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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 26 Marzo 2012 |
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NUOVO TEST DIAGNOSTICO PER IL CANCRO ESOFAGEO |
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Bruxelles, 26 marzo 2012 - Scienziati europei hanno compiuto un importante passo in avanti nello sviluppo di un test diagnostico per il cancro dell´esofago che, si spera, porterà a miglioramenti nella diagnosi e nella cura di questa malattia. Le scoperte sono state compiute da scienziati provenienti dal Regno Unito che hanno usato l´impianto Alice (Accelerators and Lasers in Combined Experiments), che è ospitato presso il Centro per la scienza e la tecnologia degli acceleratori del laboratorio Daresbury del Stfc (Science and Technology Facilities Council). Il test diagnostico è stato sviluppato esaminando mediante imaging biomedico del tessuto ottenuto con tecnica endoscopica da pazienti affetti da una malattia precorritrice chiamata Esofago di Barrett. Il cancro dell´esofago è il nono tipo di cancro più comune al mondo; oltre ad essere estremamente difficile da diagnosticare, esso è anche molto aggressivo. Sfortunatamente, spesso i pazienti vanno dal proprio medico quando il tumore è già in una fase avanzata e la rimozione chirurgica non è più possibile; anche quando si interviene chirurgicamente, spesso l´operazione non ha successo. Vi è quindi una necessità urgente di sviluppare nuove tecnologie in grado di rilevare i primi cambiamenti nelle singole cellule prima che si sviluppi il cancro. I ricercatori hanno usato il Laser a elettroni liberi nell´infrarosso di Alice, una fonte unica ed estremamente intensa di luce infrarossa, per creare immagini diagnostiche di campioni endoscopici storici ed effettuare uno studio in cieco di pazienti affetti da Esofago di Barrett, allo scopo di rilevare qualsiasi cambiamento avvenuto nei campioni. Poiché i pazienti affetti da Esofago di Barrett presentano un maggiore rischio di sviluppare il cancro dell´esofago, essi vengono monitorati con regolarità in modo tale da permettere al medico di individuare immediatamente qualsiasi cambiamento nella loro condizione. Se vengono individuate delle modificazioni precancerose in questi pazienti, poiché i tumori sono stati individuati in una fase molto più precoce, essi possono essere sottoposti a una terapia potenzialmente curativa senza la necessità di un importante intervento chirurgico. Il ricercatore capo del progetto, il professor Weightman, dell´Università di Liverpool, ha così commentato i risultati: "La diagnosi precoce è il fattore più importante per migliorare la prognosi dei pazienti colpiti da cancro dell´esofago. Ma è estremamente difficile effettuare diagnosi precise: un risultato falso negativo potrebbe essere fatale, mentre un falso positivo significherebbe un intervento chirurgico non necessario. Alla fine, noi speriamo di sviluppare un test diagnostico che possa essere usato in un endoscopio. L´approccio più promettente potrebbe essere quello di sviluppare un test utilizzando un´intensa luce alle frequenze di terahertz sempre generata da Alice. Alice è la più intensa fonte in Europa di luce a frequenze di terahertz e la sola al mondo equipaggiata con un impianto per la coltura di tessuti per la ricerca sul cancro. Questo porterà a una diagnosi molto più economica ed efficiente della malattia. Tuttavia, questo sviluppo non è ancora vicino." Anche la professoressa Susan Smith del Stfc ha commentato lo sviluppo: "È una notizia fantastica che, attraverso Alice, noi ora possediamo una tecnologia migliore che potrebbe portare a importanti progressi nella cura del cancro. Con Alice noi abbiamo la possibilità di osservare le cellule cancerose in un modo completamente nuovo. Ciò che è particolarmente emozionante è che questi esperimenti si indirizzano ora verso un test diagnostico accurato che potrebbe cambiare le vite di migliaia di pazienti, e noi non vediamo l´ora di continuare a lavorare con il professor Weightman nel suo sforzo di portare questa straordinaria ricerca al livello successivo." Alice è un prototipo per la prossima generazione di acceleratori di particelle, il primo di questo tipo in Europa. Esso si basa su una nuova modalità di funzionamento chiamato a recupero di energia, in cui l´energia usata per generare il suo fascio ad alta energia viene catturata e riutilizzata dopo ciascun circuito dell´acceleratore, quindi è richiesta meno corrente e ciò rende il suo funzionamento meno costoso. Gli elettroni vengono inviati intorno all´acceleratore al 99,99% della velocità della luce, e il 99,9% dell´energia durante la fase finale dell´acceleratore viene recuperata e riutilizzata. Alice può essere utilizzato in una grande varietà di progetti, che spaziano dalla ricerca e sviluppo (R&s) dedicata agli acceleratori a numerosi progetti sulle applicazioni. Le capacità di ricerca di Alice sono accresciute dal fatto di ospitare diverse fonti di luce, dalla fonte Thz a quella a retrodiffusione di raggi X di Compton. Attualmente tra i progetti di ricerca in corso con Alice vi è una gamma di attività di ricerca collegate ai sistemi di distribuzione a timing ottico, monitor elettro-ottici per il tempo di arrivo del segnale, sistemi di feedback per fasci a profilo longitudinale e oscillatori e orologi laser a fibra. Questa particolare ricerca è in parte finanziata dal progetto Iruvx-pp ("Preparatory phase of the Iruvx-fel consortium"), che ha ricevuto oltre 5,5 milioni di euro nell´ambito del tema "Infrastrutture di ricerca" del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. Per maggiori informazioni, visitare: Stfc: http://www.Stfc.ac.uk/ |
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NUOVI FARMACI ANTITUMORE, INTESA NERVIANO E IEO FORMIGONI:DIAMO RISPOSTE SEMPRE PIÙ EFFICACI A DOMANDA SALUTE BRESCIANI: ULTERIORE ESEMPIO DI SUSSIDIARIETÀ ORIZZONTALE |
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Milano, 26 marzo 2012 - L´identificazione di nuovi farmaci antitumorali attraverso la creazione di una piattaforma integrata; un progetto comune per contrastare il fenomeno del ´Drug shortage´, ossia la scomparsa dal mercato di farmaci essenziali, in particolare in ambito oncologico. Il pubblico e il privato uniscono in Lombardia le loro forze per sviluppare - secondo il principio della sussidiarietà orizzontale - la ricerca sui farmaci in grado di contrastare i tumori. La Firma A Palazzo Lombardia - Sono queste le attività che vedranno impegnati insieme il Nerviano Medical Sciences (Nms) e l´Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) nei prossimi mesi. Scopi e modalità di queste azioni comuni sono stati sanciti in un Protocollo d´intesa, firmato a Palazzo Lombardia, alla presenza, tra gli altri, del presidente Roberto Formigoni, dell´assessore regionale alla Sanità, Luciano Bresciani, del presidente della Fondazione regionale per la ricerca biomedica e del Nerviano Medical Sciences, Alberto Sciumè e del direttore scientifico dell´Ieo, Umberto Veronesi. Accordo Strategico Per La Sanità Lombarda - È stato lo stesso Formigoni a parlare, presentando la firma, di ´un accordo strategico che rappresenta un primo e importante frutto dell´attività della Fondazione regionale per la ricerca biomedica, costituita solo pochi mesi fa per volontà della Regione. Sono particolarmente lieto che sia stato siglato con una realtà di primissimo livello internazionale come lo Ieo. Regione Lombardia continuerà al fianco dell´Nms con l´obiettivo di fornire risposte efficaci e concrete alla sempre più complessa e articolata domanda di salute dei nostri cittadini´. Ha parlato di ´sussidiarietà orizzontale´ l´assessore regionale alla sanità, Bresciani: ´Con questo accordo cresce la tendenza allo sviluppo in Lombardia per quanto riguarda le competenze specifiche della ricerca applicata alla clinica e per quelle di Nerviano nell´ambito della ricerca di base e preclinica. Questa sinergia è esattamente quello che stiamo svolgendo con le università, Finlombarda e tutto il sistema sanitario´. Una Piattaforma Integrata Per Nuovi Farmaci - Con l´obiettivo di abbattere i costi di generazione e sviluppo di nuovi farmaci, oltre che di una loro più efficace collocazione sul mercato, l´accordo si sviluppa nei seguenti punti: 1) Nms e Ieo valuteranno una collaborazione destinata a identificare nuovi farmaci attraverso la creazione di una piattaforma integrata che, contestualmente, si occupi di tutte le fasi di sviluppo dei medicinali: target identification, target validation, drug discovery e drug development. 2) Sarà inoltre studiata l´opportunità di realizzare un progetto in materia di ´Drug Shortage´ - fenomeno che consiste nella scomparsa dal mercato di farmaci essenziali - con l´obiettivo di garantire la disponibilità di tali farmaci per i pazienti oncologici, agendo su più fronti: programmare un processo di produzione in comune - grazie alla piattaforma industriale e tecnologica di Nms - di farmaci antitumorali per i quali sia scaduto il periodo di protezione brevettuale, oppure di combinazioni di tali farmaci antitumorali, di nuovi dosaggi e formulazioni degli stessi medicinali, o ancora di combinazioni dei medesimi prodotti. Sempre in questo ambito, verrà considerata anche la possibilità di sviluppare e produrre farmaci generici esistenti e futuri anche allo scopo di migliorare gli stessi rispetto ai prodotti originali con nuovi dosaggi, nuove forme di somministrazione e nuove formulazioni in grado di dare risultati più soddisfacenti riguardo l´uso, la tollerabilità e l´efficacia. Lo svolgimento di queste attività avverrà anche attraverso lo scambio di personale qualificato tra Nms e Ieo. La Fondazione Per La Ricerca Biomedica - L´accordo sancito oggi rappresenta un primo e importante frutto dell´attività della Fondazione regionale per la ricerca biomedica. Grazie anche a uno specifico finanziamento di 300 mila euro deliberato a inizio gennaio, ha così iniziato concretamente a realizzare i propri scopi istituzionali e cioè promuovere e sostenere in Lombardia: la ricerca e l´innovazione nel settore scientifico, con particolare riguardo alla farmacologia molecolare; lo sviluppo tecnologico nei campi applicativi della produzione, distribuzione e utilizzazione di farmaci; la ricerca scientifica finalizzata all´applicazione di nuove metodologie per la prevenzione, diagnosi e cura di forme patologiche. Già con la delibera sulle ´regole´ per la gestione del Servizio Socio Sanitario per il 2012, approvata a inizio dicembre, i fondi per la ricerca indipendente in ambito sanitario erano passati da 7 a 20 milioni di euro, con un incremento del 200 per cento, destinato proprio a sviluppare e potenziare le attività della ´Fondazione regionale per la ricerca biomedica´. Il Ruolo Chiave Di Nerviano - Tra queste attività, l´importante compito di integrare e coordinare i centri di ricerca regionali, consentendo a Regione Lombardia di innovare strutturalmente il modello di sviluppo della ricerca (unendo la ricerca industriale, quella accademica e il sistema sanitario) e avvalendosi anche delle piattaforme scientifiche e delle competenze all´avanguardia del Nerviano Medical Sciences, salvato grazie a un´iniziativa di Regione Lombardia. Il Centro di ricerca di Nerviano, infatti, si presenta oggi come uno dei più grandi centri di ricerca biomedica in Italia, nonché come uno dei maggiori poli integrati di individuazione e sviluppo di farmaci oncologici in Europa, grazie all´unicità e al valore economico intrinseco delle sue piattaforme tecnologiche, delle sue infrastrutture e del know how e delle professionalità sviluppatesi al suo interno nel corso degli anni. |
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SANITÀ, CON ´CREG´ RIVOLUZIONE IN CURA CRONICI PARTE SPERIMENTAZIONE CLINICA DEL MODELLO SU 40.000 PAZIENTI CINQUE ASL COINVOLTE: BERGAMO, COMO, LECCO, MILANO E MILANO 2 FORMIGONI E BRESCIANI: PIÙ CONTINUITÀ E QUALITÀ IN ASSISTENZA |
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Milano, 26 marzo 2012 - Sono già oltre 40.000 (ma potrebbero diventare anche molti di più) i cittadini lombardi affetti da patologie croniche che, insieme a 415 medici di base delle Asl di Bergamo, Como, Lecco, Milano e Milano 2, inizieranno dal mese di aprile la fase di sperimentazione clinica dei Creg (Cronic Related Group), una "innovativa modalità di presa in carico globale di questi pazienti, unica a livello internazionale". Lo ha comunicato Il 24 Marzo il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni che ha tenuto una conferenza stampa insieme all´assessore alla Sanità Luciano Bresciani proprio per fare il punto su quella che si annuncia come una grande e importante novità sul fronte delle cure territoriali. Un modello che, non a caso, ha già attirato l´attenzione di molte regioni italiane ma anche di diverse realtà estere, come ad esempio le autorità sanitarie canadesi. Novità Per Cure Territoriali - "Questa novità - ha spiegato Formigoni - guarda ad una dimensione territoriale in cui sia garantita e promossa la continuità e la qualità delle cure, sia nelle strutture extra ospedaliere sia a domicilio del paziente. Si tratta di una delle principali e più complesse sfide che i moderni sistemi di welfare si trovano a dover affrontare". "Per questo - ha proseguito Formigoni - stiamo concentrando i nostri sforzi sull´organizzazione e la crescita di una medicina territoriale più moderna e realmente innovativa. Il nostro obiettivo quindi è di favorire sempre di più l´appropriatezza e la qualità dell´offerta partendo dalla vera sfida del futuro della sanità, che è la cronicità. Essa interessa infatti il 27% della popolazione lombarda ma incide sulla spesa per il 70%". "E´ una grande soddisfazione - ha aggiunto Bresciani - aver raggiunto un risultato di questo genere che ha già notevole attratto interesse a livello internazionale. Questa innovazione rientra nella logica di una sanità che si sviluppa, si evolve e migliora costantemente. La sfida è dare più servizi a minor costi e aumentare l´umanizzazione delle cure perché i pazienti potranno rimanere a casa loro e non saranno costretti a ripetuti ricoveri in ospedale. Oggi il 37% dei malati cronici è ricoverato in aree per acuti e questo non è appropriato". Il Funzionamento Del Creg - Il meccanismo consiste nell´assegnare al medico curante una quota di risorse annua stabilita in anticipo, in funzione della tipologia di assistiti e delle patologie ad essi correlate. Sono state dunque individuate 155 tariffe, assimilabili in tutto e per tutto ai Drg già utilizzati in ambito ospedaliero. Questi Drg serviranno a remunerare l´intero "pacchetto" di cure effettuate all´esterno degli ospedali: visite ambulatoriali, esami specialistici, protesica e presìdi (es. Ossigeno), farmaceutica, cure a domicilio. Il paziente verrà seguito passo per passo nel suo percorso di cura dal proprio medico, da un call center sempre attivo (365 giorni all´anno) e, in caso di necessità, tramite ausili di teleconsulto e telemedicina. "L´obiettivo di questo flusso di comunicazione ininterrotto tra medico e paziente - ha spiegato ancora Formigoni - è quello di accompagnare il malato cronico nella gestione della sua patologia, verificandone in tempo reale tutti i parametri clinici, le tempistiche corrette di esami e controlli, la regolare assunzione di farmaci". Parte La Fase Clinica - E´ stato completato in questi giorni il primo arruolamento su base volontaria dei pazienti nelle 5 Asl oggetto della sperimentazione, che si è articolato in due fasi: l´associazione in cooperative (i cosiddetti provider) dei Medici di Medicina Generale aderenti e il reclutamento volontario degli assistiti. Su un totale di una popolazione di 96.000 potenziali arruolabili, l´esito della prima fase è stato di oltre 40.000 pazienti cronici aderenti. "Si tratta - ha commentato il presidente - di un numero davvero considerevole per una sperimentazione, sia in termini percentuali, sia in termini assoluti". I pazienti saranno seguiti dai loro 415 medici di base, organizzatisi in 9 provider differenti. La provincia che ha avuto maggiori adesioni è stata quella di Bergamo, che da sola conta 205 medici partecipanti con oltre 20.000 pazienti. Ad aprile inizierà dunque la fase clinica della sperimentazione, ovvero la vera e propria attuazione del modello, che produrrà le prime evidenze nell´arco di un trimestre (fine giugno). |
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CITTÀ DELLA SALUTE, SI LAVORA PER NUOVO ACCORDO TRAMONTATA DEFINITIVAMENTE L´IPOTESI DELLA SEDE A VIALBA FORMIGONI: PROGETTO STRATEGICO, CONFERMIAMO TUTTI GLI IMPEGNI |
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Milano, 26 marzo 2012 - Prosegue senza sosta il lavoro promosso e coordinato da Regione Lombardia per la realizzazione della Città della Salute. Convocato dal presidente Roberto Formigoni, si è riunito il 22 marzo a Palazzo Lombardia il Collegio di vigilanza dell´Accordo di programma per la realizzazione dell´intervento, alla presenza di tutti i soggetti interessati. La riunione, inizialmente prevista per il 7 marzo, era stata rinviata su richiesta del Comune di Milano. Vialba - In considerazione delle criticità emerse sull´area di Vialba, che comportano, sotto il profilo economico, un aggravio di costi aggiuntivi di circa 80 milioni, il Collegio di Vigilanza ha deciso di chiudere l´Accordo di programma del 2009. Tramonta dunque definitivamente e ufficialmente questa ipotesi di localizzazione. In base a quanto già emerso nei Tavoli tecnici e nelle precedenti sedute dello stesso Collegio di Vigilanza, diversi elementi hanno cambiato lo scenario iniziale, sia sotto il profilo economico-finanziario sia in relazione all´ambito di intervento. Occorrerebbe infatti: - realizzare 3 vasche di laminazione, da localizzare su territori comunali di Bollate e Senago che per altro, sentiti, hanno esplicitato la loro contrarietà ad ospitare sul proprio territorio tali interventi per la protezione idrogeologica dell´area di Vialba; - potenziare l´accessibilità, attraverso l´istituzione di 2 shuttle dedicati e tramite interventi sulla viabilità locale ovvero un nuovo collegamento viario con la Rho-monza in corso di realizzazione; - acquisire le aree di proprietà di Inps che al momento non ha ancora formalizzato la cessione per l´importo convenuto, da ridurre in forza dei costi degli interventi di bonifica delle aree, anche per la presenza del torrente Pudiga. ´In questa situazione contingente di crisi e stante l´impossibilità di reperire nuove risorse, anche statali - ha spiegato Formigoni - la Regione non è in grado da sola di far fronte alla realizzazione della Città della Salute in Vialba´. Nuovo Accordo Di Programma - ´In ogni caso - ha detto ancora Formigoni - confermiamo la valenza sanitaria e sociale della Città della Salute, assicurando l´impegno anche economico della Regione per portare a termine questo importante e strategico intervento nei tempi più solleciti possibili. E´ necessario ora individuare la soluzione localizzativa che ne permetta la realizzazione con le condizioni economiche, logistiche e ambientali adeguate, salvaguardando al tempo stesso tutta la valenza progettuale sin qui sviluppata´. ´Per questo - ha aggiunto il presidente - abbiamo deciso di dare vita a un tavolo di lavoro con i Comuni di Milano e Sesto San Giovanni, oltre che con i due istituti interessati, per stabilire in tempi rapidi quale sarà la localizzazione dell´intervento, in modo da promuovere e firmare un nuovo Accordo di programma´. Restano dunque in campo le ipotesi della piazza d´armi della Caserma Perrucchetti per Milano, oltre ad altre eventuali soluzioni su cui il Comune dovesse decidere di lavorare e l´area ex Falck, proposta dal Comune di Sesto San Giovanni. Naturalmente sarà preservato il lavoro già svolto dal Consorzio - sciolto unicamente per ragioni di contenimento dei costi - valorizzando lo Studio di fattibilità e pertanto il progetto d´integrazione delle due Fondazioni Irccs Besta e Tumori. Regione Lombardia e Comune di Milano hanno concordato di stabilire la nuova localizzazione della Città della Salute entro il prossimo 20 aprile. ´Città della salute: un progetto che realizzeremo. Non ci rinunceremo per nessuna ragione al mondo´. Questo il messaggio che il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha voluto postare su Twitter. |
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FORMIGONI A DG SANITÀ: MANTENERE ALTA LA QUALITÀ |
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Milano, 26 marzo 2012 - Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, affiancato dal vicepresidente Andrea Gibelli e dagli assessori Giulio Boscagli (Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale) e Luciano Bresciani (Sanità) ha incontrato a Palazzo Lombardia i direttori generali delle Asl e delle Aziende ospedaliere lombarde. Presente anche il delegato alla Trasparenza Giuseppe Grechi. Tra gli argomenti all´ordine del giorno, il rapporto con i cittadini e il territorio, la trasparenza e gestione degli incarichi professionali, le Regole 2012 per il sistema socio sanitario e le politiche di welfare. Rapporto Con I Cittadini E Il Territorio - Le aziende ospedaliere e sanitarie sono tenute a garantire l´erogazione dei livelli essenziali di assistenza per i propri cittadini. A tal proposito, un punto cardine del raggiungimento degli obiettivi dei manager della sanità è l´importanza del rapporto con il territorio, mettendo al centro il cittadino e la qualità dei servizi. "Occorre per questo sforzarsi - ha detto Formigoni - per continuare a garantire la massima attenzione ai livelli di assistenza sanitaria nonostante la riduzione dei budget. In sintesi: ciò che va tagliato sono le spese inutili, le consulenze, le spese di rappresentanza, senza che questo vada a discapito della qualità del servizio reso ai vostri pazienti". Quello che non deve succedere infatti, è "che la razionalizzazione di risorse diventi un pretesto per abbassare il livello qualitativo dell´offerta". Trasparenza E Gestione Degli Incarichi Professionali - Allo scopo di migliorare la qualità dell´azione aziendale, recentemente si è intervenuti per la messa a regime del codice etico-comportamentale da parte di tutte le aziende sanitarie. "Con l´introduzione di tale codice - ha detto ancora Formigoni - la Giunta chiede di prestare un´attenzione particolare a determinati settori in coerenza con i principi di imparzialità e di buon andamento dell´azione amministrativa, sanciti dall´art. 97 della Costituzione, e a garanzia di una sempre maggiore autorevolezza e trasparenza". Questi i punti fondamentali: - è necessario assicurare che in ogni fase dell´acquisizione di beni, servizi e lavori si tuteli la qualità ed economicità delle acquisizioni. Occorre il rispetto puntuale e scrupoloso delle procedure previste dalla normativa; - per gli incarichi esterni l´assegnazione diretta deve rappresentare un´eccezione, da motivarsi di volta in volta solo ove ricorra il requisito della "particolare urgenza" oppure quando si dimostri di avere necessità di prestazioni professionali tali da non consentire forme di comparazione per la valutazione dei curricula. L´indicazione è di limitare il ricorso a professionalità esterne per far fronte ad esigenze eccezionali e comunque limitate nel tempo e nell´oggetto, ponendo le basi per strutturarsi in modo da essere tendenzialmente autosufficienti reclutando i dipendenti sulla base di procedure selettive di natura concorsuale adeguatamente pubblicizzate e con criteri predeterminati, certi e trasparenti che permettano di valorizzare il merito dei candidati. In relazione agli incarichi di alta professionalità concernenti in particolare le nomine dei primari è necessario inoltre rispettare le procedure previste con la consapevolezza della necessità di scegliere, all´interno di una rosa di idonei, la persona più meritevole motivando adeguatamente la decisione. Regole 2012 - "Il pareggio di bilancio del Servizio Sanitario Regionale - ha spiegato ancora Formigoni - si conferma in ogni caso uno dei nostri obiettivi prioritari, ed è finalizzato alla volontà di voler evitare l´introduzione di ulteriori tributi a carico dei nostri cittadini. Vogliamo affiancare all´obiettivo di pareggio di bilancio la salvaguardia della qualità delle prestazioni, e il loro incremento, laddove se ne verificasse la necessità. Con le regole per il 2012 abbiamo dunque voluto fare un ulteriore passo in avanti proprio nella direzione di una maggiore appropriatezza ed efficacia delle azioni". Tra questi interventi da ricordare: - l´obbligo di effettuare gare per la fornitura dei servizi in forma aggregata tra più strutture o attraverso la Centrale Regionale Acquisti per ottenere risparmi sui costi; - la riduzione del 10% delle Unità Operative semplici e complesse, che prevede la riduzione del numero dei reparti senza intaccare il livello di assistenza; - il perseguimento di politiche di contenimento e razionalizzazione dei costi del personale. Welfare - Quanto alle strategie di sviluppo nell´ambito del welfare, sono stati ricordati, tra gli altri interventi, il Fattore Famiglia Lombardo, quale strumento sia per definire le soglie di accesso ai servizi che per quantificare i livelli di compartecipazione alla spesa sanitaria e socio sanitaria e la dote welfare, che pone le risorse direttamente in capo alla persona, calibrandole in funzione del fabbisogno di assistenza e della capacità economica, responsabilizzandola nella definizione ed attuazione del proprio percorso di assistenza. La dote welfare è uno degli strumenti previsti nel percorso di riforma complessiva dei sistemi di welfare in Regione Lombardia. |
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TUBERCOLOSI. A MILANO 400 CASI L’ANNO, TREND STABILE MA CRESCONO I PAZIENTI MULTIRESISTENTI AL FARMACO |
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Milano, 26 marzo 2012 - A Milano ogni anno sono 400 i casi di tubercolosi diagnosticati con una prevalenza di uomini (2 a 1), anche se per alcune comunità straniere gli ammalati sono in maggior numero donne. Il trend da alcuni anni è stabile, ma tra i pazienti sono in crescita rispetto al 2011 i casi di multiresistenza ai farmaci e, quindi, i più difficili da curare. La conferma arriva dalla Asl Milano che effettua il monitoraggio su circa 1,6 milioni di abitanti (capoluogo lombardo e sei comuni della Provincia) e dall’Istituto Villa Marelli Ospedale Niguarda, il Centro regionale di riferimento per la tubercolosi. Dell’incidenza della malattia e dell’importanza di prevenzione e terapia si è parlato a Palazzo Marino durante la presentazione del convegno “la Tb nelle aree metropolitane” che si è tenuto sabato 24 marzo. Sono intervenuti: l’assessore alle Politiche sociali e Cultura della Salute, Pierfrancesco Majorino, Giorgio Besozzi (direttore centro di formazione permanente tubercolosi e membro direttivo Stop Tb Italia Onlus), Marino Faccini (Asl Milano – Struttura profilassi malattie infettive e vaccinazioni), Luigi Codecasa (responsabile Centro regionale di riferimento per la tubercolosi, Istituto Villa Marelli, azienda ospedaliera Niguarda Ca´ Granda). Gli ultimi dati della Asl di Milano fanno riferimento a una popolazione di circa 1,6 milioni di abitanti. Il quadro delineato dice che a Milano sono diagnosticati ogni anno una media di oltre 400 casi di tubercolosi (40% della Lombardia, il 9% su scala nazionale). L’incidenza sui soggetti residenti è di 20 casi su 100 mila abitanti (trend stabile degli ultimi dieci anni). Pur potendo colpire soggetti di qualunque strato sociale, la tubercolosi si sviluppa maggiormente in situazione di fragilità e in presenza di fattori di rischio concomitanti: immigrazione da Paesi ad alta endemia, povertà ed emarginazione, disagio sociale e sovraffollamento. Tra i cittadini stranieri la proporzione di casi di tubercolosi è di circa il 70%: il maggior numero di malati rientra nella popolazione adulta. Tra gli italiani i più colpiti sono gli anziani. Nei bambini i casi di tubercolosi rappresentano il 5% del totale. Gli ultimi casi di epidemia hanno riguardato questa fascia della popolazione: 171 bambini infetti e 15 malati nella scuola primaria Leonardo da Vinci di Milano. Recentemente altri casi sono stati registrati a Roma presso il reparto di neonatologia del Policlinico Gemelli e a Torino all’Ospedale delle Molinette, dove la malattia si è diffusa tra i tirocinanti. La Lombardia è stata tra le prime Regioni in Italia ad adottare un sistema di monitoraggio degli esiti della terapia con la finalità di debellare la malattia nel singolo individuo, ma anche di prevenire la trasmissione dell’infezione ad altre persone. Nel 2009, sempre secondo Asl Milano, dei 243 casi di tubercolosi polmonare (la forma contagiosa della malattia) 178 hanno completato il trattamento (indice di guarigione 73%), il 2 % è deceduto e l’8 % è stato ´perso´ nel corso dei controlli programmati. Si tratta di soggetti che, non avendo completato il percorso, possono continuare a trasmettere l’infezione. Il tasso di guarigione raggiunto a Milano (73%) è superiore alla media nazionale (67%), ma inferiore all’indice dell’85% indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Unica eccezione a Milano, con un tasso di guarigione del 95%, è il Centro regionale di riferimento per la tubercolosi, Villa Marelli della A.o. Di Niguarda. Ogni anno a Villa Marelli confluiscono da tutta la Provincia 400 pazienti di malattia attiva e 1.000/1.200 casi di infezione latente. A Villa Marelli accedono molti utenti, sia italiani sia stranieri, che vivono tra grandi difficoltà sociali, inviati dalle associazioni di volontariato, specialmente durante l’inverno, per poter essere accolti nei dormitori e nei centri d’accoglienza. “Comune, Asl, Associazioni si volontariato e terzo settore – ha detto l’assessore Majorino – devono fare rete per aumentare attraverso campagne mirate l’informazione e la profilassi sulle categorie a rischio, come anziani, immigrati adulti e comunità straniere. Vogliamo e dobbiamo informare in maniera costante senza allarmismi, ma con un approccio positivo finalizzato, non alla ghettizzazione dei soggetti, ma alla diffusione delle norme di igiene, prevenzione e cura”. “Per il controllo della tubercolosi a Milano, dove sono amplificati i fattori di rischio e le ricadute sociali sono più evidenti – ha spiegato Besozzi di Stoptb Italia – devono essere individuati nuovi modelli di intervento che creino un partenariato tra pubblico, privato e società civile, nella prospettiva di costruire un sistema di controllo più moderno e attuale, che tenga conto delle risorse disponibili non solo economiche ma anche umane e di competenza. Stoptb Italia da anni favorisce non solo lo sviluppo delle conoscenze tecniche, ma anche la sensibilità della popolazione generale nei confronti dei problemi emergenti”. “Il trend dei casi diagnosticati a Milano è stabile da alcuni anni – ha aggiunto Codecasa – ma nei due primi mesi dell’anno abbiamo registrato un aumento dei pazienti con forme multiresistenti ai farmaci. Sono persone che necessitano di terapie più lunghe, dai 18 ai 24 mesi, e di un´assistenza che spesso le strutture ospedaliere non sono in grado di dare. Il problema più grande è trovare un luogo dove tenere questi soggetti, in modo che non siano fonte di contagio per i familiari e le altre persone e completino il programma di terapia debellando completamente l´infezione”. |
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SANITÀ: PRESENTATO A ROMA PROGETTO-PILOTA REGIONE UMBRIA PER DICHIARAZIONE DI VOLONTÀ DONAZIONE DI ORGANI |
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Roma, 26 marzo 2012 – Passerà attraverso le anagrafi comunali di Perugia e Terni la scelta dei cittadini maggiorenni (238 mila quelli potenzialmente interessati) di donare o meno i propri organi, nel momento stesso in cui chiederanno il rilascio o il rinnovo della carta d’identità. Il consenso o il dissenso avranno immediato valore legale e saranno registrati in tempo reale nel “data base” dei potenziali donatori del Sistema Informativo Trapianti, uniformato a livello nazionale. Lo prevede un progetto-pilota (“La Donazione degli Organi come Tratto Identitario”), affidato alla Regione Umbria dai Ministeri della Salute e degli Interni, che nasce per dare attuazione a quanto previsto dal cosiddetto decreto “Milleproroghe” sul tema dell’espressione di volontà o diniego di donare gli organi, al momento del rilascio della carta d’identità. Il progetto (alla cui attuazione collabora Federsanità Anci) è stato presentato il 22 marzo a Roma in una conferenza-stampa, tenutasi presso il Ministero della Salute, alla quale hanno preso parte il ministro Renato Balduzzi e la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, insieme al prefetto Giovanna Menghini, direttore dei Servizi Demografici, in rappresentanza del Ministero degli Interni. All’incontro con i giornalisti hanno preso parte anche il direttore del Centro Nazionale Trapianti Alessandro Nanni Costa, Angelo Lino Del Favero, presidente di Federsanità Anci e, in rappresentanza dei due comuni umbri coinvolti dalla sperimentazione, il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali e l’assessore ai Servizi Demografici del Comune di Terni Renato Bartolini. Il progetto – è stato sottolineato - dovrà servire a “testare” concretamente sul campo un modello organizzativo e gestionale dell’espressione della dichiarazione di volontà, verificando altresì l’adeguatezza del software, per poi estendere l’esperienza sul piano nazionale, anche nella prospettiva (annunciata dal rappresentante del Ministero degli Interni) di una specifica direttiva, che sarà emanata per tutto il territorio nazionale. “Sono molto lieto di presentare in questa sede un progetto, che fa parte a pieno titolo delle eccellenze italiane”, ha dichiarato il ministro della Salute Renato Balduzzi. Esprimendo “soddisfazione” per il lavoro compiuto dalla Regione Umbria, che già dal 2008 si è impegnata in una vasta campagna di sensibilizzazione sulla donazione di organi, “Un dono per la vita”, “questo progetto-pilota – ha aggiunto il ministro Balduzzi – rappresenta una esperienza di prim’ordine che aiuta tutti a fare un passo avanti: un passo in più è stato fatto, altri importanti ne seguiranno, anche nella prospettiva della prevista introduzione della carta d’identità elettronica”. La presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini ha sottolineato la “dimensione sociale, umana ed etica” del progetto, che si colloca – ha detto – nello spirito e negli obiettivi del Sistema Sanitario Pubblico, ponendo tutti i cittadini nelle stesse condizioni di parità, legalità e trasparenza nell’accesso alla donazione, aumentando l’informazione consapevole e, in questo modo, il numero dei potenziali donatori. “Utilizzare un fatto ‘freddo’ come il rinnovo di un documento di identità per aprirsi al calore di una scelta di solidarietà a forte valenza etica – ha aggiunto la presidente – è una circostanza che accresce la cultura della responsabilità, che in Umbria è già molto presente, stimolata da un profondo rapporto fra associazioni e istituzioni, come nel caso della campagna di sensibilizzazione ‘Un dono per la vita’ del 2008. L’informazione su questi temi – ha detto Catiuscia Marini – è fondamentale, e il progetto contribuirà a diffonderla in modo capillare, fra le persone e nelle famiglie, nell’ottica della legalità e della massima trasparenza”. “Oltre che a salvare vite umane – ha osservato il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali -, questo progetto farà funzionare meglio la sanità, proprio grazie al ruolo attribuito ai Comuni (primo riferimento dei cittadini) per la promozione della salute.” “Oggi parte una fase completamente nuova – ha detto il direttore del Centro Nazionale Trapianti Alessandro Nanni Costa -, un nuovo modello che non ha precedenti per quanto riguarda la donazione degli organi e dei tessuti, e farà fare un salto in avanti nelle donazioni, con un’opinione pubblica che sempre più si rende conto dell’importanza del problema. Prevedendo un 20 per cento in più di consensi alla donazione di organi – ha detto Nanni Costa -, potremmo disporre su tutto il territorio nazionale di un milione in più di potenziali donatori”. |
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IL DR. SHAH OSPITE DELL’IRST-ISTITUTO TUMORI DELLA ROMAGNA |
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Meldola, 26 Marzo 2012 - Cellule del corpo umano non ancora specializzate con intatte le capacità di differenziarsi. Sono le cosiddette cellule staminali primitive, nuova realtà per lo sviluppo di terapie e cure mediche anche nel campo dei tumori cerebrali. Proprio sullo stato dell’arte di queste ricerche e le soluzioni offerte dalla neurochirurgia, si è tenuto martedì 20 marzo all’Irst – Istituto Tumori della Romagna, grazie alla collaborazione del Dr. Carmelo Sturiale, Direttore del Dipartimento Neuroscienze e Testa Collo dell’Ospedale di Cesena, un importante incontro. Protagonista il Dr. Khalid Shah, tra i massimi ricercatori del settore e Direttore del Laboratorio di Imaging Molecolare al Massachusetts General Hospital. "La collaborazione con l´Harvard Medical School di Boston – spiega il Dr. Carmelo Sturiale – segnerà l´inizio della ricerca sulle cellule staminali contro i gliomi presso l´Irst e costituirà una opportunità di cura di tali tumori del tutto innovativa e con potenzialità molto promettenti”. Khalid Shah è direttore del Laboratorio di Imaging Molecolare al Massachusetts General Hospital dell’Harvard Medical School. Negli ultimi cinque anni ha avviato un ambizioso programma di ricerca per sviluppare terapie a base di cellule staminali per contrastare tumori del sistema nervoso. In particolare il laboratorio del Dr. Shah, in collaborazione con altri importanti centri di ricerca, è in procinto di sviluppare linee di cellule staminali che esprimono diverse proteine terapeutiche che possano bloccare la proliferazione cellulare dei tumori. Il Dr. Shah, grazie a questi studi, ha ricevuto numerosi premi tra i quali quello come giovane ricercatore da Alliance for Cancer Gene Therapy (Acgt), premio di ricerca collega di American Cancer Society (Acs). |
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SANITÀ FVG: TONDO, RICOGNIZIONE SPECIALITÀ E VALORIZZAZIONE ECCELLENZE |
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Udine, 26 marzo 2012 - Il presidente della Regione, Renzo Tondo, è intervenuto a Udine, il 23 marzo, all´apertura del convegno su "La chirurgia oncologica avanzata", promosso dall´ateneo friulano e da Grito, Gruppo regionale integrazione trattamenti oncologici, per fare il punto sull´esperienza maturata a livello nazionale e internazionale sul trattamento delle patologie oncologiche addominali. Nell´occasione Tondo, nella veste di assessore regionale alla Salute, ha posto l´accento sull´esigenza di porre al centro dell´attenzione delle istituzioni le problematiche inerenti le patologie oncologiche, sia per la loro frequenza legata anche all´invecchiamento della popolazione che per gli oneri sociali che ne conseguono, connessi prima di tutto all´uso di farmaci certamente innovativi ma sempre più costosi. Riferendosi all´attività brillantemente svolta in questo campo anche dall´Unità operativa di chirurgia oncologica avanzata che opera presso l´Azienda ospedialiero-universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine, il presidente ha parlato delle tante eccellenze sanitarie che esistono in Friuli Venezia Giulia, assicurando ad esse il sostegno dell´Amministrazione regionale. Uno sostegno che deriva anche dalla scelta, maturata nel 1996, di gestire in proprio la sanità regionale, con risultati di bilancio positivi, ben lontani dal presentare le pesanti passività che si registrano in altre realtà regionali. In quest´ottica - ha annunciato il presidente assessore - si sta predisponendo una fotografia delle specialità esistenti nel Friuli Venezia Giulia, proprio per far emergere le eccellenze da valorizzare. E sempre nell´intento di rispondere in maniera efficace alla domanda di salute della popolazione, accanto agli ospedali, sempre più rivolti a curare le patologie acute, verranno rafforzati i servizi sociosanitari sul territorio. Dopo il saluto del direttore generale dell´Azienda S. Maria della Misericordia, Carlo Favaretti, e di Francesco Curcio, in rappresentanza dell´Ateneo udinese, i lavori del convegno sono stati introdotti dal direttore della clinica chirurgica Dino De Anna. |
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BOSISIO/LC: ´LA NOSTRA FAMIGLIA´ STRUTTURA DI ECCELLENZA, TUTELA DIGNITÀ PERSONE |
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Milano, 26 marzo 2012 - L´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli, ha visitato il 22 marzo la struttura di Bosisio Parini (Lc) de ´La Nostra Famiglia´, che ospita vari servizi: Neuroriabilitazione, Psicopatologia e Riabilitazione Funzionale, Servizi Specialistici Ambulatoriali, un Centro di Riabilitazione Ambulatoriale, Diurno (Cdc) e Residenziale, oltre ad un Centro di Qualificazione Professionale (Cfp) e il Polo Irccs ´E. Medea´. Ad accompagnare l´assessore erano presenti, oltre al direttore generale dell´Assessorato Roberto Albonetti, Alda Pellegri (presidente La Nostra Famiglia), Carla Andreotti (direttore centrale Sviluppo e Formazione), Simonetta Cominato (Direttrice Generale Regionale - Lombardia), Damiano Rivolta (vicedirettore Regionale - Lombardia), M. Paola Olivari (Coordinatore Sanitario Regionale dei Centri di Riabilitazione - Lombardia). Tutela Per Dignità Delle Persone - L´assessore Boscagli ha sottolineato l´eccellenza di questa realtà che ´dalla sua fondazione si è posta il fine di tutelare la dignità e la qualità della vita delle persone con disabilità, soprattutto i più piccoli, facendosi carico anche delle sofferenze delle famiglie´. ´Un impegno - ha continuato Boscagli - che nel tempo ha permesso a ´La Nostra Famiglia´ di costruire una vasta rete di strutture di riabilitazione extraospedaliere in varie regioni d´Italia e nei Paesi in via di sviluppo e di sostenere in modo concreto la ricerca scientifica nel campo delle patologie dello sviluppo. Questo si unisce all´attività di formazione superiore e continua e di educazione ed animazione di giovani, adulti, genitori e famiglie´. Rivedere Modello Welfare - Al termine dell´incontro l´assessore ha infine sottolineato la necessità attuale di rivedere il modello di welfare, evidenziando come sarà sempre più necessario passare da un sistema incentrato sull´offerta ad uno incentrato sulla domanda di assistenza. L´associazione ´La Nostra Famiglia´ ha oggi in Italia 35 sedi di cui 14 nella sola Lombardia, che svolgono attività di assistenza sanitaria, socio-sanitaria, istruzione e formazione finalizzate in particolare a persone disabili e svantaggiate. |
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BOLZANO: PRESENTATO IN UN CONVEGNO IL “PIANO DI SETTORE DISABILITÀ” |
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Bolzano, 26 marzo 2012 - È stato presentato il 22 marzo nell’ambito di un convegno organizzato dalla Ripartizione politiche sociali presso la sede di Bolzano della Lub il “Piano di settore disabilità: obiettivi e sfide delle politiche per le persone con disabilità in Alto Adige 2012-2015”. Hanno preso parte ai lavori del convegno l’assessore alla famiglia, sanità e politiche sociali, Richard Theiner, il rettore della Libera Università di Bolzano, Walter Lorenz, Christina Wurzinger, giurista, membro dell’organo austriaco per l’implementazione delle Convenzioni Uno, Pfeifer Karin, Robert Mumelter di people first Alto Adige, gruppo di auto-rappresentanza di persone con difficoltà di apprendimento e Luciana Fiocca, direttrice dell’Ufficio soggetti portatori di handicap. Il presente documento di pianificazione per il settore della disabilità è frutto di un impegno pluriennale che ha visto coinvolte tutte le categorie interessate, accanto ai responsabili dei servizi e delle strutture operanti nel settore. Nel corso del convegno l’assessore provinciale Richard Theiner ha sottolineato che “Il Piano non è un punto d’arrivo, bensì un obiettivo intermedio. Tutti sono quindi chiamati a contribuire alla sua realizzazione. Theiner ha altresì ringraziato tutte le organizzazioni ed associazioni che hanno contribuito alla definizione del Piano di settore disabilitá”. Analoghi concetti sono stati quindi espressi dal rettore della Libera Università di Bolzano, Walter Lorenz, e da Luciana Fiocca, direttrice dell’Ufficio soggetti portatori di handicap. Alleghiamo il link con il testo integrale del “Piano di settore disabilità: obiettivi e sfide delle politiche per le persone con disabilità in Alto Adige 2012-2015”: http://www.Provincia.bz.it/politiche-sociali/servizi/pubblicazioni.asp. |
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SOCIALE: OK DEFINITIVO ALLE LINEE GUIDA PER I PIANI DI ZONA |
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Trieste, 26 marzo 2012 - Via libera definitivo, il 22 marzo, da parte della Giunta regionaledel Friuli Venezia Giulia riunita a Trieste, alle Linee guida per la predisposizione dei Piani di zona nel triennio 2013-2015. I Piani di zona sono gli strumenti destinati a diventare un autentico piano regolatore del sociale, in quanto sono i documenti di programmazione territoriale che determinano le politiche sociosanitarie rivolte alla popolazione. Rispetto al testo approvato in via preliminare, frutto di un ampio confronto con tutti i soggetti interessati, le Linee guida tengono conto anche delle raccomandazioni formulate dal Consiglio delle autonomie locali, che ha richiamato l´impegno dell´Amministrazione regionale a sostenere il percorso di programmazione territoriale in ordine ai temi del sistema informativo integrato sociosanitario e della compartecipazione dell´utenza al costo dei servizi. Per favorire l´integrazione socio-sanitaria, ha ricordato il presidente Renzo Tondo, nella sua veste di assessore alla salute, la Regione ha stanziato un milione di euro per gli Ambiti e altri 500 mila per i Distretti. |
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LIGURIA: AL VIA PERCORSO DI RIQUALIFICAZIONE FORMATIVO PER ANIMATORI SOCIO-EDUCATIVI |
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Genova, 26 Marzo 2012 - Prenderà il via entro la fine dell’estate il bando per la formazione del nuovo profilo di animatore socio-educativo, una nuova figura individuata dalla Giunta regionale tra i 19 mestieri che possono avere degli sbocchi sul mercati del lavoro. Lo ha comunicato il 22 marzo l’assessore regionale alla formazione e al bilancio Pippo Rossetti contestualmente all’aggiornamento del repertorio regionale delle professioni che ogni due anni individua nuove figure inseribili in un mercato del lavoro che cambia ed evolve. Il corso di formazione per la figura dell’animatore socio educativo permetterà la riqualificazione di più di 1000 professionisti impiegati oggi in attività di tipo educativo in strutture socio assistenziali e socio sanitarie rivolte a minori, anziani, disabili fisici, psichici e sensoriali, tossicodipendenti, senza dimore e altro. “La definizione del nuovo profilo di animatore – ha spiegato l’assessore Rossetti - è il frutto del lavoro di uno dei tavolo avviati con l’istituzione del polo formativo della professioni ed è un ottimo risultato in termini di concertazione per dare sempre più valore all‘azione di professionisti impiegati già da anni in un settore come quello del sociale che mai come oggi richiede capacità formative di alto livello”. Tra le altre nuove figure individuate nel repertorio ligure delle professioni per le quali sono previsti percorsi di formazione: l’operatore forestale, il fornaio panificatore, l’allestitore nautico, il capo barca, il tecnico turistico del diporto e il progettista di particolari nautici. |
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TOSCANA: ASSISTENZA SANITARIA: IN CARCERE COME IN OSPEDALE |
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Firenze, 26 marzo 2012 – Assistenza sanitaria in carcere sempre più simile a quella prestata in ospedale: perché i detenuti hanno gli stessi diritti di salute dei cittadini liberi. La giunta regionale ha approvato, e finanziato con 35.000 euro, un progetto presentato dalla Asl 5 per il miglioramento dell’assistenza sanitaria nel Centro clinico del carcere Don Bosco di Pisa. Il progetto si propone di migliorare la qualità della degenza e dell’assistenza, di aumentare il numero di ricoveri e interventi chirurgici, di ridurre i tempi di ricovero, di migliorare il turn-over sui posti-letto. “Da tempo la Regione Toscana è impegnata sul fronte della salute in carcere – sottolinea l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – La salute è un diritto di tutti indistintamente. Liberi cittadini e detenuti sono uguali davanti alla malattia e hanno diritto ad avere le stesse opportunità e prestazioni sanitarie. Per questo abbiamo approvato delibere, varato linee di intervento, messo a punto iniziative perché la salute in carcere non resti un diritto solo sulla carta, ma diventi una realtà. Il progetto per migliorare l’assistenza sanitaria all’interno del carcere Don Bosco di Pisa va in questa direzione”. Il progetto prevede la riorganizzazione delle stanze di degenza per acuti; la creazione di una decharge room di 17 posti-letto per i pazienti dimessi in attesa di traduzione; la sostituzione della Tac attuale con quella del pronto soccorso di Pontedera; l’installazione della nuova colonna laparoscopica per gli interventi chirurgici; l’informatizzazione del sistema di accettazione dei pazienti; l’attivazione del Ris-pacs (il sistema digitalizzato di trasmissione degli esami radiografici) per la radiologia tradizionale; la distribuzione della nuova carta dei servizi a tutti i detenuti ricoverati nel Centro clinico; la sperimentazione di un sistema di telemedicina per le urgenze cardiologiche. Il nuovo assetto prevede 32 posti-letto per la sezione maschile e 7 per quella femminile, più 17 posti-letto nella decharge room, una zona a bassa assistenza sanitaria dove possano essere ospitati i pazienti già dimessi. Il Centro clinico del carcere Don Bosco è in grado di effettuare interventi di chirurgia ambulatoriale e day surgery nelle branche specialistiche di chirurgia generale, otorinolaringoiatria, urologia, ortopedia. Il Ministero di Giustizia ha espresso apprezzamento per questa importante iniziativa che valorizza una struttura di particolare rilievo per l’amministrazione penitenziaria: il Centro clinico del carcere Don Bosco è stato individuato in sede di Conferenza Stato-regioni tra i Centri Diagnostici Terapeutici definiti “necessari e insopprimibili”. La struttura del centro supera infatti una logica ed una competenza limitate al territorio regionale: il centro effettua prestazioni specialistiche che garantiscono i bisogni assistenziali della popolazione carceraria proveniente dall’intero territorio nazionale. Il progetto organizzativo del Centro clinico ha il preciso obiettivo di garantire i bisogni sanitari dei detenuti secondo i criteri di efficienza ed efficacia che caratterizzano le moderne strutture ospedaliere, pur tenendo inevitabilmente conto dell’ambito penitenziario nel quale è inserito. La salute dei detenuti in Toscana Il 73% dei detenuti negli istituti toscani è affetto da almeno una patologia. E’ quanto emerge da un’indagine condotta nel 2010 dall’Osservatorio per la salute in carcere coordinato dall’Ars (Agenzia regionale di sanità) su 2.985 detenuti (cioè il 71,6% del totale dei detenuti toscani, che al momento dell’indagine risultavano essere 4.169). Dall’indagine risulta che i detenuti europei e nordafricani sono in genere più sani di quelli italiani, principalmente per la loro giovane età (in media sono più giovani di 10 anni). Il 27% dei detenuti sono sani, il 39,8% ha una diagnosi solo internistica, l’8% solo psichiatrica, il 25,2% internistica e psichiatrica insieme. Nonostante la giovane età dell’intera popolazione detenuta (età media 38 anni), la richiesta sanitaria risulta essere molto forte e caratterizzata da tre grandi temi: salute mentale, disturbi dell’apparato digerente e malattie infettive e parassitarie. In particolare, la salute mentale dei detenuti risulta compromessa da disturbi legati al consumo di droghe (12,7%) e disturbi di tipo nevrotico (10,9%), spesso associati a reazioni di adattamento connesse con l’inserimento in ambiente penitenziario. A queste malattie vanno associati i numerosi tentati suicidi che rappresentano un’emergenza per il sistema penitenziario, con valori di gran lunga superiori a quelli riferiti alla popolazione generale: 4% in carcere, 0,006% fuori. Il 10% ha alle spalle almeno un episodio di autolesionismo. Più alta tra i detenuti anche l’incidenza di tubercolosi: 0,4% in carcere, 0,006% fuori. |
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LOTTA ALLA DROGA, LUNEDÌ 26 E MARTEDÌ 27 LA "DUE GIORNI" CONCLUSIVA DEL PROGETTO "SEGNALI 2" |
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Napoli, 26 marzo 2012 - "Dai giovani a giovani: un progetto per combattere la droga." E´ questo il tema dell´iniziativa promossa dalla Regione Campania, Settore Fasce deboli dell´assessorato regionale alla Sanità, per il 26 ed il 27 marzo nel complesso monumentale delle Catacombe di San Gennaro a Napoli. L´incontro è finalizzato a richiamare l´attenzione sulla tossicodipendenza ed è rivolto, in special modo, agli studenti delle scuole superiori della Campania. Durante la due giorni sarà proposta una rassegna di tutti i progetti di prevenzione alle droghe che sono stati realizzati da studenti degli istituti superiori assegnatari dei finanziamenti previsti dalla Regione Campania nell´ambito del progetto "Segnali 2" - Fondo Lotta alla Droga. Con tale progetto la Regione Campania ha voluto sperimentare un percorso di "peer education", un nuovo modo di fare prevenzione con i giovani che creano "segnali" per altri giovani. Le due giornate conclusive vedranno una rassegna di tutti i lavori e i "segni" che gli oltre mille giovani di circa quaranta istituti superiori della Campania hanno messo in campo, con attività di animazione, videoproiezioni, laboratori creativi, spazi musicali e teatrali, per rappresentare il proprio modo di contrastare la droga e le problematiche ad essa correlate. |
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ESENZIONE DEI TICKET PER I LAVORATORI MARCHIGIANI COLPITI DALLA CRISI: MODALITA` ATTUATIVE. ´UN SOSTEGNO ALLE PERSONE IN DIFFICOLTA` PER RAFFORZARE LA COESIONE SOCIALE´ |
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Ancona, 26 marzo 2012 - Esenzione dei ticket e farmaci gratuiti di fascia ´C´ per i lavoratori marchigiani colpiti dalla crisi. La Giunta regionale ha trasmesso all´Assemblea legislativa, per acquisire il previsto parere, le modalita` di attuazione dell´accordo sottoscritto con le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil. Le misure anticrisi del 2012 prevedono una serie di interventi, tra i quali quelli in ambito sanitario. Le agevolazioni riguardano lavoratori disoccupati, in mobilita`, in cassa integrazione, con contratti di solidarieta` e i loro familiari fiscalmente a carico. ´Nessuno viene lasciato solo dalla Regione ´ commenta l´assessore alla Salute, Almerino Mezzolani ´ I lavoratori in difficolta` trovano una risposta anche per quanto riguarda la tutela della salute. E` un impegno che abbiamo sottoscritto con le organizzazioni sindacali e che riconfermiamo per l´anno corrente. Destiniamo 1 milione e 400 mila euro per concretizzare gli interventi previsti. Somma che viene ripartita tra gli enti del Servizio sanitario regionale, sulla base delle prestazioni specialistiche e farmaceutiche erogate, in modo che le persone che hanno perso il lavoro possano trovare assistenza e risposte ai propri bisogni, indipendentemente dalle difficolta` economiche che stanno attraversando´. La delibera inviata all´Assemblea legislativa stanzia un acconto di 800 mila euro per le Aziende sanitarie regionali e le strutture accreditate, in modo da garantire la continuita` delle prestazioni a favore dei lavoratori colpiti dalla crisi economica. La somma rimborsa l´esenzione dalla compartecipazione alla spesa sanitaria (ticket) per le prestazioni specialistiche ambulatoriali e di diagnosi strumentale e l´erogazione gratuita dei farmaci di fascia ´C´ (quelli con obbligo di ricetta medica e interamente a carico del cittadino). I lavoratori interessati, per beneficiare delle misure sanitarie anticrisi, devono aver autocertificato la propria condizione presso gli Uffici anagrafe della Zone territoriali competenti. |
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RESIDENZE ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI: IN UMBRIA ASSICURATI STANDARD DI QUALITÀ |
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Perugia, 26 marzo 2012 - "La Regione dal 2002 ha avviato un percorso finalizzato a garantire elevati livelli qualitativi delle residenze protette, fissando degli standard di eccellenza che valorizzano la qualità delle strutture, tanto che, in alcuni casi, sono stati proprio i gestori delle stesse ad evidenziare gli elevati costi per il loro raggiungimento". Lo afferma l´assessore regionale alla sanità, Franco Tomassoni, in risposta ad alcuni articoli riportati dalla stampa che segnalavano una situazione allarmante in Umbria relativa all´assistenza della popolazione anziana non autosufficiente. "In merito alle notizie sulla non conformità delle residenze socio-sanitarie per anziani non autosufficienti operanti in Umbria va precisato - ha detto Tomassoni - che nel territorio il totale delle strutture socio-sanitarie, le cosiddette residenze protette, autorizzate o/o accreditate dal Servizio sanitario regionale è di 50, e che queste ospitano complessivamente 2.227 anziani non autosufficienti. Dai Nas sono arrivate 7 segnalazioni di non conformità (4 nel 2010 e 3 nel 2011), di cui 6 relative a residenze protette che ospitavano un numero di utenti superiore a quello autorizzato, che in un caso era relativo ad un solo ospite, mentre per altre strutture il numero era più elevato. Allo stato attuale, alcune di queste situazioni risultano sanate. Oltre al numero di utenti superiore a quello autorizzato (6 segnalazioni), in un caso la non conformità riguardava una ringhiera non a norma. Pertanto - continua l´assessore - allo stato attuale non risultano alla Direzione sanità della Regione Umbria, chiusure effettuate dai Nas per strutture socio-sanitarie autorizzate e accreditate". Concludendo l´assessore Tomassoni ha ricordato che attualmente le residenze protette in Umbria garantiscono gli standard strutturali ed organizzativi conformi alle disposizioni della legge regionale e che l´Azienda sanitaria effettua una vigilanza costante e che con i ´Nas´ c´è una positiva collaborazione finalizzata a migliorare la qualità dell´assistenza della popolazione anziana non autosufficiente". |
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NATE LOWMAN, SWISS CHEESE AND THE DOORS: A ONE NIGHT STAND |
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Milano, 26 marzo 2012 - La mostra personale di Nate Lowman Swiss Cheese and The Doors: A One Night Stand inaugura l’11 aprile presso la galleria Massimo De Carlo. Rispecchiando i diversi flussi di pensiero dell’artista, nella sua prima personale a Milano sono presenti circa quaranta nuovi lavori, organizzati in una narrazione sperimentale attraverso gli spazi della galleria. Nel corso di diversi anni di carriera prolifica, che vede la sua partecipazione a mostre collettive e personali presso le principali sedi espositive dedicate all’arte contemporanea di New York, Oslo, Londra, Roma e Hydra, Lowman affina tecniche e approfondisce temi che vengono ora sviluppati e riproposti. L’artista è solito prelevare ritagli di immagini da una collezione, tuttora in corso, di giornali e riviste, cose trovate online, per la strada o nel suo studio. I suoi dipinti, così particolareggiati da sembrare stampati, sono in realtà creati attraverso l’utilizzo di pittura alchidica o ad olio, utilizzando come supporto il lino o la tela. Attraverso i suoi lavori Lowman esprime il potenziale metonimico delle immagini, creando un perfetto parallelismo tra visione iconica della rappresentazione e ricerca di differenti livelli di significato personali, culturali e storici. Negli spazi della galleria l’artista sviluppa questo metodo di selezione e posizionamento attraverso una nuova serie di tele variamente sagomate, che interagiscono con lo spazio, incorporando porte di recupero nell’architettura esistente e coprendo le luci della galleria con pellicole colorate per ricreare l’atmosfera dell’alba e del tramonto, sconfinando tra ricognizione istintiva e memoria culturale. In mostra, inoltre, una nuova serie di dropclothes, teli protettivi posizionati sul pavimento dello studio dell’artista per raccogliere gocce di vernice, intelaiati come fossero dipinti e tabletops, piani di tavoli da lavoro segnati da rimasugli di pittura e vernice. In contrapposizione alle dichiarazioni esplicite dei suoi lavori grafici, questi lavori ricollocano l’attività pittorica dell’artista in una dimensione più celata e visionaria. Nate Lowman, nato a Las Vegas nel 1979, vive e lavora a New York. Dopo la partecipazione alla mostra collettiva Unmonumental al New Museum di New York nel 2007 ha catturato l’attenzione di pubblico e critica. Le sue opere sono state descritte dal New York Times come "complesse escursioni nel collage, nei graffiti e nell’appropriazione". Ha partecipato alle esposizioni collettive Fresh Hell presso il Palais de Tokyo, Parigi (2010), Haunted: Contemporary Photography/video/performance al Solomon R. Guggenheim Museum, New York (2010), Off the Wall: Part 1 - Thirty Performative Actions al Whitney Museum, New York (2010), The Last Newspaper al New Museum, New York (2010), Mapping the studio presso Punta della Dogana / Palazzo Grassi, Venezia (2009), New York Minute: 60 Artisti della scena newyorchese al Macro Future, Roma (2009), Beg Borrow, Steal presso la Rubell Family Collection, Miami (2009). Tra le mostre personali The Natriot Act all’Astrup Fearnley Museum, Oslo (2009) e Nate Lowman, The Hydra Workshop, Hydra, Grecia (2009). |
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MOSTRA PERSONALE A RICCARDO MANNELLI "APPUNTI PER LA RICOSTRUZIONE DELLA BELLEZZA". |
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San Gimignano, 26 marzo 2012 - Dieci nuovi dipinti, appartenenti a due serie pittoriche in divenire accomunate in un’unica contestualizzazione: “Appunti per la ricostruzione della bellezza”. La prima serie, “hasta mañana mi amor”, indaga i gesti di affetto e le tenerezze di amanti ritratti nella loro intimità di coppia, colti nel momento in cui si scambiano l’augurio di rivedersi l’indomani al loro risveglio; davanti hanno un’ipotetica notte di sonno o di oblio, che potrebbe essere, anche metaforicamente, “a nuttata” eduardiana, alla quale però vanno incontro con questo schietto e disarmante ottimismo determinato dalla certezza della loro passione reciproca: ”a domani amore mio”. La seconda serie, “blues”, sono singoli ritratti femminili colti in momenti di abbandono riflessivo, immersi nel loro mistero; stati d’animo apparentemente imperscrutabili e “irraccontabili” che trovano lo sbocco comunicativo solo grazie alla loro sfacciata sincerità, come un blues, appunto. La carne, il corpo sono lo spettacolo umano per eccellenza; il più misterioso e il meno misterioso di tutti. Dipende solo dallo sguardo di chi assiste allo spettacolo. Ricostruire la bellezza si può, proprio perchè ne abbiamo davanti le macerie. Riccardo Mannelli, “Appunti per la ricostruzione della bellezza” 2012 la Galleria Gagliardi San Gimignano. In questa sua mostra personale l’Artista Riccardo Mannelli presenta per la prima volta una serie di opere pittoriche il cui messaggio è chiaro: noi tutti, mai come oggi, abbiamo un forte bisogno interiore di ritrovare il senso del Bello: Bellezza come Armonia, Equilibrio, percezione di emozioni sottili. La ricerca della Bellezza come valore positivo, raggiungendo quindi la Verità nei sentimenti e nei rapporti con l’altro. La Bellezza di ritrovare l’incanto della Vita. Riccardo Mannelli (Pistoia 1955) - Vive a Roma dal 1977. Autodidatta, inizia il suo percorso artistico negli anni settanta e fin dagli esordi divide il suo impegno tra la produzione pittorica e l’attività in campo editoriale, con ritratti e tavole satiriche dal forte impianto espressionista. Collabora con moltissime testate nazionali ed internazionali; dal 1980 inizia a realizzare reportages disegnati in giro per il mondo che diventeranno la sua cifra espressiva più conosciuta. Protagonista delle maggiori riviste satiriche ( Il Male , L’echo Des Savanes, Humor, Cuore, Satyricon di Repubblica, Boxer, etc.) molte delle quali dirige o partecipa alla fondazione. Ha inventato e messo in scena per qualche anno “Cabaret Elettrico”, spettacolo multimediale ispirato ad un suo ciclo pittorico ( Stanze Di Guerra ).Attualmente collabora con La Repubblica e Il Fatto Quotidiano; negli ultimi tempi ha realizzato il fregio virtuale “ Apoteosi Dei Corrotti” proiettato diverse volte sulla parete esterna dell’Ara Pacis di Roma ( inventando operazioni di vera e propria “ guerriglia Artistica” denominate Rave-art );del 2009 è la mostra “Teneri Barbari” insieme al fotografo Jan Saudek;nel 2011 espone per la prima volta l’intero ciclo pittorico “Commedia In Z.e.r.o.”( realizzato nel 2003/ 2005) Nell’ambito delle Mostre d’arte del 54 Fesival di Spoleto (curatore Vittorio Sgarbi). Sempre nel 2011 è invitato alla 54 Biennale di Venezia dove espone tre opere nel Padiglione Italia. In questo stesso anno riceve il premio Forte Dei Marmi per la Satira Politica. Dal 1995 coordina il Dipartimento di Illustrazione all’ Istituto Europeo di Design, dove insegna Anatomia e Disegno dal vero. |
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CULTURA: IL REALISMO SOCIALISTA CECOSLOVACCO A VILLA MANIN |
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Villa Manin (Ud), 26 marzo 2012 - Attraverso 150 opere d´arte (dipinti, grafiche, sculture) provenienti dalla Collezione della Fondazione Eleutheria, Villa Manin propone la conoscenza con il "Realismo socialista. Cecoslovacchia 1948-1989". La mostra - che resterà aperta fino all´8 luglio prossimo e che è stata curata da Genny di Bert, Ottaviano Maria Razetto e Francesco Augusto Razetto, trovando in Villa Manin il valido supporto organizzativo - si sviluppa intorno a due grandi temi: il lavoro e la propaganda. Il periodo storico scelto - 1948-1980 - prende in considerazione l´arco temporale che va dall´affermazione del comunismo in terra cecoslovacca fino alla caduta del Muro di Berlino e quindi alla fine dei vari regimi dell´Est europeo. Ciò non significa, però, che prima del 1948 in Cecoslovacchia non ci fosse stata attenzione al tema del lavoro: la mostra si apre infatti con opere di artisti attivi negli Trenta e Quaranta del ´900, aperto alle influenze provenienti da altre scuole artistiche, in particolare dalla Francia. La cultura cecoslovacca aveva e ha continuato a esprimere grandi artisti in tutti i campi dell´espressione culturale e anche dopo l´avvento del comunismo presenterà forme più aperte rispetto a quella sovietica. Nelle sale di Villa Manin scorrono i vari paradigmi in cui è stato rappresentato il lavoro: dalla forza dell´uomo alla rappresentazione della donna sempre femminile e consapevole del proprio ruolo nella famiglia e nella società; dall´abbinamento della figura umana con la macchina a quello strettissimo di città e industria. A volte il realismo sconfina nell´iperrealismo. E se nei primi decenni del regime è palese il tentativo degli artisti di additare l´entusiasmo verso la costruzione di una società nuova, verso gli anni Settanta e Ottanta si fa evidente il senso di progressiva sfiducia verso un "credo" che andava perdendo mordente nelle masse. Da non dimenticare che la Cecoslovacchia visse, con la Primavera di Praga, in anni ancora non sospetti il tentativo, poi fallito, di un rinnovamento politico verso un regime politico più aperto e libero. Nella sezione dedicata alla propaganda, chiaramente il discorso si fa meno aperto: l´attenzione degli artisti era orientata all´esigenza di rappresentare l´epopea socialista nei suoi vari aspetti di partito, militari o, ancora, legati al lavoro inteso come costruzione di una "società felice". La mostra è accompagnata da un libro-catalogo con contributi di critici specializzati nella materia (in italiano, inglese e ceco) e con la riproduzione a colori delle opere esposte. |
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FVG: TONDO A DELEGAZIONE CECA, ARTE STRINGE LEGAMI TRA PAESI |
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Udine, 26 marzo 2012 - "Quando ho appreso la volontà di organizzare a Villa Manin una mostra che presentasse per la prima volta la produzione artistica del periodo socialista in Cecoslovacchia ho da subito apprezzato il proposito perché sono convinto che sia un grave errore cancellare e rimuovere le iconografie che rappresentano un´epoca storica. La conservazione della memoria è un valore, indipendentemente dal giudizio che si ha del regime durante il quale è stata prodotta una temperie storico-artistica". Lo ha affermato il presidente della Regione Renzo Tondo in occasione dell´incontro con la delegazione della Repubblica Ceca che precede di poche ore la vernice della mostra "Realismo socialista in Cecoslovacchia. 1948 - 1989", con la quale si darà il via all´esposizione che resterà aperta nella dimora dogale da fino all´8 luglio. La rassegna, già presentata a Praga con grande successo, ha il patrocinio del Comune di Praga, dell´Ambasciata della Repubblica Ceca a Roma e di quella Italiana a Praga, e intende ripercorrere attraverso più di un centinaio di opere tra quadri, sculture e grafica l´intero arco legato alla produzione artistica del periodo socialista in Cecoslovacchia. Resa possibile dalla collaborazione tra la Fondazione Eleutheria di Praga e l´Azienda speciale Villa Manin, l´esposizione costituirà un momento particolarmente significativo per ricordare un periodo artistico influenzato dalla ben nota occupazione comunista. Il presidente Tondo ha accolto assieme all´assessore alla Cultura Elio De Anna e al commissario straordinario di Villa Manin Enzo Cainero, l´ambasciatore della Repubblica Ceca a Roma Petr Burianek, giunto a Udine assieme al console generale ceco a Roma Elisa Bradacova, al già ambasciatore italiano a Praga Giorgio Radicati, al console onorario Paolo Petiziol, all´ambasciatore della Corea del Nord a Praga Ri Kwang Ii, al direttore della Galleria nazionale di Praga Vladimir Rosel, all´assessore alla Cultura della municipalità di Praga Vaclav Novotny e al presidente della Fondazione Eleutheria, l´imprenditore italiano Francesco Augusto Razetto. Tondo, dopo aver illustrato le caratteristiche storiche, geopolitiche e culturali del Friuli Venezia Giulia, ha espresso l´auspicio che la collaborazione nel campo culturale e artistico possa evolversi per cementare nuovi rapporti anche in altri settori, in primis quello economico. "I rapporti economici tra Paesi sono fondamentali ma non sono mai sufficienti - ha però voluto sottolineare Tondo - se non sono supportati da legami culturali, sociali, sportivi: il Friuli Venezia Giulia, crocevia delle culture latina, tedesca e slava, è vocato da sempre a fare da "ponte" affinché si crei un rapporto sempre più solido e allargato tra i popoli". Tondo ha fatto notare come dopo la caduta del muro di Berlino il Friuli Venezia Giulia si trovi ad essere il cuore dell´Europa e quindi piattaforma naturale di avanguardia nei confronti dei Paesi dell´Est. A dimostrare comunque quanto siano già stretti gli interscambi economici e sociali tra le due realtà, basta ricordare che i cittadini della Repubblica Ceca sono al terzo posto tra i visitatori del Friuli Venezia Giulia. Il dato, citato dall´ambasciatore Burek nel suo intervento di saluto, fa il paio con le statistiche che pongono al quinto posto gli italiani tra i turisti che pernottano a Praga e dintorni. Burek, accogliendo con riconoscenza l´invito del presidente Tondo a riprogrammare una visita più articolata della regione, ha espresso la convinzione che una reciproca più approfondita conoscenza porterà ad aumentare gli scambi già attivi. Un primo concreto risultato si è creato proprio in occasione di questa visita in campo culturale e artistico. Il direttore della Galleria nazionale praghese Rosel, infatti, ha lanciato alla Regione, tramite il commissario Cainero, la proposta di organizzare una mostra comune per presentare gli artisti moderni. "Se infatti dobbiamo rinnovare il nostro rifiuto a prestarvi i due Tiepolo presenti nella nostra Galleria perché le proprietà di Stato se varcano i confini vengono sequestrate - ha affermato Rosel - questo problema non si pone con le opere più recenti e del collezionismo privato". E, tra le 363 opere d´arte della Galleria praghese, molte - è stato ricordato - sono di artisti italiani e del Friuli Venezia Giulia. Unanime, infine, il ringraziamento alla Regione da parte della delegazione ceca per aver contribuito con questa mostra - proposta e sostenuta con lungimirante mecenatismo dall´immobiliarista e architetto italiano Razetto - a valorizzare la produzione artistica di un periodo "dal quale - sono parole dell´assessore alla Cultura Novotny - finora non avevamo saputo maturare il necessario distacco storico ed emotivo, ma che siamo felici di valorizzare e riscoprire dal punto di vista culturale, così come in passato è stato fatto, ad esempio per l´arte barocca, a lungo e a torto negletta perché considerata riflesso della dominazione asburgica e poi rilanciata con una grande mostra negli anni 20 tanto da aver lasciato nell´immaginario comune l´immagine di una Praga ´perla dell´arte barocca". |
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SPORT: DAGLI ANZIANI PILLOLE DI SAGGEZZA
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Parma, 26 marzo 2012 – Praticare sport per il piacere di farlo. Rispettare le regole, il compagno di squadra ma anche l’avversario. Desiderare vincere ma saper anche perdere. Ricordarsi che lo sport è e deve rimanere un gioco, un divertimento. Sono queste alcune delle pillole di saggezza che grandi uomini dello sport del nostro territorio, ormai “veterani”, hanno voluto regalare ai bambini della scuola Don Milani il 22 marzo nel corso della presentazione del video documentario “C’era una volta lo sport... Racconti e aneddoti di un tempo”, promosso dalla Provincia con la collaborazione dell’Unione Veterani dello sport e Panathlon, il sostegno di Banca Monte Parma e realizzato da Edit Freedom. Il video, che racchiude le interviste a sette sportivi del territorio, è rivolto proprio ai bambini e per questo è stato consegnato a tutti gli istituti comprensivi di Parma e provincia: un modo per diffondere tra i più piccoli un vero e proprio patrimonio storico e culturale, un patrimonio che non deve essere perso e che deve passare attraverso lo scambio intergenerazionale. “Da quando lavoro in Provincia ho avuto la fortuna di incontrare spesso grandi sportivi del passato e di ascoltare i loro racconti: racconti interessanti che mi hanno molto arricchito. Da qui l’idea di raccogliere le testimonianze di alcuni di loro in un video così da poterle portare all’interno delle scuole del territorio - ha detto il responsabile dell’Agenzia provinciale per lo Sport Walter Antonini -. Un video che non vuole raccontare i risultati personali ottenuti da questi uomini in campo sportivo, ma che vuole spiegare ai bambini come vivevano lo sport e come lo praticavano”. Ecco dunque che dal video emergono alcuni racconti del passato: dal pallone da calcio fatto di stracci alle trasferte a Bardi con due camion, uno per i giocatori e uno per i tifosi; dallo scambio delle scarpe tra gli atleti prima di una gara, perché di scarpe ce ne erano poche, al ritorno a casa in bici, tirati da qualche amico in moto, dopo aver disputato una gara di ciclismo. Sette, come detto, le voci protagoniste: Silvio Bocchi, ex rugbista del Cus Parma e del Rugby Parma; Luciano Campanini, ex atleta nelle discipline di salto in lungo e salto in alto, vincitore del bronzo dei Campionati italiani assoluti nel 1951; Corrado Cavazzini, ex ciclista dilettante e presidente dell’Unione provinciale Veterani dello sport; Gian Paolo Dallara fondatore delle Dallara Automobili da competizione, che tutt’ora progetta e costruisce mezzi per competizioni internazionali; Giames Gatti, ex ciclista dilettante, fondatore del Gs Ragazzola; Alberto Michelotti, ex calciatore ed ex arbitro internazionale di calcio; e Guido Sani, ex mezzofondista. Questa mattina una versione ridotta del video è stata presentata a un centinaio di alunni dell’Istituto Don Milani e nell’occasione i bambini hanno anche potuto rivolgere delle domande ad alcuni dei protagonisti del documentario, per sapere ad esempio da quando il calcio da sport è diventato un mestiere, se ai loro tempi esistevano gli sponsor, come si realizza un auto da corsa o se gli sport in passato erano praticati solo dai benestanti. A rispondere alle domande e a dare anche qualche consiglio sono stati Corrado Cavazzini (“bisogna fare sport divertendosi. Lo sport è una scuola di vita importantissima”), Gian Paolo Dallara (“lo sport è un mezzo fantastico per favorire l’aggregazione e il confronto, e per imparare il rispetto), Giames Gatti (“bisogna imparare a rispettare anche chi vi insegna”), Alberto Michelotti (“grazie allo sport ho imparato valori importanti che mi hanno fatto diventare l’uomo di oggi), Guido Sani (“Vi prego, fate sport. Qualsiasi disciplina è importante”). Con loro, anche il presidente del Coni provinciale Gianni Barbieri (lo sport trasmette valori importanti che spero farete vostri) e il presidente del Panathlon Club Parma Giovanni Massera (“nello sport si impara come comportarsi nella vita di tutti i giorni”). All’incontro, moderato dalla responsabile del Settore motorio della Scuola primaria Maria Teresa Bertozzi, ha partecipato anche Giancarlo Ceci, che ha collaborato nella realizzazione del video. |
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HOCKEY GHIACCIO: NUOVO PALAZZO A MILANO |
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Milano, 26 marzo 2012 - L´auspicio dell´Assessorato allo Sport e Giovani della Regione Lombardia - ´ci rivedremo in finale´ - formulato all´Hockey Club Milano Rossoblu al Festival della Cinematografia Sportiva Mondiale 2011, è diventato realtà. Due furono i clou di quella giornata: la consegna della Rosa Camuna di Regione Lombardia al presidente Ico Migliore, riconoscimento alle attuali benemerenze, e la proiezione delle immagini storiche di Milano-bolzano, la finale che al Forum di Assago, davanti a 11.000 spettatori, riportò dopo 30 anni lo scudetto all´ombra della Madonnina. ´L´hockey ghiaccio in Lombardia ha collezionato allori importanti - ricorda l´assessore allo Sport e Giovani di Regione Lombardia Monica Rizzi - Milano, Varese e Como hanno scritto pagine trionfali e ora si riparte da Milano. Urge pertanto costruire un Palazzo del Ghiaccio degno di ospitare grandi eventi internazionali come la Kontinental League 2012-2013 cui i Rossoblu sono stati invitati, e la Regione si propone quale promotrice e coordinatrice del tavolo istituzionale invocato da più parti per la soluzione del problema´. |
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