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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 13 Maggio 2009 |
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SPESABENE: ANCHE COOP ADERISCE ALL´INIZIATIVA "PREZZI SORRIDENTI". L´INTESA FIRMATA IERI CON L´ASSESSORE PASI. IN POCO PIÙ DI UN MESE OLTRE 200 TELEFONATE AL NUMERO VERDE |
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Bologna – Un’opportunità in più per i consumatori di comprare bene risparmiando. Dopo “Un chilo di pane comune a 1 euro”, da oggi Accda/coop aderisce a un’altra iniziativa di “Spesabene”, e precisamente a “Prezzi sorridenti”. In questo modo si impegna ad applicare ogni settimana uno sconto – dal 10 al 20% – sul prezzo normale di vendita di più prodotti di prima necessità, di cui almeno uno tra pasta, riso, olio, latte, passata di pomodoro, prodotti conservati (come tonno e legumi), ortofrutta di stagione. Ma anche articoli per l’igiene della persona e per l’infanzia. L’adesione di Accda/coop (e quindi Coop Adriatica, Estense, Nord-est, Reno, Eridana) a “Prezzi sorridenti” è stata siglata stamani da Guido Pasi, assessore al Turismo e Commercio della Regione Emilia-romagna, e Giovanni Casadei, responsabile dipartimento economico Accda. Da fine marzo sino alla fine del mese di aprile, il numero verde (800 800 883) attivato appositamente per “Spesabene” ha ricevuto oltre 200 telefonate con altrettante richieste d’informazione. Con l´obiettivo di tutelare il potere d´acquisto dei consumatori, “Spesabene” è frutto di un’intesa tra Regione, Confcommercio e le proprie organizzazioni di categoria Fida (Federazione italiana dettaglianti dell’alimentazione), Federcarni, Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), Fedagromercati-acmo e Associazione Panificatori di Bologna; Confesercenti e le proprie associazioni di settore Fiesa (Federazione italiana esercenti settore alimentare), Fiepet (Federazione italiana esercenti pubblici e turistici), Assopanificatori, Anva (Associazione nazionale venditori ambulanti); Accda/coop, Ancd/conad, Cna e Confartigianato. Www. Spesabene. It . |
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AGRICOLTURA – GALAN: LA REGIONE A FIANCO DEI SUOI PRODUTTORI DI LATTE |
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Venezia - “L’appoggio della Regione alla vostra battaglia è scontato: se la nostra agricoltura va a rotoli, vanno a rotoli anche cultura, tradizioni e produzione”. E’ stato un appoggio totale quello dato oggi dal presidente del Veneto Giancarlo Galan alle istanze presentate da una folta delegazione di imprenditori agricoli della Coldiretti con le loro famiglie, guidata dal presidente regionale Giorgio Piazza, giunta in barca fino a Palazzo Balbi per illustrare motivazioni e contenuti della mobilitazione a favore della rintracciabilità, riconoscibilità e remuneratività del latte nostrano. Accanto a Galan c’erano anche il vicepresidente della Giunta e assessore all’agricoltura Franco Manzato e l’assessore alla tutela dei consumatori Elena Donazzan, mentre a salutare la manifestazione ed esprimere la loro solidarietà erano sull’imbarcadero del Palazzo anche l’assessore al Bilancio Isi Coppola, quello alla sanità Sandro Sandri e l’assessore alle politiche sociali Stefano Valdegamberi. Le motivazioni della giornata di mobilitazione di ieri stanno nei numeri: su ogni euro che il consumatore spende in latte fresco, solo 21 centesimi arrivano al produttore, 24 restano alla trasformazione e il 55 per cento alla distribuzione; quasi tutto il latte Uht proviene dall’estero; una mozzarella su due non ha origini nazionali; il Veneto produce 11 milioni e mezzo di quintali e ne importa 13 milioni, dei quali 6 milioni e mezzo di cagliate semilavorate. Per evidenziare il problema, oggi la Coldiretti ha distribuito direttamente ai cittadini latte fresco a 50 centesimi al litro, con un guadagno quasi doppio per il produttore e una spesa più che dimezzata per il consumatore. “Non ce la facciamo più – ha sintetizzato Piazza – e in assenza di interventi concreti produrre ci costa più di quel che guadagniamo mentre siamo inondati di latte estero”. Il presidente di Coldiretti Veneto ha chiesto il sostegno della Regione su tre fronti: rendere pubblici i dati sull’importazione, finora “secretati”; aumentare i controlli; sostenere il progetto di legge nazionale che evidenzia l’origine della materia prima, anche nei prodotti trasformati, e il supporto all’apertura di 20 mila punti vendita autogestiti. Sostegno pieno del Veneto su tutto il fronte da parte di Galan e della Giunta veneta: “è sconcertante che solo il 21 per cento del valore resti a chi lo produce – ha affermato il presidente della Regione – e la tracciabilità con la conoscenza della provenienza è un diritto sacrosanto del consumatore, che lo rende davvero libero di scegliere perché sa cosa acquista. E personalmente sono certo che sceglierà il prodotto giusto”. Dal canto suo il vicepresidente Manzato ha ribadito che la linea politica della Regione è quella di assicurare reddito all’impresa, cosa che consente investimenti e si riflette sul territorio. “Opereremo per portare almeno al 10 per cento la quota dei controlli sulle partite importate – ha aggiunto – che oggi è al di sotto dell’1 per cento. Ci faremo anche parte attiva per desecretare i dati sull’import. Per sostenere il sistema stiamo operando pure in altre direzioni: abbiamo approvato il disegno di legge anticrisi nel settore primario e proporremo al partenariato economico e sociale l’attivazione di azioni specifiche nel settore lattiero caseario”. Queste riguardano la predisposizione del disciplinare di produzione per il latte alimentare di qualità; l’utilizzo del logo ombrello per la promozione dei prodotti veneti che seguono percorsi di qualità certificata; sostegno alla proposta ministeriale per l’erogazione di 20 euro a tonnellata ai produttori che producono latte di qualità; misure di accompagnamento della ristrutturazione del settore lattiero caseario anche nell’ambito del Psr; monitoraggio e coordinamento della attività e degli enti preposti al controllo sanitario e di qualità dei flussi di latte e prodotti lattiero caseari importati in Veneto”. L’assessore Donazzan ha infine ricordato che la Regione del Veneto ha di fatto già recepito numerosi punti del progetto Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana e che è pronta a muoversi per rafforzare la propria azione. . |
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A SASSARI NASCE BIONETWORK PIÙ DI 5 MILIONI DI EURO PER LE BIOTECNOLOGIE LA SARDEGNA CAPOFILA DEL PROGETTO VOLUTO DAL MINISTERO DELL’UNIVERSITÀ |
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Bionetwork. 5,5 milioni di euro cofinanziati da Unione Europea e Ministero dell’Università. 270 mila euro in borse di studio per giovani laureati. Informazioni e servizi per le piccole e medie imprese, chiamate anche a indirizzare la ricerca tecnologica con le loro richieste. Più di 50 soci tra enti pubblici e privati. «Bionetwork» è un gigantesco laboratorio integrato, con competenze e strumenti di ultima generazione sparsi nelle regioni del Mezzogiorno. A guidarli, la Sardegna. E in particolare Sassari grazie al consorzio Biosistema. E’ stata presentata nel fine settimana all’Hotel Punta Negra la nuova realtà che unisce ricerca universitaria e imprese. Bionetwork si occupa di biologie avanzate (o biotecnologie) e si inserisce nella Rete dei Centri di Competenza Tecnologica voluti dal Ministero dell’Università e della Ricerca nel 2006. Dopo la fase di allestimento, da giugno Bionetwork camminerà con le sue gambe. Un risultato raggiunto in meno di due anni. «Si è lavorato sodo e in tempi brevi — ha affermato Viviana Guglielmi, rappresentante del Miur — Il successo è frutto del forte spirito di squadra che ha animato amministrazione centrale e Regione. Questa volta il Mezzogiorno non è all’inseguimento del progresso del Nord. Anzi: la Sardegna ha agito da precursore». Fabio Tore e Giampiero Lavena dell’ Assessorato Regionale alla Programmazione hanno ricordato i termini in cui la Regione Sardegna ha creduto al progetto: un investimento di 17 milioni di euro per l´innovazione e la ricerca. E 5 di questi sono dedicati espressamente alla fidelizzazione delle imprese. Il progetto. L’obiettivo è creare finalmente l’anello mancante fra ricerca e realtà imprenditoriali. Nell’incontro (presieduto dal general manager Mario Pani) lo ha spiegato il presidente di Biosistema, Bruno Masala, docente di Biochimica nell’Università di Sassari: «Le piccole e medie imprese — ha detto — spesso non hanno modo di fare ricerca per essere competitive sul mercato globale. Ed è in campo accademico che prende forma la vera innovazione tecnologica». Lo studio mira dunque a creare servizi utili ai piccoli imprenditori come alle grandi realtà chimico-farmaceutiche. Dalle ricerche sui vaccini alle informazioni per accedere ai finanziamenti europei, l’offerta di Bionetwork copre un campo vastissimo. «Siamo già in grado di fornire l’80% dei servizi previsti» assicura Amedeo Columbano, responsabile scientifico. «Per il restante 20% basteranno i prossimi tre mesi». Il laboratorio integrato. La maggior parte della spesa è servita per i macchinari e le tecnologie, scelte e acquistate con un principio preciso, come ha spiegato la vice presidente di Biosistema, Maria Svelto: evitare i doppioni nella rete, puntare sull´innovazione e fare in modo che in ogni centro di ricerca il nuovo strumento fornisse davvero un valore aggiunto. «Quando ho accettato il ruolo di responsabile scientifico del progetto — ha rivelato Mario Pirastu, già direttore dell’istituto di genetica delle popolazioni del Cnr — ho visto con i miei occhi una mole di strumentazione che qualunque ricercatore americano sarebbe felice di avere. E tutti questi macchinari innovativi sono accompagnati da grandi competenze». La risorsa principale sta proprio nelle menti dei ricercatori, vere eccellenze locali. Inoltre 270 mila euro hanno finanziato borse di studio per 33 giovani laureati, che sono già al lavoro in diverse imprese del sud Italia. Il consorzio. Bionetwork conta più di 50 soci tra enti pubblici e privati. Non solo università ma anche centri di valore indiscusso come l’Enea o il Cnr. E, ovviamente, le imprese. «Non si tratta di fare concorrenza — ha chiarito Antonfranco Temussi, responsabile amministrativo di Bionetwork — ma piuttosto di collaborare. La dimensione di società consortile e la struttura snella permettono di gestire bene il progetto senza la lentezza della burocrazia». La Rete dei Centri. La Rete dei Centri di Competenza Tecnologica (Cct) nasce con l´avviso 1854/2006 emanato dal Ministero dell´Università e della Ricerca nell´ambito del Pon 2000-2006. Le regioni interessate sono Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. Sono soci tutte le Università delle Regioni, i principali centri di ricerca pubblici e privati e le imprese. Ognuna è capofila («nodo principale») di un settore specifico (communication technology, trasporti, rischio ambientale e tecnologie alimentari, oltre alle biologie avanzate) e ha in tutti gli altri territori i suoi nodi secondari. Così tutte le regioni contribuiscono alla ricerca di ogni singolo settore, mettendo costantemente in rete materiali e risorse tecnologiche. Lo stesso vale per gli sportelli al pubblico, aperti in ogni sede e per ogni settore di ricerca. . |
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ALSIA, AVVERTIMENTO DELLE FITOPATIE TRAMITE SMS |
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Difesa fitosanitaria anche a distanza, con l’aiuto delle nuove tecnologie: il servizio Fitospa (previsione e avvertimento dello sviluppo di parassiti sulle colture) dell’Alsia, l’Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura, è ora operativo in Basilicata. Presentato in occasione del Consuntivo fitosanitario del febbraio scorso, il sistema, che consente di prevedere le malattie delle colture agrarie e di avvertire gli imprenditori tramite brevi messaggi telefonici (sms) sui trattamenti di difesa da operare per ora è attivo per la ticchiolatura del melo in Alta Val d’Agri. Nel corso di questa sperimentazione sul melo, fino ad oggi sono stati dati 9 allarmi tramite sms. Dal 9 aprile scorso, infatti, 30 imprenditori agricoli di quel comprensorio ricevono tramite sms i consigli per la difesa per contenere il rischio di infezione della malattia. Il messaggio sul telefonino viene inviato in occasione di ogni evento o di sequenze di eventi infettivi, cioè di ogni pioggia, o giorni di pioggia, capaci di innescare la malattia. Per la ticchiolatura, infatti, è essenziale la tempestività dell’intervento fungicida che impedisca l’instaurarsi dell’infezione in campo, perché consente di sospendere i trattamenti già nel mese di giugno. Contrariamente, occorre protrarre la difesa fino alla raccolta (agosto-ottobre). Fitospa è un servizio piuttosto complesso, basato sull’uso di modelli previsionali (sistemi informatici di supporto alle decisioni degli operatori), che nell’arco di tre anni cercherà di portare a regime 8 modelli attualmente validati o in fase di validazione per la regione Basilicata: oltre alla ticchiolatura del melo (Venturia inaequalis), anche quelli per la carpocapsa del melo (Cydia pomonella), per la cocciniglia rossa forte degli agrumi (Aonidiella auranti), per l’oidio (Uncinula necator), per la peronospora (Plasmopara viticola) e la tignoletta della vite (Lobesia botrana), per la peronospora del pomodoro (Phytophthora infestans), e per la tignola orientale del pesco (Cydia molesta). . |
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AGROALIMENTARE A KM ZERO SULLE TAVOLE DEI BRESCIANI CON "PRODOTTI DELLA TERRA" CONSUMATORI PROTAGONISTI DEL MERCATO E´ IL FRUTTO DELL´ACCORDO TRA REGIONE, AGRICOLTORI E ESERCENTI |
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Brescia - Un marchio, uno spazio per la vendita dei prodotti agroalimentari all´interno dell´Ortomercato, con le aziende agricole del territorio protagoniste e la collaborazione dell´Istituto Zooprofilattico per certificare qualità, sicurezza e tracciabilità dei prodotti destinati al commercio al dettaglio. Questi gli "ingredienti" dell´iniziativa "Prodotti della terra bresciana" che l´assessore regionale al Commercio, Fiere e Mercati, Franco Nicoli Cristiani, ha presentato il 7 maggio insieme a Francesco Bettoni (presidente Unioncamere e Unione Provinciale Agricoltori), Piergiorgio Piccioli (presidente Confesercenti Lombardia), Carlo Massoletti (Ascom Brescia). L´obiettivo è coinvolgere i negozi di Brescia e provincia, insieme alle imprese agricole, per offrire prodotti certificati "made in Brescia e a chilometri zero". Ufficialmente l´iniziativa partirà a fine giugno, con circa 40 imprese agricole pronte a collaborare, ma il progetto potrà contare anche su un sito internet tramite il quale aziende agricole e operatori, in un´area riservata, potranno scambiare informazioni e procedere ad accordi commerciali, mentre in un´altra area, non riservata, i consumatori potranno conoscere produzioni, aziende agricole ed esercenti coinvolti. Alla base dell´iniziativa c´è l´Accordo tra Regione Lombardia e sistema camerale a cui si sono poi aggiunte anche le associazioni dei Consumatori, siglato nell´aprile del 2008. Obiettivo comune dell´accordo è garantire il potere d´acquisto dei cittadini lombardi nell´ambito dei consumi agroalimentari in un contesto economico sfavorevole, attraverso una serie di iniziative volte a migliorare l´efficienza della filiera, a promuovere l´adozione di stili di consumo più consapevoli, a sostenere soluzioni di sistema e a fornire informazioni puntuali e corrette al consumatore per consentirgli scelte più oculate e responsabili. "Regione Lombardia - ha dichiarato l´assessore Nicoli Cristiani - con la sottoscrizione dell´Accordo si è assunta l´impegno di promuovere un cambiamento nella filiera agroalimentare lombarda, attraverso il confronto e il dialogo con tutti, in un´ottica di integrazione e di sistema. Per innovare in maniera sostanziale la filiera ed avere benefici per i consumatori e per l´economia regionale, è indispensabile il contributo e la collaborazione del mondo della produzione agricola, della trasformazione industriale e della distribuzione commerciale". "Questo progetto - ha proseguito l´assessore - ci riempie di gioia perché è un esempio concreto ed innovativo, a livello nazionale, di come si possano organizzare secondo modalità più moderne, efficienti e sistemiche le logiche di filiera. Vogliamo dare trasparenza assoluta ai meccanismi di formazione del prezzo, cercare i margini di efficienza per governare i meccanismi della filiera a vantaggio del consumatore, che non vuol dire imporre regole al mercato, ed educare il consumatore a scegliere in modo responsabile". "Mettiamo al centro dell´iniziativa il consumatore - ha ribadito Piergiorio Piccioli - insieme alla produzione bresciana, che è di eccellenza. Ci rivolgiamo a tutti, ai residenti e ai turisti che visitano la nostra provincia, con un progetto che prevede una serie di controlli grazie alla collaborazione dell´Istituto Zooprofilattico di Brescia". "Dalle patate - ha ricordato Bettoni - fino alla carne, bovina e suina, all´olio, saranno offerti tutti i prodotti, tipici e nostrani, con l´obiettivo di aumentare la quota del nostro agroalimentare sulle tavole dei consumatori". . |
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SOSTEGNO DELLA GIUNTA SARDA AL COMPARTO OVINO |
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"Il comparto ovino, cuore portante dell´economia rurale della Sardegna, oggi è seriamente a rischio di estinzione. E sono rammaricato di non essere riuscito a trasmettere questo messaggio né alla maggioranza né all´opposizione. Gli unici che pagheranno questo errore saranno solo i nostri allevatori". L´assessore regionale dell´agricoltura Andrea Prato commenta così il passaggio dell´emendamento in Finanziaria voluto dalla minoranza che ha diminuito le risorse sul settore ovino e in particolare sui consumi alimentari interni. "In questi giorni inoltre sulla stampa - continua Prato - vengo dipinto come un assessore "superdinamico", "tuttofare" eccetera: non è così. Il mio impegno è strettamente legato a non far morire l´agricoltura della Sardegna e risponde pienamente al mandato che mi ha affidato il presidente Ugo Cappellacci, che sta guidando una Giunta forte e coesa con l´obiettivo di rilanciare la nostra isola anche attraverso la Finanziaria appena approvata e il suo collegato". . |
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"PANE INDUSTRIALE E SOSTITUTIVI DEL PANE" SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA |
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Nel 2008 il mercato è stato interessato da un incremento dei prezzi dei prodotti finiti conseguenza di una crescita generalizzata del prezzo delle farine. Ciò ha determinato un calo dei consumi di pane che sono scesi a 3. 070 migliaia di tonnellate, di cui circa 200 mila sono di pane industriale (-0,7%). Questo mercato è frammentato, con una concorrenza elevata ed in ulteriore aumento, in particolare ha inciso il Decreto Bersani, con la liberalizzazione delle licenze e la conseguente installazione di impianti di panificazione presso i p. V. Della grande distribuzione; si caratterizza inoltre per la riscoperta dei prodotti di panificazione tradizionali, prodotti che stanno acquisendo riconoscimenti anche a livello nazionale e comunitario Le strategie aziendali puntano all’ampliamento della presenza in aree territoriali non servite (concentrazione/sfruttamento sinergie distributive delle aziende), alla razionalizzazione della struttura logistica e a una crescente segmentazione del mercato (pani speciali, senza glutine, pani regionali) Nel 2008, la produzione di sostitutivi del pane è cresciuta in volume dello 0,8%, per un valore complessivo di 994 milioni di euro (+7,3% rispetto al 2007). L’andamento dei segmenti evidenzia una buona crescita dei pani morbidi confezionati (+2,4% in volume) e delle fette biscottate (+1,2%), una sostanziale stabilità dei volumi di produzione dei crackers (-0,2%), un calo della produzione dei grissini (-0,8%) e dei pani croccanti (+1,2%) Il mercato dei sostitutivi del pane è più concentrato rispetto al pane industriale e la concorrenza sta aumentando anche a causa dello sviluppo delle private label. La competizione è giocata sul prezzo, sull’utilizzo della leva pubblicitaria e sulle attività di trade marketing. Le strategie aziendali sono incentrate sulla diversificazione del prodotto, sulla crescente segmentazione del mercato e lo sviluppo di diversi formati. Il mercato del pane industriale e dei sostitutivi sarà caratterizzato da una crescita costante nel medio-lungo periodo e da molte opportunità di sviluppo, in cui l’innovazione seguirà direttrici ben definite, dalla ricerca del gusto a quella, opposta, del minor contenuto calorico e della genuinità secondo le ultime tendenze alimentari/nutrizionali. Dati Di Sintesi, 2008
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Pane |
Sostitutivi |
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industriale |
del pane |
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Numero di imprese |
90 |
150 |
Numero di addetti(a) |
2. 025 |
3. 000-3. 500 |
Numero di addetti per impresa |
22,5 |
21,7 |
Valore della produzione a prezzi di fabbrica (Mn. Di euro) |
380,0 |
994,0 |
Variazione media annua della produzione(b) 2008/2004 (%) |
2,3 |
4,0 |
Fatturato per addetto (‘000 di euro) |
187,7 |
305,8 |
Valore aggiunto (Mn. Di euro) |
47,7 |
77,7 |
Valore aggiunto per addetto (‘000 di euro) |
46,4 |
75,5 |
Quota della produzione prime 4 imprese(b) (%) |
31,3 |
54,7 |
Export/produzione(b) (%) |
n. S. |
8,4 |
Import/consumo(b) (%) |
n. S. |
6,9 |
Valore del mercato, a prezzi di fabbrica (Mn. Di euro) |
380,0 |
978,2 |
Valore del mercato a prezzi al consumo (Mn. Di euro) |
547,2 |
1. 408,6 |
Variazione media annua del mercato(b) 2008/2004 (%) |
2,3 |
4,8 |
Quota di mercato prime 4 imprese(c) (%) |
- |
38,4 |
Quota di mercato prime 8 imprese(c) (%) |
- |
45,6 |
Previsioni di sviluppo del mercato(c): |
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· 2009/2008 (%) |
0,5/1,0 |
1,0/1,5 |
· tendenze di medio periodo |
crescita moderata |
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| a) - specifici b) - in valore c) - in volume Fonte: Databank . |
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TRENTO: LA PRIMA EDIZIONE DI "DULCIS IN FONDO", FESTA DELL´ARTIGIANATO DOLCIARIO |
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Al Palananunia di Fondo, sabato e domenica scorsi, si è tenuta la prima edizione di una manifestazione gustosa ed originale, “Dulcis in Fondo”, dedicata interamente all’artigianato dolciario della nostra provincia. «Si tratta di un evento che va al di là della “classica” fiera compra e vendi: il ricco programma, infatti, soddisfa la curiosità anche delle aziende e dei produttori, che trovano stimoli e seminari per gli approfondimenti – ha commentato l’assessore provinciale all’artigianato– Credo sia davvero importante organizzare eventi nelle zone decentrate rispetto al capoluogo, come è la Valle di Non. Sarebbe troppo facile, infatti, richiamare l’attenzione sui grandi centri, come Trento, Riva, Rovereto. La nostra sfida è quella di accendere i riflettori sulle piccole località dove si fa l’artigianato “vivo”, con eccellenza e passione, ma proprio per questo più vicino al territorio». Lo sa bene il sindaco di Fondo che ha voluto ospitare la manifestazione all’interno della moderna struttura del Palanaunia. «Così bello non l’avevo mai visto – spiega complimentandosi per gli allestimenti – Nel nostro paese è nato Fortunato Depero, uno dei protagonisti del Futurismo, che è anche il tema fondante della prima edizione dell’evento. Originario di Fondo è anche il cuoco Cristian Bertol, protagonista a “La prova del cuoco”. La nostra è una vallata che ci ha accolto con il sole e i meli in fiore, ma che ha tanto da raccontare in materia di prodotti tipici e di artigianato, di qualità e di eccellenza». Pienamente soddisfatto Ilos Parisi, presidente di Ceii Trentino, che ha illustrato brevemente il programma e ha sottolineato le caratteristiche principali dell’artigianato trentino: «Ricerca e qualità sono elementi importanti per veicolare il nome delle aziende e per farsi apprezzare anche nei momenti di difficoltà economica, come può essere quello che stiamo vivendo negli ultimi tempi. Qui ne vedo tanta di eccellenza, ringrazio tutti gli espositori e le aziende che non sono volute mancare a questa prima edizione». «Ci sono tutti i presupposti affinché questo diventi un appuntamento fisso non solo per il pubblico, ma anche per le imprese - ha commentato Dario Denicolò, presidente dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia Autonoma di Trento - Da parte mia e da parte dell’Associazione, offro pieno appoggio al Ceii Trentino, motore dell’iniziativa, e all’Assessorato all’Artigianato, per continuare su questa strada». Un concetto ribadito anche da Adriano Dalpez, presidente della Camera di Commercio di Trento. Complimenti e parole di sostegno per l’iniziativa dedicata ai dolci, sono arrivate da Luigi Sartori, Presidente dell’Associazione Artigiani della Val di Non, dal presidente del Comprensorio e da Gianni Holznecht, presidente dell’Apt della Val di Non. Dopo l’inaugurazione, la mattinata di sabato è proseguita con il primo seminario “Buono, Pulito e Giusto”, tenuto da Sergio Valentini, presidente regionale di Slow Food e da Adriano Dalpez, in rappresentanza della Camera di Commercio. Ha offerto la propria testimonianza in qualità di produttore anche Roberto Pellegrini, dell’omonima azienda “Molino Pellegrini”, di Riva del Garda. Nel pomeriggio gli allievi delle Scuole Alberghiere e i Maestri Cioccolatieri di Acai hanno dato spettacolo, con le proprie creazioni dal vivo sotto gli occhi del pubblico, mentre i bambini si sono divertiti “con le mani in pasta” nei laboratori a loro dedicati. Da ricordare anche il concorso “I Biscotti della mamma” che si è svolto domenica mattina. . |
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CONFAGRICOLTURA-CIA-COPAGRI, 19 MAGGIO TAVOLO CON REGIONE BASILICATA |
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La convocazione urgente del tavolo interprofessionale del comparto lattiero-caseario è stata chiesta oggi da Confagricoltura, Cia e Copagri della Basilicata all´Assessore all´Agricoltura Vincenzo Viti che, dimostrando particolare sensibilità per la situazione del comparto, ha fissato la riunione per il 19 maggio prossimo. Confagricoltura, Cia e Copagri, in una nota unitaria, sottolineano che sarà l´occasione per affrontare oltre la questione del prezzo del latte alla stalla che ha subito un “pesante” crollo di quotazione che influisce gravemente sui redditi degli allevatori, anche gli altri problemi riferiti alla filiera lattiero-casearia e quindi ai provvedimenti contenuti nel Psr 2007-2013. Per le tre organizzazioni professionali agricole è necessario accelerare le procedure e i programmi in direzione della creazione di un sistema lucano lattiero-caseario per rilanciare le produzioni tipiche, di qualità e del territorio e reggere la crisi più generale. . |
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RUSSIA VIETA LE IMPORTAZIONI DI CARNE SPAGNOLA |
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La Russia ha vietato le importazioni di carne di maiale e derivati anche dalla Spagna. La misura sembra eccessiva, rivela anche "Adnmundo. Com". La Russia riceve normalmente il 5 per cento delle esportazioni spagnole di carne di maiale. Per questo motivo, l´Associazione delle Industrie produttrici di carne spagnole (Iberaice) ha chiesto alle autorità spagnole di stabilire una comunicazione con la Russia per assicurare che la carne di maiale spagnola hanno tutte le garanzie di sicurezza necessarie. Il presidente della sezione iberici dell´Associazione sopra menzionata, Julio Revilla, ha precisato che la Russia è uno dei principali mercati europei di esportazione della carne di maiale spagnola, che arriva in Russia attraverso la Francia, l´Italia e la Germania. La Russia riceve circa 90 mila tonnellate di carne, delle quali 80 mila fresche e 10 mila lavorate. . |
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ZOOTECNIA UMBRA: AIUTI PER ACQUISTO RIPRODUTTORI, MODIFICHE BANDO |
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La Regione Umbria, accogliendo le richieste degli allevatori, ha modificato il bando per la concessione di aiuti per l’acquisto di riproduttori selezionati, tra gli interventi per il miglioramento del patrimonio zootecnico. In particolare, per venire incontro all’esigenza degli allevatori di acquistare i riproduttori nei periodi in cui vengono svolte le aste di vendita in modo da acquisire gli animali con migliori caratteristiche, è stata data la possibilità di procedere all’acquisto successivamente alla data di presentazione della domanda di aiuti. In origine, si specificava che il periodo per l’acquisto era considerato dal momento della comunicazione di ammissibilità a finanziamento. Il bando, pertanto, prevede ora “che il periodo per l’acquisto dei riproduttori selezionati è considerato a partire dalla data di presentazione della domanda, fermo restando che la concessione del contributo è subordinata alla verifica della regolarità della stessa”. L’atto è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Umbria del 29 aprile 2009, n. 19 (Parti I e Ii, serie generale). . |
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AREE MONTANE LOMBARDE, 4 MILIONI PER COMMERCIO AL DETTAGLIO GIA´ AIUTATE 1000 IMPRESE IN OLTRE 200 COMUNI |
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Milano - Regione Lombardia mette a disposizione dei comuni montani per il 2009 4 milioni di euro, con l´obiettivo di sostenere la rete degli esercizi di prossimità in aree tradizionalmente meno popolate e più svantaggiate sotto il profilo dell´offerta commerciale. E´ quanto prevede un provvedimento approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore al Commercio, Fiere e Mercati, Franco Nicoli Cristiani, che punta a sostenere il commercio in zone montane promuovendo Programmi di intervento a favore delle imprese e della rete distributiva locale, secondo quanto previsto da un´apposita convenzione con le Comunità montane. La fase di difficoltà economica, insieme alla posizione di svantaggio delle zone montane, ha spinto la Regione ad aumentare in modo significativo per l´anno in corso la dotazione finanziaria, destinando risorse economiche fino a tre volte quelle che ogni Comunità montana attiverà per realizzare gli interventi. "Nel periodo 2006-2008 - ricorda Nicoli Cristiani - Regione Lombardia ha stanziato a favore del commercio di montagna oltre 6 milioni di euro, a fronte di un finanziamento delle Comunità Montane pari a circa 3 milioni di euro, aiutando così circa 1000 imprese in più di 200 comuni, una parte importante delle quali sono collocate in aree di disagio. Complessivamente sono stati attivati investimenti pari a circa 26 milioni di euro". "Negli anni scorsi abbiamo lavorato bene e con continuità insieme alle Comunità montane - aggiunge l´assessore - offrendo ai territori di montagna l´opportunità di mantenere e qualificare il servizio commerciale nelle aree di svantaggio, rafforzandone la competitività". Il Programma di interventi è finalizzato a sostenere e sviluppare nuove attività commerciali, a supportare l´innovazione nelle modalità di organizzazione e informatizzazione della rete commerciale, a qualificare gli spazi di vendita con l´acquisto di nuove attrezzature. Tra gli altri interventi previsti e finanziabili a favore degli esercizi, figurano l´acquisto di dispositivi di sicurezza per il negozio e l´introduzione di sistemi avanzati di gestione e ´fidelizzazione´ della clientela. Rilevante il ruolo della Comunità montana, a cui spetta il compito di promuovere sul territorio l´iniziativa regionale e di coinvolgere eventuali altri partner che intendano mettere a disposizione ulteriori risorse finanziarie. Secondo quanto previsto dalla convenzione che ogni Comunità montana sottoscriverà con Regione Lombardia, l´ente territoriale assumerà la gestione completa dei bandi attuativi dei Programmi di intervento e dovrà assicurare la conclusione degli interventi di sostegno previsti entro 18 mesi dalla stipula della convenzione con la Regione. Beneficiari degli interventi finanziari sono le piccole e microimprese commerciali e gli operatori di commercio su aree pubbliche con un´attività prevalente nei mercati del territorio montano, oltre alla Comunità montana, esclusivamente per le spese di gestione e coordinamento dell´iniziativa. Per ogni microimpresa del commercio - tra queste la Comunità montana potrà indicare come preferenziali le più svantaggiate, territorialmente e per la dimensione aziendale, oltre a quelle che vendono prodotti tipici - il contributo massimo concedibile è di 20 mila euro. A ogni Comunità montana che sottoscrive la convenzione con la Regione vengono assegnate risorse pari a tre volte quelle attivate per l´iniziativa - anche con il coinvolgimento di altri soggetti - fino a un tetto massimo di 500 mila euro. . |
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OTTO MILIONI DI EURO PER UNIONI E COMUNITÀ MONTANE DELL’ EMILIA ROMAGNA |
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Bologna - Oltre 8 milioni di euro per sostenere le diverse forme associative dei Comuni dell’Emilia Romagna. Lo ha deciso la Giunta regionale che ha stabilito anche criteri e modalità per la concessione dei contributi. Le risorse sono destinate alle Unioni di Comuni, alle nuove Comunità montane e al circondario di Imola (per le gestioni associate di funzioni comunali), ma anche ad Associazioni di Comuni che si trasformano in Unioni entro il 2009 e a quei Comuni che potrebbero derivare da fusione o incorporazione. A queste risorse vanno aggiunti i 4,8 milioni di euro gia stanziati nel marzo scorso – che portano le risorse complessive per il 2009 a circa 13 milioni - destinati esclusivamente alle nuove Comunità montane ed alle Unioni che stanno procedendo alla riorganizzazione istituzionale e dei servizi erogati sul territorio montano emiliano-romagnolo. Inoltre, direttamente dallo Stato arriveranno, nelle prossime settimane, alle nuove Comunità montane ed alle Unioni subentranti alle Comunità soppresse circa 2,4 milioni di euro per sostenere il loro funzionamento. “Queste risorse – sottolinea Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale alla programmazione territoriale e cooperazione con gli Enti locali - vanno a sostenere il cantiere dell’autoriforma regionale, avviata con la legge 10 del 2008. Siamo così in grado di garantire più efficacia e qualità al governo del territorio in alcuni settori fondamentali come l’erogazione dei servizi, mettendo al centro lo straordinario lavoro dei sindaci e delle Autonomie. La parola chiave è: semplificare. Per superare le sovrapposizioni di funzioni e servizi e e dare risposte più vicine ai cittadini”. A sostegno del riordino e del funzionamento delle nuove Comunità montane, del nuovo Circondario di Imola e delle Unioni subentranti a Comunità montane soppresse, previsti 5,2 milioni di euro a cui si aggiungono altri 2,7 milioni di risorse statali regionalizzate. Ulteriori 100 mila euro sono destinati a sostenere studi di fattibilità per la costituzione di nuove forme associative, per la trasformazione di Associazioni in Unioni, per fusione di Comuni e per il miglioramento delle gestioni associate ma anche a favore delle forme associative o dei Comuni che intendano costituirle. In Emilia-romagna la riforma degli enti locali associativi - anticipando le disposizioni della legge finanziaria 2008 - è stata avviata con il “Patto interistituzionale per l’autoriforma dell’amministrazione, la razionalizzazione delle funzioni, il riordino istituzionale” sottoscritto nel 2007 dai presidenti della Regione e di Upi, Anci e Uncem regionali. Oltre al dimezzamento del numero delle Comunità montane - attraverso la trasformazione di alcune di esse in Unioni di Comuni ovvero attraverso l’inclusione dei Comuni membri in Unioni già esistenti o nel Nuovo Circondario Imolese –, la riorganizzazione ha portato alla riduzione a due del numero dei rappresentanti di ciascun Consiglio comunale, alla costituzione di Giunte composte esclusivamente dai Sindaci dei Comuni membri ma soprattutto al non riconoscimento di indennità per la carica di assessore di Comunità montana. “L’attribuzione alle Unioni di Comuni comprendenti Comuni montani delle funzioni esercitate in precedenza dalle Comunità montane – ha aggiunto Muzzarelli - ha risposto innanzi tutto all’esigenza di mantenere, comunque, in montagna la gestione di quei servizi che posseggono un valore decisamente strategico ai fini della tenuta e del consolidamento del tessuto sociale ed economico delle zone montane della regione”. Per il 2009, le domande vanno presentate entro il prossimo 15 giugno mentre per il prossimo anno le richieste andranno presentate entro il 28 febbraio 2010. Requisiti Per Accedere Ai Contributi - Per accedere ai contributi - così come previsto dalla legge regionale 10/2008 – occorre che: lo Statuto preveda che la giunta sia composta esclusivamente da sindaci e che la durata dell’unione non sia inferiore a 5 anni; il conferimento integrale da parte di tutti i Comuni della forma associativa di almeno tre funzioni tra quelle previste dalla normativa regionale e che non vi sia sovrapposizione tra forme associative titolate a presentare domanda (salva l’eccezione, prevista dalla legge, dell’Unione Alto Appennino reggiano e della Comunità montana Appennino reggiano, la prima all’interno della seconda) e fra queste e ulteriori forme associative per le stesse funzioni, fatte salve quelle obbligatorie per legge (ad esempio l’Asp). Inoltre le unioni inoltre devono essere composte da almeno tre comuni con popolazione non inferiore a 15 mila abitanti oppure da almeno quattro Comuni: questo requisito non si applica alle Unioni derivanti dalla soppressione di preesistenti comunità montane. Il programma prevede, tuttavia, per le Unioni già esistenti composte da soli due Comuni misure di salvaguardia ed il mantenimento dei contributi a condizione che, entro il 2010, vengano raggiunti i requisiti dimensionali minimi attraverso progetti di riorganizzazione ed ampliamento dei rispetti bivi ambiti territoriali. . |
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L’AGLIO BIANCO POLESANO VERSO IL TRAGUARDO DELLA DOP |
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Ultima tappa del percorso dell’Aglio Bianco Polesano verso la Denominazione d’Origine Protetta. La domanda di riconoscimento della Dop è stata infatti pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 6 maggio. “La pubblicazione – ha ricordato il vicepresidente della Giunta veneta Franco Manzato – è finalizzata alla raccolta, entro i prossimi sei mesi, di eventuali osservazioni da parte di altri Stati membri, in assenza delle quali il prodotto sarà registrato nell’elenco delle Denominazioni e protetto come Dop a tutti i livelli dalla Comunità”. “Per il Veneto – ha aggiunto Manzato – questo è un ulteriore traguardo nel campo della certificazione e della qualità delle nostre produzioni agroalimentari, a garanzia dei produttori e dei consumatori. Oltre alle Dop e alle Igp già riconosciute, che ci pongono ai vertici europei nel riconoscimento delle Denominazioni, sono state pubblicate per le eventuali osservazioni anche le richieste riguardanti l’Igp Riso del Delta del Po (il 31 marzo), l’Igp Marroni del Monfenera e l’Igp Insalata di Lusia (18 aprile): tutti prodotti ormai alle soglie del riconoscimento comunitario. Anche questa è un’ulteriore sottolineatura della varietà, dei primati qualitativi e dell’identità territoriale dei nostri prodotti”. L’aglio Bianco Polesano, venduto allo stato secco, è ottenuto a partire da ecotipi locali e dalla varietà Avorio, selezionata partendo dagli stessi. Il suo profumo è caratterizzato da un peculiare profilo aromatico, meno pungente e più persistente rispetto ad altre varietà ottenute in altre zone. Le sue qualità sono il frutto della particolare caratteristica dei terreni dove viene coltivato, con suoli di medio impasto di apporto fluviale, argilloso/limosi, ben drenati, porosi e fertili. A questo si aggiungono la straordinaria capacità dei produttori, affinata con gli anni e trasmessa da padre in figlio, di selezionare a mano i bulbi “teste” migliori da cui ricavare il materiale da seminare e le particolari lavorazioni eseguite a mano. . . |
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ANCHE I MARRONI DI COMBAI VERSO IL RICONOSCIMENTO EUROPEO IGP |
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Venezia - Altri sei mesi d’attesa, poi anche i Marroni di Combai verranno inseriti ufficialmente nell’elenco dei prodotti a Indicazione Geografica Protetta tutelati dall’Unione Europea. La richiesta d’iscrizione, con il relativo disciplinare, è stata infatti pubblicata sabato scorso, 9 maggio, nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue: se non ci saranno osservazioni o opposizione da parte di qualche Paese della Comunità, anche questo caratteristico prodotto delle colline trevigiane giungerà al traguardo dell’Igp. “E’ una primavera particolarmente fertile per i riconoscimenti di qualità delle produzioni venete – ha commentato il vicepresidente della Giunta regionale Franco Manzato – con la pubblicazione di numerose richieste di iscrizione formulate dalla base produttiva con lo scopo di esaltare la qualità del prodotto, tutelare i consumatori e valorizzare produzioni locali di altissimo livello che affondano la loro storia nell’identità del territorio d’origine. Ricordo per inciso che è solo di qualche giorno fa la pubblicazione della richiesta di Dop per l’Aglio Bianco Polesano (6 maggio), che si aggiunge a quelle riguardanti l’Igp Riso del Delta del Po (il 31 marzo), l’Igp Marroni del Monfenera e l’Igp Insalata di Lusia (18 aprile): è un elenco che presto si aggiungerà a quello ben “nutrito” dei prodotti veneti già tutelati e che sottolinea una volta di più la qualità nella varietà e l’identità territoriale delle nostre produzioni agroalimentari”. Il “Marrone di Combai” è un ecotipo che si è selezionato nell’ambiente caratteristico delle Prealpi Trevigiane. Le prime testimonianze storiche del prodotto risalgono al Xii secolo. Di consistenti dimensioni, la sua produzione avviene in un’area che comprende il territorio prealpino altamente vocato dei Comuni della provincia di Treviso che si stendono dai confini con il bellunese a quelli con il Friuli Venezia Giulia, mentre il nome dell’Igp deriva dalla località specifica, Combai, che al prodotto ha dedicato una partecipata festa che si svolge dal 1945 . |
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FINANZIAMENTI REGIONALI VENETI ALLE ASSOCIAZIONI ALLEVATORI PER TENUTA LIBRI GENEALOGICI E CONTROLLI FUNZIONALI |
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La Giunta regionale, su iniziativa del vicepresidente Franco Manzato, ha impegnato quasi 3 milioni 857 mila euro a favore delle Associazioni Provinciali Allevatori come contributo per la Tenuta dei Libri genealogici e per lo svolgimento dei controlli funzionali. “Si tratta di attività finalizzate al miglioramento del patrimonio zootecnico veneto – ha spiegato Manzato – che le Apa svolgono in rapporto diretto con gli allevatori, con particolare attenzione per l’incremento e il miglioramento qualitativo delle specie allevate nel proprio territorio”. La spesa viene definita fissando il costo medio per ogni singolo fattore di produzione, i principali dei quali riguardano l’attività di controllo, la gestione informatica dei dati, la gestione amministrativa ed i laboratori di analisi. Il riparto è stato elaborato sulla base delle risorse inserite nel bilancio regionale 2009, suddivise proporzionalmente al peso delle attività istituzionali svolte dalle Apa nell’anno 2007 accertate a consuntivo, con la riserva di valutare successivamente le somme certificate per l’anno corrente. All’apa di Belluno andranno circa 295 mila euro; a quella di Padova oltre 737 mila euro; all’Associazione Provinciale Allevatori di Rovigo più di 174 mila euro; a quella di Treviso oltre 620 mila euro, all’Apa di Venezia 390 mila euro; a quella di Verona 620 mila euro, all’Apa di Vicenza oltre un milione 19 mila euro. . . |
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FORMAGGIO DI FOSSA: SULLA GAZZETTA UE LA DOMANDA PER LA DOP |
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Bologna - È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell´Unione europea la domanda di riconoscimento della denominazione di origine protetta "Formaggio di Fossa di Sogliano", prodotto tipico che caratterizza da secoli - le prime notizie documentate sulla conservazione nelle "fosse" dei formaggi risalgono infatti al 1497 - la vita del piccolo Comune romagnolo affacciato sulla costa adriatica, del territorio circostante e di una vasta zona che comprende, oltre alla Romagna anche le Marche ed alcuni Comuni della Provincia di Bologna. Entro il 12 novembre 2009 - in tempo quindi per la tradizionale apertura delle "fosse" prevista per il 25 novembre di ogni anno - se non saranno presentate da Paesi aderenti all´Unione o da altri soggetti osservazioni e opposizioni, questa denominazione sarà approvata a tutti gli effetti e contribuirà a consolidare il primato della Regione Emilia - Romagna, a livello europeo, per i prodotti Dop e Igp. "Esprimo forte soddisfazione - ha dichiarato l´assessore regionale all´agricoltura, Tiberio Rabboni - per questo ulteriore passo avanti del processo di riconoscimento e di protezione di una denominazione che, già oggi, è ampiamente conosciuta e gode di una notevole reputazione tra i consumatori. Il marchio Dop consentirà di tutelare maggiormente il prodotto, di consolidare il suo forte legame con un territorio di grandissimo pregio paesaggistico, storico e culturale e di consentire l´accesso dei produttori a specifiche misure di sostegno previste dai Programmi regionali di sviluppo rurale ". "Il lavoro del Consorzio di tutela e delle Istituzioni locali - ha concluso l´assessore Rabboni - rappresenta una importante occasione di sviluppo sostenibile per aree che continuano ad essere caratterizzate da un rilevante processo di abbandono dell´agricoltura e della zootecnia. La Regione Emilia - Romagna è fortemente impegnata a contrastare questo fenomeno puntando, in particolare, sulla multifunzionalità dell´azienda agricola, sul sostegno al reddito degli agricoltori ed sull´insediamento dei giovani; prodotti come il "Formaggio di Fossa di Sogliano" Dop rappresentano uno strumento fondamentale per il successo di questa strategia". Le caratteristiche del Formaggio di Fossa - Il formaggio si presenta assai deformato rispetto alla forma cilindrica iniziale a causa del processo di fermentazione anaerobica che provoca ammorbidimento e, quindi, deformazione del formaggio, anche a seguito della sovrapposizione delle forme una sull´altra nelle fosse; per lo stesso motivo non sono distinguibili la crosta e la pasta che si presentano compatte e friabili. Il colore va dal bianco al giallo paglierino mentre il sapore è delicato, quasi dolce all´inizio della degustazione, per poi diventare sempre più piccante con retrogusto amaro; ha un odore particolare che ricorda l´humus del sottobosco. La zona di produzione del "Formaggio di Fossa di Sogliano" D. O. P. Comprende l’intero territorio delle province di Forlì-cesena, Rimini, Ravenna, Pesaro-urbino; Ancona; Macerata; Ascoli Piceno e parte del territorio della Provincia di Bologna, limitatamente ai Comuni di: Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel San Pietro Terme, Castel del Rio, Dozza, Fontanelice, Imola, Loiano, Monghidoro, Monterenzio, Pianoro. La produzione 2006 è stata di circa 2. 500 quintali per il 75% costituiti da formaggi prodotti con solo latte di pecora, 20% con latte di pecora e di vacca fino al 50% del totale e per il restante 5% di solo latte bovino o caprino. Il prezzo all´origine varia (sempre con riferimento al 2006) dai 18 ai 25 euro al chilogrammo e si raddoppia al consumo, per un giro d´affari di oltre 6 milioni di euro. Il periodo tradizionale di infossatura era fine agosto - settembre mentre la riapertura delle fosse il 25 Novembre, giorno di Santa Caterina. . |
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REGIONE UMBRIA IMPEGNATA A SOSTENERE ATTIVITÀ PESCATORI |
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“Se i pescatori non possono fare a meno del lago, è anche vero che senza di loro il lago sarebbe un bacino morto e improduttivo”. Partendo da questa riflessione la presidente della Regione Umbria, l’ 8 maggio a San Savino per un incontro pubblico con i pescatori del Lago Trasimeno, ha ribadito la “grande attenzione” rivolta dalla Regione alla realtà del Trasimeno: “In questi anni abbiamo messo in campo iniziative di grande significato per risolvere l’annoso problema di un bacino imbrifero senza immissari e che ciclicamente è sottoposto a periodi di siccità che compromettono il suo ecosistema. Entro un anno sarà completato il collegamento tra la diga di Montedoglio ed il Lago Trasimeno, mentre si spera che entro il 2011 sarà ultimato anche quello con l’invaso sul Chiascio. Avremo così messo al riparo il Trasimeno dai rischi di prolungate siccità e al tempo stesso offriremo un’adeguata alternativa agli attingimenti a scopo irriguo”. Prima della presidente della Regione sono intervenuti Andrea Fora, presidente di Confcooperative Umbria e Aurelio Cocchini, presidente della Cooperativa Pescatori del Trasimeno. All’incontro erano presenti, tra gli altri, anche i sindaci dei Comuni interessati, assessori provinciali e consiglieri regionali. Attualmente sono circa 50 i pescatori professionali che operano nell’area del Trasimeno, raggruppati in due cooperative. “I pescatori e la loro attività – ha sottolineato Fora nel suo intervento – rappresentano il fulcro della vita sociale ed economica di questo territorio. Rilanciare la loro attività significa rilanciare il Trasimeno nel suo insieme, sia da un punto di vista economico che turistico. Ciò che noi chiediamo è di poter operare, magari anche utilizzando al meglio tutte le opportunità derivanti dai progetti finanziati con i fondi europei”. “Sarebbe auspicabile – ha aggiunto Cocchini – la costituzione di un organismo che metta assieme soggetti pubblici e privati per definire assieme sia le strategie di sviluppo, che i progetti che potrebbero essere finanziati con le risorse comunitarie. Inoltre – ha affermato – si dovrebbero attuare precise politiche di promozione che incentivino il più possibile il consumo del pesce d’acqua dolce, prodotto tipico per eccellenza del territorio”. “La Regione Umbria – ha affermato la presidente – ha fatto e continuerà a fare la sua parte per favorire ogni iniziativa che produca sviluppo e prospettive certe per l’economia locale, con particolare attenzione all’attività di pesca, sia professionale che sportiva, ed al rilancio del marchio ‘Trasimeno’ nel suo complesso”. . |
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LUPI E GREGGI, LA REGIONE TOSCANA PORRÀ IL PROBLEMA ALLA UE |
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La Regione guiderà a Bruxelles una delegazione toscana, fatta di rappresentanti di enti locali e associazioni di categoria, per affrontare insieme all´Unione europea il problema complesso dei predatori, ovvero lupi e cani randagi ´inselvatichiti´, che attaccano le greggi degli allevatori. L´impegno è stato annunciato dall´assessore all´ambiente della Toscana, che ha partecipato venerdì sera ad un incontro ad Arcidosso sull´Amiata. Nel grossetano il problema è molto sentito, ma è comune a parecchie altre zone della Toscana e ad altre regioni d´Europa. In questi anni la Regione è intervenuta sul problema a valle: con assicurazioni sui capi abbattuti a vantaggio degli allevatori, con rimborsi a chi decide di realizzare recinzioni a difesa dei propri allevamenti oppure prevedendo cassonetti speciali per le carcasse d´animali, possibilità prevista dal nuov o piano agricolo la cui approvazione è attesa alla fine di maggio. Adesso serve un percorso più ampio ed articolato che non può non coinvolgere anche il governo nazionale e l´Unione europea, visto peraltro che il lupo è dal 1992 una specie protetta da una direttiva europea. L´attacco di lupi ma soprattutto di cani selvatici alle greggi crea danni rilevanti alle aziende agricole del territorio. E se quelle aziende alla fine chiudono, il rischio per alcuni paesi è quello anche di un progressivo abbandono di territori fragili che invece hanno bisogno della presenza e manutenzione dell´uomo. L´incontro è già stato chiesto e la giunta attende ora una risposta sulla convocazione. Prima dell´incontro con la competente commissione del Parlamento europeo la Regione Toscana invierà a Bruxelles e a Strasburgo un dossier che raccoglie numeri e dati sull´entità degli attacchi di lupi e canidi e sui danni patiti dagli allevatori. . |
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BRINDISI - INIZIATIVE A FAVORE DELL´AGROALIMENTARE LOCALE |
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Le aziende agroalimentari della provincia di Brindisi hanno un’altra opportunità di sviluppare i propri rapporti commerciali e quindi anche di inserirsi a pieno titolo nei processi di internazionalizzazione. Il tutto, grazie ad una iniziativa assunta dall’Azienda speciale “Promobrindisi” della Camera di Commercio di Brindisi. I primi incontri sono previsti per , martedì 12 maggio 2009 presso il Brown’s Hotel di Piccadilly Circus (facente parte della catena a sei stelle di Rocco Forte) con importatori, buyers e distributori londinesi. In serata, invece, sono previsti incontri con altri buyers, chef, ristoratori, giornalisti, diplomatici e opinion leaders della city. Mercoledì 13 maggio, invece, il gruppo di imprenditori e dirigenti camerali brindisini andrà in visita in alcune strutture della grande distribuzione inglese. Fino a domenica 17 maggio, poi, i prodotti delle aziende che hanno aderito alla manifestazione saranno esposti presso i punti-vendita di Partridges, una delle catene di prodotti enogastronomici più popolari e frequentate di Londra, dove saranno organizzate anche delle degustazioni. Alla missione internazionale partecipano il Presidente dell’Ente Camerale Alfredo Malcarne, il Vice Presidente Cosimo Convertino ed i rappresentanti delle aziende “Tre Colline” di Ostuni (marmellate, olio, rosoli), “Botrugno” di Brindisi (Vini), “Melillo” di Francavilla Fontana (vini), “Masseria Calongo” di Cisternino (olio), “Fragnite” di Ceglie Messapica (formaggi e salumi), “Pasta Oro” di Ceglie Messapica (pastificio), “Forno Allegrini” di Ceglie Messapica (prodotti da forno e biscotto cegliese), “Cardone” di Fasano (pastificio), “Memmola” di Francavilla Fontana (olio) e “Consorzio Cotem” di Ceglie Messapica (olio). L’organizzazione della missione è stata affidata all’azienda brindisina “Edizioni Effe” ed all’azienda londinese “Wine&foodsolutions”. . |
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BASILICATA APPROVATO IL PIANO TRIENNALE DI FORESTAZIONE |
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Il Consiglio regionale, che si è riunito ieri a Potenza, ha approvato a maggioranza il Programma triennale di Forestazione 2009/2011. Favorevoli al provvedimento 17 consiglieri del centrosinistra, astenuti 4 consiglieri del centrodestra. Il programma fissa gli obiettivi tecnici e occupazionali per il triennio 2009/20011, definisce e pianifica gli interventi necessari a garantire la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio forestale e del territorio della Basilicata. Gli obiettivi tecnici attengono alla sicurezza del territorio, alla tutela dell’ambiente e della biodiversità, alla valorizzazione multifunzionale dei complessi forestali pubblici. La sicurezza del territorio verrà perseguita attraverso la regolazione del ciclo dell’acqua e una costante azione di contrasto delle cause di dissesto idrogeologico. Per la tutela dell’ambiente e della biodiversività sono previste azioni di contrasto e mitigazione delle cause di degrado legate ai cambiamenti climatici, all’abbandono del territorio, agli incendi boschivi e ai danni alle formazioni forestali provocati da agenti biotici e abiotici. Per la valorizzazione multifunzionale dei complessi forestali pubblici verranno messe in atto azioni di miglioramento dei soprassuoli boscati. L’obiettivo prioritario della programmazione sarà quello dell’incremento dei livelli occupazionali degli addetti al settore forestale. L’incremento sarà attuato con il raggiungimento di 106 giornate pro capite lavorative nel 2009, di 112 giornate nel 2010 e di 151 giornate nel 2011. Ad oggi, la platea degli addetti al settore è formata da 4. 205 operai, ai quali vanno aggiunti i 300 nuovi addetti le cui selezioni sono in corso di perfezionamento, con un livello occupazionale pro capite pari a 101 giornate. A partire dal 2014 il comparto della forestazione sarà inoltre ulteriormente riorganizzato e comprenderà, oltre agli attuali addetti, anche quelli impegnati nel progetto Vie Blu. Per l’attuazione del programma triennale 2009/2011 i finanziamenti sono ripartiti per le tre annualità con 43 milioni di euro nel 2009, 44,565 meuro nel 2010 e 52,960 meuro per il 2011. Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Mattia e Lapenna (Fi-pdl), Mollica (misto -Fdc), Fierro (Udc) e Napoli (misto – La Destra), ai quali ha fatto seguito la replica dell’assessore all’Ambiente, Vincenzo Santochirico. . |
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PESCA: COOPERAZIONE ITALIANA SODDISFATTA PER INGRESSO IN EUROPECHE |
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“Si rafforza, grazie alla cooperazione, il ruolo della pesca italiana all’Interno di Europeche”. Con queste parole i presidenti Giampaolo Buonfiglio (Agci Agrital), Massimo Coccia (Federcoopesca-confcooperative), Ettore Ianì (Lega Pesca), salutano l’ingresso delle tre centrali cooperative italiane all’interno dell’organizzazione internazionale del settore pesca nell’Unione Europea (Europeche), sancito ieri nel corso dell’assemblea che si è svolta a Bruxelles. “Soddisfatti – concludono Buonfiglio, Coccia, Ianì- che la nostra richiesta di adesione sia stata accolta in tempi rapidi e con il consenso di tutti gli altri membri”. Un’adesione che, secondo le organizzazioni italiane,già aderenti al Gogeca pesca, consentirà un confronto costante con le rappresentanze internazionali di settore e faciliterà il dialogo con l’Unione europea, soprattutto alla vigilia dell’adozione di dossier importanti come riforma Pcp, Libro Verde e nuova politica sui controlli. . |
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I VINI DELL´EMILIA-ROMAGNA IN VETRINA ALLA LIWF DI LONDRA GRAZIE AL PROGETTO DELIZIANDO (DAL 12 AL 14 MAGGIO). |
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Bologna - I vini di qualità dell’Emilia-romagna alla conquista del mercato inglese. Sono venti le aziende vitivinicole regionali che parteciperanno - dal 12 al 14 maggio prossimi a Londra – alla 29° “London International Wine Fair”, la più importante rassegna enologica d’oltre Manica, frequentata ogni anno da circa 20. 000 operatori professionali (buyer della grande distribuzione, importatori, ristoratori, sommelier, ecc. ), di cui il 25% provenienti da Paesi fuori della Gran Bretagna, in particolare Irlanda, Norvegia, Svezia, Danimarca e Olanda, ma anche dal nord America e dall’Asia. Un palcoscenico prestigioso, dunque, ma anche una concreta opportunità commerciale per le piccole imprese del settore offerta da “Deliziando”, il progetto per promuovere sui mercati esteri il meglio dell’enogastronomia made in Emilia-romagna che vede riuniti in un’unica “cabina di regia” Regione, Ice (Istituto per il commercio con l’estero) e Unioncamere dell’Emilia-romagna, affiancati dall’Enoteca regionale di Dozza e dai principali Consorzi di tutela dei prodotti tipici e dal Cso (Centro servizi ortofrutticoli) di Ferrara. Lo stand istituzionale della Regione all’interno del quartiere fieristico londinese di Excel vedrà la partecipazione di aziende provenienti dalle principali aree viticole del territorio emiliano-romagnolo. “Il mercato del vino nel Regno Unito – sottolinea l’assessore regionale all’agricoltura, Tiberio Rabboni – vale oggi 4,5 miliardi di euro ed è uno dei più importanti in Europa. Secondo recenti studi la Gran Bretagna nei prossimi anni diventerà il primo Paese importatore di vini al mondo, davanti a Germania, Stati Uniti, Russia e Olanda”. “L’export vinicolo dell’Emilia-romagna – prosegue l’Assessore - è in costante crescita: nel 2008 si è attestato sui 240 milioni di euro (+2,6%) e la Gran Bretagna, con un valore di circa 6,5 milioni di euro nel 2007 per il vino in bottiglia (ultimo dato disponibile ndr), è il quinto mercato estero per importanza. La partecipazione dei nostri produttori alla Liwf e alle principali fiere agroalimentari internazionali punta a consolidare anche all’estero l’immagine di qualità e la notorietà che i nostri vini d’eccellenza hanno ormai da tempo acquisito in Italia, come testimoniano le dodici medaglie, di cui sette d’oro, conquistate al recente Vinitaly”. Un palmares secondo soltanto a quello conseguito dal Veneto. Il calendario degli eventi e degli incontri d’affari per i nostri produttori nel corso della tre giorni londinese s’annuncia fittissimo, come è sempre avvenuto nelle tre precedenti partecipazioni della Regione Emilia-romagna alla Liwf, grazie anche alla pluriennale partnership con la “Wine & Food Academy”, l’associazione che raggruppa tutti i principali operatori del settore (distributori, ristoratori, importatori, sommelier e chef) del Regno Unito. E, ovviamente, non potranno mancare le degustazioni guidate dei nostri vini tipici - dal Pignoletto dei Colli Bolognesi ai Lambruschi modenesi e reggiani, dal Gutturnio piacentino al Sangiovese di Romagna - in abbinamento con le classiche specialità gastronomiche emiliano-romagnole come il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma, l’olio extravergine d’oliva di Brisighella, l’Aceto balsamico tradizionale di Modena e Reggio Emilia e via degustando. Deliziando sbarca nella capitale britannica dopo aver già fatto tappa quest’anno al Prodexpo di Mosca (dal 9 al 13 febbraio), al Vinitaly di Verona (2-6 aprile), alla Borsa dei vini italiani a Praga (21 aprile) e Budapest (23 aprile) e nei giorni scorsi, alla Hofex di Honk Kong (6-9 maggio). . |
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IV° SIMPOSIO SUI VINI SPUMANTI “SPUMANTI, VALORE DELL’ORIGINE E VALORE AL CONSUMO” FLESSIBILITÀ DI DISCIPLINARI E SEMPLICITÀ DI DESIGNAZIONE: LE INDICAZIONI |
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I dati economici del primo quadrimestre 2009 delle bollicine italiane segnano ancora un dato positivo di crescita sui mercati stranieri, soprattutto Usa e Regno Unito, controtendenza rispetto a tutti gli altri prodotti. Attualità e futuro del valore dei vini spumeggianti nazionali, sono stati i temi centrali del 4° Simposio del 4 maggio. In particolare è emerso che la spumantistica italiana deve dotarsi di una strategia complessiva e integrata per guardare al futuro con prospettive favorevoli. Margini di crescita in qualità e in consumatori nazionali e stranieri è ancora ampissima. Michele Zanardo , vice presidente Comitato vini, nel portare i saluti del Ministro Luca Zaia, è preciso: ”La nuova Ocm parla di mercato e di liberalizzazione, molto meno di produzione e sempre meno di aiuti. Occorre essere vigili, ma dinamici”. Un messaggio ripreso e sottolineato in conclusione da Federico Castellucci, direttore dell’Organizzazione mondiale intergovernativa del vino di Parigi: “Il mercato degli spumanti italiani negli ultimi 5 anni si è consolidato in volumi e in valore, ma bisogna crescere in mercati nuovi e nei paesi nuovi consumatori con sistemi forti e semplici. Il consumatore mondiale ha sete di vini e gli spumanti rispondono ad attuali e moderne esigenze di consumo”. Nella mattinata le 10 relazioni su viticoltura ed enologia delle principali università hanno fatto il punto sulla qualità e sui percorsi ancora evolutivi della cura e gestione dei vigneti specializzati, dei vitigni, delle uve e dei vini con particolare riferimento alle esperienze Docg di Asti e Franciacorta, di Doc Trento e Prosecco. Presenti i direttori di Istituti di viticoltura e enologia di tutta Italia, da Milano a Piacenza, da Verona a Conegliano, da Torino a Ancona, da Teramo a Palermo, da Foggia a Cremona. Nelle parole dei moderatori, i docenti Vasco Boatto di Padova e Aureliano Amati di Bologna, la valutazione che le produzioni nazionali sono cresciute in qualità, ma sono oggi i dettagli tecnici che possono ancora migliorare. E’ quanto emerso dagli interventi tecnici di Fabio Sgarzi di Siad per il controllo delle temperature delle uva pressate e di Giancarlo Vason della Vason Enologica sull’utilizzo di lieviti e prodotti naturali che non modifichino le caratteristiche delle uve e del territorio. In sintesi i lavori si sono conclusi con l’arrivederci del patron del Forum Spumanti&bollicine Giampietro Comolli: ”E’ necessario rispettare il ricco patrimonio italiano e le identità più affermate, ma in una ottica strategica diversa a seconda del mercato e dei paesi esteri che reclamano messaggi chiari,precisi e semplici. Le identità di prodotto e di tipologia legate ad un territorio noto e ampio sono le prerogative in ordine di importanza che si devono attuare nel breve periodo. Prosecco Doc e Franciacorta Docg sono gli esempi da imitare in una logica nazionale. Troppi nomi e senza una forza specifica da dedicare in esclusiva per estero difficilmente si fa il salto di notorietà. Il futuro del vino italiano si gioca tutto sui mercati esteri e sui consumatori interessati, ma senza storia”. L’appuntamento del 2010, come dichiara il sindaco di Valdobbiadene Pietro Giorgio Davì, verterà sulla forza di filiera e di prodotto verso i mercati esteri. . |
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