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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 01 Dicembre 2010 |
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SCIENZIATI TROVANO I GENI DELLE CELLULE DELLE PIANTE CHE GESTISCONO L´ACCUMULAZIONE DI ARSENICO |
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Alcuni ricercatori provenienti da Europa, Asia e Stati Uniti hanno identificato i due geni essenziali che controllano l´accumulazione e la detossificazione dell´arsenico nelle cellule delle piante. I risultati aiuteranno gli scienziati a ridurre l´accumulo del metalloide nelle colture. Lo studio è stato finanziato in parte dal progetto Phime ("Public health impact of long-term, low-level mixed elements exposure in susceptible population strata") che è stato sovvenzionato nell´ambito dell´area tematica "Qualità e sicurezza alimentare" del Sesto programma quadro (6° Pq) dell´Ue con 13,43 Mio Eur. La trivellazione di pozzi di perforazione, i pozzi economici e poco profondi nell´Asia sudorientale, le attività minerarie in varie regioni della Cina, della Tailandia e degli Stati Uniti spesso fanno aumentare la concentrazione di arsenico nell´acqua superando a volte il limite stabilito dall´Organizzazione mondiale della sanità (Oms) di 10 microgrammi per litro (mcg/l), valore oltre il quale cominciano a verificarsi problemi alla salute. Decine di milioni di persone sono esposte ai rischi associati ad alti livelli di arsenico perché bevono acqua contaminata o ingeriscono cereali coltivati in terreni inquinati. L´esposizione prolungata a questo metalloide altamente tossico può avere effetti disastrosi sugli organi umani tra cui transito gastrointestinale, reni, fegato, polmoni e pelle e fa aumentare il rischio di cancro. Soltanto in Bangladesh, secondo le stime, 25 milioni di persone bevono acqua contenente oltre 50 mcg/l di arsenico e 2 milioni di loro rischiano di morire di cancro causato da questa sostanza tossica. Alcuni scienziati che lavorano presso laboratori in Svizzera, Corea del Sud e Stati Uniti e del National Centre of Competence in Research (Nccr) Plant Survival in Svizzera credono che identificando i geni chiave responsabili dell´accumulazione di arsenico nelle cellule delle piante hanno fatto il primo passo verso la risoluzione di questi problemi. Hanno esposto le loro scoperte sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas). Le piante costituiscono una via attraverso la quale metalli tossici entrano nella catena alimentare. Per esempio, l´arsenico è accumulato nei chicchi di riso, il che, in regioni inquinate da questo metalloide tossico, costituisce un pericolo per la popolazione la cui dieta si basa in larga misura su questo cereale. L´arsenico o il cadmio nel terreno vengono quindi trasportati alle cellule delle piante e conservati in compartimenti chiamati vacuoli. All´interno della cellula, la traslocazione dell´arsenico e il suo accumulo nei vacuoli sono assicurati da una categoria di peptidi - le fitochelatine, importanti per la detossificazione dei metalli pesanti - che si legano ai metalli pesanti e vengono trasportati nei vacuoli per la detossificazione. I ricercatori hanno detto che il processo era simile ad attaccare un rimorchio a un camion e a conservare il complesso "camion e rimorchio" nel vacuolo. "Identificando i geni responsabili del trasporto e della conservazione vacuolare della fitochelatina , abbiamo trovato l´anello mancante che la comunità scientifica cercava da 25 anni," ha detto Enrico Martinoia, professore di fisiologia delle piante presso l´Università di Zurigo in Svizzera. Insieme al suo team ha spiegato che controllare questi geni renderà possibile sviluppare piante in grado di prevenire il trasferimento di metalli e metalloidi tossici dalle radici alle foglie e ai chicchi limitando così l´entrata dell´arsenico nella catena alimentare. "Occupandoci di questi geni, potremmo evitare l´accumulo di questi metalli pesanti nelle parti commestibili della pianta come i chicchi o i frutti," ha detto Youngsook Lee dell´Università di Scienza e Tecnologia di Pohang (Postech) in Corea del Sud. Per maggiori informazioni, visitare: Phime: http://www.York.ac.uk/res/phime/ Pnas: http://www.Pnas.org/ |
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“COLTIVIAMO LA BIODIVERSITÀ” REGIONE UMBRIA PRESENTA ATTIVITÀ E PROGETTI, VENERDÌ 3 CONVEGNO A PERUGIA |
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Perugia - “Coltiviamo la biodiversità”. È la sfida che lancia la Regione Umbria, nell’anno internazionale della Biodiversità, presentando le tre attività principali messe in atto per la tutela e la valorizzazione della biodiversità regionale che hanno consentito anche di raccogliere una rilevante quantità di materiale genetico, sia vegetale che animale, in particolare per la Chianina allevata in Umbria, ma anche di lieviti e batteri autoctoni. Attività e progetti, che saranno al centro di un convegno dal titolo “Coltiviamo la biodiversità” che si terrà venerdì 3 dicembre a Perugia, nell’Aula Magna della Facoltà di Agraria(dalle ore 9.15), sono stati illustrati oggi a Palazzo Donini nel corso di una conferenza-stampa alla quale hanno preso parte l’assessore regionale alle Politiche agricole e alle Aree Protette Fernanda Cecchini e Andrea Sisti, amministratore unico di 3A-parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria. Particolare rilievo riveste la tavola rotonda che concluderà il convegno, incentrata sull’uso sostenibile dell’agrobiodiversità. “Sarà l’occasione – ha rilevato Sisti - per un confronto tra i rappresentanti delle Regioni del Centro Italia e del Ministero delle Politiche agricole su come rendere più facile l’accesso degli agricoltori e delle imprese agricole alle collezioni di varietà e razze locali contenute nelle banche regionali della biodiversità”. “L’umbria – ha sottolineato l’assessore Cecchini – è tra le Regioni che investono di più per la difesa delle produzioni tipiche locali e ha prodotto e sta producendo un patrimonio molto avanzato di conoscenze e di strumenti legislativi che costituiscono un esempio a livello nazionale e internazionale nel campo della biodiversità, nella consapevolezza del ruolo strategico che riveste per lo sviluppo sostenibile dell’Umbria e per la tutela della sua identità paesaggistica e ambientale. Auspichiamo – ha rilevato - che questo impegno venga sostenuto anche da adeguate risorse da parte del Governo nazionale”. “È grazie a questo lavoro – ha proseguito – che ha portato anche alla costituzione di uno specifico Osservatorio regionale per il monitoraggio della biodiversità del paesaggio rurale e per la progettazione sostenibile, con sede a Villa Fabri di Trevi, che alla Regione Umbria è stato affidato il coordinamento di una delle componenti principali del progetto europeo Interreg Ivc ‘Reverse’, Scambi regionali e politiche per la protezione e la valorizzazione della biodiversità in Europa”. Coordinato dalla Regione francese di Aquitania, il progetto vede la partecipazione di 14 partner di 7 Paesi europei (oltre all’Italia, Francia, Spagna, Grecia, Germania, Estonia e Slovacchia). Avviato a gennaio 2010, si concluderà a dicembre 2012 e si propone di migliorare, attraverso la cooperazione interregionale, l’efficacia delle politiche di sviluppo regionale connesse alla protezione della biodiversità. Può contare su una dotazione finanziaria di oltre 2 milioni e mezzo di euro, in parte provenienti dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale e in parte dai cofinanziamenti dei partner. “All’umbria – ha detto l’assessore - sono stati assegnati circa 216mila euro, uno dei budget più alti, che serviranno per le attività generali del progetto e in particolare per la componente coordinata dalla Regione e dedicata allo ‘scambio di esperienze nella conservazione e valorizzazione della biodiversità’. Verranno individuate le ‘buone prassi’ e la stesura di linee guida e piani di azione per ogni Regione partner al fine di migliorare gli strumenti e le politiche di conservazione e valorizzazione della biodiversità sia di interesse naturalistico che agrario”. Nel corso del convegno del 3 dicembre, oltre a presentare il progetto “Reverse”, verranno illustrati i risultati del “Servizio di Conservazione e Ampliamento delle banche regionali della Biodiversità” erogato da 3A Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria per conto della Regione nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale (misura 214-Azione I), in stretta collaborazione con i dipartimenti di Biologia Applicata e di Scienze Agrarie e Ambientali della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Perugia. “Già dal 2000 – ha detto l’amministratore unico di 3A Parco tecnologico agroalimentare Sisti – la Regione Umbria ha finanziato, con fondi a valere sui Piani di Sviluppo rurale 2000-2006 e 2007-2013, diverse attività di ricerca, conservazione e valorizzazione di varietà e razze locali di interesse agrario per porre un freno alla continua erosione genetica e alla perdita di varietà locali. Il Servizio di conservazione e ampliamento delle banche regionali della Biodiversità è nato per la gestione e ampliamento banche regionali della biodiversità”. “Sono – ha proseguito - la Banca dei semi, la Banca del germoplasma in vitro in cui sono presenti 50 varietà appartenenti a otto diverse specie oltre ad una accessione di Sedano Nero di Trevi, la Zoobanca per il genoma della razza chianina allevata in Umbria e la Microbanca, che ha una collezione di 89 ceppi di lieviti isolati da cantine, 21 di lieviti e 19 di batteri lattici isolati da caseifici e salumifici. Sono stati realizzati anche ‘campi collezione’, con due importanti frutteti sperimentali, allestiti uno sui terreni della Fondazione Agraria a Casalina di Deruta e l’altro nei terreni di pertinenza del Parco Tecnologico a Pantalla di Todi, ed altri più piccoli presso aziende agricole”. “La biodiversità si difende tutelando l’ambiente, le aree protette, la diffusione delle produzioni biologiche dell’Umbria e a questo scopo impiegheremo in maniera ancora più efficace le risorse del Piano di Sviluppo rurale”, ha concluso l’assessore regionale Cecchini, ricordando anche l’esperienza positiva del “museo” all’aperto di archeologia arborea a San Lorenzo di Lerchi e la costituenda “Fondazione”, a cui la Regione ha dato il suo sostegno, per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio raccolto. |
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PSR: ENTRO 10 GIORNI RIPARTIRANNO I BANDI IN CAMPANIA: AGEVOLAZIONI PER LE IMPRESE CHE UTILIZZANO TERRENI CONFISCATI ALLA CAMORRA |
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Napoli - "Entro 10 giorni ripartiranno i bandi del Piano di Sviluppo rurale 2007/2013 e saranno previste delle misure di agevolazione per quelle imprese, cooperative o società agricole, che utilizzeranno i terreni confiscati alla camorra". Lo annuncia l´assessore all´Agricoltura della Regione Campania Vito Amendolara ai margini dell´audizione sui terreni confiscati promossa dal presidente della Iii Commissione Speciale sui Beni Confiscati, Antonio Amato. "E´ un´operazione importante – sottolinea Amendolara - per la nostra Regione. Dobbiamo riprenderci la proprietà del territorio, e da questo porre le basi per l´allargamento della base occupazionale. Risultati, questi, che possono essere raggiunti solo con il significativo contributo che l´agricoltura campana può dare. Alla luce di tale fruibilità istituirò una task force di tecnici esperti per predisporre percorsi agevolativi per le imprese agricole che si avvarranno di terreni agricoli sottratti alle organizzazioni criminali. "L´abbandono delle aziende spesso rischia di trovare acquirenti che nulla hanno a che fare con imprese agricole vere. Pertanto, bisogna lavorare in sinergia con le Camere di Commercio, le Associazioni Imprenditoriali e le Parti sociali per prevenire queste possibili infiltrazioni", conclude Amendolara. |
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PESCA: FEDERCOOPESCA; RIDUZIONE QUOTA TONNO COSTERÀ ALL’ITALIA 1 MLN DI EURO
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Costerà circa 1 mln di euro ai produttori tonnieri italiani la riduzione del 4.4 % delle quote di cattura della pesca al tonno rosso per la campagna 2011, stabilita a Parigi dall’assemblea dell’Iccat (Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi). A stimare i danni per il comparto è la Federcoopesca-confcooperative che calcola quanto peserà agli operatori questa ulteriore riduzione delle possibilità di pesca di 149,5 tonnellate, con un prezzo del prodotto all’ingrosso che dovrebbe oscillare tra i 6 e gli 8 euro al chilo. “Ad oggi – afferma Giovanni Ferrigno – vicepresidente dell’Associazione e operatore del settore- è difficile capire come risponderà il mercato anche perché siamo fermi da due anni, per via della moratoria del 2010. Il problema è che non sappiamo neanche su quante barche potremmo contare”. Attualmente le flotta da pesca italiana è formata da 29 imbarcazioni, ma per via del recente bando demolizioni -tre piani in poco più di due anni- il numero potrebbe essere dimezzato. Altra incognita da risolvere è la questione dei ‘payback’, una sorta di multa da pagare per la sovrapesca del passato. Per l’Italia dovrebbe essere di 89 tonnellate, ma per la Francia si parla di cifre decisamente superiori. “Questo potrebbe far scegliere ai francesi la strada della moratoria, come abbiamo fatto noi quest’anno” sostiene Ferrigno. La situazione si andrà chiarendo nei prossimi giorni, certo è lo scoramento della categoria. “Eravamo sicuri che questa volta non ci sarebbero state riduzioni. La ricerca scientifica era dalla nostra parte e, invece, hanno avuto la meglio logiche che con la tutela dell’ambiente hanno poco a che fare. Lo dimostra il fatto che tra i promotori dei tagli ci sia il Giappone, il maggiori consumatore al mondo di tonno rosso. Che interesse hanno i giapponesi a correre il rischio di avere minor fornitura di tonno a prezzi più alti?”. Si interroga il vicepresidente Federcoopesca che sottolinea in modo provocatorio come generalmente quando l’offerta diminuisce e la domanda resta costante il prezzo aumenta, “ma con il tonno questo non avviene”. Una stortura delle dinamiche di mercato più volta denunciata dall’associazione che lamenta come il comparto tonniero italiano, per numeri di operatori e quantitativi di cattura, rischi di essere superato dalla pesca ricreativa. “Peccato – chiosa Ferrigno- che gli investimenti non sono proprio quelli di un hobby. Per realizzare questo tipo di pesca a livello professionale si possono arrivare a spendere circa 10 milioni di euro al giorno”. |
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BRESAOLA E MELE DI VALTELLINA IN FRANCIA |
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La Bresaola e le Mele di Valtellina saranno presenti in 52 punti vendita della Francia con altre eccellenze lombarde certificate Dop e Igp. L´iniziativa "Buona Lombardia", realizzata da Regione Lombardia, Autogrill e Ice (Istituto per il commercio estero) si svolgerà fino al 28 dicembre. Protagoniste alcune delle migliori produzioni lombarde Dop (Grana Padano, Gorgonzola, Taleggio, Provolone Valpadana e Salame Brianza) e Igp (Bresaola della Valtellina e Mela di Valtellina). "L´agricoltura lombarda è la prima in Italia - rimarca l´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia, Giulio De Capitani - e rappresenta il 2,7 per cento del Pil dei 27 Stati dell´Unione Europea. Un primato ottenuto grazie al nostro sistema agroindustriale". I Prodotti Igp Bresaola della Valtellina e Mela di Valtellina faranno parte di speciali menù nei punti vendita in autostrade, stazioni e centri commerciali, compreso il Carrousel du Louvre, frequentati da 3,8 milioni di consumatori. Si stima che nel corso della promozione saranno servite oltre 5 tonnellate di formaggi, 2 tonnellate di salumi e 1,3 tonnellate di mele. Sono 22 i prodotti che hanno ottenuto il riconoscimento europeo Dop o Igp. Altri 5 sono in fase di certificazione transitoria. Inoltre 21 vini hanno ottenuto la Denominazione di Origine Controllata (Doc) e 5 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (Docg). Sono in totale 238 i prodotti tradizionali. "La Lombardia - ha proseguito De Capitani - con una produzione agro-alimentare nel 2009 del valore di circa 11,6 miliardi di euro, pari al 15,5 per cento della produzione nazionale, si conferma la prima regione agroalimentare". "Con un export di 4,2 miliardi di euro - ha concluso l´assessore - la Lombardia contribuisce per il 16,7 per cento alle esportazioni nazionali di prodotti agroalimentari. Un dato che ci auguriamo possa essere ulteriormente migliorato anche attraverso azioni mirate di promozione all´estero delle nostre eccellenze enogastronomiche. Non a caso l´iniziativa Buona Lombardia si rivolge alla Francia, secondo mercato di riferimento, dopo la Germania, per l´agroalimentare". |
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AL VIA IN SARDEGNA I CONTRIBUTI PER IL COMPARTO OVICAPRINO |
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Cagliari - L´agenzia regionale per il sostegno all´agricoltura, Argea Sardegna, informa le imprese agricole che entro il prossimo 13 dicembre è possibile presentare le domande per la concessione degli aiuti finalizzati a favorire l´adesione ai sistemi di pagamento del latte a qualità e aggregare l´offerta attraverso le organizzazioni dei produttori e le cooperative. Per ottenere il contributo, l´imprenditore dovrà adottare la griglia di qualità: uno strumento che garantisce al produttore di ottenere una giusta e corretta remunerazione del latte - sulla base di determinati parametri qualitativi - e al trasformatore la qualità della materia prima. Il sostegno sarà erogato, quest´anno, nella misura massima di 3mila euro per impresa, mentre negli anni 2011 e 2012, nella misura massima di 2.500 euro per impresa. Possono accedere all´aiuto le imprese agricole: iscritte all´apposito registro presso le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura (Cciaa); - in possesso della qualifica di imprenditore agricolo professionale o coltivatore diretto; - con sede e azienda in Sardegna; - che esercitano l´allevamento ovino e caprino da latte; - con una consistenza minima di 35 capi ovini e caprini adulti iscritti alla banca dati nazionale zootecnica alla data del 13 dicembre 2010. Gli interessati possono presentare le domande agli sportelli unici territoriali (Sut). |
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TORINO - TRECENTOMILA EURO PER LE IMPRESE AGRICOLE |
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Viene pubblicato il primo dicembre 2010, il nuovo bando della Camera di Commercio di Torino per sostenere l’accesso al credito delle imprese agricole di Torino e provincia, attraverso il sistema dei confidi. Lo stanziamento a disposizione è pari a 300mila euro. La misura intende intervenire a complemento dei già attivati programmi regionali (Piano di Sviluppo Rurale 2007 – 2013 e Programma di Meccanizzazione Agricola), affinché questi trovino completa applicazione, favorendo così lo sviluppo del settore primario della provincia. Al bando possono partecipare esclusivamente i confidi operanti con imprese di Torino e provincia: a ciascuno sarà messa a disposizione una cifra proporzionale al valore delle garanzie già in essere al 31 dicembre 2009 e al livello di attività nel settore agricolo. Il bando, scaricabile dall’indirizzo web camerale, scade il 15 dicembre 2010. |
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10 MLN PER SOSTEGNO REALE AD AZIENDE AGRICOLE DELL’ABRUZZO
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Pescara -"E´ a dir poco assurda l´interpellanza presentata dal consigliere D´amico che manifesta l´assoluta mancanza di competenza e conoscenza degli argomenti. Probabilmente D´amico non ha mai letto il Psr e poco conosce dell´attività dei centri di ricerca regionali ed è per questo che ha finito per confondere le attività di entrambi". E´ la replica dell´assessore all´Agricoltura, Mauro Febbo, al vice presidente del Consiglio regionale, Giovanni D´amico. "Sarebbe bastato leggere la Misura 511 per capire che le attività affidate ad Inea ed Ismea, sono attività di preparazione, gestione, sorveglianza, monitoraggio, valutazione, informazione, controllo degli interventi previsti dal Piano di sviluppo rurale ed attività di comunicazione - ha proseguito Febbo - mansioni che rientrano ampiamente nell´esperienza dei rispettivi Enti pubblici e soprattutto nei loro compiti di istituto.Tra l´altro tali attività non potevano in nessun modo essere affidate a Crab, Cotir e Crivea, nostri centri regionali che hanno ben altri compiti ed obiettivi da raggiungere nel settore della ricerca (sistemi irrigui, biotecnologie, micro vinificazione, ecc..)". Per di più, secondo l´assessore all´Agricoltura, "la cifra prevista a titolo di compenso non costituisce nessun aggravio per le risorse regionali in quanto proviene da uno specifico stanziamento di fondi comunitari e non poteva essere usata per obiettivi ed interventi diversi da quelli espressamente previsti dai regolamenti comunitari". All´assessore Febbo appare "strano che il consigliere D´amico ignori che, proprio allo scopo di sostenere gli enti regionali, è stato affidato all´Arit l´importo complessivo di 850 mila euro per la realizzazione del sistema informativo regionale, previsto dalla Misura 511 del Psr. Ma altrettanto strano è che sia sfuggito all´attenzione del vice presidente del Consiglio regionale - ha sottolineato Febbo - il fatto che mentre il collega di partito ed ex assessore all´Agricoltura, Marco Verticelli, aveva stanziato la somma complessiva di 15 milioni 355 mila 545 euro, il sottoscritto ha ridotto l´importo complessivo nella misura di circa un terzo, destinando i due terzi dell´importo stanziato dalla precedente Giunta, cioè oltre 10 milioni di euro, al sostegno delle nostre aziende agricole e non alle attività burocratiche e soprattutto di immagine del politico di turno. Il tutto, infine, - ha concluso - è stato fatto ottenendo il plauso anche pubblico delle organizzazioni professionali agricole, Cia, Copagri, Coldiretti, Confagricoltura". |
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NEL CHIANTI, QUALITÀ E SOSTENIBILITÀ OGGI CONVEGNO E PRESENTAZIONE DELLA “CARTA DEL CHIANTI” |
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“Agricoltura nel Chianti, qualità e sostenibilità”: è questo il tema del convegno (9,30-14) che vede oggi la partecipazione dell´assessore regionale all´agricoltura e forse Gianni Salvadori. All´iniziativa, promossa dai Comuni del Chianti, in collaborazione con le province di Firenze e Siena e l´Apt e con il sostegno della Banca del Chianti fiorentino e Monteriggioni, della Fondazione per la tutela del territorio del Chianti classico, partecipano amministratori, esperti, docenti universitari, rappresentanti degli organismi del territorio. Il convegno, che si terrà all´auditorium della Banca del Chianti Fiorentino e Monteriggio a San Casciano Val Di Pesa, sarà anche l´occasione per la presentazione de “La carta del Chianti” progetto per la tutela del paesaggio e l´uso sostenibile del territorio agrario. Tutela del paesaggio e sostenibilità coniugati alla qualità sono gli elementi che i promotori dell´iniziativa pongono al centro della “sfida della modernità” e su questo chiamano a raccolta le istituzioni e i produttori. «E´ una sfida – commenta l´assessore all´agricoltura della Regione Toscana – del tutto coerente con la politica che la Regione Toscana porta avanti da tempo. E´ una sfida dunque che continuerà a vedere la Regione, a fianco degli enti locali e dei produttori, come protagonista determinata, nella convinzione che oggi più che mai sia necessario unire le forze per superare la crisi e mantenere alto nel mondo il significato di qualità che è legato alla Toscana.» |
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COMUNITA´ MONTANE IN ABRUZZO: NESSUN DIPENDENTE PERDERA´ LAVORO TAVOLO PERMANENTE PER EVENTUALE RIALLOCAZIONE PERSONALE |
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Pescara - Un tavolo permanente tra Regione, sindacati ed altre istituzioni per stabilire i criteri da utilizzare per un eventuale ricollocamento del personale delle Comunità Montane che dovesse risultare in eccedenza negli organici o in disponibilità a seguito di scioglimento delle stesse. E´ quanto stabilito nell´ultimo degli incontri tra l´assessore agli Enti locali, Carlo Masci, i Presidenti ed i Commissari delle Comunità Montane, le Amministrazioni Provinciali, le delegazioni regionali delle Autonomie Locali - Anci, Uncem, Upa - e le organizzazioni sindacali al fine di verificare le situazioni esistenti in ciascuna Comunità Montana. "In ogni caso - ha assicurato l´assessore agli Enti Locali, Carlo Masci, - va sottolineato che nessuno perderà il posto di lavoro a seguito della riduzione del numero delle Comunità Montane. Inoltre, rispetto a quei dipendenti, assunti legittimamente e nella dotazione di ciascuna Comunità Montana, per i quali fosse necessaria una riallocazione, si procederà sia tenendo presente le professionalità di ognuno sia la logica del luogo di lavoro più vicino possibile a quello di residenza". Per di più, in relazione all´Ente da prendere in considerazione per il nuovo collocamento, verrà seguito l´ordine Comunità Montana, Comune, Unione di Comuni, Provincia e Regione". Nell´incontro di venerdì scorso, l´assessore Masci ha avuto modo di esprimere soddisfazione per la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo l´azzeramento dei trasferimenti erariali destinati agli investimenti nelle Comunità Montane attraverso l´accensione di mutui, coperti dallo Stato e da estinguere in più anni. "La Consulta - ha ricordato Masci - ci ha dato importanti certezze ma, ad ogni buon conto, la Regione Abruzzo era comunque intervenuta a sostegno del pagamento delle rate di mutuo, anticipandone la quota per l´anno in corso, attraverso la legge 15 che stabilisce il riparto dei contributi alle stesse Comunità Montane". |
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GELATO PIONEERS. SIETE PRONTI A CAMBIARE VITA E APRIRE UNA GELATERIA ALL’ESTERO? CARPIGIANI GELATO UNIVERSITY PORTERA’ NEL MONDO LA CULTURA DEL GELATO ARTIGIANALE, REALIZZANDO IL SOGNO DI UN SELEZIONATO GRUPPO DI GELATIERI ITALIANI
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Quanti italiani l’avranno pensato almeno una volta nella vita: “mollo tutto e vado a vivere dall’altro capo del mondo”! C’è chi sogna di aprire un locale in un paese dove splende sempre il sole e chi non vede l’ora di lasciare un lavoro che non dà più soddisfazioni per trasferirsi là dove porta il cuore iniziando un’avventura imprenditoriale. C’è chi il lavoro l’ha appena perso o chi ha meno di trent’anni e non teme una nuova sfida. Ancora, c’è chi i risparmi di venti anni di lavoro li vorrebbe investire in un business di successo per sé e per i suoi figli. Infine c’è chi, semplicemente, desidera rimettersi in gioco con un mestiere artigianale che sente nel Dna, e non avrebbe grossi problemi a tentare la fortuna su un’isola delle Barbados, negli Stati Uniti o perché no in Australia. Vi riconoscete in almeno uno di questi profili? Vi piace il gelato, avete spirito imprenditoriale e l’idea di aprire una gelateria all’estero vi dà l’adrenalina? Da oggi potete realizzare il vostro sogno in pochi mesi. Le parole d’ordine? Gelato Pioneers. E’ questo il nome del nuovo progetto della Carpigiani Gelato University, che ha deciso di investire sulle donne e sugli uomini italiani che passione, creatività e conoscenza degli alimenti “freschi e di altissima qualità” le hanno nel sangue. Per diffondere la cultura del gelato artigianale nel mondo, la risorsa più importante è il capitale umano. Con questa consapevolezza la Scuola di Gelateria più famosa del mondo (citiamo i recenti servizi di Abc e Al Jazeera, Cbs e Los Angeles Times, Corriere della Sera, Repubblica, Sole24ore, Time Magazine e Bloomberg) avvia tale progetto pionieristico in sinergia con Praxi, società di riferimento internazionale nella consulenza e nella formazione da oltre 40 anni, e sarà sostenuta dal network globale della Carpigiani - che come leader mondiale nella produzione di macchine da gelato può supportare i Gelato Pioneers ad aprire la propria gelateria ovunque -. “La sfida è duplice – dice l’Ad di Carpigiani Andrea Cocchi -: portare nel mondo la cultura del gelato artigianale e realizzare il sogno di tanti italiani, sviluppando un modello di start-up “chiavi in mano” in un momento in cui la crisi ha fatto intendere che per avere successo nel lavoro (come nella vita) occorre innanzitutto investire su se stessi e sui valori della propria Terra”. Il progetto Gelato Pioneers non è improvvisato. In Germania sono attive oltre 2.500 gelaterie italiane: secoli di emigrazione “attiva” hanno portato in vari paesi del mondo (Brasile, Usa, Argentina…) i prodotti e il frutto del nostro ingegno. Le motivazioni originali di quest’emigrazione “povera” sono irripetibili (vedi appendice “Italiani, Pionieri del Gelato”), ma la diffusione della cultura del gelato artigianale ha oggi nuovi e intraprendenti paladini, i “Gelato Pioneers”. “Il motore principale di chi si metterà in viaggio nel 2011 verso un “dolce successo” non sarà più la necessità, ma la “passione” per il gelato e per il business – continua Cocchi -: Carpigiani ha deciso di investire nelle persone che hanno talento e motivazione per vincere questa sfida e metterà a disposizione di costoro la forza del network internazionale che la contraddistingue nel mondo” . I potenziali pionieri del gelato italiano nel mondo sono tantissimi: negli ultimi due anni la Carpigiani Gelato University ha sempre raddoppiato le iscrizioni ai suoi corsi. Il presupposto è il lungo periodo: i pionieri del gelato artigianale nel mondo oggi sognano e immediatamente progettano e pianificano. Ciò grazie al supporto della Carpigiani Gelato University che, forte dell’esperienza accumulata in anni di gestione della formazione e del supporto di un network di interlocutori selezionati in tutti i paesi del mondo (fondamentale in tal senso la rete commerciale della Carpigiani che unisce oltre 100 Paesi), ha scelto di sostenere questi nuovi emigranti nell’avventura che cambierà la loro vita. L’obiettivo è costruire successi duraturi. Questa nuova emigrazione vuole essere permanente ma allo stesso tempo saldamente legata alla cultura d’origine. I progressi tecnologici, l’accorciamento delle distanze spazio-temporali e Internet oggi rendono tutto questo reale. Quale è il Paese ideale in cui aprire la propria gelateria? Quello “sognato” da sempre”, quello che l’intuito ci dice essere “giusto”… L’importante, perché sempre di business si parla, è che il reddito reale degli abitanti di questo paese renda possibile impiantare un’attività di gelateria artigianale. Carpigiani Gelato University ha pensato a un’emigrazione nuova, “trailblazer”, apripista di emigrazioni successive |
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COPAIM PRESENTA LE RICETTE D’AUTORE DELLE FESTE
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Una linea innovativa preparata con i migliori ingredienti e con pochissima gelatina Copaim, azienda leader nel mercato italiano per la produzione di gastronomia vegetale fresca e ai vertici in Europa per l’esportazione di gastronomia fresca, presenta la nuova linea ideata in occasione delle feste che va ad ampliare Ricette d’Autore, la linea di sucesso destinata al libero servizio e composta da referenze gastronomiche a base maionese (150 g.), vegetale e ittica (200 g.) e di pasta ripiena (250 g). La Linea Ricette D’autore Delle Feste Dalla monoporzione al piatto di portata, le nuove specialità delle feste soddisfano l’esigenza di ogni consumo e, come tutti i prodotti Copaim, sono preparate con ingredienti di prima scelta, attentamente selezionati e lavorati per ricercare il gusto della migliore tradizione gastronomica italiana. Sono quattro le linee di prodotto che vanno ad ampliare la vasta offerta di Ricette D’autore Copaim: Linea Classic, Linea Petit, Linea Cristal e Linea Entrée, per un totale di 12 referenze gastronomiche di alta qualità, preparate con pochissima gelatina e confezionate in nuovi pack dalla veste grafica ancora più ricercata ed elegante. Il nero lucido, che celebra il gusto sublime de Le Ricette d’Autore, resta il colore macro delle confezioni, mentre la novità risiede nell’aggiunta del fiocco dorato sull’etichetta. Ne risultano 12 pack raffinati dal contenuto prelibato, perfetti per completare la tradizionale tavola imbandita in occasione delle festività. La grande innovazione va ricercata, inoltre, nella referenza Tartine tonde di pane con gamberi e salmone – Linea Entrée preparata Senza Gelatina. A conferma della continua ricerca condotta dal Gruppo Copaim per ampliare e ottimizzare la propria offerta e rendere unica la linea Ricette d’Autore |
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ORO, INCENSO E… BIRRA! AL VIA A PRATO LA PRIMA EDIZIONE DI ECCELLENZA BIRRA
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Si terrà dal 3 al 5 dicembre nella città toscana la prima rassegna dedicata alle Birre Artigianali con uno speciale focus sulle Birre di Natale, una tradizione del Nord Europa che sta prendendo piede anche da noi. Prato si appresta diventare capitale italiana delle birre artigianali di Natale. Tutto pronto per “Eccellenza birra 2010” la rassegna promossa da Provincia di Prato e Apt, ideata e organizzata da Bella Tuscany, che dal 3 al 5 dicembre ospiterà nei suggestivi spazi dell´ex lanificio Balli (area Fabbricone in via Targetti) le migliori birre artigianali locali, nazionali e internazionali, con particolare riferimento a quelle di Natale, presentate insieme ai prodotti tipici locali. L’unica kermesse in Italia dedicata alle birre di Natale propone laboratori sensoriali e di degustazione, incontri a tema e dimostrazioni live di home brewing oltre alla possibilità di assaggiare birre artigianali che rappresentano l’eccellenza del lavoro dei mastri birrai italiani e stranieri, con un focus sulla tradizione toscana e belga, anche in abbinamento ai piatti tipici del territorio. Ma non solo. “Insieme alle ricca e prestigiosa tradizione enogastronomica che affonda le radici nella produzione artigianale della nostra provincia con Eccellenza Birra puntiamo i riflettori su un prodotto di nicchia che offre molteplici possibilità di sviluppo – sottolinea l’assessore al Turismo della Provincia di Prato, Antonio Napolitano – anche dal punto di vista turistico, attirando un pubblico motivato e attento alla qualità e al bere consapevole.” La filosofia di Eccellenza Birra sta tutta nel suo claim: Oro, incenso e… Birra!. La birra di Natale è, infatti, qualcosa di prezioso, da regalare e condividere con chi la sa apprezzare, magari facendola trovare proprio sotto l’albero. Ma è sicuramente un prodotto ancora poco conosciuto in Italia, riservato per adesso solo ai consumatori più appassionati, nella cui produzione ancora pochi birrifici artigianali si sono cimentati. Insomma, Eccellenza Birra –intercettando un fenomeno in crescita come quello del consumo di birra in generale e di quella artigianale in particolare- punta i riflettori su una specifica nicchia della produzione artigiana come quella della Christmas Brew. L’evento propone tante attività diverse, che vanno dai convegni ai laboratori di degustazione e laboratori sensoriali, dai corsi di home brewing alle molteplici opportunità di gustare la birra con abbinamenti particolari come il cioccolato (per l’occasione il famoso maestro cioccolatiere, pluri campione del mondo, Luca Mannori presenterà l’esclusiva Eb ganache) e i dolci lievitati (Paolo Sacchetti, Vice Presidente dell’Accademia Italiana Pasticceri presenterà per l’occasione il Panettone al mosto di birra). Il programma della manifestazione prevede, infine, il coinvolgimento delle scuole sia con una manifestazione sul bere responsabile che con un concorso riservato allo Junior Chef d’Eccellenza alla Birra 2010, stand gastronomici con piatti tipici e un evento a sorpresa la domenica 5 dicembre. Ma il focus più interessante sono sicuramente le birre natalizie proposte in degustazione come l’italiana 25-12 del noto laziale Leonardo Di Vincenzo di Birra del Borgo o la Christmasduck del Birrificio l’Olmaia e la Birra di Natale di Maltus Faber, oltre agli imperdibili prodotti birrari natalizi dal Belgio e non solo come la famosissima Stille Nacht dei geniali De Dolle Brouwers, la N´ice Chouffe (Brasserie d´Achouffe), la Bon Voeux (Brasserie Dupont), la Pere Noel (Brouwerij De Ranke), la St Bernardus Christmas (Brouwerij Sint Bernardus), Santa Bee (Boelens Brouwerij) e molti altri |
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LODIGRANA BELLA LODI ALLA VOLTA DELL’AMERICA
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Grazie alla partnership con Principe Foods Usa Inc., le due eccellenze italiane, Lodigrana Bella Lodi, leader nel settore caseario e Principe, leader nel settore dei salumi, si presentano insieme sul mercato statunitense per esportare al meglio il Made in Italy. Un’alleanza importante nata dalla condivisione innanzitutto di una filosofia aziendale basata sull’esperienza, sulla passione, sull’affidabilità e sulla ricerca, nonché sul forte legame con la tradizione sempre sinonimo di massima qualità. Ciò ha consentito a Lodigrana Bella Lodi di entrare nel mercato Usa in maniera strategica supportato da un partner importante che conferisce all’azienda casearia ulteriore credibilità. “L’esperienza nella distribuzione di Principe Foods Usa Inc., e la sua “anima italiana” nel mondo, saranno sicuramente un grande aiuto per noi, che ci affidiamo agli “amici Triestini” con estrema fiducia”, afferma Secondo Pozzali, presidente di F.lli Pozzali casearia e titolare del marchio Lodigrana. Lodigrana Bella Lodi “inaugura”, così la sua stagione oltreoceano presentandosi con una carta d’identità di tutto rispetto: il formaggio, dalla caratteristica crosta nera e disponibile anche sotto forma di Raspadüra, è prodotto da un solo ed unico antico caseificio in un comune del Parco Adda Sud, nell´agro dell´Abbazia del Cerreto, a 10 km da Lodi, centro propulsore dei monaci Cistercensi per le bonifiche medioevali della zona e indicato da diverse fonti come luogo di nascita per questo tipo di formaggio. Tradizione agricola consolidata, dunque, particolare attenzione alla provenienza e a tutte le fasi del processo produttivo di ogni ingrediente, l’assenza di allergeni e di lattosio, fanno del formaggio Bella Lodi un prestigioso protagonista della tavola. Bella Lodi Bella Lodi, il gustoso formaggio dalla caratteristica ed elegante crosta nera, è prodotto dalla famiglia Pozzali, accreditata azienda nel settore caseario, dal 1998 nota con la nuova denominazione “Lodigrana”. Core business dell’azienda è la produzione e la stagionatura di questo squisito formaggio distribuito in Italia e all’estero, che si rivela un sincero tributo al passato millenario della terra lodigiana |
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ALLA RISCOPERTA DI UN NATALE "FAI DA TE” E GENUINO CON MOLINO SPADONI
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Per il Natale 2010 Molino Spadoni propone Farina di Kamut e miscela Pan Brioche, due soluzioni ottimali per accompagnare i piatti tipici delle festività in tutta leggerezza e salute. Molino Spadoni, lo specialista delle farine, propone due inedite sorprese da sistemare sotto l’albero che porteranno una carica di benessere e gusto e offriranno a grandi e piccini l’occasione di trascorrere le feste insieme ai propri cari divertendosi in cucina. Farina biologica Kamut 100% Molino Spadoni è un prodotto che si contraddistingue per le proprietà del kamut, cereale dagli elevati contenuti di aminoacidi, oligoelementi come il selenio, che vanta una forte azione antiossidante, vitamine e sali minerali. Un cereale che si rivela molto prezioso in un momento come questo, dove continuano ad aumentare le persone che soffrono di intolleranze alimentari. Non essendo stato coltivato per millenni, non ha subito alterazioni ed è pertanto adatto ad un’alimentazione ipoallergenica e naturale. Farina biologica Kamut 100% Molino Spadoni è un prodotto estremamente versatile che può essere utilizzato nella preparazione di pane, biscotti, torte, pizze e anche per ottenere un tipo di pasta diverso e degustare nuovi sapori. On pack, Molino Spadoni riporta utilissime istruzioni sul retro, che guideranno esperti e dilettanti in cucina nella realizzazione, offrendo anche suggerimenti per arricchire il prodotto finale con l’aggiunta di gustose varianti. Per regalarvi una colazione speciale nei giorni di festa o per accompagnare i pasti, Molino Spadoni propone anche la miscela Pan Brioche. Si tratta di un mix già pronto, a cui è sufficiente aggiungere il Lievito Secco Spadoni incluso nella confezione, per ottenere un pane morbido e gustoso, facilmente abbinabile sia a sapori dolci, come la marmellata, che salati. La formulazione della ricetta è rigorosamente priva di uova, così da consentire un’ottima digeribilità anche ai soggetti intolleranti a tale ingrediente. E per chi non ha ancora ricevuto in regalo una macchina per il pane? Nessun problema, Molino Spadoni garantisce risultati eccellenti anche nella preparazione a mano. Le istruzioni, come sempre, sono a disposizione on pack, con anche qualche consiglio per stupire i propri ospiti realizzando forme speciali, come le trecce o le brioche piccole |
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CON L’HAPPYFANIA KINDER IL NATALE NON FINISCE MAI
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Ultima in ordine di tempo tra le festività, ma non per questo meno importante, è l’Epifania, da sempre molto amata dai bambini per le divertenti sorprese che riserva. Se è vero che come da tradizione l’Epifania tutte le feste si porta via, grazie a Kinder la magica atmosfera delle festività non finisce a Natale ma continua con le speciali confezioni ispirate alla Befana per condividere ancora un dolce momento insieme alla propria famiglia! Da sempre la magia di questa festa affascina grandi e piccini proprio per la curiosità rivolta al personaggio della Befana, che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio fa visita ai bambini per riempire le loro calze di deliziosi dolcetti ma anche di tanta gioia e felicità! A differenza di una strega, la protagonista dell’Epifania Kinder è spesso sorridente e porta con sé un sacco pieno di ogni squisitezza proprio come quello della Befana Kinder Happy, che a bordo della sua scopa porta l’inconfondibile qualità Kinder, tutta da gustare per celebrare la festa nel modo più dolce che ci sia. Nel pieno rispetto della tradizione Kinder ha pensato anche alla classica Calza kinder Happy da appendere al camino la notte dell’arrivo della Befana. La divertente attesa della vecchina più amata dai bambini sarà ricompensata da una vasta gamma di cioccolato Kinder: Kinder Bueno, Kinder Bueno White, Kinder Maxi, Kinder Cereali e Kinder Cioccolato . Come per ogni festività che si rispetti, si sa che il momento più atteso è quello della sorpresa! E chi meglio di Kinder può soddisfare il desiderio di tutti i bambini di scartare un ovetto e scoprire quale sorprendente meraviglia vi è in serbo per loro? E allora ecco la confezione di ovetti Kinder Sorpresa dedicata all’Epifania che con il suo incarto stellato farà volare in alto la fantasia dei più piccoli! Kinder Happy Befana disponibile in 2 versioni contiene 13 pezzi Kinder Happy Calza disponibile in 2 versioni contiene 13 pezzi Kinder Sorpresa Happyfania contiene 6 ovetti |
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LE RICETTE DEI DESIGNER 2.130 NUOVI PROGETTI IN PUNTA DI FORCHETTA
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Gaggenau e Ottagono, in collaborazione con Fissler, hanno presentato il nuovo volume “Le ricette dei designer 2” 130 nuovi progetti in punta di forchetta. L’evento di presentazione è stato animato dal live cooking show degli chef Gaggenau, che hanno presentato a tutti i presenti, un menù con alcune ricette selezionate dal nuovo volume. Gaggenau porta la perfezione assoluta in cucina con le sue apparecchiature professionali ad uso domestico: superiore nelle forme, professionali in termini di prestazioni, perfetti nei dettagli e pregiati in termini di finiture. Da sempre Gaggenau sviluppa i suoi apparecchi seguendo come guida le esperienze e le esigenze dei professionisti, e questo vale sia per le funzionalità che per il design. Il design è infatti per Gaggenau sinonimo di valore ed eccellenza, l’espressione di un atteggiamento coerente e costante nel tempo. La partecipazione di Gaggenau a questo progetto studiato e creato insieme ad Ottagono non è certamente casuale. Ancora una volta, ha cercato di coinvolgere in prima persona il target di riferimento, quello dei designer, architetti e progettisti, per creare qualcosa di unico nel proporre in gesti creativi la preparazione e la rappresentazione della ricetta preferita, a conferma dunque che <<in cucina, intesa come bottega artigiana, tutto è design, perché tutto ciò che vi si produce è progettazione >>. Quest’anno il volume de “Le ricette dei designer 2” con 130 opere d’arte / ricette, viene completato con un compendio sull’arte della conservazione, curato da Gaggenau, con i suoi apparecchi professionali proposti per la miglior “preservazione” degli ingrendienti e degli alimenti. La partecipazione di Gaggenau a confermare ancora una volta di voler essere il punto di riferimento e di supporto, di qualunque “progetto” il designer abbia in mente di “creare e proporre” per vivere l’ambiente cucina da veri protagonisti. Gaggenau produce elettrodomestici professionali, di altissima qualità ed è al contempo simbolo di innovazione tecnologica e design “Made in Germany”. Gaggenau – il marchio tedesco che vanta una solida tradizione manifatturiera di oltre 300 anni di storia – attraverso una serie di prodotti pluripremiati a livello internazionale, non ha mai smesso di rivoluzionare l’universo delle cucine domestiche. Il successo delle soluzioni Gaggenau si fonda sull’innovazione tecnologica e su un design con una forma di grande chiarezza e linearità associato ad un’elevata funzionalità. Dal 1995 Gaggenau fa parte del gruppo Bosch e Siemens Elettrodomestici (Bsh Hausgeräte Gmbh), con sede centrale a Monaco, Germania ed è presente in più di 50 paesi in tutto il mondo con circa 40 showroom distribuiti nelle principali metropoli come Londra, Milano, Parigi, Dubai, New York e Shanghai. Nel 2009 la società ha registrato un fatturato annuo di oltre 150 milioni di euro. La differenza ha nome Gaggenau. Le mattonelle della nonna non si scordano mai, non rimangono sullo stomaco, anzi. È quello che ci ha insegnato il primo volume "Le ricette dei designer. 70 progetti in punta di forchetta", Premio Selezione Bancarella della Cucina 2010. Ora i nostri ci riprovano e quasi raddoppiano. Nella seconda gustosa edizione sono 130 le proposte di architetti, progettisti e creativi che hanno deciso di mettersi a confronto con la più vitale delle materie: il cibo. Hanno preso i loro piatti preferiti e li hanno trasformati in vere e proprie opere d’arte commestibili, in immagini che catturano lo sguardo e in parole che portano il lettore un po´ più in profondità nei loro ricordi, nel loro modo di concepire la progettazione in senso più ampio. Dallo street food alle ricette più elaborate, passando attraverso soluzioni improvvisate e nate per caso, Le ricette dei designer 2. 130 nuovi progetti in punta di forchetta, svela segreti, piccole tentazioni della gola dei grandi progettisti. Cucina intesa non solo come patria dei ricordi d’infanzia, odori e intingoli, ma nuovo e costante territorio di esplorazione. E quando le menti “accendono i fornelli” il gioco diventa divertente, creativo e saporito. Il volume pubblicato da Editrice Compositori è corredato da studi, bozzetti, work art sul piatto da realizzare. Non la sola ricetta fotografata in primissimo piano e dai colori smaglianti che, forse, mai realizzerete tale e quale, ma anche disegni degni di un libro illustrato |
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BAULI E‘ IL NATALE. CON “LE SPECIALITA´” BAULI LE FESTE DIVENTANO PIU´ GOLOSE
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Due nuove proposte arricchiscono la celebre linea e si apprestano a rendere indimenticabile il prossimo Natale Il clima di festa è ormai nell’aria e Bauli mette in campo tutta la sua arte pasticcera per trasferire questa dolcezza e voglia di bontà anche nei suoi prodotti più particolari Le Specialità. Nella grande varietà di forme e sapori de Le Specialita’ si trovano pandori e panettoni farciti, con gusti originali, ma anche torte che pesano più 500 g. Belle da regalare, golosissime da mangiare in una delle tante le occasioni per fare festa con Bauli. Da sottolineare due importantissime novità per il Natale 2010: la prima è il Pandoro White Christmas, alter ego di Mister Chocolate perchè “total white” caratterizzato dal bianco della nevicata di zucchero a velo, della pasta e della farcitura di delicata crema al latte. 800 g – 7,50 € Di segno opposto è il Panettone Black Magic che solletica l’interesse degli amanti del “tutto cioccolato”. Soffice pasta al cacao, crema di cioccolato al latte per la farcitura e una croccante copertura di fondente rendono questo panettone un’irrinunciabile tripudio di gusto da mangiare in famiglia. Ideale anche per un regalo goloso grazie ad una confezione particolarmente d’effetto. 800 g – 7,50 € www.Bauli.it |
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LA DOC “VULCANICA” DEI COLLI EUGANEI CONQUISTA MILANO TRASFERTA POSITIVA PER I VINI PADOVANI E ANTEPRIMA DELLA DOCG FIOR D’ARANCIO AL WESTIN PALACE, CENTINAIA DI VISITATORI PER 21 AZIENDE IN BANCO D’ASSAGGIO |
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I vini dei Colli Euganei, in trasferta a Milano, convincono esperti e sommelier: per la Doc “vulcanica” del territorio padovano, presentata a Milano lo scorso 22 novembre presso l’Hotel Westin Palace, il viaggio in Lombardia s’è tradotto in una somma positiva di risultati. L’evento, realizzato dal Consorzio Vini Doc Colli Euganei, dalla Camera di Commercio di Padova e dal Parco Regionale dei Colli Euganei, in collaborazione con Ais Lombardia, ha coinvolto 21 Aziende in un Banco d’Assaggio aperto a operatori lombardi del settore. Più di 400 le presenze all’evento e attenzione puntata sui bianchi aromatici, sull’autoctono Serprino e sui rossi a taglio bordolese, anzi a “taglio bordolese euganeo”, nel quale interviene spesso non il Cabernet franc ma il Carmenere, tipologia rara che proprio sui Colli Euganei ha trovato un habitat ottimale e che, con piccole aggiunte di Raboso, identifica in modo esclusivo il Rosso della Doc. Ma la star dell’evento è stato il Fior d’Arancio Colli Euganei, in attesa del riconoscimento ormai imminente della Docg. Moscato giallo, si presenta nelle tipologie di spumante e passito, ma anche nella versione secca, che apre un ampio e nuovo ventaglio di abbinamenti possibili a portate di diversi sapori. La potenzialità forte dei vini dei Colli Euganei s’è dimostrata anche nella degustazione guidata da Dino Marchi, Presidente di Ais Veneto, che ha coinvolto una cinquantina di degustatori e 5 tipologie di vini – bandiera: Moscato secco, Colli Euganei Rosso, Colli Euganei Cabernet Riserva, Fior d’Arancio Spumante e Fior d’Arancio Passito. Il Presidente del Consorzio, Antonio Dal Santo, presentando il territorio e la doc, ha sottolineato come la grande vocazione sia dovuta al particolare microclima e all’origine geologica dei Colli Euganei. L’area infatti annovera l’esistenza di varie formazioni vulcaniche risalenti a circa 35 milioni di anni fa. La Doc comprende attualmente 19.000 ettari di terreno, in un perimetro di 65 chilometri, articolato in un centinaio di colli di cui la vetta massima è il Monte Venda (604 m sul livello del mare), tutelati dal Parco Regionale dei Colli Euganei. Le Aziende presenti all’evento milanese, tutte situate in provincia di Padova, sono state: Bacco E Arianna, Vò; Borin Vini & Vigne, Monticelli di Monselice; Ca’ Bianca, Cinto Euganeo; Ca’ Ferri, Torreglia Alta; Callegaro Francesca, Rovolon; Ca’ Lustra, Faedo di Cinto Euganeo; Ca’ Orologio, Baone; Cantina Colli Euganei Vò; Dal Santo Antonio, Cinto Euganeo; Dotto Lidio, Vò; Facchin, Vò; Il Filò Delle Vigne, Baone; Il Mottolo, Baone; Il Pianzio, Galzignano Terme; La Mincana, Due Carrare; Montegrande, Rovolon; Salvan, Due Carrare; Sengiari, Tramonte di Teolo; Vigna Roda, Vò; Vigne Al Colle, Rovolon, Villa Sceriman, Vò. Www.collieuganeidoc.com - vinidoc@termeeuganee.It |
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VINO, ANTINORI (ISTITUTO GRANDI MARCHI): “VINO ITALIANO IN CINA FERMO AL QUINTO POSTO. SERVE SVOLTA CHE PARTA ANCHE DALL’ABBINAMENTO CON LA CUCINA CINESE"
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“Da anni si parla di Cina quale mercato emergente per il vino italiano, ma il suo approdo ancora non c’è e oggi rischia di essere respinto da competitor molto più agguerriti di noi, pronti a spartirsi un mercato da un miliardo di litri l’anno”. Così Piero Antinori, presidente dell’Istituto Grandi Marchi - l’associazione che riunisce le 17 firme simbolo del made in Italy in bottiglia – all’apertura del tour asiatico del gruppo (Hong Kong e Tokyo, 23-25 novembre 2010), tutto declinato alla formazione e alla divulgazione della “diversità enologica italiana”. “Oggi – ha proseguito Antinori - ogni 100 bottiglie di vino provenienti dall’estero solo 5 portano l’etichetta italiana: troppo poco per un protagonista assoluto come il nostro Paese. Per questo serve maggior presenza del nostro made in Italy in Cina e a Hong Kong, non ultimo nella cultura gastronomica cinese, che si adatta perfettamente alla grande varietà del vino italiano”. Per quanto riguarda Hong Kong, hub principale per la distribuzione del vino in Asia, la quota di mercato detenuta dall’Italia si abbassa ulteriormente. Nel 2009, infatti, l’Hong Kong Statistics & Census Department (Hktdc) collocava il vino italiano in settima posizione, con una quota di penetrazione del 2,3 per cento, ben lontana dal 33 per cento della Gran Bretagna (che distribuisce perlopiù vino francese) o dal 31 per cento della Francia e da altri Paesi del cosiddetto "nuovo mondo" quali Australia, Usa, Cile e Svizzera. “Gli incrementi, quindi, registrati nel corso del 2010, seppure incoraggianti, non possono farci gridare vittoria – ha proseguito Antinori -. Hong Kong, oltre 7 milioni di abitanti, si conferma piazza strategica per una politica commerciale di posizionamento, ha concluso il presidente dei Grandi Marchi, ma non esaurisce il mercato del vino italiano in Cina, dove non è possibile applicare il paradigma europeo ‘un piatto, un vino’. Per questo serve una nuova strategia di marketing culturale. In futuro la sfida del consolidamento si giocherà tutta a tavola dove la parola d’ordine è abbinamento”. E il vino italiano ha tutte le carte in regola per giocare la partita del gusto non solo sulle tavole dei ristoranti ma soprattutto su quelle dei cinesi. Versatilità, varietà e qualità sono le tre chiavi del successo del vino italiano per un perfetto abbinamento con le ‘scuole’ di cucina cinese (se ne contano almeno dieci di riferimento sulle quali si innestano poi le consuetudini culinarie regionali e locali) che abbracciano tutta la tradizione millenaria della gastronomia di questo Paese. La tappa asiatica dell’Istituto Grandi Marchi proseguirà a Tokyo presso l’Ambasciata italiana (25 novembre) dove le 17 cantine icona del vino italiano terranno un seminario sul tema “The diversity of Italy”. Il tour si concluderà il 26 novembre con un walk around tasting nell’ambito della manifestazione Simply Italian – Great Wines Japan 2010 e una degustazione abbinata ai piatti della cucina giapponese. L’istituto Grandi Marchi, composto da Biondi Santi Spa, Michele Chiarlo, Ambrogio e Giovanni Folonari, Pio Cesare, Tenuta San Guido, Cà del Bosco, Umani Ronchi, Carpenè Malvolti, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Alois Lageder, Rivera, Jermann, Donnafugata, Marchesi Antinori, Tasca D’almerita |
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OTTO MOSSE PER RILANCIARE LA VITIENOLOGIA TRENTINA |
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Aumento del prezzo di vendita del vino e riduzione dei costi di produzione. Parte da queste due azioni il progetto di rilancio della vitienologia trentina predisposto dall’Istituto Agrario di San Michele all’Adige su incarico della Provincia autonoma di Trento. Interventi da attuare attraverso due principali strumenti: l’attivazione di un nuovo Consorzio vitivinicolo trentino, nel quale siano pariteticamente rappresentate, accanto a Provincia, Camera di commercio e Fondazione Mach tutte le componenti del settore vino, e nuovi percorsi di istruzione e formazione. Il piano è stato presentato il 30 novembre nel corso di una conferenza stampa alla quale sono intervenuti, accanto al presidente della Provincia Lorenzo Dellai e agli assessori all´agricoltura Tiziano Mellarini e alla cooperazione Franco Panizza, il presidente della Fondazione Edmund Mach Francesco Salamini ed il direttore generale Alessandro Dini. "Il documento, che condividiamo totalmente, indica con lungimiranza e chiarezza le cose da fare - ha affermato Dellai - ;ora lo sottoporremo a tutti i soggetti del mondo vitivinicolo locale, dopo di che verrà adottato dalla Giunta provinciale; le indicazioni in esso contenute diventeranno vincolanti per chiunque chieda il sostegno della Provincia. San Michele dovrà essere il fulcro sul quale si snoderanno tutte le nostre attività e le scelte per questo settore. Dobbiamo recuperare il buon nome del Trentino e ci riusciremo perchè, diversamente dal passato, oggi avverto, forse per la prima volta, una diffusa disponibilità a lavorare in una logica di rete. Penso che potremo fare un eccellente lavoro". Anche dall´assessore all´agricoltura, foreste, turismo e promozione Tiziano Mellarini arriva l´auspicio che le linee di indirizzo indicate nel dossier della Fondazione Mach vengano condivise da tutti gli attori del comparto. "Dobbiamo imboccare un nuovo percorso e l´esempio da seguire è quello del consorzio Trento Doc. Il prossimo Vinitaly farà vedere un nuovo volto del Trentino vitivinicolo". Il dossier, predisposto dalla Fondazione Edmund Mach su incarico della Giunta provinciale, si apre con un’analisi dettagliata dell’attuale situazione del settore vitienologico trentino e contiene note e premesse per un piano vitivinicolo. Il documento è frutto del contributo tecnico dell’Istituto di San Michele, ma anche di una serie di colloqui avuti con i rappresentanti del mondo vitivinicolo trentino, della Cooperazione, Camera di Commercio, associazioni, Assessorato all´agricoltura e Dipartimento Agricoltura e alimentazione della Provincia. Attori, tutti questi, chiamati a svolgere un ruolo fondamentale nel coordinamento del rilancio del settore. Più precisamente l’aumento del prezzo di vendita del vino trentino si potrà attuare, secondo San Michele, innanzitutto attraverso il miglioramento della sua qualità e della sua immagine. Gli attori che possono influenzare e determinare tale aumento di prezzo sono la cooperazione, gli industriali imbottigliatori e i vignaioli, ma anche le politiche assessorili, la ricerca e la sperimentazione vitivinicola. Per quanto riguarda invece il secondo intervento, ossia la riduzione dei costi di produzione dell’uva e del vino, tale diminuzione si rivela necessaria in questo momento dato che i costi di produzione variano da 50 a 90 euro al quintale. Anche i costi di gestione, variabili tra le diverse cantine da 18 a 45 euro/quintale di uva trasformata, vanno riconsiderati al ribasso. Per attuare queste due indicazioni risulta necessario prevedere e proporre, secondo San Michele, un nuovo consorzio vitivinicolo trentino, autorevole e permanente, al quale affidare il coordinamento dell’eventuale piano di interventi. Al tempo stesso risultano necessarie misure di istruzione e formazione per soddisfare le esigenze del settore. Il documento presenta otto linee di intervento contenenti azioni e priorità che il nuovo Consorzio potrà eventualmente considerare nella predisposizione di un piano di intervento. 1) Interventi finalizzati al brand. Si tratta di potenziare i marchi-locomotive come il Trento Doc per trainare l’intero settore attraverso una verifica ed eventuale modifica delle zonazioni, creando sottozone di eccellenza, sostenendo i produttori di qualità e promuovendo i brand trentini. 2) Interventi sulla qualità delle uve e dei vini. L’esaltazione della qualità deve giovarsi della creazione di sottozone territoriali e di tecniche di viticoltura innovative, creando inoltre misure di tutela e promozione, riaffrontando il problema delle Doc ed eventuali Docg da proteggere evitando il loro declassamento a Igt. Una proposta specifica riguarda la sostituzione del pagamento delle uve in base a quintali/grado ad ettaro con una remunerazione differenziata per vitigno, tipologia di vino, vocazionalità territoriale. 3) Interventi sui componenti del sistema produttivo vitivinicolo. Le cooperative vanno riorganizzate puntando non solo sul profitto ma anche sulla riscoperta di valori territoriali e con un ruolo nell’affinamento e confezionamento del vino prodotto dalle cantine. Occorre facilitare i servizi prestati dalle cooperative di secondo grado e attuare servizi per la gestione del vigneto. Le cantine di primo grado devono produrre grandi vini e contestualmente ridurre il numero di vini prodotti e coinvolgere di più i produttori nella gestione cooperativa. 4) Interventi sull’organizzazione del comparto vitivinicolo. Occorre riportare in prima fila e responsabilizzare i viticoltori, siano essi associati o cooperative, rendendo più chiara la missione delle cooperative e stimolando i produttori di eccellenze. Se da un lato si ritiene negativa la tendenza all’uso di Igt, dall’altra occorre definire un piano industriale che rivisiti gli attuali disciplinari di produzione. 5) Interventi agrotecnici-territoriali ed enologici. Occorre raccordare meglio il territorio alle tipologie dei vini prodotti, individuare aree di eccellenza con funzioni di traino e sviluppare una "viticoltura di precisione" basata su una sensoristica moderna, portando più tecnologia e meccanizzazione in campagna e attuando strategie viticole sostenibili. 6) Interventi genetici. Associare un territorio a un vino, individuare macroaree omogenee che gravitino su una cantina sociale che produca uno o pochi vini (gli stessi poi distribuiti da molte organizzazioni), migliorare la zonazione e definirla con precisione, sviluppare nuove varietà resistenti alle malattie e di portainnesti più adatti al territorio. Servono dunque azioni di rinnovamento varietale e progetti di miglioramento genetico. 7) Interventi sulla formazione. Migliorare la capacità imprenditoriale dei giovani che si avvicinano al mondo vitivinicolo, approfondendo nella formazione gli aspetti gestionali e le strategie commerciali, individuando strategie di comunicazione del settore enologico e di promozione dei prodotti locali. Si propone un potenziamento dei corsi di qualificazione professionale, la creazione di corsi per cantinieri, master specifici e laurea magistrale, rafforzando la formazione permanente degli operatori con corsi specialistici, prevedendo invece corsi generalisti per chi si avvicina al settore vitienologico. 8) Interventi di politica del territorio e vitivinicoltura. Si popone di costituzione di un nuovo consorzio di tutela interprofessionale che si avvalga di un osservatorio per prezzi, costi e statistiche, e che attui un piano territoriale e un piano industriale. Quattro i settori di intervento: promozione, normative vitivinicole, tutela e sperimentazioni. I componenti del consorzio sono nominati da Provincia, Camera di Commercio, Cooperazione, Fondazione Mach, associazioni dei produttori e rappresentanti dei vignaioli. |
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