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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 02 Novembre 2010
NUOVE POLITICHE PER RALLENTARE LA PERDITA DI BIODIVERSITÀ  
 
La biodiversità del nostro pianeta sta subendo un duro colpo, ma una nuova ricerca indica che sarà possibile rallentarne il declino grazie all´attuazione di nuove politiche. L´analisi, presentata sulla rivista Science, coniuga vari studi internazionali di rilievo sulle variazioni e sulla scomparsa delle specie ed è stata condotta sotto gli auspici del programma scientifico globale per la biodiversità Diversitas (sostenuto dall´Ue), dell´Unep-wcmc (Programma ambientale delle Nazioni Unite - Centro mondiale per il monitoraggio e la conservazione) e del segretariato della Convenzione sulla diversità biologica (Cbd). Raffrontando i risultati di 5 recenti valutazioni ambientali globali e una vasta letteratura di settore e sondando la possibile evoluzione della biodiversità, un´équipe di 23 scienziati provenienti da 9 paesi ha rilevato come stabilità e sostenibilità dipendano da una serie di mutamenti chiave nella società. La conclusione è che l´assenza di tali trasformazioni potrebbe aumentare il rischio di estinzioni, provocare il calo delle popolazioni di varie specie e alterare la distribuzione delle specie. "I modelli di sviluppo attuali provocheranno senza dubbio una catastrofica perdita di biodiversità", sottolinea il dott. Paul Leadley dell´Università Paris Sud (Francia). "Perfino gli scenari ottimistici per il secolo in corso prevedono estinzioni e cali delle popolazioni di molte specie". L´obiettivo di arrestare la perdita di biodiversità entro il prossimo decennio, per quanto allettante, non è pertanto realistico, ammonisce l´esperto. Leadley prosegue evidenziando che "le significative opportunità di intervenire tramite politiche migliori, ad esempio quelle destinate ad attenuare il cambiamento climatico senza una conversione massiccia delle foreste in piantagioni per il biocarburante", possono coniugarsi efficacemente alle iniziative intese a tutelare la biodiversità, in modo da rendere il rallentamento della perdita della biodiversità una possibilità e non solo una fantasia. Il tempismo, comunque, è fondamentale. L´équipe scientifica, guidata dal dott. Leadley e dal dott. Henrique Miguel Pereira del Centro di biologia ambientale della Facoltà di scienze dell´Università di Lisbona (Portogallo), sottolinea infatti la necessità di un´azione politica rapida, perché la tempestività può fare la differenza: lo scenario più ottimista prevede un aumento del 15% della copertura forestale entro il 2030, mentre quello più pessimista la perdita del 10% della stessa. Gli esperti ritengono che adottare un meccanismo per la biodiversità simile al Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc), che valuta le informazioni scientifiche, tecniche e socioeconomiche utili a sensibilizzare in merito al cambiamento climatico indotto dall´uomo, sia di estrema importanza: la "Piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e i servizi ecosistemici" (Intergovernmental Platform on Biodiversity and Ecosystem Services, Ipbes) favorirebbe l´adozione di definizioni e indicatori comuni per la biodiversità e costituirebbe una base informativa per l´elaborazione di decisioni. "I problemi sono tanto urgenti e la posta in gioco per il genere umano così elevata che gli scienziati devono coalizzarsi tramite l´Ipbes per informare i responsabili delle politiche con una voce unanime e autorevole", sostiene Pereira. Secondo l´équipe, l´Ipbes potrebbe essere funzionale all´organizzazione della cooperazione scientifica volta ad attenuare le preoccupazioni relative agli scenari per la biodiversità: i modelli prevedono infatti tassi di estinzione compresi tra meno dell´1% e oltre il 50% per secolo. Raggiungere un consenso quando si cerca di definire le tempistiche dell´estinzione delle specie è estremamente importante, dicono gli esperti, poiché potrebbe trattarsi di qualche decennio come di migliaia di anni. Il prezzo da pagare, in caso contrario, consisterebbe in "un´enorme incertezza nei modelli e un ampio disaccordo all´interno della comunità scientifica riguardo alla probabilità delle estinzioni di massa nel prossimo secolo". È necessario prestare una maggiore attenzione ai cambiamenti nella distribuzione delle specie e nelle dimensioni delle popolazioni, ammoniscono gli scienziati, perché il benessere dell´umanità dipende da questo. "Secondo le proiezioni, il rischio di future estinzioni è elevato, ma la crisi della biodiversità va ben oltre", spiega Pereira. "Gran parte di ciò che accadrà alla biodiversità nel Xxi secolo non riguarda le estinzioni a livello globale, ma profonde alterazioni nell´abbondanza delle specie e nella composizione delle comunità". Hanno fornito un sostegno fondamentale all´analisi scienziati provenienti da Canada, Francia, Messico, Paesi Bassi, Portogallo, Sud Africa, Svezia, Regno Unito e Usa. Per maggiori informazioni: Diversitas: http://www.Diversitas-international.org/  Unep-wcmc: http://www.Unep-wcmc.org/  Segretariato della Convenzione sulla diversità biologica: http://www.Cbd.int/secretariat/    
   
   
LATTE.A CREMONA STATI GENERALI PER PREPARARE ADDIO A QUOTE, REGIONE PRONTA A FARE LA SUA PARTE SU PREZZO, BISOGNA GARANTIRE IL FUTURO DI TUTTE LE AZIENDE  
 
Cremona - L´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia Giulio De Capitani, insieme a quello all´Istruzione, Formazione e Lavoro Gianni Rossoni, ha preso parte, il 29 ottobre, alla settima edizione degli "Stati Generali del Latte" tenutisi alla 65ma Fiera internazionale del bovino da latte in versione europea. Si è trattato dell´occasione per fare il punto sul nuovo pacchetto legislativo di riforma delle quote latte allo studio da parte dell´Unione europea. Agli "Stati Generali" erano presenti, tra gli altri, il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro, per il ministero delle Politiche agricole e forestali Mario Catania, per il ministero dell´Agricoltura francese Stephane Le Moing, l´onorevole Luciano Pizzetti, il presidente nazionale di Confagricoltura Federico Vecchioni e il numero uno regionale della Cia Mario Lanzi. Paolo De Castro ha anticipato alcune delle realtà che saranno contenute nei pacchetti latte e qualità della Commissione europea che il Commissario Dacian Ciolos anticiperà il 17 novembre e presenterà complessivamente entro fine anno mentre per la Pac (Politica agricola comunitaria) si dovrà attendere il luglio 2011. "Agli ´Stati Generali´ del latte - ha detto De Castro - bisogna dire che la proposta informale di Ciolos non piace e che la soluzione potrebbe essere trovata nell´alleanza sulla proposta franco-tedesca". "Gli ´Stati Generali´ - ha detto l´assessore De Capitani - riuniscono persone diverse: chi deve far conoscere le norme decise a livello europeo e chi, come me, deve portare all´Europa le richieste degli allevatori, le persone che sono e fanno l´agricoltura". De Capitani ha sottolineato il passaggio del presidente di Cremonafiere, Antonio Piva, sulla semplificazione. "Regione Lombardia - ha ricordato - si è dotata di un assessorato specifico e l´ha affidato al collega Carlo Maccari, che ha deciso di iniziare lo snellimento burocratico proprio dall´agricoltura". "Parlare di latte in Lombardia - ha proseguito De Capitani - vuol dire raccontare la regione che, da sola, produce il 40% del latte nazionale. La Lombardia è la più importante regione italiana per l´agricoltura e una delle leader a livello europeo". "Guardando ai dati - ha aggiunto l´assessore - dobbiamo rilevare come l´industria lattiero-casearia sia uno dei pilastri dell´economia lombarda e nazionale e, anche per questo, Regione Lombardia ribadisce il proprio impegno a impedire la chiusura anche di una sola impresa. Come assessorato opereremo sempre per cercare di dare risposte ai problemi del territorio a cui daremo sempre il massimo ascolto". "Gli ´Stati Generali del latte´ - ha spiegato De Capitani - fotografano la situazione della filiera lattiero-casearia, ai cui attori chiedo di dialogare e di fare sistema per non svendere il prodotto latte e trovare un accordo sul suo prezzo. Gli imprenditori, allevatori e trasformatori, hanno bisogno tutti di certezze. Alla filiera lattiero-casearia servono qualità e quantità e bisogna centrare questi traguardi tutti insieme". "Per questo motivo - ha continuato - rivolgo un appello all´industria della trasformazione, affinché unisca le sue forze a quelle dei produttori per trovare un´unitarietà che consenta di salvaguardare le eccellenze lombarde, voci dei nostri territori, dalle importazioni straniere". De Capitani non si è sottratto sui temi caldi delle quote latte e del prezzo alla stalla. "La fine del sistema delle quote latte - ha sostenuto De Capitani - potrebbe anche essere un fatto positivo, ma occorre gestirla bene, perché non possiamo permettere che le aziende che hanno investito nelle quote siano costrette a chiudere o che le nostre Dop finiscano in sofferenza e smettano di conquistare, come invece avviene ora, i mercati stranieri". Sul tema "quote" è intervenuto anche l´assessore Gianni Rossoni. "Dobbiamo capire cosa sarà il ´dopo quote´ - ha detto Rossoni - perché bisogna capire cosa accadrà alle aziende. Vogliamo capire anche - ha proseguito - cosa sarà delle aziende che hanno investito, per essere in regola, nelle quote. In Lombardia, ma soprattutto a Cremona, l´agricoltura è un´attività di primaria importanza e dobbiamo dare certezze a questo settore come ben sta facendo il collega De Capitani". "La questione senza dubbio più calda - ha concluso l´assessore De Capitani - è quella del prezzo del latte. Il Consiglio regionale ha approvato una mozione che impegna il presidente Formigoni e il sottoscritto a operare per la definizione del prezzo del latte. Io ribadisco la mia totale disponibilità a incontrare le parti, produttori e trasformatori, per arrivare alla risoluzione del problema. Come Regione Lombardia puntiamo a tutelare produttori, trasformatori ma anche i consumatori ai quali dobbiamo continuare a poter offrire latte lombardo di qualità".  
   
   
CREMONA:AGRICOLTURA BLU PRO AMBIENTE  
 
Focus sull´agricoltura "blu" alla Fiera internazionale del bovino da latte di Cremona. Sul tema si è svolto il 29 ottobre, nel quartiere fieristico di Cremona, un convegno introdotto dall´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia Giulio De Capitani. L´evento è stato promosso dall´assessorato regionale all´Agricoltura e dall´Ersaf (Ente regionale per i servizi all´agricoltura e alle foreste). "La finalità dell´incontro di oggi - ha detto l´assessore De Capitani, avviando i lavori - è stimolare una riflessione e un confronto sul tema dell´agricoltura ´conservativa´ o ´blu´. Si tratta di un sistema di produzione più ´sostenibile´, cioè in grado di unire produttività, efficienza e rispetto dell´ambiente. Una tecnica che vede proprio in provincia di Cremona la prima impresa italiana ad averla adottata". "In un momento di crescente consumo dei terreni vocati all´attività del settore primario - ha spiegato De Capitani - ´agricoltura blu´ significa ´conservare´ il valore del suolo agricolo e preservarne la fertilità come ricchezza per le generazioni future". "Sui temi agroambientali - ha proseguito - l´assessorato all´Agricoltura ha investito molte risorse del Psr (Programma di sviluppo rurale) promuovendo una crescita agricola e forestale sostenibile, in armonia con la tutela della biodiversità, la valorizzazione del paesaggio e lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili". "Ricordo - ha chiosato De Capitani - che sull´asse 2 del Psr sono messe a disposizione la metà (ben 503 milioni di euro) delle risorse complessive del Programma". "Oggi sulla misura 214 del Psr per i pagamenti agroambientali - ha spiegato De Capitani - sono attive 6 diverse azioni alle quali aderiscono circa 5.500 aziende che si impegnano in programmi pluriennali". "A fronte di un interesse diffuso per questo metodo di conduzione dei terreni - ha concluso De Capitani - l´assessorato sta lavorando in questi mesi per mettere a disposizione delle nostre imprese nuove e specifiche misure sull´agricoltura ´blu´ come dimostra il volumetto ´L´agricoltura lombarda conta 2010´, realizzato insieme alla Smea (Alta scuola in economia agroalimentare della Cattolica) e all´Inea (Istituto nazionale di economia agraria)". Cos´e´ L´agricoltura "Conservativa" L´agricoltura "blu" è nata negli Usa negli anni Trenta ed è conosciuta come "agricoltura conservativa": è diffusa su scala mondiale su una superficie di circa 100 milioni di ettari. In Italia ha preso piede grazie alla promozione fatta da una decina d´anni a questa parte dall´Aigacos (Associazione italiana per la gestione agronomica e conservativa del suolo). L´agricoltura "conservativa" rappresenta un nuovo sistema di produzione agricola sostenibile, finalizzata alla protezione dell´acqua e del suolo agrario, che coniuga obiettivi di redditività aziendale e di salvaguardia ambientale. L´obiettivo è produrre in modo sempre più sostenibile per l´ambiente attraverso l´adozione di tecniche come la minima lavorazione superficiale, la minima lavorazione profonda e la semina su sodo. L´agricoltura "conservativa" mette al centro la preservazione del suolo attraverso l´incremento della sostanza organica e della biodiversità; nel lungo periodo contribuisce alla riduzione dell´inquinamento, evitando l´emissione in atmosfera di anidride carbonica. Inoltre l´agricoltura "conservativa" evita la perdita di elementi nutritivi dal terreno, tutelando la qualità delle acque superficiali, conservando il suolo e la sua fertilità (limitando i fenomeni erosivi e la lisciviazione dei nutrienti), valorizzando le funzioni di protezione svolte dai residui colturali. Questo tipo di agricoltura tutela le acque superficiali, limitando l´uso di fertilizzanti, pesticidi e diserbanti tramite i residui colturali lasciati sul terreno, che li ´intercettano´, rendendoli nel tempo meno attivi. Grazie a questa copertura del terreno, infatti, si frena sia l´azione della pioggia sulla struttura del suolo, sia il deflusso superficiale delle acque, compreso il passaggio di diserbanti, nitrati e fosfati solubili. L´agricoltura "conservativa" offre la possibilità di determinare su ciascun sistema colturale il bilancio della Co2 equivalente.  
   
   
PRESENTATO DALLA TOSCANA IL PIANO PER LA PESCA IN DEROGA DEL ROSSETTO  
 
Livorno è stata il 29 ottobre animata dalla preoccupata protesta dei pescatori contro i provvedimenti dell´Unione europea, che non consentono la pesca al pesce rossetto (essenziale per un buon fritto di paranza) la cui stagione è alle porte. Il regolamento europeo prevede infatti, per le reti trainate, la dimensione minima della maglia non inferiore a 40 millimetri, nonchè l’obbligo di esercitare la pesca ad una distanza dalla costa non inferiore alle 3 miglia. Allo stesso tempo il regolamento comunitario prevede però la possibilità di derogare a detti limiti a condizione che sia predisposto un apposito piano di gestione. «La Regione ha predisposto il piano per la Toscana, ed lo ha inviato al Mi.p.a.f. Per la successiva redazione del piano di gestione nazionale relativo all’area comprendente Liguria, Toscana e Lazio – ha affermato l´assess ore regionale all´agricoltura Gianni Salvadori, che ha partecipato alla manifestazione nella città labronica -. Il piano di gestione in deroga, predisposto attraverso una collaborazione tra Mi.p.a.f., Regione Toscana e Regione Liguria, è stato poi inviato alla Commissione europea il 14 ottobre scorso. Nel prossimo novembre sarà esaminato dall´organo tecnico della Commissione per un parere che riteniamo sarà positivo, e consentirà quindi, grazie alla concessione delle deroghe richieste, il prosieguo della pesca del rossetto». L´assessore Salvadori ha altresì garantito nel suo intervento che la Regione è e sarà accanto ai pescatori e alle loro famiglie; e provvederà ad eventuali aiuti nel caso di un parere negativo da parte dgli organismi europei, o se l’adozione della decisione comunitaria comporterà ritardi tali da compromettere la stagione di pesca.  
   
   
SISTEMA PER IL MIGLIORAMENTO GENETICO DEL BESTIAME IN E-R, INCONTRO TRA REGIONE EMILIA ROMAGNA E ASSOCIAZIONE REGIONALE ALLEVATORI  
 
Bologna – Un confronto sulla situazione del sistema regionale per il miglioramento genetico del bestiame: questo il tema dell’incontro del 28 ottobre tra l’assessore all’Agricoltura Tiberio Rabboni e il comitato di presidenza dell’Associazione regionale allevatori (Ara). Costituito da un’associazione regionale e otto associazioni provinciali, il sistema che governa il miglioramento genetico in Emilia-romagna dà lavoro a circa 230 persone, gestisce la tenuta dei “libri genealogici” e lo svolgimento dei controlli funzionali su oltre 15.000 allevamenti di varie specie. Durante l’incontro entrambe le parti hanno manifestato preoccupazione sull’eventualità che le attuali difficoltà finanziarie possano compromettere una parte importante di servizi alle aziende zootecniche. L’assessore, dal canto proprio, ha assicurato che continuerà a sostenere le associazioni per permettere una continuità del loro operato. “Insieme alle altre Regioni del nord Italia – ha dichiarato Rabboni – stiamo sollecitando il ministro affinché si impegni a garantire alle associazioni regionali e provinciali degli allevatori un finanziamento certo e diretto, in grado di garantirne la funzionalità. Il lavoro di miglioramento genetico e i relativi controlli funzionali del bestiame in allevamento assumono un ruolo particolarmente significativo per qualificare la nostra zootecnia e renderla competitiva sul mercato globale; mettere in crisi la struttura che svolge quest’attività – ha concluso l’assessore – può contribuire ad aggravare la situazione di questo comparto. Contiamo di ricevere a breve una risposta dal ministero e, soprattutto, contiamo su una risposta positiva”. L’ara ha illustrato le iniziative che intende avviare per migliorare l’efficienza organizzativa, in un’ottica di maggior sinergia tra livello regionale e provinciale: un percorso che, anche attraverso un maggior sfruttamento dell’innovazione tecnologica, dovrebbero portare a un abbassamento dei costi senza compromettere il servizio ai soci.  
   
   
PAC, APPROVATO DOCUMENTO UNITARIO DELLE REGIONI PRESENTATO ALLA CAMERA. POI SARÀ LA VOLTA DI SENATO, GOVERNO E PARLAMENTO EUROPEO  
 
Presentato alla Commissione Agricoltura della Camera il documento unitario sulla riforma della Pac, approvato all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome su relazione dell’Assessore alle Risorse Agroalimentari delle Regione Puglia Dario Stefàno, in qualità di Coordinatore della Commissione Politiche Agricole. “Il documento - spiega l’assessore pugliese Stefàno - è un contributo alla definizione di una posizione comune e condivisa del sistema agricolo nell´ottica di un rafforzamento del peso dell´Italia nel negoziato sulla nuova Politica Agricola Comune europea”. Negoziato che si avvierà ufficialmente il 17 novembre prossimo a Bruxelles con la presentazione della relazione del Commissario europeo all´agricoltura Ciolos, e che costituirà l’impalcatura su cui verrà costruita la nuova Pac. “Auspico – dichiara l’assessore Stefàno – che Parlamento e Governo nazionale vogliano valorizzare al massimo il significativo lavoro che abbiamo prodotto e che trova valore in un documento unitario che ha già registrato il coinvolgimento delle Organizzazione di categoria”. Dopo aver incontrato il mondo delle cooperative, infatti, ieri è stata la volta dei presidenti di Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri che hanno espresso apprezzamento per il lavoro fatto e l’impostazione del documento che traccia i temi portanti e innovativi per la Pac post 2013. Tra questi: la considerazione che il comparto avrebbe bisogno di più risorse per affrontare le nuove sfide globali o, quantomeno, della conferma dell´attuale budget complessivo; la richiesta che i pagamenti diretti vadano agli agricoltori attivi ed in virtù di ciò che si impegnano a fare e non sullo status storico; l´individuazione di nuovi strumenti di sostegno al reddito degli agricoltori, come la creazione di un fondo anticiclico in grado di intervenire nelle situazioni di crisi del settore, ma anche di nuovi strumenti assicurativi; l´ispirazione di una strategia comune a tutti i fondi erogati nel settore per migliorare le sinergie e ridurre gli attuali problemi di demarcazione; la creazione di una componente agricola ben organizzata, proseguendo e migliorando la esperienza delle Op, ma in tutte le filiere; la definizione di regole che sostituiscano quelle delle varie Ocm in graduale eliminazione; interventi tesi a favorire le esportazioni e dare garanzie ai produttori e ai consumatori europei attraverso il riconoscimento di una maggiore reciprocità commerciale; garantire migliori e più efficaci ed omogenee regole, ma anche adeguate risorse finanziarie per la realizzazione dei controlli in tutti gli Stati membri; una maggiore flessibilità e una significativa semplificazione dei processi per l´attuazione delle politiche agricole, rivedendo anche le attuali regole sull´utilizzo delle risorse finanziarie, con l´introduzione di norme di flessibilità finanziaria all´interno dei singoli Stati membri. Nei prossimi giorni il documento sarà presentato alla Commissione Agricoltura del Senato e al Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo De Castro, in attesa di ricevere la disponibilità ad un incontro sul tema da parte del Ministro Galan. “Il nostro obiettivo - conclude Stefàno - forti del ruolo e delle deleghe che ci attribuisce il Titolo V della Costituzione e che il mondo agricolo ci chiede di esercitare, è recuperare all’Italia una linea autorevole e condivisa. Il nostro Paese è in grave ritardo nella discussione avviata in ambito europeo e, proprio per questo, riteniamo essenziale un´accelerazione capace di colmare il grave gap rispetto agli altri Stati membri. Dopo il 17 novembre si aprirà formalmente il negoziato e, quindi, ci si dovrà concentrare per riempire di contenuti la posizione dell’Italia, che abbiamo cercato di rappresentare al meglio affinché nella relazione di Ciolos trovino già segnali di apertura le aspettative e le speranze del mondo agricolo italiano".  
   
   
AGRICOLTURA, 69 MILIONI DI EURO ALLE IMPRESE CHE INVESTONO NELL´AMBIENTE  
 
Bologna - Nuove risorse per le aziende agricole emiliano-romagnole che scelgono di investire nel biologico, nella tutela della biodiversità e nell’ambiente. Si tratta di 25 milioni di euro nel 2011, che diventeranno 69 milioni nel triennio 2011-2013, e sono previsti dai nuovi bandi per le misure agro ambientali del Piano regionale di sviluppo rurale. “Sono risorse – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – con cui vogliamo sostenere un’agricoltura che lavora per migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini, un’agricoltura che fornisce beni di interesse collettivo, quali l’acqua, la fertilità dei suoli, il paesaggio, la biodiversità, laddove la ricerca di produttività ha spinto in passato ad abbandonare un patrimonio storico di specie e varietà. Un’agricoltura insomma con una forte funzione ambientale”. “Grazie a questi interventi – ha ricordato Rabboni - abbiamo rinaturalizzato 10 mila ettari di terreno agricolo, mentre sono 80 mila gli ettari coltivati ad agricoltura biologica. Abbiamo ridotto l’uso della chimica nei trattamenti del 30-40% e di una percentuale analoga è diminuito l’azoto in falda”. I bandi con cui verranno assegnate le risorse saranno a livello provinciale e sono in uscita in questi giorni. Su tutto il territorio regionale il termine per la presentazione delle domande va dal 29 ottobre al 15 dicembre. Destinate a sostenere quelle aziende che scelgono di metter in campo iniziative a tutela dell’ambiente e del paesaggio, che vanno al di là della buona pratica agronomica, le misure agro ambientali prevedono interventi di durata pluriennale, da un minimo di 5 anni a un massimo di 20 e che dovranno pertanto trovare un proseguimento anche nel prossimo Piano di sviluppo rurale 2014-2020. Nove le azioni previste per usufruire dei finanziamenti: produzione integrata; produzione biologica; copertura vegetale per limitare l’inquinamento delle acque sotterranee; incremento della sostanza organica nei terreni; tutela di razze animali e di varietà vegetali autoctone a rischio di estinzione; praticoltura estensiva; conservazione del paesaggio agrario; ritiro dei seminativi dalla produzione per scopi ambientali. Dal 2007 al 2013 - considerando cioè tutta la programmazione del Piano regionale di sviluppo rurale - le misure agro ambientali porteranno in Emilia-romagna oltre 300 milioni di euro, di cui i 69 milioni previsti tra il 2011 e il 2013 rappresentano l’ultima tranche. La ripartizione delle risorse tra le diverse province infatti è stata fatta nel 2007 in base a criteri oggettivi e proporzionali, mentre l’assegnazione avviene attraverso successivi bandi. Con questi ultimi bandi la Regione ha scelto di dare particolare rilevanza agli interventi per il biologico e la zootecnia biologica, ma anche di sostenere, con un finanziamento maggiore, le aziende che si trovano nelle aree della Rete Natura 2000. Tra le novità anche l’inserimento della Razza Romagnola tra le specie autoctone a rischio di scomparsa che potranno usufruire degli aiuti, mentre sono previste procedure semplificate per ridurre i tempi di pagamento.  
   
   
INVESTIMENTI IN AGRICOLTURA E AGRINDUSTRIA. IN VENETO SISTEMI DI FINANZIAMENTO INNOVATIVI  
 
Negrar (Verona) - La Regione, attraverso la Veneto Sviluppo e con il supporto della Banca Europea per gli Investimenti e l’Isa (Istituto per lo Sviluppo dell’Agroalimentare), attiverà in tempi brevissimi (un mese, un mese e mezzo) meccanismi di finanziamento molto convenienti per investimenti strategici nei settori agricolo e agroalimentare. Lo ha annunciato 28 ottobre l’assessore all’agricoltura Franco Manzato nel corso di una visita alla Cantina Valpolicella di Negrar. Quello di Manzato è stato un sopralluogo per nulla casuale alla struttura sociale, creata nel 1933 per esaltare il territorio “contro gli astuti industriali”, che è stata nel 1938 la culla dell’Amarone, il luogo dove è nato questo grandissimo vino tra i più apprezzati e invidiati del mondo. Il presidente Luigino Galvani, il direttore generale Daniele Accordini e l’intero consiglio di amministrazioni hanno illustrato all’assessore le iniziative in corso per affrontare ancora meglio il mercato: un centro accoglienza per visitatori, ospiti e buyers e una nuova cantina sotterranea per botti e acciai. Si tratta di azioni che non hanno potuto usufruire degli aiuti del Programma di Sviluppo Rurale, ma che potranno comunque essere validamente supportati dall’ingegneria finanziaria innovativa della Regione, al di fuori di bandi e ad un “costo” complessivo equiparabile a quello del sostegno comunitario. In sostanza – ha spiegato Manzato – mentre il Psr è intervenuto all’inizio dei progetti con un contributo a fondo perduto, il meccanismo di supporto e garanzia agli investimenti che abbiamo definito prevede l’anticipo dell’intero investimento da parte del sistema bancario, con il supporto di Veneto Sviluppo, Bei e Isa, e la sua restituzione in 5 o 10 anni a tasso estremamente contenuto. La Cantina Valpolicella, sempre orientata ad esprimere qualità e innovazione, facendo nel contempo da collegamento diretto tra produttore e consumatore, ha generato lo scorso anno un fatturato di circa 24 milioni di euro, mettendo tra l’altro sul mercato un milione di bottiglie di Amarone. Della produzione, ottenuta da oltre 135 mila quintali di uva prodotti in circa 600 ettari di vigneti da 211 soci conferenti, solo il 40,15 per cento viene commercializzata in Italia, mentre il 59,85 per cento viene esportata in 26 Paesi, principalmente nel Centro e Nord Europa, Regno Unito e Stati Uniti, ma anche in Giappone, Cina, India, Russia, Sud America e Australia.  
   
   
AGROINDUSTRIA IN SARDEGNA COMPARTO OVI-CAPRINO, CAPPELLACCI AGLI INDUSTRIALI CASEARI: SERVE VOSTRO IMPEGNO CONTRO LA CRISI  
 
Cagliari - "Soltanto con l´apporto e la collaborazione di tutti gli attori della filiera si può arrivare a una soluzione della crisi e allo stesso tempo evitare che già tra un anno si ripresentino gli stessi problemi di oggi. Il contributo degli industriali caseari è fondamentale per uscire da problemi storici aggravati dalla situazione di questo periodo, a loro abbiamo chiesto uno sforzo per evitare che la pastorizia sarda muoia. Auspichiamo di raggiungere a breve un accordo biennale sul prezzo del latte, in assenza del quale alla componente industriale la Regione non potrà garantire alcun sostegno”. È il messaggio che il presidente Ugo Cappellacci ha voluto dare agli industriali e ai rappresentanti di Assolatte e Confindustria intervenuti il 28 ottobre pomeriggio a Cagliari all’incontro al quale era presente anche l’assessore dell’Agricoltura Andrea Prato. Presidente e assessore hanno esposto i diversi provvedimenti e le novità contenute nel Disegno di legge Agricoltura a favore del comparto ovi-caprino e agricolo in generale: "Vogliamo intervenire nell´immediato, - ha spiegato Cappellacci - in primis con azioni regionali e statali che riducano gli eccessivi stock giacenti di Pecorino Romano nei caseifici sardi e che contemporaneamente consentano un immediato rialzo del prezzo, dando ossigeno al settore. Ma intendiamo agire anche con provvedimenti che non ci portino già nelle prossime campagne casearie a soffrire degli stessi problemi. Ecco perché stiamo prevedendo misure sulla diversificazione e destagionalizzazione produttiva, a favore del progetto del pagamento del latte a qualità grazie ai latto-prelevatori, sulla commercializzazione e con campagne alimentari per promuovere i nostri pecorini Dop nelle scuole e nelle famiglie. Questo settore che vanta tradizioni secolari può sopravvivere solo se avrà la forza e il sostegno per diventare competitivo e stare al passo con il mercato”. I rappresentanti degli industriali e di Assolatte hanno apprezzato lo spirito, improntato al dialogo e al confronto con tutti gli attori della filiera, con cui la Regione sta affrontando l’attuale crisi e si sono detti pronti a garantire la loro collaborazione. Hanno inoltre fatto presente come questa sia una crisi difficile da risolvere a breve, accentuata dalle difficoltà che stanno attraversando gli Stati uniti sul fronte del mercato e dei consumi e che sta avendo forti ripercussioni anche sulle industrie casearie sarde. Hanno poi aggiunto che se molti dei provvedimenti presentati oggi dalla Regione fossero stati attuati nel 2005 ora non ci si troverebbe in questa drammatica situazione. Una nuova riunione si terrà nei prossimi giorni, utili a consentire agli industriali caseari per poter valutare gli interventi della Regione a favore del comparto.  
   
   
IL VENETO AVANGUARDIA ITALIANA DELL’AGROALIMENTARE  
 
 Venezia - Il Veneto copre oltre il 13 per cento dell’intero export agroalimentare italiano, classificandosi al primo posto con una indiscussa leadership: le esportazioni di vino. Dei quasi 20 miliardi di euro in generi agroalimentari che l’Italia ha esportato nel mondo nel corso del 2009, più di un miliardo è infatti dato dalle produzioni enologiche smerciate da operatori veneti. Lo evidenzia l’ultimo numero di “statistiche Flash”, pubblicazione periodica curata dalla Direzione Sistema Statistico Regionale su dati Istat, dedicata questa volta proprio all’offerta agroalimentare veneta. Nell’eccellenza dell’export veneto non c’è peraltro solo il vino, perché i numeri sottolineano come cinque prodotti coprono oltre la metà di quanto viene portato all’estero dall’Italia: paste alimentari, prodotti da forno, formaggi, latticini e carni. Il miglior acquirente del Veneto è da molti anni la Germania, che nel 2009 si è portata a casa oltre il 22 per cento del valore esportato dalla regione. E questo nonostante la crisi che lo scorso anno si è fatta pesantemente sentire, anche se le stime del primo semestre 2010 evidenziano una netta ripresa. Tenendo invece conto della variazione degli ultimi 5 anni, la crescita tra il 2004 ed il 2009 è stata continua ed inarrestabile, grazie soprattutto a paesi come il Regno Unito, che ha aumentato di oltre il 66 per cento il valore di quanto importa dal Veneto, seguito da Danimarca (+56,3) Francia (+52,1) e Paesi Bassi (+51,9). “Il Veneto – ha affermato l’assessore all’agricoltura Franco Manzato – si conferma terra di grande qualità e di altrettanto straordinarie specificità, con specializzazioni precise all’interno del proprio territorio”. Se Verona ha il primato produttivo e di export, ogni provincia ha le sue particolarità, sia nelle produzioni a denominazione sia in quelle tipiche. “E’ una straordinaria ricchezza, economica e culturale, frutto di millenni di tradizione coniugati con la ricerca, l’innovazione e la capacità imprenditoriale. Il nostro impegno – ha concluso Manzato – è di tutelare questo patrimonio e di valorizzarlo in funzione del reddito delle imprese del settore. Dai lavori e dal confronto aperto nella Conferenza Regionale dell’Agricoltura, dovrà emergere un percorso condiviso che porti al consolidamento di questa miniera del gusto e del sapore, baluardo di biodiversità e biglietto da visita del veneto nel mondo”  
   
   
ENNA - PUBBLICAZIONE STUDIO DI MERCATO SULL´OLIO DI OLIVA  
 
 La Camera di Commercio di Enna pubblica lo “Studio di mercato dell’olio di oliva” realizzato con il supporto tecnico scientifico della Borsa Merci Telematica Italiana. Lo studio presentato in occasione del convegno conclusivo del “1° Concorso Regionale dell’Olio exstravergine d’oliva Morgantìnon” da Gianluca Pesolillo e Gianpaolo Nardoni di Bmti rappresenta un importante strumento di conoscenza e di analisi di un settore importante come quello olivicolo. Con lo studio di mercato “dell’Olio di oliva” la Camera di Commercio di Enna dice nella prefazione il Presidente Liborio Gulino prosegue nel suo impegno di valorizzazione del comparto agricolo e agroalimentare locale focalizzandosi su un prodotto di eccellenza della provincia. Nella provincia di Enna infatti, nel 2009 la superficie destinata alla produzione di olive è stata pari a 16.260 ettari di terreno, che rappresentano il 10% della superficie coltivata ad olivo in Sicilia mentre la produzione di olive da olio è stata pari a 308.940 quintali pari a circa 11% ( produzione superiore a quelle delle provincie di Trapani, Messina, Caltanissetta, Ragusa e Siracusa) ed una produzione di olio di pressione di 46.341 quintali anch’essa pari al 10% della produzione regionale. La Camera di Commercio di Enna con il supporto tecnico-scientifico della Bmti, continua Gulino, ha realizzato lo studio con la finalità sia di rispondere ad una esigenza informativa degli operatori del settore olivicolo sia di promuovere una forma di commercializzazione alternativa che possa valorizzare la produzione locale. Il Primo obiettivo della pubblicazione è stato quello di fornire dati e informazioni che possano essere utili sia per gli operatori che per le istituzioni. Nello studio, infatti, viene esaminato il comparto olivicolo attraverso un’analisi del settore sia dal punto di vista statistico-economico, sia da punto di vista agronomico, normativo e dell’organizzazione della filiera. Lo studio è pubblicato sul sito della Camera di Commercio di Enna www.Cameradicommerciodienna.it    
   
   
PREVENZIONE E LOTTA A PATOLOGIE AGRUMI, DALLA GIUNTA SARDA 300MILA EURO DI INDENNIZZI  
 
Cagliari - Via libera agli indennizzi per gli agricoltori che applicano le misure fito-sanitarie per debellare alcuni organismi nocivi dei vegetali. Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura Andrea Prato, la Giunta regionale ha approvato la delibera che per il 2010 stanzia 300mila euro a compensazione di danni subiti dalle aziende agricole nei casi in cui siano causati dall´applicazione di misure fitosanitarie, attuate per prevenire e combattere il “Malsecco” e il “Virus della tristezza”, patologie che aggrediscono in particolare gli agrumi. "L’aiuto regionale - spiega l’assessore Prato - vuole essere anche un incentivo per le nostre imprese agricole affinché collaborino con quanto prescrive il Servizio fitosanitario regionale recependo le normative nazionali e comunitarie in materia. L’applicazione di misure preventive e di eradicazione nei confronti di alcune patologie vegetali è decisiva per difendere comparti agricoli strategici, che potrebbero subire ripercussioni negative sull’esportazione dei prodotti nel caso queste malattie si diffondessero". L´intensità degli indennizzi, che verranno erogati alle aziende interessate di tutto il territorio regionale, è pari al 100 per cento per favorire al massimo l´effetto incentivante sull´applicazione immediata delle misure fitosanitarie ufficiali.  
   
   
CAPPELLACCI: GIUNTA SARDEGNA E MAGGIORANZA CONDIVIDONO PROPOSTA PSD´AZ SU RENDITA DA ENERGIE RINNOVABILI PER AZIENDE AGRICOLE  
 
Cagliari - "Pieno apprezzamento e condivisione". Così il presidente Cappellacci ha commentato l´emendamento al disegno di legge in materia d’agricoltura presentato dal Psd´az., che prevede l´integrazione del reddito degli agricoltori attraverso la promozione dell´utilizzo delle energie rinnovabili. "E´ un contributo positivo che viene dai banchi del Consiglio, una proposta realizzabile in concreto, rispetto alla quale la Giunta conferma il giudizio positivo già espresso nella riunione di maggioranza di sabato, quando i sardisti hanno illustrato la loro idea. Peraltro – ha aggiunto il presidente - l´emendamento è una perfetta applicazione pratica della politica della Giunta sulle energie rinnovabili, finalizzata a rendere la nostra Isola un modello nel settore delle emissioni zero e a garantire che i benefici di tali attività siano assicurati alla Sardegna e ai Sardi".  
   
   
TRASFERITI 4MILIONI DI EURO ALLE COMUNITÀ MONTANE DELLA CALABRIA  
 
È stato firmato il 28 ottobre il provvedimento che dispone il trasferimento di 4 milioni di euro da destinare esclusivamente al personale dipendente delle Comunità Montane, così per come prescritto dalla Lr 23/2010. L’adozione del decreto si è resa possibile grazie all’ottimo lavoro di squadra portato avanti dall’assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra e dal sottosegretario alle Riforme e al Decentramento amministrativo Alberto Sarra. Nei prossimi giorni tali risorse giungeranno materialmente nelle casse degli Enti montani. Pertanto, si potrà in parte alleviare il disagio che i dipendenti stanno affrontando per via dei tagli derivanti dai trasferimenti statali.  
   
   
CORALLO, DALLA GIUNTA DELLA SARDEGNA VIA LIBERA ALLA PROROGA: PESCA AUTORIZZATA FINO AL 15 NOVEMBRE  
 
Cagliari - C’è più tempo per pescare il corallo sardo. Su proposta dell’assessore regionale dell’Agricoltura, Andrea Prato, ieri la Giunta regionale ha approvato la delibera che consente una proroga al calendario inizialmente fissato. L’attività dei corallari potrà continuare dal , 29 ottobre, fino al prossimo 15 novembre (prima il termine era stato fissato per il 15 ottobre). “Una decisione – spiega l’assessore Prato – adottata per venire incontro alle esigenze degli operatori che quest’anno hanno dovuto fare i conti con il maltempo. Si tratta di un provvedimento che comunque è in linea con il prelievo sostenibile della risorsa, come già emerso anche di recente durante il meeting internazionale di Alghero”. Secondo i dati meteo-marini forniti dall’agenzia Arpas (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna) e dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), tra il 1° maggio e il 15 settembre, le intense mareggiate che hanno interessato in particolare la costa nord-occidentale dell’Isola hanno precluso l’attività di pesca per circa due settimane. La proroga della pesca è una misura per la quale la Giunta ha valutato la compatibilità con gli obiettivi di sostenibilità del prelievo del corallo ed è in linea con il modello gestionale della pesca del corallo adottato dalla Regione Sardegna che, come ribadito anche a settembre ad Alghero durante il seminario internazionale della Commissione generale della pesca per il Mediterraneo (organismo che fa capo alla Fao dell’Onu), è ritenuto un punto di riferimento a livello mediterraneo. (dc/l.Al.) Informazioni sulla pesca del corallo: Nella stagione 2009 in Sardegna sono stati pescati circa 2.000 kg di corallo. - Il titolare dell’autorizzazione regionale può pescare giornalmente una quantità di corallo non superiore a 2,5 kg, la cui taglia minima deve avere il diametro basale di 10 mm, con una tolleranza massima del 20% (diametro ricompreso tra 8 e 10 mm.) nel raccolto giornaliero. - La pesca può essere esercitata in tutte le acque territoriali della Sardegna a profondità non inferiori a 80 metri. - Ciascuna imbarcazione di appoggio può essere utilizzata al massimo da due corallari, compreso il corallaro imbarcato per ragioni di sicurezza. - Nella stagione 2010 sono state 22 le autorizzazioni rilasciate (sulle 30 massime stabilite).  
   
   
BOLZANO: AL VIA IL 10 NOVEMBRE LE DOMANDE PER L´ASSEGNAZIONE DI QUOTE LATTE  
 
Anche quest´anno i produttori di latte hanno la possibilità di presentare alla Ripartizione provinciale agricoltura le domande per l´assegnazione delle quote latte. Le domande possono essere presentate a partire da mercoledì 10 novembre. Sono aperti i termini per la presentazione delle domande per l´assegnazione delle quote latte. Le domande possono essere presentate all´Ufficio provinciale Zootecnia, in via Brennero, 6 a Bolzano a partire da mercoledì 10 novembre sino al 10 dicembre 2010 incluso. Le quote latte verranno assegnate definitivamente il 1° aprile 2011. Per mantenere la quota assegnata sarà necessario comprovare la produzione effettiva di almeno l´85% della quantità spettante nell´annata di riferimento 2011/12. Per ulteriori informazioni riguardo alle procedure da seguire gli interessati possono rivolgersi direttamente all´Ufficio Zootecnia, in via Brennero,6 a Bolzano, Te.l 0471 415090/5091; E-mail: zootecnia@provincia.Bz.it  
   
   
AGRICOLTURA, IN PUGLIA AZIENDE A RISCHIO SOPRAVVIVENZA. APPROVATO UN ORDINE DEL GIORNO PER IMPEGNARE IL GOVERNO NAZIONALE  
 
Sgravi contributivi e moratoria sulle procedure esecutive in corso: le Regioni non demordono e anzi incalzano nuovamente il Governo nazionale con un ordine del giorno approvato all´unanimità il 28 ottobre in Conferenza dei Presidenti delle Regioni. Né da notizia l’Assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno che, in qualità di coordinatore di tutti gli assessori d’Italia, ha presentato oggi a Roma il documento, approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. La crisi non dà segnali di arretramento e sta investendo tutti i comparti produttivi dalla zootecnia all’orticoltura, e le aziende continuano a dover fare conti con il più alto sistema contributivo d’Europa. Il livello dei redditi è ai minimi storici e le situazioni debitorie sono talmente gravi da tradursi in molti casi nella chiusura, per messa in liquidazione, spesso per iniziativa di Equitalia, di moltissime aziende agricole. Forte il timore da parte delle istituzioni territoriali di una possibile degenerazione degli effetti della crisi sulla tenuta sociale, perché è altissimo il rischio che sia compromesso in modo irreversibile il lavoro e gli investimenti di intere generazioni di agricoltori, con impatti devastanti sulle famiglie. “Da qui la necessità – spiega l’assessore Stefàno – di reintrodurre subito quantomeno le agevolazioni contributive nelle zone svantaggiate e montane. Un intervento che non ha natura assistenziale ma una valenza strutturale, per le imprese che operano in contesti le cui condizioni pedo-morfologiche dei terreni comportano inevitabilmente costi più alti per lo svolgimento dell’attività produttiva”. Un intervento – si legge nell’ordine del giorno – che va peraltro previsto per un periodo di tempo pluriennale per consentire alle aziende una ragionevole programmazione dei piani di investimento.  
   
   
CUNEO - A TORINO, SEMINARIO SULLA VALORIZZAZIONE DELL´AGROALIMENTARE  
 
Il settore Promozione della Camera di Commercio di Torino, in collaborazione con il proprio Laboratorio Chimico e la Scuola di sicurezza alimentare, organizza un seminario di due giorni dedicato al tema della valorizzazione del prodotto agroalimentare. Il seminario, rivolto in particolare alle Pmi, si svolgerà lunedì 22 novembre dalle 8.15 alle 17.30, e martedì 23 novembre dalle 9.15 alle 11.40. La partecipazione è gratuita, fino a esaurimento posti, previa iscrizione da effettuarsi sul sito web www.Promopoint.to.camcom.it/iniziative  Programma e informazioni alla pagina http://www.Cn.camcom.it/tool/agenda/single/view_html?id_appointment=396    
   
   
REGIONE SARDEGNA DIALOGA CON SETTORE AGRO-PASTORALE. GALAN FACCIA ALTRETTANTO"  
 
Cagliari - "Affermazioni di cui è difficile comprendere la logica, lo spirito e l´utilità". Così il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha commentato le dichiarazioni pronunciate dal ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Giancarlo Galan, durante la trasmissione Unomattina del 28 ottobre La Giunta regionale - ha aggiunto Cappellacci - è impegnata con grande attenzione in un´intensa fase di consultazione con tutto il mondo agro-pastorale per individuare non solo soluzioni contingenti, ma anche e soprattutto interventi strutturali affinché le nostre secolari tradizioni possano affrontare la sfida del mercato e possano aprirsi nuove prospettive per un settore fondamentale della nostra economia. Pensiamo al ricambio generazionale, alle azioni a favore della filiera, alle politiche sulla managerialità, agli interventi sul credito". Cappellacci ha sottolineato la necessità di scelte radicali: "Vogliamo rompere con un passato - ha detto - che ci ha lasciato un´eredità disastrosa e fare scelte coraggiose. Vogliamo farlo insieme ai pastori e a tutti gli attori del settore. Siamo al lavoro con loro per affrontare i problemi e condividere le soluzioni. Durante gli incontri - ha aggiunto il Presidente - stiamo registrando importanti convergenze, che non possono essere vanificate dalla battuta di arresto sui cosiddetti contributi ‘de minimis’, rispetto ai quali siamo stati chiari fin dall´inizio e non abbiamo mai fatto promesse. Vorremmo condividere questo percorso anche con il ministro Galan. Venga anche lui al lavoro con noi, venga ad ascoltare la voce dei pastori. Presenzi a qualche riunione in più e a qualche salotto televisivo in meno".  
   
   
PRESENTATA SECONDA EDIZIONE DI LEGUMI PARTY LA RASSEGNA E´ IN PROGRAMMA A PESCARA DA VENERDI 5 NOVEMBRE  
 
Pescara - La seconda edizione della rassegna "Legumi Party", in programma al porto turistico "Marina di Pescara" da venerdì 5 novembre a domenica 7, è stata presentata, questa mattina, in Regione, alla presenza dell´assessore all´Agricoltura, Mauro Febbo. "Anche questa manifestazione, - ha affermato Febbo - alla quale, peraltro, saranno presenti le principali associazioni di categoria del settore, rientra nella strategia più complessiva che, come assessorato, ci siamo dati per favorire la promozione di prodotti tipici e di nicchia. L´angolo dei legumi, in particolare, - ha proseguito l´assessore - ha riscosso un grande successo al recente "Salone del Gusto" di Torino e rappresenta un segmento emergente della nostra produzione agroalimentare". Tra le più interessanti attrazioni della tre giorni, si segnala la presenza del gourmet Santino Strizzi che proporrà ricette a base di legumi come ceci, fagioli e lenticchie. Alle 18 di domenica, invece, troverà spazio un´esibizione del gruppo "Etnodanza". Inoltre, sarà ospitata anche una delegazione dei venti comuni abruzzesi che fanno parte dell´associazione Borghi Autentici d´Italia. "Legumi Party" si potrà visitare dalle ore 15.30 di venerdì 5 (con chiusura alle 22.30) mentre sabato e domenica l´apertura sarà dalle 10.30 alle 22.30.  
   
   
CALABRIA: IL PRESIDENTE SCOPELLITI PARLA DELL’ENOTECA E DELL’OLIOTECA REGIONALI  
 
Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha incontrato i giornalisti a Palazzo Alemanni per illustrare gli ultimi provvedimenti approvati dalla Giunta regionale, in particolare l’istituzione dell’enoteca e dell’olioteca regionale. All’incontro con la stampa hanno partecipato la vicepresidente Antonella Stasi e gli assessori Michele Trematerra e Francesco Pugliano. La prima sede storica dell’enoteca sarà istituita a Cirò Marina, quella per l’innovazione tecnologica a Lamezia Terme. La casa degli oli calabresi sarà istituita a Gioia Tauro e Corigliano Calabro. “Anche in questa occasione abbiamo preso decisioni che allontanano i campanilismi – ha affermato Scopelliti – in quanto c’era la possibilità di realizzare più sedi dell’enoteca, ma abbiamo ritenuto che fosse opportuno salvaguardare le tradizioni. La realtà di Cirò – ha aggiunto il Governatore della Calabria – è fortemente legata al vino, come quella di Lamezia all’agroalimentare d’eccellenza coniugato con ricerca e innovazione. Credo che questa Giunta sia stata molto veloce a passare dalle parole ai fatti – ha concluso Scopelliti – dal momento che a Cirò per molti anni si è parlato di istituire un’enoteca ma prima di noi nessuno aveva cercato di concretizzare tale idea.” L’assessore all’Agricoltura Michele Trematerra ha sottolineato come “la Calabria, in cui olio e vino rappresentano risorse importantissime, debba puntare sul turismo enogastronomico, sul mantenimento della qualità, sulla ricerca e sull’apertura ai mercati internazionali.” La vice Presidente della Giunta Antonella Stasi ha evidenziato “l’importanza dell’enoteca regionale, di cui per anni si è solo parlato e che adesso diventa una realtà su cui puntare anche in futuro.” Soddisfatto anche l’Assessore all’Ambiente Francesco Pugliano: “E’ da lodare l’impegno di questa Giunta – ha affermato Pugliano - che punta a valorizzare i territori per quella che è la loro vocazione, mantenendoli comunque uniti.” Il Governatore ha poi comunicato di aver incontrato, assieme alla Giunta ed al Dirigente Generale della Presidenza Francesco Zoccali, una rappresentanza dei 350 laureati del programma Stage i quali hanno terminato l’esperienza formativa di 24 mesi nei vari enti. Esperienza che non prevedeva alcun rinnovo dei contratti. Dalla Regione è stata ufficializzata la disponibilità finanziaria ad assegnare agli enti le somme necessarie per continuare l’esperienza per un altro anno, avviando una nuova procedura. Scopelliti ha inoltre sottolineato agli stagisti che al termine del periodo c’è la possibilità da parte dei comuni, per le categorie D, di assumere direttamente, sino al termine della legislatura, le professionalità formate. “Il periodo formativo è scaduto, da parte della giunta non c’è alcun vincolo, non c’è alcun fondamento giuridico che ci obbliga a far continuare l’esperienza ed il bando, in ogni caso era molto chiaro. Non vogliamo disperdere le vostre professionalità per questo diamo la possibilità ai comuni ed agli enti di formarvi ulteriormente a spese nostre per un altro anno e poi toccherà a loro, se vorranno, assumervi con gli strumenti previsti dalla legislazione.  
   
   
I VINI AUTOCTONI VALDOSTANI A MEGAVINO  
 
Per la prima volta i vini Doc della Valle d’Aosta sono stati presentati a Megavino, il più importante salone internazionale vinicolo di tutto il Benelux, che si è tenuto a Bruxelles dal 22 al 25 ottobre. Nel corso delle quattro giornate di fiera più di 300 espositori provenienti da Paesi di tutto il mondo hanno accolto oltre 25 mila visitatori, dei quali circa 4 mila operatori di settore. Nello stand istituzionale regionale, organizzato dall’Ufficio di Rappresentanza a Bruxelles della Regione Autonoma Valle d’Aosta, con il supporto dell’Assessorato Agricoltura e Risorse Naturali e dell’Assessorato Turismo, Sport, Commercio e Trasporti, due sommelier professionisti dell’Aisvda, Angelo Sarica ed Enzo Gullone, hanno proposto in degustazione i vini che i produttori valdostani hanno offerto per l’occasione. Le degustazioni dei vini sono state accompagnate da quelle di tre prodotti Dop d’eccellenza: la Fontina, il Jambon de Bosses e il Lardo d’Arnad. Inoltre, nella giornata di chiusura, esclusivamente dedicata agli operatori e alla stampa specializzata, in un’apposita sala messa a disposizione dagli organizzatori si è tenuta una conferenza con degustazione sui vini autoctoni valdostani. All’incontro hanno preso parte in qualità di relatori il presidente dell´associazione Viticulteurs Encaveurs Vallée d’Aoste, Vincent Grosjean e l’enologo Gianluca Telloli. Apprezzamento per la qualità dei prodotti offerti in degustazione è stato espresso sia dal pubblico, sia dai rappresentanti della grande e media distribuzione, nonché dalla stampa specializzata. Entisiasmo e sorpresa da parte di tutti per la tipicità e il forte legame col territorio della produzione enogastronomica valdostana di tradizione. L’interesse da parte degli operatori di settore è stato attestato dalle numerose richieste di informazioni finalizzate all’eventuale attivazione di futuri contatti diretti con i produttori. Megavino è stata, dunque, un’ottima vetrina per la promozione della Valle d’Aosta e un’importante opportunità per stabilire nuovi contatti per un futuro rafforzamento della presenza dell’agroalimentare valdostano di eccellenza sul mercato belga.  
   
   
AL VIA SECONDA EDIZIONE DEL "PREMIO ENOGEA"  
 
Sono aperte le iscrizioni alla Ii edizione del “Premio Enogea”, concorso di pittura sul tema “I colori del vino”, organizzato dall’Associazione Orme., con il sostegno del Comune di Barile e in collaborazione con la Pro Loco di Barile. Il concorso è rivolto ad artisti di qualsiasi età, affermati o emergenti, italiani e stranieri, studenti e non, che potranno partecipare con opere di pittura realizzate con tecnica libera su qualsiasi tipo di supporto. La mostra temporanea legata al premio si svolgerà a Barile (Pz), presso Palazzo Frusci, dall’8 al 12 dicembre 2010, al termine della quale una commissione qualificata, costituita da esperti d’arte, critici e operatori del settore, selezionerà le tre migliori opere tra tutte quelle in concorso. Il “Premio Enogea” si propone di promuovere il vino Aglianico come prodotto d’eccellenza del Vulture e al contempo le peculiarità paesaggistiche, culturali ed enogastronomiche dello stesso territorio. Scopo del concorso è, altresì, di mettere in competizione tra loro artisti provenienti da tutta Italia, dando ad essi la possibilità di esprimere il proprio talento creativo e di far conoscere la propria arte pittorica, prendendo ispirazione proprio dal vino. Il tema del concorso è incentrato quest’anno su una delle caratteristiche principali del vino: il colore; in riferimento alle varie tonalità del prodotto, ma anche ai diversi colori dell’uva, materia prima del vino, e alle calde gradazioni che contraddistinguono le vigne nel periodo autunnale. Il termine ultimo per la presentazione delle domande di iscrizione è fissato per il giorno 30 novembre 2010. In palio un montepremi di 2.200 euro, di cui 1.000 andranno all´autore dell´opera prima classificata, 700 al secondo classificato e 500,00 al terzo. Un riconoscimento speciale verrà decretato dalla redazione della rivista specialistica “In Arte”, che dedicherà la propria copertina all’opera selezionata e recensirà l’autore della stessa all’interno del magazine.  
   
   
NOVARA - CONCORSO ENOLOGICO “CALICE D’ORO 2010”  
 
Venerdì 5 novembre appuntamento con il Concorso Enologico delle Colline Novaresi “Calice d’Oro”, la competizione indetta dalla Camera di Commercio di Novara e riservata ai vini d.O.c. E d.O.c.g. Di aziende aventi sede nel Novarese che quest’anno giunge alla dodicesima edizione L’apertura dei lavori è prevista alle ore 10 presso la Sala Esami della sede camerale di via Avogadro, alla presenza del presidente dell’Ente camerale, Paolo Rovellotti, e di Giacomo Moretti, in rappresentanza dell’Assoenologi, partner tecnico dell’iniziativa. Sono 21 le aziende che si sfideranno per la conquista dell’ambito trofeo, per un totale di 54 campioni, così suddivisi nelle tre categorie previste dal regolamento del concorso: Colline Novaresi d.O.c. Rossi e Rosati (28 campioni), Nebbioli da invecchiamento (15) e Colline Novaresi d.O.c. Bianco (11). Le operazioni di selezione saranno affidate a tre commissioni, ognuna composta da un giornalista e sei enologi (di cui uno operante nella provincia di Novara), sotto la presidenza dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani. A tutti i vini che conseguiranno il punteggio complessivo di almeno 80 centesimi – corrispondenti all’aggettivazione “ottimo” in base al metodo di valutazione Union Internationale des Oenologues – sarà assegnato un diploma di merito. Al vino di ogni categoria che otterrà il miglior punteggio, purché abbia raggiunto il minimo di 85 centesimi, sarà attribuito il trofeo “Calice d’Oro 2010”. «Il tradizionale appuntamento con il Calice d’Oro rappresenta un’importante occasione di verifica e di confronto delle nostre produzioni vitivinicole – commenta Paolo Rovellotti, presidente della Camera di Commercio – Per emergere occorre puntare ad un miglioramento continuo, rendendo visibile e percepibile l’eccellenza al consumatore. I riconoscimenti attribuiti dal nostro concorso enologico – continua Rovellotti – rappresentano una garanzia di qualità che intendiamo promuovere anche oltre i confini italiani, grazie all’evento internazionale Nebbiolograpes in programma per l’autunno 2011».  
   
   
31ESIMA MOSTRA MERCATO NAZIONALE TARTUFO BIANCO CITTÀ DI CASTELLO  
 
Perugia – “Domani apre la mostra di Gubbio, dal 5 al 7 c’è Città di Castello, poi ci saranno Fabro e Valtopina: il tartufo bianco vive alla grande in Umbria la sua stagione, e le nostre manifestazioni, lungi dal sovrapporsi e farsi concorrenza, creano in realtà un sistema, una rete che esalta l’Umbria nel suo complesso, una sinergia che non può fare che bene all’immagine agroalimentare e turistica della nostra regione”. Lo ha dichiarato il 29 ottobre l’assessore all’Agricoltura della Regione Umbria, Fernanda Cecchini, intervenendo stamani a Palazzo Donini alla conferenza-stampa di presentazione della 31esima edizione della Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco di Città di Castello. “La Regione – ha spiegato Fernanda Cecchini – crede in queste manifestazioni, che si giovano del sostegno del Piano di Sviluppo Rurale per quanto riguarda le attività di promozione: perché in ballo non c’è solo il tartufo, ma la promozione integrata di tutti i prodotti agroalimentari di eccellenza, e, con essi, la promozione delle città e dei territori”. “Lo sforzo della Regione Umbria – ha continuato l’assessore – è far emergere le vocazioni territoriali, che si esprimono al meglio in queste manifestazioni: la scelta della mostra di Città di Castello di accompagnare quest’anno i prodotti con le ‘ricette della tradizione’, piatti storici che verranno eseguiti a cura delle pro-loco e delle società rionali, va in questa direzione. In questo modo, si esporta un’idea dell’Umbria, una immagine unitaria, che costituisce un potente attrattore turistico”.