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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Aprile 2011
IL PRESIDENTE SPACCA A BRUXELLES: LE MARCHE PROTAGONISTE DELL´ANNO EUROPEO DEDICATO ALLA LONGEVITA` ATTIVA.  
 
Ancona, 4 Aprile 2011 - Sono proseguiti a Bruxelles gli incontri del Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca al Comitato delle Regioni e in Commissione europea con la Direzione Generale Sanita` e Tutela dei Consumatori. ´Abbiamo presentato ´ informa il presidente ´ un dossier su tutte le attivita` che la Regione sta mettendo in campo per fronteggiare le crescenti esigenze di protezione della terza eta` al fine di rendere l´anziano protagonista della vita sociale con una elevata qualita` di vita. Si tratta di diversi progetti che la Regione, le Universita`, i centri di ricerca e di trasferimento tecnologico e le imprese stanno attuando con finanziamenti comunitari, nazionali e regionali e che vedono al centro la ricerca nel settore della domotica applicata alla terza eta`. Da ricordare in particolare il progetto Jade della Regione Marche approvato nell´ambito del Vii Programma Quadrio di Ricerca e Innovazione della Commissione europea. Dedicato alla ricerca applicata alla longevita` attiva, il lancio di Jade avverra` l´11 aprile. La strategia regionale ´ aggiunge Spacca ´ e` rafforzata dalla costituzione ad Ancona del network Italia longeva-rete nazionale di ricerca sull´invecchiamento e la longevita` attiva che il Ministro Fazio ha confermato sara` realizzata ad Ancona presso l´Inrca. Il riconoscimento di quanto le Marche stanno facendo in questa direzione viene sancito dall´interesse che la Commissione ha mostrato per le nostre iniziative e per l´invito a prendere parte attiva alle prossime consultazioni che saranno avviate su questa tematica nel 2012 nell´ambito delle iniziative dell´anno europeo dedicato proprio alla longevita` attiva. Un risultato importante ´ conclude il presidente Spacca ´ che conferma che il rilancio delle attivita` produttive marchigiane puo` avvenire anche attraverso le specializzazioni connesse ai servizi sanitari e sociali, un tema caro non solo alle Marche, regione piu` longeva, all´Italia ma anche all´Europa che ha inserito questa tematica all´interno del programma Europa 2020 che guidera` tutta la programmazione dei prossimi fondi strutturali´.  
   
   
SCIENZIATI RACCONTANO LA MORTE CRUENTA DI UN UOMO DELL´ETÀ DEL FERRO  
 
 Bruxelles, 4 aprile 2011 - L´analisi di un teschio dell´età del ferro, risalente a 2.500 anni fa, ha rivelato che l´uomo cui apparteneva è morto di morte violenta, è quanto affermano alcuni ricercatori dell´Università di York nel Regno Unito. Presentati sul Journal of Archeological Science, i dati della ricerca suggeriscono che l´uomo, che aveva un´età compresa tra i 26 e i 45 anni, fu impiccato e poi decapitato. Il cervello dell´uomo fu seppellito separatamente. Il team di York ha trovato il teschio e i resti del cervello nel 2008, a faccia in giù in un terreno morbido argilloso, sabbioso, marrone scuro, ricco di sostanze organiche. Secondo gli archeologi, che hanno lavorato insieme a bio-archeologi, neurologi e chimici, il cervello dell´uomo è uno dei più antichi organi a tessuto morbido sopravvissuti. Il team voleva scoprire come mai il cervello si fosse conservato mentre tutti gli altri tessuti morbidi si erano decomposti. Hanno anche preso in considerazione dettagli della morte dell´uomo e della sua sepoltura che potrebbero aver avuto un ruolo nella conservazione del vulnerabile cervello. I resti sono stati trovati in uno dei diversi scavi dell´Età del ferro presso il campus Heslington East di York. Sebbene sia il teschio che il cervello siano conservati in condizioni rigorosamente controllate, il team ha usato strumenti avanzati come la spettrometria di massa e uno scanner per la tomografia computerizzata (Tc) per esaminare alcuni dei campioni di materiale del cervello. Tali campioni, dicono i ricercatori, avevano una sequenza del Dna (acido deossiribonucleico) corrispondente a sequenze trovate soltanto in alcuni individui provenienti dalla Toscana e dal Vicino Oriente. Aggiungono che la datazione al carbonio colloca i resti in un periodo compreso tra il 673 a.C. E il 482 a.C. I test hanno inoltre confermato la presenza di una serie di lipidi e di proteine specifiche del cervello nei resti. Commentando i risultati, il leader dello studio, la dott.Ssa Sonia O´connor dell´Università di Bradford e Honorary Visiting Fellow a York, dice: "È raro poter ipotizzare la causa di morte per i resti umani scheletriti di origine archeologica. La conservazione del cervello in resti altrimenti scheletriti è ancora più stupefacente, ma non unica. "Questo è lo studio più completo mai realizzato su un cervello trovato in uno scheletro sepolto e ci ha permesso di cominciare a capire veramente il perché il cervello possa sopravvivere migliaia di anni dopo che tutti gli altri tessuti morbidi sono andati in decomposizione. "Lo stato idratato del cervello e la mancanza di segni di putrefazione [suggerisce] che la sepoltura, in sedimenti a grana fine e anossici, sia avvenuta poco dopo la morte. Si tratta di una sequenza di avvenimenti singolare e insolita e potrebbe essere considerata una spiegazione dell´eccezionale stato di conservazione del cervello." I ricercatori stanno analizzando come questi lipidi e proteine potrebbero aver formato congiuntamente il resistente materiale che ha conservato il cervello, il che potrebbe far luce sulle circostanze della morte, l´ambiente della sepoltura e la conservazione del cervello. Per maggiori informazioni, visitare: University of York: http://www.York.ac.uk/  Journal of Archaeological Science: http://www.Elsevier.com/wps/find/journaldescription.cws_
home/622854/description#description
 
 
   
   
SANITA’ DIGITALE: PRESENTATO “DOGE”, UN TRAGETTO VERSO IL FUTURO GIA’ REALTA’ NELL’ULSS 19 DI ADRIA. SARA’ DIFFUSO IN TUTTO IL VENETO”  
 
 Padova, 1 aprile 2011 - Nell’ulss 19 di Adria è già realtà; nella 18 di Rovigo lo sarà da poco; entro fine 2012 o i primi mesi del 2013 verrà esteso a tutto il Veneto. Si chiama “Doge” ed è un ambizioso progetto d’informatizzazione della sanità veneta che permette di collegare i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta con le aziende sanitarie e con la Regione, gestendo in via completamente informatica tutta una serie di situazioni legate alla vita sanitaria del paziente, con evidenti risparmi di tempo e denaro sia per l’utente che per l’amministrazione. Il progetto pilota, realizzato in Polesine con uno stanziamento regionale di 400.000 euro, con il cofinanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e con il supporto tecnico di Arsenàl.it, il Consorzio per l’informatizzazione tra le Ullss e Aziende Ospedaliere del Veneto, è stato presentato oggi nel corso di un affollato convegno tenutosi all’Hotel Sheraton di Padova, alla presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, del presidente della Fondazione Cariparo Antonio Finotti, del direttore generale dell’Ulss 19 di Adria Giuseppe Dal Ben, di quello della 18 di Rovigo Adriano Marcolongo e del presidente di Arsenàl.it Claudio Dario (dg della 9 di Treviso). “Con Veneto Escape che entro il 2012 consentirà a tutti i cittadini veneti di scaricarsi sul pc di casa i propri referti e con questo progetto che costituisce il primo passo verso la realizzazione del fascicolo sanitario digitale – ha sottolineato Coletto – la modernizzazione del nostro sistema farà un passo avanti decisivo, facilitando pressoché tutti i rapporti con la sanità da parte del cittadino ed il lavoro agli operatori. Non sottovalutiamo – ha aggiunto – anche i notevoli risparmi sui costi, che libereranno risorse da destinare alle cure vere e proprie”. Grazie a “Doge”, il medico potrà essere costantemente aggiornato sui cambiamenti anagrafici dei suoi assistiti, potrà inviare direttamente all’azienda sanitaria le prescrizioni in formato digitale, potrà ricevere i risultati degli esami specialistici direttamente sulla sua cartella ambulatoriale senza dover attendere che l’assistito vada a ritirarli allo sportello. Una volta a regime, il sistema consentirà risparmi dell’ordine di alcuni milioni di euro. Un esempio l’ha fatto Dario: “solo di costi per la digitalizzazione delle ricette che ora sono cartacee – ha detto – si risparmieranno circa 1 milione 300 mila euro l’anno”. “Adesso – ha aggiunto Coletto – il Consorzio Arsenàl procederà ad un’analisi dei costi per la diffusione di Doge in tutto il Veneto e quindi definiremo un piano specifico, nel quale la Regione è pronta ad investire con convinzione”. La realizzazione di “Doge” è costata complessivamente 800.000 euro ma, è stato precisato, i costi per il suo allargamento alle altre Ullss del Veneto saranno molto inferiori, grazie al “riuso” che se ne farà e grazie al lavoro portato avanti da Arsenàl.it.  
   
   
LA SFIDA DEI SISTEMI SANITARI: SDA BOCCONI, IN COLLABORAZIONE CON NOVARTIS, RICHIAMA STUDENTI MASTER E MBA DI TUTTO IL MONDO A SFIDARSI A MILANO NELLA PRIMA INTERNATIONAL HEALTHCARE CASE COMPETITION  
 
Milano, 4 aprile 2011 - Gestire i sistemi sanitari e migliorare la qualità dei servizi offerti a pazienti e cittadini è una sfida globale sempre più complessa e per incoraggiare i giovani professionisti a confrontarsi e a contribuire Sda Bocconi, in collaborazione con Novartis, ha organizzato la prima ‘International Healthcare Case Competition’ aperta a studenti master e Mba di tutto il mondo.La competition si svolgerà in Sda Bocconi il 30 e 31 maggio. Nello specifico, la sfida è aperta a studenti provenienti dai seguenti programmi: Master in Health care management/policy/economics, Mba, Master in Public administration and public management, Master in Public affairs, Master in International management e Master in Global health. Le squadre saranno composte da 4 studenti e un docente advisor. La case study, in tema di miglioramento della performance e gestione dei sistemi sanitari, sarà illustrata alle squadre due settimane prima della competition e le squadre presenteranno poi il loro lavoro finale, con strategie e soluzioni per risolvere il problema posto, a un panel di giudici a Milano. Le tre prime squadre andranno poi in finale per aggiudicarsi il primo premio di 5.000 euro. Hanno già confermato la loro partecipazione la China Europe International Business School diShanghai, Kingston University Business School, Luiss, Mci Management Center di Innsbruck e Rsm Erasmus University di Rotterdam. Per la Sda Bocconi parteciperà una squadre del Mba e una composta da studenti del Master of Public management e del Master of International health care management, economics and policy. Le iscrizioni chiudono il 22 aprile. Per informazioni: www.Sdabocconi.it/en/compete_for_healthcare    
   
   
MILANO - 8TH INTERNATIONAL WORKSHOP ON INTERVENTIONAL PEDIATRIC CARDIOLOGY  
 
 Milano, 4 aprile 2011 - Si è aperto il 31 marzo l’8th International Workshop on Interventional Pediatric Cardiology, presieduto dal Dr. Mario Carminati, Direttore della Cardiologia Pediatrica del Policlinico San Donato. Nel corso della mattinata, il Dott. Gianfranco Butera, cardiologo pediatra del Policlinico San Donato, ha effettuato la chiusura di difetti interatriali multipli ed aneurisma del setto in una ragazza di 20 anni. La procedura è stata effettuata dalla vena femorale, mediante un catetere di circa 3 mm di diametro, attraverso cui è stato impiantato il sistema di occlusione che ha permesso di trattare la patologia. In questo modo si è evitata la chirurgia e la cicatrice toracica. Il Dott. Mario Carminati e il Dott. Philipp Bonhoeffer (Uk) hanno compiuto con successo un complesso intervento di impianto transcatetere di valvola polmonare su una piccola paziente di 12 anni. I 600 partecipanti al Congresso hanno potuto seguire l’intervento che è stato trasmesso in diretta via satellite dalla Sala di emodinamica del Policlinico San Donato di Milano. Grazie a questa procedura interventistica, la paziente non ha subito l’apertura del torace e potrà essere dimessa entro tre giorni. Nel pomeriggio è stato trasmesso via satellite un intervento effettuato dal Dott. Donald Hagler (Usa) e dal Dott. Mario Carminati su un paziente adulto plurioperato con cardiopatia complessa e valvola biologica che presentava un parziale distacco della protesi. Questo difetto residuo è stato trattato con successo per via percutanea con due dispositivi di occlusione evitando così un ulteriore intervento a cuore aperto. Nel corso della giornata, sono stati trasmessi via satellite altri interventi da Varsavia e da Berlino.  
   
   
SALUTE: FVG ECCELLENZA NEL SETTORE DELLE DONAZIONI E DEI TRAPIANTI  
 
Udine, 4 aprile 2011 - Alimentare la fiducia dei cittadini nei confronti della salute e del sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia, che nel settore delle donazioni e dei trapianti è una realtà antesignana e leader in Italia, per attestare la cultura delle donazioni di organi, e nel contempo valorizzare stili di vita corretti e adeguati a una qualità della salute sempre migliore. Questi gli obiettivi dell´accordo tra il Comitato Nazionale Italiano Fair Play (Cnifp) e l´Associazione Italiana Donatori Organi (Aido), siglato a Udine, alla presenza dell´assessore regionale alla Salute, Integrazione Socio Sanitaria e Politiche Sociali. Il Friuli Venezia Giulia è una regione nella quale la cultura del dono è diffusa, e funziona il sistema sanitario per i prelievi e i trapianti. Considerato ciò, a breve saranno avviate le procedure perché il Centro trapianti di Udine abbia garantita non solo la continuità, ma si possa altresì sviluppare in collaborazione con le altre realtà del settore, assieme alle quali si potranno condividere le responsabilità, ma potranno essere altresì costruite soluzioni nuove ed efficaci per ottimizzare l´attività, anche in momenti economicamente non facili come lo è quello attuale. Assieme alla Lombardia, al Veneto, alla Liguria, alle Marche e alla Provincia autonoma di Trento, il Friuli Venezia Giulia aderisce al Nord Italian Transplant, fondato nel 1976 da Girolamo Sirchia, ed è la prima realtà regionale nella quale viene stipulato l´accordo tra il Cnifp e l´Aido. Ciò rafforza la rete della solidarietà e della cultura del dono, verso la quale i cittadini della nostra comunità regionale possono già esprimere l´assenso grazie a un´iniziativa della Regione attuata attraverso i Comuni, all´atto del rinnovo della carta d´identità. I dati sull´utilizzo di organi trapiantati da donatori del Friuli Venezia Giulia dimostrano come anche nel 2010 la nostra realtà si sia collocata in testa alle statistiche nazionali: da 19,5 donatori nel 2003 per milione di abitanti, a 32,1 nel 2006, a 34,4 nel 2009, si è passati lo scorso anno a 46 donatori utilizzati per milione di abitanti. Un dato che è elevato anche se raffrontato al contesto comunitario. Il Centro trapianti della Regione nel 2010 ha effettuato 29 trapianti di cuore (il centro di cardiochirurgia dell´Aou di Udine è il primo in Italia per numero di cardiotrapiantati), 33 di fegato, 43 di rene e 2 di pancreas. Risultati di eccellenza che sono stati raggiunti grazie all´intero sistema regionale dei trapianti, che si compone di coordinatori, medici, infermieri, tecnici, afferenti alle rianimazioni, ai centri di trapianto, ai laboratori, alle unità di anatomia patologica, di diagnostica per immagini, agli istituti immuno-trasfusionali, agli specialisti di diverse discipline, al personale alle sale operative, delle direzioni mediche, delle centrali operative del 118. Ma in particolare a seguito dell´intensa attività di divulgazione svolta dalle associazioni di volontariato.  
   
   
LOMBARDIA. SANITÀ, DAY HOSPITAL SOLO PER CURE ´COMPLESSE´ INNOVAZIONE CHE METTE AL CENTRO IL PAZIENTE  
 
Milano, 4 aprile 2011- Cambia, perfezionandosi, l´organizzazione delle cure erogate in regime di day hospital. Il day hospital (ospedalizzazione diurna) continuerà ad essere riservato solo ai casi che richiedono il reale allettamento del paziente (in camere con gli stessi requisiti organizzativi previsti per l´attività di degenza ordinaria) e per i quali è prevista un´assistenza prolungata e continuativa di personale medico e infermieristico. Per tutti gli altri casi, che necessitano di una presa in carico organizzativamente e gestionalmente complessa nel corso della giornata, si ricorrerà a prestazioni che afferiranno ad una nuova macroattività ambulatoriale ad alta integrazione e complessità di tipo non chirurgico. E´ quanto ha deciso la Giunta regionale, approvando una delibera proposta dall´assessore alla Sanità Luciano Bresciani. ´L´attenzione della Regione Lombardia - spiega l´assessore Bresciani - che ha il compito di organizzare le attività e stabilire le regole del sistema, è sempre rivolta principalmente al paziente e alle sue necessità´. ´Con questa decisione - aggiunge l´assessore - si permette di erogare prestazioni complesse che non necessitano del pernottamento dei pazienti in una forma che non richiede la complessità di gestione dei ricoveri (cartella clinica, scheda e lettera di dimissione, vincoli di requisiti strutturali) ma che garantisce comunque per i pazienti la sicurezza e l´efficacia di un contesto protetto di tipo ospedaliero´. Questa innovazione organizzativa - che sarà specificata dalla Giunta regionale entro il mese di maggio, con l´adozione dei requisiti per la nascita della ´macroattività ambulatoriale complessa´ - fotografa una situazione di fatto. I provvedimenti che fissano le modalità di erogazione delle attività di ricovero e cura risalgono infatti a oltre 30 anni fa; tenuto conto dell´evoluzione che ha interessato le modalità e le regole delle attività di day hospital e di specialistica ambulatoriale, si è assistito nel tempo a una drastica riduzione delle indicazioni clinicamente appropriate per lo stesso day hospital e al contemporaneo ampliamento delle potenzialità della specialistica ambulatoriale. Per questa ragione è previsto che l´80 per cento dei posti attualmente disponibili per il day hospital sarà riconvertito con l´avvio appunto di specifiche attività ambulatoriali ad alta complessità clinica ed organizzativa. Con il provvedimento che dettava le ´regole´ 2010 del servizio socio sanitario era già stata prevista la possibilità, per le strutture di ricovero e cura, di trasformare alcuni posti letto di degenza in posti letto destinati ad attività chirurgica a bassa complessità. Lo scopo della delibera sul day hospital e della precedente decisione sulla chirurgia a bassa complessità è quello di migliorare dal punto di vista organizzativo l´erogazione delle cure, rendendole più appropriate e adeguate oltre che quello di permettere alle strutture di avere maggiore flessibilità organizzativa e gestionale.  
   
   
SANITÀ, OSPEDALE DI RECCO: GIÀ A DISPOSIZIONE I POSTI NELLA ASL 4 E NELLA ASL 3 PER RICEVERE IL PERSONALE IN ESUBERO  
 
 Genova, 4 Aprile 2011 - "Per i 104 addetti dell´ospedale di Recco, tra tecnici, infermieri e operatori socio-sanitari coinvolti nella chiusura del nosocomio sono già disponibili i bandi di mobilità interna indetti dalla Asl 3 e dalla Asl 4". Lo chiarisce l´assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo a proposito della situazione del personale dell´ospedale di Recco, dove rimarranno in servizio 16 addetti del comparto sanitario. "La Asl 3 Genovese – spiega Montaldo – ha messo a disposizione, con un primo bando pubblicato il 4 febbraio scorso, 185 posti all’interno dell’azienda, a cui si va ad aggiungere un ulteriore bando di mobilità interna per 14 posti disponibili nei servizi dell’area del levante cittadino e del Golfo Paradiso, per ridurre il disagio dei lavoratori che si devono trasferire a sedi più lontane". "Contemporaneamente – continua Montaldo - la Asl 4 ha messo a disposizione i posti derivanti dall’apertura del nuovo ospedale di Rapallo dove ad oggi si sono già trasferiti 23 addetti e il fabbisogno potenziale della Asl 4 consentirà di ricevere ulteriori 35 persone, quasi esclusivamente infermieri". "Si tratta di posti – specifica l´assessore alla salute – che si renderanno disponibili progressivamente, man mano che l´attività dell’ospedale sarà portata a regime concludendo la fase attuale del rodaggio". Montaldo chiarisce inoltre che "per consentire la chiusura dell´ospedale di Recco il personale coinvolto è stato necessariamente messo in recupero ore o in ferie, nei giorni immediatamente precedenti la chiusura e dal 25 marzo ha preso servizio nelle nuove sedi della Asl 3 Genovese". "I processi – conclude Montaldo – sono stati concordati dalla Asl e dalla Regione con le organizzazioni sindacali, con le quali il confronto proseguirà per tutta la fase esecutiva".  
   
   
CONCLUSI I LAVORI DEL GRUPPO DI VERIFICA SULL’ATTIVITÀ ENDOVASCOLARE DELL’UNITÀ DI EMODINAMICA E INTERVENTISTICA CARDIOVASCOLARE DEL POLICLINICO DI MODENA  
 
Bologna, 4 aprile 2011 - Il gruppo di lavoro istituito dalla Regione con il compito di valutare e verificare l’attività endovascolare extracardiaca praticata nell’Unità operativa di emodinamica e interventistica cardiovascolare del Policlinico di Modena ha terminato i suoi lavori e consegnato la relazione conclusiva all’assessore alle politiche per la salute Carlo Lusenti. “Il gruppo di lavoro ci ha consegnato la relazione relativa alle condizioni clinico-organizzative entro le quali opera l’Unità di emodinamica e interventistica cardiovascolare. Ne abbiamo considerato le criticità evidenziate e, nell’ambito delle nostre competenze - ha detto l’assessore Lusenti - abbiamo chiesto alla direzione generale dell’Azienda Ospedaliero-universitaria di Modena interventi organizzativi immediati per assicurare l’adozione delle raccomandazioni regionali sulla documentazione clinica e sulla rilevazione delle attività assistenziali e dei loro esiti, e per garantire il necessario approccio multidisciplinare agli specifici processi assistenziali, inclusi i professionisti dell’Azienda Usl e di Hesperia Hospital”. L’istituzione del gruppo di verifica, da parte dell’Agenzia sanitaria e sociale regionale su richiesta della Direzione generale sanità e politiche sociali, è avvenuta a seguito di una istanza presentata dalla sezione modenese dell’associazione Amici del cuore, che chiedeva di verificare l’operato dell’Unità operativa di emodinamica e interventistica cardiovascolare del Policlinico modenese avanzando l’ipotesi che in quella Unità si stesse realizzando un mutamento d’indirizzo a causa della effettuazione di procedure di emodinamica interventistica per patologie non solo cardiologiche ma di evidente pertinenza della chirurgia vascolare. Il percorso di verifica si è articolato nella valutazione dell’attività dell’Unità operativa di emodinamica e interventistica cardiovascolare attraverso l’analisi di un campione di 51 cartelle cliniche, della documentazione video relativa alle procedure diagnostico-terapeutiche eseguite, e attraverso incontri con i professionisti del Policlinico. Nei casi esaminati sono stati verificati l’appropriatezza delle indicazioni agli interventi sanitari extracardiaci e cardiaci di particolare complessità, la corretta esecuzione delle procedure in esame, la completezza della documentazione clinica e la condivisione multidisciplinare del percorso assistenziale, aspetto quest’ultimo particolarmente importante nei casi in cui si utilizzano procedure di recente introduzione nella pratica clinica. Nella relazione conclusiva vengono evidenziate alcune criticità che riguardano la documentazione clinica e il consenso informato, inadeguati o carenti; l’esecuzione di procedure interventistiche endovascolari extracardiache senza il coinvolgimento di chirurghi vascolari e di radiologi interventisti e senza evidenze di approccio anche consultivo multidisciplinare; le indicazioni alle procedure extracardiache non aderenti a quanto raccomandato in letteratura e con un approccio terapeutico eccessivamente intensivo; l’esecuzione di procedure cardiache interventistiche non coronariche senza una documentata valutazione cardiochirurgica preliminare. La gran parte dei problemi evidenziati risulta ascrivibile alla mancanza di un contesto clinico e organizzativo multidisciplinare per la valutazione delle indicazioni e dell’esecuzione di interventi complessi, extracardiaci e cardiaci. L’assessore Lusenti ha già trasmesso le prescrizioni regionali alla direzione generale dell’Azienda Ospedaliero-universitaria di Modena. In particolare, considerata la delicatezza degli aspetti critici evidenziati dalla relazione, alla direzione generale viene chiesto di adottare con urgenza provvedimenti organizzativi per l’immediata implementazione delle direttive regionali riguardanti la documentazione clinica e la rilevazione delle attività e degli esiti assistenziali. Viene chiesto inoltre di adottare con urgenza protocolli diagnostico-terapeutici condivisi con la Chirurgia vascolare dell’Azienda Usl per quanto attiene le attività extracardiache e con la Cardiochirurgia di Hesperia Hospital per quanto riguarda le attività cardiache coronariche e non coronariche in cui sia opportuno considerare l’opzione chirurgica in alternativa alla procedura emodinamica. Nella nota, l’assessore Lusenti chiede poi alla direzione generale del Policlinico di valutare se i fatti rispetto ai quali la relazione individua elementi di criticità determinino eventuali responsabilità a carico delle strutture aziendali interessate dalla verifica. Il gruppo regionale continuerà, secondo il mandato ricevuto, le sue ricognizioni negli altri Centri di emodinamica pubblici e privati della regione.  
   
   
L’OSPEDALE DI RECCO DIVENTERÀ UNA CASA DELLA SALUTE E UN CENTRO RIABILITATIVO  
 
Genova, 4 aprile 2011 - "L´ospedale di Recco diventerà una casa della salute importante con la conferma della radiologia che continua a funzionare, degli ambulatori che oggi sono in funzione e che verranno ristrutturati con una spesa di 500.000 euro, con una nuova Tac per un costo di 350.000 euro e l´attivazione, insieme alla riabilitazione, di uno spazio con alcuni letti di ospedale di continuità che gestiranno alcuni medici di famiglia". Lo ha detto l’assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo a margine del consiglio regionale, rispondendo al comitato contro la chiusura dell´ospedale di Recco che il 31 marzo si è recato davanti al Palazzo della Regione e successivamente in consiglio regionale. "Dalla notte in cui è stato chiuso l´ospedale di Recco – continua Montaldo – è attiva 24 ore su 24 l´auto medica del 118 attraverso cui abbiamo dato una risposta al territorio sulla base degli impegni assunti e delle esigenze dell´area. Si supera un ospedale che non aveva più ragione di essere dopo l´apertura di Rapallo che, a pochi chilometri di distanza, mette a disposizione dei cittadini le attività di medicina richieste dal territorio e necessarie alla popolazione anziana e che non possono essere duplicate. Come Regione all’interno della nuova struttura garantiremo l´assistenza infermieristica e la riabilitazione”.  
   
   
FARMACI: PIU’ RISPARMI SE DISTRIBUITI DA OSPEDALI E ASL  
 
Roma, 4 aprile 2011 - Razionalizzare la spesa farmaceutica ospedaliera si può, e si deve a causa dell’arrivo di molecole sempre più costose e della cronicizzazione di molte patologie. Uno dei sistemi più semplici ed efficaci è la distribuzione diretta dei medicinali ai pazienti in dimissione e, nel caso di malati cronici, tramite l’Asl e in assistenza domiciliare. Se tale sistema fosse attuato in ogni regione, consentirebbe un risparmio significativo per il Sistema Sanitario Nazionale. Un risparmio ancora maggiore è realizzabile evitando il canale delle farmacie private: una recente indagine della Guardia di Finanza lo ha quantificato per il quadriennio 2004-2008, per i farmaci del Prontuario ospedaliero per la continuità terapeutica a pazienti cronici e/o seguiti dalle strutture pubbliche, in poco meno di 900 (892) milioni di euro. “Nonostante da anni i farmacisti ospedalieri e delle Asl pongano l’accento sulla distribuzione diretta dei farmaci – afferma Laura Fabrizio, presidente della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie (Sifo) – non molto è stato fatto, se si eccettuano esperienze di distribuzione a domicilio attuate in alcune Asl di Liguria, Umbria e Calabria e altre lodevoli iniziative purtroppo isolate. E oggi addirittura alcuni propongono l’opposto: portare alcuni medicinali di fascia H anche al di fuori dell’ospedale e delle Asl. Un controsenso, almeno per due motivi: primo, per i mancati risparmi, dato che la distribuzione diretta tramite le farmacie territoriali costa di più perché vi si aggiungono le spese di distribuzione per i farmacisti privati, oneri che variano in base ad accordi regionali fino ad arrivare al 12% sul prezzo al pubblico compreso di Iva; secondo, perché si tratta di medicinali di uso ospedaliero proprio perché necessitano di una particolare attenzione per aspetti legati al monitoraggio dell’efficacia e degli effetti collaterali, e quindi alla loro sicurezza e appropriatezza di utilizzo, verificabili mediante il continuo controllo dei rispettivi piani terapeutici depositati presso i servizi farmaceutici del Sistema Sanitario Nazionale e il monitoraggio attraverso il Registro dell’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa)”. “Al contrario, i farmacisti delle farmacie territoriali, non conoscendo il piano terapeutico – spiega Pietro Finocchiaro, segretario nazionale Sifo - non sono in grado di valutare l’appropriatezza prescrittiva che è il parametro più avanzato e complesso sul quale anche gli studi più recenti ci dicono sia necessario agire per diminuire ulteriormente la spesa, in particolare per i farmaci complessi che necessitano di un monitoraggio intensivo come quelli ospedalieri e innovativi”. “Monitorare i consumi di per sé non ha alcun senso né valore – risponde Francesco De Vita, segretario regionale Sifo Abruzzo, a chi propone di spostare alcuni principi attivi del prontuario ospedaliero anche al territorio -, se non si ha la possibilità di incidere sugli stessi. Del resto il mero monitoraggio dei consumi è già banalmente ottenibile giorno per giorno presso i servizi farmaceutici del Ssn, i quali, all’atto della distribuzione controllano i piani terapeutici e le schede di segnalazione, certificano la rispondenza tra prescrizione e terapia, e, contemporaneamente alla dispensazione, validano un controllo di appropriatezza prescrittiva.” “In tutti questi ambiti la Sifo è inoltre impegnata a stabilire intese e sinergie con i medici specialisti – conclude Laura Fabrizio -, ad esempio con gli oncologi dell’Aiom, a ulteriore garanzia e tutela della qualità dell’assistenza farmaceutica ai cittadini.”  
   
   
OSPEDALE PSICHIATRICO GIUDIZIARIO DI REGGIO EMILIA, IMPEGNO DELLA REGIONE A FAVORE DELLE PERSONE RECLUSE  
 
Bologna, 4 marzo 2011 - “La Regione Emilia-romagna è costantemente impegnata per garantire condizioni di vita dignitose alle persone recluse e per arrivare al superamento dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia con progetti di presa in carico di ex reclusi in strutture sanitarie e assistenziali del territorio”. Lo ha detto l’assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-romagna Carlo Lusenti a proposito della situazione in cui si trovano le persone all’interno dell’Opg, sulla quale la Commissione senatoriale presieduta da Ignazio Marino sta conducendo un’indagine di cui hanno parlato i media anche in questi ultimi giorni. In Emilia-romagna si trova uno dei 6 Opg presenti in Italia, a Reggio Emilia. Ospitato in un ex carcere, e dunque in una struttura non adeguata alla cura, registra un grave sovraffollamento a cui contribuisce in maniera determinante il continuo invio di persone che non afferiscono al suo bacino di utenza definito a livello nazionale (che comprende Friuli Venezia Giulia, Veneto, Province di Bolzano e Trento, Emilia-romagna e Marche). Diversi gli interventi che la Regione ha messo in campo per far fronte alla situazione: come prima azione, è stato autorizzato un importante incremento della pianta organica delle Ausl di Reggio Emilia, per assicurare l’assistenza necessaria alle persone e superare i reparti chiusi. E’ stato poi costituito tra Regione e Magistratura di sorveglianza - che ha la competenza della proroga della misura di sicurezza in Opg - un tavolo di discussione per favorire la condivisione di percorsi di presa in carico da parte dei Servizi sanitari territoriali competenti. E’ stato anche istituito un gruppo di lavoro con i professionisti delle Aziende Usl per mettere a punto i programmi territoriali di dimissione dall’Opg, i cui costi sono a totale carico della Regione. Ci sono poi strutture, come la residenza sanitaria psichiatrica di tipo socio-riabilitativo di Sadurano, nel forlivese, che ospitano utenti che possono usufruire di “licenza finale”, fase propedeutica alle dimissioni dall’Opg, dove si realizzano importanti esperienze riabilitative. A Bologna è stata potenziata una struttura residenziale di accoglienza per detenuti (l’ex Roncati di viale Pepoli) che necessitano di perizia psichiatrica, in modo da ridurre invii impropri all’Opg di detenuti che necessitano di diagnosi psichiatrica. Infine, è ormai prossima l’apertura di un reparto di osservazione psichiatrica presso il carcere di Piacenza. “Confermiamo il nostro impegno - ha ribadito Lusenti - per dare continuità assistenziale alle persone recluse e per migliorare, per quanto nelle nostre competenze, la loro condizione, ma dobbiamo dire che restano aperte molte criticità, a partire dalla struttura in cui è ospitato l’Opg, completamente inadeguata alla cura e alla riabilitazione, poiché è nata come carcere. Altro problema rilevantissimo – ha aggiunto l’assessore – è il sovraffollamento, aggravato dal fatto che non sono rispettati gli invii nei singoli bacini di utenza dei 6 Opg. Basti pensare che a Reggio Emilia, su 277 persone, 147, di cui 84 lombardi, venivano da zone extra bacino. E’ comunque evidente – ha concluso – che il completo superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari, come concordato tra Stato e Regioni, è prima di tutto un obiettivo di civiltà, che perseguiremo con impegno”.  
   
   
SANITÀ TOSCANA, ANCORA BASSO IL NUMERO DELLE DONNE IN RUOLI DIRIGENZIALI  
 
Firenze, 4 aprile 2011 – Le donne con responsabilità dirigenziali all’interno del sistema sanitario regionale sono ancora poche. La presenza femminile prevale nel comparto, soprattutto nell’ambito della professione infermieristica (3 operatori su 4), raggiunge più o meno la parità a livello di direzione sanitaria (46% contro il 54% degli uomini), ma nei ruoli di vertice (dirigenti di struttura complessa e responsabili di macrostruttura) scende vertiginosamente, facendo registrare percentuali tra il 13 ed il 19%. “Ancora troppo basse purtroppo” ha detto l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia presentando alcuni dati al convegno organizzato dalla Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri dal titolo ‘Leadership in Sanità: interpretazione al femminile, innovazioni, opportunità’. Il meeting si è tenuto stamattina nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Firenze, in piazza San Marco. “Le prospettive del sistema sanitario” – ha aggiunto l’assessore – “dipendono anche dalla capacità di saper sfruttare appieno le potenzialità, i punti di forza di un approccio di genere al management in sanità, valorizzando il contributo fondamentale che le donne offrono alle professioni sanitarie. Favorire la presenza femminile nelle posizioni di vertice, significa lavorare sulla relazionalità e sulle criticità organizzative che gravano in particolare sulle donne, e significa diffondere un messaggio: sostenere la diversità non vuol dire solo garantire pari opportunità, ma soprattutto ottimizzare il patrimonio di professionalità e di competenze a disposizione per migliorare performance ed efficienza del sistema. Il futuro della sanità dipenderà anche da quanto saremo in grado di sostenere e valorizzare la leadership al femminile”. Nell’ottica di provare a comprendere alcuni dei fattori coinvolti nello squilibrio di genere che interessa le professioni sanitarie, sono stati presentati alcuni risultati del Mes (il laboratorio di Mangement e sanità) frutto di un’indagine sul ‘Clima interno’ nel sistema sanitario toscano. I dati raccolti evidenziano come le complessità e le criticità per le donne crescano con l’aumentare delle responsabilità. Le donne responsabili di struttura sono più contente della formazione, ma percepiscono di essere valutate meno dal contesto esterno rispetto agli uomini, a parità di ruolo, sentendosi meno coinvolte dei colleghi uomini nei processi decisionali e meno sostenute se in difficoltà. Altre indicazioni interessanti sono poi emerse dai Focus Group realizzati dal “Centro di Riferimento Regionale per le Criticità Relazionali”. Un elemento significativo riguarda le opportunità di crescita professionale nelle Aziende Sanitarie, che le donne evidenziano essere fortemente influenzate dalle difficoltà di conciliare vita professionale e vita familiare. Al tempo stesso emerge una peculiare capacità di relazione delle donne, che si traduce in un’abilità di leadership declinata al femminile. “Il nostro obiettivo – ha concluso Daniela Scaramuccia – “è valorizzare il contributo fondamentale che le donne offrono al sistema sanitario, innanzitutto evidenziando i problemi che ne limitano lo sviluppo di carriera e la presenza nelle posizioni di vertice. Vogliamo puntare in alto, verso una progressiva crescita della leadership femminile, fino a un 20% nel 2012, per arrivare ad una rappresentanza del 30% nel 2015, con una logica di comply or explain” .  
   
   
CONVEGNO POLICLINICO DI MILANO IL CASO ESEMPLARE DELLA NEFROLOGIA PEDIATRICA IN NICARAGUA  
 
 Milano, 4 aprile 2011 - ´Insegnare ai popoli a pescare anziché mandargli il pesce´. E´ la metafora usata dall´assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani, per spiegare la visione di cooperazione internazionale di Regione Lombardia, che si concretizza nel ´fare rete tra il sistema regionale lombardo e quello del Paese in via di sviluppo a cui si vuole insegnare a pescare´. Lo ha detto l´assessore regionale alla Sanità, partecipando il 31 marzo al convegno dedicato all´impegno del Policlinico di Milano nella Cooperazione internazionale. All´incontro era presente anche il presidente della Fondazione Irccs Ca´ Granda Ospedale Maggiore Policlinico Giancarlo Cesana. ´I popoli vanno aiutati a casa loro con il modello vincente di Regione Lombardia, che si basa sulla sussidiarietà orizzontale - ricorda l´assessore Bresciani - in questo modo, grazie a questo processo di crescita continuo, anche il partner che aiuta ne trae beneficio: una ricchezza continua che consiste nel ricevere esperienze da poter poi ritrasmettere a chi ne ha bisogno´. Sono 12 i progetti di cooperazione internazionale in corso, che vedono coinvolti decine di operatori sanitari del Policlinico; 5 di essi sono basati su un gemellaggio tra Policlinico e strutture ospedaliere extra europee con il sostegno finanziario di Regione Lombardia. Altri 7 progetti invece coinvolgono a titolo personale diversi operatori del Policlinico che provvedono ad autofinanziare i progetti stessi. Gli ambiti di intervento riguardano sia l´area medica (Pediatria, Nefrologia, Medicina Generale), che quella chirurgica: Chirurgia generale, Pediatrica, Ostetricia e Ginecologica. Luciano Bresciani, prima di concludere il suo intervento, ha voluto ricordare la collaborazione regionale in ambito sanitario con la Repubblica del Nicaragua, iniziata fin dal 2005 attraverso il cofinanziamento di un progetto di gemellaggio triennale, tra la Fondazione Ca´ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e l´Ospedale pediatrico Manuel De Jesus Rivera ´La Mascota´ di Managua nel settore della nefrologia pediatrica. Il ´Caso´ Di Managua - ´Grazie a questa collaborazione - ha concluso Bresciani - si è riusciti a creare all´interno dell´Ospedale di Managua un servizio di nefrologia pediatrica in grado di effettuare la diagnosi precoce e cura delle nefro-uropatie infantili, al fine di prevenire le insufficienze renali e trattare quelle croniche o terminali insorte con dialisi e trapianti di rene da donatore vivente. L´ospedale di Managua è diventato quindi un centro di riferimento per il territorio, in particolare per gli ospedali di 5 distretti periferici (Leon, Masaya, Granada, Jinotega e Matagalpa), ai quali sono stati diffusi protocolli di diagnosi e cura elaborati dalla Fondazione, fornite attrezzature per il trattamento dei casi semplici, fornita assistenza telematica da parte della Mascota ai fini di trasferire tempestivamente alla stessa i casi complessi´. Negli anni Regione Lombardia ha cofinanziato altri progetti fino ad arrivare, nel 2009, alla sottoscrizione dell´Accordo con la Repubblica del Nicaragua, volto a migliorare le capacità di diagnosi e cura delle principali patologie infantili, in particolar modo sostenendo lo sviluppo tecnologico dell´Ospedale ´La Mascota´ e degli altri centri ospedalieri pediatrici, favorendo la creazione di una rete assistenziale territoriale e di servizi informatici. Nel 2010 infine, il cofinanziamento regionale di un progetto di gemellaggio triennale tra la Fondazione e l´Ospedale di Managua, in collaborazione con l´Università Milano-bicocca, con l´obiettivo di creare una rete informatica nazionale tra la Mascota e gli ospedali periferici principali presenti nel territorio, al fine di dare un´adeguata risposta assistenziale alle urgenze pediatriche, sfruttando i potenziali della telemedicina. Al termine del convegno l´assessore Bresciani ha visitato, con il dirigente responsabile del servizio beni culturali Paolo Galimberti, parte del patrimonio storico del Policlinico che racchiude, in oltre 500 anni, 3 km di scaffali di archivio e 2830 opere artistiche, con un valore stimato in oltre 30 milioni di euro.  
   
   
SANITA´: CHIODI, PER PRECARI RISORSE GIA´ NEI BILANCI ASL "FALSO CHE SARANNO UTILIZZATI FONDI DEL TERREMOTO"  
 
 L´aquila, 4 aprile 2011 - "Come al solito, il Pd, e nella fattispecie l´on. Lolli e la Pezzopane, si limita ad una lettura superficiale e prevenuta di ogni atto, riuscendo a vedere oscure manovre anche laddove si opera nell´esclusivo interesse della comunità abruzzese. Se solo loro avessero approfondito il contenuto del decreto 34, avrebbero compreso che le cose, per i precari delle Asl, non stanno come loro, strumentalmente e ad arte, cercano di far credere". Replica così il presidente della Regione Abruzzo, e commissario ad acta per la Sanità, Gianni Chiodi, ai due esponenti del centrosinistra che hanno etichettato come "presa in giro", la soluzione trovata per salvare il posto di un elevato numero di lavori precari del sistema sanitario regionale. "Non si spiega altrimenti l´ennesimo abbaglio - aggiunge il Presidente/commissario - Lolli e la Pezzopane sostengono che le maggiori spese derivanti da questo decreto saranno coperti per tutto l´Abruzzo con i fondi del decreto 39, cioè con i finanziamenti del terremoto. Nulla di più falso. Come dico da tempo, ormai, le risorse sono già stanziate sui bilanci delle singole Asl, provenienti dal Fondo sanitario nazionale. La postilla ´ove non fossero sufficienti?´ introdotta dal ministero dell´Economia - spiega meglio Chiodi - è mera precauzione, cautela. Ma ripeto, non sarà necessario ricorrere ai fondi per il sisma in quanto i soldi già sono lì". "La vertenza precari - ricorda il Presidente - è stata risolta prontamente ed efficacemente da questo governo regionale che ha operato in sinergia con quello nazionale per dare una speranza ed un futuro a molte persone. Un risultato straordinario, apprezzato anche fuori regione, che però, evidentemente, l´opposizione ha tutto l´interesse a sminuire, seminando disorientamento e falsi allarmismi nei lavoratori e nelle loro famiglie". "E come al solito - conclude Chiodi - c´è chi vuole vedere la tempesta in un bicchier d´acqua. Indubbiamente molto più facile, e gratificante quanto a consenso, che occuparsi dei problemi veri della ricostruzione".  
   
   
ASSEGNATI ALLA REGIONE CALABRIA CIRCA NOVE MILIONI DI EURO DEL FONDO DI NON AUTOSUFFICIENZA  
 
Catanzaro, 4 aprile 2011 - La Regione Calabria beneficerà di quasi nove milioni di euro, rientranti nell’ambito del Fondo di non autosufficienza che il Governo, con la legge finanziaria del 2011, aveva completamente azzerato. Il recupero di una parte delle somme è anche merito dell’assessore regionale al Lavoro e alle Politiche sociali Francescantonio Stillitani, il quale in più occasioni aveva cercato di premere sul Governo, mettendo in evidenza come il taglio del Fondo avrebbe provocato una netto calo della qualità dei servizi di assistenza ai disabili e ai soggetti affetti da gravi malattie mentali. Per il 2009 e il 2010 alla Regione Calabria erano stati affidati quasi 30 milioni di euro, attualmente in fase di assegnazione. Quest’anno il Fondo sembrava dover scomparire a causa delle sforbiciate imposte dal documento di programmazione finanziaria. L’assessore Stllitani, invece, assieme ai suoi colleghi delle altre Regioni, si è fatto promotore di una serie di azioni davanti al Governo nazionale tese ad ottenere la restituzione di almeno una parte delle risorse. La conferma della volontà del Governo di ripristinare il fondo di non autosufficienza, sia pure in forma ridotta, è avvenuta durante l’incontro in Commissione politiche sociali, presieduta dal delegato ligure Lorena Rambaudi, che si è tenuta a Roma, nel corso della quale si è discusso sia della riapertura del fondo e sia delle somme da assegnare ad ogni Regione. Per la Calabria sono in tutto nove i milioni di euro che l’assessore Stillitani è riuscito a recuperare a sostegno delle persone non autosufficienti. “Un tassello importante – ha spiegato Stillitani – che permetterà all’assessorato alla Politiche sociali di programmare e mantenere attivi i servizi di base rivolti ai soggetti non autosufficienti, i quali con la legge finanziare del 2011 rischiavano di rimanere senza assistenza. L’obiettivo era quello ottenere la riapertura del Fondo, che rappresenta senza dubbio uno strumento importantissimo in ambito regionale per il mantenimento delle categorie svantaggiate e non autosufficienti. Il governo delle risorse – ha aggiunto l’assessore – sarà attuato controllandone la corretta ed uniforme redistribuzione su tutto il territorio Calabrese”. In particolare, le risorse verranno destinate alla creazione ed il rafforzamento di Punti unici di accesso, per misure finalizzate all’inclusione sociale della persona non autosufficiente, per l’attivazione e il perfezionamento dei servizi di assistenza domiciliare di tipo socio-assistenziale ad integrazione delle prestazioni socio sanitarie attuate dai servizi di assistenza domiciliare. Particolare importanza verrà dedicata ai disabili che potranno beneficiare di un rafforzamento dei servizi di assistenza domiciliare anche ai pazienti tuttora privi di sostegno famigliare presso la propria abitazione. La Regione Calabria sta vivendo un processo di riforma del settore delle politiche sociali, che vede l’assessorato alle Politiche sociali al centro di una fitta rete costituita da Enti pubblici (Comuni, Provincie e Asp) e privati (associazionismo senza fini di lucro, cooperative sociali, Onlus e fondazioni). L’imponente mole di lavoro ha comportato una serie di profonde trasformazioni nel modo di gestire e concepire i servizi. Il governo delle Politiche sociali è stato restituito alle comunità locali, raggruppati in distretti sociosanitari. Il nuovo assetto territoriale e organizzativo opera una vera e propria rivoluzione nelle comunità locali, a cui la Regione Calabria ha cercato di far fronte con una serie di sperimentazioni che hanno anticipato l’attuazione per valutarne l’impatto nel territorio. “Sappiano quanto tutto ciò sia difficile – ha detto ancora Stillitani – e proprio per far fronte ai problemi burocratici derivanti dal nuovo assetto, la Regione resta a disposizione per affiancare i comuni nella gestione delle risorse”.  
   
   
INCONTRO PUBBLICO A FÉNIS SUL TEMA “TUMORI: PREVENZIONE PRIMARIA, SCREENING E DIAGNOSI PRECOCE. APPUNTI PER UNO STILE DI VITA PIÙ CONSAPEVOLE”  
 
 Aosta, 4 aprile 2011 - L’assessorato della sanità, salute e politiche sociali e l’Amministrazione comunale di Fénis informano che mercoledì 6 aprile 2011, alle ore 20.30 a Fénis, nella Sala Polivalente del Tzanté de Bouva, si svolgerà un’incontro pubblico sul tema Tumori: prevenzione primaria, screening e diagnosi precoce. Appunti per uno stile di vita più consapevole. L’evento - che rientra nel programma degli incontri con la popolazione in materia di prevenzione - vuole essere un modo per promuovere la salute: un corretto stile di vita e una sana alimentazione sono presupposti essenziali per prevenire alcune malattie, in modo particolare quando si parla di tumori. Il corretto approccio alle attività di screening e le conseguenti diagnosi precoci permettono di intervenire, in modo incisivo, sulla malattia neoplastica. Dopo un saluto del Sindaco Giusto Perron e dell’Assessore alla Sanità, Salute, e Politiche sociali Albert Lanièce, interverranno Maurizio Castelli, Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Usl Valle d’Aosta e Gianmauro Numico, Dirigente della S.c. Di Oncologia medica presso l’Ospedale Umberto Parini di Aosta.  
   
   
ARTE MODERNA AMMANN SPRING´S GARDEN MOSTRA PERSONALE DI LORENZ SPRING LOCARNO DAL 2 APRILE AL 28 MAGGIO  
 
Locarno, 4 aprile 2011 - Protagonista di questa straordinaria e sorprendente mostra primaverile di un artista che si chiama Lorenz Spring (primavera in inglese) sono i fiori. Una rottura e, allo stesso tempo, un grande ritorno di un elemento classicissimo nella storia dell’arte. La galleria Ammann di Locarno presenta dal 2 aprile al 28 maggio 2011 un’esposizione controcorrente e allo stesso tempo di un incanto assoluto e di una gradevolezza sorprendente. Spring è nato a Uster, in Svizzera nel 1964. Dopo l’apprendistato da scultore, ha studiato all’accademia di Berna e dopo un lungo soggiorno a Parigi ha messo a punto il suo stile personale. Il soggetto della sua ispirazione è la vita quotidiana con connotati ironici che mettono in evidenza il lato serio della vita. Alla ricerca di un linguaggio alternativo per quanto di inesprimibile vi è nell’umanità, denuncia violenza, ingiustizia sociale, paure, fiducia, illusioni, xenofobia, inquinamento Ricorre a tecniche e materiali diversi tanto inquietanti quanto affascinanti e, quando glielo domandano, confessa che la sua fonte d’ispirazione è Cristo. Questa "anomalia contemporanea" in un mondo laico e in un ambiente troppo spesso politicamente orientato vuole anche indagare la verità nell’arte. Non esistono verità assolute, ma piccole verità transitorie, da superare al più presto per raggiungerne altre. L’atteggiamento di continuo dubbio, di permanente verifica e autocritica è abbastanza anomalo nel comportamento umano che si riduce troppo spesso a slogan e tifoseria senza alcun rapporto con la verità di una rivendicazione cosmica del ruolo dell’umanità profonda.