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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 23 Maggio 2013 |
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LE CONCLUSIONI DEL CONSIGLIO EUROPEO DI IERI |
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Bruxelles, 23 maggio 2013 - Nel contesto economico attuale, dobbiamo mobilitare tutte le nostre politiche a sostegno della competitività, l´occupazione e la crescita. La fornitura di energia a prezzi accessibili e sostenibili per le nostre economie è di fondamentale importanza in questo senso. Per questo motivo il Consiglio europeo ha approvato ieri una serie di linee guida in quattro settori che insieme dovrebbero consentire all´Ue di promuovere la competitività e rispondere alla sfida di prezzi elevati e costi: urgente completamento di un pienamente funzionante e interconnesso mercato interno dell´energia, l´agevolazione degli investimenti necessari nel settore energetico, la diversificazione delle forniture in Europa e maggiore efficienza energetica. Frode fiscale e capacità evasione fiscale dei paesi limite per aumentare le entrate e di svolgere le loro politiche economiche. In tempi di stretti vincoli di bilancio, la lotta contro la frode e l´evasione fiscale è più di una questione di equità fiscale - diventa essenziale per l´accettabilità sociale e politica di consolidamento fiscale. Il Consiglio europeo ha convenuto di accelerare i lavori in materia di lotta contro la frode fiscale, l´evasione fiscale e pianificazione fiscale aggressiva. In particolare, il lavoro sarà portato avanti come una questione di priorità a promuovere e ampliare il campo di applicazione dello scambio automatico di informazioni a tutti i livelli. I. Energia - La politica energetica dell´Ue deve garantire la sicurezza degli approvvigionamenti per famiglie e imprese a prezzi accessibili e competitivi e costi, in modo sicuro e sostenibile. Ciò è particolarmente importante per l´Europa la competitività alla luce della crescente domanda di energia da maggiori economie e dei prezzi e dei costi elevati dell´energia. Mentre le linee guida stabilite dal Consiglio europeo nel febbraio 2011 rimangono validi e devono continuare ad essere attuato, è necessario un ulteriore lavoro secondo quanto indicato qui di seguito. Riaffermando gli obiettivi di realizzazione del mercato interno dell´energia entro il 2014 e lo sviluppo di interconnessioni in modo da porre fine a qualsiasi isolamento di Stati membri da reti di gas e dell´elettricità entro il 2015, il Consiglio europeo ha chiesto di particolare priorità da dare: l´applicazione efficace e coerente del terzo "pacchetto energia", così come accelerare l´adozione e l´attuazione delle rimanenti codici di rete. Gli Stati membri che non hanno ancora completato il recepimento sono invitati a farlo con la massima urgenza; l´attuazione di tutte le altre normative correlate, come la direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili e del regolamento sulla sicurezza dell´approvvigionamento di gas; più determinata azione sul lato della domanda, nonché lo sviluppo di tecnologie correlate, tra cui l´elaborazione di piani nazionali per la rapida diffusione delle reti intelligenti e contatori intelligenti, in linea con la normativa vigente; rafforzamento del ruolo e dei diritti dei consumatori, anche per quanto riguarda il cambiamento di fornitori, una migliore gestione del consumo di energia e propria generazione di energia, a tale riguardo, il Consiglio europeo sottolinea t ha importanza della protezione dei consumatori vulnerabili ; la Commissione che fornisce orientamenti sui meccanismi di capacità e su come affrontare i flussi di potenza non pianificate. La Commissione intende riferire sui progressi compiuti nell´attuazione del mercato interno dell´energia all´inizio del 2014. Gli Stati membri saranno regolarmente lo scambio di informazioni sulle principali decisioni energetiche nazionali che hanno un possibile impatto sugli altri Stati membri, nel pieno rispetto delle scelte nazionali del mix energetico. Significativi investimenti in infrastrutture nuove e intelligenti di energia sono necessari per assicurare la fornitura ininterrotta di energia a prezzi accessibili. Tali investimenti sono di vitale importanza per la crescita e l´occupazione sostenibile e contribuirà a migliorare la competitività. Il loro finanziamento dovrebbe provenire principalmente dal mercato. Questo rende ancor più importante avere un buon funzionamento del mercato del carbonio e un clima prevedibile e politica energetica quadro post-2020, che è favorevole alla mobilitazione di capitali privati e di abbattere i costi per gli investimenti energetici. Il Consiglio europeo accoglie con favore il Libro verde della Commissione su un quadro 2030 per le politiche climatiche ed energetiche e tornerà sulla questione nel marzo 2014, dopo che la Commissione si fa avanti con proposte più concrete, per discutere le opzioni politiche al riguardo, tenuto conto degli obiettivi fissato per la Cop 21 nel 2015. Per quanto riguarda l´azione intrapresa per facilitare gli investimenti, la priorità sarà data a: la rapida attuazione del regolamento Ten-e e l´adozione quest´autunno dell´elenco dei progetti di interesse comune al fine di sostenere gli sforzi di tutta l´Ue a raggiungere l´efficace interconnessione tra gli Stati membri e l´azione più determinato a raggiungere l´obiettivo di realizzare l´interconnessione di almeno il 10% della capacità installata di produzione di energia elettrica; l´adozione della direttiva sulla realizzazione di infrastrutture di carburanti alternativi; la revisione da parte della Commissione delle regole sugli aiuti di Stato per consentire interventi mirati a facilitare l´energia e gli investimenti ambientali, garantendo una parità di condizioni e rispettando l´integrità del mercato unico; graduale eliminazione sussidi ambientalmente o economicamente dannosi, anche per i combustibili fossili; la presentazione da parte della Commissione di orientamenti sui regimi di sostegno efficienti e convenienti per le energie rinnovabili e sulla necessità di garantire un´adeguata capacità di generazione; , le misure dell´Ue, come i fondi strutturali, le obbligazioni di progetto e maggiore sostegno della Bei, per aumentare il finanziamento delle energie e delle risorse, infrastrutture energetiche e delle fonti rinnovabili e di promuovere lo sviluppo della base tecnologica e industriale europea e nazionale continui sforzi in materia di energia di R & S, la tecnologia e lo sfruttamento delle sinergie con le Tic, attraverso un migliore coordinamento tra gli Stati membri, e l´industria dell´Ue e stesura di una strategia di ricerca e sviluppo in materia di energia per ottenere un reale valore aggiunto a livello europeo. Rimane fondamentale per intensificare ulteriormente la diversificazione dell´approvvigionamento energetico dell´Europa e sviluppare le risorse energetiche locali per garantire la sicurezza dell´approvvigionamento, ridurre la dipendenza energetica esterna dell´Ue e di stimolare la crescita economica. A tal fine: l´impiego di fonti di energia rinnovabili proseguirà, garantendo nel contempo il loro costo-efficacia, l´ulteriore integrazione dei mercati e la stabilità della rete e basandosi sull´esperienza di alcuni Stati membri che hanno pesantemente investito in tecnologie di energia rinnovabile; la Commissione intende valutare un ricorso più sistematico a on-shore e off-shore, le fonti interne di energia in vista della loro sicuro, sostenibile ed economicamente conveniente lo sfruttamento pur rispettando le scelte di mix energetico degli Stati membri; data la crescente interconnessione dei mercati interni ed esterni di energia, gli Stati membri rafforzeranno la loro cooperazione a sostegno della dimensione esterna della politica energetica dell´Ue, entro la fine del 2013, il Consiglio darà seguito alle sue conclusioni del novembre 2011 e sviluppi recensione? Ue politica energetica esterna, compresa la necessità di garantire una parità con-vis-à-vis terzo produttore di energia paese s, nonché la sicurezza nucleare nei paesi vicini all´Ue seguito alle conclusioni del Consiglio europeo del giugno 2012. Efficienza energetica misure possono dare un contributo significativo per invertire le attuali tendenze dei prezzi dell´energia e dei costi. L´attuazione delle direttive in materia di efficienza energetica e sul rendimento energetico degli edifici è di importanza cruciale. La Commissione riesaminerà le direttive sulla progettazione ecocompatibile e di etichettatura energetica entro la fine del 2014, in linea con gli sviluppi tecnologici. Misure e programmi di efficienza energetica dovrebbero essere promosse a tutti i livelli. L´impatto dei prezzi e dei costi elevati dell´energia deve essere affrontato, tenendo conto del ruolo primario di un mercato ben funzionante ed efficace e delle tariffe nel finanziamento degli investimenti. Il Consiglio europeo invita a lavoro da portare avanti sui seguenti aspetti: metodi di finanziamento innovativi, tra cui per l´efficienza energetica, la diversificazione dell´offerta più sistematica e una migliore liquidità del mercato interno dell´energia hanno un ruolo particolare da svolgere quando si affrontano dei costi energetici; la questione del legame contrattuale dei prezzi del gas e del petrolio ha bisogno di essere guardato in questo contesto; la Commissione intende presentare una analisi della composizione e dei driver dei prezzi dell´energia e dei costi negli Stati membri entro la fine del 2013, con una particolare attenzione per l´impatto sulle famiglie, le Pmi e le industrie ad alta intensità energetica, e guardando più in generale alla competitività dell´Ue nei confronti dei suoi omologhi economica globale. Queste questioni saranno affrontate nel contesto della discussione prevista per il Consiglio europeo di febbraio 2014 sulla competitività e la politica industriale. Il Consiglio riferirà sui progressi compiuti in merito all´attuazione delle linee guida concordate oggi entro la fine dell´anno. Ii. Tassazione - E ´importante adottare misure efficaci per combattere l´evasione fiscale e frode fiscale, in particolare nel contesto attuale di consolidamento fiscale, al fine di tutelare i ricavi e garantire la fiducia del pubblico nella correttezza e l´efficacia dei sistemi fiscali. Maggiori sforzi sono necessari in questo campo, combinando misure a livello nazionale, europeo e mondiale, nel pieno rispetto delle competenze degli Stati membri e dei trattati. Ricordando le conclusioni adottate dal Consiglio il 14 maggio 2013, il Consiglio europeo chiede progressi rapidi sulle seguenti questioni: sarà data la priorità agli sforzi per estendere lo scambio automatico di informazioni a livello Ue e globale. A livello dell´Ue, la Commissione intende proporre modifiche alla direttiva sulla cooperazione amministrativa nel mese di giugno in modo per lo scambio automatico di informazioni per coprire una gamma completa di reddito. A livello internazionale, sulla base dei lavori in corso nell´Unione europea e sullo slancio di recente creato da l´iniziativa presa da un gruppo di Stati membri, l´Ue svolgerà un ruolo fondamentale nel promuovere lo scambio automatico di informazioni come il nuovo standard internazionale, tenendo conto degli accordi esistenti dell´Ue. Il Consiglio europeo accoglie con favore gli sforzi già in corso in sede di G8, G20 e l´Ocse a sviluppare uno standard globale; A seguito dell´accordo raggiunto il 14 maggio 2013 sul mandato per migliorare gli accordi dell´Ue con la Svizzera, il Liechtenstein, Monaco, Andorra e San Marino, i negoziati inizieranno al più presto possibile per garantire che questi paesi continuano ad applicare misure equivalenti a quelle della Ue. Alla luce di questo e notando il consenso sul campo di applicazione della direttiva riveduta sulla tassazione dei redditi da risparmio, il Consiglio europeo ha invitato per la sua adozione entro la fine dell´anno; Gli Stati membri dovranno anche dare la priorità al concreto follow-up del piano d´azione sul rafforzamento della lotta contro la frode e l´evasione fiscali; al fine di contrastare le frodi Iva, il Consiglio europeo auspica che il Consiglio adotti le direttive sul meccanismo di reazione rapida e sul meccanismo di inversione contabile entro la fine di giugno 2013 al più tardi; lavoro sarà portato avanti per quanto riguarda le raccomandazioni della Commissione in materia di pianificazione fiscale aggressiva e profitto spostando. La Commissione intende presentare una proposta entro la fine dell´anno, per la revisione della direttiva "madre / figlia", e sta rivedendo le disposizioni antiabuso nel pertinente normativa dell´Ue. Il Consiglio europeo attende con interesse la prossima relazione dell´Ocse sulla erosione della base e del profitto spostamento; ., è importante continuare il lavoro all´interno dell´Ue per l´eliminazione delle misure fiscali dannose A tal fine, il lavoro deve essere effettuata, per il rafforzamento del Codice di condotta sulla tassazione delle imprese, sulla base del suo mandato esistente; iniziative adottate contro l´erosione della base, il profitto spostamento, mancanza di trasparenza e le misure fiscali dannose anche bisogno di essere perseguito a livello globale, con i paesi terzi e nelle pertinenti sedi internazionali, quali l´Ocse, in modo da garantire una parità di condizioni, in base di posizioni coordinate dell´Ue. In particolare, un ulteriore lavoro è necessario per garantire che i paesi terzi, compresi i paesi in via di sviluppo, conformi a standard adeguati di buona governance in materia fiscale; vi è la necessità di affrontare l´evasione fiscale e la frode e per la lotta contro il riciclaggio di denaro, nel mercato interno e nei confronti dei paesi terzi non cooperativi e giurisdizioni, in modo globale. In entrambi i casi, è indispensabile l´identificazione di proprietà effettiva, anche per quanto riguarda le società, trust e fondazioni,. La revisione della terza direttiva antiriciclaggio dovrebbe essere adottata entro la fine dell´anno; la proposta di modifica delle direttive sulla divulgazione di informazioni non finanziarie e la diversità da grandi aziende e gruppi sarà esaminato in particolare al fine di garantire , paese per paese dichiarante da grandi aziende e gruppi; sforzi sono necessari per rispondere alle sfide di tassazione per l´economia digitale, tenendo pienamente conto dei lavori in corso in sede Ocse. La Commissione intende valutare questi aspetti ulteriori, in anticipo rispetto al ottobre 2013 Consiglio europeo di discussione nell´agenda digitale. Il Consiglio riferirà sui progressi compiuti su tutte queste questioni da dicembre 2013. |
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IL COMMENTO DEL PRESIDENTE BARROSO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO EUROPEO |
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Bruxelles 23 Maggio 2013 – Di seguito la dichiarazione di ieri del Presidente Barroso dopo la riunione del Consiglio europeo: “ Questo Consiglio europeo ha compiuto buoni progressi sul nostro approccio europeo alla politica energetica e di evasione fiscale e frode. Su entrambe le questioni sappiamo quello che dobbiamo fare, la maggior parte delle proposte sono già sul tavolo. Ma in realtà il ritmo di attuazione è stato troppo lento. Quello che ci serve è la volontà politica di agire a livello europeo, e di questo Consiglio europeo è stato importante in questo senso. In materia di energia e seguendo l´invito del presidente del Consiglio europeo, ho presentato all´inizio della riunione diversi scenari e le raccomandazioni politiche. Sono contento della reazione del Consiglio europeo e posso dire che le conclusioni riflettono gli obiettivi della Commissione. La realtà è che il panorama energetico globale sta cambiando molto rapidamente e non a favore dell´Europa. Ma non dobbiamo rassegnarci a questo. Mi rallegro del fatto che ci fosse un sostegno per l´approccio della Commissione per ciò che ho chiamato uno scenario senza rimpianti, con azione in cinque aree: Uno: il completamento del mercato interno dell´energia. Due: investire in innovazione ed infrastrutture. Tre: impegnarsi per una maggiore efficienza energetica. Quattro: sfruttare le fonti rinnovabili più a buon mercato. Cinque: diversificare. Quindi stiamo facendo passi su quello che potremmo davvero chiamare una Comunità energetica europea. Non vi è alcun proiettile d´argento per risolvere le sfide energetiche strategiche che l´Europa deve affrontare. Ma c´è molto che possiamo fare, se agiamo insieme attraverso l´Europa. Lo status quo non è un´opzione, è per questo che abbiamo veramente bisogno di attuare quanto concordato oggi. La lotta contro l´evasione fiscale e la frode era l´altra questione sulla riunione del Consiglio europeo di oggi. Questo è anche di equità, perché stimiamo € 1000000000000 persi ogni anno per frode ed evasione fiscale, l´equivalente della spesa sanitaria per un anno in tutti gli stati membri. Questa discussione non è iniziata oggi. In realtà, come il presidente del Consiglio europeo, ha detto, alcuni di questi problemi sono già su quel tavolo. Cinque anni fa la Commissione ha presentato proposte per esempio in termini di risparmio, la direttiva sulla tassazione del risparmio. La realtà è che fino ad ora queste discussioni sono state più o meno bloccati. Abbiamo anche discusso in sede di Consiglio europeo nel giugno scorso, e la Commissione ha presentato un piano d´azione e due raccomandazioni specifiche sui paradisi fiscali e la pianificazione fiscale aggressiva scorso dicembre. Ma ora vediamo che c´è un nuovo slancio tra i nostri stati membri, e penso che dobbiamo agire in base a questo slancio. Quindi sono contento che alcune decisioni sono state prese oggi. In effetti c´era un riferimento a un principio che credo che sia estremamente importante - il principio dello scambio automatico di informazioni a livello di Unione europea. Francamente, preferirei questo per essere più precisi nelle conclusioni, ma devo riconoscere che non c´era progressi in questo settore. Ed ora, finalmente, era ora che abbiamo questo mandato, come Commissione, a negoziare con la Svizzera, il Liechtenstein, Monaco, Andorra e San Marino, di farlo al più presto possibile. E così c´è anche un impegno del Consiglio europeo, alla luce di questi negoziati, e anche osservando il consenso del campo di applicazione della direttiva riveduta sulla tassazione dei redditi da risparmio, a chiamare per la sua adozione entro la fine dell´anno . Quindi stiamo facendo progressi in questo settore e questo è sicuramente uno sviluppo positivo. La realtà è che i cittadini si aspettano che ci consegnerà un equo accordo fiscale per tutti. Mondo globalizzato di oggi sta cambiando anche in un modo che dobbiamo guardare a questi problemi in un modo molto più attento. Raccomandazioni specifiche della prossima settimana, che la Commissione presenterà metterà in evidenza la portata per gli Stati membri a migliorare i propri sistemi fiscali. Ma al di là di questo, al di là di ciò che può essere fatto a livello nazionale o europeo, vi è anche il livello globale in cui l´Unione europea dovrebbe promuovere uno standard globale, vale a dire il G8 - abbiamo intenzione di essere lì in rappresentanza dell´Unione europea il prossimo mese in Irlanda del Nord -, ma anche nel G20, l´Ocse e in molte altre sedi internazionali. Quindi, da questo punto di vista credo che potremmo anche ottenere qualche progresso in settori che sono importanti, non solo in termini di equità, ma anche per la crescita, per la nostra competitività, vale a dire i progressi compiuti sul settore energetico. Credo che questo sia importante costruire questa comunità energetica europea. “ |
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UE: OSSERVAZIONI SUL COMMERCIO TRANSATLANTICO E INVESTMENT PARTNERSHIP |
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Strasburgo, 23 Maggio 2013 – Di seguito l’intervento di ieri di Karel De Gucht bCommissario europeo per il Commercio: “ Fin dall´inizio, vorrei sottolineare l´importanza di interesse, l´impegno e il contributo ai preparativi per i negoziati di un transatlantico Commercio e Investment Partnership (Ttip) di questo Parlamento. Ringrazio il professor Moreira qualità di relatrice della commissione per il commercio internazionale (Inta), per il lavoro svolto finora. Dal nostro ultimo dibattito nel mese di ottobre, è stato soddisfatto con la relazione finale del Gruppo di lavoro ad alto livello. Gli elementi che sono stati importanti per te sono in esso. La Commissione accoglie in linea di massima il progetto di risoluzione che avete preparato nel contesto delle discussioni mandato. E ´costruttivo e io lo vedo come un solido sostegno al lancio di negoziati, sul modello della relazione del gruppo di lavoro ad alto livello. I nostri obiettivi per le direttive di negoziato sono di avere un ampio testo che ci dà la flessibilità negoziale necessario. Altrimenti, non saremo mai in grado di ottenere anche delle concessioni da parte degli americani. Questo significa che dobbiamo a tutti i costi evitare di prendere le questioni fuori dal tavolo prima ancora di iniziare i negoziati. Ma voglio essere chiaro: questo non significa che non ci saranno rosse linee durante i negoziati. Nessuna politica fondamentale dell´Ue è in su per essere scambiato via! La diversità culturale, come sancito dall´articolo 167 (comma 4), del trattato sul funzionamento dell´Unione europea e nella Convenzione dell´Unesco sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, è un principio guida delle azioni della Commissione, tra cui in contesto del commercio. La Commissione è pienamente impegnata a difendere questa politica nei negoziati Ttip. Permettetemi di essere chiaro per quanto riguarda i servizi audiovisivi e, in accordo con il Commissario Vassiliou, segnalo quello che le nostre linee rosse saranno: Il le misure degli Stati membri a sostegno del loro settore audiovisivo dell´Ue e possono essere mantenuti e non saranno oggetto di negoziati. L´ue e gli Stati membri conserveranno lo spazio politico per promuovere la diversità culturale, per esempio, attraverso le sovvenzioni, gli incentivi fiscali, ecc Questo sarà ovviamente includono anche lo sviluppo di nuovi strumenti per il finanziamento di opere culturali. Ciò vale, in particolare, per il cinema e la radiodiffusione pubblica. Nessuno toccherà le quote esistenti o lo spazio politico necessario per adeguare la nostra politica in vista del cambiamento tecnologico, ma, d´altra parte, non crediamo ci potrebbe essere un serio argomento a favore di un aumento tale spazio, ad esempio, riservandosi il diritto di vietare al 100% i film stranieri e programmi televisivi, per esempio, sui servizi di video on demand. Noi riconosciamo che la sfida principale per il futuro a sostegno del settore audiovisivo europeo è quello di affrontare l´evoluzione della tecnologia digitale. L´ue e gli Stati membri avranno bisogno di spazio politico per fare questo. Ci riserviamo lo spazio politico necessario regolamentare a livello Ue al fine di adattare le nostre politiche alle evoluzioni tecnologiche del settore audio-visivo! Noi crediamo che una esclusione su vasta scala di servizi audiovisivi da impegni dell´Ue nei negoziati Ttip è né necessario né giustificato. Avere rosso-linee non significa prendere intere aree fuori dal tavolo prima di negoziati hanno anche iniziato. Siamo profondamente convinti che non ci sono soluzioni più praticabili rispetto completamente escluso il settore audiovisivo, pur conservando quelle linee rosse. Il Parlamento europeo non può credibilmente spingere per alcuni importanti settori di interesse comunitario, come indicato nella risoluzione e, allo stesso tempo motivo di esclusione dei servizi audiovisivi! Permettetemi di insistere sul fatto che abbiamo bisogno di vedere il quadro più ampio. Penso che siamo tutti d´accordo che questi negoziati saranno un´occasione unica per fare la differenza. Questo accordo può creare un enorme impatto sulla crescita e l´occupazione su entrambe le sponde dell´Atlantico senza costare "un centesimo" dei soldi dei contribuenti - che è qualcosa di evidenziare nei confronti elettorali più critiche. Se a questo aggiungiamo il fatto che gli standard di sicurezza, salute e ambientali saranno in nessun caso essere abbassati, dovremmo avere quello che serve per convincere coloro che potrebbero ancora avere dei dubbi. Ora che il processo verso il lancio di negoziati in corso sia negli Stati Uniti e il nostro fine, quello che ci serve - soprattutto - è forte e costante volontà politica da tutti noi. Continua attenzione politica sul conseguimento di risultati in tutti i settori è la ricetta più utile unico per il successo. Questa negoziazione è troppo grande per fallire e tutti noi abbiamo abbastanza cose sul tavolo per beneficiare. Cerchiamo di costruire su questo. Conto sul vostro continuo supporto costruttivo in quella direzione. |
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LA PROTEZIONE A LIVELLO EUROPEO PER LE VITTIME DI VIOLENZA DOMESTICA STA PER DIVENTARE LEGGE |
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Strasburgo, 23 maggio, 2013 - Le vittime di violenza, in particolare la violenza domestica, saranno presto in grado di contare su di protezione in tutta l´Ue, dopo che il Parlamento europeo ha votato a grande maggioranza (602 voti a favore, 23 contrari, 63 astenuti) di approvare la proposta della Commissione europea per un ordine di protezione in tutta l´Ue. Il nuovo regolamento significa che i cittadini (nella maggior parte dei casi le donne) che hanno subito violenza domestica possono contare su un ordine restrittivo ottenuto nel loro paese d´origine, ovunque si trovino nell´Ue: la protezione viaggerà con i cittadini. In pratica, il diritto dell´Ue beneficeranno soprattutto le donne: circa una donna su cinque in Europa hanno subito violenza fisica almeno una volta nella loro vita, secondo le indagini. " Si stima che circa 1 su 5 donne in Europa soffrono di qualche tipo di violenza almeno una volta nella loro vita. Purtroppo, la forma più comune di violenza fisica è inflitta da qualcuno vicino alla donna, di solito un partner intimo ", ha dichiarato la vicepresidente Viviane Reding, commissaria Giustizia dell´Ue . "Grazie a un ordine di protezione europeo, le vittime di violenza domestica possono tirare un sospiro di sollievo: essi saranno in grado di contare su un ordine restrittivo ottenuto nel loro paese d´origine, ovunque si trovino all´interno dell´Unione. La protezione viaggerà con i cittadini. Questo è un esempio tangibile di come l´Ue sta contribuendo a rafforzare i diritti delle vittime di tutta Europa. Vorrei ringraziare i relatori Antonio López-istúriz e Antonyia Parvanova per il loro instancabile lavoro su questo importante dossier che ha aperto la strada ad una rapida adozione da parte del Parlamento europeo. " Il voto di oggi al Parlamento europeo fa seguito a un accordo politico tra il Parlamento europeo e il Consiglio dei ministri a una cosiddetta riunione a tre a febbraio ( Memo/13/119 ). Il progetto di regolamento sarà ora passa al Consiglio per l´adozione formale, previsto in occasione della riunione dei ministri europei della Giustizia a giugno. La Commissione ha proposto il regolamento sul riconoscimento reciproco delle misure di protezione in materia civile , come parte di un pacchetto di misure per migliorare i diritti delle vittime (vedi Ip/11/585 e Memo/11/310 ). La direttiva vittime - che stabilisce i diritti minimi per le vittime di reati, ovunque si trovino nell´Ue - è già nel libro statuto europeo ( Ip/12/1200 ). Entrambi gli strumenti saranno inoltre integrare l´ ordine di protezione europeo del 13 dicembre 2011, che garantisce la libera circolazione delle misure penali di tutela del diritto in tutta l´Europa. Il voto di oggi è un passo importante per colmare le lacune di protezione per le vittime di violenza domestica che vogliono esercitare il loro diritto alla libera circolazione all´interno dell´Ue. Prossimi passi : Ministri del Consiglio Giustizia sono tenuti ad adottare il progetto di regolamento nella riunione del 6-7 giugno. Una volta che il regolamento è adottato e pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell´Unione europea (Statuto Libro dell´Ue), l´attenzione si sposterà attuazione e assicurare che gli Stati membri messo in atto il regolamento e la direttiva sui diritti delle vittime ( Ip/12/1200 ) in modo che le vittime di reati e vittime di violenza possono beneficiare di protezione nella loro vita quotidiana. |
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UE: RENDERE LA MIGRAZIONE UN MOTORE DI SVILUPPO |
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Bruxelles, 23 maggio 2013 - La Commissione europea spiega come, a suo avviso, la migrazione e la mobilità possano contribuire a uno sviluppo economico e sociale inclusivo e illustra le modalità per rafforzare la cooperazione mondiale in questo settore. La comunicazione della Commissione relativa alla massimizzazione dell´incidenza della migrazione sullo sviluppo servirà da base per una posizione comune dell´Ue e dei suoi Stati membri in sede di dialogo ad alto livello su migrazione internazionale e sviluppo organizzato dall´Assemblea generale delle Nazioni Unite per il 3 e 4 ottobre 2013. Questo evento offrirà ai responsabili a livello decisionale e agli operatori del settore un´opportunità unica per riflettere sul modo in cui lavorare in direzione di un programma mondiale per una governance della migrazione efficace, inclusiva e basata sui diritti, e per individuare misure dirette a promuovere il ruolo dei migranti quali agenti di innovazione e sviluppo. "La migrazione e la mobilità sono motori essenziali dello sviluppo sostenibile, ma la cooperazione mondiale deve passare a una marcia superiore. Il dialogo ad alto livello delle Nazioni Unite di ottobre rappresenta un´occasione eccezionale per far avanzare il programma mondiale sulla migrazione e lo sviluppo e promuovere misure concrete che contribuiscano sensibilmente a migliorare la vita dei migranti", ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni. Andris Piebalgs, Commissario per lo Sviluppo, ha sottolineato che "la migrazione va considerata come il motore di uno sviluppo economico, sociale e ambientale inclusivo, e in quanto tale va inclusa tra le priorità del programma di sviluppo post 2015". Al fine di favorire la migrazione e la mobilità quali motori di sviluppo dei paesi di origine e di destinazione a reddito basso e medio, la Commissione invita tutti i soggetti interessati a cogliere le opportunità e far fronte alle sfide connesse alla migrazione internazionale, in particolare: garantire che le strategie di sviluppo riconoscano che la migrazione e la mobilità sono fattori di sviluppo; rispettare la dignità dei migranti e difenderne i diritti fondamentali e umani, a prescindere dallo status giuridico dei migranti; prestare maggiore attenzione all´interconnessione tra cambiamenti climatici, degrado ambientale e migrazione; riconoscere le sfide che l´aumento dell´urbanizzazione e della migrazione pone alle città e alle regioni urbane; rafforzare la governance della migrazione attraverso la cooperazione bilaterale e regionale, anche coinvolgendo la società civile; favorire la mobilità dei lavoratori a livello internazionale e regionale. Inoltre, la comunicazione spiega il modo in cui l´Ue potrebbe adottare un approccio più ambizioso alla migrazione e allo sviluppo nelle sue politiche e pratiche, segnatamente attraverso l´approccio globale in materia di migrazione e mobilità e la politica di sviluppo dell´Unione, il cosiddetto programma di cambiamento. Per tener conto in modo più completo del ruolo della migrazione e della mobilità nello sviluppo sostenibile, vengono individuate nuove priorità, tra cui la promozione della governance della migrazione e la sua incidenza sullo sviluppo tra paesi in via di sviluppo e l´integrazione della migrazione nel programma di sviluppo. La Commissione si impegna inoltre ad aumentare il sostegno alle iniziative in materia di migrazione e sviluppo, anche aiutando i paesi partner dell´Ue a promuovere la governance della migrazione. |
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DICHIARAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO PILASTRO SOCIALE DELL´UEM |
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Strasburgo, 23 Maggio 2013 - Di seguito l’intervento di ieri Olli Rehn Vice-presidente della Commissione europea e membro della Commissione responsabile per gli Affari economici e monetari e l´euro, alla Sessione del Parlamento europeo: “ Presidente, Onorevoli membri del Parlamento europeo, La Commissione è collegialmente, con il Presidente Barroso, sta lavorando sulla preparazione di proposte per rafforzare la dimensione sociale della Uem. Ci stiamo concentrando in particolare su questioni direttamente rilevanti per il buon funzionamento della zona euro, nel pieno rispetto del programma sociale generale per l´Ue-27. In considerazione della prolungata recessione e disoccupazione in molte parti d´Europa, dobbiamo fare tutto il necessario per superare la crisi della disoccupazione. Ogni istituzione Ue avrà bisogno di lavorare all´interno del proprio mandato, ogni Stato membro sia le proprie sfide e congiuntamente insieme come Unione sulle nostre sfide comuni. Mix di politiche dell´Ue è focalizzata sulla crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro. La politica monetaria è accomodante ed è probabile che rimanga così. In politica fiscale, il consolidamento costante delle finanze pubbliche è continuato, anche se con un ritmo più lento nel contesto economico attuale. Le riforme strutturali devono essere portate avanti sempre più intensamente, per consentire nuove attività economiche e posti di lavoro di emergere. Le politiche attive del mercato del lavoro sono fondamentali, soprattutto nella lotta contro la disoccupazione giovanile. Il sistema di garanzia per i giovani è un elemento importante in questo senso. Il nostro lavoro sulla dimensione sociale della Uem si concentra sulla ricerca di modi per integrare meglio la dimensione sociale nelle attuali strutture di governance economica. Ad esempio, vi è spazio per il rafforzamento della sorveglianza del lavoro e gli sviluppi sociali nel quadro del semestre europeo. Il macroeconomico squilibri Procedura con il suo quadro di valutazione potrebbe essere ulteriormente sviluppato per questo scopo. Pur mantenendo la struttura e gli obiettivi del Pip, le recensioni approfondite potrebbero riesaminare regolarmente le politiche occupazionali e sociali al fine di individuare tali politiche che mitigano i problemi sociali e migliorare l´occupazione. Questo sistema di monitoraggio contribuirebbe migliori politiche coordinate al fine di individuare e affrontare le sfide importanti in modo tempestivo e di integrare meglio l´occupazione e le questioni sociali nel panorama politico generale. Inoltre, può fare di più per quanto riguarda una ripartizione efficace degli strumenti finanziari disponibili a livello europeo per aiutare ad alleviare il disagio sociale in paesi sottoposti a processi di aggiustamento difficili nell´Uem. A questo riguardo, garantendo una percentuale adeguata di fondi Fse da destinare alla lotta contro la povertà e l´esclusione sociale sarebbe anche beneficiare Uem. Inoltre, un certo numero di caratteristiche della nuova programmazione dei Fondi strutturali potrebbe essere diretta a sostenere la dimensione sociale della Uem. Ciò potrebbe essere realizzato tenendo maggiormente conto degli aspetti relativi alla Uem-regolazione in sede di assegnazione e riprogrammazione dei fondi destinati al finanziamento delle politiche sociali e del lavoro, a sostegno dell´attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese. Infine, l´approfondimento dell´Uem richiede un mercato del lavoro veramente integrato. Mobilità del lavoro avanzato in tutto il territorio dell´Ue è importante per il buon funzionamento del mercato unico, nonché per corrispondere meglio il lavoro e lavoratori per consentire un più elevato livello di occupazione. Costi per invalidi e gli ostacoli in tutta l´Ue contribuirebbe ad affrontare, in particolare, la disoccupazione giovanile, che è altamente concentrato in alcuni paesi e regioni. La Commissione ha già presentato importanti iniziative su questo fronte. Infine il Presidente, Onorevoli deputati, Pensiamo anche che una più stretta e la partecipazione delle parti sociali nei dibattiti politici e dei processi decisionali è fondamentale per la dimensione sociale della Uem. Questo è importante non solo per aumentare la titolarità delle politiche, ma anche di migliorare l´efficacia del coordinamento delle politiche a livello dell´area dell´euro. E ´quindi di vitale importanza che noi investiamo nel rafforzare il dialogo sociale a livello europeo e nazionale. Grazie.” |
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LA SOCIETÀ CIVILE CHIEDE AL CONSIGLIO EUROPEO DI PORRE FINE ALL´EVASIONE FISCALE |
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Milano, 23 maggio 2013 - Il Cese sta esortando il Consiglio di inviare il segnale giusto al pubblico europeo e per dimostrare che l´Europa è in grado di affrontare questa questione fondamentale. L´evasione fiscale costa Eur 1 trilione all´anno - 2 000 Eur per ciascuno dei 500 milioni di cittadini europei. Presidente del Cese Henri Malosse ha denunciato l´evasione fiscale, come il furto, aggiungendo che, in questo momento di crisi, nessuna società europea può permettersi perdite su questa scala. Il denaro è, in effetti, ha perso per l´istruzione e la sanità. La Spagna ha dovuto fare 10 miliardi di euro vale la pena di risparmiare tagliando i soldi stanziati per i suoi programmi di educazione e di salute. Efficace la lotta contro l´evasione fiscale potrebbe risparmiare miliardi di euro che aiuteranno le persone nella loro vita quotidiana. Come la voce dei cittadini di base, il Cese sostiene la proposta della Commissione per un sistema automatico di scambio di informazioni. Il Comitato desidera inoltre vedere più potenti strumenti per combattere l´evasione fiscale, come proposto da Petru Dandea , relatore del parere in merito alla lotta contro la frode e l´evasione fiscali : Tax haven liste nere devono riguardare non solo i paesi al di fuori dell´Ue, ma anche le giurisdizioni degli Stati membri e le imprese che operano al loro interno. Paradisi fiscali blacklist devono essere collegati a sanzioni efficaci. Qualsiasi soluzione sostenibile richiede l´armonizzazione del sistema di tassazione indiretta. Tassazione deve essere incluso nel Semestre europeo annuale. In questo momento di crisi, l´Europa ha bisogno di aumentare la solidarietà tra i cittadini e tra gli Stati membri. Questo è il segno della società civile europea si aspetta che il Consiglio di dare il 22 maggio. Cfr. Parere del Cese: http://www.Eesc.europa.eu/?i=portal.en.eco-opinions.25545 |
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COSA DEVE FARE LA BOSNIA-ERZEGOVINA PER ANDARE AVANTI NEL PERCORSO UE |
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Bruxelles, 23 Maggio 2013 – Di seguito l’intervento di ieri Štefan Füle Commissario europeo per l´allargamento e la politica di vicinato nel corso della Sessione plenaria del Parlamento europeo: “ Presidente, Onorevoli Parlamentari, Lasciatemi prima di tutto Pacchetto Doris Grazie per un eccellente progetto di relazione sulla Bosnia-erzegovina (Bih). L´anno scorso vi ho detto che quando si parla di Bosnia-erzegovina, è difficile essere troppo positivo. Purtroppo non ho lo stesso problema di quest´anno. Come il vostro progetto di relazione fa notare, i progressi sono ancora stati estremamente limitati. Sono altrettanto preoccupato continua mancanza di una visione condivisa per la direzione generale del paese della élite politica. Come afferma il movimento, il paese sta "cadendo più indietro degli altri paesi della regione". A causa delle nostre preoccupazioni, l´Unione europea ha rafforzato il suo impegno con la Bosnia-erzegovina e aumentato gli sforzi di facilitazione politici a tutti i livelli. Nel corso degli ultimi mesi, una notevole attività politica e diplomatica ha avuto luogo per aiutare a risolvere le questioni più urgenti che il paese deve affrontare. In poche parole: per implementare tutti i passaggi della tabella di marcia concordata dai leader politici nel giugno 2012, che sono descritte in varie conclusioni del Consiglio e nel progetto di relazione. Nel mese di aprile, sono andato a Sarajevo per discutere con i politici la via da seguire sulla questione Sejdić-finci. A causa della mancanza di progressi significativi derivanti dal nostro processo di facilitazione, ho purtroppo dovuto annullare il terzo round del dialogo ad alto livello sul processo di adesione. Sono tornato con l´impressione che alcuni erano più concentrati sul partito e interessi etnici che sulla esecuzione della sentenza Sejdić-finci. Presidente, Onorevoli Parlamentari, L´unione europea può favorire solo. Spetta ai responsabili politici del paese di intensificare la sfida in un vero e proprio impegno. Nella situazione attuale di instabilità politica nella Federazione, è difficile trovare un vero consenso su questioni essenziali - e tuttavia, rimane vitale. L´adesione della Croazia renderà la Bosnia-erzegovina un vicino immediato dell´Unione. Stiamo facendo del nostro meglio per facilitare questo nuovo status e renderlo un successo per entrambe le parti. Ho tenuto due riunioni ministeriali con i ministri degli Esteri della Croazia e della Bosnia-erzegovina a questo scopo, oltre a cinque incontri tecnici che i miei servizi sono organizzati con entrambe le parti. Nonostante le battute d´arresto ricorrenti, abbiamo ribadito che il nostro continuo impegno e sostegno è disponibile per quelli del paese che vogliono spostare in avanti le cose. Il nostro dialogo strutturato sulla magistratura sta dando i suoi frutti. Capisco che questa casa appoggia pienamente questo approccio. Grazie per la vostra attenzione. Note di chiusura Presidente, Onorevoli Parlamentari, Grazie per questo vasto e utile dibattito voi. Abbiamo la responsabilità e l´impegno per la Bosnia-erzegovina. Dayton 1995 - ci ha imposto questo accordo su di essi, e l´accordo di Dayton è stato il quadro migliore per loro per portare la pace in Bosnia-erzegovina. Ora, è giunto il momento di pensare a un altro quadro per trasformare la Bosnia-erzegovina. L´allargamento è lo strumento più potente che abbiamo, che non è di Dayton, è l´allargamento, attraverso di essa si sarà in grado di affrontare un sacco di problemi di cui voi, e anche la Commissione, si lamentano. In primo luogo, abbiamo bisogno di aiutarli a passare il ponte per il processo di allargamento dell´Ue e quel ponte è chiamato esecuzione della sentenza Sejdić-finci. In secondo luogo, è importante vedere che cosa sta succedendo nella regione, lo spostamento delle frontiere esterne dell´Ue per la Bosnia-erzegovina. Il resto della regione è in movimento, l´accordo tra Belgrado e Pristina dimostra che se c´è una volontà c´è un modo nella regione. Essa mostra quanto è importante questo punto di vista europeo e quanto potenziale c´è in ampliamento come strumento di trasformazione. Quindi abbiamo bisogno di aiutare la Bosnia-erzegovina non rimanere al di fuori, al freddo, ed essere catturati ancora nel quadro di Dayton, mentre il resto della regione si sta muovendo nel quadro dell´Ue. In terzo luogo, a volte si tende a fare riferimento a Sejdić-finci come l´unico ostacolo per la Bih di presentare la domanda Ue. Ebbene, la mancata attuazione di Sejdic-finci è il motivo per cui ancora non abbiamo l´accordo di associazione entra in vigore stabilizzazione e. Bih non è vivere fino ai suoi impegni internazionali e abbiamo bisogno di mettere in chiaro. Non sono d´accordo che è giunto il momento per la sveglia suoni per la Bosnia-erzegovina? Sì. Ci saranno le elezioni del prossimo anno. Che cosa faremo con le elezioni senza Bih fornire in merito alla sentenza Cedu? Stiamo andando a suonare il campanello d´allarme, allora? È giunto il tempo di non minacciare, ma per mettere bene in chiaro: è necessario affrontare con la sentenza della Cedu, è necessario allineare la Costituzione, con questa decisione, perché senza di essa si sarà in violazione di impegni internazionali e questo ha le sue conseguenze . Il secondo messaggio chiaro è che noi siamo qui per aiutarvi, noi siamo il vostro partner, abbiamo dimostrato quanto serio siamo nel tentativo di aiutare ad attraversare quel ponte. Se necessario saremo raddoppiare i nostri sforzi, ma abbiamo bisogno di avere questa visione, perché sarà di consegnare a che le aspettative.” |
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UE: PROGRESSI E LACUNE DELLA EX REPUBBLICA IUGOSLAVA DI MACEDONIA |
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Bruxelles, 23 Maggio 2013 – Di seguito l’intervento di ieri di Štefan Füle Commissario europeo per l´allargamento e la politica di vicinato nel corso dellaSessione plenaria del Parlamento europeo:” Presidente, Onorevoli Parlamentari, Vorrei rendere omaggio alla qualità della relazione, che è stata preparata dal relatore, il signor Richard Howitt. Accolgo con favore la presa di posizione di sostegno che avete preso verso gli sforzi del paese nel processo di adesione. Condivido anche le vostre preoccupazioni circa i rischi di prolungare lo status quo. Ai fini della discussione di oggi, vorrei ricordare le principali conclusioni della relazione di primavera della Commissione per l´ex Repubblica iugoslava di Macedonia: in primo luogo, l´attuazione delle riforme è in corso. Nel corso dell´ultima riunione del Dialogo adesione ad alto livello, svoltasi a Skopje il 9 aprile, abbiamo notato era stato preso che l´azione in relazione a quasi tutti gli obiettivi Dialogo adesione di alto livello; secondo, passi sono anche state prese in rapporti di buon vicinato, in particolare con la Bulgaria e la Grecia. Siamo stati anche incoraggiati dal fatto che i colloqui formali sulla ´questione del nome´ ha assunto un nuovo slancio nel mese di aprile con un´altra proposta dal rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite, che si spera possa portare ad una svolta. Detto questo, rimango profondamente preoccupato per il follow-up per la crisi politica che ha colpito il paese lo scorso inverno. È stato raggiunto un accordo, il 1 ° marzo a superare la crisi. Questo ha permesso l´Sdsm opposizione di tornare al Parlamento e partecipare alle elezioni locali recentemente tenuto. Tuttavia, altri elementi di questo accordo non sono ancora state pienamente attuate - in particolare: il set-up di una commissione d´inchiesta sui fatti del 24 dicembre, che dovrebbe fare raccomandazioni per evitare il ripetersi; la firma di un Memorandum of Understanding partito trasversale che conferma la volontà di tutte le parti a continuare il cammino europeo, e ripresa del dialogo multimediale tra governo e l´Associazione dei giornalisti. Mentre gli sforzi continuano a ottenere la commissione d´inchiesta e di lavoro, i risultati sono stati lenti. Questi ritardi e il dialogo politico limitato tra le parti sollevano dubbi circa il loro impegno ad attuare pienamente l´accordo 1 marzo, un messaggio mi trasmetteva molto chiaramente al primo ministro Gruevski. Onorevoli deputati, Serbia e Kosovo storico accordo ha iniettato nuovo impulso al processo di allargamento. Questa è una opportunità che la regione e gli altri paesi non dovrebbero mancare. L´accordo Serbia-kosovo dimostra che, quando c´è la volontà politica, le soluzioni si possono trovare. Come sappiamo l´Unione europea, in tali casi, il compromesso può portare ad una maggiore ricompensa. Grazie per la vostra attenzione. Note di chiusura Presidente, Onorevoli Parlamentari, Lasciate che vi ringrazio per questo dibattito sostanziale che ha dimostrato un alto livello di attenzione e di sostegno del Parlamento nei confronti della ex Repubblica iugoslava di Macedonia. Ho preso buona nota dei vostri suggerimenti che prenderò in considerazione nei nostri sforzi continui per sostenere i progressi del paese nel suo cammino europeo. Il 1 ° marzo, sono andato, insieme con gli eurodeputati Richard Howitt e Jerzy Buzek a Skopje dove abbiamo facilitato un accordo per risolvere la crisi politica. In giugno, il Consiglio deciderà se accettare la raccomandazione della Commissione di aprire i negoziati di adesione. Per il Consiglio a prendere una decisione positiva del paese deve dimostrare la volontà politica necessaria. Ciò implica la piena attuazione del marzo accordo politico 1 e continui sforzi per migliorare le relazioni di vicinato. D´altro canto, è anche necessario che il livello della contea di preparazione e gli sforzi di riforma che sono state adottate nel corso dell´ultimo anno sono giudicati obiettività ed equilibrio. Grazie.” |
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BILANCIO POSITIVO DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA PER IL PROGRAMMA UE INTERREG IV ITALIA –AUSTRIA |
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Bolzano, 23 maggio 2013 - Sono sei le Regioni di confine tra Italia ed Austria che prendono parte al programma ed hanno sviluppato ambizioni progetti di cooperazione transfrontaliera per realizzare uno sviluppo sostenibile ed un integrazione armonica tra le loro strutture economiche e produttive. Si è svolta recentemente a Neukirchen nei pressi di Salisburgo la seduta del Comitato di sorveglianza del programma finanziato dall´Unione Europea Interreg Iv Italia - Austria e l´organismo ha tratto un bilancio positivo per quanto riguarda la relazione di esecuzione del piano per l´anno 2012 sottolineando inoltre che vi sono prospettive ottimistiche anche per quanto riguarda la prosecuzione del programma nel periodo 2014 - 2020. Il programma Interreg Iv Italia - Austria è finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Efre) nonché da strumenti nazionali. Sono sei le Regioni di confine tra Italia ed Austria che prendono parte al programma ed hanno sviluppato ambizioni progetti di cooperazione transfrontaliera per realizzare uno sviluppo sostenibile ed un integrazione armonica tra le loro strutture economiche e produttive. |
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VALLE D’AOSTA: IL 29 MAGGIO SI RIUNISCE IL COMITATO DI SORVEGLIANZA FONDO SOCIALE EUROPEO |
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Aosta, 23 maggio 2013 - La struttura regionale per le Politiche della formazione e dell’occupazione della Presidenza della Regione, Autorità di Gestione del Fondo Sociale Europeo, comunica che mercoledì 29 maggio alle ore 9, presso la Sala consigliare del Comune di Aosta, si svolgerà la riunione del Comitato di Sorveglianza del Programma Operativo Occupazione Fse 2007/2013, presieduta dal Presidente della Regione. Il Comitato che sovraintende il Programma è composto da rappresentanti dei partner finanziari, (Commissione Europea e Ministero del lavoro e Ministero dello Sviluppo Economico), nonché dalle altre Autorità di gestione dei Fondi Europei, dai rappresentanti del mondo economico e sindacale regionali e da funzionari regionali interessate dall’utilizzo del Fondo. Tra i punti maggiormente significativi all’ordine del giorno della riunione sono poste in approvazione alcune modifiche al Regolamento del Comitato stesso; l’approvazione del Rapporto Annuale di Esecuzione anno 2012 del Programma Occupazione; l’analisi dell’informativa sullo stato di avanzamento del Programma nell’anno 2013, con analisi delle iniziative avviate, effetti del Piano Giovani, l’attivazione di nuovi strumenti di ingegneria finanziaria: proposta di modifica di lieve entità del P.o. Occupazione Valle d’Aosta Fse 2007-2013; l’informativa sulle attività di controllo effettuate dall’Autorità di Audit; l’informativa sulle attività di valutazione e presentazione dei risultati delle indagini di “placement”. Specifiche informative da parte dei rappresentanti della Commissione Europea, del Ministero del lavoro e delle Autorità di Gestione dei Fondi europei a livello regionale presenteranno lo stato di avanzamento del negoziato sulla futura programmazione 2014-2020 che prenderà avvio nel 2014. |
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RIORDINO DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI, LA PROPOSTA DI CGIL |
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Roma, 23 maggio 2013 - Il testo del documento approvato all´unanimità dal Direttivo Nazionale della Cgil del 15 maggio. "Definire le funzioni di Province, Città Metropolitane e Comuni". "Le Province vanno superate come livello costituzionale e devono diventare organismi di seconda istanza espressione dei comuni compresi nell´area vasta" Semplificare Per Rafforzare Proposta per una modifica organica delle istituzioni democratiche - La crisi di legittimità che colpisce esponenti politici e partiti, percepiti come “lontani dalla realtà” e incapaci di farsi portatori delle istanze della popolazione ed espletare il loro ruolo di rappresentanza politica e sociale, si sta estendendo a tutte le istituzioni di cui non si percepisce più né l’utilità né il senso stesso, e i recenti scandali finanziari che hanno coinvolto parlamentari e consiglieri regionali hanno ulteriormente alimentato il risentimento popolare verso un sistema politico-istituzionale percepito sempre più come lontano ed “estraneo”, se non nemico. Lo stesso risultato elettorale manifesta il sentimento “rabbioso” in una fase di grave crisi sociale, della rappresentanza e delle istituzioni, e nello stesso tempo una domanda, anche con forme nuove, di partecipazione e, ormai, una necessità indifferibile di cambiamento per ripristinare la stessa legittimità dell´organizzazione democratica. L´insoddisfazione politica, infatti, si è tradotta in un grave deficit di legittimità delle istituzioni in cui da un lato c’è un’ampia parte di opinione pubblica, disamorata dalla “cosa pubblica”, che associa agli scandali sull´uso dei fondi pubblici tutti i cosiddetti “costi della democrazia” e non percepisce più l´utilità né della rappresentanza né delle istituzioni democratiche (ritenute troppo costose a fronte dell´incapacità di governare i processi economici e sociali, e, ancor più, esose rispetto alla propria condizione materiale), e che non si sente più parte di un sistema politico sempre meno partecipato né, più in generale, di una collettività. Dall’altra c’è un più generale disegno che mira a smantellare le istituzioni democratiche, a cancellare i corpi intermedi, abolendo ogni forma di rappresentanza, e ridurre i servizi pubblici sul territorio, spogliandone i territori stessi, a favore di quelli privati; anche perpetrando una campagna denigratoria, ormai decennale, di tutto ciò che concerne le istituzioni pubbliche ad ogni livello con l´obiettivo di escluderne qualsivoglia forma di qualificazione possibile. Ed ecco allora il ridimensionamento delle istituzioni locali e la loro burocratizzazione, la mortificazione del Parlamento, i tagli agli enti locali e il ritorno al centralismo, perseguiti dal governo Monti. La Cgil ritiene di dover, a questo punto, portare a sintesi il lavoro da tempo avviato da diverse categorie e da diverse strutture confederali e avanzare al Paese un’organica proposta di modifiche istituzionali e della Pubblica Amministrazione in un ragionamento di semplificazione delle istituzioni finalizzato però al loro rafforzamento, sia nel senso comune che nelle funzioni, indispensabile per una politica di uscita dalla crisi e di attuazione del Piano per il Lavoro proposto dalla Cgil. Questa organica proposta di riqualificazione delle funzioni pubbliche è necessaria, altresì, sia per rilanciare il valore della partecipazione democratica in quanto tale, che per garantire il valore di presidio della legalità delle istituzioni così necessario, purtroppo, nel nostro Paese. Verso gli Stati Uniti d´Europa - Le sfide che il Xxi secolo pone, a cominciare dalla crisi sociale, ambientale e economico-finanziaria, rendono non più rinviabile il completamento del processo di integrazione dei paesi europei nei suoi obiettivi politici, di unione federale di stati. Un´unione politica che dovrà necessariamente ridefinire la governance comunitaria, rafforzando il ruolo del Parlamento di Strasburgo, luogo di rappresentanza della popolazione, ripensando quello della Commissione e ridimensionando quello del Consiglio europeo. In questa prospettiva, va valutata anche la proposta dell´elezione diretta di una vera e propria costituente europea. Una nuova Unione politica e sociale più forte, dunque, che sappia rispondere alle derive localistiche e ai particolarismi che nei periodi di grave crisi rischiano di prendere il sopravvento, promuovendo una maggiore cessione di sovranità da parte degli stati membri e un nuovo rapporto tra singoli stati e istituzioni europee. Questa prospettiva di maggiore integrazione è però oggi condizionata a un rapido cambiamento delle politiche di austerità e alla costruzione di una politica europea di creazione di nuovo lavoro oltre che alla realizzazione di una nuova architettura economica europea (Bce come Banca di ultima istanza, Unione bancaria, Eurobond..). Governo e Parlamento - Negli ultimi anni molto si è dibattuto sulla necessità di riformare la seconda parte della Costituzione, in particolare, gli articoli relativi alla forma di governo e al procedimento legislativo. In nome di una maggiore stabilità dei governi e di una maggiore velocità dell´iter di formazione delle leggi sono state avanzate numerose e articolate proposte e, perfino, l´elezione di un´assemblea costituente. Premesso un netto rifiuto di qualsiasi assemblea costituente, che rimetterebbe in discussione l´ordinamento repubblicano, di qualsiasi progetto di riforma che non sia rispettoso della procedura prevista dall’art. 138 della Carta e non sia proposto attraverso distinte leggi costituzionali per ogni specifica modifica, e anche del sistema presidenziale o semi-presidenziale, le uniche riforme possibili e auspicabili sono quelle che restituiscano centralità al parlamento con il superamento del bicameralismo perfetto. In un periodo di grave crisi, quale è quello che stiamo vivendo, non è pensabile restituire legittimità al sistema politico-istituzionale con operazioni di ingegneria costituzionale che rompono l´equilibrio di poteri tra governo e parlamento in nome di una maggiore governabilità che può essere garantita solo dalla forza di partiti consapevoli della loro missione costituzionale e non da soluzioni tecniche che favoriscono la personalizzazione del potere e impoveriscono la rappresentanza democratica. Centralità del Parlamento - L´esigenza prioritaria oggi è restituire centralità al Parlamento come luogo primario della rappresentanza politica, limitando la decretazione d´urgenza, prevista dall´articolo 77 della Costituzione, troppo spesso abusata, e modificando i regolamenti parlamentari per disciplinare in modo più restrittivo la possibilità di porre la questione di fiducia su qualsiasi provvedimento legislativo in corso di approvazione. Riduzione dei parlamentari con il superamento del bicameralismo perfetto - L´unica riforma utile è l´istituzione della Camera delle Regioni e delle autonomie locali, composta da delegati dei consigli regionali. Una riforma che avrebbe il triplice obiettivo di ridurre il numero dei parlamentari, invocato a gran voce da più parti, di velocizzazione il procedimento legislativo, con una sola Camera cui spetta l´iniziativa legislativa sulle materie di competenza statale - lasciando alla seconda Camera la sola possibilità di esprimere pareri entro un termine stabilito - e di individuare l´indispensabile luogo istituzionale di codeterminazione e cooperazione tra Stato e Regioni e autonomie, chiamato a legiferare esclusivamente sulle materie di legislazione concorrente e, in modo paritario, sulle modifiche delle competenze istituzionali, sulla legge di stabilità e su eventuali modifiche della Costituzione. L´istituzione di una seconda Camera rappresentativa delle autonomie è, inoltre, condizione necessaria per l´esercizio della “clausola di supremazia” dell´unità giuridica ed economica della Repubblica, senza tradire il principio della valorizzazione delle istituzioni locali, proprio del federalismo, e a prevenire i conflitti di attribuzione che la legislazione concorrente ha provocato in questi anni. Regioni ed Enti locali Titolo V - A oltre dieci anni dall´approvazione del nuovo Titolo V è necessaria una riflessione sull´assetto della Repubblica, un assetto che deve coniugare unità e decentramento istituzionale, in cui il policentrismo normativo sia caratterizzato dall´equilibrio tra unità e differenziazione, e in cui i differenti livelli di governo operino in modo sinergico e non in contrapposizione. In questi anni non si è raggiunto l´indispensabile punto di equilibrio tra valore unitario dei diritti e assetto decentrato delle competenze, punto di equilibrio che deve essere perseguito anche con la completa definizione dei livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. È necessaria una ridefinizione della ripartizione di competenze tra Stato e Regioni che, riducendo drasticamente le materie concorrenti, superi le ambiguità dell´attuale articolo 117 della Costituzione, disciplinando le modalità con cui si esercita la potestà legislativa di tali materie (evitando le distorsioni verificatesi in ambito sanitario), e che ne riconduca a competenza statale esclusiva alcune a partire da quelle su cui si era già espressa la Cgil al momento del varo della Legge Costituzionale quali, ad esempio, la tutela e la sicurezza sul lavoro e la previdenza complementare e integrativa. La contraddizione di una doppia legislazione statale, caratterizzata dal decentramento normativo e dal centralismo amministrativo/finanziario, ha impedito la creazione di quel sistema decentrato e policentrico che solo un disegno organico di ridefinizione delle istituzioni locali avrebbe potuto garantire. Un disegno organico che, attraverso una chiara e completa definizione delle funzioni spettanti, sappia valorizzare ciascun livello istituzionale ottimizzandone l´autonomia, comprese le autonomie funzionali quali quelle delle istituzioni scolastiche. Un federalismo unitario, cooperativo e solidale, per funzionare deve fondarsi su più pilastri che garantiscano un corretto equilibrio nella distribuzione delle funzioni tra centro e periferia: l´autonomia e l´autogoverno, la responsabilità dei diversi livelli istituzionali, e la cooperazione e la codeterminazione tra Stato, Regioni e autonomie locali (da realizzare con la Camera delle Regioni e delle Autonomie locali). È, inoltre, indispensabile rivedere il sistema fiscale definendo quale rapporto deve sussistere tra funzioni attribuite e risorse economiche necessarie al loro esercizio, prevedendo forme di autonomia impositiva che non ricadano, come oggi, soprattutto, sui redditi fissi. Autonomie locali - In un´epoca caratterizzata dall´assenza di confini, da un´economia globale che condiziona le vite delle persone fin nella loro quotidianità, è indispensabile valorizzare le autonomie locali come istituzioni pubbliche vicine ai cittadini, capaci di porsi come motore di sviluppo delle economie locali. È necessario un disegno organico che, partendo da una chiara definizione delle funzioni e dei ruoli, crei un sistema integrato di livelli istituzionali capace di governare e indirizzare i processi sociali ed economici mettendo al centro la cittadinanza e il territorio. Un sistema integrato che deve essere disciplinato da una Carta delle Autonomie che definisca, evitando inutili sovrapposizioni, le attuali funzioni di Province, Città Metropolitane e Comuni, attribuendo alle prime le sole funzioni di area vasta e rendendo obbligatoria (prevedendo incentivi), la gestione associata dei servizi per i Comuni (fino a 10.000 abitanti e non fino a 5.000 come previsto oggi), al fine di promuovere la realizzazione di economie di scala efficaci (salvo motivate eccezioni valutate in rapporto alla dimensione ottimale del bacino territoriale di riferimento). L´associazionismo comunale deve essere perseguito e rilanciato con un forte ruolo delle Regioni, in conformità con i progetti di sviluppo locale, al fine di creare spazi economici idonei alla gestione ottimale di determinate funzioni. Allo stesso tempo sarebbe opportuno incentivare, ove sussistono le condizioni geografiche, la fusione dei Comuni più piccoli per creare comunità che possano gestire più facilmente l´amministrazione del territorio, mettendo in comune mezzi, professionalità e risorse. In questo quadro le Province vanno superate come livello costituzionale, nella parte ordinamentale, e devono diventare organismi di seconda istanza espressione dei comuni compresi nell´area vasta. Organismi previsti da una legge della Repubblica che ne determinerà caratteristiche e funzioni, anche per definire gli ambiti di riorganizzazione delle amministrazioni statali sul territorio. In questa logica, è prioritaria l´effettiva istituzione delle Città Metropolitane, come livello di governo condiviso delle politiche e dei servizi nelle maggiori aree urbane del Paese. Regioni - Le Regioni, in un´architettura istituzionale coerente, devono essere esclusivamente organi di programmazione e di legislazione e non di gestione. Le funzioni amministrative devono essere messe in capo agli enti locali territoriali. Il rispetto di questa netta separazione dei ruoli funzionali, così come costituzionalmente previsti, eviterebbe parte delle sovrapposizioni che caratterizzano l´attuale assetto istituzionale. Sarebbe inoltre utile una riflessione sugli Statuti delle Regioni ordinarie, nei quali si è realizzata un´eccessiva differenziazione tra i vari ordinamenti regionali, troppo spesso non giustificabili dalle singole peculiarità territoriali. In quanto alle Regioni autonome e alle Province di Bolzano e Trento, esse hanno prerogative e competenze anche diverse tra loro, legate alle ragioni storico-politiche, geografiche e giuridiche che hanno dato origine agli Statuti speciali e, collegato ad essi, hanno un diverso sistema di compartecipazione al gettito erariale. Dentro questo quadro è necessario sviluppare come elemento unitario di riforma il nesso autonomia-responsabilità-efficienza e avviare in questa prospettiva una riflessione sull’allocazione ottimale delle competenze. La governance locale - L´elezione diretta di presidenti e sindaci ha migliorato la governabilità, ma ha sacrificato la rappresentanza democratica, dando origine a personalismi e leaderismi. È dunque opportuno ridefinire il rapporto giunte-consigli, o prevedendo l´elezione della Giunta da parte del Consiglio, anche per rafforzare il ruolo dei partiti a livello locale, oppure altre forme di potenziamento dei poteri dei consigli comunali e regionali. Finanziamento della politica ed etica pubblica Finanziamento della politica - È indispensabile una legge che, definendo la missione dei partiti in base all´art. 49 della Costituzione, ne disciplini modi e forme della partecipazione democratica interna, prevedendo che ogni formazione politica impegnata a “concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” si doti di uno statuto registrato in cui sia esplicitato il “metodo democratico” con cui sono regolamentate le attività del partito (elezione e temporaneità della cariche, forme della partecipazione degli iscritti, controllo e distribuzione delle risorse, rapporti centro-periferia, organi e procedure di controllo interni ed esterni). Una legge che disciplini e regoli i partiti politici è il presupposto imprescindibile per un sistema di finanziamento della politica capace di garantire uguaglianza nella partecipazione e trasparenza nella competizione e di scongiurare il ritorno ai partiti degli “ottimati” e alla politica permessa solo alle classi di reddito più elevato o a partiti “del principe”. Lo Stato deve garantire a tutti i cittadini uno spazio eguale e trasparente per partecipare alla vita politica quotidiana e per poter concorrere alle cariche elettive. Questa garanzia può essere fornita attraverso la concessione gratuita di servizi (ad es. Uso di luoghi pubblici, spazi per affissioni ecc), e la previsione di agevolazioni (es. Spedizioni postali, editoria, ecc.), assicurando inoltre un´eguale presenza nei media. In particolare, durante le campagne elettorali va prevista la gratuità dei costi organizzativi e logistici per le formazioni politiche candidate, entro un determinato tetto di spesa fissato dalla legge. Queste concessioni, definite in una legge quadro nazionale che ne determini in modo esclusivo per ogni livello istituzionale, forme e modalità, e assicurate sia durante le campagne elettorali sia durante i periodi di attività politica quotidiana, al fine di favorire la continuità della partecipazione democratica dei cittadini alla determinazione della politica nazionale, devono sostituire le forme di finanziamento diretto e devono essere accompagnate da una nuova legge sul conflitto di interessi, sull´incandidabilità e sull’incompatibilità. Il finanziamento privato deve essere disciplinato prevedendo rigorosi tetti massimi e l´assoluta trasparenza dei contributi (anche attraverso l´obbligo di pubblicazione e certificazione dei bilanci), e introducendo ipotesi di reato in caso di violazione della normativa sui trasferimenti. Devono essere, inoltre, previsti, tetti di spesa per le campagne elettorali ad ogni livello. Eletti ed etica della politica - La gratuità delle cariche elettive è anti-democratica e mina la libertà politica e l´uguaglianza delle possibilità, ma è necessaria una riduzione e una razionalizzazione delle indennità dei parlamentari e dei consiglieri regionali, prevedendo nella legge nazionale criteri oggettivi (ad esempio il tetto di 3 volte il reddito medio calcolato dall´Istat), dei contributi e dei rimborsi, e una loro maggiore regolamentazione che preveda innanzitutto l´obbligo di produrre giustificativi di spesa a fronte dei rimborsi ricevuti e il divieto di cumulo dei vitalizi. Democrazia partecipativa e diretta - Le istituzioni, nazionali e locali, sono spesso chiamate ad assumere decisioni che incidono fortemente sulla vita di determinate e circoscritte comunità. In queste circostanze, come recenti avvenimenti hanno dimostrato, è necessario ipotizzare forme di coinvolgimento attivo della popolazione locale che permettano una condivisione delle scelte operate, in modo che la cittadinanza non percepisca un provvedimento adottato come un´imposizione “esterna”, e quindi estranea. La promozione di strumenti di democrazia partecipativa che, nell´ambito di determinate procedure, permettano l´incontro di “società” e “istituzioni rappresentative”, è, infatti, opportuna al fine di rendere i cittadini compartecipi e, quindi, anche corresponsabili di scelte importanti per la loro comunità. Inoltre la partecipazione dei cittadini deve essere declinata anche in funzione dei processi di condivisione degli obiettivi da raggiungere e della valutazione dei servizi. Per questo insieme di motivi è necessario varare una legge nazionale sulle diverse forme di democrazia partecipativa. La Costituzione prevede la possibilità di presentare leggi di iniziativa popolare che però, troppo spesso, non arrivano ad essere discusse nelle aule parlamentari. Si dovrebbe, quindi, prevedere l´obbligo di calendarizzare le proposte presentate entro un determinato periodo dal loro deposito. Vanno, inoltre, sicuramente estese le esperienze di partecipazione popolare alle scelte amministrative locali come il bilancio partecipato. Infine, va previsto un rilancio del ruolo del Cnel precisandone i compiti. Referendum - La Costituzione italiana prevede la sola possibilità di referendum abrogativo per leggi nazionali, con il necessario raggiungimento del quorum. L´istituto referendario come massima espressione del volere dei cittadini su un determinato tema dovrebbe essere modificato per rafforzarne la portata. Sarebbe utile, poi, prevedere che le richieste di referendum si possano effettuare di volta in volta su singoli temi, prevedendo il giudizio di ammissibilità della Corte dopo le prime 100.000 firme raccolte, al fine di evitare la dispersione di una chiamata alle urne su una miriadi di questioni, su cui è difficile per i cittadini ottenere una corretta informazione e raggiungere una vera e propria consapevolezza, o la vanificazione a posteriori di un processo di partecipazione. Sarebbe anche necessario aggiornare il numero di firme richieste e prevedere il quorum del 50% + 1 relativo non agli aventi diritto, ma ai votanti dell´ultima elezione dell´organismo che ha legiferato. Infine, per promuovere forme di partecipazione attiva della cittadinanza alla politica locale, si potrebbe introdurre l´istituto del referendum deliberativo a livello comunale, la cui richiesta dovrebbe, anche in questo caso, essere esercitata di volta in volta in relazione a singoli e specifici temi che riguardano la vita della comunità locale, prevedendo un numero di firme necessarie variabile in proporzione alla popolazione residente nel singolo comune (5%) e il raggiungimento del quorum del 50% + 1 degli aventi diritto al voto. Vigilanza e controlli - Rafforzare le istituzioni pubbliche richiede anche un sistema di vigilanza e controlli tali da permettere sia una consapevole partecipazione democratica sia la prevenzione e repressione degli abusi – pubblici e privati – contrastando la tendenza alla compressione delle risorse dedicate. Pubblica Amministrazione Negli ultimi anni l´obiettivo della diminuzione del debito pubblico si è tradotto in tagli ingenti alla spesa pubblica, tagli che hanno coinvolto le amministrazioni pubbliche centrali, locali, della conoscenza e dei servizi. Con la ricetta “anticrisi”, si è ridotto il perimetro pubblico con i tagli lineari e sono stati ridotti drasticamente i servizi alla persona. Con i tagli lineari si è estesa l’inefficienza senza colpire gli sprechi, mentre si sono colpite le situazioni virtuose. In questa logica occorre perseguire una forte e strutturale riduzione delle consulenze e della esternalizzazione dei servizi. Il lavoro pubblico è divenuto oggetto di attacchi ideologici e con il blocco della contrattazione si è dato un forte colpo al tenore di vita. Ma non è riducendo il perimetro pubblico o riducendo i servizi che l´Italia uscirà dalla crisi. Nuove istituzioni pubbliche devono farsi motore di sviluppo del Paese e per farlo, necessitano di investimenti e che sia potenziata e qualificata la loro azione. Come fa, ad esempio, la proposta avanzata da Flai e Fp Cgil sulla riforma dei centri per l´impiego (di cui va salvaguardata la prossimità ai cittadini), basata sul forte coordinamento dei vari soggetti istituzionali. Ora occorre ricostruire un circolo virtuoso di riforma degli assetti istituzionali, riforma delle amministrazioni pubbliche, valorizzazione del lavoro. Occorre agire su 5 versanti: Uno stretto collegamento tra la riforma istituzionale e gli assetti delle Pp.aa. Da affrontarsi privilegiando quelle che offrono servizi alle persone Il tema non riguarda solo il sistema dei servizi, ma anche la riorganizzazione della macchina centrale (i Ministeri) snellendone le strutture e qualificandone le funzioni con progetti di innovazione, utilizzando semplificazione, trasparenza, garanzia degli accessi e digitalizzazione. La riorganizzazione dello Stato sul territorio deve partire dai bisogni e dalle necessità del cittadino/utente e delle imprese per poter individuare, anche tramite la negoziazione territoriale per lo sviluppo e la contrattazione sociale, gli obiettivi da raggiungere e i servizi su cui investire. La riorganizzazione dello Stato sul territorio non può prescindere da un progetto complessivo ed organico (Stato e autonomie locali) che corrisponda a criteri non solo statistici ed economici, ma che guardino principalmente ai bisogni. Le funzioni di controllo e indirizzo, restando quindi collocati centralmente, devono garantire con un “minimo comun denominatore” i diritti costituzionali. La gestione dei servizi da essi derivanti possono essere inclusi nel processo di riforma più complessivo anche attraverso l´individuazione di luoghi e funzioni comuni. Occorre procedere alla individuazione di progetti mirati di trasparenza, semplificazione, formazione e qualificazione da attuarsi attraverso la contrattazione di secondo livello, individuando le forme del controllo sociale da parte dei fruitori dei servizi. È necessario investire su tutte le professionalità, interne alle amministrazioni pubbliche e agli enti strumentali, anche attraverso l´omogenizzazione dei trattamenti contrattuali, per garantire i servizi e le prestazioni pubbliche ai massimi livelli. Si dovrà, inoltre, agire tramite gli istituti della riqualificazione, formazione, mobilità territoriale e intercompartimentale, attraverso la contrattazione nazionale ed integrativa, al fine di assicurare, anche nella fase di riorganizzazione, i livelli occupazionali. In un quadro di rinnovamento del sistema di offerta dei servizi pubblici va rivisto il tema delle società e degli enti strumentali delle amministrazioni pubbliche che costituisce un consolidato sistema “parallelo” di offerta dei servizi pubblici, costituito con gli anni a causa delle politiche restrittive, e per colpa della cattiva politica, prestando la necessaria attenzione al tema della garanzia occupazionale e della continuità delle prestazioni dei servizi. Una forte razionalizzazione e centralizzazione in ambito regionale o provinciale delle funzioni di supporto all´intero sistema amministrativo in tema di acquisti di beni e servizi (che devono tener conto anche della sostenibilità sociale e ambientale) e di reclutamento del personale. Nuove regole sul lavoro pubblico a partire dalla riconquista della “contrattualizzazione” del rapporto di lavoro dopo la manomissione degli interventi del Governo Berlusconi. In questo quadro va ricollocata l´apertura di una nuova stagione contrattuale legata ai processi di innovazione necessari al miglioramento delle Amministrazioni. Una nuova declinazione del principio di valutazione della responsabilità della dirigenza: • un chiaro e vincolato collegamento tra retribuzione e risultato in una logica di obiettivi/risultati trasparenti e controllabili; • Un accorciamento della forbice retributiva tra dirigenza e non, da perseguirsi anche generalizzando il tetto retributivo già varato alle società partecipate • Misure di etica della dirigenza (rotazione; no a pluriincarichi; chiarezza retributiva; no utilizzo consiglieri di Stato etc. Negli uffici di diretta collaborazione; no chiamate fiduciarie; non spoils si a sistema di responsabilità e rimozione) Le politiche del lavoro - E’ necessario accompagnare i processi di riforme istituzionali, di innovazione amministrativa e semplificazione istituzionale, affrontando non in modo “lineare” e non per tutte le realtà il tema del ringiovanimento del lavoro e quello della innovazione nella politica assunzionale, dando risposte positive al tema del superamento della precarietà attualmente esistente e impedendo il ricorso a forme di lavoro flessibile come forma di reclutamento del lavoro pubblico. In sostanza una misura alternativa a quella lineare portata avanti con la spending review, che produrrà, se non sarà profondamente modificata, gravi distorsioni e inefficienze, la chiusura di uffici e servizi, il licenziamento di lavoratori precari (oggi indispensabili ai servizi stessi), e il blocco totale del turn over. Il tema quindi è: in un paese nel quale il lavoro pubblico è il più “vecchio” dei paesi Ocse occorre trovare una soluzione per un precariato senza regole e nello stesso tempo affrontare in una chiave di uscita programmata e mirata dal blocco del turn over politiche di innovazione nel campo delle assunzioni, affrontando anche per questa via il tema delle performances delle amministrazioni, procedendo ad assunzioni qualificate e mirate nelle professionalità e nei settori. In sostanza una proposta di riforma delle politiche assunzionali e del reclutamento senza abbandonare la logica dell’art.97/Cost con la quale affrontare il tema del superamento della precarietà e l’accesso mirato di nuove e qualificate professionalità. |
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ELEZIONI REGIONALI 2013: IN VALLE D’AOSTA SI VOTA SOLO DOMENICA 26 MAGGIO |
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Aosta, 23 maggio 2013 - La Presidenza della Regione informa che le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale si svolgeranno esclusivamente nella giornata di domenica 26 maggio 2013. I seggi saranno aperti dalle ore 7 alle ore 22. Gli aventi diritto al voto sono 102 mila 628 (52 mila 472 donne e 50 mila 156 uomini). Nei 74 Comuni della Valle verranno allestiti 151 seggi. Ad Aosta le sezioni sono 38. Gli scrutini inizieranno lunedì 27 maggio a partire dalle ore 8. Da martedì 21 maggio gli uffici comunali rimangono aperti quotidianamente, anche nei giorni festivi, almeno dalle ore 9 alle ore 19 e, nel giorno della votazione, per tutta la durata delle relative operazioni, per il ritiro delle tessere elettorali non consegnate o dei duplicati delle tessere esaurite, deteriorate, smarrite o rubate. Si ricorda che da sabato 25 maggio (a partire dalla mezzanotte del venerdì) inizia il divieto dei comizi, delle riunioni di propaganda e delle nuove affissioni di stampati, giornali murali, manifesti di propaganda (silenzio elettorale). A Palazzo regionale, nella giornata di lunedì 27 maggio è aperta la sala stampa, per i giornalisti accreditati. I risultati saranno pubblicati sul sito regionale: http://www.Regione.vda.it/pressevda/focus/ele_reg_2013_i.aspx Attraverso lo stesso link è inoltre possibile seguire la diretta web, a cura dell’ufficio stampa della Presidenza del Consiglio regionale. |
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PROVINCIA FIRENZE, DIRITTO DI VOTO AI MIGRANTI APPROVATA MOZIONE DI SOLIDARIETÀ AL MINISTRO CECILE KYENGE E SULLA CITTADINANZA AI FIGLI DI STRANIERI NATI IN ITALIA |
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Firenze, 23 maggio 2013 - Il Consiglio provinciale di Firenze ha approvato il 22 maggio una mozione della Commissione Politiche per l´immigrazione, illustrata dal Presidente Giuseppe Carovani, di solidarietà con la ministra Cecile Kyenge, a sostegno del suo impegno per l´accesso alla cittadinanza ai figli di stranieri nati in Italia e per il diritto di voto amministrativo ai migranti. Si esprime condanna per gli attacchi volgari e razzisti che il ministro ha dovuto subire e si ribadisce condivisione per i contenuti delle proposte di legge di iniziativa popolare promosse dal comitato ´L´italia sono anch´io´. Dal Consiglio provinciale di Firenze anche un appello al Consiglio regionale affinché in occasione della discussione sulla riforma della legge elettorale regionale si allarghi la platea elettorale ai lavoratori stranieri stabilmente residenti, in coerenza con la Costituzione e con lo Statuto regionale. La mozione è stata approvata con i voti favorevoli di Pd, Idv, Diritti e Libertà e Rifondazione comunista, mentre ha avuto i contrari di Pdl e Lega. Il Pdl aveva presentato un maxiemendamento, che condivideva il testo di gran parte della mozione della commissione, di solidarietà al ministro Kyenge, ma non la parte relativa ai diritti di cittadinanza. Il maxiemendamento, presentato come documento a parte, è stato respinto (e su di esso la Lega si è astenuta). |
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ENTRATE SARDEGNA, CAPPELLACCI: "SENTENZA CONFERMA ANCORA UNA VOLTA LA NOSTRA TESI: STATO DEBITORE MOROSO" |
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Cagliari, 23 maggio 2013 - "Nella sostanza la Corte Costituzionale conferma la nostra tesi: lo Stato era e continua ad essere un debitore moroso nei confronti della Sardegna e dei Sardi". Così ieri il presidente Cappellacci commenta il pronunciamento della Corte sul ricorso della Regione in materia di entrate. "Nell´impugnare l´atto - ha osservato il presidente - eravamo consapevoli del rischio di inammissibilità, ma il nostro scopo è far emergere in ogni passaggio il mancato adempimento da parte dello Stato nei confronti della nostra isola ed il mancato versamento di quanto effettivamente dovuto alla nostra Regione. Sulla questione entrate, forti anche delle precedenti sentenze e di tutti quei passaggi con cui la Corte evidenzia la fondatezza della nostra rivendicazione, proseguiamo nel segno della massima intransigenza. E con la stessa determinazione proseguiamo altresì la rivendicazione per l’adeguamento del patto di stabilità al nuovo testo dell´art. 8 dello Statuto affinché la Regione sia messa in condizione di poter utilizzare le risorse a favore delle famiglie, delle imprese e dei territori. Auspichiamo – ha concluso Cappellacci - che il nuovo esecutivo recentemente insediato a Palazzo Chigi tenga conto dell’orientamento espresso dalla Corte Costituzionale, ascolti la voce della Sardegna e contribuisca a riportare la dialettica dal piano giurisdizionale a quello della leale collaborazione istituzionale". |
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SEGRATE BATTE MILANO PER ATTRATTIVITÀ LOCALE È QUANTO EMERGE DAI PRIMI DATI DELLO IAL, L’INDICATORE DI ATTRATTIVITÀ LOCALE DEI COMUNI ITALIANI, MESSO A PUNTO DA ASSIRM IN VISTA DI EXPO 2015 |
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Segrate, 22 maggio 2013 - È Segrate il comune con il valore di attrattività locale più alto tra i 22 della prima cerchia di Milano. È quanto emerge da un primo utilizzo dello Ial, l’indice di attrattività locale sviluppato dal Centro Studi di Assirm, l’Associazione degli Istituti di ricerche di mercato, sondaggi di opinione e ricerca sociale, in collaborazione con il Prof. Gian Carlo Blangiardo, ordinario di demografia all’Università Bicocca, con l’obiettivo di fotografare la competitività locale dell’Italia in vista Expo 2015. “Un risultato che ci riempie di orgoglio – commenta il Sindaco Adriano Alessandrini – e che premia il grande lavoro svolto dall´Amministrazione Comunale sul territorio per continuare a offrire servizi sempre migliori alla cittadinanza, alle famiglie, alle imprese- Un impegno che è stato più volte premiato – continua il Sindaco-. Regione Lombardia ha proclamato Segrate “Ente Semplice 2012” per i Servizi online offerti ai cittadini, e concesso la laurea ad honorem a ´Segrate4you´, pacchetto di servizi offerti ai residenti, a tutte le realtà locali e ai city users come ´miglior progetto integrato di conciliazione´. Attraverso l’utilizzo del “cruscotto socio-economico” realizzato ad hoc e composto da 8 indicatori elementari, più un nono riassuntivo - reddito mediano, % obbligo scolastico non conseguito, % possesso diploma, età media popolazione, n. Indice variazione popolazione 2006-2010, n. Indice variazione famiglie 2006-2010, indice migratorio (attrazione) ed eterogeneità – Segrate è risultata il più attrattivo tra i principali comuni della provincia di Milano, registrando uno Ial pari a 136,47 più della stessa Milano che si assesta al secondo posto con uno Ial di 132,57. Al terzo posto si posiziona Pioltello (122,01), maglia nera a Bollate, invece, che si classifica ultima con un Indice di attrattività pari a 91,86. Il modello concettuale di riferimento, proposto dal Prof. Blangiardo, ipotizza che il benessere e il potenziale di sviluppo di un comune trovino adeguata espressione: in un reddito sufficiente ed equamente distribuito, nella presenza di un capitale umano con un buon livello di scolarità, in una popolazione vitale e dinamica giovane, in crescita e attrattiva rispetto all’esterno, in un sistema familiare altrettanto vivace e dinamico; in un buon grado di omogeneità socio-culturale. “A questo proposito – interviene Alessandrini – abbiamo fatto un grande investimento, dedicando alla cultura una delle opere più importanti di tutto il programma di mandato, il Centro polifunzionale Giuseppe Verdi, che ospiterà la Biblioteca Civica e avrà spazi in cui si svolgeranno iniziative culturali a ogni livello per tutte le fasce di età. Un Centro che inaugureremo sabato 25 maggio dalle 15.30 con una “Catena umana della Cultura”, in cui più di 600 persone tra cittadini, alunni delle scuole segratesi, membri delle associazioni locali, di mano in mano, chi a piedi, chi in bici, chi alternando esibizioni nelle più diverse discipline sportive, si passeranno i primi libri che dalla vecchia sede di via degli Alpini saranno trasferiti nella nuova all´interno del Verdi. All´apertura del nuovo polo culturale e spazio di aggregazione per la cittadinanza è stata dedicata una “9 giorni di eventi”, dal 25 maggio al 2 giugno. Il programma completo è scaricabile dal sito www.Comune.segrate.mi.it. Ci sarà contestualmente una maratona di autori noti nel panorama letterario italiano che presenteranno i loro ultimi libri”. A partire quindi dai dati disponibili da fonti pubbliche facilmente consultabili (ad esempio quelli provenienti dal Ministero dell’Economia e della Finanza o dall’Istat), lo Ial è in grado di fotografare le caratteristiche economiche, demografiche e sociali di un territorio e valutarne, così, la competitività. Preso così un qualsiasi comune italiano, è possibile descriverlo e misurarne l’attrattività. Per la Lombardia, il cruscotto risultante (dati analitici) è il seguente: Reddito mediano 23210; % obbligo scolastico non conseguito 8,6; % possesso diploma 32,8; età media popolazione 43,83; N. Indice variazione popolazione 2006-2010 104,67; N. Indice variazione famiglie 2006-2010 106,94; Indice migratorio (attrazione) 10,7; Eterogeneità 0,18. Sulla base di uno standard, calcolato sul totale Italia, la classifica emersa sui 22 comuni milanesi analizzati è la seguente : Comune Ial - 1. Segrate 136,47; 2. Milano 132,57; 3. Pioltello 122,01; 4. Gorgonzola 120,28, 5. Settimo Milanese 120,06; 6. Garbagnate 119,12; 7. Sesto San Giovanni 117,40; 8. Melegnano 117,29; 9. Cormano 116,27; 10. San Giuliano 113,72; 11. Corsico 110,38; 12. Cologno 108,58; 13. Opera 108,51; 14. Cinisello Balsamo 107,94; 15. Peschiera Borromeo 107,05; 16. Trezzo sull’Adda 106,39; 17. Rozzano 106,38; 18. Abbiategrasso 104,21; 19. Rho 101,17; 20. Melzo 100,14; 21. Paderno Dugnano 98,58; 22. Bollate 91,86. Ogni mese il Centro Studi Assirm calcolerà lo Ial per almeno dieci comuni italiani, a partire dalla provincia di Milano. L´obiettivo è di arrivare, entro il 2014, ad aver mappato tutti i comuni lombardi, in vista di Expo 2015: i dati progressivamente calcolati verranno resi pubblici e messi a disposizione degli interessati, dallo stesso sito Assirm. L´utilizzo di Ial da parte di enti e di istituzioni può essere sia conoscitivo sia operativo: per esempio, applicandolo a livello di zone di decentramento, un grande comune può individuare le aree su cui orientare gli investimenti strutturali, per aumentarne la competitività. Gli istituti associati ad Assirm sono società private, indipendenti, senza sovvenzioni pubbliche, dotate di organizzazione e tecnologie adeguate, in possesso di conoscenze tecniche e metodologiche collaudate e, soprattutto, di risorse umane di alto livello. Gli Associati sono impegnati al rispetto di un codice di etica professionale molto articolato e di standard di qualità certificati e formalizzati sulla base di standard minimi di qualità condivisi. Presidente di Assirm è Umberto Ripamonti. |
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VERTICE SICUREZZA. VENDOLA: "OGGI LO STATO C´È. ORA TOCCA ALLA POLITICA" |
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Bari, 23 maggio 2013 - “Oggi lo Stato si è fatto sentire, si è visto. Ed è fondamentale per dare fiducia ai cittadini, per segnare l’impegno repressivo di contrasto, ma anche l’impegno culturale per non accettare nessuna forma di convivenza con gli stilemi della cultura mafiosa. Speriamo che dopo lo Stato, prenda la parola la politica perchè per troppi anni la politica ha taciuto su questi argomenti”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola al termine della conferenza stampa che si è svolta ieri mattina in Prefettura dopo il vertice sulla sicurezza con il Ministro degli Interni Angelino Alfano. “Negli anni tra il 1992 e il 2004 – ha ricordato Vendola - il lavoro della politica è stato di accendere i riflettori, accanto alle forze dell’ordine e alla magistratura, sui fenomeni criminali. Noi non avremmo mai costruito l’operazione Primavera, che ha consentito di smantellare il contrabbando di tabacchi lavorati esteri in Puglia, se non ci fosse stato un lavoro culturale e politico teso a dimostrare che il contrabbando non era un fenomeno di folclore ma era un fondamento della criminalità mafiosa”. Per Vendola quindi, c’è bisogno che “torni in campo la commissione antimafia, che torni un dibattito pubblico, che si torni a riprendere la parola. La lotta contro i clan non è un compito esclusivo della magistratura e delle forze dell’ordine, è un compito della società civile ed è un compito della politica”. Vendola poi ha ricordato il protocollo per la dematerializzazione del fascicolo giudiziario sottoscritto tra la Puglia e l’allora Ministro di Giustizia Alfano . “Un protocollo – ha detto Vendola – che segnava un percorso fondamentale sul tema decisivo della velocità con cui si deve amministrare la giustizia. In Puglia, con pochi spiccioli, abbiamo costruito un modello di avanguardia nel processo di informatizzazione e di dematerializzazione del fascicolo giudiziario. Ci farebbe piacere – ha concluso Vendola - che quel protocollo fosse ripreso perché riteniamo possa essere un’occasione importante per dare ossigeno ad una giustizia che è in apnea”. |
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TRENTO. PROMOZIONE DI RETI DI FAMIGLIE |
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Trento, 23 maggio 2013 - Il Trentino come esempio di buone pratiche a favore delle famiglie: da ieri fino a venerdì una trentina di operatori pastorali nazionali è a Trento per il terzo modulo del percorso di formazione "Promuovere reti di famiglie", promosso da Caritas italiana - la cui proposta di certificazione "Family Audit" è all´ordine del giorno del Consiglio dell´Audit del 28 maggio prossimo - con il supporto dell´Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nel pomeriggio, presso la Sala Wolf del Palazzo provinciale di piazza Dante, il dirigente dell´Agenzia provinciale Famiglia, Natalità e Politiche giovanili, Luciano Malfer, ha illustrato i punti di forza del Trentino, a partire dalla legge provinciale sul benessere familiare n. 1/2011. E questa sera l´incontro degli operatori pastorali italiani con l´assessore alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi e con il vicario dell´arcidiocesi di Trento, monsignor Lauro Tisi per parlare del Family Audit. La legge 1/2011, come ha spiegato Luciano Malfer, definisce l´architettura delle politiche messe in campo dalla Provincia autonoma di Trento a supporto delle famiglie, che sono state volutamente distinte dalle politiche sociali. La norma riassume, in sostanza, quanto fatto negli ultimi anni a sostegno della famiglie per trasformare il Trentino in un territorio "amico della famiglia". Bastano solo alcuni numeri, per dare la sostanza di questo percorso: sono 68 i Comuni amici della famiglia e quasi il 30% delle persone risiede in uno di essi, sono nove i Distretti famiglia e altri quattro sono in formazione, in Trentino vi sono 70 aziende amiche delle famiglie. E ancora: sul sito www.Trentinofamiglia.it, a cui contribuisce il Forum delle Associazioni familiari del Trentino, vi sono 100 enti accreditati e un migliaio di diverse attività di cui circa il 30% è certificato "Family in Trentino". Ad affiancare Malfer vi erano anche i referenti del Forum delle Associazioni familiari del Trentino e dell´associazione Ama. Nel pomeriggio la visita al Castello del Buonconsiglio di Trento, uno dei musei amici della famiglia, questa sera invece un incontro al quale parteciperanno l´assessore provinciale Ugo Rossi, monsignor Lauro Tisi vicario dell´arcidiocesi di Trento, don Albino Dell´eva delegato vescovile per il Centro Famiglia della diocesi di Trento e Roberto Calzà direttore della Caritas diocesana di Trento, nel quale la diocesi di Trento presenterà la pastorale familiare alla Caritas italiana e il percorso intrapreso dall´arcidiocesi di Trento per aderire allo standard del "Family Audit"; domani verranno presentate alcune iniziative specifiche del territorio trentino, nonché il percorso di accompagnamento familiare "Cantiere Famiglia", infine venerdì 24 maggio sarà approfondita l´esperienza dell´associazionismo familiare e della Consulta provinciale della famiglia. |
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PARMA, PARI OPPORTUNITÀ: COMITATI UNICI DI GARANZIA A CONFRONTO VENERDÌ 24 MAGGIO UN INCONTRO ORGANIZZATO DALLE CONSIGLIERE PROVINCIALI DI PARITÀ. |
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Parma, 23 maggio 2013 – Si parlerà di pari opportunità, benessere e lotta alle discriminazioni sul posto di lavoro venerdì 24 maggio a partire dalle 9,45 a Palazzo Giordani (viale Martiri della libertà 15, Sala Borri), in un incontro di approfondimento organizzato dalle Consigliere provinciali di parità con la collaborazione della Provincia. “Comitati unici di garanzia a confronto: riflessioni e prospettive future” il titolo dell’appuntamento, che vuole essere un’opportunità di discussione aperta fra diverse voci e diverse realtà del nostro territorio. All’istituzione dei Comitati unici di garanzia (Cug) negli enti pubblici (con l’art. 21. Del Collegato Lavoro 2010 - Misure atte a garantire pari opportunità, benessere di chi lavora e assenza di discriminazioni nelle amministrazioni pubbliche) sono seguite linee guida del Ministero del Lavoro e della Regione Emilia-romagna per il loro funzionamento: linee guida che impongono obblighi per la valorizzazione del benessere di chi lavora, iniziative contro le discriminazioni e per la promozione delle pari opportunità sui luoghi di lavoro. Oltre all’importanza degli adempimenti normativi e alle sanzioni previste per gli enti pubblici che non hanno ancora istituito i Cug, è necessario, per quelli che hanno adempiuto agli obblighi di legge, approfondire i temi comuni e scambiare prassi. Proprio a questo punta l’incontro di venerdì: a condividere e sviluppare saperi e competenze sul territorio parmense, anche nell’ottica di arrivare a costruire una rete dei Comitati unici di garanzia. Il programma prevede alle 9,45 i saluti della consigliera provinciale di parità Cecilia Cortesi Venturini e degli assessori provinciali Manuela Amoretti e Marcella Saccani. A seguire gli interventi di Nadia Monacelli, vicepresidente Cug dell’Università di Parma (“Conciliazione fra tempi di vita lavorativa e personale”), Antonella Vezzani, presidente Cug dell’Azienda Ospedaliero-universitaria di Parma (“Piani triennali di azioni positive e progressioni di carriera”), Sandra Vattini e Paola Campanini, vicepresidente Cug e consigliera di fiducia dell’Azienda Usl di Parma (“Benessere organizzativo e mobbing”), Mariantonietta Calasso, presidente Cug Aipo-adbpo (“Molestie sessuali e codice di condotta per la tutela della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori”). Modera l’incontro Fabrizia Dalcò, presidente Cug della Provincia di Parma. Per informazioni: Ufficio Consigliere provinciali di parità di Parma, tel. 0521-931791, mail consiglieraparita@provincia.Parma.it , web www.Pariopportunita.parma.it |
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ASSESSORE PIEMONTE: MASSIMA ATTENZIONE ALLE POLITICHE SOCIALI E ALLE RISORSE NECESSARIE |
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Torino, 23 maggio 2013 L’assessore alle Politiche sociali, Ugo Cavallera, ha illustrato ieri, nella riunione della Quarta Commissione consiliare regionale, gli interventi in materia. La Regione Piemonte con la legge di bilancio 2013 continua, pur nelle difficoltà della situazione finanzaria, ad assicurare un adeguato livello di finanziamento agli enti gestori dei servizi socio-assistenziali. Infatti, le erogazioni a favore degli enti gestori sono complessivamente superiori rispetto a quelle dell´anno 2012, quando la Regione ha trasferito 114.677.243 euro agli enti gestori dei servizi socio-assistenziali rispetto a quelle previste per l´anno 2013, pari a 127.129.922 euro, che consentiranno tra l´altro il finanziamento delle cure domiciliari in lungo assistenza. Va altresì detto che la distribuzione di queste risorse nei diversi capitoli di bilancio risente di impegni che l´amministrazione regionale ritiene doverosi per rispondere alle sollecitazioni degli enti locali su interventi specifici, come quello del rimborso delle spese sostenute per i pazienti ex psichiatrici rivalutati anziani o disabili. “Con il bilancio 2013 continua così l´opera di revisione della spesa per le politiche sociali e la sua finalizzazione verso interventi specifici a favore soprattutto delle non autosufficienze, riqualificando di fatto il finanziamento indistinto a favore degli enti gestori dei servizi socio-assistenziali.- ha dichiarato Cavallera. A questo riguardo va ricordato che la funzione servizi sociali è una competenza gestionale dei Comuni: l´intervento finanziario della Regione ha carattere contributivo rispetto all´intervento dei Comuni e dei loro consorzi e deve essere finalizzato ad assicurare prioritariamente le prestazioni e i servizi essenziali, previsti dalla legge regionale 1/2004. E’ importante il dibattito sulla quantità delle risorse, ma è altrettanto urgente un confronto nel merito sui servizi e sulle prestazioni considerate essenziali, al fine di valutarne il finanziamento complessivo ed i ruoli della Regione e degli enti locali. “In un periodo di risorse decrescenti e di bisogni crescenti, occorre prestare grande attenzione alla qualità della spesa e a una corretta allocazione delle risorse. Ci rendiamo conto delle esigenze della popolazione piemontese e siamo disponibili- in fase di assestamento- ad un integrazione delle risorse che abbiamo messo a bilancio per il 2103 in grado di contemperare tutte le necessità, compresi gli asili nido”- ha dichiarato Cavallera. Mi auguro, altresì, che nel 2013, anche grazie al decreto legge 35 sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione agli enti locali, sia possibile ridurre i tempi di erogazione delle risorse assegnate, con evidenti benefici per tutto il sistema.” |
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ASSOCIAZIONE CITTADELLAVITA, I COMPLIMENTI DEL PRESIDENTE ZAIA: “ESEMPIO DI QUELLA SOLIDARIETÀ UNICA CHE FA PARTE DEL DNA DI NOI VENETI” |
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Venezia, 23 maggio 2013 - “Il Veneto è, da sempre, una terra in cui il volontariato rappresenta un valore fondamentale e l’associazione Cittadellavita ne è un esempio concreto. Dal 2009 aiutano tante mamme in difficoltà che non possono e non devono essere lasciate sole. Il mio grazie sincero va alle volontarie che lavorano in questa associazione per tutto quello che hanno fatto, fanno e faranno a servizio della nostra comunità.” Così il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commenta l’attività di Cittadellavita, attiva da tre anni sul territorio padovano e che ha aiutato oltre 200 mamme in difficoltà. “L’attività di questa associazione – spiega il Presidente – assume un ruolo ancora più importante in un fase di crisi come quella che sta attraversando l’economia della nostra regione e mettendo in difficoltà molte famiglie. Si tratta di un aiuto prezioso e un sostegno concreto alle donne, alle famiglie e all’intera comunità.” “Voglio ribadire – conclude Zaia – il mio grazie alle volontarie che operano all’interno di Cittadellavita perché sono l’esempio di quella straordinaria solidarietà che fa parte dell’identità di noi veneti.” |
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GENOVA: DA GIOVEDÌ 23 MAGGIO UN CONVEGNO SUL DISAGIO DEGLI ADOLESCENTI |
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Genova, 23 Maggio 2013. Come prevenire il disagio degli adolescenti a rischio di esclusione sociale, immersi nei social network, ma alle prese con la difficoltà di trovare parole per le proprie emozioni. Di questo si parlerà nel corso del convegno, dal titolo “Adolescenti tra mondo interno e scena sociale” che prenderà il via giovedì 23 maggio alle 9 per concludersi venerdì 24 al Teatro della Gioventù di Genova. Organizzato dall’Ordine degli Assistenti sociali in collaborazione con la Regione Liguria, il Comune e la Provincia di Genova e le Asl liguri, la due giorni nasce dall’esigenza di fare il punto sulla condizione giovanile e sull’attività dei servizi per gli adolescenti. Aprirà il convegno l’assessore alla formazione e al bilancio, Pippo Rossetti, a seguire Cristina Lodi, presidente del Consiglio dell’Ordine degli assistenti sociali della Regione Liguria e la presidente nazionale, Edda Samory. Venerdì tra gli interventi previsti nella tavola rotonda del pomeriggio quelli del vicepresidente della Regione Liguria e assessore alla salute, Claudio Montaldo e di Lorena Rambaudi, assessore regionale alle politiche sociali. |
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ASSOCIAZIONE CITTADELLAVITA, I COMPLIMENTI DEL PRESIDENTE ZAIA: “ESEMPIO DI QUELLA SOLIDARIETÀ UNICA CHE FA PARTE DEL DNA DI NOI VENETI” |
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Venezia, 23 maggio 2013 “Il Veneto è, da sempre, una terra in cui il volontariato rappresenta un valore fondamentale e l’associazione Cittadellavita ne è un esempio concreto. Dal 2009 aiutano tante mamme in difficoltà che non possono e non devono essere lasciate sole. Il mio grazie sincero va alle volontarie che lavorano in questa associazione per tutto quello che hanno fatto, fanno e faranno a servizio della nostra comunità.” Così il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commenta l’attività di Cittadellavita, attiva da tre anni sul territorio padovano e che ha aiutato oltre 200 mamme in difficoltà. “L’attività di questa associazione – spiega il Presidente – assume un ruolo ancora più importante in un fase di crisi come quella che sta attraversando l’economia della nostra regione e mettendo in difficoltà molte famiglie. Si tratta di un aiuto prezioso e un sostegno concreto alle donne, alle famiglie e all’intera comunità.” “Voglio ribadire – conclude Zaia – il mio grazie alle volontarie che operano all’interno di Cittadellavita perché sono l’esempio di quella straordinaria solidarietà che fa parte dell’identità di noi veneti.” |
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