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Notiziario Marketpress di Mercoledì 13 Luglio 2011
RICERCATORI SI OCCUPANO DELLA PREDISPOSIZIONE ALLA MORTE CARDIACA  
 
Bruxelles, 13 luglio 2011 - I geni hanno un ruolo nella predisposizione alla morte cardiaca? Si, secondo un team internazionale di ricercatori che ha scoperto una variazione genetica che potrebbe mettere le persone maggiormente a rischio di morte cardiaca improvvisa (Mci). Lo studio è in parte finanziato da un contributo del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. Pubblicati sulla rivista Plos Genetics, i risultati potrebbero aiutare a far luce sul contributo genetico della predisposizione alla Mci e forniscono obiettivi fondamentali per studi funzionali per esaminare l´eziologia e la patogenesi della Mci. I ricercatori dicono che la Mci è ancora una delle cause principali di mortalità in tutto il mondo, con fino a 5 milioni di morti ogni anno. Sebbene studi precedenti minori avessero trovato alcuni geni potenzialmente legati all´arresto cardiaco improvviso, quest´ultimo studio è il più completo mai realizzato finora e permette ai ricercatori di applicare i risultati alla popolazione generale. "Abbiamo appena cominciato a svelare il mistero di cosa causi l´arresto cardiaco improvviso e come prevenirlo," spiega il dott. Sumeet S. Chugh, direttore associato del Cedars-sinai Hearth Institute negli Stati Uniti e autore anziano dello studio. "Se aspettiamo finché una persona ha un arresto cardiaco improvviso, normalmente è troppo tardi per le cure. È per questo che è così importante sapere chi ha una predisposizione genetica." L´arresto cardiaco improvviso è provocato da impulsi elettrici difettosi. Gli attacchi di cuore (infarto miocardico) sono causati dall´ostruzione delle arterie coronarie, la cui funzione consiste nel facilitare il flusso del sangue verso il muscolo cardiaco. Nonostante i progressi nel campo della medicina e della rianimazione nel corso degli anni, solo il 5% dei pazienti che subisce un arresto cardiaco improvviso sopravvive. Gli esperti dicono che un cardioverter defibrillatore impiantabile (Icd) potrebbe essere messo nel petto o nell´addome delle persone a rischio di Mci o di altre anormalità del ritmo cardiaco. Questo aiuterebbe a identificare gli impulsi elettrici difettosi e a fornire uno shock per ripristinare il ritmo normale. Fornire migliori previsioni genetiche di rischio porterebbe i ricercatori un passo più avanti verso previsioni più precise di quali pazienti potrebbero beneficiare di una costosa terapia con Icd. Il team proveniente da Canada, Finlandia, Paesi Bassi e Stati Uniti ha studiato l´intero set di geni umani in uno studio di associazione di tutto il genoma. Hanno cercato di identificare potenziali legami tra variazioni genetiche e specifici disturbi o malattie. I ricercatori hanno confrontato la composizione genetica di 4402 soggetti che hanno avuto un arresto cardiaco improvviso con il Dna (acido deossiribonucleico) di 30.000 soggetti di controllo che non avevano precedenti di questa malattia. Hanno scoperto un legame tra una variazione genetica del gene Baz2b e un più alto rischio di arresto cardiaco improvviso. "Se avete questa variazione genetica nel Dna, sembra che possiate avere il doppio di probabilità in più di subire un arresto cardiaco improvviso," dice il dott. Chugh. Si è studiata un´associazione tra altre variazioni genetiche che provocano anormalità nell´Ecg (elettrocardiogramma) e i ricercatori sono riusciti a identificarne diverse che potrebbero essere usate per migliorare la previsione di arresto cardiaco improvviso nella comunità. Per maggiori informazioni, visitare: Plos One: http://www.Plosmedicine.org/home.action  Ricerca nell´ambito del 7° Pq: http://cordis.Europa.eu/fp7/home_it.html    
   
   
SOCCORSO SANITARIO IN LOMBARDIA: GUARDARE AL FUTURO INNOVAZIONE REALE, ANTICIPATRICE DEL FEDERALISMO  
 
Milano, 13 luglio 2011 - ´Un progetto complesso, improntato sulla comunità: una sanità dinamica orientata verso il futuro´. Lo ha detto ieri l´assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani, intervenendo alla conferenza stampa sul nuovo modello di organizzazione del soccorso extra-ospedaliero in Regione Lombardia, recentemente approvato dalla Giunta regionale, a cui era presente anche il direttore generale di Areu (Azienda Regionale Emergenza Urgenza), Alberto Zoli. ´E´ in atto un progetto evolutivo di rilievo - ha ribadito Bresciani - un´innovazione sia in ambito ospedaliero che territoriale. Questo provvedimento è una reale applicazione del federalismo: la sussidiarietà verticale interessa Ministero (Stato) e Regione Lombardia (Assessorato alla Sanità) ma lavora in maniera orizzontale con i soggetti sussidiari (Croce Rossa, Anpas ecc.) che hanno collaborato con noi per realizzare la delibera sul nuovo modello di soccorso´. La delibera approvata interessa oltre 2400 tra medici e infermieri dipendenti del Ssr e più di 40.000 tra dipendenti e volontari dei soggetti sussidiari. ´L´obiettivo - spiega Bresciani - è quello di migliorare il nostro Sistema Sanitario sia in termini di qualità che di quantità. Anche con l´ausilio del nuovo Numero unico per le emergenze (112), avremo diverse forze - Polizia di Stato, Carabinieri, Soccorso sanitario, Vigili del Fuoco - che lavorano insieme per funzioni, coordinando tutte le emergenze e facendo crescere la nostra comunità. Il numero unico è stato applicato a Varese, in via sperimentale, con grandi risultati, se si pensa che, in un anno, ha servito oltre 450.000 chiamate, indirizzandole nella maniera corretta nel giro di pochi secondi. Abbiamo deciso di gemmare l´esperienza di Varese in tutta la Lombardia per avere in tutta la regione un miglioramento complessivo del sistema dell´Emergenza Urgenza nel concetto della riorganizzazione del sistema territoriale: più mezzi, più servizi, meno attesa e più efficienza´. L´assessore Bresciani ha poi spiegato come l´organizzazione del Sistema sia orientata per funzioni: ´Solo lavorando così - ha detto - si riesce a organizzare una vera e propria rete di funzioni simili (nodi), che costituiscono la sorgente dei cluster. Questa è la logica della rete che stiamo organizzando, una rete territoriale in grado di affrontare la sfida delle cronicità che sta arrivando e garantire che il paziente cronico abbia un´assistenza e un monitoraggio tali, per cui prevedere l´eventuale evento di sbilanciamento verso una possibile fase d´acuzia e interrompere questo stadio´. ´L´areu - ha concluso Bresciani - si inserisce nell´organizzazione di tutti gli operatori della sicurezza e trova un impianto globale in grado di migliorarne le funzioni. In un anno, a Varese, il call center ha filtrato il 53 per cento delle chiamate inappropriate, che non hanno impegnato quindi nessuna delle forze, le quali hanno così potuto dedicarsi alle emergenze che, i singoli corpi, erano chiamati a gestire. Il sistema è efficace ed efficiente, prende velocità e risponde al meglio al fabbisogno del cittadino lombardo´. Il progetto prevede, grazie allo stanziamento di 13 milioni di euro (biennio 2012-2013) a favore di mezzi e personale, un complessivo potenziamento dei mezzi di soccorso: mezzi di soccorso di base (+39), mezzi di soccorso intermedio (+4) e mezzi di soccorso avanzato (+2).  
   
   
MENO FILE PIU´ FILES: A BASSANO I REFERTI SANITARI DIRETTAMENTE NEI COMPUTER DEGLI UTENTI  
 
Venezia, 13 luglio 2011 - Ottenere i referti di laboratorio da Internet, utilizzando comodamente il proprio computer, senza doversi recare per forza agli sportelli dell’azienda sanitaria. Si chiama “Veneto Escape” ed è un nuovo servizio promosso dalla Regione del Veneto e dal Ministero per la pubblica amministrazione e innovazione, di cui da alcune settimane possono beneficiare i cittadini dell’Azienda Ulss 3 di Bassano (Vi). La procedura per scaricare il referto on line è estremamente semplice, studiata per facilitare anche chi non ha dimestichezza con l’uso degli strumenti tecnologici. L’utente, all’atto dell’accettazione del prelievo, riceve tre codici per accedere al servizio. Basterà, quindi, collegarsi al nuovo portale dell’Ulss, digitare i codici, accedere al referto e scaricarlo. “Un importante progetto innovativo – afferma l’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto – verso una più diffusa informatizzazione del settore sanitario, che partendo dal bassanese vorremmo estendere gradualmente a tutta la Regione. Mano a mano che questi processi entreranno sempre più nelle abitudini dei cittadini, a beneficiarne sarà l’intera organizzazione del sistema sanitario, garantendo agli utenti una maggior snellezza e rapidità nella fruizione dei servizi e all’Azienda un risparmio e l’ottimizzazione delle risorse”. Il progetto “Veneto Escape”, presentato anche con l’accattivante slogan “Meno file, più files”, è coordinato da Arsenàl.it, Centro Veneto Ricerca e Innovazione per la Sanità Digitale, avviato nel 2009 con l’obiettivo di estendere in tutte le aziende venete e standardizzare, dove già presente, la gestione digitale dell’intero ciclo di firma, certificazione, archiviazione, distribuzione, estrazione e conservazione dei referti informatici, mantenendo inalterata la loro validità legale.  
   
   
UN TEST RAPIDO PER DETERMINARE LA BILIRUBINA LIBERA NEL SANGUE PARTICOLARMENTE ADATTO ALLO SCREENING SU NEONATI NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO  
 
Trieste, 13 luglio 2011 - Una striscia per la determinazione rapida, anche fuori dagli ospedali, della bilirubina totale nel sangue, alla base dell’ittero nei neonati e potenzialmente in grado danneggiarne il sistema nervoso centrale a causa della sua capacità di superare la barriera cellulare. È per questo progetto che al giovane ricercatore argentino Carlos Coda Zabetta, in rappresentanza del gruppo di sviluppo “Bilistick” di Innovation Factory, l’incubatore di start-up dell’Area Science Park di Trieste, è stato assegnato uno dei premi da 30.000 euro di Working Capital-pni, l’iniziativa di Telecom Italia e Pnicube (l´Associazione degli Incubatori Universitari Italiani) che sostiene i giovani talenti dell´innovazione italiana e promuove la creazione di start-up. Il nuovo sistema diagnostico rapido di primo livello - sottoposto a brevetto - si presta particolarmente ad essere utilizzato in progetti di screening nei Paesi in via di Sviluppo o in zone isolate dell’emisfero settentrionale, dove il monitoraggio nei primi giorni post-parto si rivela necessario per le popolazioni non caucasiche, il cui colore della pelle impedisce di riconoscere facilmente la comparsa dell’ittero dovuto a livelli abnormi di bilirubina libera. In molti di questi Paesi, infatti, per carenza di strutture sanitarie e modalità di diffusione della popolazione sul territorio, diventa determinante per il personale sanitario qualificato (infermiere professionale/tecnico di laboratorio), ma non necessariamente medico, poter operare anche oltre il perimetro dei Point of Care. Inoltre, considerando che attualmente non esistono in commercio sistemi su striscia in grado di fare il tipo di analisi effettuato da Bilistick, si apre un potenziale di mercato anche nei Paesi sviluppati, dove la determinazione della bilirubina avviene in laboratorio con tempi di attesa di alcune ore e dove, talvolta, casi solo sospetti vengono trattati con cure non necessarie ad un costo stimato di 500-600 dollari Usa a paziente. Il team - L’idea nasce grazie all’intuizione del prof. Richard Partridge Wennberg, dell’University of Washington, della Fondazione Italiana Fegato-onlus, nelle persone del suo Direttore prof. Claudio Tiribelli e del Vice Direttore dott.Ssa Cristina Bellarosa, che con Innovation Factory, incubatore di Area Science Park, hanno creato il gruppo di sviluppo “Bilistick”. Durante il percorso si sono aggiunti, con le proprie competenze, il Consorzio di Biomedicina Molecolare di Trieste, Microlab srl di Padova e l’Università degli Studi di Trieste.  
   
   
VILLA RUSSO E VILLA ALBA, INCONTRO REGIONE CAMPANIA - OO. SS.  
 
Napoli, 13 luglio 2011 - Si è svolto ieri a palazzo Santa Lucia un incontro con le Oo.ss. Confederali e di categoria per l´aggiornamento sulle iniziative realizzate dalla Regione per difendere i livelli occupazionali e le attività assistenziali già fornite dalle cessate aziende sanitarie private Villa Russo e Villa Alba. Alla riunione erano presenti il presidente Stefano Caldoro e l´assessore al Lavoro Severino Nappi. Nel corso dell´incontro è stato ribadito che il percorso di ricollocazione del personale di Villa Russo e di Villa Alba rappresenta un modello innovativo di politiche del lavoro. La Regione sta lavorando per assicurare al personale la ricollocazione lavorativa, garantendo nelle more l´utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga, accordati con tempestività sin dal 20 dicembre 2010. Proprio la sperimentalità del modello proposto giustifica i tempi per l´espletamento delle necessarie e complesse misure amministrative, che oltretutto prevedono l´intervento determinante del governo nazionale e degli organismi preposti al controllo del rientro del deficit sanitario. Il presidente, nella continuità del percorso condiviso con le parti sociali, ha informato le Oo.ss. Di avere firmato oggi stesso il decreto con il quale ha provveduto alla sostituzione del componente divenuto successivamente incompatibile in seno alla Commissione per la valutazione delle offerte. Si è altresì stabilito l´immediato insediamento della stessa, anticipando il termine del 5 agosto, con l´obiettivo di pervenire prima possibile all´apertura delle buste presentate dalle imprese interessate all´assegnazione dei posti letto e del relativo personale. I sindacati hanno espresso il proprio apprezzamento per il forte impegno del presidente Caldoro e dell´assessore Nappi nell´affrontare anche questa complessa vicenda, e la certezza che lo sforzo della Regione proseguirà sino alla positiva risoluzione della vertenza.