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Notiziario Marketpress di Lunedì 29 Marzo 2004
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CONCLUSIONI DELLA PRESIDENZA CONSIGLIO EUROPEO DI BRUXELLES 25/26 MARZO 2004  
 
Bruxelles, 29 marzo 2004 - Il Consiglio europeo ha tenuto a Bruxelles il 25 e 26 marzo 2004 la riunione annuale sulla strategia di Lisbona e sulla situazione economica, sociale e ambientale dell'Unione. Ha inoltre ricevuto una relazione della presidenza sulla Conferenza intergovernativa, ha adottato una dichiarazione sulla lotta al terrorismo e affrontato una serie di questioni scaturite dagli sviluppi sulla scena internazionale. La riunione è stata preceduta da una relazione del presidente del Parlamento europeo, signor Pat Cox, cui ha fatto seguito uno scambio di vedute riguardanti i principali punti all'ordine del giorno. Conferenza Intergovernativa - Il Consiglio europeo si è compiaciuto della relazione della presidenza sulla Conferenza intergovernativa e della valutazione delle prospettive di avanzamento. Ha riaffermato l'impegno a raggiungere un accordo sul trattato costituzionale quale strumento per consentire all'Unione di rispondere meglio alle richieste dei suoi cittadini e di assumere un ruolo più incisivo nel mondo. Ha convenuto dell'importanza di mantenere lo slancio impresso dalla Convenzione e dai lavori finora svolti dalla Conferenza intergovernativa. Sulla base delle raccomandazioni della presidenza, il Consiglio europeo ha chiesto alla presidenza di proseguire le consultazioni e, non appena lo riterrà opportuno, di provvedere alla ripresa dei negoziati ufficiali in seno alla Cig. Ha stabilito che si debba raggiungere un accordo sul trattato costituzionale non più tardi del Consiglio europeo di giugno. Ii. Terrorismo - Il Consiglio europeo esprime il suo cordoglio e si dichiara solidale con le vittime degli attentati terroristici di Madrid, le loro famiglie e il popolo spagnolo. Esso ha adottato la dichiarazione sulla lotta al terrorismo. Iii. Strategia Di Lisbona: Priorità - Raccogliere La Sfida Di Lisbona - Per rispondere alle aspettative della popolazione europea di un miglioramento del tenore e della qualità della vita, presupposti indispensabili sono una forte crescita economica e la creazione di occupazione, insieme a un elevato grado di coesione sociale e di protezione ambientale. Nel marzo 2000 l'Unione si è prefissa obiettivi ambiziosi. Quattro anni dopo, il quadro si presenta eterogeneo. Sono stati compiuti notevoli progressi e il Consiglio europeo ribadisce che il processo e gli obiettivi restano validi. Occorre, tuttavia, imprimere una forte accelerazione al ritmo delle riforme se si vogliono conseguire gli obiettivi del 2010. Il Consiglio europeo è determinato a dar prova della volontà politica di realizzare quest'obiettivo. Il messaggio del presente Consiglio europeo esprime determinazione e fiducia. Le sfide future appaiono formidabili, ma l'Europa possiede la volontà e la capacità di realizzare il proprio potenziale economico. L'allargamento stimolerà l'economia europea con la creazione di nuove opportunità per tutti e la promozione della convergenza degli Stati aderenti. Il processo di Lisbona beneficerà dell'esperienza e del contributo dei nostri nuovi membri. Mantenere gli impegni - L'agenda di Lisbona si basa su un approccio coerente tra le azioni dell'Unione e quelle degli Stati membri e anche tra i diversi settori politici - economico, sociale e ambientale. Le singole misure devono rafforzarsi reciprocamente e le riforme devono riguardare tutti i settori. Il Consiglio europeo ha preso atto con soddisfazione dei messaggi chiave provenienti da tutte le pertinenti formazioni del Consiglio e nelle sue discussioni ha tenuto pienamente conto della relazione di sintesi della Commissione europea. Esso esaminerà attentamente e costantemente le azioni particolareggiate che vengono adottate per far sì che l'attuazione proceda in tutti i settori. Il Consiglio europeo conviene che la questione critica è ora rappresentata dalla necessità di una migliore attuazione degli impegni già assunti. Affinché il processo sia credibile occorre accelerare il ritmo delle riforme a livello di Stati membri. È necessario prevedere una maggiore sorveglianza dei risultati nazionali, nonché uno scambio di informazioni sulle migliori pratiche. Occorre tradurre più rapidamente in misure concrete gli accordi e le politiche convenuti a livello di Ue. Il Consiglio europeo sottolinea la necessità di impegnarsi per risolvere i deficit di livello inaccettabile del recepimento delle misure convenute nel diritto nazionale e di completare il programma legislativo derivante dall'agenda di Lisbona. Occorre dare la priorità alle tematiche più importanti che generano maggiore crescita ed occupazione. Pertanto il Consiglio europeo di primavera si incentrerà quest'anno su due tematiche: crescita sostenibile e nuovi e migliori posti di lavoro. Crescita Sostenibile - i) Politiche macroeconomiche sane - La principale sfida economica che si pone all'Unione europea è la realizzazione del suo potenziale di crescita. La ripresa economica iniziata nel secondo semestre del 2003 sta prendendo vigore. L'unione deve mettere a frutto questo dinamismo nelle sue politiche interne ed esterne. Deve cogliere l'opportunità di accelerare il suo processo di riforma interna. L'aumento dell'apertura esterna a livello globale e il miglioramento delle dinamiche relazioni economiche tra partner commerciali rafforzeranno le prospettive di crescita. Il raggiungimento o il mantenimento di sane posizioni di bilancio conformi al patto di stabilità e crescita e la stabilità dei prezzi rappresentano i due fattori chiave su cui basarsi. Gli Stati membri devono garantire il rispetto degli impegni da essi assunti in materia di stabilizzazione del bilancio. È essenziale garantire la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche. Il Consiglio europeo incoraggia vivamente gli Stati membri a far fronte alle implicazioni finanziarie dell'invecchiamento della popolazione riducendo il debito pubblico e potenziando le riforme in materia di occupazione, sanità e pensioni. Le riforme strutturali sono necessarie e utili: necessarie in un'economia sempre più globalizzata e utili perché concorrono in modo significativo ad incrementare la crescita e l'occupazione, influendo positivamente sulla fiducia e favorendo una migliore ripartizione delle risorse. L'azione europea a favore della crescita stabilisce una tabella di marcia per aumentare gli investimenti in capitale fisico e umano a integrazione della riforma strutturale; i principi chiave della sua attuazione sono illustrati nelle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2003. Il "programma ad avvio rapido" è un programma aperto e dinamico che comprende progetti rispondenti a criteri definiti in una serie di settori: trasporti, energia, telecomunicazioni, ricerca, innovazione e sviluppo. E' necessario un serio impegno da parte delle istituzioni dell'Ue e degli Stati membri nonché dei promotori dei progetti per garantire che questi siano intrapresi in modo sostenuto e tempestivo. Il Consiglio europeo sottolinea la necessità di un sostegno e un monitoraggio costanti dell'azione a favore della crescita e del programma ad avvio rapido ed esaminerà i progressi compiuti nella riunione di primavera del 2005. Tale esame comprenderà una valutazione dei margini per dare maggiore enfasi ai progetti di R&s nelle principali tecnologie per la crescita. Ii) Competitività e innovazione - Il Consiglio europeo sottolinea che la competitività, l'innovazione e la promozione di una cultura imprenditoriale sono condizioni determinanti per la crescita, essenziali per l'economia nel suo insieme e particolarmente importanti per le piccole e medie imprese. Considerati i progressi che altri operatori globali stanno compiendo, l'Unione deve agire con maggiore decisione se vuole mantenere la capacità di sostenere il modello sociale europeo negli anni a venire. La deindustrializzazione rimane un rischio e il Consiglio europeo attende con interesse una relazione di sostanza della Commissione, che contenga iniziative concrete volte ad accrescere la competitività dell'industria europea. Il Consiglio europeo si concentra su quattro priorità specifiche per rafforzare la competitività europea: completamento del mercato interno, miglioramento della regolamentazione, maggior dinamismo in R&s ed efficaci disposizioni istituzionali. Completamento del mercato interno - Le potenzialità del mercato interno non sono ancora pienamente realizzate. Sono necessari ulteriori sforzi per conseguire un migliore funzionamento dei mercati dei prodotti, dei servizi, dei capitali e del lavoro. L'unione deve preparare risposte tempestive alle nuove sfide: nel settore cruciale delle comunicazioni elettroniche, ad esempio, le nuove strategie dell'Ue in materia di comunicazioni mobili e a banda larga devono consentire all'Unione di essere sempre all'avanguardia. Nel settore dei servizi, che rimane estremamente frammentato, occorre maggiore concorrenza per migliorare l'efficienza, aumentare la produzione e l'occupazione e assicurare vantaggi per i consumatori. Il progetto di direttiva sui servizi deve essere trattato in via prioritaria nel rispetto del calendario previsto. Un efficiente mercato unico per i servizi finanziari fornirà capitali maggiori ad un costo inferiore, compresi i capitali di rischio di cui vi è grande necessità. Il Consiglio europeo invita a mettere a punto i restanti elementi del piano d'azione sui servizi finanziari le direttive proposte in materia di servizi di investimento e trasparenza prima del termine dell'attuale legislatura parlamentare. Sottolinea inoltre l'importanza di rafforzare il governo societario. È accolto con compiacimento il recente accordo sulla direttiva relativa al rispetto dei diritti di proprietà intellettuale. Tuttavia, è atteso da tempo un accordo sul brevetto comunitario e il Consiglio europeo chiede che siano compiuti ulteriori sforzi per ultimare i lavori su tale proposta. Il Consiglio europeo sottolinea la necessità di proseguire gli sforzi per contrastare le misure fiscali dannose ed eliminare gli ostacoli al mercato interno derivanti dal sistema fiscale. Miglioramento della regolamentazione - Il miglioramento della regolamentazione sul piano sia europeo che nazionale darà impulso alla competitività e alla produttività. Il Consiglio europeo si compiace della recente iniziativa delle quattro presidenze sul miglioramento della regolamentazione e invita il Consiglio a portare avanti un programma di azioni per proseguire tale iniziativa nel corso del prossimo anno. Accoglie con favore l'impegno della Commissione a perfezionare ulteriormente il processo integrato per la valutazione dell'impatto, lavorando con il Consiglio e con il Parlamento europeo nell'ambito dell'accordo interistituzionale "Legiferare meglio", con particolare riguardo al potenziamento dell'aspetto della competitività, e a definire, in collaborazione con il Consiglio, un metodo per quantificare gli oneri amministrativi che gravano sulle imprese. Il Consiglio europeo invita la Commissione a tener conto del punto di vista del Consiglio in relazione ai settori prioritari e ai tempi della semplificazione. Invita inoltre gli Stati membri ad impegnarsi ad accelerare l'attuazione delle iniziative nazionali di riforma della regolamentazione. Ritornerà sulla questione del miglioramento della regolamentazione nel Consiglio europeo del novembre 2004. Centrare l'obiettivo di R&s - È necessario progredire più celermente verso la creazione di uno spazio europeo della conoscenza. È particolarmente prioritario garantire il potenziamento degli investimenti delle imprese in R&s. Rispetto ai risultati ottenuti altrove, l'esiguità relativa degli investimenti del settore privato in R&s nell'Unione è manifesta. La risposta consiste anche nel fare in modo che gli investimenti del settore pubblico in tale settore abbiano un effetto moltiplicatore sui capitali privati. Il Consiglio europeo invita gli Stati membri a migliorare le condizioni generali degli investimenti in R&s e a prendere in considerazione sostegni e incentivi mirati per incoraggiare le imprese ad investire maggiormente. L'obiettivo globale dell'Europa dev'essere la creazione di una forte capacità nel settore della scienza e della ricerca e l'accelerazione degli investimenti del settore pubblico e privato in R&s. E' necessario adottare una serie di azioni sinergiche. Sono necessarie iniziative supplementari per rafforzare le interazioni tra istituti di ricerca pubblici e industria. Un'istruzione di alta qualità fornisce un contributo essenziale alla competitività globale. Le risorse umane sono fondamentali nel settore R&s e occorre dare priorità alla formazione, ad incentivi a restare e alla mobilità dei ricercatori. Dovrebbe essere rafforzata la concorrenza nel settore della ricerca per promuovere l'eccellenza scientifica. Il principale strumento europeo nel settore della ricerca è costituito dal programma quadro europeo di ricerca e sviluppo. Tale programma dev'essere semplificato per agevolarne l'uso, in particolare alle piccole e medie imprese e alle imprese in fase di avviamento. Le priorità dovrebbero essere la promozione della cooperazione fra imprese e ricerca, l'impulso verso le tecnologie future e il sostegno della ricerca di base e della ricerca applicata. Il Consiglio europeo ritiene utile che sia accordato un sostegno maggiore alla ricerca di base di altissima qualità e sarà esaminata l'opportunità di finanziamenti specifici. Esso attende con interesse una proposta della Commissione europea che eventualmente preveda la possibilità di istituire un Consiglio della ricerca. Ribadendo il sostegno unanime all'offerta europea, il Consiglio europeo invita la Commissione a portare avanti i negoziati sul progetto Iter in vista del suo rapido avvio sul sito europeo candidato. Disposizioni istituzionali - Il Consiglio "Competitività" è stato istituito quale elemento del pacchetto di riforme concordato al Consiglio europeo di Siviglia. Esso deve ora progredire rapidamente per sostenere e orientare una risposta chiara e integrata alle sfide in materia di competitività che si presentano all'Unione. Nel comporre la nuova Commissione il prossimo presidente potrebbe esaminare le modalità per assicurare che l'agenda della competitività sia sostenuta efficacemente. Iii) La coesione sociale deve essere centrale - Un livello elevato di coesione sociale è fondamentale per l'agenda di Lisbona. Le strategie con un impatto decisivo sull'esclusione sociale e sull'eliminazione della povertà devono essere rafforzate; la protezione dei soggetti più vulnerabili costituisce un aspetto essenziale dell'approccio più ampio. L'ammodernamento dei sistemi di protezione sociale, in particolare i sistemi pensionistici e di assistenza sanitaria, e l'integrazione dell'agenda relativa all'inclusione sociale mediante l'attuazione dei piani d'azione nazionali svolgono un ruolo fondamentale. Le politiche di parità di genere sono strumenti di coesione sociale e di crescita. Iv) Crescita sostenibile sotto il profilo ambientale - Per essere sostenibile, la crescita dev'essere rispettosa dell'ambiente. La crescita dev'essere dissociata dagli impatti ambientali negativi mediante una migliore integrazione delle politiche e modelli di consumo e produzione più sostenibili. È essenziale migliorare l'efficienza energetica ed aumentare l'utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili per motivi connessi all'ambiente e alla competitività. L'obiettivo indicativo a livello di Ue in materia di efficienza energetica, sostenuto dal Consiglio, è importante per mirare gli sforzi. Occorre valutare ulteriori modalità di attuazione, efficienti in termini di costi, delle decisioni dell'Ue nel settore dei cambiamenti climatici, nonché i potenziali costi dell'inattività. Il Consiglio europeo ribadisce l'impegno dell'Ue di centrare gli obiettivi del protocollo di Kyoto; sottolineando l'importanza che l'Unione annette al processo di ratifica del protocollo e alla sua rapida entrata in vigore, esso esorta i paesi che non l'hanno ancora ratificato, tra cui la Federazione russa, a provvedervi tempestivamente. Quale contributo agli sforzi realizzati a livello mondiale, il Consiglio europeo attende con interesse di prendere in esame le strategie di riduzione delle emissioni a medio e lungo termine, inclusi i traguardi, al Consiglio di primavera del 2005. In preparazione di tale discussione, invita la Commissione a elaborare un'analisi costi-benefici che tenga conto degli aspetti connessi sia all'ambiente che alla competitività. Le tecnologie pulite sono fondamentali per sfruttare pienamente le sinergie tra le imprese e l'ambiente. Il Consiglio europeo accoglie favorevolmente il piano d'azione nel settore delle tecnologie dell'ambiente e chiede che venga attuato rapidamente. Invita la Commissione e la Bei a vagliare la possibilità di mobilitare la gamma degli strumenti finanziari per promuovere tali tecnologie. Valuterà, al Consiglio di primavera del prossimo anno, una relazione della Commissione sui progressi generali compiuti nel piano d'azione e sulle altre possibilità di cui l'Unione dispone per promuovere soluzioni a somma positiva in cui il miglioramento dell'ambiente possa contribuire a conseguire gli obiettivi economici e sociali della strategia di Lisbona. Nuovi E Migliori Posti Di Lavoro - La creazione di nuovi e migliori posti di lavoro è la questione più urgente da affrontare nel prossimo anno. L'aumento dei tassi di occupazione è essenziale per realizzare la crescita economica e, data la stretta correlazione fra disoccupazione e povertà, per favorire l'inclusione sociale. È indispensabile che l'Ue riduca l'attuale tasso di disoccupazione globale, inaccettabilmente elevato. Gli Stati membri devono rinnovare l'impegno a conseguire gli obiettivi di Lisbona in materia di occupazione; è essenziale al riguardo un'azione di follow-up per l'attuazione delle raccomandazioni della Task Force per l'occupazione presieduta dal signor Wim Kok. Si esprime soddisfazione per il fatto che i messaggi della Task Force siano stati integrati nella relazione comune sull'occupazione. Il Consiglio europeo sottolinea la necessità di un'azione risoluta da parte degli Stati membri secondo quanto proposto dalla Task Force, nel quadro degli indirizzi di massima per le politiche economiche e della strategia europea per l'occupazione. Nell'ambito di una strategia globale per l'occupazione, gli Stati membri dovrebbero prestare urgentemente attenzione a quattro sfide strutturali specifiche, ossia adattabilità, attrazione di un maggior numero di persone sul mercato del lavoro, miglioramento qualitativo dell'occupazione e investimento nel capitale umano. L'adattabilità richiede che siano ridotti, se del caso, i costi del lavoro non salariali, che le retribuzioni rispecchino meglio la produttività e che siano promosse forme di lavoro flessibili, tenendo conto nel contempo della sicurezza dei lavoratori. Attrarre e mantenere un maggior numero di persone sul mercato del lavoro significa assicurare che l'interazione fra contributi e prestazioni sia tale che il lavoro comporti chiari vantaggi finanziari. Significa anche sviluppare strategie specifiche per accrescere il tasso di occupazione delle donne e dei lavoratori anziani. Un approccio basato sull'integrazione di genere contribuirà al raggiungimento degli obiettivi generali di Lisbona; per incoraggiare un maggior numero di donne ad entrare nel mercato del lavoro sono necessarie misure volte a risolvere le disparità di genere in materia retributiva nonché a creare un maggior numero di luoghi di lavoro compatibili con le esigenze della famiglia. Il mantenimento in attività dei lavoratori anziani richiede adeguati incentivi giuridici e finanziari. Maggiori e più efficaci investimenti nel capitale umano sono essenziali per la crescita e la produttività nonché per la promozione dell'integrazione e inclusione sociale. Se l'Ue vorrà diventare la prima economia basata sulla conoscenza del mondo, l'istruzione e la formazione svolgeranno un ruolo vitale. Il Consiglio europeo sottolinea la necessità di effettuare riforme e investimenti nei settori chiave della società della conoscenza. Riconosce altresì che l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita incide positivamente sulla produttività e sull'offerta di manodopera; sostiene l'adozione di un programma integrato dell'Ue nel 2005 e la realizzazione di strategie nazionali in tutti gli Stati membri entro il 2006. La sfida ora è sviluppare quanto realizzato. Occorrerà compiere nel prossimo anno progressi concreti verso nuovi e migliori posti di lavoro. Nella riunione della primavera 2005 il Consiglio europeo esaminerà i progressi compiuti nel corso dell'anno; intende prestare particolare attenzione alla misura in cui le azioni nazionali avranno portato avanti gli obiettivi di Lisbona in materia di occupazione. Il Consiglio europeo invita il Consiglio e la Commissione ad elaborare congiuntamente - sulla scorta della relazione comune sull'occupazione - una breve relazione di sintesi appositamente destinata a tale discussione. La relazione dovrebbe incentrarsi in particolare sui progressi compiuti nel rafforzamento delle raccomandazioni specifiche per paese nel quadro degli indirizzi di massima per le politiche economiche e della strategia europea per l'occupazione. Promozione della libera circolazione dei lavoratori - Un mercato del lavoro unico, che promuova la libera circolazione dei lavoratori, è al centro dello sviluppo dell'Unione. Il Consiglio europeo sollecita pertanto ulteriori progressi in vari settori che consentiranno una maggiore mobilità. La tessera di assicurazione sanitaria europea diventerà operativa nel giugno 2004. Due misure che agevoleranno il riconoscimento delle qualifiche in tutta l'Unione, vale a dire la direttiva relativa al riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali e l'Europass, dovrebbero essere oggetto di accordo politico entro giugno 2004. La riforma del regolamento n.1408/71, che semplifica e attualizza le disposizioni che tutelano i diritti in materia di sicurezza sociale dei lavoratori che si spostano all'interno dell'Unione, rappresenta un passo importante che dovrebbe essere compiuto nel corso dell'attuale legislatura del Parlamento europeo. Creazione Di Partenariati Per Le Riforme - Il sostegno e la promozione del cambiamento devono andare al di là dei governi. Al fine di suscitare tale sostegno, il Consiglio europeo esorta gli Stati membri a creare partenariati per le riforme che coinvolgano le parti sociali, la società civile e le autorità pubbliche, conformemente alle prassi e tradizioni nazionali. Siffatti partenariati nazionali per le riforme dovrebbero promuovere strategie complementari per il cambiamento affrontando l'ampia gamma di politiche - economica, sociale e ambientale - incluse nell'agenda di Lisbona. Tali strategie dovrebbero rispecchiarsi in politiche e obiettivi nazionali chiari ed essere tenute in considerazione dai governi nella preparazione dei contributi nazionali all'esame intermedio dell'agenda di Lisbona. Le parti sociali a livello dell'Ue partecipano già da vicino e in modo costruttivo al perseguimento degli obiettivi di Lisbona tramite il vertice sociale tripartito. Occorrono ora ulteriori azioni per accrescere il loro ruolo nel portare avanti l'attuazione della strategia. Il Consiglio europeo si rallegra dell'impegno delle parti sociali di intensificare la loro partecipazione mediante un rinnovato partenariato europeo per il cambiamento al fine di promuovere la crescita e dare impulso all'occupazione e alla produttività. Invita inoltre il Comitato economico e sociale europeo ad esaminare modi e mezzi per un'attuazione più efficace della strategia di Lisbona. Orizzonte 2005 - Nessuno mette in dubbio che il processo di Lisbona resti valido e rilevante. Il prossimo anno, che segna la metà del decennio, sarà il momento opportuno per un riesame approfondito dei risultati conseguiti. Il Consiglio europeo rileva che la Commissione intende stabilire una tabella di marcia per rafforzare la strategia di Lisbona e migliorarne l'attuazione. L'esame intermedio dovrebbe vagliare il modo migliore di conseguire gli obiettivi di Lisbona, segnatamente alla luce dell'allargamento. Si dovrebbe tener conto, nel corso della sua preparazione, del prossimo riesame della strategia per lo sviluppo sostenibile dell'Ue. L'esame intermedio dovrebbe comprendere una valutazione dei seguenti elementi: i progressi compiuti verso gli obiettivi settoriali convenuti nonché la gamma di indicatori strutturali e indici di riferimento utilizzati per misurare - in termini di livello e dinamismo - la performance degli Stati membri; la misurazione delle performance europee nel contesto globale; le misure necessarie nel nuovo clima economico e geopolitico per aumentare il livello di crescita e raggiungere l'obiettivo fissato nel marzo 2000; la governance e altre misure e strumenti a disposizione sia degli Stati membri sia dell'Ue per raggiungere l'obiettivo di Lisbona, compresi i motori interni ed esterni della crescita, della competitività e dell'occupazione; i meccanismi per comunicare ai consumatori, ai cittadini e ai soggetti principali gli obiettivi della strategia di Lisbona e le migliori prassi degli Stati membri; i modi possibili per migliorare il metodo. Il Consiglio europeo invita la Commissione a istituire un gruppo ad alto livello, guidato dal signor Wim Kok, incaricato di effettuare un esame indipendente per contribuire a quest'esercizio. Tale gruppo dovrebbe individuare, nella sua relazione, le misure che concorrono a comporre una strategia coerente che consentirà alle nostre economie di raggiungere gli obiettivi e i traguardi di Lisbona. Il gruppo dovrebbe essere composto di un numero limitato di persone altamente qualificate in grado di rispecchiare le opinioni di tutte le parti interessate. La sua relazione, che sarà resa pubblica, dovrebbe essere presentata alla Commissione entro il 1° novembre 2004. Dopo la presentazione della relazione, la Commissione e gli Stati membri collaboreranno per esaminarne il contenuto e assicurare una preparazione coerente del Consiglio europeo di primavera del 2005. Iv. Cipro - Il Consiglio europeo sottolinea che continua a sostenere con forza le iniziative del Segretario Generale dell'Onu Annan dirette ad aiutare le parti a cogliere quest'opportunità storica di raggiungere una soluzione globale della questione cipriota in coerenza con le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Si compiace della volontà costante della Commissione di offrire assistenza ai fini di una soluzione rapida nel quadro dell'acquis. Accoglie parimenti con favore l'offerta della Commissione di organizzare il 15 aprile a Bruxelles una conferenza internazionale ad alto livello per preparare una conferenza dei donatori. Resta convinzione del Consiglio europeo che è possibile raggiungere una soluzione equa, praticabile e funzionale entro il 1º maggio. Il Consiglio europeo esorta tutte le parti a mantenere un impegno fermo a favore dell'esito positivo del processo negoziale con la collaborazione dei governi ellenico e turco. Il Consiglio europeo conferma nuovamente la sua netta preferenza per l'adesione all'Unione europea di una Cipro unificata e rammenta la sua disponibilità ad accettare una soluzione i cui termini siano conformi ai principi sui quali si fonda l'Unione. V. Situazione Internazionale - Processo di pace in Medio Oriente - Il Consiglio europeo ha espresso profonda preoccupazione per la situazione in Medio Oriente e l'intensificazione del conflitto israelo-palestinese, in particolare in seguito all'esecuzione extragiudiziale del leader di Hamas, lo Sceicco Ahmed Yassin. Pur avendo ripetutamente condannato le atrocità terroristiche commesse contro israeliani e riconosciuto il diritto di Israele di proteggere i propri cittadini dagli attacchi terroristici, l'Unione europea si è costantemente opposta alle esecuzioni extragiudiziali che sono contrarie al diritto internazionale. L'attuale ciclo di violenze ritorsive ha causato ampie sofferenze e perdite di vite umane, ha infiammato la situazione e sta allontanando sempre più le parti da una soluzione negoziata. Il Consiglio europeo ha espresso la propria solidarietà a coloro che, da ogni parte, subiscono gli effetti della violenza o le cui vite sono sconvolte dal conflitto. Ha invitato l'Autorità palestinese ad affrontare la questione della sicurezza e a combattere il terrorismo e ha favorevolmente accolto l'annuncio, da parte dell'Autorità palestinese, di piani per migliorare l'efficacia delle azioni palestinesi in materia di sicurezza, sottolineando la necessità della loro piena e corretta attuazione. Ha rilevato con particolare preoccupazione la grave situazione umanitaria nei territori palestinesi occupati e ha invitato il governo israeliano ad adoperarsi per alleviare le sofferenze dei palestinesi eliminando i divieti di circolazione, invertendo la sua politica di insediamento e smantellando gli insediamenti costruiti dopo il marzo 2001, nonché rinunciando alla costruzione della cosiddetta barriera di sicurezza in territorio palestinese. Il Consiglio europeo ha confermato il suo profondo convincimento che la tabella di marcia del Quartetto, approvata dalla risoluzione 1515 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, resta la base per il raggiungimento di una soluzione pacifica. Ha esortato le parti ad astenersi da ulteriori inasprimenti e ad intraprendere le azioni necessarie per avviare l'attuazione della tabella di marcia. Il più importante passo per tutte le parti è desistere da ogni ulteriore atto di violenza. Il Consiglio europeo ha rinnovato l'impegno a favore di un accordo negoziato che conduca a due Stati vitali, sovrani e indipendenti, Israele e la Palestina, in base ai confini del 1967, che vivano uno accanto all'altro in pace e sicurezza, nell'ambito di una pace globale in Medio Oriente, come stabilito nella tabella di marcia elaborata dal Quartetto. L'unione europea non riconoscerà alcuna modifica dei confini anteriori al 1967 che non sia stata concordata dalle parti. Il Consiglio europeo ha preso atto delle proposte di ritiro di Israele dalla striscia di Gaza. Tale ritiro potrebbe rappresentare un significativo passo verso l'attuazione della tabella di marcia a condizione che, conformemente alle deliberazioni del Consiglio del 23 febbraio: si realizzi nel contesto della tabella di marcia; costituisca una tappa verso una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati; non implichi un trasferimento delle attività di insediamento verso la Cisgiordania; si ponga in atto un passaggio di responsabilità, organizzato e negoziato, all'Autorità palestinese; Israele favorisca il ripristino e la ricostruzione a Gaza. L'unione europea è pronta a sostenere l'Autorità palestinese nelle responsabilità assunte relativamente all'ordine pubblico e, in particolare, per migliorare la capacità della polizia civile e la capacità in generale in materia di applicazione della legge. Il Consiglio europeo ha incaricato il rappresentante speciale dell'Ue, in collegamento con la Commissione, di esaminare le esigenze dell'Autorità palestinese in questo settore e di formulare raccomandazioni a fini di assistenza. Il Consiglio europeo ha invitato le popolazioni israeliana e palestinese a riunire la volontà politica necessaria per superare l'attuale stallo nel processo di pace. Solo attraverso la pace e la riconciliazione gli israeliani e i palestinesi realizzeranno le loro piene potenzialità. Il Consiglio europeo ribadisce la necessità di affrontare tutte le crisi della regione con un approccio globale, il solo a poter garantire la sicurezza a lungo termine della regione. A tal fine l'Ue mobiliterà tutti gli strumenti di cui dispone e svilupperà le prospettive che ipotizza per la stabilità della regione attraverso il partenariato strategico che sta cercando di istituire con il Mediterraneo e il Medio Oriente. Partenariato strategico dell'Ue con il Mediterraneo e il Medio Oriente - Il Consiglio europeo ha accolto favorevolmente la relazione provvisoria elaborata dalla presidenza, dal Segretariato del Consiglio e dalla Commissione, intitolata "Partenariato strategico dell'Ue con il Mediterraneo e il Medio Oriente". Il Consiglio europeo ha sottolineato l'importanza di intense consultazioni con i paesi interessati ed ha accolto con favore la prossima partecipazione della presidenza e dell'Alto Rappresentante al vertice della Lega araba come palese dimostrazione dell'impegno dell'Unione per lo sviluppo di questo partenariato essenziale. Il Consiglio europeo resta in attesa di ricevere una relazione definitiva in occasione della sua riunione del giugno 2004. Il Consiglio europeo rammenta la disponibilità dell'Ue a collaborare con gli Stati Uniti ed altri partner nella cooperazione con la regione. Iraq - Il Consiglio europeo ha accolto con favore i recenti sviluppi politici positivi in relazione all'Iraq. In particolare, l'Unione europea si compiace del consenso raggiunto dalle diverse Parti in Iraq con la firma, l'8 marzo, della nuova legge amministrativa di transizione ed esprime la speranza che questa promettente evoluzione consenta al processo di transizione di progredire rapidamente. Il Consiglio europeo auspica altresì che esso conduca alla reintegrazione nella comunità internazionale di un Iraq sovrano, indipendente, democratico e pacifico, di cui sia preservata l'integrità territoriale. L'unione europea ha inoltre accolto con favore la decisione del Consiglio di governo iracheno di invitare l'Onu a prestare assistenza nel trasferimento della sovranità alla fine di giugno e nelle future elezioni nazionali, nonché l'accettazione di tale invito da parte del Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. In linea con i mandati conferiti dal Consiglio di sicurezza e con l'impegno dell'Onu di venire in aiuto alla popolazione irachena, il Consiglio europeo appoggia la decisione dell'Onu di prestare assistenza nella formazione di un governo iracheno di transizione, al quale la sovranità sarà trasferita il 30 giugno 2004, nonché nei preparativi per le elezioni dirette che dovranno tenersi entro il gennaio 2005. Un ruolo forte delle Nazioni Unite è un elemento essenziale per il successo di questo processo di transizione politica. Il Consiglio europeo si compiace della dichiarazione rilasciata dal presidente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 23 marzo 2004 in quanto segno del consenso internazionale e resta in attesa che l'Onu svolga un ruolo determinante e sempre più impegnativo, avallato dal Consiglio di sicurezza, nelle fasi preliminari della transizione e oltre. L'ue prende atto che la situazione in Iraq sotto il profilo della sicurezza resta un ostacolo sostanziale alla riuscita del processo politico e di ricostruzione. Ribadisce la condanna degli attentati terroristici, causa di tante vittime. Tali attentati, che sempre più spesso hanno come obiettivo la stessa popolazione irachena, sono un tentativo spietato di perturbare il processo di ripristino della sovranità e della stabilità in Iraq. È inquietante soprattutto che i recenti attentati siano stati concepiti per fare il maggior numero possibile di vittime tra i civili, compreso durante cerimonie religiose, e per favorire la violenza settaria. È segno evidente che gli autori non tengono in conto alcuno la vita e il benessere del popolo iracheno né l'unità del paese o l'istituzione della democrazia. L'unione europea esorta tutte le parti in Iraq a fornire tutta l'assistenza possibile onde evitare che organi internazionali, il cui solo scopo nel paese è l'assistenza alla popolazione irachena, vengano presi a bersaglio. L'unione europea è determinata a prestare assistenza al popolo iracheno che entra in una nuova fase storica del paese. Il Consiglio europeo rammenta l'invito rivolto all'Alto Rappresentante e alla Commissione affinché elaborino una strategia a medio termine per le relazioni dell'Ue con l'Iraq, corredata di eventuali misure a tal fine. Afghanistan - Il Consiglio europeo ha accolto con soddisfazione la decisione della Germania di ospitare la conferenza internazionale sull'Afghanistan a Berlino il 31 marzo e 1º aprile. L'occasione segnerà un altro passo avanti nell'assicurare al popolo afghano un futuro governato dai principi di libertà, giustizia, rispetto dei diritti dell'uomo e rappresentanza politica equa. Il Consiglio europeo ha sottolineato l'importanza che annette allo svolgimento di elezioni libere e regolari in Afghanistan quest'anno. Esso ha accolto con favore l'assistenza che l'Unama e altri stanno offrendo alle autorità afghane nel preparare le elezioni e l'impegno esplicato dalla Nato, dalla Coalizione e dagli Stati membri dell'Ue per aiutare il Governo afghano a garantire le necessarie condizioni di sicurezza per lo svolgimento delle elezioni. Il Consiglio europeo ha riconfermato l'impegno a lungo termine dell'Unione a favore dello sviluppo e della ricostruzione dell'Afghanistan e ha espresso compiacimento per i nuovi impegni proposti dagli Stati membri in materia di ricostruzione e sicurezza. Serbia e Montenegro / Kosovo - L'alto Rappresentante Solana e il Commissario Patten hanno riferito al Consiglio europeo in merito alla loro visita nel Kosovo del 24 marzo 2004. Il Consiglio europeo ha condannato con forza i recenti episodi di violenza a sfondo etnico verificatisi nel Kosovo, la perdita di vite umane, i danni ai beni e la distruzione del patrimonio religioso e culturale che è appannaggio comune di tutti gli europei. Ha condannato inoltre gli attacchi contro le truppe della Kfor e contro membri del personale e locali dell'Unmik. Il Consiglio europeo esorta tutti i leader, soprattutto la dirigenza degli albanesi del Kosovo, ad assumersi la responsabilità della situazione e ad assicurarsi che né gli atti né le minacce di violenza si ripetano. I responsabili delle violenze devono essere consegnati alla giustizia. Il Consiglio europeo esorta le istituzioni provvisorie di autogoverno a dar prova del loro impegno a favore di un Kosovo multietnico. Come passo immediato esse dovrebbero destinare risorse e farsi carico della ricostruzione urgente dei beni danneggiati, tra cui i luoghi di culto, ai fini di un rientro il più possibile rapido degli sfollati interni. Il Consiglio europeo ha altresì sottolineato la necessità che i dirigenti politici del Kosovo collaborino con l'Unmik e la Kfor per garantire la sicurezza fisica e la protezione piena dei diritti dei membri di tutte le comunità kosovare. Il Consiglio europeo ha rilevato che i recenti eventi rappresentano un regresso notevole per il Kosovo e mettono a repentaglio i progressi degli ultimi anni. Esso ha ribadito il fermo sostegno dell'Unione europea al rappresentante speciale del Segretario generale dell'Onu, Holkeri, all'Unmik e alla Kfor nel loro risoluto impegno a stabilizzare la situazione e ad assicurare l'attuazione della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza, nonché il sostegno alla linea del rispetto degli standard prima dello status. In tale contesto ha ribadito l'impegno dell'Unione europea a favore di un futuro stabile per un Kosovo sicuro, democratico, prospero e multietnico. Russia - Il Consiglio europeo si congratula con il presidente Putin per la sua rielezione e auspica di lavorare con lui alla costruzione di un partenariato strategico tra l'Unione europea e la Federazione russa basato sul rispetto di valori comuni. Il Consiglio europeo ribadisce l'interesse fermo e genuino dell'Unione per una Russia aperta, stabile e democratica. A tale riguardo esso accoglie favorevolmente l'impegno preso dal presidente Putin di costruire e rafforzare un sistema pluripartitico, di sviluppare la società civile e di compiere ogni sforzo per garantire la libertà di stampa. L'imminente, storico allargamento dell'Unione europea ravvicinerà ulteriormente l'Ue e la Russia. L'ulteriore sviluppo dei quattro spazi e la cooperazione nel settore della sicurezza, in particolare contrastando le nuove minacce e risolvendo i conflitti regionali nei paesi che sono nostri comuni vicini, rafforzeranno le relazioni Ue-russia. L'accordo di partenariato e di cooperazione (Apc) rimane la pietra angolare di tale relazione. Il Consiglio europeo si aspetta che esso sia applicabile a tutti gli Stati membri, senza precondizioni né distinzioni, a decorrere dal 1º maggio 2004. L'unione europea è disposta a discutere qualsiasi preoccupazione legittima della Russia circa l'impatto dell'allargamento, ma questo dovrà rimanere nettamente distinto dalla proroga dell'Apc. Il Consiglio europeo auspica che il vertice Ue-russia del 21 maggio dia frutti concreti. Esso si rallegra inoltre della riunione inaugurale del Consiglio di partenariato permanente, che avrà luogo il 26-27 aprile 2004. Costa d'Avorio - Il Consiglio europeo esprime profondo rammarico per la recrudescenza di violenza in Costa d'Avorio. Esso fa appello al senso di responsabilità di entrambe le parti ed esorta tutti i leader a riprendere la via del dialogo e della riconciliazione. La piena attuazione degli accordi di Marcoussis è essenziale per ristabilire la pace nel paese. Vi. Varie Prospettive finanziarie - Il Consiglio europeo accoglie con favore l'avvio delle discussioni in merito alla comunicazione della Commissione sulle prospettive finanziarie 2007-2013. Invita il Consiglio a proseguire l'esame della comunicazione attualmente svolto dal Coreper ai fini della preparazione di una relazione analitica prima del Consiglio europeo del giugno 2004. Il Consiglio europeo rammenta il calendario previsto nel programma pluriennale, che indica l'obiettivo di raggiungere un accordo politico sulle nuove prospettive finanziarie al Consiglio europeo del giugno 2005. Residence Palace - Il Consiglio europeo si dichiara d'accordo con la proposta, avanzata dal governo belga, di utilizzare, previo riattamento, il blocco A dell'edificio Residence Palace per le proprie riunioni, in base al quadro generale approvato dal Consiglio riguardo alle implicazioni finanziarie, logistiche e giuridiche del progetto. Il Consiglio europeo invita il governo belga e il Segretariato generale del Consiglio a trasporre il suddetto quadro generale in un progetto operativo in linea con le sue disposizioni. Il Consiglio europeo chiede al Consiglio di sorvegliare attentamente lo sviluppo del progetto e la relativa esecuzione e, ove necessario, di adottare le decisioni appropriate per far sì che l'attuazione del progetto sia conforme al quadro convenuto.  
   
   
FIRMATO L'ACCORDO SULLO SPAZIO PER L'INNOVAZIONE NELL'EUROPA CENTRALE E SUDORIENTALE  
 
Bruxelles, 29 marzo 2004 - Rappresentanti del settore industriale, degli organismi di ricerca e delle strutture d'insegnamento superiore hanno firmato un accordo di cooperazione per la creazione di uno Spazio per l'innovazione nell'Europa centrale e sudorientale. L'accordo mira a rafforzare e rivitalizzare il potenziale d'innovazione della regione in settori mirati d'alta tecnologia. I firmatari ritengono che l'iniziativa offrirà opportunità occupazionali più numerose e migliori nella regione, aiuterà a raggiungere gli obiettivi dell'Agenda di Lisbona, agevolerà la partecipazione dei paesi in via di adesione ai progetti e attività d'innovazione regionali ed europei. Il risultato più importante dell'accordo, definito in una dichiarazione come 'non politico e partito dalla base', sarà la creazione di una rete. I partecipanti intendono sfruttare al massimo i meccanismi di sostegno offerti dalla Commissione europea per la cooperazione paneuropea, inclusi i Fondi strutturali e i programmi quadro di ricerca e sviluppo. Lo Spazio per l'innovazione nell'Europa centrale e sudorientale includerà Austria, Germania, Grecia, Italia e i dieci paesi che entreranno a maggio nell'Ue. 'Quando opportuno' verrà sollecitata la cooperazione di Bulgaria, Romania, Albania, Bosnia-herzegovina, Croazia, Macedonia e Serbia-montenegro. 'Anche la creazione di una rete con centri di eccellenza in Bielorussia, Moldavia, Russia e Ucraina potrà risultare utile', si legge nel documento che delinea le strategie dell'iniziativa. L'accresciuta cooperazione regionale creerà un più alto potenziale innovativo e accelererà la marcia verso un'economia e una società basate sulla conoscenza. 'Inoltre, la possibilità di creare prodotti con un alto contenuto di conoscenza, piuttosto che con lavoro a basso costo, attirerà maggiori investimenti esteri', afferma il documento citato.  
   
   
DALLA SOCIETÀ DELL'INFORMAZIONE ALLA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA  
 
Bruxelles, 29 marzo 2004 - La Commissione europea sta finanziando un progetto integrato che intende rivoluzionare il modo in cui l'informazione viene conservata e consultata, per creare una società della conoscenza con l'Ue al posto di guida. Nel corso dei prossimi tre anni il progetto Sekt (semantically enabled knowledge technologies) riceverà un finanziamento di 8,33 milioni di euro nell'ambito della priorità Tsi (tecnologie della società dell'informazione) del sesto programma quadro (6Pq). Al progetto, coordinato dall'inglese Bt Exact, partecipano 12 partner pubblici e privati di Germania, Slovenia, Austria, Spagna, Svizzera, Bulgaria e Paesi Bassi. Dopo il lancio di Sekt, varie relazioni hanno messo in evidenza le possibilità del progetto di migliorare le ricerche in Internet, ma il Dr John Davies, capo della ricerca sul web della prossima generazione presso la Bt Exact, ha dichiarato al Notiziario Cordis che il progetto guarda molto più lontano. 'In parte il progetto mira ad aiutare gli utilizzatori a trovare le informazioni nel web o nell'intranet aziendale, ma in buona parte si prefigge di migliorare la conoscenza condivisa, e permetterà di automatizzare la consegna della conoscenza pertinente a coloro che ne hanno bisogno', ha spiegato il Dr Davies. In sintesi il progetto si concentra sul modo in cui l'informazione elettronica viene descritta o annotata. 'Con l'attuale Internet, se indicate a un motore di ricerca il termine 'Tony Blair' potreste ricevere di ritorno un milione di pagine web con informazioni sul Primo ministro, ma la cosa non vi sarà di grande aiuto se state cercando informazioni su uno specialista in agricoltura con lo stesso nome', ha spiegato il Dr Davies. 'Con il ricorso alla tecnologia di conoscenza semantica l'utilizzatore potrebbe scegliere di ricevere solo i risultati che si occupano di agricoltura, o anche solo quelli effettivamente scritti da Tony Blair', ha continuato. Per avere il più alto impatto possibile, il progetto Sekt copre un'ampia gamma di approcci, dalla ricerca tecnologica di base allo sviluppo di strumenti software specifici, la definizione e la diffusione di standard internazionali, la scelta di casi che possano fornire un feedback pratico ai partecipanti. Buona parte della ricerca di base sarà condotta dalle università che partecipano al consorzio Sekt. Il loro lavoro si concentrerà su tre aree specifiche: ontologia e gestione dei metadati, che metterà a disposizione nuovi metodi di notazione dell'informazione per sviluppare la ricerca basata sulla conoscenza; tecnologia del linguaggio umano, che faciliterà l'estrazione automatica dei metadati pertinenti in un certo numero di lingue europee; e scoperta del linguaggio, che aiuterà a trasmettere all'utilizzatore solo le conoscenze pertinenti e svolgerà un ruolo importante nell'estrazione dei metadati. Nel frattempo i partner industriali di Sekt sfrutteranno i risultati della ricerca di base per sviluppare una gamma di strumenti software, tra cui i motori di ricerca sensibili al contesto, i sistemi di condivisione della conoscenza e gli strumenti per l'estrazione semiautomatizzata dei metadati indispensabili per integrare nel web semantico l'enorme massa di conoscenza già esistente. 'Stiamo anche pensando ad agenti software al servizio degli utenti, in grado di effettuare ricerche e presentare solo i risultati pertinenti in base ai criteri specifici', ha aggiunto il Dr Davies. Le tecnologie sviluppate col progetto verranno messe alla prova durante lo studio su grande scala di casi nel Regno unito, in Germania e in Spagna, con l'obiettivo di controllare quanto bene lavorano in pratica questi strumenti e mettere a frutto l'esperienza così ottenuta nel loro ulteriore sviluppo. Un ultimo elemento fondamentale del progetto Sekt è lo sviluppo e diffusione degli standard e dei linguaggi internazionali per il web semantico che, spiega il Dr Davies, incentiverà altri a creare altri strumenti e ne garantirà la loro totale integrazione, contribuendo in tal modo a dar vita alla società della conoscenza globale. Definire gli standard rappresenterà una delle priorità in agenda al primo simposio europeo del web semantico, che si svolgerà a Creta dal 10 al 12 maggio. Il fatto che un progetto dell'importanza del Sekt rappresenti solo una parte di un più ampio gruppo di progetti con finanziamento comunitario, conosciuti come cluster Sdk, è sintomatico dell'importanza che l'Ue attribuisce allo sviluppo del web semantico. 'Si tratta di un significativo sforzo europeo che ha alle spalle un'importante quantità di denaro pubblico e vede la partecipazione di alcuni dei principali operatori del settore', ha detto il Dr Davies. 'Stiamo cercando di fornire all'industria europea i mezzi per gestire un futuro di conoscenza. I lavoratori del settore saranno più produttivi perché la conoscenza necessaria verrà fornita loro in modo proattivo; potranno dunque dedicare più tempo alla loro attività principale e contribuire significativamente alla competitività europea', ha concluso. Infolink: http://sekt.Semanticweb.org  http://sdk.Semanticweb.org/  
   
   
ICT: STANCA, "DAL GOVERNO SFORZO SENZA PRECEDENTE PER IL SUD" OLTRE 1,5 MILIARDI DI EURO GIÀ STANZIATI PER L'INNOVAZIONE TECNOLOGICA, LA RICERCA E LA SOCIETÀ DELL'INFORMAZIONE  
 
Roma, 29 marzo 2004 - "Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, il cosiddetto Ict, possono essere uno strumento nodale per la crescita del Mezzogiorno. Per questo il Governo si è impegnato in uno sforzo senza precedenti stanziando per le aree svantaggiate e soprattutto per il Sud oltre 1,5 miliardi di euro per l'innovazione tecnologica, la ricerca e la Società dell'Informazione". A fare il punto sulle consistenti risorse già disponibili su questo fronte strategico è stato Lucio Stanca, ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, intervenendo al convegno di apertura di "Smaumenti@contatto 2004", a Napoli. Il ministro ha sottolineato che "per la prima volta abbiamo una politica specifica per lo sviluppo della Società dell'Informazione nel Sud. Una politica che il Governo ha sostenuto anche in sede europea e grazie alla Iniziativa Europea per la Crescita, promossa dalla Presidenza Italiana del Semestre, i fondi strutturali europei finanzieranno anche le infrastrutture digitali nel Sud del nostro Paese e nelle altre aree svantaggiate dell'Europa". Il ministro per l'Innovazione e le Tecnologie ha specificato che "il Cipe, il 9 maggio e il 13 novembre 2003, ha già assegnato 1.440 milioni di euro a Ricerca e Società dell'Informazione. Solo per quest'ultima sono disponibili tre rilevanti tranche di finanziamento: la prima, di 300 milioni di euro, per realizzare servizi capaci di promuovere l'utilizzo della larga banda; la seconda, di 126 milioni, per un programma di innovazione articolato su 9 diverse aree di intervento (dalla sanità alle imprese, all'e-Government); la terza, di 100 milioni, per il sostegno e la promozione dei 'territori di eccellenza', cui vanno assommati fondi regionali in misura almeno pari ad un co-finanziamento del 50%". A queste risorse devono essere addizionati i fondi per l'e-Government, che già sono stati destinati alle Regioni del Mezzogiorno, ed i fondi per la Ricerca, stanziati dal Cipe, fra cui i 300 milioni di euro della delibera del novembre per il potenziamento delle reti di ricerca (di cui 240 milioni di euro, finalizzati al rafforzamento, con attività di formazione, di laboratori pubblico-privati in molteplici ambiti tecnologici, come la diagnostica medica avanzata, i sistemi avanzati di produzione, la genomica applicata al miglioramento delle specie vegetali, la bioinformatica, lo studio della crosta terrestre per la mitigazione del rischio sismico). Inoltre sul versante del capitale umano, 20 milioni di euro sono stati concessi per il finanziamento di rilevanti progetti di alta formazione e 40 milioni per la realizzazione di iniziative volte a favorire un più efficace collegamento scuola-lavoro, nell'ambito dei corsi di istruzione e di formazione professionale anche durante il ciclo scolastico. Complessivamente, ha precisato Stanca, "la cifra che stiamo mobilitando per lo sviluppo dell'informazione tecnologica nel Sud supera abbondantemente 1 miliardo e mezzo di euro, senza contare le risorse che autonomamente le Regioni già indirizzano a tale obiettivo nell'ambito dei fondi strutturali". Dopo aver ricordato che "mancano 35 giorni all'allargamento dell'Ue, che determinerà condizioni per una maggiore competitività fra territori", il ministro ha sottolineato che "la nostra economia e quella del Mezzogiorno in particolare dipenderà sempre più da fattori 'intangibili', come la conoscenza, l'innovazione, la ricerca e le tecnologie digitali".  
   
   
MICROSOFT AFFERMA CHE L’ACCORDO PROPOSTO SAREBBE STATO PIÙ POSITIVO PER I CONSUMATORI EUROPEI L’AZIENDA RICHIEDERÀ UNA REVISIONE LEGALE DELLA DECISIONE, MA CONTINUERÀ A COLLABORARE CON LA COMMISSIONE E I GOVERNI EUROPEI SU SICUREZZA, PRIVACY E ALTRE QUESTIONI  
 
Milano, 29 marzo 2004 - Microsoft Corporation ha dichiarato il 24 maggio che la sua proposta di accordo con la Commissione Europea avrebbe offerto una maggiore possibilità di scelta ai consumatori europei e maggiori opportunità per le aziende di software, rispetto alla decisione ufficiale annunciata oggi a Bruxelles dalla Comunità Europea. “Abbiamo lavorato duramente per raggiungere un accordo in grado di dare soluzione a tutte le obiezioni sollevate dalla Commissione Europea, e che ci consentisse al tempo stesso di continuare a innovare e migliorare i nostri prodotti a beneficio dei consumatori”, ha dichiarato Steve Ballmer, Chief Executive Officer di Microsoft. “Rispettiamo l’autorità della Commissione, ma crediamo che la nostra proposta di accordo della settimana scorsa avrebbe offerto di gran lunga più scelta e vantaggi per i consumatori”. L’azienda cercherà di ottenere una revisione legale della decisione della Commissione da parte del Tribunale di primo grado in Lussemburgo, secondo quanto ha dichiarato Brad Smith, Senior Vice President e General Counsel di Microsoft. Durante i mesi di discussione e negoziazione che hanno portato alla decisione di oggi, Microsoft ha offerto un’ampia gamma di proposte tese a risolvere le obiezioni riguardanti l’interoperabilità e l’integrazione delle funzionalità di riproduzione di contenuti multimediali all’interno di Windows. L’azienda aveva proposto di dare ai propri concorrenti un accesso alla propria tecnologia mai concesso finora. Inoltre, secondo la proposta di Microsoft, ogni personal computer venduto con il sistema operativo Windows avrebbe incluso anche tre riproduttori di contenuti multimediali di aziende concorrenti, portando alla distribuzione di oltre un miliardo di riproduttori di contenuti multimediali concorrenti nei prossimi tre anni. Rispondendo alle richieste della Commissione, molte delle proposte offerte nell’accordo di Microsoft avrebbero avuto effetto a livello mondiale. “Abbiamo agito in modo responsabile, cercando di creare i migliori prodotti possibili per soddisfare le necessità dei nostri clienti”, ha dichiarato Smith. “Crediamo che la decisione della Commissione riduca la scelta dei consumatori e danneggi gli sviluppatori di software europei”. Ha aggiunto, “Vogliamo risolvere queste questioni il più rapidamente possibile e contiamo di avere la possibilità di continuare queste discussioni nelle prossime fasi del caso”. Le ricerche di mercato di Microsoft dimostrano che i consumatori richiedono dalla tecnologia sempre maggiori funzionalità e facilità di utilizzo, e che la maggioranza dei consumatori europei è convinta che Windows Media Player debba essere incluso in Windows. La decisione della Commissione annunciata oggi diminuirebbe in Europa le funzionalità di Windows e limiterebbe l’integrazione tecnologica che è nell’interesse dei consumatori”. “Durante questo processo abbiamo pienamente collaborato con la Commissione Europea e abbiamo dimostrato il nostro rispetto per il processo stesso e la sua importanza” ha dichiarato Ballmer. “Con il proseguimento dell’iter di questo caso, intendiamo rassicurare che rispetteremo e ci adegueremo completamente alle leggi europee, continuando a investire in innovazioni tecnologiche e continuando a lavorare per offrirle ai nostri clienti e ai nostri partner”. “Anche se siamo costretti a esprimere rispettosamente il nostro disaccordo sulla decisione odierna, continueremo a collaborare con i governi europei e l’industria europea per indirizzare le preoccupazioni che condividiamo, quali l’interoperabilità, la sicurezza, la privacy, lo spamming e la sicurezza dei nostri bambini online”, ha concluso Ballmer.  
   
   
LE CARTOLARIZZAZIONI DEI CREDITI DEGLI ENTI PREVIDENZIALI: UNA PRIMA ANALISI DEI RISULTATI  
 
Roma, 29 marzo 2004 - A oltre cinque anni dall’avvio del processo di cartolarizzazione dei crediti degli istituti previdenziali, il Cnel promuove un forum di approfondimento e riflessione sui risultati dell’operazione e in particolare sul rapporto tra costi e benefici e sugli effetti sui bilanci degli enti e dello Stato. I lavori saranno aperti dal presidente del Cnel, Pietro Larizza, e coordinati da Carmelo Pillitteri (presidente Commissione politiche del lavoro e sociali del Cnel). Dopo la relazione introduttiva di Giancarlo Falcucci (consigliere Cnel), interverranno, tra gli altri: Maria Teresa Armosino (sottosegretario all’Economia), Gian Paolo Sassi (presidente Inps), Vincenzo Mungari (presidente Inail), Marco Staderini (presidente Inpdap), Guido Abbadessa (presidente Consiglio indirizzo e vigilanza Inpdap), Giovanni Guerisoli (presidente Consiglio indirizzo e vigilanza Inail), Franco Lotito (presidente Consiglio indirizzo e vigilanza Inps), Giuliano Mazzeo (delegato Corte dei Conti per il controllo dell’Inps), Elio Schettino (responsabile previdenza Confindustria), Sergio Billè (presidente Confcommercio), Morena Piccinini (segretario confederale Cgil), Pier Paolo Baretta (segretario confederale Cisl), Adriano Musi (segretario generale aggiunto Uil), Renata Polverini (vicesegretario generale Ugl). Concluderà Francesco Maria Amoruso (presidente Commissione bicamerale di controllo degli enti previdenziali). Parlamentino del Cnel 30 marzo, ore 9.30  
   
   
IL VICE MINISTRO MICCICHÈ A WASHINGTON PER LE POLITICHE RURALI  
 
Roma, 29 marzo 2004 - Il Mef comunica che il Vice Ministro Gianfranco Miccichè ha partecipato a Washington alla "Conferenza internazionale sulle politiche di sviluppo nelle zone rurali" organizzata dalla Federal Reserve Bank di Kansas City e dall’Ocse. La Conferenza e’ stata aperta da due relazioni svolte da Alan Greenspan, Governatore della Fed e da Donald Johnston, Segretario Generale dell’Ocse che, seppure con diversi approcci al problema, hanno rilevato come il ricorso ai sussidi per affrontare le politiche di sviluppo, anche nelle aree rurali tende a scoraggiare nuova imprenditorialita’ e a creare distorsioni nei mercati. Miccichè, nella sua relazione, ha segnalato la crescente consapevolezza in Europa del rischio individuato da Greenspan e Johnston, ma ha indicato l’urgenza che essa si traduca in una politica più matura volta a creare, anche nelle aree rurali, servizi migliori. Ha inoltre presentato ad una vasta e qualificata rappresentanza del mondo politico e imprenditoriale internazionale l’esperienza italiana nelle politiche di sviluppo territoriale. Un’esperienza caratterizzata da un forte decentramento verso le Regioni del processo decisionale al quale, però, corrisponde un cambiamento dell’azione del Governo centrale che rafforza il suo ruolo di indirizzo attraverso la definizione delle regole e il suo ruolo di controllo attraverso il costante monitoraggio della spesa. Grande interesse ha suscitato nella platea il metodo di applicazione del nuovo meccanismo di premialità che l’Italia ha introdotto per il miglioramento delle performance di spesa.  
   
   
CONVEGNO BIENNALE DEL CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA: “LA SFIDA DELLO SVILUPPO. L’IMPEGNO DELLE IMPRESE ITALIANE CONTRO LA CULTURA DEL DECLINO”  
 
Milano, 29 marzo 2004 - Si terrà il 2 ed il 3 aprile 2004 (Fiera di Milano, padiglione Nervi – ingresso Porta Boezio) il Convegno biennale del Centro Studi di Confindustria dal titolo “La sfida dello sviluppo. L’impegno delle imprese italiane contro la cultura del declino”. Si tratta di un’occasione preziosa per mettere al centro del dibattito con i maggiori rappresentanti del Governo e del Parlamento i nodi cruciali che il sistema-Paese deve affrontare nei prossimi mesi. Fra i vari temi proposti si parlerà del modello italiano di capitalismo e si analizzerà la fase attuale che sta attraversando il sistema industriale nazionale, evidenziandone punti di forza e di debolezza al fine di approntare la più efficace strategia per un contributo ancor più significativo all’ulteriore crescita del benessere economico e del progresso civile dell’Italia. La partecipazione ai lavori costituisce l’elemento fondamentale per dare forza e visibilità alle idee e alle proposte del sistema confederale e delle sue varie articolazioni. Programma: Pomeriggio del 2 aprile: La competizione internazionale ed il futuro dell’Europa. H. 14.00 Registrazione dei partecipanti; h. 15.00 Indirizzo di saluto: Gabriele Albertini, Sindaco di Milano, Michele Perini, Presidente Assolombarda; h. 15.20 Relazione introduttiva Vittorio Mincato, Vice Presidente Confindustria; h. 15.45 Scenari a confronto: Nord-america,asia, Europa: Laura Tyson D’andrea, Preside London Business School, Fan Gang, Direttore China Reform Foundation; h. 16.45 Intervento di Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia; h. 17.15 Tavola rotonda: Il ruolo dell’Europa nel rilancio della crescita e della competitività: Giuliano Amato, Senatore, Gianfranco Fini, Vice Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, Commissario Europeo, Gian Marco Moratti, Vice Presidente Confindustria, Jurgen Strube, Presidente Unice, Marco Tronchetti Provera,vice Presidente Confindustria. Modera: Alan Friedman. Mattina del 3 aprile: La questione italiana e la crescita economica e sociale: h. 08.30 Registrazione dei partecipanti; h. 09.15 Indirizzo di saluto: Roberto Formigoni, Presidente Regione Lombardia; Mario Mazzoleni, Presidente Confindustria Lombardia. H. 09.40 Caratteristiche e potenzialità del sistema industriale: Paolo Garonna, Direttore Centro Studi Confindustria; h. 10.00 L’orgoglio di fare impresa: Nando Pagnoncelli presenta il sondaggio Ipsos; h. 10.15 Tavola rotonda:I punti di forza e di debolezza del “modello italiano” di capitalismo: Alberto Bombassei, Presidente Federmeccanica, Gian Maria Gros-pietro, Economista, Corrado Passera, Amministratore Delegato Banca Intesa, Giorgio Squinzi, Vice Presidente Confindustria, Sandro Salmoiraghi, Presidente Piccola Industria – Confindustria; h. 11.15 Tavola rotonda: Come rilanciare le politiche di sviluppo: Diana Bracco, Presidente Federchimica, Marco Follini, Segretario Udc, Roberto Maroni , Ministro del Welfare, Giuseppe Morchio, Amministratore Delegato Fiat, Francesco Rutelli, Presidente la Margherita. Modera: Guido Gentili. “La sfida dello sviluppo” h. 12.30 Gli impegni delle imprese: Antonio D’amato, Presidente di Confindustria; h. 13.00 Gli impegni del Governo: Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri.  
   
   
PARMALAT FINANZIARIA SPA: AGGIORNAMENTO SULLA SITUAZIONE  
 
Milano, 26 marzo 2004 - Parmalat Finanziaria Spa in Amministrazione Straordinaria (“Parmalat” o la “Società”) comunica che, secondo quanto anticipato il 16 marzo u.S. A seguito della riunione tra la società ed il Comitato di Sorveglianza, il 26 marzo si è tenuta una riunione tra la Società e una rappresentanza dei suoi principali creditori. Nel corso di tale riunione la Società ha fornito un aggiornamento sulla situazione e sulle linee guida del piano di ristrutturazione e del debito del Gruppo Parmalat. Il documento presentato nel corso della riunione è disponibile sul sito Internet della Società www.Parmalat.net La Società ha altresì fornito alcune indicazioni sui risultati del primo bimestre 2004:
(Milioni di Euro) I Fatturato I Margine Operativo Lordo I % Margine operativo Lordo su Fatturato
Mondo 762,6 20,9 2,7%
Europa 299,4 18,0 6,0%
Italia 228,5 14,2 6,2%
- di cui Parmalat (core) 75,3 6,9 9,2%
La situazione finanziaria delle società italiane in Amministrazione Straordinaria non presenta particolari situazioni di criticità. Ad oggi non sono stati effettuati utilizzi a valere sulla linea di credito di Euro 105 milioni recentemente definita con un pool di banche.
 
   
   
PARMALAT FINANZIARIA SPA: NON DELIBERA IN ATTESA DELL'EVOLUZIONE DI IMPORTANTI NORMATIVE  
 
 Milano, 29 marzo 2004 - Parmalat Finanziaria S.p.a. In Amministrazione Straordinaria comunica che l'Assemblea Straordinaria degli Azionisti della controllata Parma Associazione Calcio S.p.a., tenutasi il 26 marzo , ha deliberato, su richiesta del socio di maggioranza Parmalat S.p.a. In Amministrazione Straordinaria, di non adottare al momento attuale deliberazioni sugli argomenti all'ordine del giorno, demandando al Consiglio di Amministrazione di riconvocare una nuova Assemblea Straordinaria entro la data del 30 aprile 2004, avente lo stesso ordine del giorno, motivando ciò con la necessità di attendere l'evoluzione di importanti previsioni normative ivi incluse normative di settore recentemente emanate che avrebbero rilevanza sugli obblighi di ricapitalizzazione. Parmalat Finanziaria S.p.a.in Amministrazione Straordinaria  
   
   
DA OGGI PARMALAT ATTIVA UN CALL CENTER PER I CREDITORI  
 
Parma, 29 marzo 2004 - Anche se le domande debbono essere presentate nei modi ed entro i termini previsti dal Tribunale di Parma, da lunedi' sara' operativo un Call Center telefonico per fornire indicazioni ai creditori del Gruppo Parmalat inoltre ulteriori nformazioni sono reperibili anche sul sito internet: http://web.Ltt.it/tribunale/home.htm Il call center rendera' note le modalita' per il deposito delle domande d'insinuazione al passivo delle societa' del gruppo  
   
   
CRAC PARMALAT: ALTROCONSUMO INCONTRA BONDI A MILANO  
 
Milano, 29 marzo 2004 – Il 26 marzo a Milano all’hotel Hilton il commissario Enrico Bondi ha incontrato i rappresentanti dei creditori Parmalat: banche estere, italiane, rappresentanti della clientela retail, e Altroconsumo, associazione indipendente di consumatori. Bondi ha illustrato le linee guida del piano industriale che il ministro Marzano sarà chiamato a valutare e i creditori saranno chiamati a approvare, o meno, votandolo. In breve il piano prevede un dimagrimento di Parmalat tramite la concentrazione solo su alcuni paesi/marchi/attività e una trasformazione dei debiti in azioni. Altroconsumo giudica positivamente l'instaurarsi di questa procedura di consultazione dei creditori non prevista dalla legge italiana, ma solo dalla best practice internazionale. L’associazione lamenta invece la scarsità dei dati finanziari utili - quanto e forse più di quelli industriali - per trarre una decisione consapevole per l'approvazione del piano. Estremo riserbo da parte dei vertici Parmalat anche per la questione delle revocatorie nei confronti del sistema bancario: argomento scottante in quanto gli istituti erano presenti in sala. “La vicenda Parmalat resta caratterizzata dal conflitto di interesse” - dice Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo, “prima del crac e anche in questo momento. Le banche, credititrici prima del default, continuano a esserlo oggi a condizioni di grande interesse; il concordato potrà prevedere anche revocatorie nei confronti delle banche che gli stessi istituti saranno chiamati a votare. Il risparmiatore che vuole il ristoro del proprio investimento per ora di concreto ha solo le vie legali - conclude Martinello - forte della complessa offensiva legale che ha appena sferrato contro i responsabili del dissesto Parmalat, inclusa la class action negli Stati Uniti”. Altroconsum ricorda che è ancora possibile iscriversi alle cause, che l’associazione ha iniziato e inizierà, a cui hanno già aderito oltre 1000 risparmiatori. Per maggiori informazioni rivolgersi alla casella email parmalat@altroconsumo.It e al numero verde 800.194.491.  
   
   
ASSOGESTIONI: ASSEMBLEA IN PROGRAMMA UNA TAVOLA ROTONDA E LA PRESENTAZIONE DELLA RICERCA DAL TITOLO: “COSTI E BENEFICI DELLA REGOLAMENTAZIONE”.  
 
 Milano, 29 marzo 2004 - Oggi si tiene l’Assemblea Annuale di Assogestioni presso la sede di Borsa Italiana a Milano. Dopo la sessione a porte chiuse, dedicata agli adempimenti statutari, seguirà una tavola rotonda durante la quale verrà presentata una ricerca, realizzata per Assogestioni dal Professor Luigi Zingales dell’Università di Chicago, dal titolo: “Costi e Benefici della Regolamentazione”. Interverranno alla tavola rotonda il Professor Guido Ferrarini, dell’Università di Genova; il Professor Marcello Messori, dell’Università Tor Vergata di Roma; l’Onorevole Roberto Pinza, membro della Commissione Finanze della Camera dei Deputati; l’Onorevole Bruno Tabacci, Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati. L’inizio dei lavori è previsto per le ore 10.00. Informazioni e segreteria: assemblea@assogestioni.It  
   
   
PROGETTO ITALIANO S.P.A (GRUPPO 17HOLDING S.P.A.): OTTENUTO FINANZIAMENTO PER 56 MILIONI DI EURO FINALIZZATO AL PAGAMENTO DELLE ACQUISIZIONI DEI COMPENDI IMMOBILIARI DA CIT S.P.A  
 
Roma, 29 marzo 2004 –Progetto Italiano S.p.a. (controllata dalla 17 Holding S.p.a.) conferma che, con la consulenza finanziaria di Lazard, Banca Intesa e Unicredito Banca d’Impresa hanno deliberato la concessione di finanziamento per complessivi € 56 milioni che sarà erogato non appena perfezionate le garanzie già convenute. Progetto Italiano S.p.a si è impegnata nei confronti di Cit a versare entro il 30 aprile 2004 € 40 milioni a valere sui crediti vantati da Cit per la cessione delle attività acquisite lo scorso dicembre, anticipando le scadenze contrattuali previste. Inoltre Progetto Italiano S.p.a, assistito da Lazard, ha firmato a Parigi lo scorso 11 marzo un protocollo di accordo vincolante finalizzato alla cessione dell'80% di Progetto Venezia, proprietario dell’isola di Saccasessola e dell’albergo a marchio Accor-sofitel, recentemente completato, ad un primario investitore internazionale; l’accordo è stato controfirmato per gli impegni gestionali conseguenti anche dalla direzione generale di Accor S.a. E' previsto che l'operazione venga completata entro il 30 aprile 2004. Il Presidente di Progetto Italiano S.p.a., arch. Arcangelo Taddeo e l’Amministratore Delegato di 17 Holding S.p.a., dr. Gianvittorio Gandolfi (che ha una partecipazione del 37,5% in Cit S.p.a, quotata al Mercato Expandi) hanno dichiarato: “Quello di oggi è il primo passo del nuovo piano strategico di Progetto italiano S.p.a, che, con la fattiva collaborazione del top management di Lazard, punta alla dismissione di parti del patrimonio immobiliare non piu’ considerato “core”,finalizzato alla conclusione della fase di gestione dei “contratti di programma” e alla focalizzazione della gestione alberghiera tramite la controllata Vacanze Italiane S.p.a.”  
   
   
SANPAOLO IMI WM RAGGIUNGE QUOTA 1.198 MILIONI DI EURO (+33,3% RISPETTO AL 2002) E FIDEURAM SI ATTESTA A 1.108 MILIONI DI EURO (+31,3% RISPETTO AL 2002)  
 
Torino, 29 marzo 2004 – Il Consiglio di Amministrazione ha approvato oggi i risultati del Gruppo Sanpaolo Imi, che coincidono sostanzialmente con quelli contenuti nella Relazione Trimestrale del 13 febbraio scorso. Sono stati inoltre esaminati i dati del primo bimestre 2004, che confermano il buon andamento delle principali componenti operative. I risultati reddituali del bimestre appaiono allineati alle attese di budget, grazie ad una costante attenzione al controllo dei costi ed al miglioramento del margine di intermediazione. La qualità del portafoglio crediti continua a rimanere elevata. Le attività finanziarie del Gruppo sono cresciute dello 0,9% da inizio anno (aumento pari a circa 3,3 miliardi di euro). L’incremento ha riguardato in particolar modo la raccolta indiretta: il risparmio gestito è cresciuto, infatti, dello 0,7%, quello amministrato dell’1,9%. La raccolta diretta è salita dello 0,3% circa. Relativamente ai prodotti di risparmio gestito, il buon andamento dei mercati finanziari ha determinato un incremento degli stock patrimoniali. Il collocamento dei prodotti assicurativi ha mantenuto la dinamica crescente che lo ha contraddistinto negli ultimi anni. Viene così confermata la validità delle azioni intraprese nel corso del 2003, rivolte alla difesa dei margini e alla realizzazione del Piano Triennale. Per il 2004 verranno implementate le strategie già indicate nel Piano 2003-2005: il Gruppo intende, infatti, portare a termine l’estensione a tutte le reti commerciali del modello distributivo della Rete Sanpaolo, coniugando la ricerca di efficienza, conseguita grazie all’unicità della direzione strategica e commerciale, con il rafforzamento dei rapporti con la clientela, generato dal forte radicamento territoriale dei diversi marchi storici che compongono il Gruppo. Alla razionalizzazione del canale distributivo si aggiungeranno le iniziative rivolte al potenziamento del know-how, dell’innovazione di prodotto e alla razionalizzazione delle società specializzate per business di attività ed il presidio dei tradizionali punti di forza del Gruppo, quali la solidità patrimoniale e l’elevata qualità degli asset, confermate dai coefficienti di solvibilità e dagli indici di rischiosità del credito. L’esame dei principali dati del bilancio consolidato al 31 dicembre 2003 si dimostra coerente con i dati emersi in sede di relazione trimestrale: Componente reddituale •margine di interesse: +1,7% (3.716 milioni di euro); •commissioni nette: +8,6% (3.036 milioni di euro); il trend crescente dei ricavi commissionali è in parte ascrivibile alla ripresa dei mercati finanziari ed è riscontrabile in tutti i comparti. L’area gestione, intermediazione e consulenza è risultata in aumento del 6,2% per effetto del buon andamento dei ricavi da intermediazione mobiliare, custodia titoli e valute (+12,1%) e delle commissioni da risparmio gestito (+5%). Tra gli altri ricavi commissionali, l’area finanziamenti e garanzie, l’area depositi e conti correnti e l’area altre commissioni e proventi netti da intermediazione hanno evidenziato incrementi compresi tra il 13% ed il 15%. •profitti e perdite da operazioni finanziarie e dividendi su azioni: +47% (447 milioni di euro); la grandezza deriva per oltre due terzi dall’attività di intermediazione in titoli, cambi e derivati di Banca Imi e della Capogruppo. •margine di intermediazione: in relazione a quanto detto ha evidenziato un incremento del 5,9% (7.482 milioni di euro). •spese amministrative: +0,7% (4.610 milioni di euro) le azioni di contenimento strutturale dei costi già avviate a partire dal 2001 hanno consentito al Gruppo di mantenere un rigoroso presidio della dinamica delle spese amministrative. Le spese per il personale, che ammontano a 2.841 milioni di euro, nonostante gli aumenti indotti dal Ccnl (scaduto per la parte economica a fine 2003), hanno presentato una crescita contenuta (+1%) e sono state in parte controbilanciate dalle azioni di contenimento e ottimizzazione degli organici, diminuiti del 2,9% in termini medi rispetto al 2002. I benefici attesi dalle iniziative di incentivazione all’esodo si espliciteranno pienamente a partire dal 2004, ma hanno cominciato a manifestarsi già nel 2003: gli esodi genereranno, a partire dal 2005, un risparmio di circa 260 milioni di euro all’anno (170 milioni di euro già nel 2004). L’operazione ha comportato l’accantonamento di 475 milioni di euro, in gran parte riconducibili al “Fondo di solidarietà per il sostegno del reddito, dell’occupazione e della riconversione e riqualificazione professionale del Personale del Credito”. •rettifiche di valore su immobilizzazioni materiali e immateriali: -4,7% (484 milioni di euro); la diminuizione è in linea con l’andamento degli investimenti che, pur attestandosi su livelli elevati, sono risultati inferiori a quelli dello scorso esercizio. •risultato di gestione: +16,4% (2.717 milioni di euro) •accantonamenti e rettifiche nette su crediti e immobilizzazioni finanziarie: -39,2% (859 milioni di euro); la riduzione è in buona parte riconducibile alla ripresa di valore della partecipazione in Santander Central Hispano (215 milioni di euro a fronte di una rettifica di valore per 399 milioni di euro del 2002). Le rettifiche nette di valore su crediti ed accantonamenti per garanzie ed impegni (724 milioni di euro) comprendono l’accantonamento finalizzato alla svalutazione integrale dell’esposizione verso il Gruppo Cirio e l’accantonamento del 90% dell’esposizione verso il Gruppo Parmalat. Utile ordinario: ha conseguentemente registrato un incremento del 141,5% (1.700 milioni di euro); utile netto: si è attestato a 972 milioni di euro, in aumento del 7,9% rispetto al 2002; roe: 9% rispetto all’8,3% del 2002; cost/income: 61,9% rispetto al 65,1% del 2002; Volumi- impieghi netti a clientela: 122.415 milioni di euro (+0,6%); attività finanziarie della clientela: 368.042 milioni di euro (+4,4%); raccolta indiretta: 236.321 milioni di euro (+7,8%); risparmio gestito: 143.711 milioni di euro (+8,1%); risparmio amministrato: 92.610 milioni di euro (+7,4%); riserve tecniche vita: 33.536 milioni di euro (+27,2%); crediti problematici: 2.571 milioni di euro (-8,8%); sofferenze nette: 1.171 milioni di euro (-6,2%); sofferenze nette/crediti netti: 0,9%; tier 1 ratio: 7,4% e total ratio: 10,5%. Il bilancio d’impresa evidenzia un utile netto di 824 milioni di euro (+57,6% rispetto al 2002). All’assemblea degli Azionisti, convocata nelle date del 28 e del 29 aprile prossimi, rispettivamente in prima e seconda convocazione, sarà proposta la distribuzione di un dividendo unitario di € 0,39 (con credito d’imposta pieno, ove spettante). Per la cedola sono previsti stacco e pagamento rispettivamente il 24 ed il 27 maggio prossimi. Il dividendo assicura un incremento per gli Azionisti del 30% rispetto al 2002 con un rendimento del 4,78% sulla base del valore medio della quotazione del titolo Sanpaolo Imi nel 2003. Alla determinazione dell’utile netto del Gruppo ha fortemente contribuito il risultato netto registrato dalle compagnie assicurative operanti nel ramo vita: Sanpaolo Vita, la sua controllata Sanpaolo Life e le società ad esse collegate (Sanpaolo Imi Wealth Management) hanno contribuito all’utile netto di Gruppo per 79,5 milioni di euro e Fideuram Vita ha registrato un utile netto di 35,5 milioni di euro. L’importanza dell’apporto economico del settore vita è evidente se si osserva la crescita del valore intrinseco (embedded value) del business assicurativo, dato dalla somma del patrimonio netto rettificato a valori di mercato e del portafoglio polizze in essere: per la Sanpaolo Imi Wm si è passati da un embedded value di 899 milioni di euro nel 2002 a 1.198 milioni di euro nel 2003 (+33,26%) e per Fideuram da 844 milioni di euro a 1.108 milioni di euro (+31,28%). Il bilancio consolidato ed il bilancio di impresa saranno corredati dalle previste relazioni del Collegio Sindacale e della Società di Revisione, che verranno depositate nei termini di legge. Il Consiglio di Amministrazione di Sanpaolo Imi ha inoltre effettuato l’annuale verifica relativa all’indipendenza degli Amministratori della Società, alla luce delle norme contenute nel Codice di Autodisciplina delle Società Quotate. Il Consiglio di Amministrazione ha stabilito che fra gli Amministratori non esecutivi (privi di deleghe) siano da considerarsi “non indipendenti”, in considerazione degli incarichi ricoperti presso azionisti che aderiscono agli accordi intercorrenti tra soci di Sanpaolo Imi e che intrattengono con la Banca rilevanti relazioni economiche: Anthony Orsatelli; Virgilio Marrone; Iti Mihalich. Per tutti i restanti Amministratori non esecutivi si è ritenuto che non sussistano elementi tali per il venir meno del requisito dell’indipendenza.  
   
   
GEMINA: IL C.D.A. APPROVA IL PROGETTO DI BILANCIO 2003 UTILE DI ESERCIZIO DI 18,7 MILIONI DI EURO DIVIDENDO DI EURO 0,02 ALLE ORDINARIE E DI EURO 0,11 ALLE RISPARMIO  
 
Milano, 29 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Gemina S.p.a. Si è riunito il 25 marzo sotto la Presidenza di Gian Luigi Garrino ed ha esaminato ed approvato il progetto di Bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2003, nonché il Bilancio consolidato alla stessa data; il Bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2003 verrà sottoposto all’approvazione dell’Assemblea ordinaria degli azionisti, convocata per i giorni 10 e 11 maggio prossimi, rispettivamente in prima e seconda convocazione. Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all’Assemblea di distribuire un dividendo di euro 0,11 per ciascuna azione di risparmio, comprensivo di euro 0,05 per l’esercizio 2002 in cui non c’è stata assegnazione di dividendi, e di euro 0,02 per ciascuna azione ordinaria, con esclusione delle azioni proprie in portafoglio. [Scarica il comunicato completo: Comunicato Gemina Bilancio 31 dicembre2003]  
   
   
FONDIARIA-SAI : UTILE CONSOLIDATO: 321,4 MILIONI DI EURO VRACCOLTA PREMI COMPLESSIVA: 9.243,4 MILIONI DI EURO (+7,8%)  
 
Milano, 29 marzo 2004 - Sotto la presidenza di Jonella Ligresti, si è riunito il 26 marzo il Consiglio di Amministrazione di Fondiaria-sai che ha esaminato ed approvato il bilancio consolidato e quello della Capogruppo al 31 dicembre 2003. Il bilancio consolidato chiude con un utile netto consolidato di 321,4 milioni di euro ed evidenzia risultati migliori di quelli preventivati nel piano industriale. La raccolta premi ammonta complessivamente a 9.243,4 milioni di Euro, con un incremento del 7,8% rispetto all'esercizio precedente. Più in particolare, i premi del lavoro diretto ammontano a 9.214,2 milioni di Euro (+8,1%). Nei Rami Danni si conferma la posizione di leadership nel mercato assicurativo italiano con una raccolta premi complessiva di 6.823,5 milioni di Euro (+4,1%), di cui 4.820,9 milioni di Euro (+4,9%) nel settore auto. Nei Rami Vita la raccolta ammonta a 2.419,9 milioni di Euro (+20%), grazie al positivo contributo della rete agenziale e all'apporto degli accordi di bancassicurazione. Le riserve tecniche lorde sono pari a 24.871 milioni di Euro (23.203 Euro mn.Nel 2002), con un rapporto sui premi emessi, nei rami Danni, pari al 164,3% (164% nel 2002). Il volume totale degli investimenti ha raggiunto i 24.381 milioni di Euro con un incremento del 5,15% (23.186 milioni di Euro nel 2002) e comprende 18.919 milioni di Euro in titoli e partecipazioni, 2.385 milioni di Euro in immobili e 2.708 milioni di Euro in investimenti di classe D. L'indebitamento di Gruppo si è dimezzato passando da 1.826 milioni di Euro del 2002 a 963 milioni di Euro nel 2003. Il risultato dell'attività ordinaria passa da 219 milioni di Euro a 466 milioni di Euro grazie al buon risultato della gestione assicurativa Danni, al positivo andamento della gestione Vita e al miglioramento dell'attività finanziaria. Dopo i proventi straordinari, che accolgono le significative plusvalenze sullo spin-off immobiliare, con un contributo di oltre 175 milioni di Euro e le minusvalenze da realizzo relative alla cessione delle partecipazioni in Swiss Life Rentenanstalt, deriva un risultato pre-imposte di 658 milioni di Euro (214 nel 2002) e un risultato finale di 321,4 milioni di Euro (48,2 nel 2002), di cui 217,3 milioni di Euro riferibili alle quote Gruppo. Il Roe di Gruppo raggiunge così 1'8,9% (1,8% nel 2002). Sai Il bilancio civilistico di Fondiaria-sai presenta altresì un notevole miglioramento del saldo tecnico nella gestione assicurativa Danni (+295,2 milioni di Euro), che ha consentito di raggiungere un utile finale di 133,1 milioni di Euro (72,4 milioni di Euro nel 2002), pur avendo registrato allineamenti su investimenti in valori mobiliari pari a 299,7 milioni di Euro, di cui 282 milioni di Euro riferibili a partecipazioni. La raccolta premi della Capogruppo ammonta a 4.901,7 milioni di Euro (4.677,9 milioni di Euro nel 2002), con un incremento del 4,79% . In particolare, nei Rami Danni la raccolta raggiunge i 3.853,6 milioni di Euro (3.745,4 Euro mn. Nel 2002, +2.89%). I premi del lavoro diretto ammontano a 3.785,5 milioni di Euro (3.672,7 Euro mn. Nel 2002, +3,07%). Nei Rami Vita i premi hanno complessivamente raggiunto i 1.048,1 milioni di Euro (932,5 milioni di Euro nel 2002, +12,4%). I premi del lavoro diretto ammontano a 941,1 milioni di Euro (834,5 milioni di Euro nel 2002, +12,8%). Grazie al proseguimento delle azioni di selezione del portafoglio, il risultato tecnico dei Rami Danni evidenzia il consolidamento del miglioramento della gestione sia dei Rami Auto, pur in presenza di un forte incremento del costo medio dei sinistri nella Rc Auto, sia dei Rami Elementari. Significativo il risultato del conto tecnico Vita (+8,4 milioni di Euro a fronte di + 1,9 milioni) nonostante l'impatto negativo di oltre 17 milioni di Euro dovuti alla chiusura definitiva, in via transattiva, del contenzioso a suo tempo awiato con Consap in materia di cessioni legali. Le riserve tecniche lorde complessive della società ammontano a 13.345 milioni di Euro, di cui 6.445 milioni di Euro nei Rami Danni (6.272 milioni di Euro nel 2002) e 6.900 milioni di Euro nei Rami Vita (6.514 Euro mn. Nel 2002), con un incremento complessivo del 4%. La redditività degli investimenti rileva una crescita di oltre il 4,5% (447 milioni di Euro, contro 428 milioni di Euro nel 2002). Ampiamente positivo il risultato dell'attività ordinaria (105 milioni di Euro contro il risultato negativo di 10 milioni di euro nel 2002). I proventi straordinari beneficiano delle significative plusvalenze (pari a oltre 75 milioni di Euro) derivanti dall'importante operazione di spin-off immobiliare conclusasi nel corso del 2003. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre deliberato di proporre all'Assemblea degli Azionisti, convocata in Firenze per il 27 aprile 2004 in prima convocazione alle ore 11 (il 28 aprile in seconda convocazione alle ore 11), la distribuzione di un dividendo lordo di 0,4 Euro a ciascuna azione ordinaria e di 0,452 a ciascuna azione di risparmio, per un pay out del 51,5%. La messa in pagamento del dividendo viene proposta a partire dal 27 maggio 2004. L'assemblea esaminerà inoltre la proposta di modifica dello statuto sociale, anche in adeguamento alla riforma del diritto societario. Il Progetto di bilancio d'esercizio e il bilancio consolidato approvati oggi dal Consiglio di Amministrazione saranno messi a disposizione del pubblico nei termini previsti dalla vigente normativa presso la sede sociale e la Borsa Italiana Spa in luogo della relazione del quarto trimestre riferita al 31 dicembre 2003. L'amministratore Delegato Fausto Marchionni, in chiusura dei lavori, ha dichiarato: "Ad un anno di distanza dalla fusione giuridica tra Sai e Fondiaria, abbiamo non solo raggiunto, ma addirittura migliorato gli obiettivi di efficienza e solvibilità a suo tempo prefissati. Il Gruppo Fondiaria-sai ha dimostrato quindi di possedere tutti i requisiti per consolidare e senz'altro migliorare la propria posizione nel mercato assicurativo e finanziario. Su queste basi, puntiamo fiduciosi agli obiettivi del 2004".  
   
   
VITTORIA ASSICURAZIONI S.P.A. RISULTATI 2003: PROPOSTA DI AUMENTO PER IL DECIMO ANNO CONSECUTIVO DEL DIVIDENDO MEDIANTE LA DISTRIBUZIONE DI EURO 0,13 PER AZIONE  
 
Milano, 29 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione della Vittoria Assicurazioni, riunitosi il 26 marzo sotto la presidenza del Prof. Luigi Guatri, ha esaminato i risultati relativi all’esercizio 2003. Il Consiglio proporrà all’Assemblea di aumentare per il decimo anno consecutivo il dividendo mediante la distribuzione di Euro 0,13 per azione (esercizio precedente Euro 0,12). Il dividendo sarà pagabile a partire dal 13 maggio 2004 con stacco cedola 10 maggio 2004. L’utile consolidato ammonta a 19,3 milioni di euro (+37,8% sull’utile dell’esercizio precedente) pari ad un Roe del 14,5% che tiene già conto fra gli elementi del patrimonio netto della totalità del prestito subordinato convertibile. I premi emessi globali ammontano a 458 milioni di euro con un incremento del 12,4% al confronto con l’esercizio precedente. La massa gestita dei Rami Vita ammonta a 637 milioni di euro (+9,4%). I premi del lavoro diretto dei Rami Vita presentano un incremento del 13,0%. I premi periodici ricorrenti costituiscono il 56,3% dei premi emessi dell'esercizio. I premi emessi del lavoro diretto dei Rami Danni ammontano a 363 milioni di euro con un incremento del 12,3% al confronto con l'esercizio precedente. I premi emessi dei Rami Auto hanno registrato un incremento del 15,0%. I premi emessi del lavoro diretto dei Rami Elementari si sono incrementati del 12,8%, cui hanno contribuito i piani di sviluppo concordati con la rete agenziale e la stipulazione di accordi commerciali con qualificati partners. I premi relativi ai Rami Speciali registrano una contrazione del 29,2% a seguito della applicazione, in fase assuntiva, di severi criteri di selezione. I costi della struttura assicurativa nel loro complesso diminuiscono la loro incidenza sui premi del periodo dal 10,5% al 10,2%, iniziando in tal modo la preventivata fase di contrazione. Gli investimenti della capogruppo ammontano complessivamente a 1.083 milioni di euro, ripartiti in 119 milioni di euro per gli investimenti con rischio a carico degli Assicurati e in 963 milioni di euro con rischio a carico della Società; l'incremento, al confronto del 31 dicembre 2002, è pari al 6,8%. I proventi ordinari per gli investimenti con rischio a carico della Società ammontano a 38 milioni di euro con una diminuzione del 1,4%. Il portafoglio titoli alla data del 31 dicembre 2003 presenta complessivamente una plusvalenza latente di 42 milioni di euro. Il patrimonio netto consolidato ammonta a 122,6 milioni di euro con un incremento del 14,7%. Le Assemblee degli Azionisti sono convocate per giovedì 29 aprile 2004 in prima convocazione ed il 30 aprile in seconda convocazione, per la parte ordinaria relativa all’approvazione del bilancio e alla nomina del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale e per la parte straordinaria per l’adeguamento dello statuto sociale al nuovo diritto societario.  
   
   
CALTAGIRONE SPA: IN CRESCITA L’UTILE NETTO: 61,6 MILIONI DI EURO (+36,2%) VALORE DELLA PRODUZIONE: 506,7 MILIONI DI EURO ( +8,2%) DIVIDENDO DI 0,05 EURO  
 
Roma, 26 marzo 2004 – Indicatori economici positivi per la Caltagirone Spa, holding a cui fanno capo le attività nei settori dei grandi lavori, del cemento, immobiliare, finanziario e dell’editoria. Il Consiglio di Amministrazione della Società, riunito sotto la presidenza di Francesco Gaetano Caltagirone, ha esaminato ed approvato il progetto di bilancio relativo all’esercizio chiuso al 31 dicembre 2003. Il valore della produzione del Gruppo Caltagirone Spa ha raggiunto i 506,7 milioni di Euro rispetto ai 468,1 del passato esercizio, segnando una crescita dell’ 8,2 per cento, l’utile netto consolidato è stato di 61,6 milioni di Euro con un incremento del 36,2 per cento rispetto all’esercizio 2002 (45,2 milioni di Euro). Il risultato d’esercizio prima dell’attribuzione delle quote di competenza delle minoranze è stato di 106,1 milioni di Euro (79,4 milioni di Euro al 31-12-2002), il margine operativo lordo consolidato si è attestato a quota 114,4 milioni di Euro. La redditività operativa lorda rispetto al valore della produzione risulta pari al 22,6 per cento. Il patrimonio netto del Gruppo ammonta a 1.076 milioni di Euro, in crescita di oltre il 10 per cento rispetto ai 970 milioni di Euro del precedente esercizio. La posizione finanziaria netta del Gruppo è aumentata, passando da 137,1 a 183,6 milioni di Euro. Il Consiglio di Amministrazione della Caltagirone Spa ha deliberato di proporre all’Assemblea, convocata per il prossimo 11 maggio la distribuzione di un dividendo unitario di 0,05 Euro per le azioni ordinarie e di 0,07 Euro per le azioni di risparmio, invariati rispetto ai precedenti. Lo stacco della cedola è proposto per il 17 maggio 2004 e il pagamento per il 20 maggio 2004. Si allegano gli schemi di stato patrimoniale e conto economico del bilancio di esercizio e di quello consolidato dal cui esame possono essere tratti ulteriori elementi di valutazione della consistenza finanziaria, patrimoniale ed economica della Società e dell’intero Gruppo. I progetti di bilancio sono in corso di esame, per quanto di loro competenza, da parte del Collegio dei Sindaci e delle Società di Revisione.  
   
   
AUTOGRILL: L’UTILE NETTO SUPERA DI SEI VOLTE IL 2002 E SI RIDUCE L’INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO UTILE NETTO DA 7,5 A 50,2 MILIONI DI EURO, CASH FLOW IN PROGRESSO DEL 13,3%, EBITDA AL 13,3% DI INCIDENZA SULLE VENDITE NETTE ( 12,1% NEL 2002)  
 
 Milano, 29 marzo 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Autogrill S.p.a., riunitosi il 26 marzo sotto la presidenza di Gilberto Benetton, ha approvato i progetti di Bilancio, Consolidato e della Capogruppo, relativi all'esercizio 2003, che verranno sottoposti all’approvazione dell'Assemblea degli Azionisti fissata per il 27 aprile in prima convocazione e per il 4 maggio in seconda. “Ho la soddisfazione di presentare – ha dichiarato Gilberto Benetton, Presidente di Autogrill – un altro Bilancio di successo in un anno difficile dal punto di vista congiunturale e sotto la guida di una rinnovata leadership. La società sta concorrendo con ottimi risultati per mettere in sicurezza, in tutti i Paesi in cui è presente e compete, il proprio portafoglio contratti. Il management è consapevole di dover garantire continuità a queste sfide anche nel caso in cui, nell’interesse della società, dovesse intervenire un mutamento dell’assetto proprietario, oggi solo un’ipotesi allo studio”. I principali risultati gestionali Il Bilancio 2003 del Gruppo Autogrill presenta risultati molto soddisfacenti: un utile netto consolidato che raggiunge l’importo di 50,2 m€ contro i precedenti 7,5 m€; un cash flow consolidato che segna una crescita del 13,3% e una riduzione dell’indebitamento finanziario netto, che scende da 919,8 a 800,2 m€. Nel 2003 i volumi di prodotti e servizi sono risultati in crescita in tutti i principali mercati dove il Gruppo opera, anche se il forte apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro Usa e delle valute non Ue ne riduce i valori per effetto della conversione. I ricavi netti del Gruppo hanno raggiunto un importo pari a 3142,7 m€ con una flessione del 5,2% (+4,1% a cambi costanti). Dopo un primo trimestre non brillante per la debolezza che ha caratterizzato il flusso del traffico mondiale (causa la guerra in Iraq e la Sars), le vendite sono progredite particolarmente in Nord America e in Italia, anche su impulso di una evoluzione dell’offerta di Autogrill mirata ad una più elevata soddisfazione da parte dei consumatori. L’ebitda ha registrato un progresso del +3,8% (+14,4% a cambi costanti) e raggiunge l’importo di 417,5 m€. L’incidenza sulle vendite è del 13,3%, contro il 12,1% del 2002. Sono intervenuti miglioramenti nell’efficienza delle funzioni centrali e nella gestione delle reti di vendita che hanno riguardato, in particolare, la produttività del fattore lavoro e la razionalizzazione di alcune componenti del costo del venduto. L’esercizio si è chiuso registrando anche: Un aumento degli oneri finanziari da 41,4 m€ a 64,6 m€ che sconta componenti non ricorrenti di 22 m€. Un risultato ante imposte di 97,8 m€ contro i 67,9 m€ del periodo di confronto, dopo proventi straordinari per 12,5 m€. Un cash-flow consolidato, ovvero utile netto più ammortamenti, in crescita del +13,3% (a cambi costanti+27,6%), attestandosi a 333,5 m€ contro i 294,4 del 2002. Investimenti tecnici pari a 176,1 m€. Sono state, inoltre, effettuate acquisizioni per un valore pari a 123,2 m€. Nord America Nell’esercizio Autogrill Group Inc. (già Hmshost), che pesa per il 50,3% del fatturato consolidato di Gruppo, ha prodotto ricavi pari a 1.786,9 milioni di dollari registrando un incremento del 6,5% rispetto all’esercizio precedente. L’ebitda ha raggiunto un valore di 241,7 milioni di dollari, con un progresso del 12,4%. L’incidenza sulle vendite è cresciuta di quasi un punto percentuale passando dal 12,8% al 13,5%. Negli aeroporti, in particolare, i ricavi hanno raggiunto i 1.350,3 milioni di dollari, con una crescita del 9,8% rispetto al 2002. A tale risultato ha contribuito l’integrazione nell’esercizio della neo acquisita Anton Airfood Inc, che ha prodotto un giro d’affari di 71,3 milioni di dollari. A perimetro costante, l’incremento negli aeroporti sarebbe stato del 4,1% nonostante la contrazione del 2,7% del traffico aeroportuale (Fonte: A.t.a). Europa Le vendite in Europa, stante i bassi consumi e la chiusura di alcune location, sono progredite dell’1,8% (+1,5% a cambi correnti) a 1.563,0 m€ rispetto ai 1.540,3 m€ nel 2002, rappresentando così il 49,7% dei ricavi del Gruppo. In Italia, in particolare, Paese che rappresenta il 33,2% del fatturato consolidato di Gruppo, i ricavi sono stati pari a 1.043,2 m€, con un incremento del 3,1% rispetto al 2002. A tale risultato hanno contribuito le buone performance nelle autostrade (+4,3%) e negli aeroporti (+15,4%). L’ebitda si è attestato a 221,0 m€ a livello europeo. L’italia ha raggiunto i 170,2 m€, con un +4,5% rispetto al 2002 e un’incidenza sui ricavi del 16,3%. Gli altri Paesi europei evidenziano uno sviluppo della profittabilità pari a circa il 44%, da 35,4 a 50,8 m€. La Capogruppo Autogrill S.p.a. Ha conseguito ricavi pari a 1.039,2 m€ (1007,8 m€ nel 2002). L’ebitda progredisce del 9,7% a 153,3 m€. Il risultato netto, comprensivo delle svalutazioni, delle partecipazioni e dell’ammortamento del goodwill si è chiuso con un utile di 13,5 m€ rispetto alla perdita di 9,9 m€ dell’esercizio precedente. Andamento dell’esercizio 2004 Nel 2004 i ricavi di Gruppo, nelle prime 12 settimane, salgono del 6,6% a cambi costanti, con risultati particolarmente positivi nel Nord America, in Italia e in Spagna. La costituzione di un team dedicato allo sviluppo negli aeroporti in Europa, guidato da Hmshost Europe, ha fornito al Gruppo l’opportunità di acquisire nuove concessioni ad Atene e a Marsiglia. Nello stesso canale Autogrill si è aggiudicato, infine, la gestione - per tre anni - dei servizi di ristorazione nell’aeroporto metropolitano di Detroit. Successivamente alla chiusura d’esercizio è stato stipulato un contratto di finanziamento di complessivi 800 m€ rimborsabili in 5 anni, articolato in 4 tranche, con Banca Intesa e Mcc in qualità di Banche organizzatrici. L’operazione, attualmente in corso di sindacazione, serve sia a rifinanziare il debito esistente sia a favorire, insieme all’autofinanziamento derivante dal cash flow, ulteriori sviluppi anche attraverso eventuali acquisizioni. Dividendo. Il Consiglio di Amministrazione proporrà all’Assemblea di non distribuire il dividendo e di destinare l’utile a riserva.  
   
   
PRIMO SEMESTRE MOLTO POSITIVO PER FIERA MILANO NEL PERIODO LUGLIO-DICEMBRE 2003 (PRIMA METÀ DEL’ESERCIZIO IN CORSO) IL GRUPPO ESPOSITIVO HA REGISTRATO RICAVI PER 129 MILIONI DI EURO (+73%) E MOL DI 15,7 MILIONI (+472%)  
 
Milano, 29 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Fiera Milano Spa ha approvato il 26 marzo la Relazione semestrale consolidata relativa al periodo luglio-dicembre 2003, primo semestre dell’esercizio in corso, che si estende dal 1° luglio 2003 al 30 giugno 2004. Il semestre in esame evidenzia risultati molto positivi e significativamente migliori di quelli dell’analogo periodo dell’esercizio precedente. Ll Gruppo Fiera Milano ha infatti realizzato ricavi per 129 milioni di euro e un Margine Operativo Lordo (Ebitda) di 15,7 milioni, con un netto progresso rispetto al corrispondente semestre 2002-2003 in termini sia di giro d’affari (+73%) sia di redditività (+472%). Nei sei mesi in esame Fiera Milano ha ospitato 29 manifestazioni, con la partecipazione di 15.105 espositori e 753.950 metri quadrati netti venduti, pari al 23% in più di quanto registrato nel semestre di riferimento del precedente esercizio. Principali risultati del semestre “Ai brillanti risultati conseguiti – sottolinea l’amministratore delegato di Fiera Milano Spa, Piergiacomo Ferrari – hanno contribuito entrambe le aree di business in cui opera il Gruppo: gestione spazi e servizi e organizzazione manifestazioni e congressi. La prima ha beneficiato della presenza nel periodo della biennale del motociclo e di Emo, importante manifestazione pluriennale di macchine utensili, due mostre che hanno generato significativi margini anche con riferimento ai servizi venduti; la seconda ha registrato una fortissima accelerazione dell’attività congressuale, svolta dalla controllata Fiera Milano Congressi che ha curato nel semestre dieci convegni, di cui due di grande rilievo internazionale: Ist, promosso dalla Ue in collaborazione con la Regione Lombardia, e Cop9, promosso dall’Onu e dal ministero dell’Ambiente”. Il Gruppo Fiera Milano registra nel primo semestre 2003-2004 i seguenti principali dati economici: Ricavi per 129 milioni di euro rispetto a 74,5 del semestre di confronto. A parità di area di consolidamento i ricavi sono pari a 119 milioni, con un progresso del 59,7% Margine Operativo Lordo (Ebitda) di 15,7 milioni di euro, in larga parte realizzato nel secondo trimestre dell’esercizio in quanto il primo comprende i mesi di luglio ed agosto, in cui tradizionalmente non si svolgono manifestazioni fieristiche. A parità di area di consolidamento il Mol è di 15,5 milioni di euro. Il Mol evidenzia un’incidenza sui ricavi del 12,1%, a fronte del 3,7% del periodo di confronto Risultato Operativo (Ebit) positivo per 5,7 milioni di euro, rispetto ai – 4,4 dell’analogo semestre dell’esercizio precedente, dopo ammortamenti per 10 milioni (7 nel semestre di confronto 2002-2003) Risultato prima delle imposte di competenza del Gruppo positivo per 7,9 milioni, in netta controtendenza, anche in questo caso, rispetto alla situazione registrata nel primo semestre 2002-2003, che si era chiuso con un risultato prima delle imposte negativo per 3,8 milioni Cash flow totale (calcolato come risultato ante imposte più ammortamenti ed accantonamenti) di 16,7 milioni, rispetto ai precedenti 3,4. La posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2003 presenta un saldo positivo di 14,6 milioni. Le disponibilità liquide del Gruppo alla stessa data ammontano a 33 milioni, in calo di 6,3 rispetto al 30 giugno 2003, di riflesso all’andamento fisiologico della liquidità in relazione ai flussi generati dalle manifestazioni, oltre che agli esborsi connessi con il pagamento dei dividendi, delle imposte e delle acquisizioni effettuate nel periodo. Il Gruppo ha comunque mantenuto, e ulteriormente incrementato, impieghi di tesoreria a breve per oltre 35 milioni, che si aggiungono alle disponibilità liquide e sono allocati nel capitale circolante netto. I debiti finanziari a breve, pari a 6,9 milioni, registrano un incremento di 4,3 milioni e sono costituiti dalle rate in scadenza dei finanziamenti a medio termine delle controllate Nolostand, Eurostands, Fiera Milano Congressi e da altri finanziamenti a breve riferibili ad Eurostands, Nolostand e Fiera Milano Tech. I debiti finanziari a medio-lungo periodo pari a 11,5 milioni accolgono, oltre che il finanziamento acceso da Nolostand nell'ambito dell'operazione di acquisto del ramo aziendale ed il mutuo contratto da Fiera Milano Congressi per finanziare la ristrutturazione del padiglione adibito a centro congressi, anche il finanziamento acceso da Eurostands a fronte dell’acquisizione del ramo d’azienda. La riduzione rispetto al dato del 30 giugno 2003 è dovuta alla riclassificazione nei debiti a breve delle quote in scadenza nei prossimi dodici mesi. Prevedibile evoluzione della gestione In occasione dell’Assemblea del 27 ottobre 2003 erano stati indicati come obiettivi gestionali per l’esercizio in corso ricavi consolidati pari ad almeno 280 milioni di euro e Margine Operativo Lordo consolidato pari ad almeno 54 milioni. “In base agli andamenti fino ad ora riscontrati - osserva il presidente di Fiera Milano Spa, Michele Perini – riteniamo tali obiettivi raggiungibili, a meno che non si verifichino fatti straordinari, ad oggi non prevedibili, al di fuori del nostro controllo. Nel terzo trimestre, che è in via di conclusione, le mostre in programma si sono infatti svolte secondo le aspettative. L’importante biennale Mostra Convegno Expocomfort, avvenuta nella prima decade di marzo, ha dato i rilevanti risultati attesi in termini di metri quadrati venduti e redditività. Per Macef Primavera 2004, tenutosi a cavallo tra gennaio e febbraio e che ha visto per la prima volta l’accorpamento con la manifestazione Chibicart, c’è stata una razionalizzazione degli spazi che comunque non ha penalizzato ricavi e margini”. Fatti di rilievo successivi alla chiusura del semestre Lo scorso gennaio è avvenuta l’assegnazione di azioni gratuite ai dipendenti di Fiera Milano Spa, della controllante Fondazione Fiera Milano e delle loro controllate, che avevano sottoscritto azioni Fiera Milano in sede di Ipo e che ne hanno mantenuto l’ininterrotto possesso per un anno. Ai dipendenti che hanno maturato il diritto sono state attribuite complessivamente 26.228 azioni del valore nominale di 1 euro. Il 1° gennaio 2004 è inoltre iniziato il periodo di sei mesi entro il quale i beneficiari del vigente Piano di Stock Options potranno esercitare la prima tranche di opzioni, per un totale di 322.250 azioni. Al 26 marzo 2004 sono state esercitate 272.750 opzioni e quindi emesse ed assegnate un corrispondente numero di azioni. Per effetto delle due assegnazioni di cui sopra il capitale sociale di Fiera Milano Spa è attualmente aumentato a 33.298.978 azioni del valore nominale di 1 euro l’una.  
   
   
RISANAMENTO S.P.A.: UTILE NETTO DI 18,5 MLN. DI EURO CONTRO UN UTILE DI 5,950 MLN  
 
Milano, 29 marzo 2004 - Il Cda della Risanamento S.p.a., sotto la presidenza del Cav. Luigi Zunino ha approvato il 26 marzo il progetto di bilancio relativo all’esercizio 2003, esercizio che ha avuto un significativo rafforzamento sul piano industriale e patrimoniale avvenuto con l’acquisizione dell’Ipi S.p.a. E del pacchetto immobiliare del Gruppo Fiat. Il bilancio di Risanamento S.p.a. Chiude con un utile netto di 18,5 mln. Di euro contro un utile di 5,950 mln. Di euro del precedente esercizio e all’assemblea degli azionisti viene proposto un dividendo, in pagamento dal 3 giugno 2004, di 2,8 centesimi per azione con un incremento del 100% rispetto a quello dello scorso anno,. A livello consolidato i dati principali sono i seguenti: Il valore della produzione è pari a 144,5 mln. Di euro in forte crescita rispetto all’esercizio del 2002 (62,6 mln. Di euro). Il risultato operativo ammonta a euro 40,5 mln. Di euro in sensibile crescita rispetto agli 8,2 mln. Di euro registrati nell’esercizio precedente grazie alle plusvalenze realizzate nell’attività di trading e il consolidamento dell’attività di servizi di Ipi. L’utile ante imposte è pari a 13,7 mln. Di euro rispetto ai 12,0 mln. Di euro del 2002 che evidenziava un provento straordinario di 29,3 mln. Di euro. Il risultato netto di competenza del Gruppo è in sostanziale pareggio rispetto al precedente esercizio. L’indebitamento finanziario netto al 31/12/2003 è pari 475,8 mln. Di euro in lieve incremento rispetto al 2002 nonostante il notevole investimento effettuato per l’acquisto della partecipazione di Ipi S.p.a. Si prevedono per l’intero esercizio risultati economici finanziari in netto miglioramento rispetto all’esercizio precedente. In particolare nei primi mesi del 2004 è proseguita l’attività di trading di immobili ed aree, con accordi formalizzati che comporteranno incassi per un valore complessivo di circa 300 mln. Di euro, con conseguente forte riduzione dell’indebitamento..Segnaliamo le principali operazioni che hanno caratterizzato l’esercizio 2003: Il 28 febbraio 2003 la Risanamento acquisisce dal Gruppo Fiat il controllo della Ipi S.p.a. Con il conseguente lancio di un’offerta pubblica d’acquisto obbligatoria (Opa) sulla quota residua del capitale di Ipi S.p.a. E di un pacchetto di immobili e aree di sviluppo; Il 3 marzo 2003, proseguendo l’attività di trading la Risanamento S.p.a. Ha venduto alla Orione Immobiliare Prima S.p.a. (partecipata della Pirelli & C. Real Estate) due stabili siti in Napoli; Il 7 maggio 2003 l’assemblea straordinaria degli azionisti della Risanamento S.p.a. Ha deliberato la modifica della denominazione sociale della società da Risanamento Napoli S.p.a. A Risanamento S.p.a.; Il 25 giugno 2003 la Risanamento S.p.a. Aumenta il capitale sociale della controllata Risanamento & Sviluppo Napoli. Tale conferimento intende potenziare la struttura societaria localizzata nell’area di Napoli; Il 7 agosto 2003 la Risanamento S.p.a. E Lehman Brothers Ptg Ltd., concludono una joint venture sulla Colonia Limito S.p.a. Attraverso la vendita da parte di Risanamento del 50% del capitale della Colonia Limito a Lehman Brothers. Il 27 febbraio 2004 le due società hanno ceduto il 100% della Colonia Limito S.p.a. Al Gruppo Fincamuzzi; Il 29 settembre 2003 la Risanamento S.p.a. Approva l’operazione straordinaria di fusione per incorporazione in Imbonati S.p.a. Delle seguenti società: Carlo Emanuele S.r.l., Immobiliare Porta Vittoria S.r.l., Alcar 92 S.r.l., Architetture Staff S.r.l. E Immobiliare Silvio Pellico S.p.a.. L’operazione è finalizzata alla razionalizzazione della struttura societaria del Gruppo Risanamento. Nel mese di ottobre la Risanamento cede il complesso immobiliare di via Imbonati alla Maciachini Properties, indirettamente partecipata dalla Doughty Hanson & Co European Real Estate Fund. Il Cda ha infine deliberato di sottoporre all’assemblea straordinaria degli azionisti alcune modifiche statutarie, riconducibili per la gran parte al necessario adeguamento alle novità introdotte dal D.lgs. 17 gennaio 2003 n.6 ed in parte alla volontà del consiglio stesso di cogliere le nuove opportunità offerte dalla normativa ritenute rispondenti alle esigenze aziendali e dell’azionariato. Nei termini di legge verrà messa a disposizione presso la sede sociale e Borsa Italiana la relativa relazione illustrativa degli amministratori redatta ai sensi dell’art. 72 del Regolamento di attuazione del D.lgs. 58/98.  
   
   
BIESSE: APPROVATO IL PROGETTO DI BILANCIO PER L’ESERCIZIO 2003: RICAVI TOTALI EURO 306,7 MILIONI (-17,3% RISPETTO AL 2002)  
 
Pesaro 29 Marzo 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Biesse S.p.a., società pesarese quotata al segmento Star di Borsa Italiana, tra i principali operatori a livello mondiale nel mercato delle macchine e dei sistemi destinati alla lavorazione di legno, vetro e marmo ha approvato il 25 marzo il progetto di bilancio relativo all’esercizio 2003. Come rilevato nel bilancio consolidato di Gruppo, nel periodo gennaio-dicembre 2003 si sono avuti i seguenti risultati: I Ricavi totali si sono attestati ad Euro 306,7 milioni (-17,3% rispetto al 2002); Il Valore Aggiunto è positivo per Euro 99,8 milioni (-17% rispetto al 2002) con un’incidenza sul valore della produzione al 31,7% (33% nel 2002); Il Margine Operativo Lordo (Ebitda) è sceso ad Euro 8,2 (-63,3% rispetto al 2002) con un’incidenza sul valore della produzione pari al 2,6% rispetto al 6,1% del precedente esercizio; Il Risultato Operativo (Ebit) è diventato negativo per Euro 5,9 milioni (positivo per Euro 8 milioni al Dicembre 2002) con un’incidenza sul valore della produzione pari a -1,9% (+2,2% nel 2002). La Posizione Finanziaria Netta al 31 Dicembre 2003 è negativa per Euro 106,7 milioni e, pur in miglioramento tendenziale rispetto al Iiiq del 2003 (- Euro 14 milioni), evidenzia un delta negativo di Euro 20,7 milioni rispetto alla chiusura dell’esercizio 2002. Tale risultato è motivato da una gestione ordinaria che ha assorbito liquidità quale diretta conseguenza di un andamento economico negativo e da una gestione straordinaria il cui saldo contiene l’effetto di investimenti residuali in cespiti e capex R&d per un totale di Euro 8 milioni. Al di là del contesto economico generale che ha chiaramente influito sui risultati di Biesse S.p.a., è da ricordare che l’esercizio 2003 è stato anche e soprattutto fortemente caratterizzato dalla cessione definitiva e totale della società austriaca Schelling Anlagenbau Gmbh che ha prodotto, tra gli altri, i seguenti effetti: Minusvalenza da svalutazione della partecipazione per Euro 27 milioni Altri oneri straordinari per Euro 3,3 milioni Risultato netto negativo per Euro 11,9 milioni parzialmente compensati da una plusvalenza di Euro 2,7 milioni derivante dal riapproprio, a titolo gratuito, di nr. 1.188.510 azioni detenute precedentemente da Werner Deuring Privatstiftung. L’esercizio 2003 si è quindi chiuso con una perdita netta ante-imposte di Euro 43,7 milioni che dopo il calcolo netto delle imposte differite attive scende ad Euro 41,3 milioni rispetto ad un risultato netto negativo del 2002 pari ad Euro 5,7 milioni. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre deliberato di proporre all’Assemblea Generale degli Azionisti un dividendo di Euro 0,09 per azione che verrà messo in pagamento in data 15 Luglio 2004 (con stacco a far data dal giorno 12 Luglio 2004) in considerazione del fatto che la perdita in capo alla società Biesse S.p.a. È dovuta in maniera rilevante alle componenti straordinarie sopra citate. Il pagamento dei dividendi avverrà tramite ricorso a riserve disponibili della capogruppo stessa. “Il perdurare dell’andamento macro-economico mondiale sfavorevole, con specifici effetti negativi sul nostro comparto, sicuramente continua a non favorire la nostra ripresa, impedendoci di beneficiare pienamente delle azioni di ristrutturazione e recupero di efficienza poste in essere durante il 2003 e programmate anche per i Tecnologie per dare forma al quotidiano prossimi anni. La contrazione delle vendite di Biesse è assolutamente in linea, se non più contenuta, rispetto ai dati recentemente diffusi dall’associazione di categoria italiana (Acimall). Questo ci conforta soprattutto stante l’inversione di tendenza che il Gruppo sta vivendo nella raccolta di ordini italiani ed esteri negli ultimi mesi del 2003 ed in questo primo trimestre 2004. Riteniamo che proprio a partire dal 2004, soprattutto dopo la cessione di Schelling, saremo in grado di riportare in positivo i conti di Biesse” afferma Roberto Selci, Presidente del C.d.a. Il Gruppo Biesse opera nel mercato delle macchine e dei sistemi destinati alla lavorazione di legno, vetro, marmo.  
   
   
SOCOTHERM: RICAVI CONSOLIDATI A 171 MLN DI EURO (+14% RISPETTO 150 MLN DEL 2002 UTILE NETTO DEL GRUPPO A 8,5 MLN (+5%RISPETTO 8,1 MLN NEL 2002)  
 
Vicenza, 26 Marzo 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Socotherm, Società quotata sul segmento Star di Borsa Italiana ed uno dei principali operatori mondiali nel rivestimento protettivo di tubazioni per l’estrazione ed il trasporto di petrolio, gas e acqua, ha approvato il progetto di Bilancio al 31 dicembre 2003. Nel 2003 il Gruppo ha realizzato ricavi consolidati pari a 171 mln di Euro con un incremento di circa il 14% rispetto ai 150 mln del 2002. A tasso di cambio Usd/euro costante l’incremento del fatturato sarebbe stato pari al 34% con ricavi pari a 201 mln di Euro. La ripartizione del fatturato per area di attività evidenzia come il Gr uppo, in linea con le strategie, abbia incrementato la propria presenza nel settore offshore che nel 2003 ha rappresentato il 33% del fatturato (10% del 2002). Il settore onshore ha rappresentato il 59% dei ricavi (78% nel 2002), mentre le altre attività hanno riguardato l’8% del totale (12% nel 2002) La ripartizione del fatturato per area geografica evidenzia un incremento dei ricavi dell’area Emea (Europe – Middle East – Africa) pari al 52% del totale (36% nel 2002) dovuto soprattutto ai progetti portati a termine nell’area Mediterranea (ex: Libyan Gas Transmission System) e all’entrata a regime della “Marine Base” di Onne in Nigeria. L’area Americas (Nafta – South America) registra un peso percentuale pari al 35% (47% nel 2002) principalmente a causa del rafforzamento dell’Euro rispetto alle valute locali. L’area Asia Pacific (Malaysia, China, Australia), rappresentando il 13% del totale, non ha subito particolari variazioni di peso rispetto al 2002 (17%). L’ebitda e l’Ebit sono pari rispettivamente a 34,5 milioni di Euro ovvero 20,1% dei ricavi netti (35,9 milioni nel 2002) e 22,6 milioni di Euro ovvero 13,2% dei ricavi netti (26,5 milioni nel 2002) e scontano il fatto che i costi sostenuti nell’esercizio in termini di risorse umane, in termini di Ricerca e Sviluppo, in termini di costi commerciali per lo sviluppo dell’area Middle East e della F.s.u., nonché in ter mini i costi per l’avviamento di nuovi impianti, non sono ancora compensati dal contributo a regime. L’utile ante imposte è pari a 15 mln di Euro, mentre l’Utile Netto dopo la quota di terzi raggiunge gli 8,5 mln di Euro con una crescita di circa il 5% rispetto al 2002, anno in cui si assestò a 8,1 mln di Euro. La Capogruppo Socotherm S.p.a. Ha realizzato un fatturato pari a 64,2 mln di Euro in crescita del 68% rispetto al 2002, mentre l’Utile Netto, pari a 4,5 mln di Euro, ha registrato un incremento pari al 50% rispetto ai 3,5 mln del 31/12/02. In considerazione dei risultati conseguiti il Consiglio di Amministrazione ha deciso di proporre all’Assemblea la distribuzione di un dividendo pari a 7,5 centesimi di Euro per azione come per il precedente esercizio. Verrà proposto all’Assemblea dei Soci, convocata per il giorno 29 aprile 2004, lo stacco del dividendo il 24 maggio con il relativo pagamento il 27 maggio. “L’aver scelto di mantenere invariato il dividendo – ha dichiarato l’Ing. Zeno Soave, Presidente del Gruppo fondato a Vicenza nel 1859 – è un segnale che vogliamo dare a chi insieme a noi crede nella strategia di crescita del Gruppo, strategia che comporta notevoli investimenti finanziari: 21 milioni di Euro nel 2002, 23 milioni nel 2003 e altrettanti in questo esercizio”. Nel corso del 2003 il Gruppo ha infatti investito circa 23 milioni di Euro nell’incremento della capacità produttiva degli impianti esistenti, nella costituzione di 9 nuove società e nell’avviamento di alcune di esse, nella Ricerca & Sviluppo di nuove soluzioni tecnologicamente avanzate per il rivestimento e l’isolamento di tubi soprattutto per il settore offshore. L’andamento dell’occupazione registra una crescita del 56% e al 31 dicembre 2003 l’organico è pari a 1.079 unità rispetto alle 690 al 31/12/02. A livello patrimoniale la posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2003 è pari a (26,8 mln) di Euro. A fine 2002 era pari a (5,3 mln), soprattutto per effetto dell’Ipo avvenuta a dicembre 2002, mentre a fine 2001 era pari a (33,1 mln).  
   
   
FATTURAZIONI RENAULT TRUCKS A FINE FEBBRAIO 2004  
 
Milano, 29 marzo 2004 - Le vendite di Renault Trucks, a fine febbraio 2004, hanno raggiunto i 10.438 veicoli, in rialzo del 7% in rapporto allo stesso periodo dell'anno scorso. Ciò è dovuto principalmente alla forte crescita delle vendite al di fuori dell'Europa ed alla stabilità del mercato dell'Europa occidentale. Le vendite sono aumentate del +19% in Spagna, del +13% in Italia dove, in entrambi questi paesi, il Renault Magnum ha progredito fra il +30 ed il +40%. Le vendite si sono migliorate anche nel Regno Unito (+8%) dove il Renault Midlum progredisce del +31%; nei Paesi Bassi del +7%, in Portogallo del +15%, in Svizzera del +42%. In Francia, le vendite flettono del -7% (4385 veicoli). Le vendite totali, nell'Europa occidentale, si sono pressoché mantenute agli stessi livelli dell'anno scorso, con 8.374 veicoli venduti nei primi due mesi. Nell'europa dell'Est (o Europa Centrale), al contrario, le vendite di Renault Trucks si sono abbassate del -6%, con 612 veicoli. La Polonia, solamente, con un totale di 1.206 veicoli, è in progressione del +19%. Le consegne di veicoli in Ckd (Completely Knocked Down), al di fuori dell'Europa, sono passate da 132 a 776 unità, a fine febbraio. L'insieme delle vendite all'esportazione, oltre Europa, hanno raggiunto le 1.595 unità contro le 778 dei due primi mesi 2003. Tutte le gamme hanno migliorato il loro livello di vendita, ad eccezione del Renault Mascott. Il Renault Kerax ha progredito del +28%, il Renault Midlum del +18% ed il Renault Magnum del +12%. Il miglior risultato è stato ottenuto dal Renault Premium, con 2.529 veicoli ed una crescita del +4%. Il nuovo Renault Master, lanciato nell'ottobre 2003 ha visto le sue vendite, attraverso la rete Renault Trucks, crescere del +3%.  
   
   
AIR ONE: RISULTATI ECONOMICI E DI TRAFFICO NEL 2003 5 MILIONI DI PASSEGGERI (+22%), RICAVI €406M (+19%) FORTE AUMENTO DELL’UTILE OPERATIVO REDDITO DI COMPETENZA  
 
 Milano, 29 marzo 2004 - Air One ha trasportato nel 2003 un totale di 4.951.774 passeggeri (linea e charter), con un aumento del 21,8% rispetto al 2002. I ricavi di traffico hanno superato i 406 milioni di euro per la prima volta e la compagnia ha registrato un risultato - ancora a livello preconsuntivo - leggermente positivo. " In un anno che ha visto la guerra in Iraq e una crisi generalizzata nel trasporto aereo, Air One ha proseguito nell' espansione del suo network nazionale, aumentando i proventi e tagliando i costi, dimostrando la possibilità di avere successo nel trasporto aereo anche in Italia, nonostante i problemi che affliggono il settore" commenta Carlo Toto, presidente di Air One. I risultati economici risultano da un consistente miglioramento dell' andamento operativo e commerciale. Il fatturato complessivo è stato 409,208 milioni di euro; il margine operativo lordo 20,838 milioni di euro, con un aumento del 31,2%. Dopo gli ammortamenti il reddito operativo è stato pari a 5,712 milioni di euro rispetto ad un risultato negativo nel 2002. I passeggeri dei voli di linea sono stati 4.493.105 (+23,7%), mentre il settore charter ha registrato un incremento del 12,4% (461.060 passeggeri). Il fattore di carico dei voli di linea è aumentato di oltre 5 punti percentuali (da 52,4% nel 2002 a 57,8% nel 2003) - nonostante l' introduzione di nuovi collegamenti, che normalmente tendono ad abbassare il tasso medio di riempimento dei voli. Air One ha ulteriormente sviluppato il suo network nazionale nel corso del 2003 con le nuove rotte Torino-lamezia Terme e Pisa-catania. Sono iniziati i voli a tariffe speciali - operati in ' regime di oneri di servizio pubblico' - che collegano tutto l' anno Trapani a Roma, Milano, Catania, Venezia, Bari, Pantelleria e Lampedusa. Le frequenze della navetta Linate-fiumicino-linate sono state incrementate nelle fasce di maggior traffico, offrendo ulteriore flessibilità ai passeggeri su questa rotta, il 22% dei quali accumulano le miglia di Miles & More, a conferma della crescente popolarità del programma di fidelizzazione che lega Air One al partner Lufthansa. I dati di traffico nei primi mesi del 2004 sono in linea con il budget per l'anno, che prevede una crescita di oltre il 20% quest' anno. Air One opera oltre 1.200 voli settimanali con una flotta di 27 Boeing 737, collegando 23 scali in 13 regioni italiane. La compagnia ha circa 2.100 dipendenti, compresi quelli della controllata Eas (società di handling aeroportuale). Infolink: www.Flyairone.it  
   
   
ASM BRESCIA RISULTATI CONSOLIDATI AL 31 DICEMBRE 2003: VALORE DELLA PRODUZIONE: +8,8% A 854,2 MILIONI DI EURO UTILE NETTO DI GRUPPO: +53,1% A 96,5 MILIONI DI EURO  
 
Brescia, 29 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Asm Brescia S.p.a., riunitosi il 26 marzo , ha approvato il progetto di bilancio dell'esercizio 2003 ed il bilancio consolidato di Gruppo. I dati a livello consolidato confermano il forte sviluppo economico già anticipato dai risultati preliminari esaminati dal Consiglio di Amministrazione in data 20 febbraio 2004. Il valore della produzione su base consolidata è cresciuto dell'8,8%, portandosi a 854,2 milioni di euro nel 2003 rispetto a 785,2 milioni di euro nel 2002. La crescita è principalmente legata all'aumento dei volumi di gas venduto (+7,9% a 630 milioni di metri cubi da 584 milioni di metri cubi, grazie anche all'apporto fornito dalle società di distribuzione e vendita gas acquisite nel corso dell'anno), al progresso delle quantità di calore venduto (+10,3% a 1.061 Gwht da 962 Gwht), oltre che ai rincari dei prezzi delle materie prime energetiche. Il costo della produzione mostra una dinamica limitata all'1,9% a 524,7 milioni di euro nel 2003 da 515,2 milioni di euro nel 2002, nonostante l'aumento dei costi dei prodotti energetici. Questo risultato è dovuto alla riduzione del costo variabile di produzione dell'energia elettrica ottenuta grazie all'ottimizzazione del mix di combustibili ed all'incremento dei rendimenti energetici (conseguente all'entrata in funzione del nuovo ciclo combinato da 400 Mw nella centrale di Cassano d'Adda). Il costo del personale è cresciuto del 5,3% a 79,5 milioni di euro nel 2003 da 75,5 milioni di euro nel 2002 come conseguenza sia dell'applicazione dei rinnovi contrattuali dei settori elettricità e ambiente sia dell'incremento delle risorse. La forza lavoro al 31/12/2003 è risultata pari a 1.673 unità, con un incremento di sole 39 unità rispetto al dato di 1.634 unità al 31/12/2002, nonostante l'apporto di 65 unità presenti nelle società di distribuzione e vendita gas acquisite nel corso dell'anno. L'incidenza del costo del personale sul valore aggiunto è risultata pari al 24,1% nel 2003, in riduzione rispetto al 27,9% del 2002. Il margine operativo lordo è cresciuto del 28,5% a 250,0 milioni di Euro nel 2003 da 194,6 milioni di euro nel 2002. Tale aumento è dovuto principalmente al settore vendita elettricità e gas il cui Mol è aumentato dell'88,5% a 49,5 milioni di euro da 26,3 milioni di euro, grazie non solo alle già citate buone performance nella vendita di gas ed al contributo delle reti gas acquisite nel 2003, ma anche grazie al miglioramento del mix di vendite di elettricità (caratterizzate da una riduzione dei volumi venduti, -6,7% a 2.311 Gwh da 2.476 Gwh, più che compensata dall'aumento dei margini unitari). Di rilievo anche il contributo fornito dal settore teleriscaldamento che ha registrato un incremento del Mol pari al 25,9% a 47,0 milioni di euro da 37,3 milioni di euro. Il Mol del settore ciclo idrico integrato si è attestato a 10,3 milioni di euro da 2,5 milioni di euro, anche per effetto dell'aumento dei volumi venduti. Il Mol del settore reti elettricità e gas è aumentato del 31,1% a 32,4 milioni di euro da 24,8 milioni di euro. E' positivo anche il contributo del settore produzione di energia elettrica, il cui Mol è aumentato dell'8,3% a 81,8 milioni di euro da 75,6 milioni di euro, nonostante i minori volumi prodotti (-13,3% a 1.228 Gwh da 1.417 Gwh) a causa dei lavori di repowering delle centrali di Cassano d'Adda (25% in quota Asm Brescia (Milano: Ambr.mi - notizie) ) e di Ponti sul Mincio (45% in quota Asm Brescia). Migliora anche il Mol del settore servizi che registra un aumento del 22,2% a 8,4 milioni di euro da 6,9 milioni di euro, mentre il settore ambiente si è mantenuto sostanzialmente invariato con un Mol di 20,6 milioni di euro da 21,4 milioni di euro. Il rapporto percentuale fra Mol e valore della produzione a livello di Gruppo si è portato al 29,3% nel 2003 dal 24,8% nel 2002. Dopo ammortamenti, svalutazioni e accantonamenti in crescita del 6,7% a 95,2 milioni di euro nel 2003 da 89,2 milioni nel 2002, il risultato operativo ha registrato un incremento del 46,9% a 154,8 milioni di euro nel 2003 da 105,4 milioni di euro nel 2002. Il rapporto percentuale fra risultato operativo e valore della produzione a livello di Gruppo si è portato al 18,1% nel 2003 dal 13,4% nel 2002. La voce proventi e oneri finanziari è risultata negativa per 10,2 milioni di euro nel 2003 e si confronta con un risultato negativo per 16,7 milioni di euro nel 2002. Il miglioramento del saldo tra oneri ed interessi finanziari è imputabile alla riduzione degli interessi su finanziamenti a breve. La voce rettifiche di valore di attività finanziarie è risultata positiva per 10,9 milioni di euro nel 2003 rispetto ad un dato negativo per 1,8 milioni di euro nel 2002. A tale risultato ha contribuito l'applicazione a partire dall'esercizio 2003 del metodo del patrimonio netto nella valutazione della partecipazione in Endesa Italia che ha prodotto un impatto positivo di 14,9 milioni di euro in parte ridotto dalla svalutazione delle partecipazioni in alcune società per 3,5 milioni di euro. Il risultato della gestione straordinaria è negativo per 6,1 milioni di euro nel 2003 e si confronta con un dato negativo per 3,3 milioni di euro nel 2002. Questo risultato è legato a proventi straordinari per 14,9 milioni di euro (imputabili principalmente all'applicazione del metodo del patrimonio netto alla partecipazione in Endesa Italia relativamente agli esercizi intercorrenti tra la data di acquisizione ed il 31/12/2002 per un importo pari a 10,9 milioni di euro) e ad oneri straordinari per 21,0 milioni di euro (collegati principalmente alle svalutazioni di parti di impianto nelle centrali di Ponti sul Mincio per 2,1 milioni di euro e Cassano d'Adda per 16,1 milioni di euro, dismesse dopo la realizzazione degli interventi di repowering). Le imposte sono pari a 52,4 milioni di euro da 20,1 milioni di euro nell'esercizio 2002 che aveva beneficiato degli effetti della legge 'Tremonti bis', mentre l'esercizio 2003 ha usufruito della D.i.t. In modo marginale. L'utile netto consolidato, detratti i risultati di terzi, è cresciuto del 53,1% a 96,5 milioni di euro nel 2003 da 63,0 milioni di euro nel 2002. Il capitale immobilizzato è cresciuto di 271,6 milioni di euro a 1.769,3 milioni di euro al 31/12/03 da 1.497,6 milioni di euro al 31/12/2002. In particolare, l'incremento delle immobilizzazioni materiali, pari a 172,6 milioni di euro, è principalmente riconducibile al valore dei cespiti inclusi nel ramo d'azienda acquisito da Enel Distribuzione Spa, pari a 120,1 milioni di euro e al valore dei cespiti delle società di distribuzione e vendita di gas acquisite in corso d'anno, pari a circa 60,0 milioni di euro. Per quanto attiene alle immobilizzazioni immateriali, la variazione positiva per 79,2 milioni di euro, è attribuibile per 53,5 milioni di euro all'avviamento pagato in relazione all'acquisizione del ramo d'azienda sopra citata, nonché a immobilizzazioni immateriali relative all'acquisizione delle reti di distribuzione e vendita gas per circa 32,5 milioni di euro. L'incremento delle immobilizzazioni finanziarie, pari a 19,8 milioni di euro, è principalmente dovuto alla valutazione della partecipazione in Endesa Italia col metodo del patrimonio netto. Il capitale circolante netto ha registrato un'espansione di 56,5 milioni di euro attestandosi a 45,3 milioni di euro al 31/12/2003 da -11,2 milioni di euro al 31/12/2002, principalmente per la variazione dei debiti verso fornitori che al 31/12/2003 ammontano a 125,0 milioni di euro a fronte di 263,5 milioni di euro al 31/12/2002 su cui incidevano gli effetti di significativi investimenti effettuati nella parte finale dell'esercizio 2002. Il patrimonio netto è cresciuto di 52,8 milioni di euro a 1.122,0 milioni di euro al 31/12/2003 da 1.069,2 milioni di euro al 31/12/2002 e rappresenta il 68,9% delle coperture. L'indebitamento finanziario netto si è attestato al 31/12/2003 a 506,3 milioni di euro da 269,6 milioni di euro al 31/12/2002, con un aumento limitato a 236,8 milioni di euro nonostante investimenti per circa 342,0 milioni di euro. Il rapporto fra indebitamento finanziario netto e patrimonio netto di 0,45x al 31/12/2003 evidenzia ulteriormente la solidità finanziaria del Gruppo. Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di chiedere all'Assemblea Straordinaria la delega per l'emissione di obbligazioni non convertibili sino ad un ammontare massimo di euro 500,0 milioni. L'emissione è finalizzata a strutturare il debito attualmente in essere per allungarne le scadenze e adeguarle ai programmi di investimento del Gruppo. Il Consiglio di Amministrazione prende atto con soddisfazione che Asm Brescia S.p.a. Ha ottenuto un rating A+ da Standard & Poor's. Il Consiglio di Amministrazione proporrà all'Assemblea Ordinaria di distribuire agli azionisti un dividendo che tenga conto dei risultati ottenuti dal Gruppo Asm Brescia nell'esercizio 2003. Il dividendo che sarà proposto è pari a 0,087673 euro per azione, in aumento del 46,2% rispetto ai 6 centesimi di euro per azione distribuiti relativamente all'esercizio 2002. Di conseguenza il dividend yield della società si attesta per l'anno 2003 al 5,22% calcolato sul prezzo medio del 2003 pari a 1,678 euro per azione. La data di stacco della cedola sarà proposta per il 31/05/2004 ed il dividendo deliberato dall'Assemblea sarà messo in pagamento dal 03/06/2004. L'importo complessivo proposto per il dividendo relativo all'esercizio 2003 è pari a 64,5 milioni di euro, rispetto a 44,1 milioni di euro per il dividendo dell'esercizio 2002. L'importo verrà raggiunto utilizzando per intero la quota di utile netto della Capogruppo Asm Spa disponibile per la distribuzione di dividendi (39,6 milioni di euro su un utile netto di 75,1 milioni di euro) e facendo ricorso alla distribuzione di riserve disponibili per 24,9 milioni di euro. La quota di utile netto consolidato distribuita è sostanzialmente stabile a 66,9% nel 2003 da 70,1% nel 2002. L'assemblea Ordinaria è convocata il 30/04/2004 ed il 03/05/2004, in prima e seconda convocazione. Renzo Capra, Presidente della Società, ha commentato: 'Il 2003, come previsto, inizia a mostrare i frutti delle nostre azioni di crescita 'organica', principalmente nella generazione elettrica, grazie al repowering di Cassano ed agli ottimi risultati della nostra partecipazione in Endesa Italia e nella distribuzione e vendita gas grazie alle acquisizioni dei Gruppi Ghezzi e Arcelloni. Il 2004 si annuncia ancora in forte crescita grazie al pieno effetto di Cassano e delle reti gas acquisite nel 2003 inclusa la rete di distribuzione energia elettrica ed all'effetto, limitato agli ultimi 9 mesi del 2004, del rientro in produzione dell'impianto del Mincio ripotenziato e della terza linea del Termoutilizzatore'  
   
   
AEM TORINO - BILANCIO CONSOLIDATO 2003 UTILI IN CRESCITA E INDEBITAMENTO IN RIDUZIONE AUMENTA DEL 41% IL VOLUME D’AFFARI (706 MILIONI DI EURO)  
 
Torino, 29 marzo 2004 – Si è riunito il 26 marzo, sotto la presidenza del professor Franco Reviglio, il Consiglio di Amministrazione di Aem Torino, che ha esaminato ed approvato i risultati consolidati dell'esercizio 2003. Grazie all’adozione di una dinamica strategia commerciale, che ha aumentato del 57% i volumi di energia elettrica venduti, il volume d’affari consolidato del Gruppo Aem Torino ha superato 700 milioni di euro, con un incremento del 41% rispetto ai 502 milioni di euro dell’esercizio 2002. Il margine operativo lordo ha raggiunto 134 milioni di euro (+ 5%). Esso ha risentito positivamente dello sviluppo economico del core business, che ha più che controbilanciato la riduzione della produzione idroelettrica per l’anomala situazione climatica dell’estate 2003. L’esercizio ha chiuso con un utile lordo di 57 milioni di euro (+ 62%). Esso ha beneficiato del rimborso della penale idroelettrica relativa al 2002 (19 milioni di euro). Dopo le imposte (pari a 29 milioni di euro, rispetto ai 9 milioni di euro del 2002), l’utile netto si è attestato a 27 milioni di euro (+ 5%). L'indebitamento finanziario netto è sceso a 571 milioni di euro (era 601 milioni di euro al 31/12/2002), con un rapporto debt/equity pari a 0,88 (1,16 a fine 2002). Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all’Assemblea degli Azionisti la distribuzione di un dividendo pari a 0,036 euro per azione, invariato rispetto al 2002, con un incremento del totale dei dividendi distribuiti del 33% rispetto all’anno precedente (payout 2003 al 61%, payout 2002 al 48%). “Il bilancio 2003 è il quarto dopo la quotazione in Borsa” ha affermato il Presidente e Amministratore Delegato Prof. Franco Reviglio: “da allora il fatturato è più che triplicato, l’Ebitda e l’utile lordo sono raddoppiati. Tale crescita è stata determinata dalo sviluppo per linee interne e dale acquisizioni. Queste ultime, la rete Enel e la partecipazione in Edipower, hanno già prodotto utili superiori a queli ipotizzati in fase di acquisizione. Tali risultati sono stati conseguiti nonostante: - i significativi tagli tariffari apportati nelo stesso periodo dall’Autorità del’energia elettrica e il gas nel settore della distribuzione elettrica; - non siano ancora entrati in produzione (ma lo saranno a partire dal’inizio del prossimo anno) gli impianti in corso di realizzazione che rappresentano ben un terzo del capitale investito netto del Gruppo Aem Torino.” Il volume d’affari consolidato del Gruppo Aem Torino ha superato 700 milioni di euro (+41%). Grazie all’adozione di una dinamica strategia commerciale sul mercato libero dell’energia i volumi di energia elettrica venduti (4.853 Gwh) sono aumentati del 57%, con ricavi da vendita energia elettrica pari a 445 milioni di euro (+53%). I ricavi da vendita di calore per teleriscaldamento hanno superato 70 milioni di euro (+ 7%). Le forniture di gas ad alcuni impianti di generazione della partecipata Edipower hanno raggiunto 66 milioni di euro. I ricavi da prestazione di servizi si sono attestati a 79 milioni di euro (- 11%). La controllata Aes Torino ha consentito di contabilizzare ricavi per distribuzione di gas e calore, pari a circa 32 milioni di euro. Nel corso dell’esercizio 2003 l’energia elettrica complessivamente prodotta dal Gruppo Aem Torino è stata di 1.619 Gwh, in diminuzione del 10% rispetto al 2002. La maggior parte di tale riduzione è ascrivibile all’effetto congiunto dell’anomala situazione climatica registrata nel corso dell’estate 2003, associato alla indisponibilità di alcuni impianti idroelettrici, determinata da previsti interventi di manutenzione straordinaria. Infatti la produzione idroelettrica del Gruppo si è ridotta del 17,3% rispetto al 2002. Il margine operativo lordo ha raggiunto 134 milioni di euro (+5%). Esso ha risentito positivamente dello sviluppo economico del core business e delle efficienze realizzate sui costi, che hanno più che controbilanciato la riduzione della produzione idroelettrica. L’utile operativo, che sconta ammortamenti e accantonamenti per 55 milioni di euro (+6,5% rispetto al 2002), si attesta a 79 milioni di euro (+ 4%). L’incremento degli oneri finanziari netti a 18 milioni di euro (rispetto ai 16 milioni di euro dell’esercizio 2002) è attribuibile alla maggiore esposizione finanziaria media del primo semestre connessa agli investimenti realizzati. Nel secondo semestre l’aumento di capitale (116 milioni di euro) ha alleggerito il peso degli oneri finanziari. L’utile ante imposte è pari a 57 milioni di euro (+62%). Esso ha beneficiato del rimborso della penale idroelettrica relativa all’anno 2002 (19 milioni di euro). L’utile netto ha raggiunto 27 milioni di euro (+5%). Le imposte sono aumentate da 9 milioni di euro del 2002 a 29milioni di euro del 2003 per il venir meno delle agevolazioni fiscali sul reddito legate agli investimenti realizzati. Il tax rate è passato dal 25% del 2002 al 52% del 2003. L’esercizio 2003 si è chiuso con un patrimonio netto pari a 646 milioni di euro, in crescita rispetto ai 518 milioni registrati a fine esercizio 2002, principalmente grazie ai proventi derivanti dall’aumento di capitale sociale. L’indebitamento finanziario netto a fine 2003 è sceso a 571 milioni di euro, con una riduzione rispetto al 31 dicembre 2002 di circa 30 milioni di euro (-5%), essenzialmente ascrivibile al suddetto aumento di capitale e al cash flow operativo. La dinamica sopra esposta delle fonti finanziarie di gruppo ha ridotto il rapporto debt/equity da 1,16 a 0,88. Gli investimenti realizzati hanno raggiunto circa 178 milioni di euro. L’espansione della capacità di generazione elettrica è in fase avanzata: - l’impianto idroelettrico di Pont Ventoux è in via di ultimazione avendo raggiunto il 97% delle opere complessive. Sono in corso le prove funzionali dell’impianto; la costruzione del 3° gruppo termoelettrico da 390 Mw presso la Centrale di Moncalieri procede celermente e ha raggiunto il 59%. L’avvio di tali impianti è previsto per l’inizio del prossimo anno. Per l’esercizio in corso si prevede una aumento del fatturato grazie ad un ulteriore sviluppo superiore al 30% dei volumi di energia elettrica intermediati nel mercato libero dalla controllata Siet. Proseguiranno inoltre gli investimenti previsti dal piano di sviluppo. Assemblea Degli Azionisti E Dividendo 2003 All’assemblea degli Azionisti, convocata in seduta straordinaria e ordinaria per il prossimo 28 aprile 2004 in prima e per il 29 aprile 2004 in seconda convocazione, il Consiglio di Amministrazione proporrà la distribuzione di un dividendo pari a 0,036 euro per azione, invariato rispetto al 2002, nonostante che il monte totale dei dividendi distribuiti sia cresciuto del 33% rispetto all’anno precedente. Il dividendo sarà posto in pagamento a partire dal 24 giugno 2004, contro stacco della relativa cedola il 21 giugno 2004. Si segnala che sui dati riportati non è stata ancora emessa la Relazione dela Società di Revisione.  
   
   
ENERGIT NELLA BORSA ELETTRICA CON IL RICONOSCIMENTO DELLA QUALIFICA DI “OPERATORE DEL MERCATO” ENERGIT ASSICURA NUOVE OPPORTUNITÀ DI RISPARMIO AI SUOI CLIENTI  
 
 Cagliari, 29 marzo 2004 - Energit è stata ammessa alla Borsa Elettrica, il cui avvio è previsto per il prossimo 1 aprile. Il Gestore del Mercato Elettrico (Gme), la società che sovrintende all’organizzazione e al funzionamento della Borsa Elettrica, ha infatti riconosciuto a Energit, la multiutility attiva nei settori Energia, Telecomunicazioni e Internet, la qualifica di “operatore del mercato” che le consente di partecipare alle sessioni di acquisto e vendita in borsa di energia elettrica e certificati verdi. Per i clienti di Energit si tratta di un’ulteriore opportunità di risparmio, dopo l’importazione di energia a basso costo dalla Francia e il noleggio della capacità produttiva da impianti di generazione tramite l’esclusivo sistema Virtual Network Plant. “Con il tanto atteso avvio della Borsa Elettrica siamo giunti ad un momento di svolta, che consentirà un maggiore sviluppo del libero mercato e assicurerà nuove possibilità per tutti, dai produttori ai grossisti ai consumatori” ha dichiarato Luigi Filippini, amministratore delegato della società.  
   
   
TRIMESTRE APRILE-GIUGNO 2004: SCENDE L'ELETTRICITÀ (-1%), STABILE IL GAS. AVVIO DELLA BORSA ELETTRICA: COMPLETATE LE REGOLE PER IL SUO FUNZIONAMENTO E PER LA TUTELA DEI CONSUMATORI.  
 
Milano, 29 marzo 2004 - L'autorità per l'energia elettrica e il gas ha aggiornato le tariffe di elettricità e gas per il secondo trimestre 2004, deliberando una riduzione della tariffa elettrica dell'1% per il settore domestico (-0,9% in media nazionale) mentre è stata confermata la tariffa di riferimento del gas metano già in vigore. L'autorità ha anche adottato i previsti provvedimenti di propria competenza per il funzionamento e per la tutela dei consumatori relativi all'avvio della borsa dell'elettricità dal prossimo 31 marzo. I provvedimenti sono disponibili sul sito www.Autorità.energia.it Elettricità. L'andamento dei prezzi internazionali dei combustibili utilizzati per la produzione di energia elettrica e l'andamento del cambio euro/dollaro nel semestre settembre 2003 - febbraio 2004, rispetto ai sei mesi precedenti, hanno consentito di apportare una riduzione del 4,5% delle componenti tariffarie a copertura dei costi di produzione e dispacciamento. Tale riduzione, dovuta al calo dei costi per il combustibile, è in parte compensata dalla introduzione di nuove componenti tariffarie per la remunerazione del servizio di interrompibilità e l'incentivazione a rendere disponibili gli impianti elettrici nei periodi di maggior domanda, come disposto dal Ministero delle Attività Produttive e dal Decreto legislativo 379/2003 al fine di aumentare la sicurezza degli approvvigionamenti. E' stato anche adeguato il prelievo a copertura dei certificati verdi, che incentivano la produzione da fonti rinnovabili, mentre altre componenti sono state ridotte in previsione di una minore necessità di gettito. Per la famiglia residente con una potenza impegnata di 3 kW e consumi di 225 kWh mensili, che rappresenta la grande maggioranza dell'utenza domestica, la riduzione decisa dall'Autorità è dell'1%, pari ad una minore spesa, comprese le tasse, di circa 3 euro all'anno. La riduzione odierna segue un trimestre di stabilità preceduto da altri due trimestri in discesa e si cumula con la riduzione, di analogo importo, disposta dallo scorso 1 febbraio per effetto della ridefinizione delle tariffe di trasporto dell'elettricità per gli anni 2004-2007; si conferma l'andamento delle tariffe elettriche inferiore al tasso di inflazione. La tariffa media nazionale al netto delle imposte risulta ora pari 10,04 centesimi di euro per kWh ed è composta dalle seguenti voci: trasmissione, distribuzione e misura (comprese le componenti a copertura dei costi di perequazione e miglioramento della qualità del servizio) 2,36 centesimi di euro per kWh (23,5%); produzione, dispacciamento e vendita 6,39 centesimi di euro per kWh (63,6%); componenti specifiche (certificati verdi, interrompibilità, disponibilità impianti e riconciliazione) 0,36 centesimi di euro per kWh (3,6%); oneri generali di sistema (energia rinnovabile, ricerca, nucleare, stranded costs, rimborsi alle reti isolate, perdite) 0,93 centesimi di euro per kWh (9,3%). Gas metano. La variazione delle quotazioni dei greggi e dei prodotti petroliferi, cui è indicizzato il prezzo del gas metano (basato su medie di nove mesi), non ha superato la soglia di invarianza oltre la quale è previsto l'adeguamento della relativa componente tariffaria. E' stata pertanto confermata la tariffa di riferimento già in vigore per chi utilizza meno di 200 mila metri cubi all'anno, definita dall'Autorità e che deve essere obbligatoriamente offerta dai venditori accanto a loro eventuali diverse proposte. Avvio della borsa. L'autorità è stata costantemente impegnata in questi mesi nel favorire, in coerenza con l'evolversi della situazione, la realizzazione del mercato organizzato dell'elettricità il cui avvio, ufficializzato giovedì scorso dal Ministero delle Attività Produttive, è reso operativo dai provvedimenti odierni. L'azione dell'Autorità si è concentrata nella definizione di regole - che è stato possibile completare a fronte degli esiti delle prove tecniche e dei contratti stipulati dall'Acquirente Unico - a tutela dei consumatori più deboli di fronte ai rischi di volatilità dei prezzi. Il corretto funzionamento della borsa elettrica è destinato a fornire agli operatori i giusti segnali di convenienza per gli investimenti in nuove centrali, con ciò contribuendo a migliorare la sicurezza del sistema elettrico. Nell'ambito del processo di liberalizzazione la borsa dell'elettricità costituisce il principale strumento per la promozione della concorrenza, perseguita dall'Autorità per garantire la massima efficienza generale del sistema, la riduzione dei prezzi e la sicurezza delle forniture. Dispacciamento di merito economico. L'autorità ha avviato il regime di selezione degli impianti per la produzione di energia elettrica basato sulle offerte di prezzi da parte dei produttori di elettricità nella borsa elettrica. Il nuovo regime potrà consentire maggiore efficienza nella produzione di elettricità e nella programmazione dei consumi. L'autorità ha inoltre approvato le regole di dispacciamento predisposte dal Gestore della rete per l'anno 2004. Per dare certezza al sistema e tempo agli operatori per prepararsi, il provvedimento regola anche la partecipazione diretta dei clienti alle contrattazioni di borsa: fino alla fine del 2004 la domanda sarà infatti espressa dal Gestore della rete al fine di garantire la copertura del fabbisogno nazionale nella fase di avvio. Controllo del potere di mercato. Per prevenire situazioni che si possano prestare a comportamenti speculativi l'Autorità ha incaricato l'Acquirente Unico di provvedere allo svolgimento di aste al ribasso per la stipula di contratti differenziali di acquisto dell'elettricità da destinare ai clienti vincolati. Se il prezzo di borsa sarà maggiore di quanto stabilito nel contratto il fornitore pagherà la differenza all'Acquirente Unico; il contrario se il prezzo di borsa sarà più basso. Le prime aste, conclusesi ieri e aventi come base il prezzo amministrato definito dall'Autorità, hanno già permesso all'Acquirente Unico di incrementare gli acquisti di elettricità, a prezzi vantaggiosi per i consumatori e stabili fino alla fine dell'anno, per oltre il 50% della domanda del mercato vincolato. L'acquirente Unico è stato autorizzato a svolgere altre aste al ribasso con prezzi base che devono comunque risultare complessivamente favorevoli ai consumatori. Confermata per il 2004 la sorveglianza sulla coerenza tra le quantità offerte dai produttori e le loro capacità produttive, che saranno calcolate su due macro zone, nord e resto d'Italia. I produttori che non offriranno la capacità minima prevista in presenza di prezzi mensili e giornalieri crescenti riceveranno per tutte le zone il prezzo effettivamente offerto e non quello marginale determinatosi in borsa. Questo strumento di controllo del potere di mercato sarà tanto meno stringente quanto più estesi saranno i contratti differenziali. Altri strumenti di monitoraggio permetteranno all'Autorità la dovuta sorveglianza per iniziative a prevenzione di eventuali anomalie del mercato. Remunerazione della capacità produttiva. A conclusione del processo di consultazione avviato con un documento di proposta lo scorso 18 marzo, l'Autorità ha definito le regole transitorie per il 2004 per la remunerazione della capacità produttiva messa a disposizione del sistema elettrico nazionale per far fronte ad eventuali criticità stagionali. Il provvedimento, adottato in attuazione del decreto legislativo 379/2003 che prevedeva una remunerazione in linea con quanto già disposto per il servizio di riserva, si basa sulle ultime previsioni formulate dal Gestore della rete sui periodi di maggior domanda di elettricità. L'esperienza dello scorso anno ha dimostrato lo spostamento verso il periodo estivo dei picchi di consumo. L'incentivo disposto a favore dei produttori sarà correlato agli andamenti dei prezzi di borsa dei prossimi mesi: l'Autorità ha infatti ritenuto che in presenza di prezzi alti i produttori troveranno nella borsa stessa la remunerazione per la disponibilità degli impianti, mentre prezzi bassi permetteranno compensazioni senza aggravi eccessivi per i consumatori, che si gioveranno di una maggiore certezza delle forniture.  
   
   
UNA RETE SUGLI INCIDENTI NUCLEARI GRAVI PER AGGIORNARNE LA PREVISIONE E LA PREVENZIONE  
 
Bruxelles, 29 marzo 2004 - Da un anno nel sesto programma quadro, Georges Van Goethem, coordinatore della Commissione per la ricerca in materia di sicurezza dei reattori nucleari, aveva parlato nel 2003 con il Notiziario Cordis dell'urgente necessità di collaborazione nel settore. Ad aprile il lancio della rete di eccellenza Sarnet darà il via ad una ampia e intensa collaborazione. Con la partecipazione di 49 organismi di tutta Europa (18 organizzazioni di ricerca, 11 aziende private, 10 università, 4 società di servizi e 6 autorità per la sicurezza/strutture di sostegno tecnico), la cooperazione non potrebbe cominciare su più vasta scala. Il progetto affronterà l'attuale frammentazione della ricerca in Europa, in particolare identificando le priorità di ricerca e sviluppando e qualificando gli strumenti informatici usati per prevedere le differenti fasi degli incidenti nucleari. 'Attualmente differenti organismi effettuano ricerche più o meno simili', ha spiegato Jean-claude Micaelli, dell'Irsn (Institut de radioprotection et de sûreté nucléaire), che coordinerà il progetto. 'A livello bilaterale o multilaterale, già esiste una collaborazione caso per caso, ma non una struttura che abbracci tutto il settore e in cui tutti possano parlare a tutti', ha aggiunto. L'obiettivo finale della ricerca sugli incidenti nucleari gravi è evitare il rilascio di elementi radioattivi nell'ambiente. Gli scienziati si propongono di conseguirlo cercando di prevedere la catena degli eventi collegati che potrebbero accadere in un reattore in caso di difetti di funzionamento. In seguito saranno in grado di valutare l'efficienza delle misure previste per gestire l'incidente. Astec, il codice per l'analisi degli incidenti gravi sviluppato dall'Irsn e dal Grs, costituirà il fulcro di Sarnet. Nel codice sono riuniti la comprensione dei fenomeni fisici all'interno dei reattori nucleari, i modelli matematici in grado di riprodurne il comportamento, le tecniche per risolvere le equazioni matematiche e gli esiti del confronto tra predizioni e risultati degli esperimenti. Il prodotto di queste informazioni è un codice che può essere usato per calcolare lo scenario globale di un incidente nucleare grave. Astec verrà aggiornato dopo ogni nuova conoscenza acquisita nel corso dello svolgimento del progetto. Sarnet cercherà anche di migliorare le metodologie applicate nella Psa (probabilistic safety assessment) di livello 2 - il modo in cui viene condotta l'analisi sistematica dei differenti scenari possibili quando è in corso la fusione del nucleo. Gli scenari vengono quantificati in termini sia di probabilità di occorrenza che del previsto corrispondente rilascio di radioattività, e i risultati sono usati per definire le misure idonee a ridurre il rischio. Alla rete di eccellenza partecipano anche i nuovi Stati membri e altri paesi attualmente candidati. Il dottor Micaelli ha dichiarato al Notiziario Cordis di non ritenere che questi paesi abbiano necessariamente accumulato un forte ritardo nel settore rispetto al resto dell'Europa, quanto piuttosto che non abbiano accesso a tutta la conoscenza e a tutti i risultati ora generati. Coordinare una così grande rete avrebbe potuto essere per il dottor Micaelli un compito estremamente complicato, ma le attività sono state strutturate in maniera da renderlo gestibile. Al coordinamento tecnico collaborano diverse altre organizzazioni (in particolare Cea, Fzk, Grs e Kth). 'La rete appare in effetti come un alone che circonda un nucleo centrale formato da circa sette partner 'principali' che forniscono la maggior parte della conoscenza di base: i dati sperimentali e lo strumento Astec', ha spiegato il dottor Micaelli. Attività differenti verranno condotte in sottogruppi differenti, 'in questo modo i flussi d'informazione sono meno difficili da gestire di quanto lo sarebbero in un sistema in cui ogni partner produce la stessa quantità di lavoro e divide i risultati con tutti gli altri partner'. Il consorzio Sarnet ritiene che il progetto modificherà definitivamente il panorama europeo della ricerca in materia di incidenti nucleari gravi, ed ha già deciso di continuare il lavoro comune anche dopo la fine del contratto con la Commissione. Si spera che il progetto possa rappresentare un punto di riferimento in termini di priorità della ricerca, esigenza ancora più sentita ora che il finanziamento nazionale delle attività nucleari va diminuendo.  
   
   
ENAC CONVOCA LE ASSOCIAZIONI DEI PILOTI  
 
Roma, 29 marzo 2004 - Le organizzazioni sindacali rappresentative dei piloti sono state convocate in data odierna dal Presidente e dal Direttore Generale dell’Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, il Prof. Vito Riggio ed il Com.te Silvano Manera per iniziare la discussione sull’adattamento e sull’armonizzazione della normativa italiana a quella europea. L’enac ha consegnato ai rappresentanti convenuti una bozza di documento sull’innalzamento del limite di età di mantenimento in esercizio dei piloti. I lavori sono stati aggiornati a giovedì 15 aprile, alle ore 10:00.  
   
   
L’ENAC SOSPENDE I VOLI DELLA LUXOR AIR  
 
Roma, 29 marzo 2004 - L’ente Nazionale per l'Aviazione Civile rende noto di aver disposto, in via precauzionale, l’immediata sospensione delle operazioni volo della compagnia aerea egiziana Luxor Air sul territorio italiano. Tale decisione è stata presa a seguito dell’analoga iniziativa dell’Autorità per l’Aviazione Civile Francese. Infatti, all’esito di un mancato incidente nell’aeroporto di Nantes, l’agenzia francese per le investigazioni aeronautiche ha effettuato un’investigazione sulla compagnia da cui sono emerse carenze sui sistemi di addestramento dei piloti. L’enac, pertanto, ha deciso di sospendere temporaneamente la Luxor Air fino al ripristino e all’implementazione dei rilievi avanzati dai francesi. La Luxor Air aveva in programma, a partire dal 28 marzo p.V., una serie di voli charter dagli aeroporti di Milano Malpensa, Pisa, Torino e Venezia. Un provvedimento tempestivo come questo a garanzia della sicurezza del trasporto aereo, è stato possibile assumerlo anche grazie alle iniziative intraprese dall’Italia in sede europea al fine di favorire lo scambio e la condivisione delle informazioni sui controlli effettuati dai singoli Stati e sui provvedimenti sanzionatori e restrittivi adottati nei confronti di compagnie aeree comunitarie ed extra comunitarie.  
   
   
L’ENAC HA DISPOSTO INDAGINE SU BAGAGLIO IMBARCATO NONOSTANTE IL NON SUPERAMENTO DEI CONTROLLI DI SECURITY  
 
Roma, 29 marzo 2004 In merito al bagaglio imbarcato sul volo Af 1567 Pisa – Parigi che ha portato ad un atterraggio precauzionale a Milano Malpensa, il Presidente dell’Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, On. Prof. Vito Riggio, ha incaricato il Direttore Generale, Com.te Silvano Manera, di disporre un’indagine amministrativa sull’accaduto per valutare eventuali ulteriori azioni correttive e preventive per la security aeroportuale. Ad una prima ricostruzione, infatti, un bagaglio che era stato temporaneamente scartato per non aver superato il controllo di security e che avrebbe dovuto essere spedito con un volo successivo, è stato erroneamente imbarcato lo stesso sul volo Pisa – Parigi. Una volta rilevato l’accaduto, è stato informato il comandante del volo ed è stato disposto un atterraggio a Malpensa per un ulteriore controllo e per il ricongiungimento passeggero – bagaglio.  
   
   
CON AIR ONE ALBENGA NUOVAMENTE COLLEGATA CON LA CAPITALE  
 
Milano, 29 marzo 2004 - Air One annuncia l' apertura della rotta Albenga-roma, a partire dal prossimo 29 marzo. Con un volo al giorno di andata e ritorno sarà agevolato lo spostamento a Roma e, con voli in coincidenza, verso altre destinazioni internazionali e nel sud. Il servizio sarà effettuato con un bimotore Atr42 operato da Italy First per conto della maggiore compagnia privata italiana. " Sono fiducioso che l' integrazione di un aereo regionale efficiente come l' Atr42 della compagnia Italy First in un network nazionale come quello di Air One dimostrerà la fattibilità commerciale di un volo di linea in un scalo a vocazione regionale come Albenga" commenta Giorgio De Roni, Direttore Divisione Passeggeri di Air One. " L' accessibilità della riviera ponente è essenziale sia per le imprese industriali che per i servizi, primo fra tutti il turismo, e ci auguriamo che questo volo possa dare un sostegno importante all' economia locale" aggiunge De Roni. Con una gamma di tariffe a partire da 39 euro solo andata* la distanza fra il ponente ligure e la capitale si accorcia moltissimo. I passeggeri di Air One potranno usufruire gratuitamente del parcheggio auto presso lo scalo di Albenga. Aggiungendo altri 39 euro solo andata* è possibile proseguire da Roma fino a Catania, Palermo e Lamezia Terme. Air One collegherà la Liguria con il centro e sud Italia con un totale di 14 voli giornalieri di andata e ritorno, da Genova per Roma, Catania, Palermo, e da Albenga a Roma. I passeggeri Air One che aderiscono al programma frequent flyer Miles & More del suo partner commerciale Lufthansa possono accumulare miglia anche su questa rotta, che fa salire a 23 gli scali dell' intero network nazionale di Air One e a 2 quelli nella sola Liguria. L'orario Albenga-roma-albenga
Dal Da a volo partenza arrivo frequenza
29 marzo Albenga Roma Ap2110 07.50 09.20 123456
29 marzo Roma Albenga Ap2111 19.50 21.20 123456
29 marzo Roma Albenga Ap2126 15.50 17.20 7
29 marzo Albenga RomaAp2127 17.50 19.20 7
*(più tasse e sovrapprezzo carburante e sicurezza; tariffa soggetta a restrizioni)
 
   
   
AIR ONE VARA IL SISTEMA QUALITÀ  
 
Milano, 29 marzo 2004 - Air One lancia il Sistema Qualità con gli obiettivi di assicurare alti standard qualitativi a clienti e dipendenti e creare un modello di organizzazione interna che promuova e agevoli il costante miglioramento del prodotto. Tappa fondamentale del Quality System di Air One è stata la certificazione di conformità ai requisiti della Iso 9001:2000: il riconoscimento ufficiale è stato consegnato oggi al Presidente di Air One, Carlo Toto, dal prof. Bruno Braun, Presidente del Comitato Esecutivo di Tüv Rheinland Group, il più grande e autorevole organismo mondiale di certificazione. Air One ha ottenuto la certificazione di conformità ai requisiti Iso 9001:2000 per tutti i processi connessi e correlati al suo core business, ovvero progettazione e pianificazione voli di linea e charter, gestione del servizio a terra e in volo e assistenza pre- e post-volo. "La certificazione del sistema di gestione è lo strumento per amministrare con successo un' azienda, soddisfare il cliente e trarne un beneficio economico", osserva il prof. Braun. " In soli nove mesi lo staff Qualità di Air One ha individuato le aree da sottoporre a certificazione, ha definito gli obiettivi, ha presentato un programma di implementazione del sistema qualità, ha definito le funzioni e le responsabilità, ha formato il personale e ha continuamente valutato i dati raccolti, sempre coinvolgendo Tüv. Vi posso assicurare che Air One è pronta ad affrontare le sfide future". "La qualità complessiva dipende soprattutto dalla formazione e dalla motivazione delle persone, ma anche dall' importanza che riveste la consapevolezza del proprio ruolo in una struttura complessa per il corretto funzionamento della stessa" , spiega Lino Bergonzi, Direttore Generale di Air One. Il Quality System di Air One comprende l' inserimento di ogni attività e azione all'interno di un flusso integrato di procedure che comportano la realizzazione di prodotti e servizi della compagnia. Nell'ambito di un processo, ogni soggetto, dall'impiegato alle prenotazioni al pilota, deve considerarsi simultaneamente cliente di chi opera a monte e fornitore di chi si trova a valle. Il sistema è caratterizzato da orientamento al cliente, approccio per processi, logica sistemica, misurazione e miglioramento continuo, con il supporto di un forte ruolo del management, e da un ampio coinvolgimento delle persone. " L' attuazione del nostro Quality System ci consentirà di individuare le cause di ogni 'non-conformità' e di intervenire per ottimizzare l' efficienza e migliorare la qualità percepita, non solo dai clienti ma anche dai dipendenti" , aggiunge Lino Bergonzi. "Gli investimenti in un tale sistema portano ad un risparmio complessivo, in quanto una riduzione nei ritardi significa utilizzare meglio gli aerei e gli equipaggi. Ma portano anche all' aumento dei ricavi, per la tendenza alla fidelizzazione del cliente verso una compagnia sicura e affidabile, con standard di qualità riconoscibili e di buon valore". "I miei complimenti vanno a tutto il personale di Air One per l'impegno profuso nel raggiungimento di questo importante traguardo", dice Carlo Toto, presidente di Air One. "Nel futuro del trasporto aereo sarà essenziale garantire prestazioni e qualità per 'stare sul mercato' e i dipendenti Air One possono essere fieri di essere all' avanguardia. La Certificazione di Air One dovrebbe essere lo stimolo per rendere il sistema del trasporto aereo italiano efficiente e competitivo. Air One ha formulato precise richieste agli altri attori (Enac, Enav, Aeroporti, Società di gestione) che controllano e gestiscono il trasporto aereo in Italia per individuare le criticità, migliorare l' efficienza del sistema e renderlo maggiormente competitivo" conclude il Presidente Carlo Toto. Entro la fine del 2004 avrà un suo Sistema Qualità certificato anche Eas, la società per i servizi di handling aeroportuale del Gruppo Toto, che attualmente assiste 10 compagnie aeree italiane ed estere.  
   
   
MILANO, IMPRESE E PAESI ARABI C’E’ PAURA DOPO MADRID?  
 
Milano, 29 marzo 2004 - Che cosa cambia per Milano, anche economicamente, dopo l’attentato dell’11 marzo? Come si guarda ora alla comunità islamica? Meglio obbligare al rispetto delle tradizioni italiane? O favorire l’integrazione? E come? Se ne parlerà al convegno “Marocco: un Paese di nuove opportunità”, organizzato da Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, in collaborazione con Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano e Gruppo San Paolo Imi. Nel corso dell’incontro verrà annunciata l’apertura di un desk Promos a supporto delle imprese a Casablanca. In occasione dell’iniziativa verrà distribuita una indagine sulle imprese milanesi e sul loro atteggiamento nei confronti del mondo arabo dopo gli attentati di Madrid. L’appuntamento è: lunedì, 29 marzo 2004, ore 9.30-13.30, Palazzo Affari ai Giureconsulti, Sala Parlamentino, piazza Mercanti, 2, (Mm Duomo). Interverranno: Bruno Ermolli, Presidente Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali, Michele Perini, Presidente Assolombarda – Fiera Milano, Enrico Salza, Vice Presidente S. Paolo Imi Spa, Andrè Azoulay, Consigliere del Re - Gabinetto Reale del Regno del Marocco (di religione ebraica, simbolo di coesistenza tra ebrei e mussulmani), Eddine Mezouar, Presidente di Amith, Federazione del Tessile marocchina, Hassan Chami, Presidente Confederazione Generale delle Imprese del Marocco, Tajeddine Baddou, Ambasciatore del Marocco in Italia, Maurizio Bernardo, Assessore a Risorse Idriche e Servizi Pubblica Utilità - Regione Lombardia, Gianni Brovia, Responsabile Relazioni Internazionali Sistema Moda Italia, Gianni De Michelis, Presidente Ipalmo.  
   
   
CONFCOMMERCIO: DA CERNOBBIO L'INDAGINE CENSIS-CONFCOMMERCIO  
 
Cernobbio, 29 marzo 2004 – Nel corso del Forum Confcommercio svoltosi a Cernobbio è stata presentata un’indagine sui consumi e sull’evoluzione di essi. E' un quadro non particolarmente vivace quello che emerge dall'indagine Censis-confcommercio sui "Valori, i consumi e gli stili di vita degli italiani", effettuata a febbraio su un campione di 1500 individui. Molte famiglie appaiono quasi smarrite nel mercato, in attesa di segnali di cambiamento, impegnate in un'abile mediazione tra prezzi e qualità dei prodotti da acquistare e alla ricerca di occasioni per spendere il meno possibile. Restano temporaneamente congelate energie vitali e prevale, viceversa, un attendismo che depotenzia la propensione al consumo, mentre molti scrutano il mercato alla ricerca di segnali di ripresa. Ma colpisce, anche, quella formidabile "capacità di tenuta" che abbiamo sempre mostrato di fronte agli eventi più complessi e che forse ci sospingerà verso la fine di un periodo decisamente travagliato. Questa la foto degli italiani, con tutte le eccezioni del caso, con la molteplicità di stili e di modi di consumare, di spendere e di affrontare la quotidianità: c'è chi subisce, chi si adatta, chi predispone piccole o grandi strategie per affrontare la crisi. Difficile negare che la ripresa di spinte inflazionistiche, il ripetersi di crack finanziari che hanno colpito e penalizzato un gran numero di piccoli risparmiatori, l'aumento degli affitti, delle tariffe e dei servizi pubblici, non abbiano accentuato sperequazioni nella distribuzione del reddito e, soprattutto, che non abbiano ridotto le possibilità di spesa di molte famiglie. Se da un lato occorre mettere da parte le polemiche sulla crescita effettiva del tasso di inflazione negli ultimi anni (la competenza spetta esclusivamente all'Istat e ogni altra argomentazione rischia di essere generica e inutile), dall'altro lato bisognerebbe, invece, definitivamente riconoscere che i consumi tendono oggi a ristagnare perché gran parte delle famiglie italiane percepisce una netta riduzione del potere di acquisto dei redditi. Fondata o infondata che sia tale percezione, è giunto forse il momento di un'azione efficace degli organi di Governo per definire un percorso di uscita dalla crisi, per preservare e incrementare il potere di acquisto dei redditi, per tutelare e sostenere gli strati sociali (quand'anche fossero una strettissima minoranza della popolazione) economicamente più deboli e maggiormente esposti alla crisi. In concreto, se si analizzano le previsioni di consumo degli italiani e i diversi modi con cui le famiglie affrontano l'attuale congiuntura economica emerge con chiarezza come si sia allargata, rispetto a quanto si rilevava nel 2002, la fascia di coloro che prevede di contenere le spese. In particolare, la riduzione riguarda l'abbigliamento, gli alimentari, il tempo libero e i prodotti tecnologici di uso comune; solo per le cure mediche cresce il numero di famiglie che prevede incrementi di spesa per questo settore. Parallelamente, solo una stretta minoranza degli intervistati prevede di incrementare nei prossimi mesi i propri consumi, mentre la grande maggioranza del campione sembra collocarsi in una posizione di attendismo. Sono molti gli intervistati che hanno dichiarato di avere quasi riorganizzato il proprio paniere di consumo, riducendo parte della spesa (si acquistano minori quantità di prodotto) o mantenendo fermi, rispetto al passato, gli esborsi monetari, ma acquistando prodotti di minore qualità, o facendo ricorso a offerte speciali; gli acquisti più impegnativi vengono a lungo ponderati e in alcuni casi, temporaneamente procrastinati. Nonostante la fase congiunturale particolarmente critica, è rilevabile sia un'evoluzione degli stili di consumo che una molteplicità di comportamenti di spesa, a modi variegati di pensare e di vivere la quotidianità. Pertanto, ad una zona incolore, costituita da persone poco interessate alle novità e dai gusti poco definiti, si contrappongono segmenti più dinamici, sensibili alle mode e a prodotti innovativi. Ai di là della grigia situazione attuale, un numero crescente di persone manifesta sempre più interesse per nuove categorie di prodotti e di servizi, specificatamente quelli legati al viver bene, al benessere psico-fisico e al tempo libero. Si diffondono comportamenti di consumo alimentare improntati al salutismo, si intensificano gli acquisti di prodotti biologici, di prodotti venduti in erboristerie, così come si diffonde il ricorso a servizi legati al fitness e al wellness. In questo contesto quale è il ruolo della distribuzione commerciale? Oggi, più di prima, il commercio è vissuto e percepito dai consumatori come un sistema variegato, dove i diversi canali di vendita, dal negozio di vicinato, ai mercati rionali, ai punti di vendita ambulanti, alla media e grande distribuzione, svolgono una precisa funzione al servizio dei consumatori. Tutte queste tipologie sono pronte a fare fronte alle esigenze e ai gusti più diversi, capaci di animare il territorio e il tessuto urbano, dunque con una specifica valenza sociale e con un ruolo socializzante ben definito. Ci sono, perciò, valori intangibili che i consumatori riconoscono al sistema del commercio, grande, medio o piccolo che sia. Questo patrimonio deve essere oggi preservato e rafforzato, sì da diventare una nuova possibile leva per l'uscita dall'attuale condizione di stallo dei consumi. E' chiaro che lo sforzo finalizzato a creare le condizioni per la ripresa non può essere unilaterale, cioè messo in atto dai soli operatori economici privati. Da un Iato tutti i soggetti privati a cominciare dall'industria, all'agricoltura, ai trasporti, al commercio, ai servizi, sono chiamati a rendere più competitivo il sistema economico complessivo, dall'altro non devono mancare da parte degli organi di Governo gli interventi necessari che garantiscano l'effettiva crescita del potere di acquisto dei redditi, reali processi redistributivi a favore delle fasce sociali meno abbienti o a rischio di marginalizzazione e, non ultimo, un sistema di infrastrutture materiali e immateriali più moderno.
I Dati Più Significativi Dell'indagine Redditi E Potere D'acquisto Messi Alla Prova La Parte Più Consistente Del Campione, Esattamente Il 75,4% Ritiene Che Nel Breve Periodo Il Reddito Disponibile Del Nucleo Familiare Resterà Stabile; Nel 2001 Questa Fascia Rappresentava Il 78,9% Del Campione. Aumentano Le Persone Che Prevedono Una Diminuzione Del Reddito: Passano Dal 10,7% Del 2001 Al 16,1% Del 2004, Fra Le Quali È Significativa La Quota Di Coloro Che Hanno Redditi Fino A 800 C
Sono ancora relativamente poche le famiglie italiane che vedono una schiarita all'orizzonte, la possibilità di una decisa ripresa dei consumi, un quadro economico rassicurante, che permetta di spendere con un po' di rilassatezza. Teniamo il "motore al minimo", in una fase logorante che non permette di vedere con chiarezza la fine dell'attuale stagnazione dei consumi. La parte più consistente del campione, esattamente il 75,4% ritiene che nel breve periodo (indicativamente i prossimi sei mesi) il reddito disponibile del nucleo familiare resterà stabile rispetto ai sei mesi precedenti. Le più recenti indagini sugli stili di vita degli italiani effettuate dal Censis mettono in evidenza come nel 2001 il 78,9% degli intervistati prevedeva una sostanziale stabilità dei redditi, mentre dall'anno successivo ad oggi tale quota si è ridimensionata arrivando a superare di poco il 75%. Esiste già da tempo un nucleo duro di cosiddetti "adattivi", di persone cioè che per il momento non hanno grandi aspettative di accrescere il reddito, ma neanche di peggiorare la propria condizione. Preoccupa l'aumento della quota di intervistati che ha previsto e prevede una riduzione del reddito complessivo: nel 2001 era il 10,7% e oggi tale quota risulta pari al 16,1% del campione analizzato; parallelamente si assiste alla riduzione della quota di persone che prevede un incremento del reddito, passata infatti dal 10% nel 2001 all'8,5% nel 2004. Nel 16,1% del campione (quota costituita dalle persone che prevedono una riduzione del reddito disponibile) si collocano in buona parte persone oggi in una condizione di disagio e di difficoltà economica. In particolare tale percentuale sale al 21,8% fra coloro che percepiscono fino a 800 C. Da un punto di vista territoriale, la percentuale di coloro che prevedono una riduzione della capacità di spesa è ovunque purtroppo più elevata della quota di coloro che prevedono incrementi del reddito. Nelle regioni del Nord-est e del Centro, in particolare, il 17% degli intervistati (una quota lievemente al di sopra della media dell'intero campione) ritiene che nei prossimi mesi vi sarà minore disponibilità di reddito rispetto al passato; ma anche nelle regioni del Nord-ovest e del Mezzogiorno la percentuale di coloro che prevedono un restringimento della capacità di spesa è elevato: circa il 15% delle persone intervistate.
Come Spenderanno Gli Italiani Nei Prossimi Mesi Per Il 2004 Il 46,3% Del Campione Prevede Di Diminuire La Spesa Per Abbigliamento, Il 37% Quella Dei Beni Durevoli (Elettrodomestici, Veicoli), Il 36,1% La Spesa Per Prodotti Tecnologici, Il 16,9% La Spesa Dei Prodotti Alimentari. Al Contrario I Capitoli Di Spesa Che Potrebbero Incrementare Con Maggiore Intensità Dovrebbero Essere Quelli Concernenti La Salute E Le Cure Mediche (37,2%), L'istruzione, L'acquisto Di Libri Scolastici (24,3%) E Le Spese Di Prodotti Alimentari (20,50/o).
Che molti consumatori italiani abbiano, con intensità crescente nell'ultimo anno e mezzo, messo in atto comportamenti di contenimento delle spese è un dato di fatto difficilmente contestabile. I confronti tra le indagini svolte negli ultimi anni dal Censis riportano ad esempio che tra il 2002 e il 2004: - la quota di persone intervistate che prevedeva di ridurre le spese per i prodotti alimentari è passata dal 5,3% all'attuale 16,9%; - la percentuale di coloro che prevedeva di contenere le spese per capi di abbigliamento era pari all'11,6% ed è passata oggi al 46,3%; il 21,3% prevedeva solo due anni fa di ridurre le spese per l'acquisto di prodotti tecnologici vari, mentre oggi la quota si è attestata al 36,1%, il 9,7% prevedeva di contenere le spese per il tempo libero, mentre attualmente la percentuale è salita al 35,1%. Solo per le cure mediche si rileva, anno dopo anno, un incremento del numero di famiglie che prevede l'aumento di tale voce di spesa. Per il 2004, dunque, i capitoli di spesa che potrebbero incrementare con maggiore intensità dovrebbero essere quelli concernenti la salute e, le cure mediche, l'istruzione, l'acquisto di libri scolastici e le spese di prodotti alimentari. Solo gruppi esigui di famiglie prevedono di intensificare le spese per nuovi capi di abbigliamento e beni durevoli per la casa o per la mobilità.Naturalmente la propensione al consumo e le previsioni di spesa variano notevolmente a seconda dell'età, della classe di reddito e della tipologia familiare di appartenenza delle persone intervistate. Per i prodotti alimentari, in particolare, le quote più elevate di coloro che prevedono di contenere la spesa nei prossimi mesi si riscontrano nelle classi d'età più avanzata, dai 55 anni in poi, mentre quelle più dinamiche sono costituite da giovani ma non solo. Le difficoltà attualmente vissute dagli strati meno abbienti emergono, inoltre, con maggiore chiarezza dal fatto che la percentuale di persone che prevede di contenere le spese alimentari aumenta al diminuire del reddito: solo il 10,5% dei percettori di reddito superiore ai 3.100 euro conterrà nei prossimi mesi le spese alimentari, a fronte del 26,6%, di coloro che percepiscono un' massimo di 800 euro mensili.
La Spesa È Diventata Più Amara L'83,5% Del Campione Ricorre Più Frequentemente Alle Offerte Speciali, L'80,2% Ha Ridotto Le Spese Per Il Tempo Libero, Il 70% Acquista Con Frequenza Prodotti Non Di Marca, Circa Il 60% Ha Utilizzato I Risparmi Per Far Fronte Alle Spese Quotidiane, Il 47,5% Ha Modificato I Consumi Alimentari.
La reazione più diffusa per affrontare la crisi è consistita ovviamente nell'attuare comportamenti di spesa sostitutivi o comportamenti tesi a mediare tra qualità e prezzo: gli acquirenti sono diventati sempre più oculati, confrontano molto più frequentemente i prezzi di un medesimo prodotto tra più esercizi commerciali e, soprattutto, ricorrono, più che nel passato, a offerte speciali e vendite sottocosto, così come ha dichiarato l'83,5% degli intervistati. In secondo ordine, 1'80,2% delle famiglie effettua piccole e grandi rinunce in merito alle spese per il tempo libero. La reazione più diffusa per affrontare la crisi è consistita ovviamente nell'attuare comportamenti di spesa sostitutivi o comportamenti tesi a mediare tra qualità e prezzo: gli acquirenti sono diventati sempre più oculati, confrontano molto più frequentemente i prezzi di un medesimo prodotto tra più esercizi commerciali e, soprattutto, ricorrono, più che nel passato, a offerte speciali e vendite sottocosto, così come ha dichiarato l'83,5% degli intervistati. In secondo ordine, 1'80,2% delle famiglie effettua piccole e grandi rinunce in merito alle spese per il tempo libero. Oltre 1'85% delle persone collocate nelle fasce di reddito inferiori prese in considerazione nell'indagine lascia meno spazio alle spese per il tempo libero, ma è interessante rilevare come risparmi, piccoli o grandi che siano, su questa voce di spesa vengano oggi effettuati da più della metà (54,9%) dei più abbienti; segno di preoccupazione e di tensioni presenti ovunque. Ciò che colpisce in modo particolare è comunque il fatto che quasi il 60% degli intervistati abbia dichiarato di avere già intaccato i propri risparmi a causa della fase di stallo del sistema, così come il 47,5% si vede costretto a "tarare" il paniere dei consumi alimentari, effettuando delle rinunce e contenendo le spese. E chi è costretto a prendere misure di questo tipo, purtroppo, sono proprio quei soggetti collocati in una posizione strutturale di debolezza: i percettori di un reddito contenuto, le coppie con figli, le persone più avanti nell'età. Si tratta di una fascia che rischia fortemente un'ulteriore e disastrosa marginalizzazione, inaccettabile per un Paese sviluppato come il nostro. Fa pertanto molto riflettere il fatto che oltre il 70% degli intervistati con un reddito che non supera gli 800 euro mensili abbia dichiarato di fare fronte alle spese quotidiane ricorrendo eventualmente ai risparmi accumulati in passato. Stesso atteggiamento è stato dichiarato dal 64,4% degli ultrasessantaquattrenni, ma anche dal 62% delle persone tra i 45 e i 54 anni e dal 60% di coloro che hanno tra i 30 e i 44 anni.
Smarriti Nel Mercato Oltre Il 90% Del Campione Ha Paura Che L'inflazione Continui Ad Aumentare, L'87% Sente La Difficoltà A Tutelare I Risparmi, L'82% Teme La Scarsa Sicurezza Dei Prodotti Alimentari, Oltre Il 77% Ha Paura Degli Ogm, Oltre Il 72% Teme Gli Attentati Terroristici Mentre Il 50% Teme Per La Stabilità E La Sicurezza Del Lavoro.
Vi è da parte di molte persone un senso di smarrimento nel mercato, che viene percepito come indecifrabile, con regole difficili da comprendere, quanto meno per la gente comune. Molti fatti recenti hanno generato una sorta di inquietudine, che frena e condiziona i comportamenti di spesa, un'inquietudine che congela quelle energie essenziali che potrebbero ridare slancio al sistema dei consumi in Italia. Quali sono i fattori che condizionano attualmente i comportamenti di spesa delle famiglie? Il dato più ovvio e scontato è che quasi la totalità del campione analizzato (92,4%) immagina un futuro dove l'inflazione continui ad aumentare. Vi è poi un secondo gruppo di fattori potenzialmente ostativi alla piena ripresa dei consumi, rappresentato dalla: crescente paura della scarsa sicurezza dei prodotti alimentari, espressa dall'81,9% degli intervistati; dal timore che per alcuni prodotti alimentari possano essere utilizzati organismi geneticamente modificati, così come indicato dal 77,2% degli intervistati; dalla possibilità di attentati terroristici, come ha espresso il 72,4% degli intervistati. Per molte persone, quasi il 50% degli intervistati, sul clima di incertezza generale influisce l'idea della scarsa stabilità del lavoro o, per i più giovani, la difficoltà a trovare lavoro. Per molte persone, quasi il 50% degli intervistati, sul clima di incertezza generale influisce l'idea della scarsa stabilità del lavoro o, per i più giovani, la difficoltà a trovare lavoro. Questo timore, che fa ovviamente riferimento ad una percezione soggettiva degli intervistati, risulta, naturalmente, più diffuso tra i giovanissimi, cioè tra coloro che si pongono nella classe di età tra i 18 e i 29 anni, ma questo senso di smarrimento è presente in larga misura anche nelle classi dei trentenni, dei quarantenni e dei cinquantenni, per poi abbassarsi, ovviamente, tra coloro che si avviano ad uscire, per l'età, dal mercato del lavoro. Inoltre, le quote più elevate di persone che temono per il futuro del proprio lavoro sono state riscontrate nelle regioni del Centro e in quelle meridionali. In un contesto siffatto, caratterizzato da un deciso calo di fiducia, anche le previsioni di investimento delle famiglie sono tenute al minimo, in attesa di tempi migliori. Le deludenti performance delle principali Borse negli ultimi anni e il calo progressivo, specie nell'ultimo anno, anche dei rendimenti dei titoli di Stato, per non parlare delle perdite subite su alcuni prodotti finanziari proposti a molte famiglie da alcuni istituti bancari italiani spingono i consumatori ad un atteggiamento di circospezione, se non di delusione. Le forme di investimento alle quali si ricorre maggiormente o si prevede di ricorrere nell'immediato futuro sono rappresentate dai titoli a reddito fisso, prevalentemente i titoli di Stato, cui si aggiungono le polizze assicurative. Dei primi è in possesso attualmente il 19,1% degli intervistati, e un ulteriore 4,2% prevede di acquistarli, mentre degli strumenti assicurativi è in possesso il 18,3% del campione. Tra gli strumenti caratterizzati da un maggiore livello di rischio invece, i fondi di investimento sembrano avere per le famiglie italiane ancora un certo appeal, anche se la quota di possessori è di appena il 5,4%, cui si aggiunge un ulteriore 2,4% di futuri possessori, mentre risulta ancora più basso il livello di diffusione di azioni. L'unico vero investimento per il quale una parte delle famiglie è disposta a rischiare, eventualmente contraendo un debito, resta la casa e gli immobili in generale. Nel 2004 il 19% degli intervistati ha in atto una pratica per l'acquisto di un immobile o prevede di effettuare questo tipo di operazione e tale percentuale è peraltro in lieve aumento rispetto allo scorso anno, con percentuali superiori alla media complessiva del campione soprattutto nelle regioni del Nord Ovest. In questo quadro riveste un'enorme importanza il ricorso al credito al consumo soprattutto da parte di coloro che non hanno ingenti disponibilità liquide nell'immediato e desiderano acquistare beni di un certo valore. Relativamente a questo strumento, che nel 2002 era utilizzato ed appariva comodo e conveniente al 31,7% degli intervistati assistiamo oggi ad un incremento del numero delle persone che vi ricorre. Sono il 33,9% del campione gli utilizzatori che lo valutano positivamente mentre diminuiscono, rispetto al 2002, coloro che non lo utilizzano ma sarebbero interessati. Migliora anche sensibilmente (dal 6,6% del 2002 al 5,1% del 2004) la percentuale di coloro che, pur avendolo utilizzato, non lo trova comodo o conveniente.
Come Cambiano Gli Stili Di Consumo Circa Il 52% Si Sente Parsimonioso E Misurato Negli Acquisti, Il 25,5% Spende Lo Stretto Necessario Perché Deve Risparmiare, Il 23,2% Si Concede Talvolta Piccoli E Grandi Lussi<­ Non appare azzardato affermare che emerge, pur con le difficoltà attuali, una società dalle molte sfaccettature, variegata e, nella sua varietà, anche molto originale e mutevole. Sono proprio tale originalità e mutevolezza a mostrare un barlume di luce all'interno del tunnel di questa fase di crisi. Che la situazione attuale non sia delle migliori emerge con chiarezza dal fatto che ben il 51,7% degli intervistati ha indicato di adottare comportamenti parsimoniosi e di contenimento dei consumi, ma preoccupa soprattutto la vasta area del campione (poco più di un quarto) che ha dichiarato di spendere lo stretto necessario perché costretta a risparmiare. Esiste però anche un'altra tipologia di consumatori, quella corrispondente a quasi un quarto degli intervistati (23,2%), che si dichiara disposta a concedersi, di tanto in tanto, qualche piccolo o grande lusso.
Le Fonti Di Informazioni Prima Di Un Acquisto Gli Intervistati In Maggioranza Hanno Risposto Di Decidere Da Soli, Senza Il Consiglio Di Nessuno, Nello Specifico Il 76,8% Se Deve Acquistare Generi Alimentari, L'84,4% Se Deve Acquistare Capi D'abbigliamento E, Infine, Il 51,1% Se L'acquisto Riguarda Prodotti Tecnologici O Elettrodomestici
Autoreferenzialità sembra essere la parola d'ordine e questo atteggiamento sembra essersi accentuato, quasi come una delle risposte alle difficoltà del momento. Gli Italiani sono autoreferenti nella raccolta di informazioni, prima di compiere un acquisto Per quel che riguarda le altre fonti d'informazione, il panorama è abbastanza diversificato, a seconda della tipologia di prodotto. Se la scelta interessa generi alimentari, la seconda risorsa da cui attingere informazioni, ma con un seguito di adesioni molto meno cospicuo rispetto alla prima, è costituita da depliant (8,4%), e non a caso. Proprio perché sempre più persone sono alla ricerca di prodotti dal prezzo basso, o di offerte speciali, si consultano volantini e depliant distribuiti in gran numero dalle catene più note della media e grande distribuzione.
Il Ruolo Della Marca Il 69,2% Degli Intervistati Dice Di Sentirsi Garantito Dalla Marca Per Quanto Riguarda L'acquisto Di Prodotti Tecnologici, Il 59,5% Per I Generi Alimentari, Il 32,7% Per I Capi Di Abbigliamento
Nonostante il senso d'attendismo diffuso, nonostante la propensione al risparmio dettata da una congiuntura non proprio rosea, gli italiani continuano a valutare la marca "famosa" come un sinonimo di qualità. Come si può facilmente comprendere, è molto importante avere delle garanzie relativamente a tutto ciò che costituisce la nostra alimentazione e analogamente quando si deve fare un investimento in prodotti tecnologici o in elettrodomestici. Che sia high-tech o semplice elettrodomestico si tratta comunque di un genere di spesa legata ad un esborso di denaro di non poca rilevanza. Di qui, l'esigenza di essere rassicurati circa l'effettiva capacità del bene acquistato di corrispondere alle effettive esigenze del consumatore. In sintesi, il 69,2% degli intervistati dice di sentirsi garantito dalla marca per i prodotti tecnologici ed il 59,5% per i generi alimentari.
L'appeal Della Marca Commerciale Cresce L'acquisto Di Prodotti Con Il Marchio Delle Più Importanti Catene Distributive. La Motivazione Di Scelta Si Suddivide Fra Chi Lo Fa Per Il Prezzo Conveniente E Chi Invece Per La Buona Qualità. Il Fattore Prezzo Conveniente Incide Per Il 40,5% Nella Pasta, Per Il 40,9% Nello Scatolame, Per Il 35,1% Nei Prodotti Per La Cura Personale E Per Il 50,3% Per I Prodotti Per La Casa
Ma c'è anche una parte del campione che dice di aver utilizzato prodotti a marca commerciale per la loro buona qualità. Circa un quarto del campione afferma di aver acquistato pasta o scatolame di marca commerciale in virtù di questo valore aggiunto: il 23,3% per la pasta ed il 25,1% per lo scatolame. Le percentuali di "sì, per la buona qualità" si riducono leggermente se si tratta di prodotti per la casa o per la cura personale. Si passa dal 17,3% dei primi al 16,6% degli ultimi. Se, inoltre, si considera che le percentuali di coloro che non hanno avuto occasione di acquistare questi prodotti variano da un minimo del 15% ad un massimo del 20%, a seconda dei prodotti considerati, è evidente che sono veramente pochi i consumatori non interessati alle marche commerciali.
La Ripartizione Della Spesa Per Canali Di Vendita Gli Intervistati Utilizzano I Seguenti Canali Per L'acquisto Di Alimentari:il 65,6% Supermercati O Ipermercati; Il 19,1% Negozi Di Prossimità; Il 9,5% Mercati Rionali; Il 5,8% Discount
L'importanza attribuita dai consumatori sia al negozio di vicinato che ai mercati rionali aumenta, rispetto alla media complessiva del campione, presso i consumatori con i redditi bassi. Quasi un quarto della spesa alimentare dei percettori di un reddito non superiore a 800 euro mensili viene effettuata presso negozi di prossimità e un ulteriore 12,2% presso mercati rionali. Inoltre, le persone maggiormente spinte a effettuare parte della spesa presso il dettaglio tradizionale e presso mercati rionali sono sia i più giovani che le persone più avanti nell'età: ciò è dovuto probabilmente a due fattori, sia la minore disponibilità di reddito che generalmente caratterizza tali fasce d'età che la maggiore disponibilità di tempo settimanale da dedicare alla spesa alimentare. Ma anche nelle fasce di età intermedia sono riscontrabili percentuali molto vicine alla media complessiva del campione di persone che effettuano una parte della propria spesa presso negozi di prossimità. Come detto in precedenza, inoltre il ruolo del dettaglio tradizionale diventa preponderante in ambiti diversi da quello dei prodotti alimentari e per voci di spesa abbastanza rilevanti nei bilanci delle famiglie italiane. Nel settore dell'abbigliamento il negozio specializzato è preferito da quasi la metà degli intervistati (esattamente per il 49,3% esso è il canale prevalente). Una buona parte di consumatori afferma, tuttavia, di rivolgersi anche alla media e grande distribuzione (21,6%) oppure di non avere un negozio preferito, acquistando un po' dove e come capita (21,8%). A questi negozi il cliente sembra riconoscere un plusvalore: la possibilità di trovare prodotti diversi, un maggiore assortimento, l'assistenza diretta ed i consigli del dettagliante ed un servizio personalizzato. La medesima motivazione è alla base delle scelta dei consumatori di rivolgersi a negozi specializzati per l'acquisto di prodotti tecnologici e di elettrodomestici. Una parte consistente degli intervistati - esattamente il 42,5% - afferma di fare acquisti prevalentemente presso il dettaglio specializzato sebbene per una ulteriore quota importante, pari al 37%, i centri commerciali sono il luogo di acquisto principale di tale categoria merceologica. Nonostante messaggi veri e informazioni fuorvianti che continuano a rincorrersi, nell'opinione di gran parte delle famiglie il sistema degli operatori del commercio oggi è considerato come un importante punto di riferimento, un segnale di modernità, un apparato ramificato e radicato sul territorio( portatore di valori nei quali specifiche categorie di consumatori si riconoscono. I consumatori tendono a distinguere in modo sempre più netto e preciso la funzione d'uso di ciascuna forma distributiva che soddisfa esigenze differenti, tali per cui la media e grande distribuzione e il piccolo commercio tradizionale sono parti inscindibili e complementari di un medesimo sistema. La grande e media distribuzione è particolarmente apprezzata per la vasta gamma di prodotti che essa propone, per la possibilità, che essa dà, di scegliere in totale autonomia e con calma, per i prezzi, percepiti generalmente come più contenuti rispetto alle altre forme di distribuzione. Del dettaglio tradizionale, viceversa, si apprezza particolarmente il rapporto di fiducia che si instaura tra venditore e cliente, l'assistenza diretta del venditore, l'elevata qualità dei prodotti. Una più efficace convivenza e una complementarietà tra le differenti forme distributive pertanto è possibile. Il livello di fídelízzazione tra i consumatori e i punti vendita, specie nel settore alimentare è estremamente elevato, tanto che oltre il 70% delle persone intervistate nell'ambito della presente indagine ha dichiarato di rivolgersi per i principali acquisti di alimentari sempre al medesimo punto vendita. Le parole chiave sembrano quindi essere: riconsolidamento del rapporto di fiducia tra cliente e venditore. <­I Vantaggi Della Media E Grande Distribuzione Ampia Varietà Di Scelta Indicata, Competitività Di Prezzi, Orario Di Apertura Prolungato E/o Domenicale, Presenza Di Prodotti Di Qualità Migliore E Più Sicuri<­ Nella percezione deì consumatori, la media e grande distribuzione da un lato e il negozio specializzato dall'altro sono realtà molto diverse tra loro, proprio perché in effetti i benefici associati alle differenti categorie distributive sono diversi. Tra i plus più rilevanti attribuiti alla media e grande distribuzione, i valori più importanti sono attribuiti rispettivamente: alla più ampia varietà di scelta indicata dal 58,7% degli intervistati; alla competitività dei prezzi, cui fa riferimento il 44,9% del campione; all'orario di apertura prolungato e/o domenicale, indicato dal 13,1%; alla presenza dì prodotti di qualità migliore e più sicuri per 13,1%. Importante è agli occhi dei consumatori anche la possibilità di guardare con calma i prodotti, così come indicato dal 9,8% del campione.
I Vantaggi Dei Negozi Di Vicinato Specializzati Alimentari E Non Migliore Rapporto Di Fiducia Tra Negoziante E Cliente, Vicinanza Del Punto Vendita, L'assistenza Diretta Del Venditore, Presenza Di Prodotti Alimentari Di Qualità Migliore
Dei negozi di vicinato e di quelli specializzati per l'acquisto di prodotti molteplici, alimentari e non, sono apprezzati soprattutto: il rapporto di fiducia che si instaura con il rivenditore, indicato dal 34,9%, la vicinanza dei punti vendita tradizionali all'abitazione degli acquirenti, indicata dal 33,1%; l'assistenza diretta del rivenditore, apprezzata dal 21,9% degli intervistati, L'analisi per fascia di età evidenzia come, per i clienti di età superiore ai 55 anni, la vicinanza alla propria abitazione è, ovviamente uno dei motivi determinanti nella scelta (il 36,2% di questa classe d'età lo ha infatti collocato ai primi posti). La lettura dei dati per tipologia familiare contribuisce a confermare due osservazioni: i single sembrano ricercare nel negozio di quartiere la migliore qualità dei prodotti alimentari (18,8%), a conferma della preminenza loro attribuita al valore del mangiare bene; il monogenitore, che nella media e grande distribuzione cerca ed apprezza l'orario prolungato e l'apertura domenicale, del negozio di quartiere, sembra apprezzare particolarmente la vicinanza alla propria abitazione (37%).
 
   
   
26 MARZO 2004 EDAY ALL’ISTITUTO E MUSEO DI STORIA DELLA SCIENZA  
 
Firenze, 29 marzo 2004 – Nel quadro della Xiv Settimana della Cultura Scientifica (22–28 marzo), l’Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze ha presentato alla stampa due importanti novità destinate a rilanciare e a espandere il ruolo dell’istituzione: A) il completamento di una serie di cospicui restauri che qualificano e ottimizzano la funzionalità della storica sede di Palazzo Castellani, consentendo di proporre nuovi settori di attività e di offrire nuovi servizi; B) una serie di opere multimediali innovative, eccezionali anche sotto il profilo scientifico e didattico (si veda in proposito il comunicato n. 2). Due anni fa fu il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi a inaugurare la nuova biblioteca di ricerca, con la sua vista spettacolare sull’Arno e con le sue ricchissime dotazioni librarie. Oggi pomeriggio sarà il Presidente del Senato Marcello Pera a inaugurare il piano terreno completamente rimodellato e i locali del piano seminterrato. Presenti alla cerimonia, tra gli altri, il Sindaco di Firenze Leonardo Domenici e l’Assessore Regionale alla Cultura Mariella Zoppi, oltre ad autorevoli rappresentanti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Si tratta di lavori imponenti che hanno interessato un complesso di oltre 1.000 metri quadrati, consentendo di riportare alla luce anche le fondazioni dell’antico Castello d’Altafronte (sec. Xii). I lavori di restauro sono stati realizzati grazie a finanziamenti concessi nel quadro dell’Accordo di Programma Ministero per i Beni e le Attività Culturali–regione Toscana. L’allestimento dei nuovi spazi è stato reso possibile dal sostegno della Regione Toscana e dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Questi lavori hanno creato le condizioni per ottimizzare le molteplici funzioni svolte dall’Istituto e Museo di Storia della Scienza: biblioteca, archivio e centro di documentazione; museo, con l’intensa attività educativa; centro di ricerca storico–scientifica; laboratorio multimediale, fotografico e di restauro; centro di formazione e di diffusione della cultura scientifica, anche attraverso l’organizzazione di convegni ed esposizioni temporanee. Sono adesso disponibili spazi di accoglienza più vasti e qualificati (biglietteria, bookshop, guardaroba, aree di sosta, strutture di informazione su storia, attività e collezioni). In altri locali è allestita la mostra Pedalando nel tempo, realizzata in collaborazione con il Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari. La mostra presenta la collezione di antiche biciclette del Museo di Storia della Scienza. Vengono inoltre inaugurati laboratori di animazione, nei quali i visitatori potranno manipolare repliche fedeli degli strumenti originali esposti nel Museo. Il piano seminterrato, dotato di accesso indipendente, ospita due sale, per complessivi 150 posti a sedere, collegate in audio e video e dotate delle più avanzate tecnologie di proiezione e comunicazione. In queste sale saranno organizzati convegni e seminari o, in alternativa, esposizioni temporanee. Presentati anche due progetti destinati a potenziare la funzionalità di Palazzo Castellani: il riallestimento dei due piani nei quali si sviluppa l’esposizione museale, con l’inserimento di avanzatissimi sistemi di fruizione (vedi comunicato 2); la risistemazione e riqualificazione di Piazza dei Giudici, grazie alla collaborazione del Comune di Firenze e della Camera di Commercio. Infolink: www.Imss.fi.it