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Notiziario Marketpress di
Venerdì 05 Aprile 2013 |
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MILANO (MUSEO DEL NOVECENTO): LA PRIMAVERA DEL MUSEO DEL NOVECENTO SI APRE CON WARHOL |
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Tre nuove mostre temporanee sono aperte al pubblico da oggi, 5 aprile, nelle sedi espositive del Museo del Novecentowarhol nello Spazio Mostre, “La Donazione Bellora” nella Sala Focus e “Arimortis” negli Archivi del Novecento. “Le tre mostre sono importanti sotto diversi profili – ha dichiarato l´assessore comunale alla Cultura Filippo Del Corno. – Innanzitutto sono il frutto di un’alleanza che è essenziale per vincere la sfida della sostenibilità dei progetti artistici e culturali, quella tra pubblico e privato: una collaborazione ancora più apprezzabile quando, come in questo caso, vengono condivisi percorsi e progetti. In secondo luogo queste mostre sono state curate da giovanissimi e sono quindi di buon auspicio per un rinnovamento generazionale delle curatele in tutta la città". “Due segnali importanti – ha proseguito l’assessore – per consolidare il ruolo prioritario di Milano nella produzione artistica, in vista non solo di Expo 2015, ma anche nel 2016, quando Milano per una settimana ospiterà il convegno internazionale di Icom e sarà capitale di tutti i musei del mondo". Nello Spazio Mostre è allestita “Andy Warhol’s Stardust. Stampe dalla collezione Bank of America Merrill Lynch”, che raccoglie un nucleo di serigrafie del maestro della “pop art”, dalla fine degli anni Sessanta agli anni Ottanta. Curata da Laura Calvi, la mostra ospita alcune delle stampe più significative dell’artista provenienti dalla collezione Bank of America Merril Lynch, che attua il prestito nell’ambito del programma Art in Our Communities. La polvere di stelle evocata dal titolo non è solo la polvere di diamante utilizzata in quasi tutte le stampe, ma è la capacità di Warhol di creare icone scintillanti e immortali. Attraverso un percorso espositivo cronologico, la mostra torna su alcune delle tappe salienti della produzione artistica di Warhol, a partire dalle celebri serie di stampe tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta come “Campbell’s Soup”, “Flowers”, “Sunset”, fino a “Grapes” e “Space fruits”, per arrivare ai “Mythis” con la famosissima Marylin. Per la mostra non sono stati realizzati pannelli e didascalie, ma solo brevi testi con informazioni “flash” che appaiono sui muri come piccoli “pop up”, permettendo diversi livelli di lettura attraverso nozioni storiche su Warhol e la Pop art, notizie sul contesto socioculturale e curiosità. L’allestimento a cura di Fabio Fornasari sottolinea la produzione seriale, attraverso l’allineamento delle stampe che si susseguono lungo un corridoio proprio come nella corsia di un supermarket dell’arte, dove ogni opera ha lo stesso valore e diventa oggetto di consumo. Sabato 11 e domenica 12 aprile la Fondazione Cineteca Italiana, in collaborazione con il Museo del Novecento, proietterà alcuni film di Andy Warhol, mentre sabato 11 alle ore 14 ingresso gratuito presso il Museo Interattivo del Cinema per la proiezione del film “Empire” (1964). La Sala Focus viene dedicata invece alla recente acquisizione di opere con “La Donazione Spagna-bellora”, a cura di Giorgio Zanchetti, che rinnova l’impegno del museo nella valorizzazione del proprio patrimonio. La mostra documenta infatti l’attività di gallerista e di promotore culturale di Gianfranco Bellora (Trecate 1930 - Milano 1999), attraverso l’esposizione delle 21 opere della sua collezione donate nel 2012 al Museo del Novecento dalla moglie Anna Spagna Bellora. In mostra saranno presenti opere di Lamberto Pignotti, Stelio Maria Martini, Adriano Spatola, Elio Marchegiani, Alessandro Algardi, Vincenzo Accame, Agostino Ferrari, Umberto Mariani, Magdalo Mussio. Saranno esposte anche 50 fotografie originali di Enrico Cattaneo, che documentano le inaugurazioni dello Studio Santandrea ed altri materiali dell’Archivio Bellora, conservato presso il Museo del Novecento. L’allestimento è curato da Fabio Fornasari. Negli Archivi del Novecento, infine, è allestita “Arimortis”, a cura di Roberto Cuoghi e Milovan Farronato: una collettiva di artisti italiani transitati nel Docva (Documentation Center for Visual Arts), con il quale il Museo collabora dalla sua apertura. Nell’ambito del progetto Cento, a cura di Marco Sammicheli e dedicato al Museo del Novecento e alla Galleria d’Arte Moderna, dal 5 al 14 aprile verrà presentato Sit In, progetto che arricchisce il percorso espositivo dotandolo di sedute temporanee pensate di volta in volta per le diverse sale del museo e per differenti tipologie di pubblico. In occasione del Salone del Mobile, dal 9-14 aprile, il Museo del Novecento ospiterà Shining Surface, un progetto dello studio di architettura Park Associati, a cura di Cloe Piccoli e in collaborazione con Saporiti Italia. L’installazione, appositamente studiata e realizzata per gli spazi della Sala Fontana del Museo del Novecento, è l’ottava edizione di Inside Art, il laboratorio di Saporiti Italia dedicato alla ricerca di oggetti di arredo per i grandi spazi dell’arte e dell’architettura. Infine, una fitta agenda di laboratori e visite guidate rivolti a bambini e adolescenti, curati da Civita, offrirà spunti di approfondimento legati alla mostra dedicata a Andy Warhol. L’ingresso al Museo del Novecento, così come a tutti i Musei civici, sarà gratuito dal 7 al 14 aprile, durante la Settimana del Design, grazie alla collaborazione tra il Comune di Milano e il Cosmit |
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MILANO: LA FONDAZIONE ARNALDO POMODORO APRE LA NUOVA SEDE DI VIA VIGEVANO 9 - 9 APRILE
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Due gli appuntamenti espositivi per il 2013: dal 10 aprile al 28 giugno la mostra che documenta la prima stagione creativa di Arnaldo Pomodoro. E dopo l’estate, una rassegna dedicata a Enrico Baj e al suo ruolo da protagonista nel dibattito artistico negli anni ’50 e ’60. Il primo evento ospitato nella struttura, adiacente agli archivi della Fondazione e allo studio dell’artista, sarà la mostra “Una scrittura sconcertante”. Arnaldo Pomodoro. Opere 1954-1960, in programma dal 10 aprile al 28 giugno 2013. L’esposizione, curata da Flaminio Gualdoni, documenterà la prima stagione creativa di Arnaldo Pomodoro, attraverso ventotto rilievi in piombo, argento, bronzo e alcuni disegni. Trasferitosi a Milano nel 1954, l’artista inizia a tessere le sue trame segniche in rilievo creando situazioni visive al limite tra bidimensione e tridimensione. L’influenza intellettuale di Klee, che si definiva “astratto con qualche ricordo”, si avverte nel passo lirico e nella filigrana naturale tipici di Pomodoro di quel tempo, esplicitati da titoli in cui si dice di “orizzonte”, “situazione vegetale”, “estensione vegetale”, “paesaggio”. Questo è il percorso che lo conduce alla consapevolezza del segno astratto come cellula plastica, caratteristico di tutta la sua straordinaria vicenda successiva. Accompagna la rassegna il primo numero dei Quaderni della Fondazione. A questa iniziativa seguirà, dopo l’estate, una mostra dedicata a Enrico Baj che ne analizzerà non solo il ruolo primario nel dibattito artistico degli anni ’50 e ’60, che lo vede fondare il Movimento nucleare, concepire riviste come “Il Gesto” e redigere manifesti cruciali come Contro lo stile, ma anche porsi come interlocutore attivo, in particolare tramite i rapporti con Edouard Jaguer e il gruppo “Phases”, della grande avanguardia internazionale, da Marcel Duchamp a Man Ray, da Asger Jorn a Guy Debord. Collocata nei pressi della Darsena dei Navigli, la Fondazione Arnaldo Pomodoro agirà come vero e proprio centro culturale, proponendo mostre, incontri, conferenze, presentazioni di libri, concerti. La vicinanza tra gli ambienti configura un polo artistico di grande suggestione, che tra i cortili antichi dei Navigli salda ancor più la contiguità tra il luogo dove la scultura di Pomodoro nasce e quello in cui la Fondazione ne documenta e promuove l’attività, ponendosi contemporaneamente come luogo di studio e di confronto intorno ai temi e alle figure dell’avanguardia contemporanea. Info: Una scrittura sconcertante - Milano, Fondazione Arnaldo Pomodoro (via Vigevano 9) - 10 aprile/28 giugno 2013 - tel. 02.89075394 - fax 02/89075261 - info@fondazionearnaldopomodoro.It - www.Fondazionearnaldopomodoro.it |
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MILANO (MUSEO DIOCESANO): DIMUDI CONTEMPORANEA - L’ANTOLOGICA DI
MARIO RACITI - OPERE 1962/2012 - DAL 16 APRILE AL 9 GIUGNO 2013 |
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Dal 16 aprile al 9 giugno 2013, al Museo Diocesano di Milano si tiene il nuovo appuntamento di Mudi Contemporanea, con la prima antologica a Milano di Mario Raciti. La mostra, curata da Paolo Biscottini, presenta 60 opere che ripercorrono 50 anni di attività dell’artista milanese e si concentra su due nuclei di dipinti e carte - il primo del 1962, l’altro del 2012 - in grado di indicare le affinità e le differenze all’interno di un percorso creativo lungo mezzo secolo, durante il quale Raciti ha declinato varie tematiche, pur mantenendo uno sviluppo razionale delle stesse. Il percorso espositivo si apre con gli esordi figurativi degli anni ’60, durante i quali Raciti s’immerge in un mondo incantato, di favola, in cui i segni si vanno organizzando in immagini plastiche e allungate, spesso verso l´alto o dentro l´orizzonte e le opere sono caratterizzate da titoli che parlano di antenne, di sonde, di giostre, di teleferiche, di tunnel. Accanto al nucleo di Eden - presentato per la prima volta - questi lavori si contraddistinguono per la loro carica ironica e per la loro affinità con il disegno infantile, con le sue rappresentazioni del mondo, e che rendono, con forza straordinaria, l´atteggiamento proprio di quella irripetibile età della vita, quando gli occhi sono sgranati, aperti a ogni incontro e a ogni emozione. Nel decennio successivo, Raciti approda a quelle che lui stesso chiama “Presenze-assenze”, quindi, negli anni ´80, alle “Mitologie” infine ai “Misteri” degli anni ´90. Intorno a questi, dal 2000 elabora “Mani mine e misteri” - il ciclo dei “Why” (‘Perché’) che rievocano l´interrogazione del Cristo sulla croce e quello dei “Fiori del profondo” che ricorda il mito di Proserpina nell´Ade che comunica con la madre Demetra, facendo nascere sulla terra i fiori a primavera. Del 2012 appartiene il secondo nucleo di grandi tele, anch´esse inedite, nelle quali i fiori si sono trasformati in dardi. Accompagna la mostra un catalogo edito dal Museo Diocesano. --- Mario Raciti è nato a Milano il 19 aprile 1934. Nonostante la passione per il disegno e la pittura si sia manifestata fin dall´infanzia e dall´adolescenza, e l´artista sia stato tentato di seguire l´altro suo grande interesse, quello per la musica, Raciti frequenta Giurisprudenza, ma dopo la laurea e soli due anni di esercizio della professione di avvocato, ritorna definitivamente alla pittura. Tiene la mostra personale d´esordio alla Galleria Il Canale di Venezia nel 1964, alla quale fanno seguito numerose esposizioni in spazi pubblici e privati (espone ripetutamente nelle gallerie Morone 6, Annunciata e Bergamini di Milano), in Italia e all´estero. Invitato a due edizioni (1973 e 1986) della Quadriennale di Roma, nel 1986, la Biennale di Venezia gli dedica una sala personale. Nel 1988 al Pac di Milano si tiene una mostra, seguite dalle antologiche a Palazzo Sarcinelli di Conegliano (1998) e a Palazzo Magnani di Reggio Emilia (2010). Catalogo: ediz. Museo Diocesano. Info: Mario Raciti. Opere 1962-2012 - Museo Diocesano, Corso di Porta Ticinese 95, Milano - Inaugurazione: lunedì 15 aprile, ore 18 - 16 aprile/9 giugno 2013 - tel. 02.89420019 - info.Biglietteria@museodiocesano.it - www.Museodiocesano.it |
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VIGEVANO: LE LUSINGHE DEL SEGNO. BOZZETTI PUBBLICITARI E CALZATURE 1920/1950 - L’ARTE DI FARE PUBBLICITÀ CON LE SCARPE - FINO AL 5 MAGGIO |
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Tra gli esponenti più apprezzati del tanto conclamato Made In Italy e sul confine tra artigianato e design da post-rivoluzione industriale, le calzature e tutto ciò che ruota intorno ad esse, dagli accessori fino agli antenati dei moderni commercials, sono al centro de Le Lusinghe del segno. Bozzetti pubblicitari e calzature 1920/1950, in mostra fino al 5 maggio 2013 a Vigevano (Pv), sede quasi inevitabile per l’esposizione, se si considera che proprio qui, nel 1866, aprì i battenti il primo calzaturificio italiano. La mostra si compone di due sezioni. La prima, allestita nella Seconda Scuderia del Castello Sforzesco, propone 35 bozzetti pubblicitari originali di calzature e accessori provenienti dalla collezione del Dottor Salvatore Galati e circa 90 etichette per scatole di calzature. Rappresentano un raro repertorio di lavori preparatori, spesso dimenticati nelle tipografie o negli archivi delle Aziende committenti, che artisti di chiara fama - tra i quali Dudovich, Schilling e Mauzan - o del tutto ignoti elaborarono al fine di proporre un messaggio volto al consumo di un prodotto anche calzaturiero. La seconda sezione, allestita nel Museo della Calzatura P. Bertolini, propone una galleria di modelli dagli anni Venti agli anni Cinquanta, calzature “da gran sera” – tra le quali, anche un esemplare del 1910 prodotto proprio dall’azienda vigevanese Fortunia - di ispirazione vicina alle poetiche futuriste e della cosiddetta “moda autarchica”. Promossa dal Comune di Vigevano, col Patrocino di Regione Lombardia, Provincia di Pavia, A.n.c.i. – Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani ed il supporto del Consorzio Vigevano Export, Le Lusinghe del Segno offre anche l’opportunità di approfondire la conoscenza della città che la ospita e che, oltre all’unico museo pubblico dedicato alle calzature e al Castello Sforzesco, presenta attrattive per altri cuori e per altri gusti. Si spazia dalla Piazza Ducale, che ricorda i disegni di Leonardo Da Vinci sulla città ideale, al Parco del Ticino con i suoi ambienti naturali che sono stati inseriti dall’Unesco tra le 425 riserve naturali Man and Biosphere. L’ingresso a “Le Lusinghe del Segno” (Sabato, domenica e festivi 10.00 – 17.30, su prenotazione negli altri giorni) è gratuito, mentre il catalogo è a pagamento. Informazioni sulla mostra e le offerte correlate - visite guidate e laboratori creativi, itinerari e percorsi tematici attraverso Vigevano, il suo territorio e il Parco del Ticino: tel. 0381691636 - infopointcastello@comune.Vigevano.pv.it. Per aggiornamenti sulle attività, sugli orari e sulle notizie relative alla città, è inoltre consultabile la seguitissima pagina Facebook del Comune di Vigevano. Info: Città di Vigevano - Tel. 0381691636 / 0381690269 - gognibene@comune.Vigevano.pv.it - iat@comune.Vigevano.pv.it - www.Comune.vigevano.pv.it |
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MORTARA (PALAZZO DEL MORO): MURI STRACCIATI. OPERE DI SILVANO BELLONI - DAL 6 APRILE AL 23 GIUGNO 2013
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Dal 6 aprile al 23 giugno 2013 si terrà a Palazzo del Moro di Mortara, Pavia, la mostra “Muri Stracciati”di Silvano Belloni, a cura di Rosy Fuga De Rosa e della Direzione di Artes, in collaborazione con l´Associazione no profit Leonardo e la società Palazzo del Moro S.r.l. In mostra 40 scatti che ritraggono manifesti lacerati, graffiati e maltrattati, testimoni, quasi involontari, dei grandi temi di oggi: la politica, i giovani, il ruolo delle donne, la necessità di apparire, le ambiguità della comunicazione, i diritti umani, la famiglia, l´infanzia, il lavoro, le speranze. Attraverso le foto l’artista vuole stimolare la fantasia e la sensibilità del pubblico. Le sue immagini vogliono renderci una cruda testimonianza della realtà che ci circonda attraverso una dimensione estetica di alto livello, suscitando attrazione ma lasciando allo sguardo di ciascuno di noi l´interpretazione. E per raggiungere questo scopo, Belloni scarta il superfluo che sta attorno all’immagine. Nel suo lavoro seleziona, inquadra, ritaglia ed elimina quanto non serve o può nuocere al risultato finale che non deve mai dire troppo, che deve limitarsi a restare a metà strada tra il dire e il non-dire. Attraverso la scelta di un’inquadratura piuttosto che di un’altra, l’artista si muove tra la spinta propulsiva per la ricerca di contenuti e una rigorosa conoscenza tecnica ed estetica legate al mondo dell´arte e della comunicazione. --- Silvano Belloni nasce a Milano nel 1974. Ama l´arte e la grafica, il teatro e la musica. Poco più che ventenne scopre la fotografia. Inizia allora una serie di sperimentazioni sulle possibilità della fotografia e sui materiali fotografici. Viaggia e fotografa tutto ciò che in lui desta curiosità - particolari, paesaggi, persone - spinto dal desiderio di "fermare" la realtà. Da autodidatta si dedica allo studio della fotografia e decide di frequentare un corso di grafica editoriale allo Ied di Milano. Nel 2000 entra come graphic designer nella casa editrice Rizzoli dove lavora nella redazione di Oggi, di Max e di Anna. Nel 2005 pubblica un reportage sul Marais di Parigi; nel 2007 con la giornalista Antonella Ottolina inventa la Poesia Dorsale. L’idea di realizzare poesie sovrapponendo i dorsi dei libri per poi fotografarli riscuote un grandissimo successo. Con la Poesia dorsale, Silvano Belloni espone al Castello di Belgioioso per la Fiera dei Piccoli Editori, alla Fiera Internazionale del Libro a Torino, a Urbino e Poggibonsi all´interno dei festival letterari, e infine a Roma, dove presenta rassegne fotografiche di composizioni a tema. Nel 2009 l´Atelier Hlam Design di Milano ospita la sua prima personale "A prima vista". 40 scatti restituiscono l’immagine della città contemporanea, fatta di architetture, oggetti, muri stracciati, panoramiche, visioni urbane e gente... In cerca di riposo. Tra tutti, i muri stracciati diventano la sua vera passione. Sono manifesti, che Silvano Belloni cerca e fotografa dappertutto lasciandoli esattamente nelle condizioni in cui li incontra: per strada, sui ponti, sui muri, usurati dal tempo e della intemperie, stratificati, strappati. Sovrapposizioni di colori, di caratteri, di materiali, diventano spesso l’oggetto stesso delle opere. Stupiscono per l’allegria e la capacità di svelare sentimenti in chi le osserva. Fotografati a Milano, a New York, a Berlino, a Parigi, a Basilea, i muri stracciati rappresentano oggi una “collezione” di più di 150 opere. Nel 2011 Silvano Belloni partecipa per due edizioni consecutive a bazarte, mostra mercato dedicata ai giovani artisti italiani. Info: Inaugurazione, 6 aprile 2013, ore 18.00 - Palazzo del Moro, Piazza Silvabella 22, 27036, Mortara (Pv) - Tel. 038492810 - info@palazzodelmoro.It - www.Palazzodelmoro.it |
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AOSTA (MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE) : RENATO GUTTUSO - FINO AL 22 SETTEMBRE
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Sarà Renato Guttuso l’ospite d’onore della stagione espositiva della primavera - estate 2013 valdostana. La mostra Renato Guttuso. Il Realismo e l’attualità dell’immagine, realizzata dall’Assessorato regionale dell’istruzione e cultura e curata da Flaminio Gualdoni con Franco Calarota è stata inaugurata martedì 26 marzo al Museo archeologico regionale.
L’esposizione, che raccoglie le opere d’arte provenienti da collezioni private e dal Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, si concentra su una selezione di cinquanta opere di Guttuso tra cui il drammatico Partigiana assassinata, il visionario Bambino sul mostro fino all’epico Comizio di quartiere.
Daria Jorioz, responsabile del servizio attività espositive della Regione Autonoma Valle d’Aosta
Si tratta di una selezione di 50 opere che vanno dagli anni Trenta, con le nature morte degli anni Trenta e Quaranta come quella alle mie spalle che arriva dal Mart di Trento-Rovereto, per giungere fino agli anni Ottanta. Si tratta di una mostra complessiva che vuole illustrare la riflessione artistica di Guttuso in tutta la sua vita. Le opere esposte sono dipinti a olio, anche chine e acquarelli ma la maggior parte sono dipinti a olio, alcuni anche di grandi dimensioni e potranno essere a disposizione del pubblico fino al 22 settembre. Questa è la mostra di punta per l’estate valdostana, al Museo archeologico regionale di Aosta.
Le opere d’arte in mostra, documentano i temi tipici elaborati con grande libertà d’immaginazione e originalità di soluzioni da Guttuso, dai paesaggi urbani, ai soggetti sociali. Il grande pittore italiano cominciò a firmare i suoi quadri all’età di 13 anni, per lo più copie di altri pittori, ma con il tempo diede vita a una interpretazione tutta personale della realtà traendo ispirazione dalle suggestioni dell’arte popolare della sua terra d’origine, la Sicilia, del Cubismo di Picasso, e dell’espressionismo.
Flaminio Gualdoni, curatore della mostra
In questo caso abbiamo voluto privilegiare un termine ormai desueto che è realismo. Il termine realismo è appartenuto alle polemiche anche politiche, non solo culturali, degli anni Cinquanta, la cultura di sinistra contro la cultura considerata reazionaria dell’astrattismo, dell’informale. Volevamo dimostrare che per Guttuso assume un’altra chiave, per tutto il suo percorso, che documentiamo attraverso una cinquantina di opere. Guttuso instaura un rapporto molto forte, molto intenso con le cose, questo gli interessa. Non una metafora di ciò che vediamo ma la capacità di ripensare e rendere corpo di pitture il corpo delle cose che vediamo.
La rassegna rimarrà aperta sino al 22 settembre 2013 e sarà accompagnata da un catalogo bilingue italiano e francese, edito da Silvana Editoriale, posto in vendita al prezzo di 28 euro in cui sono riprodotte tutte le opere in mostra, con testi di Franco Calarota, Daria Jorioz e Flaminio Gualdoni.
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Flaminio Gualdoni, curatore della mostra:
Ci sono cinque blocchi, il primo è quello delle opere della fine degli anni 30 e dei primi anni 40, il momento del suo trasferimento a Roma, ed è il momento in cui tutta una generazione rifiuta la retorica e l’idealismo della pittura italiana fra le due guerre, nata dal fascismo e da una serie di problemi che diventano coscienza civile. C’è in seguito l’innamoramento per Picasso, per Guernica. Guttuso racconta di aver girato per cinque anni con la cartolina di Guernica nel portafoglio. E poi la scelta del realismo crudo, il suo momento di massimo impegno civile, con il quadro della partigiana uccisa che è un di una violenza drammatica, assoluta. Poi recupera un rapporto che è problematico e poetico con le cose e soprattutto la natura morta diventa la sua chiave espressiva principale |
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PIACENZA (BASTIONI DI PORTA BORGHETTO): SORGENTEDELVINO LIVE - LABORATORI DI RICICLO E GIOCHI IN LEGNO NUOVI E TRADIZIONALI - ANCHE I BAMBINI SONO PROTAGONISTI DELLA MOSTRA - DAL 27 AL 29 APRILE 2013
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Educare i piccoli a diventare adulti consapevoli. Questo uno degli obiettivi dell’edizione 2013 di Sorgentedelvino Live che si svolgerà al Bastione di Porta Borghetto di Piacenza dal 27 al 29 aprile. Mentre genitori, zii e nonni assaggiano i vini naturali dei 150 produttori protagonisti della mostra, i bambini possono scoprire i semplici ma fondamentali gesti che si celano dietro un’agricoltura rispettosa del territorio. Un’area apposita della manifestazione, infatti, è dedicata ai bambini dai 5 ai 12 anni che possono giocare insieme, conoscersi e soprattutto fare attività in perfetta sintonia con la natura. Nello spazio trovano giochi di legno nuovi e tradizionali ma possono anche impegnarsi in laboratori di riciclo, avventurarsi con la fantasia in storie e personaggi raccontati sui libri o cambiare identità con uno sbalorditivo trucca bimbi. L’area giochi, aperta sabato 27 aprile dalle 14 alle 18 e domenica 28 aprile dalle 10 alle 18, è curata dall’Associazione Casa Grande che da anni propone sul territorio della Val Tidone iniziative creative, per adulti e bambini, volte alla valorizzazione e trasmissione delle tradizioni locali. Gli orari di apertura degli stand della mostra Sorgentedelvino Live sono: sabato 27 aprile dalle 14 alle 19, domenica 28 aprile dalle 10 alle 19 e lunedì 29 aprile dalle 12 alle 18. Ingresso 15 euro incluso calice da degustazione Rastal. Info: Sorgentedelvino Live - Tel: 348/7186660 - live@sorgentedelvino.It - www.Sorgentedelvinolive.org |
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MILANO (MUSEO DEL MANIFESTO CINEMATOGRAFICO): IMPAREGGIABILE LIZ - LA MOSTRA CELEBRA IL MITO DI LIZ TAYLOR RACCONTATO DAI MANIFESTI DEI SUOI FILM - 50° ANNIVERSARIO DEL COLOSSAL CLEOPATRA (1963) E A DUE ANNI DALLA SCOMPARSA DELL’ATTRICE |
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Madrina della serata: Marina Castelnuovo, sosia ufficiale di Liz Taylor Con la mostra-evento Imparareggiabile Liz, allestita per celebrare il 50° anniversario del colossal Cleopatra (1963), a due anni dalla scomparsa di Liz Taylor, inaugura Fermo Immagine - Museo del Manifesto Cinematografico di Milano, nuovo spazio espositivo privato situato nella storica Via Gluck di celentanesca memoria. Forte di un archivio che conta 50.000 pezzi tra manifesti, locandine, fotobuste e soggettoni originali, Fermo Immagine inaugura con la mostra-evento Impareggiabile Liz, dedicata a una delle attrici più straordinarie di tutti i tempi: Liz Taylor, entrata nel mito cinematografico per la straordinaria bellezza, la sregolatezza della vita privata, i compensi vertiginosi, l’incontenibile passione per i costosissimi gioielli e il divismo spinto all’eccesso. Più di cinquanta manifesti originali, memorabilia, video, gadget, riviste d’epoca, riproduzioni di abiti e gioielli e testimonianze ne raccontano la carriera e la figura personale raccontando una grande pagina del cinema internazionale, da Torna a casa Lassie (1943) a I Flinstones (1994), passando ovviamente per capolavori come Il padre della sposa (1950), La gatta sul tetto che scotta (1958), Il gigante (1956), Cleopatra (1963), Venere in visone (1960), Chi ha paura di Virginia Woolf (1966), La bisbetica domata (1967) e molti altri. Venerdì 19 aprile alle ore 19.00, a ingresso libero, si terrà la serata inaugurale che vedrà intervenire ospiti ed esperti di cinema. Madrina della serata, testimone del mito, sarà Marina Castelnuovo, sosia ufficiale di Liz Taylor, attrice, conduttrice, scrittrice e cantante, da 20 anni presente sui più importanti red carpets cinematografici internazionali da Hollywood a Cannes, da Venezia, a Berlino. Al suo straordinario personaggio, ma soprattutto alla sua ventennale carriera artistica, a Marina Castelnuovo sarà anche dedicata una sezione della mostra. Oltre alla mostra Impareggiabile Liz, nella Sala Hollywood del museo sarà possibile visitare l’esposizione permanente di oltre 100 manifesti cinematografici di altrettanti capolavori che hanno fatto la Storia del Cinema, da “Rocco e i suoi fratelli” a “Vacanze romane”, da “La corona di ferro” a “Scaramouche”, da “La dolce vita” a “Gli Uccelli”, da “2001 Odissea nello Spazio” a “Fantasia”, da “Guerre Stellari” a “Indiana Jones”, da “Titanic” a “Via col vento”, da “Il Buono, il Brutto e il Cattivo” ad “Apocalypse Now”, da “La Ciociara” a “E.t” e moltissimi altri. --- Elizabeth Taylor, attrice bellissima sul set e donna irrequieta nella vita privata, è stata forse l’ultima vera diva del cinema degna di essere definita tale. Dotata di una bellezza straordinaria, resa conturbante da due magnifici occhi da leggenda, dall’indefinito colore viola-blu, e dal carattere ribelle, Liz, come la chiamano tutti ancora oggi nonostante la sua ben nota avversione per quel soprannome, si è conquistata un posto nella leggenda lavorando con i più importanti attori del suo tempo, dal più volte marito Richard Burton a Paul Newman, da Rex Harrison a Rock Hudson, da Spencer Tracy a Montgomery Clift, da Steward Granger a Vittorio Gassman, da Marlon Brando a James Dean, sotto la guida di importanti registi come Vincent Minnelli, Franco Zeffirelli, Richard Vidor, William Dieterle, Joseph Mankiewicz, John Huston, Joseph Losey, Mike Nichols. Tuttavia il suo mito resta legato a doppio filo a quello del film che la consacrò alla leggenda: Cleopatra, colossal faraonico (è il caso di dirlo) che richiese anni di lavorazione e che nel 1963 mandò in rovina la 20th Century Fox accatastando record su record, dal costo delle scenografie e dei costumi, al compenso milionario della stessa Taylor (che con il suo cachet di 1 milione di dollari resterà per anni l’attrice più pagata nella Storia del Cinema). E pensare che quando, venti anni prima, la Taylor recitò in Torna casa Lassie fu pagata meno del cane! Cleopatra è stato girato in 4 diversi Paesi (Inghilterra, Italia, Spagna, Egitto) e è vincitore di 4 Premi Oscar, divenuto celebre anche per aver fatto incontrare sul set una delle coppie più belle e irrequiete di Hollywood. A tutto questo, a questa straordinaria carriera, è dedicata la mostra Impareggiabile Liz. Più di cento pezzi tra manifesti, locandine, fotobuste, soggettoni, foto di scena, riviste d’epoca e memorabilia raccontano la straordinaria carriera della Taylor. Si possono ammirare i manifesti originali dei primi film, come il mitico Torna a casa Lassie (1943) che la consacrò bambina prodigio di Hollywood o il manifesto di Gran Premio (1944), quest’ultimo anche nella versione per il mercato italiano con il titolo astutamente cambiato in Furia per attirare al cinema il pubblico dei più giovani. Ciò a testimonianza di quante storie “segrete” ci possano raccontare i manifesti sul cinema del loro tempo! Segue poi una lunga carrellata dei film che la portarono al successo: Piccole donne (1949), Il padre della sposa (1950), Rapsodia (1954), La pista degli elefanti (1954), Lord Brummel (1954), Il gigante (1956), La gatta sul tetto che scotta (1958), Improvvisamente l’estate scorsa (1959), La bisbetica domata (1967), fino ai meno noti. Spazio speciale ai film con cui Liz si aggiudicò i 2 Oscar come migliore attrice: Venere in visone (1960) e Chi ha paura di Virginia Woolf? (1966). A Cleopatra, in occasione del 50° anniversario, è dedicata una sezione speciale che, oltre ai manifesti, propone ingrandimenti di foto di scena, riviste originali che ne testimoniano il mito, una riproduzione esatta della storica pettinatura a treccine che rese bellissima Liz sul set (realizzata appositamente da Lia Parrucche) e persino una Barbie-cleopatra (2000) che riproduce nei minimi dettagli lo storico costume in lamé dorato. E come ulteriore testimonianza ecco anche la rivisitazione realizzata da René Goscinny e Albert Uderzo per il loro albo a fumetti Asterix e Cleopatra proprio dopo aver assistito in un cinema di Bruxelles alla proiezione del film di Mankiewicz. Dopo di loro molti illustratori e fumettisti si sono ispirati al volto dell’attrice per riprodurre i tratti della bellissima regina d’Egitto, tant´è che compare persino in una storia di Iron Man! Mentre il grande Magnus, creatore di Alan Ford, Kriminal e Satanik, l´ha definita “bella tra le belle” in una tavola del suo Lo Sconosciuto: il vero primo “grande film” a fumetti italiano. Grazie alla collaborazione di Marina Castelnuovo, da 20 anni sosia ufficiale della Taylor, sono esposte anche 4 copie di abiti indossati da Liz realizzate dalla Sartoria Pia Rame di Milano, nonché copie dei suoi famosi gioielli realizzati da De Liguoro Bijoux di Milano. Grazie al prestito del collezionista Sergio Salemi sarà inoltre esposta la replica perfetta del favoloso diamante da 68 carati che Richard Burton regalò alla moglie nel 1969 e che ancora oggi porta il nome Taylor-burton. Sul megaschermo della sala scorreranno immagini della vita privata di Liz Taylor ed un montaggio con i trailer dei suoi film più belli. Il Museo Fermo Immagine – Museo del Manifesto Cinematografico di Milano è un museo privato gestito dall’Associazione Atelier Gluck Arte. Forte di una sterminata collezione di manifesti cinematografici, si propone come nuovo punto di riferimento per tutti gli appassionati di cinema. La sede del Museo, che ospita mostre temporanee, eventi, rassegne e convegni, risiede in uno stabile industriale d’epoca interamente ristrutturato, esempio importante di riqualificazione urbana, situato nella storica Via Gluck resa celebre da Adriano Celentano e oggi riconosciuta come via storica della metropoli milanese, a due passi dalla Stazione Centrale. Grazie a una struttura modulare dotata di impianto luci, regia audio e video, megaschermi per proiezioni in alta definizione, biblioteca, punto ristoro e connessione Wi-fi, il Museo apre alla cittadinanza proponendo un fitto calendario di eventi. Direttore generale: Piero Lessio – Direttore artistico: Riccardo Mazzoni – Ufficio stampa e relazioni esterne: Enrico Ercole. L’archivio Con i suoi oltre 50.000 pezzi, tra fotobuste, manifesti, locandine, soggettoni, foto di scena e affiches pubblicitarie, l’archivio di Fermo Immagine è uno dei più forniti d’Italia. In esso si possono trovare pezzi storici come i manifesti dei capolavori dei più grandi registi, da Federico Fellini a Alfred Hitchcock, da Luchino Visconti a Stanley Kubrick, di tutti i generi, dal western al cartone animato, dall’horror al drammatico, dal melodramma alla commedia all’italiana, ma anche vere e proprie curiosità provenienti da tutti i paesi del mondo, dagli anni Venti ad oggi. Parte della collezione è visibile in esposizione permanente all’interno degli spazi del Museo, ma soprattutto nel corso delle mostre allestite nel corso dell’anno. Oltre alle esposizioni ospitate nella propria sede, il Museo mette i propri “gioielli” a disposizione di musei ed enti che ne fanno richiesta. Nella sala convegni adiacente allo spazio mostre, Fermo Immagine può ospitare eventi aziendali, convegni e rassegne cinematografiche arredando con manifesti, locandine, fotobuste e foto di scena i propri spazi a seconda delle esigenze tematiche più disparate. Il Caffe’ Degli Ignoranti Il punto ristoro che trova spazio all’interno del Museo non poteva che essere dedicato al mito di Adriano Celentano, il celebre “molleggiato” che nel 1966, spopolando al Festival di Sanremo, rese celebre in tutta Italia la Via Gluck: letteralmente tappezzato con locandine cinematografiche, cd, dischi, manifesti e memorabilia, il Caffè degli Ignoranti ospita piccoli rinfreschi e aperitivi a tema. Info: Fermo Immagine - 19 aprile/30 giugno 2013 - Museo del Manifesto Cinematografico di Milano, Via Gluck 45, Milano - tel 0236505760 - www.Museofermoimmagine.it |
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MILANO (MUSEO POLDI PEZZOLI): INTORNO AL LIBRO. TRA ARTE E DESIGN - 5 APRILE / 6 MAGGIO 2013
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Dopo il successo delle mostre Di vaso in fiore. Inventario tra natura e design e Fare Lume. Candele tra arte e design degli scorsi anni, il Museo Poldi Pezzoli, Foscarini e Inventario rinnovano la loro fortunata partnership in vista della Design Week 2013. La casa museo di via Manzoni apre nuovamente le porte al design con la mostra Intorno al libro. Tra Arte e Design in programma dal 5 aprile al 6 maggio 2013, riconfermando il legame tra il mondo del design e il Poldi Pezzoli, modello di un modo di abitare del passato. L’esposizione, a cura di Beppe Finessi, ruota attorno a un oggetto, una tipologia senza tempo: il libro, inteso non tanto come prodotto cartaceo, contenitore di parole scritte, strumento fondamentale per la trasmissione del sapere, ma quanto come universo di oggetti e azioni progettuali che stanno “intorno” al libro stesso e che lo omaggiano immaginando idee complementari a esso. “Pochi oggetti come il libro sono al centro di discussioni e ricerche sulle possibilità di sviluppi ed evoluzioni future”, spiega Finessi. “Ma al di là delle necessarie e per alcuni versi indispensabili innovazioni tecnologiche che hanno già cambiato la sua essenza, avendone trasformato la sua sostanza, l’oggetto libro, quello cartaceo, quello che ancora abbiamo il piacere di sfogliare, di tenere in mano, di annusare addirittura, dimostra con forza ed energia di possedere caratteristiche intrinseche che lo rendono, apparentemente, immortale”. In mostra più di 100 opere, tra oggetti di design (leggii, librerie, segnalibri…) e di arredamento, disegnate dai più significativi protagonisti della scena internazionale del design dei nostri giorni. Tra questi grandi maestri come Cini Boeri, Gae Aulenti, Giotto Stoppino, accanto a Franco Raggi, Giulio Iacchetti, Martí Guixé, Gabriele Pezzini, Matteo Ragni, Paul Cocksedge, Ross Lovegroove e Marco Ferreri. Non mancano alcune presenze di artisti contemporanei che da sempre lavorano sul “libro” come mondo a sé, tra questi Stefano Arienti con un’opera pensata appositamente per questa occasione. “Tipologie di oggetti che da sempre ricerchiamo, e collezioniamo, al pari degli amati volumi, un mondo di ´cose´ espressamente dedicate ai nostri tomi”, sottolinea il curatore; “una teoria di segnalibri, nei più diversi materiali e nelle più sofisticate forme, una serie di leggii, una sequenza di reggilibri e fermalibri, alcune mensole molto particolari e lampade ´da libro´; e ancora oggetti d’arredamento, tavolini, sedie e poltrone che trovano nei volumi cartacei la ragione prima e l’essenza del proprio essere”. L’esposizione prende forma nelle diverse sale espositive del Museo Poldi Pezzoli, calibrando i nuovi “inserimenti” in equilibrio e accordo con i sofisticati rapporti tra gli oggetti del Museo e gli ambienti della Casa. Completa la mostra un piccolo catalogo, edito da Corraini Edizioni, con contributi scientifici e le immagini delle opere esposte. Lunedì 6 maggio, alle ore 18.30, per il finissage della mostra, si terrà al Museo Poldi Pezzoli una conferenza con Stefano Arienti, Francesco M. Cataluccio, Giulio Iacchetti e Stefano Salis. Dalle sale della casa museo milanese, “Intorno al libro” diventa la copertina di un prossimo numero di Inventario. Tra libro e rivista, Inventario è un progetto editoriale indipendente promosso e sostenuto da Foscarini. Si avvale di contributi critici originali, esplora le migliori produzioni della creatività internazionale attraverso un racconto sul progetto condotto da molteplici punti di vista, e getta uno sguardo illuminato e libero sulla scena del design, dell’architettura e dell’arte. “Inventario non parla di Foscarini – sottolineano Carlo Urbinati e Alessandro Vecchiato, fondatori dell’azienda – perché abbiamo creduto nello spirito di un progetto che fosse completamente libero. Inventario è però portavoce dei nostri valori, guarda avanti con occhi attenti e curiosi e con il piacere di praticare i territori dell’innovazione, come è nello spirito Foscarini”. Impostato come una rivista, realizzato come un libro, ha cadenza quadrimestrale, è distribuito nei migliori bookshop e librerie di tutto il mondo e viene inviato a una lista selezionata di opinion leader internazionali nei settori delle arti e della progettazione. Un progetto espositivo a cura di Inventario promosso e sostenuto da Foscarini con Edizioni Corraini Progetto grafico e allestimento: Designwork Con il patrocinio di: Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune di Milano - Cultura e Camera di Commercio di Milano. In collaborazione con: Associazione Amici del Museo Poldi Pezzoli e Fondazione Corriere della Sera. Sponsor tecnici: Ciaccio Broker, Igp Decaux, la Feltrinelli, Utet e Vivaticket. Info: Intorno al libro. Tra Arte e Design - 5 aprile/6 maggio 2013 - Museo Poldi Pezzoli, Via Manzoni 12, 20121, Milano - Tel. 02794889/02796334 - www.Museopoldipezzoli.it |
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TRIESTE (LUX ART GALLERY, VIA RITTMEYER 7/A): NUOVO REALISMO DI LIVIO ROSIGNANO - INAUGURAZIONE: VENERDÌ 5 APRILE 2013, ORE 19 - FINO AL 23 APRILE |
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S’inaugura venerdì 5 aprile alle 19 negli ampi spazi della Lux Art Gallery (via Rittmeyer 7/A), diretta da Giorgio Parovel, un’importante rassegna intitolata “Il nuovo Realismo” del pittore Livio Rosignano, dedicata al decano degli artisti triestini a cura dell’arch. Marianna Accerboni: in mostra più di una sessantina di oli recenti, per la maggior parte inediti e di grande dimensione, accanto a qualche dipinto del passato esposto a testimonianza dell’evoluzione del linguaggio dell’artista verso il suo lessico attuale. --- Il pittore palesa il suo Nuovo Realismo - scrive Accerboni - connotando la propria pittura di un intreccio di linee più essenziali, che definiscono e compendiano i pieni e i vuoti, ammantandola di un cromatismo più limpido e di una luce nuova, più chiara e serena, dinamica e ispirata, che intride di nuova vita le sue opere. Nella polvere del tempo e nella luce del sole del suo atelier che guarda i tetti di Trieste, Livio Rosignano - l’espressione degli occhi oscillante tra malinconico sentire e sguardo sbarazzino di ragazzo dalla vitalità incontenibile - ci propone il suo “nuovo realismo” attraverso una ricchissima raccolta di dipinti realizzati negli ultimi tempi: tra tutti si fa notare, delicatissima, luminosa ed essenziale, una grande tela di 2 metri per 1 e mezzo, quasi un arazzo contemporaneo, che ci racconta, mediante un cromatismo limpido e impalpabile, sostenuto da una prospettiva perfetta, il fascino azzurro del nostro mare. Visitabile fino al 23 aprile 2013 (sabato 6 aprile 10–13 e 17-20 / domenica 7 aprile 10-13 / dall’8 al 23 aprile 17 – 20 / domenica chiuso). --- Su quale cavalletto - prosegue Accerboni - Livio ha dipinto quest’ineffabile pittura di grande bellezza? “Su quello solito, nello studiolo piccolissimo, in cui lavoro ora, in casa” è la risposta. In verità la tela sembra più grande dello studiolo, ma la maestria ineccepibile di Rosignano - uno tra gli unici veri artisti sopravvissuti alla congerie di avanguardie e “ismi” degli ultimi decenni - è tale da superare ogni difficoltà logistica e tecnica. Lo dimostrano altre due tele recenti di analoghe dimensioni, che rappresentano il messaggio forte di questa mostra: “Le cose rifiutate” e un magnifico Carso, le cui pietre sembrano di cristallo. In età matura, dopo averci stupito per la capacità di dipingere il vento e la bora scura contro il mare in tempesta, a simbolizzare anche l’uomo dibattuto tra le mille difficoltà; dopo averci commosso con il racconto e la testimonianza della vita di quei “poveri Cristi”, che affrontano con dolore e rassegnazione il quotidiano nelle strade livide della città e nelle osterie fumose; dopo averci colpito per la capacità d’interpretare l’amore materno con una sensibilità tale da farci sembrare quelle composizioni pittoriche delle scene sacre; e per la verve lieve e intensa al tempo stesso con cui sa rendere l’atmosfera e la bellezza dei vecchi caffè e il fascino della natura…ecco, Rosignano ritorna al pubblico che lo ama e lo attende con gli stessi temi, interpretati però secondo un concetto di innovazione rispetto a quel Realismo espressionista che aveva caratterizzato in modo quasi fauve gli esordi e più tardi, secondo un cromatismo meno squillante, il prosieguo maturo di quella fase. Come in uno dei suoi quadri più noti, inesauribile, Rosignano, sa ancora una volta saltare il fossato dello stile e dell’arte per consegnare a noi, stupiti e ammirati, la sua nuova e ancora una volta magistrale, umanissima visione della realtà. In cui risuona, nella penombra emozionata delle sale da concerto, la voce divina dei violini. --- L’internazionalità di Livio Rosignano Il linguaggio di questo eccezionale pittore, l’evoluzione del percorso artistico del quale è caratterizzato da grande qualità e rara coerenza, può definirsi di levatura europea, non solo per le numerose mostre personali allestite all’estero, ma soprattutto per quel filo di colta avanguardia e di sperimentazione che sottende ogni suo dipinto: dall’espressionismo gestuale rutilante di verve degli anni 1948 - ‘58, in cui il pittore faceva proprio, pur nell’assoluta autenticità e con un’accezione brillante e quasi fauve, un lessico vicino al neoimpressionismo tedesco e a quello di Matisse e di Gauguin; alla pittura più tonale e rarefatta del periodo milanese e al conseguente intimismo di molti suoi dipinti; fino alla fondamentale volontà e capacità di scandagliare l’animo umano e di coglierne sentimenti e angosce, denudandone la coscienza. Operazione quest’ultima, che è stata uno dei temi fondamentali della pittura europea del ‘900 (in particolare dell’espressionismo), di cui Rosignano è acuto sensore e protagonista e che si è palesata nella sua pittura con una forte sensibilità postespressionista, declinata attraverso la partecipazione al quotidiano di esseri umani straniati e solitari, immersi o sorpresi nella realtà urbana ingrigita e interrotta soltanto da qualche intenso intervento cromatico. Un linguaggio che spesso lo ha fatto accostare alla poetica di Bacon, ultima frangia dell’espressionismo europeo. Né va dimenticata la sua grande, istintiva e professionale passione per il disegno, che sottende - grazie alla produzione di più di 15.000 opere segniche - ogni suo olio: “Quando dipingo - afferma infatti - lo faccio sempre a memoria, ma sulla traccia formidabile di migliaia di disegni. E a memoria, perché, solo attraverso il ricordo, traspare la vera essenza di un volto, di un paesaggio o di un personaggio”. Figlio della sua terra, Rosignano racchiude dunque istintivamente nel suo pennello quella cultura sensibilissima e partecipe alle grandi avanguardie europee, che sopravvive ancora nella cultura di Trieste - conclude Marianna Accerboni - poiché tra fine ’800 e primo ‘900 molti suoi artisti frequentarono le Accademie di Monaco, Berlino e Vienna, raccogliendovi i semi della coeva avanguardia internazionale che collegava allora Parigi a Mosca e al mondo slavo, passando per Trieste, all’epoca in posizione centro-europea. --- Livio Rosignano (Pinguente, Istria, 1924), a Trieste fin dall’infanzia, espone dal ‘49. Studente all’Istituto Nautico, fu allievo del pittore Giovanni Giordani, che lo incoraggiò e trasse profitto dal sodalizio con i colleghi più anziani Adolfo Levier, Romano Rossini e Vittorio Bergagna. Negli anni Cinquanta si trasferì a Milano, dove però non mise mai radici. Se in seguito alla frequentazione di Levier, affinò la sua intensa sensibilità cromatica, la Scuola lombarda lo indusse ad attenuare la vivacità coloristica che gli era propria. A Trieste, dove frequentava dal ‘45 i corsi di nudo di Edgardo Sambo al Museo Revoltella, importante fu l’incontro con Carlo Sbisà, che insegnava incisione: si appassionò soprattutto all´acquaforte, nel cui ambito operò, dedicandosi pure all´illustrazione di libri e riviste. È anche ritrattista e ha effigiato numerose personalità a Trieste, Roma e Milano. Ha partecipato a numerosissime mostre in Italia e all´estero: Biennale di Venezia, Triennale di Milano, Quadriennale di Roma, Premi Michetti, Suzzara e Marzotto, Mostra del Po, Triveneta di Padova; personali a Milano, Venezia, Genova, Bergamo, Bologna, Forlì, Istituto Italiano di cultura di Bruxelles, a Bucarest, Monaco di Baviera e New York, in Austria e nell’ex Jugoslavia. Nella Regione Fvg si segnalano le antologiche a Gorizia (1971), Udine (1976, 1979, 1998), Trieste (1978 e Museo Revoltella 1995, 2009) e le personali a cura della Regione (2010), alla Galleria d´arte G.negrisin del Comune di Muggia (2011), Galleria Rettori Tribbio (2012), Mostra collettiva del paesaggio alla Lux Art Gallery di Trieste (2012). Premiato in varie mostre nazionali, segnalato al Premio Bolaffi e insignito dal Comune di Trieste con il Sigillo Trecentesco. Si è occupato di critica d’arte per La voce dei giovani, Il Gazzettino, Il Piccolo e Trieste Oggi. Come scrittore ha pubblicato Dieci pittori triestini (Italo Svevo, 1974), Feldpost 15843 (Del Bianco,1980), Una giovane vita (Italo Svevo, 1993), Fiori gialli senza nome (Istituto Giuliano di Documentazione storica, 1995), Il comunista di San Giacomo (Tipografia Triestina, 2010). Hanno scritto di lui, tra gli altri: Decio Gioseffi, Enzo Bettiza, Dino Villani, Stelio Crise, Cesare Sofianopulo, Biagio Marin, Mario De Micheli, Demetrio Volcic, Dino Dardi, Claudio Magris, Lina Galli |
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ROMA (FONDAZIONE BISAZZA): “RICHARD MEIER. ARCHITETTURA E DESIGN” - IN OCCASIONE DEI CINQUANT´ANNI DI ATTIVITÀ DI RICHARD
MEIER, GLI SPAZI DELLA FONDAZIONE BISAZZA ACCOGLIERANNO UN´AMPIA E INEDITA RETROSPETTIVA DELL´OPERA DELL´ARCHITETTO AMERICANO - DALL´8 MAGGIO AL 28 LUGLIO 2013 |
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Richard Meier progetterà inoltre un´installazione site-specific, intitolata “Internal time”, che andrà ad arricchire la Collezione Permanente della Fondazione. La Fondazione Bisazza per il Design e l´Architettura Contemporanea ha il piacere di annunciare che il prossimo 8 maggio 2013 inaugurerà al pubblico una mostra personale di Richard Meier, una delle grandi voci dell´architettura contemporanea, che nel 2013 celebra il suo cinquantesimo anniversario di attività. La mostra, dal titolo “Richard Meier. Architettura e Design”, sarà organizzata dalla Fondazione Bisazza in collaborazione con lo Studio Meier e includerà alcuni dei lavori più emblematici del famoso architetto americano. I progetti presentati nell´ambito dell´esposizione metteranno in luce per la prima volta in Italia la sua filosofia del design, con esempi delle diverse tipologie di lavoro da lui affrontate. La retrospettiva includerà una selezione di modelli, bozzetti originali, rendering, fotografie e prodotti di design meno conosciuti come alcune collezioni per la tavola. Alcuni tra i progetti più noti presentati in mostra saranno: Smith House nel Connecticut, Getty Center a Los Angeles, la Neugebauer Residence in Florida e la Chiesa del Giubileo a Roma. Altri progetti in mostra sono famose realizzazioni quali le Perry Street Towers, l´High Museum of Art ad Atlanta, il Museo Ara Pacis di Roma e il Museo Arp a Rolandseck in Germania, completato di recente. In aggiunta a quest´ampia selezione, verranno presentati alcuni progetti come le proposte per il World Trade Center Memorial, il New York Avery Fisher Hall e la Bibliothèque Nationale in Francia. Oltre alla presentazione dei progetti, è stata commissionata un´installazione site-specific progettata appositamente dall´architetto americano, che andrà ad arricchire la Collezione Permanente della Fondazione Bisazza. Il progetto, dal titolo Internal time, è un giardino geometrico, un bosco stilizzato di possenti elementi verticali in mosaico bianco in cui perdersi e in cui un unico modulo orizzontale accoglie una seduta dedicata alla meditazione. Piero e Rossella Bisazza, Presidente e Vicepresidente della Fondazione Bisazza, dichiarano: “Richard Meier è una delle voci più importanti e autorevoli dell´architettura internazionale. Considerata la vocazione della Fondazione Bisazza ad inserirsi con contributi originali nel dibattito culturale dell´architettura contemporanea, abbiamo voluto rendere omaggio ad un architetto come Meier. Siamo onorati che la restrospettiva che accoglieremo sia completamente inedita, realizzata in collaborazione con lo studio Rmp di New York”. Maria Cristina Didero, Direttore della Fondazione, aggiunge: ”Siamo felici della collaborazione con lo studio di Richard Meier per dar vita a questo progetto espositivo dedicato alla sua carriera, in un anno così significativo per la sua carriera. Dopo la personale di John Pawson e l´installazione di Arik Levy, presentate nel corso del 2012, iniziamo la programmazione del 2013 con un altro protagonista di rilievo nel panorama dell´architettura e del design contemporaneo”. Info: Www.fondazionebisazza.it |
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FIRENZE: SAMURAI - ARMATURE GIAPPONESI DALLA COLLEZIONE STIBBERT
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Settanta capolavori provenienti dalla Collezione giapponese di Frederick Stibbert esposti in un allestimento emozionante che conduce il visitatore nel esotico mondo dei samurai, guerrieri coraggiosi ma anche raffinati committenti di armi e armature. Il fascino terribile e, allo stesso tempo, seducente che le magnifiche corazze e gli stravaganti elmi riescono ancora oggi ad emanare – si pensi alle tante interpretazioni di artisti e scenografi contemporanei – è stato il punto di partenza per una mostra che mette in risalto i materiali e le tecniche artigianali grazie alle quali gli artisti giapponesi furono in grado di creare vere e proprie opere d’arte dove la potenza dell’acciaio era resa ancor più affascinante dal contrasto con gli ornamenti in seta dai colori cangianti, in pelli abilmente conciate e in splendenti lacche. Armature impressionanti, elmi fantasiosi, lame terribili si affiancano a selle e staffe dalle forme inconsuete, paraventi dipinti e dorati, scatole in lacca colorata e brillante. E’ il corredo del Samurai, pronto a morire in ogni momento per il suo signore, ma che ama circondarsi in vita di oggetti di raffinata eleganza. La Collezione giapponese di Frederick Stibbert (1838-1906) è una delle più importanti raccolte al di fuori del Giappone. Stibbert fu tra i primi collezionisti ad interessarsi, alla metà dell’Ottocento, alle opere provenienti dalle terre del Sol levante, e la sua raccolta ancora oggi stupisce per la ricchezza e l’importanza delle opere che conserva. La mostra è stata realizzata con il contributo di Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Si ringraziano inoltre Museo Salvatore Ferragamo e Marchesi de’Frescobaldi. Catalogo Sillabe, Livorno Info: Museo Stibbert - dal 29 marzo / 3 novembre 2013 - www.Museostibbert.it |
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FORTE DEI MARMI (MUSEO UGO GUIDI): TRASPARENZE DI UN SOGNO - MOSTRA DELLO SCULTORE FRANCESCO CREMONI, A CURA DI ENRICA FREDIANI – DAL 6 APRILE AL 30 APRILE
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Il sole, la luce, l’aria, il mare, il vento, l’acqua, l’amore nell’accezione più ampia del termine, è parte di un sogno. Il sogno della vita.” Francesco Cremoni ne carpisce i segreti più profondi, i significati più intimi traducendoli in forme poetiche il cui lirismo è scritto nella leggerezza del battito d’ali di una farfalla che si libra nell’aria Messaggero, 2013; nelle trasparenze di finissime mussole, lacerate da venti impetuosi, che aderiscono alla sinuosità del corpo di Afrodite, Nostalgia di Afrodite,2012; Figura nel vento, 2009; Danza del desiderio, 2013; disegnandovi melodiose scansioni ritmate da intervalli materici; nell’intercalare umbratile del sofisticato turbinio di pieni e vuoti, a mostrare l’estrema sensibilità alle variazioni di luce esaltando la peculiarità del lapideo ed evidenziandone i riferimenti classici; nell’acqua cristallina che crea vortici e rifrazioni luminose attraversando impetuosa le superfici marmoree, Sottili trasparenze, 2013; nell’effigiare esplosioni solari o incidendo arabeschi su figurazioni astrali, Esplosione, 2012; Sentieri di luna, 2013. Emozioni, sentimenti, stati d’animo entrano nel sogno rendendolo vivo … , i pensieri si affollano nella mente, scavano nel subconscio, affiorano dal profondo turbamenti, suggestioni e tornano vorticosamente in superficie, travolgenti emozioni: Trasparenze di un sogno, 2009; Dentro un pensiero, 2013. L’artista riflette sulla statuaria greca, rivisita le immagini di classica memoria, ne coniuga il potere evocativo e simbolico con una scultura che s’investe della più solare e aperta tradizione mediterranea. Fonde l’antico con l’attuale fino ad arrivare a interpretazioni astrali caratterizzate da una sintesi plastica e strutturale che trova la sua dimensione più consona nelle opere monumentali dove manifesta una vocazione per l’architettura. Nel suo “sentire”colto e appassionato, nell’accorarsi alle sorti dell’umanità, Cremoni studia le civiltà più antiche. Sarà proprio lo studio delle popolazioni celtiche e delle costellazioni dello zodiaco a fornire all’artista l’idea per la sua ultima opera monumentale: “Tempo rivelato”2008, complesso scultoreo composto da dodici grandi colonne in marmo ordinario. L’intera opera è ispirata al calendario celtico dell’albero e racchiude tutte le conoscenze di questo popolo sulla vegetazione boschiva, sulla sua magia e su una antichissima suddivisione del tempo. Catalogo in mostra a cura di Enrica Frediani. Info: Museo Ugo Guidi (Mug) di Forte dei Marmi – Via M. Civitali 33 a Vittoria Apuana e presso il Logos Hotel - Via Mazzini 153 – inaugurazione sabato 6 aprile alle ore 17:30 presso il Mug con la presenza dell’artista a seguire al Logos Hotel – dal 6 al 30 Aprile 2013 - museougoguidi@gmail.Com - www.Ugoguidi.it |
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SIENA (CATTEDRALE): LA PORTA DEL CIELO - LA CATTEDRALE APRE ORA LA SUA PORTA ALLE SOMMITÀ DELLA FABBRICA - 6 APRILE/27 OTTOBRE 2013 |
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Il Duomo di Siena non finisce di sorprendere. Dopo la scopertura del pavimento che ha fatto conoscere a un pubblico numeroso di visitatori italiani e stranieri le tarsie disegnate dagli antichi maestri raffiguranti un percorso di sapienza e di fede, la cattedrale apre ora la sua porta alle sommità della fabbrica. Dopo lunghi restauri, a partire dal 6 aprile, sarà possibile ammirare il ‘cielo’ del Duomo, una serie di locali mai aperti al pubblico, in cui per secoli nessuno è potuto accedere, se si eccettuano le maestranze dirette dai grandi architetti che si sono avvicendati nei secoli, di cui recano testimonianza progetti e schizzi effigiati talvolta direttamente sui muri. La magnifica facciata del Duomo è fiancheggiata da due imponenti torri terminanti con guglie di svariate forme che si proiettano verso l’alto, al cui interno si inseriscono scale a chiocciola, quasi segrete perché nascoste alla vista dei visitatori, che conducono verso il ‘cielo’ del Duomo. Una volta giunti sopra le volte stellate della navata destra si inizia un itinerario riservato a piccoli gruppi, accompagnati da un’esperta guida, che riserva una serie di scoperte ed emozioni. Sarà infatti possibile camminare ‘sopra’ il sacro tempio e ammirare suggestive viste panoramiche ‘dentro’ e ‘fuori’ della cattedrale. Saranno aperte al visitatore le multicolori vetrate di Ulisse De Matteis con la rappresentazione degli Apostoli, dalle quali il visitatore si affaccerà all’interno della cattedrale con la vista del pavimento, dei principali monumenti scultorei e dell’interno della cupola con il ‘Pantheon’ dei santi senesi, i quattro Patroni, santa Caterina e san Bernardino, i ‘giganti’ dorati che proteggono dall’alto la comunità dei fedeli. Si percorre dunque il ballatoio della cupola dal quale sarà possibile contemplare l’altar maggiore, la copia della vetrata di Duccio di Buoninsegna, con al centro la mandorla di Maria Assunta, e i capolavori scultorei. Dall’affaccio della navata sinistra è possibile ammirare uno splendido panorama sulla Basilica di S. Domenico, la Fortezza Medicea, l’intera cupola della cappella di S. Giovanni Battista, il paesaggio circostante fino alla Montagnola senese. Si entra infine dietro il prospetto della facciata nel terrazzino che si affaccia su Piazza del Duomo con la vista dello Spedale di S. Maria della Scala e si accede al ballatoio della controfacciata da dove si ha una vista generale sulla navata centrale e lo sguardo è accompagnato dal ritmo scandito dalle teste dei papi e degli Imperatori, attraverso le tarsie con i filosofi del mondo antico che proferiscono sentenze. La “porta del cielo” si apre dunque ai visitatori come salissero attraverso la scala apparsa in sogno a Giacobbe, la cui cima raggiungeva il cielo e gli angeli di Dio salivano e scendevano (Genesi 28,10-22). Nel sogno Dio promette a Giacobbe la terra sulla quale egli stava dormendo e un’immensa discendenza. Al suo risveglio Giacobbe esclama «Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo», verso utilizzato dalla liturgia nella messa della dedicazione delle cattedrali. Ma ‘porta del cielo’, secondo le litanie lauretane, è anche la Vergine, definizione che meglio esprime la potenza e la bontà di Maria, la quale come Madre di Cristo e dell´umanità, concorre alla nostra salvezza eterna in Cielo ove lei è ‘Regina assunta’. Il percorso “dall’alto” permetterà infatti di comprendere meglio la dedicazione del Duomo di Siena all’Assunzione della Madonna e il forte legame che i cittadini senesi hanno da secoli con la loro ‘patrona’: Sena vetus civitas Virginis. L’iniziativa, fortemente voluta dall’Opera della Metropolitana di Siena, è organizzata da Opera – Civita Group. Opera Civita Group gestisce il servizio prenotazioni, informazioni e visite guidate per il Complesso del Duomo di Siena e, in occasione delle aperture straordinarie Porta del cielo, propone pacchetti culturali che arricchiscono l’offerta turistica della città. Per maggiori informazioni visitare il sito: www.Operaduomo.siena.it Scheda Tecnica 6 aprile - 27 ottobre 2013 Biglietti (solo su prenotazione) Intero €25.00 Gruppo €400.00 (max 17 pax). Informazioni e Prenotazioni T. +390577286300 (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17) Email opasiena@operalaboratori.Com |
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CERVIA (MUSEO DEL SALE - MUSA): LE COLONIE - LE VACANZE DEI BAMBINI DEL SECOLO SCORSO - IMMAGINI DELLE RESIDENZE MARINE DEL TERRITORIO CERVESE - 6/12 APRILE
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La carrellata di 14 immagini fotografiche raccolte dal Gruppo Culturale Civiltà Salinara resterà esposta a Musa dal 6 aprile al 12 maggio. In mostra alcune delle colonie presenti sul territorio dagli anni trenta agli anni cinquanta e sessanta, periodo in cui ebbe una grande diffusione la vacanza dei bambini in questo tipo di strutture. Inizialmente, tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 le colonie al mare nascono per motivi terapeutici , connesse alla diffusione della talassoterapia, legata ai bagni di mare, come importante risorsa terapeutica. Erano diffuse lungo tutta la costa romagnola colonie stagionali istituite da enti pubblici, associazioni e imprese. Nel secondo e nel terzo decennio del Novecento fu il Partito Fascista a sostenere il soggiorno marino dei bambini nelle colonie. Queste infatti offrivano un’interessante opportunità per l’indottrinamento dei più piccoli. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la notorietà delle colonie marine cresce ulteriormente e se ne diffonde l’uso da parte di tutte le classi sociali, ma con il progressivo benessere e il continuo calo demografico della popolazione, negli anni ´80 e ´90 la maggior parte delle colonie verrà chiusa o abbandonata. La colonia Varese aveva una capienza di 800 posti letto Fu progettata dall´architetto romano Mario Loreti. L’istituto nell´estate del 1939 ospitò 2000 bambini provenienti dalla provincia di Varese. Nel 1939, il 24 agosto, venne inaugurata anche la colonia Montecatini (attuale Monopoli di Stato), che copriva un’estensione di 60.000 metri quadrati. Questa era in grado di ospitare 1500 ragazzi e un centinaio di persone di servizio. E’ invece del 1927 la Casa di cura che diventò poi Colonia Marina Roberti. Nel 1948 la struttura venne acquistata dai Padri Camilliani, che la gestirono come Centro Climatico Marino. Nel 1933 venne costruita la Colonia Mantovana, su progetto degli ingegneri De Giorgis e Mengis. La struttura poteva ospitare oltre 500 bambini. All’inizio degli anni settanta venne demolita. Al suo posto oggi si trova il grande parcheggio antistante il grattacielo sul mare di Milano Marittima Risalgono agli anni ’30 anche la Colonia Dante a Cervia, oggi trasformata in hotel e le colonie di Pinarella, fra le quali alcune ancora attive |
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ROMA: ETRUSCANNING 3D AI MUSEI VATICANI |
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È stata inaugurata, presso i Musei Vaticani ‘Etruscanning, la Tomba Regolini Galassi in 3D’, un´applicazione sviluppata da un team internazionale di cui fa parte l´Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali del Consiglio nazionale delle ricerche (Itabc-cnr) che permetterà ai visitatori del museo di esplorare virtualmente, in tre dimensioni, la ricchissima tomba etrusca Regolini Galassi, della necropoli del Sorbo di Cerveteri. “L´elemento più innovativo di Etruscanning è il modello di interazione, basato sull´uso di interfacce che rilevano i movimenti e i gesti del visitatore. Il pubblico, esplorando la tomba ricostruita virtualmente, potrà avvicinarsi agli oggetti che vi sono contenuti, toccarli, ascoltare le narrazione dei defunti. Tutto questo senza usare joystick, mouse, tastiere ma con il solo movimento del corpo: un approccio percettivo motorio altamente innovativo, che potrà avere un grande impatto nella comunicazione museale”, spiega la ricercatrice dell´Itabc-cnr Eva Pietroni, responsabile scientifico del progetto. Lo spazio interattivo di Etruscanning è stato allestito nella sala dei Musei successiva a quella dove è esposto il corredo. “La tomba è visualizzata su un grande schermo di circa 3 metri di larghezza, diviso in due viewport”, prosegue Pietroni. “La più grande, dedicata all´esplorazione immersiva dello spazio 3D. La seconda, per interagire con gli oggetti che si vengono a trovare nelle vicinanze dell´utente a mano a mano che questi si sposta nello spazio virtuale. Nella stessa sala del corredo è stato invece collocato un filmato con gli oggetti virtualmente ricontestualizzati nello spazio originario della tomba”. A partire dai rilievi 3D con scanner laser, la tomba è stata ricostruita filologicamente come appariva in età etrusca (metà del Vii sec. A. C.) e tutti gli oggetti dello straordinario corredo funerario sono stati ricostruiti in 3D, virtualmente restaurati e ricollocati nella loro presunta posizione originaria. “La tomba, inclusa entro un tumulo monumentale, fu scoperta ancora intatta nell’aprile del 1836 con il suo fastoso corredo di oreficerie, vasi, arredi in bronzo e ceramiche”, spiega la ricercatrice. “Dopo circa due anni di trattative con il governo pontificio, il suo corredo fu acquistato per le collezioni vaticane e da allora è esposto nel Museo Gregoriano Etrusco, inaugurato nel febbraio del 1837”. Etruscanning è un progetto finanziato dall´Europa per il Framework culture 2007, partecipato da un gruppo di istituzioni di cui fanno parte, oltre all´Itabc-cnr, l´Allard Pierson Museum di Amsterdam, il National Museum for Antiquities di Leiden, il Gallo-roman Museum di Tongeren in Belgio, la società Visual Dimension. Ha dato la sua consulenza scientifica l´Istituto di studi sul Mediterraneo antico (Isma-cnr). Partner associati i Musei Vaticani, la Soprintendenza per i beni archeologici dell´Etruria Meridionale e il Museo dell’Agro Veientano di Formello. La società E.v.o.ca. Ha realizzato il software e la composizione delle musiche. L´applicazione ha vinto il 1° Award in occasione della mostra di archeologia virtuale internazionale ʿArcheovirtualʾ organizzata a Paestum nel novembre 2012. |
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MILANO: SI APRE CON WARHOL LA PRIMAVERA DEL MUSEO DEL NOVECENTO TRE NUOVE MOSTRE: OLTRE A WARHOL NELLO SPAZIO MOSTRE, “LA DONAZIONE BELLORA” NELLA SALA FOCUS E “ARIMORTIS”NEGLI ARCHIVI DEL NOVECENTO |
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Tre nuove mostre temporanee saranno aperte al pubblico dal 5 aprile,
nelle sedi espositive del Museo del Novecento.
“Le tre mostre che inauguriamo oggi sono importanti sotto diversi
profili – ha dichiarato oggi l´assessore comunale alla Cultura Filippo Del
Corno –. Innanzitutto sono il frutto di un’alleanza che è essenziale per
vincere la sfida della sostenibilità dei progetti artistici e culturali, quella
tra pubblico e privato: una collaborazione ancora più apprezzabile quando, come
in questo caso, vengono condivisi percorsi e progetti. In secondo luogo queste
mostre sono state curate da giovanissimi e sono quindi di buon auspicio per un
rinnovamento generazionale delle curatele in tutta la città".
“Due segnali importanti – ha proseguito l’assessore – per consolidare
il ruolo prioritario di Milano nella produzione artistica, in vista non solo di
Expo 2015, ma anche nel 2016, quando Milano per una settimana ospiterà il
convegno internazionale di Icom e sarà capitale di tutti i musei del
mondo".
Nello Spazio Mostre è allestita “Andy Warhol’s Stardust. Stampe dalla
collezione Bank of America Merrill Lynch”, che raccoglie un nucleo di
serigrafie del maestro della “pop art”, dalla fine degli anni Sessanta agli
anni Ottanta.
Curata da Laura Calvi, la mostra ospita alcune delle stampe più
significative dell’artista provenienti dalla collezione Bank of America Merril
Lynch, che attua il prestito nell’ambito del programma Art in Our Communities.
La polvere di stelle evocata dal titolo non è solo la polvere di
diamante utilizzata in quasi tutte le stampe, ma è la capacità di Warhol di
creare icone scintillanti e immortali.
Attraverso un percorso espositivo cronologico, la mostra torna su
alcune delle tappe salienti della produzione artistica di Warhol, a partire
dalle celebri serie di stampe tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni
Settanta come “Campbell’s Soup”, “Flowers”, “Sunset”, fino a “Grapes” e “Space
fruits”, per arrivare ai “Mythis” con la famosissima Marylin.
Per la mostra non sono stati realizzati pannelli e didascalie, ma solo
brevi testi con informazioni “flash” che appaiono sui muri come piccoli “pop
up”, permettendo diversi livelli di lettura attraverso nozioni storiche su
Warhol e la Pop art, notizie sul contesto socioculturale e curiosità.
L’allestimento a cura di Fabio Fornasari sottolinea la produzione seriale,
attraverso l’allineamento delle stampe che si susseguono lungo un corridoio
proprio come nella corsia di un supermarket dell’arte, dove ogni opera ha lo
stesso valore e diventa oggetto di consumo.
Sabato 11 e domenica 12 aprile la Fondazione Cineteca Italiana, in
collaborazione con il Museo del Novecento, proietterà alcuni film di Andy
Warhol, mentre sabato 11
alle ore 14 ingresso gratuito presso il Museo Interattivo del Cinema
per la proiezione del film “Empire” (1964).
La Sala Focus viene dedicata invece alla recente acquisizione di opere
con “La Donazione Spagna-bellora”, a cura di Giorgio Zanchetti, che rinnova
l’impegno del museo nella valorizzazione del proprio patrimonio. La mostra
documenta infatti l’attività di gallerista e di promotore culturale di
Gianfranco Bellora (Trecate 1930 - Milano 1999), attraverso l’esposizione delle
21 opere della sua collezione donate nel 2012 al Museo del Novecento dalla
moglie Anna Spagna Bellora.
In mostra saranno presenti opere di Lamberto Pignotti, Stelio Maria
Martini, Adriano Spatola, Elio Marchegiani, Alessandro Algardi, Vincenzo
Accame, Agostino Ferrari, Umberto Mariani, Magdalo Mussio. Saranno esposte
anche 50 fotografie originali di Enrico Cattaneo, che documentano le
inaugurazioni dello Studio Santandrea ed altri materiali dell’Archivio Bellora,
conservato presso il Museo del Novecento.
L’allestimento è curato da Fabio Fornasari.
Negli Archivi del Novecento, infine, è allestita “Arimortis”, a cura di
Roberto Cuoghi e Milovan Farronato: una collettiva di artisti italiani
transitati nel Docva (Documentation Center for Visual Arts), con il quale il
Museo collabora dalla sua apertura.
Nell’ambito del progetto Cento, a cura di Marco Sammicheli e dedicato
al Museo del Novecento e alla Galleria d’Arte Moderna, dal 5 al 14 aprile verrà
presentato Sit In, progetto che arricchisce il percorso espositivo dotandolo di
sedute temporanee pensate di volta in volta per le diverse sale del museo e per
differenti tipologie di pubblico.
In occasione del Salone del Mobile, dal 9-14 aprile, il Museo del
Novecento ospiterà Shining Surface, un progetto dello studio di architettura
Park Associati, a cura di Cloe Piccoli e in collaborazione con Saporiti Italia.
L’installazione, appositamente studiata e realizzata per gli spazi della Sala
Fontana del Museo del Novecento, è l’ottava edizione di Inside Art, il
laboratorio di Saporiti Italia dedicato alla ricerca di oggetti di arredo per i
grandi spazi dell’arte e dell’architettura.
Infine, una fitta agenda di laboratori e visite guidate rivolti a
bambini e adolescenti, curati da Civita, offrirà spunti di approfondimento
legati alla mostra dedicata a Andy Warhol.
L’ingresso al Museo del Novecento, così come a tutti i Musei civici,
sarà gratuito dal 7 al 14 aprile, durante la Settimana del Design, grazie alla
collaborazione tra il Comune di Milano e il Cosmit.
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OLANDA: PROSSIME MOSTRE E NOVITÀ DEI MUSEI |
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Il 13 aprile 2013 riapre il Rijksmuseum. Il conto alla rovescia è ormai cominciato. Sabato 13 aprile 2013 il Rijksmuseum riapre al pubblico con un edificio completamente rimodernato e rinnovato, nuove strutture per il pubblico, un meraviglioso giardino e la famosa “Ronda di Notte” di Rembrandt di nuovo nella sua galleria originaria. Un totale di 80 sale esporranno 8.000 pezzi d’arte e di storia, che non possono essere ammirati in un solo giorno. Progettato dall’architetto P.j.h Cuypers e costruito nel 1876, il Rijksmuseum di Amsterdam è il più grande dei Paesi Bassi. Info: Www.rijksmuseum.nl ---- Il Museo Van Gogh riapre al pubblico con la mostra “Van Gogh all’Opera” Van Gogh Museum, dal 1 maggio al 12 gennaio 2014 Il 1 maggio il Museo Van Gogh, in occasione dei festeggiamenti per i suoi 40 anni, riapre le proprie porte al pubblico dopo i recenti lavori di ristrutturazione. Le sue opere, momentaneamente in esposizione presso l’Hermitage di Amsterdam, rientreranno nella loro sede, accanto alla mostra Van Gogh all’Opera, che permette di osservare da vicino lo sviluppo artistico del grande pittore e di ammirare le sui importanti opere. La mostra si poggia su un ampio e ambizioso programma di ricerca svolto per otto anni dal Museo Van Gogh. Circa 200 opere mettono in luce lo sviluppo della pittura di Van Gogh e dei suoi contemporanei, provenienti dalla collezione del museo e da collezioni private. Inoltre, saranno esposti anche disegni su carta, lettere e oggetti personali dell’artista come i suoi taccuini. I visitatori potranno così vedere da vicino quali materiali venivano utilizzati dall’artista, in quali condizione lavorasse, da chi venne ispirato, con quali altri artisti condivideva le proprie idee e dove si riforniva del materiale di lavoro necessario. Le sorprese che il Museo Van Gogh ha in serbo non sono finite: verrà infatti realizzata una nuova entrata prevista per il 2014. Questo progetto ha lo scopo di collegare lo spazio espositivo, realizzato dall’architetto giapponese Kisho Kurokawa nel 1999, all’edificio principale del museo progettato da Rietveld. Il flusso dei visitatori sarà in questo modo meno caotico, e consentirà l’accesso diretto all’ala espositiva di Kurokawa nella quale solitamente si allestiscono mostre temporanee. La nuova entrata sarà inoltre ben integrata con le entrate degli altri musei che si affacciano sulla Museumplein come il nuovo Stedelijk e il Rijksmuseum, la cui prossima riapertura si festeggerà il 13 aprile. --- Per la grande occasione, non vuole essere da meno il Museo Kröller-müller di Otterlo, che possiede la seconda collezione di Van Gogh più grande al mondo. Il museo di Otterlo organizza infatti dal 6 aprile al 22 settembre 2013 la mostra “Vincent is back parte Ii: La terra della luce” . Si tratta della seconda parte di una mostra che racconta in due riprese la parabola artistica di Van Gogh: la prima parte, La terra nativa (in esposizione fino al primo aprile 2013), pone l’accento sul periodo olandese di Van Gogh (1881-1886), e questa seconda parte, La terra della luce appunto, che sposta l’attenzione sulle opere del periodo francese (1886-1990), corrispondente alla piena maturità dell’artista. La mostra Vincent is back illustra anche la straordinaria storia della collezione del Museo Kröller-müller, il risultato della passione di Anton e Helene Kröller-müller, che tra il 1908 e il 1929, assistiti dal critico d’arte H.p. Bremmer, acquistarono senza badare a spese 91 dipinti e 180 opere su carta di Van Gogh. --- Il Museo Kröller-müller si trova nel Parco Nazionale “De Hoge Veluwe” ed è famoso in tutto il mondo per la ricca collezione di opere del 19o e 20o secolo, tra cui l’eccezionale raccolta di dipinti e disegni di Vincent Van Gogh e le opere di altri artisti famosi come Picasso, Renoir, Monet e Mondrian. Www.vangoghmuseum.nl --- Attesa l’apertura di Villa Mondriaan a Winterswijk In quella che era l’abitazione di Piet Mondriaan (1872-1944) a Winterswijk, aprirà il 17 maggio 2013 Villa Mondriaan, un museo dedicato al pittore. Accanto alle opere di Mondriaan, saranno esposti anche i lavori di artisti suoi contemporanei. Nell’edificio di quella che era la scuola di pittura saranno esposte le opere di Mondriaan nel suo primo periodo a Winterswijk (provincia Gelderland), mentre nell’edificio sull’angolo saranno aperti il Mondriaancafé e una libreria. Direttore del museo è Wim van Krimpen, ex direttore del Museo comunale a L’aja, fondatore di Kunstrai Amsterdam, del Museo di Leeuwarden in Frisia e della Kunsthal di Rotterdam. Www.mondriaanwinterswijk.nl - www.Villamondriaan.nl --- Ben 4 mostre a Haarlem -- Frans Hals: Faccia a faccia con Rembrandt, Rubens e Tiziano Frans Hals Museum , Haarlem fino al 18 luglio 2013. Per festeggiare il suo centenario che ricorre proprio quest’anno, il Museo Frans Hals dedica una mostra all’artista da cui prende il nome: il grande pittore olandese del Secolo d’Oro Frans Hals. Per la prima volta, le opere più importanti di Frans Hals saranno esposte accanto a quelle di famosi suoi contemporanei quali Tiziano, Rembrandt, Van Dyck, Jordaens e Rubens, con diversi lavori provenienti da alcuni dei più grandi musei al mondo. La mostra vuole porre i capolavori di Hals e la schiettezza del suo approccio artistico in un contesto più ampio, gettando nuova luce sulle sue ambizioni e la sua posizione nel Xvii secolo, un periodo in cui l’affermazione dello stile individuale e il superamento degli altri artisti costituivano importanti aspirazioni per i maestri della pittura. La maggior parte dei dipinti proviene dalla National Gallery di Londra, dal museo El Prado di Madrid, dal Louvre di Parigi, e da diverse collezioni private. Museo Frans Hals, Groot Heiligland 62, 2011 Es Haarlem, www.Franshalsmuseum.nl -- Cascate di tulipani nel Museo Frans Hals Frans Hals Museum, Haarlem dal 23 marzo al 14 aprile 2013 Ogni anno diverse sale del Museo Frans Hals si riempiono di spettacolari cascate di fiori. Tema dell’edizione 2013 è il tulipano e i vasi che lo accolgono. Il museo ne possiede infatti diversi esemplari realizzati da ceramisti quali Jan va der Vaart, Bernard Heesen e Guido Geelen. Questi esemplari, insieme alle ultime acquisizioni – la replica di un vaso per tulipani del Xvii secolo e un vaso di Piet Hein Eek – saranno riempiti con tulipani particolari. La mostra Tulpenweelde si potrà ammirare durante la prima settimana della mostra Frans Hals: Faccia a faccia con Rembrandt, Rubens e Tiziano. Http://www.franshalsmuseum.nl/home/?language=en -- Un mare di sirene al Teylers Museum Teylers Museum , Haarlem dal 25 maggio – 15 settembre 2013 La grande mostra estiva di quest’anno al Teylers Museum è dedicata alle sirene. Questi esseri seducenti, metà donna e metà pesce, sono presenti da secoli nell’iconografia, e sono ancora oggi molto vivi. Le sirene che saranno esposte in questa mostra del Tylers Museum provengono da ogni parte del mondo e sono rappresentate in tutte le forme: raffigurate in libri di viaggio, in forma di soprammobile, in dipinti, illustrazioni, fotografie, manifesti e pellicole. Il tutto accompagnato da racconti affascinanti, di cui la cultura popolare olandese e europea portano fantastici esempi. Tracce di questi esseri fantastici si possono trovare anche nelle culture africana e latino-americana. Http://www.teylersmuseum.eu/index.php?item=1&lang=en -- Sulle tracce di Frans Hals: l’arte ritrattistica olandese dal 1913 al 2013 De Hallen Haarlem Summer Series, dall’8 giugno – 25 agosto 2013 La Hallen Haarlem presenterà quest’estate una grande mostra dedicata all’arte ritrattistica olandese contemporanea degli ultimi 100 anni. Tra le opere esposte si troveranno quelle di artisti quali Isaac Israels, Carel Willink, Paul Citroen, Jan Toorop, Jan Sluijters, Rineke Dijkstra, Marlene Dumas e molti altri. Una rassegna unica e varia, la mostra è stata organizzata in occasione dei festeggiamenti per i 100 anni del Museo Frans Hals |De Hallen Haarlem L’arte ritrattistica olandese ebbe il suo apice nel Secolo d’Oro con pittori innovativi quali Frans Hals e Rembrandt. Dopo un lungo periodo durante il quale l’arte ritrattistica era caratterizzata da uno stile tradizionale e realistico, nel 1900 cominciarono a farsi strada nuove sperimentazioni. Isaac Israels attirò l’attenzione sulle sue virtuose varianti dell’Impressionismo; Jan Toorop e Paul Citroen sperimentarono forme stilistiche espressioniste e realistiche; Carel Willink e Pyke Koch svilupparono il loro realismo magico. Grandi impressionisti come Jan Sluijters e Kees van Dongen seppero donare molta dinamicità ai propri ritratti, mentre artisti quali Koos Breukel, Rineke Dijkstra e Pablo Pijnappel introdussero fotografia e tecniche cinematografiche per dare una nuova dimensione all’arte ritrattistica. La mostra presso l’Hallen Haarlem occupa tutte le sale del museo e conta circa 130 opere provenienti da collezioni private e da altri musei, donando un’ampia panoramica del ritratto, un genere pittorico che si presta a diverse contaminazioni. Per questa mostra, sono stati scelti ritratti conosciuti dallo stesso Frans Hals con soggetti quali bambini, coniugi e famiglie, fino a persone di potere della nobiltà. Tre volte l’anno il De Hallen Haarlem organizza delle mostre sui recenti sviluppi dell’arte figurativa, costituendo una piattaforma per artisti nazionali e internazionali. Il museo si trova a 10 minuti a piedi dal museo Frans Hals. Http://www.dehallen.nl/home |
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CINA: MIROGLIO TEXTILE E GALLERIA CONTINUA BEIJING PRESENTANO METRI D´ARTE - UN PROGETTO SPECIALE DI ISTALLAZIONI E TESSUTI D´ARTISTA REALIZZATI DA LORIS CECCHINI E FRANCESCO SIMETI |
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Loris Cecchini e Francesco Simeti sono i protagonisti della seconda edizione del progetto Metri d’Arte (www.Mirogliotextile.com/metridarte ), la collezione di tessuti d’artista che Miroglio Textile presenta in Cina a partire dal 28 marzo, con un progetto speciale di installazioni alla Galleria Continua Beijing, nell´ambito della mostra personale di Loris Cecchini. Grazie alla collaborazione di due fra gli artisti italiani più apprezzati a livello internazionale e i designer del Gruppo Miroglio, è stato sviluppato un nuovo capitolo di Metri d´Arte, espressione di un intenso dialogo tra mondo della produzione artistica e mondo della produzione industriale. Pensati e ideati come vere e proprie opere d´arte partecipata, i tessuti sono stati realizzati a partire da alcuni disegni originali appositamente creati dai due artisti per Miroglio Textile. Ispirati al tema del rapporto natura – tecnologia. I disegni sono stati poi rielaborati dai designer dell’Ufficio Stile Miroglio in numerose varianti di soggetti e colori per la collezione della primavera/estate 2014. «Metri d’Arte è un vero e proprio incubatore sperimentale, uno spazio che Miroglio Textile ha voluto dedicare alla ricerca e alla sperimentazione, anche in virtù del rapporto che da anni lega l’azienda al mondo dell’arte, ispirandosi a una creatività nuova nella quale i tessuti, concepiti come opere d’arte, possano incorporare un contenuto, una storia da raccontare e valorizzare allo stesso tempo il processo creativo. L’obiettivo è portare nel business del tessile una forte innovazione creativa legata al modo di concepire e produrre un tessuto, per uscire dai canoni tradizionali della moda e offrire un Made in Italy di grande originalità e qualità», spiega Elena Miroglio, Executive Vice President e responsabile strategie del Gruppo Miroglio. Così, se nell’approccio materico di Loris Cecchini polveri di pigmenti, macchie di colore e fogli di alluminio stropicciato diventano metri di tessuto ad alto contenuto di innovazione e sperimentazione, in quello di Francesco Simeti mondi onirici fatti di piante, fiori, animali, piume e altri elementi visibili solo agli occhi più attenti si materializzano sulla stoffa mostrando una natura poetica e selvaggia al tempo stesso, quasi fossero interpreti animati di un grande wallpaper vivente. Novità di rilievo di Metri d’Arte è la collaborazione con la Galleria Continua Beijing dove da 28 marzo per tre mesi, in occasione della personale di Loris Cecchini, saranno in mostra due installazioni, inerenti al workshop effettuato dagli artisti con l´azienda, ispirate al loro incontro e ai disegni originali da cui è tratta la collezione. All’interno di sale distinte ma attigue, ciascun artista mette in scena la propria rappresentazione e interpretazione artistica della natura. Nell’installazione di Cecchini, lo spettatore si addentra in una vera e propria “foresta industriale” composta da 200 cilindri metallici, simbolo del passaggio alle nuove tecnologie di produzione e del contrasto fra tradizione industriale ed evoluzione tecnologica. Nell’installazione di Simeti, invece, i visitatori entrano all’interno di un mondo onirico e surreale animato da installazioni composte da stendardi di seta su bambù, che muovono nello spazio gli elementi naturali e i paesaggi apparentemente rassicuranti disegnati dall’artista. Le due istallazioni inedite degli artisti sono presentate in anteprima il 28 marzo 2013 a Pechino con una speciale serata-evento presso la Galleria Continua durante la quale le installazioni e le opere di rinomati artisti cinesi verranno battute all’asta da Christie’s. I fondi raccolti saranno devoluti in beneficenza alla Fondazione Solidarietà Italiana Qingdao, per un progetto dedicato all´ospedale per bambini di Qingdao. Metri d’Arte, a cura di Trivioquadrivio (www.Triq.it), traduce in realtà la nuova visione di Miroglio Textile mostrando ancora una volta la capacità dell’azienda di interpretare la contemporaneità, rinnovandosi costantemente, in un connubio inedito fra arte e impresa, tra innovazione di pensiero e innovazione tecnologica, per dar vita a creazioni dotate al tempo stesso di originalità e contenuto. La prima edizione di Metri d’Arte, presentata lo scorso anno a Parigi, ha visto la partecipazione degli artisti Stefano Arienti, Massimo Caccia e Maggie Cardelús. La collezione Metri d’Arte si inserisce nel nuovo percorso intrapreso da Miroglio Textile negli ultimi mesi. Recentemente l´azienda ha lanciato E.volution, l’innovativa piattaforma di Miroglio Textile che unisce tre elementi: - utilizzo di tecnologie di stampa digitale di ultima generazione, - attenzione all’ecosostenibiità, - focalizzazione su creatività dell´offerta, come nel caso di Metri d´Arte. Una piattaforma innovativa che ad oggi ha permesso all’azienda, anche grazie all´uso di inchiostri di nuova generazione, di passare da 50 litri di consumo acqua - metodo di stampa tradizionale - fino a 1 litro per metro di poliestere, con emissioni di Co2 che si riducono fino al 90% e consumo di energia ridotto del 57%. Loris Cecchini Nato a Milano nel 1969, Loris Cecchini vive e lavora a Berlino. Fra gli artisti italiani più affermati a livello internazionale nell’ultimo decennio, ha esposto le sue opere in tutto il mondo con mostre personali in prestigiose istituzioni museali quali il Palais de Tokyo di Parigi, il Musée d’Art Moderne de Saint-etienne Métropole, il Ps1 di New York, lo Shanghai Duolun Moma, il Museo Casal Solleric di Palma di Maiorca, il Centro Gallego de Arte Contemporaneo di Santiago de Compostela, il Kunstverein di Heidelberg, la Fondazione Teseco di Pisa, Quarter di Firenze, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato e altri ancora. Loris Cecchini ha partecipato a rassegne internazionali e a numerose mostre collettive fra le quali la 49° Biennale di Venezia, la Ix e la Vi Biennale di Shanghai, la Xv e la Xiii Quadriennale di Roma, la Biennale di Taiwan a Taipei, la Biennale di Valencia, la Xii Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, il Ludwig Museum di Colonia, Palazzo Fortuny di Venezia, Macro Future a Roma ecc. Ha inoltre realizzato installazioni site specific permanenti, in particolare nel 2012 a Villa Celle Pistoia e nel cortile di Palazzo Strozzi a Firenze. Nel suo lavoro fotografia, collage elettronici, disegno, scultura e installazione si fondono in una poetica unitaria dove la trasfigurazione è l’elemento cardine. Sia nelle fotografie che nelle sculture, la revisione di un’idea ampia di “modello” passa per la rielaborazione di forme familiari del nostro quotidiano trasferite in una visione alterata che sfida la percezione dello spettatore. L’aspetto più interessante della sua produzione artistica è l’abituale attitudine di Cecchini a muoversi sul confine tra naturale e artificiale, tra produzione seriale e sospensione poetica. Francesco Simeti Nato a Palermo nel 1968 e laureato in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, Francesco Simeti vive e lavora a Brooklyn, New York. Artista italiano fra i più apprezzati a livello internazionale, Simeti è attualmente impegnato in diversi progetti di arte pubblica negli Stati Uniti, fra cui la fermata di Brooklyn della metropolitana di New York, e ha realizzato installazioni site specific in diversi spazi museali fra cui il Macro di Roma, il Risd Museum di Providence, Art & Idea Gallery di Mexico City, la Columbia University a New York. Il suo lavoro è stato esposto alla 9° Biennale di Shanghai, da poco terminata, alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo nella personale An Artful Confusion e, tra gli altri, al Mass Moca, Massachusetts, alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, al Mu.dac, Musée de Design et d´Arts Appliqués Contemporains di Lausanne, presso l’Institute of Contemporary Art di Philadelphia e il Museo Riso di Palermo. Alcuni dei suoi wallpaper sono stati acquisiti da importanti collezioni museali internazionali come Smithsonian Cooper Hewitt, National Museum of Design di New York, Victoria and Albert Museum di Londra, Fabric Workshop and Museum di Philadelphia. Il suo lavoro trae spunto dall’ambiguità che nella stampa caratterizza il rapporto tra forma e contenuto creando una sorta di paesaggio continuo e infinitamente mutevole. Nella sua ricerca si sottolinea da un lato quell’interesse per il fattore estetico che rischia di negare il contenuto stesso delle immagini, dall’altro il rischio dell’appiattimento dato dall’eccesso di informazione visiva. Il primo impatto con i suoi pattern ornamentali provoca un piacere estetico e una sensazione rassicurante; a uno sguardo più attento però, non sfuggono dettagli inaspettati. Miroglio Textile (Gruppo Miroglio) Miroglio Textile è la società del Gruppo Miroglio specializzata nella produzione e nella commercializzazione di un’ampia gamma di articoli che spaziano lungo tutto lo spettro del settore tessile, dai tessuti stampati e uniti alla carta transfer, ai filati. Core business della società è il Comparto Stampa attraverso il quale il Gruppo è leader in Europa. Grandi investimenti in R&d hanno guidato il settore verso un importante orientamento alla stampa digitale. A fine 2012 il reparto digitale di Miroglio Textile è diventato uno dei più innovativi e strutturati d’Europa, in grado di produrre fino a 15 milioni di metri, dotato di tecnologia “single pass” e con una sempre maggiore attenzione all’ecosostenibilità e alla customizzazione dell’offerta. Miroglio Textile realizza l’intero ciclo produttivo, dalla creazione alla commercializzazione, e può contare su un network produttivo di 3 stabilimenti: uno stabilimento produttivo per l’area Tessuti in Italia, uno per l’area filati in Tunisia e uno per l’area carta ad Alba, supportati da un magazzino centralizzato nella sede piemontese del Gruppo. La rete distributiva di Miroglio Textile è attualmente costituita da oltre 5.000 clienti distribuiti tra le diverse attività del tessile, dei filati e della carta transfer. Metri d’Arte, seconda edizione: www.Mirogliotextile.com/metridarte Istallazioni e tessuti d’artista realizzati da Loris Cecchini e Francesco Simeti per Metri d´Arte Dal 28 marzo 2013 fino a fine giugno Galleria Continua Beijing, con un progetto speciale nell’ambito della personale di Loris Cecchini Dashanzi 798, # 8503, 2 Jiuxianqiao Road, Chaoyang Dst. Beijing 100015 Cina tel. 0086 10 59789505, aperto da martedì a domenica ore 11.00 – 18.00 www.Galleriacontinua.com |
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