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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 08 Ottobre 2013 |
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GAS DI SCISTO: I DEPUTATI EUROPEI VOTANO SULL´IMPATTO AMBIENTALE DELLE ATTIVITÀ DI ESTRAZIONE IL GAS DA SCISTI BITUMINOSI POTREBBE FORNIRE IL 30% DELL´ENERGIA MONDIALE ENTRO IL 2025. |
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Strasburgo, 8 ottobre 2013 - L´estrazione dei gas di scisto potrebbero
contribuire all´indipendenza energetica dell´Ue. Ma quali sono le
preoccupazioni legate alla salute e all´ambiente? Il 9 ottobre, i deputati
voteranno se l´estrazione del gas di scisto dovrà essere soggetta a valutazione
dell´impatto ambientale obbligatoriamente. Leggi l´infografica per saperne di
più.
È troppo presto per sapere se il gas da scisti
bituminosi rappresenta una risorsa interessante in Europa. Nonostante ciò,
alcuni Stati membri - Polonia, Germania, Austria, Svezia, Olanda e Regno Unito
- hanno già dato il loro accordo. Nel caso vengano rilevati importanti
giacimenti, si potrebbe passare all´estrazione. In altri paesi invece - come la
Francia e la Bulgaria - è stato deciso di interrompere i piani di sfruttamento.
Il ruolo delle commissioni parlamentari -
Per avere una visione il più ampia possibile, le due
commissioni hanno studiato il funzionamento dell´estrazione. All´interno della
commissione all´Ambiente è stato il relatore polacco di centro destra Boguslaw
Sonik a occuparsi del dossier. Mentre nella commissione all´Industria, la
deputata greca Niki Tzavela (Efd).
Benefici potenziali -
Lo sviluppo e la produzione del gas da scisti
bituminosi potrebbe abbassare i prezzi aumentando la competitività, creare
posti di lavoro, ridurre l´importazione di energia e migliorare l´indipendenza
energetica dell´Ue.
Possibili rischi -
L´estrazione del gas da scisti bituminosi necessita
l´inserimento di enormi quantità d´acqua all´interno delle formazioni rocciose
a due chilometri sotto terra. Se il pozzo non è ben costruito, il rischio è
quello di una contaminazione della falde acquifere. Il rischio è anche quello
di fughe di gas, fenomeni sismici e la dispersione di prodotti chimici.
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IDROCARBURI, REGIONE BASILICATA INCONTRA COMMISSIONE AMBIENTE CAMERA |
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Potenza, 8 ottobre 2013 - Nel corso della missione che
ha tenuto ieri a Viggiano la Commissione ambiente della Camera dei Deputati,
l’assessore alla Salute Attilio Martorano, il direttore generale del
Dipartimento Ambiente, Donato Viggiano e il responsabile dell’Osservatorio
Epidemiologico, Gabriella Cauzillo, hanno fornito il seguente quadro delle
attività di monitoraggio ambientale e sanitario, coordinate dalla Regione, e
riferite alle attività di ricerca ed estrazione petrolifera. Per quanto
riguarda il monitoraggio della sismicità naturale o indotta è stata installata
una rete di quindici stazioni microsismiche. L’osservatorio Ambientale della
Val d’Agri ha avviato attività di valutazione della qualità ambientale. Tra i
progetti un accordo con il Cnr di Tito ha permesso l´avvio di studi sulla
sismicità, sulle matrici ambientali e sul controllo degli impatti ambientali.
Con l’Istituto Superiore di Sanità è stato anche sottoscritto un accordo per la
valutazione dell’impatto sull’ambiente delle attività antropiche. Un
monitoraggio sanitario descriverà il profilo di salute delle popolazioni.
Analisi su dati di lungo periodo, riferite a cause di decesso sui ricoveri
ospedalieri e sui certificati di assistenza al parto (nati morti e
malformazioni) verranno messe in relazione con le caratteristiche socio
demografiche al fine di individuare possibili eventi da associare alle
esposizioni ambientali. Tale programma consentirà alle autorità locali di
adottare in qualsiasi momento misure di prevenzione e di tutela della salute.
Un´alta soglia di attenzione è applicata anche al monitoraggio della rete di
oleodotti. E’ in atto un censimento sulle installazioni finalizzato ad
individuare quelle a più alta vulnerabilità. Il monitoraggio della qualità
dell’aria è garantito da cinque centraline fisse. I dati sono trasmessi
giornalmente all’Osservatorio Ambientale della Val d’Agri e al Comune di
Viggiano. Le emissioni sonore sono misurate in continuo in quattro stazioni di
misura. Per le emissioni odorigene Eni ed Arpab hanno condiviso una specifica
tecnica per l´installazione di ‘nasi elettronici’. Il monitoraggio delle acque
sotterranee viene effettuato, mensilmente, in corrispondenza di quattro
piezometri ubicati lungo il limite esterno del Centro Olio Val d’Agri. Il
monitoraggio delle acque superficiali viene effettuato sempre con frequenza
mensile, in corrispondenza di sette stazioni di prelievo. Le acque vengono
caratterizzate sia fisicamente che chimicamente. Il monitoraggio dei sedimenti
fluviali viene effettuato invece con frequenza mensile. Un apposito protocollo
operativo fissa inoltre le concentrazioni soglia di contaminazione nelle acque
sotterranee. Anche per quanto riguarda le acque della Diga del Pertusillo
periodicamente viene misurata la concentrazione di eventuali idrocarburi e
metalli pesanti. Il sistema di monitoraggio ambientale della Val d’Agri
comprende anche stazioni di biomonitoraggio, per la verifica del livello di
criticità ecologica. Un apposito piano sovrintende il rispetto di specifiche
norme tecniche e azioni di tutela della qualità dell’aria nei comuni di
Viggiano e Grumento Nova. Sono stati identificati quattro livelli di
attenzione, in corrispondenza dei quali è stata prevista una serie di azioni
preventive da mettere in atto.
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"CITTÀ INSULARI E ARCIPELAGHI URBANI" |
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Copenaghen, 8 ottobre 2013 - Dal 21 al 25 ottobre 2014
si terrà a Copenaghen, in Danimarca, una conferenza intitolata "Città
insulari e arcipelaghi urbani" (Island Cities and Urban Archipelagos).
Nel corso della storia umana le isole sono state
importanti siti di sviluppo urbano.
Questa conferenza interdisciplinare esplora come
l´insularità può influenzare lo sviluppo urbano e l´economia locale. Inoltre,
si cercherà di capire come e perché le varie città insulari si sono sviluppate
in modi diversi.
L´evento si propone di attrarre professionisti di
varie discipline tra cui l´antropologia, l´archeologia, le scienze politiche,
la pubblica amministrazione, la sociologia e il turismo.
Per ulteriori informazioni, visitare:
http://www.Islanddynamics.org/islandcities.html
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INDUSTRIA: TAJANI, LA UE PROTAGONISTA DELLA CRESCITA |
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Trieste, 8 ottobre 2013 - La Commissione europea
intende essere protagonista della crescita del vecchio continente. Per questo
ha approvato un Piano per la reindustrializzazione, che ha l´obiettivo di
raggiungere entro il 2020 la quota del 20 per cento del prodotto interno lordo
della Ue proveniente dal settore manifatturiero. Lo ha ricordato il
vicepresidente della Commissione europea e commissario per l´Industria e
l´Imprenditoria Antonio Tajani incontrando il 5 ottobre a Trieste, nella sede
della Regione in piazza Unità d´Italia, la presidente del Friuli Venezia Giulia
Debora Serracchiani. "Stiamo lavorando per una ´governance´ di politica
industriale europea - ha spiegato Tajani - perché l´Europa ha sempre più
bisogno di una strategia comune di settore´´. ´´Dopo qualche errore nel passato
oggi c´è un cambiamento di direzione. Lavoriamo per un´industria moderna, di
alta qualità, competitiva. La sfida in questo campo deve essere europea, perché
oggi la competizione è globale, non possiamo affrontarla a livello di singolo
Paese´´. ´´E in ogni caso - ha concluso - si possono chiedere sacrifici ai
cittadini solo indicando prospettive reali di crescita e sviluppo´´.
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MARONI: PER LE IMPRESE DALLA REGIONE LOMBARDIA MISURE CONCRETE |
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Treviglio/bg, 8 ottobre 2013 - "La rivoluzione
della concretezza è il mio imperativo. E infatti in questi primi sei mesi di
governo abbiamo fatto molto per il nostro sistema produttivo, adottando misure
concrete e immediate per le nostre imprese e per i nostri territori". Lo
ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo
al Palafacchetti di Treviglio (Bergamo) durante l´assemblea di Confindustria
Bergamo.
Importanza Legge Sul Piano Di Governo Del Territorio -
"In particolare - ha sottolineato il presidente Maroni - vorrei citare tre
misure concrete che abbiamo adottato in questi primi mesi, a cominciare dalla
legge che ha consentito ai Comuni lombardi di adottare il nuovo Piano di
governo del territorio, una legge che ha permesso in tutta la regione la
riapertura di 3500 cantieri con un impatto economico di oltre 500 milioni di
euro, una misura concreta, che ha aiutato le imprese e gli stessi sindaci,
eliminando una norma che impediva loro di governare bene il territorio. E anche
questo rappresenta un aiuto concreto per il nostro sistema produttivo".
La Svolta Di ´Credito In Cassa´ - "La seconda
misura che voglio ricordare - ha continuato il presidente della Regione
Lombardia - è quella di ´Credito in cassa´, con cui abbiamo stanziato 1
miliardo di euro per pagare i debiti che i Comuni hanno nei confronti delle
imprese lombarde, soldi messi a disposizione per i Comuni senza incidere sul
Patto di stabilità, un vantaggio per i Comuni e per le imprese, una misura
concretissima e immediata".
Le Infrastrutture Come Priorità - "Il terzo tema
su cui mi sono impegnato fin dal primo giorno del mio mandato - ha voluto
ricordare il presidente Maroni - è quello delle infrastrutture, perché le
infrastrutture servono per valorizzare i nostri territori e il nostro sistema
produttivo. E infatti la prima cosa che ho fatto appena entrato in carica,
prima ancora di formare la Giunta regionale, è stato convocare intorno a un
tavolo tutti coloro che, in qualche modo, sono coinvolti nella realizzazione
delle infrastrutture, perché questa è una delle priorità del mio mandato. E
oggi posso dire che sono ottimista, perché abbiamo colmato alcuni ritardi
iniziali, e che le infrastrutture fondamentali per la nostra Regione saranno
pronti nei tempi stabiliti: la Brebemi sarà inaugurata, pensiamo, prima della
scadenza prevista, la Pedemontana si farà tutta e si farà la Teem. Il mio
impegno su questo è assoluto: venerdì scorso ho convocato nuovamente il tavolo
per le infrastrutture, per fare capire a tutti i soggetti coinvolti che il
presidente della Regione è impegnato in prima persona". "Dobbiamo
completare le infrastrutture, dobbiamo andare fino in fondo - ha concluso
Maroni -, per fare le cose giuste per la Lombardia, per le sue imprese e i suoi
cittadini".
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PUGLIA: IMMOBILI EX COMUNITÀ MONTANE PASSANO A REGIONE E COMUNI |
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Bari, 8 ottobre 2013 - La Giunta, su proposta
dell’assessore al Bilancio e Patrimonio Leonardo Di Gioia, ha deliberato il
passaggio alla Regione dei beni immobili delle disciolte Comunità Montane,
disponendo nel contempo la possibilità che questi beni siano trasferiti a
titolo gratuito ai Comuni che ne facciano domanda per utilizzarli al
conseguimento di interessi preminenti per la collettività.
L’atto deliberativo contiene l’elenco aggiornato degli
immobili in oggetto, elenco che verrà notificato ai Comuni facenti parte a suo
tempo delle Comunità Montane, nonché al commissario liquidatore delle Comunità
stesse, incaricato di assicurare la più ampia collaborazione.
Dal momento della notifica I Comuni avranno novanta
giorni di tempo per presentare istanza di utilizzazione. La Giunta Regionale
valuterà le istanze sulla scorta dei principi generali in materia di
affidamento dei beni pubblici, verificando contestualmente se i Comuni
richiedenti abbiano debiti nei confronti delle Comunità disciolte. Le attività
tecniche ed amministrative utili alla predisposizione degli ulteriori
provvedimenti di Giunta saranno affidate al Servizio Enti Locali e al Servizio
Demanio e Patrimonio.
“Un provvedimento utile ed equilibrato - commenta
l’assessore Di Gioia - È importante che l’utilizzo di questo patrimonio
immobiliare pubblico avvenga attraverso istanze dal basso, anziché in maniera
verticistica. I Comuni potranno valutare nel modo migliore come valorizzare
questi beni al servizio dei cittadini”.
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SPORTELLO APPALTI IN SARDEGNA: CAPPELLACCI, LAVORIAMO PER AUMENTARE PARTECIPAZIONE IMPRESE SARDE E PRODURRE PIÙ SVILUPPO E OCCUPAZIONE NELL´ISOLA |
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Cagliari, 8 ottobre 2013 - "Lavoriamo per
ribaltare dati, che oggi vedono una partecipazione non sufficiente delle
imprese sarde agli appalti pubblici, affinché sia possibile produrre più
sviluppo e occupazione nella nostra isola". Lo ha dichiarato il presidente
della Regione Ugo Cappellacci, intervenuto ieri alla presentazione del bilancio del primo
anno di attività dello Sportello Appalti Imprese di Sardegna Ricerche.
"Nel biennio 2011- 2012 - ha spiegato il presidente- solo il 40% delle
gare d´appalto bandite nell´isola è stato affidato a imprese sarde, per un
valore complessivo di 1 miliardo e mezzo di euro. Dobbiamo invertire questa
tendenza affinché capitali e lavoro restino nella nostra isola.
Oltre all´azione incisiva svolta da Sardegna Ricerche
con il sostegno della Regione - ha evidenziato il presidente- occorre fare un
salto in avanti, realizzando un mercato regionale degli appalti, dotato di una
piattaforma informatica dedicata, in cui siano individuate le imprese del
territorio regionale e che costituisca il primo strumento per la diffusione
delle informazioni e per l´acquisto di beni e servizi per tutte le pubbliche
amministrazioni regionali. Lo sportello appalti - prosegue il presidente -
rappresenta pertanto il punto di partenza di un sistema qualificato, che
promuova la connessione in rete delle nostre imprese e renda più competitivo il
nostro sistema economico. Anche questa è una scelta di rottura con il passato e
parte di quel cambiamento a misura di cittadino, di impresa e di territorio che
stiamo costruendo per la Sardegna. Se consideriamo la media dei posti di lavoro
prodotti da ogni appalto pubblico, che secondo l´Autorità di Vigilanza sui
Contratti Pubblici è uno ogni 63 mila euro di spesa (23600 per un miliardo e
mezzo), risulta evidente – ha concluso il presidente- quanto l’azione
intrapresa sia fondamentale per dare nuova linfa alla Sardegna e ai suoi
territori".
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TORINO - LA RECESSIONE RALLENTA, MEGLIO L´EXPORT |
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Torino, 8 ottobre 2013 - Situazione congiunturale ancora difficile in
Piemonte, sebbene caratterizzata da un’attenuazione sia del ritmo di caduta dei
livelli produttivi, sia del tenore pessimista delle previsioni. La minore
flessione della produzione industriale registrata dall’indagine di Unioncamere
Piemonte nel secondo trimestre 2013 trova corrispondenza nel lieve
miglioramento delle previsioni rilevate da Confindustria Piemonte per la fine
del 2013. I risultati di entrambe le indagini - che confermano ancora una volta
il contributo positivo fornito dai mercati esteri - sono state presentate oggi,
lunedì 7 settembre, nel corso di una conferenza stampa relativa all’andamento
della congiuntura in Piemonte.
Dopo i saluti del Presidente di Unioncamere Piemonte
Ferruccio Dardanello, sono intervenuti la responsabile dell’Ufficio Studi e
Statistica di Unioncamere Piemonte Sarah Bovini, che ha analizzato i risultati
della performance congiunturale del periodo aprile-giugno 2013, e il
responsabile dell’Ufficio Studi Economici di Confindustria Piemonte Luca
Pignatelli, che ha presentato le linee di sviluppo dell’industria piemontese
nel Iii e Iv trimestre 2013. A commento dei dati illustrati da Unioncamere
Piemonte e Confindustria, con l’obiettivo di tracciare un quadro sempre più
esaustivo dell’andamento della congiuntura in Piemonte, sono poi intervenuti
Giovanni Foresti, economista del Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo,
e Zeno Rotondi, responsabile dell’ufficio Italy Research di Unicredit. Ha
chiuso i lavori il Presidente di Confindustria Piemonte Gianfranco Carbonato.
“Ci troviamo ancora una volta di fronte a risultati
non positivi per la produzione industriale piemontese: per il settimo trimestre
consecutivo i dati ci mostrano ordinativi in calo, fatturato in ribasso,
consumi al palo. I mercati esteri continuano a rappresentare l’unica nota
positiva, ma la ripresa non può fare affidamento esclusivamente sull’export,
anche alla luce dell’instabilità politica del nostro Paese, che non fa bene
all’immagine dell’Italia e del Piemonte nel mondo - ha commentato Ferruccio
Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte - La nostra economia ha bisogno di
certezze, di politiche concrete e strutturate; è necessario infondere nuova
fiducia al nostro sistema imprenditoriale, rilanciare i consumi interni e
riconquistare quella competitività che ha sempre caratterizzato il nostro
territorio”.
“Le previsioni delle imprese piemontesi per il Iv
trimestre 2013 non autorizzano eccessive speranze sui tempi di avvio della
ripresa: il clima di fiducia resta incerto, anche se i principali indicatori,
seppur ancora negativi, mostrano un trend in crescita, in particolare rispetto
al I trimestre 2013. Resta grave la situazione dei tempi di pagamento, che sono
ancora di quasi sei mesi da parte della Pa - ha dichiarato Gianfranco
Carbonato, Presidente di Confindustria Piemonte -. Da una lettura attenta dei
dati traspare qualche segnale incoraggiante. Si conferma innanzitutto il ruolo
decisivo delle esportazioni che continuano a trainare le imprese ben
posizionate sui mercati esteri; il consolidamento del quadro europeo non potrà
che dare ulteriore stimolo. Il miglioramento delle aspettative delle aziende
metalmeccaniche è un’indicazione importante, in quanto questo settore
solitamente anticipa il ciclo economico. Anche il comparto dei servizi
evidenzia segnali di miglioramento. Il grande sforzo delle imprese per uscire
dalla recessione non trova tuttavia riscontro in un deciso cambio di passo
nelle politiche europee e nazionali per dare maggiore sostegno alla crescita, agli
investimenti e ai consumi delle famiglie. In questo senso auspichiamo, ad
esempio, che il nostro Paese e le nostre imprese sappiano cogliere in modo
incisivo le grandi opportunità offerte dall’imminente avvio del periodo di
programmazione 2014-2020 dei Fondi europei a finalità strutturale”
I distretti piemontesi nella sfida con i mercati
esteri -
“È un quadro a luci e ombre quello che emerge
dall’analisi delle esportazioni dei distretti piemontesi - evidenzia Giovanni
Foresti, economista del Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo -. Se da
un lato, infatti, le aree distrettuali della regione mostrano una crescita
nulla nel Ii trimestre del 2013, dall’altro lato evidenziano una migliore
tenuta sia rispetto alla media del manifatturiero italiano (-0,3% la variazione
dell’export), sia, soprattutto, rispetto all’industria tedesca (-1,7%). La
stagnazione delle esportazioni piemontesi è la sintesi di andamenti molto
differenziati, con distretti in forte crescita (vini di Langhe, Roero e
Monferrato) e distretti ancora in calo (ad esempio, la rubinetteria e il
valvolame di Cusio-valsesia). L’export piemontese è poi rimasto in territorio
negativo nei mercati maturi (-1,7%) e, soprattutto, in Europa, ma ha continuato
a crescere nei nuovi mercati (+4,4%), dove sono stati trainanti Brasile, Cina,
Polonia e Sudafrica. Le prospettive di superamento dell’attuale fase recessiva
restano affidate nel breve termine alla capacità delle imprese piemontesi di
sfruttare le opportunità presenti all’estero. Nei prossimi mesi un contributo
alla crescita dell’export potrà venire anche dai Paesi europei, dove iniziano a
essere più evidenti i segnali di stabilizzazione del ciclo”.
Il Piemonte nel confronto con le altre regioni europee
-
“La recente classifica della competitività delle
regioni europee, elaborata dalla Commissione Europea, fa sprofondare il
Piemonte al 152simo posto, con una perdita di 11 posizioni - rileva Zeno
Rotondi, responsabile dell’ufficio Italy Research di Unicredit -. L´analisi
dell´Ufficio Studi Unicredit evidenzia in modo argomentato che si tratta di
un’immagine distorta, condizionata dalla metodologia utilizzata e notevolmente
incoerente con il quadro che emerge dalla performance sull´attività economica e
sulla proiezione internazionale della regione. Infatti, il Piemonte figura tra
le prime venti regioni in Europa per valore aggiunto totale, del commercio,
trasporti e turismo e della finanza e servizi alle imprese. La regione è decima
per valore aggiunto della manifattura e anche sul fronte internazionale mostra
un’importante capacità di presidiare i mercati, posizionandosi tra le prime
venti regioni dei principali Paesi dell´Unione Europea per quota di
esportazioni sul totale delle esportazioni mondiali.
Le trasformazioni delle economie locali dovute al processo
di globalizzazione delle filiere produttive hanno reso più complessa la misura
della competitività, implicando la necessità di sviluppare nuovi indicatori che
tengano conto del posizionamento delle imprese di un dato territorio
all’interno delle filiere globali. La partecipazione delle imprese italiane
alle filiere globali appare piuttosto elevata nel confronto con Paesi simili
per livello di sviluppo e struttura produttiva. Si tratta di un fenomeno
importante per il Piemonte, specie nei settori di specializzazione della
meccanica e dell’automotive”.
Ii trimestre 2013: i dati a consuntivo di Unioncamere
Piemonte -
Il Ii trimestre 2013 si chiude con un dato ancora
negativo per la produzione industriale piemontese, sebbene l’intensità della
contrazione sembri attenuarsi. Dopo un primo trimestre dell’anno caratterizzato
da un calo del 5,1%, il Ii trimestre ha infatti registrato una variazione
tendenziale grezza della produzione industriale pari a -1,2%, allungando la
serie di risultati negativi a sette trimestri consecutivi.
La performance del sistema manifatturiero regionale si
associa a risultati contrastanti realizzati dagli altri indicatori
congiunturali. Gli ordinativi interni diminuiscono del 3,2% rispetto al periodo
aprile-giugno 2012; quelli esteri, dopo il calo del I trimestre, rilevano un
aumento (+1,7%). Si attenua anche la flessione del fatturato: le imprese
manifatturiere piemontesi registrano, mediamente, una variazione tendenziale
del fatturato totale pari a -0,6%, contrazione di minore intensità rispetto al
trimestre precedente, in quanto sostenuta dall’aumento rilevato dalla
componente estera (+3,3%).
Sono, questi, alcuni dei risultati emersi dalla 167ª
Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera realizzata da Unioncamere
Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio
provinciali. La rilevazione è stata condotta nel mese di luglio 2013 con
riferimento ai dati del periodo aprile-giugno 2013 e ha coinvolto 1.181 imprese
industriali piemontesi.
L’andamento negativo della produzione industriale non
ha riguardato tutti i comparti. Le industrie del legno e del mobile hanno scontato
la contrazione più marcata, con un calo del 5,2% rispetto al Ii trimestre 2012,
seguite dalle industrie meccaniche e da quelle elettriche ed elettroniche, che
hanno registrato decrementi del 2,1% e 1,8%. L’output prodotto dalle industrie
dei metalli è diminuito di 1,1 punti percentuale rispetto al periodo
aprile-giugno 2012. Migliori rispetto al dato medio regionale le performance
delle industrie alimentari e di quelle tessili e dell’abbigliamento, le cui
produzioni hanno manifestato un lieve calo (rispettivamente -0,2% e -0,1%). Le
industrie chimiche e delle materie plastiche e i mezzi di trasporto hanno
concretizzato, invece, risultati positivi, registrando incrementi del 2,4% e
del 4,3%.
Ad eccezione del tessuto manifatturiero del capoluogo
piemontese, che ha manifestato una modesta crescita rispetto al Ii trimestre
2012 (+1,0%), il segno negativo accomuna tutte le altre province. Asti e Novara
hanno scontato le flessioni più intense (rispettivamente -4,2% e -3,4%),
seguite da Biella (-3,2%), Cuneo e Verbano Cusio Ossola, entrambe con una
contrazione del 3,1%. La provincia di Vercelli sconta un calo della produzione
industriale del 3,0%, mentre l’output prodotto dall’alessandrino subisce una
diminuzione in linea con il dato medio regionale (-1,1%).
Iv trimestre 2013: i dati previsionali di
Confindustria Piemonte -
L’ultimo trimestre del 2013 non annuncia una svolta
nel lungo ciclo recessivo; si attenua, tuttavia, il tenore pessimista delle
previsioni, lungo un trend di lento ma graduale recupero in atto da alcuni
trimestri. È questa l’indicazione della consueta indagine previsiva per il Iv
trimestre 2013, condotta da Confindustria Piemonte su un campione di quasi
1.100 imprese manifatturiere piemontesi. I principali indicatori migliorano di
qualche punto rispetto allo scorso trimestre, pur restando su valori negativi.
Le valutazioni delle imprese appaiono in linea con l’evoluzione incerta e
controversa del contesto generale.
Più in dettaglio, nel comparto manifatturiero il saldo
ottimisti-pessimisti riferito ai livelli produttivi passa da -15 a -9 punti
percentuale. Analogo andamento è riferibile agli ordini totali (-10 punti). Si
tratta del nono trimestre consecutivo con saldi negativi: negli ultimi 5 anni
solo in due trimestri l’indicatore ha registrato un valore positivo.
Migliori prospettive sono offerte dall’export, che
conferma un andamento lievemente espansivo anche nell’ultima parte dell’anno
(+6 punti). Stabile il tasso di utilizzo degli impianti, su un livello
inferiore alla media storica. Rimane elevato il ricorso alla Cig (quasi
un’azienda su tre) ma stabile rispetto alla precedente rilevazione; a inizio
2013 la quota di aziende era superiore di circa dieci punti a quella attuale.
A livello settoriale, si delinea una significativa
divaricazione tra comparto metalmeccanico e altri comparti manifatturieri. Le
imprese metalmeccaniche sono sensibilmente meno pessimiste, con saldi su
produzione e ordini non lontani dal punto di equilibrio tra attese di aumento e
di contrazione. In particolare, si registrano buoni segnali di miglioramento
nella meccanica strumentale. Viceversa, nei settori non metalmeccanici le
aspettative non sono incoraggianti, con l’eccezione dell’alimentare;
particolarmente penalizzati i settori legati all’edilizia.
Resta difficile la situazione finanziaria e di
liquidità. Continua a peggiorare la redditività; quasi il 60% delle imprese
segnala ritardi negli incassi; si riducono i tempi di pagamento, mediamente
pari a 96 giorni in generale e a 159 giorni per le transazioni con gli enti
pubblici.
Anche l’indagine di settembre conferma il ruolo
trainante dell’export. Le imprese che esportano una quota rilevante del
fatturato formulano infatti previsioni positive; al contrario, le aziende
legate principalmente alla domanda domestica si attendono una ulteriore
contrazione del mercato.
Qualche indicazione meno negativa proviene dalle 300
imprese del comparto dei servizi (comprendente Ict, servizi alle imprese,
trasporti, servizi alla persona, turismo), incluse nel sondaggio di Confindustria
Piemonte a partire dallo scorso giugno. In questo settore, i principali
indicatori sono nel complesso più favorevoli rispetto a quelli del comparto
manifatturiero e fanno riscontrare un assestamento o, in alcuni casi, un
miglioramento rispetto ai valori dello scorso trimestre. L’indicatore riferito
ai livelli di attività migliora di una decina di punti, portandosi su un
livello di equilibrio tra attese di riduzione e aumento; analogo trend riguarda
gli ordini. Il tasso di utilizzo delle risorse aziendali rimane elevato, appena
inferiore al 90%. Il saldo sulle previsioni occupazionali si posiziona intorno
al punto di equilibrio, guadagnando quasi 15 punti rispetto a giugno. Il
ricorso alla Cig si dimezza, scendendo al 12%. L’assenza di una serie storica
sufficientemente lunga per escludere l’effetto di stagionalità (o di altri
elementi non dipendenti dall’andamento del mercato) rende tuttavia impossibile
interpretare questi primi segnali positivi come anticipazioni di una possibile
svolta o almeno di una duratura stabilizzazione del ciclo recessivo.
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FERRIERA TS: SERRACCHIANI, DEFINITA "CORNICE" ACCORDO PROGRAMMA |
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Trieste, 8 ottobre 2013 - "Senza la messa in sicurezza ambientale
del sito della Ferriera di Servola non c´è prosecuzione dell´attività
industriale".
Da questo punto fermo, sottolineato ieri a Trieste
dalla presidente della Regione Debora Serracchiani alla riunione con enti
territoriali, gruppo Arvedi, Ferriera spa e parti sociali, la presidente del
Friuli Venezia ha quindi avviato un ragionamento complessivo sul sito
industriale, ribadendo come si stia attualmente lavorando sulla bozza
dell´accordo di programma per lo stabilimento: "è stata infatti costruita
una ´cornice´ che ha già individuato gli aspetti riguardanti le attività di
bonifiche, il trattamento delle acque e dei rifiuti (circa 240 mila tonnellate
di rifiuti su cui bisogna fare interventi diversi previa caratterizzazione),
nonché alcune considerazioni sulle attività logistiche e portuali".
Dunque, ha affermato la presidente Serracchiani,
"sono state avviate tutte le attività necessaria e di contorno
all´accordo" che, ha spiegato, la Regione sta scrivendo assieme al
ministero e che coinvolge ben quattro dicasteri: oltre all´Ambiente, lo
Sviluppo economico, le Infrastrutture ed il Lavoro. Ciò a fronte di un impegno
concreto già manifestato da Arvedi, il quale ha già anticipato 25 milioni di
euro per l´approvvigionamento del materiale indispensabile per la prosecuzione
dell´attività industriale.
"Il contratto di affitto - ha quindi annunciato
Serracchiani - potrà essere sottoscritto a breve"; secondo il gruppo, che
ha ringraziato tutte le istituzioni che hanno lavorato intorno a questo
obiettivo, addirittura tra alcuni giorni, per un periodo di 8 mesi, ma con la
possibilità di perfezionare l´acquisto anche in data precedente.
L´interesse del gruppo per le nuove produzioni di
Servola - all´insegna ovviamente della massima competitività ma nel rispetto
dell´ambiente e dei lavoratori (ad affitto perfezionato si aprirà subito la
trattativa sindacale legata ai livelli occupazionali) - è comunque legata alla
presenza nell´area di una banchina portuale dotata di adeguati fondali; in
questa prospettiva l´Autorità portuale ha rassicurato sulla sua disponibilità
al rinnovo di una concessione demaniale congrua agli investimenti previsti da
Arvedi: segnalando l´"ampia disponibilità" dell´Autorità portuale, la
presidente Serracchiani ha infatti parlato di una "concessione
coerente" con l´impegno del gruppo siderurgico.
Il sindaco di Trieste Roberto Cosolini ha quindi
ricordato come, rispetto solo a qualche mese fa, allorché purtroppo si
discuteva di come accompagnare la chiusura dello stabilimento, la situazione
appare completamente diversa e con qualche parvenza di "serenità".
Da parte delle rappresentanze sindacali è stata
peraltro manifestata "preoccupazione", con la richiesta di un
costante confronto, "sempre aperto" con le istituzioni e con
l´esigenza imprescindibile del mantenimento occupazionale degli attuali
lavoratori.
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TOSCANA: I RISPARMIATORI VANNO TUTELATI. CE LO DICE ANCHE LA COSTITUZIONE |
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Firenze, 8 ottobre 2013 - Banche e risparmiatori: più
precisamente banche che non devono essere "case da gioco" e diritti
del risparmiatore. Era il tema al centro dell´incontro organizzato il 4 ottobre
dalla Fiba Cisl, la Federazione italiana Bancari e Assicurativi, a Palazzo
Bastogi a Firenze, nei locali del Consiglio regionale.
"La Regione Toscana ha molto iniziative che
riguardano i consumatori: probabilmente – annota l´assessore alla presidenza
Vittorio Bugli, intervenuto all´iniziativa – facciamo anche più di altre
Regioni. Sono azioni che servono a creare una sensibilità diffusa ma per quanto
riguarda il credito e l´accesso al credito, tema dirimente per la ripresa e lo
sviluppo economico toscano, bisogna fare di più. Credo che questo tema dovrebbe
entrare direttamente nel dibattito politico istituzionale e sarebbe opportuno
che il dibattito diventasse parte di un percorso anche interno alla Regione e
al Consiglio regionale, del quale mi posso fare carico. I sei punti posti
stamane dalla Fiab Cisl potrebbero costituire la base della proposta che
potrebbe essere arricchita nell´approfondimento istituzionale anche da quello
di altre associazioni e dalle forze politiche. Certo è che occorre dedicarsi al
tema con ancora maggiore attenzione.".
"La libera circolazione dei capitali – precisa
Bugli – è utile allo sviluppo economico. E´ un mercato e tale deve rimanere. Ma
in assenza di un´adeguata regolamentazione, quella stessa libera circolazione
di capitali può consentire abusi che la sottraggono alla trasparenza e ai
vincoli amministrativi previsti dalle leggi nazionali. Paradisi fiscali, ruoli
dell´autorità di vigilanze e agenzie di rating, anche i conflitti di interesse,
sono tutti argomenti che hanno bisogno di essere affrontati con forza se vogliamo
veramente dare sostanza a ciò che è scritto nell´articolo 47 della
Costituzione, ovvero che ´La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in
tutte le sue forme´.
"O le banche diventano più trasparenti oppure ci
saranno ripercussioni negative anche per loro – conclude Bugli -. Molte banche
per fortuna lo hanno capito e stanno andando in questa direzione".
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TOSCANA, L´ACCORDO PER IL DURC ONLINE: LE OPINIONI DEGLI ALTRI FIRMATARI |
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Firenze, 8 ottobre 2013 - Ecco il parere di alcuni
degli altri firmatari sull´intesa sottoscritta ieri per il Durc online.
Secondo Fabio Vitale, direttore regionale dell´Inps
"l´accordo serve a semplificare ulteriormente il sistema delle
certificazioni ed a creare i presupposti per agevolare l´attività delle imprese
già duramente colpite dalla grave crisi economica".
"La semplificazione – è il parere di David
Maccioni, dirigente delle attività istituzionali dell´Inail – non è solo
un´esigenza delle imprese e dei privati cittadini, ma della stessa Pubblica
Amministrazione, ovvero di tutti i soggetti interessati a risparmiare tempo.
Basti pensare che nei primi mesi di quest´anno l´Inail ha rilasciato in Toscana
quasi 300.000 Durc. Questo accordo farà risparmiare tempo sia a chi lo richiede
che a chi lo rilascia e nei quattro mesi di validità del documento permetterà
di evitare inutili duplicazioni".
"La nostra associazione – ha aggiunto Stefano
Crestini, presidente degli edili di Confartigianato Toscana – ha dato la sua
disponibilità perchè troviamo giusto velocizzare le pratiche, ma serve maggiore
tempestività nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione. Le nostre
imprese erano già virtuose e contributivamente in regola ma soffrivano per i
ritardati pagamenti che se non arrivano rischiano davvero di farle trasgredire
le regole. Riconosciamo che l´assessore Bugli ha fatto un buon lavoro, ma oltre
ad un Durc veloce servono anche pagamenti nei termini".
Secondo Riccardo Spagnoli di Ance Toscana, "uno
dei grandi problemi è l´eccesso di burocrazia. Quello di oggi è un tentativo di
frenare la burocrazia e tentare di uscire dalla crisi. Abbiamo avviato qualcosa
di positivo per il settore, anche se con questo non risolviamo certo tutti i
problemi perchè serve uno sblocco dei pagamenti. Contiamo entro un mese di
rendere operativo questo accordo che è il frutto di un positivo rapporto con la
Regione Toscana e di continuare a sburocratizzare tutto ciò che ruota intorno
al nostro settore".
"Mi pare una soluzione positiva – aggiunge
Susanna Bianchi, presidente regionale della cooperativa di produzione lavoro di
Legacoop Toscana – perchè quello del credito e della velocità dei pagamenti è
uno dei problemi di fondo del settore. Sono poche le risorse pubbliche
investite e l´autoimprenditorialità trova poco spazio. La firma di oggi
dimostra che velocizzare gli adempimenti è possibile e dopo cinque anni crisi
le imprese sono sfinite, quindi bene ha fatto la Regione a promuovere questa
intesa".
Infine Giulia Bartoli, segretario regionale della
Fillea-cgil, ha parlato di "un importante accordo di semplificazione del
sistema, che va nella direzione già indicata dal decreto del fare, ancor più
necessario nel settore dell´edilizia che è tra i più ingessati dagli
adempimenti burocratici. Si tratta di un primo passo sulla strada di una
semplificazione che non deve però tradursi in deregolamentazione, visto che a
trarre vantaggio dalla crisi sono state le imprese irregolari ed è stata la
concorrenza leale a soffrirne. Siamo per promuovere un lavoro sicuro e
sostenibile e crediamo che il Durc sia uno strumento importante a tutela e
salvaguardia della regolarità contributiva nei confronti dei lavoratori".
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INDAGINE INDUSTRIA MANIFATTURIERA NOVARESE: PRODUZIONE IN CALO |
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Novara, 8 ottobre 2013 - Continua all’insegna del
“meno” l’andamento dell’industria manifatturiera novarese, che nel secondo
trimestre 2013 vede diminuire sia la produzione che il fatturato.
La 167a “Indagine congiunturale sull’industria
manifatturiera” registra flessioni in tutte le province del Piemonte, eccetto
Torino, con la performance novarese posizionata al penultimo posto: in
confronto al periodo aprile-giugno 2013 la produzione provinciale arretra del
-3,4% (-1,2% il dato regionale) e anche il fatturato appare in diminuzione, con
un calo del -2,8% (a fronte del -0,6% dell’intero Piemonte).
L’indagine ha coinvolto nel Novarese 141 imprese, per
un totale di oltre 7.900 addetti ed un fatturato superiore ai 2,4 miliardi di
euro.
«I dati evidenziano qualche sofferenza in più rispetto
al contesto regionale - spiega Paolo Rovellotti, presidente della Camera di
Commercio di Novara – ma ci conforta constatare, pur nella negatività espressa
dal calo della produzione, il settimo consecutivo, un miglioramento rispetto
agli indicatori rilevati in apertura d’anno. Dall’estero si riaprono spiragli
positivi, gli unici in grado di rischiarare un quadro con numerose zone d’ombra
che si chiamano burocrazia, incertezza legislativa, rigidità del mercato del
lavoro.
Il vero problema non è il potenziale competitivo delle
nostre imprese – sottolinea Rovellotti – che rappresenta un dato di fatto,
bensì le sfavorevoli condizioni di contesto con cui gli imprenditori devono
fare i conti e che finiscono troppo spesso per frenare la loro attività».
Settori -
Il calo della produzione industriale interessa tutte
le attività economiche, con l’unica eccezione del tessile-abbigliamento, che
rispetto al secondo trimestre del 2012 evidenzia un lieve aumento, pari al +1%.
Le flessioni dell’output registrate dai principali
comparti (alimentare, tessile-abbilgliamento, chimica-gomma-plastica e
metalmeccanico) appaiono comunque moderate: appena al di sotto del punto
percentuale per alimentare e metalmeccanico (con le rubinetterie che scendono
al -2,3%) e leggermente inferiore alla media provinciale per la
chimica-gomma-plastica (-3,1%).
Dimensioni -
Per quanto riguarda il profilo dimensionale, la
riduzione produttiva viene avvertita in misura più evidente dalle piccole
imprese, in particolare da quelle con meno di 10 addetti, la cui perfomance si
attesta al -5,1%.
Le attività con un numero di addetti compreso tra 10 e
49 unità registrano una diminuzione minore, pari al -3,2%, mentre le grandi
imprese contengono il calo della produzione al di sotto della media
provinciale.
Capacità Produttiva -
Il grado di utilizzo della capacità produttiva si
attesta mediamente al 57,1%: a registrare il valore più alto nel periodo in
esame sono le rubinetterie (69,4%) mentre il più basso viene raggiunto dal
tessile-abbigliamento (54,1%).
Nuovi Ordinativi -
L’analisi della domanda mostra risultati diversificati
rispetto alla provenienza delle commesse: mentre gli ordinativi domestici si
confermano in calo, con una flessione annua del -4,2%, quelli provenienti
dall’estero evidenziano un aumento del +5,6%.
L’incremento della domanda oltreconfine coinvolge
tutte le attività economiche e, in modo particolare, la chimica-gomma-plastica,
che oltre a mettere a segno un incremento a due cifre (+10,4%) rappresenta
l’unico comparto che riesce a registrare un risultato favorevole anche sul
fronte delle commesse interne (+2,6%).
Fatturato -
Il confronto con il secondo trimestre 2012 vede
diminuire il fatturato, che rispetto allo scorso anno si riduce complessivamente
del -2,8%: restringendo l’analisi ai principali comparti il quadro risulta più
attenuato, con risultati che vanno dal -1,4% dell’alimentare al +1% della
chimica-gomma-plastica.
Aumenta, invece, il fatturato estero, con un
incremento medio del +1,6%, sostenuto da tutti i comparti di attività
economica.
Prospettive A Tre Mesi -
Le prospettive formulate dagli imprenditori per il
trimestre successivo alla rilevazione si mantengono negative in riferimento a
tutti i principali indicatori congiunturali.
Quasi il 47% degli intervistati dichiara di aspettarsi
un calo della produzione industriale, a fronte del 13,9% che ne prospetta un
aumento, generando un saldo di opinione negativo pari a -32,9 punti
percentuale.
Le previsioni pessimistiche prevalgono anche
relativamente al fatturato, atteso in flessione dal 46,1% degli imprenditori,
quota che supera di 29,8 punti percentuale quella degli ottimisti.
Analoghe le aspettative espresse nei confronti dei
nuovi ordinativi, il cui saldo di opinione risulta negativo in riferimento sia
alla domanda interna, attesa in diminuzione dal 48,3% degli intervistati contro
il 14,9% che ne ipotizza un aumento, sia a quella estera, il cui saldo
ottimisti/pessimisti risulta pari a -14,9 punti percentuale. Va comunque
evidenziato che quasi il 46% degli imprenditori ha formulato previsioni di
stabilità in merito alle commesse estere.
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TOSCANA, CON IL ´DURC´ CONDIVISO VITA PIÙ SEMPLICE PER LE AZIENDE". FIRMATA INTESA CON INAIL E INPS |
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Firenze, 8 ottobre 2013 – Vita più semplice e meno
scartoffie e burocrazia per le aziende che lavorano con il pubblico: il Durc -
ovvero il documento che certifica la regolarità dei versamenti contributivi,
quel foglio che attesta che un´azienda non paga a nero i propri dipendenti
perché versa con regolarità i contributi per pensione e infortuni - il Durc
appunto, vola su una nuvola informatica e diventa condiviso.
"Ad un´azienda basterà produrre una sola volta il
documento e non tante volte quanti sono i suoi committenti" spiega
l´assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli. "I Durc
richiesti da soggetti pubblici toscani – aggiunge -finiranno in un archivio
condiviso e un Durc regolare, nel periodo di validità, potrà essere utilizzato
per più procedimenti." Può sembrare l´uovo di Colombo, ma finora non era
così.
Accadrà invece a breve grazie all´intesa firmata oggi
dalla Regione con l´Inps e l´Inail assieme alle parti sociali e alle
associazioni di categoria. Entro mese Inail e Regione definiranno come i
relativi sistemi informatici potranno comunicare, dopodiché spetterà alla
Regione Toscana realizzare la piattaforma informatica per verificare
l´esistenza di un Durc regolare e in corso di validità, cioè emesso da non più
di 120 giorni, e in caso affermativo permetterne l´estrazione di una copia e
stamparla.
"Si tratta di un passo avanti verso la
semplificazione - commenta Bugli -: grazie alla tecnologia, facendo parlare tra
loro branche diverse della pubblica amministrazione".
Un´azienda che ha un appalto pubblico è obbligata a
produrre il Durc se vuole essere pagata. E´ così dal 2007. Lo stesso è per
un´impresa che lavora per privati ma ha magari sovvenzioni comunitarie oppure
vuol usufruire di particolari agevolazioni. Produrre un solo Durc velocizzerà i
tempi.
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VERTENZA ANSALDO, REGIONE INCONTRA I SINDACATI: PRESERVARE CAPACITÀ PRODUTTIVA STABILIMENTI CAMPANI |
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Napoli, 8 ottobre 2013 - L´assessore al Lavoro e alla
Formazione Severino Nappi, nella qualità di coordinatore della Cabina di Regia
per la gestione dei processi di crisi e di sviluppo, ha incontrato il 4 ottobre
le organizzazioni sindacali per la vertenza Ansaldo, sia per il comparto
energia, sia per il comparto dei trasporti ferroviari, alla luce delle ultime
decisioni che l´azienda sta prendendo anche con il Governo nazionale.
"Abbiamo ascoltato - ha detto Nappi - le
fortissime preoccupazioni espresse dalle organizzazioni sindacali ed abbiamo
condiviso la necessità di preservare la capacità produttiva degli stabilimenti
campani. Per far questo abbiamo bisogno del sostegno del Governo.
Naturalmente la Giunta Caldoro è assolutamente
disponibile ad accompagnare ogni processo che consenta di preservare
l´italianità dell´azienda e soprattutto di salvaguardare, attraverso la
capacità di fare impresa sul territorio, i livelli occupazionali. Come per il
ramo energia, per il quale la questione sembra in via di definizione,
auspichiamo che anche per Breda e Sts - aziende emblema dell´eccellenza della
Campania - accada lo stesso", conclude Nappi.
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POLO DELLA CHIMICA IN TOSCANA, UN PROGETTO INTEGRATO PER LO SVILUPPO DEL SETTORE |
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Firenze, 8 ottobre 2013 – Aziende chimiche più sicure
e amiche dell´ambiente grazie al Piano integrato di sviluppo della Regione. La
valorizzazione della filiera della chimica in relazione al progetto comunitario
Reach, un´azione finalizzata a fornire supporto alle imprese nell´applicazione
della direttiva Registration, evaluation, authorisation of chemical (che si
propone come obiettivo quello di garantire la sicurezza delle sostanze chimiche
nei processi produttivi) è uno dei risvolti pratici del Pis, progetto integrato
di sviluppo del Polo regionale della chimica, che la giunta regionale ha
approvato su proposta dell´assessore alle attività produttive lavoro e
formazione Gianfranco Simoncini.
Il Progetto integrato della chimica (Pis) è stato
presentato il 4 ottobre in Sala Pegaso, a Palazzo Strozzi Sacrati, a Firenze,
alle imprese del settore, alle organizzazioni sindacali e a tutti i soggetti
coinvolti.
Il polo di Rosignano Il progetto si inserisce, fra
l´altro, nell´ambito della proposta di rafforzamento del polo chimico di
Rosignano, in Provincia di Livorno che costituisce una delle iniziative
qualificanti del Piano regionale di sviluppo 2011-2015. A Rosignano, nell´ambito delle politiche di
definizione del sistema del trasferimento tecnologico, la Regione promuove,
tramite la rete di laboratori di ricerca pubblico-privati, la creazione di un
parco tecnologico produttivo per la chimica verde e le energie rinnovabili che
potrebbe essere promosso in collaborazione con il Comune di Rosignano
Marittimo, la Provincia di Livorno e in accordo con la società Solvay.
"L´obiettivo sul quale stiamo lavorando con il
Pis - spiega l´assessore Simoncini – è quello di valorizzare le imprese
presenti sul territorio, creando le condizioni per attrarne di nuove,
proponendo l´area anche come sito sperimentale per progetti nazionali sulla
chimica verde".
"Con questo progetto – dice ancora l´assessore -
puntiamo in generale a incentivare il consolidamento e il rilancio della
chimica regionale attraverso ristrutturazioni produttive, sollecitando
l´innovazione, il trasferimento tecnologico e i processi di aggregazione e
crescita delle piccole e medie imprese e la creazione di reti fra grandi
imprese, pmi e centri di ricerca. L´industria chimica è una componente
importante del sistema produttivo toscano e, nonostante la crisi e le
inevitabili contrazioni, sia per quanto riguarda il settore gomma e plastica
che per il farmaceutico, ha mantenuto elevati valori di fatturato, mentre la
produzione ha continuato a crescere trainata dall´export".
Le risorse Come tutti i progetti integrati, anche
quello perla chimica mette insieme gli strumenti ordinari a sostegno dello
sviluppo economico presenti nella programmazione regionale, grazie a risorse
della Regione e dei fondi europei (Fesr e Fse 2007-14). Le risorse già erogate
sono complessivamente pari a oltre 25 milioni, cui si aggiungono oltre 43
milioni di finanziamento delle iniziative di ingegneria finanziaria e che hanno
attivato investimenti per oltre il doppio.
Le risorse già erogate sono complessivamente pari a
oltre 25 milioni, cui si aggiungono oltre 43 milioni di finanziamento delle
iniziative di ingegneria finanziaria e che hanno attivato investimenti per
oltre il doppio.
La consistenza del settore L´industria chimica è una
presenza che caratterizza il sistema industriale toscano. E´ il quarto polo
nazionale e complessivamente occupa circa 20.500 addetti, occupati in circa
1.200 unità locali. Nel complesso, i settori della chimica offrono un valore
aggiunto di circa 1,2 miliardi di euro, pari al 7% del settore manifatturiero
toscano e all´1% del prodotto interno lordo regionale. La chimica toscana pesa
inoltre per il 6% sul valore aggiunto nazionale nel settore.
Il settore principale per numero di addetti è quello
della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, che occupa circa
8.200 addetti (40% degli addetti), seguito da quello della fabbricazione di
prodotti chimici (6.400 addetti, 31% del totale) e dalla chimica farmaceutica
(29%, circa 5.900 addetti).
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VESTAS NACELLES TARANTO: SOSPESE PROCEDURE MOBILITÀ |
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Bari, 8 ottobre 2013 -
Si é tenuto il 5 ottobre a Roma presso il Ministero dello Sviluppo
Economico l´incontro sulla vertenza Vestas - Nacelles, azienda produttrice di
generatori eolici che ha improvvisamente annunciato qualche giorno fa la
chiusura dello stabilimento di Taranto nel quale sono impegnati 147 lavoratori
per l´assemblaggio delle turbine, con l´apertura della procedura di mobilità.
Alla riunione ha partecipato per la Regione Puglia l´assessore al Lavoro, Leo
Caroli.
Di fronte alla asserita necessità di una
razionalizzazione necessaria a mantenere la competitività dell´azienda anche in
relazione alla obsolescenza della turbina V90 attualmente in produzione nel
sito tarantino, l´assessore ha stigmatizzato “l´incongruenza di una scelta
imprenditoriale di razionalizzazione che pretenda di interrompere la produzione
di un determinato prodotto, pure dichiarato obsoleto, con la cessazione
dell´intera attività dello stabilimento”.
“E’ una scelta improvvisa e che difetta di logicità –
prosegue - specie laddove é stata negli anni dimostrata l´eccellenza del sito
produttivo. Sarebbe più comprensibile invece che l´azienda immagini di
sostituire la vecchia produzione attivando un percorso che, avvalendosi del
supporto del sistema nazionale e regionale, preveda l´avvio di nuove produzioni
secondo tempi e modalità che siano presentate e discusse insieme. Tanto ancor
più quando si tratta di un´azienda leader del settore eolico che ha conosciuto
e conosce ancora una forte espansione, non ultimo grazie alla normativa
incentivante adottata in Italia”.
“É necessario allora – conclude - che si debba
interpretare il ruolo dello stabilimento di Taranto in una veste diversa.
Bisogna innanzitutto che la Vestas ritiri la procedura di mobilità e presenti
un piano di rilancio produttivo del sito, al quale la Regione e tutte le
istituzioni non potranno non offrire il proprio contributo”.
La riunione si è conclusa con l´impegno da parte della
Vestas Nacelles di coinvolgere i vertici della multinazionale danese sulle
strade alternative alla mobilità prospettate nella riunione odierna; a tal
fine, l´azienda ha acconsentito alla sospensione della procedura sino alla
ripresa del confronto previsto per il prossimo venerdì 11 ottobre.
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CALABRIA: DIMOSTRATA EFFICIENZA ED AFFIDABILITÀLA REGIONE INTENDE CURARE L’INTERA FILIERA BOSCO-LEGNO |
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Catanzaro, 8 ottobre 2013 - Si è concluso il ciclo di seminari
informativi organizzati dal Dipartimento Agricoltura, Foreste, Forestazione
attraverso il Psr Calabria nell’ambito di “Made Expo” 2013, la manifestazione
fieristica tenutasi a Milano. A chiusura dell’iniziativa – informa una nota
dell’ufficio stampa della Giunta regionale - si è svolta una conferenza stampa
alla quale hanno preso parte l’Assessore all’Agricoltura, Foreste e
Forestazione Michele Trematerra, l’Assessore alle Attività Produttive Demetrio
Arena, il presidente di Assolegno Claudio Giust, il Dirigente Generale del
Dipartimento Agricoltura Giuseppe Zimbalatti, che ha moderato l’incontro, e il
Dirigente del Settore 5 Forestazione Giuseppe Oliva.
“Come amministrazione regionale e Dipartimento
Agricoltura – ha affermato l’Assessore Trematerra – stiamo dimostrando
efficienza e affidabilità. Il sistema informatizzato, infatti, è una delle
numerose iniziative che riguardano il settore forestale e rappresenta un ulteriore
passo in avanti, dopo la nuova legge forestale e la nascita dell’azienda
Calabria Verde. Tutti presupposti che ci proiettano verso l’Expo 2015 di Milano
anche nel settore del legno”.
“La Regione Calabria intende curare l’intera filiera
bosco-legno – ha aggiunto l’Assessore Arena – e il Dipartimento Attività
Produttive si impegna ad affiancare quello dell’Agricoltura, affinché la
filiera calabrese non sia solo agroforestale, ma anche industriale”.
Si è complimentato inoltre per l’operato della Regione
Calabria il presidente di Assolegno Claudio Giust: “Condivido pienamente le
politiche adottate dalla Regione Calabria nel settore forestale – ha dichiarato
– Un’amministrazione che già da alcuni anni investe in maniera significativa
nel settore forestale, con lo scopo di valorizzare e promuovere le grandi
potenzialità dei propri territori”.
Il dirigente Oliva, nell’ultimo seminario in
programma, ha presentato proprio “il sistema informatizzato regionale di
gestione del vincolo idrogeologico, delle utilizzazioni boschive e l’albo delle
imprese forestali”. Il nuovo sistema, infatti, secondo Oliva, mira a
semplificare il procedimento amministrativo, assicurando risposte celerei agli
operatori del settore ed il supporto operativo all’attività dei funzionari del
Dipartimento Agricoltura, Foreste, Forestazione, Caccia e Pesca della Regione
Calabria. L’informatizzazione del sistema, inoltre, ha lo scopo di garantire il
principio della trasparenza, l’efficienza e la tracciabilità delle attività
connesse alla gestione forestale, in accordo con quanto previsto dalla “Due
Diligence”, il regolamento della comunità europea entrato in vigore lo scorso
mese di marzo.
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VCO - TREND NEGATIVO PER L´ECONOMIA LOCALE NEL II TRIMESTRE 2013 |
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Verbania, 8 ottobre 2013 - Nel secondo trimestre
dell’anno si confermano critici gli andamenti di produzione (-3%), fatturato
(-1,8%) e ordinativi interni (-5,6%) rispetto al 2012. Segno più per i nuovi
ordinativi esteri (+6,2%) che registrano un andamento migliore rispetto alla
media piemontese (+1,7%). In generale però i risultati provinciali evidenziano
performance meno positive rispetto alla media regionale dove la produzione si
attesta a -1,2% ed il fatturato a -0,6% rispetto al trimestre aprile-giugno
2012.
Non migliorano le aspettative degli operatori
economici sull’andamento di produzione e fatturato terzo trimestre del 2013.
Saldi negativi per tutti gli indicatori, anche se la maggioranza degli
intervistati non si attende un sostanziale cambiamento nella situazione
congiunturale nella seconda metà del 2013.
E’ quanto emerge dall’analisi congiunturale relativa
al periodo aprile-giugno 2013 realizzata da Unioncamere Piemonte in
collaborazione con le Camere di commercio provinciali.
Rispetto al secondo trimestre del 2012 tutti i
settori, eccezion fatta per quello tessile, registrano andamenti negativi per
la produzione, accentuati soprattutto nel comparto delle altre industrie
manifatturiere (-7,7%).
Stesso andamento per gli ordinativi interni: comparto
tessile e abbigliamento +1%, industrie metalmeccaniche -2,3%, settore chimico
-1% e altre industrie manifatturiere -12%. Tutte le province piemontesi
registrano, seppur con tassi diversi, un andamento negativo della produzione
rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La media regionale segna -1,2%
per la produzione e -0,6% per il fatturato. Rispetto ai primi tre mesi del 2013
a livello locale le imprese segnalano una “stazionarietà” di tutti gli indicatori.
In aumento il grado di utilizzo della capacità
produttiva che, nel Vco, nel secondo trimestre 2013 è del 64% (era il 58%
all’inizio dell’anno), dato lievemente superiore rispetto alla media regionale
(61%).
Aspettative degli operatori per il terzo trimestre del
2013 -
Restano negative le aspettative degli operatori
economici per il trimestre luglio – settembre 2013 per tutti gli indicatori
economici, anche se la maggioranza degli intervistati non si attende un
sostanziale cambiamento nella situazione congiunturale nella seconda metà del
2013. La produzione industriale crescerà per il 9% degli intervistati,
registrando un saldo tra ottimisti-pessimisti pari a -20,5%. Stimato in
flessione anche il fatturato (-18%), gli ordinativi totali e quelli interni:
rispettivamente - 35% il saldo ottimisti-pessimisti per gli ordini totali, -36%
per gli ordinativi interni, segnale del perdurare delle difficoltà negli ordini
a livello nazionale. In calo anche gli ordinativi esteri -17% anche se 6
intervistati su 10 segnala una stazionarietà dell’indicatore.
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COMMERCIO: DA G.R UMBRIA RISORSE AGGIUNTIVE PER BANDI RE.STA: COSÌ ATTIVABILI TUTTI I PROGETTI IN GRADUATORIA |
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Perugia, 8 ottobre 2013 - Ammontano ad un milione 723 mila euro
le risorse aggiuntive assegnate dalla Giunta regionale dell´Umbria, su proposta
dell´assessore al commercio Fabio Paparelli, per finanziare tutti i progetti in
graduatoria nell´ambito del bando Re.sta 2009,
a sostegno dell´innovazione e per la competitività del commercio umbro.
"Ci
siamo impegnati - ha detto Paparelli -
per reperire le risorse necessarie al completo finanziamento di tutti i
progetti ammessi nella graduatoria definitiva, poiché siamo fermamente convinti
che questo bando regionale costituisca una misura efficace per realizzare quei
progetti innovativi che sono fondamentali per il rilancio del commercio umbro.
In questo modo - ha aggiunto - abbiamo dato concreta attuazione ed uno dei
punti salienti di questa legislatura per la crescita e la competitività di un
settore che costituisce una leva strategica per lo sviluppo dell´economia
regionale. Ulteriori 6 progetti potranno così aggiungersi ai 10 progetti già
finanziati con il bando grazie alle risorse aggiuntive deliberate oggi, per un
ammontare complessivo di oltre 4 milioni 200 mila euro. Si tratta dei progetti
territoriali Borghi da vivere e
E-shopping di Foligno, Bastia Umbra City Mail 2, Gubbio City Mail 2,
Spoleto City Mail 2 e tematici, ´Domo´ per complessive 126 imprese
coinvolte".
"A novembre
si aprirà la nuova stagione dei finanziamenti per il settore del commercio, che
tra i nuovi bandi re.Sta 3 e la legge
266, potrà contare - ha aggiunto l´assessore - su risorse complessive
per 5 milioni di euro. I nuovi bandi
Re.sta - ha annunciato Paparelli -
presenteranno interessanti novità. In particolare - ha concluso - intendiamo
puntare su modalità e procedure per l´attivazione degli interventi più snelle e
semplificate a sostegno di progetti di qualificazione del settore,
prioritariamente orientati al ripopolamento dei Centri storici,
all´innovazione, alla costituzione di negozi storici e centri commerciali
naturali ed alla riqualificazione del settore della ristorazione".
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