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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Settembre 2008
PARLAMENTO EUROPEO: ENERGIA: COME RISPONDERE ALL´AUMENTO DEI PREZZI?  
 
Bruxelles, 22 settembre 2008 - Un´interrogazione a Commissione e Consiglio aprirà un dibattito in Aula sull´aumento dei prezzi dell´energia e sulle sue ripercussioni. E´ chiesto di porre fine al collegamento diretto tra elettricità e prezzo del petrolio, di rendere più trasparente il mercato dell´oro nero e di promuovere l´efficienza energetica. Vanno chiariti gli obiettivi del dialogo con la Russia e precisate le misure che si intendono prendere per mitigare l´impatto sociale. Il Parlamento adotterà una risoluzione. In nome del gruppo Pse, Hannes Swoboda (Pse, At) ricorda che negli ultimi mesi i prezzi del petrolio «hanno subito un notevole aumento raggiungendo il livello massimo dagli anni ´70 suscitando le proteste in tutta l´Ue dei camionisti, degli agricoltori, dei pescatori e di altri». Inoltre, osserva che, nonostante la recente diminuzione, «i prezzi rimarranno elevati nel medio e nel lungo termine». Pone quindi le seguenti domande alla Commissione e al Consiglio: • Aspetti di riforma strutturale: quali misure sono previste per porre fino all´ingiustificato collegamento diretto tra l´elettricità e i prezzi del petrolio? Qual è il livello di competizione nel settore? Quali sono le conclusioni/opzioni preliminari della consultazione sulla revisione della vigente legislazione sulle riserve petrolifere di emergenza? • Speculazioni e aspetti della politica dei prezzi: come è possibile rendere più trasparenti i mercati del petrolio? Come influiscono sui mercati finanziari le speculazioni sul prezzo del petrolio? Le compagnie petrolifere hanno ridotto i prezzi del carburante dopo la recente riduzione del prezzo del petrolio? Esiste una simmetria tra prezzo del carburante e prezzo del petrolio? • Aspetti di efficienza energetica: promozione dell´energia rinnovabile e diversificazione delle fonti energetiche: cosa sarà fatto per affrontare con efficienza e maggior vigore il problema dell´energia, ad inclusione di un incentivo per una migliore attuazione della legislazione vigente all´interno degli Stati membri? Quali misure sono previste per maggiori investimenti volti a finanziare tecnologie e ricerche nel settore dell´energia alternativa? • Aspetti della sicurezza energetica e della politica estera: quali sono gli obiettivi per quanto riguarda il dialogo con produttori chiave quali Russia, Norvegia e i paesi Opec e quali passi sono fatti per garantire un accesso adeguato a forniture energetiche sicure e sostenibili? Quale aiuto verrà dato ai paesi in via di sviluppo importatori di petrolio per sviluppare alternative ai carburanti fossili? • Aspetti macro-economici e sociali: l´influenza dell´aumento dei prezzi energetici sull´inflazione ha contribuito alla decisione della Banca centrale europea di aumentare i tassi d´interesse. Quali misure verranno prese per a) proteggere i gruppi vulnerabili e b) mitigare l´impatto sociale e macro-economico negativo di prezzi energetici più elevati? Sono state attuate le prassi migliori per quanto riguarda misure "di breve termine e mirate", e quali ne sono i risultati? .  
   
   
ENERGIA: RIGASSIFICATORE A PORTO VIRO, GALAN: “LE ACCISE AL VENETO COERENTE ANTICIPO DEL FEDERALISMO FISCALE E SPRONE AD ALTRE REGIONI”  
 
Porto Viro (Rovigo), 22 settembre 2008 - Il Presidente della Regione del Veneto Giancarlo Galan, intervenendo il 20 settembre a Porto Viro (Rovigo) alla cerimonia per l’arrivo del Rigassificatore della Adriatic Lng, ha chiesto al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi “di valutare se siamo nelle condizioni di far sì che lo Stato attribuisca al Veneto il gettito aggiuntivo per accise ed Iva derivante dai quantitativi di gas commercializzati grazie all’impianto installato in alto Adriatico”. “I nostri esperti – ha detto Galan – hanno stimato che l’introito relativo alle accise che ogni anno verrà messo a sistema dal Rigassificatore, potrebbe essere valutato tra i 350 e i 500 milioni di euro. Si è molto parlato nei giorni scorsi – ha aggiunto – delle accise sugli idrocarburi richieste dalla Regione Sicilia. Noi siamo una Regione a Statuto ordinario, che però contribuisce da molti decenni alla soluzione dei problemi energetici cui deve far fronte l’Italia. Il Veneto ha voluto e quindi ottenuto il Rigassificatore, ed è questa verità che mi spinge a chiedere qualcosa per il Veneto”. Galan ha anche sottolineato che “si tratterebbe di un coerente anticipo di federalismo fiscale, che ritengo la più grande riforma che il nostro Stato sta per conoscere dalla fondazione della Repubblica. Inoltre – ha concluso – un simile beneficio federalista spingerebbe altre Regioni italiane a superare incertezze ed opposizioni a tutto quanto può garantire l’ammodernamento infrastrutturale e l’autonomia energetica dell’Italia”. .  
   
   
ENERGIA: RIGASSIFICATORE A PORTO VIRO, GALAN: “IN 5 ANNI DISPONIBILE LO STESSO GAS CHE PERFORANDO I GIACIMENTI IN ADRIATICO”  
 
Porto Viro (Rovigo), 22 settembre 2008 - “Cinque anni di operatività del Rigassificatore rendono disponibile una quantità di gas pari a quella che si avrebbe perforando i giacimenti di idrocarburi presenti in questa zona dell’Adriatico”. Lo ha detto il Presidente della Regione del Veneto Giancarlo Galan intervenendo oggi alla cerimonia per l’arrivo al largo del Polesine dell’impianto che consentirà di produrre circa 8 miliardi di metri cubi di gas metano in più. Galan, sostenendo la posizione contraria della Regione del Veneto all’ipotesi di trivellazioni in alto Adriatico, ha aggiunto che “Se la questione venisse considerata alla luce di quanto detto, saremmo posti di fronte all’evidenza della necessità di assumere come punto di riferimento nelle decisioni di governo il principio di precauzione. Un principio che, se applicato nei termini da me suggeriti – ha aggiunto Galan – tutelerebbe di sicuro la laguna di Venezia ed il Delta del Po da ogni inaccettabile rischio di abbassamento del suolo”. .  
   
   
SIGLATO IL PROTOCOLLO TRA LA PUGLIA E IL DISTRETTO TECNOLOGICO DELL´ENERGIA: AVANTI COL SOLE, COL VENTO E CON LA TERRA  
 
Bari, 22 settembre 2008 - Aumentare l’eccellenza nel settore dell’energia, per non comprare più tecnologia all’estero. È il principio alla base dell’accordo firmato questa mattina a Bari durante il forum “L’energia rinnovabile prospettive e nuovi scenari” organizzato nello spazio sette della Fiera del Levante. Un protocollo d’intesa tra la Regione Puglia e il Distretto Tecnologico Nazionale dell’Energia (Di. T. N. E), siglato dal governatore Nichi Vendola e dal Presidente del Di. T. N. E. Francesca Iacobone, milanese, docente all’Università degli Studi Roma Tre. Un accordo di otto articoli attraverso il quale la Puglia mira a conquistare la leadership nel settore, puntando su quella che il governo regionale considera la più importante delle sue forze: l’energia intellettuale, l’unica in grado, attraverso la ricerca, di rendere la Puglia leader nelle tecnologie legate all’energia. “Questo protocollo apre una porta che ci permette di guardare con più coraggio al futuro”, ha detto il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, mentre ci accingeva a siglare l’intesa. “Il Distretto ci permette di far crescere le conoscenze scientifiche e di sviluppare la nostra economia. Speriamo che il governo nazionale non ci venga a provocare: sulle fonti fossili abbiamo già dato, adesso vogliamo andare avanti col sole, col vento e con la terra”. “Oggi stiamo per realizzare un altro sogno - ha aggiunto Francesca Iacobone -: vendere all’estero le nostre eccellenze”. Il “Distretto Tecnologico dell’Energia” è il quarto distretto tecnologico della regione, dopo il Dhitech di Lecce (per l’hi-tech), il Distretto della Meccatronica di Bari, e il Dare di Foggia per l’agroalimentare. Istituito ad agosto, con sede ufficiale a Brindisi, nasce in Puglia per una ragione precisa: l’eccellenza raggiunta nelle rinnovabili. Per la produzione di “energie buone” la Puglia è già leader con la sua prima posizione per l’eolico, terza per il fotovoltaico e quarta per le biomasse. Adesso la missione del Di. T. N. E. È realizzare attività di trasferimento tecnologico dal sistema della ricerca a quello imprenditoriale. Una possibilità che la Puglia possiede per la presenza di atenei e di centri di ricerca eccellenti, per le imprese innovative, per i finanziamenti pubblici. Il Distretto – si legge sul Protocollo - è composto da tutte le università pugliesi pubbliche, da Roma Tre e altre importanti università pubbliche e private italiane, dalla maggior parte degli enti di ricerca e da aziende nazionali e pugliesi del comparto dell’energia. Missione del Di. T. N. E è realizzare attività di trasferimento tecnologico dal sistema della ricerca a quello imprenditoriale, mentre la Regione Puglia da parte sua si impegna a svolgere ogni utile azione per consentire l’avvio del Distretto, “favorendo il ricorso agli strumenti di programmazione regionale 2007-13. La Regione, inoltre, si impegna a definire con i Ministeri competenti il percorso per l’accesso del Di. T. N. E ai fondi di rilevanza nazionale”. Sul questo protocollo, che costituisce il riconoscimento ufficiale del Distretto da parte della Regione Puglia, si è animata la discussione durante l’ultima sessione del forum. “Adesso il Governo nazionale dovrebbe investire di più sulle rinnovabili”, ha commentato Sandro Frisullo, Vice Presidente della Regione Puglia e Assessore allo Sviluppo economico. “La Germania, che non ha il nostro sole, ha riconvertito alle rinnovabili l’industria pesante, creando centinaia di migliaia di posti di lavoro. Dovremmo fare lo stesso in Italia”. Aver voluto in questa regione il Distretto nazionale dell’energia – ha continuato Sandro Frisullo - è il riconoscimento che la Puglia è diventata il motore di questa sfida. Per questo non ci accontentiamo più di cifre importanti per la produzione di energie rinnovabili: vogliamo fare la filiera per non dipendere più da Giappone e Germania. Noi chiediamo agli investitori di venire qui a creare la nuova industria, sostenibile, che dà lavoro ai giovani. Così la Puglia innova, guardando avanti e non indietro”. Un punto, questo, che il presidente del Di. T. N. E ha fatto proprio spiegando la scelta di creare il distretto in questa regione: “La Puglia – ha detto – è la regione che più ha investito in questo settore, è la migliore produttrice di energia ed è la regione nella quale l’esperienza dei distretti è stata la più vincente. Su venticinque distretti in tutta Italia la Puglia ne ha quattro, un record che nessuno ha raggiunto”. Domenico Laforgia, rettore dell’Università del Salento, è stato tra i promotori del distretto. Nel suo intervento ha ricordato alcuni aspetti della storia pugliese: “La mancanza di acqua in Puglia ha determinato un forte ritardo nello sviluppo. Bari ha potuto disporre di 70 Mw di energia solo dal 1958. Adesso la tecnologia ci permette di non essere più in ritardo. Quella del distretto è un’iniziativa strategica grazie alla quale la Puglia assume il diritto di guidare lo sviluppo dell’energia nel futuro”. Un’affermazione fatta propria da Corrado Petrocelli, rettore dell’Università di Bari, che ha aggiunto: “Non è possibile innovazione senza ricerca. Se non si investe su questo siamo condannati al declino”. Sul Di. T. N. E è intervenuta anche Grazia Francescato, coordinatore nazionale dei Verdi: “Questo distretto mette insieme il mondo del sapere con quello della produzione, con interessanti risvolti occupazionali. Tutto questo è possibile però se non si smantellano né l’università né le conquiste ambientali”. .  
   
   
IL PIANO STRATEGICO PER L’AREA ADRIATICA PUNTA SULLE RINNOVABILI  
 
Bari, 22 settembre 2008 - Silvia Godelli Assessore al Mediterraneo delle Regione Puglia ha iniziato con queste parole l’intervento sulle “strategie energetiche territoriali” tema che ha aperto la seconda sessione del forum “energia rinnovabile: prospettive e nuovi scenari”, presieduto stamane da Antonello Piroso, direttore del Tg La7. Lo sviluppo sociale ed economico – ha proseguito la Godelli – significa tanta energia. Occorre lavorare perché le forme di energia dei Paesi in via di sviluppo siano fonti rinnovabili. Abbiamo costruito un progetto strategico per l’area adriatica. Questo ci permette da subito un’azione diretta e duratura. E’ articolato in una serie di iniziative con un forte impatto sulle strategie di cooperazione che coinvolgono grandi aree, con un’efficacia duratura nel tempo, oltre ad essere progressivamente implementabili quantitativamente e qualitativamente. Questo progetto in area trans adriatica deve anche stabilire dei punti di coerenza con Lisbona e Goteborg, con le politiche europee con le linee del programma Ipa - Adriatico che riguarda i paesi prossimi ad entrare nella Ue. La domanda energetica di questi territori è molto elevata. Il programma Ipa nel cui contesto è annotato questo progetto richiede un forte finanziamento che comprenderà anche risorse provenienti dal Fesr oltre ad investimenti di natura privata. Il piano contiene un Focus in Puglia e Albania ma è esteso a tutte le regioni adriatiche. Gli ambiti del Progetto Strategico sono le fonti rinnovabili per il risparmio energetico, il risparmio e la diversificazione combustibile nel trasporto e l’unità sostenibile. Vogliamo rendere chiaro ed evidente che è indispensabile costruire patti di natura transnazionale e allocare questo progetto nel quadro di una sinergia con l’Ue che tenga conto dell’importanza di integrare le azioni mediterranee con la sponda sud e con quelle sponda orientale dove si trovano i Paesi più prossimi ad entrare nell’Unione”. Successivamente è intervenuto Ernesto Hofmann esperto e saggista: “Secondo le stime del 2004 – ha ricordato Hoffman - , i consumi mondiali di energia sono pari a 15. 000 Mld di watt. Il vero problema, tuttavia, è la distribuzione delle risorse. Ci sono Paesi che ne consumano molto di più degli altri e un esempio su tutti sono gli Usa. A tal proposito vorrei citare l’analisi di Gina Kaiper del Lawrence Livermore Laboratory del 2002, che spiegava come circa tre quarti di energia consumata era prodotta a livello nazionale mentre ne veniva importata, sotto forma di petrolio, quasi un quarto. Oltre l’80% era di origine fossile. A proposito del petrolio occorre essere onesti. Si tratta di una fonte che offre una grande energia e per quello che ci permette di fare, probabilmente costa pochissimo. Ad ogni modo dobbiamo pensare ai nostri posteri dando loro un’alternativa, che a mio avviso non può che essere il sole. Un’enorme quantità di fotoni ci bombarda costantemente e noi dobbiamo sfruttarla. Possiamo migliorare nella tecnologia per utilizzare meglio l’energia che abbiamo e che in gran parte viene dispersa, se solo pensiamo che soltanto il 20% dell’energia prodotta dalla benzina viene utilizzata dalle nostre automobili, mentre il resto viene disperso. Sul nucleare non facciamoci illusioni; si tratta di un’energia rarissima e non può essere la fonte del futuro; occorrerebbe costruire una macchina a fusione che non credo si potrà mai riprodurre. Il futuro ci impone alcune scelte. Il fabbisogno mondiale salirà probabilmente a 20 Mld di watt nel 2030: come li copriremo? Non sicuramente con le fonti fossili, non possiamo permettercelo soprattutto per l’inquinamento. L’unica possibilità è il sole perché ci dà 50. 000 Mld di watt ogni istante. Attualmente è solo un problema di costi ma fotovoltaico e termodinamico sono entrambe fonti valide. Non abbiamo tempo infinito, ma il senso di responsabilità verso le generazioni future deve spingerci a trovare la soluzione”. Pietro Marseglia vice presidente di Ital Green Energy, ha parlato del progetto di interconnessione elettrica tra l’Italia e l’Albania ricordando che “l’interconnessione avverrà attraverso due cavi sottomarini ad alta tensione della capacità di 500 Mw alimentati da energia ricavata da biomassa liquida per 140 Mw e due parchi eolici da 234 Mw, in collaborazione con Terna per un investimento complessivo di 1 Mld di Euro”. A seguire gli interventi sulle "Politiche energetiche", partendo da Zaf Bushati Vice Ministro albanese dell’Integrazione Europea: “Durante l’ultima visita del presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini a Tirana – ha detto Bushati -, il primo ministro Berisha ha parlato del tema dell’eneriga elettrica. Già con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si era parlato delle possibilità di collaborazioni per realizzare un piano energetico in Albania. La crisi del petrolio ci pone il dovere immediato di trovare i mezzi per risparmiare energia e promuovere fonti alternative, considerando l’ambiente dove viviamo. L’interesse mondiale sul rinnovabile sta crescendo. I paesi sviluppati stanno prendendo in grande considerazione tutte le fonti alternative e in Albania l’idroenergia è la più utilizzata. La promozione di queste fonti incoraggerà la produzione locale e ridurrà le importazioni, con un impatto economico positivo sulle emissioni di gas. Siamo un Paese in via di sviluppo e ci occorre molta energia, cercando di mantenere l’equilibrio tra domanda e offerta ma proprio su questo terreno occorre cooperare e scambiare esperienze, come stiamo facendo oggi”. Gilles Pennequin, direttore aggiunto per l´Energia e lo Sviluppo Sostenibile, Missione Unione per il Mediterraneo presso la presidenza della Repubblica Francese, ha citato gli impegni dei Paesi dell’Unione del Mediterraneo: “Lo scorso luglio, l’Unione del Mediterraneo ha organizzato un summit con i 44 capi di Stato che si impegnavano a introdurre progetti concreti per il Mediterraneo. Tra i principali temi in discussione lo sviluppo delle rinnovabili e un grande piano solare mediterraneo. Sono stati presentati cinque progetti di sviluppo sostenibile per affrontare la sfida sull’emergenza climatica. La temperatura mondiale si sta alzando, occorre cambiare modello di consumo energetico, altrimenti ci ritroveremo a fine secolo con 6 gradi in più. A livello del Mediterraneo quando aumenta di un grado è come se i nostri paesi scendessero di 200 km. Nel 2070 Parigi potrebbe avere il clima di Bordeaux, con conseguenze molto gravi per l’economia, pensiamo per esempio alla viticoltura. L’unione del Mediterraneo vuole prevenire tutto ciò adeguando economie e politiche. I fabbisogni idrici soprattutto al sud saranno connessi al riutilizzo delle acque reflue e quelle in profondità o alla dissalazione del mare. Il nucleare potrà forse essere interessante alla fine secolo non oggi. Le fonti rinnovabili possono essere una soluzione anche se il potere energetico del petrolio è molto forte”. .  
   
   
CENTRALE DI POLESINE CAMERINI. ASSESSORE MARANGON RIBADISCE IL SUO SI ALLA RICONVERSIONE A CARBONE.  
 
Porto Tolle (Rovigo), 22 settembre 2008 - L’assessore al territorio della Regione del Veneto, Renzo Marangon, è intervenuto il 18 settembre a Porto Tolle, in provincia di Rovigo alla tavola rotonda “Polesine: energie e turismo, crescita ed occupazione, in sinergia per un nuovo modello di sviluppo” organizzata dalla Cisl provinciale. Scopo dell’incontro quello di una riflessione sulle sinergie e sulle opportunità che si potranno determinare con gli investimenti energetici che si realizzeranno nell’area del Basso Polesine. Investimenti, è stato sottolineato dagli organizzatori, necessari alla prospettiva del Paese, ma che non devono essere recepiti dal territorio come una inutile zavorra, bensì come volani di sviluppo e crescita occupazionale, in forte sinergia con quelle vocazioni territoriali caratteristiche del Polesine, in primis quelle legate al turismo. A questo proposito l’assessore Marangon ha ribadito di essere tenacemente favorevole alla riconversione a carbone “così detto pulito” della Centrale di Polesine Camerini. “Lo sono – ha precisato – perché è un’occasione importante per l’intera filiera dell’occupazione e della crescita delle imprese della provincia e della regione. Lo sono perché non vedo ragioni serie per dire no e per ritardarne ulteriormente la realizzazione. Lo sono – ha proseguito – perché il Veneto ha un deficit di produzione di energie di quasi il 40% rispetto al proprio fabbisogno e per questo tutti devono fare la loro parte. Lo sono soprattutto, perché il futuro della nostra provincia ha bisogno di credere nelle azioni del realismo e degli investimenti possibili e non nella crescita impossibile di cose che non esistono. Porto Tolle – ha concluso Marangon – è un’opportunità da cogliere per crescere tutti, occupazione e impresa”. .  
   
   
LIGURIA : "AL VIA REALIZZAZIONE DI CALDAIE A PELLET" GIÀ APPROVATA LA GRADUATORIA, STANZIATI 800 MILA EURO  
 
Genova, 18 Settembre 2008 - Saranno 101 i soggetti selezionati dalla Regione, tra privati, imprese e enti pubblici che potranno accedere ai finanziamenti per la realizzazione di caldaie a pellet, combustibile ad alto potere calorifero che deriva dal legno e può essere utilizzato per produrre energia o calore da riscaldamento o acqua calda sanitaria. Lo ha comunicato il 18 settembre l´assessore regionale all´ambiente Franco Zunino sottolineando l´importanza di una forma di riscaldamento che "utilizza residui di lavorazioni da legname che vengono sminuzzati sotto forma di cilindretti ed essendo di legno al 100% sono ecologici e hanno pertanto basse emissioni di anidride carbonica e ossido di azoto". La Regione ha infatti approvato la graduatoria finale del bando, scrutinando 170 domande di finanziamento, alla ricerca dei più meritevoli tra i progetti presentati. I soggetti ammessi a finanziamento, di cui 86 privati cittadini che potranno realizzare caldaie ad uso domestico e 11 piccole imprese liguri, si divideranno 600. 000 euro. Due i comuni entrati in graduatoria: Montebruno in provincia di Genova e Rocchetta Vara in provincia della Spezia che realizzeranno due impianti ciascuno in scuole comunali e municipio. Inoltre la Regione ha individuato anche l´impresa beneficiaria, con sede alla Spezia, di un secondo contributo di 200. 000 euro che servirà a finanziare la realizzazione di un impianto industriale per la produzione di pellet. L´impianto sorgerà nel Comune di Corrodano, nell´ambito di una delle aree campione individuate per la sperimentazione e la realizzazione di progetti nel campo delle energie rinnovabili, come previsto dal piano energetico regionale. "L´iniziativa - ha spiegato l´assessore regionale all´Ambiente, Franco Zunino - mira a promuovere l´utilizzo del pellet come alternativa ai combustibili tradizionali, contribuendo a ridurre l´impatto ambientale dei consumi energetici. Inoltre la realizzazione di un impianto per produrre pellet servirà di incentivo alla filiera bosco-energia, con benefici per l´ambiente e per lo sviluppo delle aree rurali e forestali". La graduatoria dei progetti ammessi a finanziamento si può consultare sul sito web www. Ambienteinliguria. It, nella sezione: - notizie e comunicati stampa. .  
   
   
REALIZZARE IN BASILICATA UN PARCO SULL´ENERGIA  
 
Potenza, 22 settembre 2008 - “La realizzazione di laboratori di ricerca di carattere pubblico-privati; la nascita e il potenziamento di distretti territoriali di alta tecnologia; il sostegno a grandi programmi di ricerca funzionali alla crescita della capacità competitiva del Paese: sono queste le tre azioni del Miur da attuare con particolare attenzione nelle Regioni del Sud”. Lo ha sostenutoin un comunicato stampa il sottosegretario al Miur Giuseppe Pizza, in un incontro con i dirigenti meridionali della Dc, al quale ha partecipato il segretario regionale lucano, Giuseppe Potenza. Il segretario regionale di Basilicata della Dc, Giuseppe Potenza ha proposto per la Basilicata “l’istituzione del distretto energetico, vale a dire un insediamento civile o industriale territorialmente localizzato che richiede un servizio di energia sia in forma termica che elettrica, a partire dalla produzione di petrolio in Val d’Agri (E presto nel Sauro) sino a quella delle altre fonti (eolico, solare, biomasse, idroelettrico) con attività di ricerca, alta formazione e quindi nuova occupazione. L’obiettivo – ha detto - è quello di dare forma ad un piano energetico, che si basi sulle risorse rinnovabili, che realizzi l’autonomia energetica del distretto lucano, che contribuisca a migliorare la qualità della vita, in primis, e che porti un vantaggio competitivo al territorio in termini di nuovi posti di lavoro, un distretto energetico inteso anche come forma organizzativa per la trasformazione della conoscenza e come bacino di competenze. L’idea di base è che la presenza di bacini di competenze, sia scientifiche che tecnico applicative, in provincia di Potenza, può attivare processi di attrazione e agglomerazione. L’approdo finale – ha concluso – dovrebbe essere la realizzazione di un Parco Tecnologico sull’energia da localizzare, ovviamente, tra la Val d’Agri e il Sauro”. .  
   
   
“MUTUI IPOTECARI” SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
Milano, 22 settembre 2008 - Di fronte a mutui per l’acquisto in flessione (nel 2008) si sviluppa il mercato dei nuovi mutui (sostituzione, surroga, consolidamento, liquidità) e sono soprattutto le banche specializzate e le multinazionali estere quelle che maggiormente sviluppano le nuove opportunità offerte dalla Bersani. La concentrazione bancaria ha un grande impatto sulle modalità competitive e questo al di là del semplice aumento della quota dei leader di mercato. Se tra i vecchi gruppi molti avevano sviluppato una politica pluribrand con grande autonomia alle singole banche del gruppo nella gestione della gamma, della comunicazione, della politica commerciale e nella gestione delle reti esterne, i nuovi gruppi sembrano puntare su una maggiore integrazione, sviluppando centralmente comunicazione, gamma, politica creditizia e politica di gestione delle reti esterne. Vengono ridefiniti i rapporti con le reti esterne, si pongono in discussione le vecchie regole provvigionali, si tende a sviluppare rapporti più stretti con le reti esterne più strutturate. Parallelamente nelle reti di distribuzione è in forte crescita la concentrazione: le principali reti di mediazione creditizia e le principali reti immobiliari stanno investendo per strutturare la propria rete, costruendo nuovi rapporti con gli erogatori. Per le banche aumenta il costo e il rischio dei mutui e questo porta a una revisione delle politiche di concessione del credito che tende a favorire la redditività e l’affidabilità dei mutui in portafoglio. La crescita dei tassi nel 2007 e nel primo trimestre 2008 è stata secondo le rilevazioni ufficiali, inferiore alla crescita dell’Euribor e di conseguenza gli spread medi continuano a scendere. Dati di sintesi, 2007
Numero di banche 806
Numero di sportelli bancari 33. 225
Flusso di mutui ipotecari verso famiglie/privati (mn. Euro): 71. 267
di cui:
§ Mutui acquisto casa 62. 717
§ Mutui ristrutturazione 2. 900
§ Mutui consolidamento, sostituzione liquidità 4. 600
§ Altri mutui 1. 050
Variazione credito erogato 2007/2006 (%) 5,3
§ Mutui acquisto casa -0,2
§ Mutui ristrutturazione 4,1
§ Mutui consolidamento, sostituzione liquidità 338,1
Previsione 2008/2007 (%) -2,1
§ Mutui acquisto casa -8,6
§ Mutui ristrutturazione -1,7
§ Mutui consolidamento, sostituzione liquidità 84,8
Tendenza di medio termine (%) Stabilità
Fonte: Databank * Data di chiusura della ricerca: agosto 2008 .
 
   
   
UNA GUIDA MULTILINGUE PER IMMIGRATI SU NORME CONDOMÌNI  
 
Perugia, 22 settembre 2008 - Sarà pubblicata, oltre che in italiano, anche in inglese, francese, portoghese, albanese, arabo e cinese, la guida multilingue dal titolo “Abitare in condominio”, curata dall’“Asppi” (Associazione sindacale piccoli proprietari immobiliari), per far conoscere agli immigrati residenti in Umbria diritti e doveri derivanti dall’abitare in strutture condominali. La pubblicazione, data alle stampe con il contributo della Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Politiche sociali e Abitative della Regione Umbria Damiano Stufara, sarà distribuita negli uffici delle questure e delle prefetture, all’Università per Stranieri di Perugia e all’Adisu, nelle sedi di Perugia, Terni e Foligno dell’“Asppi” e presso le associazioni degli immigrati presenti sul territorio. “Anche una guida sulle norme condominiali - commenta Stufara - può essere di grande aiuto ai processi di integrazione dei nuovi cittadini, regolarmente presenti e attivi nel nostro paese, spesso proprietari o comproprietari di immobili. Una ricerca commissionata per la stesura del Piano triennale 2008-2010 - aggiunge l’assessore - conferma l’aumento della popolazione immigrata in Umbria. Siamo convinti - sottolinea Stufara - che l’integrazione rappresenti la via maestra da seguire per la crescita della società e un deterrente verso forme di criminalità stimolate da marginalizzazioni o conflitti tra etnie e nazionalità”. “Con questo lavoro - spiega Mario Mobilio, a nome dell’‘Asppi’ dell’Umbria - vogliamo dare un contributo per aiutare i ‘nuovi cittadini’ ad integrarsi, partendo da una delle più piccole comunità delle nostre città, appunto il condominio. D’altra parte - conclude Mobilio - la vita condominale può essere una buona occasione per migliorare la conoscenza reciproca nel rispetto delle idee e delle usanze di tutti e per rafforzare la solidarietà tra famiglie e singoli”. .  
   
   
PIRELLI RE INTEGRATED FACILITY MANAGEMENT SI AGGIUDICA 2 LOTTI DELLA GARA PROMOSSA DA CONSIP PER LA FORNITURA DI SERVIZI DI FACILITY PER IMMOBILI A PREVALENTE DESTINAZIONE SANITARIA  
 
Milano, 22 settembre 2008 – Pirelli Re Integrated Facility Management, società leader in Italia nel settore del facility, si è aggiudicata 2 lotti della gara promossa da Consip per l’attivazione di convenzioni relative alla fornitura di servizi per la gestione degli impianti tecnologici per immobili a prevalente destinazione d’uso sanitaria. La Società aveva presentato un’offerta per 3 lotti sui 10 della gara. Il valore complessivo dei contratti di fornitura dei servizi, della durata di 5 anni, ammonta a 57 milioni di euro. In dettaglio, l’aggiudicazione riguarda: il lotto 2 (province di Milano, Monza, Como e Varese), con un massimale di fornitura* di 28 milioni di euro, ed il lotto 4 (Veneto e Friuli Venezia Giulia) con un massimale di fornitura di 29 milioni di euro. Tale aggiudicazione è provvisoria e soggetta alle procedure della normativa vigente per l’aggiudicazione definitiva; la firma delle convenzioni è prevista entro il mese di ottobre. La durata delle convenzioni, con riferimento a ciascun lotto, è di 24 mesi e potrà essere prorogata di ulteriori 12 mesi, nel caso in cui alla scadenza del termine non sia stato raggiunto l’importo massimale di fornitura. Pirelli Re Integrated Facility Management conferma così il proprio ruolo di partner qualificato del sistema pubblico con un’offerta di soluzioni integrate ad alto valore aggiunto. La Società ha tra l’altro aderito lo scorso anno, insieme ad istituzioni ed altri autorevoli operatori del settore, alla nascita del primo Osservatorio Nazionale sul facility, che tra i vari obiettivi si propone di individuare anche per la Pubblica Amministrazione nuove metodologie di gestione integrata dei servizi, consentendo una semplificazione organizzativa e dei processi operativi, oltre ad un maggior controllo della spesa. . .  
   
   
UNIVERSITÀ DEL LAZIO: AL VIA FINANZIAMENTI PER NUOVI ALLOGGI  
 
Roma, 22 settembre 2008 - “I progetti presentati dalla Regione Lazio per realizzare le residenze universitarie nella nuova programmazione triennale, in applicazione della legge 338/2000, sono stati ammessi a cofinanziamento statale, secondo la graduatoria approvata ieri dalla Commissione competente presso il Miur. Il primo progetto (per 200 posti alloggio) si riferisce all’acquisto e alla ristrutturazione dei quattro padiglioni presenti all’interno del complesso di S. Maria della Pietà, adiacenti, perciò, alle facoltà della Sapienza che lì si trasferiranno. Il secondo progetto riguarda la realizzazione di una residenza per ulteriori 200 posti al Valco S. Paolo, dove si svilupperà il campus di Roma Tre. Ora il provvedimento approderà alla Corte dei Conti e quindi sarà formalizzato da un decreto del Ministro. ” Lo ha dichiarato l’assessore all’Istruzione, diritto allo studio e formazione della Regione Lazio, Silvia Costa, esprimendo la sua soddisfazione per questo risultato, che premia l’impegno dell’Assessorato e la forte collaborazione tra il Consorzio Pegaso, con il suo direttore, ing. Mario Ricciotti, e le Università interessate. In particolare, per la Sapienza si prevede uno stanziamento di oltre 22 milioni di euro per l’acquisto dei padiglioni (la metà dei quali a carico dello Stato ed i restanti a carico della Regione) e di 5,8 milioni per la ristrutturazione (di cui circa 2,2 milioni a carico Stato e 3,6 a carico della Regione). Per Valco S. Paolo si prevede una spesa complessiva di oltre 22 milioni di euro, 12 dei quali a carico della Regione ed i restanti a carico dello Stato. “Sono anche stati dichiarati ammissibili ai finanziamenti, anche se non attualmente già finanziabili – ha aggiunto l’assessore – i progetti presentati autonomamente dalla Lumsa e dal Ceur, sempre nell’ambito della Regione Lazio. ” “Non è stato ammesso, invece, il progetto presentato dalla Regione con l’Università di Cassino, per 3,5 milioni di euro, per una sopraelevazione della residenza attualmente esistente, ma contiamo sulla somma stanziata nel bilancio dell’Assessorato per investimenti relativi a strutture universitarie. ” “Con questi due importanti progetti approvati, ai 3800 posti alloggio che saranno realizzati entro il 2010, se ne aggiungeranno altri 400, per un totale di 4200. Il più grande impegno mai avvenuto nella nostra Regione, che in questa occasione ha totalizzato oltre il 10% dei fondi nazionali” ha concluso Silvia Costa. ” .  
   
   
CASE POPOLARI IN TOSCANA, L´ULTIMO STUDIO IRPET RIVELA LE DISTORSIONI DEL SISTEMA MOLTE SORPRESE: SPESSO ESCLUSI I PIÙ POVERI  
 
Firenze, 22 settembre 2008 - Case popolari, contributi per l´affitto, case in edilizia agevolata: questo il sistema pubblico che dà risposte a chi non può permettersi un alloggio in proprietà o in affitto a prezzi di mercato. Un sistema che dovrebbe consentire ai meno abbienti di usufruire di un alloggio pubblico a canone sociale. A quanti si trovano in una fascia intermedia il sistema riserva il “contributo per l´affitto” destinato ad alleviare il peso di un affitto di mercato. Infine, c´è l´edilizia agevolata convenzionata che prevede un canone di locazione contenuto oppure il contributo per l´acquisto della prima casa. In vista della riforma della legge regionale sull´edilizia residenziale pubblica alla quale sta lavorando, l´assessore regionale alla casa Eugenio Baronti ha commissionato all´Irpet, l´istituto per la programmazione economica della Toscana, uno studio v! olto ad approfondire la conoscenza delle caratteristiche degli! assegna tari delle diverse tipologie di benefici. Non solo, lo studio effettua proposte e simulazioni per una maggiore equità del sistema. I primi risultati dello studio condotto su un campione di circa 25 mila famiglie, pari alla metà delle 50 mila famiglie toscane che risiedono in un alloggio pubblico, sono stati presentati oggi durante una conferenza stampa. Presenti: l´assessore Eugenio Baronti, i ricercatori Irpet che hanno condotto lo studio, gli operatori dell´edilizia residenziale pubblica in Toscana. «Una premessa doverosa – ha detto l´assessore Baronti -. Questo studio fotografa l’esistente, ci consegna una situazione e ci segnala distorsioni e criticità fornendoci elementi necessari ed utili in questa fase di messa a punto di una nuova Legge regionale che al sistema delle politiche abitative pubbliche, restituisca efficacia, efficienza e maggiore equità. Voglio precisare che questo è un punto di parten! za e non un punto di arrivo, le simulazioni contenute nello studio sono solo una proposta Irpet sulle quali intervenire attraverso un confronto aperto e democratico con tutti i soggetti interessati, e soprattutto con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e degli inquilini». «Lo studio evidenzia – prosegue Baronti – come il sistema pubblico della casa in Toscana sia caratterizzato da distorsioni e iniquità. Balza subito agli occhi come si continuino a fornire elevati livelli di tutela sociale con canoni di affitto molto lontani da quelli di mercato ad un certo numero di famiglie che sono riuscite ad accedere all´alloggio popolare, anche quando le condizioni di bisogno sono superate, in alcuni casi ampiamente. Al contrario si riservano interventi minimi, quale il contributo per l´affitto, a quelle di più recente formazione, nonostante versino in condizioni più disagiate». Un dato significativo! riguarda le famiglie con figli minori. Solo l´8% di chi vive ! in allog gi popolari ha figli piccoli, mentre il 25% ne ha di adulti e percettori di reddito. Invece il 36% di chi percepisce il contributo per l´affitto ha bambini piccoli e solo il 3% ne ha di adulti e percettori di reddito. «Ma da questo studio – rivela Baronti – emerge anche che vi sono famiglie con redditi superiori alla media regionale (che è pari a 32 mila euro), che vivono in un alloggio pubblico a canone molto basso. Sul campione di 25 mila famiglie analizzato, ben 588 superano i 50 mila euro, e alcuni superano i 100 mila euro. Inoltre, lo studio Irpet mostra come a fronte di redditi medi, come quelli compresi fra 30 e 40 mila euro, si pagano canoni mensili di 200 euro per alloggi di 80 metri quadrati». Altri dati rivelano che famiglie grandi sono costrette a vivere in alloggi piccoli, mentre spesso single vivono in appartamenti grandi. «Ad esempio – continua l´assessore – risulta che sono 223 le persone! sole e 611 le famiglie di due persone che vivono in alloggi di oltre 100 metri quadrati, mentre sono 495 quelle con 5 o più componenti in alloggi inferiori a 75 metri quadri». Lo studio presenta anche una serie di simulazioni su proposte volte a riequilibrare la situazione, come quella di ancorare il canone al reddito Isee, che tiene conto non solo del reddito ma anche delle caratteristiche della famiglia. «E´ evidente – conclude Baronti – che un cambio di rotta in una situazione come questa, e tanto più in una situazione di aggravata emergenza economica e abitativa, come quella attuale, non poteva essere rinviato. Per questo abbiamo commissionato lo studio all´Irpet che continuerà la sua ricerca con ulteriori simulazioni. Per questo stiamo lavorando al testo unico di riforma della legge regionale sulla casa. Il percorso per la sua elaborazione continua e terremo conto di tutte le proposte volte a rendere il testo il più ! possibile rispondente alle necessità. Di certo – ! conclude – vogliamo porre rimedio alle attuali ingiustizie e rispondere ad un diritto primario come quello della casa». .  
   
   
BASILICATA PIANO CASA, L´API: PRONTI A DARE NOSTRO CONTRIBUTO  
 
Potenza, 22 settembre 2008 - “In attesa del decreto attuativo del Piano Casa approvato dal Governo, l’Api di Matera si è candidata a fornire il proprio contributo per affrontare l’emergenza abitativa della regione”. E’ quanto si legge in un comunicato stampa dell’associazione delle piccole e medie imprese. Con l’art. 11 della legge 6 agosto 2008 n. 133 il Governo ha disciplinato il “Piano Casa”, piano nazionale di edilizia abitativa finalizzato alla realizzazione di programmi di edilizia residenziale e riqualificazione urbana caratterizzati da elevati livelli di qualità, anche in riferimento alla sostenibilità ambientale ed energetica. Il Piano assegna una funzione operativa fondamentale ai soggetti privati, nel contesto delle scelte programmatorie di Regioni ed Enti locali che dovranno individuare gli interventi adeguati alle finalità del progetto. “In proposito – si legge nella nota - lo scorso 17 settembre l’Aniem-confapi Associazione Nazionale Imprese Edili a cui aderisce l’Api di Matera ed altre 6 Associazioni nazionali di categoria hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa con cui si candidano a svolgere il ruolo di interlocutori privilegiati del Governo, delle Regioni e degli Enti Locali e mettono a disposizione la propria rete imprenditoriale per assicurare la realizzazione del Piano e il conseguimento dei suoi obiettivi. L’api di Matera, Associazione rappresentativa di una pluralità di imprese attuatrici di analoghi programmi di iniziativa pubblica e, dunque, in possesso di notevoli esperienze in materia di alloggi e di servizi per le categorie sociali con disagio abitativo, con una nota indirizzata alla Regione, alla Provincia e ai Comuni, ha offerto la disponibilità delle imprese presenti sul territorio a rivestire il ruolo di interlocutori qualificati della Regione Basilicata e degli Enti locali per l’attuazione del Piano casa. Il Piano – conclude l’Api - da realizzare nel rispetto dei criteri di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni inquinanti, è rivolto prioritariamente a prima casa per i nuclei familiari a basso reddito o monoreddito, per giovani coppie a basso reddito, per anziani in condizioni sociali o economiche svantaggiate, per studenti fuori sede, per soggetti sottoposti a procedure esecutive di rilascio e per immigrati regolari a basso reddito”. .  
   
   
LIGURIA "STANZIATI 2,3 MILIONI DI EURO PER IL BORGO DI SAN FRUTTUOSO"  
 
Genova, 22 Settembre 2008 - E´ stata approvata 18 Settembre la pre-intesa per le opere di recupero paesistico ambientale del borgo di San Fruttuoso attraverso cui la Giunta regionale stanzia ulteriori 2,3 milioni di euro. Lo ha comunicato la mattina di giovedì 18 l´assessore regionale alle Politiche abitative, Maria Bianca Berruti al termine dell´accordo siglato tra Regione Liguria, Comune di Camogli, Ente Parco di Portofino e Fai (Fondo per l´Ambiente Italiano). Obiettivo della pre-intesa stanziare ulteriori finanziamenti che si andranno ad aggiungere a quelli già deliberati per un totale di 5,3 milioni di euro e stabilire il calendario dei lavori in vista della sottoscrizione dell´accordo vero e proprio da siglare entro la fine dell´anno. "Con queste ulteriori risorse - ha spiegato l´assessore Berruti - intendiamo favorire il recupero del borgo attraverso il mantenimento di una presenza umana e un´adeguata ricettività turistica". Tra le opere previste per il restauro del borgo: il recupero di 10 alloggi per i residenti, la ristrutturazione di una struttura ricettiva, il rinnovo dei servizi igienici, una nuova cabina elettrica, il rinnovo della zona di conferimento dei rifiuti solidi, un´area didattica e nuovi servizi a favore del Parco. .