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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 19 Marzo 2012 |
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UNITI PER IL RISCALDAMENTO E RAFFREDDAMENTO DA FONTI RINNOVABILI |
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Copenhagen, 19 marzo 2012 - La conferenza "Teaming up for renewable heating and cooling" (Uniti per il riscaldamento e raffreddamento da fonti rinnovabili) si terrà il 26 e 27 aprile 2012 a Copenaghen, in Danimarca. Servizi energetici puliti, efficienti, accessibili e affidabili sono indispensabili per la prosperità dell´Europa. Muoversi verso la sostenibilità energetica richiederà cambiamenti non solo nel modo in cui si fornisce l´energia, ma anche nel modo in cui la si usa. Le opportunità di miglioramento dal lato della domanda nell´equazione dell´energia sono tanto ricche e varie quanto lo sono quelle dal lato dell´offerta e spesso offrono significativi benefici economici. Nel corso dei prossimi dieci anni, il benessere e il futuro industriale degli europei dipendono da un´energia pulita, affidabile e accessibile poiché quasi il 50% dell´energia totale consumata in Ue ogni anno è usata per il riscaldamento. Le fonti alternative di energia come la biomassa, le fonti solari termiche, geotermiche e aerotermiche come alternativa per soddisfare le esigenze di riscaldamento e raffreddamento nell´Ue saranno il fulcro di questa conferenza. Il teleriscaldamento e il teleraffreddamento sono una tecnologia fondamentale che ha lo scopo di eliminare gradualmente l´uso diretto di carburanti fossili per il riscaldamento nelle zone urbane, permettendo l´attuazione di un approccio olistico a vari tipi di esigenze energetiche e fonti di calore sostenibili. La conferenza riunirà parti interessate, dirigenti industriali, ricercatori e funzionari dell´Ue, amministrazioni nazionali e locali per discutere le priorità di finanziamento della ricerca dell´Ue, lo sviluppo e l´innovazione, il punto di vista del mercato, l´integrazione su larga scala di riscaldamento e raffreddamento rinnovabili nella European Smart Cities and Communities Initiative. L´evento è organizzato sotto gli auspici della Presidenza danese dell´Unione europea. Per ulteriori informazioni, visitare il sito: http://conference2012.Eu// |
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A BOVES I MUTUI PER IL FOTOVOLTAICO
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Cuneo, 19 marzo 2012 - Accordo tra il Comune di Boves e la locale Cassa Rurale ed Artigiana di Boves per ottenere mutui, a tassi agevolati, per la costruzione di impianti fotovoltaici, a testimonianza dell’impegno di Comune e Cassa per la produzione di energie rinnovabili e per la tutela ambientale. Nella versione standard il mutuo potrà arrivare fino a € 15.000 per la costruzione di un impianto di 6 Kw, che sarà ammortato dagli incentivi in massimo 72 mesi. Alla scadenza, gli incentivi resteranno all’ex mutuatario per i 14 anni rimanenti e, senza limite di tempo, al cittadino, resterà il rimborso dell’autoconsumo. Www.comune.boves.cn.it |
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LA COMUNITÀ DEL REAL ESTATE MONDIALE A TU PER TU, CON LA SOSTENIBILITÀ A CANNES, L´ANIMA DEL MIPIM SCOMMETTE SULL´INNOVAZIONE |
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Milano, 19 Marzo 2012 - Non soltanto belli ma anche concepiti per l´abbattimento del consumo di energia e di acqua, dedicati ai bisogni dell´uomo e strettamente interconnessi al milieu. Così, la comunità del real estate mondiale riunitasi a Cannes, dal 6 al 9 Marzo per la 23°esima edizione del Mipim – la prima per la ´Building innovation´ - rivela la sua anima nella concezione e realizzazione di grandi progetti sul territorio. Ricordandoci che l´accrescimento e la re-distribuzione di valore sono la prima mission di ogni grande investitore e che natura, uomo e economia oltre a essere i pilastri su cui si erge la creazione del valore sono le tre gambe della crescita di ogni Paese. La sostenibilità degli edifici e flessibilità nell´organizzazione degli spazi, specie quelli del lavoro, sono gli atout emersi dal mercato nella maggior parte dei 555 progetti in vetrina - 96 realizzati e 323 in corso d´opera - nella tre giorni di Cannes. E se l´abbattimento dei consumi energetici e la sistematizzazone intelligente delle reti tecnologiche di approvvigionamento energetico interno agli edifici o esterno nelle città sono il filo rosso che avvicina la progettazione di “Archimede Solar” S.p.a o il “Water Cube” - il centro nazionale del nuoto di Pechino - portati da Tristam Carfrae - chair building design di Arup International Uk, alla “Masdar” - Co2 neutral city di Cristoph Kohlen - responsabile di Ecb Ecocommercial Building Program di Bayer Material Science Benelux, o alla “Cub” - Communauté Urbaine de Bordeaux con Fouzi Benkhelifa - Direttore associato di Explicit Francia per la pianificazione di una città peri-urbana - con la visione di Mark Barrow - Direttore strategico per lo sviluppo di Birmingham City Council Uk. Sono la sicurezza e la cura per la salute degli abitanti, la regolazione del comfort, con la possibilità di modellare nel tempo lo spazio interno sia di vita che di lavoro e di accogliere il mix funzionale nel rispetto dei luoghi che sono un corridoio ecologico a determinare gli ´edifici che respirano´, progetti centrati sull´habitat umano. A testimoniarcelo sono Gilles Betthaeuser - Chief Executive Officer di Aos Studley Uk, Thomas Brodocz - Vice President International Projects di Siemens Ag Germania e l´Architetto francese Manuelle Gautrand con i loro progetti. Tutti, uniti dalla “consapevolezza che il coinvolgimento diretto degli utenti finali in un processo win-win, lungo tutta la supply chain, è possibile e cuore di una strategia attiva di responsabilità sociale” conferma la moderatrice Sophie Nicolas - Project Manager di Be Citizen Francia. Uno spazio generoso quindi quello delle conferenze e delle sessioni di condivisione delle best practices, nei 280 metri quadri di parterre dedicato all´innovazione con la presenza degli operatori di mercato. Spazio che è stato trasversalmente coronato dalla cerimonia di consegna degli awards ai migliori progetti. Per tutti, il filo rosso è quello della ecosostenibilità. Lo è in modo particolare per il premio assegnato al campione nell´efficienza energetica, l´edificio “Odyssee” che ospita “Carros” - l´Automation center di Schneider Electric - un centro di ricerca e sviluppo internazionale per l´automotive e lo sviluppo di sistemi intelligenti. “Innovare nell´architettura è un processo che si svolge con la stretta integrazione delle competenze, con la possibilità di adeguare in itinere i contenuti del progetto raccogliendo il feedback da parte dell´utilizzatore finale, mitigando l´impatto ambientale sul territorio ma soprattutto progettando a partire dal modello di generazione e distribuzione dell´energia” ci dice l´architetto Pierre Louis Cochet, di Arche 5 il cabinet che ne ha concepito l´intervento (insieme a Gse Group e a Schneider Electric). E lo è con l´apertura, la accessibilità e la trasparenza che l´altro campione di uno sviluppo attento alle risorse, usa per trasformare la vecchia casa della cultura di Copenhagen in “The Library” - un centro e una biblioteca per la comunità di quartiere (Cobe e Transform con Copenhagen City Properties)- vincendo così il premio per la migliore ri-progettazione mondiale, dove nella categoria batte bandiera il milanese “Palazzo Aporti”. Mentre arriva“L´express Rail Link West Kowloon Terminus” di Aedas Limited, a incarnare al meglio tutte le sfide del nostro comune avvenire. Certo, di sostenibilità alla 23esima esposizione mondiale del property se ne misura molta, anche soltanto facendo due passi tra gli stand. Urbanistica sostenibile, con il “Parc des Portes” tra Denis e Auberville vicino a Parigi, di Icade insieme a Veolia Environment: un campus dove il mix funzionale si integra con la compensazione climatica, o con “The Alliance of Energy” che vede il Manchester City Council, con Siemens Ag e Argent Group impegnati per la realizzazione di una rete di teleriscaldamento alimentata da energia rinnovabile nella Gran Bretagna che abbatte le emissioni di Co2 o con “Skolkovo” - l´Innovation Center russo che concentra il capitale intellettuale internazionale. Mentre è il “Vertical farming” - un progetto di insediamenti agricoli - e i materiali ricostituiti di Jec, portati dalla danese Gxn di Kim Herforth, o lo svedese “Ess” - The European Spallation Source, un accelleratore di particelle alimentato da sola energia rinnovabile - o “Symbiocity” - il network di imprese per la sostenibilità svedese – a fare mantenere ai paesi scandinavi, con il loro robusto approccio ´cradle to cradle´, la leadership indiscussa nel green engagement. “Innovazione e sviluppo sostenibile sono fortemente legati tra loro, non c´è una senza l´altro” e “con l´ innovazione è possibile introdurre le migliorie che possano aumentare il valore degli immobili”in un´ottica ´olistica´, nota Filippo Rean – Direttore generale del Mipim. E soltanto chi si assume il rischio del capitale anche con coraggio, dal latino coraticum attraverso il cuore e lo conduce a una opportunità può innovare, ci ricorda Glan Blake Thomas - Chief Executive Officer di Aet Uk, da vent´anni leader nella realizzazione di sistemi flessibili di areazione e approvvigionamento energetico: “le persone che sono abbastanza entusiaste da pensare di cambiare il mondo, sono quelle che al fine, lo fanno”. Costruire dunque può essere sostenibile? Nonostante le difficoltà logistiche e di trasporto che può comportare il viaggio per raggiungere dall´Italia la città di Cannes, il Mipim di quest anno può affermare con vigore la sua intima originale risposta, ricordandoci che il territorio dell´innovazione non ha confini e che ne vale sempre il viaggio, dei viaggi. |
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LAVORI PUBBLICI: "PREZZARIO FVG" PRONTO ENTRO FINE 2012 |
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Udine, 19 marzo 2012 - Si dovrebbe concludere negli ultimi mesi 2012 l´aggiornamento del cosiddetto "Prezzario regionale dei lavori pubblici", in pratica il riferimento ufficiale per redigere i computi metrici estimativi (cioè il costo di costruzione) di un´opera pubblica che, dunque, rappresenta il principale orientamento economico in campo edile. L´assessore alle Infrastrutture e ai Lavori pubblici Riccardo Riccardi ha infatti riunito oggi ad Udine il "Tavolo tecnico" che nel corso dei prossimi mesi dovrà completare il lavoro di ristesura del Prezzario Fvg 2003, dopo gli aggiornamenti già effettuati nel 2006 e nel 2011. Del "Tavolo", istituito dalla Regione nel marzo 2010, fanno parte le rappresentanze regionali delle Camere di commercio, dei costruttori edili (all´odierna riunione è intervenuto il presidente Ance di Gorizia, Aureliano Hoffmann) e degli artigiani, degli Ordini e dei Collegi professionali "tecnici" (ingegneri, architetti, geologi, geometri e periti), dei Comuni e delle Province (Anci ed Upi). Il Prezzario, "opera dinamica, che dovrà risultare facilmente aggiornabile" (ha osservato il direttore regionale dei Lavori pubblici Dario Danese), rappresenta "uno sforzo collettivo, un´occasione, non una soluzione", ha sottolineato l´assessore Riccardi, anche per cercare di incidere sulle dinamiche dei prezzi di costruzione delle opere pubbliche in Friuli Venezia Giulia. L´assessore Riccardi ha così citato alcuni dati relativi al triennio 2008-2010 (frutto del lavoro dell´Osservatorio degli Appalti, voluto dalla Regione sin dal 1993) che segnalano un complesso di 581 lavori pubblici aggiudicati e conclusi nel 2011, per un costo finale di circa 267 milioni di euro, uno scostamento di aggiudicazione in ribasso di 19,5 milioni di euro, pari ad un -6,81 per cento. Con il criterio del "massimo ribasso", nello stesso triennio 2008/10, la media dei ribassi di aggiudicazione per tutte le classi di importo (comunque superiori ai 150 mila euro) è risultato in costante aumento, passando dal 7,7 per cento del 2008 al 12,5 per cento del 2009, al 15,9 per cento nel 2010. Sempre dalla relazione 2011 dell´Osservatorio degli Appalti, si desume che la programmazione 2010-2012 dei lavori pubblici in Friuli Venezia Giulia riguarda nel complesso 4.744 interventi, con un costo totale di circa 3,4 miliardi di euro. Il settore di opere più programmate riguarda il comparto "Strade" (pari al 28,48 per cento in termini di numero di interventi, corrispondente al 19,8 in termini di valore economico), seguito da "Edilizia sociale e scolastica" (rispettivamente 14,4 e 13,8 per cento) e da "Altra edilizia pubblica" (8,94 e 12,0 p.C.). |
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VARESE: FONDI UE DECISIVI PER AZIENDE TAVOLO DI CONFRONTO SULLE OPPORTUNITÀ OFFERTE DALL´UNIONE I 125 MLN DELL´EUROPA NE HANNO FRUTTATI 300 PER 70 PROGETTI |
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Varese, 19 marzo 2012 - I programmi dell´Unione europea sono opportunità strategiche, a supporto della competitività, che le imprese devono sfruttare maggiormente per fare rete, investire in tecnologia e innovazione e aprirsi ai nuovi mercati. È questo l´invito che l´assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Raffaele Cattaneo ha rivolto il 16 marzo agli imprenditori nel corso del Tavolo di confronto che si è tenuto presso la sede territoriale della Regione a Varese. Leader Per Uso Fondi Ue - ´La Lombardia - ha detto Cattaneo - con il 21,45 per cento dei contributi assegnati, è la seconda realtà italiana in termini di capacità di utilizzazione del budget nell´ambito del Vii Programma Quadro Ricerca e Sviluppo dell´Unione europea, a fronte di un dato nazionale dell´8,43 per cento. L´obiettivo è migliorare questa performance e l´incontro di oggi può contribuire a raggiungerlo, anche attraverso la consulenza e l´azione di lobbying che la nostra sede a Bruxelles può offrire´. ´Abbiamo messo in campo numerose iniziative - ha proseguito l´assessore - per supportare le nostre aziende: dall´Accordo di programma sulla Competitività al ´pdl sviluppo´, ma in un momento come quello attuale, in cui la disponibilità dei finanziamenti pubblici è quasi azzerata, le risorse comunitarie sono un´opportunità che non possiamo permetterci di non cogliere´. Effetto Moltiplicatore Dei Fondi Europei - I progetti europei sono importanti anche per l´effetto moltiplicatore e il ´plus´ che sono in grado di generare. ´Il valore dell´investimento complessivo dei 70 progetti finanziati con i fondi Por-fesr 2007-2013 - ha spiegato Cattaneo - è di quasi 300 milioni di euro, a fronte di un contributo europeo di 125 milioni. Questo significa che ogni euro di contributo della Ue ne ha generato circa 2 e mezzo´. Tessuto Imprenditoriale Vivo - In provincia di Varese sono attive oltre 64.000 aziende, già in possesso o in grado di sviluppare le competenze tecniche adeguate e con la capacità di fare sistema tra i soggetti del territorio. ´Si tratta di un tessuto imprenditoriale vivo - ha ricordato Cattaneo - che ha un rapporto consolidato con le Istituzioni e gli istituti di ricerca, a partire dalle relazioni con potenziali partner d´eccellenza come il Centro Comune di Ricerca di Ispra´. L´impegno Della Regione - Ieri sono state presentate alla Segreteria tecnica del Patto per lo Sviluppo le linee guida del 2012 per l´accordo di programma sulla Competitività. Le misure sono articolate in tre assi: Competitività delle imprese, attrattività e competitività dei territori e progetti di sistema a supporto delle piccole e medie imprese e dell´imprenditorialità. A sostegno dello sviluppo del sistema lombardo, nel 2011, sono stati approvati 50 interventi, per circa 95 milioni di euro, che hanno riguardato i voucher per l´internazionalizzazione e per l´innovazione, i bandi Ergon per la creazione di reti di imprese e le iniziative di sostegno al credito. 100 Azioni Per Essere Più Forti - L´assessore ha inoltre ricordato il progetto di legge ´Misure per la crescita, lo sviluppo e l´occupazione´, che punta a promuovere le condizioni per una ripresa autonoma delle attività di impresa. ´In questo ambito abbiamo individuato circa 100 azioni per la crescita - ha spiegato Cattaneo - articolate intorno ad alcune leve strategiche come la crescita e riqualificazione del capitale umano, la semplificazione, lo sviluppo delle reti (infrastrutture e banda larga) e la promozione della green economy e delle energie rinnovabili. Il tutto nell´ottica di coniugare crescita e sostenibilità, così come richiede la Strategia Europa 2020´. Un Tavolo Allargato - All´incontro erano presenti, tra gli altri, il presidente della Provincia Dario Galli, il sindaco Attilio Fontana, il presidente della Camera di commercio Bruno Amoroso, il direttore della delegazione della Regione presso la Ue Gianlorenzo Martini, il responsabile del settore Sviluppo sostenibile della delegazione lombarda presso l´Unione europea Folco Ciulli e i referenti territoriali interessati. |
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SARDEGNA: ACCORDO FRA REGIONE, SFIRS E ABI. |
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Cagliari, 19 Marzo 2012 - "Il Fondo è stato calibrato in modo da aderire alla normativa comunitaria sugli aiuti di stato. Le garanzie sosterranno soprattutto le operazioni di investimento, oltre che quelle di liquidità. Si punta ad agevolare la rinegoziazione di prestiti esistenti concessi a favore delle piccole e medie imprese attraverso tassi d´interesse più sostenibili e rimborsi più prorogati nel tempo, e la capacità di finanziare le scorte, che rappresenta uno degli elementi più delicati dell’attuale crisi della finanza". E’ quanto affermato dal vice presidente della Regione e assessore della Programmazione Giorgio La Spisa, in merito alla firma del nuovo Protocollo di intesa per il Fondo di Garanzia indirizzato ad agevolare le piccole e medie imprese della Sardegna, siglato il 16 marzo tra Regione, rappresentata dal Centro Regionale di Programmazione, Sfirs e Associazione Bancaria Italiana (Abi). "Con questa firma vengono accolte le proposte emerse nel corso degli incontri del Forum regionale del Credito - riprende La Spisa - che puntavano a semplificare le procedure operative per rendere il fondo ancor più fruibile dalle imprese". Tre firme anti crisi, quelle di Regione, Sfirs e Abi, per fissare le nuove regole operative della ‘garanzia diretta’ per chi fa impresa nell’isola. A gestire il Fondo di Garanzia, primo in Italia per risorse messe a disposizione, sarà la Sfirs in collaborazione con le banche. L’obiettivo è quello di eliminare o frenare gli effetti dell’attuale ciclo economico che impediscono a gran parte delle imprese di accedere al credito attraverso uno strumento più dinamico e un sistema di garanzie più semplice per chi investe o rinegozia il debito attuale. Il Fondo di garanzia è operativo da settembre 2010, con una dotazione finanziaria complessiva di 243,2 milioni di euro, in gran parte Fondi dell’Unione europea (Fesr), più le risorse regionali e nazionali, e con gli stessi criteri di valutazione usati dal Mediocredito Centrale. Oltre alle controgaranzie e cogaranzie sugli interventi finanziari garantiti dai consorzi fidi, il fondo si dota ora degli strumenti per concedere le garanzie dirette: cioè garanzie irrevocabili, incondizionate e richiedibili a prima richiesta. Molto ampia la gamma di operazioni previste: operazioni già deliberate dalle banche o ancora da deliberare, sia a breve che a medio e lungo termine. Il Protocollo d’intesa è stato reso possibile da una serie di misure di semplificazione emanate dalla Regione che hanno reso il fondo di garanzia più efficace. Sono state fissate ad esempio nuove percentuali di accantonamento, che garantiscono meglio le banche a seconda del diverso grado di rischiosità dell’operazione per la quale è richiesta la garanzia. Gli istituti di credito presenti in Sardegna saranno informati in dettaglio dalla Sfirs sul funzionamento del fondo e potranno verificare quanti crediti in più saranno concessi. La presenza dell’Abi assicura che nell’attuazione dell’accordo saranno coinvolte direttamente i principali istituti di credito. Fiduciosi i vertici delle banche. Giuseppe Cuccurese, direttore generale della Banca di Credito Sardo, ritiene che: "Finalmente saranno più facilmente fruibili le ingenti risorse finanziarie messe in campo dalla Regione" e sottolinea che “Si sta già lavorando con Sfirs a una necessaria semplificazione delle procedure e all´adozione di meccanismi di funzionamento più snelli, per far sì che questo strumento "di sistema" possa essere utilizzato in tempi brevi dalle tante imprese che, nonostante le difficoltà, mantengono ancora potenzialità reddituali”. Le banche si impegnano a promuovere le garanzie dirette con le risorse del Fondo, mentre la Sfirs verificherà le condizioni. La regia della Regione agirà per riservare il 40 per cento del fondo alle garanzie dirette. Più basso sarà il tipo di rischio, minore sarà il capitale assorbito dalle banche, più numerosi gli impieghi delle risorse. Per classificare il rischio si tiene conto sia della fase del “ciclo di vita” dell’azienda (costituita da meno di tre anni, oppure da più di tre e meno di cinque, o invece più consolidata) sia del tipo di finanziamento (con ipoteche o senza). L’impegno sarà perciò più intenso per le imprese giovani e finora meno garantite, ma spesso innovative. Per le imprese più consolidate si vuole invece colmare quella differenza di garanzia che nei momenti di crisi impedisce l’accesso al credito. |
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LOMBARDIA. GIBELLI: L´ECONOMIA DI MONTAGNA È VIVA IL VICE PRESIDENTE INAUGURA STABILIMENTO A EDOLO REGIONE HA FORZA IMPRENDITORIALE PER AIUTARE AZIENDE |
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Edolo/bs, 19 marzo 2012 - ´L´economia di montagna non è arrivata al capolinea come tanti economisti tentano di sottolineare, ma ci vogliono alcuni ingredienti: il coraggio degli imprenditori, la qualità del lavoro e la tecnologia che non può mancare e che serve a qualsiasi latitudine. Tutto questo è un mix vincente´. Ha esordito così il 15 marzo Andrea Gibelli, vice presidente e assessore all´Industria e Artigianato, aprendo alla Coster (tecnologie elettroniche) di Edolo (Bs) la 48a tappa dell´´Assessorato itinerante´. Una visita importante quella del vice presidente, che ha coinciso con l´inaugurazione, da parte di Coster, di un nuovo stabilimento per un valore di oltre due milioni di euro. Coster Tecnologia E Innovazione - Coster nasce nel 1967 come azienda operante nel settore del controllo dell´energia in materia di automazione, regolamentazione e controllo di impianti di condizionamento, riscaldamento e climatizzazione. Un´azienda che ha fatto della divulgazione tecnologica e della formazione uno dei pilastri della sua attività. Istituzioni Devono Esaudire Richieste Imprenditori - ´Le istituzioni - ha proseguito il vice presidente di Regione Lombardia - devono fare quello che chiedono gli imprenditori. Serve creare delle infrastrutture, serve ridurre il costo dell´energia, serve un peso fiscale evidentemente più basso rispetto a quello attuale´. ´La forza imprenditoriale e gli strumenti che Regione Lombardia sta mettendo a disposizione - ha proseguito Gibelli - possono incentivare questa iniziativa´. |
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CREDITO ALLE IMPRESE, DOMANDA STABILE A RAVENNA |
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Ravenna, 19 marzo 2012 – La città ha registrato la maggiore stabilità nella domanda di credito attivata dalle imprese locali (79,3%). È comunque presente una quota di imprese, pari al 17,1%, che nel corso del 2011 ha visto aumentare la propria richiesta di finanziamenti. Nell’ambito dell’Osservatorio regionale sul credito in Emilia-romagna, Unioncamere e Istituto Tagliacarne hanno condotto una indagine campionaria sull’accesso al credito delle imprese della regione. Il rapporto completo è disponibile sul sito della Camera di Commercio. Dall’indagine emerge che il tessuto produttivo della provincia di Ravenna, pur risentendo degli effetti della crisi internazionale, mostra una capacità di tenuta allo scenario economico negativo migliore rispetto alla media regionale. Infatti il 22,0% delle imprese intervistate ha registrato, nel corso del 2011, un aumento del volume d’affari (20,6% a livello regionale) mentre la quota di imprese che hanno subito una riduzione del proprio fatturato (37,3%) è inferiore di 4 punti percentuali a quella dell’Emilia-romagna nel suo complesso. Tuttavia, le prospettive per il 2012 sono meno rosee rispetto alla media regionale, con l’8,1% delle imprese che si aspetta un aumento di fatturato e ben il 42,6% che invece prevede una contrazione delle entrate. Le scelte finanziarie delle imprese operanti in provincia di Ravenna sono in linea con il profilo medio regionale: il 58,0% delle imprese ricorre all’autofinanziamento, canale privilegiato di reperimento di risorse, seguito dai finanziamenti bancari (55,3%). Poco inferiore alla media regionale è il ricorso a leasing/factoring (12,7%) mentre più diffuso rispetto al complesso dell’Emilia-romagna è il venture capital (0,7%). Andando ad approfondire il grado di utilizzo del canale bancario, il 74,5% degli intervistati dichiara di avere relazioni di affidamento in essere con il sistema creditizio, percentuale elevata, ma inferiore di 2 punti percentuali rispetto alla quota emiliano romagnola (76,5%). La stragrande maggioranza delle risorse finanziarie concesse alle imprese operanti in provincia di Ravenna nel corso del 2011 è stata destinata a soddisfare le esigenze di gestione corrente, mentre appena il 12,4% delle imprese intervistate ha utilizzato il credito bancario per avviare progetti di investimento, a fronte di una media regionale del 14,3%. La bassa propensione ad investire, inferiore rispetto al profilo medio emiliano-romagnolo, suggerisce che il tessuto produttivo locale, a seguito del clima recessivo, abbia preferito congelare progetti di lungo termine in attesa di una congiuntura più favorevole. Rispetto alle altre province emiliano-romagnole, quella di Ravenna ha registrato la maggiore stabilità nella domanda di credito attivata dalle imprese locali (79,3%). È comunque presente una quota di imprese, pari al 17,1%, che nel corso del 2011 ha visto aumentare la propria richiesta di finanziamenti. In riferimento all’ammontare di credito erogato, si registra una tendenza del sistema bancario ad aumentare il monte fidi concesso in maniera più pronunciata rispetto a tutte le altre province dell’Emilia-romagna: il 18,9% degli intervistati rileva infatti un incremento dei finanziamenti concessi. Ad ogni modo, i giudizi delle imprese della provincia si orientano prevalentemente sulla stabilità (73,0%). È interessante comunque osservare che l’offerta di credito nella provincia di Ravenna si mostra più dinamica di quella registrata a livello medio in Emilia-romagna. A delineare un atteggiamento positivo da parte degli istituti di credito nei confronti delle imprese operanti in provincia di Ravenna, contribuisce anche il dato relativo alle richieste di rientro, ricevute da appena il 7,3% delle imprese intervistate (a fronte di una media regionale pari all’11,1%). Tale risultato suggerisce che le imprese locali non hanno incontrato difficoltà nel remunerare le proprie posizioni debitorie. Per quanto riguarda l’evoluzione dell’onerosità dei costi di affidamento, le imprese attive in provincia di Ravenna sembrano incontrare meno difficoltà della media regionale: ben il 90,1% degli intervistati dichiara che l’ammontare di garanzie richieste per l’ottenimento di finanziamenti è rimasto invariato nel corso del 2011 e oltre metà del campione non rileva variazioni del tasso di interesse o delle commissioni applicate ai fidi. Ad ogni modo, sebbene inferiori alle altre province emiliano-romagnole, le quote di imprese che hanno registrato incrementi di queste ultime due voci di costo rimangono elevate (nel 47,7% dei casi si rileva un rialzo del tasso di interesse e nel 46,7% un inasprimento delle commissioni). Proprio l’aumento dei costi risulta essere la criticità maggiormente lamentata nei rapporti tra sistema bancario e tessuto imprenditoriale, con una percentuale (pari al 27,0%) superiore alla media regionale. Più avvertiti rispetto al profilo medio dell’Emilia-romagna sono anche l’aumento del tasso di interesse (16,2%) e la riduzione dell’orizzonte del debito (5,4%). Al contrario, la riduzione del credito concesso non è un problema percepito in maniera rilevante (4,5%), come era prevedibile sulla base dei risultati emersi in precedenza. Complessivamente, comunque, le imprese operanti in provincia di Ravenna sono sostanzialmente soddisfatte delle proprie relazioni con gli istituti di credito (il 42,3% degli intervistati non sottolinea alcuna criticità). I rapporti con il sistema dei Confidi - La Camera di Commercio di Ravenna si è dimostrata, da sempre, particolarmente sensibile verso le esigenze di credito delle imprese tramite il supporto (finanziario e operativo) all’attività dei consorzi fidi (Confidi). Valutando il grado di utilizzo del sistema dei Confidi, la provincia di Ravenna si colloca poco al di sotto della media regionale (23,3% a fronte del 25,1% relativo all’Emilia-romagna nel suo complesso). Sebbene la maggioranza delle imprese che vi hanno fatto ricorso abbia espresso soddisfazione circa l’operato dei Confidi (con una quota pari all’85,0%), una percentuale superiore rispetto al profilo medio regionale ha lamentato delle criticità rispetto ai servizi resi all’azienda (il 15,0% a fronte dell’11,9% relativo all’Emilia-romagna).ricorso al Confidi e giudizio sui servizi da esso offerti da parte delle imprese in Emilia-romagna e in provincia di Ravenna (Valori percentuali) |
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BOLZANO: WIDMANN SULLE LIBERALIZZAZIONI NEL COMMERCIO: CHANCE PER I CENTRI URBANI, TUTELA AL DI FUORI |
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Bolzano, 19 marzo 2012 - L´alto Adige ha un nuovo ordinamento nel settore del commercio. In serata il Consiglio provinciale ha approvato il disegno di legge provinciale dell´assessore Thomas Widmann che adegua il sistema altoatesino alle nuove direttive del governo sulle liberalizzazioni. "La nostra impostazione prevede maggiori spazi di manovra per lo sviluppo del commercio nel centro urbano, mentre al di fuori di questo abbiamo confermato un regolamento restrittivo", sintetizza Widmann. "Abbiamo dovuto recepire l´impostazione di fondo del governo sulle liberalizzazioni nel commercio ma allo stesso tempo abbiamo saputo sfruttare le competenze garantite dall´autonomia per evitare una liberalizzazione totale che rischiava di trasformarsi in caos", afferma Widmann, soddisfatto per l´approvazione in Consiglio del ddl della Giunta provinciale: "Credo che la combinazione tra una liberalizzazione nei centri urbani e un regolamento restrittivo al di fuori di essi rappresenti un equilibrio adeguato." Con la liberalizzazione si aprono nuove chances per i centri urbani, "che potranno svilupparsi in modo più dinamico", osserva Widmann: non è più necessario il rilascio di una licenza ma è sufficiente una comunicazione di inizio attività al Comune; spariscono il contingentamento della superficie di vendita e le tabelle merceologiche nonché l´obbligo di rispettare il rapporto di cubatura di 60% per l´edilizia abitativa e 40% per commercio e servizi. "Il potenziale di sviluppo nei centri cittadini è quindi notevole e confidiamo che questa opportunità venga sfruttata per valorizzare il cuore del centro abitato", spiega Thomas Widmann. Per contro le limitazioni sono introdotte nel verde agricolo, dove il commercio al dettaglio viene ammesso solo per quanto prodotto direttamente dal contadino o per prodotti strettamente collegati a un´infrastruttura del tempo libero (pista ciclabile, campo da golf). Nelle zone produttive invece il commercio al dettaglio è consentito solo per 5 tipologie: autoveicoli, macchinari e attrezzi agricoli, mobili, materiale edile e bevande in confezioni all´ingrosso. "Con questo nuovo ordinamento evitiamo la crescita disordinata, la frammentazione, la realizzazione di centri commerciali nel verde agricolo che distruggono il negozio", conclude l´assessore Widmann. Una legge dunque a tutela dei commercianti e soprattutto dei consumatori, perchè tutela il commercio di prossimità e mantiene vivi i centri di città e paesi. |
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ISTAT. EXPORT, PUGLIA PRIMA REGIONE. VENDOLA:UNICO SPREAD CHE RIEMPIE ORGOGLIO |
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Bari, 19 marzo 2012 - La Puglia è la prima regione in Italia per la crescita delle esportazioni. Ad annunciarlo è il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, dopo aver letto il report Istat dedicato alle esportazioni nelle regioni italiane. Nell’arco di 12 mesi del 2011 l’export pugliese è cresciuto del 17,9% rispetto allo stesso periodo del 2010. È il dato migliore in Italia. Seconda regione per incremento è la Sicilia, dove la crescita è del 15,5%, mentre al terzo posto si collocano a pari merito l’Abruzzo e la Liguria con una crescita del 14,7%. Sull’intero territorio nazionale, invece, l’aumento si ferma all’11,4%. “La differenza di 1,25 miliardi di euro tra i dati assoluti del 2011 rispetto a quelli del 2010 è l’unico spread che ci riempie di orgoglio”, ha commentato Vendola. “La Puglia è espressione di un’inversione di tendenza che dimostra come si possa uscire dallo stereotipo del Sud piagnone. Siamo un piccolo territorio che ha saputo proporsi al grande mondo globale pur restando fedele a se stesso, ai suoi valori e alle sue tradizioni. Ci siamo presentati ai mercati esteri aprendo la serratura del futuro con le chiavi dell’innovazione. Ed oggi siamo il territorio in Italia che cresce di più sui mercati esteri”. Nel 2011 le vendite all’estero della Puglia valgono 8,159 miliardi di euro con una crescita rispetto ai valori precrisi del 2008 di 719milioni. In quell’anno infatti furono esportate merci per 7,440 miliardi. Dunque la Puglia ha superato i valori precedenti alla crisi globale del 9,6%. Se poi guardiamo ai numeri assoluti del 2010, si passa da 6,919miliardi agli 8,159 attuali, una crescita appunto di 1,250 miliardi di euro. “Questo primato – ha concluso Vendola – ci conforta sulla bontà delle politiche attuate in tema di internazionalizzazione, ma soprattutto ci insegna che le aziende spinte anche dagli incentivi regionali hanno imparato ad innovare e così sono diventate più competitive e più forti sui mercati esteri. Basti pensare che solo per ricerca e innovazione dal 2009 ad oggi abbiamo finanziato 615 progetti per 304,2 milioni di incentivi”. |
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FVG, IMPRENDERÒ: DEFINITIVO OK A REGOLAMENTO PER CONTRIBUTI A NUOVA IMPRESA |
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Pordenone, 19 marzo 2012 - Dopo il parere favorevole espresso dal Consiglio delle Autonomie locali, che ha proposto alcune integrazioni e modifiche al testo approvato in via preliminare, su proposta dell´assessore al lavoro e alla formazione, Angela Brandi, la Giunta regionale ha dato il definitivo via libera al Regolamento per la concessione e l´erogazione di contributi per il sostegno alla costituzione di nuove imprese, nell´ambito della terza edizione del Progetto Imprenderò. Una terza edizione grazie alla quale, ricorda Brandi, "la Regione dà corpo, oltre che forma, all´obiettivo di creare nuova impresa". Infatti "se nel passato lo strumento comprendeva esclusivamente la parte formativa finalizzata a creare nuovi imprenditori, da quest´anno ci sarà anche l´erogazione di un contributo per l´avvio di un´attività autonoma, destinato a chi ha seguito il ciclo dei corsi". Fra le spese ammissibili figurano quelle per l´avvio dell´impresa, sia per le consulenze tecnico-amministrative, sia per l´acquisizione di macchinari o di arredo per gli uffici, così come di computer e programmi informatici. A disposizione vi sono complessivamente 400 mila euro e il contributo va da un minimo di 10mila ad un massimo di 30mila euro; può anche essere concesso un anticipo fino al 70 per cento. Alla richiesta va allegato un attestato di frequenza ai corsi previsti, nonché un piano di impresa che illustri l´attività avviata e i relativi impegni di spesa. La domanda di contributo andrà recapitata alla Provincia competente, cui ora spetta fissare i termini per la presentazione. Sul piano formativo con questo nuovo intervento vengono riconfermate azioni quali il passaggio generazionale, o la trasmissione d´impresa con riferimento alle attività di particolare pregio e valore storico artistico. Tra le iniziative figura anche la formazione manageriale in favore delle piccole e medie imprese. Il progetto Imprenderò ha lo scopo di creare nuovi imprenditori, fornendo servizi integrati di orientamento, formazione, tutoraggio e consulenza. Da una visione strategica che persegue una politica di pari opportunità questo intervento si dimostra particolarmente importante, poiché, fra le altre cose, può contribuire a rafforzare la presenza femminile tra gli imprenditori. |
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OSSERVATORIO SUL CREDITO A PIACENZA |
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Piacenza, 19 marzo 2012 - La maggioranza delle imprese dell’Emilia-romagna registra aumenti del tasso di interesse (55,9%) e delle commissioni (54,0%) applicati dal sistema bancario. Stabile invece il livello di garanzie necessarie all’ottenimento di finanziamenti (per l’84,9% delle imprese). È quanto emerge dall’indagine condotta da Unioncamere Emilia-romagna su un campione di 1.500 imprese rappresentativo della realtà imprenditoriale regionale a fine 2011 nell’ambito dell’Osservatorio regionale sul credito in Emilia-romagna. Anche a Piacenza le imprese hanno lamentato sia un inasprimento dei tassi di interesse che un aumento delle commissioni applicate sui finanziamenti. Le percentuali di queste risposte sono superiori rispetto a quelle medie regionali. Un altro dato significativo è che un’impresa su cinque dichiara di aver ricevuto richiesta di rientro dalle proprie esposizioni debitorie (la quota è la più elevata dell’intera Emilia Romagna, a fronte di una media regionale pari all’11,1%). La disponibilità di credito è rimasta invariata, secondo la maggioranza delle imprese. Da queste si discostano quelle per le quali il monte fidi è aumentato (il 9,1% degli intervistati) e quelle per le quali è diminuito (13,1% degli intervistati). A fronte di questi risultati emerge però che il 52% del campione non individua criticità nel rapporto con le banche (nella media regionale questo valore scende al 43,5%). Le scelte finanziarie delle imprese di Piacenza privilegiano l’autofinanziamento (60% dei casi), i finanziamenti bancari e quindi il capitale familiare o dei soci. Meno diffuso rispetto alla media regionale il ricorso al leasing (12,3% degli intervistati contro la media del 14,5%). Danno risultati superiori alla media della regione invece il ricorso a prestiti da società di intermediazione o a Poste italiane. Nel corso del 2011 gran parte delle risorse finanziarie concesse dagli istituti di credito alle imprese locali sono state destinate a soddisfare le esigenze di gestione corrente, tuttavia la provincia di Piacenza è quella che ha mostrato una maggiore propensione all’investimento: il 22,3% delle imprese si è attivata in questo senso, a fronte di una media regionale del 14,3%. L’indagine ha verificato anche l’incidenza delle imprese che hanno usufruito del sistema dei confidi. Si tratta a Piacenza del 19,2% del totale delle intervistate. La media regionale è in questo caso maggiore: 1 impresa su 4 in regione dichiara di essersi avvalsa dei consorzi fidi. La maggioranza delle aziende che ha utilizzato i confidi ha comunque espresso soddisfazione sull’operato di questi soggetti. “Il rapporto tra imprese e credito è, allo stesso tempo, estremamente delicato e fondamentale per lo sviluppo di un territorio” dice Carlo Alberto Roncarati, Presidente di Unioncamere Emilia-romagna; “se questo è vero in ogni momento della storia di un’economia, lo è ancor di più in una fase nevralgica come quella che stiamo vivendo”. Si spiega così la decisione del Sistema camerale dell’Emilia-romagna di estendere al 2012 l’Osservatorio regionale sul credito e di intensificarne le attività prevedendo due rilevazioni campionarie, con cadenza semestrale. Le specifiche tecniche dell’indagine - L’indagine sul campo ha interessato un campione di imprese operanti in Emilia-romagna. Il metodo statistico utilizzato per estrarre i soggetti/imprese da intervistare è stato quello del campione stratificato proporzionale, finalizzato ad un’indagine qualitativa multiscopo. La stratificazione è avvenuta considerando il peso dei comparti di attività economica in cui si è suddiviso il tessuto di impresa all’interno delle nove province dell’Emilia-romagna, mentre l’estrazione all’interno dei gruppi è stata effettuata attraverso l’utilizzo di apposite tavole di numeri casuali. Le 1.500 interviste alle aziende, realizzate nel periodo compreso fra il 1 ed il 21 dicembre 2011, sono state effettuate telefonicamente con sistema C.a.t.i. (Computer Assisted Telephone Interviewing), attraverso la somministrazione ai Titolari/responsabili delle imprese di un questionario strutturato. Al fine del raggiungimento del previsto numero di interviste è stato necessario contattare 11.174 aziende. |
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APEA: UN’AZIONE COMUNE A FAVORE DELLE IMPRESE |
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Sesto San Giovanni, 19 marzo 2012 – Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate si propongono con convinzione sulla scena nazionale come fondamentale strumento di supporto alle imprese, obbligate in questo momento di crisi a contenere i costi ma anche chiamate dal mercato e dalle normative a forti investimenti nell’innovazione sostenibile. Non solo, dai tavoli di lavoro promossi in questi mesi da Life Eta Beta, emergono realtà Apea capaci di essere anche nel lungo periodo veicolo di sostenibilità e di promozione per i territori. “Quando si parla di Apea – chiarisce Carlo Lio, Ad di Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo, capofila del progetto europeo - ci riferiamo a realtà che aggregano più imprese fisicamente contigue le une alle altre, gestite in maniera unitaria da un soggetto preposto, che adotta tecnologie ambientali condivise con il fine di ottimizzare le prestazioni delle singole imprese e non rinunciare a scelte sostenibili. E’ un tema di portata europea di cui Eta Beta discuterà anche il prossimo 27 marzo a Siviglia, in quella che sarà la prima conferenza internazionale dedicata all’argomento.” Il Ruolo delle Apea - Prima e dopo il meeting di Milano (30 novembre 2011) oltre una ventina di Apea hanno lavorato insieme per confrontare le proprie esperienze, per condividere le proprie difficoltà e i propri punti di forza, per individuare una propria metodologia di riferimento all’interno di visioni comunque molto eterogenee. Nei tavoli di lavoro si è verificato che i Soggetti Gestori delle Apea, a seconda dei casi, si occupano delle infrastrutture d’area, della gestione degli immobili, della promozione della nuova imprenditorialità (sempre più “green”). L’applicazione di nuove tecnologie ambientali in materia di contenimento o abbattimento dell’inquinamento si rivela sempre più fattore d’innovazione e di sostenibilità. Il quadro di riferimento è quanto mai interessante e ricco di potenzialità. E’ risultato palese che le imprese trovano vincente l’adesione alle Apea innanzitutto quando dall’appartenenza scaturiscono una netta riduzione dei propri costi di gestione, una semplificazione amministrativa. Elementi concreti cioè che le rendono più competitive sui mercati. Il Ruolo delle Regioni - La legittimità del Soggetto Gestore delle Apea scaturisce, oltre che dalla sua capacità di ottenere risultati tangibili e di comunicarli, dall’esistenza di una normativa chiara e unitaria in materia. Le Regione sono le referenti principali sul tema ma al momento presentano ancora una situazione frammentaria e diversificata su cui occorre intervenire. Da Bologna (19 gennaio 2012) è partita l’idea di creare una sorta di Registro Nazionale Apea, capace di fornire informazioni omogenee e standardizzate circa l’esistente. Si tratterebbe di un riconoscimento formale e sostanziale. I vantaggi che ne deriverebbero potrebbero essere numerosi. Nel lungo periodo il Registro potrebbe soprattutto veicolare meccanismi di finanziamento che premiano le Apea, semplificazioni burocratiche in vista di dotazioni collettive di infrastrutture. Le Regioni sembrano delineare una strada da percorrersi complessa ma interessante, completamente condivisa dal progetto Eta Beta che da oltre un anno ha avviato un primo informale database delle esperienze assimilabili ad Apea. Consultabile on oline -www.Progettoetabeta.eu sezione buone pratiche – il db è gestito e aggiornato dalla Rete Cartesio. Questa catalogazione informale, e non esaustiva, può già contribuire alla messa a punto almeno di un linguaggio comune di riferimento valido sia per i Soggetti Gestori esistenti che per le Regioni. Il progetto Eta Beta svilupperà nel 2012 altre occasioni di confronto nazionali e internazionali con il fine di ampliare la rete di relazioni di Soggetti Gestori e istituzioni pubbliche. Il progetto Life Eta Beta si propone di promuovere le tecnologie ambientali per incrementare la competitività di reti d’imprese ecologicamente attrezzate. Nasce da un’idea della Rete Cartesio. Capofila è Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo. Sono partner Ambiente Italia, Conser, Iat, Liguria Ricerche, Regione Autonoma della Sardegna, Regione Emilia Romagna. E’ cofinanziato da Regione Liguria, Regione Lombardia. In linea con gli obiettivi Etap. Il progetto Life Eta Beta ha avviato delle aree di sperimentazione presso l’incubatore Lib di Sesto S. Giovanni, il 1° macrolotto di Prato, Darsena Pagliari a La Spezia, Pertite in Liguria, Pip Orosei in Sardegna, Sulcis Inglesiente in Sardegna, Geolit in Spagna. |
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DATI ISTAT SULL´EXPORT L’ABRUZZO PUNTA AD ISTITUIRE OSSERVATORIO ECONOMIA REALE |
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Pescara, 19 marzo 2012 - Il vice presidente della Regione, Alfredo Castiglione, commenta gli ultimi dati Istat sull´export che confermano i segnali di ripresa dell´economia abruzzese. "L´impulso espansivo dell´export della produzione regionale - scrive Castiglione - trova ulteriore conferma nei dati diramati dall´Istat sullo stato delle esportazioni abruzzesi nel 2011. Infatti, dai dati dell´Istat sulle dinamiche dell´export dell´Abruzzo relativi al 2011, giunge una ulteriore conferma di come la nostra Regione stia procedendo verso l´uscita dal tunnel della crisi, fornendo una immagine più positiva e foriera di ottimismo rispetto a quella evidenziata dall´indagine svolta dal Cresa e presentata nella giornata di ieri. L´istat ha testimoniato infatti un incremento del 14,7% delle esportazioni rispetto all´anno precedente, contro la media italiana del 11,4%, con i comparti trainanti dell´automotive e dell´agroalimentare, ponendo l´Abruzzo come terza regione d´Italia per incremento dell´export. L´indagine, che evidenzia dati provinciali al di sopra della media regionale per la provincia di Chieti, denota segnali positivi anche per la province di Pescara e Teramo con incrementi più contenuti per la provincia di L´aquila. D´altro canto bisogna dire che le grandi imprese stanno trainando, anche grazie all´export, tali processi di sviluppo, mostrando di fatto una migliore capacità di recupero rispetto ai dati dell´export del periodo pre-crisi. Le piccole e medie imprese, invece, mostrano capacità inferiori di propensione all´export e per esse la strada da percorrere, al fine di aumentare la propria capacità di crescita produttiva e di fatturato, è rappresentata dalla necessità di introdurre innovazione nella propria organizzazione e di fare rete, sistema anche con la grande impresa. Tali dati testimoniano di fatto che il nuovo assetto che l´attuale amministrazione regionale sta fornendo all´apparato produttivo, attraverso la rivisitazione complessiva della geografia economica-indutriale, lascia ben sperare per il prossimo futuro. La programmazione regionale in termini di competitività legata allo sviluppo infatti si è incentrata proprio su questi due grandi aspetti. Ricordo infatti che la mia attività di Assessore allo Sviluppo Economico ha puntato in maniera decisa sul sistema dei poli d´innovazione, ricerca e innovazione tecnologica, nonché sul concetto delle reti d´impresa. Ne sono testimonianza le misure programmatiche previste nel Por Fesr e nel Par Fas che prevedono consistenti finanziamenti che vanno in questa direzione. La competitività di un territorio, infatti, non la si misura più con finanziamenti ed incentivi all´acquisto di capannoni e macchinari, ma attraverso l? economia della conoscenza, l´innovazione, la ricerca, la creazione di sinergie e di complementarietà del territorio che va gestito non a compartimenti stagni ma con un elevato spirito sinergico. Non a caso i settori che più trainano le esportazioni regionali sono l´automotive e l´agroalimentare che hanno costituito poli di innovazione specifici. Ma ad essi si aggiungano altri settori maturi che hanno scelta tale forma di aggregazione per consentire alle aziende in esse presenti di crescere sotto l´egida dell´innovazione e del concetto di network. I Consorzi Industriali hanno fatto la loro parte ed ormai sono superati dalla necessità di gestire diversamente il territorio, il quale risponde, ed i dati Istat ne sono prova fondata, alle politiche su esposte con un forte senso di condivisione, di coerenza e di responsabilità rispetto alla programmazione assunta. Tali driver di sviluppo potranno così creare le condizioni, nel breve-medio termine, per una decisa spinta ad un aumento della produttività, superando di fatto anche i dati negativi riguardo all´occupazione. Sembra evidente comunque che, dalla lettura di rapporti diversi sull´economia che vengono prodotti a vario titolo, si riscontri una certa difformità dei dati rispetto alla realtà. E´ mia intenzione - conclude l´assessore - istituire ad un "Osservatorio sull´economia reale" che prenda a riferimento un contesto produttivo più ampio di quello attualmente campionato, utilizzando per esempio le circa 1000 aziende abruzzesi che hanno aderito ai Poli di Innovazione ed alle reti di impresa. |
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APERTO IL BANDO DELLA START CUP 2012
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Asti, 19 marzo 2012 - Si è aperto il bando della settima edizione della Start Cup Piemonte Valle d’Aosta, che mette in gara i migliori progetti d’impresa innovativi ad alto contenuto di conoscenza. La competizione ha un montepremi complessivo di oltre 110.000 euro: tre premi assoluti finalizzati alla nascita di nuove imprese negli incubatori universitari degli atenei promotori e ulteriori premi speciali per i settori Ict ed Energia, e per chi vuole fare impresa ad Asti, Cuneo, Novara, Vercelli e in Valle d’Aosta. Asti partecipa con il premio “Premio Asti” destinato al miglior business plan che insedi l’impresa nella Provincia di Asti, offerto dal Comune di Asti. Www.comune.asti.it |
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CONVEGNO SU GIOVANI E IMPRESE: I DATI PER PROVINCIA DI LECCE |
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Bari, 19 marzo 2012 - Intervento della vicepresidente Loredana Capone nell’ambito del Convegno “Giovani e Imprese - Lavoriamo nel nostro territorio” durante il quale sono stati resi noti i dati dell’Osservatorio Provinciale sul lavoro: commercio, turismo e servizi. Il 15 marzo nell’ambito del convegno “Giovani e imprese – Lavoriamo nel nostro territorio”, presso la sala conferenze delle Officine Cantelmo di Lecce, la vicepresidente e assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia Loredana Capone è intervenuta per rappresentare ai giovani che si avvicinano al mondo del lavoro le opportunità che la Puglia mette in campo a sostegno delle imprese. “Aprire imprese è segno di riscatto – afferma la vicepresidente. Ma il coraggio che i giovani mostrano di avere decidendo di intraprendere questa strada, rischia di trasformarsi in temerarietà se non è frutto di un’attenta conoscenza del mercato e della vocazione del territorio dove si è deciso di fare impresa. Nei Paesi che registrano una crescita economica, si compiono grandi sforzi proprio sulla formazione finalizzata alla connessione con il mercato. Per avere successo, un giovane deve avere “due orecchie”: una che interpreti le proprie attitudini e l´altra attenta ad ascoltare cosa avviene nel modo esterno, altrimenti quello che è un sogno rischia di trasformarsi un incubo. Se la vocazione di un territorio, come quello salentino, va in direzione del turismo, dei servizi, delle nuove tecnologie, bisogna partire da qui per porsi gli obiettivi futuri. I dati di oggi – continua Loredana Capone – dimostrano proprio questo: il mercato premia chi si specializza. E gli effetti positivi iniziano a vedersi: il tasso di crescita percentuale delle imprese del settore turistico pugliese è pari al 3% contro lo 0,6 % nazionale. Sono dati straordinari che premiano anche le iniziative della Regione Puglia che, attraverso l’Assessorato allo Sviluppo Economico, ha stanziato fondi pari a 794milioni di euro mettendo in campo strumenti utili per favorire un sistema economico che vuole crescere. Quello che chiediamo al sistema della formazione – conclude la vicepresidente – è di aiutare i giovani a conoscere il mercato ed è per questa ragione che continueremo a sostenere le azioni delle associazioni di categoria perché il loro lavoro è fondamentale”. |
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ARTIGIANI FVG: TONDO, DA LORO ESEMPIO DI IMPEGNO E CAPACITÀ DI RISCHIO |
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Cividale, 19 marzo 2012 - Siamo consapevoli delle difficoltà e, pur senza dare giudizi sul governo nazionale, ci aspettiamo che a Roma si comprenda che non si può agire solo sulla tassazione e si operi sul versante della crescita e della ripresa. In Friuli Venezia Giulia si è puntato, assieme all´utilizzo degli ammortizzatori sociali, al sostegno alle aziende e all´innovazione per dare nuove basi ad un´economia che crei ricchezza. Il presidente della Regione Renzo Tondo lo ha ribadito ieri al termine della manifestazione organizzata al Teatro Ristori di Cividale dalla Confartigianato della provincia di Udine, in occasione della Festa di San Giuseppe Artigiano. La battaglia che si deve continuare a combattere per uscire dalla crisi, ha detto il presidente, chiede forte impegno e altrettanto forte consapevolezza che bisogna saper declinare, oltre alla parola ´diritti´, anche la parola ´doveri´. "Diversamente - ha detto - non ne usciamo da una crisi così". Un´indicazione di impegno morale che corrisponde, nel discorso di Tondo, alla capacità di affrontare il rischio che gli artigiani dimostrano nel loro operare. La politica è chiamata oggi a fare scelte responsabili e a dare indirizzi credibili. "Oggi - ha ricordato Tondo - tutti parlano del problema del debito pubblico. Noi abbiamo cominciato a farlo scendere già quattro anni fa. Abbiamo investito 400 milioni di euro nel sostegno alle imprese e oggi il lavoro di quelle imprese consente loro di ritornare ciò che hanno ricevuto permettendoci di reimpiegarlo ancora per sostenere altre imprese". La Regione, ha annunciato il presidente, proseguirà su questi impegni, così come restano obiettivi fondamentali la realizzazione delle grandi infrastrutture, la semplificazione del sistema pubblico, la diminuzione dell´apparato burocratico. La consegna del premio speciale a Carlo Faleschini, che ha lasciato il timone di Confartigianato di Udine a Graziano Tilatti, ha visto assieme il presidente Tondo, quello della Provincia di Udine Pietro Fontanini, il presidente della Camera di Commercio di Udine Giovanni Da Pozzo e l´intera platea di artigiani che gli ha espresso il proprio omaggio con un lungo applauso. |
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FVG, APPROVATO PROGRAMMA ANNUALE SETTORE ARTIGIANO |
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Pordenone, 19 marzo 2012 - Il programma annuale del settore artigiano 2012 è stato adottato in via preliminare dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore alle Attività produttive, Federica Seganti. Messo a punto dalla Commissione regionale per l´artigianato, il programma sarà attuato dal Cata (Centro assistenza tecnica delle imprese artigiane) dopo il vaglio della Commissione consigliare competente. Le aree di intervento individuate dal documento sono quattro e prevedono la prima l´attuazione di progetti di animazione economica, la seconda attività d´incubatore d´impresa, la terza iniziative dirette a promuovere la commercializzazione e la valorizzazione dei prodotti artigiani e la quarta studi, indagini e ricerche su temi di interesse del comparto o finalizzati all´analisi di fattibilità di progetti di sviluppo. Al momento per l´attuazione di questo piano ci sono 200 mila euro, ma "auspichiamo - conferma l´assessore Seganti - di poter integrare questa somma in modo da sostenere ancor meglio le proposte della Commissione, che si propone sostanzialmente di sostenere il comparto con azioni che riducano la ´mortalità´ delle imprese, specialmente nel primo avviamento, supportino la penetrazione sul mercato del prodotto artigiano e favoriscano le nuove iscrizioni". "Alla fine dell´anno scorso in Friuli Venezia Giulia le imprese artigiane erano 30.260 - continua l´assessore - e sostanzialmente il comparto ha tenuto, visto che il decremento, paragonato al dato della fine del 2010, è del -0,28 per cento, mentre sono aumentate le iscrizioni agli albi provinciali, passate dalle 2.202 del 2010 alle 2266 del 2011". Se il dato è incoraggiante, non siamo certo ai livelli pre-crisi, considerato che nel 2007 le iscrizioni erano state 2.513 (quasi l´11 per cento in più rispetto al 2011). "Gli artigiani hanno saputo resistere, - conclude l´assessore - salvando le aziende nonostante il 43 per cento di loro abbia subito nel 2011 un decremento delle vendite rispetto al 2010". |
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MANAGER ITALIANI SEMPRE PIÙ GLOBETROTTER LAVORANO ALL’ESTERO IN PIÙ DI 4.000 (+50% IN CINQUE ANNI) |
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Milano, 19 marzo 2012 - Manager italiani sempre più globetrotter. Negli ultimi 5 anni, anche per la spinta della crisi, sono cresciute del 50% le posizioni ricoperte da italiani in imprese di altri paesi. In totale i manager tricolore impegnati oltreconfine sono circa 4.000, di cui circa il 75% nell’Europa Occidentale. È quanto emerge da una survey condotta da Amrop, primo gruppo indipendente al mondo di executive search, presente in 50 paesi. “La presenza di italiani fra i manager che lavorano al di fuori del proprio paese resta limitata, intorno al 3% del totale”, osserva Walter Gai, Partner di Amrop, “Bisogna considerare che molte posizioni sono riservate a persone della nazione che ospita la casa madre”. Dove sono impegnati i manager tricolore? Circa tre quarti lavorano in Europa occidentale, in particolare Francia, Gran Bretagna, Svizzera e Germania. Ma cresce la presenza in Est Europa (10%), Sudamerica (6%) e Nord America (5%). La novità degli ultimi anni sono gli sbarchi in Oriente (5%): soprattutto Cina e India. Quasi due terzi dei manager italiani che si affermano a livello internazionale ha alle spalle una carriera tricolore nelle vendite o nel marketing. Ma è significativa anche la presenza di uomini e donne provenienti da amministrazione e finanza (17%) o da produzione e operations (13%). I direttori generali che varcano i confini sono circa il 5%. Quali fattori favoriscono l’inserimento di top manager italiani nei ranghi internazionali? “I manager italiani che vanno all’estero hanno un solido curriculum di studi, una qualificata esperienza e le tradizionali doti di flessibilità, creatività, innovazione e cultura che ci contraddistinguono”, sottolinea Walter Gai, “La crisi ha spinto molti manager di valore a cercare opportunità qualificate all’estero”. L’ascesa verso la stanza dei bottoni delle multinazionali, tuttavia, non è sempre facile. Amrop ha stilato un decalogo delle qualità che un manager deve possedere per impegnarsi nella “scalata globetrotter”. Occorre, ovviamente, una disponibilità a trasferirsi in diversi Paesi ogni 3-4 anni. Bisogna essere consapevoli che la trasferta è spesso “senza ritorno”. Ci sono grandi sacrifici da affrontare, specie per la famiglia. Alcuni manager scelgono di portare con sé partner e figli, altri mantengono la base in Italia e affrontano trasferte solitarie con viaggi periodici. Sul piano professionale, inoltre, occorre maturare un’esperienza variegata, ricoprendo diversi incarichi in differenti Paesi. È poi necessario assimilare a fondo la cultura della casa madre. “I top manager di una multinazionale devono diventare francesi se il quartier generale è a Parigi, americani se è a Chicago e tedeschi se è a Francoforte”, avverte Gai. Le 10 qualità dell’aspirante top manager
Qualità |
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Disponibilità alla mobilità |
Flessibilità |
Disponibilità a sacrifici personali |
Consapevolezza del possibile “non ritorno” |
Ottima padronanza delle lingue straniere (non solo inglese) |
Visione globale |
Capacità di assorbire culture diverse |
Competenze trasversali |
Carriera a zig-zag: diverse posizioni, funzioni, settori, Paesi |
Cultura internazionale, in linea con la casa madre | Fonte: Amrop Da dove arrivano gli executive italiani all´estero
Settore |
Percentuale |
Sales & marketing |
62 |
Finanza |
17 |
Operations & production |
13 |
General manager |
5 |
Altro |
4 |
Totale |
100 | Fonte: Amrop Final destination Principali destinazioni dei manager italiani globetrotter
Area |
Percentuale |
Europa Occidentale |
74 |
Europa Orientale |
10 |
Sudamerica |
6 |
Nord America |
5 |
Estremo Oriente |
5 | Fonte: Amrop |
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ANCONA, PROSEGUE LA CRESCITA DELL´EXPORT |
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Ancona, 19 marzo 2012 - Nel 2011 le esportazioni della provincia di Ancona proseguono nel trend positivo dell’anno precedente: sulla base dei dati diffusi oggi dall’Istat, infatti, tra gennaio e dicembre dello scorso anno il valore delle esportazioni doriche è stato 3.429 milioni di euro, dato che segna un incremento del 9,2% su base annua, anche se in lieve rallentamento se confrontato con il +11,0% del 2010. Il trimestre finale dell’anno, dopo gli andamenti positivi dei mesi centrali, evidenzia tuttavia una flessione congiunturale, e chiude il 2011 con il segno meno. Il Presidente della Camera di Commercio di Ancona Rodolfo Giampieri giudica confortanti i dati appena usciti “Il segnale che proviene dall’andamento delle esportazioni rappresenta un elemento positivo nel quadro economico locale, anche se ancora non è stato recuperato il livello precedente la crisi del 2008-2009 e il calo dell’ultimo trimestre desta qualche preoccupazione, in considerazione delle previsioni per il 2012 non favorevoli. Tra gli aspetti positivi va sottolineata la diversificazione dei mercati di sbocco delle esportazioni provinciali anche grazie al supporto che la nostra Azienda Speciale Marchet ha fornito alle imprese del territorio”. Il versante delle importazioni registra un valore per il 2011 di 3.373 milioni di euro, con un incremento annuale del 9,8%, in netto rallentamento rispetto al + 30% riscontrato nel 2010. Il saldo della bilancia commerciale si mantiene ancora lievemente attivo (+56 milioni di euro). L’andamento della provincia di Ancona si presenta sostanzialmente allineato con quello regionale, in particolare per quello che riguarda le esportazioni. Nelle Marche infatti le vendite all’estero registrano un incremento del 9,3% per le esportazioni (9.725 milioni di euro), risultato che tuttavia cela andamenti diversificati tra le province, con Fermo che si segnala per un +21,8% . Ad un livello più ampio, l’andamento locale riflette quello nazionale, per le esportazioni italiane i dati indicano infatti una crescita dell’11,4%. Anche per la regione e per il Paese si riscontra il rallentamento rispetto al 2010 già evidenziato per la provincia dorica. I settori più significativi delle esportazioni doriche sono gli apparecchi elettrici e i macchinari ed apparecchi n.C.a., che insieme rappresentano quasi la metà delle esportazioni provinciali. Gli apparecchi elettrici nel corso del 2011 hanno esportato merci per 861 milioni di euro, registrando un calo rispetto all’anno precedente del –7,2%. A fine 2011 tale settore, da sempre di spicco per l’economia e l’export provinciale, rappresenta il 25,5% del totale delle vendite all’estero delle imprese della provincia di Ancona, mentre a fine 2008 esso rappresentava il 34,4% dell’export provinciale ed il 30% nel 2010. Viceversa i macchinari e gli apparecchi n.C.a. Nel corso del 2011 hanno venduto all’estero merci per 767 milioni di euro e hanno registrato una crescita del 23,3%. (macchine per impiego generale, macchine per l’agricoltura e formatura dei metalli). Fra gli altri settori più significativi (con export superiori a 200 milioni di euro) si evidenzia un trend positivo per il sistema moda (+21,6%), il legno e prodotti in legno (+7,5%) e i metalli e prodotti in metallo (+6,4%). Nel 2011 le importazioni della provincia di Ancona si dividono in parti quasi uguali fra i prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere (1.751 milioni di euro, in crescita del +26,8% rispetto al 2010) e i prodotti delle attività manifatturiere (1.561 milioni di euro, -4,8%). Fra le prime sono comprese le importazioni di materie energetiche e l’aumento del loro valore a prezzi correnti sconta anche l’aumento del prezzo del petrolio. Le esportazioni della provincia di Ancona sono rivolte prevalentemente verso i mercati europei che ne assorbono il 71% del totale: in particolare l’Unione Europea a 27 paesi rappresenta il 58% del totale del valore delle merci esportate ma i paesi europei non Ue sono quelli che mostrano i tassi di crescita più interessanti (12,6% contro i paesi Ue all’1,2%). In forte crescita le esportazioni verso l’America (+52,6%) e l’Asia (+27,1%). Questi dati sottolineano che la ripresa delle esportazioni provinciali è avvenuta perché le imprese hanno saputo posizionare i propri prodotti nei mercati, anche lontani, dei paesi che per primi hanno mostrato segnali di ripresa economica nonché da un maggiore numero di imprese che si affacciano sui mercati stranieri. Viceversa le importazioni provengono principalmente dall’Asia, da cui provengono merci per 2.045 milioni di euro, in crescita rispetto al 2010 del 24%; seguita dall’Europa con 1.097 milioni di euro (+1%). |
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EON - CAPPELLACCI "MANTENIMENTO E CONSOLIDAMENTO FIUME SANTO |
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Cagliari, 19 Marzo 2012 - "Verificheremo con la prova dei fatti ed entro un iter dai tempi stringenti la reale volontà dell’azienda di proseguire il percorso indicato negli accordi sottoscritti". Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, al termine dell’incontro svoltosi il 14 marzo a Villa Devoto con il presidente di Eon Italia, Miguel Antonanzas, e con il Direttore generale Risorse Umane e Sviluppo Territoriale Paolo Venerucci. "Il nostro obiettivo – ha aggiunto il Governatore - è il mantenimento e il consolidamento del polo di Fiume Santo. Ogni ipotesi di proroga, di aggiornamento e di ulteriori interlocuzioni può essere considerata solo se, come confermato dai rappresentanti di Eon, non esistano dubbi sulla reale volontà della multinazionale a proseguire la reciproca collaborazione in funzione dei soli obiettivi possibili: la salvaguardia dell’ambiente e il raggiungimento di livelli di più alta competitività del polo energetico di Fiume Santo anche per il mantenimento degli attuali livelli occupazionali. I tecnici della Regione – ha proseguito Cappellacci- sono già in contatto con quelli dell’azienda affinché entro i prossimi 20 giorni ci sia un aggiornamento sul rispetto degli impegni assunti e sulle possibili nuove soluzioni capaci di affrontare la crisi e rilanciare lo sviluppo del sito e del territorio. Se vi sarà coerenza rispetto agli obiettivi fissati – ha concluso il presidente della Regione - , il confronto potrà proseguire sul piano del dialogo costruttivo con il pieno coinvolgimento degli enti locali e delle forze economiche e sociali”. |
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ABRUZZO: NO A NUOVI CENTRI COMMERCIALI ESERCIZI VICINATO E FORME COOPERATIVE SCELTE VINCENTI |
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Pescara, 20 marzo 2012 - "Personalmente sono contro le aperture di nuovi Centri commerciali e non credo vi sia un nesso tra aperture h 24, sette giorni su sette, e crescita dei consumi. Per conciliare le esigenze di piccoli commercianti e grandi strutture commerciali ho voluto istituire un tavolo di concertazione tra tutte le realtà operanti nel commercio: un settore che da solo smuove quasi il 20 per cento del Pil regionale. Lo ha dichiarato il 16 marzo l´assessore allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione, intervenendo ai "40 anni di Conad Adriatico". "Ritengo, in buona compagnia - prosegue Castiglione - che le decisioni sul commercio spettino alle Regioni e che le stesse debbano governarle assieme agli attori che hanno un ruolo primario, come ad esempio Conad. I veri problemi sono, invece, l´accesso al credito, che stiamo però rafforzando attraverso il sistema dei confidi". Entrando nel merito del marchio Conad, Castiglione ha individuato negli "esercizi di vicinato, nelle forme imprenditoriali cooperative e nell´attenzione alle tipicità locali i punti vincenti nella competizione moderna, imposta da un mercato che, per varie ragioni, penalizza le famiglie. La realtà imprenditoriale Conad offre segnali di speranza per i prossimi anni e rappresenta un elemento a favore del sistema delle cooperative. Il suo radicamento territoriale chiama le Istituzioni a sostenere queste imprese ed ad agire in sinergia con il mondo imprenditoriale". Il marchio Conad in Abruzzo, a fronte di un mercato alimentare in affanno, cresce in fatturato (+2.9 per cento rispetto al 2010) e in leadership (24.5 per cento della quota di mercato). Il nuovo piano di sviluppo prevede un investimento di 11,3 milioni di euro, 3 nuovi punti vendita, 4 acquisizioni per un incremento di 190 posti di lavoro. L´assessore Castiglione ha evidenziato che il marchio "Conad riesce ad offrire il giusto equilibrio tra le esigenze di bilancio di una grande azienda e quelle del territorio, garantendo qualità al giusto prezzo, significative richieste delle famiglie che oggi. Credo infine -sottolinea l´Assessore - che la scelta vincente Conad sia stata quella di puntare sul fattore cooperativo, potenziandolo. Infatti, un polo cooperativo indipendente certamente potrà competere con i maggiori gruppi capitalistici, favorendo una maggiore e più equilibrata competizione, sempre a difesa del potere d´acquisto. La società cooperativa proprio perché è distaccata dalle preoccupazioni dei rendimenti borsistici a breve termine può meglio di altri indicare nuove prospettive e percorsi di sviluppo che possano conciliare società e mercato". |
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APERTE LE ISCRIZIONI ALLA 2^ EDIZIONE DI SODALITAS SOCIAL INNOVATION PER PROMUOVERE NUOVE PARTNERSHIP FRA IMPRESA E NONPROFIT
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Milano, 19 marzo 2012 – È stata presentata Il 15 Marzo , durante il convegno "Più bisogni, meno risorse: come affrontare la crisi”, la seconda edizione di Sodalitas Social Innovation, il programma che Fondazione Sodalitas ha ideato per aiutare il Nonprofit a mettere a punto social business plan di qualità, e quindi più capaci di attrarre l’interesse di imprese partner e sostenitrici. "Quando abbiamo pensato di promuovere la partnership tra imprese e nonprofit, credevamo di aver individuato un bisogno sociale come tanti, ma ci accorgiamo oggi che questo bisogno è diventato una vera e propria necessità” ha dichiarato Ugo Castellano di Fondazione Sodalitas – “La partnership con le imprese è ormai una ragione di sopravvivenza per chi opera nel sociale e vuol provare a ridurre la distanza tra chi ha molto e chi non ha nulla" . Le politiche sociali di un comune hanno senso e si sviluppano appieno nell’incrocio tra pubblico e privato sociale”, ha affermato Pierfrancesco Majorino, Assessore alla Politiche Sociali e Cultura della salute del Comune di Milano. “Il rapporto tra le organizzazioni non profit e le imprese, che grazie al programma ideato di Fondazione Sodalitas, si avvale di uno strumento di rafforzamento e valorizzazione, deve essere orientato e finalizzato ad azioni di solidarietà sociale e inclusione. Tali azioni destinate ad intercettare le istanze e i bisogni diffusi sul territorio devono sempre più nascere non solo dal privato ma anche dal pubblico” . L’impatto della 1^ Edizione di Sodalitas Social Innovation - 231 i progetti sociali presentati da ben 202 Onp. Di questi, 13 sono stati selezionati da Commissioni composte da autorevoli rappresentanti di imprese, Fondazioni erogatrici, Istituzioni e dall’Istituto Italiano della Donazione. A presiedere la Giuria il Segretario Generale di Fondazione Cariplo Pier Mario Vello, che ha confermato il suo impegno anche per la 2^ Edizione. Nel corso dell´evento sono state presentate alcune delle partnership più significative già avviate dalle imprese con le Onp partecipanti alla prima edizione di Sodalitas Social Innovation. Tra queste quella di Terna, che da anni collabora con Coopi e che quest’anno ha donato alla Ong un generatore elettrico per il progetto “Rafforzamento comunitario per una produzione efficiente e accesso a energie sostenibili e rinnovabili in aree rurali del Malawi”, con cui Coopi ha partecipato all´iniziativa di Fondazione Sodalitas arrivando in finale. Linklaters ha poi presentato la partnership stipulata con il Consorzio Cascina Nibai, operante sul territorio allo scopo di favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di detenuti, ex detenuti e persone con disabilità. Il progetto “Com-munitas: traiettorie di andata e (non) ritorno” ha permesso all’organizzazione di arrivare in finale alla 1^ Edizione di Sodalitas Social Innovation, ed è l’iniziativa su cui Linklaters ha deciso di concentrare i propri sforzi. Obiettivo: costruire un percorso formativo per detenuti - ispirato al modello dell’apprendistato – che cominci dentro il carcere attraverso un’attività produttiva su commessa e che prosegua fuori per consentire un reinserimento concreto ed efficace dei “ristretti” nella società. “Come anticipato in occasione dell’evento di chiusura della prima edizione di Sodalitas Social Innovation – ha infine dichiarato Damiano Carrara, Responsabile Csr di Ubi Banca – la nostra banca, in coerenza con la mission di responsabilità sociale che ha ispirato il nuovo modello di servizio Ubi Comunità e in coerenza con lo spirito del programma di Fondazione Sodalitas, ha preso contatti ed avviato rapporti con alcune delle organizzazioni partecipanti al concorso. Ubi Banca, inoltre, ha coinvolto i propri dipendenti in una specifica iniziativa di solidarietà a favore di tre progetti presentati a Sodalitas Social Innovation: il progetto dell’Associazione Acra ‘Costruzione di orti scolastici per combattere la malnutrizione infantile in Ciad’; il progetto della Fondazione Sipec ‘Energia per le comunità rurali del Burkina Faso’ e quello dell’Associazione Prometeo Onlus ‘A casa lontano da casa’”. Mellin ha portato all’attenzione dei presenti i contenuti del Progetto “De Medici” realizzato insieme con la Cooperativa Spazio Aperto e a Fondazione Sodalitas. Grazie a questa partnership sono stati creati posti di lavoro per persone in difficoltà che forniscono un servizio ad alto valore aggiunto presso i punti vendita di alcune tra le più importanti aziende della Gdo. Fondazione Vodafone Italia ha infine presentato “World of Difference”, il programma attraverso cui è stata data ai Clienti e ai dipendenti Vodafone l´opportunità di svolgere un´attività lavorativa retribuita presso gli enti nonprofit sostenuti dalla Fondazione per un tempo determinato dai 3 ai 6 mesi. Nell’ambito dell’edizione 2012 del programma – la 5^ dal suo avviamento – sono stati presentati alla Fondazione 650 curricula, suddivisi nei 62 profili professionali messi a disposizione grazie ad un contributo di 500.000 euro. Dal lancio del programma, nel 2008, i partecipanti che hanno svolto un periodo di “volontariato retribuito” sono stati 150, le associazioni coinvolte sono 80 attive su tutto il territorio italiano, ed il budget dedicato all’iniziativa e’ stato di oltre 1.800.000 euro. 9 delle organizzazioni che beneficeranno dell’impegno di Fondazione Vodafone sono state selezionate da Fondazione Sodalitas tra le partecipanti alla 1^ Edizione di Sodalitas Social Innovation. Sempre nell’ambito della 1^ Edizione di Sodalitas Social Innovation Fondazione Sodalitas ha organizzato un ciclo di 6 Workshop in cui 10 imprese hanno formato 56 Onp per migliorare la propria capacità progettuale. È soprattutto grazie al contributo delle 10 imprese coinvolte nei Workshop che è stato possibile aggiornare la Griglia di compilazione pensata per le organizzazioni nonprofit che parteciperanno alla 2^ Edizione di Sodalitas Social Innovation, con l’obiettivo di progettare social business plan che mettano in rilievo gli aspetti più significativi per le imprese, quelli che concorrono alla qualità e all’efficacia dell’iniziativa. La 2^ Edizione di Sodalitas Social Innovation - Le organizzazioni nonprofit possono partecipare alla 2^ Edizione di Sodalitas Social Innovation inviando i loro progetti sociali entro il 30 maggio 2012 all’indirizzo socialinnovation@sodalitas.It . La partecipazione è gratuita. La nuova Griglia di compilazione di Sodalitas Social Innovation (scaricabile dal sito www.Sodalitas.it ) si articola in 10 Principi: Risultati attesi e valutazione dell’impatto sociale; Sviluppo delle capacità e sostenibilità nel tempo del progetto; Capacità di Innovazione Sociale; Replicabilità; Sostenibilità Economica e Finanziaria; Competitività Costo-risultato; Approccio di Sistema; Partnership con il Mondo Profit; Esperienze e capacità organizzativa. Sono questi i criteri con cui le Commissioni di valutazione di Sodalitas Social Innovation valuteranno tutti i progetti sociali presentati. Le iniziative ritenute più meritevoli di attenzione verranno presentate il prossimo 3 ottobre ad un pubblico di interlocutori potenzialmente interessati a sostenerli. |
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BIELLA, NEL 2011 AUMENTANO LE ESPORTAZIONI |
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Biella, 19 marzo 2012 - Nell’anno 2011, il valore delle esportazioni biellesi ha raggiunto la quota di 1,5 miliardi di euro, registrando un aumento del 13,9% rispetto ai dodici mesi del 2010. Analizzando le singole variazioni trimestrali, si osserva come agli incrementi del +23,8%, del +15,4%, del +12,3%, registrati rispettivamente nel I, Ii e nel Iii trimestre dell’anno, sia seguita una crescita del +5,9% nel periodo ottobre-dicembre 2011. L’aumento dell’export biellese nell’anno 2011 risulta superiore sia alla media nazionale (+11,4%) sia a quella piemontese (+11,8%). L’incremento complessivo delle vendite all’estero è stato trainato dalle variazioni positive registrate da tutti i principali comparti. All’interno del comparto manifatturiero l’incremento delle esportazioni più elevato è registrato dagli alimentari , assestandosi su un livello del +23%. Anche le variazioni delle vendite all’estero dei prodotti tessili sono positive (+16,4%), con punte più elevate per i tessuti (+18,8%) e risulta in lieve aumento l’export della meccanica (+4,6%). In crescita l’export dei prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e della pesca (+47%, anche se su valori assoluti modesti). Per quanto concerne i mercati di sbocco delle merci biellesi, il bacino dell’Ue 27 continua ad attrarre più della metà delle esportazioni biellesi. Sono particolarmente brillanti le vendite all’estero verso la Germania (+19,1%), che si conferma come mercato principale, il Regno Unito (+23,2%) e la Romania (+21,8%). La dinamica delle vendite all’estero dirette ai partner extra-Ue 27 nei dodici mesi del 2011 (+9%) è risultata meno sostenuta rispetto a quella realizzata sui mercati comunitari (+17,9%) e trainata soprattutto dalla Corea del Sud (+38,2%) e dal Giappone (+29,9%). Risultano invece in flessione le esportazioni verso la Cina (-2,1%). |
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