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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 02 Dicembre 2010 |
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UNA NUOVA TECNICA PER VELOCIZZARE LO SVILUPPO DEI FARMACI |
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Bruxelles, 2 dicembre 2010 - Alcuni scienziati del Laboratorio di biologia molecolare europeo (Embl) di Grenoble, Francia, hanno sviluppato una nuova tecnica che permette di introdurre fino a 15 marcatori fluorescenti alla volta in una cellula di mammifero. Secondo loro questi risultati potrebbero aiutare a velocizzare lo sviluppo e il controllo dei farmaci. Lo studio è stato finanziato in parte dal progetto P-cube ("Protein production platforms"), che ha ricevuto 6,6 Mio Eur attraverso la linea di budget Infrastrutture di ricerca del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. Imre Berger dell´Embl aveva in precedenza sviluppato una tecnica che permetteva agli scienziati di creare l´equivalente di un pennello per il trucco che si applica una volta sola e mette in luce caratteristiche diverse simultaneamente. È stato quindi possibile immettere nelle cellule etichette fluorescenti per contrassegnare vari componenti cellulari con colori diversi, per esempio blu per il nucleo, giallo per la tubulina (un componente della struttura della cellula), rosso per i mitocondri, grigio-azzurro per le membrane delle vescicole chiamate endosomi e viola per le altre membrane della cellula. Questa tecnologia è stata creata dal dott. Berger come parte di un metodo chiamato Multibac e usato per esprimere complessi proteinici in cellule di insetto. In questo recente studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, il dotto Berger e Philipp Berger del Paul Scherrer Institut (Psi) di Viligen, Svizzera, hanno unito le loro forze per far fare un passo avanti a questa tecnologia, adottando il concetto per le cellule di mammifero, come le nostre, per la prima volta. Per fare ciò hanno rapidamente creato un vettore singolo che portasse un numero teoricamente illimitato di geni estranei, dentro una cellula. Fino ad ora, gli scienziati sono riusciti a portare fino a 15 geni in questo modo. La proteina codificata per ognuno di questi geni può portare un´etichetta fluorescente e quindi questo rende l´etichettatura multipla molto più efficiente rispetto a metodi precedenti. La nuova tecnica di etichettatura per le cellule di mammifero, chiamata Multilabel, potrebbe aiutare a rendere lo sviluppo e lo screening di farmaci significativamente più veloce poiché permette agli scienziati di etichettare diversi componenti della cellula coinvolti in una data malattia e di seguirli tutti contemporaneamente. "L´introduzione di informazioni genetiche eterologhe, in particolare di geni multipli, in una cellula di mammifero costituisce la tecnologia chiave nel campo della ricerca biologica sperimentale contemporanea," dicono i ricercatori. "L´espressione contemporanea di sensori etichettati con colori fluorescenti è necessaria per analizzare simultaneamente parametri multipli in cellule vive e la co-espressione di diverse proteine è necessaria per manipolare il destino della cellula nel campo della biologia delle cellule staminali. Le attuali tecniche per l´espressione multipla di geni nelle cellule di mammifero non sono efficaci, essendo poco flessibili e lunghe. Il team ha spiegato che Multilabel è un nuovo sistema di espressione modulare eucariotico basato sul plasmide molto efficace. Il progetto P-cube ha lo scopo di fornire un accesso maggiore e gratuito alle tecniche più recenti nel campo della clonazione, dell´espressione, della caratterizzazione delle proteine e della cristallizzazione per tutti gli utenti europei. A questo scopo, gli scienziati provenienti da Svizzera e Gran Bretagna, che partecipano al progetto si scambiano regolarmente le competenze per migliorare le tecnologie e standardizzare le procedure, con il fine di divulgare queste competenze in tutta Europa. Per maggiori informazioni, visitare: P-cube: http://www.P-cube.eu/ Laboratorio europeo di biologia molecolare (Embl): http://embl.Fr/ Nature Communications: http://www.Nature.com/ncomms/index.html |
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DELLAI E L´ASSESSORE ROSSI INCONTRANO I VERTICI DELLA SANITA’ TRENTINA
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Trento, 2 dicembre 2010 - In una sala gremita di rappresentanti della sanità trentina è avvenuta l1 dicembre la presentazione ufficiale del Consiglio di direzione, recentemente nominato dal direttore generale Luciano Flor. Un incontro importante al quale hanno partecipato il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai e l’assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, accompagnato dalla dirigente generale del dipartimento politiche sanitarie, Livia Ferrario. Il direttore generale dell’azienda provinciale per i servizi sanitari Luciano Flor, nel presentare ufficialmente il consiglio di direzione dell’Apss, formato da Paola Maccani direttore per l’integrazione socio-sanitaria, Eugenio Gabardi direttore sanitario e Franco Debiasi direttore amministrativo, ha dato il via ad un pomeriggio durante il quale si è ben dichiarata, con un consenso unanime, la linea strategica della’Apss condivisa e sostenuta anche a livello politico. “Si stanno realizzando con queste nomine” ha affermato l’assessore Rossi ringraziando sentitamente Franco Debiasi per quanto ha fatto in questi anni di direzione, un ringraziamento seguito da un lungo applauso “i primi passi concreti delineati dalla legge di riforma approvata a luglio. Abbiamo di fronte una squadra di persone che saranno in grado di prendere decisioni importanti con obiettivi chiari, la collaborazione tra azienda e assessorato è e sta diventando sempre di più una realtà pur rispettando i ruoli diversi. Con il nuovo regolamento, continua Rossi, che dovrà essere preparato entro marzo 2011 si realizzerà la nuova azienda all’insegna della collaborazione e del confronto in una logica di cambiamento con dei concetti chiave che restano le nostre parole d’ordine: il lavoro in rete con al centro la persona. Dopo l’approvazione del regolamento altri appuntamenti importanti saranno la formazione del collegio del governo clinico, che darà la giusta rilevanza alla dimensione clinica oltre a quella manageriale, e naturalmente la costituzione a livello territoriale dei distretti”. E’ con un ringraziamento a Franco Debiasi ed un augurio a Luciano Flor e al suo staff cheha preso la parola la parola il presidente della provincia Lorenzo Dellai che ha formulato in modo chiaro e forte le aspettative che oggi la gente trentina sa di poter richiedere a questo nuovo volto della sanità, eccole: “Maggiore partecipazione del personale a tutti i livelli, nessuno in seconda fila, maggiore umanizzazione sia all’interno per migliorare sempre e comunque efficienza e performance positiva, che all’esterno nei confronti dei cittadini, e - ha continuato Dellai - in questo cammino complesso ci siamo per aiutare e stimolare”. Ma è su cosa oggi viene continuamente messo in discussione che il presidente fa sentire chiaramente la voce e cioè:” la fiducia nella scienza medica non deve mai venir meno, altrimenti prendono forza i nuovi sciamani, come ad esempio nel settore dell’inquinamento e dell’attenzione al territorio, noi dobbiamo dare certezze , dobbiamo essere in grado di dare elementi di fiducia per quanto riguarda la salute e la sanità e se ci sono problemi i correttivi vanno introdotti e attuati”. “Un terzo del nostro bilancio - ha proseguito Dellai - è giustamente dedicato alla sanità perché la qualità della vita dei nostri cittadini è per noi estremamente importante ma dobbiamo ricordarci che siamo in un contesto di crisi della finanza pubblica, le risorse sono diverse rispetto al passato, dobbiamo essere tutti capaci di inventare cose nuove, di collaborare, di condividere di innovare, di confrontarci in modo diverso per avere sempre maggiori opportunità. Guardando al futuro abbiamo un progetto importantissimo, il Nuovo Ospedale Trentino, il Not, anche qui possiamo lavorare insieme per accelerare il progetto, non solo dal punto di vista logistico, ma anche per capire cosà sarà, cosa ci starà dentro e sono preziose le relazioni che l’assessore Rossi sta stabilendo con Bolzano e Innsbruck per capire come affrontare anche il tema di un nuovo modello di una facoltà di medicina che sia laboratorio di formazione. Siamo fiduciosi nella propensione al cambiamento e nella voglia di partecipazione di tutti”. “Il vero spirito di squadra si è concretizzato in questo lungo e complesso cammino - ha detto Livia Ferrario - , le incertezze si sono dissolte e oggi ci sono gli strumenti per mettere in gioco le competenze e produrre innovazione, il dipartimento ci sarà per valutare e programmare in sintonia sugli obiettivi da raggiungere” “Forte deve essere l’attenzione alle competenze e al ruolo professionale - ha spiegato Flor prima delle conclusioni dell’assessore - consapevoli di far parte di un sistema omogeneo e di un progetto unitario, cercando di essere in grado di mantenere standard di qualità in ogni punto di erogazione sul territorio dei servizi sanitari ai nostri cittadini”. “Fiduciosi di questo clima di collaborazione e condivisione” ha affermato Enzo Galligioni, direttore dell’unità operativa di oncologia medica dell’Ospedale S.chiara di Trento anche a nome di molti colleghi presenti in sala” nella certezza che questa è un’occasione da non perdere nella quale tutti vogliono dare il meglio”. La chiusura all’assessore Rossi, con un auspicio che si riesca sempre di più” a trasmettere all’esterno le cose buone che facciamo, a far crescere la fiducia nelle istituzioni e nella sanità da parte dei cittadini, di non perdere mai di vista l’attenzione alla persona, cercando sempre di alzare la qualità delle molte cose che facciamo. Insieme - ha concluso Rossi - ce la possiamo fare”. |
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SANITA´ IN ABRUZZO: CHIODI, CONFRONTO SU STRATEGIE E NON SU LITURGIE IL PRESIDENTE IN COMMISSIONE CONSILIARE DIFENDE SCELTE PIANO |
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L´aquila, 2 dicembre 2010 - "Se per confronto intendete una valutazione delle strategie e degli obiettivi, allora c´è stato in diverse occasioni, politiche, sindacali e con i Sindaci". Il presidente della Regione Abruzzo, e Commissario ad acta per la Sanità, Gianni Chiodi, entrando in audizione alla Commissione consiliare "Affari sociali e Tutela della Salute", ha replicato così ai Consiglieri del Pd. "Se poi il confronto auspicato - ha puntualizzato il Presidente - è quello che conduce a scelte tese ad accontentare rivendicazioni particolaristiche e clientelari, quello che ha portato l´Abruzzo al drammatico stato della Sanità che ho ereditato, ebbene, si sappia, che non arretrerò di un passo". "Per carattere e formazione - ha fatto notare il Presidente/commissario Chiodi - sono sempre e comunque per il confronto, ma non per le liturgie della politica politicante. Le stesse che hanno sprofondato l´Abruzzo fino a questo livello di indebitamento". E ancora: "Per troppo tempo il malinteso (talvolta strumentalmente) senso del confronto ha comportato nel migliore dei casi il non scegliere, la deresponsabilizzazione; nel peggiore dei casi la gestione politico-clientelare della Sanità. I risultati sono sotto gli occhi di tutti ed hanno visto la Regione Abruzzo avere il triste primato del debito (che ha anche raggiunto i 4 miliardi di euro), servizi sanitari non adeguati, liste di attesa lunghissime e costi elevati a fronte di prestazioni di bassa qualità". Chiodi, quindi, di fronte alla Commissione ha rilanciato con fermezza il "sì al confronto costruttivo ed il no alla dannosa e strumentale liturgia". Il Presidente ha ricordato altresì che "confronto costruttivo c´è stato anche in fase di elaborazione del Piano operativo 2010". "Ma purtroppo non ve ne siete accorti" ha stigmatizzato rivolto ai rappresentanti delle forze di opposizione. "Probabilmente - ha sottolineato Chiodi - perché per molti di voi il confronto non è sulle strategie ma su ciò che conduce, irrimediabilmente, a concessioni clientelari, dimostrando fragilità e cedevolezza verso gruppi di pressione localistici. Gruppi - ha osservato, infine, il Presidente Chiodi - che sicuramente non hanno a cuore l´interesse generale degli abruzzesi". A sostegno della validità delle scelte compiute in materia di razionalizzazione della rete ospedaliera, il Commissario alla Sanità ha citato gli ottimi risultati già conseguiti dalla Asl di Pescara che, proprio qualche giorno fa, ha reso noto di aver raggiunto una riduzione della mobilità passiva, una diminuzione delle spese di gestione, una migliore qualità dell´offerta sanitaria. Un´audizione serena e completa, è stato riferito, nel corso della quale il Presidente Chiodi ha risposto a tutti i quesiti posti dai componenti la Commissione, chiarendo ogni aspetto in esame. |
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BASILICATA: I NUMERI DEGLI STATI GENERALI DELLA SALUTE |
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Potenza, 2 dicembre 2010 - Un ampio ed approfondito dibattito sulla sanità lucana e sulla necessità di estendere il concetto di Sanità ad una dimensione nuova ed articolata che coinvolga il benessere complessivo della persona, come base del nuovo Piano sociosanitario regionale. E’ stato questo il senso degli Stati generali della Salute, l’iniziativa organizzata dal Dipartimento Sanità della Regione Basilicata, che ha preso il via venerdì 22 ottobre per concludersi giovedì 2 dicembre. Cinque appuntamenti. I primi quattro hanno coinvolto oltre 50 relatori fra esperti del settore sanitario, esponenti del mondo politico e giornalistico con oltre 40 interventi da parte di operatori e rappresentanti del mondo del volontariato. L’iniziativa ha suscitato notevole interesse. Oltre 1.000 i partecipanti e circa 1.500 quanti hanno seguito i lavori su internet con lo streaming on line, mentre in oltre 10mila si sono informati sul dibattito attraverso il sito dedicato agli stati generali della Salute sgs.Salute.basilicata.it. |
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GLI OBIETTIVI DEL NUOVO PIANO DELLA SALUTE DELLA BASILICATA UN PROGRAMMA EQUILIBRATO FRA DIRITTI DEI CITTADINI E RISORSE FINANZIARIE |
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Potenza, 2 dicembre 2010 - La prospettiva politica assunta da questo “programma” è: 1. Una sanità pubblica che sia in grado di ridefinire il rapporto tra diritti e risorse; 2. Un rimodellamento del sistema sanitario: nuove forme di partecipazione della società civile con nuove forme di governo partecipato; 3. La scelta federalista: valorizzazione della sussidiarietà alle politiche per la produzione della salute come ricchezza; 4. La ridefinizione dei modi e delle forme della solidarietà: distribuzione di eguali possibilità di cura, maggiore rispondenza alle specificità, giusta redistribuzione delle risorse; 5. L’assunzione di una nuova convenienza rispetto ai beni morali e materiali: vincolo per tutte le scelte e per tutti gli investimenti che si decidono di fare; Sul piano pratico la nostra prospettiva implica: 1. Far funzionare meglio i servizi per diminuirne i costi incrementando “le qualità”; 2. Eliminare le tante contraddizioni che si frappongono tra domanda di salute e offerta di sanità e che appesantiscono i costi del sistema con costi aggiuntivi (contenzioso legale, medicina difensiva, opportunismi professionali); 3. Ripensare i “modelli” e le “organizzazioni” aprendo alla ricerca di altri modelli e altre organizzazioni . Il Sistema Sanitario Regionale, nel suo insieme e in ciascuna delle proprie aree operative, deve assumere il modello di sistema di rete integrata di persone, strutture, tecnologie e processi, finalizzata al soddisfacimento di tutte le parti interessate al più alto livello possibile, compatibilmente con la complessità e la sostenibilità del sistema stesso. Le reti integrate dei servizi hanno l’obiettivo di garantire ai cittadini la migliore qualità assistenziale nell’erogazione dei servizi disponibili nei diversi ambiti territoriali del sistema sanitario aziendale e regionale, assicurando equità di accesso, efficienza allocativa e operativa ed efficacia complessiva degli esiti sulla salute. Le reti di cui viene ravvisata l’esigenza sono: - rete dell’Emergenza/urgenza (Dires) - rete cardiologia per l’Infarto Miocardico-acuto (Ima) - rete Onco-ematologica - rete dell’Ictus - rete della Genetica Medica - rete della Neuropsichiatria Infantile - rete della Reumatologia - rete dell’Obesità - rete dei Punti Nascita - rete dei Servizi Diagnostici - rete diagnostica micobatteriologica - rete nutrizione artificiale domiciliare |
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BASILICATA: DALLA DEOSPEDALIZZAZIONE ALLA RIOSPEDALIZZAZIONE |
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Potenza, 2 dicembre 2010 - Oggi a proposito di ospedali è certamente necessario cambiare logica e impostazione. Per anni ha prevalso un indirizzo sottrattivo, privativo, volto a ridimensionare l’ospedale in tutti i modi come se fosse un “disvalore” e noto con il termine “deospedalizzazione”. Oggi abbiamo bisogno di ripensarne il ruolo, i modi funzionali, l’operatività, i rapporti interni ed esterni, le professioni storiche, quindi il “valore”e per questo di “rispedalizzazione”. Oggi l’ospedale ha bisogno di essere riabilitato agli occhi delle comunità, di riqualificarsi nelle sue interne organizzazioni, di essere percepito come affidabile, anche per contrastare il fenomeno costoso e oneroso della mobilità dei malati verso altre regioni, quindi ha bisogno di un ripensamento culturale. Due gli indirizzi di fondo di questo programma: 1) riequilibrare le “quantità” ospedaliere con l’ottica della compatibilità, adottando ben ponderati parametri volti a superare ogni forma di antieconomicità; 2) ripensare le “qualità” dell’assistenza ospedaliera con l’ottica della compossibilità, ripensando un “modello” di ospedale che a tutt’oggi è tale e quale a quello descritto dalla riforma ospedaliera del 1968, quindi anacronistico. Per tali ragioni è necessario definire: - I parametri e la metodologia di calcolo per riequilibrare strutturalmente il sistema ospedaliero e ricondurre tutti i presidi interessati, all’interno di una configurazione a rete; - le forme e i modi per ripensare l’ospedale dentro una nuova visione dell’ospitalità fondata su un ripensamento del classico ricovero; - le metodologie di riferimento per sviluppare l’health technology assessment, - le soluzioni organizzative più idonee per favorire “l’alta intensità di assistenza”, per la post-acuzie, per i percorsi integrati, per i dipartimenti delle professioni, per acquisire nuove soluzioni del tipo see and treat, fast track surgery, ecc. Nelle quali si affermi chiaramente una nuova responsabilità gestionale della figura infermieristica laureata senza per questo ledere in alcun modo le prerogative della professione medica; - le soluzioni organizzative idonee a riconvertire con gradualità almeno il 40% dei ricoveri ordinari chirurgici attraverso l’organizzazione del day surgery ma non tanto riservando, nei reparti di chirurgia, un certo numero di posti letto, ma organizzando autonomamente il day surgery in un dipartimento chirurgico, e riconoscendogli la facoltà almeno di un pernottamento; - l’organizzazione comunitaria della funzione di nursing. |
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CROB VENERDÌ CONVEGNO SU “ASPETTI PSICOLOGICI IN ONCOLOGIA” |
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Potenza, 2 dicembre 2010 - “Aspetti psicologici in oncologia” è il tema al centro del convegno che si terrà questo venerdì a partire dalle ore 9.00 presso l’Irccs Crob di Rionero in Vulture. Un tema, quello dell’approccio psicologico, che comprende sia il paziente che gli operatori sanitari. L’incontro organizzato dall’Oncologia Medica diretta da Michele Aieta ha la finalità di promuovere le competenze psico oncologiche e le capacità comunicative e relazionali di ciascuna professionalità coinvolta nell’assistenza multidisciplinare del paziente oncologico. “La sofferenza psichica è di frequente riscontro nelle persone malate di tumore” spiega Aieta “situazioni di stress emotivo e disagio psichico rappresentano una reazione comprensibile e naturale di fronte ad un evento critico in grado di destabilizzare l’individuo, ma anche la sua rete familiare e sociale”. In questo contesto un approccio psicologico da parte degli operatori sanitari si rende indispensabile. Medicina e psicologia a braccetto in ambito oncologico, dunque, per aiutare il paziente e i suoi familiari a gestire lo stress che deriva dall’ iter terapeutico. Inoltre, “se fino a pochi anni fa” prosegue il direttore dell’Oncologia Medica “l’efficacia di un trattamento in oncologia veniva valutata esclusivamente in termini di sopravvivenza, oggi assume rilevanza soprattutto l’aspetto qualitativo, ovvero come il paziente trascorrerà la sua vita”. |
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LIGURIA: AL VIA SERVIZIO CONVALESCENZA PROTETTA PER I SENZA DIMORA |
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Genova, 2 Dicembre 2010 - Un servizio di convalescenza protetta che consentirà di ospitare persone senza dimora che, dopo la fase acuta di una patologia, hanno bisogno di un periodo di riposo e accudimento. Prenderà il via intorno alla metà di dicembre grazie ad un finanziamento di 75.000 euro stanziato dalla Regione Liguria dal fondo sanitario per far fronte al problema dei senza dimora che vengono dimessi dai Pronto soccorso o dai reparti ospedalieri. Il progetto proposto dalla Fondazione Auxilium non per caso partirà proprio nel periodo più freddo dell’anno con la collaborazione dell’Asl 3 Genovese, dei presidi ospedalieri e del Comune di Genova. Saranno infatti proprio i pronto soccorso a segnalare alla Fondazione Auxilium le persone che avranno bisogno di un periodo di stabilizzazione e di convalescenza in una struttura. “Al momento – spiega l’assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo – per consentire l’avvio della fase di sperimentazione la struttura è stata individuata all’interno dell’ospedale San Martino di Genova e potrà ospitare circa 20 persone. Gli spazi messi a disposizione serviranno a sperimentare un modello assistenziale di tipo territoriale”. L’ospitalità avrà una durata variabile a seconda delle condizioni di salute: grazie anche alla collaborazione del Comune di Genova, si verificheranno le possibilità di accesso in un normale circuito di ospitalità. Del progetto, collegato ai pronto soccorso degli ospedali genovesi, si parlerà in una riunione organizzata il 6 dicembre in Regione dall’assessore alla salute con tutti i responsabili dei pronto soccorso genovesi e i direttori sanitari ospedalieri e della Asl 3. A Genova si stima che siano intorno a 2.000 le persone senza dimora: non esiste un censimento ufficiale, in quanto i normali strumenti di indagine non sono applicabili a questa fascia della popolazione. Le medie europee danno la presenza di persone senza dimora in una percentuale variabile tra il 2% e il 4% della popolazione delle aree metropolitane. Il tema del rapporto tra sanità e sistema di accoglienza dei senza dimora sarà affrontato in una giornata di studio organizzata dalla Fondazione Auxilium venerdì 3 dicembre dalle 9.30 alle 13 presso la Sala Quadrivium in piazza S. Marta a Genova a cui parteciperanno, tra gli altri, l’assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo, l’assessore ai servizi sociali del Comune di Genova, Roberta Papi, Stefano Tabò, direttore della Fondazione Auxilum, Monsignor Marino Poggi, direttore della Caritas Diocesana, Marco Iazzolino della Federazione Italiana Organismi persone senza dimora, Paolo Cremonesi, direttore del servizio di Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza dell’ospedale Galliera e Paolo Moscatelli, direttore della Medicina d’Urgenza del Pronto soccorso del San Martino di Genova |
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PROSEGUE L´IMPEGNO DELLA REGIONE MARCHE NELLA LOTTA ALLA DROGA APPROVATO IN GIUNTA L´ATTO DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE STANZIATE . |
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Ancona, 2 Dicembre 2010 - La giunta regionale ha approvato, su proposta dell´assessore alle politiche sociali Luca Marconi, gli indirizzi di programmazione ed i criteri di ripartizione delle risorse economiche destinate al contrasto delle dipendenze patologiche da sostanze illegali. ´Prosegue ´ spiega l´assessore Marconi - nonostante i pesanti tagli imposti dal governo nazionale al sociale, l´impegno della Regione Marche nella lotta a tutte le droghe. L´obiettivo e` continuare a lavorare con gli operatori e i Dipartimenti in un``ottica di sistema come e` nelle funzioni di tali strutture, le prime a livello nazionale ad aver costruito un modello di integrazione pubblico-privato sociale. Vogliamo intensificare ancora l´azione volta al contenimento del fenomeno, strappando da questa ignobile dipendenza il maggior numero di giovani possibile con un´offerta terapeutica e di servizi residenziali grazie i quali sia possibile curarsi e ritrovare un´esistenza libera e dignitosa´. Le risorse stanziate dalla Regione Marche ammontano a 2.188.491 euro. Di questa somma circa la meta`, 1.046.900 euro, serviranno per garantire la continuita` agli interventi residenziali, semiresidenziali, di strada e di counseling telefonico attraverso il numero verde regionale (800 01 22 77). Un milione di euro e` poi destinato ai nove Dipartimenti dell´Asur per il lavoro degli operatori per le dipendenze patologiche e infine 141.590 euro serviranno per avviare interventi di inclusione socio-lavorativa. Nelle Marche sono oltre 4mila gli utenti che fanno ricorso ai servizi per le dipendenze di cui l``83% sono maschi, il 17% femmine e negli ultimi anni si registra un trend crescente nell``utilizzo di droghe da parte degli ultraundicenni. La prevalenza delle sostanze utilizzate sono per il 75% oppiacei, il 9% cocaina, 12% cannabinoidi e la restante percentuale droghe sintetiche. La rete sanitaria attraverso 9 dipartimenti, 13 servizi dipendenze, 31 strutture riabilitative residenziali, 12 strutture semiresidenziali e 9 servizi di prossimita` con unita` di strada, agisce con 221 operatori pubblici e 113 del privato. |
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POLVERINI: "ANCHE NEL LAZIO CENTRO ASSISTENZA DONNE POST PARTUM" |
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Roma, 2 dicembre 2010 - Un centro per l´assistenza delle donne con problemi di depressione in gravidanza e nel post partum anche nel Lazio. E’ stato questo l’impegno preso ieri dalla presidente della Regione, Renata Polverini, durante la presentazione a Palazzo Chigi della campagna di comunicazione ´A smile for moms´ (‘Un sorriso per le mamme’), promossa dall´Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda)e alla quale hanno partecipato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e il ministro della Salute, Ferruccio Fazio . L’iniziativa di Onda ha come obiettivo di offrire assistenza alle donne colpite da depressione pre e post partum attraverso una campagna triennale, che prevede fra l’altro uno spot trasmesso sulle reti televisive nazionali e regionali e che ha come testimonial l´attrice Maria Grazia Cucinotta. “Trovo inaudito che nel Lazio non ci sia un centro dedicato all´assistenza delle donne colpite da depressione in gravidanza o subito dopo il parto” ha detto Polverini nel corso della conferenza stampa, assumendo l’impegno “di realizzarne uno anche nella nostra Regione”. “Dobbiamo tornare a parlare di salute e non solo di sanità e prestare maggiore attenzione alla prevenzione, perché spesso noi donne ci trascuriamo”, ha proseguito la Presidente per poi concludere: “Dobbiamo fare in modo che tutte le donne vivano il momento del parto come il migliore della loro vita”. |
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MENOPAUSA, LE ITALIANE “RINASCONO” A 50 ANNI MA I DISAGI RESTANO NASCOSTI E LE DONNE NON CHIEDONO AIUTO HANNO VOGLIA DI NUOVI AMORI, SONO MOLTO PIÙ IN FORMA RISPETTO ALLE LORO MADRI, MA SOTTOVALUTANO I RISCHI DI QUESTO PASSAGGIO E QUELLI CARDIOVASCOLARI. |
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Roma, 2 dicembre 2010 – Il fatidico traguardo del mezzo secolo non coincide più con il tramonto della femminilità, anzi: le donne oggi affrontano questa tappa come una seconda giovinezza, molte raggiungono il culmine della carriera e vivono un nuovo rapporto (l’età media femminile al divorzio è 43 anni). Nel 2008 vi sono state anche ben 107 neomamme a 50 anni e oltre. “Hanno una vita più piena ed attiva e sono mediamente molto più in forma rispetto alle loro madri – spiega la dr.Ssa Raffaella Michieli, segretario nazionale della Società Italiana di Medicina Generale (Simg) -. Il fatto che oggi si parli molto di madri over 50 non è casuale ma riflette il diverso approccio moderno rispetto all’avanzare dell’età, anche nei confronti della vita sessuale e procreativa. Tuttavia l’arrivo della menopausa può non essere “indolore”: per il 10% circa, i disturbi e i disagi possono minare significativamente la qualità di vita ed i medici di medicina generale devono essere pronti a cogliere questo messaggio”. Un sondaggio condotto a novembre su un campione di 200 camici bianchi italiani rivela che il 94% delle pazienti sintomatiche prova vampate di calore, il 49% sbalzi di umore, il 39% sudorazioni, il 35% aumento di peso. Nel 57% dei casi viene prescritta una terapia per i disturbi, e per il 67% delle donne è quella ormonale sostitutiva (Tos). “Sopportano disagi anche pesanti per paura degli effetti collaterali – commenta il prof. Marco Gambacciani, dell’Unità di Menopausa e Osteoporosi dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana -. Dobbiamo informare le donne sulla sicurezza di questa terapia iniziata prima dei 60 anni. In particolare, nuove formulazioni a base di drospirenone hanno dimostrato anche di ridurre i fattori di rischio cardiovascolare. Migliora quindi non solo la qualità ma anche l’aspettativa di vita: in pazienti tra 50-59 anni trattate con Tos vi è una riduzione del 30% della mortalità per queste malattie”. Il 77% dei medici conferma che le donne sottostimano questo pericolo, che rappresenta la prima causa di morte nel sesso femminile dopo i 50 anni. La misura preventiva più praticata è la misurazione periodica della pressione, prevista dal 97% del campione. “L’ipertensione è il fattore di rischio indipendente più importante nella donna – spiega il prof. Giuseppe Mercuro, ordinario di cardiologia all’Università degli studi di Cagliari -. La terapia con Angeliq (drosperinone 2 mg e 17beta-estradiolo 1 mg) ha dimostrato di abbassarla fino a 9 mmHg in donne ipertese già trattate e, in pazienti ai limiti dell´ipertensione arteriosa l’ha riportata a valori più accettabili. Recentemente, si è inoltre dimostrata efficace anche nel ridurre lo spessore dell’intima-media carotidea, una lesione “preclinica” importante nel definire il rischio cardiovascolare e prevedere gli eventi morbosi futuri”. Nell’esperienza del medico di famiglia, l’85% delle pazienti che ha provato questa formulazione ha riscontrato benefici. Obiettivo dell’indagine fra i medici di famiglia della Simg è capire come sia cambiata la percezione delle donne riguardo alla menopausa rispetto a un decennio fa, quando furono pubblicati i risultati dello studio Women’s Health Iniatitive (Whi), poi messi in discussione. Oggi l’età media per la perdita della fertilità nel nostro Paese è 50 anni ma il fumo di sigaretta può anticiparla di quasi 2. “Le donne stanno sviluppando stili di vita sempre più simili a quelli maschili, ad esempio per il consumo di sigarette (in crescita) o di alcol e per l’obesità - commenta la Michieli -. Servirebbe un cambio di mentalità: cominciare a pensare fin da giovani anche alla salute del cuore; soprattutto perché viviamo per un terzo in età post-menopausale, quando il rischio aumenta per il venir meno dell’effetto protettivo degli estrogeni”. “Fin dalla premenopausa possono comparire fattori di rischio importanti che poi negli anni successivi evolvono nella patologia cardiovascolare vera e propria, che in genere si manifesta nella donna intorno ai 65 anni, cioè 10-15 anni dopo la menopausa – aggiunge Mercuro -. È perciò corretto guardare a questa tappa della vita con particolare interesse, perché ci offre l’occasione per mettere in evidenza il problema e definire interventi preventivi (a partire dagli stili di vita) e strategie terapeutiche. La Tos è una delle opzioni disponibili e può presentare, se prescritta alla paziente giusta, vantaggi anche sotto il profilo di rischio cardiovascolare”. La selezione delle donne e dei trattamenti rappresenta oggi il vero obiettivo per i clinici. “L’anamnesi deve essere estremamente accurata, così da indirizzare la scelta del tipo di terapia e del dosaggio – spiega Gambacciani -. La somministrazione in presenza di disturbi costituisce già un criterio. La sintomatologia infatti non insorge con la stessa intensità in tutte le donne e indica infatti un peculiare assetto biologico. Ad esempio, le vampate di calore sono un marker della sensibilità del sistema nervoso centrale, ma si associano anche a modificazioni organiche e funzionali dovute alla deprivazione estrogenica anche a carico di altri organi ed apparati. Oggi si preferisce somministrare basse dosi di estrogeni natrurali, associati a progestinici di nuova generazione, ad azione non androginica. Angeliq determina un notevole miglioramento della sintomatologia climaterica, con una riduzione delle vampate, delle sudorazioni notturne, della depressione, migliorando la qualità del sonno e la libido. La presenza del drospirenone riduce o addirittura annulla i possibili effetti sulla ritenzione idrica – conclude -, rivelandosi particolarmente efficace nel controllo della pressione arteriosa e del metabolismo”. |
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TESTIMONY OF SIMPLICITY JASON KALOGIROS |
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Roma 15 dicembre 2010 - 29 gennaio 2011. Roma, 2 dicembre 2010 - unosolo annuncia Testimony of Simplicity, la prima mostra personale in Europa dell’artista americano Jason Kalogiros. Per l’occasione Kalogiros ha realizzato una serie di lavori fotografici in cui raddoppiamento e ripetizione diventano sia strumento di produzione che metaforico punto di partenza. Per realizzare queste immagini l’artista ha utilizzato una fotocamera con foro stenopeico (double pinhole camera) costruita con un contenitore d’avena della marca Quaker Oats. Due buchi realizzati in prossimità degli occhi dell’iconico ritratto che appare su questo contenitore diventano aperture gemelle che producono un’immagine doppia. Il nome Quaker Oats, insieme al volto sorridente ormai simbolo di questo prodotto, intende suggerire quegli ideali di integrità, onestà e purezza spesso associati alla Società degli Amici – o Quaccheri, altro nome con cui sono conosciuti i fedeli di questo movimento religioso appartenente al protestantesimo. Con le parole Testimony of Simplicity i quaccheri intendono sostenere che l’individuo dovrebbe vivere la propria vita all’insegna della semplicità, concentrandosi solo su ciò che è realmente importante. Kalogiros si appropria del nome di questa dottrina per farne un principio guida nel proprio lavoro. Per l’artista questa nuova serie di lavori è il risultato della ricerca intrapresa qualche tempo fa: scoprire se è ancora possibile ottenere un’immagine genuina e autentica di un soggetto ormai stereotipato e apparentemente consumato: un tramonto. Utilizzando la stenoscopia, un procedimento fotografico appreso da studente, ha tentato di osservare e rappresentare questo soggetto ‘ordinario’ in maniera nuova. La doppia apertura di Kalogiros produce un’immagine che trasforma questo soggetto divenuto ormai un cliché. Come lo stesso artista ha sottolineato ‘mentre un tramonto rappresenta una fine, un tramonto doppio suggerisce una metafora per un finale alternativo, oppure la speranza e la possibilità di molteplici conclusioni’ (J. Kalogiros). Jason Kalogiros (1975, New Brunswick, Nj, Usa) vive e lavora a San Francisco. Tra le più recenti mostre personali ricordiamo Duplicate Location, Spare Room Project (doppia personale con Maggie Preston), San Francisco, (2009) e Doubling Back, Chesapeake Gallery, Bel Air, Usa (2008). Tra le mostre collettive La chat grenouille, a cura di Raimundas Malasauskas, unosolo project room, Milano, (2010) Shadowshop, Sfmoma, San Francisco (2010), Altogether Elsewhere, a cura di Rob Tufnell, Rodeo, Istanbul (2010), Back to front, Queens Nails Projects, San Francisco (2009), One of these things is not like the other things, a cura di Raimundas Malasauskas, 1/9unosunove, Roma (2008). |
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CALCIO, RIZZI: A CASA GIOCATORI CHE SCIOPERANO L´APPELLO DELL´ASSESSORE LOMBARDO AI PRESIDENTI DEI CLUB DI SERIE A |
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Milano, 2 dicmebre 2010 - "Un atto irresponsabile e irrispettoso nei confronti di quanti, praticamente la maggioranza della popolazione, nemmeno in un´intera vita lavorativa vedranno mai tanto denaro quanto ne guadagna in un anno un calciatore della massima Serie". Lo ha detto ieri l´assessore regionale allo Sport e Giovani Monica Rizzi, intervenendo sulla decisione di Assocalciatori di scioperare per la 16ª giornata di campionato di Serie A, fissata l´11 e 12 dicembre prossimi. "Non intendo entrare nel merito del contendere - spiega Monica Rizzi - né contestare il diritto, sacrosanto, dei calciatori di portare avanti le proprie legittime istanze. Quello che indigna e rammarica è la modalità scelta per affermare le proprie ragioni da parte di una classe superprivilegiata: lo sciopero è infatti una forma di protesta estrema, legata a situazioni di oggettiva difficoltà economica o sociale di una classe o categoria". "Che un calciatore di Serie A decida di scioperare - ha ribadito Rizzi - mi sembra un insulto alla fatica di quanti ogni giorno devono ´far quadrare´ i conti per riuscire a sopravvivere con il proprio stipendio; soprattutto alla luce del momento di crisi economica che stiamo vivendo. Invito dunque i Presidenti delle squadre di Serie A a non cedere e a lasciare a casa tutti quei calciatori che aderiranno allo sciopero e a sostituirli con i giovani che si allenano nei nostri vivai". |
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MILANO: DAL 16 AL 18 DICEMBRE I CAMPIONATI ITALIANI DI PATTINAGGIO SERATA DI GALA CON KOSTNER, PLUSHENKO E ALTRI CAMPIONI |
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Milano, 2 dicembre 2010 - Prima le gare, dal 16 al 18 dicembre, per conquistare il titolo italiano nelle specialità sincronizzato, danza e artistico. Poi il 18, alle 21.00, il gran finale con l’Ice Christmas Gala,uno spettacolare show con le più belle musiche natalizie e i migliori pattinatori del momento. È il programma della tre giorni milanese del Pattinaggio di figura che arriva al Mediolanum Forum di Assago con i Campionati italiani assoluti a cui parteciperanno 370 atleti. Chiude la manifestazione una grande serata dedicata al Natale con le stelle del pattinaggio sul ghiaccio Carolina Kostner, Evgeni Plushenko, le coppie di campioni Ekaterina e Alexander Chesna, Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio, Pang Quing e Tong Jian. Oggi all’Urban Center la presentazione dell´iniziativa con l’assessore allo Sport e Tempo libero Alan Rizzi, il giornalista Guido Bagatta, i rappresentanti della società Ripide, organizzatori dell´evento. Sono intervenute Silvia Garnero, assessore alla Moda, Eventi ed Expo della Provincia di Milano e la campionessa italiana in carica, la milanese Valentina Marchei. “Con i Campionati italiani di pattinaggio – ha detto l’assessore allo Sport, Alan Rizzi – la nostra città chiude un anno entusiasmante per quanto riguarda gli eventi sportivi. Dopo i Mondiali di pallavolo maschile e l’Nba Europe Live Tour, culminato con la storica partita tra Armani Jeans e New York Knicks, arrivano anche le stelle del ghiaccio”. “Ci attendiamo la partecipazione di un foltissimo pubblico – ha aggiunto l’assessore – fatto di praticanti e di appassionati di ogni età, attirati dal valore della competizione e dall’altissimo livello di spettacolarità di questo sport e delle sue diverse discipline. Per tutti questi aspetti il Comune di Milano ha concesso all’evento il suo patrocinio nella certezza che i Campionati e il Galà finale, oltre ad arricchire il panorama delle grandi manifestazioni sportive milanesi, contribuiranno a promuovere la pratica del pattinaggio soprattutto tra i più giovani". Nelle tre giornate di gara, giovedì 16 e venerdì 17 dicembre, verranno assegnati i titoli delle categorie sincronizzato squadre novice, squadre junior e senior; danza coppie junior e senior; artistico junior e senior; femminile e maschile junior e senior. |
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