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Notiziario Marketpress di Giovedì 16 Dicembre 2010
SCIENZIATI INDIVIDUANO VARIANTI GENETICHE COLLEGATE ALL´ENDOMETRIOSI  
 
Bruxelles, 16 dicembre 2010 - Un team internazionale di scienziati ha individuato due varianti genetiche che aumentano il rischio di sviluppare l´endometriosi, una patologia ginecologica comune. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Genetics, potrebbero portare a nuovi e migliori modi di diagnosi e trattamento della malattia. Si ritiene che l´endometriosi colpisca circa 170 milioni di donne nel mondo, o fino al 10% delle donne in età riproduttiva. La malattia si presenta quando cellule uterine iniziano a crescere e si accumulano su altri organi del bacino, come ad esempio le ovaie e l´intestino. I sintomi includono dolore pelvico cronico, mestruazioni dolorose e, in alcuni casi, infertilità. L´unico modo di ottenere una diagnosi certa prevede l´ispezione del bacino con un laparoscopio, perciò molte pazienti rimangono non diagnosticate per molti anni. I trattamenti includono la chirurgia e farmaci ormonali, che comportano molti effetti collaterali. "L´endometriosi può essere una malattia dolorosa e angosciante che colpisce un numero significativo di donne in età riproduttiva", ha detto la dottoressa Krina Zondervan dell´Università di Oxford nel Regno Unito. "Sappiamo da tempo che l´endometriosi è ereditabile, ma fino ad ora non avevamo trovato le varianti genetiche che influenzano il forte rischio per una donna di sviluppare la patologia". "Abbiamo condotto il più grande studio di associazione sull´intero genoma fino ad oggi - il primo in donne di origine europea - confrontando il Dna [acido desossiribonucleico] di 5.586 donne con endometriosi e con quello di 9.331 persone senza", ha spiegato il professor Grant Montgomery del Queensland Institute of Medical Research in Australia. Il team ha individuato due regioni del genoma associate ad un aumentato rischio di endometriosi. La prima e più forte si trova sul cromosoma 7; questa regione potrebbe essere coinvolta nella regolazione dei geni vicini, coinvolti nello sviluppo dell´utero e del suo rivestimento interno. Il team ha anche confermato che una variante genetica sul cromosoma 1 è associata con endometriosi. Questa seconda variante si trova vicino al gene Wnt4, che è coinvolto nel metabolismo degli ormoni e nello sviluppo e la funzione del tratto riproduttivo femminile. "Il nostro studio rappresenta una svolta perché fornisce la prima prova evidente che le variazioni nel Dna di rendono alcune donne più predisposte a sviluppare l´endometriosi", ha dichiarato la dott.Ssa Zondervan. "Ora occorre capire l´effetto di queste variazioni sulle cellule e molecole del corpo". Il contributo genetico sembra essere particolarmente forte per le forme più gravi della malattia. "Studi precedenti hanno dimostrato che l´endometriosi è ereditabile, ma non hanno esaminato l´impatto della genetica nei diversi stadi della malattia", ha commentato il professor Montgomery. "Il nostro studio dimostra un forte contributo genetico nell´endometriosi moderata-grave, che ha implicazioni per la ricerca futura sulla malattia". Il dottor Stephen Kennedy dell´Università di Oxford ha concluso: "Siamo convinti che i risultati di questo studio contribuiranno allo sviluppo di metodi di diagnosi meno invasivi e cure più efficaci per endometriosi". Il lavoro è stato svolto dall´International Endogene Consortium, che riunisce ricercatori dell´Università di Oxford (il Nuffield Department of Obstetrics and Gynaecology e il Wellcome Trust Centre for Human Genetics) e del Queensland Institute of Medical Research, nonché della Harvard Medical School e del Brigham and Women´s Hospital negli Stati Uniti. Per maggiori informazioni, visitare: Wellcome Trust: http://www.Wellcome.ac.uk  Queensland Institute of Medical Research: http://www.Qimr.edu.au/  Nature Genetics http://www.Nature.com/ng    
   
   
RICERCATORI SVELANO LA PROTEZIONE DEL DNA CONTRO I RAGGI UV  
 
Bruxelles, 16 dicembre 2010 - L´effetto della luce del Sole sulla nostra pelle spesso aiuta le persone a sentirsi sane e felici ma, mentre l´abbronzatura può essere un effetto desiderato, esso può anche avviare dei processi di danneggiamento che portano a gravi malattie come il cancro della pelle. Ricercatori in Austria sono riusciti a svelare i meccanismi di protezione che permettono al Dna (acido deossiribonucleico) di proteggersi dall´esposizione ai raggi Uv (ultravioletti) emessi dal Sole. I risultati sono stati pubblicati nella rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas). Scienziati guidati da Hans Lischka, professore dell´Istituto di fisica teorica dell´Università di Vienna in Austria, si sono proposti di decifrare i processi ultra-rapidi di fotostabilità delle basi azotate, senza la quale Dna e Rna (acido ribonucleico) subirebbero una rapida degradazione da parte dei raggi Uv. I ricercatori affermano che il processo sotto analisi era "semplice, ma altamente complesso", aggiungendo che "non appena i raggi Uv eccitano gli elettroni portandoli a un livello energetico più alto, un decadimento ultra-veloce li riporta al loro stato originario". Secondo loro, "In questo modo l´energia elettronica viene convertita in calore." Nonostante la complessità di questo processo, il team del professor Lischka ha spiegato che esso "avviene in uno spazio temporale incredibilmente breve, fino a un milionesimo di miliardesimo di secondo". Il professor Lischka, assieme al suo collega Mario Barbatti, che è ora membro dell´Istituto Max Planck di ricerca sul carbone in Germania, e a esperti dell´Accademia delle scienza ceca a Praga, ha creato una nitida immagine dinamica della fotostabilità delle basi azotate usando innovative tecniche di simulazione al computer. Essi hanno mostrato come le componenti del Dna, ovvero le basi azotate che sono responsabili nel Dna e nell´Rna della formazione delle coppie di basi, si proteggono dalla decomposizione da irradiazione Uv. Gli scienziati affermano che la principale innovazione del loro studio è stata "nel calcolo dettagliato dell´accoppiamento delle dinamiche elettroniche con quelle dei nuclei atomici". Essi sono riusciti a ottenere questo risultato con l´aiuto di metodi chimici quantici unici al mondo sviluppati presso l´Istituto per la chimica teorica. "Gli stati di moto calcolati relativi alle basi azotate mostrano un comportamento dinamico nel tempo assolutamente degno di nota che si estende su vari ordini di grandezza," ha affermato il team. Gli scienziati hanno spiegato che questi ordini di grandezza vanno dal "pico/bilionesimo al femto/biliardesimo di secondo". "L´impegno computazionale di questi studi è stato enorme" e per questo motivo i risultati sono stati raggiunti anche soltanto grazie all´ampio uso delle risorse informatiche combinate delle istituzioni accademiche di Vienna. I ricercatori hanno detto che i nuovi metodi sviluppati potrebbero essere usati per la spiegazione delle dinamiche nelle basi azotate nel Dna, e per studi sui processi foto-fisici nello stesso Dna e anche nell´area del fotovoltaico, che è di grande interesse tecnologico. "I nuovi metodi permettono una migliore comprensione dei processi fondamentali di trasporto dell´energia elettronica di eccitamento e della separazione di carica per la produzione di elettricità," hanno concluso gli scienziati. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Vienna: http://www.Univie.ac.at/?l=2  Pnas: http://www.Pnas.org/    
   
   
LASER FLAME E ELETTRONI PER LA RADIOGRAFIA DEL FUTURO  
 
 Roma, 16 dicembre 2010 - E’ stato inaugurato il 9 dicembre presso i Laboratori Nazionali di Frascati dell´Istituto Nazionale di Fisica Nucleare il laser Flame (Frascati Laser for Acceleration and Multidisciplinary Experiments). Nella sua "classe" è il laser di più alta potenza che sia mai stato istallato. Flame può fornire impulsi della durata di 20 femtosecondi da 300Terawatt, alla cadenza di 10Herz. Nel progetto è coinvolto anche l’Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ino-cnr) di Pisa che partecipa con le sue competenze sui laser di altissima potenza per la produzione di plasma (gas ionizzati). Con Flame l´Infn intende sviluppare nuove tecniche di accelerazione che consentano di ridurre drasticamente dimensioni e costi degli acceleratori (come quello del Cern), rendendone più facile l´impiego a fini di ricerca, medici ed applicativi. Le particelle vengono accelerate dall’onda laser come un surf sull’onda del mare. La sincronizzazione del laser Flame con un acceleratore di elettroni lineare (Sparc) già operante, rende il laboratorio che si inaugura a Frascati unico, questo accoppiamento permette di realizzare una sorgente di raggi X monocromatici per applicazioni in diagnostica medica, fisica dei materiali, ultra-fast science ed altro ancora. “Flame - come spiega il dottor Andrea Vacchi della giunta dell’Infn - permette l’incontro tra fasci di elettroni di altissima qualità prodotti dalla macchina Sparc, con il fascio laser ad altissima potenza di Flame. Da questo incontro tecnologico ne esce una sorgente di impulsi di raggi X di un colore solo e di cui si può scegliere il colore secondo la necessità. Questo è di grande utilità nella diagnosi medica per arrivare, in futuro, a radiografie più intelligenti che diano immagini di maggiore qualità con dosi inferiori.” “Flame - continua Andrea Vacchi - costituisce anche lo strumento centrale del progetto strategico dell´Infn Plasmonx (Plasma Acceleration and Monochromatic X ray production), che ha proiettato l´Italia nel progetto Europeo Eli (Extreme Light Infrastructure) di cui anticipa le principali tematiche con un vantaggio di circa dieci anni. Si tratta di una soluzione avveniristica, unica in Europa, che potrà portare alla realizzazione di radiografie più nitide “intelligenti” e a dosaggio inferiore, oltre che a nuovi acceleratori di particelle molto più compatti.”  
   
   
SANITÀ IN LOMBARDIA, FORMIGONI: RETE DI BIOBANCHE PER RICERCA ISTITUTO DEI TUMORI, LE NUOVE FRONTIERE DELL´ONCOLOGIA  
 
 Milano, 16 dicembre 2010 - Grazie ad un progetto triennale sostenuto dalla Regione, verrà realizzata in Lombardia una "Banca virtuale di materiale biologico", attraverso la costituzione di "una rete di biobanche". In ogni biobanca vengono conservati campioni di tessuti che vengono utilizzati per realizzare ricerche di diverso genere in campo medico. In questo caso, la costituzione della "rete di biobanche" servirà per sviluppare ulteriormente la ricerca per la cura dei tumori, attraverso la realizzazione di nuovi e più efficaci farmaci. Il progetto, che vede come capofila l´Istituto Nazionale dei Tumori, è stato ricordato ieri dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nel suo intervento alla presentazione annuale dei risultati della ricerca dello stesso Istituto. Proprio nella sede scelta per ospitare l´incontro - il nuovo Amadeolab in cui lavorano 160 tra ricercatori e tecnici - è presente il nodo centrale della biobanca per i tumori del colon. "L´istituto dei Tumori - ha detto Formigoni - è un´eccellenza assoluta lombarda ed europea in grado di ospitare un numero elevato di pazienti, che vengono trattati non solo con grande cura e amorevolezza ma anche con le migliori tecnologie". Molti dei pazienti in cura presso l´Istituto - il 50% per cento - vengono da fuori regione "a testimonianza di come l´Istituto stesso sia un patrimonio non solo milanese e lombardo, ma dell´intera nazione". Attrattività - "Questo elemento - ha sottolineato Formigoni - si inserisce in un contesto organico e strutturale: i dati sull´attrattività dei sistemi regionali infatti confermano da ormai 10 anni (1998-2008) l´indiscusso primato italiano della Lombardia, il cui saldo tra ingressi e uscite è stato nel 2008 di oltre 73mila unità, cifra superiore del 40% rispetto alla seconda regione, l´Emilia Romagna, e di oltre 4 volte rispetto alle terze, Lazio, Toscana, e Veneto". In Lombardia, la percentuale di ricoveri di pazienti provenienti da fuori regione è ormai costante intorno al 10% sul totale dei ricoveri effettuati dagli ospedali. "Sappiamo bene - ha aggiunto Formigoni - come l´analisi sui dati di attrattività, e la stabilità di questo fenomeno nel tempo, rappresentano la miglior prova dell´assoluta eccellenza di un Sistema Sanitario nel suo complesso, e in particolare di singole realtà così qualificate come l´Istituto Nazionale dei Tumori". La Rete Oncologica - "Oggi più che mai - ha proseguito Formigoni - va fatto un ulteriore sforzo a livello di sistema, coordinando in modo unitario gli sforzi in un ambito eterogeneo e sfaccettato come quello della ricerca scientifica. Per ottenere la massima efficacia dei risultati è prioritario infatti che le attività di ricerca condotte dai diversi soggetti vengano svolte in un ambito di regia complessiva che permetta di evitare duplicazioni e sappia massimizzare i progressi svolti. La Rete Oncologica Lombarda (Rol), attivata da Regione Lombardia e di cui è coordinatore l´Istituto dei Tumori, è uno degli esempi concreti di questo". Essa costituisce un innovativo modello gestionale che coniuga ricerca e assistenza, una vera e propria "Rete di patologia" costituita dalle istituzioni, dalle organizzazioni e dai professionisti che svolgono la loro attività a favore del paziente oncologico in tutte le fasi del processo di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, inclusa la fase terminale. Lo scopo è di migliorare la qualità delle cure, mettere in comunicazione tutti i soggetti che si occupano di patologia oncologica e migliorare l´efficacia organizzativa, grazie alla condivisione di conoscenze, competenze e informazioni. Il suo obiettivo finale è quello di trasferire l´innovazione in nuove modalità di prevenzione, in nuovi e più precoci strumenti diagnostici e nello sviluppo di nuovi farmaci.  
   
   
A PORDENONE, OSPEDALE SANTA MARIA DEGLI ANGELI, PROGETTO PILOTA PER CURE PALLIATIVE IN ETÀ PEDIATRICA  
 
Trieste, 16 dicembre 2010 - Un emendamento proposto dal vicepresidente della Regione Luca Ciriani e presentato in aula a firma Pdl, verrà discusso dal Consiglio Regionale nel corso dell´approvazione della legge finanziaria 2011, e permetterà di finanziare l´avviamento a Pordenone, all´ospedale Santa Maria degli Angeli, di un progetto pilota per la realizzazione di cure palliative dedicate ai pazienti in età pediatrica affetti da patologie che non sono curabili. Il progetto é sostenuto anche da una raccolta firme che ha registrato circa 15mila adesioni. L´emendamento introduce a bilancio - con risorse indicate dal vicepresidente Luca Ciriani - una spesa di 50mila euro a vantaggio di questo progetto, che vedrà Pordenone in prima linea nel difficile tema delle cure palliative dedicate ai bambini. "Vi sono bimbi - ha spiegato il vicepresidente Luca Ciriani - affetti da malattie oncologiche, croniche e metaboliche che purtroppo non guariranno mai; il progetto, che punta poi ad essere allargato da Pordenone a tutta la Regione ha come scopo quello di permettere loro di tornare a casa, di alleviare il dolore e trovare serenità". "Un progetto pilota, dalle solide basi tecniche e scientifiche, che ho deciso di sostenere - ha commentato ancora Ciriani - coinvolgendo la Maggioranza con un emendamento in finanziaria perché nella nostra Regione abbiamo dimostrato grande maturità e attenzione relativamente ai temi del fine vita e delle cure palliative. I bambini affetti da malattie ancora incurabili rappresentano una delle categorie che con maggiore intensità e impegno abbiamo il dovere di tutelare. Questo progetto, che vede il diretto coinvolgimento del reparto di Pediatria dell´ospedale di Pordenone, le associazioni di volontariato e ricerca, come Ail e Avis, deve essere un primo passo per giungere poi a un progetto regionale che coinvolga e metta in rete tutte le strutture pediatriche regionali e che veda il suo punto più alto nella realizzazione di un hospice per le cure palliative dedicato ai soli pazienti pediatrici e alle loro famiglie". "L´avvio di questo progetto sperimentale - ha spiegato il vicepresidente della Regione Luca Ciriani - nasce dalla collaborazione tra l´Azienda ospedaliera Santa Maria degli Angeli e la Fondazione "Maruzza", che da numerosi anni e in tutta Italia collabora con strutture ospedaliere per dare sostegno ai bambini e alle famiglie affetti da malattie oncologiche. Questo progetto, condiviso con l´assessore alla Salute Vladimir Kosic, è un punto di partenza per far sì che i bambini abbiano la possibilità di trovare serenità e non sentire dolore, per quanto le loro malattie non siano curabili. Un settore di intervento che è strettamente legato alla sensibilità, alla capacità di aiutare le famiglie a vivere con maggiore serenità e facilità, di far sì che questi bimbi possano tornare al loro domicilio nonostante la malattia. Accanto a ciò, anche la riflessione di carattere tecnico: la domiciliarizzazione di questi pazienti e il recupero, per tutta la famiglia, di una migliore qualità della vita permette risparmi sul fronte dell´ospedalizzazione, garantendo cure di alto livello".  
   
   
SARDEGNA: DARE ATTUAZIONE ALL´ACCORDO STATO-REGIONI SU ESPORTAZIONE SANGUE DA CORDONE OMBELICALE PER USO AUTOLOGO  
 
 Cagliari, 16 Dicembre 2010 - La Giunta regionale - su proposta dell’assessore della Sanità, Antonello Liori - ha deliberato di dare attuazione all’accordo Stato-regioni sull’esportazione di campioni di sangue da cordone ombelicale per uso autologo. "Nello scorso mese di aprile, in sede di conferenza Stato-regioni, è stato sancito l’accordo sulla conservazione presso banche operanti all’estero, prevedendo il passaggio di competenze dal Ministero alle Regioni - ha sottolineato l’assessore Liori -. A questo scopo abbiamo individuato nelle Direzioni sanitarie dei presidi ospedalieri dove avviene il parto le strutture deputate al rilascio dell’autorizzazione per l’esportazione". Con una successiva direttiva, l’Assessorato definirà le modalità per il rilascio dell’autorizzazione che diventeranno operative a partire dal 1° gennaio 2011.  
   
   
IL TERMOABLATORE PRODOTTO DA HOSPITAL SERVICE È IL PRIMO APPARECCHIO MEDICALE CON LOGO DEL CNR, CHE NE HA BREVETTATO LA TECNOLOGIA ORIGINARIA. ORMAI PRESENTE NELLE SALE OPERATORIE DI MOLTI PAESI QUALE AIUTO PER CHIRURGHI E RADIOLOGI INTERVENTISTI , RAPPRESENTA UN PASSO AVANTI NELLA LOTTA AI TUMORI  
 
Roma, 16 dicembre 2010 - ‘Hs Amica - Apparatus for Microwave Ablation’ è un apparato medicale a microonde che, grazie a una speciale antenna alloggiata all’interno di un ago sottile, è in grado di raggiungere e ‘bruciare’ masse tumorali solide di pressoché qualunque tipo, dimensioni e localizzazione. Questa metodica mininvasiva può affiancarsi o sostituirsi alla chirurgia tradizionale nel trattamento di numerose patologie oncologiche. Una tecnica utilizzabile indifferentemente da chirurghi o radiologi, che non richiede necessariamente anestesia generale e dal decorso post operatorio generalmente rapido e senza grandi complicanze, grazie al minimo impatto traumatico sul paziente. L’applicatore, caratterizzato da un sistema inventato da Iginio Longo dell’Istituto per i processi chimico fisici del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ipcf-cnr), ribattezzato ‘mini-choke’ - un dispositivo miniaturizzato di controllo della figura di radiazione delle microonde - è stato perfezionato, ingegnerizzato e commercializzato dalla Società Hs Hospital Service Spa di Aprilia, su licenza Cnr. “Lo strumento”, spiega Nevio Tosoratti, R&d manager di Hs, “viene introdotto direttamente nel paziente per via percutanea sotto guida Tac o ecografica. L’applicatore è sterile e mono-uso, mentre il generatore che lo alimenta supporta anche i più tradizionali termoablatori a radio frequenza. L’intero sistema, già certificato per l’uso ospedaliero ai sensi delle norme europee, ha recentemente ottenuto anche l’approvazione della Food & Drug Administration statunitense”. Grazie a un notevolissimo sforzo interdisciplinare, l’apparato è disponibile sul mercato e già introdotto nella pratica clinica internazionale. A oggi, oltre 2.500 pazienti sono già stati trattati con Hs Amica in numerosi paesi del mondo (tra cui Italia, Francia, Spagna, Germania, Inghilterra, Scandinavia, Egitto, Usa). Un cammino iniziato con il deposito di un brevetto internazionale: “Un passaggio essenziale per la commercializzazione di un prodotto che nasce dalla ricerca” afferma Luciano Socci, Patent Manager del Dipartimento Materiali e dispositivi del Consiglio nazionale delle ricerche (Dmd-cnr). “La collaborazione con Hs è stata un esempio di efficace sinergia tra il Cnr e la piccola e media impresa italiana che ha portato un eccellente risultato”, spiega il Technology Transfer Officer, Manuela Arata. “Un vantaggio reciproco di assoluto interesse: fare innovazione di prodotto è indispensabile per il mondo imprenditoriale, reperire risorse economiche è vitale per la ricerca”. “Hs Amica è stata anche un’occasione per confermare l’impegno del nostro Ente verso i suoi ricercatori” aggiunge Massimo Inguscio, direttore del Dmd: “Grazie alle royalties che il Cnr percepirà da Hs nei prossimi anni, verrà avviato un programma di borse di studio destinato a giovani talenti”. Claudio Mordà, Project Manager di Rete Ventures, conferma “la soddisfazione per un progetto che è stato un esercizio importante per mettere in campo le nostre professionalità in qualità di società di servizi in house dell’ente”. Conferma Stefania Improta, Presidente di Hs: “Ricerca e imprenditoria italiane hanno dato prova di saper produrre valore aggiunto a tutto campo, a beneficio dei pazienti oncologici e del sistema-paese”.  
   
   
SANITA’ E FEDERALISMO, QUALI PERCORSI? OGGI LA SECONDA EDIZIONE DI EUNOMIA SANITÀ SI APRE CON UN APPUNTAMENTO APERTO AL PUBBLICO, PER RIFLETTERE SUL RUOLO DEI COMUNI NEL FEDERALISMO SANITARIO  
 
 Firenze, 16 dicembre 2010 – Rappresentanti della sanità sul territorio e a livello nazionale e amministratori della cosa pubblica si incontreranno giovedì 16 dicembre a partire dalle 9 in Sala Luca Giordano in Palazzo Medici Riccardi. Si apre così la seconda edizione di Eunomia Sanità, il Corso di Alta Formazione sulle politiche per la salute che durerà fino a sabato 18 dicembre 2010 a Firenze. Introdurrà l’incontro Giampaolo Donzelli, Presidente del Comitato Scientifico di Eunomia Sanità, che sarà seguito dalla lettura Federalismo possibile: il caso italiano di Marcello Cecchetti. Il programma della mattinata prevede poi la tavola rotonda La sanità banco di prova del federalismo: il ruolo dei Comuni, che vedrà intervenire Luciano Bartolini, Sindaco del Comune di Bagno a Ripoli, Cesare Cislaghi, Responsabile della Sezione Lea e Monitoraggio Spesa sanitaria presso l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Age.na.s), Giorgio Del Ghingaro, Presidente di Federsanità Toscana, Vicepresidente di Federsanità Nazionale, Responsabile Settore Assistenza sociale e sanitaria di Anci Toscana e Sindaco di Capannori e Sabrina Sergio Gori, Vicepresidente vicario Anci Toscana e Sindaco del Comune di Quarrata. Coordina Dario Nardella, Vicesindaco di Firenze e Direttore Eunomia. L’incontro è aperto al pubblico, tutti i cittadini sono invitati ad intervenire. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.Eunomiaonline.it/  sezione Sanità.  
   
   
USL 9 DI TREVISO INAUGURA SERVIZIO SMS. ZAIA: UN AIUTO INNOVATIVO E CONCRETO PER I CITTADINI  
 
Venezia, 16 dicembre 2010 - “È un servizio che risponde in maniera tempestiva ed efficace ad un aspetto che tocca da vicino la vita dei cittadini: le liste d’attesa nei nostri ospedali. Il numero di cellulare messo a disposizione dall’Usl 9 di Treviso è sicuramente un segnale importante per fornire all’utente un supporto concreto e innovativo e testimonia l’attenzione che c’è in questa regione per la salute dei cittadini”. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha commentato il servizio dell’Usl 9 di Treviso, attivo da ieri, che mette a disposizione degli utenti un numero di cellulare per segnalare criticità e eventuali anomalie su prenotazioni e liste d’attesa. “Già nei mesi scorsi – continua Zaia –abbiamo seguito da vicino alcuni episodi di criticità nelle liste d’attesa per trovare soluzioni immediate. L’attenzione della Regione su questo tema è alta e sono convinto che la nostra sanità è in grado di mettere in campo politiche efficaci per assicurare al cittadino un servizio adeguato. Un’iniziativa come quella dell’Usl 9 di Treviso – ha concluso il presidente – può rappresentare un vero e proprio modello di riferimento e testimonia ancora una volta la qualità e l’eccellenza della sanità veneta”.  
   
   
BASILICATA: DE FILIPPO PRESENTA IL PIANO DELLA SALUTE ALLA MAGGIORANZA “IN CAMPO STRUMENTI INNOVATIVI PER FAR FRONTE A QUELLO CHE, TRA DATI DEMOGRAFICI ED EPIDEMIOLOGICI, È IL SISTEMA SANITARIO PIÙ COMPLICATO D’ITALIA. OBIETTIVO APPROVAZIONE ENTRO IL PRIMO SEMESTRE 2011”  
 
Potenza, 16 dicembre 2010 - “Rispettando l’impegno assunto in Consiglio Regionale, siamo pronti a presentare la proposta del nuovo Piano della Salute. Un piano che non è una pianificazione di rito, ma che si sforza di mettere in campo anche soluzioni innovative per far fronte a quella che è la peculiare situazione della Sanità in Basilicata”. Così il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, ha introdotto ieri i lavori della riunione con le forze della maggioranza regionale sul Piano regionale della Salute. “Il sistema che il nuovo Piano mette in campo – ha proseguito De Filippo – è una politica delle politiche sanitarie che tenga conto delle prospettive della Basilicata sia per quanto riguarda gli aspetti demografici che per gli aspetti epidemiologici, delineando un quadro di partenza che non è esagerato definire il più complicato a livello nazionale. Sul primo versante bisogna avviare una riflessione approfondita sul tema dello spopolamento che, in Basilicata, si presenta caratterizzato anche da dinamiche di invecchiamento della popolazione simili a quelle del Centro-nord. Abbiamo un saldo demografico naturale negativo e un aumento delle prospettive di vita, con un progressivo spostamento delle coorti di popolazione, ossia i bacini divisi per età, che segna un aumento della componente anziana. Questa situazione non solo pone il grande problema di dover assicurare le prestazioni sanitarie a un basso numero di persone su un territorio troppo ampio, cosa particolarmente complicata col finanziamento della Sanità che a livello nazionale segue la logica del pro capite, ma impone anche di orientare l’offerta verso servizi più mirati a queste fasce d’età. A questo si aggiunge la tendenza della situazione epidemiologica. Gli stili di vita, quali alimentazione, sedentarietà ecc, in Basilicata e in generale nel Mezzogiorno si stanno man mano omologando a quelli del resto del Paese e conseguentemente anche le connesse patologie tendono a raggiungere livelli già raggiunti nel Centro-nord, anche se in questo momento su molti indicatori restiamo al di sotto della media nazionale. Ma anche in questo caso è necessario mettere in campo una programmazione di prospettiva, cosa che questo piano fa, ad esempio superando il vecchio tema della deospedalizzazione per introdurre quello della rispedalizzazione. Attualmente – ha aggiunto, della rete di 15 ospedali della Regione Basilicata ben 12 non sono per acuti, ma si configurano come fornitori di servizi che dobbiamo orientare e qualificare per le nuove esigenze”. Il presidente ha indicato la necessità di riflessioni approfondite per quello che è uno dei temi cardine della pubblica amministrazione. “La Sanità – ha spiegato – oltre a rappresentare circa il 90 per cento del bilancio regionale è un tema di forte interesse per la popolazione. E parallelamente dobbiamo osservare che, come la bozza di piano dimostra ampiamente, la riduzione delle malattie non è soltanto una questione etica, ma anche una questione economica. Su questo la Basilicata ha già iniziato a mettere in campo buone pratiche, a partire dalla manovra dello scorso luglio, che rendono il settore della Sanità benchmark per gli altri settori di riforma della governance, in coerenza con quanto stiamo portando avanti con decisione in settori che vanno dagli enti locali all’agricoltura”. Quanto all’iter di approvazione del nuovo Piano della Salute, il presidente ha indicato alcune tappe fondamentali: “Dopo il ricco confronto degli Stati generali della Salute dalle cui risultanze è emerso questo piano, – ha spiegato – la discussione avviata oggi con la maggioranza e che andrà avanti nei prossimi giorni è propedeutica all’approvazione del piano in Giunta, successivamente ci sarà l’approfondito confronto in Consiglio e nelle commissioni, in parallelo a momenti di valutazione pubblica. L’adozione del nuovo piano – ha concluso De Filippo – è un momento importante non tanto per fatto che la vecchia pianificazione è ferma al 1999, fenomeno che ha riguardato tutt’Italia visto che nel frattempo i così detti ‘Patti della Salute’ fatti tra Governo e Regioni si sono articolati anche su aspetti programmatori, ma quanto per il fatto che il nuovo piano si inserisce proprio nell’ambito di una rinnovato stagione programmatoria inaugurata dal ministro Ferruccio Fazio che ha dato vita al nuovo Piano sanitario nazionale approvato all unanmita dalle Regioni sulle linee di principio, anche se restano aperte le questioni costi standard e fabbisogno nazionale connesse al federalismo. Per questo auspico un ampio confronto e soluzioni bipartisan nell’esclusivo interesse dei cittadini, con l’obiettivo di giungere all’approvazione definitiva in consiglio nel primo semestre del 2011”.  
   
   
SAN RAFFAELE CONTRO L’HIV FREE DAY EASY-TEST 17 DICEMBRE 2010  
 
Milano, 16 dicembre 2010 – Il prossimo 17 dicembre, dalle 12 alle 15, presso il punto prelievi Laboraf Diagnostica e Ricerca San Raffaele di via Spallanzani 15 e, dalle 15.30 alle 18.00, presso il punto Hsr della Stazione Fn Cadorna sarà possibile effettuare in forma anonima e gratuita il test rapido per l’individuazione di anticorpi dell’Hiv nella saliva. Il test – un prelievo di saliva tramite un tampone, non invasivo e indolore – viene eseguito da operatori esperti; sarà presente un medico per fornire l’esito del test e per poter effettuare, in caso di positività, un test rapido di controllo su un campione di sangue. L’iniziativa è sostenuta scientificamente dal Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele e da Laboraf Diagnostica e Ricerca San Raffaele che raccolgono il testimone delle “Piazze della Salute” e delle altre iniziative di prevenzione che con Easy - test dal 2008 li hanno visti coinvolti. L’appuntamento del 17 dicembre non rimarrà isolato: l’iniziativa verrà ripetuta il primo venerdì di ogni mese a partire da febbraio, per tutto il 2011. Venerdì 17 dicembre 2010 Laboraf, Diagnostica e Ricerca San Raffaele, Via Spallanzani 15, Milano ore 12.00 –15.00. Punto Hsr, Stazione Fn Cadorna, Milano ore 15.30 - 18.00.  
   
   
MEDICI D´URGENZA TOSCANI, GLI UNICI CON IL CERTIFICATO UN MIGLIAIO DI OPERATORI COINVOLTI NEL PROGETTO INSIEME ALLA HARVARD MEDICAL SCHOOL  
 
 Firenze, 16 dicembre 2010 - Medici d´urgenza toscani sempre più preparati ed esperti. E certificati. Va avanti in Toscana il progetto avviato nel 2003, che vuole formare e certificare tutto il personale medico in servizio nel sistema di emergenza urgenza, cioè circa 1.000 medici. Ieri sera, nel corso della cerimonia conclusiva dell´edizione 2010 del Progetto toscano in Medicina di Urgenza, l´assessore Daniela Scaramuccia ha consegnato i certificati ai 130 medici che si sono formati quest´anno. Alla cerimonia hanno preso parte anche il preside della facoltà di medicina, professor Gianfranco Gensini, e il professor Peter Rosen, dell´Harvard Medical School, "padre" della medicina d´urgenza e ideatore del progetto di formazione. Il progetto ha preso il via in Toscana nel gennaio 2003, grazie a un´intesa tra assessorato al diritto alla salute della Regione, Università di Firenze, Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston e Harvard Medical Faculty Physicians, che hanno sviluppato e realizzato insieme l´idea di creare un´infrastruttura per la formazione in Medicina d´Urgenza, e di certificare tutto il personale medico in servizio nel sistema di emergenza regionale. «Grazie alla costruttiva collaborazione di tutte le istituzioni interessate, Regione Toscana, le Università e le aziende ospedaliere di Firenze, Pisa e Siena, l´Harvard Medical Faculty Phisicians, e alla partecipazione entusiastica degli operatori sanitari coinvolti - ha detto l´assessore Scaramuccia consegnando i certificati - è stato possibile realizzare questa esperienza "pionieristica" che ha consentito di formare un gruppo operativo capace di rispondere alla crescente domanda di assistenza, attraverso l´utilizzo sempre aggiornato di tecniche più avanzate in questo settore cruciale per la nostra sanità. E´ il primo passo di una grande innovazione nel settore dell´emergenza e dell´accettazione, al quale in Toscana si rivolgono ogni anno un milione di cittadini». Prima sono stati formati i formatori: dal 2003 al 2004 un gruppo pilota di 24 medici, poi, dal 2004 al 2005, il modulo è stato esteso ad altri 57 medici. Gli 81 medici formati con l´aiuto dei colleghi del Beth Israel Deaconess Medical Center sono diventati l´organico che ha lavorato alla certificazione dei medici della Toscana. Obiettivo, uniformare le conoscenze di tutti i medici che lavorano nei pronto soccorso e nel servizio dell´emergenza (118) della Toscana. Il primo corso è partito a giugno 2004, e ad oggi sono stati certificati circa 850 medici. Ne restano ancora da certificare circa 150. Nel 2011 si procederà alla certificazione di questi 150 medici rimasti, e anche all´aggiornamento dei medici certificati nel 2005 e 2006. In questo modo la Regione Toscana avrà, unica in Italia, tutti i suoi medici dell´emergenza formati secondo uno degli standard più avanzati.  
   
   
MILANO: OSPEDALE NIGUARDA,POSITIVO AVVIO SPORTELLO ANTI-STALKING FONDAMENTALE EDUCARE GIOVANI AL RISPETTO DELL´ALTRO  
 
Milano, 16 dicembre 2010 - "La nostra Regione crede nella collaborazione con i soggetti dell´associazionismo e del terzo settore. Gli ottimi risultati dello sportello anti-stalking, recentemente inaugurato, si sono dimostrati una scelta vincente". Lo ha detto l´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale, Giulio Boscagli, intervenendo ieri, all´Ospedale Niguarda di Milano, al convegno dedicato allo sportello anti-stalking in funzione dal 1 settembre nella struttura ospedaliera. All´incontro sono intervenuti anche Monica Guarischi, delegata Pari Opportunità di Regione Lombardia, Pasquale Cannatelli, direttore generale Ospedale Niguarda e Stefania Bartoccetti, fondatrice dell´associazione Telefono Donna. Per la gestione dello sportello l´ospedale si avvale della competenza dell´associazione Telefono Donna che vanta un´esperienza pluriennale nelle azioni di contrasto e di prevenzione dei maltrattamenti sulle donne. Gli sportelli anti-stalking ricorrono alla collaborazione di operatrici volontarie che, 24 ore al giorno, supportano le vittime di stalking. "La nostra partecipazione a questo progetto - ha ricordato l´assessore Boscagli - ci ha permesso di aprire due sportelli, uno a Milano e uno a Lecco. Una scelta vincente con la quale riconosciamo il ruolo fondamentale che l´associazionismo ha nell´affrontare i diversi bisogni". L´assessore Boscagli ha sottolineato inoltre l´importanza della prevenzione contro il fenomeno dello Stalking. "Dobbiamo far sapere alle vittime di molestie - ha ribadito Boscagli - che esiste un servizio che funziona in grado di aiutarli. Pubblicità e comunicazione, anche attraverso questo convegno, sono fondamentali. Un´altra azione fondamentale è quella dell´educazione poiché solo educando si riesce a prevenire. In una società dove il consumo sembra essere l´unico orientamento si rischia di rovinare il rapporto con l´altro. Questa è la sfida, la formazione della persona". "Dobbiamo spiegare ai nostri ragazzi - ha aggiunto Boscagli - che la persona è un valore in sé, che la donna è una ricchezza fondamentale per la società e che il rispetto per l´altro è indispensabile". L´assessore Boscagli al termine del convegno ha visitato Aims Academy (Advanced International Mini-invasive Surgery), un centro unico in Italia dedicato alla formazione dei medici, frutto anch´esso dell´importante sinergia fra pubblico e privato.  
   
   
FORMAZIONE: ASSISTENZA, AL VIA PROGRAMMI PER "MISURE COMPENSATIVE"  
 
Udine, 16 dicembre 2010 - Si è svolto ieri presso l´Hotel Savoia Excelsior di Trieste il seminario di formazione riservato agli operatori responsabili dei servizi sociali dei comuni, delle aziende sanitarie, degli enti formativi, delle strutture residenziali per anziani e delle cooperative sociali. All´evento sono intervenuti i partner del progetto interregionale e transnazionale "Iqea Evolution" che ha l´obiettivo di sperimentare in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Sardegna ed anche in Germania, Polonia e Romania il sistema Ecvet (European Credit system for Vocational Education and Trainig) per il riconoscimento dei crediti e la validazione delle competenze di coloro che, privi di titolo, assistono le persone anziane sia in struttura che a domicilio. Durante il seminario, realizzato nell´ambito del piano di comunicazione istituzionale del Fondo Sociale Europeo, sono stati presentati servizi e strumenti per il riconoscimento delle competenze nell´assistenza della persona, con riferimento ai profili dell´assistente familiare e dell´operatore socio sanitario. "Ritengo che i servizi, gli strumenti e le buone prassi presentate - sottolinea l´assessore regionale alla Formazione, Angela Brandi - potranno essere di supporto nella predisposizione delle tanto attese ´misure compensative per il conseguimento della qualifica di Oss´ e per il rilascio delle dichiarazioni di corrispondenza dei titoli riguardanti l´assistenza alla persona, conseguiti in altre regioni italiane e all´estero". Il seminario di oggi ha rappresentato una concreta occasione per approfondire l´argomento con tutti coloro che operano nel settore. "E´ mia intenzione - prosegue l´assessore - promuovere quanto prima l´avvio delle attività previste per la qualificazione del personale occupato nei servizi di assistenza alla persona per le quali è già stato stanziato 1 milione di euro". La scheda per raccogliere le manifestazioni di interesse, presentata nel corso del seminario, e che è già disponibile sul sito della Regione, consentirà una migliore programmazione della formazione inerente le "misure compensative". La raccolta delle manifestazioni di interesse aiuterà, infatti, a meglio definire le priorità di intervento rispetto ai destinatari, i servizi, le aree territoriali interessate. Il processo di pianificazione degli interventi, che sarà redatto d´intesa con l´assessore regionale alla salute, integrazione socio-sanitaria e politiche sociali, Vladimir Kosic, è dunque iniziato. "Sono certa - ha concluso Brandi - che promuovere la formazione continua del personale addetto all´assistenza alla persona contribuisca non solo a valorizzare la professionalità di quanti lavorano nei servizi per garantire migliori interventi nei confronti della popolazione più fragile, ma favorisca anche lo sviluppo dell´occupazione e l´innovazione organizzativa e gestionale dei servizi e delle imprese".  
   
   
DIVERSAMENTE ABILI, IL PROGETTO “GLI SMILES DI GRUMENTUM”  
 
 Potenza, 16 dicembre 2010 - La cooperativa Il Girasole presenta, mercoledì 22 dicembre alle 17,00 nel cine teatro Pino di Moliterno, il progetto “Gli Smiles di Grumentum” che rientra nell’ambito delle attività realizzate a favore dei soggetti diversamente abili, realizzato in collaborazione con la Soprintendenza dei Beni Archeologici della Provincia di Potenza. Tale progetto sperimentale avviato nel mese di giugno 2010 e ancora in corso di realizzazione mira a proporre una nuova disciplina qual è l’archeologia, poco conosciuta da persone con limitazioni cognitive. Il progetto – spiegano i promotori dell’iniziativa - si è articolato in incontri formativi teorico-dimostrativi realizzati presso il museo e l’area Archeologica di Grumentum e coordinati dal direttore Antonio Capano e dal personale del museo. Ulteriori attività pratiche integrative di carattere artistico sono state realizzate presso il Centro Smile che ha dato vita anche alla creazione dello spettacolo, che concluderà la serata del 22 dicembre: “Venerè Venerà” ispirato agli Antichi Dei. Il progetto si concluderà con la redazione di una Guida semplificata sperimentale di Grumentum realizzata dagli utenti del Centro Smile supportati da personale specializzato e destinata a tutte le utenze speciali che visiteranno il polo di Grumentum. Alla serata del 22 saranno presenti il sindaco del comune di Moliterno, Giuseppe Tancredi, il presidente della cooperativa “Il Girasole” di Moliterno, Pietro Carcia, la coordinatrice educativa del “Centro Smile” e “Aiuto alla Persona”, Filomena Solimando, il referente del progetto “gli smiles di Grumentum”, Antonio Capano. Concluderà la serata il soprintendente per i Beni Archeologici della Basilicata, Antonio De Siena. A moderare il dibattito, la coordinatrice di struttura “Centro Smile” e “Servizio Aiuto alla Persona”, Marianna Ditrani.  
   
   
A FEBBRAIO A PALAZZO REALE UNA MOSTRA DEDICATA AL GENIO MILANESE DI ARCIMBOLDO IL SINDACO MORATTI: “UN ARTISTA MILANESE CHE HA SAPUTO SVILUPPARE UNO STILE PERSONALE E INNOVATIVO”  
 
Milano, 16 dicembre 2010 - Una mostra per celebrare un grande artista milanese: Arcimboldo. Sarà inaugurata il 10 febbraio 2011 a Palazzo Reale “Arcimboldo - Artista milanese tra Leonardo e Caravaggio”, un’esposizione curata da Sylvia Ferino, Direttrice della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum di Vienna, in collaborazione con un prestigioso Comitato Scientifico formato da Giacomo Berra, Giulio Bora, Chiara Buss, Silvio Leydi, Robert Miller, Giuseppe Olmi, Caterina Pirina, Francesco Porzio, Lucia Tomasi Tongiorgi in programma fino al 22 maggio 2011. “Una mostra nel segno della tradizione, che approfondisce la vita e le opere di un artista milanese che ha avuto grande successo alla corte degli Asburgo - spiega il Sindaco Letizia Moratti - . Un uomo che propone un’arte stravagante e di forte impatto e che, partendo dalla scuola di Leonardo, ha saputo sviluppare uno stile personale ed innovativo. Opere che non ci lasciano indifferenti, che ci emozionano, stupiscono e, talvolta, fanno sorridere”. “Proporre a Palazzo Reale un’esposizione sull’Arcimboldo vuol dire ricollocare l’artista nel contesto d’origine e reinterpretare lo sviluppo dell’arte lombarda coeva e a seguire - dichiara l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory -. E non soltanto. Poiché Arcimboldo dissolve l’artificio temporale nel porsi con l’immaginazione oltre le coordinate della storia, quella da noi scritta e quella ancora da scrivere. Nella nostra società della comunicazione binaria che tende spesso alla semplificazione, il mondo dell’artista milanese rivela, così, tutta la complessità e la ricchezza dei segni, delle figure e dei simboli”. La mostra, posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, prodotta da Palazzo Reale e Skira editore, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Milano, la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale della città di Firenze - Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e il Kunsthistorisches Museum di Vienna, con il sostegno di Cariparma Crédit Agricole e il supporto media del Corriere della Sera, nasce in stretto collegamento con la National Gallery of Art di Washington, dove è attualmente in corso una mostra che condivide con quella milanese il nucleo fondamentale delle Teste di Arcimboldo. Il principale obiettivo dell’esposizione milanese è quello di “restituire” Arcimboldo al suo contesto d’origine, per capire le ragioni della sua chiamata alla corte degli Asburgo (gli studi naturalistici, le coreografie per cortei e feste, o ancora i ritratti), precisare le radici culturali delle sue teste composte, e approfondire infine il ruolo giocato dall’artista nello sviluppo dei generi della natura morta e delle “pitture ridicole”.  
   
   
FORMULA 1; ALEMANNO: «DA MONTEZEMOLO NESSUNO STOP A GRAN PREMIO ROMA»  
 
Roma, 16 dicembre 2010 - «Ho parlato con il presidente Luca Cordero di Montezemolo che mi ha ribadito di non aver espresso nessuna contrarietà a disputare il Gran Premio speciale di Formula 1 a Roma. Mi ha spiegato che le sue frasi riportate oggi dalla stampa erano da considerarsi un riferimento agli orientamenti delle case costruttrici la cui tendenza generale è quella di non disputare più di un Gran Premio nazionale per ciascuno Stato o comunque di aumentare il numero annuale delle gare. È ovvio, quindi, che, trattandosi per Roma di un Gran Premio speciale e su circuito cittadino, questo ragionamento non vada applicato». Lo ha affermato ieri Gianni Alemanno, sindaco di Roma.