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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Ottobre 2013
GAS DI SCISTO: I DEPUTATI EUROPEI VOTANO SULL´IMPATTO AMBIENTALE DELLE ATTIVITÀ DI ESTRAZIONE IL GAS DA SCISTI BITUMINOSI POTREBBE FORNIRE IL 30% DELL´ENERGIA MONDIALE ENTRO IL 2025.  
 
Strasburgo, 8 ottobre 2013 - L´estrazione dei gas di scisto potrebbero contribuire all´indipendenza energetica dell´Ue. Ma quali sono le preoccupazioni legate alla salute e all´ambiente? Il 9 ottobre, i deputati voteranno se l´estrazione del gas di scisto dovrà essere soggetta a valutazione dell´impatto ambientale obbligatoriamente. Leggi l´infografica per saperne di più. È troppo presto per sapere se il gas da scisti bituminosi rappresenta una risorsa interessante in Europa. Nonostante ciò, alcuni Stati membri - Polonia, Germania, Austria, Svezia, Olanda e Regno Unito - hanno già dato il loro accordo. Nel caso vengano rilevati importanti giacimenti, si potrebbe passare all´estrazione. In altri paesi invece - come la Francia e la Bulgaria - è stato deciso di interrompere i piani di sfruttamento. Il ruolo delle commissioni parlamentari - Per avere una visione il più ampia possibile, le due commissioni hanno studiato il funzionamento dell´estrazione. All´interno della commissione all´Ambiente è stato il relatore polacco di centro destra Boguslaw Sonik a occuparsi del dossier. Mentre nella commissione all´Industria, la deputata greca Niki Tzavela (Efd). Benefici potenziali - Lo sviluppo e la produzione del gas da scisti bituminosi potrebbe abbassare i prezzi aumentando la competitività, creare posti di lavoro, ridurre l´importazione di energia e migliorare l´indipendenza energetica dell´Ue. Possibili rischi - L´estrazione del gas da scisti bituminosi necessita l´inserimento di enormi quantità d´acqua all´interno delle formazioni rocciose a due chilometri sotto terra. Se il pozzo non è ben costruito, il rischio è quello di una contaminazione della falde acquifere. Il rischio è anche quello di fughe di gas, fenomeni sismici e la dispersione di prodotti chimici.  
   
   
IDROCARBURI, REGIONE BASILICATA INCONTRA COMMISSIONE AMBIENTE CAMERA  
 
Potenza, 8 ottobre 2013 - Nel corso della missione che ha tenuto ieri a Viggiano la Commissione ambiente della Camera dei Deputati, l’assessore alla Salute Attilio Martorano, il direttore generale del Dipartimento Ambiente, Donato Viggiano e il responsabile dell’Osservatorio Epidemiologico, Gabriella Cauzillo, hanno fornito il seguente quadro delle attività di monitoraggio ambientale e sanitario, coordinate dalla Regione, e riferite alle attività di ricerca ed estrazione petrolifera. Per quanto riguarda il monitoraggio della sismicità naturale o indotta è stata installata una rete di quindici stazioni microsismiche. L’osservatorio Ambientale della Val d’Agri ha avviato attività di valutazione della qualità ambientale. Tra i progetti un accordo con il Cnr di Tito ha permesso l´avvio di studi sulla sismicità, sulle matrici ambientali e sul controllo degli impatti ambientali. Con l’Istituto Superiore di Sanità è stato anche sottoscritto un accordo per la valutazione dell’impatto sull’ambiente delle attività antropiche. Un monitoraggio sanitario descriverà il profilo di salute delle popolazioni. Analisi su dati di lungo periodo, riferite a cause di decesso sui ricoveri ospedalieri e sui certificati di assistenza al parto (nati morti e malformazioni) verranno messe in relazione con le caratteristiche socio demografiche al fine di individuare possibili eventi da associare alle esposizioni ambientali. Tale programma consentirà alle autorità locali di adottare in qualsiasi momento misure di prevenzione e di tutela della salute. Un´alta soglia di attenzione è applicata anche al monitoraggio della rete di oleodotti. E’ in atto un censimento sulle installazioni finalizzato ad individuare quelle a più alta vulnerabilità. Il monitoraggio della qualità dell’aria è garantito da cinque centraline fisse. I dati sono trasmessi giornalmente all’Osservatorio Ambientale della Val d’Agri e al Comune di Viggiano. Le emissioni sonore sono misurate in continuo in quattro stazioni di misura. Per le emissioni odorigene Eni ed Arpab hanno condiviso una specifica tecnica per l´installazione di ‘nasi elettronici’. Il monitoraggio delle acque sotterranee viene effettuato, mensilmente, in corrispondenza di quattro piezometri ubicati lungo il limite esterno del Centro Olio Val d’Agri. Il monitoraggio delle acque superficiali viene effettuato sempre con frequenza mensile, in corrispondenza di sette stazioni di prelievo. Le acque vengono caratterizzate sia fisicamente che chimicamente. Il monitoraggio dei sedimenti fluviali viene effettuato invece con frequenza mensile. Un apposito protocollo operativo fissa inoltre le concentrazioni soglia di contaminazione nelle acque sotterranee. Anche per quanto riguarda le acque della Diga del Pertusillo periodicamente viene misurata la concentrazione di eventuali idrocarburi e metalli pesanti. Il sistema di monitoraggio ambientale della Val d’Agri comprende anche stazioni di biomonitoraggio, per la verifica del livello di criticità ecologica. Un apposito piano sovrintende il rispetto di specifiche norme tecniche e azioni di tutela della qualità dell’aria nei comuni di Viggiano e Grumento Nova. Sono stati identificati quattro livelli di attenzione, in corrispondenza dei quali è stata prevista una serie di azioni preventive da mettere in atto.  
   
   
"CITTÀ INSULARI E ARCIPELAGHI URBANI"  
 
Copenaghen, 8 ottobre 2013 - Dal 21 al 25 ottobre 2014 si terrà a Copenaghen, in Danimarca, una conferenza intitolata "Città insulari e arcipelaghi urbani" (Island Cities and Urban Archipelagos). Nel corso della storia umana le isole sono state importanti siti di sviluppo urbano. Questa conferenza interdisciplinare esplora come l´insularità può influenzare lo sviluppo urbano e l´economia locale. Inoltre, si cercherà di capire come e perché le varie città insulari si sono sviluppate in modi diversi. L´evento si propone di attrarre professionisti di varie discipline tra cui l´antropologia, l´archeologia, le scienze politiche, la pubblica amministrazione, la sociologia e il turismo. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Islanddynamics.org/islandcities.html    
   
   
INDUSTRIA: TAJANI, LA UE PROTAGONISTA DELLA CRESCITA  
 
Trieste, 8 ottobre 2013 - La Commissione europea intende essere protagonista della crescita del vecchio continente. Per questo ha approvato un Piano per la reindustrializzazione, che ha l´obiettivo di raggiungere entro il 2020 la quota del 20 per cento del prodotto interno lordo della Ue proveniente dal settore manifatturiero. Lo ha ricordato il vicepresidente della Commissione europea e commissario per l´Industria e l´Imprenditoria Antonio Tajani incontrando il 5 ottobre a Trieste, nella sede della Regione in piazza Unità d´Italia, la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani. "Stiamo lavorando per una ´governance´ di politica industriale europea - ha spiegato Tajani - perché l´Europa ha sempre più bisogno di una strategia comune di settore´´. ´´Dopo qualche errore nel passato oggi c´è un cambiamento di direzione. Lavoriamo per un´industria moderna, di alta qualità, competitiva. La sfida in questo campo deve essere europea, perché oggi la competizione è globale, non possiamo affrontarla a livello di singolo Paese´´. ´´E in ogni caso - ha concluso - si possono chiedere sacrifici ai cittadini solo indicando prospettive reali di crescita e sviluppo´´.  
   
   
MARONI: PER LE IMPRESE DALLA REGIONE LOMBARDIA MISURE CONCRETE  
 
Treviglio/bg, 8 ottobre 2013 - "La rivoluzione della concretezza è il mio imperativo. E infatti in questi primi sei mesi di governo abbiamo fatto molto per il nostro sistema produttivo, adottando misure concrete e immediate per le nostre imprese e per i nostri territori". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo al Palafacchetti di Treviglio (Bergamo) durante l´assemblea di Confindustria Bergamo. Importanza Legge Sul Piano Di Governo Del Territorio - "In particolare - ha sottolineato il presidente Maroni - vorrei citare tre misure concrete che abbiamo adottato in questi primi mesi, a cominciare dalla legge che ha consentito ai Comuni lombardi di adottare il nuovo Piano di governo del territorio, una legge che ha permesso in tutta la regione la riapertura di 3500 cantieri con un impatto economico di oltre 500 milioni di euro, una misura concreta, che ha aiutato le imprese e gli stessi sindaci, eliminando una norma che impediva loro di governare bene il territorio. E anche questo rappresenta un aiuto concreto per il nostro sistema produttivo". La Svolta Di ´Credito In Cassa´ - "La seconda misura che voglio ricordare - ha continuato il presidente della Regione Lombardia - è quella di ´Credito in cassa´, con cui abbiamo stanziato 1 miliardo di euro per pagare i debiti che i Comuni hanno nei confronti delle imprese lombarde, soldi messi a disposizione per i Comuni senza incidere sul Patto di stabilità, un vantaggio per i Comuni e per le imprese, una misura concretissima e immediata". Le Infrastrutture Come Priorità - "Il terzo tema su cui mi sono impegnato fin dal primo giorno del mio mandato - ha voluto ricordare il presidente Maroni - è quello delle infrastrutture, perché le infrastrutture servono per valorizzare i nostri territori e il nostro sistema produttivo. E infatti la prima cosa che ho fatto appena entrato in carica, prima ancora di formare la Giunta regionale, è stato convocare intorno a un tavolo tutti coloro che, in qualche modo, sono coinvolti nella realizzazione delle infrastrutture, perché questa è una delle priorità del mio mandato. E oggi posso dire che sono ottimista, perché abbiamo colmato alcuni ritardi iniziali, e che le infrastrutture fondamentali per la nostra Regione saranno pronti nei tempi stabiliti: la Brebemi sarà inaugurata, pensiamo, prima della scadenza prevista, la Pedemontana si farà tutta e si farà la Teem. Il mio impegno su questo è assoluto: venerdì scorso ho convocato nuovamente il tavolo per le infrastrutture, per fare capire a tutti i soggetti coinvolti che il presidente della Regione è impegnato in prima persona". "Dobbiamo completare le infrastrutture, dobbiamo andare fino in fondo - ha concluso Maroni -, per fare le cose giuste per la Lombardia, per le sue imprese e i suoi cittadini".  
   
   
PUGLIA: IMMOBILI EX COMUNITÀ MONTANE PASSANO A REGIONE E COMUNI  
 
Bari, 8 ottobre 2013 - La Giunta, su proposta dell’assessore al Bilancio e Patrimonio Leonardo Di Gioia, ha deliberato il passaggio alla Regione dei beni immobili delle disciolte Comunità Montane, disponendo nel contempo la possibilità che questi beni siano trasferiti a titolo gratuito ai Comuni che ne facciano domanda per utilizzarli al conseguimento di interessi preminenti per la collettività. L’atto deliberativo contiene l’elenco aggiornato degli immobili in oggetto, elenco che verrà notificato ai Comuni facenti parte a suo tempo delle Comunità Montane, nonché al commissario liquidatore delle Comunità stesse, incaricato di assicurare la più ampia collaborazione. Dal momento della notifica I Comuni avranno novanta giorni di tempo per presentare istanza di utilizzazione. La Giunta Regionale valuterà le istanze sulla scorta dei principi generali in materia di affidamento dei beni pubblici, verificando contestualmente se i Comuni richiedenti abbiano debiti nei confronti delle Comunità disciolte. Le attività tecniche ed amministrative utili alla predisposizione degli ulteriori provvedimenti di Giunta saranno affidate al Servizio Enti Locali e al Servizio Demanio e Patrimonio. “Un provvedimento utile ed equilibrato - commenta l’assessore Di Gioia - È importante che l’utilizzo di questo patrimonio immobiliare pubblico avvenga attraverso istanze dal basso, anziché in maniera verticistica. I Comuni potranno valutare nel modo migliore come valorizzare questi beni al servizio dei cittadini”.  
   
   
SPORTELLO APPALTI IN SARDEGNA: CAPPELLACCI, LAVORIAMO PER AUMENTARE PARTECIPAZIONE IMPRESE SARDE E PRODURRE PIÙ SVILUPPO E OCCUPAZIONE NELL´ISOLA  
 
Cagliari, 8 ottobre 2013 - "Lavoriamo per ribaltare dati, che oggi vedono una partecipazione non sufficiente delle imprese sarde agli appalti pubblici, affinché sia possibile produrre più sviluppo e occupazione nella nostra isola". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Ugo Cappellacci, intervenuto ieri alla presentazione del bilancio del primo anno di attività dello Sportello Appalti Imprese di Sardegna Ricerche. "Nel biennio 2011- 2012 - ha spiegato il presidente- solo il 40% delle gare d´appalto bandite nell´isola è stato affidato a imprese sarde, per un valore complessivo di 1 miliardo e mezzo di euro. Dobbiamo invertire questa tendenza affinché capitali e lavoro restino nella nostra isola. Oltre all´azione incisiva svolta da Sardegna Ricerche con il sostegno della Regione - ha evidenziato il presidente- occorre fare un salto in avanti, realizzando un mercato regionale degli appalti, dotato di una piattaforma informatica dedicata, in cui siano individuate le imprese del territorio regionale e che costituisca il primo strumento per la diffusione delle informazioni e per l´acquisto di beni e servizi per tutte le pubbliche amministrazioni regionali. Lo sportello appalti - prosegue il presidente - rappresenta pertanto il punto di partenza di un sistema qualificato, che promuova la connessione in rete delle nostre imprese e renda più competitivo il nostro sistema economico. Anche questa è una scelta di rottura con il passato e parte di quel cambiamento a misura di cittadino, di impresa e di territorio che stiamo costruendo per la Sardegna. Se consideriamo la media dei posti di lavoro prodotti da ogni appalto pubblico, che secondo l´Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici è uno ogni 63 mila euro di spesa (23600 per un miliardo e mezzo), risulta evidente – ha concluso il presidente- quanto l’azione intrapresa sia fondamentale per dare nuova linfa alla Sardegna e ai suoi territori".  
   
   
TORINO - LA RECESSIONE RALLENTA, MEGLIO L´EXPORT  
 
Torino, 8 ottobre 2013 - Situazione congiunturale ancora difficile in Piemonte, sebbene caratterizzata da un’attenuazione sia del ritmo di caduta dei livelli produttivi, sia del tenore pessimista delle previsioni. La minore flessione della produzione industriale registrata dall’indagine di Unioncamere Piemonte nel secondo trimestre 2013 trova corrispondenza nel lieve miglioramento delle previsioni rilevate da Confindustria Piemonte per la fine del 2013. I risultati di entrambe le indagini - che confermano ancora una volta il contributo positivo fornito dai mercati esteri - sono state presentate oggi, lunedì 7 settembre, nel corso di una conferenza stampa relativa all’andamento della congiuntura in Piemonte. Dopo i saluti del Presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello, sono intervenuti la responsabile dell’Ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte Sarah Bovini, che ha analizzato i risultati della performance congiunturale del periodo aprile-giugno 2013, e il responsabile dell’Ufficio Studi Economici di Confindustria Piemonte Luca Pignatelli, che ha presentato le linee di sviluppo dell’industria piemontese nel Iii e Iv trimestre 2013. A commento dei dati illustrati da Unioncamere Piemonte e Confindustria, con l’obiettivo di tracciare un quadro sempre più esaustivo dell’andamento della congiuntura in Piemonte, sono poi intervenuti Giovanni Foresti, economista del Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, e Zeno Rotondi, responsabile dell’ufficio Italy Research di Unicredit. Ha chiuso i lavori il Presidente di Confindustria Piemonte Gianfranco Carbonato. “Ci troviamo ancora una volta di fronte a risultati non positivi per la produzione industriale piemontese: per il settimo trimestre consecutivo i dati ci mostrano ordinativi in calo, fatturato in ribasso, consumi al palo. I mercati esteri continuano a rappresentare l’unica nota positiva, ma la ripresa non può fare affidamento esclusivamente sull’export, anche alla luce dell’instabilità politica del nostro Paese, che non fa bene all’immagine dell’Italia e del Piemonte nel mondo - ha commentato Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte - La nostra economia ha bisogno di certezze, di politiche concrete e strutturate; è necessario infondere nuova fiducia al nostro sistema imprenditoriale, rilanciare i consumi interni e riconquistare quella competitività che ha sempre caratterizzato il nostro territorio”. “Le previsioni delle imprese piemontesi per il Iv trimestre 2013 non autorizzano eccessive speranze sui tempi di avvio della ripresa: il clima di fiducia resta incerto, anche se i principali indicatori, seppur ancora negativi, mostrano un trend in crescita, in particolare rispetto al I trimestre 2013. Resta grave la situazione dei tempi di pagamento, che sono ancora di quasi sei mesi da parte della Pa - ha dichiarato Gianfranco Carbonato, Presidente di Confindustria Piemonte -. Da una lettura attenta dei dati traspare qualche segnale incoraggiante. Si conferma innanzitutto il ruolo decisivo delle esportazioni che continuano a trainare le imprese ben posizionate sui mercati esteri; il consolidamento del quadro europeo non potrà che dare ulteriore stimolo. Il miglioramento delle aspettative delle aziende metalmeccaniche è un’indicazione importante, in quanto questo settore solitamente anticipa il ciclo economico. Anche il comparto dei servizi evidenzia segnali di miglioramento. Il grande sforzo delle imprese per uscire dalla recessione non trova tuttavia riscontro in un deciso cambio di passo nelle politiche europee e nazionali per dare maggiore sostegno alla crescita, agli investimenti e ai consumi delle famiglie. In questo senso auspichiamo, ad esempio, che il nostro Paese e le nostre imprese sappiano cogliere in modo incisivo le grandi opportunità offerte dall’imminente avvio del periodo di programmazione 2014-2020 dei Fondi europei a finalità strutturale” I distretti piemontesi nella sfida con i mercati esteri - “È un quadro a luci e ombre quello che emerge dall’analisi delle esportazioni dei distretti piemontesi - evidenzia Giovanni Foresti, economista del Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo -. Se da un lato, infatti, le aree distrettuali della regione mostrano una crescita nulla nel Ii trimestre del 2013, dall’altro lato evidenziano una migliore tenuta sia rispetto alla media del manifatturiero italiano (-0,3% la variazione dell’export), sia, soprattutto, rispetto all’industria tedesca (-1,7%). La stagnazione delle esportazioni piemontesi è la sintesi di andamenti molto differenziati, con distretti in forte crescita (vini di Langhe, Roero e Monferrato) e distretti ancora in calo (ad esempio, la rubinetteria e il valvolame di Cusio-valsesia). L’export piemontese è poi rimasto in territorio negativo nei mercati maturi (-1,7%) e, soprattutto, in Europa, ma ha continuato a crescere nei nuovi mercati (+4,4%), dove sono stati trainanti Brasile, Cina, Polonia e Sudafrica. Le prospettive di superamento dell’attuale fase recessiva restano affidate nel breve termine alla capacità delle imprese piemontesi di sfruttare le opportunità presenti all’estero. Nei prossimi mesi un contributo alla crescita dell’export potrà venire anche dai Paesi europei, dove iniziano a essere più evidenti i segnali di stabilizzazione del ciclo”. Il Piemonte nel confronto con le altre regioni europee - “La recente classifica della competitività delle regioni europee, elaborata dalla Commissione Europea, fa sprofondare il Piemonte al 152simo posto, con una perdita di 11 posizioni - rileva Zeno Rotondi, responsabile dell’ufficio Italy Research di Unicredit -. L´analisi dell´Ufficio Studi Unicredit evidenzia in modo argomentato che si tratta di un’immagine distorta, condizionata dalla metodologia utilizzata e notevolmente incoerente con il quadro che emerge dalla performance sull´attività economica e sulla proiezione internazionale della regione. Infatti, il Piemonte figura tra le prime venti regioni in Europa per valore aggiunto totale, del commercio, trasporti e turismo e della finanza e servizi alle imprese. La regione è decima per valore aggiunto della manifattura e anche sul fronte internazionale mostra un’importante capacità di presidiare i mercati, posizionandosi tra le prime venti regioni dei principali Paesi dell´Unione Europea per quota di esportazioni sul totale delle esportazioni mondiali. Le trasformazioni delle economie locali dovute al processo di globalizzazione delle filiere produttive hanno reso più complessa la misura della competitività, implicando la necessità di sviluppare nuovi indicatori che tengano conto del posizionamento delle imprese di un dato territorio all’interno delle filiere globali. La partecipazione delle imprese italiane alle filiere globali appare piuttosto elevata nel confronto con Paesi simili per livello di sviluppo e struttura produttiva. Si tratta di un fenomeno importante per il Piemonte, specie nei settori di specializzazione della meccanica e dell’automotive”. Ii trimestre 2013: i dati a consuntivo di Unioncamere Piemonte - Il Ii trimestre 2013 si chiude con un dato ancora negativo per la produzione industriale piemontese, sebbene l’intensità della contrazione sembri attenuarsi. Dopo un primo trimestre dell’anno caratterizzato da un calo del 5,1%, il Ii trimestre ha infatti registrato una variazione tendenziale grezza della produzione industriale pari a -1,2%, allungando la serie di risultati negativi a sette trimestri consecutivi. La performance del sistema manifatturiero regionale si associa a risultati contrastanti realizzati dagli altri indicatori congiunturali. Gli ordinativi interni diminuiscono del 3,2% rispetto al periodo aprile-giugno 2012; quelli esteri, dopo il calo del I trimestre, rilevano un aumento (+1,7%). Si attenua anche la flessione del fatturato: le imprese manifatturiere piemontesi registrano, mediamente, una variazione tendenziale del fatturato totale pari a -0,6%, contrazione di minore intensità rispetto al trimestre precedente, in quanto sostenuta dall’aumento rilevato dalla componente estera (+3,3%). Sono, questi, alcuni dei risultati emersi dalla 167ª Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nel mese di luglio 2013 con riferimento ai dati del periodo aprile-giugno 2013 e ha coinvolto 1.181 imprese industriali piemontesi. L’andamento negativo della produzione industriale non ha riguardato tutti i comparti. Le industrie del legno e del mobile hanno scontato la contrazione più marcata, con un calo del 5,2% rispetto al Ii trimestre 2012, seguite dalle industrie meccaniche e da quelle elettriche ed elettroniche, che hanno registrato decrementi del 2,1% e 1,8%. L’output prodotto dalle industrie dei metalli è diminuito di 1,1 punti percentuale rispetto al periodo aprile-giugno 2012. Migliori rispetto al dato medio regionale le performance delle industrie alimentari e di quelle tessili e dell’abbigliamento, le cui produzioni hanno manifestato un lieve calo (rispettivamente -0,2% e -0,1%). Le industrie chimiche e delle materie plastiche e i mezzi di trasporto hanno concretizzato, invece, risultati positivi, registrando incrementi del 2,4% e del 4,3%. Ad eccezione del tessuto manifatturiero del capoluogo piemontese, che ha manifestato una modesta crescita rispetto al Ii trimestre 2012 (+1,0%), il segno negativo accomuna tutte le altre province. Asti e Novara hanno scontato le flessioni più intense (rispettivamente -4,2% e -3,4%), seguite da Biella (-3,2%), Cuneo e Verbano Cusio Ossola, entrambe con una contrazione del 3,1%. La provincia di Vercelli sconta un calo della produzione industriale del 3,0%, mentre l’output prodotto dall’alessandrino subisce una diminuzione in linea con il dato medio regionale (-1,1%). Iv trimestre 2013: i dati previsionali di Confindustria Piemonte - L’ultimo trimestre del 2013 non annuncia una svolta nel lungo ciclo recessivo; si attenua, tuttavia, il tenore pessimista delle previsioni, lungo un trend di lento ma graduale recupero in atto da alcuni trimestri. È questa l’indicazione della consueta indagine previsiva per il Iv trimestre 2013, condotta da Confindustria Piemonte su un campione di quasi 1.100 imprese manifatturiere piemontesi. I principali indicatori migliorano di qualche punto rispetto allo scorso trimestre, pur restando su valori negativi. Le valutazioni delle imprese appaiono in linea con l’evoluzione incerta e controversa del contesto generale. Più in dettaglio, nel comparto manifatturiero il saldo ottimisti-pessimisti riferito ai livelli produttivi passa da -15 a -9 punti percentuale. Analogo andamento è riferibile agli ordini totali (-10 punti). Si tratta del nono trimestre consecutivo con saldi negativi: negli ultimi 5 anni solo in due trimestri l’indicatore ha registrato un valore positivo. Migliori prospettive sono offerte dall’export, che conferma un andamento lievemente espansivo anche nell’ultima parte dell’anno (+6 punti). Stabile il tasso di utilizzo degli impianti, su un livello inferiore alla media storica. Rimane elevato il ricorso alla Cig (quasi un’azienda su tre) ma stabile rispetto alla precedente rilevazione; a inizio 2013 la quota di aziende era superiore di circa dieci punti a quella attuale. A livello settoriale, si delinea una significativa divaricazione tra comparto metalmeccanico e altri comparti manifatturieri. Le imprese metalmeccaniche sono sensibilmente meno pessimiste, con saldi su produzione e ordini non lontani dal punto di equilibrio tra attese di aumento e di contrazione. In particolare, si registrano buoni segnali di miglioramento nella meccanica strumentale. Viceversa, nei settori non metalmeccanici le aspettative non sono incoraggianti, con l’eccezione dell’alimentare; particolarmente penalizzati i settori legati all’edilizia. Resta difficile la situazione finanziaria e di liquidità. Continua a peggiorare la redditività; quasi il 60% delle imprese segnala ritardi negli incassi; si riducono i tempi di pagamento, mediamente pari a 96 giorni in generale e a 159 giorni per le transazioni con gli enti pubblici. Anche l’indagine di settembre conferma il ruolo trainante dell’export. Le imprese che esportano una quota rilevante del fatturato formulano infatti previsioni positive; al contrario, le aziende legate principalmente alla domanda domestica si attendono una ulteriore contrazione del mercato. Qualche indicazione meno negativa proviene dalle 300 imprese del comparto dei servizi (comprendente Ict, servizi alle imprese, trasporti, servizi alla persona, turismo), incluse nel sondaggio di Confindustria Piemonte a partire dallo scorso giugno. In questo settore, i principali indicatori sono nel complesso più favorevoli rispetto a quelli del comparto manifatturiero e fanno riscontrare un assestamento o, in alcuni casi, un miglioramento rispetto ai valori dello scorso trimestre. L’indicatore riferito ai livelli di attività migliora di una decina di punti, portandosi su un livello di equilibrio tra attese di riduzione e aumento; analogo trend riguarda gli ordini. Il tasso di utilizzo delle risorse aziendali rimane elevato, appena inferiore al 90%. Il saldo sulle previsioni occupazionali si posiziona intorno al punto di equilibrio, guadagnando quasi 15 punti rispetto a giugno. Il ricorso alla Cig si dimezza, scendendo al 12%. L’assenza di una serie storica sufficientemente lunga per escludere l’effetto di stagionalità (o di altri elementi non dipendenti dall’andamento del mercato) rende tuttavia impossibile interpretare questi primi segnali positivi come anticipazioni di una possibile svolta o almeno di una duratura stabilizzazione del ciclo recessivo.  
   
   
FERRIERA TS: SERRACCHIANI, DEFINITA "CORNICE" ACCORDO PROGRAMMA  
 
Trieste, 8 ottobre 2013 - "Senza la messa in sicurezza ambientale del sito della Ferriera di Servola non c´è prosecuzione dell´attività industriale". Da questo punto fermo, sottolineato ieri a Trieste dalla presidente della Regione Debora Serracchiani alla riunione con enti territoriali, gruppo Arvedi, Ferriera spa e parti sociali, la presidente del Friuli Venezia ha quindi avviato un ragionamento complessivo sul sito industriale, ribadendo come si stia attualmente lavorando sulla bozza dell´accordo di programma per lo stabilimento: "è stata infatti costruita una ´cornice´ che ha già individuato gli aspetti riguardanti le attività di bonifiche, il trattamento delle acque e dei rifiuti (circa 240 mila tonnellate di rifiuti su cui bisogna fare interventi diversi previa caratterizzazione), nonché alcune considerazioni sulle attività logistiche e portuali". Dunque, ha affermato la presidente Serracchiani, "sono state avviate tutte le attività necessaria e di contorno all´accordo" che, ha spiegato, la Regione sta scrivendo assieme al ministero e che coinvolge ben quattro dicasteri: oltre all´Ambiente, lo Sviluppo economico, le Infrastrutture ed il Lavoro. Ciò a fronte di un impegno concreto già manifestato da Arvedi, il quale ha già anticipato 25 milioni di euro per l´approvvigionamento del materiale indispensabile per la prosecuzione dell´attività industriale. "Il contratto di affitto - ha quindi annunciato Serracchiani - potrà essere sottoscritto a breve"; secondo il gruppo, che ha ringraziato tutte le istituzioni che hanno lavorato intorno a questo obiettivo, addirittura tra alcuni giorni, per un periodo di 8 mesi, ma con la possibilità di perfezionare l´acquisto anche in data precedente. L´interesse del gruppo per le nuove produzioni di Servola - all´insegna ovviamente della massima competitività ma nel rispetto dell´ambiente e dei lavoratori (ad affitto perfezionato si aprirà subito la trattativa sindacale legata ai livelli occupazionali) - è comunque legata alla presenza nell´area di una banchina portuale dotata di adeguati fondali; in questa prospettiva l´Autorità portuale ha rassicurato sulla sua disponibilità al rinnovo di una concessione demaniale congrua agli investimenti previsti da Arvedi: segnalando l´"ampia disponibilità" dell´Autorità portuale, la presidente Serracchiani ha infatti parlato di una "concessione coerente" con l´impegno del gruppo siderurgico. Il sindaco di Trieste Roberto Cosolini ha quindi ricordato come, rispetto solo a qualche mese fa, allorché purtroppo si discuteva di come accompagnare la chiusura dello stabilimento, la situazione appare completamente diversa e con qualche parvenza di "serenità". Da parte delle rappresentanze sindacali è stata peraltro manifestata "preoccupazione", con la richiesta di un costante confronto, "sempre aperto" con le istituzioni e con l´esigenza imprescindibile del mantenimento occupazionale degli attuali lavoratori.  
   
   
TOSCANA: I RISPARMIATORI VANNO TUTELATI. CE LO DICE ANCHE LA COSTITUZIONE  
 
Firenze, 8 ottobre 2013 - Banche e risparmiatori: più precisamente banche che non devono essere "case da gioco" e diritti del risparmiatore. Era il tema al centro dell´incontro organizzato il 4 ottobre dalla Fiba Cisl, la Federazione italiana Bancari e Assicurativi, a Palazzo Bastogi a Firenze, nei locali del Consiglio regionale. "La Regione Toscana ha molto iniziative che riguardano i consumatori: probabilmente – annota l´assessore alla presidenza Vittorio Bugli, intervenuto all´iniziativa – facciamo anche più di altre Regioni. Sono azioni che servono a creare una sensibilità diffusa ma per quanto riguarda il credito e l´accesso al credito, tema dirimente per la ripresa e lo sviluppo economico toscano, bisogna fare di più. Credo che questo tema dovrebbe entrare direttamente nel dibattito politico istituzionale e sarebbe opportuno che il dibattito diventasse parte di un percorso anche interno alla Regione e al Consiglio regionale, del quale mi posso fare carico. I sei punti posti stamane dalla Fiab Cisl potrebbero costituire la base della proposta che potrebbe essere arricchita nell´approfondimento istituzionale anche da quello di altre associazioni e dalle forze politiche. Certo è che occorre dedicarsi al tema con ancora maggiore attenzione.". "La libera circolazione dei capitali – precisa Bugli – è utile allo sviluppo economico. E´ un mercato e tale deve rimanere. Ma in assenza di un´adeguata regolamentazione, quella stessa libera circolazione di capitali può consentire abusi che la sottraggono alla trasparenza e ai vincoli amministrativi previsti dalle leggi nazionali. Paradisi fiscali, ruoli dell´autorità di vigilanze e agenzie di rating, anche i conflitti di interesse, sono tutti argomenti che hanno bisogno di essere affrontati con forza se vogliamo veramente dare sostanza a ciò che è scritto nell´articolo 47 della Costituzione, ovvero che ´La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme´. "O le banche diventano più trasparenti oppure ci saranno ripercussioni negative anche per loro – conclude Bugli -. Molte banche per fortuna lo hanno capito e stanno andando in questa direzione".  
   
   
TOSCANA, L´ACCORDO PER IL DURC ONLINE: LE OPINIONI DEGLI ALTRI FIRMATARI  
 
Firenze, 8 ottobre 2013 - Ecco il parere di alcuni degli altri firmatari sull´intesa sottoscritta ieri per il Durc online. Secondo Fabio Vitale, direttore regionale dell´Inps "l´accordo serve a semplificare ulteriormente il sistema delle certificazioni ed a creare i presupposti per agevolare l´attività delle imprese già duramente colpite dalla grave crisi economica". "La semplificazione – è il parere di David Maccioni, dirigente delle attività istituzionali dell´Inail – non è solo un´esigenza delle imprese e dei privati cittadini, ma della stessa Pubblica Amministrazione, ovvero di tutti i soggetti interessati a risparmiare tempo. Basti pensare che nei primi mesi di quest´anno l´Inail ha rilasciato in Toscana quasi 300.000 Durc. Questo accordo farà risparmiare tempo sia a chi lo richiede che a chi lo rilascia e nei quattro mesi di validità del documento permetterà di evitare inutili duplicazioni". "La nostra associazione – ha aggiunto Stefano Crestini, presidente degli edili di Confartigianato Toscana – ha dato la sua disponibilità perchè troviamo giusto velocizzare le pratiche, ma serve maggiore tempestività nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione. Le nostre imprese erano già virtuose e contributivamente in regola ma soffrivano per i ritardati pagamenti che se non arrivano rischiano davvero di farle trasgredire le regole. Riconosciamo che l´assessore Bugli ha fatto un buon lavoro, ma oltre ad un Durc veloce servono anche pagamenti nei termini". Secondo Riccardo Spagnoli di Ance Toscana, "uno dei grandi problemi è l´eccesso di burocrazia. Quello di oggi è un tentativo di frenare la burocrazia e tentare di uscire dalla crisi. Abbiamo avviato qualcosa di positivo per il settore, anche se con questo non risolviamo certo tutti i problemi perchè serve uno sblocco dei pagamenti. Contiamo entro un mese di rendere operativo questo accordo che è il frutto di un positivo rapporto con la Regione Toscana e di continuare a sburocratizzare tutto ciò che ruota intorno al nostro settore". "Mi pare una soluzione positiva – aggiunge Susanna Bianchi, presidente regionale della cooperativa di produzione lavoro di Legacoop Toscana – perchè quello del credito e della velocità dei pagamenti è uno dei problemi di fondo del settore. Sono poche le risorse pubbliche investite e l´autoimprenditorialità trova poco spazio. La firma di oggi dimostra che velocizzare gli adempimenti è possibile e dopo cinque anni crisi le imprese sono sfinite, quindi bene ha fatto la Regione a promuovere questa intesa". Infine Giulia Bartoli, segretario regionale della Fillea-cgil, ha parlato di "un importante accordo di semplificazione del sistema, che va nella direzione già indicata dal decreto del fare, ancor più necessario nel settore dell´edilizia che è tra i più ingessati dagli adempimenti burocratici. Si tratta di un primo passo sulla strada di una semplificazione che non deve però tradursi in deregolamentazione, visto che a trarre vantaggio dalla crisi sono state le imprese irregolari ed è stata la concorrenza leale a soffrirne. Siamo per promuovere un lavoro sicuro e sostenibile e crediamo che il Durc sia uno strumento importante a tutela e salvaguardia della regolarità contributiva nei confronti dei lavoratori".  
   
   
INDAGINE INDUSTRIA MANIFATTURIERA NOVARESE: PRODUZIONE IN CALO  
 
Novara, 8 ottobre 2013 - Continua all’insegna del “meno” l’andamento dell’industria manifatturiera novarese, che nel secondo trimestre 2013 vede diminuire sia la produzione che il fatturato. La 167a “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” registra flessioni in tutte le province del Piemonte, eccetto Torino, con la performance novarese posizionata al penultimo posto: in confronto al periodo aprile-giugno 2013 la produzione provinciale arretra del -3,4% (-1,2% il dato regionale) e anche il fatturato appare in diminuzione, con un calo del -2,8% (a fronte del -0,6% dell’intero Piemonte). L’indagine ha coinvolto nel Novarese 141 imprese, per un totale di oltre 7.900 addetti ed un fatturato superiore ai 2,4 miliardi di euro. «I dati evidenziano qualche sofferenza in più rispetto al contesto regionale - spiega Paolo Rovellotti, presidente della Camera di Commercio di Novara – ma ci conforta constatare, pur nella negatività espressa dal calo della produzione, il settimo consecutivo, un miglioramento rispetto agli indicatori rilevati in apertura d’anno. Dall’estero si riaprono spiragli positivi, gli unici in grado di rischiarare un quadro con numerose zone d’ombra che si chiamano burocrazia, incertezza legislativa, rigidità del mercato del lavoro. Il vero problema non è il potenziale competitivo delle nostre imprese – sottolinea Rovellotti – che rappresenta un dato di fatto, bensì le sfavorevoli condizioni di contesto con cui gli imprenditori devono fare i conti e che finiscono troppo spesso per frenare la loro attività». Settori - Il calo della produzione industriale interessa tutte le attività economiche, con l’unica eccezione del tessile-abbigliamento, che rispetto al secondo trimestre del 2012 evidenzia un lieve aumento, pari al +1%. Le flessioni dell’output registrate dai principali comparti (alimentare, tessile-abbilgliamento, chimica-gomma-plastica e metalmeccanico) appaiono comunque moderate: appena al di sotto del punto percentuale per alimentare e metalmeccanico (con le rubinetterie che scendono al -2,3%) e leggermente inferiore alla media provinciale per la chimica-gomma-plastica (-3,1%). Dimensioni - Per quanto riguarda il profilo dimensionale, la riduzione produttiva viene avvertita in misura più evidente dalle piccole imprese, in particolare da quelle con meno di 10 addetti, la cui perfomance si attesta al -5,1%. Le attività con un numero di addetti compreso tra 10 e 49 unità registrano una diminuzione minore, pari al -3,2%, mentre le grandi imprese contengono il calo della produzione al di sotto della media provinciale. Capacità Produttiva - Il grado di utilizzo della capacità produttiva si attesta mediamente al 57,1%: a registrare il valore più alto nel periodo in esame sono le rubinetterie (69,4%) mentre il più basso viene raggiunto dal tessile-abbigliamento (54,1%). Nuovi Ordinativi - L’analisi della domanda mostra risultati diversificati rispetto alla provenienza delle commesse: mentre gli ordinativi domestici si confermano in calo, con una flessione annua del -4,2%, quelli provenienti dall’estero evidenziano un aumento del +5,6%. L’incremento della domanda oltreconfine coinvolge tutte le attività economiche e, in modo particolare, la chimica-gomma-plastica, che oltre a mettere a segno un incremento a due cifre (+10,4%) rappresenta l’unico comparto che riesce a registrare un risultato favorevole anche sul fronte delle commesse interne (+2,6%). Fatturato - Il confronto con il secondo trimestre 2012 vede diminuire il fatturato, che rispetto allo scorso anno si riduce complessivamente del -2,8%: restringendo l’analisi ai principali comparti il quadro risulta più attenuato, con risultati che vanno dal -1,4% dell’alimentare al +1% della chimica-gomma-plastica. Aumenta, invece, il fatturato estero, con un incremento medio del +1,6%, sostenuto da tutti i comparti di attività economica. Prospettive A Tre Mesi - Le prospettive formulate dagli imprenditori per il trimestre successivo alla rilevazione si mantengono negative in riferimento a tutti i principali indicatori congiunturali. Quasi il 47% degli intervistati dichiara di aspettarsi un calo della produzione industriale, a fronte del 13,9% che ne prospetta un aumento, generando un saldo di opinione negativo pari a -32,9 punti percentuale. Le previsioni pessimistiche prevalgono anche relativamente al fatturato, atteso in flessione dal 46,1% degli imprenditori, quota che supera di 29,8 punti percentuale quella degli ottimisti. Analoghe le aspettative espresse nei confronti dei nuovi ordinativi, il cui saldo di opinione risulta negativo in riferimento sia alla domanda interna, attesa in diminuzione dal 48,3% degli intervistati contro il 14,9% che ne ipotizza un aumento, sia a quella estera, il cui saldo ottimisti/pessimisti risulta pari a -14,9 punti percentuale. Va comunque evidenziato che quasi il 46% degli imprenditori ha formulato previsioni di stabilità in merito alle commesse estere.  
   
   
TOSCANA, CON IL ´DURC´ CONDIVISO VITA PIÙ SEMPLICE PER LE AZIENDE". FIRMATA INTESA CON INAIL E INPS  
 
Firenze, 8 ottobre 2013 – Vita più semplice e meno scartoffie e burocrazia per le aziende che lavorano con il pubblico: il Durc - ovvero il documento che certifica la regolarità dei versamenti contributivi, quel foglio che attesta che un´azienda non paga a nero i propri dipendenti perché versa con regolarità i contributi per pensione e infortuni - il Durc appunto, vola su una nuvola informatica e diventa condiviso. "Ad un´azienda basterà produrre una sola volta il documento e non tante volte quanti sono i suoi committenti" spiega l´assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli. "I Durc richiesti da soggetti pubblici toscani – aggiunge -finiranno in un archivio condiviso e un Durc regolare, nel periodo di validità, potrà essere utilizzato per più procedimenti." Può sembrare l´uovo di Colombo, ma finora non era così. Accadrà invece a breve grazie all´intesa firmata oggi dalla Regione con l´Inps e l´Inail assieme alle parti sociali e alle associazioni di categoria. Entro mese Inail e Regione definiranno come i relativi sistemi informatici potranno comunicare, dopodiché spetterà alla Regione Toscana realizzare la piattaforma informatica per verificare l´esistenza di un Durc regolare e in corso di validità, cioè emesso da non più di 120 giorni, e in caso affermativo permetterne l´estrazione di una copia e stamparla. "Si tratta di un passo avanti verso la semplificazione - commenta Bugli -: grazie alla tecnologia, facendo parlare tra loro branche diverse della pubblica amministrazione". Un´azienda che ha un appalto pubblico è obbligata a produrre il Durc se vuole essere pagata. E´ così dal 2007. Lo stesso è per un´impresa che lavora per privati ma ha magari sovvenzioni comunitarie oppure vuol usufruire di particolari agevolazioni. Produrre un solo Durc velocizzerà i tempi.  
   
   
VERTENZA ANSALDO, REGIONE INCONTRA I SINDACATI: PRESERVARE CAPACITÀ PRODUTTIVA STABILIMENTI CAMPANI  
 
Napoli, 8 ottobre 2013 - L´assessore al Lavoro e alla Formazione Severino Nappi, nella qualità di coordinatore della Cabina di Regia per la gestione dei processi di crisi e di sviluppo, ha incontrato il 4 ottobre le organizzazioni sindacali per la vertenza Ansaldo, sia per il comparto energia, sia per il comparto dei trasporti ferroviari, alla luce delle ultime decisioni che l´azienda sta prendendo anche con il Governo nazionale. "Abbiamo ascoltato - ha detto Nappi - le fortissime preoccupazioni espresse dalle organizzazioni sindacali ed abbiamo condiviso la necessità di preservare la capacità produttiva degli stabilimenti campani. Per far questo abbiamo bisogno del sostegno del Governo. Naturalmente la Giunta Caldoro è assolutamente disponibile ad accompagnare ogni processo che consenta di preservare l´italianità dell´azienda e soprattutto di salvaguardare, attraverso la capacità di fare impresa sul territorio, i livelli occupazionali. Come per il ramo energia, per il quale la questione sembra in via di definizione, auspichiamo che anche per Breda e Sts - aziende emblema dell´eccellenza della Campania - accada lo stesso", conclude Nappi.  
   
   
POLO DELLA CHIMICA IN TOSCANA, UN PROGETTO INTEGRATO PER LO SVILUPPO DEL SETTORE  
 
Firenze, 8 ottobre 2013 – Aziende chimiche più sicure e amiche dell´ambiente grazie al Piano integrato di sviluppo della Regione. La valorizzazione della filiera della chimica in relazione al progetto comunitario Reach, un´azione finalizzata a fornire supporto alle imprese nell´applicazione della direttiva Registration, evaluation, authorisation of chemical (che si propone come obiettivo quello di garantire la sicurezza delle sostanze chimiche nei processi produttivi) è uno dei risvolti pratici del Pis, progetto integrato di sviluppo del Polo regionale della chimica, che la giunta regionale ha approvato su proposta dell´assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini. Il Progetto integrato della chimica (Pis) è stato presentato il 4 ottobre in Sala Pegaso, a Palazzo Strozzi Sacrati, a Firenze, alle imprese del settore, alle organizzazioni sindacali e a tutti i soggetti coinvolti. Il polo di Rosignano Il progetto si inserisce, fra l´altro, nell´ambito della proposta di rafforzamento del polo chimico di Rosignano, in Provincia di Livorno che costituisce una delle iniziative qualificanti del Piano regionale di sviluppo 2011-2015. A Rosignano, nell´ambito delle politiche di definizione del sistema del trasferimento tecnologico, la Regione promuove, tramite la rete di laboratori di ricerca pubblico-privati, la creazione di un parco tecnologico produttivo per la chimica verde e le energie rinnovabili che potrebbe essere promosso in collaborazione con il Comune di Rosignano Marittimo, la Provincia di Livorno e in accordo con la società Solvay. "L´obiettivo sul quale stiamo lavorando con il Pis - spiega l´assessore Simoncini – è quello di valorizzare le imprese presenti sul territorio, creando le condizioni per attrarne di nuove, proponendo l´area anche come sito sperimentale per progetti nazionali sulla chimica verde". "Con questo progetto – dice ancora l´assessore - puntiamo in generale a incentivare il consolidamento e il rilancio della chimica regionale attraverso ristrutturazioni produttive, sollecitando l´innovazione, il trasferimento tecnologico e i processi di aggregazione e crescita delle piccole e medie imprese e la creazione di reti fra grandi imprese, pmi e centri di ricerca. L´industria chimica è una componente importante del sistema produttivo toscano e, nonostante la crisi e le inevitabili contrazioni, sia per quanto riguarda il settore gomma e plastica che per il farmaceutico, ha mantenuto elevati valori di fatturato, mentre la produzione ha continuato a crescere trainata dall´export". Le risorse Come tutti i progetti integrati, anche quello perla chimica mette insieme gli strumenti ordinari a sostegno dello sviluppo economico presenti nella programmazione regionale, grazie a risorse della Regione e dei fondi europei (Fesr e Fse 2007-14). Le risorse già erogate sono complessivamente pari a oltre 25 milioni, cui si aggiungono oltre 43 milioni di finanziamento delle iniziative di ingegneria finanziaria e che hanno attivato investimenti per oltre il doppio. Le risorse già erogate sono complessivamente pari a oltre 25 milioni, cui si aggiungono oltre 43 milioni di finanziamento delle iniziative di ingegneria finanziaria e che hanno attivato investimenti per oltre il doppio. La consistenza del settore L´industria chimica è una presenza che caratterizza il sistema industriale toscano. E´ il quarto polo nazionale e complessivamente occupa circa 20.500 addetti, occupati in circa 1.200 unità locali. Nel complesso, i settori della chimica offrono un valore aggiunto di circa 1,2 miliardi di euro, pari al 7% del settore manifatturiero toscano e all´1% del prodotto interno lordo regionale. La chimica toscana pesa inoltre per il 6% sul valore aggiunto nazionale nel settore. Il settore principale per numero di addetti è quello della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, che occupa circa 8.200 addetti (40% degli addetti), seguito da quello della fabbricazione di prodotti chimici (6.400 addetti, 31% del totale) e dalla chimica farmaceutica (29%, circa 5.900 addetti).  
   
   
VESTAS NACELLES TARANTO: SOSPESE PROCEDURE MOBILITÀ  
 
Bari, 8 ottobre 2013 - Si é tenuto il 5 ottobre a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico l´incontro sulla vertenza Vestas - Nacelles, azienda produttrice di generatori eolici che ha improvvisamente annunciato qualche giorno fa la chiusura dello stabilimento di Taranto nel quale sono impegnati 147 lavoratori per l´assemblaggio delle turbine, con l´apertura della procedura di mobilità. Alla riunione ha partecipato per la Regione Puglia l´assessore al Lavoro, Leo Caroli. Di fronte alla asserita necessità di una razionalizzazione necessaria a mantenere la competitività dell´azienda anche in relazione alla obsolescenza della turbina V90 attualmente in produzione nel sito tarantino, l´assessore ha stigmatizzato “l´incongruenza di una scelta imprenditoriale di razionalizzazione che pretenda di interrompere la produzione di un determinato prodotto, pure dichiarato obsoleto, con la cessazione dell´intera attività dello stabilimento”. “E’ una scelta improvvisa e che difetta di logicità – prosegue - specie laddove é stata negli anni dimostrata l´eccellenza del sito produttivo. Sarebbe più comprensibile invece che l´azienda immagini di sostituire la vecchia produzione attivando un percorso che, avvalendosi del supporto del sistema nazionale e regionale, preveda l´avvio di nuove produzioni secondo tempi e modalità che siano presentate e discusse insieme. Tanto ancor più quando si tratta di un´azienda leader del settore eolico che ha conosciuto e conosce ancora una forte espansione, non ultimo grazie alla normativa incentivante adottata in Italia”. “É necessario allora – conclude - che si debba interpretare il ruolo dello stabilimento di Taranto in una veste diversa. Bisogna innanzitutto che la Vestas ritiri la procedura di mobilità e presenti un piano di rilancio produttivo del sito, al quale la Regione e tutte le istituzioni non potranno non offrire il proprio contributo”. La riunione si è conclusa con l´impegno da parte della Vestas Nacelles di coinvolgere i vertici della multinazionale danese sulle strade alternative alla mobilità prospettate nella riunione odierna; a tal fine, l´azienda ha acconsentito alla sospensione della procedura sino alla ripresa del confronto previsto per il prossimo venerdì 11 ottobre.  
   
   
CALABRIA: DIMOSTRATA EFFICIENZA ED AFFIDABILITÀLA REGIONE INTENDE CURARE L’INTERA FILIERA BOSCO-LEGNO  
 
Catanzaro, 8 ottobre 2013 - Si è concluso il ciclo di seminari informativi organizzati dal Dipartimento Agricoltura, Foreste, Forestazione attraverso il Psr Calabria nell’ambito di “Made Expo” 2013, la manifestazione fieristica tenutasi a Milano. A chiusura dell’iniziativa – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale - si è svolta una conferenza stampa alla quale hanno preso parte l’Assessore all’Agricoltura, Foreste e Forestazione Michele Trematerra, l’Assessore alle Attività Produttive Demetrio Arena, il presidente di Assolegno Claudio Giust, il Dirigente Generale del Dipartimento Agricoltura Giuseppe Zimbalatti, che ha moderato l’incontro, e il Dirigente del Settore 5 Forestazione Giuseppe Oliva. “Come amministrazione regionale e Dipartimento Agricoltura – ha affermato l’Assessore Trematerra – stiamo dimostrando efficienza e affidabilità. Il sistema informatizzato, infatti, è una delle numerose iniziative che riguardano il settore forestale e rappresenta un ulteriore passo in avanti, dopo la nuova legge forestale e la nascita dell’azienda Calabria Verde. Tutti presupposti che ci proiettano verso l’Expo 2015 di Milano anche nel settore del legno”. “La Regione Calabria intende curare l’intera filiera bosco-legno – ha aggiunto l’Assessore Arena – e il Dipartimento Attività Produttive si impegna ad affiancare quello dell’Agricoltura, affinché la filiera calabrese non sia solo agroforestale, ma anche industriale”. Si è complimentato inoltre per l’operato della Regione Calabria il presidente di Assolegno Claudio Giust: “Condivido pienamente le politiche adottate dalla Regione Calabria nel settore forestale – ha dichiarato – Un’amministrazione che già da alcuni anni investe in maniera significativa nel settore forestale, con lo scopo di valorizzare e promuovere le grandi potenzialità dei propri territori”. Il dirigente Oliva, nell’ultimo seminario in programma, ha presentato proprio “il sistema informatizzato regionale di gestione del vincolo idrogeologico, delle utilizzazioni boschive e l’albo delle imprese forestali”. Il nuovo sistema, infatti, secondo Oliva, mira a semplificare il procedimento amministrativo, assicurando risposte celerei agli operatori del settore ed il supporto operativo all’attività dei funzionari del Dipartimento Agricoltura, Foreste, Forestazione, Caccia e Pesca della Regione Calabria. L’informatizzazione del sistema, inoltre, ha lo scopo di garantire il principio della trasparenza, l’efficienza e la tracciabilità delle attività connesse alla gestione forestale, in accordo con quanto previsto dalla “Due Diligence”, il regolamento della comunità europea entrato in vigore lo scorso mese di marzo.  
   
   
VCO - TREND NEGATIVO PER L´ECONOMIA LOCALE NEL II TRIMESTRE 2013  
 
Verbania, 8 ottobre 2013 - Nel secondo trimestre dell’anno si confermano critici gli andamenti di produzione (-3%), fatturato (-1,8%) e ordinativi interni (-5,6%) rispetto al 2012. Segno più per i nuovi ordinativi esteri (+6,2%) che registrano un andamento migliore rispetto alla media piemontese (+1,7%). In generale però i risultati provinciali evidenziano performance meno positive rispetto alla media regionale dove la produzione si attesta a -1,2% ed il fatturato a -0,6% rispetto al trimestre aprile-giugno 2012. Non migliorano le aspettative degli operatori economici sull’andamento di produzione e fatturato terzo trimestre del 2013. Saldi negativi per tutti gli indicatori, anche se la maggioranza degli intervistati non si attende un sostanziale cambiamento nella situazione congiunturale nella seconda metà del 2013. E’ quanto emerge dall’analisi congiunturale relativa al periodo aprile-giugno 2013 realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con le Camere di commercio provinciali. Rispetto al secondo trimestre del 2012 tutti i settori, eccezion fatta per quello tessile, registrano andamenti negativi per la produzione, accentuati soprattutto nel comparto delle altre industrie manifatturiere (-7,7%). Stesso andamento per gli ordinativi interni: comparto tessile e abbigliamento +1%, industrie metalmeccaniche -2,3%, settore chimico -1% e altre industrie manifatturiere -12%. Tutte le province piemontesi registrano, seppur con tassi diversi, un andamento negativo della produzione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La media regionale segna -1,2% per la produzione e -0,6% per il fatturato. Rispetto ai primi tre mesi del 2013 a livello locale le imprese segnalano una “stazionarietà” di tutti gli indicatori. In aumento il grado di utilizzo della capacità produttiva che, nel Vco, nel secondo trimestre 2013 è del 64% (era il 58% all’inizio dell’anno), dato lievemente superiore rispetto alla media regionale (61%). Aspettative degli operatori per il terzo trimestre del 2013 - Restano negative le aspettative degli operatori economici per il trimestre luglio – settembre 2013 per tutti gli indicatori economici, anche se la maggioranza degli intervistati non si attende un sostanziale cambiamento nella situazione congiunturale nella seconda metà del 2013. La produzione industriale crescerà per il 9% degli intervistati, registrando un saldo tra ottimisti-pessimisti pari a -20,5%. Stimato in flessione anche il fatturato (-18%), gli ordinativi totali e quelli interni: rispettivamente - 35% il saldo ottimisti-pessimisti per gli ordini totali, -36% per gli ordinativi interni, segnale del perdurare delle difficoltà negli ordini a livello nazionale. In calo anche gli ordinativi esteri -17% anche se 6 intervistati su 10 segnala una stazionarietà dell’indicatore.  
   
   
COMMERCIO: DA G.R UMBRIA RISORSE AGGIUNTIVE PER BANDI RE.STA: COSÌ ATTIVABILI TUTTI I PROGETTI IN GRADUATORIA  
 
Perugia, 8 ottobre 2013 - Ammontano ad un milione 723 mila euro le risorse aggiuntive assegnate dalla Giunta regionale dell´Umbria, su proposta dell´assessore al commercio Fabio Paparelli, per finanziare tutti i progetti in graduatoria nell´ambito del bando Re.sta 2009, a sostegno dell´innovazione e per la competitività del commercio umbro. "Ci siamo impegnati - ha detto Paparelli - per reperire le risorse necessarie al completo finanziamento di tutti i progetti ammessi nella graduatoria definitiva, poiché siamo fermamente convinti che questo bando regionale costituisca una misura efficace per realizzare quei progetti innovativi che sono fondamentali per il rilancio del commercio umbro. In questo modo - ha aggiunto - abbiamo dato concreta attuazione ed uno dei punti salienti di questa legislatura per la crescita e la competitività di un settore che costituisce una leva strategica per lo sviluppo dell´economia regionale. Ulteriori 6 progetti potranno così aggiungersi ai 10 progetti già finanziati con il bando grazie alle risorse aggiuntive deliberate oggi, per un ammontare complessivo di oltre 4 milioni 200 mila euro. Si tratta dei progetti territoriali Borghi da vivere e E-shopping di Foligno, Bastia Umbra City Mail 2, Gubbio City Mail 2, Spoleto City Mail 2 e tematici, ´Domo´ per complessive 126 imprese coinvolte". "A novembre si aprirà la nuova stagione dei finanziamenti per il settore del commercio, che tra i nuovi bandi re.Sta 3 e la legge 266, potrà contare - ha aggiunto l´assessore - su risorse complessive per 5 milioni di euro. I nuovi bandi Re.sta - ha annunciato Paparelli - presenteranno interessanti novità. In particolare - ha concluso - intendiamo puntare su modalità e procedure per l´attivazione degli interventi più snelle e semplificate a sostegno di progetti di qualificazione del settore, prioritariamente orientati al ripopolamento dei Centri storici, all´innovazione, alla costituzione di negozi storici e centri commerciali naturali ed alla riqualificazione del settore della ristorazione".