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Notiziario Marketpress di
Giovedì 18 Marzo 2004 |
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ACCOGLIENDO GLI INVITI PER UN PROGRAMMA EUROPEO IN MATERIA DI SICUREZZA, PRODI SOTTOLINEA LA NECESSITÀ DELL'URGENZA |
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Bruxelles, 18 marzo 2004 - Fin dall'11 settembre 2001, la sicurezza è andata conquistando una posizione sempre più importante nell'agenda dell'Ue, e, accettando la nuova relazione su 'Ricerca per un'Europa sicura' il 15 marzo, il presidente della Commissione Romano Prodi ha detto che 'le bombe di Madrid sono un monito dell'urgenza e della necessità di essere preparati per assicurare la nostra sicurezza'. La relazione era stata preparata da un gruppo ad alto livello di personalità, tra cui ex capi di Stato e di governo, membri del Parlamento europeo e leader dell'industria, ed era presieduta dai Commissari Philippe Busquin (ricerca) e Erkki Liikanen (impresa e società dell'informazione). Le principali raccomandazioni della relazione riguardano la creazione di un programma europeo di ricerca in materia di sicurezza (Esrp), che dovrebbe ricevere un finanziamento dell'Ue di almeno un miliardo di euro all'anno. La globalizzazione ha introdotto in Europa nuove minacce per la sicurezza, afferma la relazione. 'In un mondo interdipendente, i conflitti in regioni remote possono destabilizzare l'ordine internazionale e ripercuotersi direttamente sulla sicurezza e gli interessi dell'Europa'. La crescente interdipendenza dalle infrastrutture ha creato una nuova area di vulnerabilità, e l'aumentato know-how tecnico ha reso più facile usare i progressi tecnologici per scopi terroristici. Un mezzo per aumentare la sicurezza è incrementare la ricerca, mirando alla prevenzione ed alla rilevazione dei rischi. 'La ricerca non può garantire la sicurezza, ma la sicurezza non può essere garantita senza il sostegno della tecnologia', ha dichiarato Busquin citando la relazione. Podi ha accolto con favore le raccomandazioni contenute nella relazione ed ha sottolineato come 'il potenziale costo dell'inazione sia troppo alto per la società e l'economia'. Più specificamente, il gruppo di personalità ha l'Esrp sia creato entro il 2007. Esso dovrebbe finanziare progetti di ricerca in grado di potenziare le capacità di sicurezza dell'Europa per le applicazioni attinenti alla sicurezza interna nell'Ue e le missioni della politica estera e di sicurezza comune (Pesc), nonché quelle condotte nel quadro della politica europea di sicurezza e di difesa (Pesd). Il programma potrebbe formare parte o meno del Settimo programma quadro di ricerca o della proposta 'Agenzia nel settore dello sviluppo delle capacità di difesa, ricerca, acquisizione e armamenti'. La cosa più importante è che il programma abbia una sua propria linea di finanziamento oltre a quanto viene stanziato per altre iniziative, sottolinea la relazione. La cifra di un miliardo di euro equivale a quanto investono gli Stati Uniti nella ricerca in materia di sicurezza, e il gruppo di personalità non nasconde di avere controllato la spesa degli Usa prima di pervenire alla sua raccomandazione. 'La complessità dei nuovi compiti della sicurezza rende particolarmente arduo il calcolo di un appropriato livello di finanziamento dell'Esrp', è detto nella relazione. Mentre non vi è necessità che il bilancio dell'Ue per la difesa rispecchi quello degli Stati Uniti, poiché le ambizioni dell'Unione non sono uguali a quelle degli Usa, 'il discorso cambia per la sicurezza interna', afferma la relazione. 'L'unione è parimenti esposta alle nuove minacce, e deve fare i conti con le stesse vulnerabilità delle società moderne, mentre i confini dell'Unione allargata sono ben più difficili da proteggere di quelli degli Usa'. Il gruppo di personalità ha dunque concluso che, sebbene le priorità possano differire, 'un livello paragonabile di investimento nella ricerca in materia di sicurezza appare giustificato'. Un bilancio pari a quello statunitense aiuterà inoltre l'Europa a competere su un piede di parità. La relazione riconosce che vi sono aree in cui gli Stati Uniti sono ben più avanti dell'Europa, e dunque possono imporre i loro standard regolamentari e operativi a tutto il mondo. L'utilità di rifare ricerche già fatte altrove è di ben poca utilità, ammette la relazione. Tenendo ben presente questa situazione, il gruppo di personalità ha delineato le linee guida per quando l'Unione deve procedere da sola per quanto riguarda la ricerca e per quando cercare invece la cooperazione internazionale. Per le tecnologie critiche, la raccomandazione è che 'l'Europa miri a capacità competitive indigene, anche se questo comporta la duplicazione degli sforzi'. Per le altre tecnologie, si dovrebbero condurre valutazioni dei requisiti e dei livelli di conoscenza prima di decidere se mantenere lo sviluppo del sapere all'interno dell'Europa o cooperare con altri partner. Alla domanda su quali precisi soggetti dei progetti di ricerca finanzierebbe l'Esrp, Erkki Liikanen ha risposto che ancora non possono essere specificati, ma che la ricerca si appunterà sulla plurifunzionalità tra tecnologie civili e militari. Egli ha criticato la 'divisione artificiale' tra i due tipi di ricerca ed ha ribadito che i due settori possono avvantaggiarsi del trasferimento di know-how e di tecnologie, dando come esempio di tecnologie plurifunzionali quello delle Tic, le tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni. I risultati di una recente indagine dell'Eurobarometro indicano che l'Unione europea deve assolutamente agire per aumentare il senso di sicurezza di molti dei suoi cittadini. Oltre l'8% di quelli che hanno risposto al questionario 2002 hanno menzionato il 'terrorismo internazionale' come la prima delle loro paure, prima del 'crimine organizzato', della 'proliferazione delle armi di distruzione di massa' e della 'catastrofe nucleare'. Il proposto programma Esrp è l'ultimo in ordine di tempo nella lista delle iniziative dell'Ue per risolvere questa preoccupazione. Oltre a proporre la 'Agenzia nel settore dello sviluppo delle capacità di difesa, ricerca, acquisizione e armamenti', la Commissione ha lanciato un'azione preparatoria sulla ricerca in materia di sicurezza ed ha manifestato la sua intenzione di investire di più in questo settore nelle sue previsioni finanziarie dal 2007 al 2013. |
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INCORAGGIANDO GLI INVESTIMENTI E IL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO L'EUROPA PUÒ RECUPERARE LA SUA FORZA COMPETITIVA, AFFERMANO GLI INDUSTRIALI |
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Bruxelles, 18 marzo 2004 - I rappresentanti del mondo industriale all'European Business Summit hanno avvertito che una quota crescente di ricerca e sviluppo (R&s) ad alto valore aggiunto si sta spostando al di fuori dell'Ue e hanno quindi sollecitato l'Ue a seguire il modello americano, dando un forte impulso agli investimenti e aumentando il trasferimento tecnologico. 'Il grande paradosso nell'Ue - ha detto Paul van Grevenstein, direttore operativo della Sti Management - è che produciamo conoscenza di elevata qualità che non viene poi usata. Dobbiamo sbloccare il valore socioeconomico della conoscenza'. L'europa ha bisogno di favorire il trasferimento dal mondo accademico a quello industriale e di professionalizzare quest'attività, ha aggiunto. Anche se la R&s rappresenta la più importante fonte singola di ricchezza nell'Ue, negli ultimi dieci anni molti posti di lavoro nel settore sono stati persi a tutto vantaggio degli Usa. Un buon esempio è quello dell'industria farmaceutica: nel 1992 sei tra i primi dieci medicinali erano stati sviluppati nell'Ue e quattro negli Usa. Nel 2000 gli Usa avevano raddoppiato la loro presenza ed erano saldamente al primo posto. 'In Europa c'è una chiara mancanza di investimenti', dice Didier de Chaffoy, vicepresidente senior della Drug Discovery Europe presso la Johnson and Johnson. 'Si è registrato un importante slittamento d'investimenti dall'Ue agli Usa. Nel 1990 il 73% dei fondi per la R&s farmaceutica delle aziende europee era speso in Europa, nel 1999 la percentuale è precipitata al 59% e il resto è andato agli Usa'. L'innovazione europea è ora caratterizzata da un basso rischio e da un basso valore aggiunto, e poiché crea poche innovazioni di trasformazione riduce la capacità competitiva europea sulla scena mondiale. Se l'Europa vuole recuperare la sua capacità competitiva deve fare in modo da rendere gli investimenti più interessanti, hanno sottolineato i rappresentanti del mondo industriale. Le aziende europee debbono trasformare i costi esterni in investimenti interni e passare dall'innovazione di ottimizzazione a quella di trasformazione, come avviene negli Usa. Per arrivare a un tale risultato le aziende debbono poter legare gli sforzi innovativi alla creazione di valore economico. Debbono quindi innovare in una prospettiva strategica chiara e offrire un valore aggiunto sostanziale ai propri clienti. Per ultimo, ma non meno importante, debbono essere pilotate da una leadership con esperienza nel trasformare i 'risultati' in 'valore'. È inoltre indispensabile dar vita a un efficace partenariato tra mondo accademico e mondo industriale, e le due parti debbono condividere la stessa visione a lungo termine, con rischi e guadagni. Anche nel caso degli organismi di ricerca con finanziamento pubblico è necessaria una buona capacità gestionale a livello dirigenziale, hanno concordemente ammesso i partecipanti. I responsabili della gestione debbono essere più responsabili, avere una maggior esperienza d'affari, e essere capaci di mantenere un contatto diretto con le richieste dell'industria. Al tempo stesso le autorità pubbliche dovrebbero ridurre le tasse sugli investimenti per la R&s e sugli investimenti industriali, e le imposte sul reddito dei ricercatori, incoraggiando parallelamente il passaggio dal finanziamento su base di progetti agli incentivi strutturali a lungo termine e alla creazione di conoscenza. |
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ANDAMENTO DEI MERCATI AZIONARI DELL’EST EUROPA NELL’ANALISI DI RALF BRANDA, ECONOMISTA E DIRETTORE DELLE ATTIVITÀ IN ITALIA DI UNION INVESTMENT |
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Milano, 18 marzo 2004 - I mercati azionari dell‘Est Europa hanno vissuto un febbraio piuttosto positivo, in particolare i listini di Russia e Ungheria hanno evidenziato forti rialzi mentre il mercato della Repubblica Ceca ha beneficiato del recupero tecnico dopo gli storni delle ultime settimane. In Russia i dati congiunturali positvi hanno favorito l’andamento del mercato locale che ha sofferto solo di brevi e modeste tensioni dovute alle dimissioni del primo ministro Kasjanow. In Ungheria, invece, la discussione realtiva al deficit di budget ha dominato i mercati, il nuovo ministro delle finanze ha annunciato nuove misure di risparmio ottenendo l’assenso del mercato e innescando il recupero della valuta locale, il fiorno. Sono stati poi resi noti i buoni dati congiunturali relativi all’andamento dell’economia. Un ultimo segnale positivo é dato dalla vendita, da parte del governo ungherese, della partecipazione del 10,5 per cento nella società di raffinazione petrolifera Mol, una privatizzazione importante e signifcativa. Positivo, infine, anche il mercato azionario polacco. Venendo al futuro, restiamo positivi per quanto riguarda il mercato azionario russo il quale, oltre a un contesto economico solido e stabile accompagnato da buone notizie da parte dalle società, continua a beneficiare di elevati flussi di liquidità. Positiva la nostra visione anche relativamente al mercato azionario ungherese: grazie ad un P/e ratio inferiore a 10 (sulla base delle aspettative sugli utili del 2004) il mercato tratta a livelli decisamente vantaggiosi. Inoltre anche in Ungheria si sta delineando una ripresa congiunturale. Segnali di ripresa sono presenti anche in Polonia, dove però buona parte di questa tendenza è già scontata dai prezzi riducendo così il potenziale di crescita. In termini di valutazione, con un P/e ratio di 16 (sempre sulla base delle aspettative sugli utili del 2004) la borsa polacca appare piuttosto cara. A breve termine, visti i forti rialzi degli ultimi mesi, potrebbero verificarsi movimenti di correzione. In febbraio le scelte d‘investimento del fondo Union Investment che investe nei mercati dell’Est hanno optato per un leggero aumento degli investimenti nel mercato ungherese. Abbiamo infatti approfittato dalla privatizzazione di Mol per accumulare altri titoli di questa società a buon prezzo e siamo attualmente in „overweight“ (sovrappesati) su Mol. Inoltre, avevamo provveduto a incrementare la nostra esposizione verso la banca Otp già prima della pubblicazione dei soddisfacenti risultati e abbiamo comprato, per la prima volta nella storia del fondo, titoli della società farmaceutica Egis. In Polonia abbiamo acquistato titoli della società di telecomunicazioni Tpsa e della società di It Prokom. Nella Repubblica Ceca abbiamo aumentato la nostra posizione in Erste Bank. In Russia abbiamo operato cambiamenti per quanto riguarda gli investimenti nel settore delle telecomunicazioni. Abbiamo liquidato definitivamente la posizione in Vimpel Communications, aumentando invece la quota in Telesystems. Anche nel settore petrolifero sono stati operati switch attraverso prese profitto (cessione completa) della posizione in Sibneft e l’incremento dell‘esposizione in Yukos. |
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NUOVO BTP A 15 ANNI: RISULTATO DEL COLLOCAMENTO |
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Roma, 18 marzo 2004 - Il Mef comunica i risultati dell’emissione del nuovo Btp a 15 anni, con scadenza 1° febbraio 2020 e cedola del 4,50%. L’importo emesso è stato di 8 miliardi di euro, a fronte di una domanda pari a circa 14,7 miliardi. I titoli sono stati collocati al prezzo di 99,669, che corrisponde ad un rendimento lordo annuale del 4,579%. Il regolamento è previsto per il 24 marzo 2004. Hanno partecipato all’operazione più di 150 investitori, molti dei quali non avevano preso parte alle operazioni sindacate di collocamento finora effettuate. L’emissione è stata assegnata per il 69% a fondi di investimento, per il 15% al settore assicurativo ed ai fondi pensione, per il 10% alle banche e per il 6% ad altri investitori. La distribuzione geografica è estesa ed interessa oltre 20 Paesi. Oltre alla tradizionale presenza degli investitori italiani, cui è stato assegnato circa il 40% dell’ammontare collocato, rilevante è stata la partecipazione degli investitori non residenti. In particolare, una quota del 24% è stata collocata nel Regno Unito, l’11% negli Stati Uniti d’America e il 9% in Germania. Il collocamento è stato effettuato tramite un sindacato, guidato da Credit Suisse First Boston, Jp Morgan Securities, Merrill Lynch International, Morgan Stanley e Mps Finance. Tutti gli altri Specialisti in titoli di Stato sono stati invitati a partecipare al collocamento del titolo in qualità co-manager. |
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IL TEOREMA BANCA-IMPRESA–CONFIDI FUNZIONA SOLO CON L’INTERAZIONE BASILEA II E IL SISTEMA ITALIANO DELL’ARTIGIANATO E DELLE PMI SCENARIO E PERCORSI POSSIBILI INDICATI DA ARTIGIANCREDIT LOMBARDIA IN UN CONVEGNO PROMOSSO DAL DIPARTIMENTO DI RICERCHE AZIENDALI DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA |
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Milano, 18 marzo 2004 - Promosso dalla Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Pavia, si è tenuto il 16 marzo il convegno sul tema “Basilea2: l’impatto sul credito alle Piccole e Micro Imprese e il ruolo dei Confidi”. L’obiettivo è stato quello di indagare sull’effetto che gli accordi di Basilea, sottoscritti dal sistema dell’intermediazione finanziaria internazionale, produrranno sulle Piccole e Micro Imprese, analizzando il rapporto Banca/impresa alla luce di questo cambiamento di portata epocale. I lavori hanno anche verificato il ruolo che in questo contesto assumono i Confidi, organismi promossi dalle Associazioni di categoria dell’artigianato e delle Pmi che, da decenni, rappresentano gli interessi delle piccole imprese nei rapporti con il sistema creditizio. Presente all’incontro con il suo consigliere di amministrazione Giuseppe Vivace, impegnato nella tavola rotonda “Basilea2: gli effetti sulle Pmi e il ruolo dei Confidi”, Artigiancredit Lombardia (la realtà che rappresenta 36 confidi operanti nella regione) ha indicato le risposte che le Piccole e Micro Imprese devono dare alle sollecitazioni provenienti da Basilea e che possono essere riassunte in tre ordini di intervento: rendersi trasparenti nel confronto con le Banche e, giustamente, ottenere uguale trattamento. Lo spazio sino ad oggi concesso alla interpretazione personale del rapporto Banca/cliente dovrà essere ancora presente ma non determinante ai fini del rapporto stesso. L’impresa dovrà ottenere la giusta considerazione sulla base di quanto effettivamente vale e non sulla base di valutazioni extra-aziendali. Adottare tutte quelle misure (assicurazione del credito, informazione sul cliente, richiesta di finanziamenti garantiti dai Confidi, ecc.) atte a presentare l’immagine dell’azienda capace di gestire la “Finanza d’Impresa”. Utilizzare sempre più massicciamente lo strumento “Confidi” non solo per finanziamenti finalizzati ad investimenti o credito d’esercizio, ma anche per arrivare ad essere “Aziende capitalizzate”, capaci quindi di far fronte alle proprie esigenze finanziarie anche in quei momenti particolari che contraddistinguono la vita dell’impresa. Il teorema Impresa-banca-confidi può funzionare solo se ognuno sarà in grado di adeguarsi ai cambiamenti e saprà interagire con le controparti senza avere la pretesa di prevaricare le ragioni e i diritti dell’altro: se l’Impresa non recepisce la necessità della trasparenza e dell’innovazione in tutti i processi aziendali; se la Banca non rinuncia alla tentazione di spersonalizzare completamente il rapporto con il Cliente e di applicare tassi di interesse estremamente elevati legati a parametri che tutto sommato non trovano reale giustificazione; se i Confidi non accettano la logica del cambiamento: non più solo rilascio di garanzia ma consulenza finanziaria piena e professionale alle aziende. Allora il Sistema Italia avrà probabilmente perso l’opportunità di crescita e di ammodernamento che oggi ci viene offerta da quelli che, sino a poco tempo fa, erano considerati ostacoli insormontabili anziché occasioni da cogliere per far rifiorire un comparto, quello delle Pmi, soffocato da un’economia e da un sistema non certo brillanti. |
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BNP PARIBAS PEREGRINE: PRESENTATO IERI IN ANTEPRIMA EUROPEA IL PRIMO STUDIO SUL SEGMENTO MIDDLE CAP DELLA BORSA DI SINGAPORE. PRESENTE PER LA PRIMA VOLTA IN EUROPA IL TOP MANAGEMENT DI 7 TRA LE REALTÀ AZIENDALI PIÙ SIGNIFICATIVE DEL PAESE |
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Milano, 18 marzo 2004 - Si è tenuto ieri, organizzato da Bnp Paribas Peregrine, l'investment Bank asiatica del Gruppo Bnp Paribas, il primo Road Show Europeo di aziende quotate presso la Borsa di Singapore nel segmento Middle Cap. In occasione del Road Show, Michael Ong, capo della ricerca di Singapore per Bnp Paribas Peregrine, ha presentato, in anteprima europea, il primo studio, mai effettuato da nessuna investment bank, sul segmento Middle Cap della borsa di Singapore. "Mentre le big caps, del mercato di Singapore, - afferma Michel Ong - registrano una crescita per il 90% dei casi strettamente legata alla performance dell'indice azionario globale del Paese; le aziende del segmento middle cap si caratterizzano per tassi di crescita ben superiori." "Il rendimento di alcune delle principali aziende di questo settore è stato fenomenale – continua Michael Ong nella sua presentazione agli investitori istituzionali italiani - società come Hyflux e Hong Leong Asia dal 2001, data del loro ingresso sul listino locale, ad oggi, hanno registrato performance pari ad oltre il 400%." Oltre a questi casi eccezionali, nel segmento Middle Cap di Singapore, si registrano performance nel prezzo delle aziende quotate pari all'80%. E il caso di Htl International Holdings, azienda leader nella produzione di mobili e divani di alta qualità, il cui management, presente al Road Show italiano, ha illustrato come questa società sia cresciuta in meno di due anni dalla sua quotazione ampliando il suo mercato esterno verso non solo verso i Paesi confinanti ma anche verso l'Europa, Australia e Stati Uniti. Nel corso dell'ampia panoramica offerta da Michael Ong sul segmento middle Cap di Singapore, è emerso inoltre un ulteriore dato significativo che descrive la crescita di questa aziende; Il Roe medio varia da un valore minimo, registrato in un singolo caso, pari al 7% ad un massimo per un valore pari al 56,1%; nella media il Roe delle aziende di media capitalizzazione si aggira intorno ad una valore pari al 20%. "Per gli investitori istituzionali tra i fattori di forte attrazione di questo segmento – afferma Federico Bazzoni, Head of Asian Securities Sales di Bnp Paribas Peregrine - ci sono oltre al buon trend di crescita, la buona salute dei bilanci, elemento non irrilevante in questi giorni, l'accessibilità all'informativa societaria e il buon track record del management." "Il crescente interesse dei gestori italiani verso quest'area del Sud Est Asiatico — continua Federico Bazzoni - ha spinto Bnp Paribas Peregrine, prima fra le banche d'affari occidentali, a dedicare risorse specializzate per la copertura del mercato. La nostra decisione di aprire un ufficio di intermediazione finanziaria a Singapore, coordinato da Andrea Cesaro e Barbara Bovolin, è la risposta più efficiente al forte flusso di investimenti che arriva dagli istituzionali italiani. "Il settore delle middle small caps — conclude nella sua analisi Federico Bazzoni - è il vero potenziale di tutte le economie emergenti in Asia pur presentanto alcuni fattori di rischio che l'investitore deve valutare quali: volatilità dei titoli del comparto, nel breve periodo, monetari drenaggi di liquidità e non ancora soddisfacenti regole di corporate governance." La testimonianza sulla crescita esponenziale delle imprese di Singapore è stato inoltre illustrata, ad un pubblico formato dai principali gestori presenti in Italia, dal Top Management di 7 tra le principali aziende quotate nel segmento Middle Cap. Aziende specializzate nella costruzione di oleodotti per il trasporto del petrolio, nella produzione e distribuzione in tutto il Far East di pneumatici e aziende manifatturiere hanno illustrato i loro indici di crescita, pari a circa il 10% annuo, e le loro strategie di internazionalizzazione, confermando così un quadro completo di un paese in forte crescita. Nel corso della giornata Mr Chan Kok Peng, Chief Economist di Bnp Paribas Peregrine, ha presentato ai gestori italiani un ampia panoramica sulle politiche economiche che stanno alla base della crescita esponenziale delle aziende del Far East. "La crescita dei Paesi Asiatici in questi anni — afferma Kok Peng — si conferma sempre di più dipendente da una politica macro-economica fortemente incentrata sulle esportazioni; la percentuale di export sul Pil di Paesi come Hong Kong, Singapore e la Malesia, è superiore al 100%, mentre in Europa e Stati Uniti d'America tale dato si attesta intorno al 39% per l'Europa e il 10% per gli Stati Uniti." "L'unico Paese di cui ancora non è ben definita la propria politica economica — continua nella sua analisi Kok Peng — in termini di incidenza sul Pil delle proprie esportazioni, è la Cina. Il trend delle esportazioni è in calo rispetto al 2002, tale fenomeno è direttamente legato alla costante crescita interna dell'indice di propensione al consumo." Anche l'odierna debolezza del dollaro è stato analizzata nel suo intervento da Kok Peng. "Una politica economica aggressiva — afferma Kok Peng — basta sui bassi tassi d'interessi e su un intenso intervento da parte del governo nell'economia primaria del Paese, hanno fatto si che gli Stati Uniti si riprendessero più velocemente dalla crisi del 2002 rispetto a Europa e Giappone; tale politica d'altro canto ha poi però deteriorato la bilancia dei pagamenti interni aumentando così la debolezza del dollaro." Questi in sintesi i temi portanti delle presentazioni illustrate oggi da Federico Bazzoni - Head of Asian Securities Sales, Chan Kok Peng - Chief Economist di Bnp Paribas Peregrine, l'investment bank asiatica del Gruppo Bnp Paribas, in una conferenza sul mercato finanziario asiatico dedicata agli investitori istituzionali italiani e che, per la prima volta in Italia, ha offerto un confronto con 7 tra le più rappresentative società quotate di Singapore all'interno di un unico Road Show. Bnp Paribas Peregrine è l'investment bank asiatica del Gruppo Bnp Paribas leader nell'offerta di servizi di investimento integrati nel campo del corporate finance, del M&a, del collocamento di fondi azionari e relativa raccolta e dell'intermediazione immobiliare. Nata nel 1998, a seguito della fusione tra il team Greater China Equity di Peregrine, una tra le società di investment banking più attive sul territorio asiatico, e Bnp Paribas, una delle maggiori banche europee per risultati e capitalizzazione di mercato, oggi Bnp Paribas Peregrine opera all'interno di un gruppo di lavoro composto a livello mondiale da 1.400 professionisti impegnati su tutti i principali mercati mondiali. Basata ad Hong Kong, Bnp Paribas Peregrine vanta una presenza in tutti i maggiori paesi asiatici con uffici a Beijing, Shanghai, Singapore, Kuala Lumpur, Jakarta, Seoul, Taipei, Manila e Bangkok e una solida struttura anche in Europa con team dedicati a Londra, Parigi e Milano. Nel 2003 Bnp Paribas Peregrine è stata eletta dal Ifr Asia, una delle principali società di rating asiatiche, come la miglior "Mid-cap Equity House" asiatica per la terza volta consecutiva. In particolare, il team Asian Securities di Bnp Paribas Peregrine, che si compone di 21 risorse tra Milano e Londra e di cui Federico Bazzoni è responsabile, si occupa di fornire ai propri clienti, investitori istituzionali, un accesso diretto alle informazioni (analisi, ricerche, contatti) riguardanti le economie e le aziende asiatiche di loro interesse. Nel corso del 2003, il team Asian Securities ha seguito sul mercato cinese 3 Ipo, Lianhua Supermarket, Weiqiao Textite e Great Wall Auto, per un valore complessivo pari a circa 545 milioni di dollari e le cui performance sono state rispettivamente del 145%, 34% e 10,5%, con significativa partecipazione delle principali società di gestione italiane. Bnppp si è inoltre dotata, ancora una volta, prima fra le banche d'affari asiatiche, di un team di marketing strategico di cui è responsabile Raffaella Merriweather e che coordina, con particolare attenzione al mercato italiano, tutta l'attività di marketing primario e secondario del continente asiatico. |
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BANCA INTESA FIRMA L’ACCORDO PER LA CESSIONE DI INTESA BANK CANADA A HSBC BANK CANADA |
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Milano, 18 marzo 2004 – E’ stato firmato il contratto per la cessione a Hsbc Bank Canada di Intesa Bank Canada, la partecipazione canadese posseduta al 100% dal Gruppo Intesa. Banca Intesa riceverà dalla vendita dell’intera partecipazione un importo approssimativamente uguale al valore di libro di Intesa Bank Canada pari a 114 milioni di dollari canadesi. L’operazione si inquadra nell’ambito della dismissione delle attività non strategiche prevista dal Piano d’Impresa 2003-2005. Il closing della cessione, in cui Rothschild agisce in qualità di advisor di Banca Intesa, è previsto per il 31 maggio 2004 subordinatamente alle necessarie autorizzazioni. |
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FRANK DE RISI NUOVO PRESIDENTE E MARKET LEADER DI DUN & BRADSTREET ITALIA E IBERIA |
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Milano 18 marzo 2004 – Frank De Risi è il nuovo Presidente e Market Leader di Dun & Bradstreet Italia e Iberia. Nato in Italia nel 1948 e laureato in Ingegneria Chimica all’Università di New York e in Scienze Commerciali alla Kennedy Western, De Risi ha iniziato la sua attività professionale in D&b nel 1972, come analista nell’ufficio internazionale di New York. Dopo aver ricoperto ruoli direttivi nel campo dell’analisi dei dati e dello sviluppo prodotti, ha guidato, dal 1976, le filiali di Porto Rico, Venezuela, Messico e Perù. Nel 1987 De Risi è diventato responsabile della divisione International Marketing di D&b a New York e l’anno successivo ha avviato le operazioni della filiale di Singapore. Tornato in Europa nell’89, ha ricoperto ruoli di responsabilità in Italia e Irlanda e infine nel 1998 è stato nominato Vice President di D&b International con la responsabilità, in un primo tempo, dell’area America Latina, e successivamente anche di quella Asia Pacific. Frank De Risi vanta una lunga e solida esperienza in posizioni di rilievo che gli hanno permesso di sviluppare un approccio pragmatico orientato alla soddisfazione dei bisogni del cliente, oltre alla capacità di motivare i suoi collaboratori, guidandoli al raggiungimento di performance di eccellenza e di risultati di sicuro successo. |
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UN'OFFERTA COMPLETA DI SOFTWARE, HARDWARE E SERVIZI AIUTA GLI ISTITUTI BANCARI A GESTIRE PIÙ AGEVOLMENTE GLI OBBLIGHI PREVISTI DAGLI ACCORDI BASILEA II |
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Milano 18 Marzo 2004 - Unendo in un'unica offerta prodotti software e hardware e servizi di consulenza, Ibm ha realizzato una nuova soluzione verticale che aiuta gli istituti finanziari a integrare, gestire e analizzare le informazioni di business generate dalle attività quotidiane e dalle interazioni con i clienti. La nuova offerta mira anche ad assistere le banche a trattare le informazioni in maniera più rispondente agli obblighi stabiliti dagli accordi Basilea Ii. La soluzione Ibm Risk and Compliance - Basel Ii Information Management Offering - opera con il framework tecnologico già presente nell'istituto bancario permettendogli di collegare repository di dati sparsi in vari punti e di rendere accessibili le informazioni appropriate su base automatizzata. Per esempio, la nuova proposta può ridurre da intere settimane a qualche ora i tempi normalmente necessari per identificare e riconciliare eventuali discrepanze nelle registrazioni delle operazioni proponendo un'unica visione integrata di tutte le varie fonti dati presenti in banca. A tal fine vengono generati automaticamente report che segnalano le discrepanze tra il libro giornale della banca e le transazioni effettivamente completate. Utilizzando questa tecnologia per collegare repository di dati altrimenti isolati, una banca può pianificare più accuratamente i propri utili, vendere nuovi prodotti e servizi ai clienti, migliorare la gestione degli investimenti e l'allocazione delle attività, e razionalizzare le pratiche di business. La nuova offerta è studiata per aiutare le banche a rispondere in modo rigoroso e specifico agli obblighi informativi disposti dagli accordi Basilea Ii, come la registrazione, la consultazione, la presentazione e l'analisi di più annate di dati relativi a operazioni e clienti. Per esempio, le norme Basilea Ii imporranno alle banche, per la prima volta, di valutare le percentuali di "default" dei prestiti erogati ai clienti operanti in una determinata area geografica o produttiva. La soluzione Ibm può aiutare a rintracciare la fonte delle informazioni originariamente impiegate per determinare i livelli di rischio di tali prestiti e correlarle ai risultati delle relative transazioni. In questo modo le banche potranno determinare con maggior precisione come prestare denaro in futuro a clienti similari. Gli accordi Basilea Ii, raccomandazioni emanate dal Comitato di Supervisione Bancaria della Banca dei Regolamenti Internazionali con sede a Basilea in Svizzera, sono linee guida ufficiali che standardizzano la misurazione del rischio creditizio, dei rischi di mercato e del rischio operativo. La stesura di queste linee guida era stata avviata in parte come risposta ai miliardi di dollari persi durante lo scorso decennio a causa di frodi e di pratiche inadeguate di gestione del rischio. Secondo un report pubblicato l'11 dicembre 2003 dalla società britannica di consulenza Datamonitor con il titolo "Credit Risk Management and Basel Ii in European Financial Services", si prevede che le banche europee spenderanno nel prossimo biennio 4 miliardi di dollari in software e servizi per rispettare gli obblighi imposti dagli accordi Basilea Ii. Secondo tali raccomandazioni, gli istituti bancari dovranno disporre entro la fine del 2006 delle informazioni relative a un numero di anni compreso tra tre e sette (una quantità che può raggiungere anche numerosi terabyte di dati): da qui l'urgenza di adottare nel corso del 2004 soluzioni adatte ad affrontare le esigenze che scaturiscono dagli accordi Basilea Ii. In effetti, il 96% dei funzionari di banca responsabili dell'implementazione di soluzioni Basilea Ii interpellati da Ibm Business Consulting Services ha affermato che la sfida principale risiede proprio nella gestione dei dati - ovvero identificare le informazioni appropriate, integrare e gestire i dati nell'intero ambito dell'istituto bancario e applicare sofisticate funzionalità di analisi e reporting. Con più di 100 nuove normative in vigore in tutti i comparti produttivi, secondo stime Ibm, le aziende hanno bisogno di un framework tecnologico che permetta di raccogliere, archiviare, consultare, condividere e analizzare le informazioni in maniera sistematica, intelligente e automatica. Ibm Risk and Compliance - Basel Ii Information Management Offering - fornisce alle banche un framework multifunzione che permette di adottare successivamente altre soluzioni specifiche dedicate a una varietà di normative come la legge statunitense Sarbanes-oxley, le norme contro il riciclaggio del denaro e gli standard internazionali per la contabilità e il reporting finanziario. "La strategia di Ibm è quella di aiutare le aziende a trasformare il modo in cui fanno business non solo per aiutarle a muoversi tra le nuove normative, ma anche per migliorare le attività di business e intraprendere decisioni operative maggiormente strategiche", sottolinea Janet Perna, General Manager, Db2 Information Management Solutions di Ibm Software. "La combinazione tra le proposte hardware e software verticali di Ibm con le competenze specifiche dei nostri consulenti fornisce il miglior time-to-value per aiutare le aziende a rendere le loro attività più efficienti, anticipare le esigenze dei loro clienti e affrontare gli obblighi normativi". L'esperienza del Financial Services Sector di Ibm Business Consulting Services gioca un ruolo essenziale nella nuova proposta, rappresentando il fulcro di soluzioni di business pratiche e personalizzate per rispondere alle sfide specifiche del settore dei servizi finanziari. In particolare, Ibm collabora con i suoi clienti aiutandoli a implementare i componenti tecnologici e di processo delle loro attuali iniziative Basilea Ii per il rischio creditizio, operativo e organizzativo. Cuore tecnologico della nuova offerta sono Ibm Banking Data Warehouse e Db2 Universal Database. Ibm Banking Data Warehouse mette a disposizione un modello di dati specifico per il settore bancario che può essere impiegato per costruire un database dedicato a Basilea Ii o un data warehouse generico per capire meglio le esigenze della clientela. Db2 fornisce la capacità e le sofisticate funzioni integrate di analisi necessarie per archiviare e analizzare le informazioni. Db2 Information Integrator - un componente esclusivo che permette di attingere in tempo reale a qualunque tipologia di dati residenti in repository differenti - restituisce una singola visione delle informazioni dell'intero ambito aziendale e di tutta la value chain dei Business Partner. Sistemi hardware come eServer pSeries e Ibm Totalstorage Enterprise Storage Server rispondono alle esigenze di scalabilità e prestazioni della soluzione. I prodotti storage di Ibm possono aiutare le banche a risolvere una serie di problematiche legate al rispetto delle normative (in particolare quelle che comportano la conservazione di registrazioni), mentre i sistemi pSeries sono ottimizzati per tutte le soluzioni di business intelligence di Ibm. Il ventaglio di risorse tecnologiche e di business assemblato nella nuova proposta Ibm è ritenuto uno dei più ampi dell'intero settore. I clienti possono controllare i costi partendo con il minimo indispensabile per scegliere in seguito quegli aspetti della soluzione che meglio rispondono alle nuove esigenze man mano che queste si presentano. Ibm Risk and Compliance - Basel Ii Information Management Offering è già disponibile. |
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GRUPPO FIAT CONFERMA ED ESPANDE LA PRESENZA DI HYPERION NELL’AMBITO DELLA PROPRIA STRATEGIA DI BUSINESS PERFORMANCE MANAGEMENT |
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Milano, 18 marzo 2004 – Gruppo Fiat ha scelto di utilizzare le soluzioni Hyperion per supportare le proprie attività di reporting istituzionale, direzionale e di tesoreria, con un nuovo ed unico sistema integrato. Il progetto si pone come primo obiettivo quello di rendere disponibile, entro la fine del 2004, il nuovo ambiente per il reporting consolidato - rispondente ai principi contabili internazionali Ias - relativo sia a dati consuntivi, che ad informazioni di carattere previsionale. L’intento è quello di migliorare l’attuale livello di servizio offerto ai decision maker del Gruppo in termini di tempestività, accuratezza e profondità dell’informazione, oltre che di affidabilità del dato, nonché di assicurare coerenza nell’approccio e negli schemi di reporting per tutte le strutture che lo compongono. Nell’ambito del processo globale di evoluzione dei Sistemi Amministrativi, il Gruppo Fiat si è posto come obiettivo, da raggiungere con la collaborazione di Hyperion, la riduzione del tempo complessivo impiegato nei cicli di consolidamento dei dati economico-patrimoniali e nelle attività di reporting. In particolare, le soluzioni Hyperion aiuteranno a ridurre il numero delle attività manuali attualmente necessarie e a migliorare il rapporto cost/performance nella gestione dei processi e dei sistemi amministrativi, nonché a migliorare la tracciabilità delle informazioni relative ai dati economico-patrimoniali. Gruppo Fiat, con sede direzionale e amministrativa a Torino, opera per clienti di oltre 190 Paesi in tutto il mondo attraverso la propria strutturazione in settori: Fiat Auto, Cnh (macchine per l’agricoltura e per le costruzioni), Iveco (veicoli industriali), Ferrari e Maserati, Magneti Marelli (componenti), Comau (mezzi e sistemi di produzione), Teksid (prodotti metallurgici), Business Solutions (servizi) e Itedi (editoria e comunicazione). La suite di nuova generazione Hyperion consentirà al Gruppo Fiat il consolidamento dei dati economico-patrimoniali e finanziari e la loro navigazione multidimensionale basata su viste di Settore, Legal Entity e Business Unit. I benefici che il Gruppo si attende dal nuovo framework tecnologico-procedurale sono: il superamento dell’attuale ridondanza dei sistemi It nell’ambito del Business Performance Management, la riduzione del tempo necessario per lo svolgimento di attività manuali, quali la quadratura dei valori consolidati e l’import/export dei dati, la riduzione del tempo dedicato alle attività di manutenzione dei sistemi, nonché una maggiore integrazione tra l’ambiente dedicato alle attività di reporting istituzionale, direzionale e di tesoreria, e i sistemi di produzione/campo e di amministrazione e controllo. “Ci lusinga il fatto che un Gruppo dell’importanza e delle dimensioni di Fiat abbia deciso di riconfermare, dopo anni di collaborazione con la nostra società, la propria fiducia ad Hyperion attraverso la decisione di adottare la nuova generazione delle nostre soluzioni per il Business Performance Management– ha commentato Guglielmo Persani, Managing Director della filiale italiana di Hyperion - “Attraverso l’unificazione di tutte le fasi del ciclo di gestione economico-finanziaria e l’integrazione dei dati aziendali presenti nei diversi sistemi di base, la suite Hyperion garantirà che il processo decisionale nell’ambito dell’intera organizzazione sia in linea con gli obiettivi strategici del Gruppo”. |
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TELECINCO: FIRMATO ACCORDO TRA AZIONISTI PER QUOTAZIONE ENTRO IL 2004 |
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Cologno Monzese, 18 marzo 2004 - Mediaset, Vocento, Dresdner Bank e Ice Finance, azionisti di Telecinco, hanno firmato ieri un accordo per l’avvio del progetto di quotazione della società alla Borsa di Madrid da realizzarsi entro la fine del 2004. Mediaset detiene il 52% del capitale di Telecinco, il gruppo editoriale spagnolo Vocento (ex Correo) il 13%, la banca tedesca Dresdner Bank il 25% e il fondo d’investimento olandese Ice Finance il 10%. |
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TAMBURINI PRESIDENTE ASSOIMMOBILIARE(EX ASSOGESTI) |
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Milano, 18 marzo 2004 - Gualtiero Tamburini Presidente di Assoimmobiliare, nuova denominazione di Assogesti che ha anche ampliato il grado di rappresentatività a tutti i soggetti che operano nei servizi immobiliari (Comunicato Stampa Milano, 16 marzo 2004). Gualtiero Tamburini, bolognese, docente di economia nelle università di Bologna e Urbino, fondatore e direttore dell’Osservatorio sul mercato immobiliare di Nomisma, nell’Assemblea svoltasi oggi a Milano, è stato nominato, per il prossimo triennio, Presidente di Assoimmobiliare - Associazione dell’Industria dei Servizi Immobiliari - aderente a Fita-confindustria. Assoimmobiliare è la nuova sigla assunta da Assogesti, nata nel 1998, e rappresenta le più importanti società operanti in Italia nella filiera dei servizi immobiliari – dalla progettazione alla gestione, alla valorizzazione, alla commercializzazione –. L’assemblea delle società immobiliari aveva precedentemente approvato, nel corso della medesima riunione, il programma di attività e sviluppo di Assogesti, prevedendone, fra l’altro, il cambio di denominazione in Assoimmobiliare, in vista di ampliarne la rappresentatività a tutti i soggetti che operano nei servizi avanzati per l’immobiliare. Gualtiero Tamburini porta in Assoimmobiliare la conoscenza dell’industria immobiliare maturata con la ricerca scientifica e la consulenza professionale, oltre che con gli incarichi ricoperti come amministratore in diverse società del comparto immobiliare, anche nel settore pubblico, quali la direzione dell’Osservatorio sul patrimonio immobiliare degli Enti Previdenziali – dove, dalla seconda metà degli anni ’90, si sono avviate le politiche di privatizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, o quella di membro del comitato direttivo dell’Agenzia del Demanio, recentemente trasformata in ente pubblico economico. Fra gli incarichi pubblici più recenti ha inoltre presieduto le commissioni che hanno effettuato la trasformazione di Enti come l’Eur di Roma e la Mostra d’Oltremare di Napoli, in società per azioni. Tamburini succede a Cesare Ferrero, amministratore delegato di Ipi spa e docente di finanza immobiliare all’Università Bocconi di Milano, che ha presieduto l’Associazione dal 2001 ad oggi, consolidandone il ruolo ed ampliandone l’influenza. |
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IL MADE IN ITALY IN CRISI ORA SI PROTEGGE CONTRO LA CONCORRENZA SLEALE INGANNI E CONTRAFFAZIONI CONTRIBUISCONO AL CROLLO DEL MADE IN ITALY: PRESENTATO LO STRUMENTO PER DIFENDERE LAVORO E PRODOTTI ITALIANI. PER DAVVERO |
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Milano, 18 marzo 2004 - I dati congiunturali ed i gridi d'allarme di tutte le associazioni di categoria evidenziano il crollo delle esportazioni in settori trainanti dell'economia nazionale, come la moda e il calzaturiero. Interi distretti industriali stanno vivendo una situazione drammatica. La crisi del "Made in Italy" e' anche dovuta all'indebito o illegale sfruttamento di questa dicitura e, piu' in generale, dell'italianita' di moltissimi prodotti offerti sul mercato internazionale, ma non provenienti da aziende italiane. Un settore, quello dell'inganno e della contraffazione a spese del "Made in Italy", che riduce significativamente le nostre esportazioni e danneggia gli stessi consumatori. In questo scenario sempre piu' grave, e' stato presentato il rivoluzionario Servizio True Italy, l'unico strumento veramente capace di fornire agli acquirenti di "Made in Italy" la garanzia di verifica diretta della provenienza italiana di qualsiasi prodotto . Il Servizio True Italy, rendendo ogni manufatto unico e tracciabile, riduce ogni possibilita' di contraffazione e inganno. Il consumatore finale diventa realmente tutelato perche' puo' verificare personalmente e in qualsiasi momento l'autenticita' del prodotto italiano. Risultato: le aziende del "Made in Italy" recuperano le considerevoli quote di mercato loro sottratte dalla concorrenza sleale, creando lo spartiacque della verificabilita' tra quello che e' veramente italiano e quello che non lo e'. Per la prima volta le nostre aziende, dall'agroalimentare alla gioielleria, dall'arredamento alla moda e fino alla meccanica, sono difronte ad una vera rivoluzione copernicana con cui hanno la concreta possibilita' di difendere e valorizzare il loro lavoro. Il "Made in Italy" e' vivo e vegeto, ma deve essere difeso e realmente garantito. True Italy ne e' lo strumento. Infolink: www.Trueitaly.it o www.Trueitaly.com o www.Trueitaly.info/aziende/leaflet.pdf |
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CODACONS: "I PARTI-NOCCHI” I PARTITI COL NASO DI PINOCCHIO!!! BASTA CON LE BUGIE DEI PARTITI SOTTO ELEZIONI LA LISTA DEI CONSUMATORI SI PRESENTERA', INSIEME AL NUOVO COMITATO LISTE CIVICHE CONSUMATORI E AMBIENTE, ALLE EUROPEE E ALLE PROVINCIALI A TORINO, MILANO, VENEZIA, BOLOGNA, FIRENZE, RIETI, NAPOLI, SALERNO E CATANIA |
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Codacons: "I Parti-nocchi” I Partiti Col Naso Di Pinocchio!!! Basta Con Le Milano, 18 marzo 2004 – Alla sede Condacons di Milano la conferenza stampa era appena finita, ma a rispondere ancora a qualche domanda era rimasta l’avv. Tiziana Sorriento, presidente del Codacons Piemonte che non manca di sottolineare l’importanza dell’iniziativa. In particolare la Sorriento sottolinea che : “ Non lo facciamo per la poltrona, lo facciamo per difendere i diritti dei consumatori, ed in particolare per introdurre nuovi concetti come la Class Action”. Nasce cosi’ la lista dei consumatori, una forza politica e sociale indipendente e trasversale che si presenterà alle prossime elezioni europee con il nome Lista Consumatori. Gli scandali finanziari degli ultimi tempi, un carovita dilagante che da oltre due anni impoverisce le famiglie italiane, la sensazione che il consumatore sia sempre l'ultima ruota del carro e debba subire passivamente le scelte di un Governo che con provvedimenti quali il decreto salva-compagnie si è reso protagonista di un vero e proprio furto di diritti, hanno spinto il Codacons a creare questo nuovo movimento politico. Il principale input per una scelta in tal senso è arrivato dagli stessi cittadini, che da tempo richiedono una rappresentanza politica più incisiva e sensibile alle esigenze dei consumatori, delusi dai partiti tradizionali di destra e sinistra che finora hanno preferito azzuffarsi tra loro per una poltrona anziché gettare uno sguardo sul panorama consumeristico purtroppo allo sbaraglio. Basti pensare al caso dell'euro: un rimpallo di accuse e responsabilità tra i vari leaders che non ha giovato ai cittadini. Bugie e contraddizioni dei vari schieramenti che il nuovo partito dei consumatori ha documentato con attenzione. E proprio a dimostrazione della vicinanza di questo nuovo movimento ai consumatori, i leaders della nuova lista politica si sono fatti fotografare oggi dinanzi Montecitorio ...In mutande, così come sono stati ridotti gli italiani tra aumenti, arrotondamenti e crac finanziari! La provocazione è servita a lanciare la sfida al Parlamento: 3 leggi, che i vari esponenti dicono di volere, da approvare subito e prima del 12 giugno. 3 leggi che serviranno a contenere l'aumento dei prezzi, ad attribuire maggiori poteri ai consumatori tramite la class action e a punire i responsabili dei crac finanziari che hanno coinvolto centinaia di migliaia di famiglie. Ecco in dettaglio i testi delle tre leggi che sia maggioranza che opposizione giurano di volere: 1 - Prezzo trasparente e provvedimenti sul costo degli affitti Art.unico "il venditore al consumo di prodotti alimentari freschi deve indicare sul cartellino il prezzo pagato al grossista e/o fornitore. L'omissione o falsita' dell'indicazione e' punita con la sanzione pecuniaria fino a 3500 euro e la chiusura dell'esercizio fino a tre mesi" "Non è dovuta dal proprietario l'Ici per le case affittate ad equo canone". 2 - Azioni di tutela del consumatore in giudizio (class action) Art.unico " le associazioni dei consumatori di cui alla legge 281/98 ed i difensori civici comunali e regionali – che dovranno essere obbligatoriamente designati entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge - possono agire in giudizio contro i fornitori di beni e servizi per danni prodotti a collettività di soggetti ottenendo anche la condanna punitiva nella misura non superiore a 10 volte il danno inferto al consumatore e la sentenza emessa anche in primo grado costituisce titolo esecutivo per i singoli consumatori danneggiati" 3 - Tutela del risparmiatore e modifiche alle leggi vigenti Art.unico "In attesa della approvazione della legge sulla tutela del risparmio le banche condannate in primo grado, in sede civile o penale per danni prodotti alla clientela sono obbligate a costituire tavoli di conciliazione con le associazioni di cui alla legge 281/98 per il rimborso totale delle somme perdute dai risparmiatori" "Il Governatore della Banca di Italia è nominato per il periodo di 5 anni rinnovabile solo una volta. Il mandato può essere revocato con il voto a maggioranza qualificata dei 2/3 dei votanti nei due rami del Parlamento"." Ii reato di falso in bilancio è punito con la reclusione fino a 10 anni" Il coordinatore nazionale del progetto aw. Marco Ramadori ha spiegato che ci si propone di raccogliere 500.000 firme sotto le tre proposte di legge per le quali si vuole dal Parlamento la stessa velocità usata per la Cirami e la legge salva-compagnie. Carlo Rienzi, uno dei leader assieme a Marco Donzelli di Milano, Franco Conte di Venezia, Pino Ursini e Enrico Marchetti di Napoli e Salerno e Francesco Tanasi di Catania hanno annunciato che la lista aperta a tutte le associazioni e gruppi che in questi anni si sono occupati di difesa dei consumatori si presenterà anche alle elezioni provinciali nelle città di Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Rieti, Napoli, Salerno e Catania Tra i punti più qualificanti del programma troviamo: un fondo europeo per la Rc Auto, abolizione del canone Rai e Telecom, etichettatura di tutti i prodotti alimentari, revisione totale del paniere Istat, ecc. Nella lista vi saranno personaggi molto nuovi e anche noti del consumerismo e ambientalismo italiano ma slegato dalle logiche del partito. I particolari saranno ancora resi noti il prossimo 24 marzo quando il Prof. Mannheimer illustrerà le incredibili risultanze di un sondaggio a tutto campo sulle propensioni degli italiani per le prossime europee e la fiducia riposta nelle associazioni dei consumatori. La nuova lista dei consumatori è stata costituita assieme alla realtà delle liste civiche, che sul territorio italiano rappresentano da sempre le istanza politiche più sane degli italiani, indipendenti dai partiti politici tradizionali. Infolink: www.Codacons.it |
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INVITO A PRESENTARE PROPOSTE: HELPDESK PER I DIRITTI DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE (IPR) |
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Bruxelles, 18 marzo 2004 - La Commissione europea ha pubblicato un invito a presentare proposte per un posto di helpdesk per i diritti di proprietà intellettuale (Ipr helpdesk) nell'ambito del programma specifico 'Strutturare lo Spazio europeo della ricerca' (area 1.2.4.3 del programma di lavoro) del sesto programma quadro (6Pq). Il contratto prevede l'assistenza agli attuali e ai possibili futuri partecipanti ai progetti comunitari di ricerca e sviluppo con risvolti nei settori dei diritti di proprietà intellettuale, aspetti finanziari e utilizzazione, e, in particolare, norme di diffusione/protezione comunitaria e proprietà intellettuale dei progetti di ricerca transnazionale. Il contraente dovrà assicurare l'assistenza e le attività di diffusione dell'informazione e di formazione, nella misura in cui tali attività presentano un valore aggiunto a livello europeo, occuparsi di temi relativi all'Ipr e di accesso ai finanziamenti legati a progetti transnazionali di ricerca finanziati dall'Ue (licenze, trasferimento di tecnologie, accordi di consorzi, ecc.). Negli strumenti di sostegno di cui al punto 1.2.1 sono inclusi informazione e sostegno per l'accesso ai finanziamenti. Sono egualmente inclusi la messa in opera di strumenti quali website, helpline, newsletter e altro materiale appropriato d'informazione e diffusione, nonché le azioni di sensibilizzazione e di formazione. Per finanziare le attività verrà usato lo strumento 'azioni specifiche di sostegno', con un bilancio indicativo di 4 milioni di euro. Per leggere l'invito in forma completa: http://fp6.Cordis.lu/fp6/call_details.cfm?call_id=130 |
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IMPRENDITORI ITALIANI A CACCIA DI OPPORTUNITA’ IN CINA UN GIRO D’AFFARI DI OLTRE 10 MILIARDI DI EURO. E IL 62% DELLE ESPORTAZIONI CONSISTE IN MACCHINARI |
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Milano, 18 marzo 2004. Cresce nel 2003 il giro d’affari complessivo dell’Italia con la Cina: +9%, con oltre 7 miliardi di import e 2,7 miliardi di export. Tra le regioni, i maggiori esportatori sono la Lombardia (36%), l’Emilia Romagna (14,5%) e il Veneto (12,8%). Importano di più sul totale italiano i lombardi (35,6%), i veneti (12,8%) e i piemontesi (8,4%). E i cinesi apprezzano soprattutto i macchinari “made in Italy”: questo settore rappresenta infatti il 62% di tutto l’export nazionale e, rispetto al 2002, è in crescita del 6%. E sono 5.749 le imprese italiane che commerciano attualmente con la Cina. Hanno, in media, 38 addetti ciascuna e un fatturato di oltre 6,2 milioni di euro annui. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio su dati Istat, aggiornati al Iii trimestre 2003, e sui dati delle imprese operanti con l’estero. E dal 27 marzo al 3 aprile, Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per le attività internazionali, organizza una missione imprenditoriale che toccherà la zona sud della Cina. In particolare, le destinazioni saranno Shanghai e la provincia di Guangdong, con la città di Shenzhen. L’obiettivo è quello di creare nuovi contatti d’affari per le imprese lombarde attive nei settori: subfornitura, macchinari, beni strumentali, e beni di consumo. Un’opportunità di business per le aziende interessate sia alla creazione di centri di produzione in loco che all’incremento dell’attività di export e commercializzazione dei propri prodotti. Visto l’interesse del mercato cinese, sarà organizzata un’ulteriore missione imprenditoriale a metà giugno. Per informazioni: contattare Promos / Camera di Commercio di Milano, tel. 02.8515.5310-5374 fax 02.8515.5227-5394. E-mail: ostano@mi.Camcom.it miglio.Mattia@mi.camcom.it. Interscambio Italia – Cina (Iii trimestre 2002- Iii trimestre 2003) | Iii trimestre 2002 | Iii trimestre 2003 | % var.02-03 import | % var.02-03 export | % su tot.Italia 03 | % su tot.Italia 03 | import | export | import | export | import | export | Piemonte | 564.737.293 | 338.921.624 | 612.664.817 | 320.383.008 | 8,5% | -5,5% | 8,4% | 11,7% | Valle d'Aosta | 7.385.719 | 5.331.401 | 16.046.234 | 1.007.658 | 117,3% | -81,1% | 0,2% | 0,0% | Lombardia | 2.276.159.513 | 954.338.172 | 2.606.946.985 | 978.226.852 | 14,5% | 2,5% | 35,6% | 35,9% | Liguria | 197.422.927 | 17.104.292 | 324.694.751 | 25.283 | 64,5% | -99,9% | 4,4% | 0,0% | Trentino-alto Adige | 48.090.562 | 13.988.357 | 58.230.234 | 18.452.201 | 21,1% | 31,9% | 0,8% | 0,7% | Veneto | 848.329.455 | 297.618.672 | 938.495.788 | 349.568.705 | 10,6% | 17,5% | 12,8% | 12,8% | Friuli-venezia Giulia | 70.220.451 | 162.697.720 | 88.862.789 | 120.579.087 | 26,5% | -25,9% | 1,2% | 4,4% | Emilia Romagna | 508.296.107 | 282.333.162 | 591.906.950 | 394.064.251 | 16,4% | 39,6% | 8,1% | 14,5% | Toscana | 468.745.054 | 152.278.659 | 539.668.763 | 163.383.924 | 15,1% | 7,3% | 7,4% | 6,0% | Umbria | 28.317.783 | 80.549.007 | 37.970.834 | 83.676.701 | 34,1% | 3,9% | 0,5% | 3,1% | Marche | 149.108.006 | 26.232.159 | 187.377.235 | 34.779.862 | 25,7% | 32,6% | 2,6% | 1,3% | Lazio | 318.880.305 | 475.337.160 | 321.270.687 | 43.621.755 | 0,7% | -90,8% | 4,4% | 1,6% | Abruzzo | 64.311.302 | 8.275.429 | 84.275.785 | 10.279.667 | 31,0% | 24,2% | 1,2% | 0,4% | Molise | 2.986.502 | 1.747.184 | 3.720.399 | 1.888.426 | 24,6% | 8,1% | 0,1% | 0,1% | Campania | 502.142.348 | 104.199.884 | 611.382.576 | 95.556.286 | 21,8% | -8,3% | 8,3% | 3,5% | Puglia | 92.954.333 | 29.509.666 | 169.463.874 | 31.374.154 | 82,3% | 6,3% | 2,3% | 1,2% | Basilicata | 1.030.257 | 879.742 | 6.550.160 | 1.137.731 | 535,8% | 29,3% | 0,1% | 0,0% | Calabria | 15.505.519 | 472.221 | 24.352.083 | 772.166 | 57,1% | 63,5% | 0,3% | 0,0% | Sicilia | 35.660.650 | 30.632.740 | 51.181.352 | 50.230.422 | 43,5% | 64,0% | 0,7% | 1,8% | Sardegna | 27.075.547 | 1.983.403 | 49.161.396 | 25.387.076 | 81,6% | 1180,0% | 0,7% | 0,9% | Regioni diverse o non specificate | 5.502.507 | 1.411.103 | 1.573.020 | 2.650.413 | -71,4% | 87,8% | 0,0% | 0,1% | Tot. Italia | 6.232.862.140 | 2.985.841.757 | 7.325.796.712 | 2.727.045.628 | 17,5% | -8,7% | 100,0% | 100,0% | Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat Interscambio Lombardia – Cina nel settore macchine ed apparecchi meccanici, elettrici, elettronici ed ottici - (Iii trimestre 2002- Iii trimestre 2003) | Export Iii trimestre 2002 | Export Iii trimestre 2003\ | Variaz. % ’02-‘03 | % su tot. Export tutti i settori | Italia Nord-occidentale | 930.862.675 | 927.312.038 | -0,4% | 33,7% | Italia Nord-orientale | 522.434.425 | 592.374.335 | 13,4% | 21,5% | Italia Centrale | 107.612.398 | 117.819.283 | 9,5% | 4,3% | Italia Meridionale | 29.226.781 | 28.485.631 | -2,5% | 1,0% | Italia Insulare | 25.873.978 | 46.560.063 | 79,9% | 1,7% | Diverse o non specificate | 376.116 | 989.857 | 163,2% | 0,0% | Tot. Italia | 1.616.386.373 | 1.713.541.207 | 6,0% | 62,3% | Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat Aziende che commerciano con la Cina per regione italiana. Regioni | N. Aziende operanti | % su tot. Italia | Val d'Aosta | 1 | 0,0% | Molise | 7 | 0,1% | Basilicata | 10 | 0,2% | Calabria | 20 | 0,3% | Sardegna | 23 | 0,4% | Umbria | 58 | 1,0% | Trentino | 60 | 1,0% | Abruzzo | 71 | 1,2% | Sicilia | 115 | 2,0% | Lazio | 145 | 2,5% | Liguria | 146 | 2,5% | Puglia | 183 | 3,2% | Friuli Venezia Giulia | 203 | 3,5% | Marche | 203 | 3,5% | Campania | 273 | 4,7% | Piemonte | 498 | 8,7% | Toscana | 536 | 9,3% | Emilia Romagna | 682 | 11,9% | Veneto | 851 | 14,8% | Lombardia | 1664 | 28,9% | Italia | 5749 | 100% | Fonte: Elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati Sdoe, Servizio Ditte Operanti con l’Estero, Dicembre 2003. |
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IL WORKSHOP DEL DISTRETTO DELL’OCCHIALE DI VENEZIA FA IL PIENO DI PRESENZE: AUTORITÀ E 30 ACQUIRENTI EUROPEI AL LAVORO IL 19 E 20 MARZO 2004 |
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Belluno, 18 marzo 2004 - Saranno Marino Finozzi Assessore Regionale alle Politiche per la Pmi, Paolo Terribile Presidente Unioncamere Veneto, Roberto Lovato Direttore Ice – Verona, Celeste Bortoluzzi Presidente Assindustria Belluno e Renato Sopracolle Presidente Sipao (Sezione Industrie Produttrici Articoli per l’Occhialeria di Assindustria Belluno) e rappresentante del distretto dell’occhiale ad aprire i lavori del workshop dell’occhialeria di Venezia il prossimo venerdì 19 marzo. La Scuola Grande di San Giovanni Evangelista nel cuore del prestigioso capoluogo veneto sarà teatro di una mattina ricca di testimonianze e di confronto sulla situazione dell’occhialeria e sulle prospettive per il futuro. Direttamente coinvolte saranno anche le venti aziende bellunesi e i trenta acquirenti europei che nel pomeriggio dello stesso giorno e nel corso di tutto sabato procederanno negli incontri commerciali. Un workshop organizzato da Assindustria Belluno, Istituto Commercio Estero e Centro Estero delle Camere di Commercio del Veneto con il supporto economico di Regione Veneto e Ministero delle Attività Produttive quello del prossimo fine settimana, che vedrà la presenza di 2 acquirenti dal Portogallo, 1 dall’Austria, 2 dalla Repubblica Ceca, 3 dalla Finlandia, 1 dalla Francia, 2 dalla Germania, 3 dalla Grecia, 2 dall’Ungheria, 4 dalla Russia, 1 dalla Slovacchia, 4 dalla Spagna, 1 dalla Svezia e 2 dalla Turchia. Acquirenti dalle dimensioni e dal fatturato di un certo rilievo, suddivisi fra gruppi d’acquisto, grossisti e catene di distribuzione. Sul workshop di Venezia le venti occhialerie del distretto puntano molto, quindi: raggiungere accordi commerciali con acquirenti di questo peso - catene in primis- consentirebbe loro di mettere nuove radici nel mercato europeo, dominato sempre più da logiche di distribuzione il più possibile dirette, personalizzate ed economiche. Ecco dunque le venti aziende del distretto che parteciperanno al workshop: Arlecchino Srl di Quero, Demenego Srl di Calalzo di Cadore, Galvision Srl di Longarone, Garrison Srl di Vas, Gatto Astucci Srl di Domegge di Cadore, G B di Auronzo di Cadore, Giesse Occhiali Italy di Domegge di Cadore, Giorgio Fedon & Figli Spa di Vallesella di Cadore, Grant Srl di Sappada, I.o.v.e.s. Srl di Lozzo di Cadore, Kador Occhialeria Srl di Calalzo di Cadore, Luxol Srl di Lozzo di Cadore, Metal Dream Srl di Vigo di Cadore, Occhialeria Martini Snc di Lozzo di Cadore, Occhialeria Sopracolle Srl di Perarolo, Optital Srl di Lozzo di Cadore, Revert Srl di Belluno, Thema Optical Srl di Domegge di Cadore, Trevi – Coliseum Spa di Longarone, Visibilia Spa di Marghera. |
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OLYMPIC AIRWAYS: OUVERTURE D'UNE PROCÉDURE D'ENQUÊTE RELATIVE À UNE AIDE D'ETAT À L'ENCONTRE DE LA GRÈCE |
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Bruxelles, le 18 mars 2004 - La Commission a décidé d'ouvrir une procédure formelle d'examen « aides d'Etat » à l'encontre de la Grèce dans le dossier Olympic Airways. En effet, la Commission s'interroge sur les modalités de création et de privatisation d'une nouvelle compagnie baptisée Olympic Airlines et entend veiller à ce que ce processus nécessaire ne s'accompagne d'aucune aide d'Etat. « Il est grand temps d'agir : c'est la dernière chance pour Olympic Airways. A moins que le processus de privatisation ne soit mené à terme en pleine conformité avec la législation européenne, la compagnie devra être mise en liquidation, comme ce fut le cas d'autres compagnies dans le marché concurrentiel du transport aérien » a déclaré Loyola de Palacio, vice-présidente en charge des transports et de l'énergie. « Je suis certaine que le gouvernement grec coopérera pleinement avec la Commission pour éviter les erreurs qui ont mené à cette situation » a-t-elle expliqué. La Commission a décidé d'ouvrir une investigation formelle au titre de l'article 88 § 2 du Traité à l'encontre de la Grèce car elle doute que plusieurs mesures des dernières années puissent être déclarées compatibles avec le marché commun. La Commission doit ainsi évaluer si les avantages consentis à Olympic Airways constituent de nouvelles aides d'Etat, notamment le non paiement de dettes fiscales en 2003; la mise à disposition d'une avance par l'Etat grec pour financer la restructuration et le privatisation de la compagnie et le non paiement de taxe de modernisation des aéroports (Spatosimo) perçue auprès des passagers. En outre, la Commission entend vérifier les conditions dans lesquelles l'Etat grec a constitué à la fin de 2003 une nouvelle compagnie baptisée Olympic Airlines, qui a repris les activités aériennes d'Olympic Airways. La Commission part du principe que toutes les compagnies qui appartenaient au groupe ne sont qu'une même entreprise du point de vue des règles communautaires « aides d'Etat ». En effet, tous les actifs d'Olympic Airways (avions, personnel), ainsi qu'à l'avenir les divisions « maintenance » et « assistance en escale » ont été ou seront transférés vers la nouvelle compagnie. Elle a également récupéré les créneaux horaires, les droits de trafic et les obligations de service public qui dépendaient d'Olympic Airways. Dans ces conditions, la Commission s'interroge sur la légalité des avantages dont peut profiter Olympic Airlines, en tant qu'héritière d'Olympic Airways, et émet des doutes sur la procédure utilisée qui ne lui permet pas d'évaluer si l'acquéreur potentiel paiera « un juste prix ». Enfin, en termes de mesures utiles, la Commission demande l'abrogation formelle avant le 31 décembre 2004 de plusieurs articles de la loi 96/1975, créant un régime dérogatoire applicable à Olympic Airways qui, à ses yeux, fausse ou menace de fausser la concurrence à l'intérieur du marché commun. |
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CAMBIO AL VERTICE DELLA REGIONE FRANCIA, ITALIA E MALTA |
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Milano, 18 marzo 2004 - British Airways ha annunciato ieri che Paola Magnani, General Manager per Francia, Italia e Malta, ha deciso di lasciare la compagnia. Nel corso dei 15 anni trascorsi in British Airways ha occupato posizioni di alto profilo e porta con sé un grande patrimonio di esperienza. Dale Moss, Director of World Sales, ha commentato: "Paola Magnani ha dato un significativo contributo all’azienda. Nei sette anni come Business e Sales Manager, Paola ha dimostrato la sua abilità nel guidare i team al successo. Il suo ruolo di Direttore Generale per l’Italia e Malta esteso poi anche alla Francia, l’ha portata ad assumere la responsabilità di 19 aeroporti e 700 voli settimanali. Ringrazio Paola personalmente e a nome della compagnia e mi faccio portavoce di tutto lo staff per augurarle il meglio per il futuro." Dale Moss ha annunciato che le responsabilità di Paola Magnani saranno assunte da Yanik Hoyles che, con Belgio e Lussemburgo, guiderà cinque paesi. Yanik ha una lunga esperienza in British Airways e, nell’ultimo periodo, ha ricoperto la posizione di General Manager Eastern Europe e Eastern Mediterranean. |
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TIRRENIA: LA COMMISSIONE EUROPEA AUTORIZZA I COLLEGAMENTI MARITTIMI CHE ASSOLVONO OBBLIGHI DI SERVIZIO PUBBLICO |
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Bruxelles, 18 marzo 2004 - La Commissione europea ha autorizzato il 16 marzo il regime di aiuti concesso dall'Italia alle società marittime del Gruppo Tirrenia (Adriatica, Siremar, Saremar, Toremar e Caremar) in applicazione delle convenzioni di servizio pubblico. Tali aiuti, che rimarranno in vigore fino al 2008, sono intesi a garantire i collegamenti tra l'Italia continentale e le sue isole maggiori e minori e, di conseguenza, ad assicurare la mobilità delle popolazioni locali. Inoltre, la Commissione ha dichiarato che le somme versate a titolo di compensazione per alcuni collegamenti marittimi internazionali non sono compatibili con il diritto comunitario, perché non sussiste in tal caso un'effettiva esigenza di servizio pubblico. La Commissione ritiene che, nel caso di specie, le sovvenzioni corrisposte alle compagnie del Gruppo Tirrenia siano aiuti compatibili con il diritto comunitario(1). Tuttavia, in futuro tutte le attività di servizio pubblico imposte dall'Italia alle società del Gruppo Tirrenia dovranno formare oggetto di contabilità separata per ciascuna linea interessata. La Commissione ha ritenuto che le sovvenzioni annue versate alle cinque compagnie marittime del Gruppo Tirrenia attive nel mercato del cabotaggio marittimo per il trasporto di merci e passeggeri in Italia e su alcune tratte internazionali (Adriatica, Caremar, Saremar, Siremar e Toremar), destinate a coprire il disavanzo di esercizio conseguente alla prestazione di servizi pubblici, costituiscano un vantaggio per dette compagnie rispetto alle imprese concorrenti che offrono o potrebbero offrire servizi comparabili nel mercato rilevante(2). Nondimeno, ai sensi dell'articolo 86, paragrafo 2 del trattato Ce e degli orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato ai trasporti marittimi(3), la Commissione ritiene che il versamento della sovvenzione a favore delle compagnie del Gruppo Tirrenia costituisca la contropartita dell'imposizione degli obblighi di servizio pubblico. Dette società devono garantire un livello sufficiente di servizi regolari di trasporto marittimo di passeggeri e merci da e verso le isole minori italiane, in modo da soddisfare le esigenze di mobilità delle popolazioni locali e di sviluppo economico e sociale di queste regioni insulari. La Commissione ha dichiarato compatibili con il diritto comunitario gli aiuti versati a Saremar per assicurare il collegamento tra la Corsica e la Sardegna in considerazione dell'interesse locale e delle modeste potenzialità di sviluppo. Tuttavia, gli aiuti erogati alla società Adriatica per assicurare il collegamento tra l'Italia e la Grecia nel periodo gennaio 1992 - luglio 1994 sono incompatibili con il mercato comune e devono essere recuperati. |
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CERTIFICATI VERDI: PRONTE LE “ISTRUZIONI OPERATIVE” PER L’AUTOCERTIFICAZIONE DELLA PRODUZIONE E IMPORTAZIONE DI ENERGIA ELETTRICA NELL’ANNO 2003 |
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Roma, 18 marzo 2004 – Pubblicate sul sito del Gestore della rete, www.Grtn.it le “istruzioni operative” per l’autocertificazione dell’importazione e della produzione di energia elettrica da fonti non rinnovabili, nell’anno 2003, che le imprese interessate dovranno inviare al Grtn entro il 31 marzo 2004. Utilizzando i codici di abilitazione ricevuti, le imprese potranno compilare i moduli predisposti in formato elettronico, inserendo tutti i dati necessari. Entro il termine previsto del 31 marzo 2004, le imprese dovranno inoltrare, per posta, al Gestore della rete i dati di sintesi riportati nell’autocertificazione, completi della documentazione a supporto delle eventuali esenzioni previste dalla normativa vigente. La procedura di autocertificazione della produzione e importazione di energia elettrica da fonti non rinnovabili nasce a seguito di quanto previsto dal Decreto del Ministro dell’Industria, del novembre 1999, che impone, alle imprese che producono o importano energia da fonti tradizionali, l’obbligo di acquistare, entro 12 mesi, certificati verdi pari a un 2% di energia prodotta da fonte rinnovabile. I certificati verdi, equivalenti ciascuno a 100.000 kWh, rappresentano il nuovo strumento di incentivazione alla produzione di energia “pulita”, e potranno essere acquistati direttamente dai produttori privati di energia da fonte rinnovabile o sul mercato dei certificati verdi organizzato dal Gestore del mercato elettrico. |
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