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28 MARZO 2003
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LA RELAZIONE DI ROMANO PRODI PRESIDENTE
DELLA COMMISSIONE EUROPEA SUL CONSIGLIO EUROPEO DI PRIMAVERA
Bruxelles, 28 marzo 2003 - Di seguito
la relazione del presidente delal Commissione europea Romano Prodi sul
Consiglio Europeo di Primavera; "Signor Presidente, Onorevoli deputati,
Il dibattito che ci riunisce oggi (26 marzo) ha come oggetto il recente
Consiglio Europeo. Un Consiglio che si è tenuto in un momento di grave
crisi internazionale e che ha, proprio per questo, richiesto un grande
impegno alla Presidenza greca. È, dunque, con particolare calore che voglio
ringraziare il primo ministro Simitis e il Ministro degli esteri Papandreu
per l'abilità e la saggezza con le quali hanno condotto il vertice. I
Consigli Europei di primavera costituiscono, nel calendario dei lavori
dell'Unione, l'appuntamento tradizionalmente dedicato ai temi economici.
Tuttavia, il Consiglio che si è tenuto nei giorni scorsi a Bruxelles si è
svolto per intero all'ombra della crisi irachena. È di qui che inizierò il
mio intervento di oggi. Mentre vi parlo, una guerra è in corso e nessuno può
sapere quanto ancora essa sia destinata a durare. Una guerra nella quale
alcuni Stati membri hanno proprie truppe impegnate sul terreno. Una guerra
che ha creato divisioni al nostro interno. Una guerra contrastata da una
stragrande maggioranza dei cittadini europei e da moltissimi altri in tutto
il mondo. Una guerra che--anche se porta alla caduta di un dittatore--porta
con sé come tutte le guerre morte e dolore. A nome della Commissione e mio
personale voglio, come prima cosa, esprimere partecipazione al lutto delle
famiglie dei caduti e alle sofferenze di tutti coloro che dalla guerra sono
toccati. E voglio insistere sulla necessità che, anche tra belligeranti, si
rispetti la dignità umana. Dobbiamo anche riflettere su un altro dato: i
fondi aggiuntivi richiesti per quest'operazione, pari a 74,7 miliardi di
dollari, sono molto superiori alla somma totale dell'aiuto che il mondo
destina ogni anno ai paesi più poveri, che è poco più di 50 miliardi di
euro. Il comunicato che abbiamo approvato al termine dei lavori del
Consiglio elenca con precisione i numerosi e importanti punti sui quali c'è
unanime consenso all'interno dell'Unione. Tra questi emerge: il ruolo
centrale dell'Omu, durante e dopo la crisi; la lotta contro il terrorismo e
la proliferazione delle armi di distruzione di massa; il rispetto
dell'integrità territoriale dell'Iraq; la necessità di una azione urgente
sul piano degli aiuti umanitari; l'impegno per una gestione multilaterale
della politica mondiale la priorità strategica rivestita, oggi come sempre,
dall'alleanza atlantica. I punti sui quali ci troviamo tutti d'accordo,
dunque, sono molti e fondamentali. Ed è bene ricordarlo dopo tutto quello
che nei giorni e nelle settimane scorse si è detto e scritto sulle nostre
divisioni. Ma non dobbiamo neppure nascondere che queste divisioni esistono.
Non dobbiamo mentire né a noi stessi né ai nostri cittadini. L'Unione
Europea vive un momento molto delicato della sua esistenza. Mi riferisco cioè
al ruolo che l'Europa non sta svolgendo e che invece dovrebbe svolgere. Gli
eventi internazionali ripropongono infatti con estrema durezza la questione
della politica estera e della politica di difesa dell'Unione allargata.
Dobbiamo cioè chiederci quale ruolo vogliamo svolgere sulla scena
internazionale. Ho detto 'vogliamo', perché sono convinto che l'Unione
abbia gli strumenti per diventare--nel tempo--un soggetto politico
internazionale attivo e influente. Non solo dal punto di vista economico ma
anche dal punto di vista della sicurezza, partendo dai valori su cui la
stessa Europa si fonda. Cominciamo con la questione della sicurezza. I
cittadini europei hanno già scelto. È infatti impressionante la volontà
di pace, di multilateralismo e di Europa--di un'Europa portatrice di pace ma
anche di sicurezza--che è emersa negli ultimi tempi. Non è un sussulto
legato all'emozione del momento, all'ansia e alla preoccupazione che
comunque, e naturalmente, la guerra evoca. È qualcosa di molto più
profondo, che sarebbe imperdonabile ignorare e sul quale dobbiamo ritrovare
unità di intenti. I Trattati infatti già impongono agli Stati membri di
"sostenere attivamente e senza riserve la politica estera e di
sicurezza dell'Unione in uno spirito di lealtà e di solidarietà
reciproca". Essi sono tenuti a operare congiuntamente "per
rafforzare e sviluppare la loro reciproca solidarietà politica".
Debbono astenersi da "qualsiasi azione contraria agli interessi
dell'Unione o tale da nuocere alla sua efficacia come elemento di coesione
nelle relazioni internazionali". È sotto gli occhi di noi tutti quanto
poco nel recente passato la lettera e lo spirito di queste parti del
Trattato siano stati rispettati. E questo proprio mentre, riuniti nella
Convenzione, i rappresentanti di tutti i governi, le istituzioni e i
Parlamenti d'Europa sono impegnati a dar vita alla nuova carta
costituzionale dell'Unione. E mentre l'ormai prossimo allargamento
dell'Unione ci offre e ci impone nuove opportunità e nuove responsabilità.
Voglio a questo proposito salutare, dopo quello di Malta, il positivo
risultato del referendum sull'adesione in Slovenia. Onorevoli deputati, Il
cammino che abbiamo percorso negli ultimi sessant'anni per costruire
l'Europa unita non è stato facile. Molti sono stati i momenti di difficoltà.
Ma è stato proprio dalle crisi più profonde che l'Europa ha saputo trarre
la spinta e il coraggio per compiere i progressi più importanti. Fu dopo il
fallimento della Ced, del progetto di dare vita a un'Europa della difesa,
che fu trovato lo slancio che portò ai Trattati di Roma. Fu la decisione
americana di porre fine alla convertibilità del dollaro e, con essa,
all'intero sistema creato con gli accordi di Bretton Woods, che spinse
l'Europa a gettare i primi semi della propria unione monetaria. E furono, più
tardi, la crisi petrolifera degli anni Settanta e la crisi valutaria
dell'estate del '92 che ci diedero la forza per dare vita, prima, al Sistema
monetario europeo e per scrivere, poi, nel Trattato di Maastricht, le regole
dell'Unione economica e monetaria. Oggi la storia si ripete. L'Europa si
trova di fronte a una crisi dalla quale dipende il suo avvenire. Potremmo
puntare su un sistema di relazioni internazionali basate sull'equilibrio dei
poteri e affidarci alle sovranità e agli interessi nazionali dei singoli
Stati europei. Ma sarebbe come scegliere (come ha detto il Commissario
Patten) di rispondere alle sfide del ventunesimo secolo con gli strumenti e
le politiche del diciannovesimo secolo. Sarebbe, inoltre, una scelta
contraria alla natura stessa della nostra Unione, basata sul dialogo, sulla
solidarietà, sul multilateralismo e su una nobilitante 'confusione' tra
etica e politica. Oppure possiamo decidere di completare l'unificazione
dell'Europa e darle le istituzioni, gli strumenti e i meccanismi di
decisione capaci di trasformarla in un'autentica Unione politica: questa è
la strada che i cittadini ci chiedono di percorrere. Una Unione capace di
esprimere una politica unitaria nei campi dell'economia, delle relazioni
internazionali e della difesa. Proprio nel campo della difesa è stata
avviata, nei giorni scorsi, un'iniziativa che potrebbe portare lontano.
Belgio, Francia, Germania e Lussemburgo hanno deciso di avviare colloqui per
esaminare i modi possibili per procedere a una più stretta integrazione.
Questa iniziativa, che è stata giustamente dichiarata aperta a tutti gli
altri paesi membri (poiché non deve dividere ma riunire) non nasce dal
nulla. E non mi riferisco solo alle esperienze ormai da tempo consolidate di
integrazione delle forze armate europee in corpi multinazionali quali
Eurocorps, Eurofor e Euromarfor. Ritorniamo insieme al dicembre del '98, a
Saint-Malo. Allora prese il via un processo che nel volgere di sei mesi ha
portato alla Politica Europea di Sicurezza e di Difesa e che ci permette
oggi di contare su strumenti come il Comitato Politico e di Sicurezza, il
Comitato Militare e lo Stato Maggiore dell'Unione. I paesi promotori di
quell'azione sono stati la Francia e la Gran Bretagna ed è per merito di
quell'accordo che possiamo ormai considerare a portata di mano l'obiettivo
di una forza di reazione rapida di 60.000 uomini. Essa è l'embrione di
quanto la gente per la prima volta nella storia ci chiede: la nostra Difesa
comune. La Convenzione europea ha creato un gruppo di lavoro sulle questioni
della difesa. Esso, nelle sue conclusioni, ha sottolineato la necessità di
sviluppare le capacità europee di difesa e di potenziarne le basi
industriali e tecnologiche. Due settimane fa, la Commissione ha approvato
una comunicazione che affronta le questioni industriali e di mercato della
difesa, con l'obiettivo di facilitare e promuovere un più efficace
coordinamento della politica europea in materia di attrezzature militari. Il
18 marzo scorso, infine, il Consiglio ha deciso di lanciare la prima
operazione militare nella storia dell'Unione per rilevare, alla fine di
questo mese, le forze Nato operanti nella ex Repubblica Iugoslava di
Macedonia. Onorevoli deputati, Noi Europei non veniamo da Venere, come vuol
far credere qualcuno. Noi vecchi Europei abbiamo vissuto su questa terra una
storia lunga e dolorosa. Una storia che ci ha indotto a basare sul diritto
la nostra Unione e che ci ha insegnato a operare per un ordine
internazionale esso stesso fondato sul diritto e non sulla forza. Ma
sappiamo bene che le politiche umanitarie da sole non bastano. Come non
basta essere di gran lunga i principali protagonisti delle politiche di
aiuto allo sviluppo. Siamo coscienti che il mondo non ci prenderà in
considerazione fino a quando continueremo a presentarci divisi. Fino a
quando continueremo ad affidarci all'Unione per promuovere lo sviluppo
economico e agli Stati Uniti per garantirci la sicurezza. E non vi è alcun
sentimento anti-americano in questa mia osservazione. Anche perché le
cooperazioni fra gli Stati Uniti e l'Europa si sono moltiplicate anche nei
campi più delicati. Guardiamo allo straordinario coordinamento tra la
Federal Reserve e la Banca Centrale Europea dopo l'11 settembre o al
continuo dialogo tra il rappresentante per le questioni commerciali del
governo americano Robert Zoellick e il nostro il commissario per il
commercio Pascal Lamy. L'esperienza dimostra che l'unione dell'Europa è
condizione e garanzia di un'efficace collaborazione transatlantica. La mia
osservazione nasce solo dalla profonda convinzione che gli interessi europei
possano essere definiti solo in Europa e solo dagli europei. La storia oggi
ci pone di fronte a una crisi. La storia, però, ha le sue astuzie e, fa
coincidere quella che può essere una sfida decisiva per l'Europa con il
periodo di vita della Convenzione. Mi rivolgo perciò a questa assemblea e a
tutte le istituzioni rappresentate nella Convenzione e mi rivolgo
direttamente a tutti i membri della Convenzione e dico: non perdiamo questa
occasione! Oggi come non mai possiamo aspirare a essere artefici del nostro
destino. A patto di saper trarre le giuste lezioni dalle esperienze del
passato. A Maastricht l'Europa pose contemporaneamente le basi per l'Unione
Economica e Monetaria e per la Politica Estera e di Sicurezza Comune. Se la
prima si è sviluppata sino a portare l'euro nelle tasche dei nostri
cittadini, l'altra è tutt'ora in uno stadio infantile. Diverse sono state
le istituzioni, gli strumenti e i meccanismi di decisione messi a servizio
delle due politiche e diversi sono i risultati. Quale che sia il tempo
necessario per dare piena attuazione ai nostri progetti, il momento della
verità per l'Europa della politica estera e della difesa è, dunque,
questo. La scelta richiede molta lungimiranza e molto coraggio politico, ma
in è una scelta chiara: vogliamo essere esclusi--tutti quanti--dalla
gestione degli affari internazionali o vogliamo partecipare--con pari dignità
con i nostri alleati--alla costruzione di un nuovo assetto internazionale?
Onorevoli deputati, Come ho ricordato all'inizio del mio intervento, il
Consiglio Europeo di primavera è il principale appuntamento annuale per la
nostra economia. Un appuntamento che quest'anno ci permette di sottolineare
alcuni elementi incoraggianti. E fra gli eventi più recenti non possiamo
dimenticare il grande progresso dell'apertura dei mercati. Le aperture quasi
compiute come le telecomunicazioni. Quelle in via di realizzazione come
l'energia. I decisivi passi in avanti sulla mobilità e in molti campi della
sicurezza sociale. L'accordo, dopo anni di lavoro, sul brevetto comunitario.
Ma anche qui, dobbiamo essere sinceri con noi stessi. I progressi che stiamo
realizzando nel dare attuazione alla strategia di riforma adottata tre anni
fa a Lisbona sono troppo lenti. Non mi limito solo a segnalare il diffuso
disappunto sulla tassazione del risparmio. Il tasso di crescita delle nostre
economie resta preoccupantemente al di sotto di quel livello necessario per
creare i posti di lavoro che ci mancano e per sostenere il processo di
convergenza delle economie dei paesi che nell'Unione si preparano a entrare.
Per questo ho detto venerdì scorso di fronte al Consiglio Europeo e voglio
ripetere oggi di fronte a voi, che è il momento di inviare un segnale forte
e visibile del nostro impegno a favore della crescita. Due sono i settori
sui quali è possibile e doverosa un'azione immediata: * nel campo delle
grandi reti transeuropee; * nel campo della ricerca e dello sviluppo. Le
priorità per le reti transeuropee sono state individuate da tempo ma hanno,
sinora, portato a ben poco. Persino i quattordici progetti prioritari
indicati nel 1994 dal Consiglio Europeo di Essen sono in grave ritardo.
Tutto questo mentre per sfruttare le opportunità offerte dall'allargamento
dell'Unione sono necessari nuovi corridoi di collegamento, mentre scoppia il
traffico sulle nostre strade e nei tunnel che attraversano le nostre
montagne. L'investimento nelle reti transeuropee ammonta attualmente a meno
di 20 miliardi di euro l'anno. A questo ritmo, per completarle tutte, ci
vorranno vent'anni. Altrettanto deprimente è lo stato dei grandi programmi
per la ricerca e lo sviluppo. Al punto che, nonostante le somme messe a
disposizione nel bilancio dell'Unione e i prestiti concessi dalla Banca
europea per gli investimenti, la spesa pubblica per questi capitoli è
addirittura diminuita nell'ultimo anno a fronte di investimenti privati che
restano anch'essi al di sotto della soglia necessaria. È giunto, quindi, il
momento di lanciare una grande iniziativa per aumentare in modo decisivo il
finanziamento tanto delle reti transeuropee quanto dei grandi progetti di
ricerca e sviluppo. Per questo ho chiesto al presidente della Banca europea
per gli investimenti Philippe Maystadt di collaborare con me per cercare
nuove fonti di finanziamento, esaminando tutte le possibili opzioni, dalla
concessione di garanzie a carico dell'Unione sino all'istituzione di
speciali strumenti di prestito. Queste sono le premesse per rilanciare
l'obiettivo di Lisbona, di portare avanti le frontiere della nostra
conoscenza. Lo sforzo comune di ricerca, le reti di eccellenza, la mobilità
degli studenti e dei ricercatori, i grandi programmi sulla scienza della
vita, sull'energia rinnovabile e sull'ambiente sono fondamentali. So
benissimo che quello del finanziamento non è l'unico ostacolo che ci
impedisce di dare rapida attuazione a questi grandi progetti. E so
altrettanto bene che si tratta di opere che richiedono molti anni per essere
realizzate. Proprio per questo non c'è tempo da perdere".
USE: COMMERCIO E AMPLIAMENTO VANTAGGI
DELL'AMPLIAMENTO PER I PAESI TERZI
Bruxelles, 28 marzo 2003 - I dieci paesi che aderiranno all'UE il 1° maggio
2004 (Cipro, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta,
Polonia, Slovacchia e Slovenia) applicheranno direttamente e integralmente
la politica commerciale comune dell'UE, compresa la tariffa esterna comune,
gli accordi commerciali preferenziali conclusi dall'UE, gli impegni assunti
in sede di Omc e le misure di difesa commerciale dell'UE. I nuovi membri
adotteranno inoltre le regole del mercato interno e godranno delle quattro
libertà sancite dal trattato. Quali sono i vantaggi per le imprese dei
paesi terzi? Esistono meccanismi tali da tutelare i loro interessi? I paesi
terzi trarranno il massimo vantaggio dall'ampliamento Un mercato ancora più
vasto L'UE ampliata, che conterà quasi 455 milioni di abitanti e avrà un Pil
di circa 9 231 miliardi di euro, rappresenterà il 19% circa del commercio
mondiale, sarà all'origine del 46% degli Ied mondiali e beneficerà del 24%
degli Ied in entrata. Nella sua composizione attuale, l'Unione europea è già
il mercato unico più vasto del mondo, caratterizzato dall'assenza di
frontiere tra gli Stati membri e da un'armonizzazione normativa che consente
una circolazione di beni e di servizi più libera rispetto ad altri paesi. I
nuovi Stati membri saranno inglobati in questa struttura. L'ampliamento del
mercato unico risulterà vantaggioso per i paesi terzi, che potranno
accedere più agevolmente ai mercati dei paesi in fase di adesione. Un'unica
serie di norme per le imprese L'ampliamento estenderà la politica
commerciale dell'UE ai paesi in fase di adesione ponendo fine al sistema
attuale, che applica un regime commerciale unico all'UE e regimi diversi a
ciascuno dei paesi candidati. L'attività svolta in Europa dagli operatori
dei paesi terzi sarà notevolmente semplificata dal fatto che un'unica serie
di norme commerciali, una tariffa unica e un'unica serie di procedure
amministrative si applicheranno ai venticinque membri dell'Unione ampliata,
e non solo ai quindici Stati membri attuali. Oltre a semplificare le
procedure, l'ampliamento comporterà tutta una serie di vantaggi economici
immediati e tangibili per i paesi terzi, poiché i paesi in via di adesione
adotteranno nei loro confronti la politica di apertura standard dell'UE
attuale. Un'economia estremamente aperta, disciplinata da norme
qualitativamente valide Per quanto riguarda gli scambi di merci, al momento
dell'adesione i nuovi Stati membri dovranno adottare la tariffa doganale
comune (Tdc) della Comunità. La media ponderata dei dazi industriali dei
paesi in fase di adesione è generalmente superiore alla media dell'Ue
(3,6%); ciò vale anche per i dazi agricoli. Nella maggior parte dei casi,
quindi, le imprese dei paesi terzi beneficeranno di dazi più bassi negli
scambi con i nuovi Stati membri. I prestatori di servizi dei paesi terzi
trarranno vantaggio dall'estensione del mercato unico ai paesi in via di
adesione, dove saranno trattati come nel resto dell'UE. Il trattamento
estremamente favorevole riservato attualmente agli investitori nell'UE sarà
applicato loro in tutta l'Unione ampliata. Le disposizioni sul trattamento
nazionale applicate agli investitori interni a norma del trattato di Roma
saranno estese ai nuovi Stati membri. Ad esempio, il diritto di stabilimento
e la libera circolazione dei capitali sanciti dal trattato saranno
applicabili a tutte le imprese dei nuovi Stati membri. Per quanto concerne
le norme tecniche e il loro impatto sull'apertura dell'economia, il
principio "una norma per tutti" proprio del mercato unico sarà
esteso ai paesi in via di adesione con ovvi vantaggi per i fornitori dei
paesi terzi. L'agevolazione degli scambi risulterà particolarmente utile
agli esportatori dei paesi terzi con cui la Comunità ha concluso accordi di
riconoscimento reciproco (Arr) per le loro esportazioni nei nuovi Stati
membri. In determinati settori, segnatamente i tessili e l'acciaio, l'Unione
europea applica tuttora alcune restrizioni quantitative ai paesi terzi. I
nuovi Stati membri applicheranno queste restrizioni a decorrere
dall'adesione, ma con effetti limitati sui paesi terzi visto che le norme Omc
prevedono la graduale eliminazione di tutti i contingenti per i tessili e
l'abbigliamento entro il 31 dicembre 2004. Per quanto riguarda l'acciaio, i
due accordi CE che hanno istituito i contingenti scadranno il 31 dicembre
2004, e sarebbero annullati da un'eventuale adesione dei paesi in questione
all'Omc prima di questa data. La protezione dei diritti di proprietà
intellettuale (Dpi) dei paesi terzi aumenterà grazie al fatto che i paesi
candidati adotteranno le direttive UE in materia al momento dell'adesione.
Gli accordi europei impongono già ai paesi in via di adesione di aderire
alle convenzioni internazionali pertinenti e di portare i Dpi a un livello
simile a quello dell'UE. Ora come ora, nessuno dei paesi candidati ha
sottoscritto l'accordo Omc sulle commesse pubbliche (Gpa). Al momento
dell'adesione, tutti questi paesi dovranno applicare le direttive CE sulle
commesse pubbliche, che vanno al di là degli impegni contenuti nel Gpa. Per
quanto riguarda le ripercussioni dirette in termini di accesso al mercato, i
paesi terzi trarranno notevoli vantaggi dall'applicazione delle norme UE in
materia, segnatamente la direttiva 93/38 che apre a tutti gli appalti per
l'erogazione di acqua e di energia, i trasporti e le telecomunicazioni. Ciò
vale anche per le sovvenzioni: le sovvenzioni dei nuovi Stati membri saranno
allineate con le norme UE, che a loro volta sono conformi alle discipline
dell'Ocse e dell'Omc. Anche in questo caso, i paesi terzi saranno favoriti
dall'imposizione di norme più rigorose di quelle attualmente applicate dai
paesi candidati. Una volta entrati a far parte dell'UE, i nuovi Stati membri
non saranno più considerati economie in fase di transizione e perderanno
quindi il diritto di ottenere esenzioni dalle discipline Omc in materia di
sovvenzioni a norma dell'articolo 29 dell'accordo corrispondente. L'UE
rispetterà tutti gli obblighi assunti in sede di Omc L'integrazione dei
nuovi membri nell'UE contribuirà all'espansione del commercio mondiale.
Qualora altri membri dell'Omc i cui diritti iniziali di negoziato per quanto
riguarda i consolidamenti sono stati modificati o ritirati si ritengano
lesi, potranno chiedere una compensazione secondo le norme Omc. L'UE
continuerà ad adempiere gli obblighi assunti in sede di Omc come ha sempre
fatto in passato. Per quanto riguarda gli scambi di merci, il Gatt consente
ai membri dell'Omc di chiedere una compensazione qualora il dazio
consolidato aumenti a seguito dell'estensione di una determinata linea
tariffaria. Se la richiesta è fondata, possono tenersi negoziati bilaterali
per concordare una compensazione adeguata dopo l'estensione. Il Gatrs
prevede un meccanismo di compensazione analogo per gli scambi di servizi. In
quali casi si può chiedere una compensazione? I paesi terzi potranno
chiedere una compensazione quando un dazio consolidato di un nuovo Stato
membri aumenti a seguito dell'ampliamento. Per contro, non si possono
chiedere compensazioni in caso di rescissione degli accordi preferenziali
tra i nuovi Stati membri e i paesi terzi, poiché i dazi applicati
nell'ambito del regime commerciale preferenziale contrattuale non sono dazi
Npf consolidati. Chi può chiedere una compensazione? Secondo le norme Omc,
possono chiedere una compensazione i fornitori principali e i
"fornitori aventi un interesse sostanziale". Nel caso
dell'ampliamento dell'UE, un fornitore può essere considerato principale
solo se la sua quota degli scambi Npf del prodotto è superiore a quella
dell'UE (anche in questo caso, è escluso il commercio preferenziale
contrattuale). Sebbene non esista una definizione ufficiale, si ritiene di
norma che i fornitori aventi un interesse sostanziale rappresentino il 10%
del mercato. Come viene calcolata la compensazione? La compensazione è
calcolata in base alla differenza in termini di dazi tariffari e di flussi
commerciali. In tale contesto, si dovrà tener conto anche dei vantaggi che
comporterà l'abbassamento dei dazi dopo l'ampliamento. È comunque troppo
presto per discutere di questo aspetto, poiché si stanno ancora
raccogliendo i dati necessari. Procedura applicata ai servizi Al settore dei
servizi viene riservato un trattamento analogo. Il Gats contempla
l'integrazione regionale e prevede condizioni simili al trattamento Gatt.
Dopo l'ampliamento, i paesi terzi potranno chiedere una compensazione se
dimostreranno di dover sormontare più ostacoli di prima per quanto riguarda
l'accesso al mercato. Misure di difesa commerciale Nel rispetto degli
obblighi assunti dall'UE in sede di Omc, al momento dell'adesione i nuovi
membri dovranno applicare la politica commerciale comune dell'UE e, di
conseguenza, le misure di difesa commerciale nei confronti dei paesi terzi.
Le norme Gatt sulle compensazioni non riguardano l'applicazione di dazi
antidumping, poiché queste misure possono essere imposte in deroga alle
disposizioni sulle aliquote consolidate dei dazi. Come è avvenuto in
occasione dell'ampliamento precedente, l'UE esaminerà le richieste degli
esportatori in grado di dimostrare che le circostanze sono notevolmente
cambiate, per quanto riguarda un caso specifico, a seguito delle nuove
adesioni.
BANCA MONTE DEI PASCHI : GRUPPO MPS:
RISULTATI CONSOLIDATI 2002 ULTERIORE CRESCITA DEL PATRIMONIO CLIENTI (+
110.000 UNITÀ ) E DELLA RACCOLTA COMPLESSIVA (+2,4%) - UTILE NETTO A 582
MILIONI DI EURO
Siena, 28 marzo 2003. Il Consiglio di Amministrazione della Banca Monte dei
Paschi di Siena SpA, presieduto dal Prof. Pier Luigi Fabrizi, ha approvato
il 26 marzo il progetto di Bilancio al 31 dicembre 2002 della Banca e del
Gruppo. In un contesto caratterizzato dal rallentamento della dinamica
congiunturale, dalla profonda crisi dei mercati azionari e da crescenti
tensioni di tipo geopolitico, il Gruppo Mps ha continuato a portare avanti
importanti operazioni di ristrutturazione societaria, in attuazione degli
indirizzi del Piano Industriale di Gruppo; significativi interventi sono
stati inoltre realizzati con riferimento all'attività commerciale, dove il
processo di specializzazione e di conseguente evoluzione dei modelli di
servizio ha raggiunto notevoli risultati, con ulteriori ottimizzazioni dei
processi di filiera. I principali risultati consolidati Sotto il profilo
operativo e gestionale, pur in presenza di uno scenario di riferimento
particolarmente incerto, che ha visto accentuarsi le già rilevanti criticità
strutturali di sistema emerse nel 2001, il Gruppo Mps ha conseguito
risultati apprezzabili, coniugando lo sviluppo del patrimonio clienti e
delle masse fiduciarie con un'attenzione crescente al contenimento dei costi
operativi e degli assorbimenti patrimoniali. In tale ambito, assumono
particolare rilevanza: -La crescita del numero dei clienti del Gruppo (circa
110.000 unità ) e della raccolta complessiva da clientela (+2,4%); -Il
consistente rallentamento della dinamica delle 'altre spese amministrative',
cresciute di appena l'1,0% (+12,8% nel 2001); -Il miglioramento del Tier1
Ratio, attestatosi al 6,05% (5,63% al 30/06/2002); -I positivi flussi di
collocamento dei prodotti di gruppo, con una politica commerciale
concentrata su strumenti ad elevato 'embedded value' e la sempre sostenuta
crescita delle componenti 'tradizionali' dell'intermediazione creditizia
(margine d'interesse e commissioni da servizi bancari di base). In
particolare, dal punto di vista dello sviluppo reddituale, il Gruppo Mps ha
conseguito risultati di spessore che confermano l'efficacia delle politiche
gestionali avviate nei passati esercizi: -Il margine d'interesse presenta
infatti una crescita di 145,6 milioni di euro (+6,6%), da ricondursi
soprattutto all'attenta politica di pricing che ha consentito alla forbice a
breve di attestarsi a fine anno su livelli migliori rispetto a quelli di
fine 2001 (+13 centesimi), a fronte di un calo (8 centesimi) fatto
registrare a livello di Sistema. In particolare, tali progressi sono stati
particolarmente evidenti nel quarto trimestre dell'anno, in crescita dell'8%
sia rispetto al terzo trimestre 2002 che al quarto 2001; -Il margine da
servizi si attesta a 2.404,6 milioni di euro, con una flessione (-398,3
milioni di euro; -14,2%) sull'anno precedente, che sconta le criticità
connesse all'andamento dei mercati finanziari (negativo 'effetto
performance' per quanto riguarda gli asset del risparmio gestito e drastico
calo del turnover dei portafogli clientela). L'aggregato riflette l'apporto
dei proventi netti da servizi, che raggiungono 1.956 milioni di euro (-5,3%
sull'anno precedente), nel cui ambito si registra peraltro un consistente
miglioramento dei proventi generati dai servizi bancari di base (+11,6%). In
diminuzione l'ammontare complessivo dei dividendi riscossi (-31,2 milioni di
euro) a seguito del venir meno del dividendo straordinario Bell incassato
nel 2001 dalla Banca Monte Paschi (133 milioni di euro). Completano il
quadro profitti da operazioni finanziarie per 140 milioni di euro (in
flessione del 63,1% rispetto al 2001) e utili di società valutate al
patrimonio netto per 36,3 milioni di euro (-34,1%). In relazione a quanto
sopra il margine di intermediazione raggiunge 4.751,2 milioni di euro,
evidenziando un moderato calo (-5,1%) rispetto al 2001 (che, perà²,
beneficiava per 133 milioni di euro del dividendo straordinario incassato da
Bell). -Le spese amministrative presentano una variazione complessiva del
2,9% (+8,1% nel 2001) beneficiando -pur in presenza di importanti iniziative
progettuali e di rafforzamento infrastrutturale a valle del Piano
Industriale- delle azioni di contenimento avviate dal Corporate Center, tese
a ridisegnare il ciclo passivo della spesa, conseguire un efficientamento
delle 'operations' e riequilibrare gli assetti del Gruppo. In particolare, i
costi di personale presentano, rispetto al 2001, una crescita di 69,8
milioni di euro (+4,1%), sostanzialmente in linea con il valore programmato
ad inizio anno, pur assorbendo gli effetti (+1,8%) del rinnovo relativo alla
parte economica del Ccnl, avvenuto ad aprile 2002. Gli altri costi
registrano una crescita estremamente contenuta (+1%) e in sensibile
decelerazione rispetto alla dinamica del 2001 (+12,8%), grazie alle incisive
azioni di contenimento strutturale avviate nell'esercizio e all'attento
monitoraggio della spesa. -Il risultato lordo di gestione si porta pertanto
a 1.843 milioni di euro, in flessione del 15,3% sul 2001 (sul cui valore
incide, come detto, anche il dividendo straordinario Bell). Il Cost/income
(senza ammortamenti) si attesta al 61,2%. Alla formazione del risultato
delle attività ordinarie concorrono rettifiche di valore su
immobilizzazioni immateriali e materiali per 406,2 milioni di euro,
l'ammortamento delle differenze positive di consolidamento e di patrimonio
netto per 88,5 milioni di euro, accantonamenti per 'rischi ed oneri' per
42,4 milioni di euro. A questi si aggiungono rettifiche nette di valore su
crediti per 438 milioni di euro (+116 milioni di euro rispetto al 2001)
ispirate ai consueti criteri di prudenza e comprensive anche di 26 milioni
di euro di svalutazioni forfetarie su impieghi 'in bonis'. Sempre in
un'ottica di rafforzamento del presidio dei rischi creditizi, nonchà(c) di
ottimizzazione del carico fiscale e dei ratios patrimoniali, sono stati
inoltre effettuati ulteriori accantonamenti per 90 milioni di euro al Fondo
rischi su crediti portandone la relativa consistenza a 355 milioni di euro.
Per quanto riguarda la gestione straordinaria, il saldo è stato alimentato
principalmente dai proventi rivenienti dalle plusvalenze realizzate a
seguito della cessione della quota di controllo della Cassa di Risparmio di
Prato (253,5 milioni di euro al lordo dell'effetto fiscale) e della Cassa di
Risparmio di San Miniato (18,6 milioni di euro). Tra gli oneri straordinari,
da segnalare in primo luogo la svalutazione della partecipazione in BNL (per
263,2 milioni di euro) per la quale, in ottica prudenziale si è ritenuto
opportuno, pur non ricorrendone gli obblighi, adeguare il valore di carico
portandolo a 2,53 euro per azione. All'Assemblea di approvazione del
Bilancio verrà proposta l'integrale destinazione a Riserva Straordinaria
della plusvalenza netta relativa alla cessione di Cariprato. Completano il
quadro l'utilizzo (per 85 milioni di euro) del Fondo Rischi Bancari Generali
finalizzato, anche a seguito delle operazioni di natura straordinaria che
hanno interessato il 2002, a stabilizzare in maniera fiscalmente efficiente
il risultato reddituale dell'esercizio (l'incidenza di tale Fondo sul totale
dell'attivo consolidato rimane comunque su livelli superiori a quelli dei
principali Gruppi bancari italiani) e la consistente riduzione del carico
fiscale, imputabile principalmente a risparmi di natura straordinaria
connessi alle azioni di razionalizzazione delle partecipazioni. L'utile
netto consolidato di periodo si attesta quindi a 581,8 milioni di euro (-6%
rispetto al risultato 2001); il Roe si colloca al 12,1%, dal 13,4% al
31.12.2001. L'utile netto rettificato dell'ammortamento del goodwill cala
invece del 4,4%, posizionandosi a 670 milioni di euro; il 'Roe adjusted' si
attesta al 14,3%. Sotto il profilo degli aggregati patrimoniali assume
rilevanza, soprattutto in relazione all'attuale fase congiunturale, la
crescita della raccolta complessiva (+2,4% rispetto al 2001) la quale
raggiunge una consistenza pari a 172.505 milioni di euro. Più in dettaglio,
la raccolta diretta cresce del 4,8%, riflettendo le scelte della clientela
di posizionarsi su forme liquide e a basso rischio; la relativa quota sul
mercato domestico si attesta al 6,7%. Sostanzialmente stabile sui livelli di
fine 2001 la raccolta indiretta (+0,4%) che, nonostante la forte
penalizzazione degli stock connessa al calo dei mercati (-26% la variazione
annua dell'Indice Mib30), beneficia degli elevati volumi di collocamento di
prodotti di raccolta. Il risparmio gestito si attesta a 37.035 milioni di
euro (-3,4% rispetto a dicembre 2001) con flussi di collocamento concentrati
su prodotti ad elevato 'embedded value'. In tale ambito spicca la
performance del Gruppo nella bancassurance che ha generato 4.288 milioni di
euro di premi assicurativi (circa 40% in più del 2001). La quota di mercato
sui flussi del sistema 'bancassurance e poste' è salita (sulla base dei
dati preliminari Iama) al 13,3% circa rispetto all'11,5% del 31/12/01. La
quota di mercato nel comparto Fondi Comuni&Sicav si attesta invece al
4,1%. Gli impieghi alla clientela (quota sul mercato domestico pari al 6,3%)
presentano una crescita dell'8,6% sul 2001, concentrata sopratutto nella
prima parte dell'esercizio (poco più del 2% la crescita tra giugno e
dicembre 2002) a motivo degli indirizzi di contenimento degli assorbimenti
patrimoniali forniti dal Corporate Center. In tale ambito, le nuove
erogazioni hanno continuato a privilegiare le componenti a medio/lungo
termine: i mutui alla clientela retail e corporate si sono infatti attestati
su livelli di assoluto rilievo (flussi per circa 5.305 milioni di euro) ed
è proseguito lo sviluppo dei volumi di 'nuova produzione' relativi
all'attività creditizia specializzata (+23,4% la crescita degli impieghi
per Mps Merchant; +30,1% per Banca Verde; +52,3% per Consum.it). Al contempo
la commercializzazione dei nuovi prodotti 'corporate' destinati alla
gestione dei rischi finanziari e all'investimento secondo modalità
innovative, avviata ad inizio anno, ha già raggiunto livelli di rilievo. La
tradizionale politica di prudenza nell'erogazione creditizia, coniugata alla
particolare severità nell'individuazione delle anomalie, ha consentito al
Gruppo di confermare, malgrado il difficile contesto congiunturale, livelli
di eccellenza nella qualità del credito anche per il 2002. L' incidenza dei
crediti in sofferenza e ad incaglio si è infatti attestata al 3,2% e il
rapporto sofferenze nette/crediti vs. clientela si è confermato sui livelli
di Giugno (1,5%), ben al di sotto del valore stimato a livello di Sistema,
pari al 2,1%. Altrettanto dicasi per il rapporto sofferenze lorde/crediti vs
clientela, pari al 2,6% rispetto al 4,5% di Sistema. In tangibile
miglioramento anche i ratios patrimoniali: il Tier1 si porta infatti sopra
il 6% (6,05%) beneficiando delle azioni di contenimento degli assorbimenti
patrimoniali avviate nel secondo semestre, nonchà(c) del passaggio a
capitale sociale della Riserva di Rivalutazione ex Lege 342/2000 deliberato
dall'Assemblea Straordinaria dei soci del 30 novembre 2002. Il coefficiente
di solvibilità si attesta all'8,79% (8,53% al 31 dicembre 2001). Con
riferimento alla Capogruppo Banca Monte dei Paschi di Siena SpA,, la
raccolta complessiva si è attestata a oltre 110 miliardi di euro (-0.8% sul
2001), mentre gli impieghi si sono portati a 36,8 miliardi di euro (in calo
dello 0,3% a/a su basi omogenee). A livello reddituale il margine di
intermediazione si colloca a 2.866 milioni di euro, in flessione dell'8,4%
sul 2001, e l'utile netto di periodo risulta pari a 599,5 milioni di euro
(568 a fine 2001; +5,5%). Le iniziative gestionali di rilievo Nel corso del
2002 sono stati avviati una serie di progetti volti a dare attuazione al
Piano Industriale, in coerenza con le linee di sviluppo a cui questo si
ispira. In particolare, per quanto riguarda le iniziative finalizzate a
migliorare la capacità di servizio nei confronti della clientela Retail e
Corporate (crescita della produttività commerciale), oltre all'approvazione
del progetto 'Filiera produzione - distribuzione del Gruppo Mps' volto a
ottimizzare il complesso sistema di relazioni esistenti tra mondo della
produzione e mondo della distribuzione, si rammentano: -per il mercato
Retail, lo sviluppo della piattaforma di Private Banking, che garantirà un
modello di servizio distintivo verso questo segmento, massimizzando le
sinergie a livello di Gruppo; il lancio del Modello Carattere per il
segmento Affluent e l'inserimento, all'interno della rete delle Banche
Commerciali, di gestori dedicati alla consulenza finanziaria; l'ulteriore
sviluppo di un sistema di marketing centralizzato (Crm) per il segmento
Family e la progressiva migrazione all'utilizzo di canali remoti; -per il
mercato Corporate, il progressivo accentramento della gestione della
clientela large corporate presso il Corporate Center; l'avvio del nuovo
modello di servizio per le piccole medie imprese con la creazione dei Centri
Pmi e l'introduzione di una rete di gestori dedicati; l'inserimento nella
rete commerciale di gestori specializzati per il segmento Small Business,
dotati di una gamma di prodotti standardizzata e specifica per le esigenze
di questa clientela. Per quanto riguarda il processo di erogazione
creditizia, è in fase di completamento il re-engineering complessivo, con
iniziative volte a migliorare la gestione del credito mediante sistemi di
rating specifici per segmento di clientela, con l'obiettivo di rafforzare il
governo del rischio creditizio ed ottenere un rapporto più efficace tra
rendimento e capitale assorbito. Sempre nel 2002 è proseguito inoltre il
processo di innovazione di prodotto, tramite la riorganizzazione
dell'offerta nel comparto dei fondi comuni di investimento, l'estensione
della gamma nel consumer finance e nelle carte di credito, l'introduzione di
soluzioni a supporto dell'internazionalizzazione delle Pmi. Con riferimento
alle azioni volte a conseguire un miglioramento dell'efficienza di gestione,
si rammentano la ripianificazione 'zero based' degli investimenti
informatici del Gruppo e il contestuale rafforzamento della governance sulla
spesa Ict, i risparmi individuati dal Progetto di riduzione delle Spese
Amministrative, l'accentramento dei back office - di direzione centrale e di
rete - e la progressiva implementazione del processo di efficientamento
delle reti delle banche commerciali (snellimento delle filiali e
ottimizzazione dei processi operativi). Sempre nel corso del 2002 sono stati
costituiti nuovi centri di eccellenza con specifico riguardo al comparto
della gestione dei crediti problematici (con Mps Gestione Crediti Banca SpA),
del leasing e del factoring (con Mps Leasing&Factoring, Banca per i
Servizi Finanziari alle Imprese SpA), della promozione finanziaria
specializzata per i clienti affluent di tipo 'prospect' (con Banca 121 Pf
SpA). In data 13 novembre, infine, i Consigli di Amministrazione di Banca
Monte dei Paschi di Siena SpA, di Banca Toscana SpA e di Banca Agricola
Mantovana SpA hanno approvato i contenuti del progetto industriale relativo
alla fusione per incorporazione delle due controllate in Bmps. L'operazione
prevede che contestualmente alla fusione si realizzi lo scorporo delle
attività bancarie in due newco bancarie non quotate, totalmente controllate
da Bmps, le quali continueranno a svolgere le tradizionali attività di
intermediazione creditizia delle due banche originali conservando i
rispettivi marchi. L'operazione è stata approvata dalle Assemblee
Straordinarie delle rispettive società in data 28 febbraio 2003. L'atto di
fusione è stato successivamente sottoscritto in data 25 marzo 2003, con
decorrenza degli effetti giuridici dalle ore 23.59 del 30 marzo 2003.
All'assemblea degli azionisti sarà proposto di destinare l'utile netto
civilistico di 599,5 mln di euro per 381,7 mln di euro ad accantonamenti a
riserve e per 217,8 mln di euro a remunerazione del capitale: euro 0,0832
per azione alle n. 2.607.791.591 azioni ordinarie (rispetto a euro 0,1033
alle n. 2.597.383.025 azioni ordinarie del 2001) e euro 0,0915 per azione
alle n. 9.432.170 azioni di risparmio (rispetto a euro 0,1137 alle n.
9.432.170 azioni di risparmio del 2001), con data stacco cedola 19/5 e data
pagamento 22/5/2003.
GRUPPO CREDEM: UTILE NETTO CONSOLIDATO
IN CRESCITA A 109,5 MILIONI DI EURO (+2%). MARGINE DI INTERMEDIAZIONE PARI A
800 MILIONI DI EURO (+4,6%). PROPOSTO DIVIDENDO DI 0,20 EURO PER
AZIONE.
Reggio Emilia, 28 marzo 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Credem ha
approvato ieri il progetto di bilancio individuale e consolidato
dell'esercizio 2002 che verrà sottoposto all'approvazione dell'Assemblea
degli Azionisti che si terrà in prima convocazione il giorno 30 aprile
2003. Il Consiglio di Amministrazione proporrà la distribuzione agli
azionisti di un dividendo di 0,20 Euro per azione (invariato rispetto al
2001) che verrà messo in pagamento a partire dal giorno 22 maggio 2003
(data stacco cedola 19 maggio 2003). Il monte dividendi complessivo ammonta
a 54,7 mln E (54,5 mln E nel 2001). L'esercizio 2002, si è caratterizzato
dal perdurare di condizioni di mercato non favorevoli. Nonostante questo
scenario il Gruppo ha conseguito un utile netto consolidato di 109,5 mln E,
in crescita del 2% rispetto al 2001 ed un Roe consolidato del 13,5%. Questi
risultati testimoniano la validità dei progetti già varati e di quelli di
nuova attuazione. Il margine di intermediazione si è attestato a 800 mln E
in crescita del 4,6% rispetto ai 765 dell'esercizio precedente. Cresce la
contribuzione dell'intermediazione creditizia nell'area del 'lending',
sostenuta dall'incremento delle masse e nonostante l'andamento negativo
dello spread dei tassi. Il margine servizi (505 mln E) registra un
consistente incremento pari al 10% circa. A questo risultato hanno
contribuito sia l'attività dell'area finanza, sia la tenuta delle
commissioni connesse alle gestioni patrimoniali individuali e al
collocamento di fondi comuni e Sicav. Significativi anche i risultati
economici derivanti dalle commissioni legate alla distribuzione di prodotti
assicurativi e dai proventi relativi ai servizi di incasso e pagamento. Il
risultato lordo di gestione ha raggiunto i 284 mln E. Il Gruppo Credem ha
visto i propri impieghi verso la clientela ordinaria (al netto dei pronti
contro termine) mantenere un ritmo di crescita elevato (+24,1%),
raggiungendo i 9.903 mln E rispetto ai 7.981 dell'esercizio precedente.
Questo dato risulta particolarmente significativo se confrontato con
l'analoga variazione di sistema pari al +5,6%. Questo rilevante incremento
ha interessato la clientela sia 'corporate' sia 'retail'. L'assistenza al
segmento corporate è stata inoltre sensibilmente sostenuta da operazioni di
leasing, con particolare riferimento al settore immobiliare. Positivi anche
i dati sul fronte delle sofferenze nette che si sono mantenute allo 0,16%,
in linea con l'esercizio precedente, ampiamente inferiori rispetto al dato
di sistema pari al 2,2%. La raccolta complessiva di Gruppo ha raggiunto
nell'esercizio in esame 46.301 mln E, registrando un incremento del 7,2%*
rispetto ai 44.153 mln E del 2001. Particolarmente positivo il trend di
crescita della produzione netta dell'esercizio che ha raggiunto i 4 miliardi
di Euro circa. Nel periodo sottolineiamo la forte crescita delle 2 reti di
promotori finanziari del Gruppo (sia Credem, sia Banca Euromobiliare),
posizionatesi entrambe tra le prime 10 nella classifica Assoreti per
raccolta netta nel 2002. Più in dettaglio, la raccolta diretta, pari a
12.547 mln E contro i 10.539 del 2001, si è confermata in crescita (+19%),
registrando un tasso superiore a quello di sistema (+8,1%). In proposito
evidenziamo l'incremento (+17%) dei 'conti correnti e risparmi' con
clientela ordinaria e la forte crescita del comparto obbligazionario. La
raccolta indiretta ha registrato un aumento del 3%* rispetto allo scorso
esercizio, attestandosi a 33.754 mln E (33.614 nel 2001). Questo dato si
compone per 12.276 mln E di raccolta gestita e per i restanti 21.478 mln E
di raccolta amministrata. Nel 2002 la raccolta netta in fondi (comprensiva
delle Sicav) ha raggiunto i 524 milioni di Euro contro un dato di sistema
che evidenzia riduzioni per complessivi 6.500 milioni di Euro. Un
significativo contributo alla buona tenuta dell'aggregato dell'indiretta è
ascrivibile al rientro di capitali dall'estero in virtù del provvedimento
governativo (Scudo Fiscale). Va inoltre sottolineata l'ulteriore
diversificazione dei prodotti e la costituzione di due società, 'Credem
Private Equity Sgr' e 'Euromobiliare Alternative Investment SGR',
finalizzate a consolidare la quota di mercato nel risparmio gestito. Singole
società Credembanca evidenzia un utile netto pari a 78,3 mln E (100,7 mln E
nel 2001): · l'apparente diminuzione del risultato economico di Credembanca
risulta in larga misura riconducibile al forte ridimensionamento dei
dividendi delle partecipazioni di controllo più esposte al negativo
andamento dei mercati. Tale ridimensionamento risulta pari a 24,1 mln E
netti (-40%). Inoltre, risulta fortemente incrementata l'assistenza
creditizia sia al comparto 'corporate' (+22,5%) che al comparto retail
(+21,6%). In proposito segnaliamo che nel corso dell'esercizio sono stati
perfezionati circa 7.000 nuovi mutui casa dei quali più del 50% su nuova
clientela. Relativamente alla clientela evidenziamo che nel corso
dell'esercizio sono stati acquisiti 59.000 nuovi clienti privati pari ad un
incremento lordo del 11,5% rispetto al 2001. Ci preme inoltre sottolineare
il posizionamento distintivo di Credem sui segmenti di clientela ad alto
profilo, circa il 44% dei clienti privati appartiene alla fascia 'affluent'.
Un altro elemento importante è quello della composizione della raccolta che
registra la seguente suddivisione: 25% circa diretta, 75% indiretta. Più in
dettaglio la raccolta gestita rappresenta il 22% circa di quella
complessiva. Euromobiliare Sim ha realizzato un utile netto pari a 14,6 mln
E. Il permanere di forti incertezze dei mercati ha condizionato
negativamente l'attività caratteristica di negoziazione della società, che
ha peraltro aumentato l'operatività su titoli quotati in mercati azionari
esteri. E' stata potenziata l'attività dell'ufficio studi in termini di
risorse impegnate, servizi erogati e clientela destinataria. Euromobiliare
Asset Management Sgr ha realizzato un utile netto di 5,2 mln E. Tale
risultato economico ha risentito della contrazione delle commissioni di
gestione e di quelle connesse alle performance dei prodotti offerti in
relazione all'evidente andamento dei mercati. La società ha registrato una
soddisfacente evoluzione della quota di mercato che, incluse le Sicav
gestite in delega, ha raggiunto l'1,90% (1,81% nel 2001). Abaxbank ha
confermato la propria significativa presenza nel sistema finanziario
nazionale. Sono state numerose, a riguardo, le operazioni portate a termine
in ogni segmento di business: 7 corporate bond, 2 asset backed securities,
oltre 150 nuovi prodotti finanziari destinati alla clientela retail, 11
operazioni di finanza strutturata e di equity capital market. Lo sviluppo
dell'operatività ha consentito il significativo incremento del margine di
intermediazione (+24%). L'utile netto è di 20,1 mln E. Banca Euromobiliare,
ha registrato una positiva evoluzione commerciale, apprezzabile in
particolare nel saldo della raccolta netta (899 mln E). La società ha
inoltre proseguito il piano di potenziamento della struttura organizzativa e
commerciale attivando 11 nuove dipendenze. Il risultato economico, anche se
non positivo, risulta in linea con la pianificazione. Al 31 dicembre 2002 il
Gruppo si articola in 450 filiali, 36 Centri Imprese, 59 Negozi Finanziari,
4.863 dipendenti e 795 promotori finanziari con mandato. Progetti Nel corso
del 2002 sono stati varati ed avviati interessanti progetti che hanno
evidenziato sviluppi particolarmente positivi nell'immediato e che lasciano
ipotizzare ottimi ritorni anche per il futuro. Il primo, finalizzato al
completamento della copertura territoriale di Credem, ha visto la crescita
nelle zone in cui la presenza Credem non risultava capillare (nord est e
nord ovest), attraverso tutte le figure professionali del Gruppo per un
servizio specializzato e completo rivolto sia ai privati che alle aziende.
Il secondo riguarda il business delle carte di credito e del credito al
consumo, dal quale è nata Carta Ego, una carta di pagamento sottoscrivibile
anche da non clienti Credem. A fine 2002 risultano in essere circa 76.000
carte, delle quali oltre il 75% viene abitualmente utilizzato. La spesa
media per singola carta (2.400 Euro all'anno per carta attiva) è in linea
con quella registrata dai migliori competitors. Le carte revolving sul
totale sono state il 13,2% rispetto ad un dato di sistema di circa il 7%. La
carta è stata inoltre emessa abbinata ad iniziative con marchi prestigiosi
quali ad esempio Toyota, Lycos e Colgate.
CREDITO VALTELLINESE: RISULTATI DEL
GRUPPO CREDITO VALTELLINESE: INCREMENTO DEGLI AGGREGATI PATRIMONIALI; UTILE
ORDINARIO +4,5%; DIVIDENDO PROPOSTO 0,40 EURO
Varese, 28 marzo 2003: Il Consiglio di Amministrazione del Credito
Valtellinese il 25 marzo ha approvato i risultati consolidati dell´esercizio
2002 del Gruppo Credito Valtellinese ed i prospetti di Bilancio della
Capogruppo Credito Valtellinese. L´esercizio 2002 del Gruppo Credito
Valtellinese si è concluso in crescita come testimoniano i risultati
gestionali: Aumento dell´11,4% della raccolta diretta, del 9,7% della
raccolta indiretta e del 14,3% degli impieghi clienti; Utile ordinario 63,1
milioni di euro (+4,5%); Incremento della rete distributiva, che supera i
300 sportelli; In crescita i clienti internet della linea banc@perta: quasi
120.000. I principali aggregati patrimoniali testimoniano il progresso sia
dell´attività di raccolta che di erogazione del credito. La raccolta
diretta da Clientela è cresciuta nell´esercizio 2002 dell´11,4%
attestandosi a 7.860,1 milioni di euro. La raccolta indiretta si è
attestata a fine esercizio 2002 a 8.496,5 milioni di euro, in crescita del
9,7%. Il risparmio amministrato, pari al 51,9% dell´indiretta, ammonta a
fine esercizio a 4.407,4 milioni di euro, in crescita del 4,2%, il risparmio
gestito, pari al 40,5%, raggiunge i 3.438,2 milioni di euro, in crescita del
12,1%. La restante quota del 7,6%, rappresentata dai prodotti di
bancassicurazione, ha avuto una crescita del 44,9% raggiungendo i 650,9
milioni di euro. I mezzi amministrati, sommatoria della raccolta diretta e
indiretta, ammontano a fine esercizio 2002 a 16.356,6 milioni di euro, in
crescita del 10,5% rispetto alle risultanze di fine esercizio scorso
(14.800,6 milioni di euro). Gli impieghi verso la Clientela hanno registrato
un incremento del 14,3%, crescita che ha consentito di raggiungere a fine
esercizio una consistenza complessiva di 6.664,5 milioni di euro. Dai dati
economici dell´esercizio 2002 emerge l´incremento del margine d´interesse
che ha registrato una crescita del 5,3%, passando da 234,7 milioni di euro a
247,2 milioni di euro. A testimonianza della redditività del Gruppo
collegata allo sviluppo di servizi offerti alla Clientela, le commissioni
nette con 127,9 milioni di euro registrano una crescita del 24,1%. Per
effetto degli andamenti sopra descritti il margine di intermediazione d´esercizio
si attesta a 442,4 milioni di euro con una crescita del 14,9% rispetto ai
384,9 milioni di euro del 2001. Le spese amministrative sono cresciute nel
2002 del 16,9% attestandosi a 299,5 milioni di euro, incremento legato allo
sviluppo della rete distributiva e all´ampliamento del perimetro di
consolidamento connesso all´acquisizione di Rileno S.p.A., società
concessionaria del servizio nazionale della riscossione dei tributi per le
province di Como e Lecco . In dettaglio i costi per il personale passano da
144,3 milioni di euro a 168 milioni di euro (+16,4%), a seguito dell´incremento
dell´organico che a fine esercizio raggiunge i 2.951 collaboratori; le
altre spese amministrative si incrementano del 17,5% raggiungendo i 131,6
milioni di euro. Le rettifiche su immobilizzazioni materiali ed immateriali
passano da 40,3 milioni di euro a 47,1 milioni di euro con una crescita del
17%; fra queste ultime sono ricompresi gli ammortamenti sulle differenze di
consolidamento passati da 14,3 milioni di euro dello scorso esercizio a 18,8
milioni di euro. Il risultato lordo di gestione registra una crescita dell´8,4%,
passando da 88,3 milioni di euro a 95,7 milioni di euro. Gli stanziamenti a
presidio del rischio di credito e le rettifiche nette di valore su
immobilizzazioni finanziarie, per 32,6 milioni di euro, hanno concorso a
determinare un utile ordinario di 63,1 milioni di euro (+4,5%). L´attività
straordinaria registra un risultato negativo di 0,5 milioni di euro, non
confermando utili non ricorrenti, pari nel 2001 a 18,6 milioni di euro; l´utile
lordo dell´esercizio 2002 si attesta a 62,7 milioni di euro. L´utile netto
di periodo si attesta a 14,8 milioni (-30,1%) dopo la contabilizzazione
delle imposte sul reddito di periodo per 39 milioni di euro, utili di
pertinenza di terzi per 4,5 milioni di euro e variazioni in aumento del
fondo rischi bancari generali per 4,4 milioni di euro. L´espansione
territoriale è proseguita anche nel corso del 2002 portando la rete
territoriale a oltre 300 sportelli, mentre il forte sviluppo dei servizi
bancari offerti in Internet da Bancaperta ha portato gli utenti a quasi
120.000 in crescita del 36,7%. È in corso di invio la "Lettera
Specialsocio" ai Soci di tutte le banche del Gruppo bancario Credito
Valtellinese, con la descrizione delle ultime attività intraprese e dei
nuovi prodotti disponibili sia presso la rete territoriale sia attraverso il
servizio banc@perta. L´andamento degli aggregati patrimoniali del Credito
Valtellinese per l´esercizio 2002 evidenzia risultati positivi, che si
riflettono nei principali dati gestionali: Utile delle attività ordinarie
in crescita del 18,4% rispetto all´esercizio precedente; Utile netto salito
a 26,3 milioni di euro (+6,5%); In crescita gli aggregati patrimoniali:
raccolta diretta con un +11,3% e degli impieghi +16,7%; In crescita gli
utenti della linea banc@perta che a fine dicembre 2002 erano 37.000
(+28,2%). La raccolta diretta cresce dell´11,3% a 3.051,2 milioni di euro
rispetto ai 2.742,5 milioni di fine 2001, mentre la raccolta indiretta si
mantiene sostanzialmente stabile a 3.299,1 milioni di euro nonostante il non
favorevole andamento dei mercati finanziari. L´aggregato è composto per il
50,7% da risparmio amministrato, per il 40,2% da risparmio gestito e per il
restante 9,1% da risparmio assicurativo. I mezzi finanziari raccolti dalla
banca, calcolati come sommatoria della provvista diretta e del risparmio
finanziario della clientela, hanno raggiunto i 6.350,3 milioni di euro,
incrementandosi del 5,3% rispetto al valore di fine esercizio scorso.
Elevato è anche per il 2002 il livello di crescita dei Crediti verso
Clientela (+16,7%) che hanno raggiunto i 2.384 milioni di euro, in aumento
di 340,4 milioni di euro rispetto alle risultanze dello scorso anno. A
fronte di questa espansione dell´attività creditizia, il rapporto fra le
sofferenze nette e gli impieghi netti si attesta all´1,7%, in riduzione
rispetto all´1,9% dello scorso esercizio. Dall´analisi dei risultati
economici emerge che il margine di interesse si attesta a 71,9 milioni di
euro, in lieve flessione rispetto ai 72,4 milioni di euro dell´esercizio
precedente. Il margine da servizi, sommatoria delle commissioni nette e
degli altri proventi netti, ammonta nel 2002 a 142,2 milioni di euro, in
crescita del 31,2% rispetto ai 108,3 milioni di euro dell´esercizio
precedente. L´ammontare delle commissioni nette si attesta a 34,7 milioni
di euro, registrando un incremento dell´8,9%, riconducibile sostanzialmente
alla notevole espansione delle commissioni su prodotti assicurativi. Nell´esercizio
2002 le spese amministrative si attestano a 99,1 milioni di euro, in aumento
del 6,2% rispetto ai valori del 2001, tale incremento è correlato all´espansione
della rete territoriale e all´ampliamento della compagine del personale. In
dettaglio si osserva che i costi del personale registrano una crescita del
5,5%, attestandosi a 48,6 milioni di euro, mentre le altre spese
amministrative crescono del 7% rispetto al dato riferito all´esercizio
precedente. Il risultato lordo di gestione raggiunge i 63,8 milioni di euro
e si incrementa del 22,6% su base annua. Dopo aver considerato l´apporto
non significativo dell´attività straordinaria ed aver dedotte le imposte
sul reddito, si perviene ad un utile netto di periodo di 26,3 milioni di
euro, in crescita del 6,5% rispetto al valore di fine esercizio 2001. Lo
sviluppo dell´offerta di servizi bancari fruibili attraverso Internet ha
consentito il raggiungimento di eccellenti risultati sia in termini di
qualità dell´offerta commerciale, sia in termini di utenti abilitati. A
fine dicembre 2002, i Clienti internet della Banca sono oltre 37.000, in
crescita del 28,2%. Il Consiglio di Amministrazione ha approvato un piano di
riparto dell´utile di esercizio che prevede l´assegnazione di un dividendo
di 0,4 euro per azione (+10,7% rispetto all´anno precedente), il rendimento
sulla quotazione media di borsa del 2002 è pari al 4,75%. L´Assemblea dei
Soci è convocata per il prossimo 26 aprile; la data di stacco della cedola
è fissata per il 5 maggio 2003, mentre la data di pagamento del dividendo
sarà l´8 maggio 2003.
VITTORIA ASSICURAZIONI CDA APPROVA
BILANCIO 2002 L'UTILE NETTO AMMONTA A 12.806 MIGLIAIA DI EURO (+19,2%
SULL'UTILE DELL'ESERCIZIO PRECEDENTE)
Milano, 27 marzo 2003: Il Consiglio di Amministrazione della Vittoria
Assicurazioni, riunitosi ieri sotto la presidenza del Prof. Luigi Guatri, ha
esaminato i risultati relativi all'esercizio 2002. Il Consiglio proporrà
all'Assemblea di aumentare per il nono anno consecutivo il dividendo
mediante la distribuzione di Euro 0,12 per azione (esercizio precedente Euro
0,11). Il dividendo sarà pagabile a partire dal 8 maggio 2003. L'utile
netto ammonta a 12.806 migliaia di euro (+19,2% sull'utile dell'esercizio
precedente) pari ad un ROE del 12,6%, in linea con gli obiettivi aziendali.
L'utile consolidato ammonta a 14.001 migliaia di euro, dopo l'accantonamento
di 119 migliaia di euro per la quota di competenza degli Assicurati Vita.
Questo risultato è determinato dai significativi miglioramenti della
gestione tecnica che hanno permesso di assorbire alcuni elementi negativi di
carattere straordinario quali: 6.974 migliaia di euro per rettifiche di
valore sugli investimenti dovute alla attuale volatilità dei mercati
finanziari; 4.083 migliaia di euro per la transazione effettuata a chiusura
dei rapporti relativi alla cessione legale dei Rami Vita con la Consap
S.p.a. I premi emessi globali ammontano a 407 milioni di euro con un
incremento del 5,4% al confronto con l'esercizio precedente. La massa
gestita dei Rami Vita ammonta a 583 milioni di euro (+1,3%). I premi dei
Rami Vita presentano una riduzione del 15,6%. I premi periodici ricorrenti
costituiscono il 70,2% dei premi emessi dell´esercizio. I premi emessi dei
Rami Danni ammontano a 323 milioni di euro con un incremento del 13,0% al
confronto con l´esercizio precedente. I premi emessi dei Rami Auto hanno
registrato un incremento del 15,5%. I premi emessi dei Rami Elementari si
sono incrementati del 9,0% in conseguenza di politiche di sviluppo
concordate con la rete agenziale e da questa poste in essere, nonché di
nuovi accordi commerciali stipulati con qualificati partners. I premi
relativi ai Rami Speciali registrano un aumento pari allo 0,8%, correlato
alle specifiche politiche adottate. I costi di struttura nel loro complesso
registrano una incidenza sui premi del 10,5% (9,7% nel precedente
esercizio). L´aumento è conseguenza degli investimenti effettuati in
termini di applicazioni informatiche e di personale inerente i nuovi modelli
di struttura gestionale nonché delle implementazioni delle funzioni addette
all´attività produttiva. Non considerando questi oneri straordinari l´incidenza
dei costi strutturali ricorrenti sui premi dell´esercizio risulterebbe del
9,4% contro il 9,1% del precedente esercizio. Gli investimenti ammontano
complessivamente a 1.013 milioni di euro, ripartiti in 99 milioni di euro
per gli investimenti con rischio a carico degli Assicurati e in 914 milioni
di euro con rischio a carico della Società; l´incremento, al confronto del
31 dicembre 2001, è pari al 7,2%. I proventi ordinari per gli investimenti
con rischio a carico della Società ammontano a 39 milioni di euro con un
aumento del 0,9%. Il portafoglio titoli alla data del 31 dicembre 2002
presenta complessivamente una plusvalenza netta di 39 milioni di euro e
tiene conto di minusvalenze già contabilizzate pari a 7 milioni di euro. Il
patrimonio netto ammonta a 106 milioni di euro con un incremento del 9,8%.
Le Assemblee degli Azionisti sono convocate per martedì 29 aprile p.v. in
prima convocazione ed il 30 aprile in seconda convocazione per la parte
ordinaria relativa all'approvazione del bilancio, al conferimento
dell'incarico alla società di revisione e alla nomina di un amministratore
e per la parte straordinaria per alcune modifiche allo statuto sociale. Il
Consiglio ha inoltre apportato alcune modifiche formali al Codice di
Comportamento sulle Operazioni di Internal Dealing per adeguarlo alle
Istruzioni al Regolamento della Borsa Italiana diramato in data 28 novembre
2002 ed ha recepito i nuovi indirizzi contenuti nel Codice di Autodisciplina
della Società Quotate, in particolare per quanto riguarda la composizione e
i compiti del Comitato per il Controllo Interno e il comportamento degli
amministratori in caso di operazioni con parti correlate.
GRUPPO PININFARINA, APPROVATO IL
PROGETTO DI BILANCIO 2002 MIGLIORAMENTO DEGLI INDICI REDDITUALI E DELL'UTILE
NETTO NONOSTANTE UN CALO DEL VALORE DELLA PRODUZIONE. PREVISTO NEL 2003 UN
AUMENTO DEL VALORE DELLA PRODUZIONE SUPERIORE AL 30%.
Torino, 28 marzo 2003 - Il Consiglio di Amministrazione della Pininfarina
S.p.A., riunito oggi sotto la presidenza dell'ing. Sergio Pininfarina, ha
approvato il progetto di bilancio per l'esercizio 2002 da sottoporre
all'Assemblea degli Azionisti il prossimo 15 maggio. L'Assemblea sarà
inoltre chiamata a deliberare in via straordinaria sulla proposta di fusione
per incorporazione delle società controllate Pininfarina Ricerca e Sviluppo
S.p.A. e Industrie Pininfarina S.p.A. Per quanto riguarda il Bilancio
consolidato 2002, l'anno appena concluso ha confermato la riduzione del
valore della produzione, già previsto in sede di approvazione del Bilancio
2001. Allo stesso tempo si evidenzia un miglioramento degli indici
reddituali e un forte incremento dell'utile netto. Infatti, nonostante un
calo del valore della produzione consolidato, passato dai 742,2 milioni di
euro del 2001 ai 529,8 milioni di euro del 2002 (-28,61%), risulta in ascesa
il rapporto tra risultato operativo (Ebit) e valore della produzione (3,94%
contro il 3,44% del 2001). L'utile netto è aumentato del 60,21% passando da
9,3 milioni di euro del 2001 ai 14,9 milioni di euro del 2002 grazie ai
benefici fiscali concessi dalla normativa vigente, con un'incidenza sul
valore della produzione più che raddoppiata (2,81% il dato del 2002 a
fronte dell'1,26% registrato l'anno precedente). La posizione finanziaria
netta consolidata al 31 dicembre 2002 ammonta a 116,4 milioni di euro, in
aumento del 3,83% rispetto a 112,1 milioni di euro al 31 dicembre 2001. Tra
i fatti di rilievo del 2002 nei vari settori di attività, ricordiamo la
realizzazione dello stile della Ferrari "Enzo", presentata in
anteprima al Museo di Arte Moderna di Tokyo e ufficialmente al Salone di
Parigi; l'inaugurazione nei tempi previsti del nuovo Centro di Engineering,
che sancisce la volontà di investire in questo settore di attività; il
rapido sviluppo delle attività della partecipata Open Air Systems GmbH,
costituita in febbraio, e la partenza a fine anno della produzione della
Ford Streetka, presentata ufficialmente al Salone di Parigi. Le prospettive
2003 del Gruppo Pininfarina sono di un aumento del valore della produzione
superiore al 30% dovuto a tutti i settori di attività. Tuttavia, dal punto
di vista reddituale, la contemporaneità di due fenomeni: l'avviamento della
commessa Ford Streetka (circa il 50% del mix di prodotto 2003) e la
prosecuzione della fase di crescita di Open Air Systems GmbH, comporterà
l'assorbimento di significativi costi di start-up con una diminuzione della
redditività complessiva rispetto al 2002. La capogruppo Pininfarina S.p.A.
ha chiuso il 2002 in utile per 2,9 milioni di euro rispetto ai 5 milioni di
euro del 2001. Il calo è dovuto principalmente ai minori dividendi
incassati, alla diminuzione degli altri proventi finanziari dovuta al
perdurare del difficile momento dei mercati e all'aumento dei costi
operativi in seguito alla concentrazione del personale e di alcune attività
precedentemente a carico delle società controllate. La posizione
finanziaria netta ammonta a 63,7 milioni di euro (+24,65% rispetto al 2001).
Le stime per l'esercizio in corso prevedono un forte miglioramento
dell'utile netto dovuto sia alla gestione finanziaria che a quella
operativa. Il Consiglio di Amministrazione ha quindi proposto la fusione per
incorporazione della Pininfarina Ricerca e Sviluppo S.p.A. e della Industrie
Pininfarina S.p.A. in Pininfarina S.p.A.; la semplificazione del Gruppo è
la naturale prosecuzione di quanto attuato negli ultimi anni attraverso
l'accorpamento delle società minori alle controllanti e la concentrazione
delle attività per business units con il potenziamento, per ciascuna di
esse, delle risorse umane e tecniche. Attraverso la razionalizzazione delle
strutture organizzative e societarie si perseguirà anzitutto l'obiettivo di
un raggruppamento di tutte le attività e i servizi che il Gruppo
Pininfarina è in grado di svolgere e offrire ai propri clienti in un'unica
società organizzata in business units, con sostanziali sinergie grazie
all'utilizzo di strutture gestionali e amministrative complessivamente
ridotte e, quindi, più snelle e meno onerose. Tutto ciò per far fronte
alla crescente richiesta da parte della clientela di servizi globali e alla
sempre maggiore concentrazione del mercato automobilistico, fattori questi
che impongono di ridurre i tempi di decisione e di semplificare le strutture
organizzative. Si precisa che, una volta effettuata la fusione, la
Pininfarina S.p.A. perderà la natura di "holding" di
partecipazioni industriali e assumerà essenzialmente la connotazione di
società industriale produttrice di autoveicoli e fornitrice di tutte le
tipologie di servizi connessi o correlati al mondo dell'autoveicolo (attività
attualmente esercitate indirettamente attraverso le Società Incorporande).
Conseguentemente si modificherà l'oggetto sociale in modo da comprendere le
attività industriali oggi facenti capo alle società incorporande. In
conseguenza della modifica dell'oggetto sociale agli azionisti ordinari e di
risparmio spetterà, subordinatamente al perfezionamento della fusione, il
diritto di recesso, come previsto dall'art. 2437 del codice civile. Le
azioni rivenienti dall'esercizio del diritto di recesso verranno rimborsate
a fusione avvenuta, successivamente e subordinatamente all'iscrizione
dell'atto di fusione nel Registro delle Imprese, secondo la media aritmetica
semplice dei prezzi ufficiali delle azioni ordinarie e delle azioni di
risparmio registrati nell'ultimo semestre antecedente la data
dell'Assemblea. L'azionista di maggioranza non eserciterà tale diritto. Il
Consiglio di Amministrazione della Pininfarina S.p.A. ha proposto inoltre la
distribuzione di un dividendo, invariato rispetto allo scorso esercizio, di
0,3814 euro per azione di risparmio e di 0,34 euro per azione ordinaria, con
stacco, previsto per il 26 maggio 2003, della cedola n. 3 per azione
ordinaria e risparmio; il dividendo sarà pagabile a partire dal 29 maggio
2003. L'Assemblea ordinaria e straordinaria degli Azionisti è stata fissata
in prima convocazione per il 15 maggio 2003 alle ore 10 presso la
Pininfarina Ricerca e Sviluppo S.p.A. di Cambiano e per il 16 maggio 2003,
stessi ora e luogo, in seconda convocazione.
PHILIPS PRESENTA IL SUO PRIMO
"BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ"
Amsterdam, Olanda, 28 marzo 2003 - Royal Philips Electronics ha presentato
ieri il suo primo "Bilancio di Sostenibilità", che amplia
ulteriormente il proprio impegno nella responsabilità economica e sociale
già presente nel "Bilancio Ambientale" pubblicato negli anni
precedenti. Questa nuova importante iniziativa fa parte di una strategia
messa in atto negli ultimi anni per accrescere la trasparenza e la
responsabilità aziendale seguendo i più rispettosi principi aziendali di
business. Philips annuncia inoltre di aver istituito un Sustainability
Board, un Corporate Sustainability Office, una politica aziendale per la
Sostenibilità e un'iniziativa di sponsorizzazione per la Sostenibilità a
livello globale. Nel corso dell'incontro annuale con gli azionisti, il Ceo
di Philips Gerard Kleisterlee illustrerà per quali ragioni lo sviluppo
sostenibile sia una parte fondamentale del modo di operare di Philips e
della sua futura crescita. "Il brand Philips è stato sempre associato
al concetto di miglioramento della vita delle persone. I nostri fondatori,
Anton e Gerard Philips, già ritenevano che non vi fosse differenza tra fare
business e praticare un business sostenibile", ha affermato Kleisterlee,
"Grazie al nostro recente impegno nella Sostenibilità, stiamo tenendo
fede alla sfida di migliorare il mondo dei consumatori e stiamo dimostrando
che la Sostenibilità è parte del Dna della nostra azienda". Per
affrontare la tematica della diversità multiculturale e delle pari opzioni,
programmi specifici saranno implementati nel corso del 2003 per raggiungere
l'obiettivo di acquisire la migliore forza lavoro. Philips si è impegnata
nell'aumentare il numero delle donne nelle cariche manageriali, aumentandone
la percentuale di circa il 10% nell'arco dei prossimi 5 anni, rispetto
all'attuale 4%. Philips si sta inoltre dedicando a migliorare l'equilibrio
delle regioni rappresentate nelle proprie posizioni manageriali, con
particolare riferimento all'Asia. Riguardo alla responsabilità Ambientale,
Philips ha introdotto nel corso del 2002 il suo terzo programma di azione
denominato 'Eco Vision 2002-2005'. Su basi comparabili e dopo gli
adeguamenti per le fluttuazioni della produzione, nel 2002 gli sprechi e il
consumo d'acqua sono stati ridotti del 16% e il consumo d'energia dell'8%
rispetto all'anno precedente. Inoltre è stato introdotto un numero di
prodotti che soddisfano la classificazione di status 'Green Flagship' per i
prodotti che garantiscono prestazioni ambientali significativamente
migliorate. Ne è un esempio il monitor 150S3F Lcd, che garantisce un
consumo di energia del 20% in meno rispetto a qualsiasi altro prodotto
comparabile della stessa categoria. In qualità di membro del World Business
Council for Sustainable Development (Wbcsd), Philips ha realizzato il
"Bilancio di Sostenibilità" sulla base degli indicatori promossi
dal Global Reporting Initiative, l'insieme di linee guida per la redazione
del bilancio più conosciuto e rispettato al mondo, e ha ottenuto la
certificazione da parte di Kpmg. Philips vuole applicare la sua grande
capacità di ricerca e sviluppo (la cui incidenza sul fatturato è pari al
9.2%, una delle più alte in assoluto) alla continua progettazione di
prodotti che migliorino la qualità della vita. L'azienda sta inoltre
sviluppando ulteriormente progetti di ricerca qualitativa che studiano ciò
che desiderano i consumatori di culture differenti, tenendo in
considerazione fattori quali l'età, il sesso, gli stili di vita e i diversi
riferimenti sociali. Progetti che aiuteranno ad individuare nuove possibilità
di business sostenibile soprattutto nei mercati emergenti.
ECCELLENTE REDDITIVITÀ NEL 2002 PER
AIR DOLOMITI: UTILE NETTO 5,3 MILIONI DI EURO E DIVIDENDO DI 0,30 EURO PER
AZIONE
Milano, 28 marzo 2003 - Oggi, 27 marzo 2003, il Consiglio di Amministrazione
di Air Dolomiti Spa L.A.R.E. ha approvato il progetto di bilancio 2002,
caratterizzato da un fatturato di 160 milioni di Euro e da un utile netto di
5,3 milioni di Euro, miglior risultato di sempre per la compagnia regionale
partner di Lufthansa e quotata al Mta dal 13 giugno 2001. Il Consiglio ha
quindi proposto un dividendo di 0,3 Euro per azione. Alcide Leali,
presidente della Compagnia commenta così l'eccezionale risultato raggiunto:
"L'esercizio 2002 chiude con una crescita dei passeggeri di linea e del
fatturato pari al 21%, con un Ebitdar di oltre 44,5 milioni di Euro (+12,4%)
e con un risultato netto di 5,3 milioni di Euro. Mi ritengo molto
soddisfatto di questi risultati che confermano tutti i target prefissati e
ancora una volta evidenziano la correttezza delle scelte intraprese dal
management. Anche l'anno appena chiuso ha visto una forte espansione del
network resa possibile dall'introduzione di ulteriori due Crj 200 e di un
Atr 700, che hanno portato la flotta a 21 aeromobili. Il nostro titolo,
quotato dal 13 giugno 2001, ha vissuto un anno da protagonista evidenziando
una performance notevole (+61.5% nel corso del 2002). L'ottimo andamento del
titolo ha attirato su Air Dolomiti l'interesse della comunità finanziaria e
della stampa specializzata. Proponendosi come modello di business solido
pure in una congiuntura sfavorevole di mercato, Air Dolomiti ha garantito
agli investitori di essere una struttura sana e ben organizzata in un
momento davvero difficile per le Borse di tutto il mondo. Non sono mancati
nemmeno i riconoscimenti per la qualità totale del prodotto Air Dolomiti,
ed il 2002 è stato l'anno forse più blasonato per la nostra Compagnia,
premiata ben cinque volte da organizzazioni internazionali. Ancora una volta
sottolineo quanto oggi Air Dolomiti rappresenti un modello in termini
qualitativi per il settore del trasporto aereo e soprattutto un'azienda
italiana riconosciuta nel mondo per aver posto il cliente al centro di tutta
l'attività. L'anno che si apre potrà presentare non poche difficoltà per
l'intero settore a causa di fattori quali la crisi internazionale e la
situazione economica che stenta a riprendersi. In quest'ottica obiettivo
della nostra Compagnia sarà di mantenere l'invidiabile posizione raggiunta
nei primi dodici anni di attività: a questo fine rafforzeremo la presenza
sull'hub di Monaco di Baviera che, in vista della prossima apertura del
Terminal 2, si appresta ad avere un ruolo di primissimo piano nel trasporto
aereo europeo. Alla luce del prossimo passaggio del controllo della
Compagnia al socio Lufthansa, questo bilancio riconferma l'ottima salute di
Air Dolomiti, che consentirà al nuovo socio di maggioranza di disporre di
un'azienda solida e in grado di continuare a svolgere un ruolo
strategicamente attivo nel cogliere le opportunità che l'incerto scenario
di mercato non mancherà di offrire." L'esercizio 2002 si chiude con il
fatturato in crescita rispetto al 2001 del 21%, a 160,2 milioni di Euro, con
un forte aumento dei ricavi da voli di linea (+22%), mentre risulta
sostanzialmente stabile il fatturato da servizi di wet lease e charter. La
crescita del valore della produzione risulta invece del 17%, a seguito del
calo degli altri ricavi a 6,2 milioni di Euro. Nel 2001 la stessa voce era
stata pari a 7,3 milioni di Euro anche per effetto di plusvalenze per
cessioni di aeromobili in proprietà. I costi operativi totali risultano in
crescita del 9%, da 103,5 milioni di Euro a 123,2 milioni di Euro, in misura
meno che proporzionale alla crescita dell'attività. Al loro interno da
segnalare il calo dell'incidenza dei costi per materie prime dal 13,8%
all'11,5%, l'incremento dell'incidenza sul fatturato dei costi per servizi
dal 43,6% al 45,1% a causa dell'aumento dei costi di manutenzione della
flotta e assistenza aeroportuali, ed infine la diminuzione dell'incidenza
dei costi per il personale di un punto percentuale al 17,4%. L'Ebitdar
(Margine operativo lordo al netto degli ammortamenti, degli accantonamenti e
dei canoni leasing), pari a 44,6 milioni di Euro è in crescita del 12,4%
rispetto ai 39,7 del 2001; risulta tuttavia in diminuzione l'Ebitdar margin,
pari al 27,8%. La minore incidenza sul fatturato rispetto all'anno
precedente è da imputarsi principalmente alla già citata riduzione
dell'incidenza degli altri ricavi. I canoni di locazione risultano pari a 27
milioni di Euro, con un'incidenza sul fatturato pari al 16,9%, ben tre punti
percentuali in meno rispetto all'anno precedente, grazie soprattutto alla
politica di finanziamento decisa in passato che ha permesso di beneficiare
appieno dell'andamento favorevole del tasso di cambio Euro/Dollaro e dei
tassi di interesse. Ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni nel 2002
sono saliti a 9,7 milioni di Euro, in crescita del 41,1% rispetto al 2001
(6,9 milioni di Euro) pur mantenendo stabile l'incidenza sul fatturato al
6,1%, per effetto di maggiori ammortamenti di aeromobili e di prudenti
accantonamenti al fondo rischi. Gli oneri finanziari netti diminuiscono da
5,7 a 2,5 milioni di Euro, grazie alla forte riduzione del debito
finanziario medio dell'esercizio. Si ricorda infatti che a fine 2001 era
stato estinto un mutuo a seguito della già citata vendita di due
aeromobili. I proventi ed oneri straordinari passano da -1,7 a -0,5 milioni
di Euro. Le imposte risultano avere un impatto positivo di 0,6 milioni di
Euro, grazie all'importante effetto dell'agevolazione fiscale garantita
dalla legge "Tremonti-bis", che ha permesso di compensare
ampiamente sia le normali imposte sul reddito che l'Irap. Il bilancio
evidenzia quindi un utile netto di 5,3 milioni di Euro, risultato mai
precedentemente raggiunto da Air Dolomiti e reso ancor più significativo
dalla situazione di difficoltà in cui lo scenario congiunturale nel 2002 ha
posto, di contro, la maggior parte degli attori del mondo del trasporto
aereo. Il Consiglio ha quindi deliberato di proporre all'assemblea degli
azionisti il pagamento di un dividendo pari a 0,30 Euro per azione.
L'assemblea per l'approvazione del bilancio è stata convocata per il giorno
30 aprile in prima convocazione e per il giorno 14 maggio in seconda
convocazione. Nel caso in cui l'assemblea si tenga in prima convocazione il
dividendo verrà posto in pagamento a partire dal giorno 8 maggio, ovvero
dal 22 maggio qualora l'assemblea si tenga in seconda convocazione.
ENI SPA : BILANCIO CONSOLIDATO 2002:
CONFERMATO L'UTILE DI 4,6 MILIARDI DI EURO E IL DIVIDENDO DI 0,75 EURO PER
AZIONE · RICHIESTA ALL'ASSEMBLEA L'AUTORIZZAZIONE A DISPORRE NEL TRIENNIO
2003-2005 FINO A UN MASSIMO DI 6,5 MILIONI DI AZIONI PROPRIE AL SERVIZIO DI
PIANI DI STOCK GRANT
San Donato Milanese, 28 marzo 2003 Il Consiglio di Amministrazione ha
approvato il bilancio consolidato dell'esercizio 2002 che chiude con l'utile
netto di 4.593 milioni di euro, in linea con il risultato preconsuntivo.
Come anticipato il 27 febbraio 2003, il Consiglio di Amministrazione, tenuto
conto delle azioni proprie in portafoglio, ha deliberato di proporre
all'Assemblea - convocata nei giorni 28 e 30 maggio 2003, rispettivamente in
prima e seconda convocazione - la distribuzione del dividendo di 0,75 euro
per azione, con un pay out del 62%. Il dividendo attribuisce all'azionista
un credito di imposta ordinario del 56,25% e sarà messo in pagamento dal 26
giugno 2003, con data di 'stacco' fissata il 23 giugno 2003. Il Consiglio ha
approvato altresଠil progetto del bilancio di esercizio 2002 dell'Eni
S.p.A. che chiude con l'utile netto di 3.880 milioni di euro, con un aumento
di 1.630 milioni di euro rispetto al 2001 (il bilancio 2002 include gli
effetti delle incorporazioni della Snam S.p.A., dell'AgipPetroli S.p.A. e
della Somicem S.p.A.). Il bilancio consolidato e il progetto del bilancio di
esercizio dell'Eni S.p.A. sono stati messi a disposizione del Collegio
Sindacale e della Società di revisione. Richiesta all'Assemblea
l'autorizzazione a disporre nel triennio 2003-2005 fino a un massimo di 6,5
milioni di azioni proprie al servizio di piani di stock grant Al fine di
disporre di uno strumento di incentivazione dei dirigenti del Gruppo, il
Consiglio ha deliberato di chiedere all'Assemblea l'autorizzazione a
disporre nel triennio 2003-2005 fino a un massimo di 6,5 milioni di azioni
proprie da assegnare gratuitamente ai dirigenti del Gruppo1 che abbiano
raggiunto gli obiettivi aziendali e individuali prefissati. L'assegnazione
avverrà entro il mese successivo al compimento del terzo anno dalla data di
assunzione dell'impegno nei confronti degli assegnatari. Acquisto di azioni
proprie Il Consiglio dell'Eni proporrà all'Assemblea di proseguire per 18
mesi il programma di acquisto di azioni proprie2. * * * I principali dati
finanziari del bilancio consolidato e del bilancio di esercizio al 31
dicembre 2002 dell'Eni sono allegati al presente comunicato.
GRUPPO TARGETTI: IN FORTE CRESCITA
L'UTILE NETTO 2002 A 5,4 MILIONI DI EURO (+81%)
Firenze, 27 marzo 2003 Il Consiglio di Amministrazione di Targetti Sankey
S.p.A., riunitosi oggi a Firenze, ha approvato i progetti di bilancio
Consolidato e della Capogruppo dell'esercizio 2002, che verranno sottoposti
all'Assemblea degli Azionisti convocata per il 30 aprile 2003 ed
eventualmente per il 2 maggio 2003 rispettivamente in prima e in seconda
convocazione. I principali risultati consolidati del 2002 Il 2002 si è
chiuso con un forte incremento dell'utile netto consolidato, che si è
attestato a 5,4 milioni di Euro, in crescita dell'81,0% rispetto ai 3,0
milioni di euro dell'esercizio precedente, e che rappresenta un record per
il Gruppo. Nonostante l'andamento decisamente rallentato del settore di
riferimento, il fatturato consolidato ha raggiunto 130,2 milioni di euro
(+1,5% rispetto ai 128,3 milioni di Euro del 2001). In particolare, salgono
le vendite all'interno dell'Unione Europea che raggiungono 100,4 milioni di
euro da 93,7 del 2001 (77,1% dei ricavi consolidati). Negli Usa i ricavi
sono pari a 9,2 milioni di euro (7,1% dei ricavi consolidati) rispetto a
11,7 milioni di euro del 2001. I ricavi realizzati in altri paesi sono pari
a 20,6 milioni di euro (15,8% delle vendite consolidate) rispetto a 22,9
milioni di euro dell'esercizio precedente. L'esercizio ha fatto registrare
un netto miglioramento di tutti i principali indicatori economici: il
margine operativo lordo consolidato (Ebitda) si è attestato a 20,8 milioni
di euro rispetto ai 16,6 milioni di euro dell'anno precedente, con un
incremento del 25,7% ed un miglioramento dell'incidenza percentuale sui
ricavi di tre punti percentuali (16,0% rispetto al 12,9% del 2001). Tale
miglioramento è da attribuire, principalmente, al deciso recupero di
redditività della capogruppo ed al positivo completamento della
ristrutturazione della controllata americana Targetti North America Inc..
Ammortamenti e accantonamenti, pari a 7,0 milioni di euro (di cui 1,3
milioni di euro relativi ad ammortamento dell'avviamento), scendono
lievemente (-3,7%) rispetto al 2001. Il risultato operativo consolidato (Ebit)
è conseguentemente cresciuto fino a 13,8 milioni di euro, il 48,8% in più
rispetto ai 9,3 milioni di euro del 2001, con un'incidenza sul fatturato
pari al 10,6% rispetto al 7,2% del 2001. Sulla base di questi risultati il
Consiglio di Amministrazione ha deciso di proporre all'Assemblea degli
Azionisti la distribuzione di un dividendo di 0,10 Euro per azione (+25%
rispetto agli 0,08 euro per azione del 2001) corrispondente ad un pay-out
del 33,0% (rispetto a 47,8% del 2001). Il dividend yield è pari al 3,5%. Il
dividendo proposto con pagamento a partire dal 15 maggio 2003, con stacco a
far data dal 12 maggio 2003 con attribuzione del credito d'imposta ordinario
del 56,25% ai percettori. Principali indicatori finanziari del 2002 La
posizione finanziaria netta a fine 2002 è stata di 26,2 milioni di euro, in
netto miglioramento rispetto ai 28,7 milioni di euro al 31 dicembre 2001,
grazie al maggiore flusso di cassa generato dalla gestione operativa. Gli
oneri finanziari netti, pari a 2,8 milioni di euro (2,3 milioni di euro nel
2001), includono 0,7 milioni di euro di perdite su cambi. Il rapporto
indebitamento/mezzi propri è sceso al 55,6% (65,4% al 31 dicembre 2001). Il
commento del Presidente "Nonostante la domanda nel settore
dell'illuminazione sia rimasta debole durante l'esercizio, e in un contesto
politico - economico internazionale particolarmente difficile - ha
commentato Paolo Targetti, Presidente della Targetti Sankey S.p.A. - il
Gruppo ha chiuso l'esercizio con risultati molto positivi". "La
strategia di diversificazione dei prodotti che abbiamo implementato ci ha
consentito di assorbire i cicli negativi di alcuni settori con le buone
performance di altri; in più, stiamo proseguendo con successo nel
consolidamento delle acquisizioni realizzate, accompagnando tale azione con
un incisivo contenimento dei costi di struttura". "Il nostro
obiettivo per i prossimi anni è dunque completare l'integrazione tra i
marchi del Gruppo per massimizzarne le sinergie, privilegiando comunque
l'attenzione ai margini". Le società del gruppo La Capogruppo Targetti
Sankey S.p.A ha conseguito nel 2002 un utile netto di 5,3 milioni di euro
(decuplicato rispetto a 483 mila euro nel 2001). I ricavi si sono attestati
a 54,5 milioni di euro, facendo registrare un incremento del 4,6% rispetto
al 2001. Tra le controllate, il Gruppo Neri, specializzato nel segmento
dell'illuminazione da esterni e arredo urbano, ha registrato nel 2002 ricavi
per 26,0 milioni di euro, in crescita del 9,2% rispetto ai 23,8 milioni di
euro dell'esercizio precedente. Il margine operativo lordo (Ebitda), pari a
4,8 milioni di euro sale dell'1,8% rispetto al precedente esercizio mentre
l'utile netto si è attestato a 2,0 milioni di euro invariato rispetto al
2001. Con riferimento a Targetti North America, la società ha finalmente
raccolto i frutti della profonda riorganizzazione portata a termine
nell'esercizio precedente e nonostante le difficili condizioni del mercato
interno, che hanno condizionato il fatturato (in flessione del 10,1%
rispetto al 2001), è riuscita raggiungere il break even, a fronte di una
perdita netta di 746 mila Usd nell'esercizio precedente. Buy-Back Il
Consiglio di Amministrazione di Targetti Sankey S.p.A. ha deliberato di
sottoporre all'approvazione dell'Assemblea degli azionisti un'operazione di
acquisto di azioni proprie. L'autorizzazione riguarda l'acquisto di un
massimo di n.1.770.000 azioni ordinarie Targetti Sankey S.p.A. (pari al 10%
del capitale sociale) del valore nominale di Euro 0,52 ciascuna, sia la
disposizione di tali azioni una volta acquistate. Va segnalato altresì che
il Consiglio di Amministrazione di Targetti Sankey S.p.A. ha fatto proprie
le modifiche apportate nel luglio 2002 dal Comitato per la Corporate
Governance delle Società Quotate conformemente a quanto previsto dal Codice
di Autodisciplina. Si rende noto infine che a far data dal 14 marzo 2003 la
Società ha affidato a Euromobiliare Sim S.p.A. il mandato di operare come
Banca Specialist sulle azioni Targetti.
INFERENTIA DNM: VALORE DELLA PRODUZIONE
CONSOLIDATO DELL´ESERCIZIO AMMONTA A € 47,4 MILIONI, CONTRO € 37,8
MILIONI DELL´ESERCIZIO PRECEDENTE, CON UN INCREMENTO CONSIDEREVOLE
(+25%)
Milano, 27 marzo 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Inferentia DNM
S.p.A., riunito oggi a Milano, ha approvato il progetto di bilancio 2002,
che verrà sottoposto all´Assemblea degli Azionisti prevista per il 30
aprile e l´8 maggio 2003, rispettivamente in prima e seconda convocazione.
Il 2002 è stato per il gruppo Inferentia Dnm un anno di transizione,
caratterizzato dall´attuazione del piano di ristrutturazione e rilancio del
gruppo varato nella prima metà dell´anno, che ha modificato profondamente
sia il modello di business e il posizionamento del Gruppo sul mercato, sia
la struttura societaria. La sfavorevole congiuntura di mercato, che ha
interessato, in modo particolare, il settore in cui opera il Gruppo, ha
inciso negativamente sui risultati del primo semestre 2002, mentre nella
seconda parte dell´anno si è manifestata una ripresa dell´attività
commerciale che, unitamente ad un rigoroso controllo dei costi, ha fatto
registrare un secondo semestre positivo. Il valore della produzione
consolidato dell´esercizio ammonta a € 47,4 milioni, contro € 37,8
milioni dell´esercizio precedente, con un incremento considerevole (+25%)
riconducibile in larga misura al consolidamento integrale, per l´intero
esercizio, delle società del Gruppo Fullsix e dell´ex-Gruppo DNM. In
particolare, le attività che fanno capo a Fullsix (Francia, Regno Unito e
Portogallo) sono passate dal 25,9% a oltre il 35% del totale dei ricavi del
Gruppo Inferentia provenienti dai mercati esteri. Al netto dell´ampliamento
del perimetro di consolidamento, il 2002 archivia comunque una sostanziale
conferma dei livelli di fatturato delle singole società del Gruppo: un
risultato significativo a fronte della difficile situazione di mercato che
ha caratterizzato l´intero esercizio. Il margine operativo lordo (Ebitda),
pur negativo per circa € 4,1 milioni, è in consistente miglioramento
rispetto al risultato negativo di circa € 5,9 milioni del 2001. Tale
miglioramento, che si è verificato soprattutto nel secondo semestre dell´anno,
è il frutto del piano di contenimento dei costi operativi e della
rifocalizzazione delle attività commerciali. In particolare, nel 4°
trimestre 2002 l´Ebitda consolidato è stato pari a circa € 1,7 milioni,
ovvero al 10% del valore della produzione. Il risultato operativo (Ebit) è
stato negativo per € 23,1 milioni; era negativo per € 61,3 milioni nel
2001. Il risultato economico netto consolidato prima dei terzi si presenta
negativo per € 29,4 milioni, contro un risultato negativo di € 71
milioni dell´esercizio precedente. Al risultato 2002 hanno concorso:
accantonamenti e svalutazioni per € 11,2 milioni, prevalentemente
costituiti dalla svalutazione del goodwill residuo di Inferentia Dnm Italia
S.p.A. (ex Dnm S.p.A.); rettifiche di valore di attività finanziarie per
circa € 9,1 milioni; ammortamento del goodwill per € 3,9 milioni;
ammortamenti delle immobilizzazioni per € 3,4 milioni; componenti non
ricorrenti per € 1,3 milioni, legate ad operazioni di finanza
straordinaria; l´iscrizione tra le componenti straordinarie di reddito
della rinuncia al credito di € 7 milioni da parte di Fineco S.p.A.. La
posizione finanziaria netta consolidata al 31 dicembre 2002 è negativa per
€ 3 milioni, con un netto miglioramento, dovuto prevalentemente ad
operazioni sul capitale, rispetto alla posizione negativa per € 21,8
milioni al 31 dicembre 2001. Il patrimonio netto consolidato al 31 dicembre
2002 ammontava a € 17 milioni (€ 17,1 al 31 dicembre 2001). Anche per la
Capogruppo Inferentia Dnm S.p.A.il 2002 è stato caratterizzato dal
difficile momento di mercato e dal processo di profonda ristrutturazione
interna. Il valore della produzione è stato pari a €14,9 milioni (€
13,9 milioni nel 2001), con un Ebitda negativo per € 5,2 milioni (negativo
per € 2,1 milioni nel 2001). L´Ebit è negativo per € 6,5 milioni
(negativo per € 33,1 milioni nel 2001); la perdita netta di esercizio è
pari a € 23,9 milioni, contro una perdita di € 74,7 milioni nel 2001.
Anche il risultato della Capogruppo è stato significativamente influenzato
da componenti di natura straordinaria legate a: operazioni di finanza
straordinaria; svalutazione della controllata Inferentia Dnm Italia S.p.A.
(ex Dnm S.p.A.) e del relativo credito finanziario nei suoi confronti;
svalutazione di crediti finanziari verso altre controllate; l´iscrizione
tra le componenti straordinarie di reddito della rinuncia al credito di €
7 milioni da parte di Fineco S.p.A. La posizione finanziaria netta della
Capogruppo al 31 dicembre 2002 è positiva per € 14,5 milioni, mentre al
31 dicembre 2001 era negativa per € 5,1 milioni. Il patrimonio netto della
capogruppo al 31 dicembre 2002 ammontava a € 19,1 milioni (€ 13,5
milioni al 31 dicembre 2001). Il Piano di ristrutturazione e risanamento
economico-finanziario del gruppo nel 2002. Nel corso del 2002 è stato
avviato e in gran misura attuato un piano di profonda ristrutturazione
operativa, societaria e finanziaria del Gruppo, centrato su: consolidamento
patrimoniale e finanziario; riduzione dei costi operativi; dismissione di
asset non strategici e semplificazione della struttura societaria e
operativa; focalizzazione sul core business e consolidamento delle posizioni
di leadership; partnership industriali nella comunicazione e nell´Information
Technology; sviluppo di nuovi servizi. Nel quadro del piano sono state
effettuate alcune operazioni, fra cui: aumento di capitale con un incasso
complessivo di circa € 19 milioni, di cui circa € 9,9 milioni
sottoscritti dal Gruppo Wpp, partner strategico di Inferentia; aumento di
capitale senza diritto di opzione, in azioni di risparmio, riservato al
socio Fineco S.p.A., per un ammontare totale di € 10,5 milioni.
ASSORGESTI: MAPPA COMPLETA DEL
RISPARMIO GESTITO FEBBRAIO 2003 - BALZO DEL 6,7% DEL PATRIMONIO LORDO
Milano, 28 marzo 2003 - Febbraio fortemente positivo per l'Industria del
Risparmio Gestito che, rispetto a gennaio, ha registrato una crescita del
6,7% del patrimonio lordo che si è attestato a 764,5 miliardi di euro. In
aumento anche il patrimonio al netto della duplicazione degli Oicr di gruppo
che, a fine febbraio, era di 652 miliardi di euro. Tra le varie tipologie di
prodotti finanziari gli Oicr detengono un patrimonio lordo di 459,1 miliardi
di euro (456,8 miliardi di euro il netto) che corrispondono al 60,1% del
totale. Seguono le Gestioni di Prodotti Assicurativi con 122,2 miliardi di
euro (101,5 miliardi di euro il netto); le Gpf retail con 93,2 miliardi di
euro (13,5 miliardi di euro); le Altre Gestioni con 42,1 miliardi di euro di
patrimonio lordo (40,1 miliardi di euro); le Gpm retail con 39 miliardi di
euro (32,3 miliardi di euro). Chiudono la classifica le Gestioni di
Patrimoni Previdenziali con un patrimonio lordo di 8,9 miliardi di euro (7,9
miliardi di euro). Dai dati relativi al patrimonio delle categorie, nelle
quali vengono classificati i vari prodotti finanziari della Gestione del
Risparmio, si evince che il comparto obbligazionario detiene un patrimonio
lordo di 293,8 miliardi di euro (267,5 miliardi di euro il netto), pari al
38,4% del totale. Al secondo posto i prodotti bilanciati con 168,8 miliardi
di euro di patrimonio lordo (135,3 miliardi di euro) pari al 22,1% del
totale. Seguono, con percentuali piuttosto vicine tra loro, i prodotti
azionari con 99,6 miliardi di euro (91,2 miliardi di euro il netto) pari al
13% del totale; quelli monetari con 94,3 miliardi di euro (91,9 miliardi di
euro), 12,3% del totale; e i prodotti flessibili con 20,6 miliardi di euro
(12,4 miliardi di euro), 2,7% del totale. Il patrimonio lordo della
categoria residuale dei prodotti non classificati è pari a 87,3 miliardi di
euro (53,9 miliardi di euro) che corrispondono all'11,4% del totale del
patrimonio.
AL VIA CATTOLICA INVESTIMENTI SIM, LA
NUOVA SOCIETÀ DI DISTRIBUZIONE DEL GRUPPO PERFEZIONATA L`ACQUISIZIONE DI
RAS INVESTIMENTI SIM
Verona, 28 marzo 2003. Ottenuto il parere favorevole della Banca d'Italia,
Cattolica Assicurazioni ha acquisito Ras Investimenti Sim dal gruppo
Ras-Allianz. Questa società, da oggi ridenominata Cattolica Investimenti
Sim, è destinata a svolgere il ruolo di Sim di distribuzione del Gruppo
Cattolica. La società è finalizzata al potenziamento del nuovo modello di
distribuzione che consentirà di collocare prodotti bancari e finanziari
attraverso le reti agenziali del Gruppo. L'operazione è stata effettuata a
un valore complessivo di 1.344.054 euro. Il patrimonio netto della Sim è
pari a 1.294.054 euro. Cattolica detiene il 99% del capitale sociale della
Sim, la controllata Il Duomo Assicurazioni l'1%. Cattolica Investimenti Sim
costituirà il punto di incontro e di collegamento tra la rete territoriale
del Gruppo e le banche partner, e sarà funzionale alla promozione di una
innovativa strategia commerciale che permetterà alle agenzie di offrire una
gamma di servizi integrati (assicurativi, bancari e finanziari), diversi per
marchi e caratteristiche, creando un ritorno positivo in termini di cross
selling e fidelizzazione della clientela. La società svolgerà un'attività
complementare al core business assicurativo ed è finalizzata a massimizzare
l'efficacia commerciale della rete tradizionale, composta a fine 2002 da
1.024 agenzie. L'ampliamento del raggio d'azione del Gruppo attraverso
l'acquisizione di Cattolica Investimenti Sim rientra (così come la recente
acquisizione di una società di gestione del risparmio) tra gli interventi
previsti dal Piano Industriale 2003-2005. Gli obiettivi
strategico-commerciali perseguiti dal Gruppo Cattolica con l'acquisizione
della Sim mirano a garantire il coordinamento complessivo dell'attività di
promozione finanziaria di tutte le agenzie del Gruppo e a consentire
un'offerta bancario-finanziaria omogenea, dotata di specifico marchio,
seppur basata su fabbriche prodotto multibanca (istituti partner).
CARDNET GROUP: IL CDA DELIBERA DI
PROCEDERE CON UN'AZIONE LEGALE NEI CONFRONTI DI MERCATUS E SI AGGIORNA AL 9
APRILE PER VARO DEL PIANO INDUSTRIALE ED ANALISI DELLA SITUAZIONE
FINANZIARIA.
Milano, 28 marzo 2003 - CardNet Group , il gruppo italiano leader nella
progettazione, sviluppo, personalizzazione e produzione di Card, e delle
soluzioni informatiche per la loro emissione e gestione, ha riunito oggi il
Consiglio di Amministrazione. All'ordine del giorno la presentazione del
piano industriale della società e del Gruppo, nonché la valutazione della
posizione finanziaria e la delibera in ordine alla posizione da assumere nei
confronti di Mercatus & Partners. Per questo punto, il CdA ha deliberato
di adire le vie legali nei confronti di Mercatus per il mancato adempimento,
da parte di quest'ultimo, dell'accordo sottoscritto il 6 ottobre scorso, con
formale richiesta di risarcimento degli ingenti danni causati. Il CdA
odierno ha anche registrato il miglioramento della Posizione finanziaria
netta del Gruppo che, al 28 febbraio 2003, era pari a € -26,6 milioni
(rispetto a € -27,6 milioni al 31 dicembre 2002). Alla stessa data il
fatturato consolidato per il periodo luglio 2002 - febbraio 2003 è stato di
circa € 16,4 milioni (€ 12,4 milioni al 31 dicembre 2002), confermando
così una crescita, anno su anno, di circa il doppio. Il Portafoglio ordini,
a fine febbraio, inoltre, ammontava a € 7,3 milioni. In merito alle
indiscrezioni comparse in data odierna sul quotidiano "MF", la
Società conferma che, al momento, sono in corso contatti preliminari.
L'EX VICEPRESIDENTE AL GORE ENTRA A FAR
PARTE DEL CDA APPLE
Milano, 28 marzo 2003 - Apple ha annunciato che Albert Gore Jr., ex
vicepresidente degli Stati Uniti, durante l'odierna riunione del Consiglio
di Amministrazione della società, è stato nominato membro del CdA.
"Al porta in Apple un incredibile ricchezza in conoscenza ed esperienza
dopo aver contribuito a dirigere la più grande organizzazione del mondo, il
governo degli Stati Uniti, come membro del Congresso, senatore e 45°
vicepresidente. E' un appassionato utente Mac e si diletta con l'editing
video di Final Cut Pro", ha dichiarato Steve Jobs, Ceo di Apple.
"Saprà svolgere egregiamente il suo ruolo di consigliere e noi siamo
lieti ed emozionati che abbia scelto proprio Apple come suo primo impegno
nel settore privato." "Steve e la sua squadra hanno compiuto uno
splendido lavoro, trasformando una volta di più Apple in un leader
indiscusso", ha dichiarato Al Gore. "Sono rimasto piacevolmente
colpito dal nuovo sistema operativo, Mac Os X, e dall'impegno dimostrato
dalla società nei confronti dell'open source. Non vedo l'ora di poter
lavorare gomito a gomito con gli altri membri del CdA e di imparare dalla
grande esperienza di coloro che hanno guidato questa leggendaria azienda
verso una nuova era di rinascita e ispirazione." Il 20 gennaio 1993,
Gore diventa il quarantacinquesimo vicepresidente degli Stati Uniti; in
seguito, nel 1996, viene rieletto e collabora alla gestione del Paese
durante il più lungo periodo di crescita economica sostenuta della storia
americana. Per un totale di otto anni, Gore ricopre il ruolo di presidente
del Senato, membro del gabinetto e del Consiglio nazionale di sicurezza, ed
è a capo di un'ampia gamma di iniziative dell'Amministrazione, tra cui
politica ambientale, tecnologia, scienza, comunicazione e riduzione dei
costi del governo. In qualità di membro del Congresso, 25 anni fa ha
contribuito alla diffusione dell'espressione "Information
Superhighway" e ha svolto un ruolo chiave per lo stanziamento di fondi
federali per lo sviluppo di ciò che sarebbe poi diventato Internet. La sua
leadership nel settore tecnologico si è riaffermata con l'impegno, pubblico
e privato, di cablare e collegare a Internet ogni classe e ogni biblioteca
in America. Gore collabora come Senior Advisor con Google, Inc. ed è
inoltre Visiting Professor presso la University of California Los Angeles,
la Fisk University e la Middle Tennessee State University. Anche il
curriculum di studi di Gore è degno di nota: B.A. in Government con lode
nel 1969 conseguito presso la Harvard University, nonché la frequentazione
della Vanderbilt University School of Religion e della Vanderbilt University
School of Law.
CONFCOMMERCIO: AL VIA LA QUINTA
EDIZIONE DEL FORUM DI CERNOBBIO (28, 29 E 30 MARZO A VILLA D'ESTE)
Cernobbio, 28 marzo 2003 - La Costituzione europea, il federalismo, il ciclo
economico internazionale e le prospettive dell'economia italiana,
liberalizzazione e concorrenza, le politiche per l'occupazione, consumi,
made in Italy e internazionalizzazione: saranno questi i principali temi
della quinta edizione del Forum "I protagonisti del mercato e gli
scenari per gli anni 2000" organizzato da Confcommercio, in
collaborazione con Ambrosetti, che si svolgerà dal 28 al 30 marzo prossimo
a Cernobbio. I lavori avranno inizio oggi alle ore 12.00 con la conferenza
stampa di apertura del Presidente di Confcommercio, Sergio Billè, e del
Presidente di Ambrosetti, Alfredo Ambrosetti. Proseguiranno per l'intera
giornata (14.30-18.30), riprenderanno sabato 29 marzo (9.00-13.15 e
14.45-18.45) e si concluderanno domenica 30 marzo (9.00-13.00). Tra i
partecipanti: il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Gianfranco Fini;
i ministri Gianni Alemanno, Umberto Bossi, Enrico La Loggia, Roberto Maroni,
Antonio Marzano; il Viceministro, Adolfo Urso; i sindacalisti: Luigi
Angeletti, Savino Pezzotta; i politici: Enrico Letta, Pier Luigi Bersani,
Roberto Formigoni. Parteciperanno, inoltre, Alberto Alesina (Harvard
University), Frits Bolkestein (Commissario europeo per il Mercato interno),
Daniel Gros (Direttore Centre for European Policy Studies), Gian Maria
Gros-Pietro (Presidente Società Autostrade), Ernesto Illy (Presidente
Centromarca), Alessandro Profumo (Amministratore Delegato Unicredito), Jordi
Pujol (Presidente Generalitat de Catalunya), Larry Siedentop (Oxford
University), Franco Tatò.
WORKSHOP: BOSNIA, MOLDOVA E SERBIA
OPPORTUNITA' E PROSPETTIVE ECONOMICHE
Padova, 28 marzo 2003 - L'Ice - Istituto nazionale per il Commercio Estero e
la Camera di Commercio di Padova, in collaborazione con l'Ocse
(Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), organizzano
martedì 8 aprile p.v., a partire dalle ore 9.15, presso l'Hotel Sheraton di
Padova il convegno - workshop: Bosnia, Moldova E Serbia Opportunita' E
Prospettive Economiche. Il convegno si propone di presentare agli operatori
italiani le opportunità economiche presenti nei suddetti Paesi, nonché le
possibilità di collaborazione produttiva esistenti nell'area. L'iniziativa
sarà così articolata: un seminario di presentazione al mattino; incontri
personalizzati nel pomeriggio. Infolink: http://www.pd.camcom.it/
LA COMMISSIONE AVVIA UNA CONSULTAZIONE
SULL'APPLICAZIONE DELLE REGOLE DI CONCORRENZA AI TRASPORTI MARITTIMI
Bruxelles, 28 marzo 2003 La Commissione europea ha invitato i governi ed i
settori interessati a trasmettere osservazioni sull'applicazione delle
regole di concorrenza comunitarie ai trasporti marittimi. Le compagnie
marittime che fanno parte di conferenze marittime beneficiano attualmente
dell'immunità antitrust concessa più di quindici anni fa dal Consiglio dei
ministri dell'Unione europea. La Commissione intende accertare se tale
immunità, che permette alle compagnie di fissare i prezzi e di limitare
l'offerta, produca ancora i benefici attesi e sia ancora giustificata.
"La maggior parte delle merci scambiate sono trasportate via mare. È
pertanto giunto il momento di esaminare se l'immunità antitrust,
eccezionalmente generosa, a favore delle compagnie marittime che operano
nell'ambito di conferenze, sia in linea con le attuali condizioni di
mercato. La Commissione intende innanzitutto verificare se il regolamento
relativo alle conferenze marittime si traduca in servizi di trasporto
marittimo regolari affidabili ed efficienti, in grado di soddisfare le
esigenze degli utenti di trasporti, conformemente all'obiettivo iniziale del
legislatore", ha dichiarato il Commissario Mario Monti, responsabile
della concorrenza. Le parti interessate sono invitate a trasmettere entro il
3 giugno 2003 le loro osservazioni sul documento di consultazione pubblicato
oggi dalla Commissione. Le conferenze marittime sono gruppi di compagnie
marittime che prestano servizi regolari di trasporto internazionale di merci
in particolare sulle rotte tra l'Europa, da un lato, ed il Nordamerica e
l'Estremo Oriente, dall'altro. Origine dell'esenzione Nel 1986, il Consiglio
dei ministri dell'Unione europea ha approvato un regolamento che concede
agli accordi di fissazione dei prezzi, di ripartizione della capacità e ad
altri tipi di accordi o di consultazioni tra compagnie marittime di linea
un'esenzione dalle regole di concorrenza comunitarie (articoli 81 e 82). Il
regolamento di esenzione per categoria a favore delle conferenze marittime
(regolamento n. 4056/86) era giustificato sulla base del principio che la
fissazione delle tariffe ed altre attività delle conferenze marittime
determinassero tassi di nolo stabili i quali, a loro volta, garantivano ai
caricatori servizi di trasporto marittimo regolari affidabili. Il riesame
non riguarda il regolamento di esenzione per categoria relativo ai consorzi
(regolamento n. 823/2000), che consente alle compagnie marittime di linea di
intraprendere forme di cooperazione operativa (uso in comune di navi,
coordinazione delle rotte e degli orari) ma non di fissare i prezzi. Il
regolamento in questione ha prorogato fino al 2005 un'esenzione concessa nel
1995 dopo che il suo funzionamento era stato ritenuto soddisfacente sia
dalle compagnie marittime di linea, sia dagli utenti dei trasporti. Il
regolamento relativo alle conferenze marittime non è mai stato oggetto di
un riesame sebbene sia stato adottato più di quindici anni fa e sia prassi
comune della Commissione effettuare un riesame periodico dei regolamenti di
esenzione per categoria che esentano talune categorie di accordi dal divieto
generale di pratiche ed accordi restrittivi. Ciò è dovuto al fatto che, a
differenza di tutti gli altri regolamenti di esenzione, il regolamento n.
4056/86 del Consiglio resta in vigore per un periodo illimitato. La
Commissione assocerà strettamente a questo riesame gli Stati membri, che
sono i soli a poter revocare o modificare questo regolamento. Altre
giurisdizioni modificano le loro politiche Sono intervenuti tre cambiamenti
che hanno indotto ad un riesame. Innanzitutto, la modernizzazione del
regolamento generale che stabilisce le norme e le procedure di applicazione
degli articoli 81 e 82. Il regolamento n. 1/2003, che sostituisce il
regolamento n. 17/62, entrerà in vigore nel maggio 2004 ed ora che è stato
completato il riesame procedurale appare opportuno considerare se sia
possibile modernizzare e semplificare anche le norme sostanziali. In secondo
luogo, negli ultimi anni i principali partner commerciali dell'Unione
europea hanno anch'essi riesaminato le rispettive esenzioni a favore delle
conferenze marittime. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno adottato nel 1998
l'Ocean Shipping Reform Act che modifica lo US Shipping Act. In una
relazione dell'aprile 2002, l'Organizzazione per la cooperazione e lo
sviluppo economico ha sollevato dubbi sulla teoria generalmente accettata
secondo la quale la fissazione collettiva delle tariffe era un prerequisito
indispensabile per garantire servizi di trasporto marittimo di linea
affidabili ed ha invitato gli Stati membri a riesaminare le modalità di
applicazione delle regole di concorrenza a tale settore. In terzo luogo,
anche la crescente diffusione del trasporto containerizzato ha determinato
una riorganizzazione del settore sulla base di consorzi o alleanze, in
quanto le compagnie marittime hanno tendenza a ripartire i costi di navi di
dimensioni maggiori e ad organizzare i servizi in maniera diversa.
Un'impostazione basata su tre fasi Il documento di consultazione pubblicato
oggi dalla Commissione individua le questioni che devono essere esaminate
alla luce delle attuali condizioni di mercato. A tal fine, esso formula un
elenco di domande sui punti fondamentali della giustificazione
dell'esenzione per categoria. Il documento invita inoltre gli interessati a
trasmettere le loro osservazioni in merito alla necessità di semplificare e
modernizzare il regolamento su altri aspetti sostanziali. In questa fase,
pertanto, la Commissione non presenta opzioni precise, così come non
procede ad un'analisi approfondita del mercato. Le informazioni raccolte
consentiranno alla Commissione, in una seconda fase, di avanzare una serie
di opzioni in un Libro bianco o verde e, qualora necessario, di dare seguito
a tali opzioni mediante proposte legislative.
SAN GIULIANO MILANESE PRIMO COMUNE
ITALIANO NEGLI AIUTI ALLE POPOLAZIONI COLPITE DALLA GUERRA 10 MILA EURO PER
RIATTIVARE I POZZI D'ACQUA POTABILE NELL'IRAQ STREMATO DALLA SETE E DALLA
FAME
San Giuliano Milanese, 28 marzo 2003 - L'Amministrazione Comunale di San
Giuliano Milanese ha deliberato in questi giorni un primo contributo
straordinario di 10 mila euro per aiutare concretamente le popolazioni
colpite dalla guerra in Iraq. San Giuliano Milanese è uno tra i primi
Comuni italiani ad essersi mosso in questa direzione, coerente con i
principi guida dell'attività amministrativa che sono, tra gli altri, quello
della sussidiarietà e della solidarietà: da qui un impegno costante nelle
iniziative di cooperazione nazionale ed internazionale. L' UniceF ha
lanciato un disperato ammonimento: i bambini dell'Iraq non ce la faranno a
sopravvivere a questa durissima guerra. Sono stati distribuiti in questi
giorni alimenti per oltre 400.000 bambini malnutriti dai volontari dell'Unicef
presenti in territorio iracheno, che organizzano gli aiuti attraverso Amman
ma è impossibile raggiungere tutti i bambini iracheni per sottoporli alle
vaccinazioni e il Direttore Generale dell'Unicef ha fatto sapere che non è
possibile prevedere quanti bambini moriranno durante e dopo la guerra ed il
conflitto potrebbe avere conseguenze drammatiche per l'infanzia irachena.
Nelle ultime settimane sono stati distribuiti in tutto il paese 1.000
tonnellate di alimenti ad alto valore nutritivo e latte terapeutico.
L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Milanese, guidata dal Sindaco
Marco Toni - altresì Ambasciatore Unicef - ha raccolto l'appello lanciato
dall'associazione internazionale deciso di essere parte attiva negli
interventi per la riattivazione dei pozzi d'acqua potabile deliberando un
primo contributo straordinario di 10.000 €. Tale contributo sarà
finalizzato quindi al programma "Unicef in Irawq" e sarà
indirizzato a: unicef italia Onlus - Via Vittorio Emanuele Orlando 83 -
00185 Roma Conto corrente bancario 894000/01 - Intesa B.C.I. Agenzia 11 Roma
- ABI 03069 - Cab 05063 causale "Per i bambini iracheni".
DALL' HABITAT ALL'ABITANTE, DALLA
RISORSA IDRICA ALLA FORMA DI VITA PIU' RAPPRESENTATIVA DELLE ALPI:GLI ORSI
BRUNI. COCCOLINO PERCORRE COSI' LA QUINTA FASE DEL SUO CAMMINO TRA LE ALPI
RADDOPPIANDO IL PROPRIO IMPEGNO NEI CONFRONTI DELL'AMBIENTE. QUESTO QUANTO
EMERSO DURANTE LA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLE NUOVE ATTIVITA'
2003
Milano, 28 marzo 2003 - Sono intervenuti: Luca Nava, Responsabile Relazioni
Esterne Lever Fabergè Italia; Noella Alberga Brand Manager
Coccolino;Antonio Chiarello Senior Brand Manager Coccolino; Andrea Mustoni
Biologo-Esperto nella conservazione dell'Orso Bruno; Mario Pinoli
Responsabile tecnico del progetto Save the Glaciers. Era il 1999 quando il
gruppo anglo-olandese Unilever lanciò su scala mondiale una proposta di
tutela delle acque - dal nome "Clean Water Stewardship" -
invitando tutti i paesi a sviluppare dei progetti di tutela del territorio
e, in particolare, di conservazione del patrimonio idrico; Lever Fabergè
Italia rispose allora col progetto Coccolino Save the Glaciers. Il 2003
accoglie la quinta fase di questo ambizioso progetto che vede Coccolino
sempre più attento e sensibile alla cura del mondo che ci circonda. Si
porterà infatti a compimento l'attività tecnico/scientifica di
implementazione del Sistema di Gestione Ambientale sullo Stelvio e si
continuerà l'attività di cleaning estendendola alle Alpi Centro-orientali
così da coprire, con il progetto, l'intero Arco Alpino. L'intervento si
svolgerà su uno dei ghiacciai più estesi e spettacolari d'Italia, quello
dell'Adamello, attività che quest'anno si effettuerà all'interno di zone
protette, aumentando così il valore simbolico dell'intervento di
risanamento ambientale. Tra le altre iniziative si prevede inoltre
un'attività di raccolta e di raccolta ed elaborazione finale dei dati
raccolti sui sei ghiacciai studiati (1999 Stelvio, Val Senales, Punta Indren,
e nel 2000 Marmolada, Plateau Rosa, Presena). Parallelamente a questi
interventi Coccolino raddoppia il suo impegno lanciando il progetto
"Adotta un orsetto" col quale si prenderà cura degli abitanti
delle Alpi: gli Orsi Bruni. Acquistando da Maggio ad Agosto 2003 una
confezione della linea Coccolino il consumatore potrà sostenere un team di
ricercatori nelle loro numerose attività di salvaguardia e protezione degli
orsi e dei loro tenerissimi cuccioli. Sempre nello stesso periodo
telefonando al numero 02.44.907.077 ogni giorno si potranno vincere subito
10 morbidi orsetti Coccolino simbolo del contributo al progetto. Il numero
è attivo tutti i giorni 24 ore su 24. L'Orso Bruno è uno degli animali
simbolo dell'ambiente naturale delle Alpi di cui Coccolino si è preso cura
durante questi quattro anni. E' stato quindi un'evoluzione naturale quella
di passare dall'habitat all'abitante, dalla risorsa idrica alla forma più
rappresentativa delle Alpi. L'Orso Bruno alpino è scomparso da gran parte
delle Alpi Centrali all'inizio del xx secolo e si è ridotto negli anni '90
a soli 3 esemplari, tanto che il WWF Italia lo ha fatto entrare nella
"Lista rossa dei vertebrati italiani", in quanto è considerata
una tra le specie maggiormente minacciate d'estinzione nel nostro paese. Il
progetto Adotta un Orsetto avrà luogo sulle Alpi, nelle aree dove è
attualmente presente il plantigrado o dove potrebbe esserlo, in relazione
alle attuali fasi di espansione del suo areale. Nelle Alpi Centrali sono
presenti una decina di esemplari di orso, maschi e femmine e nel 2002 una
delle femmine ha dato alla luce due piccoli orsetti, che vivono su queste
montagne liberi e difesi dalla loro mamma. Dopo il rilascio di 10 esemplari,
ora gli studiosi dovranno valutare attentamente la dinamica della situazione
attraverso ricerche scientifiche mirate, cercando di interpretare lo
sviluppo della popolazione, nella speranza che il numero di orsi nell'area
aumenti fino a raggiungere i 50-60 animali, necessari perché la popolazione
possa essere definita "vitale e autosufficiente". Per aiutare
l'orso bruno delle Alpi a sopravvivere è necessario continuare nello sforzo
di tutela e di studio. È necessario porre molta attenzione e seguire
accuratamente l'attuale popolazione per capire come vivono gli orsi,
seguirli, capirne le abitudini, la riproduzione, la vita dei nuovi cuccioli.
"L'iniziativa Coccolino Adotta un orsetto si inserisce- ha affermato il
dottor Nava- in quell'impegno dichiarato e trasparente che Unilever dedica
in tutto il mondo a progetti rivolti al sociale. Da sempre coinvolta in
operazioni nate da un attento studio dei bisogni delle persone e del
territorio dei singoli paesi dove opera, Unilever ha fatto della
responsabilità sociale un punto fondamentale della sua politica
aziendale".
ARTEMISIA 2 UNA METODOLOGIA DI ANALISI
DEL TERRITORIO E DI PREVISIONE PER LA VALUTAZIONE DELL'INQUINAMENTO
AMBIENTALE E DEGLI EFFETTI SANITARI DEGLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI
Palermo, 27 marzo 2003 - Le politiche ambientali e di sviluppo industriale
in Italia, come già da tempo si è affermato a livello internazionale, si
stanno orientando in maniera crescente verso una logica di prevenzione dei
fenomeni di inquinamento, basata sullo sviluppo e l'impiego di processi e
prodotti compatibili con l'ambiente, piuttosto che su interventi di
risanamento e bonifica da effettuare a posteriori. L'Enea, che è fortemente
impegnato nello sviluppo di strumenti e metodologie per la protezione
dell'ambiente e della salute dell'uomo, dispone di competenze
multidisciplinari in grado di fornire il necessario supporto scientifico e
tecnologico, per l'analisi e la valutazione di realtà territoriali
interessate da cicli produttivi inquinanti e da fenomeni naturali. L'Enea
mette a disposizione il proprio know how tecnico a supporto delle Pubbliche
Amministrazioni, centrali e locali, che sono sempre più impegnate in
interventi di gestione e pianificazione del territorio, per i quali c'è la
necessità di disporre di metodologie di monitoraggio, analisi, valutazione
ambientale (atmosfera, acqua, suolo, ecosistemi). In particolare, l'Enea ha
messo a punto metodi di analisi per la stima dei rischi connessi alla
produzione industriale e ai fenomeni naturali, metodi e tecnologie per il
risanamento ambientale, sistemi e metodologie per la valutazione di
tecnologie di processo e di prodotto ambientalmente compatibili. Con la
metodologia Artemisia 2, sviluppata nell'ambito del Progetto "Fare
Patto Ambiente", finanziato dal Ministero Ambiente e Tutela del
Territorio, l'Enea si è posto l'obiettivo di realizzare una procedura in
grado di rappresentare, attraverso un approccio multidisciplinare, uno
scenario dell'area di studio il più possibile aderente alla realtà:
definendo lo stato della qualità dell'aria esistente; valutando, mediante
opportuni indicatori, gli effetti causati all'uomo, alla vegetazione ed alle
acque di falda, dai rilasci aeriformi di un ipotetico nuovo impianto;
verificando la possibilità dell'inserimento di un nuovo impianto produttivo
nell'area di studio nel rispetto dell'ambiente, selezionandone i siti a
minor impatto sanitario e ambientale Tali valutazioni permettono di
orientare la scelta dei siti in applicazione alla direttiva 96/61 CE sulla
prevenzione e riduzione integrata dell'inquinamento (Ippc: Integrated
Pollution Prevention and Control). Infatti, una volta ricostruita la
situazione esistente, Artemisia 2 permette di simulare la presenza di un
nuovo impianto e di valutare sia il sito a minor impatto su popolazione,
agricoltura e falda, sia il contributo aggiuntivo che il nuovo insediamento
avrà sulla situazione preesistente, per verificare che non vengano superati
i limiti di legge per le concentrazioni dei vari inquinanti emessi in
atmosfera. Questo strumento di supporto alle decisioni rappresenta un
importante contributo per favorire i processi di ammodernamento e di
insediamento di nuove attività economiche, migliorando le capacità di
pianificazione delle risorse ambientali e del territorio delle istituzioni
preposte, nonché per incrementare concrete opportunità di crescita e
valorizzazione di comunità e di aree territoriali. L'applicazione del Dss (Decision
Support System) Artemisia 2, che potrà essere impiegata nella gestione di
qualsiasi area del territorio nazionale, sarà particolarmente
indispensabile per quelle dichiarate ad "elevato rischio di crisi
ambientale". Il Progetto è stato portato avanti su tre linee di
intervento: a. creazione di Artemisia 2 e sua applicazione all'area di
Milazzo; b. monitoraggio sperimentale della contaminazione dell'atmosfera,
del suolo e dei prodotti agricoli e applicazione di metodologie di
valutazione degli effetti nocivi sulla produzione agricola; c. studi
epidemiologici. Per l'applicazione di Artemisia 2 all'area di Milazzo,
l'Enea ha potuto utilizzare i dati cartografici messi a disposizione della
Regione Siciliana, nonché i dati di qualità dell'aria e di emissione degli
impianti industriali forniti dalla Provincia di Messina, in modo da poter
effettuare una valutazione della qualità dell'aria esistente sulla base di
modelli meteodiffusivi. Le valutazioni della situazione esistente della
qualità dell'aria al 2000 fornita dai modelli meteo-diffusivi del Dss
Artemisia 2, a partire dai dati di emissione dei principali impianti
industriali della zona, sono congruenti con i dati rilevati dalla rete
provinciale nello stesso periodo. Il monitoraggio sperimentale effettuato
dall'Enea svolto da aprile a ottobre 2001, mostra peraltro valori di SO2 in
media circa due volte superiori a quelli valutati da Artemisia 2 e misurati
dalla rete provinciale come media annua nel 2000. Inoltre dalle stesse
misure sperimentali dell'Enea è emerso che notevole importanza riveste la
conoscenza dei livelli di O3 in aria, in quanto questo inquinante secondario
ha effetti molto più rilevanti dell'SO2 sulla produttività agricola. I
dati infine rilevati dagli studi epidemiologici, anche se uguali o inferiori
alla media della Provincia di Messina e della Regione Siciliana, mostrano
una situazione più compromessa in prossimità della zona industriale,
soprattutto nella popolazione maschile. Una "stazione Artemisia
2", consultabile sulla rete Web, mette a disposizione degli utenti la
metodologia, gli strumenti operativi, i modelli meteo-diffusivi, i dati
cartografici, le regole per le valutazioni degli indicatori di impatto, i
criteri per la scelta dei siti più idonei per ipotetici nuovi impianti,
ecc, permettendo l'effettuazione di facili simulazioni. Tali informazioni
sono contenute in un libro, che verrà distribuito in occasione del
convegno.
MANAGER DI DOMANI
Torino, 28 marzo 2003 - Mercoledì 8 aprile 2003, alle ore 16, presso la
Facoltà di Economia (C.so Unione Sovietica 218 bis - Torino), l'Ufficio Job
Placement organizza un incontro sull'orientamento al mondo del lavoro.
Parteciperanno all'incontro: Banca Primavera, nuova banca del Gruppo Intesa.
Durante l'incontro, dal titolo "Siete ricercati", sarà presentata
la struttura organizzativa della banca, la figura dello specialista
finanziario per il quale la banca sta cercando giovani laureati, fortemente
motivati -, i processi di selezione e le prospettive di carriera. Relatori:
Dott.ssa Roberta Sala, dell'Ufficio Sviluppo rete Promotori; Dott.ssa
Carolina Pettiti, Team Manager dell'area torinese. ProQuest Alison, Società
che offre ai produttori mondiali di automobili e loro reti distributive,
primarie e secondarie, servizi di consulenza e gestione dell'informazione
(B2B) e di monitoraggio delle performance. Al termine dell'incontro, il Job
Placement risponderà a tutte le domande che verranno poste sui problemi di
inserimento nel mondo del lavoro, gestione dei tirocini compresa.
SAI RICONOSCERE I TUOI GIOIELLI? E
INFILARE COLLANE DI PERLE E GEMME? SONO APERTE LE ISCRIZIONI AI CORSI IN
CAMERA DI COMMERCIO: DA1 1° AL 10 APRILE E DALL'8 MAGGIO AL 12 GIUGNO
Milano, 28 marzo 2003. Sei creativa e vorresti per te o da regalare una
collana davvero personalizzata? Magari realizzata con le tue mani? E
vorresti abbinare le gemme giuste e saperle sceglierle? La soluzione c'è.
Arrivano due cicli di incontri per capire e conoscere il mondo dei gioielli:
infilatura di collane, perle, gemme, dal 1 aprile al 10 aprile 2003, dalle
ore 16 alle ore 18,30 e per imparare a riconoscere i gioielli da giovedì 8
maggio a giovedì 12 giugno dalle 17 alle 18,30. Ad organizzarli è Cisgem,
Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano, servizio pubblico per
il controllo di qualità dei materiali gemmologici e dei metalli preziosi.
"Queste iniziative - ha dichiarato Dario Bossi Migliavacca, presidente
dell'azienda speciale Cisgem, il centro gemmologico della Camera di
Commercio di Milano - rappresentano un completamento delle attività che il
Centro rivolge agli addetti ai lavori e al grande pubblico, allo scopo di
una migliore conoscenza delle caratteristiche e problematiche presentate
dalle gemme. Cisgem (Centro informazioni e servizi gemmologici) è l'unico
servizio pubblico per l'analisi e la certificazione di qualità delle pietre
preziose, delle perle e dei materiali ornamentali esistente in Italia.
Accanto alla principale attività di analisi, il centro conduce un'intensa
attività di studio e di ricerca nel campo della gemmologia, anche in
collaborazione con altri istituti gemmologici internazionali e svolge
un'importate funzione di promozione del Controllo di Qualità. Per svolgere
al meglio queste attività, il Cisgem cura un museo e una biblioteca
specifici e organizza periodicamente incontri con gli analisti e convegni su
temi gemmologici". Il corso sull'infilatura di collane, perle, gemme,
per far acquisire abilità nella tecnica, si terrà a partire dal 1° Aprile
2003. E' aperto a tutti gli appassionati del mondo dei preziosi e durerà 4
giorni: 1 - 3 - 8 - 10 aprile 2003, dalle ore 16 alle ore 18,30. Nel corso
verranno affrontati temi quali la preparazione del materiale di lavoro (uso
di aghi speciali e preparazione dei fili); la tecnica di infilatura perle e
pietre preziose ad un filo solo; la tecnica di infilatura perle a torchon;
la tecnica del nodo come intercalare tra le perle; la rifinitura e chiusura
delle collane (filo singolo e torchon). Cisgem organizza anche un corso per
imparare a riconoscere i gioielli, gli incontri si svolgeranno di giovedì
per sei settimane consecutive a partire da giovedì 8 maggio. Il primo
incontro, giovedì 8 maggio, ha come tema "L'importanza delle
"4C" del diamante". Il secondo appuntamento "Come capire
le diverse qualità di rubino e zaffiro", si svolgerà giovedì 15
maggio. Terzo incontro, giovedì 22 maggio, "Come conoscere le diverse
qualità di smeraldo e acquamarina". Quarto appuntamento "Perle
naturali, di coltura e imitazione, giovedì", 29 maggio. Quinta serata
"Principali qualità e varietà di ambra e corallo". A chiusura
del ciclo di incontri, "I marchi sui gioielli, le diverse leghe
metalliche di oro e argento: regole e norme da riconoscere", giovedì
12 giugno. I corsi si terranno in via delle Orsole 4, a partire dalle ore 17
fino alle ore 18,30.
ANALISI SENSORIALE PER BEVANDE E
ALIMENTI: UNI CHIEDE IL CONSENSO PER FISSARNE LE REGOLE
Milano, 28 marzo 2003 - Fino al 5 maggio è possibile partecipare
all'inchiesta pubblica cui sono stati sottoposti due progetti dell'UNI, Ente
Nazionale Italiano di Unificazione, per definire i metodi di base da seguire
per analizzare alimenti e bevande dal punto di vista sensoriale. Democrazia
informatica? E' proprio il caso di dirlo. L'inchiesta pubblica, infatti, è
la formula che UNI adotta nello spirito di volontarietà, trasparenza e
democraticità dell'attività di normazione, per ottenere il più ampio
consenso possibile sui progetti di norma nazionali, prima che essi vengano
pubblicati nella stesura definitiva. Nella fase di inchiesta pubblica, il
progetto di norma elaborato di volta in volta dagli esperti delle varie
commissioni tecniche dell'Uni, viene pubblicato e reso gratuitamente
disponibile sul sito internet www.uni.com
nella sezione progetto on line e, sempre grazie ad internet, chiunque (ed è
proprio questa la principale caratteristica della procedura adottata ormai
da circa tre anni da Uni) può commentare ed avanzare eventuali proposte di
modifica. Nel caso specifico, i due progetti con i quali Uni intende
definire i criteri di base per le analisi sensoriali delle bevande e degli
alimenti riguardano, rispettivamente, il "test triangolare "
(codice U590A2520) e la "comparazione a coppie" (codice
U59003770). Scopo dell'analisi sensoriale è valutare un alimento o una
bevanda con i sensi (soprattutto gusto, olfatto e vista) ed è utilizzata
dalle industrie alimentari per valutare il grado di accettabilità di un
alimento o una bevanda da parte del consumatore. Si può applicare sia in
fase di progettazione di un nuovo alimento o bevanda da immettere sul
mercato, sia per verificare l'accettazione del medesimo da parte del
consumatore ed eventualmente apportare modifiche per "assestare"
le caratteristiche sensoriali affinché tale alimento o bevanda sia
maggiormente gradito dal consumatore. L'analisi sensoriale può essere
utilizzata per determinare se si percepisce una differenza (o non si
percepisce alcuna differenza) in una bevanda o in un alimento, per esempio,
in seguito ad un cambiamento degli ingredienti, del tipo di confezione,
della materia prima, del processo di lavorazione o delle condizioni di
stoccaggio. L'analisi sensoriale in Italia è applicata quasi esclusivamente
dalle grandi industrie alimentari, che possono avere un laboratorio interno
di analisi sensoriale o appoggiarsi a laboratori esterni. Questi sono
attualmente pochissimi in Italia, ma le competenze e la sensibilità per
questo tipo di analisi stanno lentamente crescendo. Per questo è stato
messo a punto il metodo per definire il profilo sensoriale di un alimento o
di una bevanda ed i procedimenti per eseguire l'analisi sensoriale con il
metodo triangolare e con il metodo di comparazione a coppie. Questi due
ultimi, mettono a confronto alimenti o bevande per individuare una
differenza tra uno o più attributi sensoriali, senza, tuttavia, valutarne
quantitativamente la differenza. Il gruppo di lavoro "Analisi
sensoriale" dell'Uni, che ha elaborato i due progetti attualmente
sottoposti ad inchiesta pubblica, ha preso come base le norme Iso
adattandole alla realtà italiana. Coordinatrice del gruppo di lavoro Uni è
la professoressa Ella Pagliarini dell'Università di Milano, docente del
corso di analisi sensoriale. Il metodo triangolare e il metodo per
comparazione a coppie I due progetti di analisi sensoriale attualmente
sottoposti ad inchiesta pubblica, prevedono di effettuare una "scelta
forzata": non è ammessa, quindi, la risposta "nessuna
differenza" e nel caso in cui non percepissero alcuna differenza, i
giudici devono selezionare, a caso, uno dei tre o dei due campioni
riportando nella sezione dei commenti che la scelta è stata fatta per
supposizione. Dopo la prova, per l'interpretazione dei risultati, si calcola
il numero di volte che il campione presentato in singolo è stato
correttamente identificato e si determina la significatività facendo
riferimento ad un prospetto statistico. Il metodo triangolare consente di
determinare se esiste una differenza sensoriale percepibile relativamente
tra tre prodotti (bevande o alimenti), di cui due uguali e uno diverso e si
applica quando la natura della differenza è sconosciuta e solo se i
prodotti sono sufficientemente omogenei. Il metodo della comparazione a
coppie, consente di determinare se tra due prodotti sufficientemente
omogenei esiste una differenza percepibile a livello di un determinato
attributo sensoriale. Durante il test si presentano ai giudici due campioni
chiedendo loro di indicare quale dei due presenta la più alta intensità
della caratteristica in esame. Entrambi i progetti mirano anche a definire i
criteri di selezione, addestramento e monitoraggio dei giudici, per i quali
è preferibile che abbiano lo stesso livello di qualificazione definito in
base agli obiettivi della prova e il cui numero sarà predeterminato in base
al livello di sensibilità desiderato per la prova stessa e sarà legato a
fattori puramente pratici fra i quali, per esempio, la durata
dell'esperimento, il numero dei giudici disponibili e la quantità dei
prodotti. Nei due progetti si precisa che la prova si deve eseguire in
condizioni tali da impedire la comunicazione tra i giudici fino al termine
delle valutazioni e in locali conformi (così come già stabilite dalle
precedenti norme Uni Iso 8589). I campioni devono essere preparati fuori dal
campo visivo dei giudici e tutti nello stesso modo: stesso sistema di
preparazione, stessi contenitori e stesse quantità di prodotto. I giudici
non devono essere portati a trarre conclusioni sull'intensità della
caratteristica in esame dal modo in cui vengono presentati. Per esempio, se
si tratta di una valutazione gustativa, è necessario evitare differenze di
temperatura o di aspetto dovute, per esempio, alla sequenza temporale di
preparazione. Allo stesso modo è necessario mascherare ogni differenza,
seppure piccola, di colore utilizzando al momento della valutazione luci
colorate o smorzate
POMERIGGIO INFORMATIVO NEL REGNO UNITO
SULLA REDAZIONE DI PROPOSTE ETEN
Londra, 28 marzo 2003 - In preparazione a un invito a presentare proposte
per il programma Eten, Ukishelp sta organizzando un pomeriggio informativo
che si svolgerà il 16 maggio a Londra (Regno Unito). Il programma eTen
contribuisce all'introduzione sul mercato di applicazioni e servizi nuovi di
interesse generale. La pubblicazione del nuovo invito a presentare proposte
è prevista per il mese di maggio. I finanziamenti del programma potranno
essere utilizzati per sostenere la redazione di una piano aziendale
convincente e dimostrare l'attuabilità commerciale di un'idea, oppure come
parte di un investimento iniziale. La manifestazione comprenderà
presentazioni da parte di rappresentanti della Commissione relative
all'obiettivo del programma e l'intervento di un valutatore sugli aspetti
che caratterizzano una buona proposta di progetto. Infolink: http://www.ukishelp.co.uk/framework6/events/eTen.htm
PARMA OSPITERÀ UNA GIORNATA
INFORMATIVA SULLA PRIORITÀ 5 DEL 6PQ
Parma, 28 marzo 2003 - Il 31 marzo si terrà a Parma una giornata nazionale
di informazione sulla priorità 5 del sesto programma quadro (6PQ),
"Sicurezza e qualità dei prodotti alimentari". La manifestazione
si propone, in particolare, di discutere la ricerca sulla qualità e sulla
sicurezza del settore agroalimentare e le regole di partecipazione alla
corrispondente priorità tematica. La giornata informativa punterà altresì
l'attenzione sulla dimensione regionale dello Spazio europeo della ricerca (Ser)
e presenterà gli strumenti di partecipazione. Interverranno rappresentanti
della DG Ricerca della Commissione europea e del ministero italiano
dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (Miur), i quali forniranno
consulenza e commenti sulle proposte e le idee di progetto. La
manifestazione è organizzata da Aster, agenzia per la scienza, la
tecnologia e le imprese, e dall'Unione parmense degli Industriali, in
associazione con la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Parma e la
Commissione europea. Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Aster- Scienza
Tecnologia Impresa Tel: +39 051 6398099 Fax +39 051 6398131 E-mail: damiana.badiali@aster.it
http://www.aster.it Unione Parmense
degli Industriali Tel: +39 0521 2266 Fax +39 0521/226700 E-mail: upiecon@assindustria.pr.it
http://www.assindustria.pr.it
SECONDO UNA RICERCATRICE BRITANNICA,
DIVENTARE VALUTATORE PER L'UE OFFRE ENORMI VANTAGGI
Bruxelles, 28 marzo 2003 - La Commissione europea si sta attivamente
adoperando per elevare il numero di valutatrici nell'ambito del sesto
programma quadro (6PQ), al fine di raggiungere l'obiettivo previsto del 40
per cento. Per questo motivo, il Notiziario Cordis ha rivolto alcune domande
ad un'esperta valutatrice sulla "sfida" connessa all'attività di
esaminare le proposte di progetto comunitarie. Sue Lewey, che fino a due
anni fa gestiva un centro di ricerca marittima a Southampton (Regno Unito),
svolge attualmente un lavoro part-time presso l'Amrie (Alleanza degli
interessi regionali marittimi in Europa), con sede a Bruxelles, e gestisce
una società privata di consulenza nel Regno Unito. Nel frattempo, continua
anche ad insegnare a tempo parziale. La dott.ssa Lewey ha insistito più
volte sul fatto che partecipare all'attività di valutazione è un processo
bidirezionale: da un lato, i ricercatori rendono un servizio alla
Commissione, ma, dall'altro, ne raccolgono essi stessi i benefici. Ed è
proprio la prospettiva di tali vantaggi che ha indotto la dott.ssa Lewey a
parteciparvi. "Abbiamo capito [al centro di ricerca] che era necessario
individuare un paio di persone disposte ad intervenire alla procedura di
valutazione per ottenere un'idea concreta dei progetti di ricerca
presentati", ha affermato la dott.ssa Lewey. "Per noi è stata una
soddisfazione poter mettere a disposizione tutta la nostra esperienza in
materia di ricerca e valutazione delle proposte. Da parte nostra, questo era
ciò che avevamo da offrire, ma nel contempo, volevamo sapere cosa pensavano
le persone e capire quale tipo di progetto aveva più possibilità di
ottenere un finanziamento". La dott.ssa Lewey è diventata
"piuttosto abile" nella redazione di proposte di ricerca e ha
partecipato a sei progetti finanziati dall'UE. Nell'arco di quattro anni, ha
collaborato a quattro procedure di valutazione. La ricercatrice britannica
non ha incontrato molte difficoltà nel passaggio all'attività di
valutazione delle proposte europee, grazie alla sua precedente esperienza in
un procedimento analogo a livello nazionale e all'analisi di numerose
richieste di dottorato. "Credo di aver sviluppato una notevole capacità
nell'intuire se una proposta di ricerca non è altro che un bluff [...]. Col
tempo l'occhio si allena a distinguere le proposte molto valide e solide, da
quelle di mediocre qualità". In sostanza, ai valutatori viene chiesta
una disponibilità di sei giorni, durante i quali sono chiamati ad esaminare
le proposte inviate nell'ambito di un particolare invito, sebbene la
procedura, solitamente, venga completata nell'arco di tre-cinque giorni.
Durante il primo giorno, i valutatori ricevono un briefing sull'invito, nel
corso del quale vengono illustrati gli obiettivi della Commissione ed
eventuali regolamentazioni pertinenti. Dopo poco tempo, come ha spiegato la
dott.ssa Lewey, il compito appare meno complesso: "Per leggere la prima
[proposta] si impiegano ore ed ore, ma poi, all'improvviso, scatta un
meccanismo e si capisce quali sono gli elementi importanti sui quali
concentrare l'attenzione". Nelle valutazioni alle quali ha partecipato,
la dott.ssa Lewey ha lavorato in ambienti costituiti prevalentemente da
uomini. A suo avviso, ciò non deve sorprendere, poiché la scienza e la
tecnologia marittime sono dominate dalla presenza maschile. La dott.ssa
Lewey non era a conoscenza dell'obiettivo della Commissione di elevare la
presenza delle donne al 40 per cento del totale dei valutatori e ha definito
tale traguardo un "salto enorme" che, probabilmente, non potrà
essere realizzato nell'immediato futuro: "Le donne sono comunque
sottorappresentate nel mondo scientifico, quindi non mi è chiaro come si
possa raggiungere questo 40 per cento". Ciononostante, la dott.ssa
Lewey condivide pienamente l'ambizione alla base dell'obiettivo e ammette di
lavorare in uno dei settori meno frequentati dalle donne. La ricercatrice ha
posto l'accento su una mancanza generale di valutatori europei. Una delle
cause è rappresentata dal fatto che alcune università sono restie a
concedere ai propri ricercatori la possibilità di assentarsi sei giorni per
recarsi a Bruxelles. L'Istituto di Southampton, invece, si è mostrato molto
disponibile: "La mia università ha ritenuto positivo che alcuni dei
propri dipendenti diventassero valutatori per il 5PQ e fossero così in
grado di dire [a proposito delle proprie proposte di ricerca] 'no, questa
non verrà accettata'''. La dott.ssa Lewey ritiene, inoltre, che partecipare
ai progetti e valutarli sia un po' come "la storia dell'uovo e della
gallina": grazie all'attività di valutazione, i ricercatori
acquisiscono maggiore familiarità in merito alle caratteristiche che una
buona proposta deve contenere, ma secondo alcuni, prima di svolgere tale
attività, i valutatori dovrebbero condurre loro stessi dei progetti Nel
complesso, la dott.ssa Lewey giudica la "sfida" di esaminare le
proposte "molto stimolante" e ritiene di aver ottenuto notevoli
benefici. "Ho avuto l'opportunità di incontrare persone straordinarie
e credo di aver imparato molto, non solo per quanto riguarda la procedura di
valutazione, ma anche in merito ai diversi atteggiamenti e approcci degli
Stati membri nei confronti della ricerca. Ritengo sia molto utile osservare
tutti questi fattori e il modo in cui si riflettono nelle proposte e nelle
discussioni. È un insegnamento davvero prezioso per chiunque in
Europa", ha concluso la ricercatrice. Per u informazioni su come
diventare valutatore visitare il seguente sito: http://www.cordis.lu/experts/fp6_candidature.htm
SINERGY IN CALABRIA: NUOVA APERTURA A
TROPEA E AMPLIAMENTO A CASTROVILLARI
Troppa, 28 marzo 2003 - Sinergy, la catena nazionale di negozi di prossimità,
specializzati nella vendita al dettaglio di piccoli e grandi
elettrodomestici, prodotti di telefonia ed elettronica di consumo, comunica
i nuovi importanti progetti d'espansione in Calabria: l'inaugurazione di una
nuova realtà commerciale a Tropea (Vv), prevista per il prossimo 30 marzo,
ed il trasferimento del punto di vendita di Castrovillari (Cs), con
ampliamento delle dimensioni originarie. Il nuovo store Sinergy di Tropea,
di proprietà della Famiglia Pugliese , apre in via Annunziata, con una area
espositiva pari a circa 240 mq, un ampio parcheggio privato ed una ricca
offerta di prodotti delle migliori marche: un vasto assortimento, costituito
da ben 2.000 referenze, ripartito fra i reparti di elettronica, piccolo e
grande elettrodomestico e climatizzazione. L'attenta analisi della zona
evidenzia, tra l'altro, l'importanza strategica della posizione del nuovo
punto di vendita, tale da permettergli di raccogliere un bacino d'utenza,
nel periodo di alta stagione turistica, stimato intorno alle 100.000 persone
circa. All'interno del negozio, lo staff Sinergy, pronto ad accogliere i
visitatori, si compone di tre addetti alle vendite, qualificati da grande
disponibilità e professionalità. Il secondo appuntamento con Sinergy é
previsto invece domenica 23 marzo, con l'inaugurazione del nuovo negozio di
Castrovillari, di proprietà della Famiglia D'Angelo, trasferito da via
L.Saraceni in Corso Calabria ed ampliato per una metratura complessiva di
vendita pari a 650 mq. All'interno della nuova struttura, i reparti
maggiormente interessati, dall'ampliamento delle superfici espositive, con
conseguente aumento delle referenze specifiche, sono quelli relativi
all'elettronica ed al grande elettrodomestico. La nuova ubicazione consente,
inoltre, di sfruttare un bacino d'utenza di circa 70.000 persone e di avere
a disposizione un parcheggio privato, da 100 posti auto, oltre che di
disporre di un ampio magazzino. All'interno del negozio, 6 addetti alle
vendite sono occupati presso i due punti cassa ed i reparti di elettronica,
climatizzazione, piccolo e grande elettrodomestico. L'archittetura interna
del Sinergy di Castrovillari prevede, inoltre, un'estesa area dedicata al
settore Lista Nozze, con allestimenti originali ed eleganti, curati nei
minimi dettagli. Tra le ambientazioni più suggestive, infine, quella
riservata all'Home Theater, realizzata con particolarissimi ed insoliti
materiali, all'interno della quale, il cliente potrà ammirare questi
gioielli della tecnologia, in un contesto davvero coinvolgente. In occasione
della nuova apertura di Tropea e del trasferimento del punto di vendita di
Castrovillari, Sinergy pianificherà una consistente campagna promozionale,
attraverso spazi pubblicitari sui più importanti quotidiani e passaggi
sulle più note emittenti radiofoniche locali. L'operazione verrà inoltre
potenziata da una capillare azione di volantinaggio ed affissione, nelle
zone interessate.
ALESSANDRA BASSAN - SEGRETARIO
PROVINCIALE CNA -CONFEDERAZIONE NAZIONALE ARTIGIANATO E PMI: L'ACCORDO
SIGLATO IN PREFETTURA NEI GIORNI SCORSI È COERENTE CON TUTTO QUANTO È
STATO FATTO NEI MESI SCORSI PER EVITARE DI NON INCREMENTARE ULTERIORMENTE L'ILLEGALITÀ
Milano, 28 marzo 2003 - Alessandra Bassan - segretario provinciale Cna
-Confederazione Nazionale Artigianato e Pmi - Milano nel corso di un suo
intervento in merito alla situazione che interessa i lavoratori stranieri ha
affermato: " Abbiamo lavorato in questi mesi , tutti insieme , al
Tavolo istituito in Prefettura, usando buon senso ed attenzione alle
esigenze sia delle imprese che dei lavoratori stranieri, il tutto nel
rispetto della legge. Abbiamo tutti dato il nostro contributo per agevolare
il lavoro , impegnativo, svolto dagli sportelli che procedono alle pratiche
di sanatoria. L'accordo siglato in Prefettura nei giorni scorsi è coerente
con tutto quanto è stato fatto nei mesi scorsi per evitare di non
incrementare ulteriormente l'illegalità ,consentendo un'altra opportunità
al cittadino straniero di poter lavorare regolarmente. Cna Milano e il
sistema delle imprese artigiane e delle Pmi che essa rappresenta ritengono
pertanto un grave errore l'atteggiamento del Ministro Maroni , il quale ,
"sconfessando" l'accordo milanese ha dimostrato non solo di non
aver capito quali siano i reali problemi che vanno affrontati e risolti sul
delicato tema del lavoro, ma non ha tenuto conto nè del diritto sacrosanto
alla "dignità" dei cittadini stranieri nè della volontà
manifestata in più occasioni dal mondo delle imprese di offrire e garantire
adeguate opportunità di lavoro a queste persone."
ENERGIA SOLARE PER RISCALDARE LE SCUOLE
RISPARMI DAL 30 AL 68% CON IL PROGETTO SPERIMENTALE ALTENER
Milano, 28 marzo 2003 - La Regione Lombardia si impegna a promuovere l'uso
di fonti energetiche rinnovabili nelle scuole e nei centri professionali.
L'assessore ai Servizi di pubblica utilità, Maurizio Bernardo, ha firmato
l'adesione al progetto Altener, cofinanziato dalla Commissione Europea, e
fatto proprio dalla Regione Lombardia come progetto Altener Schools. Con tre
obiettivi, spiega lo stesso Bernardo: "Ridurre i costi, fornire un
chiaro esempio di buona gestione e promuovere presso gli studenti una
educazione ambientale efficace". La fase preliminare del progetto è già
stata avviata. Un campione di sette edifici scolastici ha mostrato la
possibilità di utilizzare energia solare per il riscaldamento e per la
produzione di acqua calda. Gli interventi, già programmati, permetteranno
un risparmio energetico del 27,9 per cento sul riscaldamento e del 68 per
cento sulla produzione di acqua calda. Il primo progetto che prenderà il
via sarà quello del centro professionale di Casargo (LC): le opere dovranno
essere realizzate entro il settembre del 2003. Si prevede la costruzione di
una copertura solare con collettori ad aria per il riscaldamento per 112
metri quadri ed ulteriori 114 metri quadri di collettori per la produzione
di acqua calda. Con un accordo con il Comune la Giunta regionale ha
stanziato un contributo di circa 256.000 Euro. La scuola di Casargo diventerà
quindi un centro per corsi per progettisti, installatori e gestori di
impianti solari, contribuento a diffondere in modo efficace la cultura del
risparmio energetico e dell'uso delle fonti energetiche rinnovabili tra gli
operatori del settore. Le altre sedi in cui sono in corso le valutazioni e
lo studio dei progetti per l'applicazione di tali tecniche, sono Centri di
formazione dove si svolgono attività anche nei periodi estivi e dove sono
necessari elevati impieghi di acqua calda: i Centri alberghieri di
Pontedilegno, Castione della Presolana, il convitto della Fondazione
Minoprio e i centri formativi di acconciatura ed estetica di Varese e
Bergamo.
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