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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 29 Maggio 2007 |
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FERRARI: JEAN TODT: "BISOGNA SEMPRE SPINGERE AL MASSIMO"
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Ferrari: Jean Todt: "Bisogna sempre spingere al massimo" Maranello, 29 maggio 2007 - L´amministratore Delegato della Ferrari, Jean Todt, definisce una "eccezione" il Gran Premio di Monaco, che ha visto Felipe Massa concludere molto staccato al terzo posto e Kimi Raikkonen in ottava posizione sotto la bandiera a scacchi, dopo l´incidente avuto nelle qualifiche di sabato. Secondo Todt, una situazione di questo tipo è molto improbabile che si ripeta nel prossimo appuntamento del Mondiale, in Canada fra due settimane. "Sappiamo tutti che Monte Carlo è un circuito molto particolare - spiega Todt -. Lo scorso anno, ad esempio, le cose sono cambiate molto da Monaco a Montreal, nel giro di 15 giorni. Direi che possiamo trarre qualche insegnamento dalla storia, è tutto abbastanza documentato, in questo senso". Todt ha comunque specificato che negli ultimi anni non è stata solo la Mclaren ad essere competitiva su questa pista, anche se la vittoria di Alonso è stata la 12° nel Principato per il team anglotedesco: "Lo scorso anno era stata la Renault ad andare forte qui". "Sapevamo fin dall´inizio che la Mclaren era forte e qui lo sono stati anche di più, quindi nessuna sorpresa. Faccio loro le mie congratulazioni, noi dobbiamo combattere duramente nelle prossime gare. Per quanto riguarda questa gara, devo dire che le qualifiche sono state molto serrate dato che Felipe ha girato a meno di un decimo di secondo da Hamilton, 65 centesimi se non vado errato, e Kimi ha avuto quel problema che gli ha impedito di concludere le prove ufficiali. Comunque, le Mclaren sono state le più rapide e fondamentalmente non c´è altro da aggiungere". Ci sono state altre ragioni che hanno causato il ritardo di oltre un minuto tra il duo Mclaren e la Ferrari di Massa. Qualcuno ha anche parlato del passo della F2007, più lungo rispetto a quello delle monoposto avversarie, come la ragione principale del ritmo più lento sullo stretto e tortuoso tracciato monegasco: "Si può parlare del ritmo e allora analizzando la corsa si nota che fino al primo pit stop Felipe era vicino a Hamilton. Poi noi abbiamo scelto di passare alle morbide mentre loro hanno optato ancora per le dure. A Felipe però sono serviti più di cinque giri per liberarsi di una vettura e così ha perso 15 secondi da Hamilton. Sapevamo che al massimo poteva puntare al terzo posto e così ha fatto". Todt ha anche sottolineato come Kimi Raikkonen sia ancora assolutamente in lizza per il campionato, anche se sono 15 i punti di distacco dalla vetta della classifica: "E´ una stagione ancora aperta, molto aperta. Se rimanessero due gare da disputare ovviamente sarebbe diverso, ma con 12 corse di fronte a noi allora si tratta di 1. 25 punti di media per ogni Gran Premio, che non è molto". Nonostante da qui a Montreal non ci saranno test, la Scuderia Ferrari continuerà a lavorare duramente: "Abbiamo qualche modifica in programma per il prossimo appuntamento, bisogna sempre spingere al massimo. Rispettiamo i nostri avversari perché sono molto bravi e molto forti. Ad inizio stagione hanno dimostrato maggiore affidabilità rispetto a noi. E poi ci sono anche team dietro di noi che si stanno comportando molto bene, pertanto non dobbiamo assolutamente rilassarci ma continuare a migliorare". "Per ora si sono distinti due team rispetto agli altri, e penso che la situazione non cambierà ancora per un po´. Ma come ho detto prima molte squadre stanno facendo bene e sono sicuro che progrediranno ulteriormente. Noi dobbiamo farlo ancora di più di loro". Ancora una volta Michael Schumacher è stato presente al box e Todt ha chiarito il tipo di coinvolgimento nel team del sette volte Campione del Mondo : "Michael osserva e se crede di avere qualcosa da dire agli ingegneri lo fa". Secondo l´Amministratore Delegato della Ferrari però il tedesco non ha un ruolo decisivo nelle scelte della squadra: "Il team è ben organizzato, ci fidiamo sia delle persone che lavorano a Maranello sia di quelle che operano in pista per migliorare la vettura. I contributi di Michael però sono sempre interessante e ben graditi da tutti". | . |
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DAL CENTRO RICERCHE DUCATI ESCE “FREEDUCK” VEICOLO IBRIDO TESTIMONIAL DEL DISTRETTO TECNOLOGICO |
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Trento, 29 maggio 2007 – Business Innovation Center – Tecnofin, Via Fortunato Zeni 8, Rovereto, uno degli indirizzi dove si gioca il futuro del Trentino. Le serrande del modulo 62-63 si sollevano per svelare il risultato del lavoro di 12 giovani ingegneri ai quali il Centro Ricerche Ducati ha affidato il progetto N. E. V. E (Nuove soluzioni per gestire l’Energia nei Veicoli leggeri e per la compensazione di carichi Elettrici in ambiente industriale), un avanzato progetto di ricerca industriale per la realizzazione di un veicolo ibrido leggero, pratico, maneggevole e poco costoso (non più di 5. 000 euro) per il trasporto sostenibile in ambito urbano. Alla presentazione al Bic di Rovereto dei primi risultati del progetto a poco più di un anno dall’insediamento del Centro Ricerche Ducati Energia, sono intervenuti stamane il presidente della Provincia autonoma Lorenzo Dellai, gli assessori alla ricerca e innovazione Gianluca Salvatori e all’industria Marco Benedetti, i vertici dell’Associazione Industriali di Trento e di Tecnofin, i responsabili del Distretto Energia e Ambiente, l’assessore comunale all’industria di Rovereto Paolo Farinati. Il Presidente e amministratore delegato di Ducati Energia, Guidalberto Guidi: “Faremo di Rovereto il centro dove nasceranno i prototipi che assicureranno lo sviluppo di Ducati energia per i prossimi venti o trent’anni”. “Freeduck” – questo il nome del veicolo, provato sul campo dallo stesso presidente Dellai - non è un comune veicolo elettrico: la sua particolarità sta nel fatto che il motore endotermico di cui è dotato svolge la funzione di mantenere costantemente ottimale il livello di carica delle batterie. L’obiettivo, raggiunto, è dare una risposta al principale problema che ha finora limitato la diffusione dei veicoli elettrici, vale a dire la limitata autonomia e la scarsa praticità di rifornimento. Il piccolo motore endotermico che i ricercatori della Ducati hanno montato sul Freeduck consente, infatti, di utilizzare il veicolo sia in modalità elettrica pura (con un’autonomia di 50 chilometri con emissioni zero), sia in modalità ibrida (oltre 200 chilometri con emissioni in ogni caso ridotte). La struttura del sistema messo a punto dalla Ducati – ha spiegato Alessandro Venturoli, direttore del centro e responsabile scientifico del progetto Neve - è inoltre compatibile con evoluzioni verso l’utilizzo di carburanti alternativi (Gpl, metano, gas naturale) o verso l’uso di nuove tecnologie come le celle a combustibile (idrogeno). La realizzazione del prototipo (frutto di un progetto triennale, ma che si svilupperà anche oltre, con un budget complessivo di 5 milioni di euro, 3 dei quali messi a disposizione dalla Provincia autonoma di Trento) è la dimostrazione concreta delle potenzialità che il sistema della ricerca e dell’innovazione industriale trentino è capace di sviluppare. Non a caso a quanto si sta facendo al Centro Ricerche Ducati è particolarmente interessato il ministero dell’industria, che ha tra l’altro cofinanziato un altro progetto della Ducati, il progetto “Scenari”, per lo sviluppo di componenti per il controllo dei motori endotermici con nuovi approcci battery-less, in altre parole senza batteria. “Fra i motivi che hanno determinato, poco più di un anno fa, la scelta di localizzare il centro in Trentino – ha affermato Guidi, svelando di aver inizialmente pensato ad altra sede e di essere stato poi convinto ad optare per il Trentino dagli assessori Salvatori e Benedetti e dallo stesso presidente Dellai – hanno prevalso la dinamicità e la sensibilità del mondo istituzionale della Provincia autonoma di Trento sui temi dell’innovazione, dello sviluppo industriale e della tutela ambientale, testimoniata da una forte politica d’incentivazione della ricerca e dalla disponibilità di infrastrutture dedicate quali il centro Tecnofin di Rovereto”. Tutto ciò non sarebbe però bastato se non vi fosse anche la presenza dell’Università di Trento, definita dalla Ducati “un partner ottimale per la ricerca avanzata”. La Ducati – lo ha ricordato l’assessore Salvatori – è stata la prima impresa che ha accolto l’idea del Distretto tecnologico nel settore delle tecnologie ambientali ed energie rinnovabili, con un progetto che interpreta ciò che la manifattura italiana diventerà nei prossimi anni. Discorso di stretta attualità in particolare per la Vallagarina, il cui comparto industriale sta vivendo sulla propria pelle (l’ultimo atto è la chiusura della Manifattura Tabacchi) quei processi di riconversione e rigenerazione del sistema produttivo connessi alle dinamiche di sviluppo oggi presenti in ogni parte del pianeta. “Questo progetto – ha aggiunto l’assessore all’industria Benedetti – dimostra quanto il Trentino sia oggi competitivo”. E proprio alla rigenerazione del sistema produttivo locale ha fatto riferimento il presidente Dellai: “In Trentino nascono cose nuove e s’incominciano a vedere i risultati degli investimenti fatti, cosa non sempre scontata, abbiamo seminato bene e molto. Questo innovativo veicolo è un messaggio di fiducia. Abbiamo però avuto anche la fortuna d’incontrare, con Guidalberto Guidi, un rappresentante di un’ottima imprenditoria. Ora dobbiamo far sì che in Vallagarina e a Rovereto questo nuovo modo di essere industria si esemplifichi e si radichi”. L’auspicio, insomma, è che altre industrie innovative e capaci di fare ricerca avanzata guardino al Trentino come ad un territorio accogliente e favorevole, più di altri, allo sviluppo di progetti d’avanguardia. “Il Trentino – ha concluso Gianfranco Pedri, presidente di Assindustria Trento – sarà all’altezza di queste sfide. Ducati Energia è un esempio che siamo orgogliosi di ospitare”. . |
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70 ANNI FA NASCEVA LA VOLKSWAGEN |
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Verona, 29 maggio 2007 - Il 28 maggio del 1937 veniva fondata a Berlino la "Gesellschaft zur Vorbereitung des Deutschen Volkswagens mbH“ (Società a garanzia limitata per la costruzione dell´automobile popolare tedesca) con un capitale sociale pari a 480. 000 Marchi del Reich. Da questa iniziativa furono poste le basi per la nascita dello stabilimento di Wolfsburg, dal quale sarebbe sorta in seguito una delle maggiori aziende automobilistiche del mondo. Avendo affidato la costituzione dell´Azienda al “Deutsche Arbeitsfront”, il sindacato unico hitleriano chiamato “Fronte del Lavoro”, i nazionalsocialisti strumentalizzarono un progetto che aveva affascinato fin dagli inizi del secolo gli ingegneri automobilistici e l´opinione pubblica: la realizzazione di una “Volkswagen”, letteralmente “auto del popolo”. Ferdinand Porsche, che nel 1934 era stato incaricato dall´Associazione Nazionale delle Industrie Automobilistiche di realizzare tale progetto, con il suo team composto da Karl Rabe, Franz Xaver Reimspieß e Ferry Porsche, sviluppò una vettura (il Maggiolino, entrato nella produzione di serie nel 1938) che, con la sua inconfondibile silhouette, avrebbe scritto una pagina straordinaria della storia dell´automobile. Ferdinand Porsche, insieme a Bodo Lafferentz, esponente del Deutsche Arbeitsfront, faceva parte della Direzione Generale dell´Azienda, che dal 1938 divenne attiva con il nome di Volkswagenwerk Gmbh. La prima pietra dello stabilimento di Wolfsburg venne posata il giorno dell´Ascensione del 1938 e il motto propagandistico che parlava di "un´auto nata dalla forza della gioia" (Kdf = Kraft durch Freude) rimase una mera illusione, così come le promesse di condizioni di lavoro e di vita meravigliosa a Wolfsburg, che allora si chiamava "Città dell´auto Kdf", e a Braunschweig. Infatti, dopo l´inizio della Seconda Guerra Mondiale, lo stabilimento della Volkswagen venne convertito in un´industria d´armamenti, nella quale furono costretti a lavorare per la guerra di Hitler molti stranieri condannati ai lavori forzati. Lo stabilimento Volkswagen tornò ad essere un´azienda automobilistica civile in seguito alla confisca operata, per conto degli Alleati, dalle forze militari britanniche, che nell´agosto del 1945 commissionarono un primo lotto di produzione di oltre 20. 000 vetture. La produzione di serie riprese nel dicembre del 1945 con la costruzione dei primi 55 Maggiolini. I britannici contribuirono inoltre allo sviluppo di un sevizio Clienti e di una rete di vendita ben ramificata, realizzarono una politica della qualità che rimase tipica del marchio Volkswagen, introdussero uno spiccato orientamento all´export, essenziale per il successo economico, e contribuirono infine alla realizzazione del canale artificiale che congiunge il Reno all´Elba. La riforma valutaria del 1948 e la normalizzazione dei rapporti commerciali esteri contribuirono al successo della simpatica automobile dalle forme arrotondate. Nell´ottobre del 1949 la Volkswagen venne posta dai britannici sotto l´amministrazione fiduciaria della Repubblica Federale e venne concessa in gestione al Land della Bassa Sassonia. Grazie al successo dei due modelli prodotti – il Maggiolino e il Transporter – l´Azienda di Wolfsburg divenne il simbolo imprenditoriale dell´intera Germania durante il periodo del "miracolo economico". Negli anni Cinquanta vennero aperte nuove fabbriche: ad Hannover e a Kassel, più tardi a Emden e Salzgitter. Anche all´estero l´Azienda conquistò una serie di successi: nel 1947 iniziarono le esportazioni, nel 1952 la Volkswagen fondò in Canada la sua prima società di distribuzione estera, e nel 1953 fu inaugurato un nuovo sito produttivo in America del Sud, la "Volkswagen do Brasil Ltda". Nel 1955 a Wolfsburg venne celebrata la produzione del milionesimo Maggiolino dalla fine della guerra. Trasformata in Società per Azioni e parzialmente privatizzata nel 1960, la Volkswagen si rafforzò grazie all´acquisizione di Auto Union Gmbh, avvenuta nel 1965, che venne poi accorpata nel 1969 alla Nsu Motorenwerke Aktiengesellschaft (accorpamento dal quale nacque l´attuale Audi Ag), divenendo così il primo Gruppo automobilistico tedesco. Tra il 1973 e il 1975 la Volkswagen ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo tecnologico grazie al passaggio dal motore a trazione posteriore raffreddato ad aria a soluzioni più moderne che impiegavano motori raffreddati ad acqua e a trazione anteriore. Passat, Golf e Polo sono i nomi di tre modelli che rappresentano questa rivoluzione, tutt´oggi fulcro della produzione della Casa di Wolfsburg. Alla metà degli anni Settanta la Volkswagen seppe adattare i propri prodotti alle nuove condizioni economiche che si erano create dopo la crisi energetica del 1973. Divenne un costruttore innovativo di veicoli di larga diffusione, in grado di offrire elevati standard di sicurezza e motori dai consumi molto contenuti. Come già nell´era del Maggiolino, ancora oggi la Volkswagen interpreta in tutto il mondo il ruolo di "ambasciatore della mobilità Made in Germany" contribuendo così alla democratizzazione della sicurezza, del comfort e della salvaguardia ambientale. Nata in Bassa Sassonia, quest´Azienda ha dimostrato molto presto che la sua voglia di forte crescita internazionale – si pensi ad esempio all´ingresso nel mercato cinese nel 1982 – è stata una garanzia di successo. In questo contesto la Volkswagen, con i servizi finanziari offerti dalla Volkswagen Financial Services Ag, ha potuto adeguarsi alle condizioni imposte dalla globalizzazione. Il bilancio di oltre 107 milioni di Volkswagen vendute in tutto il mondo non ha bisogno di commenti. Il Gruppo Volkswagen comprende oggi altri Marchi automobilistici, come Audi, Seat, Škoda, Bentley, Bugatti e Lamborghini, i quali, nell´unità composita del Gruppo, sono in grado di offrire modelli che soddisfano qualunque esigenza. Grazie a una storia lunga 70 anni segnata da pietre miliari quali il successo mondiale del Maggiolino (21. 529. 464 unità prodotte), la rinascita dopo la Seconda Guerra Mondiale, il superamento della crisi degli anni Settanta e alla supremazia della Golf nel mercato globale (oltre 25 milioni di vetture), la Volkswagen si afferma come una delle maggiori Case automobilistiche al mondo. . |
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MANGIARE IN AUTOSTRADA: I VOTI DI QUATTRORUOTE |
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Rozzano, 29 maggio 2007 - Sorpresa: sono i self service della catena Sarni i migliori nella ristorazione veloce in autostrada secondo il test condotto da Quattroruote su 2000 chilometri di rete italiana. Gli inviati del mensile, infatti, hanno testato un campione di ristoranti autostradali delle grandi catene presenti sull´Autosole, sull´A16 (Napoli-bari), sull´A14 (Bologna-taranto), sull´A22 (Modena-brennero) e sull´A4 (tratto Verona-milano), valutando la qualità dei piatti proposti ai viaggiatori. Tra i migliori figurano il self service Sarni dell´area di servizio Gargano Est, sull´autostrada A14 Bologna-taranto, e quello (della stessa catena e sulla stessa autostrada) Dolmen di Bisceglie Ovest; valutazioni positive anche per le aree Cantagallo Ovest (di Autogrill) e Roncobilaccio Est (gestito da My Chef) sull´Autostrada del sole. Piuttosto insoddisfacenti, invece, San Martino Ovest (Autostrada del sole, gestito da My Chef) e Chienti Ovest (sempre sull´A1, della società Ristop). Salvo rare eccezioni, positive o negative, la qualità dei pasti consumati in autostrada si è rivelata accettabile; anche i prezzi, per un pranzo tipo (primo, secondo con contorno, dessert), sono risultati sostanzialmente allineati tra le varie catene (a seconda del tipo di pietanze il conto ha oscillato tra circa 14 e 19 euro). Sotto il profilo qualità/prezzo, la catena migliore è risultata Mychef, mentre la peggiore è stata Moto. In genere più che accettabile si è rivelata la pulizia dei locali. L´indagine di Quattroruote ha preso in considerazione anche i bagni delle aree di servizio visitate: anche in questo caso, la lode è andata alle aree Giove Ovest (sull´A1) e Alento Est (sull´A14), entrambe gestite da Sarni, mentre Le Saline Est (ancora Sarni) ha meritato un´insufficienza piena. Giudizi negativi anche per Roncobilaccio Est (Mychef, sull´Autosole) e Teano Ovest (Autogrill, sull´A1). . |
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IN ARRIVO IL CHECK-UP PER 150 PONTI ALTOATESINI |
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Bolzano, 29 maggio 2007 - Durante i prossimi mesi estivi 150 ponti altoatesini saranno sottoposti ad accurati controlli per valutarne le condizioni e la capacità a livello di portata. L´operazione, condotta dai tecnici del Servizio strade e della Ripartizione provinciale infrastrutture, si inserisce in un più ampio progetto già iniziato negli anni passati, e che interesserà tutti i 750 ponti che ricadono sotto la competenza dell´amministrazione altoatesina. Check-up di controllo, quest´estate, per 150 ponti altoatesini, le cui condizioni e la cui capacità di carico verranno attentamente testati dai tecnici del Servizio strade e della Ripartizione provinciale infrastrutture. Verranno innanzitutto collaudate le strutture poste lungo le strade statali più trafficate, al fine di individuare gli eventuali interventi di risanamento da effettuare. "Queste azioni di controllo - spiega l´assessore provinciale ai lavori pubblici Florian Mussner - consentono di accrescere in maniera sensibile il livello di sicurezza delle nostre strade, e ci permettono di tenere sotto controllo tutti i ponti di nostra competenza". Con il 1998, infatti, la gestione delle strutture è passata dall´Anas alla Provincia, i cui tecnici si sono trovati a dover fare i conti con una carenza di dati. "Abbiamo solamente ricevuto delle indicazioni circa le capacità limite di portata - sottolinea Alberto Lenisa del Servizio strade - ma sapevamo poco o nulla riguardo le reali condizioni strutturali dei ponti, e le loro caratteristiche progettuali". L´opera di controllo sui 750 ponti presenti nella nostra Provincia è iniziata già negli scorsi anni. Sino ad oggi sono stati passati al setaccio i 280 ponti principali, e, solo nello scorso anno, sono stati effettuati 180 test. Nella stragrande maggioranza dei casi è stato possibile dare il via libera al transito ai veicoli con capacità fino alle 56 tonnellate, fatto di importanza non certo secondaria per l´economia di molte zone dell´Alto Adige. 22, invece, i ponti che necessitano di urgenti interventi di risanamento, per i quali, nel corso dei prossimi anni, saranno messi a disposizione circa 3,7 milioni di euro. Da sottolineare, infine, le ottime metodologie adottate dai tecnici del Servizio strade e della Ripartizione infrastrutture. Dopo aver documentato le condizioni esteriori del ponte tramite delle fotografie molto dettagliate, viene predisposto uno schema per la valutazione degli eventuali difetti. Grazie all´utilizzo di precisi strumenti tecnici, l´elasticità e la portata dei ponti viene testata tramite il transito di mezzi pesanti carichi di sabbia. . |
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VIABILITÀ: ACCORDO PER NUOVO POLO OSPEDALIERO CATTINARA (TS) |
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Trieste, 29 maggio 2007 - Un Accordo di programma che consentirà di risolvere i problemi di accesso al nuovo polo ospedaliero integrato previsto a Cattinara (Trieste) è stato sottoscritto ieri a Trieste fra Regione, Comune e Provincia di Trieste, Azienda ospedaliero-universitaria "Ospedali Riuniti di Trieste", Ircss (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) "Burlo Garofolo" e Anas. Con l´intesa di oggi, le parti si impegnano a realizzare le strade attorno al polo ospedaliero integrato di Cattinara, un progetto che prevede l´ampliamento delle strutture dell´attuale ospedale, con nuovi edifici da destinare ad attività didattiche e di ricerca, e il trasferimento nella stessa area dell´ospedale infantile "Burolo Garofolo". In particolare, con l´Accordo di programma il Comune di Trieste si impegna a progettare e realizzare una rotatoria tra le vie Marchesetti e Forlanini, a Nord del complesso di Cattinara, con un investimento di 500 mila euro. La Regione realizzerà invece un nuovo svincolo che, dalla Grande Viabilità Triestina, consentirà l´ingresso nel nuovo polo ospedaliero integrato, con un finanziamento di oltre 4,5 milioni di euro. Soddisfazione per l´Accordo è stato espressa dall´Amministrazione regionale perché, attraverso la collaborazione fra tutte le parti interessate, è stato possibile risolvere in tempi rapidi un problema estremamente complesso per la sistemazione della viabilità di accesso al nuovo polo ospedaliero integrato. . |
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ALP TRANSIT: MERCOLEDI´ ATTI CONVEGNO GOTTARDO RPT |
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Milano, 28 maggio 2007 - Gli atti del convegno su "Alp Transit 2016: verso nuovi equilibri territoriali" e l´aggiornamento dei lavori sulla costruzione del traforo ferroviario del Gottardo, saranno presentati alla stampa nel corso di un incontro che si terrà mercoledì 30 maggio presso il Centro svizzero di Milano. Dopo il saluto del console generale di Svizzera a Milano, David Vogelsanger, interverranno l´assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, il sottosegretario alle Relazioni Internazionali, Robi Ronza, su delega del presidente della Regione Roberto Formigoni, Marco Borradori, consigliere di Stato del Canton Ticino e direttore del Dipartimento territorio, e Remigio Ratti, professore all´università di Friburgo. . |
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