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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 25 Ottobre 2011 |
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VERSO UNA MIGLIORE INTEGRAZIONE DELLE PERSONE DISABILI IN UNIONE EUROPEA IL 60-70% DEI DISABILI NON HA UN LAVORO. ÁDáM KóSA É IL PRIMO PARLAMENTARE SORDO ELETTO AL PARLAMENTO EUROPEO. |
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Bruxelles, 25 ottobre 2011 - Ottanta milioni di persone in Europa sono disabili . Le loro possibilità di accedere al mercato del lavoro e ai servizi in Europa sono molto scarse. Migliorare le loro condizioni gioverebbe alla società e all´economia. Per questo la relazione del parlamentare di centro-destra ungherese Ádám Kósa definisce la via da seguire. Sarà discussa lunedì e messa ai voti martedì 25 ottobre. La relazione propone di migliorare l´integrazione delle persone disabili nei diversi settori della società. Avere un lavoro è un aspetto fondamentale nella vita delle persone. In questo senso, le piccole e medie imprese potrebbero avere un ruolo importante per favorire l´assunzione di questa categoria di lavoratori. I disabili hanno maggiori difficoltà durante gli anni di studio e i sistemi educativi dovrebbero prendere in considerazione i loro bisogni. Anche l´accesso ai servizi deve essere migliorato e i prodotti di consumo adattati (per esempio utilizzando delle etichette braille per i ciechi). La relazione inoltre incoraggia la partecipazione delle persone disabili alla vita pubblica e politica. Uguaglianza per tutti - Ádám Kósa conosce personalmente questi problemi d´integrazione. Ė infatti il primo parlamentare sordo eletto al Parlamento europeo. Il deputato afferma che "i diritti delle persone disabili devono essere rafforzati. Il linguaggio dei segni e le tecniche di comunicazione speciali permettono di comunicare, lavorare e vivere meglio con il resto della società". La relazione chiede agli Stati membri di firmare e ratificare la Convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone disabili, oltre a sviluppare strategie nazionali in linea con la Strategia europea sulla disabilità e la Strategia dell´Unione europea 2020. |
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A VERONA RESO CIECO DALLA CALCE VIVA TORNA A VEDERE DOPO 3 ANNI. PRESENTATA PRIMA CHERATOPROTESI AUTORIZZATA DA MINISTERO. COLETTO: “ECCEZIONALI LA SCIENZA ED I CLINICI. VENETO SEMPRE ALL’AVANGUARDIA”. |
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Verona, 25 ottobre 2011 Un paziente di una cinquantina d’anni, reso completamente ed irreversibilmente cieco da un incidente con della calce viva, è tornato a vedere quanto basta per poter avere una vita autonoma. Lo straordinario risultato è stato ottenuto dall’equipe guidata dal professor Giorgio Marchini, direttore della Clinica Oculistica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, grazie al primo intervento di cheratoprotesi ottica autorizzato dal Ministero della Salute in Italia, nel corso del quale è stata utilizzata una protesi completamente artificiale che i sanitari sono riusciti ad integrare senza rigetto con i tessuti biologici del paziente. L’eccezionale intervento è stato reso noto oggi nel corso di una conferenza stampa tenutasi al Polo Chirurgico Confortini dell’Ospedale di Borgo Trento, alla presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, del prorettore vicario dell’Università scaligera Bettina Campedelli, del direttore generale dell’Aoui Sandro Caffi e del professor Marchini, che ha illustrato il lungo cammino che ha portato a ridare la vista a questo paziente. “Complimenti e grazie da parte di tutto il Veneto – sono state le prime parole dell’assessore Coletto – perché ridare la vista ad una persona è un po’ come ridarle la vita, e farlo con modalità d’intervento che non esito a definire avveniristiche è il segnale che in questa struttura sanitaria si riesce ad abbinare l’attività ordinaria con la ricerca e l’applicazione di tecniche all’avanguardia nel mondo”. Coletto ha anche voluto evidenziare l’aspetto delle capacità umane e professionali messe in campo: “nessun protocollo funziona – ha detto rivolto al professor Marchini – senza l’intelligenza, l’applicazione ed il coraggio di andare sempre oltre il già noto, come è stato fatto in questo caso”. “Gli occhi di questo paziente – ha spiegato Marchini – erano talmente danneggiati da rendere impossibile un reinnesto di cellule staminali autologhe e un trapianto di cornea. A questo punto, l’unica via per ripristinare un uso accettabile della vista era quella della cheratoprotesi, una protesi oculare costituita da un cilindro ottico in polimetilmetacrilato e da una flangia di sostegno in dacron che abbiamo impiantato nella parte anteriore del bulbo oculare”. Il problema principale che i clinici veronesi hanno dovuto superare è stato quello dell’integrazione della protesi artificiale con i tessuti biologici umani. Risultato raggiunto con due separati interventi chirurgici in anestesia generale, effettuati a due mesi di distanza l’uno dall’altro. Nel primo è stata prelevata della mucosa dalla bocca innestandola sull’occhio a ricoprire tutta la sua superficie, eseguendo poi una sutura delle palpebre per permettere l’attecchimento e la vascolarizzazione della mucosa. Quindi la cheratoprotesi è stata alloggiata nel tessuto sottocutaneo. Il secondo intervento, altrettanto complesso, è servito, di fatto, ad attivare la funzione visiva garantita dalla protesi. Al termine di un “calvario” durato tre anni dal giorno dell’incidente che lo ha reso cieco, oggi il paziente ha una vista valutata tra 2 e 3 decimi, quanto basta – è stato rimarcato oggi – per consentirgli di riacquistare la sua autonomia di vita. Risultato tutto italiano, in quanto la protesi utilizzata è denominata “Cheratoprotesi di Pintucci”, dal nome del clinico, prematuramente scomparso all’età di 48 anni, che l’ha ideata. |
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TUMORE DELL’OVAIO, IN ITALIA 8 VOLTE SU 10 SI SCOPRE TROPPO TARDI COLTO IN STADIO PRECOCE GUARISCE NEL 90% DEI CASI |
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Milano, 25 ottobre 2011 – Ogni anno 4.500 italiane vengono colpite dal tumore dell’ovaio, 3.000 muoiono. Troppe. Gran parte di questi decessi sono evitabili. Oggi 8 volte su 10 la diagnosi giunge infatti quando il cancro è già in fase avanzata e la sopravvivenza è appena del 30%. In questi casi, anche se si interviene, il tumore si ripresenta nell’80% dei casi. “Dobbiamo affrontare due grandi sfide, la diagnosi precoce e la prevenzione delle recidive – afferma il prof. Marco Venturini, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) -. Per riuscire a vincerle è fondamentale una gestione della malattia condivisa fra oncologo e ginecologo. La collaborazione è invece attualmente ritenuta insufficiente dal 63% dei primi e dal 32% dei secondi”. Il dato emerge dalla prima indagine nazionale condotta fra i medici delle due categorie, che ha coinvolto oltre 1.100 esperti e stata presentata ieri in un convegno a Milano. A partire da questa consapevolezza le due Società scientifiche hanno attivato un progetto per realizzare percorsi codificati per facilitare la gestione multidisciplinare e migliorare anche l’informazione alle donne: a breve verrà pubblicata la prima guida promossa dalle due Società scientifiche. “Non esistono purtroppo screening efficaci – spiega il prof. Nicola Surico, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) – ma possiamo insistere sui fattori di rischio evitabili, come il fumo e il sovrappeso e spiegare alle nostre pazienti chi deve prestare particolare attenzione. Allerta per chi non ha figli, chi ha avuto un menarca precoce e una menopausa tardiva. Si sottovaluta inoltre il peso della familiarità: chi ha una madre, una sorella o una figlia affetta da carcinoma ovarico va sottoposta ad un attento monitoraggio”. Il tempo è un fattore cruciale, per questa neoplasia più che per altre, sia per quanto riguarda la diagnosi sia per il corretto trattamento farmacologico. “Le pazienti non possono aspettare troppo – spiega la prof.Ssa Nicoletta Colombo, Direttore dell’Unità di Ginecologia Oncologica, Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) -. Negli ultimi anni si è posta grande attenzione in particolare nel cercare di identificare farmaci che potessero ritardare le recidive. Su questo fronte vi sono però fortunatamente buone notizie dalla ricerca dopo oltre 15 anni di assenza di novità terapeutiche. In particolare, in Italia, siamo in attesa di poter utilizzare liberamente un nuovo e promettente anticorpo monoclonale che agisce inibendo l’angiogenesi”. Il tumore dell’ovaio insorge soprattutto dopo la menopausa, è il sesto cancro femminile più diffuso al mondo, ma rappresenta la più comune causa di morte per neoplasie ginecologiche. “Purtroppo non esiste per questa neoplasia l’analogo della mammografia – afferma Venturini -, per questo dobbiamo spiegare alle donne quali siano i sintomi. Identificarli non è facile, sono spesso sfumati e generali, molto simili ai ben più frequenti disturbi gastrointestinali: stitichezza, sensazione di gonfiore addominale, diarrea, difficoltà digestive, nausea”. Ma come ci si deve comportare in caso di dolori sospetti? “È consigliabile effettuare subito una visita ginecologica, un’ecografia e il dosaggio del marcatore tumorale Ca 125, per stabilire se ci troviamo in presenza di un carcinoma ovarico – spiega la prof.Ssa Colombo -. In base allo stadio tumorale, si decide immediatamente per un intervento chirurgico, con l’obiettivo di eliminare la totalità della neoplasia visibile. Bisogna puntare a “zero residuo”, cioè non vedere più ad occhio nudo nessun segno di malattia. Segue poi un trattamento chemioterapico, per migliorare per quanto possibile la prognosi della paziente e l’eventuale trattamento con i farmaci biologici”. Il progetto Aiom-sigo prende il via oggi, con la presentazione dei risultati del sondaggio e rappresenterà una priorità per le due Società scientifiche per tutto il 2012. “Fra i nostri obiettivi vi è la costituzione di una rete di centri con una completa integrazione tra le figure professionali coinvolte - conclude Surico -. Ginecologo e oncologo, in primo luogo, ma anche anatomo-patologo, radiologo, psicologo, determinanti per un approccio globale ad una malattia che colpisce la donna in maniera pesante nella sfera più intima e nella sua femminilità”. |
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DA COMMISSIONE PARLAMENTARE NESSUN CASO DI ERRORE SANITARIO IN SARDEGNA, DE FRANCISCI: DIMOSTRAZIONE DI ATTENZIONE E PROFESSIONALITÀ VERSO I PAZIENTI |
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Cagliari, 25 Ottobre 2011 - "Il fatto che negli ultimi 29 mesi la Sardegna non abbia fatto registrare casi di errori sanitari dimostra come negli ospedali isolani ci siano un´attenzione verso il paziente e una professionalità che si inquadrano nel percorso di miglioramento della sanità sarda che la Giunta regionale sta seguendo, a tutto vantaggio del cittadino". Lo dichiara l´assessore regionale della Sanità Simona De Francisci commentando i risultati dell´apposita Commissione parlamentare d´inchiesta. "Pur nelle difficoltà storiche della nostra sanità, e in presenza di problematiche che hanno bisogno di tempo per essere risolte, - aggiunge l´assessore - è sicuramente rassicurante sapere che anche un organismo parlamentare attesti come le prestazioni sanitarie dei presidi sardi siano all´altezza delle aspettative: una certezza e una sicurezza in più per tutti quei sardi che entrano in un ospedale sapendo che saranno curati al meglio. Ora la sfida è abbattere i tempi delle liste d´attesa e ridurre la spesa farmaceutica: altri fattori indispensabili che devono concorrere al raggiungimento di una sanità di eccellenza in Sardegna". |
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FVG: UNIVERSITÀ E RICERCA ONCOLOGICA, COLLABORAZIONE CANADA-FVG |
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Toronto, 25 ottobre 2011 - Interessanti novità nel campo della collaborazione universitaria e nella ricerca scientifica e clinica per la cura delle malattie oncologiche si concretizzeranno a breve grazie a una serie di incontri che si sono avviati in questi giorni in Canada. In occasione del forum dei giovani corregionali all´estero che si è svolto a Toronto, realizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia con la collaborazione di Ente Friuli nel Mondo e le altre cinque associazioni degli emigranti, il Magnifico rettore dell´Università di Udine, Cristiana Compagno, e il direttore scientifico del Centro di Riferimento Oncologico (Cro) di Aviano (Pordenone), Paolo De Paoli, hanno incontrato alcune istituzioni del Nord America con le quali sono stati raggiunti importanti accordi. Collaborazioni che sono state al centro dei rispettivi interventi tenuti al congresso, alla presenza della platea di giovani figli di emigranti friulani. Nel campo universitario è già da più di sette anni che gli atenei del Friuli Venezia Giulia stanno portando avanti alcune iniziative comuni con i colleghi di Ottawa, Windosr, Guelph, e Wilfrid Laurier mentre di recente è stata avviata anche una collaborazione tra Manitoba e la facoltà di Scienze dell´alimentazione. Ora invece l´obiettivo della cooperazione punta a creare il doppio riconoscimento delle lauree conseguite in Italia e in Canada nonché il rafforzamento degli interscambi di docenti nei settori definiti "hard". "Negli incontri con il preside della facoltà di Lingue di Ottawa - spiega la Compagno - c´è stata piena disponibilità nell´allargare la collaborazione per gli insegnamenti di queste materie mentre con il rettore dell´Università di Windsor è stata condivisa la necessità di implementare la collaborazione nel campo dell´ingegneria, medicina e biotecnologie, sia per quanto riguarda l´aspetto scientifico sia nel management. Gli uffici della nostra e delle loro università sono già al lavoro per predisporre i relativi accordi affinché si possa essere operativi già nell´arco di qualche mese e l´attività entri nei piani di studio già a partire dal prossimo anno accademico". Collegato con questo aspetto c´è anche un altro obiettivo nel quale le università di Udine e Trieste stanno lavorando con quelle canadesi: "Stiamo facendo in modo che si possa istituzionalizzare - spiega il rettore Compagno - il ´double degree´ tra i nostri atenei e quelli del Canada, creando così un percorso internazionale che preveda scambi reciproci di studenti tra le facoltà". Dopo il Princess Margaret Hospital di Toronto, il Cro di Aviano proprio in questi giorni ha avviato una serie di contatti per creare una rete di collaborazioni con un altro istituto di ricerca e cura presente nell´Ontario. Il direttore scientifico dell´istituto, Paolo De Paoli, ha incontrato l´assessore alla ricerca e sviluppo di New Market, Joe Sponga, originario di Pordenone e che ha compiuto gli studi superiori al liceo scientifico del capoluogo provinciale del Friuli Occidentale per poi trasferirsi in Nordamerica. "L´assessore - spiega De Paoli - è venuto da noi ad agosto perché il suo comune è intenzionato a investire nella ricerca biomedica attraverso una struttura ospedaliera già esistente e un Cancer Center avviato di recente. Quest´ultimo si sta espandendo con un edificio dedicato alla ricerca e ci chiedono se possiamo collaborare soprattutto in questo settore e in particolare della ricerca che riguarda le malattie croniche". Il Cro sta inoltre cercando di costruire la progettualità 2013 con il Princess Margaret Hospital in attesa che vengano garantiti i fondi per continuare la ricerca. "Se così fosse - spiega De Paoli - le nostre ricercatrici potranno continuare gli studi che stanno portando avanti in Canada sulla genetica dei sarcomi e sugli effetti della radioterapia intraoperatoria alla mammella. Inoltre potremo anche sviluppare il settore dedicato ai tumori della testa e collo". Il forum ha anche dato spazio ad altri personaggi della nostra regione che hanno portato la loro esperienza in diversi settori. È stato il caso del caporedattore della sede di Rai di Trieste, Giovanni Marzini, che ha illustrato le peculiarità della televisione regionale spiegando come il g-local possa rappresentare un fattore di vantaggio nell´era della globalizzazione. Quindi Roberto Siagri, presidente e amministratore delegato dell´Eurotech di Amaro, ha illustrato l´attività svolta dalla sua azienda nel campo dell´informatica, spiegando come una piccola realtà che opera in un´area montana possa competere a livello mondiale con i grandi colossi nello sviluppo sia di hardware che di software. |
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INAUGURATO AD ADRIA NUOVO DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE. |
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Rovigo, 25 ottobre 2011 - La sanità polesana dispone dal 21 ottobre di un rinnovato importante servizio dedicato al territorio, ed in particolare alle problematiche legate alla psichiatria. Si tratta del nuovo Dipartimento di Salute Mentale, realizzato ristrutturando una palazzina storica nell’ambito del complesso dell’ospedale civile adriese. La struttura è stata inaugurata oggi, alla presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale Isi Coppola, del presidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Leonardo Padrin, del sindaco di Adria Massimo Barbujani, del direttore generale dell’Ulss 19 Giuseppe Dal Ben e del presidente della Fondazione Cariparo Antonio Finotti. Il Dipartimento è stato realizzato con un investimento di 2 milioni 476 mila euro, dei quali 1 milione 476 mila stanziati dalla Regione ed un milione messo a disposizione dalla Fondazione Cariparo. La struttura si articola su una superficie interna di 1.100 metri quadri, 410 dei quali per il Centro di Salute Mentale, 240 per il Centro Diurno e 450 per il servizio Psichiatrico di diagnosi e cura; può accogliere ben 20 ospiti e dispone di 8 posti letto nell’ambito del Servizio Psichiatrico. Le tre aree, pur comunicanti internamente, sono separate, per garantire la necessaria riservatezza agli utenti e sono tutte accessibili dall’esterno. Portando il saluti del presidente Luca Zaia e dell’assessore alla sanità Luca Coletto, impossibilitati a presenziare, l’assessore Coppola ha particolarmente posto l’accento sull’importante funzione di servizio alla cittadinanza del nuovo Dipartimento. “Così – ha detto – è stata data una risposta fondamentale per il Polesine, che ha una particolare necessità di sviluppare la medicina territoriale e di offrire ai cittadini servizi sanitari facilmente raggiungibili e fruibili dalla gente. In questo caso – ha aggiunto Coppola – c’è anche l’importante aspetto dell’aiuto che viene dato alle famiglie, che devono farsi carico delle necessità e delle condizioni del tutto particolari di questi pazienti”. “Un investimento – ha detto ancora l’assessore – che offre spazi più adeguati per un servizio organizzato per affrontare le fasi acute e collegato con una rete di altri servizi territoriali orientati sì alla cura, ma anche, poi, al reinserimento dei pazienti psichiatrici”. I pazienti psichiatrici assistiti nel Veneto sono circa 70.000, dei quali il 58% sono donne. Sul totale degli utenti, solo il 17,4% ha avuto un ricovero ospedaliero, a dimostrazione della prevalenza dell’intervento territoriale secondo il modello della psichiatria di comunità. “La prossima sfida da vincere – ha detto in proposito Coppola – è ora quella delle comunità alloggio e degli appartamenti di comunità”. |
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SANITA´:EPIDEMIA SERRATIA, ASL PESCARA PROMOSSA DA UE |
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Pescara, 25 ottobre 2011 - I tecnici infettivologi dell´Unione europea hanno giudicato "esemplare di buona prassi medica" la gestione del lavoro dei responsabili del reparto di neonatologia di Pescara, nel contenimento dell´epidemia causata da Serratia marcescens, sviluppatasi tra aprile e maggio, nell´unità operativa del Santo Spirito di Pescara. Un giudizio lusinghiero che ha fatto guadagnare al management della Asl di Pescara una pubblicazione sulla rivista leader in Europa sui temi epidemiologici, di prevenzione e controllo delle malattie infettive "Eurosurveillance", con sede a Stoccolma. La notizia, che conferma l´esito positivo della verifica aziendale interna circa la "rapida identificazione e interruzione di una epidemia di colonizzazioni/ infezioni da Serratia marcescens", è stata resa nota dal commissario ad acta per la sanità, Gianni Chiodi, che ha voluto manifestare al manager della Asl di Pescara, Claudio D´amario, "apprezzamento per il riconoscimento internazionale, indice della competenza e capacità del management pescarese, al punto da meritare una segnalazione ed una pubblicazione su una rivista leader in Europa". Gli esperti al servizio della Comunità europea hanno apprezzato "l´appropiatezza e l´efficacia delle misure di controllo poste in essere immediatamente al verificarsi della crescita della Serratia nel reparto di neonatologia, i contestuali campionamenti ambientali su muri, pavimenti, bordi ed angoli, porte, maniglie, mensole, cartelle cliniche, fino alle mani, cellulari del personale medico e non medico, bottiglie e scatole di farmaci e saponi disinfettanti. "Altri report in letteratura - ha spiegato il commissario Chiodi - basta guardare ai recenti casi di altri ospedali italiani - hanno evidenziato la difficoltà nel contenere le infezioni/ colonizzazioni da Serratia marcenscens, le quali, proprio nelle terapie intensive, spesso causano epidemie di lunga durata, con alto tasso di mortalità e con picchi epidemiologici di ricorrenza dopo il primo. Nel caso abruzzese - ha concluso Chiodi - va fatto notare non soltanto la capacità di arginare il dramma dei decessi che avrebbe potuto essere più esteso ma anche quello di evitare una ricaduta eoidemiologica". |
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SALUTE: A FVG 770.000 EURO DA UE PER PROGETTI INTERNAZIONALI |
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Trieste, 25 ottobre 2011 - Fondi comunitari per un ammontare complessivo di oltre 770 mila euro sono stati assegnati al Friuli Venezia Giulia per lo sviluppo di tre importanti progetti di cooperazione europea in tema di salute ed inclusione sociale. Ne ha dato notizia ieri l´assessore regionale Vladimir Kosic, in una conferenza stampa alla quale erano presenti anche Paolo Bordon, direttore dell´Azienda per i servizi sanitari n. 5 Bassa friulana, che da quasi due anni è la struttura di supporto della Regione nell´elaborazione e gestione delle dimensioni internazionali della politica della salute, e da Giulio Antonini, responsabile Area Welfare della stessa Azienda. Ha preso avvio proprio in questi giorni il progetto "Helps" (Innovative Housing and care for elderly and vulnerable people in Central European cities), che vede il coinvolgimento del Friuli Venezia Giulia in qualità di capofila di un consorzio composto da 15 partner di otto paesi Europei. Esso mira a sviluppare soluzioni integrate e innovative per migliorare la qualità della vita delle persone anziane e favorirne la permanenza nella propria abitazione, costruendo un ambiente domestico che garantisca autonomia e sicurezza. Il progetto ha ottenuto un finanziamento totale di 2 milioni 670 mila euro, di cui 514.600 destinati alla nostra Regione per il coordinamento e lo sviluppo delle varie attività. In un´ottica di continuità e rafforzamento dei risultati del progetto A.dri.a, relativo alla tematica dell´alcol e al disagio giovanile, è stato proposto e approvato il progetto transfrontaliero di durata biennale "All4you" - Nuove alleanze per il contrasto al consumo di alcol quale strumento di benessere tra i giovani", a valere sul programma Interreg Iv Italia-austria. Il budget è di 376 mila euro su 24 mesi, di cui 195 mila per il Friuli Venezia Giulia, anche qui capofila, in partenariato con Regione Veneto e Land Carinzia. Sempre nel corso del 2011 è stato accolto e finanziato con oltre 580 mila euro complessivi, di cui 62 mila circa per il Friuli Venezia Giulia, il progetto "Rethi (Regions Tackling Health Inequalities), sulle disuguaglianze di salute, nel quale la nostra Regione collabora con il Veneto e con tre istituzioni di Gran Bretagna, Germania e Svezia, coordinando un tavolo tematico sulla disabilità. Oltre alla significativa assegnazione di risorse da parte dell´Europa, utili al trasferimento di conoscenze, all´innovazione e alla sperimentazione su temi ritenuti prioritari, sono almeno altri due, per l´assessore Kosic, i risultati determinati dalla scelta della Regione di investire in una politica della salute a dimensioni internazionali: la valorizzazione del capitale umano e delle progettualità che il Friuli Venezia Giulia è in grado di esprimere nello scenario europeo; lo sviluppo di relazioni fiduciarie tra istituzioni e persone, che vanno dal consolidato rapporto con Veneto e Carinzia alla presenza attiva in numerose "reti" che, nel vecchio continente, si occupano di salute. Prima tra tutte l´Assemblea delle Regioni d´Europa (Are), che vede l´assessore Kosic impegnato in prima persona in veste di presidente del Comitato 2 che si occupa di salute e politiche sociali, cui si affianca, oltre a diverse altre iniziative, la collaborazione al progetto "Mattone internazionale" del Ministero della Salute. Parallele e non meno importanti appaiono, in questo contesto, le iniziative di formazione, finalizzate a rafforzare e valorizzare le professionalità del nostro Sistema sanitario regionale. Tra esse figura uno specifico percorso formativo, concluso a settembre, sugli strumenti per la progettazione internazionale nel campo della salute, cui hanno preso parte ben cinquanta operatori. |
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ADDIO ALLA RICETTA DI CARTA, È IN ARRIVO QUELLA TELEMATICA |
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Firenze, 25 ottobre 2011 - La ricetta di carta lascia il posto a quella telematica. In Toscana il nuovo sistema prenderà il via entro la fine del 2011, per andare poi a regime nei primi mesi del 2012. Lo stabilisce una delibera approvata di recente dalla giunta, in ottemperanza al decreto del Ministero dell’economia e delle finanze del 21 luglio scorso sulla “Trasmissione telematica delle ricette del servizio sanitario nazionale da parte dei medici prescrittori e la ricetta elettronica”. Il decreto ha fissato partenze scaglionate per le diverse regioni: in Toscana la ricetta telematica dovrà partire entro il 31 dicembre 2011. Da quella data, la classica ricetta bianca e rossa del Ssn andrà progressivamente a scomparire. La “rivoluzione” avverrà in due fasi. In un primo periodo (dall’avvio fino ai primi mesi del 2012) ricetta cartacea ed elettronica convivranno. Dopo questa prima fase di consolidamento, la ricetta cartacea scomparirà, e si passerà al sistema esclusivo di trasmissione telematica delle ricette. I medici saranno collegati in rete con il sistema delle farmacie, e al cittadino basterà semplicemente recarsi in farmacia con la propria carta sanitaria elettronica, e il codice corrispondente alla ricetta, che il farmacista leggerà direttamente sul computer. E’ attualmente in corso l’aggiornamento dei programmi informatici dei medici, che consentiranno loro di compilare le ricette elettroniche e trasmetterle direttamente alle farmacie. Quello che c’è da sapere sulla Carta sanitaria elettronica http://www.Regione.toscana.it/cartasanitaria/index.html |
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SANITÀ: CHIODI-FAZIO,ABRUZZO DA REGIONE ´CANAGLIA´ A VIRTUOSA |
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L´Aquila, 25 ottobre 2011 - Nel 2010, per la prima volta nella storia della Regione, in Abruzzo è stato registrato un equilibrio nella gestione economica del sistema sanitario regionale. Un risultato epocale, che intende portare, nel giro di poco tempo, la Regione come punto di eccellenza nella sanità pubblica italiana. Il Commissario alla sanità, Gianni Chiodi, ha intrapreso un cammino severo, capace di ridurre gli sprechi e gli eccessi, garantendo regole e controlli certi nella sanità privata. Ha investito nella qualità dei servizi e ciò ha consentito di uscire dal novero delle Regioni ´Canaglia´. Grazie al raggiungimento dell´equilibrio economico finanziario, l´Abruzzo rientra oggi, a pieno titolo, tra le Regioni italiane che meritano di essere definite ´Virtuose´. Si entra ora nell´Abruzzo Versione 2.0, un circuito di sviluppo in grado di migliorare la qualità a costi sostenibili per i cittadini. Il caso positivo di questa inversione di tendenza e di percorso virtuoso sarà oggetto di un confronto che si terrà venerdì, 28 ottobre, alle 16.30, al teatro Marrucinio di Chieti con la partecipazione del Presidente della Regione Abruzzo e Commissario alla sanità, Gianni Chiodi e del Ministro della Salute, Ferruccio Fazio sul tema: ´Sanità: dal piano di Rientro al piano di Sviluppo´. Si parlerà di come è stato possibile raggiungere l´obiettivo del pareggio di bilancio senza operare tagli alla spesa sanitaria, rispettando i livelli essenziali di assistenza e, soprattutto, senza aumentare le tasse ai cittadini poiché questo avrebbe determinato effetti ancora più negativi sui futuri percorsi di sviluppo della regione. Il tutto per fare dell´Abruzzo una "Regione modello", in termini di miglioramento della salute e di economicità del sistema. |
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PIEMONTE: IL FONDO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA SARÀ UNA PRIORITÀ NELL’ASSEGNAZIONE DEI FONDI REGIONALI PER IL 2012. |
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Torino, 25 ottobre 2011 - “Anche in un momento di difficoltà come questo, stanzieremo le risorse perché - ha garantito il presidente della Regione, Roberto Cota, intervenendo il 21 ottobre a Torino ad un convegno sulla strategia europea sulla disabilità per il decennio 2010-2020 - riteniamo che l’assistenza sia una priorità”. “Grazie agli interventi della Regione - ha sottolineato Cota - abbiamo assunto 650 insegnanti nelle scuole piemontesi e una parte di questi sono proprio insegnanti di sostegno. In Piemonte siamo all’avanguardia, abbiamo il migliore rapporto europeo tra insegnanti di sostegno e alunni che ne hanno bisogno”. Il presidente ha inoltre ricordato che la riforma sanitaria che la Giunta sta mettendo a punto “é fatta anche per assicurare, da un punto di vista strutturale, le risorse all’assistenza. Oggi abbiamo una sanità che spreca troppe risorse impiegandole soprattutto negli ospedali, mentre noi vogliamo costruire una rete ospedaliera che elimini gli sprechi e dirotti una parte delle risorse anche verso l’assistenza”. |
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ASSISTENZA GINECOLOGICA AL CARCERE PONTEDECIMO |
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Genova, 25 Ottobre 2011 - Visita ginecologica in carcere, per ricevere assistenza ed esami, ecografie, paptest e curare le patologie riscontrate. Sono i punti cardine del progetto di assistenza sanitaria ginecologica alle detenute del carcere di Pontedecimo presentato il 21 ottobre dall´assessore alla Salute della Regione Liguria Claudio Montaldo, con la direttrice della Casa Circondariale di Pontedecimo Maria Milano e Adele Teodoro, giovane medico chirurgo ginecologa milanese, presidente dell´"associazione gravidanza gaia", il direttore amministrativo dell´Asl 3 Genovese Piero Giuseppe Reinaudo. Approvato dalla giunta regionale, il progetto, partito a febbraio a Ponte X, ha permesso di sottoporsi volontariamente a visite specialistiche a oltre cento pazienti detenute e ha consentito, fra l´altro di scoprire in tempo una signora colpita da tumore al collo dell´utero. Grazie al progetto di "gravidanza gaia" è stata avviata anche la prevenzione delle malattie trasmissibili e la rieducazione sanitaria e sessuale. |
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SANITA´: FORMAZIONE, FIRMATA CONVENZIONE CON NICOLA´S FOUNDATION |
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Palermo, 25 ottobre 201 - Nuova importante iniziativa della Regione siciliana nel settore della formazione e della ricerca scientifica. L´assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, ha infatti firmato una convenzione, di durata quinquennale, con la Nicola´s Foundation Onlus che ha l´obiettivo di sviluppare la propria attivita´ in ambito medico con particolare attenzione ai settori ortopedico, oncologico, biologico - biomeccanico, genetico e di ingegneria tissutale. La prima fase della attivita´ di formazione sara´ dedicata al settore dell´ortopedia utilizzando il centro permanente di anatomia chirurgica - sperimentale che la Nicola´s Foundation ha realizzato ad Arezzo. Il Centro, il Teaching and Research Centre, e´ tra i piu´ grandi al mondo ed e´ dotato del cosiddetto "cadaver lab", un laboratorio all´avanguardia che per l´alta formazione dei medici permette corsi ed esercitazioni con l´utilizzo di parti anatomiche provenienti da cadaveri umani, tecnica importante per consentire ai medici di acquisire la necessaria manualita´. "Crediamo molto nel valore di una formazione di qualita´ - ha spiegato l´assessore Russo -. Ai tanti bravi professionisti che operano in Sicilia, che hanno la giusta umilta´ e la voglia di migliorarsi vogliamo offrire la possibilita´ di un confronto con le migliori esperienze internazionali e di effettuare costanti aggiornamenti professionali. Il confronto con altre realta´ sara´ certamente stimolante e a lungo andare sara´ utile anche per riconquistare quel rapporto di fiducia tra medici e cittadini che negli ultimi anni si e´ in larga parte perduto, come confermano gli alti indici di mobilita´ passiva. Ho raccolto volentieri la proposta della Nicola´s Foundation, sia per la riconosciuta qualita´ professionale del Centro che per l´entusiasmo dimostrato dal direttore scientifico della Fondazione, il celebre professor Giuliano Cerulli, che ha apprezzato il percorso intrapreso in Sicilia sulla strada della modernizzazione e dell´efficienza". Il programma formativo dell´ortopedia prevede corsi della durata di due giorni che saranno pagati dalla Regione (20%) e dalla Aziende sanitarie regionali (80%). La convenzione e´ stata firmata dall´amministratore delegato della Nicola´s Foundation Onlus, Sandro Paiano, alla presenza del professore Giuliano Cerulli, direttore scientifico della Fondazione e direttore della Clinica di Ortopedia e Traumatologia dell´Universita´ di Perugia. "E´ un progetto di grande lungimiranza - ha detto Giuliano Cerulli - che si concretizza grazie alla sensibilita´ dell´assessore Russo che sta lavorando benissimo per far crescere le performance della sanita´ siciliana. E´ la prima volta che stipuliamo una convenzione del genere con una Regione italiana e questo testimonia come la Sicilia stia puntando alla innovazione e alla formazione e non soltanto in campo ortopedico". L´assessore Russo ha anche accennato alla imminente apertura a Caltanissetta di un Centro per la simulazione che avra´ grande importanza nel percorso formativo dei medici siciliani e rappresentera´ un punto di riferimento per la formazione di tutto il meridione d´Italia. |
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ENRICO ROSSI: “IL CENTRO DON GNOCCHI STRUTTURA DI ECCELLENZA A LIVELLO EUROPEO” |
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Firenze, 25 ottobre 2011 – “Dobbiamo guardare al Don Gnocchi come a una struttura di carattere europeo. E’ l’unica, nel panorama italiano, totalmente dedicata alla riabilitazione, e può davvero diventare un centro di eccellenza nel quadro europeo. E’ la dimostrazione concreta che, pur in tempi di ristrettezze e difficoltà, si può continuare a dare servizi di ottimo livello”. Queste le parole del Presidente Enrico Rossi, che assieme all’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, ha partecipato il 22 ottobre all’inaugurazione ufficiale del nuovo Centro Don Gnocchi a Torregalli, che da fine agosto si è trasferito dalla storica sede di Pozzolatico nella nuova struttura costruita in poco più di due anni accanto al Nuovo Ospedale San Giovanni di Dio. Tante le autorità che, con Rossi e Scaramuccia, hanno preso parte alla festa. Con il presidente della Fondazione Don Gnocchi monsignor Angelo Bazzari, il direttore Gianbattista Martinelli e il direttore scientifico Paolo Mocarelli, il responsabile del polo toscano Francesco Converti, c’erano l’arcivescovo di Firenze monsignor Giuseppe Betori, che ha benedetto la struttura, il sindaco di Firenze Matteo Renzi, l’assessore ai servizi sociosanitari del Comune di Firenze Stefania Saccardi, il sindaco di Scandicci Simone Gheri, il rettore Alberto Tesi, il direttore scientifico dell’Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) di Firenze Gianfranco Gensini, il direttore della Asl 10 Luigi Marroni. “E’ bello constatare che anche in questo Paese ci sono uomini e donne che fanno cose buone – ha proseguito Rossi – Dobbiamo mantenere questa ricchezza che il nostro Paese si porta dietro dal secolo scorso: una sanità per tutti. In un momento come questo, di incertezza e di crisi, sapere che c’è una sanità non certo perfetta, ma che comunque cura bene, è un segno di grande civiltà, che dà sicurezza e fiducia per il futuro. E questo dobbiamo mantenerlo e qualificarlo”. Il presidente si è soffermato poi su due concetti chiave: integrazione e innovazione. “La sanità toscana ha fatto propria la parola integrazione: integrazione pubblico-privato, un privato che ha come valori la solidarietà, l’impegno verso i deboli, la presa in carico, ed è portatore di una visione etica che rende il servizio migliore; e integrazione con l’Università. Un altro concetto fondamentale è innovazione, che muove sia la sanità toscana che il Don Gnocchi. Oggi è un giorno di grande soddisfazione, perché vedo il realizzarsi di un lavoro a cui anche la precedente giunta ha contribuito”. L’assessore Scaramuccia ha sottolineato lo stretto rapporto tra Fondazione Don Gnocchi e Regione Toscana, “che pur nella diversità di ruoli, condividono valori e obiettivi comuni: la presa in carico della persona, l’accoglienza, la tutela della salute che non è solo risoluzione del singolo problema, ma attenzione alla persona nella sua interezza. E convidiamo anche – ha aggiunto – il guardare avanti alla ricerca, all’innovazione non fine a se stessa, ma come strumento necessario per far stare meglio i nostri pazienti”. Daniela Scaramuccia ha toccato poi il tema dell’attuale situazione economico-finanziaria: “E’ un momento epocale per la crisi che sta investendo il nostro Paese. Per la prima volta le risorse diminuiscono invece di crescere. I dati Ocse di settembre ci dicono che la sanità italiana è quella che costa meno in tutto il mondo occidentale sviluppato, e la Banca d’Italia ci ricorda che la spesa sanitaria è l’unica ad essere sotto controllo. La sanità italiana funziona, anche se con enormi differenze tra regione e regione è tra le migliori al mondo. Stiamo dimostrando che si può fare buona sanità con risorse limitate, e dobbiamo continuare a farlo. Il diritto alla sanità universale non può essere toccato, dobbiamo trovare il modo di perseguirlo. Per questo è necessaria un’alleanza tra istituzioni, no profit, imprese, parti sociali, professionisti, privato e cittadini: è indispensabile per poter difendere un diritto universale alla salute che per me è imprescindibile”. |
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POLITICHE SOCIALI: A TERNI TAVOLA ROTONDA ANZIANI E VOLONTARIATO. “ANZIANI RISORSA PER LA COMUNITÀ” |
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Perugia, 22 ottobre 2011 - "Promuovere politiche per l´invecchiamento attivo rappresenta per le amministrazioni locali una nuova sfida. Ciò lo è a maggiormente per l´Umbria che è la quarta regione italiana per indice di vecchiaia". Lo ha affermato il 21 ottobre la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari, intervenendo a Terni alla tavola rotonda dal titolo "Gli anziani e il volontariato: anno 2011 nella prospettiva del 2012 - anno europeo dell´invecchiamento attivo", organizzata per il 25/mo anniversario della fondazione Centro Sociale per anziani A. Volta. "L´invecchiamento della popolazione non deve allarmare, al contrario deve far riflettere ´sulla grande risorsa´ che gli anziani rappresentano per la comunità, il cui ruolo attivo va valorizzato". "In proposito, la Regione Umbria - prosegue la vicepresidente Casciari - ha individuato come asse di intervento specifico la costruzione di percorsi per l´autonomia e il benessere degli anziani nell´ambito dei propri e abituali contesti di vita. Il secondo Piano sociale regionale infatti, indica come strada da percorrere la valorizzazione del patrimonio di relazioni personali di ogni anziano che ognuno ha costruito nel tempo. È anche in quest´ottica che si collocherà la proposta di una legge regionale alla quale stiamo già lavorando e che dovrà dare risposte alle esigenze dell´anziano nella sua globalità coinvolgendolo nella vita sociale e culturale del territorio". "In pratica - ha concluso la vicepresidente - l´obiettivo che come Regione Umbria ci proponiamo per il 2012, anno europeo per l´invecchiamento attivo e la solidarietà tra le generazioni, è quello di diffondere la consapevolezza che l´invecchiamento attivo della popolazione non è solo prioritario per il contenimento della spesa pubblica in campo sanitario ed assistenziale, ma è davvero una opportunità per la comunità che potrà avvalersi dell´esperienza e della disponibilità di tempo delle persone di età avanzata. Inoltre, l´impegno dei ´nonni´ in attività di volontariato favorisce la realizzazione di progetti sociali utili alla comunità e favorisce uno scambio importante tra le generazioni che, oggi più che mai, assume un valore per la crescita culturale dei giovani che potranno assorbire la tradizione e l´esperienza dei più grandi. In Umbria ciò è possibile - ha concluso Casciari - perché i soggetti che si collocano nella fascia tra i 65 e 67 anni di età, sono in grado di badare a loro stessi avendo, quasi tutti, ancora un livello di autonomia alto che realisticamente può rimanere tale se supportato da politiche attive volte a contrastare i rischi tipici dell´avanzare dell´età". |
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VENDOLA E GENTILE A FOGGIA E APRICENA: "SUL WELFARE, LA PUGLIA È CONTROCORRENTE" |
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Bari, 25 ottobre 2011 - “Non dobbiamo perdere la memoria. E’ bello che un luogo di segregazione di ieri, diventi oggi un luogo di accoglienza. Si sta recuperando un immobile storico, un ex carcere femminile, nel quale sembra ancora di sentire l’eco di quelle voci e di quella sofferenza di donne segregate. Diventerà un centro di accoglienza, un luogo importante di contrasto attivo alla povertà, un luogo che nasce all’interno di un quartiere perché i poveri non hanno bisogno di fabbriche della miseria o di campi di concentramento. Devono vivere tra di noi”. Lo ha detto il Presidente della regione Puglia Nichi Vendola il 22 ottobre avviando, a Foggia e ad Apricena insieme con l’assessore regionale al Welfare Elena Gentile, i cantieri della solidarietà. Prima a Foggia per la posa della prima pietra per la ristrutturazione dell’ex carcere Sant’eligio in una “Casa dei senza fissa dimora” che ospiterà 24 persone poi, sempre a Foggia, per la posa della prima pietra per una residenza sociosanitaria per anziani autosufficienti “L’oasi bianca” e infine ad Apricena per la posa della prima pietra per una struttura che si chiama “Dopo di noi” e per l’inaugurazione dell’asilo nido “Don Tonino Bello”. “L’investimento in termini di infrastrutturazione sociale in Puglia è di una dimensione qualitativa e quantitativa che non ha precedenti nella storia – ha detto Vendola – e una parte consistente di questi investimenti, oltre 66 milioni di euro è stata indirizzata verso la provincia di Foggia, una provincia contraddittoria con fenomeni straordinari di modernizzazione e di vivacità economica ma anche con una piaga diffusa di povertà nelle aree periferiche che dobbiamo avere il coraggio di combattere con determinazione. Il rischio futuro è che la platea dei poveri aumenti in maniera considerevole”. Vendola si è anche soffermato sul carattere inedito della povertà in Europa che emerge dall’ultima indagine della Caritas e cioè sulla “crescita della povertà in chi ha meno di 35 anni” e sul rischio concreto della fine dell’Europa se, nel nome delle politiche di contenimento del debito pubblico, si continueranno “a tagliare tutte le protezioni sociali e a lasciare la gente senza ombrello di fronte al diluvio”. La Puglia in questo contesto è una regione in controcorrente. “Nel 2005 – ha raccontato Vendola – abbiamo trovato una Puglia che aveva il più basso livello di infrastrutturazione sociale d’Italia. Un indice di sofferenza strutturale molto grave. Noi abbiamo cercato di costruire una nuova pianificazione. Abbiamo provato a pensare ai bambini e ad ascoltarli, abbiamo costruito 250 asili nido, molti dei quali nella provincia di Foggia. Abbiamo provato a correre e a metterci in riga rispetto a quegli standard di civiltà che per noi sono il minimo della decenza. E’ stata ed è una corsa controcorrente perchè ovunque in Italia e in Europa si pensa a tagliare il welfare per colmare il debito pubblico. Le risorse invece vanno trovate in un altro salvadanaio laddove ci sono gli scandali della ricchezza finanziaria e speculativa, gli sprechi e le corruzioni”. Per l’assessore regionale al Welfare Elena Gentile “oggi è una giornata particolarmente importante perché abbiamo vinto una scommessa, quella di rilanciare gli istituti di pubblica assistenza e beneficienza provando a scrivere con loro una pagina nuova, intensa ed emozionante”. L’assessore poi si è soffermata sui “numeri positivi che qui nella provincia di Foggia possiamo spendere, a differenza di quelle storie negative di tagli ai bilanci che raccontano di un segno meno alle politiche del welfare”. In particolare la Gentile si è soffermata sulle nuove opportunità di lavoro che scaturiranno dall’avvio delle strutture. “La ricaduta occupazionale sarà molto importante – ha detto la Gentile – perché parliamo di grandi numeri e cioè 850 nuovi posti di lavoro di cui 700 affidati alle competenze delle donne. Questi numeri raccontano tutto il nostro impegno e il successo di questa sfida. Noi vogliamo continuare a raccontare numeri positivi, vogliamo andare controcorrente per riconfermare che la Puglia non è solo un laboratorio ma anche un cantiere di innovazione e di modernizzazione”. |
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FVG: ASSEMBLEA REGIONALE DEI DIALIZZATI (ANED) |
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San Daniele del Friuli (Ud), 25 ottobre 2011 - "È importante che il lavoro si faccia insieme, condividendo progetti e responsabilità. C´è un problema di sostenibilità economica, specie in questo momento di crisi, anche per quanto attiene alla sanità: ma proprio qui ci dovrà essere la scelta politica fondata sulla razionalizzazione dell´intero sistema per trovare le risorse per rispondere alle sempre più impellenti richieste rispetto alle nuove cronicità, di cui i dializzati rappresentano una patologia in via di crescita. L´importante è che ogni scelta venga fatta avendo sempre presente l´uomo, il paziente". Lo ha affermato l´assessore regionale alla Salute, Vladimir Kosic, intervenendo il 23 ottobre a San Daniele del Friuli all´assemblea regionale Fvg dell´Aned-associazione nazionale dei dializzati, rappresentata dal segretario regionale Leo Udina. Erano presenti anche il vicepresidente della Commssione Sanità del Consiglio regionale, Sergio Lupieri, e il consigliere regionale Paolo Menis. E insistendo sul momento difficile, Kosic ha anche affermato che "oggi le priorità per la Regione sono la salute, lo studio, il lavoro: bisogna trovare un equilibrio sostenibile e questo deve essere compito di tutti, dalle istituzioni alla società civile, dove vi sia collaborazione e non conflittualità. Però la visione generale deve essere impostata alla speranza di un futuro di sviluppo nel quale i giovani possano trovare le risposte alle loro aspirazioni di vita". L´assessore alla salute ha quindi fornito risposte ad alcuni quesiti che i dializzati hanno posto con la loro assemblea. I problemi certamente esistono "ma la collaborazione fra associazione e Regione è stata fin qui preziosa e ha trovato nell´avviata Commissione regionale terreno di confronto". Quindi il lavoro fatto sulla prevenzione, sulle risorse professionali da non disperdere, da accrescere con la formazione continua e da distribuire meglio sul territorio; l´avvio a Udine di un nuovo centro dialisi. Affrontato anche il tema del Centro Trapianti di Udine: "il nostro silenzio, accusato di disinteresse, era ed è invece rispetto in una situazione delicata nella quale ci sono accordi da rispettare. Ma stiamo lavorando a una soluzione concreta del problema che investe una regione che ha una capacità di dono straordinaria e sconosciuta altrove". Infine l´attuazione del Piano sanitario regionale e le risorse: "ritardi ci sono stati - ha affermato Kosic - ma dobbiamo arrivare all´attuazione di quanto previsto e programmato, compresi gli interventi per i centri dialisi. La logica però deve essere quella di dare servizi a chi non li ha senza difendere le ´piccole povertà diffuse´, che non garantiscono qualità di cure". |
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PUGLIA FIRMA NUOVI DISCIPLINARI PRESENTATI NUOVI PROGETTI DI INTERVENTO PER LA REALIZZAZIONE DI NUOVE INFRASTRUTTURE SOCIALI CHE SONO STATI FINANZIATI DALLA REGIONE CON LE RISORSE DEI FONDI FESR DELL´ASSE III - LINEA 3.2. |
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Bari, 25 ottobre 2011 - Sono stati infatti firmati i disciplinari di attuazione per la concessione di finanziamenti regionali per 27 progetti di investimento privati, 1 progetto di investimento della Asp Vittorio Emanuele di Trani, e i progetti di investimento del piano presentato dall´Ambito territoriale di Brindisi. In particolare per quanto riguarda i 27 progetti privati sono quelli già istruiti e valutati dal Servizio Programmazione sociale e Integrazione sociosanitaria a seguito di un Avviso pubblico di selezione dell´11 luglio 2011: quindi a tempo di record sono state espletate le procedure di istruttoria per il primo centinaio di progetti presentati, tanto da pervenire alla firma dei disciplinari e alla concessione dei contributi a soli 3 mesi dall´ avvio del bando regionale. Questo consentirà peraltro di avviare entro le prossime settimane l´erogazione del primo 50% dei contributi concessi per ciascuno dei progetti, in modo da assicurare la liquidità utile ad avviare rapidamente i cantieri di queste nuove strutture. I 27 progetti che prendono ufficialmente avvio oggi sviluppano investimenti complessivi per quasi 33 milioni di euro, di cui circa 16,5 milioni sono i contributi regionali. La Gentile ha presentato in conferenza stampa non solo la distribuzione per territorio e per tipologie di strutture di questi finanziamenti, ma anche i dati relativi all´impatto occupazionale (Vio) di tutti questi progetti. Infatti oltre ai posti di lavoro che si attivano con l´apertura dei cantieri, occorre sempre considerare che queste strutture con i nuovi servizi che si andranno ad attivare producono non solo risposte mirate a bisogni sociali, ma anche nuovi posti di lavoro di figure professionali sociali e sociosanitarie. "E´ la risposta concreta e immediata - dichiara Elena Gentile - che la Regione Puglia preferisce dare alla crisi e ai tagli lineari che il Governo nazionale intende operare proprio in questa fase per tenere in sicurezza il bilancio. C´è un bisogno sociale che non si può ignorare e c´è una buona e sana economia che le politiche regionali devono ricuocere e sostenere, non con la logica assistenziale, ma con la logica dell´investimento per uscire dalla crisi". Da ultimo lunedì mattina l´Ambito territoriale di Putignano sarà anche il primo ambito a firmare il disciplinare di attuazione per il finanziamento del primo intervento ammesso a finanziamento con la Linea 3.4 - Azione 3.4.1 dopo l´avvio delle procedure avvenuto a meta´ luglio, quindi ancora una volta a tempi record, per le strutture per il contrasto delle povertà estreme, l´accoglienza di persone vittime di tratta e di abusi e maltrattamenti. La conferenza stampa e´ anche l´occasione per fare il punto sullo stato di attuazione della linea 3.2 dell´Asse Iii e sull´ avanzamento della spesa anche ai fini del rispetto degli obiettivi di spesa regionali da raggiungere per evitare il disimpegno automatico a fine anno. Le strutture sociosanitarie finanziate: distribuzione territoriale e tipologie di servizi Lecce e Bartella-andria-trani sono le due province che hanno avuto il maggior numero di strutture finanziate, nell´ambito del gruppo dei progetti di soggetti privati presentati nel corso della conferenza stampa del 24 ottobre, e seguono a poca distanza Bari, Foggia e Brindisi. La maggior partes egli investimenti è dedicata a disabili e anziani, seguono quelle per minori e per madri sole. Alla firma anche due disciplinari di Ambiti territoriali per un finanziamento complessivo di 3,7 milioni di euro Una distribuzione territoriale che non trascura quasi nessuna provincia, sebbene con differenze di entità di finanziamenti e numero di progetti finanziati. È questa la prima considerazione che va fatta scorrendo la graduatoria dei primi 27 progetti finanziati con l’Avviso n.3/2011 del luglio 2011. Dei 27 disciplinari alla firma, 8 riguardano infatti strutture della provincia di Lecce, 6 della Bat, 5 della provincia di Bari, 4 della provincia di Foggia e 3 della provincia di Brindisi. A rimanere fuori, momentaneamente, la sola provincia di Taranto. Ai privati della provincia di Lecce vanno oltre 5 milioni di euro, a quelli della provincia di Foggia oltre 4,3 milioni di euro, ai soggetti privati della provincia di Bari quasi 3,5 milioni di euro, a quelli della Bat oltre 2,9 milioni di euro, e, infine, alla provincia di Brindisi circa 660mila euro. La composizione di questo gruppo di progetti finanziati e´ abbastanza rappresentativa anche della composizione di tutti i progetti presentati a partire dal´11 luglio scorso e quindi anche dei territori con maggiore propensione all´investimento. Nette anche le scelte operate dai privati per la realizzazione delle strutture sociali e sociosanitarie sul territorio pugliese. Il territorio pugliese investe prioritariamente nella realizzazione di nuove strutture per disabili e per anziani che assieme assorbono il 59,2% delle scelte effettuate dai soggetti privati sul territorio. Infatti, è prevista la realizzazione di 8 strutture per persone anziane (5 residenze sociosanitarie assistite, 1 residenza sociale, 1 casa alloggio per anziani autosufficienti e 1 casa di riposo) e 8 strutture per persone disabili (3 comunità socio riabilitative, 3 centri socio educativi, 1 centro polivalente e 1 residenza sociosanitaria assistita). Alla prevalenza di strutture per disabili e anziani segue la scelta di realizzare strutture per minori e prima infanzia. Sono 6 quelle previste complessivamente nell’elenco dei primi 27 che hanno sottoscritto il disciplinare: si tratta di 2 centri socio educativi, 2 comunità educative, 1 ludoteca e 1 asilo nido. Tre, complessivamente, invece le strutture dedicate alle madri in difficoltà e prive di supporto familiare, di cui 2 comunità alloggio e 1 gruppo appartamento. Le altre due strutture riguardano, infine, 1 centro di pronta accoglienza per adulti e 1 casa per la vita. Accanto alla firma dei 27 disciplinari con soggetti privati, si affianca sempre nella mattinata di lunedì 24 ottobre, la sottoscrizione di due piani di investimenti per la realizzazione di strutture sociali e sociosanitarie negli ambiti territoriali. Si tratta del piano dell’ambito di Brindisi che include 3 progetti, con un contributo regionale di 3 milioni di euro per la realizzazione di un centro diurno minori, due strutture residenziali e una diurna, nonché del primo disciplinare finanziato con le risorse della misura 3.4.1 dell’ambito di Putignano, per un ammontare complessivo di 700mila euro. |
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ESTRO E INVENZIONE NELLA PRODUZIONE ARTISTICA CALABRESE DEGLI ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIA GALLERIA NAZIONALE DI COSENZA, PALAZZO ARNONE COSENZA, FINO AL 31 DICEMBRE 2011 |
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Cosenza, 25 ottobre 2011 - Il percorso didattico multimediale Estro e invenzione nella produzione artistica calabrese degli anni dell’Unità d’Italia potrà essere ammirato a Cosenza, Palazzo Arnone, fino a 31 dicembre prossimo. Tra gli autori: il pittore patriota Andrea Cefaly e molti allievi della Scuola di Cortale quali Antonio Migliaccio, Achille Martelli, Guglielmo de Martino; Antonio Palmieri; Eduardo Fiore; Gregorio Cordaro; Guglielmo Tomaini; Raffaele Foderaro. E ancora Domenico Morelli, caposcuola della pittura napoletana e Giuseppe Benassai, noto paesaggista nonchè artisti dagli esiti più tradizionali come Rocco Lotufo, Angelo Mazzia, Vincenzo Morani e lo scultore polistenese Francesco Jerace. L’iniziativa, curata da Rosa Anna Filice e da Manuela Alessia Pisano, si inserisce nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. |
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