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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Luglio 2010
LA CONFERENZA SULLA PAC DOPO IL 2013 FA SEGUITO ALLA CONSULTAZIONE PUBBLICA  
 
Lunedì e martedì si svolge a Bruxelles una conferenza sul futuro della Politica Agricola Comune dopo il 2013. Circa 600 delegati in provenienza da tutti i paesi dell´Unione europea si riuniranno per discutere i risultati della consultazione pubblica lanciata dalla Commissione in aprile e trarre alcune conclusioni. Le quattro domande fondamentali della consultazione erano: "Perché abbiamo bisogno della Pac? Cosa si aspettano i cittadini dall´agricoltura? Perché riformare la Pac? Di quali strumenti abbiamo bisogno per la Pac di domani?" Gli scambi che emergeranno dalla conferenza costituiranno un´utile piattaforma di discussione prima che la Commissione rediga una Comunicazione sul futuro della Pac che sarà pubblicata nel novembre 2010. In contemporanea alla conferenza, nel centro di Bruxelles (Place St. Catherine) si svolgerà una fiera che permetterà di presentare al grande pubblico i prodotti agricoli europei di qualità in tutta la loro diversità. Tutti gli Stati membri avranno uno stand in cui offriranno al pubblico i loro prodotti tipici. In una dichiarazione precedente alla conferenza, il commissario all´agricoltura e allo sviluppo rurale, Dacian Cioloș, ha sottolineato l´enorme successo riscosso dalla consultazione pubblica, con 6 000 risposte in linea pervenute in due mesi, oltre alle posizioni espresse da un´ottantina di think tanks e da 93 organizzazioni non governative. "Questo dimostra il grande interesse della gente per la Pac. Le risposte indicano che la nostra politica non riguarda "solo" la produzione agroalimentare, ma anche la fornitura di beni pubblici più vasti", ha affermato il commissario. "Sono molto entusiasta dell´evento di domenica e lunedì a Place St. Catherine. Sarà una festa della diversità dei prodotti europei aperta a tutti e la conferma di una mia forte convinzione: la Pac non è fatta solo per gli agricoltori, ma per tutti i cittadini europei, contribuenti e consumatori." La consultazione pubblica – Le vostre idee contano - Dal 12 aprile all´11 giugno la Commissione ha tenuto una consultazione pubblica sul futuro della politica agricola comune, in cui si invitava il pubblico rispondere a quattro domande fondamentali. In questi due mesi sono pervenuti più di 5 800 contributi da parte del grande pubblico, oltre a quelli di 93 parti interessate e 80 think tanks. Dalla Germania e dalla Polonia sono arrivate oltre 1000 risposte e oltre un centinaio da paesi come la Francia, la Lettonia, l´Austria, la Spagna, il Belgio, il Regno Unito e l´Irlanda. Lunedì sarà presentata alla conferenza una sintesi dei contributi. In sostanza, la tendenza principale delle risposte si può così riassumere: Perché abbiamo bisogno della politica agricola comune? Per garantire l´approvvigionamento alimentare, certo, ma non solo. Molti cittadini, molte Ong e molti think tanks hanno sottolineato l´importanza di garantire pari condizioni di concorrenza tra agricoltori, industria agroalimentare e settore della distribuzione. Un´altra forte preoccupazione espressa è la tutela della diversità dei prodotti agricoli in tutto il territorio dell´Unione. Cosa si aspettano i cittadini dell´agricoltura? Che offra cibi sicuri a prezzi abbordabili, che faccia un uso sostenibile dei suoli e che preservi la vitalità delle comunità rurali: queste le principali risposte e aspettative emerse. Perché riformare la Pac? Per combattere la volatilità dei prezzi dei prodotti alimentari e garantire un tenore di vita decoroso agli agricoltori europei, per contribuire a raccogliere la sfida dell´alimentazione nel mondo, per dotarci degli strumenti necessari per affrontare meglio i problemi dell´ambiente, della qualità e della sicurezza alimentare, per migliorare la competitività dell´agricoltura e infine per conservare la ricchezza dei paesaggi naturali che costituiscono il nostro patrimonio comune. Di quali strumenti abbiamo bisogno per la Pac di domani? Esiste un consenso sulla necessità di sviluppare ulteriormente i meccanismi che già abbiamo. Da parte di alcuni si preme perché gli agricoltori siano ricompensati per la fornitura di "beni pubblici", legati in particolare alla protezione e alla preservazione dell´ambiente. La conferenza del 19-20 luglio 2010 - La Pac dopo il 2013 La conferenza di due giorni inizierà con la presentazione di una sintesi dei contributi alla consultazione pubblica e di informazioni su un nuovo studio di Eurobarometro su come i cittadini percepiscono la Pac. Seguirà quindi un panel di discussione di esperti nelle varie tematiche sollevate. Lunedì pomeriggio sarà dedicato a riunioni di vari gruppi di lavoro sulla sicurezza alimentare, sul futuro della società rurale, sull´ambiente e la fornitura di beni pubblici da parte dell´agricoltura, sulla qualità, sulla diversità e sulla salute. La sessione di martedì mattina, presieduta dal direttore generale della Dg Agri Jean-luc Demarty, sarà dedicata all´analisi delle idee emerse dai workshop dei gruppi di lavoro. Si terranno poi altri workshop sul mantenimento della capacità di produzione alimentare, sulla preservazione della diversità della società rurale, sulla garanzia della fornitura di beni pubblici da parte dell´agricoltura, sulla promozione della qualità e della diversità dei prodotti agroalimentari. Nel pomeriggio di martedì si trarranno quindi le conclusioni dei vari dibattiti. Per ulteriori informazioni •Per maggiori dettagli: http://ec.Europa.eu/agriculture/cap-post-2013/conference/index_en.htm  http://ec.Europa.eu/agriculture/events/flavour-for-life/index_en.htm     
   
   
BANDO PER UNO STUDIO SULLA FORNITURA DI BENEFICI AMBIENTALI TRAMITE SCHEMI AGROAMBIENTALI DI LIVELLO BASE NELL´UE  
 
La Commission europea ha emesso un bando per uno studio sulla fornitura di benefici ambientali tramite schemi agroambientali di livello base nell´Ue. Obiettivo del presente studio è ottenere una migliore comprensione della natura e diversità degli schemi agroambientali di livello base nell´Ue. L´agroambiente è l´unica misura nel Regolamento per lo sviluppo rurale che gli Stati e le Regioni Membri dell´Ue devono fornire agli agricoltori nei loro Piani per lo sviluppo rurale. I pagamenti saranno fatti agli agricoltori che si assumono volontariamente impegni agroambientali che vanno oltre i relativi standard obbligatori. Gli schemi agroambientali possono essere pianificati a livello nazionale, regionale o locale in modo da poter essere adattati ai sistemi agricoli particolari e alle condizioni ambientali, che variano ampiamente all´interno dell´Ue. Gli Stati Membri e le regioni stilano i propri programmi agroambientali e questi sono spesso suddivisi in diversi schemi e misure. Gli schemi e le misure possono avere molte forme diverse. Molti Stati Membri hanno schemi di base ideati per attrarre un gran numero di agricoltori che sono in vigore accanto ad altri schemi più particolari che riguardano un minor numero di agricoltori. Lo studio prevede la descrizione, la classificazione e l´analisi degli schemi agroambientali ricompresi in questa categoria, con particolare attenzione ad aspetti specifici quali gli obiettivi, i requisiti da soddisfare da parte degli agricoltori che vi partecipano, la rete di supporto compresi i servizi di consulenza agricola ecc. Che hanno lo scopo di far si che questi schemi funzionino, i livelli di pagamento, la linea di riferimento ambientale sulla quale si basano e così via. Per ulteriori informazioni, contattare: Commissione europea, Direzione generale dell´Ambiente, Env.srd.2 – Finanze, att.Ne: Markets Team, Bu-5 00/122 , 1049 Bruxelles, Belgio .  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE UN APPROCCIO FLESSIBILE SUGLI OGM  
 
Grazie alle proposte presentate dalla Commissione europea, gli Stati membri dell´Unione europea (Ue) saranno presto liberi di decidere se consentire o meno ai propri agricoltori di coltivare degli organismi geneticamente modificati (Ogm). Così, i paesi non dovranno più ricorrere necessariamente alla cosiddetta clausola di salvaguardia per impedirne l´uso sul suolo nazionale. È una delle novità principali contenute nel pacchetto varato in data odierna dall´esecutivo europeo. Esso contiene una comunicazione che spiega proprio le linee guida del nuovo e più flessibile approccio nei confronti di questo tema. La comunicazione è inoltre accompagnata da una nuova Raccomandazione non vincolante su una nuova e più flessibile interpretazione del principio di coesistenza tra produzioni convenzionali, biologiche e Ogm. Infine, la Commissione ha proposto di modificare la Direttiva attualmente in vigore 2001/18/Ce nel senso che gli Stati membri potranno permettere o proibire la coltivazione di questi organismi sul loro territorio. Nella conferenza stampa di presentazione della nuova iniziativa, il commissario europeo responsabile per la salute e i consumatori John Dalli ha ricordato: "Nello scorso marzo la Commissione ha promesso di presentare entro la fine dell´estate una proposta globale sulla nostra futura politica nei confronti delle coltivazioni di Ogm. Oggi manteniamo tale promessa." Secondo il commissario Dalli, "Le misure concrete adottate oggi permettono agli Stati membri di decidere liberamente per quanto riguarda la coltivazione degli Ogm. L´esperienza acquisita fino ad oggi riguardo agli Ogm dimostra che gli Stati membri devono poter disporre di maggiore flessibilità per organizzare la coesistenza di colture di Ogm con altre colture, come quelle convenzionali e organiche." Il commissario John Dalli ha voluto tuttavia sottolineare che il sistema europeo di autorizzazione della coltivazione, basato sui dati certi forniti dalla scienza rimarrà in forza. "Ciò significa", ha concluso, "che una valutazione molto approfondita della sicurezza e un sistema di monitoraggio rafforzato costituiscono le priorità per la coltivazione di Ogm e sono quindi portati avanti con impegno. La Commissione si impegna ad adottare gli opportuni provvedimenti di controllo a tale riguardo prima della fine dell´anno." In realtà l´Ue si era già dotata in passato di legislazione in questo settore. Essa prevede esplicitamente che solo Ogm che non nascondono rischi per la salute umana o animale o per l´ambiente possono essere coltivati sul suo territorio. Inoltre, la normativa dell´Ue sancisce che i singoli Stati membri possano invocare la cosiddetta clausola di salvaguardia nei confronti di organismi autorizzati a livello europeo solamente per un periodo limitato e sulla base dell´identificazione di gravi rischi per la salute o per l´ambiente. In tempi più recenti, gli Stati membri hanno chiesto di poter giudicare sull´opportunità prendendo in considerazione anche criteri diversi dalla salute o dall´ambiente. In più, si è reso necessario rivedere la Raccomandazione del 2003 sulla coesistenza di Ogm con sementi convenzionali e/o biologici. Il nuovo testo riflette appunto l´esperienza accumulata negli anni con le misure nazionali in questo campo e aiuterà a rendere l´applicazione del principio più flessibile, permettendo di tener conto delle specificità nazionali, regionali e locali. Essa permetterà inoltre di riportare sulle etichette dei prodotti anche livelli più bassi di presenza Gmo non-intenzionale rispetto alla soglia attuale dello 0,9 %.  
   
   
QUOTE LATTE: IL COMMISSARIO EUROPEO CIOLOS SULLA QUESTIONE DELLA PROROGA DELLE SANZIONI  
 
"Qualsiasi provvedimento il governo italiano adotti per sospendere il pagamento da parte dei produttori italiani di latte delle sanzioni per la passata sovrapproduzione sarebbe contrario ad diritto dell´Unione europea e la Commissione sarebbe costretta ad avviare un procedimento d´infrazione contro l´Italia", avverte oggi il Commissario Ue per l´agricoltura Dacian Cioloș. A margine della riunione del Consiglio "Agricoltura" a Bruxelles, il Commissario ha ricordato che l´accordo politico che consente ai produttori italiani di pagare il prelievo supplementare in 14 rate annuali di pari importo - come concordato nel 2003 e riconfermato dall´esercizio di valutazione dello "stato di salute" della Pac nel 2009 - prevede già il beneficio finanziario del rimborso di somme arretrate senza alcun pagamento di interessi. "Sospendere i pagamenti di quest´anno priverebbe i produttori di latte italiani affiliati dei vantaggi finanziari previsti dall´accordo politico", ha affermato il Commissario. Al riguardo il Commissario aveva inviato una lettera molto ferma al ministro italiano Giancarlo Galan nel fine settimana.  
   
   
I PORI DELLE PIANTE RIVELANO I LORO SEGRETI  
 
Un progetto di ricerca finanziato dall´Ue è destinato a causare una riconsiderazione del modo in cui le piante rilasciano il vapore acqueo nell´atmosfera in un processo detto traspirazione. Lo studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, ha implicazioni per campi diversi come le previsioni meteorologiche, i cambiamenti climatici, l´agricoltura e l´idrologia. Il sostegno dell´Ue a questo lavoro proveniva dal progetto Lift ("Laser-induced fluorescence transient: a remote sensing approach to scale and quantify photosynthetic light use efficiency in ecosystems"), una Borsa internazionale Marie Curie per un soggiorno all´estero triennale che ha ricevuto 250.000 euro dal Sesto programma quadro (6? Pq). Le foglie delle piante sono punteggiate da piccolissimi pori a forma di labbra chiamati stomi, attraverso di essi le piante rilasciano vapore acqueo nell´atmosfera. Questo processo rinfrensca e uminidifica l´atmosfera sopra la vegetazione, incide sul clima e influenza le precipitazioni. Inoltre, il biossido di carbonio (Co2) che le piante usano per la fotosintesi viene assorbito dalla foglia attraverso gli stomi. Le piante inoltre sono in grado di alterare le dimensioni dei loro stomi per regolare la quantità di Co2 assorbita e il rilascio di vapore acqueo. Gli stomi hanno un forte impatto sulla produttività della pianta, sui cambiamenti climatici e sul ciclo dell´acqua. Definire i meccanismi che controllano le dimensioni degli stomi si è però rivelato difficile. Di conseguenza, le descrizioni delle reazioni degli stomi usati nei modelli computerizzati dei cambiamenti climatici sono piuttosto imprecise. "Gli scienziati studiano gli stomi da almeno 300 anni," ha commentato Joseph Berry del Carnegie Institution negli Stati Uniti. "È pazzesco che non siamo riusciti ad acquisire una buona conoscenza dei meccanismi regolatori che controllano quanto gli stomi si aprono o si chiudono in risposta a un ambiente che cambia continuamente." Il problema sta in parte nel fatto che il controllo della traspirazione si verifica sulla base di una vasta gamma di fattori, dalla turbolenza atmosferica fino ai canali nelle membrane delle cellule che formano i pori stomatali. La questione è ulteriormente complicata dal fatto che viene studiata da due discipline separate che tradizionalmente hanno approcci molto diversi verso il problema. I metereologi hanno adottato un approccio dall´alto in basso, studiando la quantità di energia necessaria per supportare l´evaporazione di acqua, per esempio. Mentre i fisiologi hanno avuto la tendenza a concentrarsi sui sistemi sensoriali e sui movimenti che controllano l´apertura stomatale. Fino a questo momento, gli scienziati credevano che le cellule di guardia intorno agli stomi regolassero le dimensioni del poro a seconda della luce e di altri segnali ambientali. Questa ricerca, condotta da scienziati in Germania e negli Stati Uniti rivela però che è l´energia assorbita dai pigmenti e l´acqua dentro la foglia che determina il tasso di perdita di acqua dagli stomi. Gli esperimenti del team dimostrano che l´epidermine della foglia è molto sensibile alla differenza tra il ritmo di traspirazione e quello di produzione di vapore acqueo dentro la foglia. "Questo significa che il modello attuale riguardo cosa spinge gli stomi a cambiare le loro dimensioni deve cambiare," ha commentato il Marie Curie Fellow Roland Pieruschka del Carnegie Institution (attualmente presso il Centro di ricerca Jülich in Germania). "Per molto tempo i ricercatori hanno creduto che il calore del sole, che viene assorbito dai pigmenti, si spostasse da una cellula all´altra fino a raggiungere le cavità al di sotto degli stomi dove si pensava che avvenisse l´evaporazione. Questo succede probabilmente in parte, ma i risultati presentati qui sono più coerenti con la nostra ipotesi secondo la quale gran parte di questo calore viene trasferita attraverso spazi di aria dentro la foglia saturata di vapore acqueo." Per maggiori informazioni, visitare: Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas): http://www.Pnas.org/  Carnegie Institution for Science: http://carnegiescience.Edu/   Forschungszentrum Jülich http://www.Fz-juelich.de/portal/    
   
   
SARDEGNA: L´ASSESSORE PRATO BACCHETTA IL MINISTRO GALAN: PIÙ OLIO DI GOMITO, MENO PROCLAMI  
 
 "Il ministro Galan farebbe bene a lanciare meno proclami, a fare meno demagogia, rimboccandosi le maniche nell´interesse dell’agricoltura italiana. Come Regione Sardegna non guardiamo in faccia a nessuno quando arrivano accuse infondate, ancora peggio se giungono dal massimo rappresentante istituzionale dell’agricoltura a livello nazionale". Lo ha detto il 14 luglio l’assessore regionale dell’Agricoltura, Andrea Prato, intervenendo a Roma all’assemblea dell’Associazione nazionale bonifiche italiane (Anbi) e rivolgendosi direttamente al ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan. All’assise erano presenti tra gli altri i vertici nazionale di Coldiretti, Confagricoltura e Cia. L´assessore Prato ha contestato quanto detto dal ministro Galan in diversi punti. Innanzitutto, sulla spesa dei fondi europei della Pac (Politica agricola comune) e del Psr (Programma di sviluppo rurale): “Galan dice che alcune Regioni del Sud Italia non spendono o spendono poco. È male informato perché la Sardegna, ad esempio sulla misura 1.2 del Por, è in overbooking del 40 per cento. Sul Psr, deve sapere che come il 2009 anche nel 2010 non restituiremo un solo euro all’Unione europea. È necessario poi chiarire che è falso affermare che togliendo i fondi alle Regioni del Sud il ministro possa ridestinarli al Nord Italia. Questo perché le risorse destinate all´Obiettivo uno possono essere utilizzate solo da Regioni sempre Obiettivo uno. Quindi il Nord Italia non percepirebbe alcunché di aggiuntivo”. “Sempre il ministro – ha continuato Prato - promette la semplificazione delle norme, ma poi ha frenato sul protocollo di Agea per la velocizzazione della procedura di pagamento che permetterebbe di ristorare oltre 57 mila pratiche inevase. Ancora, Galan promette la centralità dell´agricoltura in Italia, ma fa perdere il 20 per cento di incentivi per le serre fotovoltaiche, che porterebbero, per ogni megawatt, 6 assunti diretti e 3 nell’indotto”. Nel corso del suo intervento, e a proposito di bonifiche in agricoltura, Prato ha poi illustrato la piattaforma di interventi per uscire dalla “disastrosa riforma della Giunta Soru che ha ridimensionato il ruolo dei Consorzi di bonifica facendoli diventare solo “enti idraulici” e portandoli al dissesto finanziario”. L’assessore ha proposto interventi per semplificare le norme attuali, per migliorare l´efficienza degli organismi consortili, e interventi di natura strutturale per i quali si sta avviando un percorso di condivisione con tutto il sistema delle acque della Sardegna.  
   
   
“PATTO PER LA SICUREZZA IN AGRICOLTURA” PREFETTURA,STEFÀNO: IL PATTO RENDA STATO E UE PIÙ ATTIVI SUI CONTROLLI  
 
“Non possiamo non accogliere con soddisfazione ogni iniziativa che si proponga l’obiettivo di creare le condizioni di legalità e trasparenza dei mercati. In tal senso la Regione Puglia non mancherà di dare il proprio contributo”. Così l’Assessore regionale alle Risorse  delle Puglia agroalimentari, Dario Stefàno ha commentato l’idea di un “Patto per la sicurezza in agricoltura” emersa dalla riunione sullo stato della sicurezza e delle infiltrazioni criminali nelle aree agricole pugliesi che si è svolta stamattina, presso la Prefettura a Bari. Dal tavolo con i Prefetti delle province pugliesi, i rappresentanti delle procure e delle Dia, i vertici regionali delle forze dell´ordine, delle associazioni di categoria del comparto agricolo ed il sottosegretario all´Interno Alfredo Mantovano, è emerso che il problema della sicurezza in agricoltura è oggi fortemente connesso alle Agropiraterie. “Un tema questo – ha aggiunto l’assessore Stefàno - che già ci ha visto intervenire sin dalla scorsa estate, con l’insediamento del Tavolo di coordinamento di tutti gli enti preposti ai controlli, benché non sia questo un argomento normativamente delegato alla competenza delle Regioni. Piuttosto, il problema dei controlli richiama alla responsabilità di norme più rigorose e più attuali lo Stato e, ancora di più, l’Unione Europea”. “Pertanto – conclude Stefàno – se l´obiettivo del prospettato nuovo strumento operativo è quello di rendere più attivo il governo nazionale sul fronte dei controlli non possiamo non accogliere con interesse l’iniziativa proposta oggi, che da un lato rafforza il nostro impegno, anche attraverso gli importanti protocolli d’intesa che abbiamo avviato con Guardia di Finanza e Corpo Forestale dello Stato, dall’altro carica di responsabilità le stesse organizzazioni di categoria che possono svolgere un ruolo molto importante, poiché il loro occhio attento sui territori può rendere ancora più efficiente la macchina dei controlli ed "indirizzarla" con tempestività sugli elementi di vera criticità”  
   
   
LODI: AGRICOLTURA PUNTA SU RICERCA  
 
Quarta tappa ieri a Lodi del giro di ascolto tra le province dell´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia, Giulio De Capitani. Presenti all´appuntamento il presidente della Provincia di Lodi, Pietro Foroni, l´assessore provinciale all´Agricoltura, Matteo Boneschi e il senatore Gianni Piatti. "Lodi - ha ricordato De Capitani - rappresenta una realtà particolare nel panorama agricolo lombardo: possiamo senz´altro dire che è una delle province più vocate dal punto di vista produttivo e con più diversificazione. Il suo territorio ospita 1.684 attività agricole con allevamenti di bovini e di suini". Regione Lombardia intende favorire uno sviluppo socio-economico del territorio orientato prevalentemente attorno alla filiera agro-alimentare, nell´ottica della trasformazione, lavorazione e vendita dei prodotti di origine agricola. Nella dinamica economica del Lodigiano, "l´attività agricola - ha ricordato De Capitani - costituisce un settore fiorente fortemente radicato nel territorio, come dimostra il Museo di Storia dell´Agricoltura, attivo a Lodi fin dal 1979". "Mio compito - ha spiegato De Capitani - è sostenere, riducendo la burocrazia, gli imprenditori del settore che operano con coraggio e sfidando i tempi di crisi". De Capitani ha ricordato l´importanza di uno strumento come il Psr (Programma di sviluppo rurale) che "nel 2010 ci offre l´ultima occasione di ridefinizione delle risorse sempre più limitate e sempre più importanti per la vita delle nostre aziende". "La provincia di Lodi - ha aggiunto l´assessore - ha visto negli ultimi anni diminuire lievemente la superficie agraria utile. In questo campo l´integrazione delle politiche è funzionale alla ricerca degli equilibri necessari per uno sviluppo sostenibile, che valorizzi adeguatamente l´apporto degli operatori agricoli". "Per sostenere l´agricoltura del Lodigiano - ha spiegato De Capitani - occorrono misure e provvedimenti efficaci pensati anche per le piccole aziende, soprattutto per quelle che risiedono in zone cosiddette ´svantaggiate´. Penso allo sviluppo della ricerca e dell´innovazione, così ben radicate nel territorio e rappresentate dal Polo universitario e della ricerca nel settore delle agro-biotecnologie, a cui si affiancherà il Bio Food park, in un sistema integrato che favorirà l´insediamento di nuove imprese". "Un impegno comune - ha detto ancora l´assessore - sarà quello di sostenere il Parco Tecnologico Padano, favorendone un suo eventuale ampliamento con la realizzazione del Business Park e della Casa dell´Agricoltura. Accanto a questo, Regione Lombardia si adopererà, di concerto con la Provincia e gli operatori del territorio, per la valorizzazione delle produzioni locali di qualità e del Marchio provinciale ´Lodigiano Terra Buona´, che appare uno strumento strategico". "Sfide del mondo agricolo di cui mi farò certamente carico - ha proseguito l´assessore De Capitani - saranno quelle della competitività e della redditività delle imprese. Di rilevante importanza è la politica di gestione delle risorse idriche disponibili. In questo ambito è stato sviluppato il programma ´Acque lodigiane: valorizzazione e sviluppo´ che, oltre ad interventi di difesa del suolo, tende alla valorizzazione dei beni culturali e del turismo". "Per fare agricoltura oggi servono risorse - ha detto De Capitani - Lodi ha potuto usufruire di alcune importanti linee d´azione e di finanziamento destinate a questo comparto da Regione Lombardia, che riguardano il Psr, la Pac (Politica agricola comune) e la legge regionale 31 del 2008. Sul fronte del Psr, dal 2008 a oggi, in questa provincia sono stati destinati oltre 12,5 milioni. Parlando di Pac, invece, annualmente Lodi ottiene circa 30 milioni. A questi si aggiungono i 13,5 milioni assegnati nella scorsa legislatura a questo territorio per la competitività, la promozione, le calamità, la caccia e la pesca e la salvaguardia del territorio". L´assessore ha ricordato poi l´importanza della ricerca e della cooperazione grazie alla presenza del Polo dell´Università e della Ricerca di Lodi, oggetto di attività di trasferimento di know how in ambito di azioni di cooperazione internazionale come quella che vede coinvolti, per la suinicoltura, 5 tecnici ugandesi. "Il futuro ´Distretto del latte´, con capofila la società Santangiolina, e il ´Distretto delle agro-energie´, ma anche il Protocollo d´intesa promosso dalla Provincia sul marchio Lodigiano Buona Terra per la tracciabilità presentato oggi, che valorizza i prodotti tipici lodigiani, voce autentica del territorio - ha concluso De Capitani - dimostrano la progettualità espressa da queste zone per la creazione di una rete per la sicurezza alimentare".  
   
   
AGRICOLTURA. MANZATO: VENETO OGM FREE  
 
 In Statuto “Proporrò il Veneto Ogm Free scritto in chiaro nello Statuto della Regione”. Parola di Franco Manzato, assessore all’agricoltura, che formalizzerà la richiesta al presidente della Commissione Carlo Alberto Tesserin. “Non è e non vuole essere un atto formale ma sostanziale – tuona Manzato – perché contro i fuorilegge che si camuffano da scienziati solo le Istituzioni possono fare da freno. Non esiste che il Veneto si svenda e affitti in perpetuo i suoi imprenditori agricoli alla lobby delle multinazionali. La semina illegale di ogm è un fatto gravissimo, e non sappiamo se e quando verrà punito, mentre ha trovato e trova connivenze. Questi cosiddetti agricoltori – conclude l’assessore veneto – li manderei a coltivare radicchio e asparagi, così capirebbero cosa significa essere impresa rurale vera e non operatori conto terzi che usano i terzisti”.  
   
   
PAVIA E´ REALTA´ LEADER DEL RISO  
 
Tappa a Pavia per l´assessore regionale all´Agricoltura, Giulio De Capitani, che il 16 luglio ha incontrato il mondo del settore primario della provincia. Ad accogliere De Capitani, l´assessore regionale alla Casa, Domenico Zambetti, referente del Tavolo Territoriale per Pavia. Erano presenti all´incontro i senatori Daniele Bosone e Roberto Mura, gli onorevoli Carlo Nola e Angelo Zucchi, i consiglieri regionali Angelo Ciocca, Vittorio Pesato e Giuseppe Villani, il presidente dell´Ersaf (Ente regionale per i servizi all´agricoltura e alle foreste) Roberto Albetti, il presidente della Provincia Vittorio Poma e l´assessore provinciale all´Agricoltura Mario Anselmi. "Pavia - ha sottolineato l´assessore De Capitani - rappresenta una realtà particolare nel panorama agricolo lombardo: possiamo senz´altro dire che è una delle province più vocate dal punto di vista produttivo e con più diversificazione, grazie anche alla differenza morfologica e alla presenza di acqua sul territorio; le produzioni spaziano dall´ortofrutta alle biomasse, anche se le coltivazioni più importanti sono il riso, dove Pavia ha da tempo superato la provincia di Vercelli divenendo la prima produttrice europea, e la vite. Non dimentichiamo, poi, che anche cereali e foraggere rivestono notevole importanza". "Gli agricoltori - ha proseguito De Capitani - sono imprenditori coraggiosi che assumono rischi anche in tempi difficili per l´economia". L´assessore ha anche sottolineato la difficile battaglia sui costi della burocrazia che deve affrontare il mondo agricolo. "Certo non si può vivere senza regole - ha aggiunto l´assessore -, ma l´eccessiva burocrazia va combattuta". La partita cruciale dell´agricoltura si gioca sul Programma di sviluppo rurale (Psr). "Esattamente quest´anno - ha detto De Capitani - abbiamo l´opportunità di un ultimo riorientamento del Psr così da rendere questo strumento ancora più efficace per lo sviluppo competitivo delle nostre imprese". "La provincia di Pavia, pur non essendo caratterizzata da forte antropizzazione e carico infrastrutturale - ha spiegato De Capitani -, ha visto negli ultimi anni diminuire lievemente la superficie agraria utile (da 181.525 ettari nel 2007 a 179.037 nel 2009) mentre la parcellizzazione fondiaria è decisamente più limitata che altrove. Quanto alle colture, come noto sono il riso e la vite a farla da padroni con il primo che interessa 79.200 ettari, contro una superficie lombarda di 93.400 circa e una nazionale di 224.000". Il mondo del riso agricolo pavese è in progresso, potendo contare su una superficie di 88.000 ettari seminati nel 2010; tuttavia necessita di attenzione costante, anche in funzione della predisposizione del Piano di gestione della Zona di protezione speciale (Zsp) in Lomellina. "Quanto alla vite - ha aggiunto -, nel 2008 le erano riservati quasi 13.000 ettari, contro un totale lombardo di quasi 23.000". Nel Pavese interessanti anche i dati del biologico. Nel 2008, con 242 aziende agricole, Pavia era sul terzo gradino del podio del settore in Lombardia. Nel Pavese, poi, un ruolo rilevante è rivestito dalle risorse idriche "da gestire - ha ricordato l´assessore - con oculatezza e razionalità". "Sul fronte delle risorse - ha concluso De Capitani - Pavia ha potuto usufruire di alcune linee d´azione e di finanziamento destinate a questo comparto da Regione Lombardia. Oltre al Psr ricordo la Pac (Politica agricola comune) e le risorse della legge regionale 31 del 2008. Dal Psr Pavia ha ottenuto, dal 2008, oltre 20,5 milioni di euro destinate sia alla filiera sia alla valorizzazione delle foreste nonché all´economia rurale. Sul versante della Pac, invece, le risorse annuali si attestano poco oltre gli 86 milioni. In merito ai fondi regionali, nella legislatura appena trascorsa, a Pavia sono stati erogati oltre 26 milioni sia per il trasferimento delle deleghe, che in ambiti quali la competitività, la promozione, le calamità, la caccia e la pesca, la salvaguardia del territorio, per citare i principali ambiti d´intervento". L´assessore ha ricordato in chiusura anche l´intervento realizzato con il supporto della Direzione Generale Agricoltura, a favore della filiera bosco-legno-energia nelle zone di montagna dell´Oltrepò pavese: un impianto di gassificazione realizzato a Santa Margherita di Staffora che produce syngas a partire da cippato di legno. La giornata dell´assessore De Capitani con il mondo agricolo pavese è proseguita con la visita al polo di ricerca, innovazione e formazione nel campo vitivinicolo di Riccagioia. De Capitani ha anche voluto fare visita all´Azienda Vistarino-rocca de´ Giorgi per verificare concretamente l´alta qualità del mondo agricolo pavese.  
   
   
TRENTO: CONTRIBUTI PER L´ALPEGGIO, DOMANDE ENTRO IL 30 LUGLIO AIUTI A COMPENSAZIONE DELLA PERDITA DI REDDITO E DEI COSTI SOSTENUTI DAGLI ALLEVATORI  
 
 Il 30 luglio 2010 scade il termine per la presentazione, da parte degli allevatori, delle domande per ottenere il contributo a sostegno dell´attività di alpeggio. Con le delibere della Giunta provinciale n. 2227 dell’11 settembre 2009 e n. 2503 del 16 ottobre 2009 sono stati fissati i criteri per la concessione degli aiuti a sostegno dell’attività di alpeggio e per il benessere degli animali. Gli aiuti sono concessi per compensare parzialmente la perdita di reddito e del costo sostenuto dall’allevatore che si impegna a “monticare” gli animali giovani (bovini ed equini esclusi gli asini) nel periodo estivo e fino al raggiungimento dei tre anni di età oppure fino al primo parto. I soci della Federazione provinciale Allevatori di Trento devono presentare domande tramite la federazione medesima, gli altri allevatori possono presentare domanda presso gli Uffici Agricoli periferici della Provincia o presso l’Ufficio Tecnico e per l’Agricoltura di Montagna Via G.b. Trener 3, 38121 Trento. Il termine ultimo per la presentazione delle domande è il 30 luglio 2010. Ulteriori informazioni con la modulistica sono disponibili sul sito: www.Trentinoagricoltura.it/  alla voce Altri aiuti / L.p.4/2003 /Interventi attivati/ art. 24.  
   
   
SARDEGNA PREMI IN AGRICOLTURA, PRATO A GALAN E AD AGEA: "ASPETTIAMO DECRETO PER SBLOCCARE 57MILA PRATICHE DEL PSR"  
 
 Cagliari - "Nessuno ha mai contestato il lavoro di Agea sul pagamento della “domanda unica”. Il problema è il blocco voluto dal ministro Galan che sta frenando il ristoro di oltre 57mila pratiche del Programma di sviluppo rurale. Attendiamo da un momento all´altro da Agea l’apposito decreto sul Psr, nella speranza che il ministro non continui a bloccare la procedura semplificata". L’assessore regionale dell’Agricoltura Andrea Prato replica alla nota dell’Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura. "Nei confronti di Agea – spiega Prato - abbiamo sempre avanzato critiche costruttive, e gli stessi dirigenti l’hanno riconosciuto pubblicamente, che poi sono servite non solo alla Sardegna ma anche ad altre Regioni virtuose del Sud Italia. Amministrazioni come la nostra che, contrariamente a quanto pensa il ministro Galan, stanno spendendo bene i fondi del Programma di sviluppo rurale nonostante dal ministero restino molti problemi relativamente ai pagamenti delle misure a superficie (Indennità compensativa, Benessere degli animali, Forestazione, Razze in via di estinzione, Agricoltura biologica e Difesa del suolo), per le quali siamo in attesa del provvedimento che possa autorizzare la liquidazione di quasi 60mila domande".  
   
   
INCONTRO CON I LAVORATORI CASEI GEROLA  
 
Pavia - L´assessore regionale all´Agricoltura, Giulio De Capitani, ha incontrato il 16 luglio a Pavia una delegazione dei lavoratori dell´ex saccarifico di Casei Gerola, per il quale si ipotizza da tempo una riconversione produttiva. "Ho ascoltato le richieste dei quattro rappresentanti dei lavoratori in cassa integrazione - ha dichiarato De Capitani - e ho assicurato la massima attenzione della Regione sull´accordo di riconversione, che necessita di qualche giorno di ulteriore approfondimento a livello territoriale". Il colloquio con i rappresentanti dei lavoratori è avvenuto a margine della visita istituzionale, nell´ambito della quale l´assessore ha incontrato il mondo agricolo pavese.  
   
   
AGRICOLTURA: SBLOCCATI 66,3 MILIONI PER 20MILA AZIENDE SARDE E RAGGIUNTO L´OBIETTIVO DI SPESA 2010 DEL PSR  
 
 Con il recentissimo decreto firmato venerdì scorso da Agea, che riguarda il pagamento di 66,3 milioni di euro per 20.344 aziende agricole, la Regione Sardegna raggiunge (con cinque mesi di anticipo) l´obiettivo di spesa programmato per il 2010 scongiurando così il rischio di restituire a Bruxelles i fondi Ue del Programma di sviluppo rurale. Il dato è stato comunicato questa mattina a Cagliari dall’assessore regionale dell’Agricoltura Andrea Prato e dai vertici di Argea Sardegna. All’incontro con la stampa erano presenti anche Gigi Picciau, presidente regionale di Confagricoltura, Michele Errico, direttore di Coldiretti Sardegna, e diversi rappresentanti dei Centri di assistenza agricola, che hanno espresso la loro soddisfazione per l’arrivo di risorse preziose agli agricoltori isolani. Gli aiuti decretati da Agea si riferiscono a diverse misure dell’Asse 2 del Programma di sviluppo rurale (annualità 2008 e 2009): indennità compensativa, miglioramento del benessere degli animali, agricoltura biologica, difesa del suolo e allevamento di razze animali minacciate di estinzione. Agea ha comunicato inoltre che sono bloccate altre 15mila pratiche (per circa 40 milioni di euro) a causa di diversi problemi legati a discordanze tra superfici dichiarate e accertate o con anomalie nel codice Iban del conto corrente comunicato dal beneficiario. “Oltre a rappresentare un´importante boccata d´ossigeno per il settore agro-zootecnico sardo – ha commentato l´assessore Prato – l’ultimo decreto di Agea è il frutto di un intenso e quotidiano lavoro politico e amministrativo condotto nell´ultimo anno e con sintonia d´intenti tra Regione, Argea Sardegna ed Agea. Anche i recenti confronti con il ministro delle Politiche agricole volevano essere opportune sollecitazioni a non penalizzare Regioni come la Sardegna, che in fatto di liquidazioni alle aziende agricole non ha nulla da invidiare ad altre amministrazioni d’Italia. E infatti a oggi abbiamo già toccato il 97,53 per cento di spesa di quota Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale), attestandoci su quasi 158 milioni di euro e sfiorando l’obiettivo minimo di 161 milioni che raggiungeremo nelle prossime settimane. Tutto questo nonostante l’assenza di un nostro organismo pagatore (operativo tra pochi mesi) e la complessità del nostro Psr da 1 miliardo e 300 milioni di euro rispetto a Programmi di altre Regioni italiane”. Ancora, il saldo delle domande consentirà di attivare entro ottobre l´anticipazione del 75% degli aiuti relativi al 2010. Anche questo è un dato da non sottovalutare: per la prima volta si effettua il pagamento degli aiuti entro l´anno di presentazione delle domande. Soddisfatti i rappresentanti delle associazioni di categoria. “Si tratta di un’ottima notizia per il mondo agricolo sardo – ha detto Gigi Picciau (Confagricoltura) – anche perché stiamo recuperando il tempo perduto”. “Parliamo di liquidità preziose e fresche per chi lavora in campagna – ha aggiunto Michele Errico di Coldiretti – ora l’auspicio è che la stessa accelerazione di spesa possa essere attuata anche per l’Asse 1 del Psr, che riguarda la competitività delle imprese agricole”.  
   
   
SARDEGNA: IGIENE PUBBLICA E VETERINARIA APPROVATI DAL MINISTERO DELLA SALUTE I PROGETTI DI RICERCA 2009  
 
 Più di 650mila euro di investimenti, 9 progetti e decine di ricercatori impegnati per la sicurezza alimentare, la sanità degli allevamenti e il benessere animale. Sono i numeri dei progetti di ricerca dell´Istituto Zooprofilattico della Sardegna approvati dal ministero della Salute. Il piano, relativo alla ricerca corrente per l’anno 2009, prenderà il via tra luglio e dicembre del 2010 e coinvolgerà l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna, l’Università di Sassari, l’agenzia regionale Agris e la Porto Conte Ricerche. Un impegno scientifico importante che va dalla sicurezza alimentare alle conoscenze delle malattie animali, dallo studio del Dna allo sviluppo di nuovi vaccini. Le ricerche che partiranno per prime sono quelle sulla sicurezza alimentare, che ricevono quote di finanziamenti vincolati da parte del Ministero. Su questo fronte il Dipartimento per l’Igiene degli Alimenti condurrà uno studio sulla valutazione del rischio delle ricotte salate prodotte in Sardegna. In passato le ricotte sono state segnalate in alcuni casi di allerta comunitario per la contaminazione da batterio Listeria monocytogenes. Una situazione che aveva creato un allarme eccessivo nei cittadini e una grossa preoccupazione dei produttori e delle autorità regionali. I ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico, dopo aver contaminato sperimentalmente il latte, analizzeranno le varie fasi della produzione, per verificare le condizioni che possono determinare la sopravvivenza o lo sviluppo del batterio. Tutto per garantire la sicurezza degli alimenti e dei consumatori. Secondo i ricercatori, «questo è un classico caso in cui si rende necessaria una valutazione del rischio effettuata su basi scientifiche, per dimostrare che effettivamente la tecnologia di produzione è tale da rendere il prodotto sicuro per il consumatore». "La sicurezza alimentare, però, non finisce con i controlli di laboratorio – spiega Maria Assunta Serra, commissario dell’Istituto -. Per questo un´altra parte delle ricerche sarà dedicata alle “Garanzie e informazioni sulla presenza di sostanze allergeniche negli alimenti". È la nuova frontiera dell´informazione in tema di consumi consapevoli. "Dopo le emergenze diossina e mucca pazza – continua il commissario - abbiamo osservato un allarme eccessivo e spesso ingiustificato dei cittadini rispetto ai rischi che correvano. Questo perché è mancata una corretta comunicazione tra il mondo scientifico e la comunità, che ha causato danni economici al sistema produttivo e allarme nei consumatori. Il nostro obiettivo è quello di sviluppare delle strategie di comunicazione per indirizzare la popolazione verso una scelta corretta e consapevole dei prodotti, a partire da una corretta interpretazione delle etichette".  
   
   
PESCA: MANOVRA ECONOMICA, VIA LIBERA SENATO A AMMORTIZZATORI SOCIALI PER SOCI LAVORATORI E ARMATORI IMBARCATI  
 
Cooperazione sottolinea importanza misura e rilancia tavolo con sindacato per contratto cooperativo Il maximendamento alla manovra economica (Dl 78/2010) approvato il 15 luglio dall’Aula del Senato contiene un provvedimento che permetterà agli armatori imbarcati, inclusi i soci lavoratori di cooperative della piccola pesca, di poter accedere, nel caso di sospensione dell’attività, a forme di ammortizzatori sociali per far fronte alla crisi in atto nel settore, come avviene per i tutti gli altri pescatori. Lo affermano in una nota congiunta l’Agci Agrital, la Federcoopesca-confcooperative, la Lega Pesca, spiegando che si tratta di benefici simili a quelli della Cassa integrazione, ma che non verranno erogati dal Welfare ma dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. “Una misura emergenziale e assolutamente straordinaria -spiegano i presidenti Buonfiglio, Coccia, Ianì -, che potrà contare su risorse aggiuntive per 2 milioni di euro,estremamente utile in questo contesto economico. Ringraziamo anzitutto il Senatore Scarpa, firmatario dell’emendamento, il Governo per la sensibilità dimostrata e quanti, nella maggioranza e nell’opposizione hanno condiviso la natura e lo spirito della misura”. Le tre associazioni chiariscono il calcolo della Cigs, vero ostacolo finora per la sua applicazione in assenza di uno specifico contratto di lavoro, è inserito direttamente nel testo della legge in votazione ed è pari all’80% dei salari minimi garantiti comprensivi delle indennità fisse mensili per ferie, festività e gratifiche di cui alle tabelle allegate ai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali. “Resta fermo - sottolineano Buonfiglio,coccia, Ianì- il nostro impegno assoluto nel portare a compimento il contratto di lavoro della cooperazione nella pesca. La soluzione a tutte le situazioni di criticità del settore va trovata, infatti, nel tavolo cooperativo attivato con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative”.  
   
   
AGRICOLTURA, WORKSHOP SULLA SHARKA IN BASILICATA  
 
La Sharka, o vaiolatura, è l´affezione virale che provoca i maggiori danni alle drupacee, tanto che in Italia è stata dichiarata malattia da quarantena a lotta obbligatoria. Negli ultimi anni i casi di Sharka rinvenuti in Basilicata sono progressivamente aumentati nel Metapontino, dove si concentra la coltivazione di oltre 10.000 ettari di drupacee. Per presentare le azioni che la Regione Basilicata intende mettere in campo per sostenere il comparto frutticolo nella lotta alla Sharka è stato organizzato un seminario tecnico che si terrà giovedì 22 luglio presso l´Azienda sperimentale Alsia "Pantanello" di Metaponto a partire dalle ore 17,00.  
   
   
AGRICOLTURA FVG: VIOLINO PER FRUMENTO BIOLOGICO DI QUALITA´´  
 
I tempi sono maturi per valorizzare ulteriormente la vocazione dell´agricoltura del Friuli Venezia Giulia alla qualità. Secondo l´assessore regionale alle Risorse agricole, naturali e forestali, Claudio Violino, bisogna infatti puntare verso coltivazioni che siano valide sotto il profilo della concorrenzialità economica e della compatibilità ambientale, nell´ottica della valorizzazione delle produzioni locali. In questo contesto, per l´assessore bene si inserirebbe nella realtà contadina della nostra regione la realizzazione di una filiera del frumento biologico di qualità. Essa risponderebbe infatti all´esigenza di individuare pratiche agrarie più remunerative rispetto alle attuali e consentirebbe alla nostra agricoltura di uscire dai vincoli della cosiddetta monosuccessione maidicola, ovvero la coltivazione, anno per anno e sugli stessi terreni del solo mais, pratica agronomica che peraltro con il tempo impoverisce i terreni. La maidicoltura non offre infatti più spazi per la valorizzazione del prodotto, diversamente dal frumento di qualità, che coltivato con modalità biologiche garantisce anche la compatibilità ambientale. I seminativi a mais costituiscono tuttora l´utilizzo del suolo più diffuso anche nel Friuli Venezia Giulia e presentano scarsa remuneratività, mentre c´è sempre maggiore richiesta di prodotti agricoli ottenuti secondo metodi di coltivazione biologica. E i consumatori ricercano sempre di più prodotti tradizionali, anche semplici, ma fortemente collegati al territorio, contraddistinti da elevata qualità e genuinità. E dalla salubrità e sicurezza alimentare. Sono inoltre numerose le aree della nostra realtà rurale vocate alla produzione di cereali a paglia, come lo è il frumento. Gli studi compiuti in questi anni con il concorso della Regione consentono dunque di ipotizzare una filiera del frumento biologico e di qualità e di fornire un supporto a tutti gli elementi che precedono la panificazione. Per questo motivo l´Ersa ha programmato un convegno che si svolgerà a Villa Chiozza a Scodovacca di Cervignano il prossimo 28 luglio. Sarà l´occasione per mettere a frutto le conoscenze maturate dalla Regione tramite l´Ersa e la direzione centrale delle Risorse agricole, naturali e forestali, nonché dall´Università di Udine, dall´Aprobio, l´Associazione regionale dei produttori biologici, ma anche dagli stessi panificatori.  
   
   
COLDIRETTI: SALSICCIA DI CANCELLARA REGINA DI FILIERA  
 
 Si è tenuto a Cancellara un incontro per il lancio del progetto di filiera che vede protagonista la salsiccia a catena cancellarese, da poco inserita nell’elenco dei prodotti tipici nazionali. Dal convegno, organizzato dall’Alsia in collaborazione con il Comune di Cancellara e la Comunità Montana Alto Basento, sono emerse interessanti strategie operative che prevedono la sinergia di forze pubbliche e private, capaci di far decollare un progetto di filiera che, partendo dal piccolo centro potentino, faccia da volano al rilancio dei settori agroalimentare ed enogastronomico regionali. A Cancellara, si è già costituita un’Associazione temporanea d’impresa, composta da 10 aziende che operano attivamente nel settore, la maggior parte associate a Coldiretti, in cui l’età media dei titolari è di 33 anni. Il rischio di perdere il prodotto tradizionale, risultato dell’inesorabile allontanamento dei giovani cancellaresi dalle radici contadine, e l’ingente domanda di salsiccia cancellarese che la produzione attuale non riesce a soddisfare, ha spinto gli imprenditori agricoli a cooperare con l’intento di dare nuova linfa ad un prodotto che da secoli ha sostenuto l’economia del centro potentino. Questi i presupposti che animano il progetto di filiera il cui obiettivo finale è la commercializzazione di un prodotto genuino, controllato, certificato e preparato secondo la tradizione. La salsiccia a catene sarà prodotta solo con carni suine provenienti da allevamenti del borgo, controllati e certificati, tagliata a punta di coltello e fatta asciugare lentamente, come avviene da secoli, nei locali cancellaresi in modo da mantenere intatte le proprietà organolettiche che la salubrità dell’aria conferisce al genere alimentare. “Coldiretti Basilicata - ha affermato il dirigente Coldiretti Basilicata Rocco Polosa intervenuto all’incontro - è orgogliosa dell’iniziativa portata avanti dagli associati cancellaresi. Da oltre un anno, infatti, con i mercati di Campagna Amica e le numerose manifestazioni in difesa del Made in Italy, Coldiretti si batte attivamente per il rilancio del settore agroalimentare e la creazione di una filiera a Km zero. Innovazione e tradizione sono il connubio perfetto per il successo dell’iniziativa. La filiera agroalimentare della salsiccia a catena, partita dalla volontà di giovani imprenditori agricoli che guardano al futuro riappropriandosi delle proprie radici e animata dallo spirito di collaborazione e cooperazione con le Istituzioni Pubbliche, non può che trovare il sostegno di Coldiretti Basilicata ma troverà sicuramente anche l’apprezzamento dei consumatori”.  
   
   
NASCE IL “TAVOLO ITALIANO SU AGRICOLTURA BIOLOGICA E CAMBIAMENTI CLIMATICI”  
 
 Bologna, Il Comitato Clima di Icea - composto da Cursa, Centro di Ricerche Agro-ambientali “E. Avanzi”, Federbio e Ass. Chimica Verde - promuove la costituzione del “Tavolo Italiano su Agricoltura Biologica e Cambiamenti Climatici”. Gli operatori del biologico, le organizzazioni ambientaliste e dei consumatori, gli enti di ricerca pubblici e privati interessati a partecipare alle attività del tavolo possono inviare la propria adesione usando il modulo on line su www.Icea.info. L’istituzione del Tavolo - coordinato da Lorenzo Ciccarese, membro della Cnc Icea e ricercatore Ispra - e la conferenza stampa di lancio dell’iniziativa si terranno a Bologna l’8 settembre. I cambiamenti climatici rappresentano oggi la più importante emergenza ambientale da affrontare; il settore agricolo sarà tra i più colpiti, con i piccoli agricoltori, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, che rappresentano il gruppo più vulnerabile. Questo scenario mette l’agricoltura di fronte ad una sfida che si presenta con forme inedite, innanzi tutto perché impone di essere affrontata, non lasciando spazio alla discussione sul farlo o meno. Poi esprime un carattere di “urgenza”, che ci impegna verso le generazioni future a mettere in atto fin da subito quelle azioni che possono consentire di stabilizzare l’aumento della temperatura entro livelli non catastrofici. La portata globale del fenomeno, richiede la messa in campo di iniziative di livello nazionale ed internazionale, che vedano l’attiva partecipazione dei vari portatori d’interesse interessati e disponibili a condividere obiettivi, strategie e risorse. Icea, in linea con questa visione, ha promosso già nel 2009 insieme a Fao, Fibl (Ch), Icrofs (Dk), Ifoam, Krav (Se), Organic Federation of Australia, Rodale Institute (Usa), Soil Association (Uk) la costituzione del Roundtable on Organic Agriculture and Climate Change (Rtoacc), iniziativa internazionale di cui il neo nato Tavolo italiano entra a far parte.  
   
   
EXPORT IN CRESCITA PER DOP E IGP, L’ACETO BALSAMICO DI MODENA SI CONFERMA AMBASCIATORE DELL’ITALIAN FOOD NEL MONDO MA ATTENZIONE AL FENOMENO CONTRAFFAZIONE AUMENTATO IN 10 ANNI DEL 950%  
 
Presentati a Roma durante un convegno al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali sulla tutela delle denominazioni Dop e Igp a livello nazionale e internazionale, i dati economici relativi al mercato della contraffazione. Contraffare, ovvero riprodurre qualcosa in modo tale che possa essere scambiato per l’originale con l’obiettivo di creare confusione nel consumatore e di sfruttarne l’immagine per trarne profitti. Il fenomeno della contraffazione è una piaga che colpisce più di un settore del Made in Italy, in particolare il comparto agroalimentare. Sui mercati esteri è particolarmente forte negli Stati Uniti, dove le denominazioni più imitate sono nell’ordine il Parmigiano Reggiano, il Pecorino Romano, l’Aceto Balsamico, la Mortadella di Bologna, il Gorgonzola e l’Asiago. Di questo si è discusso stamani a Roma al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali durante il convegno ‘La tutela delle denominazioni Dop e Igp a livello nazionale e internazionale: il caso del ‘balsamico’ a confronto con altre denominazioni’ organizzato dal Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e quello di Reggio Emilia e il Consorzio Aceto Balsamico di Modena. <Tutti questi prodotti rappresentano una grossa fetta delle esportazioni dell’agroalimentare italiano. Basti pensare che, con oltre il 75% della produzione esportata, l’Aceto Balsamico di Modena afferma Cesare Mazzetti Presidente del Consorzio Aceto Balsamico di Modena, si candida a essere il vero ambasciatore dell’Italian Food nel mondo, seguito dal Pecorino Romano, con il 64%.> Un dato particolarmente interessante è la crescente propensione all’esportazione di prodotti Dop e Igp. Dall’anno 2000 il valore delle esportazioni di Dop e Igp è infatti letteralmente raddoppiato, passando da 704 milioni di euro ai 1.390 del 2008. Nel frattempo è cresciuto anche il numero delle Dop e Igp, passando dai 108 del 2000 ai 175 del 2008 ai 206 del 2010. Le Dop e Igp italiane rappresentano da sole il 23% di tutte le denominazioni e indicazioni geografiche dell’Unione Europea e danno lavoro a oltre 80.000 imprese, di cui oltre 75.000 aziende agricole e quasi 6.000 imprese di trasformazione. L’attività di questa “filiera”, produce un valore di 5,4 miliardi di euro, di cui 1,4 miliardi realizzato con le esportazioni. Rispetto a dieci anni fa, il fenomeno della contraffazione è aumentato in maniera esponenziale: +950% il numero dei casi di contraffazione e +608% i prodotti sequestrati. In questo frangente, una stima dell’Icc Counterfeiting Intelligence Bureau sostiene che i prodotti “taroccati” rappresenterebbero meno del 10% degli scambi mondiali, per un valore di oltre 600 miliardi di dollari e anche la Commissione Europea conferma come la contraffazione sia un problema crescente e pericoloso valutato in quasi 50.000 casi che hanno portato al sequestro di quasi 179 milioni di prodotti di cui l’1,4% relativo a prodotti alimentari. Tuttavia, la fluttuazione nel consumo di una certa tipologia di prodotti non è da imputare solo al fatto che una sostanziosa parte dei guadagni se ne va in fumo con il mercato parallelo delle contraffazioni. Tra i fattori che influiscono sull’andamento dei consumi sono presenti anche l’invecchiamento della popolazione – si stima che dal 19.5% del 2009 gli anziani diventeranno entro il 2050 il 34%, grazie alla crescita dell’aspettativa di vita – il sempre più basso il tasso di natalità, anche a causa della revisione delle tipologie familiari - dal 60% del 1978, le coppie con figli oggi sono meno del 40% mentre sono più che triplicati i singles che passano dall’8,5% al 26,4%. Indubbiamente influiranno sui consumi anche le abitudini alimentari di quella fetta di popolazione straniera che arriva nel nostro paese – si stima che dal 7,1% attuale si arrivi al 17,2% nel 2050 - con l’intenzione di mantenere ove possibile le proprie culture alimentari. (Fonte Denis Pantini - Nomisma).  
   
   
FABBRI 1905: IL GELATO È SERVITO. L’AZIENDA “DELL’AMARENA” COLLABORA A IL GELATO NEL PIATTO, CHE RILANCIA QUESTO FRESCO DESSERT TRASFORMANDOLO IN INGREDIENTE PER QUALSIASI PIATTO  
 
Fabbri 1905, la storica azienda bolognese, famosa nel mondo per la sua mitica Amarena, afferma ancora una volta la propria leadership nel mondo dolce. Sarà infatti partner ufficiale, dal 20 al 25 luglio, dell’iniziativa promossa dal magazine on-line Informacibo: una sei giorni del gelato dal titolo Il Gelato nel Piatto, che unirà alta gastronomia e morbida dolcezza. Fino al 25 luglio, in cento ristoranti in Italia e nel mondo, i migliori chef si misureranno con la creazione di originali piatti a base di gelato, ribaltando la normale concezione che si ha di questo alimento. Solitamente conosciuto come prelibatezza dolce, sarà qui invece impiegato anche nella preparazione di golosità salate. Il Galà della rassegna è previsto per il prossimo 21 luglio nell’incantevole cornice di Villa San Carlo Borromeo a Senago, in provincia di Milano. Sarà questa la serata in cui gli chef del ristorante della villa, il The City, delizieranno gli ospiti con creazioni inedite a base di gelato, Parmigiano-reggiano, Prosciutto di Parma e – ovviamente - ingredienti Fabbri. Un accostamento certamente non comune, ma pronto a sorprendere per gusto e creatività. E poteva esserci ingrediente più adatto di Amarena Fabbri, sinonimo di qualità in tutto il mondo, per inaugurare questa soirée d’eccellenza? Sarà proprio l’Amarena a dare il benvenuto agli ospiti: a tutti verrà offerto come aperitivo d’eccezione Amarena Amore Mio, il cocktail che nasce dall’unione di prosecco e del frutto-simbolo di questa azienda ultracentenaria.  
   
   
OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA MONINI  
 
Gusto inconfondibile: perfettamente equilibrato, armonioso, pieno. Con gradevoli note di freschezza che richiamano il profumo dell’erba. Per questo, un gusto “di riferimento”: quello che ci si aspetta da un vero Classico. Perfetto per cucinare e soddisfare le esigenze più diverse, portando armonia al gusto dei sughi, salse, arrosti, contorni e nei condimenti a crudo. Valutazione organolettica. Odore: fruttato erbaceo. Sapore: leggero di mandorla, leggero amaro e pungente. Densità: intensamente corposo. Colore: verde con riflessi giallo oro.  
   
   
NOVELLINO CAMPIELLO: È IL NOVELLINO, FRIABILE, LEGGERO, BUONO E GENUINO  
 
Campiello, storica azienda di Cuneo produce dal 1982 l´unico, originale e inimitabile Novellino. Una storica ricetta ed esclusivi metodi di lavorazione consentono di ottenere un biscotto dall´ineguagliabile bontà. Il Novellino Campiello grazie ad una tecnica all´avanguardia e ad ingredienti semplici, naturali e selezionati quali latte fresco del Piemonte e miele di acacia, ha un´elevata friabilità, una consistenza leggera e un ridotto contenuto di grassi (il 30% in meno rispetto ai frollini tradizionali). Di aspetto artigianale e dalla forma sottile, il Novellino Campiello, nutriente e leggero,è indicato a colazione ed ideale per essere sciolto nel latte. Ma il suo gusto e sapore delicato viene esaltato anche se usato come base per il Tiramisù.  
   
   
CROSTINI GUSTO MEDITERRANEO PANEALBA: DORATI, FRIABILI E GUSTOSI, PER PALATI SOPRAFFINI  
 
I Crostini Gusto Mediterraneo Panealba, nascono da una classica ricetta dell´azienda: gli esclusivi metodi di lavorazione uniti agli ingredienti semplici e genuini consentono di ottenere un prodotto unico, dall´elevata friabilità e dalla consistenza leggera. Studiati per abbinare gusto e salute i Crostini Gusto Mediterraneo sono tostati e non fritti, insaporiti in superficie con un pizzico di sale e un filo di buon olio di oliva utilizzato a crudo. Da gustare come spuntino, per insaporire insalate, accompagnare zuppe e minestre o ancora da sgranocchiare con piacere durante l´aperitivo in alternativa ai tradizionali salatini. I Crostini al gusto Mediterraneo si trovano nei migliori supermercati nell’innovativa e pratica confezione richiudibile. I Crostini Panealba, apoteosi di colori e sapori, sono disponibili in diversi gusti e specialità, tra i quali: Crostini con Pomodoro & Basilico, Crostini con Erba Cipollina Panealba, prodotti nostrani buoni come il pane. Negli ultimi anni Panealba ha ampliato la gamma dei propri prodotti, sfornando bontà per tutti i gusti  
   
   
IL GOTHA DEI VINI ITALIANI PER TRE GIORNI A VILLA BARDINI  
 
Firenze – La bottiglia scelta da Oliviero Toscani per il logo di Vinoingiardino si staglia in un luminoso contesto floreale con la stessa potenza simbolica del monolite di 2001 Odissea nello spazio. Il senso è evidente: ‘in vino civitas’, ossia il vino come motore e metafora della nostra millenaria umanità. Questo stesso significato è leggibile in ciascuna delle tre iniziative che Firenze 2010 dedica al vino: Winetown da settembre per l’organizzazione del Comune; la mostra Vinum Nostrum da martedì prossimo al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti curata dal Museo della Scienza, e appunto, la tre giorni di Vinoingiardino (20 - 22 luglio) in programma nel parco refrigerante della spettacolare Villa Bardini. Un anno diVino (titolo sinergico dei tre eventi) è stato presentato oggi in Palazzo Vecchio dal vicesindaco Dario Nardella con la collaborazione della sovrintendente al Polo Museale Cristina Acidini e degli ideatori del progetto Vinoingiardino: Renato Gordini, segretario generale della Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, e Umberto Montano, amministratore di Moba (Monumenti Bardini Servizi). Evento collaterale ufficiale di Vinum Nostrum, Vinoingiardino nasce con la doppia ambizione di rappresentare sia il mondo dei migliori produttori italiani, sia le infinite dimensioni culturali che al vino si riferiscono. Si tratta, in altre parole, di tre giorni dedicati alla degustazione dei migliori vini italiani. Una mostra con 55 selezionati produttori (20 i toscani) affiancata da una serie di conferenze/conversazioni di sorprendente novità per l’universo dell’enologia. Più che di vino si parlerà infatti di luoghi dell’anima (paura, imperfezione, verità), spaziando fra attualità e bellezza, arte e comunicazione, scienza e filosofia, però con l’istintiva libertà e franchezza di chi discute sorseggiando un buon bicchiere. I protagonisti sono tutti ben noti: martedì 20 luglio Giuliano da Empoli e Attilio Scienza parleranno appunto di Paura; il 21 Arnaldo Colasanti, Baldissera Di Mauro, Massimo Donà per un Elogio dell’imperfezione; il 22 Oliviero Toscani per ragionare sul detto In vino veritas. La regia è affidata a Davide Paolini, ormai celebre reporter delle glorie enogastronomiche nazionali. Sostiene Vinoingiardino Agriventure. Sponsor tecnici Caraiba, Fisar, Lungarno Hotel, Culligan, Leonardo Romanelli e l’Accademia delle Frattaglie che offrirà alcune sfiziose specialità gastronomiche. N.b. Per partecipare a Vinoingiardino (orario 17,30 – 22) occorrono due distinti biglietti. Obbligatorio (€ 10) per entrare a Villa Bardini (Costa S. Giorgio 2), facoltativo per degustare, con soli € 15, tutti i vini in mostra. Solo se emesso dal box office di Palazzo Pitti, il biglietto consente di visitare anche la mostra Vinum Nostrum, il giardino di Boboli e la Galleria del Costume. Dopo le 18,30 (quando musei e gallerie chiudono) si entra solo da Villa Bardini.  
   
   
BOLZANO: CONCLUSO IL SOGGIORNO-STUDIO DI VITICOLTORI MOLDAVI IN ALTO ADIGE  
 
Si è concluso con una visita guidata nella Cantina nella roccia del Centro di sperimentazione provinciale Laimburg il soggiorno-studio di quattro settimane di trento viticoltori moldavi in Alto Adige. Elogi per la piena riuscita del progetto Ue sono arrivati dai rappresentanti del Governo italiano, di Bruxelles e della Moldavia. Visite in diverse aziende e in cantine sociali, lezioni su viticoltura e produzione del vino: sono alcune delle attività che 30 viticoltori della Moldavia hanno svolto in Alto Adige nel quadro di un progetto Ue della scuola provinciale Laimburg. L´iniziativa ha visto giornate di studio estese anche alle regioni del Norditalia. "Moldova Wine Training" è il nome del progetto avviato dalla Commissione europea e dal Ministero italiano del lavoro e delle politiche sociali, che hanno scelto l´Alto Adige per un soggiorno di più settimane per i viticoltori dell´Europa orientale. Il programma è stato coordinato dalla scuola provinciale Laimburg con la regia della Ripartizione provinciale Formazione professionale agricola, forestale e di economia domestica. Parole di elogio sono giunte nel corso della cerimonia finale nella Cantina nella roccia del Centro di sperimentazione Laimburg da Giuseppe Silveri del Ministero del lavoro, dal ministro moldavo del welfare Sergiu Sainciuc e dai rappresentanti della Commissione Ue Agniezska Weinar e Per Lindberg. Il soggiorno studio in Italia ha visto, oltre alla prosecuzione di teoria e pratica nel Centro di sperimentazione, anche visite ad aziende specializzate in Trentino e nel Norditalia. Tra le occasioni di scambio e consulenza, anche gli incontri con la Camera di commercio e le strutture di marketing altoatesine.