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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 29 Aprile 2013 |
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UNA NUOVA TERAPIA PER COMBATTERE L´OBESITÀ E IL DIABETE |
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Bruxelles, 29 aprile 2013 - Due
professori credono di aver trovato una base sulla quale sviluppare una nuova
terapia per l´obesità e il diabete.
Il progetto intitolato i2Move ("Intelligent implantable modulator
of vagus nerve function for treatment of obesity") è coordinato da due
professori dell´Imperial College di Londra: Christofer Toumazou del
Dipartimento di ingegneria elettrica ed elettronica e Sir Stephen Bloom del
Dipartimento di medicina. Le competenze dei due professori nel campo della
bioingegneria e dell´endocrinologia stanno confluendo nella creazione di un
dispositivo che imita la risposta del nervo vago, che collega il cervello a
tutto il resto, la lingua, la faringe, le corde vocali, i polmoni, il cuore, lo
stomaco e l´intestino. Il dispositivo è progettato per sopprimere l´appetito
del paziente.
Con un contributo iniziale del Consiglio europeo della ricerca (Cer) di
oltre 7 milioni di euro, il progetto quadriennale sta già compiendo progressi.
Finora hanno sviluppato una combinazione di ormoni usando glucagone e peptide 1
glucagone-simile (Glp-1), che ha un ruolo chiave nella regolazione dei livelli
di zucchero nel sangue e aiuta a ridurre l´appetito. Questo potrebbe essere la
base di una nuova terapia per l´obesità e il diabete in futuro.
Il glucagone funziona in opposizione all´insulina, prevenendo
l´accumulo di glucosio nei depositi di grasso e nel fegato e provocando
l´innalzamento dei livelli di zucchero nel sangue. Il Glp-1 stimola il rilascio
di insulina per abbassare lo zucchero nel sangue e agisce anche sul cervello
per ridurre l´appetito.
L´obiettivo principale del progetto è combattere l´obesità, un disturbo
considerato dall´Organizzazione mondiale della sanità (Oms) una delle maggiori
sfide della salute pubblica del Xxi secolo. Oltre il 23 % degli europei sono
considerati obesi e solo i costi sanitari hanno superato i 10 miliardi di euro
nel 2010. Le terapie esistenti come la chirurgia sono considerate poco efficaci
ed è per questo che il team di ricerca di i2Move crede che la stimolazione
elettrica del nervo vago potrebbe essere efficace se associata a una
registrazione intelligente. Si tratta di un impianto intelligente che registra
i segnali vagali associati al rilascio dell´ormone quando si mangia. È
progettato per stimolare il nervo e modulare questi segnali in modo da regolare
meglio l´appetito.
Il prof. Bloom, insieme al suo team di ricerca, si è proposto di
determinare se glucagone e Glp-1 immessi nel sangue siano in grado di lavorare
insieme per ridurre l´appetito. Nello studio da lui condotto, 16 volontari
hanno ricevuto una sequenza di quattro trattamenti: glucagone, Glp-1, glucagone
e Glp-1 insieme e soluzione salina come controllo. L´ordine dei trattamenti è
stato determinato in modo casuale. Ogni trattamento è stato somministrato
attraverso una flebo in un periodo di due ore. Dopo la prima ora e mezza, a
ogni volontario è stato offerto un pasto. I ricercatori hanno registrato quanto
i volontari hanno mangiato e hanno misurato il loro dispendio di energia e i
livelli di zucchero nel sangue. I risultati hanno rivelato che i soggetti
avevano mangiato il 13 % di calorie in meno dopo la somministrazione dei due
ormoni insieme, rispetto alla soluzione salina, ma non si è registrata alcuna
differenza significativa dopo aver assunto uno degli ormoni separatamente.
I volontari trattati con l´associazione di glucagone/Glp-1 consumavano
notevolmente meno cibo, secondo il professor Bloom. Questi risultati confermano
i risultati ottenuti dal team sugli animali e suggeriscono che l´associazione
glucagone/Glp-1 potrebbe essere un fattore promettente a partire dal quale
sviluppare nuove cure per obesità e diabete.
"Il tredici per cento è una riduzione considerevole
dell´assunzione di cibo secondo qualsiasi standard, ma il nostro esperimento
non è che un aperitivo", sottolinea. "Una cura efficace dovrà ridurre
l´appetito a lungo termine, il nostro prossimo obiettivo quindi è stabilire se
gli effetti possono essere sostenuti fino a portare a una vera perdita di
peso".
Per maggiori informazioni, visitare:
Imperial College London
http://www3.Imperial.ac.uk/
Organizzazione mondiale della sanità (Oms)
http://www.Who.int/en/
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PROGETTO DI RICERCA UE SVILUPPA NUOVO STRUMENTO DI TEST DELLA MALARIA |
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Bruxelles, 29 aprile, 2013 - Un progetto di ricerca finanziato dall´Ue
mira a iniziare a testare un nuovo strumento diagnostico per la malaria, un anno
prima del previsto. Il dispositivo
smartphone-come pionieristico utilizza le nanotecnologie all´avanguardia per
rilevare non solo l´infezione da malaria, ma anche qualsiasi resistenza ai
farmaci da una puntura di spillo di sangue, prendendo solo 15 minuti. I
partner del progetto Nanomal dicono che se le prove sul campo nel corso di
quest´anno sono riuscito il dispositivo potrebbe essere distribuito nei paesi in
via di sviluppo dal 2015.
Europeo della ricerca, innovazione e la scienza
Máire Geoghegan-quinn ha dichiarato: " La metà della popolazione mondiale è a
rischio di malaria. Diagnosi rapida e accurata è essenziale per combattere la
malattia come sono nuovi vaccini, farmaci e metodi per controllare la sua
diffusione. Ecco perché dal 2002 l´Unione europea ha investito più di €
209.000.000 in ricerca sulla malaria . "
Il progetto di 5,2 milioni di € Nanomal è guidato
da San Giorgio, Università di Londra, che sta lavorando con diagnostica palmari
sede nel Regno Unito e il sequenziamento del Dna specialista Gruppo Quantumdx e
le squadre presso l´Università di Tuebingen in Germania e del Karolinska
Institute in Svezia. Il dispositivo prototipo mira a fornire la stessa qualità
di risultati come un laboratorio ad una frazione del tempo e del costo, lo rende
ideale per l´utilizzo in campo. Essa consentirà ai medici di prescrivere
combinazioni personalizzate di farmaci antimalarici per i
pazienti.
Il progetto, sostenuto con 4.000.000 € di
finanziamenti dal Settimo programma quadro di ricerca dell´Ue, è stato istituito
in risposta ai crescenti segnali che il parassita della malaria si sta
trasformando per resistere ai più potenti classi di anti-malaria droga terapie
combinate che includono artemisinins come componente . |
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17° CONGRESSO NORDICO SULLE MALATTIE CEREBROVASCOLARI (NORDIC STROKE 2013) |
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Vilnius, 29 aprile 2013 - Dal 21 al 24 agosto 2012 si terrà a Vilnius,
in Lituania, il 17° congresso nordico sulle malattie cerebrovascolari (Nordic
Stroke 2013).
Il cervello è un organo molto sensibile che dipende in modo
determinante da un costante apporto di ossigeno e di sostanze nutritive
attraverso il flusso sanguigno. Anche piccoli disturbi dell´afflusso di sangue
possono causare disabilità irreversibili o essere persino fatali. In Europa
oltre 1,2 milioni di persone muoiono ogni anno di malattie cerebrovascolari
come l´ictus. Questo rappresenta una grande sfida sanitaria per l´Ue.
La conferenza permetterà uno scambio internazionale di conoscenze e una
collaborazione più stretta tra specialisti delle malattie cerebrovascolari:
neurologi, neurochirurghi, cardiologi, radiologi, medici generici e altri
professionisti sanitari della zona del Mar Baltico. Fornirà una panoramica
degli ultimi sviluppi clinici e dei risultati ottenuti nel campo
dell´epidemiologia, della diagnosi, della gestione, della profilassi e della
riabilitazione dell´ictus in diversi paesi.
Per ulteriori informazioni, visitare:
http://www.nordicstroke2013.lt/
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SCIENZIATA PREMIATA PER LA RICERCA SULL´AIDS FINANZIATA DALL´UE |
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Bruxelles, 29 aprile 2013 - Il numero di donne nel campo della scienza,
della tecnologia e dell´innovazione è tanto basso da destare preoccupazione.
Tra le molte iniziative europee per affrontare questo squilibrio, c´è la
L´oréal Portugal Honour Medals for Women in Science, che ha premiato una
scienziata finanziata dall´Ue per il suo impegno nella ricerca sul virus
dell´Aids e la sua resistenza ai farmaci antiretrovirali.
La dott.Ssa Ana Abecasis è una ricercatrice che lavora nell´ambito del
progetto Chain ("Collaborative Hiv and Anti-hiv Drug Resistance
Network"), con un finanziamento di 13 milioni di euro (10 milioni dei quali
sono stati erogati dall´Ue). Il premio è sponsorizzato da un partenariato tra
L´oreal Portugal, la Commissione nazionale dell´Organizzazione delle Nazioni
Unite per l´educazione, la scienza e la cultura (Unesco) e la Fondazione per la
scienza e la tecnologia. Il premio, del valore di 20 000 euro, è rivolto a
giovani detentori di un dottorato di ricerca al di sotto dei 35 anni di età che
lavorano nel campo della salute e dell´ambiente in Portogallo.
Il progetto Chain è un approccio integrato su larga scala che ha lo
scopo di combattere la resistenza ai farmaci anti-Hiv nuova ed esistente. La
rete pan-europea di monitoraggio e attività di ricerca di base si occupa: di
monitorare come si sviluppa e si evolve la resistenza, di migliorare la
conoscenza dei meccanismi dello sviluppo della resistenza e di fornire nuove e
migliori strategie per valutare e limitare l´emergere e la trasmissione della
resistenza ai farmaci anti-Hiv.
La dott.Ssa Abecasis, che lavora presso l´Instituto de Higiene e
Medicina Tropical (Ihmt) dell´Universidade Nova de Lisboa, ha analizzato come
la resistenza dell´Hiv ai farmaci antiretrovirali e la mutazione del virus
portano alla resistenza per alcuni ceppi. La conclusione è che sono necessarie
terapie più tossiche e costose a causa della resistenza. Inoltre, i dati hanno
dimostrato che circa l´8 % dei pazienti cui viene diagnosticato l´Hiv in
Portogallo hanno ceppi della malattia resistenti agli antiretrovirali.
"Il premio è un ottimo incentivo per continuare la nostra ricerca
e contribuisce a dare visibilità al nostro lavoro", dice la dott.Ssa
Abecasis. "Il team di Chain - continua - ha intenzione di studiare più a
fondo come le mutazioni della resistenza ai farmaci sono trasmesse a malati di
Hiv non curati. In futuro, vorremmo capire gli schemi comportamentali associati
alla trasmissione della resistenza ai farmaci", spiega la scienziata
vincitrice della medaglia.
Per maggiori informazioni, visitare:
Instituto de Higiene e Medicina Tropical
http://www.Ihmt.unl.pt/
Progetto Chain
http://www.Chain-hiv.eu/
The Portugal News Online
http://www.Theportugalnews.com/news/three-portuguese-scientists-win-prize-for-aids-research/27514
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LOMBARDIA.SAN RAFFAELE,LUNEDI´ 29 RIAPRE TAVOLO IN REGIONE |
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Milano, 29 aprile 2013- Oggi si riapre il tavolo di
trattativa in Regione Lombardia con le parti sociali e la
proprietà dell´Ospedale San Raffaele.
Lo ha anticipato oggi
l´assessore regionale all´Istruzione, Formazione e Lavoro nel
suo intervento durante i lavori della Iv Commissione consiliare
Attività Produttive e Occupazione
convocata a Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale della
Lombardia.
L´incontro, inizialmente previsto per dopodomani, venerdì 26
aprile, è stato spostato a lunedì per ragioni organizzative e si
terrà alle 15 nella sede
dell´Arifl (Agenzia regionale
istruzione formazione lavoro)in via Taramelli a Milano.
Ieri l´assessore regionale all´Istruzione, Formazione e Lavoro
aveva dichiarato in Consiglio regionale che
Regione Lombardia è pronta a riaprire il tavolo delle
trattative, per scongiurare i licenziamenti all´ospedale San
Raffaele e assicurare assistenza e cura ai pazienti. L´assessore
al Lavoro, a nome dell´intera Giunta, ha infatti
raccolto l´invito del Consiglio regionale - contenuto in una
mozione approvata all´unanimità - ad agire subito con tre
obiettivi: riapertura del tavolo delle trattative tra le parti,
per trovare soluzioni alternative al licenziamento; congelamento
delle procedure di licenziamento già attivate e reintegro dei
lavoratori già licenziati; rendere noto e trasparente il piano
di rilancio aziendale.
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PROGETTO SALUTE E QUALITÀ DELLA VITA, ASSE ITALIA – SANTO DOMINGO L’UNIVERSITÀ DI MILANO-BICOCCA E LA FUNDACIóN PARQUE CIBERNÉTICO DE SANTO DOMINGO FIRMANO UN ACCORDO PER LA CREAZIONE DI UN DIPARTIMENTO DELLA SALUTE, BIOTECNOLOGIE E SCIENZE DELLA VITA PRESSO L’UNIVERSITÀ “UNI3” DI SANTO DOMINGO. |
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Milano, 29 aprile 2013 – È stato presentato il 24 aprile l’accordo
internazionale di consulenza tra l’Università di Milano-bicocca e la Fondazione
del Parco Cibernetico di Santo Domingo (vedi foto) per la realizzazione di un
polo scientifico e tecnologico di eccellenza che rappresenti un punto di
riferimento per lo sviluppo del territorio attraverso un sistema integrato di
didattica, ricerca e assistenza.
Il progetto è stato illustrato nel corso di un incontro a cui hanno
preso parte il rettore dell’Università di Milano-bicocca Marcello Fontanesi, il
direttore del Dipartimento di Chirurgia e Medicina Interdisciplinare Marco
Baldoni, il vice presidente esecutivo della Fundación Pcsd Eddy Martinez
Manzueta e il presidente di Funglode – Fundación Global Democracia y Desarrollo
Leonel Fernández, già presidente della Repubblica Dominicana (vedi foto).
Il progetto, alla definizione del quale si è giunti dopo due incontri
avvenuti a ottobre e novembre 2012 rispettivamente in Italia e a Santo Domingo,
prevede un’attività di consulenza strategica da parte dell’Università di
Milano-bicocca, finalizzata a fornire un sostegno tecnico, organizzativo e
scientifico per la costituzione di un Dipartimento della Salute, Biotecnologie
e Scienze della Vita.
In modo particolare, le azioni si articolano su tre assi principali:
didattica, ricerca e assistenza medica.
Didattica
La collaborazione ha come oggetto uno studio di fattibilità per la
creazione e l’attivazione di corsi di laurea in Medicina e Chirurgia,
Odontoiatria, Igiene Dentale, Biotecnologie, la creazione e l’attivazione di
corsi post laurea in Medicina, Odontoiatria e Biotecnologie, oltre che di un
percorso formativo post laurea di orientamento alla ricerca scientifica.
Ricerca -
In questo ambito, l’incarico prevede che l’Università di Milano-bicocca
collabori a definire delle linee guida per lo sviluppo scientifico della nuova
università, anche in considerazione del bisogno di innovazione del territorio
in cui sarà inserita.
Assistenza medica -
L’obiettivo del contributo dell’Università di Milano-bicocca è
finalizzato a sviluppare un progetto per la realizzazione di un moderno centro
di eccellenza della salute pensato per diventare un punto di riferimento per
pazienti locali e internazionali, integrato con le attività didattiche e di
ricerca che saranno sviluppate dall’Università Uni3.
Il polo di eccellenza vuole anche porsi come incubatore per lo sviluppo
di imprese innovative ad alto contenuto scientifico e tecnologico nei settori
medico, farmaceutico e biotecnologico.
«Tra i valori che perseguiamo, la collaborazione con partner esteri ha
un ruolo di primo piano, soprattutto nel campo della ricerca - ha detto il
rettore Marcello Fontanesi - In questo senso, questo progetto nella Repubblica
Dominicana è un’eccellente opportunità di scambio e cooperazione».
«Ringrazio per la fiducia che questo gruppo di investitori pone nel
nostro paese e l’appoggio che ci offre l’Università di Milano-bicocca» ha
dichiarato Leonel Fernández. «La chiave per il progresso umano è l’educazione e
l’investigazione scientifica. Credo che sia conveniente che prevalga la
cooperazione fra centri accademici, governo e le imprese private per generare
nuove conoscenze che risultino positive al miglioramento della vita delle
persone».
«Crediamo che questo progetto di collaborazione internazionale sia
molto importante per lo sviluppo della ricerca in campo medico e scientifico
nella Repubblica Dominicana, dove a nostro avviso ci sono le condizioni ideali
per la creazione di una “piattaforma” di studio e assistenza nel campo della
Salute, delle Biotecnologie e delle Scienze della vita», ha aggiunto il
professor Marco Baldoni.
«Questo progetto viene a riempire un vuoto del nostro ecosistema,
poichè spingerà la ricerca e lo sviluppo nell’area della Biotecnologia e dei
servizi per la salute. Labhec - Las Americas Bio Health Center - servirà come esempio per appoggiare il lancio
della nostra Università di Ingegneria, Investigazione e Innovazione (Uni3), per
la quale stiamo già lavorando da più di tre anni», ha concluso Eddy Martinez
Manzueta.
Https://www.facebook.com/#!/bnewsbicocca
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SANITÀ: GIUNTA REGIONALE UMBRIA APPROVA ACCORDO CON REGIONE TOSCANA PER SUPERAMENTO OSPEDALE PSICHIATRICO GIUDIZIARIO DI MONTELUPO FIORENTINO |
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Perugia, 29 aprile 2013 -
Attivare una collaborazione che porterà
al superamento dell´ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino e all´accoglienza dei soggetti ristretti con
problemi di salute mentale, in strutture individuate dalla Regione Toscana nel
proprio territorio: è l´obiettivo principale dell´accordo tra Regione Umbria e Regione Toscana approvato
dalla Giunta regionale dell´Umbria e che verrà siglato ufficialmente nel mese
di maggio dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.
"Dal 2008 è stato avviato
un percorso che attribuisce alle Regioni la tutela intramuraria della salute
mentale delle persone ristrette in istituti penitenziari - ha spiegato
l´assessore regionale alla sanità, Franco Tomassoni - Di conseguenza, le
funzioni sanitarie relative agli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) sono
trasferite alle Regioni che dovranno anche farsi carico dei pazienti ristretti
attraverso programmi terapeutici e riabilitativi finalizzati all´inserimento
nel contesto sociale di appartenenza. Successivamente - ha aggiunto - in seguito ad un accordo tra il Governo e le
Regioni, sono state definite specifiche aree di collaborazione e gli indirizzi
di carattere prioritario sugli interventi negli ospedali psichiatrici
giudiziari e nelle case di cura e custodia, nonché i bacini di utenza regionale
di ciascuno degli attuali ´Opg´, assegnando l´utenza delle Regioni Toscana,
Liguria, Sardegna e Umbria, all´Opg di Montelupo Fiorentino".
Tra i vari adempimenti delle Regioni è previsto anche il definitivo
superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari entro la data del primo
aprile 2014, prevedendo che, in ciascuna Regione, a decorrere dal 15 maggio
2013, le misure di sicurezza del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario
e dell´assegnazione a casa di cura e custodia, siano eseguite esclusivamente
all´interno di apposite strutture sanitarie residenziali deputate ad accogliere
i soggetti, tenendo presente la possibilità di stipulare accordi con altre
regioni.
"Visto il numero esiguo
degli internati umbri ritenuti ancora socialmente pericolosi, che ad oggi risultano essere sette - ha
precisato l´assessore - la Regione Umbria ha stipulato una convenzione con la
Regione Toscana per poter ospitare gli utenti umbri internati presso una
struttura extraospedaliera in Toscana. Resta fermo - ha concluso l´assessore
- l´impegno reciproco di favorire la
dimissibilità, con presa in carico da parte dei Dipartimenti di salute mentale
del territorio di provenienza, delle persone che avranno cessato di essere
socialmente pericolose".
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PROBLEMI DELLA TIROIDE, SIAMO IL PAESE PIU’ ESPOSTO AL MONDO NASCE LA FONDAZIONE IBSA PER EDUCARE I CITTADINI E FAVORIRE LA RICERCA |
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Milano,
29 aprile 2013 – Il Lazio (soprattutto Frosinone e Latina), la Lombardia (con
picchi nelle valli bergamasche) e il Piemonte (in montagna) sono le zone
d’Italia dove si registra il maggior numero di persone colpito da problemi
della tiroide. Patologie che colpiscono ben sei milioni di cittadini del nostro
Paese, in primo luogo donne in età adulta, con oltre 40 mila interventi
chirurgici l’anno per asportare questa ghiandola: dati che collocano l’Italia
fra i Paesi più esposti al mondo al rischio di malattie della tiroide.
Nonostante ciò, questi disturbi sono sottostimati e soprattutto sottovalutati
dalla popolazione, pur essendo in forte crescita in tutto il pianeta. Per l’Organizzazione
Mondiale della Sanità, infatti, oltre un miliardo di persone ne è colpito e un
neonato ogni 3 mila viene al mondo con una forma di patologia tiroidea. Per
sensibilizzare i cittadini, incrementare le conoscenze di medici sia
specialisti sia di famiglia e potenziare la ricerca in quest’area della
medicina nasce la Fondazione Ibsa, con il supporto di ricercatori di fama
internazionale. A maggio 2013, si terrà il primo Forum della Fondazione a
Stresa, il secondo è previsto a settembre, sempre in ambito endocrinologico, a
Gubbio, come inizio di una serie di incontri destinati a diventare punto di
riferimento di grande valore scientifico per gli studiosi di tutto il pianeta.
“Il nostro ente, senza scopo di lucro, in questi primi mesi di attività si dedicherà
all’informazione e alla ricerca sulle malattie tiroidee - spiega Silvia Misiti,
Direttore della Fondazione Ibsa e endocrinologo - per favorire un importante
passaggio, anche culturale e scientifico, sulle terapie disponibili, che devono
essere seguite scrupolosamente e per lunghi periodi. Non solo, ci rivolgiamo
anche alla popolazione e alla comunità scientifica perché basta un semplice
controllo degli ormoni tiroidei circolanti che dovrebbe essere presente in
tutti i check-up medici. Si potranno così prevenire e affrontare in modo
adeguato le più comuni patologie tiroidee”. Ma l’Istituzione intende ampliare
presto il proprio raggio d’azione. “È intenzione della Fondazione Ibsa -
prosegue Misiti - interessarsi di patologie dal fortissimo impatto sanitario e
socio-economico, che peggiorano notevolmente la qualità di vita delle persone.
Vogliamo favorire e supportare la ricerca anche in altre aree quali la
fertilità, la dermatologia etc. I problemi sono rilevanti: in Italia, una
coppia italiana su sette è sterile e deve ricorrere a tecniche di procreazione
medica assisitita; le malattie della pelle tra i bambini sono triplicate negli
ultimi anni a causa dell’inquinamento e si contano ben cinque milioni di
italiani affetti da malattie reumatiche.
Prestigiosi
sono gli esperti del Comitato Scientifico tra cui nomi internazionali come il
prof. Jean-hilaire Saurat (Università di Ginevra), prof. Hans Georg Kress
(Presidente della Federazione Europea delle Associazioni per lo studio del
dolore), prof. Antonio Carlos Bianco (Università di Miami), prof. Andrea Lenzi
(Sapienza università di Roma), prof. Paolo Vitti (Università di Pisa), prof.
Pier Giorgio Crosignani (Policlinico Ospedale Maggiore di Milano), prof. Gamal
I. Serour (Past President della Federazione Internazionale di Ginecologia ed
Ostetricia), prof. Basil C. Tarlatzis (Thessaloniki University), prof. Xavier
Chevalier (Università di Parigi). La Fondazione non vuole solo sensibilizzare,
ma anche sostenere concretamente la ricerca. “In tempi di difficoltà economiche
- prosegue il Direttore Misiti -, vogliamo dare un sostegno ai giovani
scienziati che riescono a distinguersi nel campo della ricerca scientifica,
supportando le loro attività con borse di studio. Finanzieremo seminari ed
eventi culturali, oltre a singole attività, meritorie e interessanti, svolte
all’interno degli ospedali”. La Fondazione Ibsa organizzerà nel 2013 i suoi
primi due Forum tematici. Il primo si svolgerà dal 10 al 12 maggio a Stresa,
dove sarà discusso il tema dell’ipotiroidismo subclinico. Il secondo invece si
terrà a Gubbio dal 27 al 29 settembre e sarà interamente focalizzato
sull’ormone tiroideo T3, il cui utilizzo terapeutico è ancora molto discusso.
“In
queste due occasioni - aggiunge Misiti -, cercheremo di chiarire alcuni aspetti
scientifici rilevanti. Interverranno ricercatori statunitensi ed europei che
parleranno a un pubblico composto da specialisti endocrinologi, ma anche medici
di medicina generale. Questi primi appuntamenti saranno solo l’inizio di una
serie di prestigiosi e ricorrenti incontri. Per attirare sempre più camici
bianchi ai nostri meeting punteremo su relatori riconosciuti e stimati a
livello mondiale. La nostra è una Fondazione internazionale con un comitato
scientifico formato da esperti provenienti da tutto il mondo”. “Infine ci
occuperemo anche dell’educazione della popolazione attraverso campagne di
sensibilizzazione e prevenzione - conclude il Direttore Misiti -. La lotta
contro le gravi patologie deve passare dalla sensibilizzazione del personale medico
sanitario, ma anche tra i cittadini. Per questo la nostra Fondazione ha
attivato un sito internet (www.Fondazioneibsa.org). Spesso purtroppo on line
circolano informazioni mediche errate o non precise. La nostra Fondazione è
costituita da professionisti di fama internazionale e sul nostro portale web
l’utente può trovare tante informazioni utili, sicure e certificate”.
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A MODENA SI FORMANO I DOCENTI DI MEDICINA GENERALE |
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Modena, 29 aprile 2013 – Nascono i docenti specializzati nell’insegnamento
della Medicina Generale. L’obiettivo del Master universitario di Ii Livello
della Facoltà di Medicina di Modena e Reggio Emilia è infatti fornire metodi e
strumenti per l’insegnamento clinico della Medicina Generale, inserita nelle
Cure Primarie. Nell’ateneo emiliano questa disciplina è parte integrante del
Corso di laurea in Medicina e Chirurgia, grazie al progetto portato avanti da
20 anni dalla dott.Ssa Maria Stella Padula, Coodinatore didattico-scientifico
del progetto e referente della Società Italiana di Medicina Generale (Simg),
insieme ai professori Aldo Tomasi e Gabriella Aggazzotti. “Il Master ‘Imparare
a insegnare’ – afferma la dott.Ssa Padula - prosegue a un anno dall’avvio e
vede la collaborazione fianco a fianco di Simg, della Facoltà di Scienze della
Formazione di Modena e della Società Italiana di Pedagogia Medica. Il corpo
docente è formato da insegnanti di comprovata esperienza nell’ambito della
didattica e della ricerca, come il prof. Mike Pringle, Past President del Royal
College of General Pratictioners”. Nel Regno Unito e in altre realtà europee, a
differenza di quanto avviene in Italia, esiste una laurea abilitante per il
medico e il riaccreditamento professionale periodico dei medici di medicina
generale. “Il master - aggiunge la dott.Ssa Padula - è nato per formare docenti
dotati di specifiche competenze nell’insegnamento della Medicina Generale
all’interno del corso di laurea in Medicina e Chirurgia, nel triennio di
‘formazione specifica’ dei futuri medici di famiglia, nell’ambito della
formazione continua (Ecm) e nella valutazione delle competenze cliniche dello
studente di Medicina e dei Tirocinanti in Medicina Generale. Una sessione del
Master è interamente dedicata alla valutazione degli studenti del Vi anno del
Sism (Segretariato Italiano degli Studenti di Medicina) e delle loro capacità
concrete alla fine del percorso formativo. Sono infatti previste simulazioni di
situazioni cliniche in cui gli studenti dovranno dimostrare le abilità
acquisite”. La formula del Master è innovativa perché mira a creare la figura
del ‘nuovo’ medico di medicina generale, che possa rispondere agli attuali
bisogni della popolazione, oggi curata sempre di più fuori dagli ospedali. I
cambiamenti possono essere realizzati solo attraverso una formazione mirata, in
contesti in cui le cure primarie sono organizzate a livello avanzato come
avviene a Modena e in Emilia Romagna.
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