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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 09 Dicembre 2013 |
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IL DIVIETO, PREVISTO DALLA LEGGE ITALIANA, DI VENDERE IN PARAFARMACIA MEDICINALI SOGGETTI A PRESCRIZIONE È CONFORME AL DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA TALE DIVIETO È GIUSTIFICATO DALL’OBIETTIVO DI GARANTIRE ALLA POPOLAZIONE UN RIFORNIMENTO DI MEDICINALI SICURO E DI QUALITÀ |
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Lussemburgo, 5 dicembre 2013 - In Italia, la prestazione di servizi farmaceutici può essere esercitata solo attraverso farmacie comunali oppure a mezzo di concessione governativa ai privati farmacisti. Lo stabilimento delle farmacie sul territorio è oggetto di un regime di pianificazione in forza del quale l’apertura di una nuova farmacia è subordinata al rilascio di una previa autorizzazione e le farmacie ivi presenti sono limitate a un numero massimo e ripartite in modo equilibrato sul territorio, conformemente alla «pianta organica». Tale regime è diretto – da un lato – ad evitare il rischio che le farmacie si concentrino unicamente nelle zone commercialmente più attraenti e a garantire a ciascuna di loro una quota di mercato e – dall’altro – a soddisfare il fabbisogno di medicinali su tutto il territorio. Dal 2006 è stata consentita l’apertura di parafarmacie, autorizzate a vendere medicinali non soggetti a prescrizione medica con accesso alla pubblicità destinata al pubblico e il cui costo è a carico del cliente. Le sig.Re Venturini, Gramegna e Muzzio, tre farmaciste abilitate, iscritte all’ordine professionale dei farmacisti di Milano, hanno chiesto l’autorizzazione a vendere, nelle rispettive parafarmacie, medicinali soggetti a prescrizione medica ma che sono interamente a carico del cliente. Le aziende sanitarie locali (Asl) nonché il Ministero della Salute hanno respinto tali domande, in quanto la normativa nazionale autorizza la vendita di simili medicinali solo nelle farmacie. Esse hanno quindi adito il Tribunale amministrativo regionale per la Regione Lombardia, affermando che tale rigetto era contrario al diritto dell’Unione. Tale giudice ha chiesto alla Corte di giustizia se il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea osti ad una normativa che non consente al farmacista, abilitato ed iscritto all’ordine professionale, ma non titolare di una farmacia ricompresa nella «pianta organica», di vendere, nella parafarmacia di cui sia titolare, i farmaci soggetti a prescrizione medica che non sono posti a carico del Servizio sanitario nazionale ma interamente a carico dell’acquirente. Nella sua sentenza odierna, la Corte ricorda anzitutto che la ripartizione geografica delle farmacie e il monopolio della dispensa dei medicinali sono di competenza degli Stati membri1. Essa rileva inoltre che dal contesto giuridico nazionale risulta che un farmacista che intenda stabilirsi in Italia come titolare di una parafarmacia sarà escluso dai benefici economici derivanti dal mercato dei medicinali soggetti a prescrizione medica e che vengono pagati interamente dall’acquirente, la cui vendita è riservata alle farmacie. Tale normativa, che può ostacolare e scoraggiare lo stabilimento sul territorio italiano di un farmacista, cittadino di un altro Stato membro, che intenda ivi gestire una parafarmacia, costituisce una restrizione alla libertà di stabilimento. Tuttavia, essa può essere giustificata da ragioni imperative di interesse generale. La normativa italiana persegue l’obiettivo di garantire alla popolazione un rifornimento di medicinali sicuro e di qualità, il quale rientra nell’obiettivo più generale di tutela della salute. Al riguardo, la Corte ricorda che un regime di pianificazione può rivelarsi indispensabile per colmare eventuali lacune nell’accesso alle prestazioni sanitarie e per evitare una duplicazione nell’apertura delle strutture, in modo che sia garantita un’assistenza sanitaria adeguata alle necessità della popolazione, che copra tutto il territorio e tenga conto delle regioni geograficamente isolate o altrimenti svantaggiate2. Se fosse consentito vendere nelle parafarmacie determinati medicinali soggetti a prescrizione medica, ciò equivarrebbe a commercializzare tali medicinali senza osservare il requisito della pianificazione territoriale, con il rischio che le parafarmacie si concentrino nelle località considerate più redditizie e che le farmacie situate in tali località vedano diminuire la propria clientela e subiscano una perdita di reddito. Questa situazione potrebbe quindi causare una diminuzione della qualità del servizio che le farmacie forniscono al pubblico e comportare perfino la chiusura definitiva di alcune di esse: una penuria di farmacie in determinate parti del territorio condurrebbe allora ad un approvvigionamento di medicinali inadeguato quanto a sicurezza e a qualità. La Corte sottolinea, inoltre, che ogni Stato membro può decidere il livello al quale intende garantire la tutela della sanità pubblica e il modo in cui questo livello deve essere raggiunto. Il sistema italiano, che non consente alle parafarmacie di vendere farmaci soggetti a prescrizione medica che non sono a carico del Servizio sanitario nazionale, bensì vengono pagati interamente dall’acquirente, riduce il rischio di una penuria di farmacie in modo proporzionato all’obiettivo di garantire un rifornimento di medicinali alla popolazione sicuro e di qualità. |
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SCIENZIATI UTILIZZANO LA TERAPIA GENICA PER CREARE GLOBULI PER LA LOTTA CONTRO IL CANCRO |
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Lecce, 9 dicembre 2013 - Per la prima volta dopo tanti anni, in uno dei più grandi progressi scientifici contro le leucemie e altri tumori del sangue, un team di ricercatori con a capo il dottor Janis Abkowitz, ematologo presso l´Università di Washington a Seattle e presidente della Società Americana di Ematologia, hanno annunciato un successo senza precedenti, utilizzando la terapia genica per trasformare cellule del sangue dei pazienti in soldati che cercano e distruggono il cancro. Diversi anni fa alcuni pazienti con un tipo di leucemia sono stati sottoposti ad una terapia sperimentale ed oggi alcuni sono guariti dal cancro. Almeno sei gruppi di ricerca hanno trattato più di 120 pazienti con molti tipi di cancro al sangue e al midollo osseo, con risultati sorprendenti. Durante la ricerca, tutti e cinque gli adulti e 19 dei 22 bambini con leucemia linfocitica acuta, hanno avuto una remissione completa, il che significa che nessun cancro è stato diagnosticato dopo il trattamento, anche se da allora alcuni hanno avuto una recidiva. Si trattava di pazienti gravemente malati. Alcuni avevano provato diversi trapianti di midollo osseo e fino a 10 tipi di chemioterapia o ad altri trattamenti. Guarigioni di altri pazienti con mieloma, linfoma e leucemia linfatica cronica, saranno segnalati alla conferenza del gruppo di ematologia che inizia questa settimana a New Orleans. Secondo i ricercatori questo procedimento ha tutte le potenzialità per diventare la prima terapia genica approvata negli Stati Uniti e il primo per curare il cancro in tutto il mondo. In passato era stata approvata in Europa solo una terapia genica per curare una malattia metabolica rara. Il trattamento prevede il filtraggio del sangue dei pazienti per rimuovere milioni di globuli bianchi chiamati cellule T che verranno modificati in laboratorio restituendoli al paziente con infusioni nell´arco di tre giorni contenenti un gene che ha come obiettivo la distruzione del cancro. Il dottor David Porter, uno scienziato dell´Università della Pennsylvania che ha condotto lo studio ha dichiarato `` Quello che stiamo somministrando in sostanza, è un farmaco che vive´´ e cioè delle cellule alterate in modo permanente che si moltiplicano nel corpo come un esercito per combattere il cancro. Diverse aziende farmaceutiche e biotecnologiche stanno sviluppando queste terapie. Penn ha brevettato il suo metodo e concesso in licenza alla svizzera Novartis Ag. La società sta costruendo un centro di ricerca nel campus Penn di Philadelphia e prevede una sperimentazione clinica nel prossimo anno, che potrebbe portare ad approvazione federale del trattamento appena 2016. Giovanni D´agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ritiene importante il passo in avanti evidenziato anche dal dr Hervé Hoppenot, presidente di Novartis Oncology. Il trattamento con la terapia genica, apre la strada a nuove possibilità di fermare le gravi conseguenze di queste malattie. I tumori del sangue sono patologie terribili. Non conoscono sesso o età, non fanno distinzioni di classe o di appartenenza: colpiscono indistintamente. La guarigione per vari tumori del sangue, dalle leucemie ai linfomi, oggi non sarà più un sogno irrealizzabile, ma un obiettivo "raggiungibile". |
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"TERAPIA FARMACOLOGICA PER L´HIV" |
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Glasgow, 9 dicembre 2013 - Dal 2 al 6 novembre 2014 si terrà a Glasgow, nel Regno Unito, un evento intitolato "Terapia farmacologica per l´Hiv" (Hiv Drug Therapy). In Europa 2,3 milioni di persone vivono con l´Hiv, ma uno su tre di loro non è consapevole di essere sieropositivo. Se l´infezione da Hiv è confermata, il ricorso tempestivo alle cure può permettere a una persona sieropositiva di vivere una sana e lunga vita. L´obiettivo dell´evento è quello di fornire un programma scientifico pertinente, significativo e tematico che rifletta i recenti progressi relativi alla ricerca e al trattamento dell´infezione da Hiv. Fornirà consigli pratici e consulenza per i medici nel trattamento giornaliero dei loro pazienti. Per ulteriori informazioni, visitare: http://hivglasgow.Com/ |
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CONTRASTARE L´NVECCHIAMENTO CUTANEO IN OSPEDALE IMPEGNO DEL GRUPPO OSPEDALIERO SAN DONATO PER LA CURA DELLA PELLE |
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Milano, 9 dicembre 2013 – Al via la collaborazione tra il Gruppo Ospedaliero San Donato e il Prof. Antonino Di Pietro, padre della dermatologia plastica antiaging. Inizia, presso l’Istituto Clinico Sant’ambrogio di Via Faravelli, l’attività dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis, un brand che identifica le strutture impegnate nella prevenzione dell’invecchiamento cutaneo attraverso le tecniche e gli strumenti che la moderna medicina mette a disposizione e che vedono nel prof. Antonino Di Pietro il più grande sostenitore e innovatore. “L’istituto Dermoclinico Vita Cutis – afferma il dottor Francesco Galli, amministratore delegato dell’Istituto Clinico Sant’ambrogio – rappresenta un’innovazione che va incontro alle esigenze di un pubblico sempre più vasto che desidera un approccio personalizzato e accurato alla salute e alla bellezza della propria pelle. Siamo convinti che questo tipo di servizio verrà accolto con entusiasmo dai nostri pazienti abituali e al contempo ci permetterà di raggiungerne di nuovi”. Ieri, con l’apertura degli ambulatori di dermatologia plastica antiaging, l’Istituto Clinico Sant’ambrogio va incontro ad un trend di crescita (+50% in un solo anno la richiesta di interventi di dermatologia antiaging) che vede affermarsi una precisa filosofia di cura della pelle con interventi mai invasivi e nel rispetto dell’integrità della cute per una bellezza naturale e autentica. Antonino Di Pietro, dermatologo e Presidente Fondatore Isplad, Società Internazionale di Dermatologia Plastica e Rigenerativa, è stato il promotore della prima società scientifica italiana che ha messo al centro dell’attenzione la pelle, la sua salute e la prevenzione dei segni dell’invecchiamento. “Sono sempre di più le persone che si rivolgono al dermatologo per motivi estetici e di invecchiamento - chiarisce Di Pietro - e lo specialista risponde a questa esigenza con una presa in carico globale, consigliando i dermocosmetici, gli integratori alimentari, e offrendo gli interventi più appropriati (peelings, iniezioni di acido ialuronico, laser, luce pulsata, radiofrequenza, ecc.) per plasmare e migliorare la cute nel modo più fisiologico e rispettando la natura della pelle. Proteggere, nutrire, rinnovare e rigenerare sono le regole per mantenere una pelle sana e bella. Curare il proprio aspetto - prosegue lo specialista - non è un lusso ma un bisogno antico quanto il mondo che oggi, grazie ai progressi della dermatologia antiage, è una realtà alla portata di tutti attraverso metodi mai invasivi e nel rispetto dell’integrità della cute per una bellezza naturale e autentica,” conclude Di Pietro. Il primo Istituto Dermoclinico Vita Cutis ad aprire è quello locato a Milano, presso l’Istituto Clinico Sant’ambrogio di via Faravelli. Per ulteriori informazioni: www.Santambrogio-gsd.it |
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SANITA’: COSTI STANDARD; VENETO EMILIA ROMAGNA E UMBRIA REGIONI BENCHMARK. ZAIA, “ORGOGLIO PER VITTORIA STORICA. SUBITO AL LAVORO. PRODURRANNO A REGIME 30 MILIARDI L’ANNO DI RISPARMI PER L’ITALIA” |
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Venezia, 9 dicembre 2013 - “Per il Veneto è un momento di grande gioia e orgoglio, perché il riconoscimento più importante della nostra capacità di fare buona sanità a costi ragionevoli è venuto dai colleghi Presidenti di Regione, che ringrazio uno per uno, favorevoli e contrari. E’ una vittoria in una battaglia che conduciamo da anni, ma è anche la vittoria dei nostri managers, medici, infermieri, operatori di ogni livello, che quotidianamente contribuiscono con il loro lavoro a rendere il loro Veneto esempio nazionale”. E’ questo il primo commento del Presidente del Veneto Luca Zaia alla notizia che la Conferenza dei Presidenti delle Regioni ha designato Emilia Romagna, Umbria e, appunto, il Veneto, come Regioni Benchmark per la definizione dei cisti standard in sanità. “Ora – prosegue Zaia che ha rivolto una ringraziamento all’assessore alla sanità Luca Coletto per l’ottimo lavoro svolto – il nostro motto deve essere gambe in spalla e lavorare, perché mai come adesso c’è bisogno di una sanità che funzioni e che costi il giusto a prescindere da dove la si eroga. Così, lo dico da tempo, si risparmieranno 30 miliardi di euro l’anno da investire sui fronti per i quali c’è più bisogno: economia, lavoro, assistenza, sanità”. “Si parte dal subito, dal 2014 con tutti gli accorgimenti del caso – ha aggiunto Zaia – pensando anche ad una sorta di soft landing per le Regioni in piano di rientro. Questo passaggio – ha proseguito – rappresenta una svolta storica verso una nuova cultura della spesa sanitaria. Andava fatto già dieci anni fa, ma erano tempi di vacche grasse e non se ne volle sapere”. Secondo Zaia, “la scelta delle Regioni Benchmark darà anche un’importante spinta positiva alla definizione del nuovo Patto Nazionale sulla sanità e renderà possibile definire una volta per tutte il riparto del Fondo Nazionale 2013 che ancora non c’è”. Ringrazio il collega maroni della Lombardia – ha aconcluso Zaia – per la disponibilità ad indicare il veneto. Vuol dire che avremo noi la responsabilità di rappresentare un grande lombardo veneto della sanità virtuosa e moderna”. |
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SANITÀ: ACCORDO FRA REGIONI SUI COSTI STANDARD. IN SARDEGNA PROSEGUE RISANAMENTO |
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Cagliari, 9 dicembre 2013 - Accordo raggiunto in Conferenza delle Regioni sui costi standard in sanità con la Sardegna che ha confermato il suo trend virtuoso nel percorso di risanamento e lotta agli sprechi nel settore della salute pubblica. L’organismo, riunitosi ieri a Roma, ha stabilito che le Regioni "benchmark" (cioè di riferimento) saranno il Veneto, l’Emilia Romagna e l’Umbria. I costi standard saranno applicati dal 2014 e consentono di uniformare acquisti e costi delle prestazioni e dei servizi sanitari (ad esempio acquisto siringhe, cure intermedie, costi pasti mense ospedaliere etc.). Per l’anno prossimo la stima prevista di risparmi è di circa 30 miliardi di euro. Positivo il commento dell’assessore della Sanità Simona De Francisci, presente oggi in Conferenza: "È stata una decisione condivisa – ha commentato – che tra l’altro consente di evitare i tagli lineari in sanità puntando su un miglioramento qualitativo dei servizi a costi adeguati e controllati. Un percorso che la Regione Sardegna, che ovviamente vede bene il ricevere la collaborazione di amministrazioni virtuose come quelle individuate oggi, sta attuando nell’ottica di un risanamento finanziario e dei servizi grazie, ad esempio, alla centralizzazione delle gare, ai risparmi sulla spesa farmaceutica, alla digitalizzazione delle prestazioni. Senza trascurare il fatto che, sulla sanità, noi siamo fuori dai piani di rientro e ci autofinanziamo". Soddisfatto anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che nel pomeriggio ha partecipato alla Conferenza Stato Regioni presieduta dal ministro per gli Affari regionali Graziano Del Rio. Lorenzin ha auspicato che questo risultato possa essere utile per riordinare il sistema sanitario non solo dal punto di vista dei costi ma anche della programmazione sanitaria, una volta che si raggiungerà l’intesa sul nuovo Patto per la Salute. La Conferenza delle Regioni è stata aggiornata alle prossime settimane e l’auspicio è di arrivare a un’intesa entro Natale per il riparto del fondo sanitario nazionale, pari a 109,9 miliardi di euro. |
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SANITÀ IN LOMBARDIA: SUI COSTI STANDARD SI FA SUL SERIO |
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Milano, 9 dicembre 2013 - "Finalmente sui costi standard si fa sul serio. Con l´indicazione delle Regioni benchmark non ci sono più scuse e il processo parte in via definitiva: d´intesa con il Veneto lavoreremo per migliorare il sistema". Lo ha spiegato l´assessore all´Economia, Crescita e Semplificazione della Regione Lombardia Massimo Garavaglia. "Abbiamo appoggiato volentieri il Veneto - ha precisato l´assessore Garavaglia - in quanto Regione che coordina la sanità per tutte le Regioni: ecco l´asse lombardo-veneto dei costi standard". |
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SANITÀ, EMILIA-ROMAGNA TRA LE TRE REGIONI BENCHMARK. RICONOSCIUTA LA QUALITÀ DEL SISTEMA SANITARIO |
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Bologna, 9 dicembre 2013 – “Non è una gara per raggiungere un posto in classifica, ma è il riconoscimento che il Sistema sanitario dell’Emilia-romagna rappresenta un punto di riferimento a livello nazionale”. Lo ha detto Carlo Lusenti, Assessore regionale alle politiche per la salute, commentando l’inclusione dell’Emilia-romagna nel novero delle tre “Regioni benchmark”, assieme a Umbria e Veneto. Le Regioni, cioè, che rappresenteranno i riferimenti sui quali saranno determinati i costi standard in sanità a partire dal 2013. “La nostra soddisfazione – continua Lusenti – è anche quella di offrire, con l’esperienza maturata in Emilia-romagna, un contributo concreto alla sostenibilità del Servizio sanitario pubblico nel suo insieme. E’ questo lo spirito con il quale vogliamo proseguire sul piano nazionale, assieme alle altre Regioni, un lavoro di razionalizzazione dei costi in sanità per superare le difficoltà che la crisi ci mette davanti”. “Essere indicati dalle altre Regioni come un riferimento per la qualità/economicità dei nostri servizi sanitari – ha concluso l’Assessore – rappresenta motivo di orgoglio certamente per noi, ma anche per tutti i professionisti che ogni giorno garantiscono, in Emilia-romagna, una buona sanità”. |
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SALUTE: GIUNTA FVG APPROVA LINEE DI GESTIONE 2014 |
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Udine, 9 dicembre 2013 - "Via libera" definitivo alle Linee per la gestione del Servizio sanitario regionale nel 2014. Su proposta dell´assessore alla Salute, Maria Sandra Telesca, la Giunta ha infatti approvato il documento che, in 42 cartelle, definisce obiettivi e risultati attesi, indica le risorse complessivamente disponibili per mettere le Aziende sanitarie nelle condizioni di predisporre i Piani attuativi locali ed ospedalieri, mantenendo inalterati i livelli di assistenza ed anzi puntando ad una sempre maggiore appropriatezza e al miglioramento continuo delle prestazioni offerte per garantire la salute e il "ben-essere" dei cittadini. Il tutto in uno scenario caratterizzato - e necessariamente influenzato - da una riduzione di risorse rispetto all´anno che si sta concludendo e, parallelamente, dalla presenza di norme nazionali vincolanti, che principalmente impongono la riduzione dei posti letto per acuti ed il contenimento di spese per l´acquisto di farmaci, di beni e servizi e per il personale. Uno scenario da cui derivano scelte strategiche, che consistono in nuovi, e più oggettivi, criteri per il riparto dei finanziamenti, e in iniziative di razionalizzazione della spesa che individuano nell´Area vasta il luogo ideale per la programmazione, per lo sviluppo di percorsi assistenziali integrati, per l´individuazione di nuovi modelli organizzativi e gestionali che aumentino l´efficienza e valorizzino le competenze professionali. In questo quadro, che si incanala in un percorso che sfocerà, il prossimo anno, nella riforma complessiva del sistema, vi saranno anche un rafforzamento del ruolo della direzione centrale in termini di programmazione e coordinamento e un´accelerazione nello sviluppo del sistema informatico, per far circolare meglio dati ed informazioni a vantaggio dei cittadini e della integrazione dei servizi. Nel complesso le risorse messe a bilancio per il 2014 ammontano a 2 miliardi e 115 milioni di euro, di cui 2 miliardi e 34 milioni per il finanziamento indistinto degli enti del Servizio sanitario, 43 milioni per attività sovraziendali, 30 milioni da destinare a investimenti. Queste risorse sono ripartite tra le tre Aree vaste (Giuliano-isontina, Udinese e Pordenonese), secondo una logica di "popolazione pesata", ovvero tenendo conto anche dell´età dei residenti. Un capitolo importante delle Linee di gestione per il Servizio sanitario regionale nel 2014, approvate il 6 dicembre dalla Giunta regionale, riguarda lo sviluppo dell´assistenza primaria: medici di famiglia, pediatri di libera scelta, medici della continuità assistenza cui è richiesto un nuovo ruolo che deriva dalla volontà di rafforzare le prestazioni sul territorio, al di fuori dell´ospedale, e dai mutati bisogni che comportano il rafforzamento delle politiche di promozione della salute e di prevenzione, una maggiore integrazione tra i diversi livelli assistenziali, e, di conseguenza, un ripensamento dei modelli organizzativi, anche della medicina convenzionata. Il documento della Giunta indica quindi in particolare la necessità di rivedere le forme dell´associazionismo medico, per far collaborare strettamente più professionisti in modo da garantire l´assistenza negli ambulatori dei medici di famiglia lungo l´intero arco della settimana e nelle 24 ore. Non solo. Si prevede anche la creazione di Centri di Assistenza primaria quali articolazioni organizzative dei Distretti: vi opereranno, insieme, medici di medicina generale, pediatri, specialisti, infermieri, servizi sociali e riabilitativi. Un altro aspetto delle Linee di gestione riguarda gli acquisti di beni e servizi, che andranno sempre più centralizzati. Da qui la volontà di consolidare la funzione del dipartimento per i Servizi condivisi. Le Linee di gestione, infine, confermano le iniziative finalizzate a contenere i tempi di attesa e annunciano la stesura di un nuovo Piano regionale per la Prevenzione 2014-2018. Una prevenzione a 360 gradi che, per "guadagnare" salute, riguarderà non solo le patologie (con ad esempio il proseguimento dei programmi di screening dei tumori più diffusi) ma anche gli infortuni sul lavoro, gli incidenti stradali e domestici, la sicurezza alimentare. Sul fronte della riabilitazione, il documento indica anche la volontà di completare entro il 2015 l´attuazione della rete delle gravi cerebrolesioni acquisite, mentre proseguono l´impegno allo sviluppo dell´assistenza domiciliare, alla cura delle malattie rare, alla tutela delle persone affette da diabete, patologia questa in continua crescita. |
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RICERCA E SALUTE, LA TOSCANA ENTRA NEL NETWORK EUROPEO EUREGHA |
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Firenze 9 dicembre 2013 - La Toscana è entrata ufficialmente a far parte del network Euregha (European Regional and Local Health Authorities Network). Il suo ingresso è stato formalizzato ieri a Bruxelles, dove presso il Parlamento europeo, si è tenuto il meeting "Governance of research for regionale health strategies", organizzato appunto dalla rete Euregha. Euregha rappresenta un interlocutore priviliegiato della Commissione europea sulle politiche regionali in materia di ricerca e salute e mira a promuovere la collaborazione tra le Regioni sulle strategie di ricerca e politiche sanitarie. Delle rete facevano già parte altre regioni italiane, come il Veneto e l´Emilia Romagna. La partecipazione della Toscana, in questa delicata fase di lancio dei nuovi programmi europei 2014-2020, è particolarmente strategica e ben avviata, con la presenza della Regione al seminario nel panel di discussione "Governance of research for regional health strategies", presetni anche la Direzione generale Salute pubblica e tutela dei consumatori e la Direzione generale reti di comunicazione, contenuti e tecnologie della Commissione europea. |
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SANITÀ NEL LAZIO: NEL 2015 I CONTI TORNANO IN ATTIVO |
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Roma, 9 dicembre 2013 - Si avvia la chiusura della stagione dell’emergenza del piano di rientro dal deficit sanitario. La Regione ha presentato i Programmi Operativi 2013/2015 per dare una risposta organica ai grandi fattori di crisi di questi anni: lo squilibrio dell’offerta sanitaria tra il centro e la periferia, la fragilità della sanità del territorio e la crescente precarizzazione del lavoro. La nuova programmazione consentirà nel 2015 di superare il disavanzo e di portare nei conti della sanità regionale un attivo di 8 milioni di euro. La riorganizzazione della rete ospedaliera sarà attuata attraverso le riconversioni delle strutture e la nascita delle Case della Salute, strutture a cui i cittadini potranno rivolgersi per le esigenze più immediate di cura senza doversi recare necessariamente in ospedale. Il superamento del sistema delle macroaree, che hanno fortemente penalizzato le province, è un altro degli obiettivi contenuti nei programmi operativi. La dotazione di posti letto sarà calcolata distinguendo Roma Città dalle singole province, sulla base dei reali fabbisogni e del rispetto dei livelli essenziali di assistenza. La riduzione complessiva dei posti letto, necessaria per rientrare nel parametro nazionale obbligatorio di 3 posti letto per mille abitanti e per raggiungere gli obiettivi del piano di rientro, si fonderà su criteri selettivi e non su tagli lineari e si baserà esclusivamente sui posti letto scarsamente o per nulla utilizzati. Saranno incrementati invece di 109 unità i posti letto dell’area critica. La stabilizzazione dei precari. La Regione ha firmato la proroga a tutto il 2014 del contratto di lavoro per i 2700 precari impegnati nella sanità del Lazio. I provvedimenti contenuti nei piani operativi sono la condizione indispensabile per tagliare i costi, ridurre il tasso di ospedalizzazione inappropriata e garantire ai cittadini una sanità più giusta ed efficiente. |
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1 MILIARDO E 837 MILIONI DI EURO DESTINATI AL RIPIANO DEL DEBITO SANITARIO PREGRESSO DELLA REGIONE CALABRIA |
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Catanzaro, 9 dicembre 2013 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, in merito all’impegno dell’Ente per ripianare i debiti pregressi nel comparto sanitario ha rilasciato la seguente dichiarazione: “In questi anni di “Piano di rientro” dai disavanzi del servizio sanitario calabrese, a seguito delle varie riunioni del tavolo di verifica ministeriale “Massicci”, la Regione ha avuto lo sblocco di ingenti somme relative alle premialità “congelate” presso il ministero competente da diversi anni, a causa delle inadempienze registrate nei periodi precedenti all’attuale amministrazione. Nel dicembre 2011 abbiamo avuto lo sblocco di una premialità per 220 milioni di euro, ad aprile del 2013 lo sblocco della premialità è stato a pari 411 milioni di euro. Per un totale, quindi, di 631 milioni di euro. Si tratta di risorse – ha aggiunto il Presidente Scopelliti - che mettono in chiara luce l’azione virtuosa intrapresa in questi anni dalla Regione, per ripianare il debito sanitario, cercando altresì di mantenere alto lo standard qualitativo dei servizi al cittadino. Queste risorse, inoltre, daranno respiro ai fornitori del comparto sanitario. Ulteriormente non ci siamo fermati alle sole somme sbloccate dal Tavolo di verifica, ma abbiamo destinato al pagamento del debito sanitario anche le risorse Fas non vincolate a programmi operativi pari a 688 milioni di euro, di cui 355 milioni di euro di imminente trasferimento alla Regione da parte del Mise (Ministero dello Sviluppo Economico). Inoltre la Regione ha avuto accesso ad anticipazioni di liquidità con due prestiti da parte del Mef. Il primo contratto nel 2011 pari 428 milioni di euro, di cui 179 già trasferiti alla Regione (per i pagamenti centralizzati della Bde), i restanti 249 saranno trasferiti dal Mef nei primi mesi del 2014. Il secondo contratto stipulato nel luglio 2013 ai sensi del Dl 35/2013 è pari a 90 milioni di euro, somme che sono già state trasferite alle aziende del Ssr a settembre e che sono quasi totalmente state pagate ai fornitori. Questo pacchetto complessivo di risorse – ha concluso il Presidente Scopelliti - pari a 1 miliardo e 837 milioni di euro, che abbiamo programmato e messo in campo in questi anni, a seguito di un lavoro incessante, dimostra nei fatti l’azione responsabile di questa squadra di governo regionale, smentendo quanti cercano quotidianamente di delegittimare l’azione di risanamento portata avanti nel comparto sanitario da tutti i soggetti coinvolti, dal Dipartimento Tutela della Salute, alla struttura Commissariale e ai manager sanitari”. |
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PIEMONTE: ASSISTENZA DOMICILIARE AI MALATI NON AUTOSUFFICIENTI |
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Torino, 9 dicembre 2013 - In merito alle dichiarazioni del Vice Sindaco del Comune di Torino, Elide Tisi, l’assessore regionale alla Sanità e alle Politiche sociali, Ugo Cavallera, precisa quanto segue: “Ho ricevuto, per conoscenza, la lettera indirizzata dal Vice Sindaco del Comune di Torino al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nella quale si paventa il rischio che la Regione Piemonte intenda escludere dalla presa in carico in assistenza domiciliare più di 6.000 persone malate o disabili residenti a Torino. Si tratta di un timore che non trova corrispondenza in nessun atto della Giunta regionale e neppure nelle intenzioni dell’attuale amministrazione che, pur avendo dovuto fare i conti, fin dal primo giorno del suo insediamento, con una situazione debitoria pregressa assai rilevante, ha sempre cercato di destinare le risorse congrue, in particolare alle fasce più deboli della popolazione. In questi anni abbiamo garantito che il servizio sanitario regionale continuasse ad erogare tutte le prestazioni di cura e di assistenza, per le quali è considerato uno dei migliori a livello nazionale. Ribadiamo, a scanso di equivoci e per doverosa chiarezza, che la Regione: non intende sospendere il servizio di assistenza domiciliare ai malati cronici non autosufficienti che risiedono nel comune di Torino; le adeguate risorse finanziarie sono a bilancio; stiamo studiando, anche alla luce del mutato quadro normativo nazionale, le modalità tecniche attraverso le quali definire, d’intesa con gli enti locali, l’erogazione del contributo regionale. Peraltro continua l’azione della Regione Piemonte, a livello nazionale, affinché nel nuovo Patto della Salute in via di definizione trovino adeguata risposta le problematiche collegate alla non autosufficienza e alla disabilità.” |
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SAN MARCELLO PISTOIESE: "MODELLO DI INTEGRAZIONE OSPEDALE-TERRITORIO" |
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Firenze 9 dicembre 2013 - "L´ospedale Pacini di San Marcello è un modello di integrazione ospedale-territorio, da replicare anche in altre realtà. Con questa riorganizzazione diamo stabilità a questa struttura e garanzie ai cittadini. E´ quanto ha detto il 6 dicembre l´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, che nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale di San Marcello Pistoiese si è incontrato con il sindaco di San Marcello Silvia Maria Cormio, il presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani, il direttore generale della Asl 3 di Pistoia Roberto Abati e tutta la direzione dell´azienda. "Come ho avuto più volte occasione di ripetere in questi mesi, da parte della Regione non c´è alcuna intenzione di chiudere gli ospedali piccoli - ha ribadito l´assessore Marroni - ma piuttosto di assegnare a ciascuno un ruolo specifico. Ciò che è stato fatto qui all´ospedale Pacini è la dimostrazione di questa nostra strategia, che va nella direzione di valorizzare e qualificare ogni presidio, grande o piccolo che sia". "L´impegno dell´azienda - ha sottolineato il direttore generale Roberto Abati - è quello di dare piena attuazione al documento di programmazione sul quale ci sono già stati positivi momenti di confronto con i sindaci. Anche i medici di medicina generale lo hanno condiviso e ne apprezzano l´attuazione. Con questa riorganizzazione, i bisogni della popolazione stanno trovando adeguata risposta. Come azienda ci impegnamo a monitorare costantemente il progetto, apportando tutte le modifiche e i miglioramenti che eventualmente si renderanno necessari". Sta arrivando a conclusione il percorso di riorganizzazione che ha portato l´ospedale di San Marcello Pistoiese ad essere un presidio integrato, che fornisce sia servizi ospedalieri che territoriali. Il Pacini diverrà una sorta di cittadella della salute della montagna, dove, accanto alle attività ospedaliere organizzate per livelli di intensità di cura, agli ambulatori specialistici e alle prestazioni territoriali, potranno in prospettiva collegarsi ulteriori progetti, come ad esempio la domotica. |
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OSPEDALE FELETTINO, LIGURIA: IMPEGNATI ANCHE GLI ULTIMI 23 MILIONI PER TECNOLOGIE E ARREDI. DISPONIBILI TUTTE LE RISORSE |
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Genova, 9 dicembre 2013 - Impegnati dalla Giunta regionale anche gli ultimi 23 milioni di euro necessari per la seconda fase della realizzazione dell´ospedale Felettino della Spezia, per l´appalto delle attrezzature, in questo modo è garantita l´intera copertura finanziaria. Lo ha comunicato il vicepresidente e assessore alla salute, Claudio Montaldo. A questo punto la struttura del Felettino ha a disposizione tutte le risorse necessarie per la sua realizzazione, sia i 152 milioni di euro per la realizzazione dell´immobile che i successivi 23 milioni che la Regione si era impegnata a stanziare per arredi a attrezzature. "Con questi ulteriori finanziamenti – dice Montaldo – si completa il quadro finanziario per il nuovo ospedale. Si tratta di una misura necessaria, alla vigilia della gara per i lavori che si svolgerà a inizio 2014 e che tranquillizza rispetto agli impegni regionali sul complesso dell´opera". |
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MILANO: BICENTENARIO VERDIANO. UNA MOSTRA ALLA GAM RACCONTA IL LEGAME DEL MAESTRO CON LE ARTI FIGURATIVE DAL 6 DICEMBRE AL 23 FEBBRAIO 2014, CON INGRESSO LIBERO |
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Milano, 9 dicembre 2013 - In occasione delle celebrazioni per il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, la Gam Galleria d’Arte Moderna, luogo considerato “verdiano” per i legami delle sue collezioni con la vicenda artistica e biografica del maestro, celebra il grande compositore con la mostra “Giuseppe Verdi e le arti”. Curata da Paola Zatti insieme a Fernando Mazzocca, Angelo Foletto e Vittoria Crespi Morbio, l’iniziativa è promossa e prodotta da Presidenza del Consiglio dei Ministri - Comitato Nazionale per le celebrazioni verdiane e dal Comune di Milano e resterà aperta, con ingresso gratuito, dal 6 dicembre al 23 febbraio 2014. “Nelle sale di Villa Reale va in scena non il Verdi musicista e grande compositore, ma l’uomo Verdi, artista completo e amante di tutte le arti, anche quelle figurative. – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Un Verdi inedito, quindi, è quello ricostruito nelle sale della Gam, che ospita nella sua collezione tanti artisti a lui contemporanei, illustrando meglio di qualsiasi libro di storia il mondo nel quale la musica di Verdi era immersa e dalla quale è stata felicemente contaminata”. Allestito nelle sale del museo (in particolare quelle dedicate alla stagione romantica), il percorso espositivo vuole documentare un aspetto inedito della vicenda verdiana, e cioè il legame del maestro con il mondo delle arti figurative, presentando una serie significativa di dipinti, sculture, bozzetti e costumi di scena provenienti da musei pubblici, dalla collezione privata del musicista, custodita nella casa di Busseto, dalla Casa di Riposo per i Musicisti di Milano e dall’archivio e dal museo del Teatro alla Scala di Milano. Nella Sala da Ballo la sezione centrale della rassegna documenta, attraverso alcuni capolavori di Francesco Hayez e Domenico Morelli, lo scambio dialettico che intercorse tra la grande pittura di soggetto storico e il melodramma, quindi tra la pittura e la produzione musicale operistica dell’Ottocento. Il legame professionale che Verdi seppe instaurare con alcuni artisti - e il suo personale intervento nell’ideazione di ogni aspetto relativo alla rappresentazione teatrale, dalla realizzazione delle scenografie, alla recitazione alla confezione dei costumi - viene approfondito nella Sala del Parnaso attraverso una selezione di costumi di scena, bozzetti e figurini di proprietà del teatro alla Scala. I rapporti di Verdi con le arti figurative, tuttavia, non si esaurirono in questi scambi: oltre ai profondi legami di amicizia con artisti come Morelli e Vincenzo Luccardi, Verdi fu un collezionista e amatore d’arte e alcune opere provenienti dalla collezione privata del maestro permettono di definire meglio la fisionomia di Verdi committente e i suoi gusti in fatto d’arte. In ultimo, non si può non considerare come la figura di Giuseppe Verdi abbia ispirato gli artisti e come il mito di Verdi sia stato consacrato proprio dalle opere di artisti quali Vincenzo Gemito e Giovanni Boldini che, ispirati dalla figura del compositore, ne hanno consegnato immagini divenute vere e proprie icone contemporanee. Www.gam-milano.com |
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SPORT: PREMI PER ATLETI UISP DI DANZA, RITMICA E PATTINAGGIO |
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Pescara, 9 dicembre 2013 - I ballerini Marco e Miriam D´antonio, il pattinatore, Alex Di Luzio, e le ginnaste, Federica Castiglione, Andrea Verì, Federica Lemma e Alice Caldora sono stati premiati, questa mattina, a Pescara, in Regione, dall´assessore allo Sport, Carlo Masci, per i risultati conseguiti nell´ambito della galassia Uisp (Unione italiana sport per tutti). "La Regione Abruzzo - ha dichiarato Masci - ha un forte attaccamento per queste realtà sportive amatoriale che, al di là degli aspetti agonistici, seppur non trascurabili, riescono a coinvolgere molte persone tra atleti, dirigenti e tecnici e genitori. Ritengo che il vero sport, quello più autentico - ha proseguito - emerga proprio grazie allo spirito di iniziativa di enti di promozione sportiva come la Uisp. Ed è per questo che ringrazio il presidente regionale Alberto Carulli che, nell´ambito del nostro territorio, ha la capacità di coordinare al meglio tante attività, tanti eventi e di avvicinare sempre più ragazzi alla pratica sportiva". Per quanto riguarda gli atleti, sono stati premiati il pattinatore, Alex Di Luzio, campione italiano Uisp categoria Azzurri nelle specialità obbligatori e libero, le ginnaste Alice Caldora (campionessa italiana Uisp categoria Allieve) nel corpo libero, Federica Lemma (campionessa italiana Uisp categoria Allieve) nella palla, Carla D´angelo (campionessa italiana Uisp Categoria Junior) nella palla, Andrea Verì (campionessa italiana Uisp Categoria Junior) nella combinata palla-clavette, e Federica Castiglione (campionessa italiana Uisp Categoria Junior) nelle clavette, ed i ballerini di danza sportiva, Marco e Miriam D´antonio, ai quali è andato un riconoscimento per meriti sportivi. |
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FIRENZE: SPAZIO REALE DIVENTA PUNTO DI RIFERIMENTO PER LE DISCIPLINE PARALIMPICHE |
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Firenze 9 dicembre 2013 – Firenze Habile è il progetto, presentato il 5 dicembre a Palazzo Strozzi Sacrati da Regione, Cip (Comitato italiano paralimpico) Toscana e Spazio Reale, per la creazione di un punto di riferimento dello sport paralimpico a Firenze. Sarà appunto il centro sportivo di Spazio Reale, che si trova a San Donnino nell´estrema periferia nord di Firenze, ad ospitare il progetto grazie agli oltre 3 mila metri quadrati dedicati alle strutture sportive che comprendono due campi coperti ed uno scoperto (con copertura gonfiabile per l´inverno), una palestra, due salette per il corpo libero ed una piccola sala attrezzi. Il progetto, che è stato illustrato dall´assessore al welfare e allo sport Salvatore Allocca, dal presidente del Cip Toscana Massimo Porciani e dal presidente della Fondazione Spazio Reale don Giovanni Momigli e che oggi è stato ufficialmente avviato con la firma di un accordo tra Cip Toscana e Fondazione, ha lo scopo di mettere Firenze al centro del movimento paralimpico regionale, offrendo l´opportunità di praticare discipline per tutte le disabilità (fisiche, intellettive e sensoriali) e creando momenti di integrazione e sostegno. Secondo i promotori, Firenze Habile deve ricalcare la filosofia di Sporthabile, puntando a coinvolgere un numero sempre maggiore di persone con disabilità nelle iniziative del Cip Toscana. Il progetto si rivolge perciò sia alle persone che hanno l´intenzione di avvicinarsi alla pratica di una disciplina, ma anche a coloro che intendono proseguirla a livello agonistico. "Un progetto – ha dichiarato l´assessore Allocca – che si inserisce nella direzione già tracciata da Sporthabile e che punta a valorizzare ed integrare le attività che già vengono svolte a Spazio Reale. L´utilità e l´importanza dell´attività fisica per le persone con disabilità sono testate, i risultati che stiamo ottenendo con Sporthabile e con tutte le iniziative a cui partecipiamo ci spingono ad intensificare l´impegno su questo versante e a cercare di moltiplicare i nostri sforzi per sviluppare e promuovere il concetto di sport per tutti". "L´obiettivo – ha detto Massimo Porciani - è rendere Firenze una fonte di opportunità per chi vuole avvicinarsi allo sport paralimpico, e non solo in Toscana ma anche per le altre regioni, non solo per mettersi in evidenza a livello agonistico, ma anche per avere uno spazio di integrazione, sostegno, valorizzazione di valori ed identità. Vorremmo indirizzare l´attenzione su Firenze e provincia per valorizzarne la centralità, dato che qui sono attivi ben 16 Centri Sporthabile e 2 sportelli Informhabile (attualmente i centri Sporthabile stanno per superare quota 100 mentre gli sportelli Informhabile sono 12 e presto diventeranno 18, ndr), attraverso l´attrazione di eventi che facciano identificare il territorio fiorentino come ´amico´ delle persone con disabilità. Le strutture di Spazio Reale, proprio perchè frequentate da molti giovani, si prestano molto bene al nostro obiettivo". "La nostra mission – ha spiegato don Giovanni Momigli - è creare interazione fra generazioni, culture e abilità diverse. Ospitare a Spazio Reale il progetto per noi rappresenta un arricchimento delle iniziative che la Fondazione già svolge. L´intento non è creare una sorta di ´zona periferica´ e a se stante destinata alla disabilità, quanto piuttosto, attraverso questa specifica iniziativa rivolta alle persone con disabilità, creare ulteriori occasioni di incontro e di scambio per favorire l´interazione tra abilità e disabilità". A Spazio Reale si potranno praticare le seguenti discipline: judo per non vedenti, wheelchair hockey per gravi disabilità fisiche, tiro con l´arco (anche indoor) per disabilità fisica e sensoriale, calcio a 5 per disabilità intellettive, Torball per non vedenti. In tutto sono 8 i corsi, alcuni già avviati e altri che saranno attivati nel 2014. Oltre all´aspetto agonistico il progetto intende promuovere anche quello formativo, con percorsi rivolti a tecnici e preparatori. Un altro degli obiettivi è anche quello di coinvolgere nell´iniziativa, oltre alle amministrazioni comunali dell´area fiorentina, il numero maggiore di soggetti del volontariato in grado di mettere a disposizione strutture e personale per allargare l´offerta complessiva, sportiva ma anche sociale e relazionale. La spesa si aggira sui 160 mila euro, con un contributo anche da parte della Regione. |
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SPORT, LOMBARDIA ALL´UNIONE EUROPEA: A GIUGNO UN GRANDE EVENTO |
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Bruxelles/B, 9 dicembre 2013 - "Un incontro positivo dove ho registrato la convergenza della Commissione europea sui programmi per lo sport e i giovani che Regione Lombardia sta attuando". L´ha detto Antonio Rossi, assessore allo Sport e Politiche per i giovani di Regione Lombardia rientrando a Milano a seguito dell´incontro con Androulla Vassiliou, commissaria europea per l´Educazione, la Cultura, il Multilinguismo e i giovani. I Quattro Motori - "Ho presentato all´Europa - ha detto l´assessore - le azioni di Regione Lombardia per lo sport e i giovani, ambiti in cui collaboriamo anche con le altre realtà componenti la comunità di lavoro dei Quattro Motori per l´Europa di cui è attualmente presidente Roberto Maroni". "La Regione - ha continuato l´assessore - sta puntando con decisione sul favorire la cultura dello sport incentivando la pratica motoria e sostenendo i talenti". Le Nostre Azioni - "Come Regione - ha sottolineato l´assessore - abbiamo promosso l´Accordo di Programma Quadro per lo sviluppo e il rilancio dello sport coinvolgendo Coni, Cip, Usr, Anci e Upl) da 20 milioni di euro e, primi in Italia, un progetto di alfabetizzazione motoria il cui protocollo è stato siglato proprio ieri". "Il progetto per le scuole - ha spiegato Rossi - vedrà Regione Lombardia aumentare lo sport nelle scuole primarie, affiancando agli insegnanti un esperto laureato in Scienze motorie coprendo subito il 70 per cento degli istituti e puntando decisamente alla totalità". Scuola E Lavoro - "Completa il quadro delle proposte - ha detto l´assessore - quella della Leva civica regionale, uno strumento di alternanza scuola/lavoro sul modello del tirocinio professionalizzante per accrescere le competenze dei giovani e agevolare il loro inserimento lavorativo". Interscambi Di Volontari - Tra gli argomenti affrontati durante la giornata di ieri si è parlato dei fondi europei che possono essere messi a disposizione per interscambi di volontari legati a manifestazioni. "Un´opportunità concreta - ha detto l´assessore - che può essere presa in considerazione anche per Expo". A Giugno Grande Confronto Sulla Competitività - "Ho invitato - ha concluso l´assessore Rossi - la commissaria Vassiliou a venire in Lombardia, nel giugno 2014, per partecipare, presso la sede regionale, a un evento sul capitale umano e la competitività cui parteciperanno il presidente Maroni e quelli gli altri Motori per l´Europa (Rhône-alpes, Baden-württemberg e Catalunya) e le massime autorità italiane, europee e delle regioni alpine ". |
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