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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Luglio 2011
DICHIARAZIONE DEL COMMISSARIO JOHN DALLI: L´ADOZIONE DEL REGOLAMENTO SULLE INFORMAZIONI ALIMENTARI E´ UNA BUONA NOTIZIA PER I CONSUMATORI  
 
Bruxelles - Il Parlamento europeo ha appena adottato un regolamento sulle informazioni alimentari per i consumatori. John Dalli, Commissario responsabile per la salute e i consumatori, ha fatto la seguente dichiarazione: "Plaudo all´importante decisione adottata oggi. Essa integra uno sforzo iniziato più di tre anni fa al fine di aiutare i consumatori a prendere decisioni con maggiore consapevolezza allorché acquistano prodotti alimentari. Il voto del Parlamento rappresenta un importante passo avanti nei nostri sforzi volti a emancipare maggiormente i consumatori e a contribuire alla lotta contro i crescenti livelli di obesità e di malattie croniche nell´Ue." Questo accordo è una buona notizia per i consumatori. Esso conferisce loro maggiori poteri introducendo tra l´altro: l´obbligo di rispettare una dimensione minima dei caratteri con cui sono scritte le informazioni obbligatorie in modo da migliorare la leggibilità per i consumatori; informazioni obbligatorie sul valore nutritivo per aiutare i consumatori ad identificare gli alimenti che meglio rispondono alle loro preferenze personali o alle loro esigenze dietetiche; informazioni obbligatorie sugli allergeni da apporre sugli alimenti preconfezionati e sugli alimenti non preconfezionati nonché sugli alimenti venduti nei ristoranti per consentire ai consumatori di meglio proteggere la loro salute; etichettatura obbligatoria del paese d´origine per le carni suine, ovine, caprine e di pollame. Inoltre le regole sulle indicazioni d´origine volontarie contribuiranno ad evitare il rischio d´inganno a danno dei consumatori e assicureranno condizioni eque per le imprese del settore alimentare. Desidero inoltre esprimere pubblicamente la mia gratitudine e il mio apprezzamento a tutti coloro che hanno reso possibile il risultato odierno – il Parlamento europeo, la presidenza ungherese e le precedenti presidenze dell´Ue, il Consiglio e i servizi della Commissione. Ringrazio in particolare la Dott.ssa Renate Sommer, relatrice del Parlamento europeo su tale questione, per il grande lavoro compiuto e per l´impegno profuso al fine di trovare un compromesso equilibrato con il Consiglio. La decisione adottata oggi ovviamente è frutto di un compromesso. Esprimo pertanto il mio rincrescimento constatando che in certi ambiti importanti il regolamento non comprende aspetti che avremmo voluto inserirvi. Ad esempio, la proposta iniziale della Commissione in tema di etichettatura nutrizionale sulla parte anteriore delle confezioni non è stata accolta. Le regole in merito all´inclusione volontaria di informazioni nutrizionali sulla parte anteriore della confezione rappresentano tuttavia un passo nella direzione giusta. Sono inoltre dispiaciuto nel constatare che in questa fase le bevande alcoliche sono state esonerate dalle prescrizioni in tema di etichettatura degli ingredienti e dei valori nutritivi. Mi adopererò comunque per assicurare che si trovi una soluzione equilibrata quando riesamineremo la questione nel prossimo futuro".  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: IMBALLAGGI ALIMENTARI: INFORMAZIONI PIU´ CHIARE E LEGGIBILI PER I CONSUMATORI  
 
I consumatori saranno meglio informati e potranno compiere scelte più salutari quando acquistano i cibi: questo è l´obiettivo principale delle nuove norme per l´etichettatura degli alimenti, adottate mercoledì dal Parlamento europeo. In futuro, il contenuto energetico, così come la percentuale di grassi, grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale dovrà essere chiaramente visibile sugli imballaggi, in modo da poter essere facilmente identificata. La relatrice del Parlamento, la tedesca del Ppe Renate Sommer, che aveva guidato i negoziati con il Consiglio sfociati in un accordo, nel corso del dibattito in Aula ha dichiarato che "nonostante le differenze politiche e ideologiche nel Parlamento europeo, nonostante le convinzioni nazionali, siamo riusciti a raggiungere un buon compromesso. Le nuove norme prevedono maggiori e migliori informazioni per i consumatori, in modo che possano fare scelte consapevoli al momento dell´acquisto. Inoltre, anche l´industria alimentare dovrebbe beneficiarne, ci dovrebbe essere maggiore certezza del diritto, meno burocrazia e una migliore legislazione in generale (...) ciò è molto importante per le Pmi (...) più dell´80% del settore alimentare europeo è costituito dalle Pmi". La relazione è stata approvata con 606 voti favorevoli, 46 voti contrari e 26 astensioni. Dichiarazione nutrizionale obbligatoria - Secondo le nuove disposizioni, il contenuto energetico e le percentuali di grassi, grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale, dovranno tutte essere indicate in una tabella comprensibile sull´imballaggio, insieme e nel medesimo campo visivo. Tutte le informazioni dovranno essere espresse per 100g o per 100ml e potranno, in aggiunta, anche essere espresse in porzioni. Allergeni - Attualmente, tutti gli ingredienti - incluse le sostanze allergeniche - devono essere indicati sulle etichette dei cibi preconfezionati. In futuro, per il consumatore sarà più semplice capire se un prodotto contiene sostanze allergeniche, perché le stesse saranno messe bene in evidenza nella lista degli ingredienti. In questo modo, il consumatore potrà trovare immediatamente le informazioni sugli allergeni. Le nuove regole stabiliscono inoltre che le informazioni sugli allergeni dovranno essere fornite anche per i cibi non imballati, ad esempio quelli venduti nei ristoranti o nelle mense. Gli Stati membri potranno adottare misure per decidere in che modo l´informazione dovrà essere fornita al consumatore. Etichettatura sul paese d´origine - L´origine di certi cibi, come ad esempio quella delle carni bovine, del miele, dell´olio d´oliva, della frutta fresca e degli ortaggi, deve già essere indicata sulle etichette, secondo una specifica legge di settore. L´indicazione è già obbligatoria laddove in sua assenza il consumatore possa essere indotto in errore. Su richiesta del Parlamento, questo requisito dovrà ora essere esteso anche alla carne suina, bovina, caprina e alle carni di volatili. In futuro, l´etichettatura del paese d´origine potrebbe essere estesa a altre categorie di cibo (come la carne utilizzata come ingrediente, il latte o gli alimenti non trasformati), ma prima la Commissione dovrà effettuare valutazioni d´impatto per verificare la fattibilità e i costi potenziali che tali obblighi d´etichettatura comporterebbero. Nessuna indicazione fuorviante per i consumatori - Le nuove regole assicureranno che i consumatori non saranno fuorviati dalla presentazione degli imballaggi alimentari, riguardo all´aspetto, alla descrizione e alla presentazione grafica, che saranno resi più comprensibili. Anche gli alimenti che assomigliano a altri, ma sono prodotti con ingredienti diversi, come i "simil-formaggi" prodotti con materie vegetali (le così dette "imitazioni di cibi"), saranno facilmente identificabili. In base all´accordo, qualora si sostituisse un ingrediente che dovrebbe normalmente essere parte del prodotto, ciò dovrà chiaramente essere indicato sulla parte frontale dell´imballaggio, in caratteri ben visibili e accanto alla marca. La carne ottenuta dalla combinazione di più parti di carni dovrà essere indicata come "carne ricomposta", lo stesso varrà per il pesce, che sarà indicato come "pesce ricomposto". Quando entreranno in vigore le nuove norme? Dal momento in cui la legge sarà approvata e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell´Ue, gli operatori economici del settore avranno a disposizione tre anni per adattarsi alle nuove norme. Avranno poi altri due anni, per un totale dunque di cinque anni, per applicare le norme sulla dichiarazione nutrizionale. Se quest´ultima viene adottata su base volontaria in data precedente, dovrà conformarsi alle nuove regole entro tre anni dalla pubblicazione ufficiale.  
   
   
VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO ED ECONOMIA RURALE: REGIONE UMBRIA FIRMA PROTOCOLLO D´INTESA CON SLOW FOOD  
 
Spoleto – Nel segno della valorizzazione del territorio e dell’economia rurale, del recupero delle radici popolari e contadine dei territori, di un più agevole accesso alla terra ed al lavoro agricolo delle giovani generazioni, dell’attenzione alla biodiversità e all’educazione alimentare, Regione Umbria e associazione “Slow Food Umbria” hanno firmato un protocollo d’intesa, che le impegna a “lavorare ad un’attività comune finalizzata alla valorizzazione e promozione del patrimonio culturale, produttivo ed enogastronomico regionale”. L’atto della firma è avvenuto ieri, di fronte ad un’affollata platea di giornalisti, imprenditori agricoli ed operatori del settore, nello “Spazio Umbria” allestito in occasione del Festival dei 2Mondi a Palazzo Collicola di Spoleto. Il documento, cinque cartelle che indicano il futuro programma di attività, è stato firmato, per la Regione, dall’assessore all’agricoltura Fernanda Cecchini, per “Slow Food” (alla presenza del presidente nazionale Roberto Burdel) dal presidente dell’associazione Umbria Sonia Chellini. “È un’occasione importante – ha commentato quest’ultima -, che concretizza il lavoro di anni: è un protocollo destinato a lasciare il segno nell’agroalimentare umbro, non soltanto per quanto riguarda la qualità delle produzioni e del consumo, ma anche nel senso di un rafforzamento dell’identità territoriale, che in Umbria si manifesta attraverso l’agricoltura, l’ambiente, la cultura e il paesaggio”. “La firma di questo protocollo rappresenta per noi un passaggio fondamentale – ha sottolineato il presidente nazionale di “Slow Food” Roberto Burdel - si tratta infatti di un documento importante nel taglio e nei contenuti, che raccoglie in pieno l’identità di ‘Slow Food’ e di ‘Terra Madre’ (la manifestazione sulle culture del cibo che si svolge ogni due anni nell’ambito del Salone del Gusto di Torino, N.d.r.), ed è quindi in grado di aprire scenari internazionali, in cui protagoniste siano le comunità del cibo, per creare occasioni di scambio fra i produttori di tutto il mondo, all’insegna della reciprocità”. “Il protocollo servirà a promuovere non soltanto le eccellenze agroalimentari, ma l’Umbria nel suo insieme – ha detto l’assessore all’agricoltura Fernanda Cecchini - nella sua immagine unitaria e identitaria fatta di agricoltura, ambiente, cultura e turismo”. E lo stesso Piano di Sviluppo Rurale – ha aggiunto – potrà inserirsi nella realizzazione degli interventi previsti dall’intesa, ad esempio con le misure per le cosiddette “aree mercatali” e la riqualificazione dei “villaggi rurali”. Regione Umbria e “Slow Food” s’impegnano a “far emergere – è detto nel documento – l’immagine regionale legata all’asse territorio/ prodotto agroalimentare/ cultura, restituendo giusta dignità e giusto valore alle radici identitarie popolari e contadine; a favorire e promuovere un modello di agricoltura a misura di territorio e polifunzionale, volano e strumento indispensabile per un progetto di piccola economia locale; a valorizzare la figura del produttore, anche attraverso il riconoscimento delle funzioni di ‘custode’ del territorio; a promuovere e sviluppare progetti innovativi, che consentano un facile accesso alla terra ed al lavoro agricolo per le giovani generazioni; a valorizzare le piccole produzioni ‘locali e identitarie’, anche ai fini di una fruizione agrituristico-culturale”. Fra gli interventi concreti, il protocollo prevede il sostegno al progetto di ricerca e di studio sulle tradizioni popolari e contadine del “Centro Nazionale di Documentazione e Studi sulla Cucina Popolare” presso il Castello Bourbon di Santa Maria Tiberina, il riconoscimento e valorizzazione delle attività della rete “Terra Madre in Terra Umbra” e azioni di scambio di buone pratiche e gemellaggi con le Comunità di terra Madre a livello internazionale e nazionale, la realizzazione e il sostegno al progetto “Mercati della Terra” in Umbria e alla realizzazione di almeno tre nuovi presìdi regionali, la valorizzazione delle funzioni di “custode” dei territori per gli agricoltori, gli allevatori e i pescatori che operano nelle aree protette, una serie di azioni finalizzate alla consapevolezza ed alle buone prassi nei consumi alimentari delle giovani generazioni.  
   
   
UMBRIA: CENSIMENTO AGRICOLTURA, DATI TESTIMONIANO TRASFORMAZIONE SETTORE  
 
Perugia - In Umbria le aziende agricole diminuiscono di quasi un terzo, soprattutto nella provincia di Terni, così come la superficie agricola totale e quella agricola utilizzata, allo stesso modo decresce drasticamente il numero degli allevamenti, mentre aumenta la superficie media delle imprese e il numero di capi allevati per azienda. E´ il quadro della situazione umbra tracciato dal sesto Censimento generale dell´agricoltura 2010, arrivato a dieci anni dal precedente e i cui dati regionali sono stati illustrati stamani, a Palazzo Donini, nel corso di un incontro. Presenti Fernanda Cecchini, assessore regionale alle politiche agricole, Lucio Caporizzi, direttore regionale alla programmazione e competitività dell´Umbria, Sabrina Angiona, Istat - Umbria, e Marta Scettri del Servizio statistica ufficio censimento Regione Umbria. "A differenza che in passato - ha detto Cecchini, per la sesta edizione del Censimento generale dell´agricoltura l´Istat si è avvalso della collaborazione delle Regioni secondo un diverso grado di partecipazione e la Regione Umbria ha optato per la modalità di maggiore impegno, assumendo direttamente l´organizzazione e la conduzione delle attività che hanno coinvolto tre direzioni regionali, le Comunità montane, con 22 sedi operative, e 220 rilevatori. Una scelta operativa - ha aggiunto l´assessore, che ha consentito di effettuare le rilevazioni nei tempi stabiliti e con una copertura territoriale molto elevata. Sono state circa 900 le aziende agricole risultate irreperibili su un totale di oltre 45 mila da censire e la percentuale di errore ai controlli di secondo livello è risultata bassa, pari al 7,2%. Il quadro che emerge dalla rilevazione - per Cecchini - sottolinea la profonda trasformazione del settore agricolo nell´ultimo decennio, anche se il confronto con i dati del 2000 va fatto con cautela per le differenze nelle definizioni dell´universo di riferimento. L´auspicio - ha concluso l´assessore - è che tenendo conto di quanto emerso dal censimento si avvii un percorso di costruzione di adeguate politiche nazionali. Sapendo che non tutto può essere demandato alla Pac e che il governo italiano deve concorrere alla definizione della politica agricola comune salvaguardando in primo luogo le peculiarità di ogni singola regione, con l´obiettivo di garantire, oltre alla tutela e qualità delle produzioni, un reddito certo a chi fa agricoltura". "L´umbria - ha detto il direttore Lucio Caporizzi - è stata l´unica Regione italiana ad avvalersi del personale delle Comunità montane per le attività di rilevazione, coordinamento e caricamento dei dati, attivando una forte sinergia con il sistema endoregionale. Il censimento - ha aggiunto - costituisce un passaggio imprescindibile per interpretare la realtà e per approfondire, anche successivamente, i dati raccolti. La rilevazione agricola è particolarmente complessa per la poliedricità che la contraddistingue e per l´importanza che riveste in Umbria da un punto di vista produttivo, di presidio e di attrazione territoriale. Alcuni elementi emersi dalla rilevazione, come la diminuzione dell´età media dei produttori, l´aumento delle quote rosa, l´incremento al ricorso in affitto dei terreni, già disegnano l´agricoltura umbra del futuro". Dopo l´illustrazione di Sabrina Angiona degli aspetti organizzativi e metodologici del censimento, istituzionalmente assegnato all´Istat per "fornire un quadro economico, demografico e produttivo del Paese", Marta Scettri è entrata nel merito della rilevazione. A ottobre 2010 - ha detto Scettri - in Umbria sono presenti 36.201 aziende agricole e zootecniche di cui il 72,6% nella provincia di Perugia ed il 27,4% in quella di Terni. Rispetto al Censimento 2000, si registra una diminuzione di 15.834 aziende, pari a meno 30,4%, con una riduzione del 41,6% nella provincia di Terni e del 25,0% nella provincia di Perugia. A fronte della consistente diminuzione numerica delle aziende, il confronto con la situazione del precedente censimento 2000 evidenzia una riduzione più contenuta della superficie agricola totale (Sat) regionale pari al -14,4%, con una maggiore incidenza nella provincia di Terni (-29,3%) rispetto a quella di Perugia (-9,0%). Nella regione, la superficie agricola utilizzata (Sau) diminuisce del 10,5% (-7,7% a Perugia e -19,8% a Terni). In Umbria, la riduzione delle aziende agricole risulta inferiore rispetto a quella nazionale pari al 32,2%, per contro la riduzione della Sat e della Sau è in Italia più contenuta rispetto a quanto rilevato in Umbria, rispettivamente meno 8,0% e meno 2,3%. Si registra, invece, un incremento nel valore della superficie media delle aziende umbre che passa dai 12,1 ettari del 2000 ai 14,9 ettari del 2010, per quanto concerne la Sat, e dai 7,1 ettari ai 9,1 ettari rispetto alla Sau. La diminuzione del numero delle aziende si concentra principalmente tra quelle di minore estensione territoriale. Le aziende con meno di due ettari di superficie totale diminuiscono del 47,1%, quelle da 2 a 9 ettari del 22,8%, mentre le aziende di 20 ettari e oltre mostrano una contrazione più lieve (-3,8%). Il settore è ancora caratterizzato da una prevalenza di aziende di ridotta dimensione: le aziende con meno di due ettari di superficie rappresentano il 35,4% del totale (escluse le aziende senza Sau), con un grado di copertura del 2,3% per la superficie totale e del 3,3% per la Sau. Se si considerano le aziende da 2 a 9 ettari, il peso sale al 39,2%, cui corrispondono quote del 12,4% della superficie totale e del 15,8% della Sau. Le aziende con oltre 20 ettari sono pari al 13,9% e coprono il 74,4% della superficie totale e il 68,2% della Sau. In Umbria, il peso delle aziende con meno di nove ettari di superficie è inferiore a quello nazionale: 74,6% contro 84,4% e la dimensione della superficie media aziendale risulta superiore a quella media nazionale, pari a 10,6 ettari per la Sat e a 7,9 ettari per la Sau. Quasi tutte le aziende (99,9%) hanno superficie agricola utilizzata. Rispetto ai quattro gruppi di coltivazione considerati, i seminativi coprono il 64,4% della Sau, le coltivazioni legnose agrarie (vite, olivo, piante da frutto, ecc.) il 14,1%, i prati permanenti e i pascoli il 21,2% e gli orti familiari il restante 0,3%. La quota di Sau destinata alle coltivazioni legnose risulta maggiore nella provincia di Terni (20,7%) rispetto a quella di Perugia (12,4%); l´opposto avviene per quanto riguarda i prati permanenti e i pascoli che raggiungono il 22,8% della Sau nella provincia di Perugia, contro il 15,2% nella provincia di Terni. La coltura dei seminativi è presente nel 68% delle aziende (73,4% in provincia di Perugia e 53,7% in quella di Terni) con una superficie media di 8,6 ettari. Rispetto al 2000, le aziende con seminativi diminuiscono del 29,5%, in termini di ettari la riduzione è del 9,4% (-7,6% nella provincia di Perugia e -15,6% in quella di Terni). Le aziende con coltivazioni legnose agrarie, sono pari al 75,7% del totale, maggiormente diffuse nella provincia di Terni (89,5%) che in quella di Perugia (70,5%). La dimensione media della superficie interessata è di 1,7 ettari. Rispetto al 2000, le aziende con coltivazioni legnose agrarie diminuiscono del 29,6%, mentre le rispettive superfici si riducono del 5,5%, la contrazione delle superfici è concentrata nella provincia di Terni (-18,2%), mentre nella provincia di Perugia si ha un incremento dell´1,5%. La coltura della vite è praticata nel 30,8% delle aziende, con una concentrazione maggiore nella provincia di Terni (40,9%) rispetto a Perugia (26,9%). La superficie media delle coltivazioni viticole è di 1,1 ettari. Rispetto al 2000, le aziende diminuiscono del 53,5%, mentre la superficie a vite, registra una riduzione del 15,2%, soprattutto nella provincia di Terni (-19,1%). I prati permanenti e i pascoli sono presenti nel 18,0% delle aziende e coprono una superficie media di 10,6 ettari. Rispetto al 2000, le aziende interessate diminuiscono del 52,0% mentre la superficie coperta da questo tipo di utilizzazione si riduce del -16,3%. Le aziende zootecniche ammontano a 4.903, pari al 13,5% del totale; con un incidenza leggermente superiore a quella media nazionale (12,9%). Dal 2000 al 2010, il numero di aziende con allevamenti è ridimensionato dell´80,1% (-78,4% nella provincia di Perugia e -84,2% nella provincia di Terni). L´allevamento bovino si conferma quello largamente più diffuso: è praticato da 2.684 aziende, pari al 54,7% di quelle zootecniche. Nel complesso della regione, i capi bovini allevati passano da 62.994 a 60.449 unità, con una riduzione pari al -4,0% (-1,1% nella provincia di Perugia, -14,3% in quella di Terni), i suini si contraggono da 250.415 a 189.681 unità (-21,5% nella provincia di Perugia, -46,5% in quella di Terni), gli ovini da 149.787 a 107.009 (-30,0% nella provincia di Perugia, -24,1% in quella di Terni). I capi avicoli si riducono del 10,2% a seguito di una contrazione pari al -65,5% nella provincia di Terni e di un incremento del +57,3% in quella di Perugia. Le variazioni si ripercuotono in modo differente sulle dimensioni aziendali degli allevamenti. Nel comparto dei bovini, alla diminuzione del 4,0% dei capi ha fatto riscontro una diminuzione del 24,5% delle aziende interessate, determinando così un incremento della media per azienda che passa da 18 a 23 capi. Per gli ovini, a fronte della riduzione del 61,3% delle aziende vi è stata una diminuzione dei capi pari al 28,6% con un consistente aumento della consistenza media aziendale che passa da 39 a 73 capi. Per il comparto suino si rileva una riduzione dei capi allevati (-24,3%) assai più contenuta rispetto alla diminuzione delle aziende interessate (-89,8%), così che la consistenza media passa da 34 a 250 capi. Ciò testimonia un evidente orientamento verso una specializzazione in questo settore. La forza lavoro del settore agricolo si caratterizza per la prevalenza della manodopera familiare. Solo il 7,7% delle aziende ricorre all´impiego di manodopera extrafamiliare. Su un totale di 4.227.454 giornate di lavoro prestate nell´annata agraria 2009/2010, la quota della manodopera familiare è pari al 79,9% (quella del solo conduttore rappresenta il 51,9%). Il restante 20,1% delle giornate è prestato da manodopera extrafamiliare. Il peso delle giornate di lavoro prestate da quest´ultima è comunque cresciuto di 3,6 punti percentuali rispetto al precedente censimento. Il numero delle persone impiegate in azienda è del 79.305 e mostra una riduzione del 30,1% rispetto al 2000. I lavoratori extrafamiliari rappresentano il 14,1% del totale.  
   
   
SARDEGNA: NUOVA ETICHETTA CARNI, GARANZIA PER I CONSUMATORI  
 
"Esprimo soddisfazione per la decisione del Parlamento Europeo di varare una nuova e ampia etichettatura per i prodotti alimentari europei, che estende alle carni l’obbligo di indicare il paese di origine del prodotto, rafforzando i diritti all’informazione e alla trasparenza dei consumatori. Con queste parole l’Assessore dell’Agricoltura e della Riforma Agro-pastorale Mariano Contu ha commentato l’approvazione del provvedimento. L’etichetta delle carni made in Ue – spiega Contu - sarà ora più leggibile, più precisa e più facile da comprendere e non dovrà contenere espressioni ingannevoli sui prodotti. L’obbligo di indicare il paese di origine viene ora esteso anche al manzo, al suino, all´agnello e al pollame, così come dovrà essere indicata nell’etichetta la presenza di allergeni e i valori energetici e nutrizionali degli alimenti. Un passo importante in termini di sicurezza alimentare, la tracciabilità dei prodotti consente, infatti, di seguire l’iter del prodotto, da quando nasce a quando arriva sulle nostre tavole.  
   
   
REGIONE ABRUZZO ARSSA: NON SOPPRIMIAMO MA RAZIONALIZZIAMO  
 
Pescara - Il disegno di legge relativo all´Arssa "non parla assolutamente di soppressione ma di razionalizzazione e rideterminazione dei servizi di sviluppo agricolo". Lo ha precisato l´assessore alle pOlitiche agricle, Mauro Febbo. "Si tratta di un provvedimento che produrrà realmente un risparmio non solo nell´immediato ma è indirizzato soprattutto all´agricoltura del terzo millennio e alla nuova Pac 2014-2010. Non è nostra intenzione gestire l´Arssa come è stato fatto negli ultimi anni quando, dietro esborso di decine di milioni di euro per la sede ubicata all´interno del Mof di Cepagatti si sono dimenticati di andare a cancellare l´ipoteca sullo stabile. La nostra è una riforma che punta alla razionalizzazione delle spese e ad evitare in maniera categorica scelte di questo tipo. Sono prontissimo ad un confronto con chicchessia per dimostrare che la realtà dei fatti parla di un risparmio di risorse nell´immediato, come già illustrato nei giorni scorsi, che ammonta ad 1 milione 245 mila euro e nel dettaglio sono previsti: l´eliminazione della figura di un direttore generale (188 mila euro), di due direttori di area (240 mila euro), del collegio dei revisori (82 mila euro); si procederà ad una riduzione di diverse posizioni dirigenziali e si potrà ottenere un risparmio fiscale grazie al diverso inquadramento patrimoniale dell? ente (Ici 104 mila euro, Ires 25 mila e Irap 606 mila). Sono pronto a dimostrare che si arriverà ad un taglio delle spese di oltre 3 milioni di euro annui che deriva non solo dal risparmio fiscale ma dall´utilizzo del qualificato personale dell´Arssa. Queste professionalità saranno indispensabili per la Direzione Politiche agricole in vista delle sfide che la nuova agricoltura ci proporrà nei prossimi anni e non esiste l´intenzione di creare un super assessorato. Noi vogliamo invece capitalizzare le preziose risorse a nostra disposizione rendendole efficaci ed efficienti".  
   
   
CRISI DELLE ANGURIE, PUGLIA SCRIVE AL MINISTERO DELLE POL. AGRICOLE  
 
Bari - Crisi delle angurie. Dopo la telefonata del 6 luglio da parte del Gabinetto del Prefetto di Lecce che ha rappresentato nella sua complessità la situazione che coinvolge i produttori, l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia ha indirizzato una lettera al Ministero delle Politiche Agricole, per chiedere misure a tutela ed a sostegno del comparto. “Una situazione complessa – spiega l’assessore Dario Stefàno – che sta prostrando i nostri agricoltori che vedono svanire i propri utili e che deriva da un serie di fattori, tra cui certamente una sovrapproduzione di angurie da parte di Paesi europei ed extraeuropei, che si abbatte con particolare violenza sul nostro tessuto produttivo frammentato, ma anche una stagione che dal punto di vista climatico quest’anno non è delle più favorevoli e, non da ultimo, gli strascichi di un allarmismo per il batterio killer che ha frenato i consumi di frutta e ortaggi. Per questo abbiamo chiesto l’immediato intervento del Ministero”. I maggiori problemi, come si legge nel testo della lettera inviata al Ministero, si stanno verificando nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto dove si registra un vero tracollo del settore in quanto il prodotto giace sui terreni di coltivazione non riuscendo nemmeno ad essere raccolto per mancanza di richiesta da parte del mercato dei grossisti italiani. E’ stato chiesto pertanto al Ministero di “voler attivare ogni utile iniziativa per richiedere alla Commissione Europea di prorogare le misure previste dal Regolamento di Esecuzione (Ue) n.585/2011 del 17 giugno 2011 fino al 31 luglio p.V., inserendo anche l’anguria e la sua coltivazione e raccolta tra le produzioni agricole oggetto di provvedimento di tutela, ovvero, in alternativa, di adottare un nuovo Regolamento che preveda misure di sostegno eccezionali limitatamente al prodotto “anguria”. “Una iniziativa tempestiva – conclude Stefàno – che abbiamo portato anche alla opportuna conoscenza del presidente della Commissione europea Paolo De Castro, affinchè si attivi per la sua competenza per la modifica ma anche per trovare ulteriori dotazioni finanziarie. Questo però non deve sottrarci alla responsabilità di una discussione su una migliore organizzazione del comparto, che ci renda immuni da un mercato globale in cui la concorrenza è spesso sleale, poiché ci costringe a confrontarci con grandi quantità di prodotti stranieri spacciati per pugliesi”.  
   
   
TRASPORTI E FLOROVIVAISMO: REGIONE PUGLIA INCONTRA I VERTICI DI KLM CARGO  
 
Bari - Quattro aeroporti, tre porti in crescita pronti ad attivare virtuosi processi di “sistema unico”, infrastrutture esistenti e quelle in corso d’opera, le capillari e distribuite reti ferroviaria e stradale, la naturale e strategica posizione geografica: questa è la straordinaria piattaforma logistica, la nostra Puglia. Un altro passo verso la creazione di questo ambizioso obiettivo si è consumato la settimana scorsa. Le proficue relazioni che si sono avviate con l’Ambasciata dei Paesi Bassi attraverso il programma “Olandiamo in Puglia”, cui è seguita la visita della delegazione pugliese, ospitata dal governo olandese, sta già producendo stimolanti opportunità per il nostro territorio. Come promesso dai vertici Air France-klm Cargo in questi giorni è stato nostro ospite Jacques Leijssenaar, Direttore Af-kl Cargo Italia e Svizzera che è stato accolto dall’Assessore alle infrastrutture strategiche e mobilità Guglielmo Minervini con la presenza del console dei Paesi Bassi Massimo Salomone e del management di Aeroporti di Puglia Domenico Di Paola e Marco Franchini. L’assessore Minervini ha presentato il sistema delle infrastrutture, esistenti e quello in programma, mirato allo sviluppo delle potenzialità della logistica, anche attraverso il cargo aereo. Il confronto sulle potenzialità del mercato e sui traffici, anche legati agli insediamenti produttivi presenti sul territorio che generano scambi intensi con l’Olanda, con particolare riferimento alla filiera del florovivaismo, ha consentito di focalizzare le possibili sinergie da mettere in campo per azioni comuni e condivise. Le potenzialità di sviluppo delle nostre infrastrutture si sono poi approfondite nella visita all’aeroporto di Grottaglie. “Aeroporto”, ha ricordato Minervini, “che coniuga potenzialità infrastrutturali eccellenti e una felice integrazione con le reti del sistema territoriale. Infatti nella programmazione dell’Enac è destinato ad essere il più importante aeroporto cargo di tutto il mezzogiorno”. Ad attendere il direttore di Air France-klm Cargo a Grottaglie il Presidente dell’autorità portuale di Taranto Sergio Prete che ha rimarcato la centralità del sistema integrato di Taranto, porto, retroporto, connessione ferroviaria ma soprattutto il potenziamento del collegamento con l’aeroporto di Grottaglie. Gli ampi spazi liberi esistenti nell’ambito dello scalo che consentono la realizzazione di hangar e magazzini sulla base di progettualità strettamente connesse alle esigenze della Compagnia, la dislocazione dei varchi di accesso doganali, le aeree libere da attrezzare ai parcheggi degli automezzi, la capacità delle tre cisterne di carburante che consentono uno stoccaggio di ben 600.000 litri. Un contesto con una intermodalità completa (strada, ferrovia, mare e aria) nel raggio di soli 20 km. Il Dott. Jacques Leijssenaar ha dimostrato grande apprezzamento per le valide informazioni fornite sulle opportunità di business e lo sviluppo della logistica della regione Puglia. Con la floricoltura olandese già coinvolta, vi è ampio spazio per un ulteriore ampliamento delle connessioni logistiche. I nostri attuali e nuovi potenziali clienti e la domanda di mercato della Puglia determinerà in che modo potremmo servire al meglio questa regione.  
   
   
PIATTO D´AUTORE 2011 - 150 ANNI DI GUSTO ITALIANO -  
 
“Abbiamo fatto l’Italia e adesso dobbiamo fare gli italiani” disse Massimo D’azeglio all’indomani dell’unificazione. Ma se gli uomini delle istituzioni usarono la burocrazia, sicuramente la nostra identità gastronomica fonda le sue radici in tempi più lontani, caratterizzandoci e “rendendoci italiani” in ogni parte del mondo. E’ partendo da questo concetto che nel 2005, Grazia Saporiti titolare di Cm Comunicazione, ha ideato la manifestazione Piatto d’Autore, Premio Nazionale Gastronomico Giornalistico, pensando ad un’occasione per esaltare le nostre tradizioni e promuovere le eccellenze enogastronomiche dell’Italia in maniera originale. Dopo “La Pasta”, il “Food-design”, il “Made in Italy” e “Cibo e Cinema”, per la sua V edizione, Piatto d’Autore rende omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia, dedicando il Premio alla storia del nostro Paese e ai suoi sapori . “150 anni di Gusto Italiano” è dunque il claim dell’edizione 2011, inteso come racconto della trasformazione dei differenti patrimoni culturali territoriali in una capitale nazionale perché, come affermò il Camillo Benso Conte di Cavour nel 1860, “L’italia è stata fatta anche in cucina tra un piatto di pasta e una spremuta di agrumi”. Il processo di unificazione del nostro Paese, infatti, si svolse in buona parte a tavola, in occasione di colazioni riservate, cene e ricevimenti che il Conte organizzava con alleati, diplomatici, spie straniere e politici del tempo. Come sempre, i protagonisti di Piatto d’Autore saranno i giornalisti di tutti i media nazionali che con il consueto entusiasmo, abbandoneranno le loro scrivanie per sfidarsi a colpi di mestoli in una gara singolare e avvincente. I partecipanti alla sfida gastronomica realizzeranno una ricetta tipica della nostra tradizione gastronomica, rielaborata secondo il loro estro e la loro creatività e abbinandola ad un vitigno italiano, esponendosi con simpatia ai giudizi di professionisti ed appassionati del settore. L’originale accostamento proposto dalla manifestazione, tra l’arte dello scrivere e quella del cucinare, dimostra come sia possibile coniugare buona tavola e intraprendenza professionale e quanto il cibo sia sempre fonte di ispirazione e creatività. Numerosi gli eventi correlati che ci accompagneranno in un clima di festosa allegria per tutto l’anno, fino alla serata di gala conclusiva. Tutte le serate si svolgeranno in prestigiose location milanesi, dalla presentazione dei quattordici finalisti, alla proiezione del film “Il Cibo che Viaggia”, in cui Piatto d’Autore aprirà le porte anche al pubblico, fino ad arrivare alla serata di gala finale. In questa occasione i giornalisti finalisti, al cospetto di un parterre illustre e coadiuvati da Celebrity Chef, indosseranno toque e grembiuli per cucinare dal vivo le proprie creazioni e si contenderanno l’ambito premio La Pentola d’Oro, firmata dal Gruppo Agnelli. Il regolamento per la gara on line è consultabile sul sito web dedicato www.Piattodautore.it oppure sul sito www.Ilovebeer.it/piattodautore  
   
   
FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL BRODETTO E DELLE ZUPPE DI PESCE A FANO 1.200 VITICOLTORI AL FESTIVAL DEL BRODETTO DEGUSTAZIONI GUIDATE DI VINI E ZUPPE DI PESCE ALLA PORTATA DI TUTTI  
 
La Ix edizione del Festival Internazionale del Brodetto e delle Zuppe di Pesce, la nota manifestazione organizzata dalla Confesercenti di Pesaro e Urbino, in programma a Fano (regione Marche) dal 9 all’11 settembre 2011 ha in serbo un’importante novità: per la prima volta i visitatori potranno assaggiare le zuppe di pesce in abbinamento ai vini dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, consorzio composto da oltre 1.200 viticoltori delle province di Pesaro- Urbino, Ancona e Macerata, i quali rappresentano oltre il 90% del vino esportato nelle Marche. “Accanto al padiglione in cui gli chef internazionali si sfideranno per la conquista del Miglior Brodetto 2011- spiega Otello Renzi, gastronomo e già presidente dell’Ais (Associazione Italiana Sommelier), organizzatore, insieme a Confesercenti dell’iniziativa- sarà allestito un altro stand all’interno del quale chef locali, prepareranno, per il pubblico del Festival, le stesse ricette con gli stessi ingredienti proposti dai ristoranti in gara. Questi piatti saranno serviti in abbinamento a vini rigorosamente marchigiani che verranno decantati dai sommelier dell’Ais i quali sottolineeranno le loro proprietà organolettica e le loro caratteristiche”. Una importante novità che va nella direzione di un coinvolgimento maggiore del pubblico del Festival che, fino allo scorso anno, non poteva assaggiare le ricette regionali e internazionali proposte dagli chef e che quest’anno avrà l’opportunità di farlo e di scoprire quale vino si accosta meglio alla zuppa proposta. Per partecipare alle degustazioni guidate di un piatto di brodetto in abbinamento ad un calice di vino, che si terranno dalle 11.00 alle 15.00 e dalle 18.00 alle 22.00, è necessaria la prenotazione. Il costo va dai 10 ai 20 euro. L’iniziativa è organizzata da Confesercenti, Ais, con il contributo dell’enoteca Il Torchio di Fano  
   
   
CUPRA RAMATO PINOT GRIGIO  
 
Il vino nasce da una vinificazione particolare: il mosto resta a contatto 12 ore con le bucce e arricchisce il vino di un colore ramato molto particolare. Il profumo è intenso, fruttato, ed al gusto risulta essere un vino pieno e complesso. Il nome riprende la tradizione della Repubblica di Venezia, perché “ramato” era la parola con cui si indicava il Pinot Grigio nei contratti