellate potranno ospitare fino a 2.080 passeggeri e 120 membri dell'equipaggio, in 379 cabine e, grazie alla potenza installata a bordo di 50.400 Kw, potranno raggiungere punte di velocità di 29 nodi e mantenere una velocità di servizio di 27 nodi; ristorante a la carte, self-service, 3 Show Lounge, Coffe Shop e Sport Bar sono solo alcuni dei servizi a disposizione degli ospiti Moby. Tale ordine del valore complessivo di circa 200 milioni di Euro, aggiudicato a seguito di un'agguerrita competizione internazionale, segna il ritorno di Moby ai cantieri italiani. " Un passo determinante - ha detto Vincenzo Onorato, Presidente Moby - per il consolidamento della nostra leadership nel cabotaggio italiano". "Siamo particolarmente soddisfatti - ha dichiarato Giuseppe Bono, Amministratore Delegato di Fincantieri - perché con questo ordine arricchiamo il carnet dei nostri clienti con un altro marchio prestigioso e consolidiamo la nostra leadership europea nel comparto dei cruise ferries". Bono ha poi aggiunto: " La qualità delle nostre navi e la puntualità che assicuriamo nella loro consegna sono risultati fattori determinanti nella scelta operata dall'armatore ". 

AMBIENTE: ACCORDO ITALIA-ROMANIA PER TUTELARE IL DANUBIO 
Roma, 18 luglio 2003 - Il "bel Danubio blu", il lungo fiume che percorre l'Europa dell'Est celebrato in un famoso valzer dal musicista viennese Johann Strauss, non corre il rischio di perdere il suo peculiare colore: merito di un accordo siglato a Bucarest fra l'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e l'Agenzia Spaziale Romena, che prevede una intensa cooperazione nel settore ambientale, a cominciare da uno studio sulla situazione del famoso fiume che sfocia nel Mar Nero. "L'analisi della foce del Danubio e del suo ruolo nell'evoluzione costiera del Mar Nero - spiega Ivo Allegrini, direttore dell'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico del Cnr - è un argomento di primario interesse per la Romania ma anche per l'Europa nel suo complesso. Altre importanti linee di ricerca riguardano lo studio dei Carpazi, dello sviluppo agricolo delle zone pianeggianti e delle zone umide. Oltre a costituire una grande opportunità di ricerca - sottolinea Allegrini - questo accordo rafforza ulteriormente le relazioni scientifiche fra Italia e Romania, destinate a intensificarsi in previsione dell'ingresso della Romania nell'Unione Europea". L'accordo prevede anche lo scambio di ricercatori e la partecipazione a programmi dell'Unione Europea. 

MECADES: I SOCI CONFERMANO IL PROLUNGAMENTO DELL'ACCORDO SODDISFAZIONE PER GLI OTTIMI RISULTATI FINORA CONSEGUITI 
Milano, 18 Luglio 2003. Il Consiglio di Amministrazione della Centrale d'Acquisto Mecades, tenutosi presso la sede sociale, ha deliberato di prolungare l'accordo di cooperazione la cui scadenza era prevista per il 31.12.2003. Tale decisione è stata presa all'unanimità, a seguito degli ottimi risultati sin qui raggiunti sia in termini di negoziazioni che di sinergie operative. I soci di Mecades sono attualmente: Aspiag-Despar, Metro, Interdis e Sisa. Aligros ne fa parte con un accordo di partnership. Nata nel 1995, Mecades è la centrale d'acquisto da più tempo in attività. Sono oltre 5.000 i punti vendita della distribuzione grande e piccola che si riferiscono ad essa, garantendo un'equilibrata presenza su tutto il territorio nazionale dell'industria di marca e al tempo stesso la corretta valorizzazione delle produzioni agroalimentari locali. "L'accordo - hanno commentato le aziende socie - è particolarmente importante in quanto dimostra che le centrali di acquisto cominciano a ragionare anche in termini strategici ponendosi obiettivi di medio e lungo periodo e avviando rapporti con l'industria che superano la mera negoziazione legata alla scontistica." Mecades sviluppa, oltre a contratti d'acquisto anche sinergie nel settore non food, politica di primi prezzi ed altre azioni strategiche. I Soci hanno manifestato la volontà futura di realizzare anche accordi di cooperazione nell'attività di importazione e nella logistica. 

TERRANOVA APRE IL 300° PUNTO VENDITA IL NETWORK ITALIANO FESTEGGIA IL MONOMARCA NUMERO 300 CON L¹INAUGURAZIONE DEL PUNTO VENDITA DI MOSCA 
Milano, 18 luglio 2003 Terranova aprirà ufficialmente sabato 19 luglio 2003 il punto vendita numero 300. E per festeggiare questo importante appuntamento ha scelto Mosca, in particolare Tverskaja n°4, la più prestigiosa via commerciale della capitale, a pochi passi dalla Piazza Rossa e dal Cremlino. Il punto vendita è composto da un fronte vetrina di 20 metri ed una superficie di vendita di circa 400 mq. distribuita su 2 livelli più soppalco, interamente dedicata alla collezione Terranova uomo - donna con una vasta gamma per Ice abbigliamento, le calzature e gli accessori moda. Positivi sono i commenti dei due Condirettori Commerciali di Terranova: "...alla Teddy siamo abituati a rispettare le promesse, infatti dopo l'Ucraina ecco la Russia e precisamente Mosca annuncia Pierluigi Marinelli - Siamo veramente soddisfatti di questo evento in quanto oltre che aprire nel più importante punto commerciale della capitale l'accordo di affiliazione è stato siglato con un partner sicuramente capace di sviluppare il marchio sia in Russia che in altri paesi quali l'Armenia, la Bielorussia, il Kazakistan. Possiamo sicuramente dire che con l'apertura di questo negozio le porte dell'ultimo baluardo dell'Est Europa si apriranno per Terranova. Inoltre raggiungere il traguardo di 300 punti vendita con un negozio di così grande importanza strategica e commerciale non può che essere di buon auspicio ad un altro traguardo: quello dei 650 negozi entro il 2006. Siamo veramente orgogliosi del nostro lavoro". "...il nostro prodotto sposa perfettamente la voglia di progresso che esiste nei paesi dell'ex Unione Sovietica - sottolinea Endrio Marcelloni - Mosca è la capitale culturale di questi popoli e siamo certi che il gradimento ottenuto negli altri paesi sarà qui esaltato. Per avere successo in questi mercati occorre abbinare ad un prodotto attuale un rapporto qualità prezzo ottimale. Il nostro prodotto sposa appieno tali esigenze ed i risultati esaltano il nostro lavoro. La nostra presenza in mercati totalmente differenti ci aiuta a metterci sempre in discussione per elaborare strategi sempre attuali e capaci di confrontarci con i più importanti marchi internazionali, facciamo leva sul Made in Italy per caratterizzare la nostra offerta e siamo sicuri di rappresentare al meglio l'Italia all'estero". 

OLTRE I BLOCCHI: LA COMPAGNIA DELLE OPERE PER IL BENE COMUNE DI MILANO 
Milano, 18 luglio 2003 - Nel corso della conferenza stampa tenuta presso il Palazzo dei Giureconsulti di Milano Antonio Intiglietta, Massimo Ferlini e Raffaello Vignati hanno espresso il loro giudizio positivo sull'accordo siglato fra il Comune di Milano ed il Ministero del Lavoro per l'esperimento avviato a Milano per l'applicazione della Legge Biagi. Il provvedimento permette di aprire ai privati di creare servizi integrati per rispondere al bisogno di lavoro. In Piazza Sant'Eustorgio 2, in particolare, opera "Piazza del Lavoro di Milano" il cui scopo è realizzare un punto unico di risposta alle esigenze della persona in materia di lavoro: accoglienza, orientamento al lavoro ed alla professione, accompagnamento al lavoro, formazione professionale, tirocini aziendali, integrazione doamda ed offerta di lavoro. Piazza del Lavoro nasce da un'idea maturata all'interno di un gruppo di persone che da tempo lavorano insieme, pur appartenendo a realtà imprenditoriali diverse, su progetti che pongono la persona al centro di ogni progetto. Quelle stesse persone che da anni operano nella Compagnia delle Opere, nata a Milano nel 1986 per promuovere e tutelare la presenza dignitosa delle persone nel contesto sociale e il lavoro di tutti, nonché la presenza di opere e imprese nella società, favorendo una concezione del mercato e delle sue regole in grado di comprendere e rispettare la persona in ogni suo aspetto, dimensione e momento della vita. 

A GIULIANA TESO CONFERITA LA NOMINA DI "COMMENDATORE AL MERITO DELLA REPUBBLICA"
Milano, 18 luglio 2003 - Giuliana Teso, la stilista che con il marito Riccardo dirige e gestisce l'omonima griffe, è stata insignita nel giugno 2003 dell'onorificenza di "Commendatore al Merito della Repubblica". Con questa onorificenza è stato premiato l'impegno di Giuliana Teso nel divulgare il Made in Italy ad altissimo livello in Italia e nel mondo e la sua dedizione al lavoro , ma anche il suo impegno nel sociale: questo suo spirito umanitario e sensibile è stato riconosciuto anche dal Rotary Club, che nel 2001 l'ha premiata con il Paul Harris Fellow. Giuliana Arrigoni sposa Riccardo Teso ed entra così nell'azienda del marito, la neo-costituita Papillon con sede a Vancimuglio. Qui può cominciare a sperimentare la sua abilità di creatrice e ad effettuare quel tirocinio che le consentirà di impadronirsi delle tecniche di lavorazione e di conoscere a fondo il settore. Il primo significativo risultato lo riscuote nel 1980, quando firma con il proprio nome una collezione moda per l'azienda e la presenta alla clientela italiana nel suo show-room. Il debutto ufficiale della griffe Giuliana Teso sul mercato nazionale e su quello estero avverrà due anni dopo. Nel 1984 Giuliana Teso entra a far parte della selezionata schiera di stilisti che partecipano allo show "American Legend" e la sua collezione di visoni reversibili stampati coccodrillo e impreziositi da perle e strass le fanno conquistare l'attenzione della stampa e dei buyers internazionali. D'ora in avanti sarà un crescendo di successi. Nel 1987 a "Contemporary", durante la Fiera di Milano Collezioni, ottiene il riconoscimento dal "gotha" del pret-a porter che la battezza "la signora in pelliccia". Negli anni successivi è invitata alle passerelle di moda italiana in pelliccia a Mosca dall'ente sovietico Sojuzpushnina e a Tokyo presso la Spirall Hall, festeggiando così i primi 10 anni nel mondo della pellicceria. Nel 1994 Giuliana Teso è invitata a sfilare la propria collezione A/I al Gala della Pellicceria e della Moda Nord Americana, riscuotendo uno strepitoso successo. La crescita stilistica trova riconoscimento anche in quella di mercato. Giuliana Teso infatti entra nei più prestigiosi department store americani quali Neiman Marcus, Bergdorf Goodman, Saks of Fifth Avenue e nelle più esclusive boutiques del mondo in Giappone, Corea e Russia dove è presente con negozi monomarca. Dalla pelliccia come trampolino di lancio, la produzione dell'azienda si amplia fino a diventare un total look che applica alla produzione di lussuosi cappotti in tessuto con bordi in pelliccia, abbigliamento, maglieria, pelle, accessori, complementi per la casa, la stessa attenzione, ricerca dei materiali, dettagli e cura nella realizzazione, che viene dedicata agli ormai famosi capi in pelliccia. Nel 1998 Giuliana Teso viene invitata al Quirinale dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro per una serata in onore dell'Alta Moda. Nel 1999 è dalla Casa Bianca che giunge a Giuliana Teso un invito per una serata che celebra le donne del ventesimo secolo intitolata "Ritratti, Profili e Progressi" ed in questa circostanza viene ricevuta dall'allora presidente Bill Clinton. Nel 1999, nell'ambito dei festeggiamenti del 50° anniversario dell'A.I.P. (Associazione Italiana Pellicceria) viene conferito a Giuliana Teso l'Oscar della Pellicceria a riconoscimento del suo significativo contributo a favore del prestigio del Made in Italy nel mondo, mentre nel 2000 la stilista vive l'emozione dell'incontro con Papa Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo della Moda. 

IL CARDINALE GIOVANNI BATTISTA RE, GAETANO GIFUNI, CARLO RUBBIA E CESARE ROMITI RICEVERANNO IL DOTTORATO "AD HONOREM" DELLA ST. JOHN'S UNIVERSITY 
Roma, 18 luglio 2003 - Il 20 luglio 2003 la St. John's University ospiterà la 7^ Cerimonia di Conferimento Master nel suo Campus di Roma. Circa 40 studenti italiani, statunitensi e di altre nazionalità riceveranno il Master in International Relations e Business Administration alla presenza di S.E. il Cardinale Pio Laghi In occasione della cerimonia, la St. John's University conferirà il dottorato "ad honorem" a quattro eminenti personalità italiane: ?S.E. Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto per la Congregazione dei Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina, riceverà il dottorato "ad honorem" in Legge. ?Il Dottor Gaetano Gifuni, Segretario Generale della Presidenza della Repubblica Italiana, riceverà il dottorato "ad honorem" in Legge. ?Il Professor Carlo Rubbia, Premio Nobel per la Fisica, riceverà il il dottorato "ad honorem" in Pedagogia. ?Il Dottor Cesare Romiti, Presidente della R.C.S. quotidiani s.p.a., riceverà il dottorato "ad honorem" in Scienze commerciali Alla cerimonia prenderanno parte i membri del Consiglio d'Amministrazione della St. John's University e dell'Advisory Board del Campus di Roma, di cui è stata recentemente nominata vice-chair la Contessa Marisa Pinto Olori del Poggio che ha avuto un ruolo particolarmente attivo nello sviluppo dell'Università e che fin dall'inizio ha contribuito a dare un dinamico impulso alle attività del Campus di Roma. "La St. John's University è orgogliosa di proseguire le intense relazioni con l'Italia e di organizzare in Roma corsi di Scienze economiche improntati ai metodi di insegnamento americani" ha dichiarato il Rev. Donald J. Harrington, C.M., Presidente della St. John's University. "Da sette anni i nostri studenti possono godere degli importanti vantaggi di ricevere un'istruzione che può dirsi davvero globale". La Cerimonia avrà luogo alle ore 18.00 di domenica 20 luglio presso il Campus della St. John's University in Roma, via Santa Maria Mediatrice, 24 

SILIQUINI: AVVIARE UNA STAGIONE DI COORDINAMENTO ISTITUZIONALE TRA MIUR, ORDINI E COLLEGI PROFESSIONALI E FACOLTA' 
Roma, 18 luglio 2003 - "Con oggi, avviamo ufficialmente una stagione di coordinamento istituzionale e permanente tra Miur, Ordini professionali e Facoltà. Vogliamo, infatti, condividere delle valutazioni con le Università e con gli Ordini: due mondi che sempre più dovranno collaborare come già fanno e come sempre più è necessario facciano." Lo ha affermato il Sottosegretario di Stato Sen. Avv. M. G. Siliquini nel suo intervento alla conferenza organizzata, presso il Ministero, tra il Miur e i Presidenti degli Ordini e dei Collegi professionali e i Presidenti delle Conferenze dei Presidi delle Facoltà con la presenza del Ministro Moratti. "In vista della riforma del D.P.R. 328, intendiamo", ha evidenziato la senatrice Siliquini, "operare secondo un progetto organico il più possibile condiviso dalle categorie interessate e concertato con gli altri soggetti istituzionali competenti. Penso ad un importante raccordo che comporterà ottimi risultati relativamente alla progettazione dei percorsi formativi in termini aderenti alle esigenze delle professioni, alla possibilità di tirocini a rilevante valenza formativa negli studi professionali, alla valutazione delle problematiche esistenti in materia di competenze e di figure professionali , all'esigenza di un monitoraggio condiviso dalle Professioni e dalle Facoltà, all'individuazione di linee guida per determinare criteri omogenei per il riconoscimento dei titoli dall'Europa e dall'Estero". Il Sottosegretario ha sottolineato "la volontà di modificare il sistema di accesso alle professioni intellettuali, intervenendo sul D.P.R. 328/2001 e sugli Esami di Stato, che necessitano di una disciplina organica coerente con la riforma universitaria e con le esigenze delle professioni. Questa materia è di primaria importanza per il MIUR perché costituisce l'essenziale momento di raccordo tra la formazione e l'inserimento nel mondo del lavoro. Abbiamo preso atto che il sistema di accesso alle professioni è divenuto più complesso: con la riforma universitaria è venuta meno la corrispondenza univoca tra il corso di laurea e lo sbocco professionale. I corsi universitari afferenti ad una classe consentono l'accesso a più professioni e contemporaneamente, per ogni singola professione, si consente l'accesso da differenti classi di laurea. Di conseguenza, l'Esame di Stato non può essere solo una pura verifica della formazione universitaria, peraltro già certificata, ma deve consentire la valutazione di conoscenze, competenze ed abilità professionali. Inoltre, l'Esame di Stato dovrà essere anche più equo ed a tal fine si procederà con misure organizzative che incideranno sugli elementi strutturali che finora hanno impedito la trasparenza e l'uniformità del giudizio delle commissioni. Ravvisiamo la necessità che vi sia una maggiore omogeneità degli esiti dell'Esame di Stato per ogni singola professione. Infatti, i dati preoccupanti che abbiamo al Miur dimostrano come il turismo per gli Esami di Stato, non sia una scelta opportunistica: a volte è una necessità. Vi sono, infatti, variazioni statistiche rilevanti sull'esito degli Esami in aree territorialmente omogenee, ad esempio in sedi limitrofe del Nord". "Il nostro progetto", ha concluso il Sottosegretario, "comprende una serie di provvedimenti legislativi per modificare gli Esami di Stato e le modalità di accesso a tutte le professioni che sono regolate dal D.P.R. 328/2001 ed, inoltre, a quelle che non sono state ancora regolamentate di giornalista, tecnologo alimentare, statistico e consulente del lavoro. Il regolamento 328 è stato un provvedimento importante e necessario, all'epoca idoneo per consentire ai nuovi laureati l'inserimento in ambiti professionali: ora si apre una seconda fase di verifica che va effettuata partendo dalle necessità delle professioni, affinché tutte abbiano un futuro di sviluppo nell'interesse dei cittadini e per il benessere economico del paese". 

QUALIFICHE PROFESSIONALI: LA COMMISSIONE AGISCE PER FAR APPLICARE LE SENTENZE DELLA CORTE IN ITALIA, SPAGNA E IRLANDA 
Bruxelles, 18 luglio 2003 - La Commissione europea ha deciso di rammentare all'Italia, alla Spagna e all'Irlanda i loro obblighi di eseguire le sentenze della Corte di giustizia europea. Nel marzo 2002, la Corte ha constatato che l'Italia è venuta meno ai suoi obblighi che le incombono in virtù del diritto europeo per quanto concerne la libera circolazione degli architetti e il riconoscimento reciproco delle loro qualifiche. L'Italia ha eseguito solo parzialmente questa sentenza. La Spagna non ha eseguito una sentenza della Corte del maggio 2002 per quanto concerne il recepimento corretto della direttiva 93/16/CEE intesa a facilitare la libera circolazione dei medici e il riconoscimento reciproco dei loro diplomi. Infine, nel dicembre 2002 la Corte ha condannato l'Irlanda per non aver notificato alla Commissione le misure di recepimento nel diritto nazionale della direttiva 98/5/CE concernente l'insediamento degli avvocati. L'Irlanda non ha ancora comunicato queste misure. Le "lettere di messa in mora" inviate dalla Commissione costituiscono la prima fase della procedura applicata sulla base dell'articolo 228 del trattato per costringere gli Stati membri a rispettare le sentenze della Corte. Se gli Stati membri non eseguono le sentenze della Corte, la Commissione potrà chiedere alla Corte di infliggere loro un'ammenda. Se il diritto europeo sul riconoscimento delle qualifiche professionali non è rispettato, le persone qualificate rischiano di essere private del diritto di esercitare la loro professione in tutti gli Stati membri. Inoltre, ostacolando il riconoscimento europeo delle qualifiche professionali, gli Stati membri riducono la possibilità, per i propri cittadini, di scegliere i professionisti qualificati di altri Stati membri per ottenere la prestazione di un servizio sul loro territorio. Italia - architettura La Commissione ha deciso di inviare all'Italia una lettera di messa in mora per mancata esecuzione della sentenza della Corte del 21 marzo 2002 (causa C-298/99). Con questa sentenza, la Corte ha constatato che l'Italia è venuta meno ai suoi obblighi che le incombono in virtù dell'articolo 49 del trattato CE vietando all'architetto, stabilito in un altro Stato membro e prestatario di servizi in Italia, di possedere un'infrastruttura permanente nel territorio italiano. La sentenza riguarda anche il recepimento incompleto della direttiva relativa al riconoscimento reciproco delle qualifiche nel settore dell'architettura (85/384/Cee) e la non conformità con questa direttiva dell'esigenza generale e sistematica di traduzione ufficiale e di presentazione degli originali dei documenti richiesti. Con la 'Legge Comunitaria' 2002, pubblicata il 7 febbraio 2003, l'Italia ha corretto la maggior parte delle inadempienze in questione. Tuttavia, l'abolizione del divieto per il prestatario di servizi di possedere un'infrastruttura sul territorio italiano non risulta chiaramente dalla legge e talune disposizioni della direttiva 85/384/CEE non sono state ancora recepite in modo completo e corretto. Spagna - diplomi di medico specialista La Commissione ha deciso di inviare una lettera di messa in mora al Regno di Spagna per mancata esecuzione della sentenza della Corte del 16 maggio 2002 (causa C-232/99) relativa al recepimento incorretto dell'articolo 8 della direttiva intesa a facilitare la libera circolazione dei medici e il riconoscimento reciproco dei loro diplomi, certificati e altri titoli (93/16/Cee). Questa direttiva codifica un certo numero di direttive adottate dal Consiglio dal 1975 nel settore della libera circolazione dei medici. Essa è entrata in vigore il 1° gennaio 1986 per la Spagna. Essa prevede in particolare l'obbligo per gli Stati membri che hanno ricevuto una domanda di accesso alle specializzazioni in medicina, che non sono coperte dal sistema di riconoscimento reciproco automatico istituito dalla direttiva, di riconoscere, a determinate condizioni, le formazioni acquisite altrove nell'Unione. Le autorità competenti dello Stato membro d'accoglienza devono tener conto, interamente o in parte, dei periodi di formazione acquisiti in un altro Stato membro quando tali periodi corrispondono a quelli richiesti nello Stato membro d'accoglienza per la formazione specialistica in questione. Dopo aver verificato il contenuto e la durata della formazione specialistica dell'interessato sulla base dei diplomi, certificati e altri titoli presentati, le autorità possono imporre una formazione complementare. La Spagna non ha fino ad ora comunicato le misure adottate per conformarsi alla sentenza della Corte. Irlanda - avvocati La Commissione ha deciso d'inviare una lettera di messa in mora anche all'Irlanda per mancata esecuzione della sentenza della Corte del 10 dicembre 2002 (sentenza C-362/01) relativa alla mancata comunicazione delle misure di recepimento nel diritto nazionale della direttiva 98/5/CE concernente l'insediamento degli avvocati. Questa direttiva, che doveva essere recepita nella legislazione nazionale entro il marzo 2000 intende facilitare l'insediamento basato sul titolo professionale di origine, l'acquisizione del titolo professionale di accoglienza e l'esercizio in comune della professione. In particolare, la direttiva consente ad un avvocato di insediarsi in uno Stato membro e di praticare il diritto del paese d'accoglienza immediatamente dopo aver dimostrato di essere già iscritto all'albo degli avvocati in un altro Stato membro, senza aver bisogno di superare una prova o di seguire un tirocinio. Inoltre, dopo aver esercitato effettivamente e regolarmente per tre anni un'attività in cui interviene il diritto dello Stato membro in questione, incluso il diritto comunitario, un avvocato ha il diritto di accedere alla professione nello Stato membro d'accoglienza e di acquisire così il titolo professionale di tale Stato membro. Ad esempio, in virtù della direttiva, un "advokat" danese può insediarsi in Germania, iniziare immediatamente a praticare il diritto tedesco quale "advokat" e ottenere dopo tre anni il titolo tedesco di "Rechtsanwalt". Le autorità irlandesi non hanno ancora notificato alla Commissione le misure adeguate per eseguire la sentenza della Corte. Per ottenere informazioni aggiornate sulle procedure di infrazione riguardanti l'insieme degli Stati membri si può consultare il sito seguente: http://europa.eu.int/comm/secretariat_general/sgb/droit_com/index_en.htm 

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