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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Marzo 2004
Web e diritto per le nuove tecnologie
PRIVACY: AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO PROGRAMMATICO SULLA SICUREZZA NEL 2004  
 

A seguito dell’entrata in vigore del codice della privacy, approvato con Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, ricordiamo le seguenti scadenze relative al documento programmatico per l'anno in corso, che racchiude le scelte e le misure adottate in materia di sicurezza dei dati quando procede al trattamento dei dati avvalendosi di strumenti elettronici. Lo stesso Garante ha chiarito che il documento programmatico rappresenta misura di sicurezza minima solo ed esclusivamente per il trattamento di dati sensibili o giudiziari effettuato con strumenti elettronici. Pertanto non è tenuto a redigere tale documento chi procede al trattamento, cartaceo o anche informatico, di altri dati personali. Entro il 31 marzo 2004, pertanto, deve provvedervi chi tratta dati sensibili o giudiziari con elaboratori accessibili mediante una rete di telecomunicazione disponibile al pubblico, se già tenuto all’adozione del documento programmatico in base alla normativa precedente.  Il documento programmatico deve essere redatto seguendo le norme del Codice in materia di protezione dei dati personali e del disciplinare tecnico e deve contenere informazioni idonee circa tutte le misure di sicurezza già prescritte nel Dpr n. 318/99. Nel documento occorre descrivere gli interventi che si intende effettuare nel corso del 2004 per adeguarsi alle nuove misure minime di sicurezza. Se, in caso di difficoltà tecniche oggettive, si beneficia della proroga del termine per l'attuazione delle nuove misure minime si dovrà menzionare tale circostanza, descrivendo un piano per l'attuazione delle misure di sicurezza entro il 1 gennaio 2005. Entro il 30 giugno 2004, invece, debbono provvedervi coloro che trattano dati sensibili o giudiziari con elaboratore "stand alone".  Anche questo documento programmatico deve essere redatto seguendo le norme del Codice e del disciplinare tecnico e deve contenere informazioni idonee circa tutte le misure di sicurezza prescritte dal Codice. Se, in caso di difficoltà tecniche oggettive, si beneficia della proroga del termine per l'attuazione delle nuove misure minime si dovrà menzionare tale circostanza, descrivendo un piano per l'attuazione delle misure di sicurezza entro il 1 gennaio 2005.

 
   
   
IMPRESA SOCIALE: SÌ DI UNIONCAMERE ALLA NUOVA DISCIPLINA  
 

Prosegue il dibattito parlamentare sul disegno di legge di delega al Governo per la disciplina dell’impresa sociale. L’Unioncamere, nel corso dell’audizione tenutasi dinanzi alla Commissione Giustizia del Senato, ha affermato, tramite Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere, che "il fenomeno dell’impresa sociale necessita di una definizione e di una disciplina organica. Le Camere di commercio, che da tempo hanno avviato una riflessione ed un impegno in questo ambito, ritengono che lo sviluppo del non profit possa contribuire in maniera determinante anche a rendere compatibile crescita economica ed esigenze di coesione sociale". Tripoli ha valutato positivamente alcuni contenuti specifici del disegno di legge, tra cui, in particolare, l’esplicita previsione degli organi di controllo interno, fatto che, sino ad ora, pur essendo molto diffuso nella prassi, non era mai stato codificato, e la previsione dell’iscrizione delle imprese sociali nel Registro delle imprese tenuto dalle Camere di commercio.  "Questa norma – ha chiarito Tripoli - implica una serie di opportunità: permette la conoscenza immediata ed effettiva, su tutto il territorio nazionale, delle imprese che operano in Italia; introduce trasparenza, garanzia e affidabilità delle informazioni per il mondo economico e degli affari."

 
   
   
BILANCIO SOCIALE: LA SUA EVOLUZIONE NEL TEMPO  
 

La pubblicazione della notizia relativa al bilancio sociale della Fondazione Fiera Milano avvenuta in questa rubrica il 1° marzo 2004, e la pubblicazione, in questa rubrica il 15 marzo 2004, della definizione di "bilancio sociale", ha sollecitato un altro lettore a chiederci un po’ di storia in merito. In Germania, nel 1938, AEG pubblica il primo bilancio sociale, che, lo ricordiamo, è il documento annuale, redatto, volontariamente, da un’impresa (un’organizzazione o un ente), in aggiunta al normale bilancio, previsto dal codice civile e dalla legislazione vigente, per comunicare i tratti fondamentali della sua identità, la strategia realizzata e le relative linee di sviluppo. In Inghilterra, nel corso del 1973, vengono avviati i primi studi sulla responsabilità sociale dell’impresa. In Francia, nel 1977, viene promulgata la legge sul bilancio sociale. Nel 1990, in Italia, enti pubblici e cooperative pubblicano i primi bilanci sociali Nel 2000 – 2002, in Europa, viene pubblicato il Libro Verde sulla Responsabilità Sociale Nel 2001 circa 250 aziende pubblicano il bilancio sociale nel nostro Paese, mentre, per il 2003, siamo in attesa di vedere pubblicati circa 800 bilanci sociali.

 
   
   
SABAF: DAI PRIMATI MONDIALI DELLA COTTURA MADE IN ITALY AL BILANCIO SOCIALE COME IMPEGNO GLOBALE  
 

Proseguiamo nella nostra presentazione delle aziende che hanno predisposto bilanci sociali. In questa occasione segnaliamo quello della Sabaf Spa, fondata nel 1950 a Lumezzane (Bs), quotata in Borsa dal 1998 e diventata il primo produttore europeo di bruciatori e componenti strategici per gli apparecchi della cottura e uno dei primi tre a livello mondiale. I suoi prodotti (rubinetti, termostati, bruciatori, cerniere forno ed accessori) sono scelti non solo per le innovazioni funzionali ed estetiche ma anche e soprattutto perché rispondono alle più severe normative tecniche per la sicurezza e perché garantiscono i migliori risultati di cottura, la massima sicurezza d’uso e la più bassa emissione di gas combusti. I suoi prodotti sono impiegati per la realizzazione dei migliori apparecchi per la cottura (cucine, forni e piani) dei più importanti fabbricanti di elettrodomestici in Europa, Usa, America latina ed Asia.  Sabaf Spa rappresenta un esempio di come si possano coniugare brillanti quotazioni in Borsa e profitti con un grande rispetto per l’uomo, l’ambiente c la qualità della vita e del lavoro. Dietro i positivi parametri industriali e finanziari ci sono anche precise scelte di ordine etico da parte del fondatore, Giuseppe Saleri, e del management aziendale, guidato dall’Amministratore Delegato Angelo Bettinzoli, a partire da un profondo radicamento sul territorio per arrivare sino alla ricerca e all’adozione di sistemi e metodi di produzione sempre più rispettosi di chi lavora in azienda, di chi userà i suoi prodotti e dell’ambiente.  Queste scelte sono state certificate secondo tecniche scientifiche di valutazione e sono confluite in un bilancio sociale. La Sabaf mantiene da più di dieci anni elevati ritmi di crescita. Le performances dell’azienda hanno permesso di chiudere il 2003 con ricavi a 110 milioni di euro, in miglioramento di +6,6% rispetto al 2002. L’originalità del suo modello di crescita (automazione "proprietaria", verticalizzazione integrale compreso lo sviluppo dei beni strumentali di fabbricazione, assemblaggio e controllo e minimo ricorso all’outsourcing) rappresenta, tra l’altro, una case history frequentemente studiata nelle Università e dai competitors internazionali. Anche le vendite estere confermano la qualità del modello: sono dirette verso 40 mercati in tutti i continenti e rappresentano circa il 50% del fatturato, ma salgono al 75% se si considera che oltre la metà degli elettrodomestici prodotti da clienti italiani vengono poi esportati. Il Gruppo ha acquisito di recente il controllo totale di uno dei maggiori produttori mondiali di cerniere per le porte dei forni e delle lavastoviglie, la italiana Faringosi Hinges e nei primi giorni di febbraio ha firmato un accordo con la turca Arcelik, fra i principali produttori europei di elettrodomestici, per la fornitura di bruciatori, rubinetti e termostati per un valore complessivo stimabile fra i i6 ed i 20 milioni di euro tra il 2004 ed il 2006. La Sabaf Spa, che può contare anche su una fabbrica in Brasile, nel 2002 si è trasferita a Ospitaletto (Bs) dove si trova il nuovo e avanzato stabilimento in grado di produrre oltre 50 milioni di componenti.

 
   
   
AUTOSTRADE PER L’ITALIA: PROSEGUE L’IMPEGNO ORIENTATO ALLA RESPONSABILITA’ SOCIALE, ALL’ETICA E ALLA SOSTENIBILITA’ D’IMPRESA  
 

Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Autostrade per l’Italia l’Amministratore Delegato, Vito Gamberane, hanno presentato a Roma il Report Ambientale e Sociale 2002, alla presenza del Ministro per l’Ambiente, Altero Matteoli, del Direttore Generale del Ministero per l’Ambiente, Corrado Clini, del Presidente di Legambiente, Roberto Della Seta, del Responsabile Dipartimento Lavori Pubblici Forza Italia, Maurizio Lupi, del Vice Presidente deputati DL-l’Ulivo, Renzo Lusetti, del Presidente dell’ANAS, Vincenzo Pozzi, del Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Paolo Uggè, del Responsabile del Dipartimento Infrastrutture dei Democratici di Sinistra, Fabrizio Vigni. Dal 1997, con cadenza annuale, Autostrade per l’Italia redige e pubblica il Bilancio Ambientale e Sociale, che sintetizza l’impegno del Gruppo nella strategia della sostenibilità e costituisce uno strumento di confronto con gli stakeholder. Il documento si articola in 4 sezioni ed è verificato da una terza parte indipendente.Dalla riclassificazione dei dati di bilancio risulta che, nel 2002, il 61% dei 475 milioni di euro di spese per costi esterni delle società autostradali del Gruppo, pari a 289 milioni di euro, è riconducibile a finalità sociali e ambientali. In particolare 155 milioni sono stati dedicati al miglioramento dell’ambiente (interventi strutturali sulle pavimentazioni, controlli e interventi su opere d’arte, opere in verde), 112 milioni per elevare i livelli di sicurezza su strada (assistenza, segnaletica e informazione, illuminazione e impianti, operazioni invernali), 8 milioni per aumentare la fluidità della circolazione (prevalentemente per interventi sugli impianti di esazione), 10 milioni per l’ambiente di lavoro nelle cabine di esazione, nelle stazioni e nei fabbricati, 4 milioni per la ricerca e lo sviluppo (miglioramento delle infrastrutture e innovazione). Gli investimenti riconducibili a finalità sociali sono ammontati a 195 milioni di euro (48% del totale), così distribuiti: 108 milioni per aumentare la fluidità della circolazione sulla rete (potenziamento, interventi di ampliamento e per lo sviluppo dell’automazione), 65 milioni per migliorare la sicurezza (barriere di sicurezza, infrastrutture per la segnaletica e l’informazione, gallerie, stazioni), 13 milioni per l’ambiente (sorveglianza, adeguamento opere d’arte, regolazione idraulica, barriere antirumore e inserimenti paesaggistici), 9 milioni per la sicurezza dell’ambiente di lavoro (adeguamento delle strutture agli standard stabiliti, interventi sugli impianti e sulle strutture di stazione).

 
   
   
AUTOSTRADE PER L’ITALIA: CARTA DEGLI IMPEGNI PER L’AMBIENTE E COMITATO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE  
 

Il Report si inserisce e si integra nell’ampio processo di trasparenza e di etica aziendale del Gruppo Autostrade, le cui tappe principali sono state le certificazioni di qualità, la Carta dei Servizi, il Quality Report, il Codice di Autodisciplina per la Corporate Governance, il Codice Etico. Tale processo si evolve in maniera concreta e innovativa. Nello scorso mese di dicembre, il Consiglio di Amministrazione di Autostrade per l’Italia ha approvato la Carta degli Impegni per l’Ambiente e la costituzione del Comitato per lo Sviluppo Sostenibile. La Carta degli Impegni è stata inviata al Ministero per le Infrastrutture e dei Trasporti, al Ministero per l’Ambiente, all’ANAS e alla Commissione Europea. Il Commissario Europeo per l’Ambiente, Margot Wallstrom, ha assicurato il proprio appoggio alle attività del Gruppo, giudicando le nuove scelte di Autostrade una forma di "good practice". Il Comitato per lo Sviluppo Sostenibile, che avrà il compito di verificare il rispetto degli impegni assunti con la Carta degli Impegni per l’Ambiente, è composto dalle strutture aziendali più direttamente coinvolte. A presiederlo è stato invitato, per la sua esperienza e autorevolezza, Corrado Clini, Direttore Generale del Ministero per l’Ambiente.

 
   
   
AUTOSTRADE PER L’ITALIA: OSSERVATORI AMBIENTALI  
 

Un elemento innovativo dell’impegno di Autostrade è rappresentato dall’introduzione degli Osservatori Ambientali, organismi creati per verificare la corretta realizzazione delle opere di mitigazione degli impatti ambientali e l’efficacia dei sistemi di protezione.  Dall’esame degli investimenti relativi ad alcune grande opere è emerso che il 27,3% dell’investimento complessivo è rappresentato da interventi di protezione e valorizzazione ambientale di "carattere volontario", cioè al di là degli obblighi imposti dalla normativa vigente. La messa a punto di soluzioni volte alla riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico generato in autostrada è una delle priorità delle attività di ricerca e sviluppo di Autostrade nell’ambito dell’ingegneria civile. Tra gli interventi realizzati, ci sono le barriere di protezione acustica e le pavimentazioni drenanti fonoassorbenti. La sicurezza è una delle componenti a maggior rilevanza sociale e costituisce un impegno prioritario per Autostrade. Le azioni poste in atto nel 2002 per aumentare i livelli di sicurezza sulla rete comprendono la manutenzione delle pavimentazioni e la messa in opera di pavimentazioni drenanti, di nuove barriere spartitraffico, la chiusura con impianti amovibili di 268 varchi in spartitraffico tra le carreggiate, l’installazione di 75 km di reti protettive sui ponti e viadotti con carreggiata separata. Sulla rete del Gruppo Autostrade il tasso di incidentalità globale si è ridotto del 3,4% fra il 1999 e il 2002.

 
   
   
DISPENSA DAGLI OBBLIGHI DI LEVA PER RAGIONI LAVORATIVE  
 

Il Decreto ministeriale 30 dicembre 2003 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 41 del 19 febbraio 2004, ha rideterminato le condizioni per la concessione della dispensa dagli obblighi di leva, così come previsto dal Decreto legislativo 30 dicembre 1997, n. 504. Il provvedimento ministeriale prevede che per poter beneficiare della dispensa degli obblighi di leva l’interessato debba essere destinatario di una proposta di assunzione con contratto a tempo indeterminato a tempo pieno, oppure essere destinatario di una proposta di assunzione con contratto a tempo indeterminato a tempo pieno di cui all’art. 20 del D. lgs. n. 276/03, stipulato fra il somministratore e il lavoratore;  essere destinatario di una proposta di assunzione con contratto di inserimento di cui all’art. 54 del D. lgs. n. 276/03, che preveda, alla data della presentazione della domanda, l’espletamento di almeno dodici mesi di attività lavorativa; essere già titolare di un rapporto di lavoro con contratto a tempo determinato e a tempo pieno che preveda, alla data di presentazione della domanda, l’espletamento di almeno dodici mesi di attività lavorativa consistenti in attività di formazione e lavoro, oppure con le tipologie di apprendistato previste dal D. lgs. n. 276/03. Nei primi tre casi sopra elencati l’assunzione deve avvenire entro il termine perentorio di 90 giorni dalla data di presentazione della domanda, e comunque non oltre quindici giorni dalla data di notifica del provvedimento di dispensa. E’ inoltre previsto che il provvedimento di dispensa perda effetto qualora l’arruolato non presenti la certificazione comprovante la vigenza del contratto di lavoro in corso entro il termine perentorio compreso tra il 210° ed il 270° giorno dall’inizio del rapporto di lavoro che ha dato luogo alla dispensa. E’ infine stabilito che le domande di dispensa presentate in base ai requisiti dal decreto in esame, se reiterate per lo stesso titolo, non comportano la sospensione dall’avviamento alle armi.