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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 24 Novembre 2011 |
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UE: PACCHETTO PER LA CRESCITA, LA GOVERNANCE E LA STABILITÀ |
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Bruxelles, 24 novembre 2011 - La Commissione europea ha approvato ieri un importante pacchetto di misure per la rinascita economica dell´Unione, per rafforzare ulteriormente la governance economica dell´area euro, salvaguardare la stabilità finanziaria nel futuro, e stimolare la crescita e l´occupazione. Il pacchetto approvato contiene 4 elementi: L´"annual Growth Survey" 2012 che definisce le priorità economiche per l´anno prossimo; Due proposte di regolamento che rafforzano la sorveglianza economica e di budget nell´area euro; Un Libro Verde sugli "Stability Bonds". Commentando l´adozione del pacchetto, il presidente Barroso ha dichiarato: "Per tornare alla crescita, gli Stati membri devono aumentare i loro sforzi per attuare i loro impegni per le riforme strutturali, e condividere una più profonda integrazione per l´area dell´euro." Barroso ha aggiunto: "Gli obiettivi guida di questo pacchetto - la crescita economica, stabilità finanziaria, la disciplina di bilancio - sono collegati gli uni agli altri. Abbiamo bisogno di raggiungere tutti questi obiettivi, se vogliamo andare oltre l´attuale emergenza verso un´Europa in cui la solidarietà è bilanciata da una responsabilità rafforzata." Il messaggio chiave dell´ "Annual Growth Survey" 2012 è che, di fronte a un deterioramento della situazione economica e sociale, sono necessari ulteriori sforzi per mettere l´Europa nella giusta direzione e sostenere la crescita e l´occupazione. Il testo invita l´Ue e gli Stati membri a concentrarsi su cinque priorità: perseguire un consolidamento fiscale differenziato e favorevole alla crescita; ripristinare canali di prestito normali per l´economia; promuovere la crescita e la competitività; lottare contro la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi; modernizzare la pubblica amministrazione. L´ags include un elenco di proposte pendenti o future intese a rafforzare la crescita, per le quali la Commissione vuole un processo legislativo accelerato a livello dell´Ue. Le due proposte di regolamento sulla sorveglianza rafforzata per l´area dell´euro sono basate su quanto già concordato nel quadro del ´Six Pack´, i provvedimenti legislativi che entreranno in vigore a metà dicembre. Data l´accresciuta interdipendenza dei paesi dell´area dell´euro, così chiaramente dimostrata dalla crisi in corso, la Commissione propone di migliorare sia il coordinamento sia la sorveglianza dei processi di bilancio per tutti gli Stati membri dell´area dell´euro e in particolare quelli con disavanzi eccessivi, in cui si stia verificando o ci siano gravi rischi di instabilità finanziaria, o nell´ambito di un programma di assistenza finanziaria. Infine, con il Libro verde sugli "Stability Bonds", la Commissione sta portando avanti in modo strutturato l´importante dibattito sulla emissione congiunta di debito nell´area dell´euro. Proponendo tre opzioni per queste "Obbligazioni per la Stabilità" e fornendo un´analisi dettagliata delle loro implicazioni finanziarie e legali, la Commissione inquadra questo dibattito e stabilisce un calendario preciso per i prossimi passi. Contesto - L´ "Annual Growth Survey" stabilisce quelle che - secondo la Commissione - devono essere le priorità dell´Ue per i prossimi 12 mesi in termini di politiche di bilancio e riforme strutturali. L´ags 2012 è il punto di partenza per il secondo semestre europeo di governance economica. E´ stato presentato oggi, invece che nel mese di gennaio, in modo da lasciare più tempo agli Stati membri e alle istituzioni dell´Ue. Il Consiglio europeo del 9 dicembre dovrebbe prenderne atto, ma l´Ags è soprattutto l´input chiave della Commissione per il Consiglio europeo di primavera dell´ 1 e 2 marzo 2012. I programmi nazionali di riforma (sulle riforme strutturali) e i programmi di stabilità o di convergenza (sulle politiche di bilancio) che gli Stati membri presenteranno in primavera, e le nuove e aggiornate Raccomandazioni per Paese che la Commissione presenterà a giugno, dovranno essere coerenti con le priorità politiche formulate nell´ Ags. Per la prima volta, i nuovi strumenti di sorveglianza, concordati come parte del ´Six Pack´, saranno anche utilizzati nell´ambito del semestre europeo. La proposta di Regolamento per rafforzare la sorveglianza delle politiche di bilancio degli Stati membri dell´area dell´euro richiede a questi Paesi di presentare i loro progetti di bilancio ogni anno nello stesso periodo e dà alla Commissione il diritto di valutarli e, se necessario, esprimere un parere su di essi. La Commissione potrebbe richiedere che questi progetti vengano corretti, qualora giudichi che siano gravemente non conformi con gli obblighi stabiliti nel Patto di stabilità e crescita. Tutto questo sarà fatto pubblicamente per garantire la piena trasparenza. Il regolamento propone anche requisiti più stretti di monitoraggio e reporting per i Paesi dell´area dell´euro sulle procedure di disavanzo eccessivo, da applicare in modo continuo durante tutto il ciclo di bilancio. Gli Stati membri dell´area euro saranno tenuti a creare consigli fiscali indipendenti e a basare i loro bilanci su previsioni indipendenti. La proposta di Regolamento per rafforzare la sorveglianza economica e di bilancio dei Paesi dell´area euro minacciati o colpiti da grave instabilità finanziaria garantirà che la sorveglianza di tali Stati nell´ambito di un programma di assistenza finanziaria o di fronte a un grave rischio di instabilità finanziaria, sia robusta, segua procedure chiare e sia conforme al diritto comunitario. La Commissione sarà in grado di decidere se uno Stato membro in gravi difficoltà per quanto riguarda la sua stabilità finanziaria, dovrà essere soggetto a sorveglianza rafforzata. Il Consiglio sarà in grado di emettere una raccomandazione agli Stati per chiedere assistenza finanziaria. Il Libro verde sugli "Stability Bonds" analizza i potenziali benefici e le sfide di tre approcci per l´emissione congiunta di debito nell´area dell´euro. Il documento definisce i probabili effetti di ciascuno di questi approcci sui costi di finanziamento per gli Stati membri, sull´integrazione finanziaria europea, sulla stabilità dei mercati finanziari e sull´attrattiva globale dei mercati finanziari dell´Ue. Esso considera anche i rischi di moral hazard posti da ognuno dei tre approcci, così come le loro implicazioni in termini di modifiche del Trattato. Gli "Stability Bonds" sono visti da alcuni come una risposta potenzialmente molto efficace a lungo termine alla crisi del debito sovrano, mentre altri temono che essi eliminerebbero l´incentivo di mercato per la disciplina fiscale e favorirebbero il moral hazard. La Commissione precisa che ogni iniziativa verso l´introduzione di questa misura sarebbe possibile e auspicabile soltanto se ci fosse un contemporaneo rafforzamento della disciplina di bilancio. L´entità di questo rafforzamento deve essere commisurata con l´ambizione di approccio scelto. |
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LA GOVERNANCE ECONOMICA: LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE DUE NUOVI REGOLAMENTI PER RAFFORZARE ULTERIORMENTE LA SORVEGLIANZA DI BILANCIO NELL´AREA DELL´EURO |
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Bruxelles, 24 novembre 2011 - La crisi economica e finanziaria globale ha evidenziato gravi lacune nella governance dell´Unione economica e monetaria. Un pacchetto di riforme - il cosiddetto Six Pack - entrerà in vigore entro la fine dell´anno. Esso modifica e rafforza il patto di stabilità e crescita (Psc), introduce una nuova procedura di squilibrio eccessivo e stabilisce nuovi requisiti per i quadri nazionali degli Stati membri ´di bilancio. Anche se sarà un punto di svolta, dovrebbe fare di più specifico per l´area dell´euro. Ieri la Commissione ha presentato ieri due nuovi regolamenti volti a rafforzare ulteriormente i meccanismi di sorveglianza nella zona dell´euro, così come un Libro verde sulle opzioni che si presentano per obbligazioni di stabilità dell´euro. Perché due nuovi regolamenti? Vi è la necessità per gli Stati membri dell´area dell´euro per andare oltre il Six Pack, così da rafforzare il pilastro economico dell´Unione Economica e Monetaria. L´entità e le potenziali conseguenze del spillover tra situazioni economiche e di bilancio degli Stati membri della zona euro ´è chiaramente evidente. In tempi buoni, questa interdipendenza porta maggiore prosperità. Ma significa anche che la condivisione del rischio dovrebbe essere accompagnata da una condivisione di responsabilità e di una procedura trasparente che copre tutte le eventualità, compreso l´uso di antiritorno finanziari. Per quali paesi il Regolamento si applica? Il primo regolamento si applicherà a tutti gli Stati membri dell´area dell´euro, con particolari disposizioni adottate per quelli che sono oggetto di una procedura per i disavanzi eccessivi (Pde). Il secondo regolamento stabilisce le norme esplicite per una maggiore sorveglianza per gli Stati membri della zona euro in difficoltà grave in relazione alla loro stabilità finanziaria, quelli che ricevono assistenza finanziaria sia su base precauzionale o come parte di un vero e proprio programma di assistenza, e quelli nel processo di uscita di tale assistenza. Per la prima volta, ci sarà un quadro comune e si è laureato, che definiscono i requisiti di sorveglianza fatto in questi casi. Nel loro insieme, il Regolamento messo in atto per il Stati membri dell´area dell´euro una procedura migliorata monitoraggio che si basa su e completa il Patto di stabilità e crescita, garantendo una continuità senza soluzione di monitoraggio delle politiche in tutte le situazioni di bilancio. Quali requisiti di monitoraggio nuovo regolamento rafforzare la sorveglianza delle politiche di bilancio portare negli Stati membri della zona euro? I nuovi requisiti di monitoraggio includono l´introduzione di una linea temporale di bilancio comuni e comuni regole di bilancio, come indipendente previsioni macroeconomiche e indipendente consigli fiscale monitorare l´attuazione delle norme nazionali. L´area dell´euro gli Stati membri saranno tenuti a presentare i loro progetti di piani di bilancio per l´anno successivo alla Commissione e al Consiglio in autunno.La Commissione li esaminerà e affronterà un parere a uno Stato membro, se questi piani non sembrano essere in linea con gli obblighi derivanti dal Patto di stabilità e crescita e le raccomandazioni del semestre europeo in materia di bilancio. Qual è lo scopo di tale valutazione? Questa procedura permetterà piani degli Stati membri ´essere valutato sia dalla Commissione e gli altri Stati membri dell´area dell´euro nel dell´Eurogruppo prima di diventare legge. In tal modo, esso migliorerà il coordinamento e la sorveglianza delle politiche degli Stati membri ´e contribuirà a informare tutte le conseguenti decisioni circa se gli Stati membri deve essere accantonato in una procedura di disavanzo eccessivo. Che dire degli Stati membri dell´area dell´euro nel procedura di disavanzo eccessivo? Per gli Stati membri dell´area dell´euro in disavanzo eccessivo, il nuovo regolamento introduce un nuovo sistema di monitoraggio è laureato. Questo opererà a fianco - ed efficace come parte del - le disposizioni del patto di stabilità e crescita. A seconda di quale passo nella Edp uno Stato membro è, le nuove disposizioni relative al monitoraggio periodicamente alla Commissione le informazioni necessarie per giudicare se il rischio di mancato rispetto del termine per correggere il disavanzo eccessivo, in qualsiasi punto nel tempo . Se un tale rischio esiste, la Commissione affronterà una raccomandazione allo Stato membro in questione. Questa raccomandazione, insieme alla risposta dello Stato membro, comunica le valutazioni della Commissione al Consiglio, come se uno Stato membro ha adottato misure efficaci per quanto riguarda le loro raccomandazioni Edp. Come tale, essa costituisce parte integrante del processo decisionale in materia di Patto di stabilità e crescita. Che cosa significa il secondo regolamento aggiungere a questo? Il secondo regolamento rafforza le procedure di monitoraggio e sorveglianza ancora di più per gli Stati membri che incontrano difficoltà gravi per quanto riguarda la stabilità finanziaria o per coloro che ricevono assistenza finanziaria. La forza e invadenza delle disposizioni dipende dalla gravità della situazione. Stati membri che incontrano difficoltà gravi per quanto riguarda la stabilità finanziaria o ricevere assistenza finanziaria a titolo cautelare saranno oggetto di monitoraggio più stretto ("sorveglianza rafforzata") da parte della Commissione - in collaborazione con la Bce - che vanno oltre i requisiti per Edp Gli Stati membri. Essi sono basati su un obbligo di comunicare informazioni alla Commissione e consentire valutazioni da fare riguardo il contenuto e la direzione della politica fiscale in qualsiasi momento. Sulla base di questo monitoraggio, la Commissione può concludere che sono necessarie ulteriori misure da uno Stato membro e che la sua situazione finanziaria produca significativi effetti negativi sulla stabilità finanziaria dell´area dell´euro. In tal caso, la Commissione può proporre che il Consiglio raccomanda che lo Stato membro interessato, chiedere assistenza finanziaria e che un programma macroeconomico regolazione essere preparati. Cosa succede se l´aiuto finanziario è concesso? Il regolamento introduce anche una nuova procedura che si applica alla preparazione e all´adozione di eventuali procedimenti futuri aggiustamento macroeconomico. Essa stabilisce le modalità dell´aiuto finanziario concesso al di fuori del quadro dell´Unione (ad esempio mediante l´Efsf e il Fmi), si adatta con il trattato. Questo nuovo quadro sostituirà le disposizioni vigenti. In questo modo, l´attuazione del Psc, la procedura di squilibri eccessivi e il semestre europeo sarà adattata al fine di evitare una duplicazione degli obblighi di comunicazione. Cosa succede quando uno Stato membro emerge da un programma di riassetto o di assistenza precauzione? Un nuovo sistema di post-programma di sorveglianza è stabilito che gli Stati membri che emergono da programmi di aggiustamento o di assistenza di precauzione. Fino a quando essi non avranno rimborsato almeno il 75% del contributo ricevuto, resteranno soggette ad una serie di nuove disposizioni una maggiore sorveglianza. Come funziona questo link la nuova legislazione con il patto di stabilità e crescita (Psc) e il semestre europeo? Le proposte presentato oggi sono progettati per adattarsi perfettamente con la struttura del patto di stabilità e crescita e completare il suo funzionamento. Sotto il Psc recentemente riformato, gli Stati membri presentano le caratteristiche principali dei piani di finanza pubblica alla Commissione e al Consiglio nella primavera di ogni anno, nell´ambito del semestre europeo. La proposta odierna aggiunge un nuovo requisito: gli Stati membri devono pubblicare e presentare alla Commissione i loro progetti di piani di bilancio prima della loro adozione da parte dei parlamenti nazionali. Inoltre, l´esercizio della timeline di bilancio comuni in autunno sarà un follow-up per l´esercizio in primavera e offrono motivi di preparazione per la valutazione della primavera seguente. Come fa questa valutazione iniziale aggiungere al sistema attuale? Se la Commissione emette un parere secondo cui i piani non sono in linea con il Psc e lo Stato membro non intraprendere azioni correttive, la Commissione può utilizzare questo momento di decidere se posizionare lo Stato membro in un Edp. Anche se questo parere non è un requisito prima che uno Stato membro si trova in un Edp, aggiunge alla casella degli strumenti a disposizione della Commissione nel fare la sua raccomandazione al Consiglio. Questo vale anche per le esigenze ulteriormente quando uno Stato membro si trova in una Edp. I nuovi requisiti di monitoraggio - sulla base di un obbligo di comunicare informazioni alla Commissione - consentire le valutazioni da fare riguardo il contenuto e la direzione della politica fiscale in qualsiasi punto, mentre uno Stato membro è in Edp. A pochi passi dalla correzione necessaria da un disavanzo eccessivo può quindi essere messo in evidenza in qualsiasi punto. Questo crea la possibilità di seguire più da vicino la politica e per le loro raccomandazioni nel contesto del Psc attraverso un maggiore controllo delle politiche degli Stati membri ´. La Commissione sarà ora consentito di agire ben prima del termine per la correzione di un disavanzo eccessivo, se la sua valutazione conclude che è probabile che lo Stato membro non rispetterà la sua scadenza. È la Commissione a chiedere il diritto di veto bilanci nazionali? No. La presentazione dei progetti di piani di bilancio di uno Stato membro consentirà alla Commissione di esprimere un parere sul fatto che sono in linea sia con le esigenze del Psc e le raccomandazioni del semestre europeo prima che il bilancio di previsione. Non dà alla Commissione il potere di cambiare i piani. Tale monitoraggio in una fase precedente della procedura di bilancio dotare tutte le parti interessate nel processo di bilancio nazionali con le informazioni necessarie per prendere una decisione informata. Questo è importante dal momento che tale valutazione precoce può essere utilizzato come parte delle prove per decidere se posizionare lo Stato membro in un Edp. Qual è la base giuridica per la nuova normativa? Le nuove procedure sono state proposte ai sensi dell´articolo 136 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea. Questo articolo è stato introdotto dal trattato di Lisbona e permette Stati membri dell´area dell´euro per rafforzare il coordinamento e la sorveglianza della disciplina di bilancio al fine di garantire il corretto funzionamento dell´Unione economica e monetaria. La nuova normativa, pertanto si applica solo per l´area dell´euro. Il nuovo regolamento sembra aggiungere agli obblighi di comunicazione degli Stati membri in un Edp. Sarà questo non aumentare gli oneri amministrativi? Nella misura in cui il nuovo regolamento crea nuovi obblighi di comunicazione per gli Stati membri in un disavanzo eccessivo, è stato progettato al fine di evitare la duplicazione dei requisiti esistenti. L´obiettivo è quello di fornire alla Commissione e al Consiglio dettagli più frequentemente sulla situazione di bilancio degli Stati membri interessati. Questo assicurerà la sorveglianza rigorosa degli Stati membri che hanno fatto errori grossolani nella loro debito o deficit, mentre in un Edp. Una grande attenzione è stata posta per evitare di gravare eccessivamente amministrazioni nazionali. Rapporti e di monitoraggio già previste in tutto il Edp, come descritto nel corrispondente regolamento del Patto, sono inclusi e combinati con i requisiti stabiliti nel nuovo testo. Inoltre, gli Stati membri che sono oggetto di un programma di aggiustamento macroeconomico sono anche esonerati dagli obblighi di segnalazione di questo nuovo regolamento sul monitoraggio e la valutazione. In che modo le modifiche influiscono parlamenti nazionali e gli Stati membri ´la sovranità in materia di bilancio? I cambiamenti lasciare parlamenti nazionali meglio informati in termini di adeguatezza dei piani di bilancio del progetto, senza influenzare il loro ruolo nella procedura di bilancio. Essi saranno tenuti al corrente in tutte le fasi del nuovo processo di monitoraggio di bilancio e delle valutazioni effettuate come parte della nuova legislazione. In termini di procedura, una volta che il progetto di piano di bilancio viene presentato alla Commissione, può chiedere che un piano alternativo da presentare entro 2 settimane se si identifica particolarmente grave il mancato rispetto degli obblighi previsti nel Patto di stabilità e crescita, e si può formulare un parere sul progetto. Il presente parere sarà presentato al parlamento dello Stato membro interessato. Dotato di queste informazioni supplementari, il parlamento nazionale resta sovrano nella modifica e votare il bilancio vero e proprio. Nel caso degli Stati membri sotto un Edp, se la Commissione identifica i rischi di una correzione tempestiva dei disavanzi eccessivi, la raccomandazione che questioni sarà presentato al Parlamento. Non vi è quindi alcun trasferimento di sovranità dalla parte degli Stati membri. Il nuovo ruolo della Commissione è uno di informazione e controllo. Gli Stati membri dovranno rispettare i requisiti europei delle finanze pubbliche nella definizione delle loro piani di bilancio, ma questi requisiti sono già stabiliti nel Trattato e del Psc. Le proposte odierne aggiungere al vaglio degli Stati membri ´politiche, ma non posto ulteriori requisiti sulla politica stessa. In che modo le nuove proposte in sintonia con il Libro verde sulla Obbligazioni stabilità dell´euro? Le proposte odierne fanno parte della base su cui obbligazioni di stabilità può essere costruito. E ´chiaro che qualsiasi mossa verso l´emissione congiunta di debito si fonda su una forte governance di bilancio e di un sistema a tenuta stagna di monitoraggio e sorveglianza. La condivisione del rischio in un regime di titoli di stabilità richiederebbe un coordinamento e la sorveglianza reciproca della politica di bilancio che va al di là di quanto delineato nelle proposte di oggi. Le nuove proposte dovrebbero quindi essere visto come una condizione necessaria ma non sufficiente pietra passo nel cammino verso la stabilità Obbligazioni. Perché creare una maggiore sorveglianza sulla parte superiore del normale processo di sorveglianza? Non si assume che quest´ultima non funziona? Il processo di sorveglianza è stata notevolmente migliorata con l´opzione-Six Pack. Il nuovo regolamento sui progetti di programmi di bilancio e la correzione dei disavanzi eccessivi sarà un ulteriore passo in avanti importante. Questa maggiore sorveglianza consentirà di monitorare più da vicino i paesi in difficoltà finanziarie e darà alla Commissione i poteri necessari a tal fine. Perché adattare l´attuazione del Psc, l´Eip e il semestre europeo per i paesi del programma? Non lo indebolire la sorveglianza? Macro-economico programma di aggiustamento sono molto ampia portata. Essi vanno ben oltre le questioni fiscali. In pratica, il paese interessato è invitato a fare tutto ciò che è identificato come necessari per migliorare la situazione. La sospensione del Eip e l´adeguamento del Psc e del semestre europeo contribuirà a evitare una inutile duplicazione di obblighi di comunicazione. È la maggiore sorveglianza contenute nel regolamento in linea con quello previsto nelle linee guida Efsf per i paesi sotto precauzione assistenza finanziaria? Sì. I servizi della Commissione hanno preparato le linee guida Efsf rilevanti e discussi con gli Stati membri con il progetto di regolamento futuro in mente, assicurando così una consistenza naturale tra i due testi. |
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LIBRO VERDE DELLA COMMISSIONE EUROPEA SULLA FATTIBILITÀ DI INTRODURRE DELLE OBBLIGAZIONI DI STABILITÀ |
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Bruxelles, 24 novembre 2011 - Il Libro verde pubblicato ieri dalla Commissione strutture europee ha aperto il dibattito politico nell´Unione europea sulla logica, pre-condizioni e le possibili opzioni di finanziamento del debito pubblico attraverso Obbligazioni di stabilità. Tale emissione comune di obbligazioni da parte della zona euro gli Stati membri comporterebbe un significativo approfondimento dell´Unione economica e monetaria. Si creerebbe nuovi mezzi attraverso i quali i governi finanziamento del debito, offrendo opportunità di investimento sicuro e liquido per i risparmiatori e le istituzioni finanziarie e attraverso la creazione di un euro-zona vasto mercato obbligazionario integrata che abbina la sua controparte Us Dollar in termini di dimensioni e liquidità. Il quadro di bilancio sottostante Uem simile subire un cambiamento sostanziale, in quanto obbligazioni di stabilità dovrebbe essere accompagnato da una più stretta e rigorosa sorveglianza di bilancio a garantire la disciplina di bilancio. Alcune delle opzioni per la progettazione di Obbligazioni stabilità considerate nel Libro verde potrebbe richiedere una modifica del trattato. Indipendentemente da qualsiasi tempo necessario per l´attuazione, l´accordo sulle emissioni comune potrebbero avere un impatto immediato sulle attese del mercato e, quindi, ridurre i costi finanziamento medio e marginale per gli Stati membri attualmente di fronte a pressioni di finanziamento. Qual è l´intento principale e il contenuto del presente Libro verde? Il presente Libro verde valuta la fattibilità di emissione di obbligazioni sovrane comune tra gli Stati membri della zona euro . Sovrano emissione nell´area dell´euro è attualmente svolte dagli Stati membri su base decentrata, utilizzando le procedure di emissione diverse. L´introduzione di Obbligazioni emesse stabilità comunemente significherebbe una condivisione delle emissioni sovrane tra gli Stati membri e la condivisione di flussi di entrate associate e servizio del debito dei costi. Il Libro verde non individuare qualsiasi opzione preferita o via da seguire. Invece, i documenti aperti e la struttura un ampio dibattito pubblico sul appropriati passi successivi e forse più concreto in questa materia. Perché la Commissione ha scelto di pubblicare il presente Libro verde? Vi è da molti anni un vivace dibattito in ambito accademico e finanziario sulla possibile messa in comune delle emissioni sovrane nella zona euro e molti report sono stati pubblicati su questo argomento. La crisi del debito sovrano nella zona euro, nel frattempo, ha significativamente aumentato il focus sul unirsi emissione, che è visto da molti osservatori come uno strumento per aumentare non solo l´integrazione e l´efficienza dei mercati finanziari nell´area dell´euro, ma anche come potenziale strumento potente per affrontare la crisi. Attraverso questo Libro verde, la Commissione si propone di strutturare e informare meglio questo importante dibattito. Quali sono le opzioni principali per la stabilità Obbligazioni del genere? Le molte opzioni possibili per il rilascio comune di obbligazioni di stabilità possono essere classificate in tre approcci generali , in base al grado di sostituzione di emissione nazionali (totale o parziale) e la natura della garanzia sottostante (in solido o più) implicita. I tre approcci generali esaminati nel Libro verde sono: la sostituzione completa di emissioni obbligazionarie di stabilità di emissione nazionali, con garanzie e solidale : questo approccio sembrerebbe la soluzione più ambiziosa di tutte, in quanto andrebbe a sostituire l´emissione di Obbligazioni intera nazionale di stabilità e di come ciascuno degli Stati membri sarebbe pienamente responsabile della emissione intero. Questa opzione risulta quindi una forte potenziali effetti positivi sulla stabilità e di integrazione. Ma al tempo stesso, sarebbe, abolendo tutti i mercati o il tasso di interesse di pressione sugli Stati membri, rappresentano un rischio relativamente alto di azzardo morale e potrebbe essere necessario significative modifiche del trattato. La sostituzione parziale di emissioni obbligazionarie di stabilità di emissione nazionali, con garanzie e solidale : questo approccio dovrebbe essere sostanzialmente la stessa opzione di cui sopra, ma Obbligazioni di stabilità ai sensi del presente opzione coprono solo le parti del fabbisogno finanziario nazionale. Pertanto, gli Stati membri dovrebbero continuare ad emettere le loro obbligazioni proprie, anche se a un volume di conseguenza più bassi a causa della emissione di Obbligazioni parallelo di stabilità. Quindi, gli Stati membri hanno ancora bisogno di toccare i mercati finanziari per conto proprio e sarebbe soggetta alle condizioni di mercato e di finanziamento che variano tra gli Stati membri e potrebbe riflettere la diversa qualità del credito. Quindi, il rischio di azzardo morale sarebbe anche esistere sotto questa opzione, ma in una forma più ridotta. Poiché questo approccio solo in parte coprire il fabbisogno di finanziamento degli Stati membri, in questo approccio, come sotto il terzo, si dovrebbe decidere il volume specifico o la parte di fabbisogno finanziario per uno Stato membro devono essere fornite mediante emissione di Obbligazioni di stabilità . La sostituzione parziale di emissioni obbligazionarie di stabilità di emissione nazionali, con garanzie diverse, ma non comuni : questo approccio è la più limitata delle tre opzioni, in quanto sarebbe solo parzialmente coprire il fabbisogno di finanziamento degli Stati membri ´(come il n. Approccio 2 sopra) e in quanto sarebbe solo coperti da garanzie diverse. Questa opzione quindi probabilmente hanno solo effetti minori sulla stabilità e di integrazione, e il rischio di azzardo morale per la condotta delle politiche economiche e fiscali degli Stati membri appare molto limitato. Questa opzione sarebbe relativamente rapidamente schierabili, come la necessità di misure per contrastare tale rischio morale sarebbero limitati e come strumento sembra essere anche altrimenti pienamente compatibile con il trattato. Per garantire un credito sufficiente di tali strumenti, alcune garanzie supplementari, vale a dire "di supporto del credito" potrebbe essere necessario, ad esempio sotto forma di garanzie fornite dagli Stati membri. Questo approccio avrebbe alcune somiglianze di obbligazioni emesse dal Fondo europeo di stabilità finanziaria (Efsf). Tuttavia, mentre questi ultimi hanno lo scopo di intervenire e contribuire a finanziare gli Stati membri vulnerabili nel contesto della crisi del debito sovrano, Obbligazioni di stabilità dovrebbe essere strumenti a disposizione di tutti gli Stati membri dell´area dell´euro e anche fuori di qualsiasi contesto di crisi. Il loro volume e dei potenziali effetti sull´efficienza del mercato e l´integrazione sarebbe di conseguenza molto più grande. Queste opzioni presenti diversi trade-off tra i benefici attesi e pre-condizioni da rispettare (vedi Tabella 1 in allegato). Perché la Commissione utilizzare al posto del termine Eurobond quello di "Obbligazioni stabilità" La discussione pubblica e la letteratura utilizza normalmente il termine "Eurobond". La Commissione ritiene che la caratteristica principale di un tale strumento sarebbe maggiore stabilità finanziaria nell´area dell´euro. Pertanto, in linea con lo Stato del Presidente Barroso di indirizzo dell´Unione il 28 settembre 2011, il Libro verde fa riferimento a "Obbligazioni stabilità". Quale sarà la differenza tra obbligazioni di stabilità e di project bonds? Obbligazioni stabilità sarebbe uno strumento progettato per il giorno per giorno finanziamento di governi dell´area euro generale attraverso l´emissione comune. A questo proposito, devono essere distinti da altri titoli emessi congiuntamente nell´Unione europea e nell´area dell´euro, come le obbligazioni del progetto, che mirano a migliorare il merito creditizio dei soggetti privati che hanno bisogno di raccogliere fondi privati per i grandi progetti infrastrutturali che promuovere. Quali sarebbero i vantaggi principali di emissione comune? Il Libro verde rileva che l´emissione di obbligazioni comuni di stabilità è notevole potenziali benefici. La prospettiva di stabilità Obbligazioni potrebbe rapidamente alleviare l´attuale crisi del debito sovrano, come l´alto rendimento degli Stati membri potrebbero beneficiare del merito di credito più forti del basso rendimento degli Stati membri. Anche se l´introduzione delle Obbligazioni di stabilità potrebbe richiedere un certo tempo, previo accordo sulle emissioni comune potrebbero avere un impatto immediato sulle attese del mercato e di conseguenza ridurre i costi finanziamento medio e marginale per gli Stati membri attualmente di fronte a pressioni di finanziamento. Obbligazioni stabilità renderebbe la zona euro il sistema finanziario più resistente agli shock avversi futuri e così rafforzare la stabilità finanziaria. Obbligazioni stabilità fornirebbe una fonte di garanzie collaterali più robusta per tutte le banche della zona euro, riducendo la loro vulnerabilità ai rating deterioramento dei singoli Stati. Allo stesso modo, altri investitori istituzionali (ad esempio compagnie assicurative vita e fondi pensione), che tendono a mantenere una quota relativamente elevata di titoli di stato domestici, trarrebbero vantaggio da un bene più omogenea e robusta sotto forma di un legame di stabilità. Obbligazioni stabilità migliorerebbe l´efficacia della zona euro la politica monetaria. Obbligazioni di stabilità avrebbe creato un pool più ampio di attività sicure e liquide. Ciò contribuirebbe a garantire che le condizioni monetarie stabilito dalla Bce effetto di condizioni di finanziamento sui mercati obbligazionari, che è una precondizione per la politica monetaria ad avere un effetto sui costi di finanziamento delle imprese e delle famiglie e, in definitiva sulla domanda aggregata e l´inflazione. Obbligazioni stabilità sarebbe promuovere l´efficienza dell´area dell´euro mercato obbligazionario sovrano e nel più ampio dell´area dell´euro sistema finanziario. Obbligazionari emissione di stabilità offrirebbe la possibilità di un mercato di grandi dimensioni e ad alta liquidità, con una resa di riferimento unico in contrasto con la situazione attuale di molte specifiche del paese di riferimento. La liquidità e la qualità del credito elevata del mercato dei titoli di stabilità avrebbe consegnato rendimenti benchmark a basso, che riflette il rischio di credito corrispondente a basso e premi di liquidità. Un unico set di "risk free" i rendimenti dei titoli di riferimento di stabilità per tutte le scadenze contribuirebbe a sviluppare il mercato obbligazionario più in generale, stimolando l´emissione da parte di non-emittenti sovrani, le aziende ad esempio, comuni e società finanziarie. Obbligazioni stabilità faciliterebbe gli investimenti di portafoglio in euro e promuovere un più equilibrato sistema finanziario globale. I volumi di emissione più grandi e più liquidi mercati secondari implicita emissione di stabilità James Bond avrebbe rafforzato la posizione dell´euro come valuta internazionale di riserva (si veda anche la tabella 2 in allegato). Quali potrebbero essere le principali sfide o le condizioni per l´introduzione di obbligazioni di stabilità? L´introduzione delle obbligazioni di stabilità sarebbe davvero pongono sfide importanti e requisiti da soddisfare. Il Libro verde identifica quelle più tecniche a questo proposito. I temi principali sono i seguenti: In particolare, la necessità di cautelarsi contro ogni indebolimento della disciplina di mercato. Qualsiasi tipo di legame di stabilità dovrebbe essere accompagnato da una sorveglianza sostanzialmente rafforzato coordinamento delle politiche fiscali e di come una controparte essenziale, al fine di evitare il moral hazard e garantire finanze pubbliche sostenibili. Considerando che il quadro di sorveglianza di bilancio dell´Ue è già stato rafforzato con la recente riforma del Patto di stabilità e di crescita tra cui nuovi meccanismi di applicazione (il cosiddetto "pacchetto di sei"), il Libro verde elabora sui mezzi per rafforzare la sorveglianza di bilancio al di là delle recenti proposte. Mentre Obbligazioni stabilità non avrebbe trasferito la sovranità degli Stati membri al mercato dei capitali, che implicano un passo verso la rinuncia alla sovranità fiscale tra i paesi dell´area dell´euro membri. Le implicazioni per la chiamata sovranità fiscale per un dibattito di merito in altri Stati membri dell´area dell´euro. Obbligazioni di stabilità deve essere elaborato e pubblicato in modo tale che gli investitori li consideriamo una risorsa molto sicuro. Obbligazioni di stabilità avrebbe bisogno di avere elevata qualità creditizia di essere accettato dagli investitori e da quelli della zona euro gli Stati membri che godono già il più alto rating del credito. Qualità del credito elevata sarebbe necessario anche per stabilire legami di stabilità come un punto di riferimento internazionale e per sostenere lo sviluppo e il funzionamento efficiente dei futures e delle opzioni correlate, che sono fondamentali per la fornitura di liquidità sui mercati obbligazionari. Obbligazioni di stabilità devono essere compatibili con il trattato Ue . Mentre l´emissione di obbligazioni di stabilità in un sistema di garanzie diverse non richiederebbe modifiche del trattato, Obbligazioni emesse con garanzie di stabilità in solido a priori incompatibile con la disposizione attuale ´no bailout´. Come Obbligazioni Stabilità essere attuato in pratica? Numerosi problemi tecnici dovrebbero essere decisi in funzione l´organizzazione della emissione di stabilità Bond. Le questioni relative all´applicazione analizzata nel Libro verde coprire l´organizzazione di emissioni di debito attraverso gli uffici di gestione del debito, il rapporto con l´Esm, il regime giuridico che disciplina l´emissione, la documentazione, convenzione di mercato e questioni contabili. Questi aspetti operativi e pratici, di cui altri possono essere evidenziate nel futuro dibattito, dovrebbe essere risolto una volta si è deciso l´idea principale e la sua forma di base. Qual è il follow-up al presente Libro verde? Tutti questi problemi sui possibili vantaggi, le sfide, opzioni e le condizioni operative richiedono un´attenta riflessione . Le opinioni dei principali soggetti interessati a questo riguardo sono essenziali. In particolare, gli Stati membri, i parlamenti europei e nazionali, operatori del mercato finanziario, associazioni di categoria del mercato finanziario, accademici, all´interno dell´Ue e al di là, e il grande pubblico deve essere adeguatamente consultati. Un ccordingly, la Commissione ha deciso di avviare un´ampia consultazione 1 sul Libro verde , che si concluderà il 8 gennaio 2012 2 . La Commissione chiederà il parere di tutti i soggetti interessati, come indicato sopra e chiedere il parere delle altre istituzioni. Sulla base di questo feedback, la Commissione indicherà la sua posizione sul modo appropriato in avanti. |
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UE: RIDURRE GLI ONERI NORMATIVI PER LE PICCOLE IMPRESE |
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Bruxelles, 24 novembre 2011 – La Commissione europea ha presentato ieri una nuova impostazione volta a garantire una migliore risposta dell’Unione europea alle esigenze delle piccole imprese. D’ora in poi, la Commissione europea cercherà, ogniqualvolta possibile, di esentare le microimprese dagli obblighi imposti dalla legislazione dell’Ue o di introdurre regimi speciali per ridurre al minimo indispensabile gli oneri normativi che gravano su di esse. In una relazione al Consiglio e al Parlamento europeo, la Commissione presenta un elenco di iniziative di questo genere, alcune già avviate e altre da esaminare per il futuro, e annuncia l’introduzione di strumenti più incisivi per garantire la partecipazione delle microimprese e delle piccole e medie imprese (Pmi) all’elaborazione delle nuove iniziative dell’Unione. Il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso ha dichiarato: "In questo momento di crisi ci stiamo impegnando strenuamente per creare le migliori condizioni possibili per la crescita e l’occupazione. Le imprese più piccole hanno un ruolo fondamentale nella ripresa economica, ma sono al tempo stesso le più vulnerabili: per esse, infatti, il rispetto delle normative può risultare dieci volte più oneroso che per le grandi società. Vogliamo pertanto aiutarle, riducendo al minimo gli oneri normativi affinché il loro potenziale di crescita venga sfruttato appieno a vantaggio dell’economia europea". Dal gennaio 2012 la Commissione si adopererà per: intensificare la ricerca , nella legislazione europea vigente e futura, di esenzioni o di riduzioni degli oneri per le microimprese; rafforzare i processi di consultazione delle microimprese e di altre Pmi ai fini del riesame della normativa vigente dell’Ue e dell’elaborazione di nuove norme europee; definire quadri di valutazione a nnuali per determinare i vantaggi effettivi per le imprese e garantire costante attenzione alle loro esigenze e ai loro interessi. Contesto L’ “Atto per il mercato unico” e lo “Small Business Act” riveduto, fondato sul principio del “pensare anzitutto in piccolo” sottolineano chiaramente l’impegno della Commissione a sostenere lo sviluppo delle Pmi europee. Le iniziative varate oggi sono le ultime di una serie di misure previste dal programma per una normativa intelligente, volto a migliorare la legislazione per le imprese europee. Grazie al programma modulato di semplificazione sono già stati adottati circa 200 atti giuridici che recano vantaggi sostanziali alle imprese; con il piano d’azione per la riduzione degli oneri amministrativi, la Commissione ha presentato proposte che comportano un risparmio di 39 miliardi di euro per le imprese. Per maggiori informazioni: Per leggere il testo integrale della relazione : http://ec.Europa.eu/governance/ better_regulation/documents/minimizing_burden_sme_en.pdf |
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AIUTI ALLO SVILUPPO: GLI EUROPEI SOSTENGONO A GRANDE MAGGIORANZA L´AIUTO AI POVERI DEL MONDO |
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Bruxelles, 24 novembre 2011 – Secondo una recente indagine, gli europei considerano prioritario, l´aiuto alle popolazioni povere. Dal nuovo sondaggio di Eurobarometro risulta che l´84% degli interpellati è a favore degli aiuti allo sviluppo destinati a far uscire dalla povertà la popolazione mondiale. La maggioranza (84%) dei cittadini dell´Ue si dichiara inoltre a favore di aiuti Ue imperniati sul buongoverno e sui diritti umani nei paesi in via di sviluppo, lo stesso orientamento delineato dal commissario Piebalgs nel "programma di cambiamento" recentemente proposto. Secondo la stessa indagine, i cittadini europei sono pronti a partecipare attivamente all´aiuto ai poveri: la metà di essi è disposta a pagare di più la spesa quotidiana (ad esempio i prodotti del commercio equosolidale) se sono certi che se ne avvantaggeranno i paesi in via di sviluppo. Andris Piebalgs, Commissario europeo per lo Sviluppo, ha dichiarato: "Gli europei stanno mandando un messaggio chiaro ai politici dell´Ue e del mondo: anche in periodi di difficoltà economica rimangono fermamente impegnati ad aiutare gli altri a uscire dalla povertà. A questa generosità deve corrispondere la responsabilità politica. Dobbiamo dar prova di maggiore efficienza e trasparenza nell´indicare i risultati dei nostri aiuti e dimostrare che i finanziamenti fanno una vera differenza. Il Forum di alto livello sull´efficacia degli aiuti che si terrà la prossima settimana a Busan (Corea del Sud) rappresenta un´occasione importante per esaminare come possiamo rendere i nostri aiuti ancora più efficaci e sono lieto che i cittadini ci sostengano in questo nostro proposito." I giovani europei: i più forti alleati dei poveri del mondo - L´eurobarometro ha rivelato che i giovani europei (15-24 anni) esprimono un forte sostegno alla politica di sviluppo: 9 su 10 pensano sia importante aiutare i poveri e il 41% lo considera "molto importante", a fronte de l 35% delle persone di oltre 40 anni. I giovani danno inoltre prova del maggiore impegno personale per questa causa: il 53% dei giovani e il 60% degli studenti, infatti, sarebbe pronto a pagare di più certi prodotti (ad esempio quelli del commercio equosolidale) se ciò andasse a vantaggio delle popolazioni povere del mondo. I giovani hanno inoltre espresso la maggiore determinazione a mantenere l´impegno di aumentare i livelli di aiuto (69%, a fronte di una media del 62% di tutti gli interpellati). Altri risultati • Il 62% dei cittadini europei si dichiara a favore di un aumento degli aiuti allo sviluppo, per portarli almeno allo 0,7% del reddito nazionale lordo dell´Ue entro il 2015; • Il 70% pensa che l´Africa subsahariana sia la regione del mondo più bisognosa di aiuti per combattere la povertà; seguono il Medio oriente e il Nordafrica (33%); • L´80% è a favore del collegamento della politica di sviluppo con altre politiche dell´Ue, ad esempio quelle in materia di migrazione, commercio o accesso all´energia; • Il 42% ritiene che l´efficacia degli aiuti possa essere aumentata soprattutto tramite una più stretta collaborazione con gli stessi paesi in via di sviluppo, mentre il 36% propende per una maggiore cooperazione con altri paesi donatori, quali gli Stati Uniti e l´Australia. Contesto - L´indagine speciale Eurobarometro 375 sugli europei e il futuro degli aiuti allo sviluppo (´Making a difference in the world: Europeans and the future of development aid´) è stata condotta nei 27 Stati membri nel settembre 2011, intervistando faccia a faccia 26 856 europei dai 15 anni in su. L´indagine si prefigge di sondare l´opinione pubblica sugli aiuti allo sviluppo e sul futuro della cooperazione allo sviluppo in vista della Conferenza di alto livello sull´efficacia degli aiuti che si svolgerà a Busan (Corea del Sud) dal 29 novembre al 2 dicembre. Il Forum di alto livello sull´efficacia degli aiuti - Il quarto Forum di alto livello sull´efficacia degli aiuti di Busan rappresenta un´occasione importante per proseguire l´impegno di miglioramento dell´efficacia degli aiuti e rafforzare i partenariati tra i paesi in via di sviluppo, i donatori e le Ong, nonché le economie emergenti e il settore privato. Darà inoltre l´opportunità di discutere i passi avanti compiuti sui precedenti impegni a livello mondiale assunti a Parigi e Accra nonché di concentrare e approfondire gli impegni per assicurare la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015. Il programma di cambiamento - Nell´ottobre 2011 la Commissione europea ha presentato il "programma di cambiamento" della politica di sviluppo dell´Ue. Le proposte delineano un approccio più strategico dell´Ue alla riduzione della povertà, che verrà messo in atto anche attraverso l´assegnazione più mirata dei fondi destinati agli aiuti allo sviluppo. In futuro, la spesa dell´Ue si concentrerà su settori fondamentali per la crescita a lungo termine e inclusiva e sarà mirata ai paesi più bisognosi di aiuti esterni, nei quali gli aiuti possono produrre risultati effettivi. Al fine di generare maggiori risorse, l´Ue esplorerà sistemi innovativi di finanziamento dello sviluppo, come la combinazione di sovvenzioni e prestiti. La Commissione incoraggerà inoltre l´Ue e gli Stati membri ad elaborare insieme strategie e programmi (per una cosiddetta "programmazione congiunta") e a meglio ripartirsi i compiti in modo da potenziare l´efficacia degli aiuti. L´ue come donatore - L´unione europea nel suo insieme (gli Stati membri più Europeaid, fondi gestiti dalla Commissione) è a livello mondiale il più importante donatore di aiuti pubblici allo sviluppo e interviene in oltre 150 paesi. Nel 2010 l ´Ue ha fornito 53,8 miliardi di euro (più del 50% degli aiuti globali). La Commissione europea è responsabile della gestione di 11 miliardi di euro di aiuti all´anno, collocandosi così al secondo posto tra i donatori a livello mondiale. Per ulteriori informazioni Memo/11/815 – Background: Special Eurobarometer ´Making a difference in the world – Europeans and development aid´ Link all´edizione completa della relazione speciale Eurobarometro: http://ec.Europa.eu/public_opinion/whatsnew2011_en.htm |
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CAMBIAMENTO CLIMATICO: NORME UE PIÙ FORTI PER MONITORARE LE EMISSIONI DI GAS A EFFETTO SERRA |
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Bruxelles, 24 novembre 2011 – Per sapere se l’Ue e gli Stati membri sono sulla buona strada verso il conseguimento degli obiettivi di emissione e lo sviluppo di nuove strategie energiche per lottare contro i cambiamenti climatici, è fondamentale disporre di dati tempestivi e accurati sulle emissioni di gas a effetto serra. Oggi la Commissione europea ha proposto una legislazione per rafforzare sensibilmente il monitoraggio e la comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra, in particolare per quanto riguarda l’adeguamento alle nuove prescrizioni del pacchetto unionale sul clima e alla legislazione sull’energia per il periodo 2013-2020. Connie Hedegaard, commissaria responsabile dell ’Azione per il clima, ha dichiarato: “Migliorando la trasparenza, il coordinamento e la qualità dei dati comunicati, la proposta di oggi contribuisce a verificare meglio i nostri progressi per conseguire gli obiettivi di emissione. Questa proposta aiuterà inoltre a monitorare e a comunicare le emissioni legate alle attività di utilizzo del territorio, variazione della destinazione d’uso del territorio e silvicoltura (Lulucf), all’aviazione e ai trasporti marittimi, per citare solo alcuni settori. Speriamo che queste nuove norme servano da esempio anche nell’ambito dei negoziati internazionali sul clima e diventino un parametro di riferimento per la trasparenza dell’azione sul clima da parte dei paesi sviluppati”. L ’Ue e gli Stati membri collaborano già per monitorare e comunicare le emissioni di gas a effetto serra in virtù di una decisione adottata nel 2004 1 e redigono ogni anno gli inventari delle emissioni che sono utilizzati per valutare i progressi per conseguire gli obiettivi di emissione stabiliti dal Protocollo di Kyoto. Essi raccolgono e pubblicano le informazioni sulle proiezioni di queste emissioni nonché sulle politiche e misure per la relativa riduzione. Le norme vigenti trovano ampio fondamento nelle prescrizioni derivanti dal Protocollo di Kyoto. Il nuovo regolamento proposto rafforza questo meccanismo di monitoraggio e comunicazione in linea con quanto prescritto dal pacchetto legislativo del 2009 su clima ed energia, che si dimostra più ambizioso di Kyoto poiché introduce una maggiore trasparenza nelle informazioni e nei dati forniti e mira a garantire la conformità agli impegni dell’Ue per lottare contro il cambiamento climatico. Gli obiettivi principali della revisione proposta intendono: Agevolare un ulteriore sviluppo dell ’innovativo mix di politiche Ue sul clima per le affrontare le emissioni legate alle attività di utilizzo del territorio, variazione della destinazione d’uso del territorio e silvicoltura (Lulucf), all’aviazione e ai trasporti marittimi fra gli altri settori, oltre a sostenere l’adattamento ai cambiamenti climatici; Aiutare l’Ue e gli Stati membri a registrare i progressi verso il conseguimento degli obiettivi di emissione per il periodo 2013-2020; Migliorare ulteriormente la qualità dei dati comunicati; Garantire che l ’Ue e gli Stati membri adempiano gli attuali e futuri obblighi e impegni internazionali in materia di monitoraggio e comunicazione, tra i quali la comunicazione sul sostegno finanziario e tecnico fornito ai paesi in via di sviluppo nonché gli impegni derivanti dall’accordo di Copenhagen del 2009 e dagli accordi di Cancún del 2010; Istituire norme operative destinate agli Stati membri per comunicare il loro uso delle entrate generate dalla messa all ’asta delle quote nel sistema Ue di scambio delle quote di emissioni (Ue Ets); gli Stati membri si sono impegnati a utilizzare almeno la metà delle entrate generate da tali aste per combattere i cambiamenti climatici nell’Ue e nei paesi terzi. La revisione del meccanismo di monitoraggio riguarderà il monitoraggio e la comunicazione delle emissioni da parte delle autorità nazionali e richiede l ’approvazione del Consiglio e del Parlamento per essere convertita in legge. Una normativa d’attuazione distinta introduce disposizioni specifiche per le imprese sul monitoraggio e la comunicazione delle emissioni rilasciate dagli impianti inclusi nel sistema Ue Ets (cfr. Http://ec.europa.eu/clima/news/articles/news_2011110901_en.htm ). |
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IL MINISTRO CORRADO PASSERA HA NOMINATO MARIO TORSELLO CAPO DI GABINETTO |
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Roma, 24 novembre 2011 – Il Ministro Corrado Passera ha nominato capo di gabinetto del Ministero dello Sviluppo Economico nonché del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti Mario Torsello, presidente di sezione del Consiglio di Stato. Il dottor Torsello ha ricoperto incarichi come capo di gabinetto e capo dell’ufficio legislativo in precedenti governi. |
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FORMIGONI, EXPO: IL GOVERNO CONVOCHI LA COEM RICHIESTA DI UN INCONTRO DELLA COMMISSIONE PRIMA DI NATALE |
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Milano, 24 novembre 2011 - ´Prenderemo contatto con il Governo per far convocare il più rapidamente possibile un incontro della Coem (Commissione di coordinamento per l´Expo 2015 di Milano), organismo che vedrà seduti allo stesso tavolo diversi ministri´. Il presidente della Regione Lombardia e commissario generale dell´Expo 2015 Roberto Formigoni ha annunciato la volontà di dar vita, assieme al Governo Monti, possibilmente entro Natale, alla ripresa dei lavori della Commissione di coordinamento per le attività connesse all´Expo 2015. Lo ha fatto a Milano, dopo essere rientrato da Parigi, dove ha partecipato all´Assemblea generale del Bureau International des Expositions. ´Lasciamo che questo Governo finisca di insediarsi - ha proseguito Formigoni -. Nei prossimi giorni prenderò contatto con il presidente del Consiglio per chiedergli, magari già prima di Natale, di poter avere questo incontro´. Al centro delle richieste indirizzate al Governo c´è anche la deroga al Patto di stabilità come strumento operativo ´per lavorare, ma abbiamo l´interesse a che tutto il Governo si coinvolga con noi nella realizzazione dell´Expo. Questo non è solo l´Expo di Milano e della Lombardia: è l´Expo di tutta l´Italia, per il quale dobbiamo prepararci a ospitare almeno 20 milioni di turisti e fare in modo che il nostro Paese sia protagonista assieme agli altri Paesi del mondo. Ci interessa avere il Governo al nostro fianco nel dettaglio dei singoli ministri: pensiamo ai problemi che dovranno essere risolti nel campo sanitario, delle infrastrutture, della sicurezza e del turismo. Su questi problemi la Lombardia e Milano hanno molti strumenti a disposizione, ma vogliamo che anche gli strumenti del Governo nazionale siano affiancati a noi´. |
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EXPO, L´AVANZAMENTO LAVORI CONVINCE IL BIE PARIGI, FORMIGONI CON PISAPIA FA IL PUNTO DAVANTI A 100 PAESI E ASSICURA: CONFERMATI IMPEGNI FINANZIARI GOVERNI PRECEDENTI |
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Parigi, 24 novembre 2011 - L´expo 2015 ha fatto ieri il punto a Parigi e il Bie, rappresentato dalle sue massime cariche, ha applaudito. Oltre 100 Paesi del mondo hanno assistito alla presentazione dello stato di avanzamento dei lavori all´assemblea generale del Bureau International des Expositions. È stato il presidente della Regione Lombardia e commissario generale Roberto Formigoni ad aprire, questa mattina, la sessione dedicata all´Esposizione del 2015 presso la sede modernissima dell´Ocse: ´Tutti gli impegni finanziari presi dai Governi precedenti sono confermati - ha detto il presidente dal palco della sala plenaria -. Obiettivo comune di tutti noi è la realizzazione di un evento di importanza strategica per Milano, per la Lombardia e per tutto il Paese, come ci ha ricordato di recente il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano´. Presenti nella capitale francese, assieme a Formigoni, il commissario straordinario e sindaco di Milano Giuliano Pisapia, l´amministratore della società Expo 2015 Giuseppe Sala e il sottosegretario per l´Attuazione del Programma di Regione Lombardia Paolo Alli. Massimo Impegno Dell´italia - Dopo l´assemblea generale dello scorso 14 giugno, Formigoni è tornato a confrontarsi con il Bie, il suo presidente Jean Pierre Lafon, il segretario generale Vicente Loscertales e il presidente del Comitato esecutivo Steen Christensen, che non hanno mancato di incoraggiare l´Italia a continuare i lavori di preparazione con lo stesso impegno e determinazione. Rispetto alla scorsa estate l´Expo può contare su una nuova governante, grazie alla presenza delle figure del commissario generale e di quello straordinario: ´In veste di commissario generale - ha sottolineato Formigoni - mi è stato affidato il compito di rappresentare il Governo italiano nei confronti del Bureau International des Expositions e degli Stati che parteciperanno all´evento, di gestire i rapporti diplomatici e istituzionali con i Paesi partecipanti, di essere il referente dei commissari generali di sezione e di promuovere la più ampia partecipazione ad Expo 2015. Inoltre, in stretto raccordo con tutti i soggetti coinvolti, mi è stata anche assegnata la responsabilità di esercitare un´azione di indirizzo e di controllo sui contenuti e sui temi dell´evento´. E proprio parlando dell´Italia il commissario generale ha voluto sottolineare l´impegno delle nostre istituzioni per la realizzazione dell´evento che il presidente della Repubblica ha recentemente definito come quello ´di maggiore rilievo ospitato dall´Italia negli ultimi decenni´. Il Cantiere Immateriale E Materiale - Mentre il Bie guarda da Parigi al futuro, programmando l´edizione del 2017 dell´Expo, la preparazione dell´evento milanese procede spedita: ´Abbiamo dato vita a un grande cantiere immateriale´ ha spiegato Formigoni, sottolineando come, da qui al 2015, ´vogliamo iniziare un percorso di riflessione di altissimo profilo, che si ponga come pietra miliare nel dibattito internazionale sul tema di ´Nutrire il pianeta. Energia per la vita´´. Un tema, quello del progresso, richiamato dal logo dell´Ocse, ´Better policies for better lives´. Ed è proprio da Parigi che il commissario generale auspica ´un ampio coinvolgimento, dal più grande dei Paesi aderenti alla più piccola delle aziende o delle associazioni della società civile, perché l´Expo che immaginiamo è un luogo dove ciascuno può e deve essere protagonista´. Accanto al cantiere immateriale, c´è quello delle grandi opere: sul fronte delle infrastrutture - ha proseguito il commissario generale - ´possiamo confermare che le 13 opere essenziali, le 17 opere connesse e le ulteriori 36 opere stanno procedendo nel pieno rispetto dei tempi previsti: alcuni mesi prima dell´avvio dell´Expo saranno ultimate tutte le opere di accesso, di viabilità (stradale e ferroviaria) e di mitigazione ambientale, consentendo una adeguata mobilità ai milioni di visitatori´. 63 Adesioni Da Record - Il lavoro portato avanti finora ha riscosso l´entusiasmo di moltissimi Paesi: ad oggi, infatti, sono 63 i Paesi - assieme alle Nazioni Unite - che hanno formalmente aderito ad Expo Milano 2015, ´un dato - ha commentato Formigoni - che ci riempie di soddisfazione e che documenta l´interesse di tutto il mondo verso questo evento´. Ulteriore conferma di ciò è il successo del primo International Partecipants Meeting Expo, svoltosi dal 25 al 27 ottobre a Milano e Cernobbio, ´che ha visto - ha rendicontato Formigoni al Bie - una straordinaria partecipazione di oltre 90 Paesi rappresentati e un numero record di delegati rispetto a tutti gli International Meeting precedenti´. In particolare - ha concluso il commissario - ´vorrei sottolineare il positivo clima di dialogo e di confronto che si è respirato in quei giorni e la partecipazione attenta e costruttiva da parte dei delegati come elementi molto significativi, che confermano la bontà di quell´approccio collaborativo e partecipato che abbiamo voluto come impronta di fondo e criterio guida nella realizzazione del nostro progetto´. |
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VENDOLA INCONTRA IL CAPO DEL DIPARTIMENTO ONU, SUSANA MALCORRA |
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Bari, 24 novembre 2011 - Rafforzamento delle attività della base Onu a Brindisi e avvio di un tavolo di concertazione con le istituzioni locali per la condivisione del percorso in atto. Sono queste le principali novità emerse dall’incontro “cordiale” che si è svolto ieri mattina nella sede romana della Regione Puglia tra il Presidente Nichi Vendola, l’Under Secretary general Susana Malcorra, Capo del Dipartimento delle Nazioni Unite per il sostegno logistico alle operazioni di pace e i rappresentanti del Ministero degli esteri italiano. Nel corso dell’incontro la rappresentante dell’Onu ha informato il presidente Vendola della sottoscrizione di un “addendum” tra Onu e Ministero della Difesa italiano (siglato in mattinata) che rappresenta l’ultimo atto di un processo che prevede il rafforzamento delle attività della base Onu a Brindisi, attraverso però una serie specifica di impegni. E cioè, l’implementazione di nuove funzioni, il rafforzamento di circa 100 unità lavorative (in parte attraverso trasferimenti dall’estero e in parte attraverso assunzioni da effettuarsi in loco) e la riduzione e la concentrazione dell’area territoriale della base Onu di Brindisi, con restituzione al demanio militare di parte delle aree demaniali attualmente in concessione. Questo percorso sarà validato dall’assemblea generale dell’Onu. Il presidente Vendola, nel ribadire l’orgoglio della regione Puglia ad ospitare un organismo internazionale di pace come l’Onu sul proprio territorio, ha invitato la rappresentante dell’Onu ad avviare immediatamente un tavolo di concertazione con le istituzioni locali per condividere il percorso in atto ed in particolare per trovare soluzioni coerenti con le progettazioni infrastrutturali strategiche che riguardano il territorio brindisino, a partire dal nodo interportualità intermodalità, ribadendo la disponibilità della Regione Puglia a collaborare in questo percorso. La rappresentante dell’Onu ha accolto l’invito del Presidente Vendola comunicando che già domani giovedì 24 novembre sarà a Brindisi, con i suoi tecnici, per avviare il confronto con le parti locali Nel corso dell’incontro è stato poi deciso di avviare un secondo tavolo tecnico specifico per valutare la fattibilità e la realizzazione di una scuola interrnazionale di formazione che possa servire non solo alle famiglie straniere, già presenti sul territorio pugliese ma in numero certamente destinato ad essere incrementato, ma che possa anche essere a disposizione del territorio brindisino. |
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VENETO, APPROVATO ASSESTAMENTO BILANCIO: ZAIA, “GRAZIE AL CONTRIBUTO DI MAGGIORANZA E OPPOSIZIONI”. |
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Venezia, 24 novembre 2011 - “Ringrazio il Consiglio regionale per questa nuova prova di solidità, che segnala come, in un momento così complicato, alla fine ci sia sappia ritrovare sulle cose essenziali. In particolare il mio grazie va alla maggioranza e ai capigruppo Bond e Caner, che hanno saputo motivare, spiegare e trovare soluzioni a punti di vista originariamente diversi. Ma desidero sottolineare il senso di responsabilità di tutti i gruppi dell’opposizione, che si sono comportati con grande senso di responsabilità e con la grande volontà si essere al servizio del territorio”. Lo sottolinea il presidente della Regione Luca Zaia alla luce dell’approvazione dell’assestamento di bilancio in Consiglio regionale. “Credo poi – prosegue Zaia - che sia necessario riconoscere al presidente del Consiglio Ruffato la capacità di tenere in rispettoso equilibrio dei ruoli tutte le forze politiche, che hanno peraltro saputo motivare le proprie ragioni e dissensi. Oggi – conclude Zaia – credo che tutti insieme abbiamo saputo dare al Veneto uno strumento indispensabile, il cui risultato sarà visibile fin dalla prossime settimane”. |
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CALABRIA: CHIESTO AL NUOVO GOVERNO DI EMANARE UN DECRETO SULLA NETTIZZAZIONE DEI FONDI COMUNITARI |
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Catanzaro, 24 novembre 2011 - L’assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione comunitaria Giacomo Mancini ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “E’ urgente e non più rinviabile che il nuovo governo guidato dal professore Monti provveda ad emanare il decreto sulla nettizzazione dei fondi strutturali così da consentire alle regioni del Mezzogiorno di uscire dalla morsa del Patto di Stabilità. E’ nota infatti la situazione di estrema difficoltà in cui si trovano le Regioni nel dover assicurare, da un lato, l’esigenza di rispettare i target di spesa dei fondi comunitari e, dall’altro lato, quella di non oltrepassare il plafond di spesa prevista dal Patto. Tale situazione costringe tutte le regioni, ad iniziare da quelle rientranti nell’obbiettivo convergenza, a non poter utilizzare le proprie risorse per effettuare una serie di pagamenti, molti dei quali in settori sensibili a forte ricaduta sociale, che non dovrebbero essere in nessun modo rinviati. Per ovviare a tale problema, nella cd manovra di settembre, è stata introdotta una norma, l’art.5 bis del Decreto 148/2011, che consente di non computare le risorse comunitarie del Por 2007-2013, delle Risorse Liberate del Por 2000-2006 e dei Fondi Fas negli obiettivi programmatici del Patto di Stabilità assegnati ad ogni regione, delegando per la sua effettiva attuazione ad un decreto che ancora non è stato emanato. La nascita del nuovo Esecutivo e il largo consenso parlamentare di cui gode dovrebbero acconsentire adesso di porre mano ad una condizione che non permette di dare ossigeno al tessuto produttivo calabrese, trattandosi di risorse di investimento che favoriscono la crescita dei territorio, oltre che impedire l’esplosione di forti tensioni sociali. Ecco perché mi auguro il Governo provveda senza esitazioni. E così come sono certo che tutte le forze politiche possano insieme alle organizzazioni datoriali e sindacali sostenere questa battaglia che ha l’obbiettivo di consentire alla Calabria di spendere le risorse che possiede e che adesso solo bloccate da questa terrificante tagliola normativa”. |
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DE FILIPPO: “SERVE SISTEMA DI VALUTAZIONE EFFICACIA SCELTE" |
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Potenza, 24 novembre 2011 - “La necessità di implementare un corretto sistema di valutazione degli interventi pubblici rappresenta una priorità per l’Italia, ancor più in un momento in cui le risorse che è possibile mettere in campo sono estremamente ridotte. Riuscire a selezionare le scelte politiche che danno frutto è fondamentale non solo per l’efficacia dell’azione amministrativa ma anche per sottrarre un tema di fondamentale importanza per la vita del Paese ai giudizi estemporanei e interessati della politica e alle campagne dei gruppi di pressione ed ancorare l’attività di valutazione a criteri scientifici”. Lo ha sostenuto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, intervenendo alla presentazione dello studio “Sono soldi ben spesi? Perché e come valutare l’efficacia delle politiche pubbliche” pubblicato da Alberto Martini & Ugo Trivellato per i tipi di Marsilio che si è tenuta ieri alla Camera dei Deputati. L’incontro, voluto dal Consiglio Italiano per gli studi sociali e presieduto dall’on. Rosy Bindi, ha visto gli autori del volume confrontarsi con il presidente De Filippo, il ministro della Coesione Fabrizio Barca (che già prima della nomina al Governo, con il Css aveva organizzato l’appuntamento), con l’economista Stefano Fassina, responsabile economia e lavoro del Pd, con l’on. Giancarlo Giorgetti, presidente della Commissione Bilancio della Camera, e con il presidente del Css Sergio Ristuccia. “In questo processo – ha proseguito De Filippo – credo che il Mezzogiorno d’Italia sia estremamente interessato all’applicazione di un metodo di valutazione oggettivo degli investimenti, tanto per ottenere scelte mirate al superamento di quello che ancora oggi rappresenta il più antico divario del mondo, tanto per sfatare leggende secondo cui la malamministrazione sarebbe un fattore endemico del Sud. Il criterio di valutazione ora utilizzato, il Nord si è sviluppato, il Sud no, di per sé non è sufficiente a trarre giudizi. C’è da fare una valutazione della condizione di partenza, delle risorse che hanno sostenuto,direttamente o indirettamente, lo sviluppo, la comparazione con un’analisi contro fattuale, per vedere cosa sarebbe successo in assenza di quelle scelte, di quegli interventi. E solo così, più che decidere quali politici santificare e quali demonizzare, sarebbe possibile capire quali politiche replicare e quali seppellire”. “Non è un caso – ha concluso De Filippo – che anche il Rapporto di Coesione che prelude alla definizione delle politiche di intervento dell’Unione Europea recepisca quel modello di valutazione degli interventi basato sull’analisi contro fattuale che viene illustrato nello studio di Martini e Trivellato. E si tratta di un elemento che la contingenza economica attuale rende ancora più importante, dato che nella fase recessiva in atto saremo chiamati più spesso a valutare quali danni le politiche pubbliche sono state in grado di limitare piuttosto che quali risultati aggiuntivi abbiano conseguito. E valutazioni sommarie e semplificate potrebbero portare a bocciare tutte le scelte fatte minando la credibilità stessa del sistema decisionale del Paese, lasciando il campo ad una disinformata antipolitica dalle conseguenze nefaste”. |
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MILANO, EXPO. SINDACO PISAPIA: “RIBADITI IMPEGNI DI CERNOBBIO, A NUOVO GOVERNO CHIEDERÒ SBLOCCO FONDI” |
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Milano, 24 novembre 2011 - “Nel primo tavolo con il nuovo Governo del Senatore Professor Monti ribadirò, come Commissario straordinario e insieme al Commissario generale, la necessità dello sblocco, pur in tempi di crisi, dei finanziamenti necessari al pieno successo di Expo 2015”. Lo ha detto il Sindaco e Commissario straordinario Giuliano Pisapia, intervenendo all’Assemblea generale del Bie a Parigi. Il Sindaco a Parigi ha ribadito i quattro impegni presi davanti alle delegazioni del Meeting di Cernobbio, a partire dall’interazione tra culture diverse nello spirito dell’Esposizione Universale: “Milano – ha detto Giuliano Pisapia - lavorerà fianco a fianco con le 191 comunità straniere presenti sul suo territorio, perché portino nei loro Paesi il messaggio di Expo e favoriscano il maggior numero di adesioni”. Nell’ottica di un nuovo modo di intendere la cooperazione, il Sindaco si è poi impegnato a “favorire un’approfondita discussione sui temi di Expo, su basi paritarie tra il Nord e il Sud del mondo, senza più alibi e finalmente svuotata dai pregiudizi del passato”. Per quanto riguarda il coinvolgimento del sistema produttivo, il Sindaco ha spiegato che “Milano promuoverà una sempre più forte sinergia tra le sue imprese, quelle lombarde e tutto il sistema produttivo italiano e internazionale, perché diano sostegno e partecipino attivamente a Expo 2015”. “Milano – ha concluso Pisapia, sottolineando il quarto impegno – lavorerà sempre di più per costruire il suo futuro di Smart City, di città intelligente e sostenibile, per essere pronta all’appuntamento con la sua seconda Esposizione Universale dopo quella del 1906”. |
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ATTIVITÀ PRODUTTIVE, WORKSHOP SU CREDITO, FINANZA E IMPRESE. APPUNTAMENTO PER LA REALIZZAZIONE IL PROGRAMMA TRIENNALE 2012-2014 DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA |
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Bologna, 24 novembre 2011 – Credito e finanza per la crescita, è il tema del workshop che si terrà venerdì 25 novembre, dalle ore 9.15, a Bologna nella sala a piano terra della Terza torre della Regione (viale della Fiera 6). Si tratta di uno degli incontri di ascolto e confronto con la comunità economica e sociale emiliano romagnola che porterà, entro l’anno, alla proposta del nuovo programma delle attività produttive e della ricerca dell’Emilia-romagna per il 2012-2014. I lavori – che saranno chiusi dall’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli – prevedono le relazioni introduttive saranno di Chiara Bentivogli (Banca d´Italia Emilia Romagna) che parlerà di Banche e imprese in Emilia-romagna e Lea Zicchino (Prometeia), La crisi del debito sovrano e la capacità di erogazione del credito delle banche italiane. A seguire tavola rotonda - coordinata dal giornalista Fabrizio Binacchi - con Luigi Odorici (Ad Banca Popolare Emilia Romagna), Luca Lorenzi (Responsabile Area Centro Nord Unicredit), Gabriele Cappellini (Ad Fondo Italiano D’investimento), Pietro Busnardo (Ad Fondo Gradiente Sgr), Cristina Gherpelli (vice presidente Confindustria Emilia Romagna), Stefano Bollettinari (coordinatore tavolo regionale imprenditoria) e Sergio Capatti (presidente Consorzio Unifidi). |
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PIEMONTE: LAVORATORI IN MOBILITÀ ALL’INPS |
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Torino, 24 novembre 2011 - Regione Piemonte, Inps, Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto il 23 novembre un protocollo d’intesa per l’utilizzo di persone in mobilità da parte dell’ente previdenziale. “Si tratta - annuncia l’assessore regionale al Lavoro, Claudia Porchietto - della riproposizione di un modello già collaudato con le precedenti esperienze di collaborazione con gli uffici giudiziari: una politica attiva del lavoro volta al recupero di ultracinquantenni in mobilità, quindi ancora lontani dal raggiungimento della finestra contributiva, che, selezionati dai Centri per l’impiego, potranno dare il proprio contributo all’interno degli uffici dell’Inps contando su un sussidio di 500 euro al mese. La volontà è quella di rispondere a due esigenze fondamentali per la comunità piemontese: da un lato venire incontro alla caduta di reddito di numerose famiglie colpite dalla crisi occupazionale, dall’altro agevolare il disbrigo delle pratiche sull’invalidità civile e accelerare i tempi per il rilascio dei Durc”. “Questo importante accordo permette di dare un contributo per risolvere criticità pregresse sull’invalidità civile - precisa il direttore regionale dell’Inps Gregorio Tito - Arretrato che si è accumulato quando la trasmissione dei verbali delle Asl all’Inps avveniva in formato cartaceo. Oggi non avremo più questa criticità perché il Piemonte si avvia ad utilizzare, primo in Italia, la cooperazione applicativa che consentirà ai verbali di transitare telematicamente negli uffici Inps dell’Asl. Questi lavoratori saranno anche impegnati per velocizzare il rilascio dei Durc, che rappresentano un documento indispensabile per garantire alle imprese appaltatrici l’accesso al pagamento dei lavori effettuati e nel contempo, garanzia di trasparenza per lo sviluppo di una corretta competizione tra le aziende”. Un accordo giudicato positivamente anche dai sindacati. Secondo i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Graziella Rogolino, Marcello Maggio e Teresa Cianciotta, “dà una risposta concreta a lavoratori in mobilità in un periodo in cui la crisi è nella sua fase più acuta e va incontro alle esigenze dell’Inps, che può così accelerare le pratiche arretrate, in modo particolare di invalidità civile”. |
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PRESENTATI IN CALABRIA I RISULTATI DEL PROGRAMMA DI APPRENDISTATO AR.CO E IL NUOVO PROGRAMMA AM.VA. |
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Catanzaro, 24 novembre 2011 - L´assessore Regionale al Lavoro Francescantonio Stillitani ha presentato ieri a Lamezia Terme i risultati ottenuti attraverso il programma di incentivi per l’apprendistato e lo sviluppo territoriale “Ar.co” ed ha illustrato anche il nuovo programma “Am.va”. All’incontro con la stampa erano presenti il Dirigente generale al dipartimento Lavoro Bruno Calvetta e il responsabile Area Occupazione e Sviluppo Economico di Italia Lavoro Domenico Bova. Per quanto riguarda il programma Ar.co, l’Assessore Stillitani ha annunciato che grazie a questa iniziativa sono stati assunti in Calabria, nella piccola e media impresa, ben 785 unità lavorative, nel settore turismo, commercio e artigianato. Un numero che supera abbondantemente le previsioni dei 192 nuovi occupati. “Risultato straordinario – ha spiegato Stillitani – ottenuto soprattutto grazie alla sinergia con Italia Lavoro, costola del Ministero del Lavoro, e a una nuova filosofia strategica regionale che tende non più a individuare aree lavorative appetibili solo sul piano dell’offerta ma che offrano condizioni di sviluppo certe e quindi garantiscano la permanenza del lavoratore nell’azienda, anche dopo la conclusione dell’incentivo legato al Programma di apprendistato. E’ la dimostrazione – ha aggiunto Stillitani – che la formula dell’apprendistato funziona anche dopo gli incentivi economici alle imprese se si individuano quei settori e quelle imprese realmente produttivi e se vengono attivate politiche di sensibilizzazione adeguate sulla convenienza dell’apprendistato”. Un concetto ribadito anche dal responsabile di Italia Lavoro Domenico Bova. “La Calabria ha ottenuto su scala nazionale una performance importante: il 10 per cento delle assunzioni rispetto a tutte le altre regioni. Questo perché l’apprendistato ha funzionato in maniera corretta, segno che quando un imprenditore forma un bravo professionista, difficilmente se lo lascia sfuggire”. Stillitani ha poi illustrato il nuovo programma di apprendistato Am.va. “Beneficiari saranno le imprese, i giovani e le botteghe dei mestieri. Innanzitutto i giovani di età compresa tra i 15 e i 35 ani che si trovano nello stato di svantaggio; mentre per le imprese sono previsti incentivi per 4.700 e 5.500 euro per ogni giovane assunto con contratto di apprendistato. Per le botteghe dei mestieri si tratta di una sperimentazione di un modello per formare i giovani nei comparti produttivi propri della tradizione italiana, individuati mediante avvisi pubblici. In questo caso sono previsti 2.500 euro mensili per ogni bottega dei mestieri in cui 30 giovani disoccupati, in gruppi di 10, svolgono un tirocinio semestrale per la formazione “on the job” e 500 euro mensili per i giovani selezionati a fare il tirocinio nelle botteghe. Infine, 10.000 euro per i giovani di età non superiore a 35 anni, interessati a promuovere nuove imprese nei comparti della tradizione locale”. Il Dirigente Calvetta si è poi soffermato sulla qualità di questi programmi “in cui – ha detto – si mettono a frutto risorse non solo nazionali e comunitarie ma anche regionali, in maniera strategica, complementare e articolata, sensibilizzando le imprese a rendere veramente stabile il lavoro dei giovani apprendisti. Come dipartimento c’eravamo prefissati a inizio legislatura l’obiettivo di 7.000 nuovi posti di lavoro. Oggi siamo già a quota 6.900, ma quello che più conta, ripeto, è la qualità e la stabilità del lavoro”. Per accedere ai contributi del nuovo programma di apprendistato Am.va è necessario registrarsi sulla piattaforma informatica di Italia Lavoro, www.Italialavoro.it/amva in cui è riportata la documentazione richiesta. |
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LA PROPOSTA DI NAPOLITANO SULLA CITTADINANZA AI FIGLI DI IMMIGRATI NATI IN ITALIA UN’ IDEA INDICATA COME IMPEGNO POLITICO PRIORITARIO DELLA REGIONE MARCHE |
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Ancona, 24 Novembre 2011 - La proposta lanciata dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di riconoscere ai figli degli immigrati nati in Italia il diritto di cittadinanza, trova il pieno appoggio dell´assessore regionale all´Immigrazione, Luca Marconi. ´Colgo con grande soddisfazione ´ dichiara ´ la provocazione lanciata dal presidente Napolitano. Gia` dal primo incontro della Consulta regionale per l´immigrazione e ancora di piu` durante la Giornata dell´immigrazione che si e` svolta a Pesaro nel giugno scorso, avevamo indicato come impegno politico prioritario della Regione la proposta di legge nazionale per giungere al riconoscimento dello ius soli, appunto il diritto di cittadinanza in base alla nascita sul territorio italiano. In quest´ottica sosterremo ogni iniziativa che il Parlamento nazionale o le Regioni intenderanno assumere per raggiungere questo obiettivo di civilta` legislativa ed umana´. ´Il presidente Napolitano ´ continua Marconi ´ viene contestato perche` non ritenuto di sua competenza assumere iniziative politiche su materie di specifica competenza di altri organi costituzionali. Resta il fatto pero` che da molto tempo proposte di questo tipo giacciono nelle aule parlamentari. Lo scossone venuto da Napolitano e un parlamento piu` libero di intraprendere iniziative di legge senza vincolo di maggioranza possono concorrere perlomeno ad avviare un iter legislativo su questa materia, di fronte alla quale poi ogni forza politica si assumera` la responsabilita` delle proprie scelte´. ´Ritengo comunque assurdo ´ conclude Marconi ´ considerare straniero un giovane nato nella nostra regione venti anni fa e che non solo parla l´italiano ma lo parla con l´accento e i dialetti dei nostri territori´. |
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ZAIA: CITTADINI PER NASCITA SIGNIFICA LA FINE DELL’IDENTITA’ |
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Venezia, 24 novembre 2011 - “Resto allibito per quanto dichiarato da molti che, a proposito del diritto di cittadinanza, interpretano il pensiero del Presidente della Repubblica. Faccio notare, che, quando si parla di cittadinanza, si tocca un nervo sensibile della convivenza, soprattutto in un Paese che consente, in virtù della propria posizione geografica, di arrivare con percorrenze ridicole da diversi continenti . Un Paese che ha un sistema sanitario che potrebbe risultare a portata di mano per tutti, compresi coloro i quali decidessero di far nascere qui i propri figli per poi, magari, portarli da un’altra parte”. Lo dichiara il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia. “Per questo – prosegue Zaia - la Costituzione affida al legislatore e a nessun altro il potere di modularne gli effetti concreti, a partire dal principio costituzionale di eguaglianza. Di sicuro, l’attuale regime, legato al diritto di sangue, preserva la necessità che abbiamo e che vogliamo conservare di mantenere integra la nostra identità e di salvaguardare la continuità culturale con le nostre radici”. “L’italia – aggiunge il presidente del Veneto - non ha certo bisogno di attrarre immigrazione e ricordo che in ogni caso la legge già consente di diventare cittadini italiani dopo dieci anni di residenza: il tempo minimo per dimostrare che, chi viene da lontano, ha davvero deciso e merita di vivere con noi”. “A chi sostiene che dovremmo cambiare – dice ancora Zaia - ricordo che, dove prevale, come negli Stati Uniti, nazione di immigrati, il diritto di cittadinanza legata al suolo, esistono normative draconiane che limitano l’ingresso e regolamentano la residenza. Norme che, se fossero applicate da noi, darebbero la stura a vere e proprie sollevazioni popolari. Mi auguro che nessuno pensi all’Italia come a un parco giochi dove si possa entrare e uscire a proprio piacimento”. Il presidente del Veneto rivolge la sua attenzione anche alle realtà europee: “In gran parte d’Europa, tranne che in Francia – sottolinea - la si pensa così. Ma ci sono altre esperienze dalle quali imparare, e che ci insegnano che non si risolve il problema dell’integrazione in questo modo”. “E’ dell’anno scorso – ricorda Zaia - il giudizio definivo della cancelliera Merkel che seppellisce il tentativo di passare allo Ius Soli come mezzo dell’integrazione con un’esplicita affermazione: ‘il multiculturalismo è un fallimento’. In Inghilterra, dove hanno provato per via del passato coloniale a velocizzare i tempi, sono innumerevoli i problemi di ordine pubblico determinati da giovani ‘cittadini britannici’ che non parlano inglese e nulla conoscono della storia e della cultura del paese in cui vivono”. “Suggerisco – conclude Zaia - che su questo tema non si transiga rispetto alla difesa degli interessi di chi vive da sempre come cittadino italiano e, con tutto il doveroso rispetto per il presidente Napolitano, mi permetto, in nome della Costituzione che egli preserva, di dichiarare il mio totale dissenso riguardo alla sua posizione”. |
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BOLZANO: IN VIGORE LA LEGGE SULL´IMMIGRAZIONE, GIÀ OPERATIVO IL SERVIZIO COORDINAMENTO |
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Bolzano, 24 novembre 2011 - Entra ufficialmente in vigore dal 23 novembre la legge provinciale sull´integrazione dei cittadini stranieri. Il provvedimento inserisce alcune novità in materia di immigrazione, che sono state illustrate dall´assessore Roberto Bizzo durante una conferenza stampa. Già operativo, presso la Ripartizione lavoro, il Servizio coordinamento immigrazione. L´assessore Bizzo, che in Giunta provinciale ha le competenze in materia di immigrazione, ha iniziato il suo intervento sottolineando la "bella coincidenza fra l´entrata in vigore della legge e l´appello alle norme di civiltà lanciato dal presidente Napolitano, il quale chiede che anche in Italia i figli degli immigrati nati sul suolo nazionale abbiano la cittadinanza". La legge provinciale sull´integrazione dei cittadini stranieri, che trascorsi i 15 giorni dalla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione diventa operativa a partire dal 23 novembre, inserisce una serie di novità e istituzionalizza alcuni importanti organi. "Il primo è il Servizio di coordinamento dell´immigrazione istituito presso la Ripartizione lavoro - ha spiegato il direttore Helmuth Sinn - che garantisce il coordinamento e l´applicazione concreta di tutte le misure previste dalla legge". "Abbiamo deciso di inserire questo servizio all´interno della Ripartizione lavoro - ha sottolineato Roberto Bizzo - perchè proprio il lavoro è il momento centrale dell´immigrazione, visto che rappresenta la condizione per il rilascio del permesso di soggiorno". Il Servizio, gestito da Karin Girotto e Sabine Hofer, è a disposizione dei cittadini e degli interessati presso il palazzo provinciale 12 di via Canonico Gamper 1, a Bolzano (e-mail: coordinamento-immigrazione@provincia.Bz.it). Con la nuova legge sull´integrazione, il cui percorso di applicazione sarà demandato ad una serie di regolamenti attuativi, viene poi istituita una Consulta provinciale per l´immigrazione, composta da 8 rappresentanti degli immigrati e da 10 esperti del settore nominati dalla Giunta provinciale, mentre ai Comuni e ai Comprensori è chiesta la nomina di un referente che avrà il compito di collaborare con il Servizio coordinamento immigrazione. Sempre presso la Ripartizione lavoro, inoltre, viene istituito il Centro di tutela contro le discriminazioni. "Vi si potranno rivolgere - ha ricordato l´assessore - non solo i cittadini stranieri, ma tutti coloro che ritengono di essere discriminati per motivi legati alla razza, al sesso, alla religione o all´età". Importante, inoltre, la creazione di un elenco provinciale dei mediatori interculturali, visto che la lingua e la cultura vengono considerati come il primo e più importante strumento di inserimento nella società. "L´immigrazione - ha concluso Roberto Bizzo - è un fenomeno che non si può controllare, ma che si può governare ispirandosi al buon senso, alla moderazione e allo spirito di accoglienza. Questa legge punta sulla promozione dei diritti e il rispetto dei doveri, e vuole contribuire a fare in modo che l´immigrazione non rappresenti più un problema, ma un´opportunità di crescita". |
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CARCERI TOSCANE: PROGRAMMA PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELL’ASSISTENZA SANITARIA |
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Firenze, 23 novembre 2011 – Avviato il percorso per l’inserimento del governo del rischio clinico all’interno delle carceri. Vale a dire realizzare iniziative e promuovere azioni tese a ridurre il rischio e migliorare gli standard di qualità dell’assistenza sanitaria nei confronti dei detenuti. Si tratta di un altro passaggio importante nell’ambito del programma di interventi per il 2011-2012 in materia di sanità penitenziaria. Con una delibera, proposta dall’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, sono stati approvati il percorso di gestione e le linee di indirizzo. «Non facciamo altro – ha spiegato l’assessore – che estendere alle persone recluse una serie di interventi per la loro sicurezza che normalmente, attraverso il Centro Gestione Rischio Clinico e Sicurezza dei Pazienti (in sigla Centro Grc, ndr), trovano applicazione in ambiti sanitari diversi dal carcere. Vogliamo portare dentro il carcere gli stessi principi adottati a livello ospedaliero ed ambulatoriale per aumentare il livello di garanzia e sicurezza nei confronti dei detenuti». La Toscana è stata una delle prime regioni a regolamentare con una legge il passaggio delle competenze in materia e la gestione della sanità in carcere. «E anche per quanto riguarda il governo del rischio clinico – ha aggiunto Daniela Scaramuccia – partiamo con un po’ di anticipo rispetto al resto d’Italia. Non sarà ovviamente una cosa immediata, per sviluppare questo strumento all’interno delle carceri occorrono varie fasi». Le linee di indirizzo sono state sviluppate e condivise con il Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria. Sono quattro le attività principali: l’organizzazione per la gestione del rischio clinico, il sistema di gestione del rischio clinico (che comprende gli strumenti operativi ed i flussi informativi per la sistematica identificazione, analisi e prevenzione del rischio clinico), le buone pratiche per la sicurezza dei pazienti (le mani pulite, prevenzione del rischio nutrizionale, scheda terapeutica unica, misura e gestione del dolore, Mews, Modified Early Warning Score), la formazione degli operatori alla gestione del rischio clinico, considerato il primo passo del processo. |
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CONVEGNO FAMIGLIA IN CRISI E TUTELA MINORE A TERAMO VENERDI´ 25 NOVEMBRE GIURISTI E PSICOLOGI A CONFRONTO |
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L´aquila, 24 novembre 2011 - L´assessore alle Politiche Sociali, Paolo Gatti interverrà venerdì, 25 novembre, alle 15 (università di Teramo- Aula Tesi) in qualità di relatore, al convegno "La famiglia in crisi e la tutela del minore : aspetti giuridici e psicologici", patrocinato dall´Università agli Studi di Teramo, dalla Città di Teramo e dal Consiglio dell´Ordine degli avvocati. Il convegno si aprirà alle 15 con il saluto del Sindaco, Maurizio Brucchi, dell´assessore alle Politiche Sociali, Giorgio D´ignazio, del presidente del Consiglio dell´Ordine degli Avvocati di Teramo Divinangelo D´alesio, del presidente dell´Ordine degli Psicologi d´Abruzzo, Giuseppe Bontempo, del rettore dell´Università Rita Tranquilli Leali, del direttore della Caritas Diocesi di Teramo - Atri don Igor Di Diomede. Dalle 16 prenderanno la parola i relatori: oltre all´assessore Gatti, l´avvocato Gianfranco Puca, Emanuela Torbidone, psicologa e psicoterapeuta, l´avvocato Giancarlo Quintiliani, consigliere comunale, Laura Corona, psicologa e piscoterapeuta, Giansaverio Cappa, presidente del tribunale di Teramo, Cecilia Angrisano, giudice del tribunale per i minorenni di L´aquila, Gianluca Reitano presidente |
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