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GIOVEDì
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 01 Luglio 2004 |
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Web alimentazione e benessere | |
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DAL 27 AL 29 GIUGNO GRANDE “MISSIONE” USA LE SPECIALITA' ALIMENTARI ITALIANE IN MOSTRA AL PUBBLICO AMERICANO |
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Le nove aziende del Consorzio Export Fondamenta del Gusto, al Salone Internazionale Summer Fancy Food Show di New York Le nove aziende produttrici di specialità della tradizione alimentare italiana che fanno parte del Consorzio Export Fondamenta del Gusto, sono protagoniste, per il secondo anno consecutivo, del grande salone Internazionale dell’Alimentazione Summer Fancy Food Show, che si tiene da domenica 27 a martedì 29 giugno a New York. Lo scopo principale di Fondamenta del Gusto è creare una strategia di distribuzione capillare per conquistare maggiore quota del mercato del food, raggiungendo i numerosi consumatori alla ricerca di un’alimentazione genuina e di qualità e, quindi, di espandersi anche all’estero. In quest'ottica la partecipazione alle importanti rassegne internazionali è fondamentale. La “missione americana” che inizia domenica, fa seguito ad una serie di importanti incontri professionali che una delegazione dei nove produttori italiani ha avuto in questi giorni in Canada, con la collaborazione dell’ufficio Ice (Istituto per il Commercio Estero) di Toronto. Le aziende del Consorzio Export Fondamenta del Gusto (www.Fondamentadelgusto.it) con i loro prodotti sani e genuini, particolarmente curati dalla selezione delle materie prime al confezionamento (le “referenze” sono più di duecento, appartenenti a una dozzina di differenti settori alimentari: dai salumi ai dolci, dall’olio extravergine d'oliva all’aceto balsamico, dai formaggi alle marmellate, dal riso alla pasta); coprono l'Italia enogastronomica da Nord a Sud, spaziando tra le specialità delle tradizioni di ben otto diverse regioni: Piemonte (con Risi & Co. Srl, di Michele Perinotti); Veneto (con la Torrefazione Artigiana Caffè del Doge, di Bernardo Della Mea); Emilia Romagna (con il Caseificio Sociale Castellazzo, di Giulio Pratissoli e l’Antica Balsamica S. Giacomo, di Andrea Bezzecchi); Toscana (con l’Azienda Agricola “Il Frantoio” di Vicopisano, di Nicola Bovoli); Lazio (con la Di Ciaccio Specialità Dolciarie, di Antonio Di Ciaccio); Marche (con La Pasta di Giovanni Perna, di Graziano Perna); Puglia (con la Sapori del Salento Di Stefanicò, di Francesco Muscella) e Sicilia (con La Nicchia, di Gianni Busetta). L’intera gamma delle referenze del Consorzio è reperibile a Reggio Emilia, in Via Maestri del Lavoro 22 (Sede operativa del Consorzio: tel. E fax 0522-391174) o a Milano, nel grande show room Etì, in Via Filippetti 41, angolo C.so Porta Romana (telefono 02-58431836). |
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Le nove aziende del Consorzio Export Fondamenta del Gusto, al Salone Internazionale Summer Fancy Food Show di New York Le nove aziende produttrici di specialità della tradizione alimentare italiana che fanno parte del Consorzio Export Fondamenta del Gusto, sono protagoniste, per il secondo anno consecutivo, del grande salone Internazionale dell’Alimentazione Summer Fancy Food Show, che si tiene da domenica 27 a martedì 29 giugno a New York. Lo scopo principale di Fondamenta del Gusto è creare una strategia di distribuzione capillare per conquistare maggiore quota del mercato del food, raggiungendo i numerosi consumatori alla ricerca di un’alimentazione genuina e di qualità e, quindi, di espandersi anche all’estero. In quest'ottica la partecipazione alle importanti rassegne internazionali è fondamentale. La “missione americana” che inizia domenica, fa seguito ad una serie di importanti incontri professionali che una delegazione dei nove produttori italiani ha avuto in questi giorni in Canada, con la collaborazione dell’ufficio Ice (Istituto per il Commercio Estero) di Toronto. Le aziende del Consorzio Export Fondamenta del Gusto (www.Fondamentadelgusto.it) con i loro prodotti sani e genuini, particolarmente curati dalla selezione delle materie prime al confezionamento (le “referenze” sono più di duecento, appartenenti a una dozzina di differenti settori alimentari: dai salumi ai dolci, dall’olio extravergine d'oliva all’aceto balsamico, dai formaggi alle marmellate, dal riso alla pasta); coprono l'Italia enogastronomica da Nord a Sud, spaziando tra le specialità delle tradizioni di ben otto diverse regioni: Piemonte (con Risi & Co. Srl, di Michele Perinotti); Veneto (con la Torrefazione Artigiana Caffè del Doge, di Bernardo Della Mea); Emilia Romagna (con il Caseificio Sociale Castellazzo, di Giulio Pratissoli e l’Antica Balsamica S. Giacomo, di Andrea Bezzecchi); Toscana (con l’Azienda Agricola “Il Frantoio” di Vicopisano, di Nicola Bovoli); Lazio (con la Di Ciaccio Specialità Dolciarie, di Antonio Di Ciaccio); Marche (con La Pasta di Giovanni Perna, di Graziano Perna); Puglia (con la Sapori del Salento Di Stefanicò, di Francesco Muscella) e Sicilia (con La Nicchia, di Gianni Busetta). L’intera gamma delle referenze del Consorzio è reperibile a Reggio Emilia, in Via Maestri del Lavoro 22 (Sede operativa del Consorzio: tel. E fax 0522-391174) o a Milano, nel grande show room Etì, in Via Filippetti 41, angolo C.so Porta Romana (telefono 02-58431836). |
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Le nove aziende del Consorzio Export Fondamenta del Gusto, al Salone Internazionale Summer Fancy Food Show di New York Le nove aziende produttrici di specialità della tradizione alimentare italiana che fanno parte del Consorzio Export Fondamenta del Gusto, sono protagoniste, per il secondo anno consecutivo, del grande salone Internazionale dell’Alimentazione Summer Fancy Food Show, che si tiene da domenica 27 a martedì 29 giugno a New York. Lo scopo principale di Fondamenta del Gusto è creare una strategia di distribuzione capillare per conquistare maggiore quota del mercato del food, raggiungendo i numerosi consumatori alla ricerca di un’alimentazione genuina e di qualità e, quindi, di espandersi anche all’estero. In quest'ottica la partecipazione alle importanti rassegne internazionali è fondamentale. La “missione americana” che inizia domenica, fa seguito ad una serie di importanti incontri professionali che una delegazione dei nove produttori italiani ha avuto in questi giorni in Canada, con la collaborazione dell’ufficio Ice (Istituto per il Commercio Estero) di Toronto. Le aziende del Consorzio Export Fondamenta del Gusto (www.Fondamentadelgusto.it) con i loro prodotti sani e genuini, particolarmente curati dalla selezione delle materie prime al confezionamento (le “referenze” sono più di duecento, appartenenti a una dozzina di differenti settori alimentari: dai salumi ai dolci, dall’olio extravergine d'oliva all’aceto balsamico, dai formaggi alle marmellate, dal riso alla pasta); coprono l'Italia enogastronomica da Nord a Sud, spaziando tra le specialità delle tradizioni di ben otto diverse regioni: Piemonte (con Risi & Co. Srl, di Michele Perinotti); Veneto (con la Torrefazione Artigiana Caffè del Doge, di Bernardo Della Mea); Emilia Romagna (con il Caseificio Sociale Castellazzo, di Giulio Pratissoli e l’Antica Balsamica S. Giacomo, di Andrea Bezzecchi); Toscana (con l’Azienda Agricola “Il Frantoio” di Vicopisano, di Nicola Bovoli); Lazio (con la Di Ciaccio Specialità Dolciarie, di Antonio Di Ciaccio); Marche (con La Pasta di Giovanni Perna, di Graziano Perna); Puglia (con la Sapori del Salento Di Stefanicò, di Francesco Muscella) e Sicilia (con La Nicchia, di Gianni Busetta). L’intera gamma delle referenze del Consorzio è reperibile a Reggio Emilia, in Via Maestri del Lavoro 22 (Sede operativa del Consorzio: tel. E fax 0522-391174) o a Milano, nel grande show room Etì, in Via Filippetti 41, angolo C.so Porta Romana (telefono 02-58431836). |
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Le nove aziende del Consorzio Export Fondamenta del Gusto, al Salone Internazionale Summer Fancy Food Show di New York Le nove aziende produttrici di specialità della tradizione alimentare italiana che fanno parte del Consorzio Export Fondamenta del Gusto, sono protagoniste, per il secondo anno consecutivo, del grande salone Internazionale dell’Alimentazione Summer Fancy Food Show, che si tiene da domenica 27 a martedì 29 giugno a New York. Lo scopo principale di Fondamenta del Gusto è creare una strategia di distribuzione capillare per conquistare maggiore quota del mercato del food, raggiungendo i numerosi consumatori alla ricerca di un’alimentazione genuina e di qualità e, quindi, di espandersi anche all’estero. In quest'ottica la partecipazione alle importanti rassegne internazionali è fondamentale. La “missione americana” che inizia domenica, fa seguito ad una serie di importanti incontri professionali che una delegazione dei nove produttori italiani ha avuto in questi giorni in Canada, con la collaborazione dell’ufficio Ice (Istituto per il Commercio Estero) di Toronto. Le aziende del Consorzio Export Fondamenta del Gusto (www.Fondamentadelgusto.it) con i loro prodotti sani e genuini, particolarmente curati dalla selezione delle materie prime al confezionamento (le “referenze” sono più di duecento, appartenenti a una dozzina di differenti settori alimentari: dai salumi ai dolci, dall’olio extravergine d'oliva all’aceto balsamico, dai formaggi alle marmellate, dal riso alla pasta); coprono l'Italia enogastronomica da Nord a Sud, spaziando tra le specialità delle tradizioni di ben otto diverse regioni: Piemonte (con Risi & Co. Srl, di Michele Perinotti); Veneto (con la Torrefazione Artigiana Caffè del Doge, di Bernardo Della Mea); Emilia Romagna (con il Caseificio Sociale Castellazzo, di Giulio Pratissoli e l’Antica Balsamica S. Giacomo, di Andrea Bezzecchi); Toscana (con l’Azienda Agricola “Il Frantoio” di Vicopisano, di Nicola Bovoli); Lazio (con la Di Ciaccio Specialità Dolciarie, di Antonio Di Ciaccio); Marche (con La Pasta di Giovanni Perna, di Graziano Perna); Puglia (con la Sapori del Salento Di Stefanicò, di Francesco Muscella) e Sicilia (con La Nicchia, di Gianni Busetta). L’intera gamma delle referenze del Consorzio è reperibile a Reggio Emilia, in Via Maestri del Lavoro 22 (Sede operativa del Consorzio: tel. E fax 0522-391174) o a Milano, nel grande show room Etì, in Via Filippetti 41, angolo C.so Porta Romana (telefono 02-58431836). |
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Le nove aziende del Consorzio Export Fondamenta del Gusto, al Salone Internazionale Summer Fancy Food Show di New York Le nove aziende produttrici di specialità della tradizione alimentare italiana che fanno parte del Consorzio Export Fondamenta del Gusto, sono protagoniste, per il secondo anno consecutivo, del grande salone Internazionale dell’Alimentazione Summer Fancy Food Show, che si tiene da domenica 27 a martedì 29 giugno a New York. Lo scopo principale di Fondamenta del Gusto è creare una strategia di distribuzione capillare per conquistare maggiore quota del mercato del food, raggiungendo i numerosi consumatori alla ricerca di un’alimentazione genuina e di qualità e, quindi, di espandersi anche all’estero. In quest'ottica la partecipazione alle importanti rassegne internazionali è fondamentale. La “missione americana” che inizia domenica, fa seguito ad una serie di importanti incontri professionali che una delegazione dei nove produttori italiani ha avuto in questi giorni in Canada, con la collaborazione dell’ufficio Ice (Istituto per il Commercio Estero) di Toronto. Le aziende del Consorzio Export Fondamenta del Gusto (www.Fondamentadelgusto.it) con i loro prodotti sani e genuini, particolarmente curati dalla selezione delle materie prime al confezionamento (le “referenze” sono più di duecento, appartenenti a una dozzina di differenti settori alimentari: dai salumi ai dolci, dall’olio extravergine d'oliva all’aceto balsamico, dai formaggi alle marmellate, dal riso alla pasta); coprono l'Italia enogastronomica da Nord a Sud, spaziando tra le specialità delle tradizioni di ben otto diverse regioni: Piemonte (con Risi & Co. Srl, di Michele Perinotti); Veneto (con la Torrefazione Artigiana Caffè del Doge, di Bernardo Della Mea); Emilia Romagna (con il Caseificio Sociale Castellazzo, di Giulio Pratissoli e l’Antica Balsamica S. Giacomo, di Andrea Bezzecchi); Toscana (con l’Azienda Agricola “Il Frantoio” di Vicopisano, di Nicola Bovoli); Lazio (con la Di Ciaccio Specialità Dolciarie, di Antonio Di Ciaccio); Marche (con La Pasta di Giovanni Perna, di Graziano Perna); Puglia (con la Sapori del Salento Di Stefanicò, di Francesco Muscella) e Sicilia (con La Nicchia, di Gianni Busetta). L’intera gamma delle referenze del Consorzio è reperibile a Reggio Emilia, in Via Maestri del Lavoro 22 (Sede operativa del Consorzio: tel. E fax 0522-391174) o a Milano, nel grande show room Etì, in Via Filippetti 41, angolo C.so Porta Romana (telefono 02-58431836). |
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ALTROCONSUMO: A RISCHIO L'ACQUA FILTRATA SERVITA NEI RISTORANTI MEGLIO BERE QUELLA DEL RUBINETTO
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L’acqua filtrata servita nei ristoranti, spesso spontaneamente, in alternativa alla minerale in bottiglia peggiora quella del rubinetto dello stesso ristorante sia sotto il profilo igienico sia, spesso, dal punto di vista chimico. Questi i risultati di un’inchiesta condotta da Altroconsumo, associazione indipendente di consumatori, e pubblicata sul numero di luglio dell’omonima rivista, già segnalati, per ora senza risposta, a Asl e Nas. Sono stati visitati 16 ristoranti, 5 a Roma e 11 a Milano, che servono abitualmente acqua filtrata. In appositi recipienti sterili sono stati prelevati campioni sia di acqua servita in tavola, sia di acqua di rubinetto dei bagni, per valutare l’efficacia dell’impianto di filtrazione. In tutti i casi nell’acqua filtrata sono state registrate cariche batteriche superiori, anche di molto, all’acqua potabile di partenza, dovute con grande probabilità alla cattiva manutenzione dei filtri. Il fatto che il problema sia così generalizzato suona come un preoccupante campanello d’allarme e fa ritenere che l’utilizzo di questi sistemi non dia sufficienti garanzie ai consumatori. E infatti, in una caraffa servita a Milano abbiamo trovato un batterio patogeno, lo Pseudomonas aeruginosa – confermato da un secondo campione, prelevato a distanza di una settimana – che se presente in quantità elevate può provocare infezioni. In un altro campione, sempre a Milano, abbiamo rilevato un valore di nitriti superiore alla soglia consentita per legge, mentre l’acqua di rubinetto dello stesso ristorante, prima di essere filtrata era in perfetta regola. I filtri inoltre modificano le caratteristiche dell’acqua potabile, spesso impoverendola di sali minerali, variando il contenuto di sodio, che in due casi aumenta di quasi dieci volte, o addolcendola a tal punto che in alcuni campioni di Milano l’acqua non risponde più ai requisiti di potabilità indicati dalla legge. Infine, per bere quest’acqua si pagano mediamente 2 euro per una brocca che ne contiene meno di un litro. Un business dell’acqua che va ad affiancare, in maniera altrettanto inutilmente costosa per il consumatore, quello della minerale in bottiglia. Appena ricevuti i risultati di laboratorio, a fine maggio, Altroconsumo ha presentato un esposto alle Asl e ai Nas di Milano e Roma per segnalare i rischi dell’acqua servita in brocca. Nessuna risposta è pervenuta ad oggi. A tutela della salute dei consumatori, Altroconsumo invita i ristoratori a osservare la prassi di autocontrollo igienico (Haccp); che riguarda tutte le fasi di manipolazione e somministrazione di alimenti, e chiede interventi e controlli tempestivi in tutta Italia da parte di Asl e Nas sia sull’acqua servita sia sullo stato dei filtri. Altroconsumo, infine, invita i consumatori a non spendere inutilmente denaro per l’acqua microfiltrata: per dissetarsi l’acqua di rubinetto va benissimo e non costa nulla. Altrimenti, per lo stesso prezzo, meglio ordinare una minerale in bottiglia chiusa. |
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ALTROCONSUMO: A RISCHIO L'ACQUA FILTRATA SERVITA NEI RISTORANTI MEGLIO BERE QUELLA DEL RUBINETTO
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L’acqua filtrata servita nei ristoranti, spesso spontaneamente, in alternativa alla minerale in bottiglia peggiora quella del rubinetto dello stesso ristorante sia sotto il profilo igienico sia, spesso, dal punto di vista chimico. Questi i risultati di un’inchiesta condotta da Altroconsumo, associazione indipendente di consumatori, e pubblicata sul numero di luglio dell’omonima rivista, già segnalati, per ora senza risposta, a Asl e Nas. Sono stati visitati 16 ristoranti, 5 a Roma e 11 a Milano, che servono abitualmente acqua filtrata. In appositi recipienti sterili sono stati prelevati campioni sia di acqua servita in tavola, sia di acqua di rubinetto dei bagni, per valutare l’efficacia dell’impianto di filtrazione. In tutti i casi nell’acqua filtrata sono state registrate cariche batteriche superiori, anche di molto, all’acqua potabile di partenza, dovute con grande probabilità alla cattiva manutenzione dei filtri. Il fatto che il problema sia così generalizzato suona come un preoccupante campanello d’allarme e fa ritenere che l’utilizzo di questi sistemi non dia sufficienti garanzie ai consumatori. E infatti, in una caraffa servita a Milano abbiamo trovato un batterio patogeno, lo Pseudomonas aeruginosa – confermato da un secondo campione, prelevato a distanza di una settimana – che se presente in quantità elevate può provocare infezioni. In un altro campione, sempre a Milano, abbiamo rilevato un valore di nitriti superiore alla soglia consentita per legge, mentre l’acqua di rubinetto dello stesso ristorante, prima di essere filtrata era in perfetta regola. I filtri inoltre modificano le caratteristiche dell’acqua potabile, spesso impoverendola di sali minerali, variando il contenuto di sodio, che in due casi aumenta di quasi dieci volte, o addolcendola a tal punto che in alcuni campioni di Milano l’acqua non risponde più ai requisiti di potabilità indicati dalla legge. Infine, per bere quest’acqua si pagano mediamente 2 euro per una brocca che ne contiene meno di un litro. Un business dell’acqua che va ad affiancare, in maniera altrettanto inutilmente costosa per il consumatore, quello della minerale in bottiglia. Appena ricevuti i risultati di laboratorio, a fine maggio, Altroconsumo ha presentato un esposto alle Asl e ai Nas di Milano e Roma per segnalare i rischi dell’acqua servita in brocca. Nessuna risposta è pervenuta ad oggi. A tutela della salute dei consumatori, Altroconsumo invita i ristoratori a osservare la prassi di autocontrollo igienico (Haccp); che riguarda tutte le fasi di manipolazione e somministrazione di alimenti, e chiede interventi e controlli tempestivi in tutta Italia da parte di Asl e Nas sia sull’acqua servita sia sullo stato dei filtri. Altroconsumo, infine, invita i consumatori a non spendere inutilmente denaro per l’acqua microfiltrata: per dissetarsi l’acqua di rubinetto va benissimo e non costa nulla. Altrimenti, per lo stesso prezzo, meglio ordinare una minerale in bottiglia chiusa. |
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ALTROCONSUMO: A RISCHIO L'ACQUA FILTRATA SERVITA NEI RISTORANTI MEGLIO BERE QUELLA DEL RUBINETTO
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L’acqua filtrata servita nei ristoranti, spesso spontaneamente, in alternativa alla minerale in bottiglia peggiora quella del rubinetto dello stesso ristorante sia sotto il profilo igienico sia, spesso, dal punto di vista chimico. Questi i risultati di un’inchiesta condotta da Altroconsumo, associazione indipendente di consumatori, e pubblicata sul numero di luglio dell’omonima rivista, già segnalati, per ora senza risposta, a Asl e Nas. Sono stati visitati 16 ristoranti, 5 a Roma e 11 a Milano, che servono abitualmente acqua filtrata. In appositi recipienti sterili sono stati prelevati campioni sia di acqua servita in tavola, sia di acqua di rubinetto dei bagni, per valutare l’efficacia dell’impianto di filtrazione. In tutti i casi nell’acqua filtrata sono state registrate cariche batteriche superiori, anche di molto, all’acqua potabile di partenza, dovute con grande probabilità alla cattiva manutenzione dei filtri. Il fatto che il problema sia così generalizzato suona come un preoccupante campanello d’allarme e fa ritenere che l’utilizzo di questi sistemi non dia sufficienti garanzie ai consumatori. E infatti, in una caraffa servita a Milano abbiamo trovato un batterio patogeno, lo Pseudomonas aeruginosa – confermato da un secondo campione, prelevato a distanza di una settimana – che se presente in quantità elevate può provocare infezioni. In un altro campione, sempre a Milano, abbiamo rilevato un valore di nitriti superiore alla soglia consentita per legge, mentre l’acqua di rubinetto dello stesso ristorante, prima di essere filtrata era in perfetta regola. I filtri inoltre modificano le caratteristiche dell’acqua potabile, spesso impoverendola di sali minerali, variando il contenuto di sodio, che in due casi aumenta di quasi dieci volte, o addolcendola a tal punto che in alcuni campioni di Milano l’acqua non risponde più ai requisiti di potabilità indicati dalla legge. Infine, per bere quest’acqua si pagano mediamente 2 euro per una brocca che ne contiene meno di un litro. Un business dell’acqua che va ad affiancare, in maniera altrettanto inutilmente costosa per il consumatore, quello della minerale in bottiglia. Appena ricevuti i risultati di laboratorio, a fine maggio, Altroconsumo ha presentato un esposto alle Asl e ai Nas di Milano e Roma per segnalare i rischi dell’acqua servita in brocca. Nessuna risposta è pervenuta ad oggi. A tutela della salute dei consumatori, Altroconsumo invita i ristoratori a osservare la prassi di autocontrollo igienico (Haccp); che riguarda tutte le fasi di manipolazione e somministrazione di alimenti, e chiede interventi e controlli tempestivi in tutta Italia da parte di Asl e Nas sia sull’acqua servita sia sullo stato dei filtri. Altroconsumo, infine, invita i consumatori a non spendere inutilmente denaro per l’acqua microfiltrata: per dissetarsi l’acqua di rubinetto va benissimo e non costa nulla. Altrimenti, per lo stesso prezzo, meglio ordinare una minerale in bottiglia chiusa. |
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ALTROCONSUMO: A RISCHIO L'ACQUA FILTRATA SERVITA NEI RISTORANTI MEGLIO BERE QUELLA DEL RUBINETTO
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L’acqua filtrata servita nei ristoranti, spesso spontaneamente, in alternativa alla minerale in bottiglia peggiora quella del rubinetto dello stesso ristorante sia sotto il profilo igienico sia, spesso, dal punto di vista chimico. Questi i risultati di un’inchiesta condotta da Altroconsumo, associazione indipendente di consumatori, e pubblicata sul numero di luglio dell’omonima rivista, già segnalati, per ora senza risposta, a Asl e Nas. Sono stati visitati 16 ristoranti, 5 a Roma e 11 a Milano, che servono abitualmente acqua filtrata. In appositi recipienti sterili sono stati prelevati campioni sia di acqua servita in tavola, sia di acqua di rubinetto dei bagni, per valutare l’efficacia dell’impianto di filtrazione. In tutti i casi nell’acqua filtrata sono state registrate cariche batteriche superiori, anche di molto, all’acqua potabile di partenza, dovute con grande probabilità alla cattiva manutenzione dei filtri. Il fatto che il problema sia così generalizzato suona come un preoccupante campanello d’allarme e fa ritenere che l’utilizzo di questi sistemi non dia sufficienti garanzie ai consumatori. E infatti, in una caraffa servita a Milano abbiamo trovato un batterio patogeno, lo Pseudomonas aeruginosa – confermato da un secondo campione, prelevato a distanza di una settimana – che se presente in quantità elevate può provocare infezioni. In un altro campione, sempre a Milano, abbiamo rilevato un valore di nitriti superiore alla soglia consentita per legge, mentre l’acqua di rubinetto dello stesso ristorante, prima di essere filtrata era in perfetta regola. I filtri inoltre modificano le caratteristiche dell’acqua potabile, spesso impoverendola di sali minerali, variando il contenuto di sodio, che in due casi aumenta di quasi dieci volte, o addolcendola a tal punto che in alcuni campioni di Milano l’acqua non risponde più ai requisiti di potabilità indicati dalla legge. Infine, per bere quest’acqua si pagano mediamente 2 euro per una brocca che ne contiene meno di un litro. Un business dell’acqua che va ad affiancare, in maniera altrettanto inutilmente costosa per il consumatore, quello della minerale in bottiglia. Appena ricevuti i risultati di laboratorio, a fine maggio, Altroconsumo ha presentato un esposto alle Asl e ai Nas di Milano e Roma per segnalare i rischi dell’acqua servita in brocca. Nessuna risposta è pervenuta ad oggi. A tutela della salute dei consumatori, Altroconsumo invita i ristoratori a osservare la prassi di autocontrollo igienico (Haccp); che riguarda tutte le fasi di manipolazione e somministrazione di alimenti, e chiede interventi e controlli tempestivi in tutta Italia da parte di Asl e Nas sia sull’acqua servita sia sullo stato dei filtri. Altroconsumo, infine, invita i consumatori a non spendere inutilmente denaro per l’acqua microfiltrata: per dissetarsi l’acqua di rubinetto va benissimo e non costa nulla. Altrimenti, per lo stesso prezzo, meglio ordinare una minerale in bottiglia chiusa. |
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L’acqua filtrata servita nei ristoranti, spesso spontaneamente, in alternativa alla minerale in bottiglia peggiora quella del rubinetto dello stesso ristorante sia sotto il profilo igienico sia, spesso, dal punto di vista chimico. Questi i risultati di un’inchiesta condotta da Altroconsumo, associazione indipendente di consumatori, e pubblicata sul numero di luglio dell’omonima rivista, già segnalati, per ora senza risposta, a Asl e Nas. Sono stati visitati 16 ristoranti, 5 a Roma e 11 a Milano, che servono abitualmente acqua filtrata. In appositi recipienti sterili sono stati prelevati campioni sia di acqua servita in tavola, sia di acqua di rubinetto dei bagni, per valutare l’efficacia dell’impianto di filtrazione. In tutti i casi nell’acqua filtrata sono state registrate cariche batteriche superiori, anche di molto, all’acqua potabile di partenza, dovute con grande probabilità alla cattiva manutenzione dei filtri. Il fatto che il problema sia così generalizzato suona come un preoccupante campanello d’allarme e fa ritenere che l’utilizzo di questi sistemi non dia sufficienti garanzie ai consumatori. E infatti, in una caraffa servita a Milano abbiamo trovato un batterio patogeno, lo Pseudomonas aeruginosa – confermato da un secondo campione, prelevato a distanza di una settimana – che se presente in quantità elevate può provocare infezioni. In un altro campione, sempre a Milano, abbiamo rilevato un valore di nitriti superiore alla soglia consentita per legge, mentre l’acqua di rubinetto dello stesso ristorante, prima di essere filtrata era in perfetta regola. I filtri inoltre modificano le caratteristiche dell’acqua potabile, spesso impoverendola di sali minerali, variando il contenuto di sodio, che in due casi aumenta di quasi dieci volte, o addolcendola a tal punto che in alcuni campioni di Milano l’acqua non risponde più ai requisiti di potabilità indicati dalla legge. Infine, per bere quest’acqua si pagano mediamente 2 euro per una brocca che ne contiene meno di un litro. Un business dell’acqua che va ad affiancare, in maniera altrettanto inutilmente costosa per il consumatore, quello della minerale in bottiglia. Appena ricevuti i risultati di laboratorio, a fine maggio, Altroconsumo ha presentato un esposto alle Asl e ai Nas di Milano e Roma per segnalare i rischi dell’acqua servita in brocca. Nessuna risposta è pervenuta ad oggi. A tutela della salute dei consumatori, Altroconsumo invita i ristoratori a osservare la prassi di autocontrollo igienico (Haccp); che riguarda tutte le fasi di manipolazione e somministrazione di alimenti, e chiede interventi e controlli tempestivi in tutta Italia da parte di Asl e Nas sia sull’acqua servita sia sullo stato dei filtri. Altroconsumo, infine, invita i consumatori a non spendere inutilmente denaro per l’acqua microfiltrata: per dissetarsi l’acqua di rubinetto va benissimo e non costa nulla. Altrimenti, per lo stesso prezzo, meglio ordinare una minerale in bottiglia chiusa. |
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ALTROCONSUMO: A RISCHIO L'ACQUA FILTRATA SERVITA NEI RISTORANTI MEGLIO BERE QUELLA DEL RUBINETTO
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L’acqua filtrata servita nei ristoranti, spesso spontaneamente, in alternativa alla minerale in bottiglia peggiora quella del rubinetto dello stesso ristorante sia sotto il profilo igienico sia, spesso, dal punto di vista chimico. Questi i risultati di un’inchiesta condotta da Altroconsumo, associazione indipendente di consumatori, e pubblicata sul numero di luglio dell’omonima rivista, già segnalati, per ora senza risposta, a Asl e Nas. Sono stati visitati 16 ristoranti, 5 a Roma e 11 a Milano, che servono abitualmente acqua filtrata. In appositi recipienti sterili sono stati prelevati campioni sia di acqua servita in tavola, sia di acqua di rubinetto dei bagni, per valutare l’efficacia dell’impianto di filtrazione. In tutti i casi nell’acqua filtrata sono state registrate cariche batteriche superiori, anche di molto, all’acqua potabile di partenza, dovute con grande probabilità alla cattiva manutenzione dei filtri. Il fatto che il problema sia così generalizzato suona come un preoccupante campanello d’allarme e fa ritenere che l’utilizzo di questi sistemi non dia sufficienti garanzie ai consumatori. E infatti, in una caraffa servita a Milano abbiamo trovato un batterio patogeno, lo Pseudomonas aeruginosa – confermato da un secondo campione, prelevato a distanza di una settimana – che se presente in quantità elevate può provocare infezioni. In un altro campione, sempre a Milano, abbiamo rilevato un valore di nitriti superiore alla soglia consentita per legge, mentre l’acqua di rubinetto dello stesso ristorante, prima di essere filtrata era in perfetta regola. I filtri inoltre modificano le caratteristiche dell’acqua potabile, spesso impoverendola di sali minerali, variando il contenuto di sodio, che in due casi aumenta di quasi dieci volte, o addolcendola a tal punto che in alcuni campioni di Milano l’acqua non risponde più ai requisiti di potabilità indicati dalla legge. Infine, per bere quest’acqua si pagano mediamente 2 euro per una brocca che ne contiene meno di un litro. Un business dell’acqua che va ad affiancare, in maniera altrettanto inutilmente costosa per il consumatore, quello della minerale in bottiglia. Appena ricevuti i risultati di laboratorio, a fine maggio, Altroconsumo ha presentato un esposto alle Asl e ai Nas di Milano e Roma per segnalare i rischi dell’acqua servita in brocca. Nessuna risposta è pervenuta ad oggi. A tutela della salute dei consumatori, Altroconsumo invita i ristoratori a osservare la prassi di autocontrollo igienico (Haccp); che riguarda tutte le fasi di manipolazione e somministrazione di alimenti, e chiede interventi e controlli tempestivi in tutta Italia da parte di Asl e Nas sia sull’acqua servita sia sullo stato dei filtri. Altroconsumo, infine, invita i consumatori a non spendere inutilmente denaro per l’acqua microfiltrata: per dissetarsi l’acqua di rubinetto va benissimo e non costa nulla. Altrimenti, per lo stesso prezzo, meglio ordinare una minerale in bottiglia chiusa. |
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L’ISTITUTO NAZIONALE ESPRESSO ITALIANO GARANZIA DELLA QUALITÀ DELLA BEVANDA NAZIONALE – LA CERTIFICAZIONE DEL CAFFÈ ESPRESSO A MARCHIO ESPRESSO ITALIANO |
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Ogni anno sui banconi di 150.000 pubblici esercizi arrivano circa 13 miliardi di tazzine di espresso, tazzine che muovono circa 10 miliardi di euro. Ma non tutte sono degne di essere chiamate espresso. Infatti un buon espresso non è frutto di una semplice procedura meccanica, ma un prodotto che vive della passione e della perizia di chi lo prepara. L’obiettivo dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano è tutelare e promuovere l’espresso, fornendo un punto di riferimento definitivo ai milioni di affezionati consumatori, che spesso si trovano a fronteggiare tazzine che con l’espresso nulla hanno a che vedere. L’istituto si è costituito nel 1998 dopo una ricerca durata tre anni che ha avuto l’obiettivo di definire la qualità attesa da chi ordina un Espresso e che è stata svolta dall’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè e dal Centro Studi e Formazione Assaggiatori, con la collaborazione di docenti delle Università di Udine e di Torino. Con migliaia di test sui consumatori e decine di test di laboratorio si è giunti a definire quali sono le caratteristiche oggettive e misurabili ricercate da chi beve un espresso. L’istituto, di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine e macinadosatori e altri sodalizi che volgono la loro attenzione all’espresso di qualità, oggi conta 30 associati che insieme aggregano un fatturato complessivo annuo di circa 350 milioni di euro. Questi operano in conformità alle regole previste nella certificazione del caffè espresso a marchio Espresso Italiano (certificazione di conformità di prodotto del Csqa n. 214 del 24 settembre 1999, Dtp 008 Ed. 1); che si possono riassumere in: utilizzo di una miscela qualificata; impiego di attrezzature (macchina e macinadosatore) qualificate, impiego di personale abilitato. Presidente dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano è Sergio Guarneri, manager del gruppo Cimbali, coadiuvato nella sua attività da Gerlando Maggiordomo, amministratore delegato della Jolly Caffè e past president Inei e da Matteo Trucillo, titolare dell’omonima torrefazione. Segretario generale è Luigi Odello, presidente del Centro Studi e Formazione Assaggiatori e docente universitario di analisi sensoriale. Il consumatore ha la certezza che quando un bar espone il marchio “Espresso Italiano Certificato”, ciò significa che c’è un macinadosatore qualificato, una macchina qualificata e una miscela qualificata, tutto sapientemente nelle mani di un operatore abilitato e mosso dalla passione per l’espresso di qualità. L’espresso Italiano Certificato, per l’appunto. Il primo miliardo dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano Non è il primo miliardo di euro accantonato dall’Istituto fondato per tutelare e promuovere l’espresso italiano dentro e fuori i confini nazionali, ma è un patrimonio ancora più importante: sono il primi mille milioni di tazzine prodotte con miscela qualificata per Espresso Italiano Certificato. E’ questo il traguardo che dovrebbe essere raggiunto alla fine del primo semestre del 2004, una tappa importante nel percorso iniziato nel 1998 da un gruppo di aziende torrefattici e costruttrici di attrezzature decise a tutelare l’espresso con il mezzo più potente – la certificazione a norma Iso - e nella sua forma più importante: la certificazione sensoriale basata sulle attese di gratificazione manifestate dal consumatore. Sicuramente innovativa, essa risulta fondamentale per gli stili di pensiero che si vanno rafforzando nelle società in cui il piacere coniuga il sapore al sapere. Con quasi 5.000 test sull’utente finale e decine di prove di laboratorio si sono infatti definite le caratteristiche che deve avere la tazzina di espresso per soddisfare il suo affezionato fruitore, senza per questo comprometterne la tradizione o condurre la bevanda all’omologazione. Una volta definito, il profilo sensoriale è stato certificato e, per garantire il massimo livello di probabilità che esso sia rispettato nei bar che espongono il marchio dell’Istituto e quello dell’ente terzo che ne sorveglia il rispetto del disciplinare, sono state poste regole rigorose: solo attraverso miscele e attrezzature (macinadosatore e macchina) qualificate, gestite da un operatore abilitato, è possibile ottenere un Espresso Italiano Certificato. L’idea, nonostante sia onerosa e complessa nella realizzazione, ha avuto successo: oggi le aziende che aderiscono all’Inei sono trenta e hanno un fatturato complessivo di circa 350 milioni di euro, producono annualmente oltre due milioni di chili di miscela e circa 50 mila attrezzature qualificate Inei. Attraverso i prodotti, il marchio dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano è presente in circa 200 mila bar, la metà dei quali è all’estero. Fuori dei confini nazionali sono soprattutto le attrezzature a diffondere la bandiera della tazzina certificata, e questo crea non poco interesse, tanto che gruppi di operatori che vanno dalla Polonia al Giappone, dalla Russia alla Spagna, senza dimenticare paesi più vicini come la Germania e il Regno Unito, hanno già iniziato a partecipare ai corsi dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè, gli unici omologati per ottenere la qualificazione del barista e portare il locale all’abilitazione al servizio dell’Espresso Italiano Certificato. Secondo il presidente dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano Sergio Guarneri la domanda dell’estero sarà sempre più forte e questo porterà sicuramente un beneficio alla già apprezzata cultura italiana del buon vivere. Luigi Odello, segretario generale dell’Istituto sin dalla fondazione, è convinto che la formula adottata risulti vincente proprio perché l’Espresso Italiano Certificato, basandosi sulla sensorialità, non deluderà mai i suoi estimatori. |
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Ogni anno sui banconi di 150.000 pubblici esercizi arrivano circa 13 miliardi di tazzine di espresso, tazzine che muovono circa 10 miliardi di euro. Ma non tutte sono degne di essere chiamate espresso. Infatti un buon espresso non è frutto di una semplice procedura meccanica, ma un prodotto che vive della passione e della perizia di chi lo prepara. L’obiettivo dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano è tutelare e promuovere l’espresso, fornendo un punto di riferimento definitivo ai milioni di affezionati consumatori, che spesso si trovano a fronteggiare tazzine che con l’espresso nulla hanno a che vedere. L’istituto si è costituito nel 1998 dopo una ricerca durata tre anni che ha avuto l’obiettivo di definire la qualità attesa da chi ordina un Espresso e che è stata svolta dall’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè e dal Centro Studi e Formazione Assaggiatori, con la collaborazione di docenti delle Università di Udine e di Torino. Con migliaia di test sui consumatori e decine di test di laboratorio si è giunti a definire quali sono le caratteristiche oggettive e misurabili ricercate da chi beve un espresso. L’istituto, di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine e macinadosatori e altri sodalizi che volgono la loro attenzione all’espresso di qualità, oggi conta 30 associati che insieme aggregano un fatturato complessivo annuo di circa 350 milioni di euro. Questi operano in conformità alle regole previste nella certificazione del caffè espresso a marchio Espresso Italiano (certificazione di conformità di prodotto del Csqa n. 214 del 24 settembre 1999, Dtp 008 Ed. 1); che si possono riassumere in: utilizzo di una miscela qualificata; impiego di attrezzature (macchina e macinadosatore) qualificate, impiego di personale abilitato. Presidente dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano è Sergio Guarneri, manager del gruppo Cimbali, coadiuvato nella sua attività da Gerlando Maggiordomo, amministratore delegato della Jolly Caffè e past president Inei e da Matteo Trucillo, titolare dell’omonima torrefazione. Segretario generale è Luigi Odello, presidente del Centro Studi e Formazione Assaggiatori e docente universitario di analisi sensoriale. Il consumatore ha la certezza che quando un bar espone il marchio “Espresso Italiano Certificato”, ciò significa che c’è un macinadosatore qualificato, una macchina qualificata e una miscela qualificata, tutto sapientemente nelle mani di un operatore abilitato e mosso dalla passione per l’espresso di qualità. L’espresso Italiano Certificato, per l’appunto. Il primo miliardo dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano Non è il primo miliardo di euro accantonato dall’Istituto fondato per tutelare e promuovere l’espresso italiano dentro e fuori i confini nazionali, ma è un patrimonio ancora più importante: sono il primi mille milioni di tazzine prodotte con miscela qualificata per Espresso Italiano Certificato. E’ questo il traguardo che dovrebbe essere raggiunto alla fine del primo semestre del 2004, una tappa importante nel percorso iniziato nel 1998 da un gruppo di aziende torrefattici e costruttrici di attrezzature decise a tutelare l’espresso con il mezzo più potente – la certificazione a norma Iso - e nella sua forma più importante: la certificazione sensoriale basata sulle attese di gratificazione manifestate dal consumatore. Sicuramente innovativa, essa risulta fondamentale per gli stili di pensiero che si vanno rafforzando nelle società in cui il piacere coniuga il sapore al sapere. Con quasi 5.000 test sull’utente finale e decine di prove di laboratorio si sono infatti definite le caratteristiche che deve avere la tazzina di espresso per soddisfare il suo affezionato fruitore, senza per questo comprometterne la tradizione o condurre la bevanda all’omologazione. Una volta definito, il profilo sensoriale è stato certificato e, per garantire il massimo livello di probabilità che esso sia rispettato nei bar che espongono il marchio dell’Istituto e quello dell’ente terzo che ne sorveglia il rispetto del disciplinare, sono state poste regole rigorose: solo attraverso miscele e attrezzature (macinadosatore e macchina) qualificate, gestite da un operatore abilitato, è possibile ottenere un Espresso Italiano Certificato. L’idea, nonostante sia onerosa e complessa nella realizzazione, ha avuto successo: oggi le aziende che aderiscono all’Inei sono trenta e hanno un fatturato complessivo di circa 350 milioni di euro, producono annualmente oltre due milioni di chili di miscela e circa 50 mila attrezzature qualificate Inei. Attraverso i prodotti, il marchio dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano è presente in circa 200 mila bar, la metà dei quali è all’estero. Fuori dei confini nazionali sono soprattutto le attrezzature a diffondere la bandiera della tazzina certificata, e questo crea non poco interesse, tanto che gruppi di operatori che vanno dalla Polonia al Giappone, dalla Russia alla Spagna, senza dimenticare paesi più vicini come la Germania e il Regno Unito, hanno già iniziato a partecipare ai corsi dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè, gli unici omologati per ottenere la qualificazione del barista e portare il locale all’abilitazione al servizio dell’Espresso Italiano Certificato. Secondo il presidente dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano Sergio Guarneri la domanda dell’estero sarà sempre più forte e questo porterà sicuramente un beneficio alla già apprezzata cultura italiana del buon vivere. Luigi Odello, segretario generale dell’Istituto sin dalla fondazione, è convinto che la formula adottata risulti vincente proprio perché l’Espresso Italiano Certificato, basandosi sulla sensorialità, non deluderà mai i suoi estimatori. |
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Con migliaia di test sui consumatori e decine di test di laboratorio si è giunti a definire quali sono le caratteristiche oggettive e misurabili ricercate da chi beve un espresso. L’istituto, di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine e macinadosatori e altri sodalizi che volgono la loro attenzione all’espresso di qualità, oggi conta 30 associati che insieme aggregano un fatturato complessivo annuo di circa 350 milioni di euro. Questi operano in conformità alle regole previste nella certificazione del caffè espresso a marchio Espresso Italiano (certificazione di conformità di prodotto del Csqa n. 214 del 24 settembre 1999, Dtp 008 Ed. 1); che si possono riassumere in: utilizzo di una miscela qualificata; impiego di attrezzature (macchina e macinadosatore) qualificate, impiego di personale abilitato. Presidente dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano è Sergio Guarneri, manager del gruppo Cimbali, coadiuvato nella sua attività da Gerlando Maggiordomo, amministratore delegato della Jolly Caffè e past president Inei e da Matteo Trucillo, titolare dell’omonima torrefazione. Segretario generale è Luigi Odello, presidente del Centro Studi e Formazione Assaggiatori e docente universitario di analisi sensoriale. Il consumatore ha la certezza che quando un bar espone il marchio “Espresso Italiano Certificato”, ciò significa che c’è un macinadosatore qualificato, una macchina qualificata e una miscela qualificata, tutto sapientemente nelle mani di un operatore abilitato e mosso dalla passione per l’espresso di qualità. L’espresso Italiano Certificato, per l’appunto. Il primo miliardo dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano Non è il primo miliardo di euro accantonato dall’Istituto fondato per tutelare e promuovere l’espresso italiano dentro e fuori i confini nazionali, ma è un patrimonio ancora più importante: sono il primi mille milioni di tazzine prodotte con miscela qualificata per Espresso Italiano Certificato. E’ questo il traguardo che dovrebbe essere raggiunto alla fine del primo semestre del 2004, una tappa importante nel percorso iniziato nel 1998 da un gruppo di aziende torrefattici e costruttrici di attrezzature decise a tutelare l’espresso con il mezzo più potente – la certificazione a norma Iso - e nella sua forma più importante: la certificazione sensoriale basata sulle attese di gratificazione manifestate dal consumatore. Sicuramente innovativa, essa risulta fondamentale per gli stili di pensiero che si vanno rafforzando nelle società in cui il piacere coniuga il sapore al sapere. Con quasi 5.000 test sull’utente finale e decine di prove di laboratorio si sono infatti definite le caratteristiche che deve avere la tazzina di espresso per soddisfare il suo affezionato fruitore, senza per questo comprometterne la tradizione o condurre la bevanda all’omologazione. Una volta definito, il profilo sensoriale è stato certificato e, per garantire il massimo livello di probabilità che esso sia rispettato nei bar che espongono il marchio dell’Istituto e quello dell’ente terzo che ne sorveglia il rispetto del disciplinare, sono state poste regole rigorose: solo attraverso miscele e attrezzature (macinadosatore e macchina) qualificate, gestite da un operatore abilitato, è possibile ottenere un Espresso Italiano Certificato. L’idea, nonostante sia onerosa e complessa nella realizzazione, ha avuto successo: oggi le aziende che aderiscono all’Inei sono trenta e hanno un fatturato complessivo di circa 350 milioni di euro, producono annualmente oltre due milioni di chili di miscela e circa 50 mila attrezzature qualificate Inei. Attraverso i prodotti, il marchio dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano è presente in circa 200 mila bar, la metà dei quali è all’estero. Fuori dei confini nazionali sono soprattutto le attrezzature a diffondere la bandiera della tazzina certificata, e questo crea non poco interesse, tanto che gruppi di operatori che vanno dalla Polonia al Giappone, dalla Russia alla Spagna, senza dimenticare paesi più vicini come la Germania e il Regno Unito, hanno già iniziato a partecipare ai corsi dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè, gli unici omologati per ottenere la qualificazione del barista e portare il locale all’abilitazione al servizio dell’Espresso Italiano Certificato. Secondo il presidente dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano Sergio Guarneri la domanda dell’estero sarà sempre più forte e questo porterà sicuramente un beneficio alla già apprezzata cultura italiana del buon vivere. Luigi Odello, segretario generale dell’Istituto sin dalla fondazione, è convinto che la formula adottata risulti vincente proprio perché l’Espresso Italiano Certificato, basandosi sulla sensorialità, non deluderà mai i suoi estimatori. |
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Con migliaia di test sui consumatori e decine di test di laboratorio si è giunti a definire quali sono le caratteristiche oggettive e misurabili ricercate da chi beve un espresso. L’istituto, di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine e macinadosatori e altri sodalizi che volgono la loro attenzione all’espresso di qualità, oggi conta 30 associati che insieme aggregano un fatturato complessivo annuo di circa 350 milioni di euro. Questi operano in conformità alle regole previste nella certificazione del caffè espresso a marchio Espresso Italiano (certificazione di conformità di prodotto del Csqa n. 214 del 24 settembre 1999, Dtp 008 Ed. 1); che si possono riassumere in: utilizzo di una miscela qualificata; impiego di attrezzature (macchina e macinadosatore) qualificate, impiego di personale abilitato. Presidente dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano è Sergio Guarneri, manager del gruppo Cimbali, coadiuvato nella sua attività da Gerlando Maggiordomo, amministratore delegato della Jolly Caffè e past president Inei e da Matteo Trucillo, titolare dell’omonima torrefazione. Segretario generale è Luigi Odello, presidente del Centro Studi e Formazione Assaggiatori e docente universitario di analisi sensoriale. Il consumatore ha la certezza che quando un bar espone il marchio “Espresso Italiano Certificato”, ciò significa che c’è un macinadosatore qualificato, una macchina qualificata e una miscela qualificata, tutto sapientemente nelle mani di un operatore abilitato e mosso dalla passione per l’espresso di qualità. L’espresso Italiano Certificato, per l’appunto. Il primo miliardo dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano Non è il primo miliardo di euro accantonato dall’Istituto fondato per tutelare e promuovere l’espresso italiano dentro e fuori i confini nazionali, ma è un patrimonio ancora più importante: sono il primi mille milioni di tazzine prodotte con miscela qualificata per Espresso Italiano Certificato. E’ questo il traguardo che dovrebbe essere raggiunto alla fine del primo semestre del 2004, una tappa importante nel percorso iniziato nel 1998 da un gruppo di aziende torrefattici e costruttrici di attrezzature decise a tutelare l’espresso con il mezzo più potente – la certificazione a norma Iso - e nella sua forma più importante: la certificazione sensoriale basata sulle attese di gratificazione manifestate dal consumatore. Sicuramente innovativa, essa risulta fondamentale per gli stili di pensiero che si vanno rafforzando nelle società in cui il piacere coniuga il sapore al sapere. Con quasi 5.000 test sull’utente finale e decine di prove di laboratorio si sono infatti definite le caratteristiche che deve avere la tazzina di espresso per soddisfare il suo affezionato fruitore, senza per questo comprometterne la tradizione o condurre la bevanda all’omologazione. Una volta definito, il profilo sensoriale è stato certificato e, per garantire il massimo livello di probabilità che esso sia rispettato nei bar che espongono il marchio dell’Istituto e quello dell’ente terzo che ne sorveglia il rispetto del disciplinare, sono state poste regole rigorose: solo attraverso miscele e attrezzature (macinadosatore e macchina) qualificate, gestite da un operatore abilitato, è possibile ottenere un Espresso Italiano Certificato. L’idea, nonostante sia onerosa e complessa nella realizzazione, ha avuto successo: oggi le aziende che aderiscono all’Inei sono trenta e hanno un fatturato complessivo di circa 350 milioni di euro, producono annualmente oltre due milioni di chili di miscela e circa 50 mila attrezzature qualificate Inei. Attraverso i prodotti, il marchio dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano è presente in circa 200 mila bar, la metà dei quali è all’estero. Fuori dei confini nazionali sono soprattutto le attrezzature a diffondere la bandiera della tazzina certificata, e questo crea non poco interesse, tanto che gruppi di operatori che vanno dalla Polonia al Giappone, dalla Russia alla Spagna, senza dimenticare paesi più vicini come la Germania e il Regno Unito, hanno già iniziato a partecipare ai corsi dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè, gli unici omologati per ottenere la qualificazione del barista e portare il locale all’abilitazione al servizio dell’Espresso Italiano Certificato. Secondo il presidente dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano Sergio Guarneri la domanda dell’estero sarà sempre più forte e questo porterà sicuramente un beneficio alla già apprezzata cultura italiana del buon vivere. Luigi Odello, segretario generale dell’Istituto sin dalla fondazione, è convinto che la formula adottata risulti vincente proprio perché l’Espresso Italiano Certificato, basandosi sulla sensorialità, non deluderà mai i suoi estimatori. |
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Con migliaia di test sui consumatori e decine di test di laboratorio si è giunti a definire quali sono le caratteristiche oggettive e misurabili ricercate da chi beve un espresso. L’istituto, di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine e macinadosatori e altri sodalizi che volgono la loro attenzione all’espresso di qualità, oggi conta 30 associati che insieme aggregano un fatturato complessivo annuo di circa 350 milioni di euro. Questi operano in conformità alle regole previste nella certificazione del caffè espresso a marchio Espresso Italiano (certificazione di conformità di prodotto del Csqa n. 214 del 24 settembre 1999, Dtp 008 Ed. 1); che si possono riassumere in: utilizzo di una miscela qualificata; impiego di attrezzature (macchina e macinadosatore) qualificate, impiego di personale abilitato. Presidente dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano è Sergio Guarneri, manager del gruppo Cimbali, coadiuvato nella sua attività da Gerlando Maggiordomo, amministratore delegato della Jolly Caffè e past president Inei e da Matteo Trucillo, titolare dell’omonima torrefazione. Segretario generale è Luigi Odello, presidente del Centro Studi e Formazione Assaggiatori e docente universitario di analisi sensoriale. Il consumatore ha la certezza che quando un bar espone il marchio “Espresso Italiano Certificato”, ciò significa che c’è un macinadosatore qualificato, una macchina qualificata e una miscela qualificata, tutto sapientemente nelle mani di un operatore abilitato e mosso dalla passione per l’espresso di qualità. L’espresso Italiano Certificato, per l’appunto. Il primo miliardo dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano Non è il primo miliardo di euro accantonato dall’Istituto fondato per tutelare e promuovere l’espresso italiano dentro e fuori i confini nazionali, ma è un patrimonio ancora più importante: sono il primi mille milioni di tazzine prodotte con miscela qualificata per Espresso Italiano Certificato. E’ questo il traguardo che dovrebbe essere raggiunto alla fine del primo semestre del 2004, una tappa importante nel percorso iniziato nel 1998 da un gruppo di aziende torrefattici e costruttrici di attrezzature decise a tutelare l’espresso con il mezzo più potente – la certificazione a norma Iso - e nella sua forma più importante: la certificazione sensoriale basata sulle attese di gratificazione manifestate dal consumatore. Sicuramente innovativa, essa risulta fondamentale per gli stili di pensiero che si vanno rafforzando nelle società in cui il piacere coniuga il sapore al sapere. Con quasi 5.000 test sull’utente finale e decine di prove di laboratorio si sono infatti definite le caratteristiche che deve avere la tazzina di espresso per soddisfare il suo affezionato fruitore, senza per questo comprometterne la tradizione o condurre la bevanda all’omologazione. Una volta definito, il profilo sensoriale è stato certificato e, per garantire il massimo livello di probabilità che esso sia rispettato nei bar che espongono il marchio dell’Istituto e quello dell’ente terzo che ne sorveglia il rispetto del disciplinare, sono state poste regole rigorose: solo attraverso miscele e attrezzature (macinadosatore e macchina) qualificate, gestite da un operatore abilitato, è possibile ottenere un Espresso Italiano Certificato. L’idea, nonostante sia onerosa e complessa nella realizzazione, ha avuto successo: oggi le aziende che aderiscono all’Inei sono trenta e hanno un fatturato complessivo di circa 350 milioni di euro, producono annualmente oltre due milioni di chili di miscela e circa 50 mila attrezzature qualificate Inei. Attraverso i prodotti, il marchio dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano è presente in circa 200 mila bar, la metà dei quali è all’estero. Fuori dei confini nazionali sono soprattutto le attrezzature a diffondere la bandiera della tazzina certificata, e questo crea non poco interesse, tanto che gruppi di operatori che vanno dalla Polonia al Giappone, dalla Russia alla Spagna, senza dimenticare paesi più vicini come la Germania e il Regno Unito, hanno già iniziato a partecipare ai corsi dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè, gli unici omologati per ottenere la qualificazione del barista e portare il locale all’abilitazione al servizio dell’Espresso Italiano Certificato. Secondo il presidente dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano Sergio Guarneri la domanda dell’estero sarà sempre più forte e questo porterà sicuramente un beneficio alla già apprezzata cultura italiana del buon vivere. Luigi Odello, segretario generale dell’Istituto sin dalla fondazione, è convinto che la formula adottata risulti vincente proprio perché l’Espresso Italiano Certificato, basandosi sulla sensorialità, non deluderà mai i suoi estimatori. |
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Ogni anno sui banconi di 150.000 pubblici esercizi arrivano circa 13 miliardi di tazzine di espresso, tazzine che muovono circa 10 miliardi di euro. Ma non tutte sono degne di essere chiamate espresso. Infatti un buon espresso non è frutto di una semplice procedura meccanica, ma un prodotto che vive della passione e della perizia di chi lo prepara. L’obiettivo dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano è tutelare e promuovere l’espresso, fornendo un punto di riferimento definitivo ai milioni di affezionati consumatori, che spesso si trovano a fronteggiare tazzine che con l’espresso nulla hanno a che vedere. L’istituto si è costituito nel 1998 dopo una ricerca durata tre anni che ha avuto l’obiettivo di definire la qualità attesa da chi ordina un Espresso e che è stata svolta dall’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè e dal Centro Studi e Formazione Assaggiatori, con la collaborazione di docenti delle Università di Udine e di Torino. Con migliaia di test sui consumatori e decine di test di laboratorio si è giunti a definire quali sono le caratteristiche oggettive e misurabili ricercate da chi beve un espresso. L’istituto, di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine e macinadosatori e altri sodalizi che volgono la loro attenzione all’espresso di qualità, oggi conta 30 associati che insieme aggregano un fatturato complessivo annuo di circa 350 milioni di euro. Questi operano in conformità alle regole previste nella certificazione del caffè espresso a marchio Espresso Italiano (certificazione di conformità di prodotto del Csqa n. 214 del 24 settembre 1999, Dtp 008 Ed. 1); che si possono riassumere in: utilizzo di una miscela qualificata; impiego di attrezzature (macchina e macinadosatore) qualificate, impiego di personale abilitato. Presidente dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano è Sergio Guarneri, manager del gruppo Cimbali, coadiuvato nella sua attività da Gerlando Maggiordomo, amministratore delegato della Jolly Caffè e past president Inei e da Matteo Trucillo, titolare dell’omonima torrefazione. Segretario generale è Luigi Odello, presidente del Centro Studi e Formazione Assaggiatori e docente universitario di analisi sensoriale. Il consumatore ha la certezza che quando un bar espone il marchio “Espresso Italiano Certificato”, ciò significa che c’è un macinadosatore qualificato, una macchina qualificata e una miscela qualificata, tutto sapientemente nelle mani di un operatore abilitato e mosso dalla passione per l’espresso di qualità. L’espresso Italiano Certificato, per l’appunto. Il primo miliardo dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano Non è il primo miliardo di euro accantonato dall’Istituto fondato per tutelare e promuovere l’espresso italiano dentro e fuori i confini nazionali, ma è un patrimonio ancora più importante: sono il primi mille milioni di tazzine prodotte con miscela qualificata per Espresso Italiano Certificato. E’ questo il traguardo che dovrebbe essere raggiunto alla fine del primo semestre del 2004, una tappa importante nel percorso iniziato nel 1998 da un gruppo di aziende torrefattici e costruttrici di attrezzature decise a tutelare l’espresso con il mezzo più potente – la certificazione a norma Iso - e nella sua forma più importante: la certificazione sensoriale basata sulle attese di gratificazione manifestate dal consumatore. Sicuramente innovativa, essa risulta fondamentale per gli stili di pensiero che si vanno rafforzando nelle società in cui il piacere coniuga il sapore al sapere. Con quasi 5.000 test sull’utente finale e decine di prove di laboratorio si sono infatti definite le caratteristiche che deve avere la tazzina di espresso per soddisfare il suo affezionato fruitore, senza per questo comprometterne la tradizione o condurre la bevanda all’omologazione. Una volta definito, il profilo sensoriale è stato certificato e, per garantire il massimo livello di probabilità che esso sia rispettato nei bar che espongono il marchio dell’Istituto e quello dell’ente terzo che ne sorveglia il rispetto del disciplinare, sono state poste regole rigorose: solo attraverso miscele e attrezzature (macinadosatore e macchina) qualificate, gestite da un operatore abilitato, è possibile ottenere un Espresso Italiano Certificato. L’idea, nonostante sia onerosa e complessa nella realizzazione, ha avuto successo: oggi le aziende che aderiscono all’Inei sono trenta e hanno un fatturato complessivo di circa 350 milioni di euro, producono annualmente oltre due milioni di chili di miscela e circa 50 mila attrezzature qualificate Inei. Attraverso i prodotti, il marchio dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano è presente in circa 200 mila bar, la metà dei quali è all’estero. Fuori dei confini nazionali sono soprattutto le attrezzature a diffondere la bandiera della tazzina certificata, e questo crea non poco interesse, tanto che gruppi di operatori che vanno dalla Polonia al Giappone, dalla Russia alla Spagna, senza dimenticare paesi più vicini come la Germania e il Regno Unito, hanno già iniziato a partecipare ai corsi dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè, gli unici omologati per ottenere la qualificazione del barista e portare il locale all’abilitazione al servizio dell’Espresso Italiano Certificato. Secondo il presidente dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano Sergio Guarneri la domanda dell’estero sarà sempre più forte e questo porterà sicuramente un beneficio alla già apprezzata cultura italiana del buon vivere. Luigi Odello, segretario generale dell’Istituto sin dalla fondazione, è convinto che la formula adottata risulti vincente proprio perché l’Espresso Italiano Certificato, basandosi sulla sensorialità, non deluderà mai i suoi estimatori. |
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IL CONSORZIO TUTELA GRANA PADANO E IL CAFFÈ PELLINI PRESENTI ALL’APPUNTAMENTO CON I MONDIALI DI CICLISMO 2004 |
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Mille anni di qualità, cinquant’anni di garanzia. Questi sono i primati che il Consorzio di Tutela del Formaggio Grana Padano celebra nel 2004, con una serie di appuntamenti di prestigio. E tra i grandi eventi del cinquantenario, ha inserito i Campionati Mondiali di Ciclismo, che si svolgeranno tra Bardolino e Verona dal 27 settembre al 3 ottobre 2004, dei quali sarà Main Sponsor. Ai milioni di praticanti e di appassionati di una delle discipline più diffuse nel mondo, il Consorzio Tutela Grana Padano offre lo stesso impegno che dedica alla vigilanza sulla qualità e alla tutela del formaggio dop più consumato nei cinque continenti, nato dal più puro latte italiano, allo sviluppo della ricerca, sempre al servizio di una tradizione antica di dieci secoli, e alla valorizzazione di un patrimonio enogastronomico e culturale italiano. Grana Padano è da anni vicino a sport ad ampia diffusione, come la pallavolo, il calcio, il basket ed il golf, disciplina che lo ha visto sponsor ufficiale agli Open d’Italia e la partnership con l’European Green Pass Tour e con altri circuiti minori. Chi vive lo sport, ad ogni età, sceglie nella sua dieta Grana Padano, perché, con un sapore autentico come le tradizioni del territorio dove nasce, gli dà in ogni scaglia una grande energia, arricchita da sali minerali e vitamine, facile da assimilare e da liberare, che viene dalla materia prima, dalla lavorazione e dalla stagionatura. E anche sulla sua tavola vuole il prodotto con il marchio del Consorzio Tutela Grana Padano sulla crosta e con il rombo giallo sulla confezione, le sole garanzie del rispetto di regole rigidissime nella produzione, di controlli accurati, di una stagionatura perfetta e che danno ai consumatori un formaggio unico e irripetibile, generoso e leale come un campione dello sport. I Mondiali di Ciclismo 2004 rappresentano una grande occasione per promuovere il territorio intorno al Lago di Garda e a Verona, che sono nel cuore della zona di produzione del Grana Padano, con iniziative e strumenti rivolti agli appassionati, ai media e al pubblico. E per coglierla nel modo più efficace , il Consorzio Tutela Grana Padano è impegnato accanto a “Mondiali Ciclismo 2004 S.p.a.” nella realizzazione anche di tutte le iniziative di contorno alla settimana di eventi sportivi. Un’attenzione particolare sarà dedicata al grande pubblico dei cicloamatori, che alla passione per lo sport praticato unisce l’amore per il territorio e le sue ricchezze naturali e gastronomiche. “Come Presidente di Pellini Caffè, official sponsor dei Mondiali di Ciclismo 2004, voglio esprimere particolare soddisfazione per questa nostra partecipazione all’evento” è il commento di Marco Pellini. “Nel ciclismo, infatti, noi ritroviamo tanti punti di contatto e similitudini con la nostra attività di produttori di caffè: egualmente ci impegniamo, con autentica passione e costanza, nel perseguire qualità e nel migliorarci sempre di più, per regalare ai nostri consumatori, estimatori ed appassionati, sempre nuovi traguardi; come i grandi campioni cerchiamo di essere sempre generosi e leali verso il nostro pubblico che sappiamo attento, esigente, competente. Il fatto, poi, che siamo nati a Verona – la città di questi Mondiali 2004 - e qui produciamo le nostre speciali miscele e che proprio nel prossimo autunno – in concomitanza con lo svolgersi dei Mondiali – inaugureremo un nuovo polo produttivo d’avanguardia, ci appare come un connubio perfetto che ci regala un piacere speciale”. |
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Mille anni di qualità, cinquant’anni di garanzia. Questi sono i primati che il Consorzio di Tutela del Formaggio Grana Padano celebra nel 2004, con una serie di appuntamenti di prestigio. E tra i grandi eventi del cinquantenario, ha inserito i Campionati Mondiali di Ciclismo, che si svolgeranno tra Bardolino e Verona dal 27 settembre al 3 ottobre 2004, dei quali sarà Main Sponsor. Ai milioni di praticanti e di appassionati di una delle discipline più diffuse nel mondo, il Consorzio Tutela Grana Padano offre lo stesso impegno che dedica alla vigilanza sulla qualità e alla tutela del formaggio dop più consumato nei cinque continenti, nato dal più puro latte italiano, allo sviluppo della ricerca, sempre al servizio di una tradizione antica di dieci secoli, e alla valorizzazione di un patrimonio enogastronomico e culturale italiano. Grana Padano è da anni vicino a sport ad ampia diffusione, come la pallavolo, il calcio, il basket ed il golf, disciplina che lo ha visto sponsor ufficiale agli Open d’Italia e la partnership con l’European Green Pass Tour e con altri circuiti minori. Chi vive lo sport, ad ogni età, sceglie nella sua dieta Grana Padano, perché, con un sapore autentico come le tradizioni del territorio dove nasce, gli dà in ogni scaglia una grande energia, arricchita da sali minerali e vitamine, facile da assimilare e da liberare, che viene dalla materia prima, dalla lavorazione e dalla stagionatura. E anche sulla sua tavola vuole il prodotto con il marchio del Consorzio Tutela Grana Padano sulla crosta e con il rombo giallo sulla confezione, le sole garanzie del rispetto di regole rigidissime nella produzione, di controlli accurati, di una stagionatura perfetta e che danno ai consumatori un formaggio unico e irripetibile, generoso e leale come un campione dello sport. I Mondiali di Ciclismo 2004 rappresentano una grande occasione per promuovere il territorio intorno al Lago di Garda e a Verona, che sono nel cuore della zona di produzione del Grana Padano, con iniziative e strumenti rivolti agli appassionati, ai media e al pubblico. E per coglierla nel modo più efficace , il Consorzio Tutela Grana Padano è impegnato accanto a “Mondiali Ciclismo 2004 S.p.a.” nella realizzazione anche di tutte le iniziative di contorno alla settimana di eventi sportivi. Un’attenzione particolare sarà dedicata al grande pubblico dei cicloamatori, che alla passione per lo sport praticato unisce l’amore per il territorio e le sue ricchezze naturali e gastronomiche. “Come Presidente di Pellini Caffè, official sponsor dei Mondiali di Ciclismo 2004, voglio esprimere particolare soddisfazione per questa nostra partecipazione all’evento” è il commento di Marco Pellini. “Nel ciclismo, infatti, noi ritroviamo tanti punti di contatto e similitudini con la nostra attività di produttori di caffè: egualmente ci impegniamo, con autentica passione e costanza, nel perseguire qualità e nel migliorarci sempre di più, per regalare ai nostri consumatori, estimatori ed appassionati, sempre nuovi traguardi; come i grandi campioni cerchiamo di essere sempre generosi e leali verso il nostro pubblico che sappiamo attento, esigente, competente. Il fatto, poi, che siamo nati a Verona – la città di questi Mondiali 2004 - e qui produciamo le nostre speciali miscele e che proprio nel prossimo autunno – in concomitanza con lo svolgersi dei Mondiali – inaugureremo un nuovo polo produttivo d’avanguardia, ci appare come un connubio perfetto che ci regala un piacere speciale”. |
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Mille anni di qualità, cinquant’anni di garanzia. Questi sono i primati che il Consorzio di Tutela del Formaggio Grana Padano celebra nel 2004, con una serie di appuntamenti di prestigio. E tra i grandi eventi del cinquantenario, ha inserito i Campionati Mondiali di Ciclismo, che si svolgeranno tra Bardolino e Verona dal 27 settembre al 3 ottobre 2004, dei quali sarà Main Sponsor. Ai milioni di praticanti e di appassionati di una delle discipline più diffuse nel mondo, il Consorzio Tutela Grana Padano offre lo stesso impegno che dedica alla vigilanza sulla qualità e alla tutela del formaggio dop più consumato nei cinque continenti, nato dal più puro latte italiano, allo sviluppo della ricerca, sempre al servizio di una tradizione antica di dieci secoli, e alla valorizzazione di un patrimonio enogastronomico e culturale italiano. Grana Padano è da anni vicino a sport ad ampia diffusione, come la pallavolo, il calcio, il basket ed il golf, disciplina che lo ha visto sponsor ufficiale agli Open d’Italia e la partnership con l’European Green Pass Tour e con altri circuiti minori. Chi vive lo sport, ad ogni età, sceglie nella sua dieta Grana Padano, perché, con un sapore autentico come le tradizioni del territorio dove nasce, gli dà in ogni scaglia una grande energia, arricchita da sali minerali e vitamine, facile da assimilare e da liberare, che viene dalla materia prima, dalla lavorazione e dalla stagionatura. E anche sulla sua tavola vuole il prodotto con il marchio del Consorzio Tutela Grana Padano sulla crosta e con il rombo giallo sulla confezione, le sole garanzie del rispetto di regole rigidissime nella produzione, di controlli accurati, di una stagionatura perfetta e che danno ai consumatori un formaggio unico e irripetibile, generoso e leale come un campione dello sport. I Mondiali di Ciclismo 2004 rappresentano una grande occasione per promuovere il territorio intorno al Lago di Garda e a Verona, che sono nel cuore della zona di produzione del Grana Padano, con iniziative e strumenti rivolti agli appassionati, ai media e al pubblico. E per coglierla nel modo più efficace , il Consorzio Tutela Grana Padano è impegnato accanto a “Mondiali Ciclismo 2004 S.p.a.” nella realizzazione anche di tutte le iniziative di contorno alla settimana di eventi sportivi. Un’attenzione particolare sarà dedicata al grande pubblico dei cicloamatori, che alla passione per lo sport praticato unisce l’amore per il territorio e le sue ricchezze naturali e gastronomiche. “Come Presidente di Pellini Caffè, official sponsor dei Mondiali di Ciclismo 2004, voglio esprimere particolare soddisfazione per questa nostra partecipazione all’evento” è il commento di Marco Pellini. “Nel ciclismo, infatti, noi ritroviamo tanti punti di contatto e similitudini con la nostra attività di produttori di caffè: egualmente ci impegniamo, con autentica passione e costanza, nel perseguire qualità e nel migliorarci sempre di più, per regalare ai nostri consumatori, estimatori ed appassionati, sempre nuovi traguardi; come i grandi campioni cerchiamo di essere sempre generosi e leali verso il nostro pubblico che sappiamo attento, esigente, competente. Il fatto, poi, che siamo nati a Verona – la città di questi Mondiali 2004 - e qui produciamo le nostre speciali miscele e che proprio nel prossimo autunno – in concomitanza con lo svolgersi dei Mondiali – inaugureremo un nuovo polo produttivo d’avanguardia, ci appare come un connubio perfetto che ci regala un piacere speciale”. |
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MOSTRA SAPOR D’OLIO RODENGO SAIANO (BS) – ABBAZIA OLIVETANA 18- 20 SETTEMBRE 2004
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La produzione di nicchia della Franciacorta, quella raffinata del lago di Garda e quella prestigiosa della riviera ligure: saranno questi e gli altri oli extravergine d’oliva italiani insigniti del marchio Dop i protagonisti della Mostra mercato “Sapor d’Olio”, la cui terza edizione si svolgerà da sabato 18 a lunedì 21 settembre nella suggestiva cornice dell’Abbazia Olivetana di Rodengo Saiano, antico borgo della Franciacorta, considerato uno degli angoli più suggestivi della campagna bresciana. Un’occasione preziosa per conoscere i 14 oli extravergine d’oliva italiani, presenti alla rassegna con i rispettivi Consorzi. Fra l’altro si potranno assaporare e acquistare le produzioni del Consorzio Olio extravergine d’oliva Laghi lombardi, del Consorzio bresciano olio extravergine d’oliva Garda Dop, della Cooperativa agricola Brisilleghese con denominazione Brisighella Dop, dell’Aspo Siena con le denominazioni Terra di Siena e Chianti classico, del Comitato promotore dell’olio extravergine di Trieste, dell’Assoprol di Savona, del Consorzio per la tutela dell’olio d’oliva Dop “Riviera ligure” di Imperia, della Cooperativa Sebino-franciacorta, del Consorzio del Cartoceto di Pesaro e Urbino, della Corporazione Mastri oleari, del Consorzio Colline Teatine Dop e dell’Aipo Verona, con il Consorzio di tutela dell’olio extravergine d’oliva del Garda Dop, il Consorzio di tutela dell’olio extravergine d’oliva Veneto Valpolicella, Veneto Euganei e Berici e del Grappa Dop. Obiettivo principale di “Sapor d’olio” è di valorizzare la storica produzione di nicchia, ma dall’antica storia, degli oli della Franciacorta, terra conosciuta oggi soprattutto per i suoi spumeggianti vini (le uniche bollicine in Italia ad aver ottenuto la Docg): gli ulivi sono infatti coltivati da secoli su queste ondulate colline che fanno da corona al lago d’Iseo e ne costituiscono , con le viti, uno degli elementi caratterizzanti del territorio. Vino e olio: la rassegna farà da pendant al Festival del Franciacorta, in svolgimento negli stessi giorni a Villa Lechi di Erbusco. Teatro di “Sapor d’Olio” sarà l’antica Abbazia Olivetana di Rodengo Saiano, centro di religiosità e cultura da secoli. L’abbazia, una delle più antiche e suggestive della Lombardia, si articola intorno a splendidi chiostri: il quattrocentesco Chiostro piccolo è il nucleo primario dell’imponente cenobio attorno al quale si sono sviluppati, nel corso dei secoli successivi, il Chiostro della cisterna, detto anche delle meridiane, il Chiostro grande e i magnifici saloni affrescati dal Gambara, dal Moretto e dal Romanino, principali autori della Scuola Bresciana rinascimentale. In questa cornice carica di storia, per neofiti ed appassionati, l’Aipol di Brescia proporrà degustazioni guidate, sabato alle 18.30 e domenica alle 18, con la possibilità di saperne di più grazie a brevi ma efficaci lezioni, che guideranno gli appassionati alla corretta degustazione, con l’assaggio di 4 diverse tipologie di oli Dop. La quota di iscrizione per partecipare è di 5 €, e comprende l’omaggio di un’ampolla- assaggio. Domenica alle 11.30 ci sarà invece una lezione di degustazione per bambini e i ragazzi, gratuita ma con prenotazione obbligatoria. “Sapor d’olio” sarà arricchito da una serie di eventi collaterali.Oltre a rassegne e mostre, saranno organizzati due convegni, che si svolgeranno la giornata di sabato. Nella mattinata si affronteranno gli aspetti tecnici della produzione di oli, nel pomeriggio invece saranno approfonditi quelli storici e letterari. La giornata di lunedì sarà invece espressamente dedicata ai ristoratori, con l’allestimento di un panel di degustazioni a loro riservato. Durante la rassegna si potrà assaggiare nell’Abbazia il piatto- simbolo della Franciacorta, ovvero il gustoso Manzo all’olio con polenta, cucinato in base all’antica ricetta della tradizione di Rovato (da oltre 700 anni uno dei principali mercati italiani di carne). Il piatto, accompagnato da un bicchiere di Terre di Franciacorta Rosso Doc, sarà proposto sabato sera e domenica sia a pranzo che a cena, al costo di 8 €. Nei ristoranti del paese saranno elaborati particolari menù degustazione, tutti giocati sul tema dell’ olio, rigorosamente extravergine. La Mostra-mercato e le giornate di studio sono promosse dall’Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Rodengo Saiano, in collaborazione con l’assessorato provinciale di Brescia all’Agricoltura, l’assessorato comunale al Turismo, Promozione Franciacorta e Aipol, con il patrocinio dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Lombardia e della Camera di Commercio di Brescia – Unaprol. Per Informazioni: Comune di Rodengo Saiano, Tel 030 6811936 |
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MOSTRA SAPOR D’OLIO RODENGO SAIANO (BS) – ABBAZIA OLIVETANA 18- 20 SETTEMBRE 2004
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La produzione di nicchia della Franciacorta, quella raffinata del lago di Garda e quella prestigiosa della riviera ligure: saranno questi e gli altri oli extravergine d’oliva italiani insigniti del marchio Dop i protagonisti della Mostra mercato “Sapor d’Olio”, la cui terza edizione si svolgerà da sabato 18 a lunedì 21 settembre nella suggestiva cornice dell’Abbazia Olivetana di Rodengo Saiano, antico borgo della Franciacorta, considerato uno degli angoli più suggestivi della campagna bresciana. Un’occasione preziosa per conoscere i 14 oli extravergine d’oliva italiani, presenti alla rassegna con i rispettivi Consorzi. Fra l’altro si potranno assaporare e acquistare le produzioni del Consorzio Olio extravergine d’oliva Laghi lombardi, del Consorzio bresciano olio extravergine d’oliva Garda Dop, della Cooperativa agricola Brisilleghese con denominazione Brisighella Dop, dell’Aspo Siena con le denominazioni Terra di Siena e Chianti classico, del Comitato promotore dell’olio extravergine di Trieste, dell’Assoprol di Savona, del Consorzio per la tutela dell’olio d’oliva Dop “Riviera ligure” di Imperia, della Cooperativa Sebino-franciacorta, del Consorzio del Cartoceto di Pesaro e Urbino, della Corporazione Mastri oleari, del Consorzio Colline Teatine Dop e dell’Aipo Verona, con il Consorzio di tutela dell’olio extravergine d’oliva del Garda Dop, il Consorzio di tutela dell’olio extravergine d’oliva Veneto Valpolicella, Veneto Euganei e Berici e del Grappa Dop. Obiettivo principale di “Sapor d’olio” è di valorizzare la storica produzione di nicchia, ma dall’antica storia, degli oli della Franciacorta, terra conosciuta oggi soprattutto per i suoi spumeggianti vini (le uniche bollicine in Italia ad aver ottenuto la Docg): gli ulivi sono infatti coltivati da secoli su queste ondulate colline che fanno da corona al lago d’Iseo e ne costituiscono , con le viti, uno degli elementi caratterizzanti del territorio. Vino e olio: la rassegna farà da pendant al Festival del Franciacorta, in svolgimento negli stessi giorni a Villa Lechi di Erbusco. Teatro di “Sapor d’Olio” sarà l’antica Abbazia Olivetana di Rodengo Saiano, centro di religiosità e cultura da secoli. L’abbazia, una delle più antiche e suggestive della Lombardia, si articola intorno a splendidi chiostri: il quattrocentesco Chiostro piccolo è il nucleo primario dell’imponente cenobio attorno al quale si sono sviluppati, nel corso dei secoli successivi, il Chiostro della cisterna, detto anche delle meridiane, il Chiostro grande e i magnifici saloni affrescati dal Gambara, dal Moretto e dal Romanino, principali autori della Scuola Bresciana rinascimentale. In questa cornice carica di storia, per neofiti ed appassionati, l’Aipol di Brescia proporrà degustazioni guidate, sabato alle 18.30 e domenica alle 18, con la possibilità di saperne di più grazie a brevi ma efficaci lezioni, che guideranno gli appassionati alla corretta degustazione, con l’assaggio di 4 diverse tipologie di oli Dop. La quota di iscrizione per partecipare è di 5 €, e comprende l’omaggio di un’ampolla- assaggio. Domenica alle 11.30 ci sarà invece una lezione di degustazione per bambini e i ragazzi, gratuita ma con prenotazione obbligatoria. “Sapor d’olio” sarà arricchito da una serie di eventi collaterali.Oltre a rassegne e mostre, saranno organizzati due convegni, che si svolgeranno la giornata di sabato. Nella mattinata si affronteranno gli aspetti tecnici della produzione di oli, nel pomeriggio invece saranno approfonditi quelli storici e letterari. La giornata di lunedì sarà invece espressamente dedicata ai ristoratori, con l’allestimento di un panel di degustazioni a loro riservato. Durante la rassegna si potrà assaggiare nell’Abbazia il piatto- simbolo della Franciacorta, ovvero il gustoso Manzo all’olio con polenta, cucinato in base all’antica ricetta della tradizione di Rovato (da oltre 700 anni uno dei principali mercati italiani di carne). Il piatto, accompagnato da un bicchiere di Terre di Franciacorta Rosso Doc, sarà proposto sabato sera e domenica sia a pranzo che a cena, al costo di 8 €. Nei ristoranti del paese saranno elaborati particolari menù degustazione, tutti giocati sul tema dell’ olio, rigorosamente extravergine. La Mostra-mercato e le giornate di studio sono promosse dall’Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Rodengo Saiano, in collaborazione con l’assessorato provinciale di Brescia all’Agricoltura, l’assessorato comunale al Turismo, Promozione Franciacorta e Aipol, con il patrocinio dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Lombardia e della Camera di Commercio di Brescia – Unaprol. Per Informazioni: Comune di Rodengo Saiano, Tel 030 6811936 |
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MOSTRA SAPOR D’OLIO RODENGO SAIANO (BS) – ABBAZIA OLIVETANA 18- 20 SETTEMBRE 2004
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La produzione di nicchia della Franciacorta, quella raffinata del lago di Garda e quella prestigiosa della riviera ligure: saranno questi e gli altri oli extravergine d’oliva italiani insigniti del marchio Dop i protagonisti della Mostra mercato “Sapor d’Olio”, la cui terza edizione si svolgerà da sabato 18 a lunedì 21 settembre nella suggestiva cornice dell’Abbazia Olivetana di Rodengo Saiano, antico borgo della Franciacorta, considerato uno degli angoli più suggestivi della campagna bresciana. Un’occasione preziosa per conoscere i 14 oli extravergine d’oliva italiani, presenti alla rassegna con i rispettivi Consorzi. Fra l’altro si potranno assaporare e acquistare le produzioni del Consorzio Olio extravergine d’oliva Laghi lombardi, del Consorzio bresciano olio extravergine d’oliva Garda Dop, della Cooperativa agricola Brisilleghese con denominazione Brisighella Dop, dell’Aspo Siena con le denominazioni Terra di Siena e Chianti classico, del Comitato promotore dell’olio extravergine di Trieste, dell’Assoprol di Savona, del Consorzio per la tutela dell’olio d’oliva Dop “Riviera ligure” di Imperia, della Cooperativa Sebino-franciacorta, del Consorzio del Cartoceto di Pesaro e Urbino, della Corporazione Mastri oleari, del Consorzio Colline Teatine Dop e dell’Aipo Verona, con il Consorzio di tutela dell’olio extravergine d’oliva del Garda Dop, il Consorzio di tutela dell’olio extravergine d’oliva Veneto Valpolicella, Veneto Euganei e Berici e del Grappa Dop. Obiettivo principale di “Sapor d’olio” è di valorizzare la storica produzione di nicchia, ma dall’antica storia, degli oli della Franciacorta, terra conosciuta oggi soprattutto per i suoi spumeggianti vini (le uniche bollicine in Italia ad aver ottenuto la Docg): gli ulivi sono infatti coltivati da secoli su queste ondulate colline che fanno da corona al lago d’Iseo e ne costituiscono , con le viti, uno degli elementi caratterizzanti del territorio. Vino e olio: la rassegna farà da pendant al Festival del Franciacorta, in svolgimento negli stessi giorni a Villa Lechi di Erbusco. Teatro di “Sapor d’Olio” sarà l’antica Abbazia Olivetana di Rodengo Saiano, centro di religiosità e cultura da secoli. L’abbazia, una delle più antiche e suggestive della Lombardia, si articola intorno a splendidi chiostri: il quattrocentesco Chiostro piccolo è il nucleo primario dell’imponente cenobio attorno al quale si sono sviluppati, nel corso dei secoli successivi, il Chiostro della cisterna, detto anche delle meridiane, il Chiostro grande e i magnifici saloni affrescati dal Gambara, dal Moretto e dal Romanino, principali autori della Scuola Bresciana rinascimentale. In questa cornice carica di storia, per neofiti ed appassionati, l’Aipol di Brescia proporrà degustazioni guidate, sabato alle 18.30 e domenica alle 18, con la possibilità di saperne di più grazie a brevi ma efficaci lezioni, che guideranno gli appassionati alla corretta degustazione, con l’assaggio di 4 diverse tipologie di oli Dop. La quota di iscrizione per partecipare è di 5 €, e comprende l’omaggio di un’ampolla- assaggio. Domenica alle 11.30 ci sarà invece una lezione di degustazione per bambini e i ragazzi, gratuita ma con prenotazione obbligatoria. “Sapor d’olio” sarà arricchito da una serie di eventi collaterali.Oltre a rassegne e mostre, saranno organizzati due convegni, che si svolgeranno la giornata di sabato. Nella mattinata si affronteranno gli aspetti tecnici della produzione di oli, nel pomeriggio invece saranno approfonditi quelli storici e letterari. La giornata di lunedì sarà invece espressamente dedicata ai ristoratori, con l’allestimento di un panel di degustazioni a loro riservato. Durante la rassegna si potrà assaggiare nell’Abbazia il piatto- simbolo della Franciacorta, ovvero il gustoso Manzo all’olio con polenta, cucinato in base all’antica ricetta della tradizione di Rovato (da oltre 700 anni uno dei principali mercati italiani di carne). Il piatto, accompagnato da un bicchiere di Terre di Franciacorta Rosso Doc, sarà proposto sabato sera e domenica sia a pranzo che a cena, al costo di 8 €. Nei ristoranti del paese saranno elaborati particolari menù degustazione, tutti giocati sul tema dell’ olio, rigorosamente extravergine. La Mostra-mercato e le giornate di studio sono promosse dall’Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Rodengo Saiano, in collaborazione con l’assessorato provinciale di Brescia all’Agricoltura, l’assessorato comunale al Turismo, Promozione Franciacorta e Aipol, con il patrocinio dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Lombardia e della Camera di Commercio di Brescia – Unaprol. Per Informazioni: Comune di Rodengo Saiano, Tel 030 6811936 |
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MOSTRA SAPOR D’OLIO RODENGO SAIANO (BS) – ABBAZIA OLIVETANA 18- 20 SETTEMBRE 2004
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La produzione di nicchia della Franciacorta, quella raffinata del lago di Garda e quella prestigiosa della riviera ligure: saranno questi e gli altri oli extravergine d’oliva italiani insigniti del marchio Dop i protagonisti della Mostra mercato “Sapor d’Olio”, la cui terza edizione si svolgerà da sabato 18 a lunedì 21 settembre nella suggestiva cornice dell’Abbazia Olivetana di Rodengo Saiano, antico borgo della Franciacorta, considerato uno degli angoli più suggestivi della campagna bresciana. Un’occasione preziosa per conoscere i 14 oli extravergine d’oliva italiani, presenti alla rassegna con i rispettivi Consorzi. Fra l’altro si potranno assaporare e acquistare le produzioni del Consorzio Olio extravergine d’oliva Laghi lombardi, del Consorzio bresciano olio extravergine d’oliva Garda Dop, della Cooperativa agricola Brisilleghese con denominazione Brisighella Dop, dell’Aspo Siena con le denominazioni Terra di Siena e Chianti classico, del Comitato promotore dell’olio extravergine di Trieste, dell’Assoprol di Savona, del Consorzio per la tutela dell’olio d’oliva Dop “Riviera ligure” di Imperia, della Cooperativa Sebino-franciacorta, del Consorzio del Cartoceto di Pesaro e Urbino, della Corporazione Mastri oleari, del Consorzio Colline Teatine Dop e dell’Aipo Verona, con il Consorzio di tutela dell’olio extravergine d’oliva del Garda Dop, il Consorzio di tutela dell’olio extravergine d’oliva Veneto Valpolicella, Veneto Euganei e Berici e del Grappa Dop. Obiettivo principale di “Sapor d’olio” è di valorizzare la storica produzione di nicchia, ma dall’antica storia, degli oli della Franciacorta, terra conosciuta oggi soprattutto per i suoi spumeggianti vini (le uniche bollicine in Italia ad aver ottenuto la Docg): gli ulivi sono infatti coltivati da secoli su queste ondulate colline che fanno da corona al lago d’Iseo e ne costituiscono , con le viti, uno degli elementi caratterizzanti del territorio. Vino e olio: la rassegna farà da pendant al Festival del Franciacorta, in svolgimento negli stessi giorni a Villa Lechi di Erbusco. Teatro di “Sapor d’Olio” sarà l’antica Abbazia Olivetana di Rodengo Saiano, centro di religiosità e cultura da secoli. L’abbazia, una delle più antiche e suggestive della Lombardia, si articola intorno a splendidi chiostri: il quattrocentesco Chiostro piccolo è il nucleo primario dell’imponente cenobio attorno al quale si sono sviluppati, nel corso dei secoli successivi, il Chiostro della cisterna, detto anche delle meridiane, il Chiostro grande e i magnifici saloni affrescati dal Gambara, dal Moretto e dal Romanino, principali autori della Scuola Bresciana rinascimentale. In questa cornice carica di storia, per neofiti ed appassionati, l’Aipol di Brescia proporrà degustazioni guidate, sabato alle 18.30 e domenica alle 18, con la possibilità di saperne di più grazie a brevi ma efficaci lezioni, che guideranno gli appassionati alla corretta degustazione, con l’assaggio di 4 diverse tipologie di oli Dop. La quota di iscrizione per partecipare è di 5 €, e comprende l’omaggio di un’ampolla- assaggio. Domenica alle 11.30 ci sarà invece una lezione di degustazione per bambini e i ragazzi, gratuita ma con prenotazione obbligatoria. “Sapor d’olio” sarà arricchito da una serie di eventi collaterali.Oltre a rassegne e mostre, saranno organizzati due convegni, che si svolgeranno la giornata di sabato. Nella mattinata si affronteranno gli aspetti tecnici della produzione di oli, nel pomeriggio invece saranno approfonditi quelli storici e letterari. La giornata di lunedì sarà invece espressamente dedicata ai ristoratori, con l’allestimento di un panel di degustazioni a loro riservato. Durante la rassegna si potrà assaggiare nell’Abbazia il piatto- simbolo della Franciacorta, ovvero il gustoso Manzo all’olio con polenta, cucinato in base all’antica ricetta della tradizione di Rovato (da oltre 700 anni uno dei principali mercati italiani di carne). Il piatto, accompagnato da un bicchiere di Terre di Franciacorta Rosso Doc, sarà proposto sabato sera e domenica sia a pranzo che a cena, al costo di 8 €. Nei ristoranti del paese saranno elaborati particolari menù degustazione, tutti giocati sul tema dell’ olio, rigorosamente extravergine. La Mostra-mercato e le giornate di studio sono promosse dall’Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Rodengo Saiano, in collaborazione con l’assessorato provinciale di Brescia all’Agricoltura, l’assessorato comunale al Turismo, Promozione Franciacorta e Aipol, con il patrocinio dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Lombardia e della Camera di Commercio di Brescia – Unaprol. Per Informazioni: Comune di Rodengo Saiano, Tel 030 6811936 |
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MOSTRA SAPOR D’OLIO RODENGO SAIANO (BS) – ABBAZIA OLIVETANA 18- 20 SETTEMBRE 2004
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MOSTRA SAPOR D’OLIO RODENGO SAIANO (BS) – ABBAZIA OLIVETANA 18- 20 SETTEMBRE 2004
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NASCONO LE "FATTORIE DEL GUSTO" TRA LE CORTI RURALI MANTOVANE IN CERCA DI SAPORI
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La tradizione gastronomica mantovana affonda le sue radici nella memoria della famiglia agricola e delle rasdore (letteralmente "reggitrici" le donne che dirigevano le attività di casa). In un momento di riscoperta delle tematiche legate al ritorno alle tradizioni agroalimentari più autentiche, le aziende agrituristiche sono le uniche in grado di tramandare questo prezioso bagaglio di conoscenze, presentando cibi e bevande come valori culturali da recuperare e conservare. L'agriturismo mantovano infatti non si limita ad offrire servizi di ristorazione e alloggio: da tempo, le aziende si prefiggono uno scopo ben più rilevante: l'educazione al gusto. Da queste premesse è nata l'idea di creare una rete di fattorie che curino l'aspetto dell'educazione al cibo in guanto patrimonio culturale. Le Fattorie del Gusto mantovane organizzano corsi di cucina, laboratori di analisi sensoriale, degustazioni guidate e comparate, serate conviviali a tema, colazioni e merende contadine. In tal modo, le aziende si propongono come luoghi di riscoperta delle tradizioni enogastronomiche, della maestria contadina e della memoria della famiglia rurale. I partecipanti alle attività avranno la possibilità di essere accolti in una atmosfera familiare ed imparare, attraverso l'esperienza diretta, a riconoscere i sapori dei prodotti tradizionali, ad apprendere le tecniche e i segreti dell'arte norcina, della conservazione della frutta, della preparazione delle confetture, della trasformazione della farina, della produzione del pane, dell'utilizzo dei prodotti stagionali in cucina; il tutto in un contesto di valorizzazione della cultura rurale nei suoi molteplici aspetti. Nella nuova guida alle Fattorie del Gusto sono raccolte le fattorie che hanno dato vita all'iniziativa, ne sono descritte le attività e i programmi per l'anno in corso. Ballarini, all'interno delle attività del Circolo della Qualità, affianca le Fattorie del Gusto per promuovere le loro attività, collaborando fattivamente con la sua esperienza e con la sua storia di produzione, prima artigianale e poi industriale, profondamente radicata nel territorio in ogni suo aspetto. Il Salame mantovano contadino Ovvero l'altro salame, con quella parola in più che lo rende speciale, inimitabile: "contadino". Anche se gli insaccati industriali si propongono sempre più in veste di prodotti agricoli e in un contesto rurale, pur senza averne le qualità, è necessario porre una distinzione tra i prodotti di grosse aziende alimentari che si avvalgono di una generica immagine territoriale e di un contesto agricolo per cercare una qualche legittimazione, e i prodotti agricoli tradizionali, gli unici veramente legati al territorio e alle sue tradizioni. Già gli Etruschi consumavano carne suina nel territorio mantovano, come risulta dai ritrovamenti nella zona del Forcello, a sud di Mantova. La consuetudine continua attraverso i secoli, fino ad arrivare al Rinascimento, epoca in cui Isabella d'Este Gonzaga, marchesa di Mantova, disponeva giornalmente di salami, salami di lingua, salami cotti. Il masin o masalin (norcino) era già una figura molto richiesta, itinerante, definito "perfecto maestro de tal mestero". L'arte della norcineria e il maiale sono un po' il simbolo del benessere e della ricchezza di questa terra, e il salame ne diviene il rappresentante più illustre: una tradizione di cui i mantovani vanno orgogliosi, un prodotto unico per le sue caratteristiche. Il colore è rosso fragola, la pasta compatta e morbida, punteggiata di grassoli bianchi o rosa, mentre l'aggiunta di pepe e aglio fresco conferisce un caratteristico profumo e un sapore inconfondibile. La ricetta varia da zona a zona: nell'alto Mantovano la presenza dell'aglio, che viene lasciato macerare nel vino bianco, è solo accennata. I grandi allevamenti suinicoli del mantovano forniscono ai prosciuttifici di Parma e San Daniele oltre un milione di esemplari all'anno, ma non vi è famiglia contadina che non si dedichi, in periodo invernale, a "far su il maiale", dando luogo ad una produzione eccellente, pur rimanendo limitata all'autoconsumo o poco più. E proprio grazie a queste antiche tradizioni familiari che l'arte si è tramandata fino ai giorni nostri. La preparazione prevede esclusivamente l'uso di carni suine, macinate a grana grossa e condite con sale, pepe e aglio. L'impasto viene poi insaccato in budello di maiale e legato a mano. Quindi, il fondamentale processo di stagionatura, che può protrarsi dai 3 ai 6 mesi, a seconda delle dimensioni: è proprio l'umida aria della Pianura Padana che contribuisce a formare le muffe bianche o color tortora, necessarie a garantire la qualità del risultato finale. Esistono diverse versioni di questo gustoso insaccato. In primo luogo i salami si differenziano per i tipi di budello (le varie parti che formano l'intestino crasso dql maiale) impiegati: il budello gentile (budello ottenuto dall'intestino retto del suino, molto grasso e spesso, che permette una stagionatura e una conservazione più lunga) il budello sottogentile (la parte più interna del gentile, usato per salami di pezzatura medio-piccola ad asciugatura medio-veloce) il budello crespo o crespone (ottenuto dal colon, di forma più irregolare) la mariola (intestino cieco) Oltre a questi è da annoverare, tra le preparazioni tradizionali, il salame con la lingua, nel quale, oltre all'impasto consueto, viene aggiunta la lingua tagliata a listarelle in punta di coltello, oppure intera avvolta dall'impasto. Secondo le antiche consuetudini popolari questo salame si faceva cuocere nella stufa per la festa dell'Ascensione; infine citiamo un prodotto storico purtroppo ormai scomparso, il salame di San Benedetto cotto sotto la cenere. La mostarda La mostarda di mele o di pere è uno dei prodotti più tipici della cucina virgiliana. Base essenziale per preparare i tortelli di zucca, bandiera della cucina mantovana, compare nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali. Il termine "mostarda", che identifica una confettura speziata, deriva dalla voce latina mustum ardens, preparazione piccante in cui venivano utilizzati semi di senape pestati. Proprio la senape è detta moutarde in francese e mustard in inglese, entrambi termini derivati dalla medesima radice latina. La mostarda è storicamente legata alla cucina mantovana, inizialmente come prodotto di lusso: le prime notizie, infatti, ci vengono dai documenti gonzagheschi che testimoniano la presenza di questa preparazione sulla mensa dei signori di Mantova. Erano a quel tempo gli speziali (farmacisti) le figure preposte alla preparazione di questa leccornia, che assieme a marmellate e confetture veniva conservata negli "albarelli", ovvero vasi piccoli e medi di coccio, di vetro o di ceramica. Con il passare del tempo, la mostarda ha perso il suo carattere di alimento esclusivo, grazie alla accresciuta disponibilità di zucchero e senape, e divenuta alimento popolare, che viene addirittura abbinato a un prodotto povero come la zucca. Come spesso accade, la ricetta per preparare la mostarda varia da zona a zona e da famiglia a famiglia. N Gli ingredienti base sono mele o pere acerbe (pere campanine o cotogne di preferenza); zucchero e senape liquida. |
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NASCONO LE "FATTORIE DEL GUSTO" TRA LE CORTI RURALI MANTOVANE IN CERCA DI SAPORI
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La tradizione gastronomica mantovana affonda le sue radici nella memoria della famiglia agricola e delle rasdore (letteralmente "reggitrici" le donne che dirigevano le attività di casa). In un momento di riscoperta delle tematiche legate al ritorno alle tradizioni agroalimentari più autentiche, le aziende agrituristiche sono le uniche in grado di tramandare questo prezioso bagaglio di conoscenze, presentando cibi e bevande come valori culturali da recuperare e conservare. L'agriturismo mantovano infatti non si limita ad offrire servizi di ristorazione e alloggio: da tempo, le aziende si prefiggono uno scopo ben più rilevante: l'educazione al gusto. Da queste premesse è nata l'idea di creare una rete di fattorie che curino l'aspetto dell'educazione al cibo in guanto patrimonio culturale. Le Fattorie del Gusto mantovane organizzano corsi di cucina, laboratori di analisi sensoriale, degustazioni guidate e comparate, serate conviviali a tema, colazioni e merende contadine. In tal modo, le aziende si propongono come luoghi di riscoperta delle tradizioni enogastronomiche, della maestria contadina e della memoria della famiglia rurale. I partecipanti alle attività avranno la possibilità di essere accolti in una atmosfera familiare ed imparare, attraverso l'esperienza diretta, a riconoscere i sapori dei prodotti tradizionali, ad apprendere le tecniche e i segreti dell'arte norcina, della conservazione della frutta, della preparazione delle confetture, della trasformazione della farina, della produzione del pane, dell'utilizzo dei prodotti stagionali in cucina; il tutto in un contesto di valorizzazione della cultura rurale nei suoi molteplici aspetti. Nella nuova guida alle Fattorie del Gusto sono raccolte le fattorie che hanno dato vita all'iniziativa, ne sono descritte le attività e i programmi per l'anno in corso. Ballarini, all'interno delle attività del Circolo della Qualità, affianca le Fattorie del Gusto per promuovere le loro attività, collaborando fattivamente con la sua esperienza e con la sua storia di produzione, prima artigianale e poi industriale, profondamente radicata nel territorio in ogni suo aspetto. Il Salame mantovano contadino Ovvero l'altro salame, con quella parola in più che lo rende speciale, inimitabile: "contadino". Anche se gli insaccati industriali si propongono sempre più in veste di prodotti agricoli e in un contesto rurale, pur senza averne le qualità, è necessario porre una distinzione tra i prodotti di grosse aziende alimentari che si avvalgono di una generica immagine territoriale e di un contesto agricolo per cercare una qualche legittimazione, e i prodotti agricoli tradizionali, gli unici veramente legati al territorio e alle sue tradizioni. Già gli Etruschi consumavano carne suina nel territorio mantovano, come risulta dai ritrovamenti nella zona del Forcello, a sud di Mantova. La consuetudine continua attraverso i secoli, fino ad arrivare al Rinascimento, epoca in cui Isabella d'Este Gonzaga, marchesa di Mantova, disponeva giornalmente di salami, salami di lingua, salami cotti. Il masin o masalin (norcino) era già una figura molto richiesta, itinerante, definito "perfecto maestro de tal mestero". L'arte della norcineria e il maiale sono un po' il simbolo del benessere e della ricchezza di questa terra, e il salame ne diviene il rappresentante più illustre: una tradizione di cui i mantovani vanno orgogliosi, un prodotto unico per le sue caratteristiche. Il colore è rosso fragola, la pasta compatta e morbida, punteggiata di grassoli bianchi o rosa, mentre l'aggiunta di pepe e aglio fresco conferisce un caratteristico profumo e un sapore inconfondibile. La ricetta varia da zona a zona: nell'alto Mantovano la presenza dell'aglio, che viene lasciato macerare nel vino bianco, è solo accennata. I grandi allevamenti suinicoli del mantovano forniscono ai prosciuttifici di Parma e San Daniele oltre un milione di esemplari all'anno, ma non vi è famiglia contadina che non si dedichi, in periodo invernale, a "far su il maiale", dando luogo ad una produzione eccellente, pur rimanendo limitata all'autoconsumo o poco più. E proprio grazie a queste antiche tradizioni familiari che l'arte si è tramandata fino ai giorni nostri. La preparazione prevede esclusivamente l'uso di carni suine, macinate a grana grossa e condite con sale, pepe e aglio. L'impasto viene poi insaccato in budello di maiale e legato a mano. Quindi, il fondamentale processo di stagionatura, che può protrarsi dai 3 ai 6 mesi, a seconda delle dimensioni: è proprio l'umida aria della Pianura Padana che contribuisce a formare le muffe bianche o color tortora, necessarie a garantire la qualità del risultato finale. Esistono diverse versioni di questo gustoso insaccato. In primo luogo i salami si differenziano per i tipi di budello (le varie parti che formano l'intestino crasso dql maiale) impiegati: il budello gentile (budello ottenuto dall'intestino retto del suino, molto grasso e spesso, che permette una stagionatura e una conservazione più lunga) il budello sottogentile (la parte più interna del gentile, usato per salami di pezzatura medio-piccola ad asciugatura medio-veloce) il budello crespo o crespone (ottenuto dal colon, di forma più irregolare) la mariola (intestino cieco) Oltre a questi è da annoverare, tra le preparazioni tradizionali, il salame con la lingua, nel quale, oltre all'impasto consueto, viene aggiunta la lingua tagliata a listarelle in punta di coltello, oppure intera avvolta dall'impasto. Secondo le antiche consuetudini popolari questo salame si faceva cuocere nella stufa per la festa dell'Ascensione; infine citiamo un prodotto storico purtroppo ormai scomparso, il salame di San Benedetto cotto sotto la cenere. La mostarda La mostarda di mele o di pere è uno dei prodotti più tipici della cucina virgiliana. Base essenziale per preparare i tortelli di zucca, bandiera della cucina mantovana, compare nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali. Il termine "mostarda", che identifica una confettura speziata, deriva dalla voce latina mustum ardens, preparazione piccante in cui venivano utilizzati semi di senape pestati. Proprio la senape è detta moutarde in francese e mustard in inglese, entrambi termini derivati dalla medesima radice latina. La mostarda è storicamente legata alla cucina mantovana, inizialmente come prodotto di lusso: le prime notizie, infatti, ci vengono dai documenti gonzagheschi che testimoniano la presenza di questa preparazione sulla mensa dei signori di Mantova. Erano a quel tempo gli speziali (farmacisti) le figure preposte alla preparazione di questa leccornia, che assieme a marmellate e confetture veniva conservata negli "albarelli", ovvero vasi piccoli e medi di coccio, di vetro o di ceramica. Con il passare del tempo, la mostarda ha perso il suo carattere di alimento esclusivo, grazie alla accresciuta disponibilità di zucchero e senape, e divenuta alimento popolare, che viene addirittura abbinato a un prodotto povero come la zucca. Come spesso accade, la ricetta per preparare la mostarda varia da zona a zona e da famiglia a famiglia. N Gli ingredienti base sono mele o pere acerbe (pere campanine o cotogne di preferenza); zucchero e senape liquida. |
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La tradizione gastronomica mantovana affonda le sue radici nella memoria della famiglia agricola e delle rasdore (letteralmente "reggitrici" le donne che dirigevano le attività di casa). In un momento di riscoperta delle tematiche legate al ritorno alle tradizioni agroalimentari più autentiche, le aziende agrituristiche sono le uniche in grado di tramandare questo prezioso bagaglio di conoscenze, presentando cibi e bevande come valori culturali da recuperare e conservare. L'agriturismo mantovano infatti non si limita ad offrire servizi di ristorazione e alloggio: da tempo, le aziende si prefiggono uno scopo ben più rilevante: l'educazione al gusto. Da queste premesse è nata l'idea di creare una rete di fattorie che curino l'aspetto dell'educazione al cibo in guanto patrimonio culturale. Le Fattorie del Gusto mantovane organizzano corsi di cucina, laboratori di analisi sensoriale, degustazioni guidate e comparate, serate conviviali a tema, colazioni e merende contadine. In tal modo, le aziende si propongono come luoghi di riscoperta delle tradizioni enogastronomiche, della maestria contadina e della memoria della famiglia rurale. I partecipanti alle attività avranno la possibilità di essere accolti in una atmosfera familiare ed imparare, attraverso l'esperienza diretta, a riconoscere i sapori dei prodotti tradizionali, ad apprendere le tecniche e i segreti dell'arte norcina, della conservazione della frutta, della preparazione delle confetture, della trasformazione della farina, della produzione del pane, dell'utilizzo dei prodotti stagionali in cucina; il tutto in un contesto di valorizzazione della cultura rurale nei suoi molteplici aspetti. Nella nuova guida alle Fattorie del Gusto sono raccolte le fattorie che hanno dato vita all'iniziativa, ne sono descritte le attività e i programmi per l'anno in corso. Ballarini, all'interno delle attività del Circolo della Qualità, affianca le Fattorie del Gusto per promuovere le loro attività, collaborando fattivamente con la sua esperienza e con la sua storia di produzione, prima artigianale e poi industriale, profondamente radicata nel territorio in ogni suo aspetto. Il Salame mantovano contadino Ovvero l'altro salame, con quella parola in più che lo rende speciale, inimitabile: "contadino". Anche se gli insaccati industriali si propongono sempre più in veste di prodotti agricoli e in un contesto rurale, pur senza averne le qualità, è necessario porre una distinzione tra i prodotti di grosse aziende alimentari che si avvalgono di una generica immagine territoriale e di un contesto agricolo per cercare una qualche legittimazione, e i prodotti agricoli tradizionali, gli unici veramente legati al territorio e alle sue tradizioni. Già gli Etruschi consumavano carne suina nel territorio mantovano, come risulta dai ritrovamenti nella zona del Forcello, a sud di Mantova. La consuetudine continua attraverso i secoli, fino ad arrivare al Rinascimento, epoca in cui Isabella d'Este Gonzaga, marchesa di Mantova, disponeva giornalmente di salami, salami di lingua, salami cotti. Il masin o masalin (norcino) era già una figura molto richiesta, itinerante, definito "perfecto maestro de tal mestero". L'arte della norcineria e il maiale sono un po' il simbolo del benessere e della ricchezza di questa terra, e il salame ne diviene il rappresentante più illustre: una tradizione di cui i mantovani vanno orgogliosi, un prodotto unico per le sue caratteristiche. Il colore è rosso fragola, la pasta compatta e morbida, punteggiata di grassoli bianchi o rosa, mentre l'aggiunta di pepe e aglio fresco conferisce un caratteristico profumo e un sapore inconfondibile. La ricetta varia da zona a zona: nell'alto Mantovano la presenza dell'aglio, che viene lasciato macerare nel vino bianco, è solo accennata. I grandi allevamenti suinicoli del mantovano forniscono ai prosciuttifici di Parma e San Daniele oltre un milione di esemplari all'anno, ma non vi è famiglia contadina che non si dedichi, in periodo invernale, a "far su il maiale", dando luogo ad una produzione eccellente, pur rimanendo limitata all'autoconsumo o poco più. E proprio grazie a queste antiche tradizioni familiari che l'arte si è tramandata fino ai giorni nostri. La preparazione prevede esclusivamente l'uso di carni suine, macinate a grana grossa e condite con sale, pepe e aglio. L'impasto viene poi insaccato in budello di maiale e legato a mano. Quindi, il fondamentale processo di stagionatura, che può protrarsi dai 3 ai 6 mesi, a seconda delle dimensioni: è proprio l'umida aria della Pianura Padana che contribuisce a formare le muffe bianche o color tortora, necessarie a garantire la qualità del risultato finale. Esistono diverse versioni di questo gustoso insaccato. In primo luogo i salami si differenziano per i tipi di budello (le varie parti che formano l'intestino crasso dql maiale) impiegati: il budello gentile (budello ottenuto dall'intestino retto del suino, molto grasso e spesso, che permette una stagionatura e una conservazione più lunga) il budello sottogentile (la parte più interna del gentile, usato per salami di pezzatura medio-piccola ad asciugatura medio-veloce) il budello crespo o crespone (ottenuto dal colon, di forma più irregolare) la mariola (intestino cieco) Oltre a questi è da annoverare, tra le preparazioni tradizionali, il salame con la lingua, nel quale, oltre all'impasto consueto, viene aggiunta la lingua tagliata a listarelle in punta di coltello, oppure intera avvolta dall'impasto. Secondo le antiche consuetudini popolari questo salame si faceva cuocere nella stufa per la festa dell'Ascensione; infine citiamo un prodotto storico purtroppo ormai scomparso, il salame di San Benedetto cotto sotto la cenere. La mostarda La mostarda di mele o di pere è uno dei prodotti più tipici della cucina virgiliana. Base essenziale per preparare i tortelli di zucca, bandiera della cucina mantovana, compare nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali. Il termine "mostarda", che identifica una confettura speziata, deriva dalla voce latina mustum ardens, preparazione piccante in cui venivano utilizzati semi di senape pestati. Proprio la senape è detta moutarde in francese e mustard in inglese, entrambi termini derivati dalla medesima radice latina. La mostarda è storicamente legata alla cucina mantovana, inizialmente come prodotto di lusso: le prime notizie, infatti, ci vengono dai documenti gonzagheschi che testimoniano la presenza di questa preparazione sulla mensa dei signori di Mantova. Erano a quel tempo gli speziali (farmacisti) le figure preposte alla preparazione di questa leccornia, che assieme a marmellate e confetture veniva conservata negli "albarelli", ovvero vasi piccoli e medi di coccio, di vetro o di ceramica. Con il passare del tempo, la mostarda ha perso il suo carattere di alimento esclusivo, grazie alla accresciuta disponibilità di zucchero e senape, e divenuta alimento popolare, che viene addirittura abbinato a un prodotto povero come la zucca. Come spesso accade, la ricetta per preparare la mostarda varia da zona a zona e da famiglia a famiglia. N Gli ingredienti base sono mele o pere acerbe (pere campanine o cotogne di preferenza); zucchero e senape liquida. |
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La tradizione gastronomica mantovana affonda le sue radici nella memoria della famiglia agricola e delle rasdore (letteralmente "reggitrici" le donne che dirigevano le attività di casa). In un momento di riscoperta delle tematiche legate al ritorno alle tradizioni agroalimentari più autentiche, le aziende agrituristiche sono le uniche in grado di tramandare questo prezioso bagaglio di conoscenze, presentando cibi e bevande come valori culturali da recuperare e conservare. L'agriturismo mantovano infatti non si limita ad offrire servizi di ristorazione e alloggio: da tempo, le aziende si prefiggono uno scopo ben più rilevante: l'educazione al gusto. Da queste premesse è nata l'idea di creare una rete di fattorie che curino l'aspetto dell'educazione al cibo in guanto patrimonio culturale. Le Fattorie del Gusto mantovane organizzano corsi di cucina, laboratori di analisi sensoriale, degustazioni guidate e comparate, serate conviviali a tema, colazioni e merende contadine. In tal modo, le aziende si propongono come luoghi di riscoperta delle tradizioni enogastronomiche, della maestria contadina e della memoria della famiglia rurale. I partecipanti alle attività avranno la possibilità di essere accolti in una atmosfera familiare ed imparare, attraverso l'esperienza diretta, a riconoscere i sapori dei prodotti tradizionali, ad apprendere le tecniche e i segreti dell'arte norcina, della conservazione della frutta, della preparazione delle confetture, della trasformazione della farina, della produzione del pane, dell'utilizzo dei prodotti stagionali in cucina; il tutto in un contesto di valorizzazione della cultura rurale nei suoi molteplici aspetti. Nella nuova guida alle Fattorie del Gusto sono raccolte le fattorie che hanno dato vita all'iniziativa, ne sono descritte le attività e i programmi per l'anno in corso. Ballarini, all'interno delle attività del Circolo della Qualità, affianca le Fattorie del Gusto per promuovere le loro attività, collaborando fattivamente con la sua esperienza e con la sua storia di produzione, prima artigianale e poi industriale, profondamente radicata nel territorio in ogni suo aspetto. Il Salame mantovano contadino Ovvero l'altro salame, con quella parola in più che lo rende speciale, inimitabile: "contadino". Anche se gli insaccati industriali si propongono sempre più in veste di prodotti agricoli e in un contesto rurale, pur senza averne le qualità, è necessario porre una distinzione tra i prodotti di grosse aziende alimentari che si avvalgono di una generica immagine territoriale e di un contesto agricolo per cercare una qualche legittimazione, e i prodotti agricoli tradizionali, gli unici veramente legati al territorio e alle sue tradizioni. Già gli Etruschi consumavano carne suina nel territorio mantovano, come risulta dai ritrovamenti nella zona del Forcello, a sud di Mantova. La consuetudine continua attraverso i secoli, fino ad arrivare al Rinascimento, epoca in cui Isabella d'Este Gonzaga, marchesa di Mantova, disponeva giornalmente di salami, salami di lingua, salami cotti. Il masin o masalin (norcino) era già una figura molto richiesta, itinerante, definito "perfecto maestro de tal mestero". L'arte della norcineria e il maiale sono un po' il simbolo del benessere e della ricchezza di questa terra, e il salame ne diviene il rappresentante più illustre: una tradizione di cui i mantovani vanno orgogliosi, un prodotto unico per le sue caratteristiche. Il colore è rosso fragola, la pasta compatta e morbida, punteggiata di grassoli bianchi o rosa, mentre l'aggiunta di pepe e aglio fresco conferisce un caratteristico profumo e un sapore inconfondibile. La ricetta varia da zona a zona: nell'alto Mantovano la presenza dell'aglio, che viene lasciato macerare nel vino bianco, è solo accennata. I grandi allevamenti suinicoli del mantovano forniscono ai prosciuttifici di Parma e San Daniele oltre un milione di esemplari all'anno, ma non vi è famiglia contadina che non si dedichi, in periodo invernale, a "far su il maiale", dando luogo ad una produzione eccellente, pur rimanendo limitata all'autoconsumo o poco più. E proprio grazie a queste antiche tradizioni familiari che l'arte si è tramandata fino ai giorni nostri. La preparazione prevede esclusivamente l'uso di carni suine, macinate a grana grossa e condite con sale, pepe e aglio. L'impasto viene poi insaccato in budello di maiale e legato a mano. Quindi, il fondamentale processo di stagionatura, che può protrarsi dai 3 ai 6 mesi, a seconda delle dimensioni: è proprio l'umida aria della Pianura Padana che contribuisce a formare le muffe bianche o color tortora, necessarie a garantire la qualità del risultato finale. Esistono diverse versioni di questo gustoso insaccato. In primo luogo i salami si differenziano per i tipi di budello (le varie parti che formano l'intestino crasso dql maiale) impiegati: il budello gentile (budello ottenuto dall'intestino retto del suino, molto grasso e spesso, che permette una stagionatura e una conservazione più lunga) il budello sottogentile (la parte più interna del gentile, usato per salami di pezzatura medio-piccola ad asciugatura medio-veloce) il budello crespo o crespone (ottenuto dal colon, di forma più irregolare) la mariola (intestino cieco) Oltre a questi è da annoverare, tra le preparazioni tradizionali, il salame con la lingua, nel quale, oltre all'impasto consueto, viene aggiunta la lingua tagliata a listarelle in punta di coltello, oppure intera avvolta dall'impasto. Secondo le antiche consuetudini popolari questo salame si faceva cuocere nella stufa per la festa dell'Ascensione; infine citiamo un prodotto storico purtroppo ormai scomparso, il salame di San Benedetto cotto sotto la cenere. La mostarda La mostarda di mele o di pere è uno dei prodotti più tipici della cucina virgiliana. Base essenziale per preparare i tortelli di zucca, bandiera della cucina mantovana, compare nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali. Il termine "mostarda", che identifica una confettura speziata, deriva dalla voce latina mustum ardens, preparazione piccante in cui venivano utilizzati semi di senape pestati. Proprio la senape è detta moutarde in francese e mustard in inglese, entrambi termini derivati dalla medesima radice latina. La mostarda è storicamente legata alla cucina mantovana, inizialmente come prodotto di lusso: le prime notizie, infatti, ci vengono dai documenti gonzagheschi che testimoniano la presenza di questa preparazione sulla mensa dei signori di Mantova. Erano a quel tempo gli speziali (farmacisti) le figure preposte alla preparazione di questa leccornia, che assieme a marmellate e confetture veniva conservata negli "albarelli", ovvero vasi piccoli e medi di coccio, di vetro o di ceramica. Con il passare del tempo, la mostarda ha perso il suo carattere di alimento esclusivo, grazie alla accresciuta disponibilità di zucchero e senape, e divenuta alimento popolare, che viene addirittura abbinato a un prodotto povero come la zucca. Come spesso accade, la ricetta per preparare la mostarda varia da zona a zona e da famiglia a famiglia. N Gli ingredienti base sono mele o pere acerbe (pere campanine o cotogne di preferenza); zucchero e senape liquida. |
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In tal modo, le aziende si propongono come luoghi di riscoperta delle tradizioni enogastronomiche, della maestria contadina e della memoria della famiglia rurale. I partecipanti alle attività avranno la possibilità di essere accolti in una atmosfera familiare ed imparare, attraverso l'esperienza diretta, a riconoscere i sapori dei prodotti tradizionali, ad apprendere le tecniche e i segreti dell'arte norcina, della conservazione della frutta, della preparazione delle confetture, della trasformazione della farina, della produzione del pane, dell'utilizzo dei prodotti stagionali in cucina; il tutto in un contesto di valorizzazione della cultura rurale nei suoi molteplici aspetti. Nella nuova guida alle Fattorie del Gusto sono raccolte le fattorie che hanno dato vita all'iniziativa, ne sono descritte le attività e i programmi per l'anno in corso. Ballarini, all'interno delle attività del Circolo della Qualità, affianca le Fattorie del Gusto per promuovere le loro attività, collaborando fattivamente con la sua esperienza e con la sua storia di produzione, prima artigianale e poi industriale, profondamente radicata nel territorio in ogni suo aspetto. Il Salame mantovano contadino Ovvero l'altro salame, con quella parola in più che lo rende speciale, inimitabile: "contadino". Anche se gli insaccati industriali si propongono sempre più in veste di prodotti agricoli e in un contesto rurale, pur senza averne le qualità, è necessario porre una distinzione tra i prodotti di grosse aziende alimentari che si avvalgono di una generica immagine territoriale e di un contesto agricolo per cercare una qualche legittimazione, e i prodotti agricoli tradizionali, gli unici veramente legati al territorio e alle sue tradizioni. Già gli Etruschi consumavano carne suina nel territorio mantovano, come risulta dai ritrovamenti nella zona del Forcello, a sud di Mantova. La consuetudine continua attraverso i secoli, fino ad arrivare al Rinascimento, epoca in cui Isabella d'Este Gonzaga, marchesa di Mantova, disponeva giornalmente di salami, salami di lingua, salami cotti. Il masin o masalin (norcino) era già una figura molto richiesta, itinerante, definito "perfecto maestro de tal mestero". L'arte della norcineria e il maiale sono un po' il simbolo del benessere e della ricchezza di questa terra, e il salame ne diviene il rappresentante più illustre: una tradizione di cui i mantovani vanno orgogliosi, un prodotto unico per le sue caratteristiche. Il colore è rosso fragola, la pasta compatta e morbida, punteggiata di grassoli bianchi o rosa, mentre l'aggiunta di pepe e aglio fresco conferisce un caratteristico profumo e un sapore inconfondibile. La ricetta varia da zona a zona: nell'alto Mantovano la presenza dell'aglio, che viene lasciato macerare nel vino bianco, è solo accennata. I grandi allevamenti suinicoli del mantovano forniscono ai prosciuttifici di Parma e San Daniele oltre un milione di esemplari all'anno, ma non vi è famiglia contadina che non si dedichi, in periodo invernale, a "far su il maiale", dando luogo ad una produzione eccellente, pur rimanendo limitata all'autoconsumo o poco più. E proprio grazie a queste antiche tradizioni familiari che l'arte si è tramandata fino ai giorni nostri. La preparazione prevede esclusivamente l'uso di carni suine, macinate a grana grossa e condite con sale, pepe e aglio. L'impasto viene poi insaccato in budello di maiale e legato a mano. Quindi, il fondamentale processo di stagionatura, che può protrarsi dai 3 ai 6 mesi, a seconda delle dimensioni: è proprio l'umida aria della Pianura Padana che contribuisce a formare le muffe bianche o color tortora, necessarie a garantire la qualità del risultato finale. Esistono diverse versioni di questo gustoso insaccato. In primo luogo i salami si differenziano per i tipi di budello (le varie parti che formano l'intestino crasso dql maiale) impiegati: il budello gentile (budello ottenuto dall'intestino retto del suino, molto grasso e spesso, che permette una stagionatura e una conservazione più lunga) il budello sottogentile (la parte più interna del gentile, usato per salami di pezzatura medio-piccola ad asciugatura medio-veloce) il budello crespo o crespone (ottenuto dal colon, di forma più irregolare) la mariola (intestino cieco) Oltre a questi è da annoverare, tra le preparazioni tradizionali, il salame con la lingua, nel quale, oltre all'impasto consueto, viene aggiunta la lingua tagliata a listarelle in punta di coltello, oppure intera avvolta dall'impasto. Secondo le antiche consuetudini popolari questo salame si faceva cuocere nella stufa per la festa dell'Ascensione; infine citiamo un prodotto storico purtroppo ormai scomparso, il salame di San Benedetto cotto sotto la cenere. La mostarda La mostarda di mele o di pere è uno dei prodotti più tipici della cucina virgiliana. Base essenziale per preparare i tortelli di zucca, bandiera della cucina mantovana, compare nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali. Il termine "mostarda", che identifica una confettura speziata, deriva dalla voce latina mustum ardens, preparazione piccante in cui venivano utilizzati semi di senape pestati. Proprio la senape è detta moutarde in francese e mustard in inglese, entrambi termini derivati dalla medesima radice latina. La mostarda è storicamente legata alla cucina mantovana, inizialmente come prodotto di lusso: le prime notizie, infatti, ci vengono dai documenti gonzagheschi che testimoniano la presenza di questa preparazione sulla mensa dei signori di Mantova. Erano a quel tempo gli speziali (farmacisti) le figure preposte alla preparazione di questa leccornia, che assieme a marmellate e confetture veniva conservata negli "albarelli", ovvero vasi piccoli e medi di coccio, di vetro o di ceramica. Con il passare del tempo, la mostarda ha perso il suo carattere di alimento esclusivo, grazie alla accresciuta disponibilità di zucchero e senape, e divenuta alimento popolare, che viene addirittura abbinato a un prodotto povero come la zucca. Come spesso accade, la ricetta per preparare la mostarda varia da zona a zona e da famiglia a famiglia. N Gli ingredienti base sono mele o pere acerbe (pere campanine o cotogne di preferenza); zucchero e senape liquida. |
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In tal modo, le aziende si propongono come luoghi di riscoperta delle tradizioni enogastronomiche, della maestria contadina e della memoria della famiglia rurale. I partecipanti alle attività avranno la possibilità di essere accolti in una atmosfera familiare ed imparare, attraverso l'esperienza diretta, a riconoscere i sapori dei prodotti tradizionali, ad apprendere le tecniche e i segreti dell'arte norcina, della conservazione della frutta, della preparazione delle confetture, della trasformazione della farina, della produzione del pane, dell'utilizzo dei prodotti stagionali in cucina; il tutto in un contesto di valorizzazione della cultura rurale nei suoi molteplici aspetti. Nella nuova guida alle Fattorie del Gusto sono raccolte le fattorie che hanno dato vita all'iniziativa, ne sono descritte le attività e i programmi per l'anno in corso. Ballarini, all'interno delle attività del Circolo della Qualità, affianca le Fattorie del Gusto per promuovere le loro attività, collaborando fattivamente con la sua esperienza e con la sua storia di produzione, prima artigianale e poi industriale, profondamente radicata nel territorio in ogni suo aspetto. Il Salame mantovano contadino Ovvero l'altro salame, con quella parola in più che lo rende speciale, inimitabile: "contadino". Anche se gli insaccati industriali si propongono sempre più in veste di prodotti agricoli e in un contesto rurale, pur senza averne le qualità, è necessario porre una distinzione tra i prodotti di grosse aziende alimentari che si avvalgono di una generica immagine territoriale e di un contesto agricolo per cercare una qualche legittimazione, e i prodotti agricoli tradizionali, gli unici veramente legati al territorio e alle sue tradizioni. Già gli Etruschi consumavano carne suina nel territorio mantovano, come risulta dai ritrovamenti nella zona del Forcello, a sud di Mantova. La consuetudine continua attraverso i secoli, fino ad arrivare al Rinascimento, epoca in cui Isabella d'Este Gonzaga, marchesa di Mantova, disponeva giornalmente di salami, salami di lingua, salami cotti. Il masin o masalin (norcino) era già una figura molto richiesta, itinerante, definito "perfecto maestro de tal mestero". L'arte della norcineria e il maiale sono un po' il simbolo del benessere e della ricchezza di questa terra, e il salame ne diviene il rappresentante più illustre: una tradizione di cui i mantovani vanno orgogliosi, un prodotto unico per le sue caratteristiche. Il colore è rosso fragola, la pasta compatta e morbida, punteggiata di grassoli bianchi o rosa, mentre l'aggiunta di pepe e aglio fresco conferisce un caratteristico profumo e un sapore inconfondibile. La ricetta varia da zona a zona: nell'alto Mantovano la presenza dell'aglio, che viene lasciato macerare nel vino bianco, è solo accennata. I grandi allevamenti suinicoli del mantovano forniscono ai prosciuttifici di Parma e San Daniele oltre un milione di esemplari all'anno, ma non vi è famiglia contadina che non si dedichi, in periodo invernale, a "far su il maiale", dando luogo ad una produzione eccellente, pur rimanendo limitata all'autoconsumo o poco più. E proprio grazie a queste antiche tradizioni familiari che l'arte si è tramandata fino ai giorni nostri. La preparazione prevede esclusivamente l'uso di carni suine, macinate a grana grossa e condite con sale, pepe e aglio. L'impasto viene poi insaccato in budello di maiale e legato a mano. Quindi, il fondamentale processo di stagionatura, che può protrarsi dai 3 ai 6 mesi, a seconda delle dimensioni: è proprio l'umida aria della Pianura Padana che contribuisce a formare le muffe bianche o color tortora, necessarie a garantire la qualità del risultato finale. Esistono diverse versioni di questo gustoso insaccato. In primo luogo i salami si differenziano per i tipi di budello (le varie parti che formano l'intestino crasso dql maiale) impiegati: il budello gentile (budello ottenuto dall'intestino retto del suino, molto grasso e spesso, che permette una stagionatura e una conservazione più lunga) il budello sottogentile (la parte più interna del gentile, usato per salami di pezzatura medio-piccola ad asciugatura medio-veloce) il budello crespo o crespone (ottenuto dal colon, di forma più irregolare) la mariola (intestino cieco) Oltre a questi è da annoverare, tra le preparazioni tradizionali, il salame con la lingua, nel quale, oltre all'impasto consueto, viene aggiunta la lingua tagliata a listarelle in punta di coltello, oppure intera avvolta dall'impasto. Secondo le antiche consuetudini popolari questo salame si faceva cuocere nella stufa per la festa dell'Ascensione; infine citiamo un prodotto storico purtroppo ormai scomparso, il salame di San Benedetto cotto sotto la cenere. La mostarda La mostarda di mele o di pere è uno dei prodotti più tipici della cucina virgiliana. Base essenziale per preparare i tortelli di zucca, bandiera della cucina mantovana, compare nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali. Il termine "mostarda", che identifica una confettura speziata, deriva dalla voce latina mustum ardens, preparazione piccante in cui venivano utilizzati semi di senape pestati. Proprio la senape è detta moutarde in francese e mustard in inglese, entrambi termini derivati dalla medesima radice latina. La mostarda è storicamente legata alla cucina mantovana, inizialmente come prodotto di lusso: le prime notizie, infatti, ci vengono dai documenti gonzagheschi che testimoniano la presenza di questa preparazione sulla mensa dei signori di Mantova. Erano a quel tempo gli speziali (farmacisti) le figure preposte alla preparazione di questa leccornia, che assieme a marmellate e confetture veniva conservata negli "albarelli", ovvero vasi piccoli e medi di coccio, di vetro o di ceramica. Con il passare del tempo, la mostarda ha perso il suo carattere di alimento esclusivo, grazie alla accresciuta disponibilità di zucchero e senape, e divenuta alimento popolare, che viene addirittura abbinato a un prodotto povero come la zucca. Come spesso accade, la ricetta per preparare la mostarda varia da zona a zona e da famiglia a famiglia. N Gli ingredienti base sono mele o pere acerbe (pere campanine o cotogne di preferenza); zucchero e senape liquida. |
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Ancora sotto il segno di “Identità Immutate”, progetto che da due anni unisce alcuni piccoli territori italiani rimasti fedeli alle proprie radici e caratterizzati da una produzione eno-gastronomica di alta qualità, si celebra quest’anno la 22° edizione di Bancarel’vino. Dal 29 luglio al 1° agosto, a Mulazzo (Ms). Alla mostra-concorso che vede premiati il miglior vino e il miglior libro di argomento enogastronomico (nella scorsa edizione si sono aggiudicati la palma del vincitore i vini siciliani di Alcamo (Tp) e il libro di Giancarlo Vissani). I territori di “Identità Immutate” presenti al Bancarel’vino 2004 sono: Toscana, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Marche, Emilia-romagna e Veneto. Da giovedì 29 a domenica 1° agosto, nelle piazzette e lungo il borgo medioevale del Castello di Mulazzo, dove Dante, rifugiatosi presso i signori Malaspina, compose alcuni canti della Divina Commedia, si apriranno al pubblico le bancarelle dei produttori che esporranno e faranno degustare i loro vini e i prodotti tipici del territorio di provenienza. Due giurie qualificate, composte da giornalisti, enologi, editori, enogastronomi, accademici, esamineranno separatamente vini e libri, fino a giungere alla sestina finale. La premiazione avrà luogo domenica 1° agosto alla presenza delle autorità locali e degli organizzatori. Molte le novità di quest’anno. Il processo al vino che si celebrerà secondo il seguente calendario: Venerdì 30 luglio. La parola all’accusa. Contro il vino parleranno gli “avvocati” Igles Corelli, chef del Gambero Rosso tv (che si esprimerà a favore dell’abbinamento piatti e infusi di erbe); il dottor Alessandro Zanasi dell’Associazione degustatori acque minerali; la nutrizionista dottoressa Elisabetta Bernardi, volto noto ai telespettatori di Rai Unomattina; il dottor Gianni Cavinato, tecnologo alimentare e segretario generale dell’Acu (Associazione Consumatori Utenti); che parlerà delle sofisticazioni del vino (metanolo ecc.) Sabato 31 luglio. La parola alla difesa. A favore del vino parleranno gli “avvocati” Enrico Barcella, giornalista, agronomo e consulente di Linea Verde Rai e Raiunomattina; Giorgio Battaglia, agronomo e autore di Raiunomatttina; enologi, produttori e altri personaggi Rai; Dario Cecchini, il famoso macellaio-poeta cultore di Dante Alighieri (conosce a memoria la Divina Commedia); “mago” della bistecca Chianina. Domenica 1° agosto. La sentenza della corte, presieduta di un giudice…a sorpresa (sarà un personaggio noto) e della giuria popolare del processo. Premiazione del miglior vino e del miglior libro. Al processo può partecipare anche il pubblico, mediante giudizi scritti e siglati. Alla fine, tra tutti i partecipanti ne verrà sorteggiato uno cui andrà in premio una confezione di… vino. Di più alto livello, rispetto alle precedenti edizioni che pure hanno registrato un numero record di presenze (quasi 16mila visitatori nel 2003) la scelta degli eventi artistici previsti per i quattro giorni di Bancarel’vino: Giovedì 29 luglio: concerto in memoria di Fabrizio De Andrè; Venerdì 30 luglio: cabaret con alcuni attori comici della Rai; Sabato 31 luglio: concerto di musica degli anni ’70; Domenica 1° agosto: intermezzi musicali di un gruppo folk di Trieste. Al Bancarel’vino 2004 partecipano in numero preponderante i vini ottenuti da vitigni autoctoni delle micro-aree aderenti, alcuni dei quali salvati dall’estinzione. Qualche esempio per tutti: la “Pollera” dei vigneti Ruschi Noceti (Pontremoli); il Negroamaro del Salento (Puglia) e i vini di Venosa (Basilicata). Mulazzo, stupendo borgo medioevale, dominato dal Castello Malaspina e immerso nel verde sgargiante dell’Alta Lunigiana, circondato dai crinali dell’Appennino tosco- emiliano, dista pochi chilometri da Montereggio, altro incantevole borgo storico da cui presero origine i librai itineranti della Lunigiana. Nella vicina Pontremoli ha luogo, ogni estate, il Premio Bancarella assegnato al best seller dell’anno. Mulazzo è l’unico paese italiano entrato a far parte dell’Associazione Europea “I Paesi del Libro” e partecipa a diversi gemellaggi, l’ultimo dei quali è stato festeggiato in Scozia. Nei pressi di Mulazzo si trova anche il Museo del vitigno autoctono a cielo aperto, con circa 150 ceppi recuperati e sottoposti a intensa sperimentazione dall’equipe del professor Scalabrelli dell’università di Pisa. Informazioni : Comune di Mulazzo (Ms) Tel. 0187.4390111 E-mail: info@comune.Mulazzo.ms.it |
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Ancora sotto il segno di “Identità Immutate”, progetto che da due anni unisce alcuni piccoli territori italiani rimasti fedeli alle proprie radici e caratterizzati da una produzione eno-gastronomica di alta qualità, si celebra quest’anno la 22° edizione di Bancarel’vino. Dal 29 luglio al 1° agosto, a Mulazzo (Ms). Alla mostra-concorso che vede premiati il miglior vino e il miglior libro di argomento enogastronomico (nella scorsa edizione si sono aggiudicati la palma del vincitore i vini siciliani di Alcamo (Tp) e il libro di Giancarlo Vissani). I territori di “Identità Immutate” presenti al Bancarel’vino 2004 sono: Toscana, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Marche, Emilia-romagna e Veneto. Da giovedì 29 a domenica 1° agosto, nelle piazzette e lungo il borgo medioevale del Castello di Mulazzo, dove Dante, rifugiatosi presso i signori Malaspina, compose alcuni canti della Divina Commedia, si apriranno al pubblico le bancarelle dei produttori che esporranno e faranno degustare i loro vini e i prodotti tipici del territorio di provenienza. Due giurie qualificate, composte da giornalisti, enologi, editori, enogastronomi, accademici, esamineranno separatamente vini e libri, fino a giungere alla sestina finale. La premiazione avrà luogo domenica 1° agosto alla presenza delle autorità locali e degli organizzatori. Molte le novità di quest’anno. Il processo al vino che si celebrerà secondo il seguente calendario: Venerdì 30 luglio. La parola all’accusa. Contro il vino parleranno gli “avvocati” Igles Corelli, chef del Gambero Rosso tv (che si esprimerà a favore dell’abbinamento piatti e infusi di erbe); il dottor Alessandro Zanasi dell’Associazione degustatori acque minerali; la nutrizionista dottoressa Elisabetta Bernardi, volto noto ai telespettatori di Rai Unomattina; il dottor Gianni Cavinato, tecnologo alimentare e segretario generale dell’Acu (Associazione Consumatori Utenti); che parlerà delle sofisticazioni del vino (metanolo ecc.) Sabato 31 luglio. La parola alla difesa. A favore del vino parleranno gli “avvocati” Enrico Barcella, giornalista, agronomo e consulente di Linea Verde Rai e Raiunomattina; Giorgio Battaglia, agronomo e autore di Raiunomatttina; enologi, produttori e altri personaggi Rai; Dario Cecchini, il famoso macellaio-poeta cultore di Dante Alighieri (conosce a memoria la Divina Commedia); “mago” della bistecca Chianina. Domenica 1° agosto. La sentenza della corte, presieduta di un giudice…a sorpresa (sarà un personaggio noto) e della giuria popolare del processo. Premiazione del miglior vino e del miglior libro. Al processo può partecipare anche il pubblico, mediante giudizi scritti e siglati. Alla fine, tra tutti i partecipanti ne verrà sorteggiato uno cui andrà in premio una confezione di… vino. Di più alto livello, rispetto alle precedenti edizioni che pure hanno registrato un numero record di presenze (quasi 16mila visitatori nel 2003) la scelta degli eventi artistici previsti per i quattro giorni di Bancarel’vino: Giovedì 29 luglio: concerto in memoria di Fabrizio De Andrè; Venerdì 30 luglio: cabaret con alcuni attori comici della Rai; Sabato 31 luglio: concerto di musica degli anni ’70; Domenica 1° agosto: intermezzi musicali di un gruppo folk di Trieste. Al Bancarel’vino 2004 partecipano in numero preponderante i vini ottenuti da vitigni autoctoni delle micro-aree aderenti, alcuni dei quali salvati dall’estinzione. Qualche esempio per tutti: la “Pollera” dei vigneti Ruschi Noceti (Pontremoli); il Negroamaro del Salento (Puglia) e i vini di Venosa (Basilicata). Mulazzo, stupendo borgo medioevale, dominato dal Castello Malaspina e immerso nel verde sgargiante dell’Alta Lunigiana, circondato dai crinali dell’Appennino tosco- emiliano, dista pochi chilometri da Montereggio, altro incantevole borgo storico da cui presero origine i librai itineranti della Lunigiana. Nella vicina Pontremoli ha luogo, ogni estate, il Premio Bancarella assegnato al best seller dell’anno. Mulazzo è l’unico paese italiano entrato a far parte dell’Associazione Europea “I Paesi del Libro” e partecipa a diversi gemellaggi, l’ultimo dei quali è stato festeggiato in Scozia. Nei pressi di Mulazzo si trova anche il Museo del vitigno autoctono a cielo aperto, con circa 150 ceppi recuperati e sottoposti a intensa sperimentazione dall’equipe del professor Scalabrelli dell’università di Pisa. Informazioni : Comune di Mulazzo (Ms) Tel. 0187.4390111 E-mail: info@comune.Mulazzo.ms.it |
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Ancora sotto il segno di “Identità Immutate”, progetto che da due anni unisce alcuni piccoli territori italiani rimasti fedeli alle proprie radici e caratterizzati da una produzione eno-gastronomica di alta qualità, si celebra quest’anno la 22° edizione di Bancarel’vino. Dal 29 luglio al 1° agosto, a Mulazzo (Ms). Alla mostra-concorso che vede premiati il miglior vino e il miglior libro di argomento enogastronomico (nella scorsa edizione si sono aggiudicati la palma del vincitore i vini siciliani di Alcamo (Tp) e il libro di Giancarlo Vissani). I territori di “Identità Immutate” presenti al Bancarel’vino 2004 sono: Toscana, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Marche, Emilia-romagna e Veneto. Da giovedì 29 a domenica 1° agosto, nelle piazzette e lungo il borgo medioevale del Castello di Mulazzo, dove Dante, rifugiatosi presso i signori Malaspina, compose alcuni canti della Divina Commedia, si apriranno al pubblico le bancarelle dei produttori che esporranno e faranno degustare i loro vini e i prodotti tipici del territorio di provenienza. Due giurie qualificate, composte da giornalisti, enologi, editori, enogastronomi, accademici, esamineranno separatamente vini e libri, fino a giungere alla sestina finale. La premiazione avrà luogo domenica 1° agosto alla presenza delle autorità locali e degli organizzatori. Molte le novità di quest’anno. Il processo al vino che si celebrerà secondo il seguente calendario: Venerdì 30 luglio. La parola all’accusa. Contro il vino parleranno gli “avvocati” Igles Corelli, chef del Gambero Rosso tv (che si esprimerà a favore dell’abbinamento piatti e infusi di erbe); il dottor Alessandro Zanasi dell’Associazione degustatori acque minerali; la nutrizionista dottoressa Elisabetta Bernardi, volto noto ai telespettatori di Rai Unomattina; il dottor Gianni Cavinato, tecnologo alimentare e segretario generale dell’Acu (Associazione Consumatori Utenti); che parlerà delle sofisticazioni del vino (metanolo ecc.) Sabato 31 luglio. La parola alla difesa. A favore del vino parleranno gli “avvocati” Enrico Barcella, giornalista, agronomo e consulente di Linea Verde Rai e Raiunomattina; Giorgio Battaglia, agronomo e autore di Raiunomatttina; enologi, produttori e altri personaggi Rai; Dario Cecchini, il famoso macellaio-poeta cultore di Dante Alighieri (conosce a memoria la Divina Commedia); “mago” della bistecca Chianina. Domenica 1° agosto. La sentenza della corte, presieduta di un giudice…a sorpresa (sarà un personaggio noto) e della giuria popolare del processo. Premiazione del miglior vino e del miglior libro. Al processo può partecipare anche il pubblico, mediante giudizi scritti e siglati. Alla fine, tra tutti i partecipanti ne verrà sorteggiato uno cui andrà in premio una confezione di… vino. Di più alto livello, rispetto alle precedenti edizioni che pure hanno registrato un numero record di presenze (quasi 16mila visitatori nel 2003) la scelta degli eventi artistici previsti per i quattro giorni di Bancarel’vino: Giovedì 29 luglio: concerto in memoria di Fabrizio De Andrè; Venerdì 30 luglio: cabaret con alcuni attori comici della Rai; Sabato 31 luglio: concerto di musica degli anni ’70; Domenica 1° agosto: intermezzi musicali di un gruppo folk di Trieste. Al Bancarel’vino 2004 partecipano in numero preponderante i vini ottenuti da vitigni autoctoni delle micro-aree aderenti, alcuni dei quali salvati dall’estinzione. Qualche esempio per tutti: la “Pollera” dei vigneti Ruschi Noceti (Pontremoli); il Negroamaro del Salento (Puglia) e i vini di Venosa (Basilicata). Mulazzo, stupendo borgo medioevale, dominato dal Castello Malaspina e immerso nel verde sgargiante dell’Alta Lunigiana, circondato dai crinali dell’Appennino tosco- emiliano, dista pochi chilometri da Montereggio, altro incantevole borgo storico da cui presero origine i librai itineranti della Lunigiana. Nella vicina Pontremoli ha luogo, ogni estate, il Premio Bancarella assegnato al best seller dell’anno. Mulazzo è l’unico paese italiano entrato a far parte dell’Associazione Europea “I Paesi del Libro” e partecipa a diversi gemellaggi, l’ultimo dei quali è stato festeggiato in Scozia. Nei pressi di Mulazzo si trova anche il Museo del vitigno autoctono a cielo aperto, con circa 150 ceppi recuperati e sottoposti a intensa sperimentazione dall’equipe del professor Scalabrelli dell’università di Pisa. Informazioni : Comune di Mulazzo (Ms) Tel. 0187.4390111 E-mail: info@comune.Mulazzo.ms.it |
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Ancora sotto il segno di “Identità Immutate”, progetto che da due anni unisce alcuni piccoli territori italiani rimasti fedeli alle proprie radici e caratterizzati da una produzione eno-gastronomica di alta qualità, si celebra quest’anno la 22° edizione di Bancarel’vino. Dal 29 luglio al 1° agosto, a Mulazzo (Ms). Alla mostra-concorso che vede premiati il miglior vino e il miglior libro di argomento enogastronomico (nella scorsa edizione si sono aggiudicati la palma del vincitore i vini siciliani di Alcamo (Tp) e il libro di Giancarlo Vissani). I territori di “Identità Immutate” presenti al Bancarel’vino 2004 sono: Toscana, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Marche, Emilia-romagna e Veneto. Da giovedì 29 a domenica 1° agosto, nelle piazzette e lungo il borgo medioevale del Castello di Mulazzo, dove Dante, rifugiatosi presso i signori Malaspina, compose alcuni canti della Divina Commedia, si apriranno al pubblico le bancarelle dei produttori che esporranno e faranno degustare i loro vini e i prodotti tipici del territorio di provenienza. Due giurie qualificate, composte da giornalisti, enologi, editori, enogastronomi, accademici, esamineranno separatamente vini e libri, fino a giungere alla sestina finale. La premiazione avrà luogo domenica 1° agosto alla presenza delle autorità locali e degli organizzatori. Molte le novità di quest’anno. Il processo al vino che si celebrerà secondo il seguente calendario: Venerdì 30 luglio. La parola all’accusa. Contro il vino parleranno gli “avvocati” Igles Corelli, chef del Gambero Rosso tv (che si esprimerà a favore dell’abbinamento piatti e infusi di erbe); il dottor Alessandro Zanasi dell’Associazione degustatori acque minerali; la nutrizionista dottoressa Elisabetta Bernardi, volto noto ai telespettatori di Rai Unomattina; il dottor Gianni Cavinato, tecnologo alimentare e segretario generale dell’Acu (Associazione Consumatori Utenti); che parlerà delle sofisticazioni del vino (metanolo ecc.) Sabato 31 luglio. La parola alla difesa. A favore del vino parleranno gli “avvocati” Enrico Barcella, giornalista, agronomo e consulente di Linea Verde Rai e Raiunomattina; Giorgio Battaglia, agronomo e autore di Raiunomatttina; enologi, produttori e altri personaggi Rai; Dario Cecchini, il famoso macellaio-poeta cultore di Dante Alighieri (conosce a memoria la Divina Commedia); “mago” della bistecca Chianina. Domenica 1° agosto. La sentenza della corte, presieduta di un giudice…a sorpresa (sarà un personaggio noto) e della giuria popolare del processo. Premiazione del miglior vino e del miglior libro. Al processo può partecipare anche il pubblico, mediante giudizi scritti e siglati. Alla fine, tra tutti i partecipanti ne verrà sorteggiato uno cui andrà in premio una confezione di… vino. Di più alto livello, rispetto alle precedenti edizioni che pure hanno registrato un numero record di presenze (quasi 16mila visitatori nel 2003) la scelta degli eventi artistici previsti per i quattro giorni di Bancarel’vino: Giovedì 29 luglio: concerto in memoria di Fabrizio De Andrè; Venerdì 30 luglio: cabaret con alcuni attori comici della Rai; Sabato 31 luglio: concerto di musica degli anni ’70; Domenica 1° agosto: intermezzi musicali di un gruppo folk di Trieste. Al Bancarel’vino 2004 partecipano in numero preponderante i vini ottenuti da vitigni autoctoni delle micro-aree aderenti, alcuni dei quali salvati dall’estinzione. Qualche esempio per tutti: la “Pollera” dei vigneti Ruschi Noceti (Pontremoli); il Negroamaro del Salento (Puglia) e i vini di Venosa (Basilicata). Mulazzo, stupendo borgo medioevale, dominato dal Castello Malaspina e immerso nel verde sgargiante dell’Alta Lunigiana, circondato dai crinali dell’Appennino tosco- emiliano, dista pochi chilometri da Montereggio, altro incantevole borgo storico da cui presero origine i librai itineranti della Lunigiana. Nella vicina Pontremoli ha luogo, ogni estate, il Premio Bancarella assegnato al best seller dell’anno. Mulazzo è l’unico paese italiano entrato a far parte dell’Associazione Europea “I Paesi del Libro” e partecipa a diversi gemellaggi, l’ultimo dei quali è stato festeggiato in Scozia. Nei pressi di Mulazzo si trova anche il Museo del vitigno autoctono a cielo aperto, con circa 150 ceppi recuperati e sottoposti a intensa sperimentazione dall’equipe del professor Scalabrelli dell’università di Pisa. Informazioni : Comune di Mulazzo (Ms) Tel. 0187.4390111 E-mail: info@comune.Mulazzo.ms.it |
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CACCIA AL TESORO PER SCOPRIRE STORIA, ARTE E VINI DELLA FRANCIACORTA PRIMO PREMIO: DECINE DI SPUMEGGIANTI FRANCIACORTA |
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Erbusco (Bs)- Degustazioni e assaggi di vini, ma anche divertimento e cultura. L’associazione Strada del Franciacorta presieduta da Lucia Barzanò proporrà domenica 19 settembre una vera e propria Caccia al tesoro, per far scoprire ai turisti i gioielli del territorio, dalle cantine alle bellezze artistiche, dagli edifici storici alla natura. Un’iniziativa originale, organizzata in collaborazione con il Touring Club Italiano, che permetterà ai visitatori di passare una giornata all’aria aperta in allegria, imparando però anche qualcosa di più su una zona che è nota e apprezzata soprattutto per l’eccellente vino a cui dà il nome, lo spumeggiante Franciacorta, primo - e per ora ancora unico - Brut italiano prodotto esclusivamente con la lenta rifermentazione in bottiglia ad aver ottenuto fin dal 1995 la Docg. La Caccia al tesoro è inserita nel cartellone di manifestazioni del Festival del Franciacorta, appuntamento ormai consolidato, che nella sua quinta edizione si svolgerà da sabato 18 a lunedì 20 settembre ed avrà come di consueto il suo clou nel Banco d’assaggio organizzato a Villa Lechi di Erbusco, dove si potranno degustare e comparare fra loro i Franciacorta delle aziende più rinomate, sotto la guida competente degli stessi produttori: tre giorni per assaporare il fior fiore dei Franciacorta, in una delle aree più rinomate d’Italia per la tradizione enologica, in provincia di Brescia. Domenica 19 le colline tappezzate di vigneti che circondano a sud il Lago d’Iseo ospiteranno appunto una cinquantina di equipaggi, che metteranno alla prova la propria abilità nella Caccia al tesoro organizzata dalla Strada del Franciacorta, fra le prime nate in Italia, a cui aderiscono una novantina di realtà vinicole e turistiche. Unico requisito richiesto è che ogni equipaggio sia composto almeno da due persone. Per il resto i partecipanti saranno liberi di scegliere, e potranno esplorare la Franciacorta a cavallo, in bicicletta o in auto. La partenza per la gara è prevista dal Franciacorta Outlet Village a Rodengo Saiano alle ore 10.00 (raduno dalle ore 8.30); mentre l’arrivo sarà dalle ore 17.00 in poi in Piazza Cavour a Rovato. Gli sfidanti faranno tappa negli angoli più suggestivi e meno frequentati della zona, fermandosi in ambienti di particolare interesse naturalistico (quali ad esempio le Torbiere del Sebino); in monasteri, palazzi e ville. Altri luoghi da scoprire saranno le strutture turistiche associate alla Strada del Franciacorta: cantine, innanzitutto, ma anche ristoranti, aziende agrituristiche, enoteche, alberghi e dimore storiche. Una buona occasione anche per assaggiare gli inediti menu che saranno proposti da ristoranti e trattorie, ovviamente tutti basati sul Franciacorta e sui suoi abbinamenti con i piatti della tradizione. Culinari, ma non solo, sono i premi in palio. I primi classificati riceveranno infatti in dono decine di bottiglie di Franciacorta delle aziende che aderiscono alla Strada, week-end da trascorrere in dimore storiche, agriturismo e alberghi prestigiosi della zona, cene nei ristoranti. Tutti i partecipanti riceveranno il kit della Caccia al tesoro, una bottiglia di Franciacorta, guide del Touring Club Italiano, materiale turistico della zona e molti altri piccoli premi. L’iscrizione costa 40 € a persona e dà diritto a partecipare al Banco d’assaggio dei Franciacorta a Villa Lechi, alla visita con degustazione in due cantine, al bicchiere di cortesia di Franciacorta se si pranza in un ristorante convenzionato. Le iscrizioni si effettuano rivolgendosi a www.Stradadelfranciacorta.it |
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CACCIA AL TESORO PER SCOPRIRE STORIA, ARTE E VINI DELLA FRANCIACORTA PRIMO PREMIO: DECINE DI SPUMEGGIANTI FRANCIACORTA |
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Erbusco (Bs)- Degustazioni e assaggi di vini, ma anche divertimento e cultura. L’associazione Strada del Franciacorta presieduta da Lucia Barzanò proporrà domenica 19 settembre una vera e propria Caccia al tesoro, per far scoprire ai turisti i gioielli del territorio, dalle cantine alle bellezze artistiche, dagli edifici storici alla natura. Un’iniziativa originale, organizzata in collaborazione con il Touring Club Italiano, che permetterà ai visitatori di passare una giornata all’aria aperta in allegria, imparando però anche qualcosa di più su una zona che è nota e apprezzata soprattutto per l’eccellente vino a cui dà il nome, lo spumeggiante Franciacorta, primo - e per ora ancora unico - Brut italiano prodotto esclusivamente con la lenta rifermentazione in bottiglia ad aver ottenuto fin dal 1995 la Docg. La Caccia al tesoro è inserita nel cartellone di manifestazioni del Festival del Franciacorta, appuntamento ormai consolidato, che nella sua quinta edizione si svolgerà da sabato 18 a lunedì 20 settembre ed avrà come di consueto il suo clou nel Banco d’assaggio organizzato a Villa Lechi di Erbusco, dove si potranno degustare e comparare fra loro i Franciacorta delle aziende più rinomate, sotto la guida competente degli stessi produttori: tre giorni per assaporare il fior fiore dei Franciacorta, in una delle aree più rinomate d’Italia per la tradizione enologica, in provincia di Brescia. Domenica 19 le colline tappezzate di vigneti che circondano a sud il Lago d’Iseo ospiteranno appunto una cinquantina di equipaggi, che metteranno alla prova la propria abilità nella Caccia al tesoro organizzata dalla Strada del Franciacorta, fra le prime nate in Italia, a cui aderiscono una novantina di realtà vinicole e turistiche. Unico requisito richiesto è che ogni equipaggio sia composto almeno da due persone. Per il resto i partecipanti saranno liberi di scegliere, e potranno esplorare la Franciacorta a cavallo, in bicicletta o in auto. La partenza per la gara è prevista dal Franciacorta Outlet Village a Rodengo Saiano alle ore 10.00 (raduno dalle ore 8.30); mentre l’arrivo sarà dalle ore 17.00 in poi in Piazza Cavour a Rovato. Gli sfidanti faranno tappa negli angoli più suggestivi e meno frequentati della zona, fermandosi in ambienti di particolare interesse naturalistico (quali ad esempio le Torbiere del Sebino); in monasteri, palazzi e ville. Altri luoghi da scoprire saranno le strutture turistiche associate alla Strada del Franciacorta: cantine, innanzitutto, ma anche ristoranti, aziende agrituristiche, enoteche, alberghi e dimore storiche. Una buona occasione anche per assaggiare gli inediti menu che saranno proposti da ristoranti e trattorie, ovviamente tutti basati sul Franciacorta e sui suoi abbinamenti con i piatti della tradizione. Culinari, ma non solo, sono i premi in palio. I primi classificati riceveranno infatti in dono decine di bottiglie di Franciacorta delle aziende che aderiscono alla Strada, week-end da trascorrere in dimore storiche, agriturismo e alberghi prestigiosi della zona, cene nei ristoranti. Tutti i partecipanti riceveranno il kit della Caccia al tesoro, una bottiglia di Franciacorta, guide del Touring Club Italiano, materiale turistico della zona e molti altri piccoli premi. L’iscrizione costa 40 € a persona e dà diritto a partecipare al Banco d’assaggio dei Franciacorta a Villa Lechi, alla visita con degustazione in due cantine, al bicchiere di cortesia di Franciacorta se si pranza in un ristorante convenzionato. Le iscrizioni si effettuano rivolgendosi a www.Stradadelfranciacorta.it |
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Erbusco (Bs)- Degustazioni e assaggi di vini, ma anche divertimento e cultura. L’associazione Strada del Franciacorta presieduta da Lucia Barzanò proporrà domenica 19 settembre una vera e propria Caccia al tesoro, per far scoprire ai turisti i gioielli del territorio, dalle cantine alle bellezze artistiche, dagli edifici storici alla natura. Un’iniziativa originale, organizzata in collaborazione con il Touring Club Italiano, che permetterà ai visitatori di passare una giornata all’aria aperta in allegria, imparando però anche qualcosa di più su una zona che è nota e apprezzata soprattutto per l’eccellente vino a cui dà il nome, lo spumeggiante Franciacorta, primo - e per ora ancora unico - Brut italiano prodotto esclusivamente con la lenta rifermentazione in bottiglia ad aver ottenuto fin dal 1995 la Docg. La Caccia al tesoro è inserita nel cartellone di manifestazioni del Festival del Franciacorta, appuntamento ormai consolidato, che nella sua quinta edizione si svolgerà da sabato 18 a lunedì 20 settembre ed avrà come di consueto il suo clou nel Banco d’assaggio organizzato a Villa Lechi di Erbusco, dove si potranno degustare e comparare fra loro i Franciacorta delle aziende più rinomate, sotto la guida competente degli stessi produttori: tre giorni per assaporare il fior fiore dei Franciacorta, in una delle aree più rinomate d’Italia per la tradizione enologica, in provincia di Brescia. Domenica 19 le colline tappezzate di vigneti che circondano a sud il Lago d’Iseo ospiteranno appunto una cinquantina di equipaggi, che metteranno alla prova la propria abilità nella Caccia al tesoro organizzata dalla Strada del Franciacorta, fra le prime nate in Italia, a cui aderiscono una novantina di realtà vinicole e turistiche. Unico requisito richiesto è che ogni equipaggio sia composto almeno da due persone. Per il resto i partecipanti saranno liberi di scegliere, e potranno esplorare la Franciacorta a cavallo, in bicicletta o in auto. La partenza per la gara è prevista dal Franciacorta Outlet Village a Rodengo Saiano alle ore 10.00 (raduno dalle ore 8.30); mentre l’arrivo sarà dalle ore 17.00 in poi in Piazza Cavour a Rovato. Gli sfidanti faranno tappa negli angoli più suggestivi e meno frequentati della zona, fermandosi in ambienti di particolare interesse naturalistico (quali ad esempio le Torbiere del Sebino); in monasteri, palazzi e ville. Altri luoghi da scoprire saranno le strutture turistiche associate alla Strada del Franciacorta: cantine, innanzitutto, ma anche ristoranti, aziende agrituristiche, enoteche, alberghi e dimore storiche. Una buona occasione anche per assaggiare gli inediti menu che saranno proposti da ristoranti e trattorie, ovviamente tutti basati sul Franciacorta e sui suoi abbinamenti con i piatti della tradizione. Culinari, ma non solo, sono i premi in palio. I primi classificati riceveranno infatti in dono decine di bottiglie di Franciacorta delle aziende che aderiscono alla Strada, week-end da trascorrere in dimore storiche, agriturismo e alberghi prestigiosi della zona, cene nei ristoranti. Tutti i partecipanti riceveranno il kit della Caccia al tesoro, una bottiglia di Franciacorta, guide del Touring Club Italiano, materiale turistico della zona e molti altri piccoli premi. L’iscrizione costa 40 € a persona e dà diritto a partecipare al Banco d’assaggio dei Franciacorta a Villa Lechi, alla visita con degustazione in due cantine, al bicchiere di cortesia di Franciacorta se si pranza in un ristorante convenzionato. Le iscrizioni si effettuano rivolgendosi a www.Stradadelfranciacorta.it |
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Erbusco (Bs)- Degustazioni e assaggi di vini, ma anche divertimento e cultura. L’associazione Strada del Franciacorta presieduta da Lucia Barzanò proporrà domenica 19 settembre una vera e propria Caccia al tesoro, per far scoprire ai turisti i gioielli del territorio, dalle cantine alle bellezze artistiche, dagli edifici storici alla natura. Un’iniziativa originale, organizzata in collaborazione con il Touring Club Italiano, che permetterà ai visitatori di passare una giornata all’aria aperta in allegria, imparando però anche qualcosa di più su una zona che è nota e apprezzata soprattutto per l’eccellente vino a cui dà il nome, lo spumeggiante Franciacorta, primo - e per ora ancora unico - Brut italiano prodotto esclusivamente con la lenta rifermentazione in bottiglia ad aver ottenuto fin dal 1995 la Docg. La Caccia al tesoro è inserita nel cartellone di manifestazioni del Festival del Franciacorta, appuntamento ormai consolidato, che nella sua quinta edizione si svolgerà da sabato 18 a lunedì 20 settembre ed avrà come di consueto il suo clou nel Banco d’assaggio organizzato a Villa Lechi di Erbusco, dove si potranno degustare e comparare fra loro i Franciacorta delle aziende più rinomate, sotto la guida competente degli stessi produttori: tre giorni per assaporare il fior fiore dei Franciacorta, in una delle aree più rinomate d’Italia per la tradizione enologica, in provincia di Brescia. Domenica 19 le colline tappezzate di vigneti che circondano a sud il Lago d’Iseo ospiteranno appunto una cinquantina di equipaggi, che metteranno alla prova la propria abilità nella Caccia al tesoro organizzata dalla Strada del Franciacorta, fra le prime nate in Italia, a cui aderiscono una novantina di realtà vinicole e turistiche. Unico requisito richiesto è che ogni equipaggio sia composto almeno da due persone. Per il resto i partecipanti saranno liberi di scegliere, e potranno esplorare la Franciacorta a cavallo, in bicicletta o in auto. La partenza per la gara è prevista dal Franciacorta Outlet Village a Rodengo Saiano alle ore 10.00 (raduno dalle ore 8.30); mentre l’arrivo sarà dalle ore 17.00 in poi in Piazza Cavour a Rovato. Gli sfidanti faranno tappa negli angoli più suggestivi e meno frequentati della zona, fermandosi in ambienti di particolare interesse naturalistico (quali ad esempio le Torbiere del Sebino); in monasteri, palazzi e ville. Altri luoghi da scoprire saranno le strutture turistiche associate alla Strada del Franciacorta: cantine, innanzitutto, ma anche ristoranti, aziende agrituristiche, enoteche, alberghi e dimore storiche. Una buona occasione anche per assaggiare gli inediti menu che saranno proposti da ristoranti e trattorie, ovviamente tutti basati sul Franciacorta e sui suoi abbinamenti con i piatti della tradizione. Culinari, ma non solo, sono i premi in palio. I primi classificati riceveranno infatti in dono decine di bottiglie di Franciacorta delle aziende che aderiscono alla Strada, week-end da trascorrere in dimore storiche, agriturismo e alberghi prestigiosi della zona, cene nei ristoranti. Tutti i partecipanti riceveranno il kit della Caccia al tesoro, una bottiglia di Franciacorta, guide del Touring Club Italiano, materiale turistico della zona e molti altri piccoli premi. L’iscrizione costa 40 € a persona e dà diritto a partecipare al Banco d’assaggio dei Franciacorta a Villa Lechi, alla visita con degustazione in due cantine, al bicchiere di cortesia di Franciacorta se si pranza in un ristorante convenzionato. Le iscrizioni si effettuano rivolgendosi a www.Stradadelfranciacorta.it |
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Erbusco (Bs)- Degustazioni e assaggi di vini, ma anche divertimento e cultura. L’associazione Strada del Franciacorta presieduta da Lucia Barzanò proporrà domenica 19 settembre una vera e propria Caccia al tesoro, per far scoprire ai turisti i gioielli del territorio, dalle cantine alle bellezze artistiche, dagli edifici storici alla natura. Un’iniziativa originale, organizzata in collaborazione con il Touring Club Italiano, che permetterà ai visitatori di passare una giornata all’aria aperta in allegria, imparando però anche qualcosa di più su una zona che è nota e apprezzata soprattutto per l’eccellente vino a cui dà il nome, lo spumeggiante Franciacorta, primo - e per ora ancora unico - Brut italiano prodotto esclusivamente con la lenta rifermentazione in bottiglia ad aver ottenuto fin dal 1995 la Docg. La Caccia al tesoro è inserita nel cartellone di manifestazioni del Festival del Franciacorta, appuntamento ormai consolidato, che nella sua quinta edizione si svolgerà da sabato 18 a lunedì 20 settembre ed avrà come di consueto il suo clou nel Banco d’assaggio organizzato a Villa Lechi di Erbusco, dove si potranno degustare e comparare fra loro i Franciacorta delle aziende più rinomate, sotto la guida competente degli stessi produttori: tre giorni per assaporare il fior fiore dei Franciacorta, in una delle aree più rinomate d’Italia per la tradizione enologica, in provincia di Brescia. Domenica 19 le colline tappezzate di vigneti che circondano a sud il Lago d’Iseo ospiteranno appunto una cinquantina di equipaggi, che metteranno alla prova la propria abilità nella Caccia al tesoro organizzata dalla Strada del Franciacorta, fra le prime nate in Italia, a cui aderiscono una novantina di realtà vinicole e turistiche. Unico requisito richiesto è che ogni equipaggio sia composto almeno da due persone. Per il resto i partecipanti saranno liberi di scegliere, e potranno esplorare la Franciacorta a cavallo, in bicicletta o in auto. La partenza per la gara è prevista dal Franciacorta Outlet Village a Rodengo Saiano alle ore 10.00 (raduno dalle ore 8.30); mentre l’arrivo sarà dalle ore 17.00 in poi in Piazza Cavour a Rovato. Gli sfidanti faranno tappa negli angoli più suggestivi e meno frequentati della zona, fermandosi in ambienti di particolare interesse naturalistico (quali ad esempio le Torbiere del Sebino); in monasteri, palazzi e ville. Altri luoghi da scoprire saranno le strutture turistiche associate alla Strada del Franciacorta: cantine, innanzitutto, ma anche ristoranti, aziende agrituristiche, enoteche, alberghi e dimore storiche. Una buona occasione anche per assaggiare gli inediti menu che saranno proposti da ristoranti e trattorie, ovviamente tutti basati sul Franciacorta e sui suoi abbinamenti con i piatti della tradizione. Culinari, ma non solo, sono i premi in palio. I primi classificati riceveranno infatti in dono decine di bottiglie di Franciacorta delle aziende che aderiscono alla Strada, week-end da trascorrere in dimore storiche, agriturismo e alberghi prestigiosi della zona, cene nei ristoranti. Tutti i partecipanti riceveranno il kit della Caccia al tesoro, una bottiglia di Franciacorta, guide del Touring Club Italiano, materiale turistico della zona e molti altri piccoli premi. L’iscrizione costa 40 € a persona e dà diritto a partecipare al Banco d’assaggio dei Franciacorta a Villa Lechi, alla visita con degustazione in due cantine, al bicchiere di cortesia di Franciacorta se si pranza in un ristorante convenzionato. Le iscrizioni si effettuano rivolgendosi a www.Stradadelfranciacorta.it |
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FESTA DEL RISO ITALIANO DI QUALITA’ XIII EDIZIONE AL CASTELLO DI DESANA (VERCELLI)– 18-19-20 SETTEMBRE 2004 |
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Nella tradizione contadina il raccolto ed in questo caso il taglio del riso ha sempre rappresentato un momento di festa, un’ occasione per riunirsi e festeggiare. E proprio per evocare questo momento ritorna la festa del riso italiano di qualita’, un appuntamento che richiama nel secolare parco del castello di desana (vercelli) migliaia di persone per celebrare un prodotto importante della nostra agricoltura. La rassegna, organizzata dall’azienda agricola tenuta castello in collaborazione con i ristoranti della tavolozza, si svolge dal 18 al 20 settembre 2004, il biglietto di ingresso (8 euro) da’ diritto ad un sacchetto di riso ed ad una degustazione di risotto. Il programma della manifestazione e’ ricco di appuntamenti che spaziano dalla cultura all’enogastronomia, il parco del castello si trasformera’ in ribalta per occasioni di animazione e di degustazione di prodotti enogastronomici di qualita’. La festa del riso italiano fornisce anche l’occasione per conoscere specialita’ provenienti da tutta italia ed acquistarle direttamente dai produttori. Durante tutta la kermesse funzionera’ a cura de i ristoranti della tavolozza un buffet di assaggi di ricette di riso, da quelle della tradizione a quelle piu’ creative, per valorizzare le varieta’ tipiche del riso italiano’ ed i prodotti agroalimentari di qualita’. Non manchera’ la visita guidata alla riseria della azienda agricola, un’opportunita’ da non perdere per completare la conoscenza del territorio e del suo prodotto tipico, il riso, scoprendolo in tutti i suoi segreti. Coinvolgente e’ il calendario degli avvenimenti: sabato 18 settembre 2004: apertura della manifestazione con riso da ridere, ovvero giornalisti di fama ai fornelli e chef in giuria per un ironico e divertente scambio di ruoli. Chi sara’ la “penna” piu’ abile in cucina, lo scopriremo nel pomeriggio durante la premiazione. Gemellaggio tra il riso vercellese e lo zafferano di san gavino monreale (cagliari) con la presenza di autorita’ locali. Serata dedicate a spettacoli di musica e cabaret nella suggestiva cornice illuminata del parco. Domenica 19 settembre 2004: giornata dedicata alla provincia di trapani. Esibizione del gruppo corale folk “ciar d’la valara” di trino vercellese; presentazione a cura degli autori di alcuni libri che fanno parte della selezione dei libri da gustare 2004; goloso calendario di degustazioni e spettacoli pomeridiani che coinvolgeranno grandi e piccini. Lunedi 20 settembre 2004: finale del iii concorso gastronomico internazionale riso non a caso organizzato tra gli istituti alberghieri italiani e con la partecipazione di alcuni istituti europei. Il concorso e’ stato organizzato dal consorzio di tutela varieta’ tipiche di riso italiano e dalla provincia di vercelli in collaborazione con la regione piemonte, l’associazione i ristoranti della tavolozza ed il gruppo sambonet-paderno. Il parco della tenuta castello si trasforma in una grande cucina all’aperto dove gli allievi dei 15 istituti alberghieri finalisti preparerano per una giuria d’eccezione le loro ricette. Seguira’ la premiazione. Airone d’argento: il consorzio di tutela delle varieta’ tipiche del riso italiano premiera’ con l’airone d’argento un giornalista, uno chef ed una testata giornalistica che si sono adoperati con la loro opera nella divulgazione e promozione del riso italiano di qualita’. I premiati saranno cesare pillon, paola budel e la rubrica del tg2 eat parade condotta da bruno gambacorta. Dire…terra: consegna del riconoscimento assegnato dall’associazione culturale ca dj’ amis i ristoranti della tavolozza a tre personaggi che si sono particolarmente adoperati nella difesa e nella promozione delle migliori tradizioni culturali legate alla terra nei suoi valori intrinsechi, alle sue produzioni tipiche , alla ricca e variegate umanita’ agricola. I premiati saranno: antonio tinarelli, andreina de tomassi e beppe rovera per la trasmissione ambiente italia di rai 3 |
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FESTA DEL RISO ITALIANO DI QUALITA’ XIII EDIZIONE AL CASTELLO DI DESANA (VERCELLI)– 18-19-20 SETTEMBRE 2004 |
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Nella tradizione contadina il raccolto ed in questo caso il taglio del riso ha sempre rappresentato un momento di festa, un’ occasione per riunirsi e festeggiare. E proprio per evocare questo momento ritorna la festa del riso italiano di qualita’, un appuntamento che richiama nel secolare parco del castello di desana (vercelli) migliaia di persone per celebrare un prodotto importante della nostra agricoltura. La rassegna, organizzata dall’azienda agricola tenuta castello in collaborazione con i ristoranti della tavolozza, si svolge dal 18 al 20 settembre 2004, il biglietto di ingresso (8 euro) da’ diritto ad un sacchetto di riso ed ad una degustazione di risotto. Il programma della manifestazione e’ ricco di appuntamenti che spaziano dalla cultura all’enogastronomia, il parco del castello si trasformera’ in ribalta per occasioni di animazione e di degustazione di prodotti enogastronomici di qualita’. La festa del riso italiano fornisce anche l’occasione per conoscere specialita’ provenienti da tutta italia ed acquistarle direttamente dai produttori. Durante tutta la kermesse funzionera’ a cura de i ristoranti della tavolozza un buffet di assaggi di ricette di riso, da quelle della tradizione a quelle piu’ creative, per valorizzare le varieta’ tipiche del riso italiano’ ed i prodotti agroalimentari di qualita’. Non manchera’ la visita guidata alla riseria della azienda agricola, un’opportunita’ da non perdere per completare la conoscenza del territorio e del suo prodotto tipico, il riso, scoprendolo in tutti i suoi segreti. Coinvolgente e’ il calendario degli avvenimenti: sabato 18 settembre 2004: apertura della manifestazione con riso da ridere, ovvero giornalisti di fama ai fornelli e chef in giuria per un ironico e divertente scambio di ruoli. Chi sara’ la “penna” piu’ abile in cucina, lo scopriremo nel pomeriggio durante la premiazione. Gemellaggio tra il riso vercellese e lo zafferano di san gavino monreale (cagliari) con la presenza di autorita’ locali. Serata dedicate a spettacoli di musica e cabaret nella suggestiva cornice illuminata del parco. Domenica 19 settembre 2004: giornata dedicata alla provincia di trapani. Esibizione del gruppo corale folk “ciar d’la valara” di trino vercellese; presentazione a cura degli autori di alcuni libri che fanno parte della selezione dei libri da gustare 2004; goloso calendario di degustazioni e spettacoli pomeridiani che coinvolgeranno grandi e piccini. Lunedi 20 settembre 2004: finale del iii concorso gastronomico internazionale riso non a caso organizzato tra gli istituti alberghieri italiani e con la partecipazione di alcuni istituti europei. Il concorso e’ stato organizzato dal consorzio di tutela varieta’ tipiche di riso italiano e dalla provincia di vercelli in collaborazione con la regione piemonte, l’associazione i ristoranti della tavolozza ed il gruppo sambonet-paderno. Il parco della tenuta castello si trasforma in una grande cucina all’aperto dove gli allievi dei 15 istituti alberghieri finalisti preparerano per una giuria d’eccezione le loro ricette. Seguira’ la premiazione. Airone d’argento: il consorzio di tutela delle varieta’ tipiche del riso italiano premiera’ con l’airone d’argento un giornalista, uno chef ed una testata giornalistica che si sono adoperati con la loro opera nella divulgazione e promozione del riso italiano di qualita’. I premiati saranno cesare pillon, paola budel e la rubrica del tg2 eat parade condotta da bruno gambacorta. Dire…terra: consegna del riconoscimento assegnato dall’associazione culturale ca dj’ amis i ristoranti della tavolozza a tre personaggi che si sono particolarmente adoperati nella difesa e nella promozione delle migliori tradizioni culturali legate alla terra nei suoi valori intrinsechi, alle sue produzioni tipiche , alla ricca e variegate umanita’ agricola. I premiati saranno: antonio tinarelli, andreina de tomassi e beppe rovera per la trasmissione ambiente italia di rai 3 |
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FESTA DEL RISO ITALIANO DI QUALITA’ XIII EDIZIONE AL CASTELLO DI DESANA (VERCELLI)– 18-19-20 SETTEMBRE 2004 |
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Nella tradizione contadina il raccolto ed in questo caso il taglio del riso ha sempre rappresentato un momento di festa, un’ occasione per riunirsi e festeggiare. E proprio per evocare questo momento ritorna la festa del riso italiano di qualita’, un appuntamento che richiama nel secolare parco del castello di desana (vercelli) migliaia di persone per celebrare un prodotto importante della nostra agricoltura. La rassegna, organizzata dall’azienda agricola tenuta castello in collaborazione con i ristoranti della tavolozza, si svolge dal 18 al 20 settembre 2004, il biglietto di ingresso (8 euro) da’ diritto ad un sacchetto di riso ed ad una degustazione di risotto. Il programma della manifestazione e’ ricco di appuntamenti che spaziano dalla cultura all’enogastronomia, il parco del castello si trasformera’ in ribalta per occasioni di animazione e di degustazione di prodotti enogastronomici di qualita’. La festa del riso italiano fornisce anche l’occasione per conoscere specialita’ provenienti da tutta italia ed acquistarle direttamente dai produttori. Durante tutta la kermesse funzionera’ a cura de i ristoranti della tavolozza un buffet di assaggi di ricette di riso, da quelle della tradizione a quelle piu’ creative, per valorizzare le varieta’ tipiche del riso italiano’ ed i prodotti agroalimentari di qualita’. Non manchera’ la visita guidata alla riseria della azienda agricola, un’opportunita’ da non perdere per completare la conoscenza del territorio e del suo prodotto tipico, il riso, scoprendolo in tutti i suoi segreti. Coinvolgente e’ il calendario degli avvenimenti: sabato 18 settembre 2004: apertura della manifestazione con riso da ridere, ovvero giornalisti di fama ai fornelli e chef in giuria per un ironico e divertente scambio di ruoli. Chi sara’ la “penna” piu’ abile in cucina, lo scopriremo nel pomeriggio durante la premiazione. Gemellaggio tra il riso vercellese e lo zafferano di san gavino monreale (cagliari) con la presenza di autorita’ locali. Serata dedicate a spettacoli di musica e cabaret nella suggestiva cornice illuminata del parco. Domenica 19 settembre 2004: giornata dedicata alla provincia di trapani. Esibizione del gruppo corale folk “ciar d’la valara” di trino vercellese; presentazione a cura degli autori di alcuni libri che fanno parte della selezione dei libri da gustare 2004; goloso calendario di degustazioni e spettacoli pomeridiani che coinvolgeranno grandi e piccini. Lunedi 20 settembre 2004: finale del iii concorso gastronomico internazionale riso non a caso organizzato tra gli istituti alberghieri italiani e con la partecipazione di alcuni istituti europei. Il concorso e’ stato organizzato dal consorzio di tutela varieta’ tipiche di riso italiano e dalla provincia di vercelli in collaborazione con la regione piemonte, l’associazione i ristoranti della tavolozza ed il gruppo sambonet-paderno. Il parco della tenuta castello si trasforma in una grande cucina all’aperto dove gli allievi dei 15 istituti alberghieri finalisti preparerano per una giuria d’eccezione le loro ricette. Seguira’ la premiazione. Airone d’argento: il consorzio di tutela delle varieta’ tipiche del riso italiano premiera’ con l’airone d’argento un giornalista, uno chef ed una testata giornalistica che si sono adoperati con la loro opera nella divulgazione e promozione del riso italiano di qualita’. I premiati saranno cesare pillon, paola budel e la rubrica del tg2 eat parade condotta da bruno gambacorta. Dire…terra: consegna del riconoscimento assegnato dall’associazione culturale ca dj’ amis i ristoranti della tavolozza a tre personaggi che si sono particolarmente adoperati nella difesa e nella promozione delle migliori tradizioni culturali legate alla terra nei suoi valori intrinsechi, alle sue produzioni tipiche , alla ricca e variegate umanita’ agricola. I premiati saranno: antonio tinarelli, andreina de tomassi e beppe rovera per la trasmissione ambiente italia di rai 3 |
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FESTA DEL RISO ITALIANO DI QUALITA’ XIII EDIZIONE AL CASTELLO DI DESANA (VERCELLI)– 18-19-20 SETTEMBRE 2004 |
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Nella tradizione contadina il raccolto ed in questo caso il taglio del riso ha sempre rappresentato un momento di festa, un’ occasione per riunirsi e festeggiare. E proprio per evocare questo momento ritorna la festa del riso italiano di qualita’, un appuntamento che richiama nel secolare parco del castello di desana (vercelli) migliaia di persone per celebrare un prodotto importante della nostra agricoltura. La rassegna, organizzata dall’azienda agricola tenuta castello in collaborazione con i ristoranti della tavolozza, si svolge dal 18 al 20 settembre 2004, il biglietto di ingresso (8 euro) da’ diritto ad un sacchetto di riso ed ad una degustazione di risotto. Il programma della manifestazione e’ ricco di appuntamenti che spaziano dalla cultura all’enogastronomia, il parco del castello si trasformera’ in ribalta per occasioni di animazione e di degustazione di prodotti enogastronomici di qualita’. La festa del riso italiano fornisce anche l’occasione per conoscere specialita’ provenienti da tutta italia ed acquistarle direttamente dai produttori. Durante tutta la kermesse funzionera’ a cura de i ristoranti della tavolozza un buffet di assaggi di ricette di riso, da quelle della tradizione a quelle piu’ creative, per valorizzare le varieta’ tipiche del riso italiano’ ed i prodotti agroalimentari di qualita’. Non manchera’ la visita guidata alla riseria della azienda agricola, un’opportunita’ da non perdere per completare la conoscenza del territorio e del suo prodotto tipico, il riso, scoprendolo in tutti i suoi segreti. Coinvolgente e’ il calendario degli avvenimenti: sabato 18 settembre 2004: apertura della manifestazione con riso da ridere, ovvero giornalisti di fama ai fornelli e chef in giuria per un ironico e divertente scambio di ruoli. Chi sara’ la “penna” piu’ abile in cucina, lo scopriremo nel pomeriggio durante la premiazione. Gemellaggio tra il riso vercellese e lo zafferano di san gavino monreale (cagliari) con la presenza di autorita’ locali. Serata dedicate a spettacoli di musica e cabaret nella suggestiva cornice illuminata del parco. Domenica 19 settembre 2004: giornata dedicata alla provincia di trapani. Esibizione del gruppo corale folk “ciar d’la valara” di trino vercellese; presentazione a cura degli autori di alcuni libri che fanno parte della selezione dei libri da gustare 2004; goloso calendario di degustazioni e spettacoli pomeridiani che coinvolgeranno grandi e piccini. Lunedi 20 settembre 2004: finale del iii concorso gastronomico internazionale riso non a caso organizzato tra gli istituti alberghieri italiani e con la partecipazione di alcuni istituti europei. Il concorso e’ stato organizzato dal consorzio di tutela varieta’ tipiche di riso italiano e dalla provincia di vercelli in collaborazione con la regione piemonte, l’associazione i ristoranti della tavolozza ed il gruppo sambonet-paderno. Il parco della tenuta castello si trasforma in una grande cucina all’aperto dove gli allievi dei 15 istituti alberghieri finalisti preparerano per una giuria d’eccezione le loro ricette. Seguira’ la premiazione. Airone d’argento: il consorzio di tutela delle varieta’ tipiche del riso italiano premiera’ con l’airone d’argento un giornalista, uno chef ed una testata giornalistica che si sono adoperati con la loro opera nella divulgazione e promozione del riso italiano di qualita’. I premiati saranno cesare pillon, paola budel e la rubrica del tg2 eat parade condotta da bruno gambacorta. Dire…terra: consegna del riconoscimento assegnato dall’associazione culturale ca dj’ amis i ristoranti della tavolozza a tre personaggi che si sono particolarmente adoperati nella difesa e nella promozione delle migliori tradizioni culturali legate alla terra nei suoi valori intrinsechi, alle sue produzioni tipiche , alla ricca e variegate umanita’ agricola. I premiati saranno: antonio tinarelli, andreina de tomassi e beppe rovera per la trasmissione ambiente italia di rai 3 |
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FESTA DEL RISO ITALIANO DI QUALITA’ XIII EDIZIONE AL CASTELLO DI DESANA (VERCELLI)– 18-19-20 SETTEMBRE 2004 |
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Nella tradizione contadina il raccolto ed in questo caso il taglio del riso ha sempre rappresentato un momento di festa, un’ occasione per riunirsi e festeggiare. E proprio per evocare questo momento ritorna la festa del riso italiano di qualita’, un appuntamento che richiama nel secolare parco del castello di desana (vercelli) migliaia di persone per celebrare un prodotto importante della nostra agricoltura. La rassegna, organizzata dall’azienda agricola tenuta castello in collaborazione con i ristoranti della tavolozza, si svolge dal 18 al 20 settembre 2004, il biglietto di ingresso (8 euro) da’ diritto ad un sacchetto di riso ed ad una degustazione di risotto. Il programma della manifestazione e’ ricco di appuntamenti che spaziano dalla cultura all’enogastronomia, il parco del castello si trasformera’ in ribalta per occasioni di animazione e di degustazione di prodotti enogastronomici di qualita’. La festa del riso italiano fornisce anche l’occasione per conoscere specialita’ provenienti da tutta italia ed acquistarle direttamente dai produttori. Durante tutta la kermesse funzionera’ a cura de i ristoranti della tavolozza un buffet di assaggi di ricette di riso, da quelle della tradizione a quelle piu’ creative, per valorizzare le varieta’ tipiche del riso italiano’ ed i prodotti agroalimentari di qualita’. Non manchera’ la visita guidata alla riseria della azienda agricola, un’opportunita’ da non perdere per completare la conoscenza del territorio e del suo prodotto tipico, il riso, scoprendolo in tutti i suoi segreti. Coinvolgente e’ il calendario degli avvenimenti: sabato 18 settembre 2004: apertura della manifestazione con riso da ridere, ovvero giornalisti di fama ai fornelli e chef in giuria per un ironico e divertente scambio di ruoli. Chi sara’ la “penna” piu’ abile in cucina, lo scopriremo nel pomeriggio durante la premiazione. Gemellaggio tra il riso vercellese e lo zafferano di san gavino monreale (cagliari) con la presenza di autorita’ locali. Serata dedicate a spettacoli di musica e cabaret nella suggestiva cornice illuminata del parco. Domenica 19 settembre 2004: giornata dedicata alla provincia di trapani. Esibizione del gruppo corale folk “ciar d’la valara” di trino vercellese; presentazione a cura degli autori di alcuni libri che fanno parte della selezione dei libri da gustare 2004; goloso calendario di degustazioni e spettacoli pomeridiani che coinvolgeranno grandi e piccini. Lunedi 20 settembre 2004: finale del iii concorso gastronomico internazionale riso non a caso organizzato tra gli istituti alberghieri italiani e con la partecipazione di alcuni istituti europei. Il concorso e’ stato organizzato dal consorzio di tutela varieta’ tipiche di riso italiano e dalla provincia di vercelli in collaborazione con la regione piemonte, l’associazione i ristoranti della tavolozza ed il gruppo sambonet-paderno. Il parco della tenuta castello si trasforma in una grande cucina all’aperto dove gli allievi dei 15 istituti alberghieri finalisti preparerano per una giuria d’eccezione le loro ricette. Seguira’ la premiazione. Airone d’argento: il consorzio di tutela delle varieta’ tipiche del riso italiano premiera’ con l’airone d’argento un giornalista, uno chef ed una testata giornalistica che si sono adoperati con la loro opera nella divulgazione e promozione del riso italiano di qualita’. I premiati saranno cesare pillon, paola budel e la rubrica del tg2 eat parade condotta da bruno gambacorta. Dire…terra: consegna del riconoscimento assegnato dall’associazione culturale ca dj’ amis i ristoranti della tavolozza a tre personaggi che si sono particolarmente adoperati nella difesa e nella promozione delle migliori tradizioni culturali legate alla terra nei suoi valori intrinsechi, alle sue produzioni tipiche , alla ricca e variegate umanita’ agricola. I premiati saranno: antonio tinarelli, andreina de tomassi e beppe rovera per la trasmissione ambiente italia di rai 3 |
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FESTA DEL RISO ITALIANO DI QUALITA’ XIII EDIZIONE AL CASTELLO DI DESANA (VERCELLI)– 18-19-20 SETTEMBRE 2004 |
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Nella tradizione contadina il raccolto ed in questo caso il taglio del riso ha sempre rappresentato un momento di festa, un’ occasione per riunirsi e festeggiare. E proprio per evocare questo momento ritorna la festa del riso italiano di qualita’, un appuntamento che richiama nel secolare parco del castello di desana (vercelli) migliaia di persone per celebrare un prodotto importante della nostra agricoltura. La rassegna, organizzata dall’azienda agricola tenuta castello in collaborazione con i ristoranti della tavolozza, si svolge dal 18 al 20 settembre 2004, il biglietto di ingresso (8 euro) da’ diritto ad un sacchetto di riso ed ad una degustazione di risotto. Il programma della manifestazione e’ ricco di appuntamenti che spaziano dalla cultura all’enogastronomia, il parco del castello si trasformera’ in ribalta per occasioni di animazione e di degustazione di prodotti enogastronomici di qualita’. La festa del riso italiano fornisce anche l’occasione per conoscere specialita’ provenienti da tutta italia ed acquistarle direttamente dai produttori. Durante tutta la kermesse funzionera’ a cura de i ristoranti della tavolozza un buffet di assaggi di ricette di riso, da quelle della tradizione a quelle piu’ creative, per valorizzare le varieta’ tipiche del riso italiano’ ed i prodotti agroalimentari di qualita’. Non manchera’ la visita guidata alla riseria della azienda agricola, un’opportunita’ da non perdere per completare la conoscenza del territorio e del suo prodotto tipico, il riso, scoprendolo in tutti i suoi segreti. Coinvolgente e’ il calendario degli avvenimenti: sabato 18 settembre 2004: apertura della manifestazione con riso da ridere, ovvero giornalisti di fama ai fornelli e chef in giuria per un ironico e divertente scambio di ruoli. Chi sara’ la “penna” piu’ abile in cucina, lo scopriremo nel pomeriggio durante la premiazione. Gemellaggio tra il riso vercellese e lo zafferano di san gavino monreale (cagliari) con la presenza di autorita’ locali. Serata dedicate a spettacoli di musica e cabaret nella suggestiva cornice illuminata del parco. Domenica 19 settembre 2004: giornata dedicata alla provincia di trapani. Esibizione del gruppo corale folk “ciar d’la valara” di trino vercellese; presentazione a cura degli autori di alcuni libri che fanno parte della selezione dei libri da gustare 2004; goloso calendario di degustazioni e spettacoli pomeridiani che coinvolgeranno grandi e piccini. Lunedi 20 settembre 2004: finale del iii concorso gastronomico internazionale riso non a caso organizzato tra gli istituti alberghieri italiani e con la partecipazione di alcuni istituti europei. Il concorso e’ stato organizzato dal consorzio di tutela varieta’ tipiche di riso italiano e dalla provincia di vercelli in collaborazione con la regione piemonte, l’associazione i ristoranti della tavolozza ed il gruppo sambonet-paderno. Il parco della tenuta castello si trasforma in una grande cucina all’aperto dove gli allievi dei 15 istituti alberghieri finalisti preparerano per una giuria d’eccezione le loro ricette. Seguira’ la premiazione. Airone d’argento: il consorzio di tutela delle varieta’ tipiche del riso italiano premiera’ con l’airone d’argento un giornalista, uno chef ed una testata giornalistica che si sono adoperati con la loro opera nella divulgazione e promozione del riso italiano di qualita’. I premiati saranno cesare pillon, paola budel e la rubrica del tg2 eat parade condotta da bruno gambacorta. Dire…terra: consegna del riconoscimento assegnato dall’associazione culturale ca dj’ amis i ristoranti della tavolozza a tre personaggi che si sono particolarmente adoperati nella difesa e nella promozione delle migliori tradizioni culturali legate alla terra nei suoi valori intrinsechi, alle sue produzioni tipiche , alla ricca e variegate umanita’ agricola. I premiati saranno: antonio tinarelli, andreina de tomassi e beppe rovera per la trasmissione ambiente italia di rai 3 |
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ATTESA AD OTTOBRE PER IL TEA DAY DI GUY DEGRENNE |
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Sabato 23 ottobre, a partire dalle ore 17.00, i più prestigiosi rivenditori di Guy Degrenne in Italia celebreranno il Tea Day: in contemporanea da Milano a Palermo, da Torino a Bolzano i negozi apriranno i propri spazi alla cerimonia del tè, un momento di benessere e piacere da condividere e assaporare in compagnia di intenditori, curiosi e appassionati. In un’atmosfera piacevole e rilassata saranno preparate e offerte le migliori selezioni di tè di Peter’s Teahouse. Assaggi di tè nero e tè verde, classico e aromatico, accompagneranno gli ospiti in un viaggio alla scoperta dei sapori e dei profumi delle lontane terre d’origine, Cina, Ceylon, India e Giappone. La giornata sarà l’occasione per presentare “Colonial Home”, la nuova gamma di prodotti in porcellana di Guy Degrenne nata dalla fusione del gusto orientale e del design occidentale. Forme quadrate e tonde si alternano così come il bianco, il nero, il rosso e l’oro dei decori su piatti, ciotole, coppe, vassoi e tazzine, in un gioco di modularità tipico delle collezioni di Guy Degrenne. A completare la linea per la tavola, una serie di teiere dalle forme innovative e professionali in colori moderni e di tendenza (nero opaco e lucido, bianco, prugna, blu…) con tazze, mug, lattiere, zuccheriere e dosatori ideati per accompagnare gli appassionati e i novizi nell’affascinante mondo del tè. Ricco di novità, l’appuntamento riserverà anche tante sorprese; le anticipazioni dei prossimi mesi sapranno stuzzicare la curiosità e renderanno l’evento davvero imperdibile. |
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ATTESA AD OTTOBRE PER IL TEA DAY DI GUY DEGRENNE |
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Sabato 23 ottobre, a partire dalle ore 17.00, i più prestigiosi rivenditori di Guy Degrenne in Italia celebreranno il Tea Day: in contemporanea da Milano a Palermo, da Torino a Bolzano i negozi apriranno i propri spazi alla cerimonia del tè, un momento di benessere e piacere da condividere e assaporare in compagnia di intenditori, curiosi e appassionati. In un’atmosfera piacevole e rilassata saranno preparate e offerte le migliori selezioni di tè di Peter’s Teahouse. Assaggi di tè nero e tè verde, classico e aromatico, accompagneranno gli ospiti in un viaggio alla scoperta dei sapori e dei profumi delle lontane terre d’origine, Cina, Ceylon, India e Giappone. La giornata sarà l’occasione per presentare “Colonial Home”, la nuova gamma di prodotti in porcellana di Guy Degrenne nata dalla fusione del gusto orientale e del design occidentale. Forme quadrate e tonde si alternano così come il bianco, il nero, il rosso e l’oro dei decori su piatti, ciotole, coppe, vassoi e tazzine, in un gioco di modularità tipico delle collezioni di Guy Degrenne. A completare la linea per la tavola, una serie di teiere dalle forme innovative e professionali in colori moderni e di tendenza (nero opaco e lucido, bianco, prugna, blu…) con tazze, mug, lattiere, zuccheriere e dosatori ideati per accompagnare gli appassionati e i novizi nell’affascinante mondo del tè. Ricco di novità, l’appuntamento riserverà anche tante sorprese; le anticipazioni dei prossimi mesi sapranno stuzzicare la curiosità e renderanno l’evento davvero imperdibile. |
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ATTESA AD OTTOBRE PER IL TEA DAY DI GUY DEGRENNE |
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Sabato 23 ottobre, a partire dalle ore 17.00, i più prestigiosi rivenditori di Guy Degrenne in Italia celebreranno il Tea Day: in contemporanea da Milano a Palermo, da Torino a Bolzano i negozi apriranno i propri spazi alla cerimonia del tè, un momento di benessere e piacere da condividere e assaporare in compagnia di intenditori, curiosi e appassionati. In un’atmosfera piacevole e rilassata saranno preparate e offerte le migliori selezioni di tè di Peter’s Teahouse. Assaggi di tè nero e tè verde, classico e aromatico, accompagneranno gli ospiti in un viaggio alla scoperta dei sapori e dei profumi delle lontane terre d’origine, Cina, Ceylon, India e Giappone. La giornata sarà l’occasione per presentare “Colonial Home”, la nuova gamma di prodotti in porcellana di Guy Degrenne nata dalla fusione del gusto orientale e del design occidentale. Forme quadrate e tonde si alternano così come il bianco, il nero, il rosso e l’oro dei decori su piatti, ciotole, coppe, vassoi e tazzine, in un gioco di modularità tipico delle collezioni di Guy Degrenne. A completare la linea per la tavola, una serie di teiere dalle forme innovative e professionali in colori moderni e di tendenza (nero opaco e lucido, bianco, prugna, blu…) con tazze, mug, lattiere, zuccheriere e dosatori ideati per accompagnare gli appassionati e i novizi nell’affascinante mondo del tè. Ricco di novità, l’appuntamento riserverà anche tante sorprese; le anticipazioni dei prossimi mesi sapranno stuzzicare la curiosità e renderanno l’evento davvero imperdibile. |
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ATTESA AD OTTOBRE PER IL TEA DAY DI GUY DEGRENNE |
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Sabato 23 ottobre, a partire dalle ore 17.00, i più prestigiosi rivenditori di Guy Degrenne in Italia celebreranno il Tea Day: in contemporanea da Milano a Palermo, da Torino a Bolzano i negozi apriranno i propri spazi alla cerimonia del tè, un momento di benessere e piacere da condividere e assaporare in compagnia di intenditori, curiosi e appassionati. In un’atmosfera piacevole e rilassata saranno preparate e offerte le migliori selezioni di tè di Peter’s Teahouse. Assaggi di tè nero e tè verde, classico e aromatico, accompagneranno gli ospiti in un viaggio alla scoperta dei sapori e dei profumi delle lontane terre d’origine, Cina, Ceylon, India e Giappone. La giornata sarà l’occasione per presentare “Colonial Home”, la nuova gamma di prodotti in porcellana di Guy Degrenne nata dalla fusione del gusto orientale e del design occidentale. Forme quadrate e tonde si alternano così come il bianco, il nero, il rosso e l’oro dei decori su piatti, ciotole, coppe, vassoi e tazzine, in un gioco di modularità tipico delle collezioni di Guy Degrenne. A completare la linea per la tavola, una serie di teiere dalle forme innovative e professionali in colori moderni e di tendenza (nero opaco e lucido, bianco, prugna, blu…) con tazze, mug, lattiere, zuccheriere e dosatori ideati per accompagnare gli appassionati e i novizi nell’affascinante mondo del tè. Ricco di novità, l’appuntamento riserverà anche tante sorprese; le anticipazioni dei prossimi mesi sapranno stuzzicare la curiosità e renderanno l’evento davvero imperdibile. |
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Sabato 23 ottobre, a partire dalle ore 17.00, i più prestigiosi rivenditori di Guy Degrenne in Italia celebreranno il Tea Day: in contemporanea da Milano a Palermo, da Torino a Bolzano i negozi apriranno i propri spazi alla cerimonia del tè, un momento di benessere e piacere da condividere e assaporare in compagnia di intenditori, curiosi e appassionati. In un’atmosfera piacevole e rilassata saranno preparate e offerte le migliori selezioni di tè di Peter’s Teahouse. Assaggi di tè nero e tè verde, classico e aromatico, accompagneranno gli ospiti in un viaggio alla scoperta dei sapori e dei profumi delle lontane terre d’origine, Cina, Ceylon, India e Giappone. La giornata sarà l’occasione per presentare “Colonial Home”, la nuova gamma di prodotti in porcellana di Guy Degrenne nata dalla fusione del gusto orientale e del design occidentale. Forme quadrate e tonde si alternano così come il bianco, il nero, il rosso e l’oro dei decori su piatti, ciotole, coppe, vassoi e tazzine, in un gioco di modularità tipico delle collezioni di Guy Degrenne. A completare la linea per la tavola, una serie di teiere dalle forme innovative e professionali in colori moderni e di tendenza (nero opaco e lucido, bianco, prugna, blu…) con tazze, mug, lattiere, zuccheriere e dosatori ideati per accompagnare gli appassionati e i novizi nell’affascinante mondo del tè. Ricco di novità, l’appuntamento riserverà anche tante sorprese; le anticipazioni dei prossimi mesi sapranno stuzzicare la curiosità e renderanno l’evento davvero imperdibile. |
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ATTESA AD OTTOBRE PER IL TEA DAY DI GUY DEGRENNE |
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Sabato 23 ottobre, a partire dalle ore 17.00, i più prestigiosi rivenditori di Guy Degrenne in Italia celebreranno il Tea Day: in contemporanea da Milano a Palermo, da Torino a Bolzano i negozi apriranno i propri spazi alla cerimonia del tè, un momento di benessere e piacere da condividere e assaporare in compagnia di intenditori, curiosi e appassionati. In un’atmosfera piacevole e rilassata saranno preparate e offerte le migliori selezioni di tè di Peter’s Teahouse. Assaggi di tè nero e tè verde, classico e aromatico, accompagneranno gli ospiti in un viaggio alla scoperta dei sapori e dei profumi delle lontane terre d’origine, Cina, Ceylon, India e Giappone. La giornata sarà l’occasione per presentare “Colonial Home”, la nuova gamma di prodotti in porcellana di Guy Degrenne nata dalla fusione del gusto orientale e del design occidentale. Forme quadrate e tonde si alternano così come il bianco, il nero, il rosso e l’oro dei decori su piatti, ciotole, coppe, vassoi e tazzine, in un gioco di modularità tipico delle collezioni di Guy Degrenne. A completare la linea per la tavola, una serie di teiere dalle forme innovative e professionali in colori moderni e di tendenza (nero opaco e lucido, bianco, prugna, blu…) con tazze, mug, lattiere, zuccheriere e dosatori ideati per accompagnare gli appassionati e i novizi nell’affascinante mondo del tè. Ricco di novità, l’appuntamento riserverà anche tante sorprese; le anticipazioni dei prossimi mesi sapranno stuzzicare la curiosità e renderanno l’evento davvero imperdibile. |
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TREKKING DEL PORCINO: LE SPLENDIDE OCCASIONI DI ALBARETO (PR) |
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Un trekking al giorno. Toglie il medico di torno, verrebbe voglia di dire. Se poi i percorsi per arditi della montagna incrociano quelli degli estimatori di Sua Bontà dei boschi, il fungo porcino. Ma andiamo con ordine. C'è, nella magnifica Val Gotra (Parma) Albareto, un Comune passato alla storia per la sua speciale vocazione alla raccolta e alla lavorazione del prezioso, profumatissimo miceto (boletus edulis per la botanica). Ad Albareto si tiene tutti gli anni una frequentatissima Fiera (nel 2004 dal 9 al 12 settembre) dedicata al ricercato dono del sottobosco in tutte le sue varietà. Ecco il trait d'union tra due sensi complementari: gusto e vista. Piatti indimenticabili e sport su un set fatto di splendide montagne, corsi d'acqua, pievi ed emergenze storiche, architetture rurali, siti votivi e boschi, scorci apuani e versiliani se lo sguardo spazia al di là dei crinali appenninici. E' in questo scenario sportivo-gastronomico che il trekking diventa una collana di tre percorsi-gioiello, da luglio a settembre 2004. Vediamoli. Percorso 1: il 10 luglio si parte dalla chiesa di Groppo, custode di antiche testimonianze: in sequenza Pessina, Seveselle, Cappelletta, Gottero, Foce dei Tre Confini, Montegroppo. Un viaggio nel tempo lungo l'antichissima via del sale, sui resti di un forte altomedioevale, là dove si accampavano d' estate i cacciatori nomadi del Mesolitico, sul confine longobardo-bizantino, in vista dei torrenti dai nomi arcaici (Gotra, Schiena, Lecora) e nella splendida cornice del Monte Gottero, per incrociare, al termine del percorso, la Foce dei Tre Confini, segnata da un cippo liminare del Ducato di Parma. Il Percorso 2 del 28 agosto, a partire dalla chiesa di Albareto, ricostruita su un edificio cinquecentesco, tocca Torre, Traversagna, Scheggia, Prà de Skei, Pietra di Miravescovo, passo dei Due Santi, Cravamorta e Vergastrelli. Nomi strani e suggestivi che arrivano da un lontano passato, lungo vie calcate da pellegrini, soldati, monaci, mercanti per quasi due millenni. Ricordi di epoche longobarde, tracce di comunità dell'età del bronzo consegnate alle leggende medioevali, e dell'età del ferro. Qui furono di casa anche Etruschi e Romani. Il percorso dell'11 settembre (Groppo, Pessina, Seveselle, Montegroppo) non è altro che il percorso 1 in versione ridotta (ci sarà più tempo per "riposare" davanti a un buon piatto di funghi). Si salta l'impegnativa via del Gottero (quota 1639 metri) per una visita più approfondita alla chiesa di Groppo, al forte medioevale della Pessina e all'abitato di Seveselle. Sarà bene che gli intrepidi escursionisti provvedano ai rifornimenti di cibo e acqua in misura adeguata. I percorsi saranno ovviamente guidati da un capogruppo esperto. I trasferimenti dal punto di ritrovo di Albareto alle località di partenza si effettueranno con mezzi propri. Il resto, a impresa compiuta, dovrebbe essere un'orgia di delizie a base degli straordinari funghi di Albareto, tanto più che al peso forma avrà pensato il trekking. Per informazioni e prenotazioni : Comune di Albareto Tel. 0525.929449 Fax 0525929459 info@fieradialbareto.It oppure info@comune.Albareto.pr.it Sito Web: www.Fieradialbareto.it |
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TREKKING DEL PORCINO: LE SPLENDIDE OCCASIONI DI ALBARETO (PR) |
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Un trekking al giorno. Toglie il medico di torno, verrebbe voglia di dire. Se poi i percorsi per arditi della montagna incrociano quelli degli estimatori di Sua Bontà dei boschi, il fungo porcino. Ma andiamo con ordine. C'è, nella magnifica Val Gotra (Parma) Albareto, un Comune passato alla storia per la sua speciale vocazione alla raccolta e alla lavorazione del prezioso, profumatissimo miceto (boletus edulis per la botanica). Ad Albareto si tiene tutti gli anni una frequentatissima Fiera (nel 2004 dal 9 al 12 settembre) dedicata al ricercato dono del sottobosco in tutte le sue varietà. Ecco il trait d'union tra due sensi complementari: gusto e vista. Piatti indimenticabili e sport su un set fatto di splendide montagne, corsi d'acqua, pievi ed emergenze storiche, architetture rurali, siti votivi e boschi, scorci apuani e versiliani se lo sguardo spazia al di là dei crinali appenninici. E' in questo scenario sportivo-gastronomico che il trekking diventa una collana di tre percorsi-gioiello, da luglio a settembre 2004. Vediamoli. Percorso 1: il 10 luglio si parte dalla chiesa di Groppo, custode di antiche testimonianze: in sequenza Pessina, Seveselle, Cappelletta, Gottero, Foce dei Tre Confini, Montegroppo. Un viaggio nel tempo lungo l'antichissima via del sale, sui resti di un forte altomedioevale, là dove si accampavano d' estate i cacciatori nomadi del Mesolitico, sul confine longobardo-bizantino, in vista dei torrenti dai nomi arcaici (Gotra, Schiena, Lecora) e nella splendida cornice del Monte Gottero, per incrociare, al termine del percorso, la Foce dei Tre Confini, segnata da un cippo liminare del Ducato di Parma. Il Percorso 2 del 28 agosto, a partire dalla chiesa di Albareto, ricostruita su un edificio cinquecentesco, tocca Torre, Traversagna, Scheggia, Prà de Skei, Pietra di Miravescovo, passo dei Due Santi, Cravamorta e Vergastrelli. Nomi strani e suggestivi che arrivano da un lontano passato, lungo vie calcate da pellegrini, soldati, monaci, mercanti per quasi due millenni. Ricordi di epoche longobarde, tracce di comunità dell'età del bronzo consegnate alle leggende medioevali, e dell'età del ferro. Qui furono di casa anche Etruschi e Romani. Il percorso dell'11 settembre (Groppo, Pessina, Seveselle, Montegroppo) non è altro che il percorso 1 in versione ridotta (ci sarà più tempo per "riposare" davanti a un buon piatto di funghi). Si salta l'impegnativa via del Gottero (quota 1639 metri) per una visita più approfondita alla chiesa di Groppo, al forte medioevale della Pessina e all'abitato di Seveselle. Sarà bene che gli intrepidi escursionisti provvedano ai rifornimenti di cibo e acqua in misura adeguata. I percorsi saranno ovviamente guidati da un capogruppo esperto. I trasferimenti dal punto di ritrovo di Albareto alle località di partenza si effettueranno con mezzi propri. Il resto, a impresa compiuta, dovrebbe essere un'orgia di delizie a base degli straordinari funghi di Albareto, tanto più che al peso forma avrà pensato il trekking. Per informazioni e prenotazioni : Comune di Albareto Tel. 0525.929449 Fax 0525929459 info@fieradialbareto.It oppure info@comune.Albareto.pr.it Sito Web: www.Fieradialbareto.it |
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SUGAR CAFÈ UN ORIGINALE ILLY BAR CONCEPT NASCE A MILANO IN COLLABORAZIONE CON MESSAGGERIE MUSICALI |
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Caffè, relax, aromi invitanti e una varietà di 36 modi di servire l’espresso nel nuovissimo Sugar Café inaugurato presso le Messaggerie Musicali di Corso Vittorio Emanuele a Milano, il primo illy Bar Concept del capoluogo lombardo. Illy Bar Concept è una particolare formula studiata dall’azienda triestina che prevede la fornitura di modelli architettonici di punti vendita che reinterpretano e valorizzano la cultura del “bar all’italiana” attraverso l’attenzione all’estetica e ai particolari. Progettati dagli architetti italiani Claudio Silvestrin e Luca Trazzi, questi format sono offerti insieme alla consulenza di business, di gestione e di servizi. Il modello scelto per lo spazio delle Messaggerie Musicali è quello di Luca Trazzi ed è stato realizzato dalla Isa di Bastia Umbra con tavoli e mensole di colore blu (i colori Messaggerie Musicali). Il bar, 50 mq situati al livello —1 delle Messaggerie, sarà gestito da Fabio Paolini e Gian Marco Senna, noti a Milano anche per le altre tre attività da loro gestite: lo Smooth, la pizzeria La Libera, la Trattoria della Pesa. L’offerta prevede la carta caffè i/Iy al completo (i 36 modi di servire l’espresso) e un servizio di ristorazione veloce con una vasta gamma di panini fatti al momento. Lo spazio avrà infine la funzione di punto di incontro e luogo di presentazione di attività. “Dopo Tokyo e Rabat e prima di Cipro e Sydney — afferma Licerio Degrassi, Direttore Generale della Divisione illy Bar lnnovation — siamo contenti di essere riusciti a trovare, grazie a Messaggerie Musicali, la location ideale per lo sbarco a Milano di illy Bar Concept, un progetto strategico per l’azienda che ha visto più di 20 aperture in 7 paesi in poco più di un anno e che vedrà entro la fine del 2004 una cinquantina di punti vendita in tutto il mondo. Ibc, insieme all’Università del caffè di Trieste ribadiscono l’importanza che il mondo del bar riveste negli interessi dell’azienda e la sua centralità all’interno della cultura del caffè”. |
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Caffè, relax, aromi invitanti e una varietà di 36 modi di servire l’espresso nel nuovissimo Sugar Café inaugurato presso le Messaggerie Musicali di Corso Vittorio Emanuele a Milano, il primo illy Bar Concept del capoluogo lombardo. Illy Bar Concept è una particolare formula studiata dall’azienda triestina che prevede la fornitura di modelli architettonici di punti vendita che reinterpretano e valorizzano la cultura del “bar all’italiana” attraverso l’attenzione all’estetica e ai particolari. Progettati dagli architetti italiani Claudio Silvestrin e Luca Trazzi, questi format sono offerti insieme alla consulenza di business, di gestione e di servizi. Il modello scelto per lo spazio delle Messaggerie Musicali è quello di Luca Trazzi ed è stato realizzato dalla Isa di Bastia Umbra con tavoli e mensole di colore blu (i colori Messaggerie Musicali). Il bar, 50 mq situati al livello —1 delle Messaggerie, sarà gestito da Fabio Paolini e Gian Marco Senna, noti a Milano anche per le altre tre attività da loro gestite: lo Smooth, la pizzeria La Libera, la Trattoria della Pesa. L’offerta prevede la carta caffè i/Iy al completo (i 36 modi di servire l’espresso) e un servizio di ristorazione veloce con una vasta gamma di panini fatti al momento. Lo spazio avrà infine la funzione di punto di incontro e luogo di presentazione di attività. “Dopo Tokyo e Rabat e prima di Cipro e Sydney — afferma Licerio Degrassi, Direttore Generale della Divisione illy Bar lnnovation — siamo contenti di essere riusciti a trovare, grazie a Messaggerie Musicali, la location ideale per lo sbarco a Milano di illy Bar Concept, un progetto strategico per l’azienda che ha visto più di 20 aperture in 7 paesi in poco più di un anno e che vedrà entro la fine del 2004 una cinquantina di punti vendita in tutto il mondo. Ibc, insieme all’Università del caffè di Trieste ribadiscono l’importanza che il mondo del bar riveste negli interessi dell’azienda e la sua centralità all’interno della cultura del caffè”. |
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Caffè, relax, aromi invitanti e una varietà di 36 modi di servire l’espresso nel nuovissimo Sugar Café inaugurato presso le Messaggerie Musicali di Corso Vittorio Emanuele a Milano, il primo illy Bar Concept del capoluogo lombardo. Illy Bar Concept è una particolare formula studiata dall’azienda triestina che prevede la fornitura di modelli architettonici di punti vendita che reinterpretano e valorizzano la cultura del “bar all’italiana” attraverso l’attenzione all’estetica e ai particolari. Progettati dagli architetti italiani Claudio Silvestrin e Luca Trazzi, questi format sono offerti insieme alla consulenza di business, di gestione e di servizi. Il modello scelto per lo spazio delle Messaggerie Musicali è quello di Luca Trazzi ed è stato realizzato dalla Isa di Bastia Umbra con tavoli e mensole di colore blu (i colori Messaggerie Musicali). Il bar, 50 mq situati al livello —1 delle Messaggerie, sarà gestito da Fabio Paolini e Gian Marco Senna, noti a Milano anche per le altre tre attività da loro gestite: lo Smooth, la pizzeria La Libera, la Trattoria della Pesa. L’offerta prevede la carta caffè i/Iy al completo (i 36 modi di servire l’espresso) e un servizio di ristorazione veloce con una vasta gamma di panini fatti al momento. Lo spazio avrà infine la funzione di punto di incontro e luogo di presentazione di attività. “Dopo Tokyo e Rabat e prima di Cipro e Sydney — afferma Licerio Degrassi, Direttore Generale della Divisione illy Bar lnnovation — siamo contenti di essere riusciti a trovare, grazie a Messaggerie Musicali, la location ideale per lo sbarco a Milano di illy Bar Concept, un progetto strategico per l’azienda che ha visto più di 20 aperture in 7 paesi in poco più di un anno e che vedrà entro la fine del 2004 una cinquantina di punti vendita in tutto il mondo. Ibc, insieme all’Università del caffè di Trieste ribadiscono l’importanza che il mondo del bar riveste negli interessi dell’azienda e la sua centralità all’interno della cultura del caffè”. |
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Caffè, relax, aromi invitanti e una varietà di 36 modi di servire l’espresso nel nuovissimo Sugar Café inaugurato presso le Messaggerie Musicali di Corso Vittorio Emanuele a Milano, il primo illy Bar Concept del capoluogo lombardo. Illy Bar Concept è una particolare formula studiata dall’azienda triestina che prevede la fornitura di modelli architettonici di punti vendita che reinterpretano e valorizzano la cultura del “bar all’italiana” attraverso l’attenzione all’estetica e ai particolari. Progettati dagli architetti italiani Claudio Silvestrin e Luca Trazzi, questi format sono offerti insieme alla consulenza di business, di gestione e di servizi. Il modello scelto per lo spazio delle Messaggerie Musicali è quello di Luca Trazzi ed è stato realizzato dalla Isa di Bastia Umbra con tavoli e mensole di colore blu (i colori Messaggerie Musicali). Il bar, 50 mq situati al livello —1 delle Messaggerie, sarà gestito da Fabio Paolini e Gian Marco Senna, noti a Milano anche per le altre tre attività da loro gestite: lo Smooth, la pizzeria La Libera, la Trattoria della Pesa. L’offerta prevede la carta caffè i/Iy al completo (i 36 modi di servire l’espresso) e un servizio di ristorazione veloce con una vasta gamma di panini fatti al momento. Lo spazio avrà infine la funzione di punto di incontro e luogo di presentazione di attività. “Dopo Tokyo e Rabat e prima di Cipro e Sydney — afferma Licerio Degrassi, Direttore Generale della Divisione illy Bar lnnovation — siamo contenti di essere riusciti a trovare, grazie a Messaggerie Musicali, la location ideale per lo sbarco a Milano di illy Bar Concept, un progetto strategico per l’azienda che ha visto più di 20 aperture in 7 paesi in poco più di un anno e che vedrà entro la fine del 2004 una cinquantina di punti vendita in tutto il mondo. Ibc, insieme all’Università del caffè di Trieste ribadiscono l’importanza che il mondo del bar riveste negli interessi dell’azienda e la sua centralità all’interno della cultura del caffè”. |
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Caffè, relax, aromi invitanti e una varietà di 36 modi di servire l’espresso nel nuovissimo Sugar Café inaugurato presso le Messaggerie Musicali di Corso Vittorio Emanuele a Milano, il primo illy Bar Concept del capoluogo lombardo. Illy Bar Concept è una particolare formula studiata dall’azienda triestina che prevede la fornitura di modelli architettonici di punti vendita che reinterpretano e valorizzano la cultura del “bar all’italiana” attraverso l’attenzione all’estetica e ai particolari. Progettati dagli architetti italiani Claudio Silvestrin e Luca Trazzi, questi format sono offerti insieme alla consulenza di business, di gestione e di servizi. Il modello scelto per lo spazio delle Messaggerie Musicali è quello di Luca Trazzi ed è stato realizzato dalla Isa di Bastia Umbra con tavoli e mensole di colore blu (i colori Messaggerie Musicali). Il bar, 50 mq situati al livello —1 delle Messaggerie, sarà gestito da Fabio Paolini e Gian Marco Senna, noti a Milano anche per le altre tre attività da loro gestite: lo Smooth, la pizzeria La Libera, la Trattoria della Pesa. L’offerta prevede la carta caffè i/Iy al completo (i 36 modi di servire l’espresso) e un servizio di ristorazione veloce con una vasta gamma di panini fatti al momento. Lo spazio avrà infine la funzione di punto di incontro e luogo di presentazione di attività. “Dopo Tokyo e Rabat e prima di Cipro e Sydney — afferma Licerio Degrassi, Direttore Generale della Divisione illy Bar lnnovation — siamo contenti di essere riusciti a trovare, grazie a Messaggerie Musicali, la location ideale per lo sbarco a Milano di illy Bar Concept, un progetto strategico per l’azienda che ha visto più di 20 aperture in 7 paesi in poco più di un anno e che vedrà entro la fine del 2004 una cinquantina di punti vendita in tutto il mondo. Ibc, insieme all’Università del caffè di Trieste ribadiscono l’importanza che il mondo del bar riveste negli interessi dell’azienda e la sua centralità all’interno della cultura del caffè”. |
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SUGAR CAFÈ UN ORIGINALE ILLY BAR CONCEPT NASCE A MILANO IN COLLABORAZIONE CON MESSAGGERIE MUSICALI |
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Caffè, relax, aromi invitanti e una varietà di 36 modi di servire l’espresso nel nuovissimo Sugar Café inaugurato presso le Messaggerie Musicali di Corso Vittorio Emanuele a Milano, il primo illy Bar Concept del capoluogo lombardo. Illy Bar Concept è una particolare formula studiata dall’azienda triestina che prevede la fornitura di modelli architettonici di punti vendita che reinterpretano e valorizzano la cultura del “bar all’italiana” attraverso l’attenzione all’estetica e ai particolari. Progettati dagli architetti italiani Claudio Silvestrin e Luca Trazzi, questi format sono offerti insieme alla consulenza di business, di gestione e di servizi. Il modello scelto per lo spazio delle Messaggerie Musicali è quello di Luca Trazzi ed è stato realizzato dalla Isa di Bastia Umbra con tavoli e mensole di colore blu (i colori Messaggerie Musicali). Il bar, 50 mq situati al livello —1 delle Messaggerie, sarà gestito da Fabio Paolini e Gian Marco Senna, noti a Milano anche per le altre tre attività da loro gestite: lo Smooth, la pizzeria La Libera, la Trattoria della Pesa. L’offerta prevede la carta caffè i/Iy al completo (i 36 modi di servire l’espresso) e un servizio di ristorazione veloce con una vasta gamma di panini fatti al momento. Lo spazio avrà infine la funzione di punto di incontro e luogo di presentazione di attività. “Dopo Tokyo e Rabat e prima di Cipro e Sydney — afferma Licerio Degrassi, Direttore Generale della Divisione illy Bar lnnovation — siamo contenti di essere riusciti a trovare, grazie a Messaggerie Musicali, la location ideale per lo sbarco a Milano di illy Bar Concept, un progetto strategico per l’azienda che ha visto più di 20 aperture in 7 paesi in poco più di un anno e che vedrà entro la fine del 2004 una cinquantina di punti vendita in tutto il mondo. Ibc, insieme all’Università del caffè di Trieste ribadiscono l’importanza che il mondo del bar riveste negli interessi dell’azienda e la sua centralità all’interno della cultura del caffè”. |
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TORNANO I BROTHERS COFFEE CON UNA NUOVA PROVOCAZIONE IL CAFFÈ? E’ IL VERO ANTISTRESS! |
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Continua la ricerca del ‘caffè perfetto’ per i fratelli Nicola Marco e Dimitri La Fiandra, di 26 e 32 anni, ormai noti come i ‘coffee brothers’, titolari, ideologi, creatori di Torrefazione sensoriale, mitica coffehouse a Milano in via Cagliero 7 per i cultori e i curiosi della bevanda nazionale. Sabato 3 luglio alla Biblioteca Comunale di viale Zara 100 a Milano presentano ufficialmente la loro ultima invenzione, L’ottimista Sensoriale Drink, apparentemente un caffè shakerato, in realtà una fresca ‘esperienza mistica’ di puro benessere psicofisico. Provare per credere! I milanesi sono tutti invitati. Perché un drink ottimista? “Semplice – risponde Dimitri La Fiandra – L’ottimista Sensoriale Drink è una emulsione a freddo che in modo naturale dà lucidità mentale, importante soprattutto in estate per chi è affaticato o per esempio per i giovani che si mettono alla guida dopo la discoteca”. Poter godere del caffè come rito antistress senza doversi preoccupare di problemi di pressione, insonnia etc, è il sogno di molti italiani. Un sogno che è diventato realtà con Torrefazione sensoriale, l’azienda milanese di torrefazione artigianale che utilizzando metodi e tecnologie innovative, rigorosamente non industriali, ottiene con procedimenti naturali una sostanza che preserva il gusto del caffè ma con un basso contenuto di caffeina. “La qualità della tazzina di caffè dipende da molti fattori. Il segreto sta nella tostatura che non deve bruciare il chicco. - spiega Dimitri – Inoltre, per una bevanda benefica è importante utilizzare il caffè Arabica”. Torrefazione sensoriale, come si sa, nasce nel 2002. Un lungo viaggio tra le piantagioni di caffè ispira i giovani fratelli La Fiandra che rilevano in via Cagliero, a Milano, una storica torrefazione e danno vita a un progetto che è culturale a tutto tondo: far riscoprire, soprattutto ai giovani, la tazzina di caffè come rito della salute psicofisica, e in quanto tale, intrinsecamente legato alla storia, alla letteratura, alla filosofia di vita degli italiani e non solo. Visto che le origini del caffè risalgono all’Africa del 1300 e ancora oggi le preziose bacche rosse dall’America Latina e dall’Africa vanno ad arricchire i menu di quasi tutto il mondo. |
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Continua la ricerca del ‘caffè perfetto’ per i fratelli Nicola Marco e Dimitri La Fiandra, di 26 e 32 anni, ormai noti come i ‘coffee brothers’, titolari, ideologi, creatori di Torrefazione sensoriale, mitica coffehouse a Milano in via Cagliero 7 per i cultori e i curiosi della bevanda nazionale. Sabato 3 luglio alla Biblioteca Comunale di viale Zara 100 a Milano presentano ufficialmente la loro ultima invenzione, L’ottimista Sensoriale Drink, apparentemente un caffè shakerato, in realtà una fresca ‘esperienza mistica’ di puro benessere psicofisico. Provare per credere! I milanesi sono tutti invitati. Perché un drink ottimista? “Semplice – risponde Dimitri La Fiandra – L’ottimista Sensoriale Drink è una emulsione a freddo che in modo naturale dà lucidità mentale, importante soprattutto in estate per chi è affaticato o per esempio per i giovani che si mettono alla guida dopo la discoteca”. Poter godere del caffè come rito antistress senza doversi preoccupare di problemi di pressione, insonnia etc, è il sogno di molti italiani. Un sogno che è diventato realtà con Torrefazione sensoriale, l’azienda milanese di torrefazione artigianale che utilizzando metodi e tecnologie innovative, rigorosamente non industriali, ottiene con procedimenti naturali una sostanza che preserva il gusto del caffè ma con un basso contenuto di caffeina. “La qualità della tazzina di caffè dipende da molti fattori. Il segreto sta nella tostatura che non deve bruciare il chicco. - spiega Dimitri – Inoltre, per una bevanda benefica è importante utilizzare il caffè Arabica”. Torrefazione sensoriale, come si sa, nasce nel 2002. Un lungo viaggio tra le piantagioni di caffè ispira i giovani fratelli La Fiandra che rilevano in via Cagliero, a Milano, una storica torrefazione e danno vita a un progetto che è culturale a tutto tondo: far riscoprire, soprattutto ai giovani, la tazzina di caffè come rito della salute psicofisica, e in quanto tale, intrinsecamente legato alla storia, alla letteratura, alla filosofia di vita degli italiani e non solo. Visto che le origini del caffè risalgono all’Africa del 1300 e ancora oggi le preziose bacche rosse dall’America Latina e dall’Africa vanno ad arricchire i menu di quasi tutto il mondo. |
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Continua la ricerca del ‘caffè perfetto’ per i fratelli Nicola Marco e Dimitri La Fiandra, di 26 e 32 anni, ormai noti come i ‘coffee brothers’, titolari, ideologi, creatori di Torrefazione sensoriale, mitica coffehouse a Milano in via Cagliero 7 per i cultori e i curiosi della bevanda nazionale. Sabato 3 luglio alla Biblioteca Comunale di viale Zara 100 a Milano presentano ufficialmente la loro ultima invenzione, L’ottimista Sensoriale Drink, apparentemente un caffè shakerato, in realtà una fresca ‘esperienza mistica’ di puro benessere psicofisico. Provare per credere! I milanesi sono tutti invitati. Perché un drink ottimista? “Semplice – risponde Dimitri La Fiandra – L’ottimista Sensoriale Drink è una emulsione a freddo che in modo naturale dà lucidità mentale, importante soprattutto in estate per chi è affaticato o per esempio per i giovani che si mettono alla guida dopo la discoteca”. Poter godere del caffè come rito antistress senza doversi preoccupare di problemi di pressione, insonnia etc, è il sogno di molti italiani. Un sogno che è diventato realtà con Torrefazione sensoriale, l’azienda milanese di torrefazione artigianale che utilizzando metodi e tecnologie innovative, rigorosamente non industriali, ottiene con procedimenti naturali una sostanza che preserva il gusto del caffè ma con un basso contenuto di caffeina. “La qualità della tazzina di caffè dipende da molti fattori. Il segreto sta nella tostatura che non deve bruciare il chicco. - spiega Dimitri – Inoltre, per una bevanda benefica è importante utilizzare il caffè Arabica”. Torrefazione sensoriale, come si sa, nasce nel 2002. Un lungo viaggio tra le piantagioni di caffè ispira i giovani fratelli La Fiandra che rilevano in via Cagliero, a Milano, una storica torrefazione e danno vita a un progetto che è culturale a tutto tondo: far riscoprire, soprattutto ai giovani, la tazzina di caffè come rito della salute psicofisica, e in quanto tale, intrinsecamente legato alla storia, alla letteratura, alla filosofia di vita degli italiani e non solo. Visto che le origini del caffè risalgono all’Africa del 1300 e ancora oggi le preziose bacche rosse dall’America Latina e dall’Africa vanno ad arricchire i menu di quasi tutto il mondo. |
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Continua la ricerca del ‘caffè perfetto’ per i fratelli Nicola Marco e Dimitri La Fiandra, di 26 e 32 anni, ormai noti come i ‘coffee brothers’, titolari, ideologi, creatori di Torrefazione sensoriale, mitica coffehouse a Milano in via Cagliero 7 per i cultori e i curiosi della bevanda nazionale. Sabato 3 luglio alla Biblioteca Comunale di viale Zara 100 a Milano presentano ufficialmente la loro ultima invenzione, L’ottimista Sensoriale Drink, apparentemente un caffè shakerato, in realtà una fresca ‘esperienza mistica’ di puro benessere psicofisico. Provare per credere! I milanesi sono tutti invitati. Perché un drink ottimista? “Semplice – risponde Dimitri La Fiandra – L’ottimista Sensoriale Drink è una emulsione a freddo che in modo naturale dà lucidità mentale, importante soprattutto in estate per chi è affaticato o per esempio per i giovani che si mettono alla guida dopo la discoteca”. Poter godere del caffè come rito antistress senza doversi preoccupare di problemi di pressione, insonnia etc, è il sogno di molti italiani. Un sogno che è diventato realtà con Torrefazione sensoriale, l’azienda milanese di torrefazione artigianale che utilizzando metodi e tecnologie innovative, rigorosamente non industriali, ottiene con procedimenti naturali una sostanza che preserva il gusto del caffè ma con un basso contenuto di caffeina. “La qualità della tazzina di caffè dipende da molti fattori. Il segreto sta nella tostatura che non deve bruciare il chicco. - spiega Dimitri – Inoltre, per una bevanda benefica è importante utilizzare il caffè Arabica”. Torrefazione sensoriale, come si sa, nasce nel 2002. Un lungo viaggio tra le piantagioni di caffè ispira i giovani fratelli La Fiandra che rilevano in via Cagliero, a Milano, una storica torrefazione e danno vita a un progetto che è culturale a tutto tondo: far riscoprire, soprattutto ai giovani, la tazzina di caffè come rito della salute psicofisica, e in quanto tale, intrinsecamente legato alla storia, alla letteratura, alla filosofia di vita degli italiani e non solo. Visto che le origini del caffè risalgono all’Africa del 1300 e ancora oggi le preziose bacche rosse dall’America Latina e dall’Africa vanno ad arricchire i menu di quasi tutto il mondo. |
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OLTREVENTI PRESENTA OLTREVINI - CASTEGGIO E LANCIA IL PREMIO ANTONIO AMATO, IL CUOCO TRAGICAMENTE SCOMPARSO AD AL KHOBAR
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Con un assetto nuovo molto forte e con spirito imprenditoriale il Comune di Casteggio si presenta al varo di Oltrevini, giunta alla sua 34a edizione. La precedente Amministrazione, con il Sindaco Lorenzo Callegari, che da anni aveva puntato a far nascere un Ente Fiera efficace e propositivo, a metà di Aprile ha costituito insieme con Banca Popolare di Milano e Pavia Idee l¹Associazione Oltreventi, con sede nei locali del Comune, che ha lo scopo di promuovere il territorio di Casteggio e dell¹Oltrepo Pavese, sia a livello delle sue caratteristiche produzioni, in particolare agricole ed enogastronomiche, sia a livello paesaggistico, artistico e culturale e quindi del turismo. Tra le attività della neonata associazione, un ruolo fondamentale è giocato dallo sviluppo delle manifestazioni fieristiche ed espositive, che si terranno principalmente, come da tradizione ultratrentennale, nell¹area fieristica di Via Truffi e nella settecentesca Certosa Cantù, che ospiterà anche convegni e seminari. L¹ingresso quali soci fondatori della Banca Popolare di Milano, che va a sottolineare l¹interesse dell¹Istituto per il territorio Oltrepadano e per la sua imprenditoria agroalimentare ed enologica, e quello di Pavia Idee, con una lunga, vasta esperienza in organizzazione e allestimenti fieristici, garantiscono a Oltreventi la giusta dose di concretezza e dinamismo. A rappresentarli nel Consiglio di Amministrazione, Ernesto Tansini, Vicedirettore Bpm e Piero Raggio di Pavia Idee siedono insieme a Gianni Saporiti, il Presidente nominato dal Sindaco di Casteggio, e a Rachele Brandolini, nominata dall’Amministrazione del Comune. Con questo nuovo volto Casteggio riprende la sua storica posizione di capitale dell¹Oltrepo Pavese e guarda oltre i propri confini, così che, per inaugurare questo nuovo ciclo, a testimoniare ancora una volta i suoi valori di fratellanza e solidarietà - proprio a Oltrevini 2003 è stato proposto il primo corso per Ipo e Non vedenti ³Ascolta il Vino²- lancia la prima edizione del Premio Antonio Amato, il cuoco tragicamente scomparso ad Al Khobar, cui partecipano i cuochi del Gvci, Gruppo Virtuale Cuochi Italiani, costituito da più di 300 cuochi italiani che lavorano all¹estero, nei 5 Continenti. Grazie a una forte spinta emozionale e alla volontà di non dimenticare, dedicando ad Antonio Amato un omaggio permanente, su iniziativa dell¹Agenzia di Orietta Colacicco, che da anni segue la comunicazione del Comune, il Premio, che ha l¹obiettivo di divenire un appuntamento ripetuto negli anni, ha incontrato in tempi strettissimi il favore e l¹entusiasmo del Gvci, il Gruppo Virtuale, cui Antonio Amato apparteneva, per primo Mario Musoni del Ristorante ³Al Pino² di Montescano, Vicepresidente e fra i fondatori nel 2001, e del Presidente Mario Caramella, executive chef dell¹ Hyatt Regency Hua Hin in Tailandia. In grande velocità, quindi, forti dell¹immediatezza di intercomunicazione del Gruppo attraverso il forum su Internet, tutti i componenti del Gruppo che, quali ambasciatori dei prodotti italiani, operano dagli Stati Uniti, al Canada, dall¹Europa a Shanghai, e a tutto l¹Oriente, da Mosca e San Pietroburgo, a Lisbona, ma anche in Brasile, in Messico e persino a Cuba, Bora Bora, alle Maldive e in Alaska, sono stati invitati ad inviare ricette della cucina italiana, della propria regione di origine, in abbinamento ai vini dell¹Oltrepo. Questi, su indicazione di Carlo Alberto Panont, Direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepo Pavese, sono: Oltrepo Metodo Classico, Oltrepo Metodo Classico Rosè, Bonarda vivace, Rosso Oltrepo base classica (Barbera, Croatina); Rosso Oltrepo Pinot nero in purezza, Oltrepo Riesling, Sangue di Giuda. Le schede di tali vini sono state predisposte da Giuseppe Vaccarini, Presidente di Asi (Association de la Sommellerie Internationale); che è anche a disposizione dei partecipanti per guidarli negli abbinamenti. Grazie allo stesso spirito di solidarietà, è stata formata la Giuria, presieduta da Gualtiero Marchesi e composta da Alma, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana, di cui Marchesi è rettore, Euro-toques, di cui Marchesi è Presidente e Fondatore, la Scuola di Cucina Alto Palato con Tony Sarcina, Vinarius, il più prestigioso gruppo di enoteche in Italia, di nuovo Giuseppe Vaccarini con Asi, Onav, con il Presidente Bruno Rivella, , Iper, Piero Gonnelli, il Frantoiano di più antica storia d¹Italia, Solidus (Associazione che raggruppa i professionisti dell¹ospitalità) con il Presidente Franco Alzetta, Ada (Associazione Direttori d¹Albergo); Aibes, Iba, (Associazioni Barmen italiana e Internazionale) con il Presidente Umberto Caselli, Apes (Associazione Internazionale Pizzaioli) con il Presidente Antonio Primiceri, il gotha dei Ristoranti dell¹Oltrepo: Corte dell¹Oca, Selvatico, Ca¹ Vegia by Musoni e molti altri, che stanno aderendo. La Giuria, votando virtualmente, attribuirà fra i 20 finalisti selezionati 5 Nomination e successivamente a Casteggio il 1° Settembre degusterà le ricette preparate dai 5 cuochi, designando il vincitore del Premio. Per la preparazione di quelle che si annunciano prelibatezze, Gonnelli 1585 metterà a disposizione due oli di altissima qualità del Frantoio di Santa Tea in Reggello: il Dolce Delicato e il Cultivar Frantoio (il monocultivar riconosciuto eccellente dalla Guida Olio e Oli in Toscana). Nella stessa sera Ivan Musoni della Ca¹vegia, che fungerà da coordinatore di gara, reinterpreterà le stesse ricette per il pubblico del ristorante di Oltrevini, che potrà quindi, assaporandole, essere partecipe di questo grande evento. Visti i lunghi viaggi, i cuochi saranno ospitati per una settimana dalle Terme a Salice, dove riposare, ritemprarsi e coccolarsi con cure da scegliere fra la settimana bellezza uomo, l¹antistress e la tonificante. In un contesto così alto, Oltrevini, dal 31 Agosto al 5 Settembre, cresce, pur rimanendo un grande evento gioioso, con 150 espositori di Vini e prodotti tipici dell¹Oltrepo, con grande spazio a formaggi, salumi, miele e dolciumi, ricco di degustazioni a cura di Onav e Ais, gare e spettacoli ogni sera e la Premiazione dei vincitori del Concorso Enologico Talento d¹Oro. Per questa edizione l¹appuntamento è ancor più goloso, perchè al Ristorante di Oltrevini il pubblico potrà provare i menu dei migliori ristoranti della zona: il 31 Agosto la Corte dell¹Oca di Mortara, il 2 Settembre il Selvatico di Rivanazzano, il 3 settembre Bardelli di Pavia. Il 1° Settembre sarà in scena la Ca¹vegia by Musoni di Salice con le ricette dei finalisti del Premio Antonio Amato. Gli orari vanno dalle 19,30 alle 24 dal martedì al venerdì e dalle 9,30 alle 24 il sabato 4 e la domenica 5; l¹ingresso all¹area esterna gastronomica e di intrattenimento è libero, mentre per accedere all¹area vini e degustazioni il biglietto costa 7 Euro. Infolik: www.Oltreventi.org e www.Oltrevini.it |
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OLTREVENTI PRESENTA OLTREVINI - CASTEGGIO E LANCIA IL PREMIO ANTONIO AMATO, IL CUOCO TRAGICAMENTE SCOMPARSO AD AL KHOBAR
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Con un assetto nuovo molto forte e con spirito imprenditoriale il Comune di Casteggio si presenta al varo di Oltrevini, giunta alla sua 34a edizione. La precedente Amministrazione, con il Sindaco Lorenzo Callegari, che da anni aveva puntato a far nascere un Ente Fiera efficace e propositivo, a metà di Aprile ha costituito insieme con Banca Popolare di Milano e Pavia Idee l¹Associazione Oltreventi, con sede nei locali del Comune, che ha lo scopo di promuovere il territorio di Casteggio e dell¹Oltrepo Pavese, sia a livello delle sue caratteristiche produzioni, in particolare agricole ed enogastronomiche, sia a livello paesaggistico, artistico e culturale e quindi del turismo. Tra le attività della neonata associazione, un ruolo fondamentale è giocato dallo sviluppo delle manifestazioni fieristiche ed espositive, che si terranno principalmente, come da tradizione ultratrentennale, nell¹area fieristica di Via Truffi e nella settecentesca Certosa Cantù, che ospiterà anche convegni e seminari. L¹ingresso quali soci fondatori della Banca Popolare di Milano, che va a sottolineare l¹interesse dell¹Istituto per il territorio Oltrepadano e per la sua imprenditoria agroalimentare ed enologica, e quello di Pavia Idee, con una lunga, vasta esperienza in organizzazione e allestimenti fieristici, garantiscono a Oltreventi la giusta dose di concretezza e dinamismo. A rappresentarli nel Consiglio di Amministrazione, Ernesto Tansini, Vicedirettore Bpm e Piero Raggio di Pavia Idee siedono insieme a Gianni Saporiti, il Presidente nominato dal Sindaco di Casteggio, e a Rachele Brandolini, nominata dall’Amministrazione del Comune. Con questo nuovo volto Casteggio riprende la sua storica posizione di capitale dell¹Oltrepo Pavese e guarda oltre i propri confini, così che, per inaugurare questo nuovo ciclo, a testimoniare ancora una volta i suoi valori di fratellanza e solidarietà - proprio a Oltrevini 2003 è stato proposto il primo corso per Ipo e Non vedenti ³Ascolta il Vino²- lancia la prima edizione del Premio Antonio Amato, il cuoco tragicamente scomparso ad Al Khobar, cui partecipano i cuochi del Gvci, Gruppo Virtuale Cuochi Italiani, costituito da più di 300 cuochi italiani che lavorano all¹estero, nei 5 Continenti. Grazie a una forte spinta emozionale e alla volontà di non dimenticare, dedicando ad Antonio Amato un omaggio permanente, su iniziativa dell¹Agenzia di Orietta Colacicco, che da anni segue la comunicazione del Comune, il Premio, che ha l¹obiettivo di divenire un appuntamento ripetuto negli anni, ha incontrato in tempi strettissimi il favore e l¹entusiasmo del Gvci, il Gruppo Virtuale, cui Antonio Amato apparteneva, per primo Mario Musoni del Ristorante ³Al Pino² di Montescano, Vicepresidente e fra i fondatori nel 2001, e del Presidente Mario Caramella, executive chef dell¹ Hyatt Regency Hua Hin in Tailandia. In grande velocità, quindi, forti dell¹immediatezza di intercomunicazione del Gruppo attraverso il forum su Internet, tutti i componenti del Gruppo che, quali ambasciatori dei prodotti italiani, operano dagli Stati Uniti, al Canada, dall¹Europa a Shanghai, e a tutto l¹Oriente, da Mosca e San Pietroburgo, a Lisbona, ma anche in Brasile, in Messico e persino a Cuba, Bora Bora, alle Maldive e in Alaska, sono stati invitati ad inviare ricette della cucina italiana, della propria regione di origine, in abbinamento ai vini dell¹Oltrepo. Questi, su indicazione di Carlo Alberto Panont, Direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepo Pavese, sono: Oltrepo Metodo Classico, Oltrepo Metodo Classico Rosè, Bonarda vivace, Rosso Oltrepo base classica (Barbera, Croatina); Rosso Oltrepo Pinot nero in purezza, Oltrepo Riesling, Sangue di Giuda. Le schede di tali vini sono state predisposte da Giuseppe Vaccarini, Presidente di Asi (Association de la Sommellerie Internationale); che è anche a disposizione dei partecipanti per guidarli negli abbinamenti. Grazie allo stesso spirito di solidarietà, è stata formata la Giuria, presieduta da Gualtiero Marchesi e composta da Alma, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana, di cui Marchesi è rettore, Euro-toques, di cui Marchesi è Presidente e Fondatore, la Scuola di Cucina Alto Palato con Tony Sarcina, Vinarius, il più prestigioso gruppo di enoteche in Italia, di nuovo Giuseppe Vaccarini con Asi, Onav, con il Presidente Bruno Rivella, , Iper, Piero Gonnelli, il Frantoiano di più antica storia d¹Italia, Solidus (Associazione che raggruppa i professionisti dell¹ospitalità) con il Presidente Franco Alzetta, Ada (Associazione Direttori d¹Albergo); Aibes, Iba, (Associazioni Barmen italiana e Internazionale) con il Presidente Umberto Caselli, Apes (Associazione Internazionale Pizzaioli) con il Presidente Antonio Primiceri, il gotha dei Ristoranti dell¹Oltrepo: Corte dell¹Oca, Selvatico, Ca¹ Vegia by Musoni e molti altri, che stanno aderendo. La Giuria, votando virtualmente, attribuirà fra i 20 finalisti selezionati 5 Nomination e successivamente a Casteggio il 1° Settembre degusterà le ricette preparate dai 5 cuochi, designando il vincitore del Premio. Per la preparazione di quelle che si annunciano prelibatezze, Gonnelli 1585 metterà a disposizione due oli di altissima qualità del Frantoio di Santa Tea in Reggello: il Dolce Delicato e il Cultivar Frantoio (il monocultivar riconosciuto eccellente dalla Guida Olio e Oli in Toscana). Nella stessa sera Ivan Musoni della Ca¹vegia, che fungerà da coordinatore di gara, reinterpreterà le stesse ricette per il pubblico del ristorante di Oltrevini, che potrà quindi, assaporandole, essere partecipe di questo grande evento. Visti i lunghi viaggi, i cuochi saranno ospitati per una settimana dalle Terme a Salice, dove riposare, ritemprarsi e coccolarsi con cure da scegliere fra la settimana bellezza uomo, l¹antistress e la tonificante. In un contesto così alto, Oltrevini, dal 31 Agosto al 5 Settembre, cresce, pur rimanendo un grande evento gioioso, con 150 espositori di Vini e prodotti tipici dell¹Oltrepo, con grande spazio a formaggi, salumi, miele e dolciumi, ricco di degustazioni a cura di Onav e Ais, gare e spettacoli ogni sera e la Premiazione dei vincitori del Concorso Enologico Talento d¹Oro. Per questa edizione l¹appuntamento è ancor più goloso, perchè al Ristorante di Oltrevini il pubblico potrà provare i menu dei migliori ristoranti della zona: il 31 Agosto la Corte dell¹Oca di Mortara, il 2 Settembre il Selvatico di Rivanazzano, il 3 settembre Bardelli di Pavia. Il 1° Settembre sarà in scena la Ca¹vegia by Musoni di Salice con le ricette dei finalisti del Premio Antonio Amato. Gli orari vanno dalle 19,30 alle 24 dal martedì al venerdì e dalle 9,30 alle 24 il sabato 4 e la domenica 5; l¹ingresso all¹area esterna gastronomica e di intrattenimento è libero, mentre per accedere all¹area vini e degustazioni il biglietto costa 7 Euro. Infolik: www.Oltreventi.org e www.Oltrevini.it |
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OLTREVENTI PRESENTA OLTREVINI - CASTEGGIO E LANCIA IL PREMIO ANTONIO AMATO, IL CUOCO TRAGICAMENTE SCOMPARSO AD AL KHOBAR
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Con un assetto nuovo molto forte e con spirito imprenditoriale il Comune di Casteggio si presenta al varo di Oltrevini, giunta alla sua 34a edizione. La precedente Amministrazione, con il Sindaco Lorenzo Callegari, che da anni aveva puntato a far nascere un Ente Fiera efficace e propositivo, a metà di Aprile ha costituito insieme con Banca Popolare di Milano e Pavia Idee l¹Associazione Oltreventi, con sede nei locali del Comune, che ha lo scopo di promuovere il territorio di Casteggio e dell¹Oltrepo Pavese, sia a livello delle sue caratteristiche produzioni, in particolare agricole ed enogastronomiche, sia a livello paesaggistico, artistico e culturale e quindi del turismo. Tra le attività della neonata associazione, un ruolo fondamentale è giocato dallo sviluppo delle manifestazioni fieristiche ed espositive, che si terranno principalmente, come da tradizione ultratrentennale, nell¹area fieristica di Via Truffi e nella settecentesca Certosa Cantù, che ospiterà anche convegni e seminari. L¹ingresso quali soci fondatori della Banca Popolare di Milano, che va a sottolineare l¹interesse dell¹Istituto per il territorio Oltrepadano e per la sua imprenditoria agroalimentare ed enologica, e quello di Pavia Idee, con una lunga, vasta esperienza in organizzazione e allestimenti fieristici, garantiscono a Oltreventi la giusta dose di concretezza e dinamismo. A rappresentarli nel Consiglio di Amministrazione, Ernesto Tansini, Vicedirettore Bpm e Piero Raggio di Pavia Idee siedono insieme a Gianni Saporiti, il Presidente nominato dal Sindaco di Casteggio, e a Rachele Brandolini, nominata dall’Amministrazione del Comune. Con questo nuovo volto Casteggio riprende la sua storica posizione di capitale dell¹Oltrepo Pavese e guarda oltre i propri confini, così che, per inaugurare questo nuovo ciclo, a testimoniare ancora una volta i suoi valori di fratellanza e solidarietà - proprio a Oltrevini 2003 è stato proposto il primo corso per Ipo e Non vedenti ³Ascolta il Vino²- lancia la prima edizione del Premio Antonio Amato, il cuoco tragicamente scomparso ad Al Khobar, cui partecipano i cuochi del Gvci, Gruppo Virtuale Cuochi Italiani, costituito da più di 300 cuochi italiani che lavorano all¹estero, nei 5 Continenti. Grazie a una forte spinta emozionale e alla volontà di non dimenticare, dedicando ad Antonio Amato un omaggio permanente, su iniziativa dell¹Agenzia di Orietta Colacicco, che da anni segue la comunicazione del Comune, il Premio, che ha l¹obiettivo di divenire un appuntamento ripetuto negli anni, ha incontrato in tempi strettissimi il favore e l¹entusiasmo del Gvci, il Gruppo Virtuale, cui Antonio Amato apparteneva, per primo Mario Musoni del Ristorante ³Al Pino² di Montescano, Vicepresidente e fra i fondatori nel 2001, e del Presidente Mario Caramella, executive chef dell¹ Hyatt Regency Hua Hin in Tailandia. In grande velocità, quindi, forti dell¹immediatezza di intercomunicazione del Gruppo attraverso il forum su Internet, tutti i componenti del Gruppo che, quali ambasciatori dei prodotti italiani, operano dagli Stati Uniti, al Canada, dall¹Europa a Shanghai, e a tutto l¹Oriente, da Mosca e San Pietroburgo, a Lisbona, ma anche in Brasile, in Messico e persino a Cuba, Bora Bora, alle Maldive e in Alaska, sono stati invitati ad inviare ricette della cucina italiana, della propria regione di origine, in abbinamento ai vini dell¹Oltrepo. Questi, su indicazione di Carlo Alberto Panont, Direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepo Pavese, sono: Oltrepo Metodo Classico, Oltrepo Metodo Classico Rosè, Bonarda vivace, Rosso Oltrepo base classica (Barbera, Croatina); Rosso Oltrepo Pinot nero in purezza, Oltrepo Riesling, Sangue di Giuda. Le schede di tali vini sono state predisposte da Giuseppe Vaccarini, Presidente di Asi (Association de la Sommellerie Internationale); che è anche a disposizione dei partecipanti per guidarli negli abbinamenti. Grazie allo stesso spirito di solidarietà, è stata formata la Giuria, presieduta da Gualtiero Marchesi e composta da Alma, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana, di cui Marchesi è rettore, Euro-toques, di cui Marchesi è Presidente e Fondatore, la Scuola di Cucina Alto Palato con Tony Sarcina, Vinarius, il più prestigioso gruppo di enoteche in Italia, di nuovo Giuseppe Vaccarini con Asi, Onav, con il Presidente Bruno Rivella, , Iper, Piero Gonnelli, il Frantoiano di più antica storia d¹Italia, Solidus (Associazione che raggruppa i professionisti dell¹ospitalità) con il Presidente Franco Alzetta, Ada (Associazione Direttori d¹Albergo); Aibes, Iba, (Associazioni Barmen italiana e Internazionale) con il Presidente Umberto Caselli, Apes (Associazione Internazionale Pizzaioli) con il Presidente Antonio Primiceri, il gotha dei Ristoranti dell¹Oltrepo: Corte dell¹Oca, Selvatico, Ca¹ Vegia by Musoni e molti altri, che stanno aderendo. La Giuria, votando virtualmente, attribuirà fra i 20 finalisti selezionati 5 Nomination e successivamente a Casteggio il 1° Settembre degusterà le ricette preparate dai 5 cuochi, designando il vincitore del Premio. Per la preparazione di quelle che si annunciano prelibatezze, Gonnelli 1585 metterà a disposizione due oli di altissima qualità del Frantoio di Santa Tea in Reggello: il Dolce Delicato e il Cultivar Frantoio (il monocultivar riconosciuto eccellente dalla Guida Olio e Oli in Toscana). Nella stessa sera Ivan Musoni della Ca¹vegia, che fungerà da coordinatore di gara, reinterpreterà le stesse ricette per il pubblico del ristorante di Oltrevini, che potrà quindi, assaporandole, essere partecipe di questo grande evento. Visti i lunghi viaggi, i cuochi saranno ospitati per una settimana dalle Terme a Salice, dove riposare, ritemprarsi e coccolarsi con cure da scegliere fra la settimana bellezza uomo, l¹antistress e la tonificante. In un contesto così alto, Oltrevini, dal 31 Agosto al 5 Settembre, cresce, pur rimanendo un grande evento gioioso, con 150 espositori di Vini e prodotti tipici dell¹Oltrepo, con grande spazio a formaggi, salumi, miele e dolciumi, ricco di degustazioni a cura di Onav e Ais, gare e spettacoli ogni sera e la Premiazione dei vincitori del Concorso Enologico Talento d¹Oro. Per questa edizione l¹appuntamento è ancor più goloso, perchè al Ristorante di Oltrevini il pubblico potrà provare i menu dei migliori ristoranti della zona: il 31 Agosto la Corte dell¹Oca di Mortara, il 2 Settembre il Selvatico di Rivanazzano, il 3 settembre Bardelli di Pavia. Il 1° Settembre sarà in scena la Ca¹vegia by Musoni di Salice con le ricette dei finalisti del Premio Antonio Amato. Gli orari vanno dalle 19,30 alle 24 dal martedì al venerdì e dalle 9,30 alle 24 il sabato 4 e la domenica 5; l¹ingresso all¹area esterna gastronomica e di intrattenimento è libero, mentre per accedere all¹area vini e degustazioni il biglietto costa 7 Euro. Infolik: www.Oltreventi.org e www.Oltrevini.it |
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OLTREVENTI PRESENTA OLTREVINI - CASTEGGIO E LANCIA IL PREMIO ANTONIO AMATO, IL CUOCO TRAGICAMENTE SCOMPARSO AD AL KHOBAR
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Con un assetto nuovo molto forte e con spirito imprenditoriale il Comune di Casteggio si presenta al varo di Oltrevini, giunta alla sua 34a edizione. La precedente Amministrazione, con il Sindaco Lorenzo Callegari, che da anni aveva puntato a far nascere un Ente Fiera efficace e propositivo, a metà di Aprile ha costituito insieme con Banca Popolare di Milano e Pavia Idee l¹Associazione Oltreventi, con sede nei locali del Comune, che ha lo scopo di promuovere il territorio di Casteggio e dell¹Oltrepo Pavese, sia a livello delle sue caratteristiche produzioni, in particolare agricole ed enogastronomiche, sia a livello paesaggistico, artistico e culturale e quindi del turismo. Tra le attività della neonata associazione, un ruolo fondamentale è giocato dallo sviluppo delle manifestazioni fieristiche ed espositive, che si terranno principalmente, come da tradizione ultratrentennale, nell¹area fieristica di Via Truffi e nella settecentesca Certosa Cantù, che ospiterà anche convegni e seminari. L¹ingresso quali soci fondatori della Banca Popolare di Milano, che va a sottolineare l¹interesse dell¹Istituto per il territorio Oltrepadano e per la sua imprenditoria agroalimentare ed enologica, e quello di Pavia Idee, con una lunga, vasta esperienza in organizzazione e allestimenti fieristici, garantiscono a Oltreventi la giusta dose di concretezza e dinamismo. A rappresentarli nel Consiglio di Amministrazione, Ernesto Tansini, Vicedirettore Bpm e Piero Raggio di Pavia Idee siedono insieme a Gianni Saporiti, il Presidente nominato dal Sindaco di Casteggio, e a Rachele Brandolini, nominata dall’Amministrazione del Comune. Con questo nuovo volto Casteggio riprende la sua storica posizione di capitale dell¹Oltrepo Pavese e guarda oltre i propri confini, così che, per inaugurare questo nuovo ciclo, a testimoniare ancora una volta i suoi valori di fratellanza e solidarietà - proprio a Oltrevini 2003 è stato proposto il primo corso per Ipo e Non vedenti ³Ascolta il Vino²- lancia la prima edizione del Premio Antonio Amato, il cuoco tragicamente scomparso ad Al Khobar, cui partecipano i cuochi del Gvci, Gruppo Virtuale Cuochi Italiani, costituito da più di 300 cuochi italiani che lavorano all¹estero, nei 5 Continenti. Grazie a una forte spinta emozionale e alla volontà di non dimenticare, dedicando ad Antonio Amato un omaggio permanente, su iniziativa dell¹Agenzia di Orietta Colacicco, che da anni segue la comunicazione del Comune, il Premio, che ha l¹obiettivo di divenire un appuntamento ripetuto negli anni, ha incontrato in tempi strettissimi il favore e l¹entusiasmo del Gvci, il Gruppo Virtuale, cui Antonio Amato apparteneva, per primo Mario Musoni del Ristorante ³Al Pino² di Montescano, Vicepresidente e fra i fondatori nel 2001, e del Presidente Mario Caramella, executive chef dell¹ Hyatt Regency Hua Hin in Tailandia. In grande velocità, quindi, forti dell¹immediatezza di intercomunicazione del Gruppo attraverso il forum su Internet, tutti i componenti del Gruppo che, quali ambasciatori dei prodotti italiani, operano dagli Stati Uniti, al Canada, dall¹Europa a Shanghai, e a tutto l¹Oriente, da Mosca e San Pietroburgo, a Lisbona, ma anche in Brasile, in Messico e persino a Cuba, Bora Bora, alle Maldive e in Alaska, sono stati invitati ad inviare ricette della cucina italiana, della propria regione di origine, in abbinamento ai vini dell¹Oltrepo. Questi, su indicazione di Carlo Alberto Panont, Direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepo Pavese, sono: Oltrepo Metodo Classico, Oltrepo Metodo Classico Rosè, Bonarda vivace, Rosso Oltrepo base classica (Barbera, Croatina); Rosso Oltrepo Pinot nero in purezza, Oltrepo Riesling, Sangue di Giuda. Le schede di tali vini sono state predisposte da Giuseppe Vaccarini, Presidente di Asi (Association de la Sommellerie Internationale); che è anche a disposizione dei partecipanti per guidarli negli abbinamenti. Grazie allo stesso spirito di solidarietà, è stata formata la Giuria, presieduta da Gualtiero Marchesi e composta da Alma, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana, di cui Marchesi è rettore, Euro-toques, di cui Marchesi è Presidente e Fondatore, la Scuola di Cucina Alto Palato con Tony Sarcina, Vinarius, il più prestigioso gruppo di enoteche in Italia, di nuovo Giuseppe Vaccarini con Asi, Onav, con il Presidente Bruno Rivella, , Iper, Piero Gonnelli, il Frantoiano di più antica storia d¹Italia, Solidus (Associazione che raggruppa i professionisti dell¹ospitalità) con il Presidente Franco Alzetta, Ada (Associazione Direttori d¹Albergo); Aibes, Iba, (Associazioni Barmen italiana e Internazionale) con il Presidente Umberto Caselli, Apes (Associazione Internazionale Pizzaioli) con il Presidente Antonio Primiceri, il gotha dei Ristoranti dell¹Oltrepo: Corte dell¹Oca, Selvatico, Ca¹ Vegia by Musoni e molti altri, che stanno aderendo. La Giuria, votando virtualmente, attribuirà fra i 20 finalisti selezionati 5 Nomination e successivamente a Casteggio il 1° Settembre degusterà le ricette preparate dai 5 cuochi, designando il vincitore del Premio. Per la preparazione di quelle che si annunciano prelibatezze, Gonnelli 1585 metterà a disposizione due oli di altissima qualità del Frantoio di Santa Tea in Reggello: il Dolce Delicato e il Cultivar Frantoio (il monocultivar riconosciuto eccellente dalla Guida Olio e Oli in Toscana). Nella stessa sera Ivan Musoni della Ca¹vegia, che fungerà da coordinatore di gara, reinterpreterà le stesse ricette per il pubblico del ristorante di Oltrevini, che potrà quindi, assaporandole, essere partecipe di questo grande evento. Visti i lunghi viaggi, i cuochi saranno ospitati per una settimana dalle Terme a Salice, dove riposare, ritemprarsi e coccolarsi con cure da scegliere fra la settimana bellezza uomo, l¹antistress e la tonificante. In un contesto così alto, Oltrevini, dal 31 Agosto al 5 Settembre, cresce, pur rimanendo un grande evento gioioso, con 150 espositori di Vini e prodotti tipici dell¹Oltrepo, con grande spazio a formaggi, salumi, miele e dolciumi, ricco di degustazioni a cura di Onav e Ais, gare e spettacoli ogni sera e la Premiazione dei vincitori del Concorso Enologico Talento d¹Oro. Per questa edizione l¹appuntamento è ancor più goloso, perchè al Ristorante di Oltrevini il pubblico potrà provare i menu dei migliori ristoranti della zona: il 31 Agosto la Corte dell¹Oca di Mortara, il 2 Settembre il Selvatico di Rivanazzano, il 3 settembre Bardelli di Pavia. Il 1° Settembre sarà in scena la Ca¹vegia by Musoni di Salice con le ricette dei finalisti del Premio Antonio Amato. Gli orari vanno dalle 19,30 alle 24 dal martedì al venerdì e dalle 9,30 alle 24 il sabato 4 e la domenica 5; l¹ingresso all¹area esterna gastronomica e di intrattenimento è libero, mentre per accedere all¹area vini e degustazioni il biglietto costa 7 Euro. Infolik: www.Oltreventi.org e www.Oltrevini.it |
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OLTREVENTI PRESENTA OLTREVINI - CASTEGGIO E LANCIA IL PREMIO ANTONIO AMATO, IL CUOCO TRAGICAMENTE SCOMPARSO AD AL KHOBAR
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Con un assetto nuovo molto forte e con spirito imprenditoriale il Comune di Casteggio si presenta al varo di Oltrevini, giunta alla sua 34a edizione. La precedente Amministrazione, con il Sindaco Lorenzo Callegari, che da anni aveva puntato a far nascere un Ente Fiera efficace e propositivo, a metà di Aprile ha costituito insieme con Banca Popolare di Milano e Pavia Idee l¹Associazione Oltreventi, con sede nei locali del Comune, che ha lo scopo di promuovere il territorio di Casteggio e dell¹Oltrepo Pavese, sia a livello delle sue caratteristiche produzioni, in particolare agricole ed enogastronomiche, sia a livello paesaggistico, artistico e culturale e quindi del turismo. Tra le attività della neonata associazione, un ruolo fondamentale è giocato dallo sviluppo delle manifestazioni fieristiche ed espositive, che si terranno principalmente, come da tradizione ultratrentennale, nell¹area fieristica di Via Truffi e nella settecentesca Certosa Cantù, che ospiterà anche convegni e seminari. L¹ingresso quali soci fondatori della Banca Popolare di Milano, che va a sottolineare l¹interesse dell¹Istituto per il territorio Oltrepadano e per la sua imprenditoria agroalimentare ed enologica, e quello di Pavia Idee, con una lunga, vasta esperienza in organizzazione e allestimenti fieristici, garantiscono a Oltreventi la giusta dose di concretezza e dinamismo. A rappresentarli nel Consiglio di Amministrazione, Ernesto Tansini, Vicedirettore Bpm e Piero Raggio di Pavia Idee siedono insieme a Gianni Saporiti, il Presidente nominato dal Sindaco di Casteggio, e a Rachele Brandolini, nominata dall’Amministrazione del Comune. Con questo nuovo volto Casteggio riprende la sua storica posizione di capitale dell¹Oltrepo Pavese e guarda oltre i propri confini, così che, per inaugurare questo nuovo ciclo, a testimoniare ancora una volta i suoi valori di fratellanza e solidarietà - proprio a Oltrevini 2003 è stato proposto il primo corso per Ipo e Non vedenti ³Ascolta il Vino²- lancia la prima edizione del Premio Antonio Amato, il cuoco tragicamente scomparso ad Al Khobar, cui partecipano i cuochi del Gvci, Gruppo Virtuale Cuochi Italiani, costituito da più di 300 cuochi italiani che lavorano all¹estero, nei 5 Continenti. Grazie a una forte spinta emozionale e alla volontà di non dimenticare, dedicando ad Antonio Amato un omaggio permanente, su iniziativa dell¹Agenzia di Orietta Colacicco, che da anni segue la comunicazione del Comune, il Premio, che ha l¹obiettivo di divenire un appuntamento ripetuto negli anni, ha incontrato in tempi strettissimi il favore e l¹entusiasmo del Gvci, il Gruppo Virtuale, cui Antonio Amato apparteneva, per primo Mario Musoni del Ristorante ³Al Pino² di Montescano, Vicepresidente e fra i fondatori nel 2001, e del Presidente Mario Caramella, executive chef dell¹ Hyatt Regency Hua Hin in Tailandia. In grande velocità, quindi, forti dell¹immediatezza di intercomunicazione del Gruppo attraverso il forum su Internet, tutti i componenti del Gruppo che, quali ambasciatori dei prodotti italiani, operano dagli Stati Uniti, al Canada, dall¹Europa a Shanghai, e a tutto l¹Oriente, da Mosca e San Pietroburgo, a Lisbona, ma anche in Brasile, in Messico e persino a Cuba, Bora Bora, alle Maldive e in Alaska, sono stati invitati ad inviare ricette della cucina italiana, della propria regione di origine, in abbinamento ai vini dell¹Oltrepo. Questi, su indicazione di Carlo Alberto Panont, Direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepo Pavese, sono: Oltrepo Metodo Classico, Oltrepo Metodo Classico Rosè, Bonarda vivace, Rosso Oltrepo base classica (Barbera, Croatina); Rosso Oltrepo Pinot nero in purezza, Oltrepo Riesling, Sangue di Giuda. Le schede di tali vini sono state predisposte da Giuseppe Vaccarini, Presidente di Asi (Association de la Sommellerie Internationale); che è anche a disposizione dei partecipanti per guidarli negli abbinamenti. Grazie allo stesso spirito di solidarietà, è stata formata la Giuria, presieduta da Gualtiero Marchesi e composta da Alma, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana, di cui Marchesi è rettore, Euro-toques, di cui Marchesi è Presidente e Fondatore, la Scuola di Cucina Alto Palato con Tony Sarcina, Vinarius, il più prestigioso gruppo di enoteche in Italia, di nuovo Giuseppe Vaccarini con Asi, Onav, con il Presidente Bruno Rivella, , Iper, Piero Gonnelli, il Frantoiano di più antica storia d¹Italia, Solidus (Associazione che raggruppa i professionisti dell¹ospitalità) con il Presidente Franco Alzetta, Ada (Associazione Direttori d¹Albergo); Aibes, Iba, (Associazioni Barmen italiana e Internazionale) con il Presidente Umberto Caselli, Apes (Associazione Internazionale Pizzaioli) con il Presidente Antonio Primiceri, il gotha dei Ristoranti dell¹Oltrepo: Corte dell¹Oca, Selvatico, Ca¹ Vegia by Musoni e molti altri, che stanno aderendo. La Giuria, votando virtualmente, attribuirà fra i 20 finalisti selezionati 5 Nomination e successivamente a Casteggio il 1° Settembre degusterà le ricette preparate dai 5 cuochi, designando il vincitore del Premio. Per la preparazione di quelle che si annunciano prelibatezze, Gonnelli 1585 metterà a disposizione due oli di altissima qualità del Frantoio di Santa Tea in Reggello: il Dolce Delicato e il Cultivar Frantoio (il monocultivar riconosciuto eccellente dalla Guida Olio e Oli in Toscana). Nella stessa sera Ivan Musoni della Ca¹vegia, che fungerà da coordinatore di gara, reinterpreterà le stesse ricette per il pubblico del ristorante di Oltrevini, che potrà quindi, assaporandole, essere partecipe di questo grande evento. Visti i lunghi viaggi, i cuochi saranno ospitati per una settimana dalle Terme a Salice, dove riposare, ritemprarsi e coccolarsi con cure da scegliere fra la settimana bellezza uomo, l¹antistress e la tonificante. In un contesto così alto, Oltrevini, dal 31 Agosto al 5 Settembre, cresce, pur rimanendo un grande evento gioioso, con 150 espositori di Vini e prodotti tipici dell¹Oltrepo, con grande spazio a formaggi, salumi, miele e dolciumi, ricco di degustazioni a cura di Onav e Ais, gare e spettacoli ogni sera e la Premiazione dei vincitori del Concorso Enologico Talento d¹Oro. Per questa edizione l¹appuntamento è ancor più goloso, perchè al Ristorante di Oltrevini il pubblico potrà provare i menu dei migliori ristoranti della zona: il 31 Agosto la Corte dell¹Oca di Mortara, il 2 Settembre il Selvatico di Rivanazzano, il 3 settembre Bardelli di Pavia. Il 1° Settembre sarà in scena la Ca¹vegia by Musoni di Salice con le ricette dei finalisti del Premio Antonio Amato. Gli orari vanno dalle 19,30 alle 24 dal martedì al venerdì e dalle 9,30 alle 24 il sabato 4 e la domenica 5; l¹ingresso all¹area esterna gastronomica e di intrattenimento è libero, mentre per accedere all¹area vini e degustazioni il biglietto costa 7 Euro. Infolik: www.Oltreventi.org e www.Oltrevini.it |
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Tra le attività della neonata associazione, un ruolo fondamentale è giocato dallo sviluppo delle manifestazioni fieristiche ed espositive, che si terranno principalmente, come da tradizione ultratrentennale, nell¹area fieristica di Via Truffi e nella settecentesca Certosa Cantù, che ospiterà anche convegni e seminari. L¹ingresso quali soci fondatori della Banca Popolare di Milano, che va a sottolineare l¹interesse dell¹Istituto per il territorio Oltrepadano e per la sua imprenditoria agroalimentare ed enologica, e quello di Pavia Idee, con una lunga, vasta esperienza in organizzazione e allestimenti fieristici, garantiscono a Oltreventi la giusta dose di concretezza e dinamismo. A rappresentarli nel Consiglio di Amministrazione, Ernesto Tansini, Vicedirettore Bpm e Piero Raggio di Pavia Idee siedono insieme a Gianni Saporiti, il Presidente nominato dal Sindaco di Casteggio, e a Rachele Brandolini, nominata dall’Amministrazione del Comune. Con questo nuovo volto Casteggio riprende la sua storica posizione di capitale dell¹Oltrepo Pavese e guarda oltre i propri confini, così che, per inaugurare questo nuovo ciclo, a testimoniare ancora una volta i suoi valori di fratellanza e solidarietà - proprio a Oltrevini 2003 è stato proposto il primo corso per Ipo e Non vedenti ³Ascolta il Vino²- lancia la prima edizione del Premio Antonio Amato, il cuoco tragicamente scomparso ad Al Khobar, cui partecipano i cuochi del Gvci, Gruppo Virtuale Cuochi Italiani, costituito da più di 300 cuochi italiani che lavorano all¹estero, nei 5 Continenti. Grazie a una forte spinta emozionale e alla volontà di non dimenticare, dedicando ad Antonio Amato un omaggio permanente, su iniziativa dell¹Agenzia di Orietta Colacicco, che da anni segue la comunicazione del Comune, il Premio, che ha l¹obiettivo di divenire un appuntamento ripetuto negli anni, ha incontrato in tempi strettissimi il favore e l¹entusiasmo del Gvci, il Gruppo Virtuale, cui Antonio Amato apparteneva, per primo Mario Musoni del Ristorante ³Al Pino² di Montescano, Vicepresidente e fra i fondatori nel 2001, e del Presidente Mario Caramella, executive chef dell¹ Hyatt Regency Hua Hin in Tailandia. In grande velocità, quindi, forti dell¹immediatezza di intercomunicazione del Gruppo attraverso il forum su Internet, tutti i componenti del Gruppo che, quali ambasciatori dei prodotti italiani, operano dagli Stati Uniti, al Canada, dall¹Europa a Shanghai, e a tutto l¹Oriente, da Mosca e San Pietroburgo, a Lisbona, ma anche in Brasile, in Messico e persino a Cuba, Bora Bora, alle Maldive e in Alaska, sono stati invitati ad inviare ricette della cucina italiana, della propria regione di origine, in abbinamento ai vini dell¹Oltrepo. Questi, su indicazione di Carlo Alberto Panont, Direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepo Pavese, sono: Oltrepo Metodo Classico, Oltrepo Metodo Classico Rosè, Bonarda vivace, Rosso Oltrepo base classica (Barbera, Croatina); Rosso Oltrepo Pinot nero in purezza, Oltrepo Riesling, Sangue di Giuda. Le schede di tali vini sono state predisposte da Giuseppe Vaccarini, Presidente di Asi (Association de la Sommellerie Internationale); che è anche a disposizione dei partecipanti per guidarli negli abbinamenti. Grazie allo stesso spirito di solidarietà, è stata formata la Giuria, presieduta da Gualtiero Marchesi e composta da Alma, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana, di cui Marchesi è rettore, Euro-toques, di cui Marchesi è Presidente e Fondatore, la Scuola di Cucina Alto Palato con Tony Sarcina, Vinarius, il più prestigioso gruppo di enoteche in Italia, di nuovo Giuseppe Vaccarini con Asi, Onav, con il Presidente Bruno Rivella, , Iper, Piero Gonnelli, il Frantoiano di più antica storia d¹Italia, Solidus (Associazione che raggruppa i professionisti dell¹ospitalità) con il Presidente Franco Alzetta, Ada (Associazione Direttori d¹Albergo); Aibes, Iba, (Associazioni Barmen italiana e Internazionale) con il Presidente Umberto Caselli, Apes (Associazione Internazionale Pizzaioli) con il Presidente Antonio Primiceri, il gotha dei Ristoranti dell¹Oltrepo: Corte dell¹Oca, Selvatico, Ca¹ Vegia by Musoni e molti altri, che stanno aderendo. La Giuria, votando virtualmente, attribuirà fra i 20 finalisti selezionati 5 Nomination e successivamente a Casteggio il 1° Settembre degusterà le ricette preparate dai 5 cuochi, designando il vincitore del Premio. Per la preparazione di quelle che si annunciano prelibatezze, Gonnelli 1585 metterà a disposizione due oli di altissima qualità del Frantoio di Santa Tea in Reggello: il Dolce Delicato e il Cultivar Frantoio (il monocultivar riconosciuto eccellente dalla Guida Olio e Oli in Toscana). Nella stessa sera Ivan Musoni della Ca¹vegia, che fungerà da coordinatore di gara, reinterpreterà le stesse ricette per il pubblico del ristorante di Oltrevini, che potrà quindi, assaporandole, essere partecipe di questo grande evento. Visti i lunghi viaggi, i cuochi saranno ospitati per una settimana dalle Terme a Salice, dove riposare, ritemprarsi e coccolarsi con cure da scegliere fra la settimana bellezza uomo, l¹antistress e la tonificante. In un contesto così alto, Oltrevini, dal 31 Agosto al 5 Settembre, cresce, pur rimanendo un grande evento gioioso, con 150 espositori di Vini e prodotti tipici dell¹Oltrepo, con grande spazio a formaggi, salumi, miele e dolciumi, ricco di degustazioni a cura di Onav e Ais, gare e spettacoli ogni sera e la Premiazione dei vincitori del Concorso Enologico Talento d¹Oro. Per questa edizione l¹appuntamento è ancor più goloso, perchè al Ristorante di Oltrevini il pubblico potrà provare i menu dei migliori ristoranti della zona: il 31 Agosto la Corte dell¹Oca di Mortara, il 2 Settembre il Selvatico di Rivanazzano, il 3 settembre Bardelli di Pavia. Il 1° Settembre sarà in scena la Ca¹vegia by Musoni di Salice con le ricette dei finalisti del Premio Antonio Amato. Gli orari vanno dalle 19,30 alle 24 dal martedì al venerdì e dalle 9,30 alle 24 il sabato 4 e la domenica 5; l¹ingresso all¹area esterna gastronomica e di intrattenimento è libero, mentre per accedere all¹area vini e degustazioni il biglietto costa 7 Euro. Infolik: www.Oltreventi.org e www.Oltrevini.it |
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Questa estate in 2000 bar illy selezionati su tutto il territorio nazionale sarà possibile scoprire il fresco piacere e il gusto unico di ‘iIly freddo’— il freddo espresso. ‘illy freddo’ rappresenta una valida alternativa per tutti coloro che non vogliono rinunciare al piacere di un caffè espresso preparato a regola d’arte da gustare anche durante il caldo periodo estivo. Per l’espresso e il cappuccino freddo illy ha messo a punto per i propri clienti una ricetta che ha rigorosamente alla base il caffè espresso preparato al momento. ‘illy freddo’ conserva così gli aromi di miele, caramello e biscotto che caratterizzano la miscela illy. La proposta ‘illy freddo’ nasce dall’esperienza dell’azienda maturata accanto ai propri clienti —più di 40.000 nel mondo — insieme alle conoscenze acquisite con lo sviluppo del progetto dell’Università del Caffè. Oltre che nel gusto illy freddo si distingue alla vista grazie al nuovo bicchiere in cristallo disegnato dall’architetto Matteo Thun nella versione da 150 cl. Per l’espresso e 250 cl. Per il cappuccino. “L’idea alla base del progetto — afferma Matteo Thun - era di mantenere l’archetipo del tradizionale bicchiere in cui viene servito il caffé freddo aggiungendo innovazione e un forte impatto visivo, così da creare un alto grado di riconoscibilità per il consumatore. Ingrandire e riempire il gambo, facendolo diventare esso stesso contenitore, ci dà come risultato un calice privo di base e dalla forma nuova Le proporzioni formali e le dimensioni sono state concepite in modo da abbassare al massimo il centro di gravità del bicchiere e dare stabilità all’oggetto”. Caratteristica principale del bicchiere è lo spessore del cristallo che consente di creare un ‘effetto ghiaccio’ e di mantenere più a lungo la freschezza del contenuto. Con il bicchiere ‘illy freddo’ prosegue la collaborazione tra l’azienda e l’architetto Matteo Thun nata nel 1992 dal disegno della tazzina bianca illy — concepita come contenitore perfetto per l’espresso — che ha portato successivamente alla nascita di Miss illy — la illy collection con il brillantino — sino alla realizzazione di illy nude, la tazzina in cristallo. |
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ILLY FREDDO, IL FREDDO ESPRESSO NEL BICCHIERE PERFETTO |
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Questa estate in 2000 bar illy selezionati su tutto il territorio nazionale sarà possibile scoprire il fresco piacere e il gusto unico di ‘iIly freddo’— il freddo espresso. ‘illy freddo’ rappresenta una valida alternativa per tutti coloro che non vogliono rinunciare al piacere di un caffè espresso preparato a regola d’arte da gustare anche durante il caldo periodo estivo. Per l’espresso e il cappuccino freddo illy ha messo a punto per i propri clienti una ricetta che ha rigorosamente alla base il caffè espresso preparato al momento. ‘illy freddo’ conserva così gli aromi di miele, caramello e biscotto che caratterizzano la miscela illy. La proposta ‘illy freddo’ nasce dall’esperienza dell’azienda maturata accanto ai propri clienti —più di 40.000 nel mondo — insieme alle conoscenze acquisite con lo sviluppo del progetto dell’Università del Caffè. Oltre che nel gusto illy freddo si distingue alla vista grazie al nuovo bicchiere in cristallo disegnato dall’architetto Matteo Thun nella versione da 150 cl. Per l’espresso e 250 cl. Per il cappuccino. “L’idea alla base del progetto — afferma Matteo Thun - era di mantenere l’archetipo del tradizionale bicchiere in cui viene servito il caffé freddo aggiungendo innovazione e un forte impatto visivo, così da creare un alto grado di riconoscibilità per il consumatore. Ingrandire e riempire il gambo, facendolo diventare esso stesso contenitore, ci dà come risultato un calice privo di base e dalla forma nuova Le proporzioni formali e le dimensioni sono state concepite in modo da abbassare al massimo il centro di gravità del bicchiere e dare stabilità all’oggetto”. Caratteristica principale del bicchiere è lo spessore del cristallo che consente di creare un ‘effetto ghiaccio’ e di mantenere più a lungo la freschezza del contenuto. Con il bicchiere ‘illy freddo’ prosegue la collaborazione tra l’azienda e l’architetto Matteo Thun nata nel 1992 dal disegno della tazzina bianca illy — concepita come contenitore perfetto per l’espresso — che ha portato successivamente alla nascita di Miss illy — la illy collection con il brillantino — sino alla realizzazione di illy nude, la tazzina in cristallo. |
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ILLY FREDDO, IL FREDDO ESPRESSO NEL BICCHIERE PERFETTO |
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Questa estate in 2000 bar illy selezionati su tutto il territorio nazionale sarà possibile scoprire il fresco piacere e il gusto unico di ‘iIly freddo’— il freddo espresso. ‘illy freddo’ rappresenta una valida alternativa per tutti coloro che non vogliono rinunciare al piacere di un caffè espresso preparato a regola d’arte da gustare anche durante il caldo periodo estivo. Per l’espresso e il cappuccino freddo illy ha messo a punto per i propri clienti una ricetta che ha rigorosamente alla base il caffè espresso preparato al momento. ‘illy freddo’ conserva così gli aromi di miele, caramello e biscotto che caratterizzano la miscela illy. La proposta ‘illy freddo’ nasce dall’esperienza dell’azienda maturata accanto ai propri clienti —più di 40.000 nel mondo — insieme alle conoscenze acquisite con lo sviluppo del progetto dell’Università del Caffè. Oltre che nel gusto illy freddo si distingue alla vista grazie al nuovo bicchiere in cristallo disegnato dall’architetto Matteo Thun nella versione da 150 cl. Per l’espresso e 250 cl. Per il cappuccino. “L’idea alla base del progetto — afferma Matteo Thun - era di mantenere l’archetipo del tradizionale bicchiere in cui viene servito il caffé freddo aggiungendo innovazione e un forte impatto visivo, così da creare un alto grado di riconoscibilità per il consumatore. Ingrandire e riempire il gambo, facendolo diventare esso stesso contenitore, ci dà come risultato un calice privo di base e dalla forma nuova Le proporzioni formali e le dimensioni sono state concepite in modo da abbassare al massimo il centro di gravità del bicchiere e dare stabilità all’oggetto”. Caratteristica principale del bicchiere è lo spessore del cristallo che consente di creare un ‘effetto ghiaccio’ e di mantenere più a lungo la freschezza del contenuto. Con il bicchiere ‘illy freddo’ prosegue la collaborazione tra l’azienda e l’architetto Matteo Thun nata nel 1992 dal disegno della tazzina bianca illy — concepita come contenitore perfetto per l’espresso — che ha portato successivamente alla nascita di Miss illy — la illy collection con il brillantino — sino alla realizzazione di illy nude, la tazzina in cristallo. |
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ILLY FREDDO, IL FREDDO ESPRESSO NEL BICCHIERE PERFETTO |
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Questa estate in 2000 bar illy selezionati su tutto il territorio nazionale sarà possibile scoprire il fresco piacere e il gusto unico di ‘iIly freddo’— il freddo espresso. ‘illy freddo’ rappresenta una valida alternativa per tutti coloro che non vogliono rinunciare al piacere di un caffè espresso preparato a regola d’arte da gustare anche durante il caldo periodo estivo. Per l’espresso e il cappuccino freddo illy ha messo a punto per i propri clienti una ricetta che ha rigorosamente alla base il caffè espresso preparato al momento. ‘illy freddo’ conserva così gli aromi di miele, caramello e biscotto che caratterizzano la miscela illy. La proposta ‘illy freddo’ nasce dall’esperienza dell’azienda maturata accanto ai propri clienti —più di 40.000 nel mondo — insieme alle conoscenze acquisite con lo sviluppo del progetto dell’Università del Caffè. Oltre che nel gusto illy freddo si distingue alla vista grazie al nuovo bicchiere in cristallo disegnato dall’architetto Matteo Thun nella versione da 150 cl. Per l’espresso e 250 cl. Per il cappuccino. “L’idea alla base del progetto — afferma Matteo Thun - era di mantenere l’archetipo del tradizionale bicchiere in cui viene servito il caffé freddo aggiungendo innovazione e un forte impatto visivo, così da creare un alto grado di riconoscibilità per il consumatore. Ingrandire e riempire il gambo, facendolo diventare esso stesso contenitore, ci dà come risultato un calice privo di base e dalla forma nuova Le proporzioni formali e le dimensioni sono state concepite in modo da abbassare al massimo il centro di gravità del bicchiere e dare stabilità all’oggetto”. Caratteristica principale del bicchiere è lo spessore del cristallo che consente di creare un ‘effetto ghiaccio’ e di mantenere più a lungo la freschezza del contenuto. Con il bicchiere ‘illy freddo’ prosegue la collaborazione tra l’azienda e l’architetto Matteo Thun nata nel 1992 dal disegno della tazzina bianca illy — concepita come contenitore perfetto per l’espresso — che ha portato successivamente alla nascita di Miss illy — la illy collection con il brillantino — sino alla realizzazione di illy nude, la tazzina in cristallo. |
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DALL'ATTENTO STUDIO DI ENOLOGI ESPERTI E DA TECNOLOGIE MODERNE I VINI DI GRANDE PERSONALITÀ DELL’AZIENDA AGRICOLA MADONNA ALTA DI MONTEFALCO |
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A Montefalco, vicino a Perugia, nell'Umbria più suggestiva e fertile, ha sede l'Azienda Agricola Madonna Alta, nome desunto dalla chiesa dedicata alla Madonna, "alta" in quanto locata fuori le mura in posizione dominante sulla vallata. E', questa, una realtà giovane che crea vini di grande personalità, espressione significativa della produzione locale, vini che nascono dall'attento studio di enologi esperti e da tecnologie moderne pur nel rispetto della tradizione. La proposta per l'estate di Madonna Alta è un Grechetto Colli Martani Doc. Questo Grechetto, in purezza, della vendemmia 2003, è un bianco asciutto, dal gusto preciso, dal colore giallo paglierino scarico con evoluzione nel tempo a riflessi oro e verdolino, piacevole al palato e dal profumo delicato che ben si accompagna ai primi piatti, al pesce, ai crostacei, ai formaggi freschi o di media stagionatura. E' il vino per tutte le stagioni ma che si apprezza appieno con il sole, con il caldo. E' il vino della vacanze, delle serate in terrazza, da gustare in compagnia. Info : www.Madonnalta.it tel. 0742 37 85 68 |
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DALL'ATTENTO STUDIO DI ENOLOGI ESPERTI E DA TECNOLOGIE MODERNE I VINI DI GRANDE PERSONALITÀ DELL’AZIENDA AGRICOLA MADONNA ALTA DI MONTEFALCO |
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A Montefalco, vicino a Perugia, nell'Umbria più suggestiva e fertile, ha sede l'Azienda Agricola Madonna Alta, nome desunto dalla chiesa dedicata alla Madonna, "alta" in quanto locata fuori le mura in posizione dominante sulla vallata. E', questa, una realtà giovane che crea vini di grande personalità, espressione significativa della produzione locale, vini che nascono dall'attento studio di enologi esperti e da tecnologie moderne pur nel rispetto della tradizione. La proposta per l'estate di Madonna Alta è un Grechetto Colli Martani Doc. Questo Grechetto, in purezza, della vendemmia 2003, è un bianco asciutto, dal gusto preciso, dal colore giallo paglierino scarico con evoluzione nel tempo a riflessi oro e verdolino, piacevole al palato e dal profumo delicato che ben si accompagna ai primi piatti, al pesce, ai crostacei, ai formaggi freschi o di media stagionatura. E' il vino per tutte le stagioni ma che si apprezza appieno con il sole, con il caldo. E' il vino della vacanze, delle serate in terrazza, da gustare in compagnia. Info : www.Madonnalta.it tel. 0742 37 85 68 |
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DALL'ATTENTO STUDIO DI ENOLOGI ESPERTI E DA TECNOLOGIE MODERNE I VINI DI GRANDE PERSONALITÀ DELL’AZIENDA AGRICOLA MADONNA ALTA DI MONTEFALCO |
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A Montefalco, vicino a Perugia, nell'Umbria più suggestiva e fertile, ha sede l'Azienda Agricola Madonna Alta, nome desunto dalla chiesa dedicata alla Madonna, "alta" in quanto locata fuori le mura in posizione dominante sulla vallata. E', questa, una realtà giovane che crea vini di grande personalità, espressione significativa della produzione locale, vini che nascono dall'attento studio di enologi esperti e da tecnologie moderne pur nel rispetto della tradizione. La proposta per l'estate di Madonna Alta è un Grechetto Colli Martani Doc. Questo Grechetto, in purezza, della vendemmia 2003, è un bianco asciutto, dal gusto preciso, dal colore giallo paglierino scarico con evoluzione nel tempo a riflessi oro e verdolino, piacevole al palato e dal profumo delicato che ben si accompagna ai primi piatti, al pesce, ai crostacei, ai formaggi freschi o di media stagionatura. E' il vino per tutte le stagioni ma che si apprezza appieno con il sole, con il caldo. E' il vino della vacanze, delle serate in terrazza, da gustare in compagnia. Info : www.Madonnalta.it tel. 0742 37 85 68 |
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A Montefalco, vicino a Perugia, nell'Umbria più suggestiva e fertile, ha sede l'Azienda Agricola Madonna Alta, nome desunto dalla chiesa dedicata alla Madonna, "alta" in quanto locata fuori le mura in posizione dominante sulla vallata. E', questa, una realtà giovane che crea vini di grande personalità, espressione significativa della produzione locale, vini che nascono dall'attento studio di enologi esperti e da tecnologie moderne pur nel rispetto della tradizione. La proposta per l'estate di Madonna Alta è un Grechetto Colli Martani Doc. Questo Grechetto, in purezza, della vendemmia 2003, è un bianco asciutto, dal gusto preciso, dal colore giallo paglierino scarico con evoluzione nel tempo a riflessi oro e verdolino, piacevole al palato e dal profumo delicato che ben si accompagna ai primi piatti, al pesce, ai crostacei, ai formaggi freschi o di media stagionatura. E' il vino per tutte le stagioni ma che si apprezza appieno con il sole, con il caldo. E' il vino della vacanze, delle serate in terrazza, da gustare in compagnia. Info : www.Madonnalta.it tel. 0742 37 85 68 |
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A Montefalco, vicino a Perugia, nell'Umbria più suggestiva e fertile, ha sede l'Azienda Agricola Madonna Alta, nome desunto dalla chiesa dedicata alla Madonna, "alta" in quanto locata fuori le mura in posizione dominante sulla vallata. E', questa, una realtà giovane che crea vini di grande personalità, espressione significativa della produzione locale, vini che nascono dall'attento studio di enologi esperti e da tecnologie moderne pur nel rispetto della tradizione. La proposta per l'estate di Madonna Alta è un Grechetto Colli Martani Doc. Questo Grechetto, in purezza, della vendemmia 2003, è un bianco asciutto, dal gusto preciso, dal colore giallo paglierino scarico con evoluzione nel tempo a riflessi oro e verdolino, piacevole al palato e dal profumo delicato che ben si accompagna ai primi piatti, al pesce, ai crostacei, ai formaggi freschi o di media stagionatura. E' il vino per tutte le stagioni ma che si apprezza appieno con il sole, con il caldo. E' il vino della vacanze, delle serate in terrazza, da gustare in compagnia. Info : www.Madonnalta.it tel. 0742 37 85 68 |
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DALL'ATTENTO STUDIO DI ENOLOGI ESPERTI E DA TECNOLOGIE MODERNE I VINI DI GRANDE PERSONALITÀ DELL’AZIENDA AGRICOLA MADONNA ALTA DI MONTEFALCO |
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A Montefalco, vicino a Perugia, nell'Umbria più suggestiva e fertile, ha sede l'Azienda Agricola Madonna Alta, nome desunto dalla chiesa dedicata alla Madonna, "alta" in quanto locata fuori le mura in posizione dominante sulla vallata. E', questa, una realtà giovane che crea vini di grande personalità, espressione significativa della produzione locale, vini che nascono dall'attento studio di enologi esperti e da tecnologie moderne pur nel rispetto della tradizione. La proposta per l'estate di Madonna Alta è un Grechetto Colli Martani Doc. Questo Grechetto, in purezza, della vendemmia 2003, è un bianco asciutto, dal gusto preciso, dal colore giallo paglierino scarico con evoluzione nel tempo a riflessi oro e verdolino, piacevole al palato e dal profumo delicato che ben si accompagna ai primi piatti, al pesce, ai crostacei, ai formaggi freschi o di media stagionatura. E' il vino per tutte le stagioni ma che si apprezza appieno con il sole, con il caldo. E' il vino della vacanze, delle serate in terrazza, da gustare in compagnia. Info : www.Madonnalta.it tel. 0742 37 85 68 |
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UNA SPLENDIDA GRIGLIATA ESTIVA CON GLI SPIEDINI DI CARNE CON PATATE DI 4 SALTI IN PADELLA FINDUS |
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Findus ha avuto una splendida idea: spiedini di carne, preparati con teneri bocconcini di tacchino, alternati a falde di peperoni e accompagnati da croccanti spicchi di patate. Un piatto gustoso, invitante e, particolare notevole, pronto in soli 8 minuti. Il nuovo piatto Findus è una novita’ assoluta per rendere piu’ gustoso il solito secondo. Gli spiedini di carne con patate rappresentano il più appetitoso tra i piatti tradizionali di carne alla griglia: teneri e gustosi spiedini rustici di tacchino, con pancetta, peperoni verdi, gialli e rossi. Un classico della cucina italiana accompagnato da un contorno di patate, il tutto insaporito da rosmarino, aglio, olio extravergine d’oliva e un pizzico di peperoncino. Un vero trionfo di sapori mediterranei. Gli Spiedini di carne con patate 4 Salti in Padella Findus sono un piatto completo preparato con materie prime di altissima qualità e carne di provenienza italiana. |
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UNA SPLENDIDA GRIGLIATA ESTIVA CON GLI SPIEDINI DI CARNE CON PATATE DI 4 SALTI IN PADELLA FINDUS |
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Findus ha avuto una splendida idea: spiedini di carne, preparati con teneri bocconcini di tacchino, alternati a falde di peperoni e accompagnati da croccanti spicchi di patate. Un piatto gustoso, invitante e, particolare notevole, pronto in soli 8 minuti. Il nuovo piatto Findus è una novita’ assoluta per rendere piu’ gustoso il solito secondo. Gli spiedini di carne con patate rappresentano il più appetitoso tra i piatti tradizionali di carne alla griglia: teneri e gustosi spiedini rustici di tacchino, con pancetta, peperoni verdi, gialli e rossi. Un classico della cucina italiana accompagnato da un contorno di patate, il tutto insaporito da rosmarino, aglio, olio extravergine d’oliva e un pizzico di peperoncino. Un vero trionfo di sapori mediterranei. Gli Spiedini di carne con patate 4 Salti in Padella Findus sono un piatto completo preparato con materie prime di altissima qualità e carne di provenienza italiana. |
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UNA SPLENDIDA GRIGLIATA ESTIVA CON GLI SPIEDINI DI CARNE CON PATATE DI 4 SALTI IN PADELLA FINDUS |
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Findus ha avuto una splendida idea: spiedini di carne, preparati con teneri bocconcini di tacchino, alternati a falde di peperoni e accompagnati da croccanti spicchi di patate. Un piatto gustoso, invitante e, particolare notevole, pronto in soli 8 minuti. Il nuovo piatto Findus è una novita’ assoluta per rendere piu’ gustoso il solito secondo. Gli spiedini di carne con patate rappresentano il più appetitoso tra i piatti tradizionali di carne alla griglia: teneri e gustosi spiedini rustici di tacchino, con pancetta, peperoni verdi, gialli e rossi. Un classico della cucina italiana accompagnato da un contorno di patate, il tutto insaporito da rosmarino, aglio, olio extravergine d’oliva e un pizzico di peperoncino. Un vero trionfo di sapori mediterranei. Gli Spiedini di carne con patate 4 Salti in Padella Findus sono un piatto completo preparato con materie prime di altissima qualità e carne di provenienza italiana. |
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UNA SPLENDIDA GRIGLIATA ESTIVA CON GLI SPIEDINI DI CARNE CON PATATE DI 4 SALTI IN PADELLA FINDUS |
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Findus ha avuto una splendida idea: spiedini di carne, preparati con teneri bocconcini di tacchino, alternati a falde di peperoni e accompagnati da croccanti spicchi di patate. Un piatto gustoso, invitante e, particolare notevole, pronto in soli 8 minuti. Il nuovo piatto Findus è una novita’ assoluta per rendere piu’ gustoso il solito secondo. Gli spiedini di carne con patate rappresentano il più appetitoso tra i piatti tradizionali di carne alla griglia: teneri e gustosi spiedini rustici di tacchino, con pancetta, peperoni verdi, gialli e rossi. Un classico della cucina italiana accompagnato da un contorno di patate, il tutto insaporito da rosmarino, aglio, olio extravergine d’oliva e un pizzico di peperoncino. Un vero trionfo di sapori mediterranei. Gli Spiedini di carne con patate 4 Salti in Padella Findus sono un piatto completo preparato con materie prime di altissima qualità e carne di provenienza italiana. |
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UNA SPLENDIDA GRIGLIATA ESTIVA CON GLI SPIEDINI DI CARNE CON PATATE DI 4 SALTI IN PADELLA FINDUS |
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Findus ha avuto una splendida idea: spiedini di carne, preparati con teneri bocconcini di tacchino, alternati a falde di peperoni e accompagnati da croccanti spicchi di patate. Un piatto gustoso, invitante e, particolare notevole, pronto in soli 8 minuti. Il nuovo piatto Findus è una novita’ assoluta per rendere piu’ gustoso il solito secondo. Gli spiedini di carne con patate rappresentano il più appetitoso tra i piatti tradizionali di carne alla griglia: teneri e gustosi spiedini rustici di tacchino, con pancetta, peperoni verdi, gialli e rossi. Un classico della cucina italiana accompagnato da un contorno di patate, il tutto insaporito da rosmarino, aglio, olio extravergine d’oliva e un pizzico di peperoncino. Un vero trionfo di sapori mediterranei. Gli Spiedini di carne con patate 4 Salti in Padella Findus sono un piatto completo preparato con materie prime di altissima qualità e carne di provenienza italiana. |
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Findus ha avuto una splendida idea: spiedini di carne, preparati con teneri bocconcini di tacchino, alternati a falde di peperoni e accompagnati da croccanti spicchi di patate. Un piatto gustoso, invitante e, particolare notevole, pronto in soli 8 minuti. Il nuovo piatto Findus è una novita’ assoluta per rendere piu’ gustoso il solito secondo. Gli spiedini di carne con patate rappresentano il più appetitoso tra i piatti tradizionali di carne alla griglia: teneri e gustosi spiedini rustici di tacchino, con pancetta, peperoni verdi, gialli e rossi. Un classico della cucina italiana accompagnato da un contorno di patate, il tutto insaporito da rosmarino, aglio, olio extravergine d’oliva e un pizzico di peperoncino. Un vero trionfo di sapori mediterranei. Gli Spiedini di carne con patate 4 Salti in Padella Findus sono un piatto completo preparato con materie prime di altissima qualità e carne di provenienza italiana. |
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NELLA LINEA ATHLETIC BODY DI FRAU ALTA ALIMENTAZIONE, OGGI C’E’ ANCHE FRAULASER, IL NUOVO INTEGRATORE ENERGETICO-SALINO CHE VINCE LA FATICA |
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La fatica è un meccanismo di difesa dell’organismo che costringe lo sportivo a fermarsi o, comunque, a ridurre l’intensità dello sforzo fisico. Di per sè, la fatica può essere considerata un fenomeno positivo in quanto ha il compito di evitare che l’organismo sottoposto a uno stress acuto di tipo biochimico, funzionale ed organico proprio di un esercizio fisico intenso e prolungato possa subire dei danni. Spesso, però, a causa di errori di comportamento (nell’alimentazione, nell’allenamento etc.); la fatica interviene più precocemente, impedendo così di utilizzare al meglio le risorse funzionali dell’organismo. Sono due le cause principali per cui può insorgere la fatica: l’esaurimento delle scorte di glicogeno muscolare e le perdite idrosaline causate dalla sudorazione. In tutte le attività sportive, il glicogeno muscolare svolge un ruolo fondamentale nella produzione di energia. Quando si verifica una riduzione delle scorte di glicogeno muscolare, vi è una minore disponibilità di carboidrati per i muscoli che lavorano. Inoltre, la diminuzione delle riserve di glicogeno nel fegato influenza la concentrazione di zucchero (glucosio) nel sangue, che scende sotto i valori normali (ipoglicemia). Ecco perché la somministrazione di carboidrati (zuccheri); contribuendo a mantenere inalterato la concentrazione di glucosio nel sangue, aumenta la resistenza allo sforzo fisico. L’altra possibile causa della fatica è rappresentata dalle perdite idrosaline. Durante l’attività fisica, si verifica un notevole incremento della produzione di calore, con aumento progressivo della temperatura corporea e conseguente sudorazione abbondante. E, poiché il sudore contiene quantità variabili di sali minerali, in particolare Sodio, Cloro, Potassio e Magnesio, si possono verificare perdite idrosaline notevoli. In particolare, la perdita di Potassio e Magnesio attraverso la sudorazione altera l’eccitabilità delle membrane cellulari, cioè la capacità di trasmettere lo stimolo nervoso, provocando un deficit di attivazione sia dei nervi, sia dei muscoli: la capacità di prestazione di chi pratica sport viene così compromessa. Al fine di ritardare l’insorgere della fatica e per evitare danni acuti per l’organismo è, quindi, opportuna durante lo sforzo fisico la reintegrazione con acqua, sali minerali (Potassio e Magnesio) e carboidrati (zuccheri). Frau alta alimentazione ha messo a punto un nuovo integratore energetico-salino per vincere la fatica e fornire energia immediata: Fraulaser. Fraulaser di frau alta alimentazione è un preparato istantaneo per bevanda, al dissetante gusto di arancia, che reintegra i sali minerali persi con la sudorazione e, grazie agli aspartati di Potassio e Magnesio, svolge un’efficace azione sulla contrazione muscolare. Inoltre, fornisce energia immediata derivante dalla presenza di carboidrati, quali fruttosio e maltodestrine. In particolare: Aspartati di Magnesio e Potassio: reintegrano le copiose perdite di elettroliti (sali minerali) che si possono verificare durante la sudorazione che accompagna lo sforzo muscolare. L’aspartato, che deriva dall’acido aspartico, garantisce un buon assorbimento a livello intestinale del Potassio e del Magnesio. Inoltre, l’acido aspartico svolge proprie funzioni biologiche in quanto è un aminoacido determinante nella produzione biologica dell’energia. Carboidrati (fruttosio e maltodestrine): il fruttosio e le maltodestrine sono due carboidrati che forniscono energia immediata e assicurano il mantenimento della glicemia entro i limiti di sicurezza. A rapido assorbimento, vengono subito metabolizzati ed indirizzati al reintegro delle riserve muscolari di glicogeno. Fraulaser di frau alta alimentazione si assume durante l’attività sportiva. Si scioglie una bustina in 500 ml di acqua (bottiglia o borraccia da mezzo litro); mescolando/agitando bene. Si ottiene così una bevanda ipotonica energetico-salina di pronta utilizzazione, ideale nei casi di intensa attività fisica sia agonistica che amatoriale. Confezione da 8 bustine da 20 g cad. Prezzo al Pubblico indicativo € 5,95. In vendita nei migliori supermercati ed ipermercati. Fraulaser fà parte della linea Athletic body, la linea di integratori specifici per chi pratica attività sportiva sia a livello amatoriale che agonistico, garantita da frau alta alimentazione. Frau athletic body barrette energetiche con creatina: energia istantanea, in golose barrette. Chi pratica una regolare attività sportiva deve sempre considerare il fatto che, per ottenere buoni risultati, la prima regola da seguire è quella di una corretta alimentazione: una dieta bilanciata dal punto di vista qualitativo e quantitativo consente, non solo di mantenere un buono stato di salute, ma rappresenta anche il presupposto fondamentale per raggiungere i migliori risultati, sia a livello amatoriale che agonistico. Può capitare, tuttavia, che, in previsione di un allenamento o di una gara, venga eliminato o ridotto il pasto per non appesantire lo stomaco con la conseguenza che, proprio durante lo sforzo fisico, l’organismo senta la necessità di nutrimento. Le Barrette energetiche con creatina di frau alta alimentazione sono l’aiuto ottimale per ritrovare energia e colmare il vuoto lasciato da un pasto veloce, senza appesantire lo stomaco. Forniscono, infatti, energia immediata in quanto ricche di zuccheri; non affaticano lo stomaco in quanto contengono pochi grassi; migliorano la capacità di resistenza e lo sprint grazie alla presenza di Creatina. Inoltre, sono golose da mangiare: al gusto fragola e ciliegia, ricoperte di cioccolato. Le Barrette energetiche con creatina di frau alta alimentazione contengono: Creatina: fornisce energia istantanea, migliora la capacità di resistenza e ritarda l’affaticamento. Inoltre, è utile per aumentare il diametro delle fibre muscolari di tipo veloce, e cioè delle fibre coinvolte nei lavori di potenza e negli sforzi brevi e intensi, e combatte la formazione di acido lattico. Zuccheri (glucosio, fruttosio e miele): durante lo svolgimento di un’attività fisica, il muscolo trae energia dalle riserve di zuccheri, contenute in forma di glicogeno, nelle cellule muscolari. Queste riserve rappresentano una fonte di energia immediatamente disponibile che, però, viene consumata altrettanto rapidamente. Ecco perché è importante rifornire l’organismo di zuccheri, in particolare di glucosio, fruttosio e miele, che danno energia immediata e assicurano il mantenimento della glicemia entro i limiti di sicurezza. Le Barrette energetiche con creatina di frau alta alimentazione sono in una pratica confezione da 3 barrette di 40 g cad. Ogni barretta fornisce 150 Kcal. Prezzo al Pubblico indicativo: Euro 4,85. In vendita nei migliori supermercati ed ipermercati. |
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NELLA LINEA ATHLETIC BODY DI FRAU ALTA ALIMENTAZIONE, OGGI C’E’ ANCHE FRAULASER, IL NUOVO INTEGRATORE ENERGETICO-SALINO CHE VINCE LA FATICA |
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La fatica è un meccanismo di difesa dell’organismo che costringe lo sportivo a fermarsi o, comunque, a ridurre l’intensità dello sforzo fisico. Di per sè, la fatica può essere considerata un fenomeno positivo in quanto ha il compito di evitare che l’organismo sottoposto a uno stress acuto di tipo biochimico, funzionale ed organico proprio di un esercizio fisico intenso e prolungato possa subire dei danni. Spesso, però, a causa di errori di comportamento (nell’alimentazione, nell’allenamento etc.); la fatica interviene più precocemente, impedendo così di utilizzare al meglio le risorse funzionali dell’organismo. Sono due le cause principali per cui può insorgere la fatica: l’esaurimento delle scorte di glicogeno muscolare e le perdite idrosaline causate dalla sudorazione. In tutte le attività sportive, il glicogeno muscolare svolge un ruolo fondamentale nella produzione di energia. 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Inoltre, fornisce energia immediata derivante dalla presenza di carboidrati, quali fruttosio e maltodestrine. In particolare: Aspartati di Magnesio e Potassio: reintegrano le copiose perdite di elettroliti (sali minerali) che si possono verificare durante la sudorazione che accompagna lo sforzo muscolare. L’aspartato, che deriva dall’acido aspartico, garantisce un buon assorbimento a livello intestinale del Potassio e del Magnesio. Inoltre, l’acido aspartico svolge proprie funzioni biologiche in quanto è un aminoacido determinante nella produzione biologica dell’energia. Carboidrati (fruttosio e maltodestrine): il fruttosio e le maltodestrine sono due carboidrati che forniscono energia immediata e assicurano il mantenimento della glicemia entro i limiti di sicurezza. A rapido assorbimento, vengono subito metabolizzati ed indirizzati al reintegro delle riserve muscolari di glicogeno. Fraulaser di frau alta alimentazione si assume durante l’attività sportiva. 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NELLA LINEA ATHLETIC BODY DI FRAU ALTA ALIMENTAZIONE, OGGI C’E’ ANCHE FRAULASER, IL NUOVO INTEGRATORE ENERGETICO-SALINO CHE VINCE LA FATICA |
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La fatica è un meccanismo di difesa dell’organismo che costringe lo sportivo a fermarsi o, comunque, a ridurre l’intensità dello sforzo fisico. Di per sè, la fatica può essere considerata un fenomeno positivo in quanto ha il compito di evitare che l’organismo sottoposto a uno stress acuto di tipo biochimico, funzionale ed organico proprio di un esercizio fisico intenso e prolungato possa subire dei danni. Spesso, però, a causa di errori di comportamento (nell’alimentazione, nell’allenamento etc.); la fatica interviene più precocemente, impedendo così di utilizzare al meglio le risorse funzionali dell’organismo. Sono due le cause principali per cui può insorgere la fatica: l’esaurimento delle scorte di glicogeno muscolare e le perdite idrosaline causate dalla sudorazione. In tutte le attività sportive, il glicogeno muscolare svolge un ruolo fondamentale nella produzione di energia. Quando si verifica una riduzione delle scorte di glicogeno muscolare, vi è una minore disponibilità di carboidrati per i muscoli che lavorano. Inoltre, la diminuzione delle riserve di glicogeno nel fegato influenza la concentrazione di zucchero (glucosio) nel sangue, che scende sotto i valori normali (ipoglicemia). Ecco perché la somministrazione di carboidrati (zuccheri); contribuendo a mantenere inalterato la concentrazione di glucosio nel sangue, aumenta la resistenza allo sforzo fisico. L’altra possibile causa della fatica è rappresentata dalle perdite idrosaline. Durante l’attività fisica, si verifica un notevole incremento della produzione di calore, con aumento progressivo della temperatura corporea e conseguente sudorazione abbondante. E, poiché il sudore contiene quantità variabili di sali minerali, in particolare Sodio, Cloro, Potassio e Magnesio, si possono verificare perdite idrosaline notevoli. In particolare, la perdita di Potassio e Magnesio attraverso la sudorazione altera l’eccitabilità delle membrane cellulari, cioè la capacità di trasmettere lo stimolo nervoso, provocando un deficit di attivazione sia dei nervi, sia dei muscoli: la capacità di prestazione di chi pratica sport viene così compromessa. Al fine di ritardare l’insorgere della fatica e per evitare danni acuti per l’organismo è, quindi, opportuna durante lo sforzo fisico la reintegrazione con acqua, sali minerali (Potassio e Magnesio) e carboidrati (zuccheri). Frau alta alimentazione ha messo a punto un nuovo integratore energetico-salino per vincere la fatica e fornire energia immediata: Fraulaser. Fraulaser di frau alta alimentazione è un preparato istantaneo per bevanda, al dissetante gusto di arancia, che reintegra i sali minerali persi con la sudorazione e, grazie agli aspartati di Potassio e Magnesio, svolge un’efficace azione sulla contrazione muscolare. Inoltre, fornisce energia immediata derivante dalla presenza di carboidrati, quali fruttosio e maltodestrine. In particolare: Aspartati di Magnesio e Potassio: reintegrano le copiose perdite di elettroliti (sali minerali) che si possono verificare durante la sudorazione che accompagna lo sforzo muscolare. L’aspartato, che deriva dall’acido aspartico, garantisce un buon assorbimento a livello intestinale del Potassio e del Magnesio. Inoltre, l’acido aspartico svolge proprie funzioni biologiche in quanto è un aminoacido determinante nella produzione biologica dell’energia. Carboidrati (fruttosio e maltodestrine): il fruttosio e le maltodestrine sono due carboidrati che forniscono energia immediata e assicurano il mantenimento della glicemia entro i limiti di sicurezza. A rapido assorbimento, vengono subito metabolizzati ed indirizzati al reintegro delle riserve muscolari di glicogeno. Fraulaser di frau alta alimentazione si assume durante l’attività sportiva. 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La fatica è un meccanismo di difesa dell’organismo che costringe lo sportivo a fermarsi o, comunque, a ridurre l’intensità dello sforzo fisico. Di per sè, la fatica può essere considerata un fenomeno positivo in quanto ha il compito di evitare che l’organismo sottoposto a uno stress acuto di tipo biochimico, funzionale ed organico proprio di un esercizio fisico intenso e prolungato possa subire dei danni. Spesso, però, a causa di errori di comportamento (nell’alimentazione, nell’allenamento etc.); la fatica interviene più precocemente, impedendo così di utilizzare al meglio le risorse funzionali dell’organismo. Sono due le cause principali per cui può insorgere la fatica: l’esaurimento delle scorte di glicogeno muscolare e le perdite idrosaline causate dalla sudorazione. In tutte le attività sportive, il glicogeno muscolare svolge un ruolo fondamentale nella produzione di energia. Quando si verifica una riduzione delle scorte di glicogeno muscolare, vi è una minore disponibilità di carboidrati per i muscoli che lavorano. Inoltre, la diminuzione delle riserve di glicogeno nel fegato influenza la concentrazione di zucchero (glucosio) nel sangue, che scende sotto i valori normali (ipoglicemia). Ecco perché la somministrazione di carboidrati (zuccheri); contribuendo a mantenere inalterato la concentrazione di glucosio nel sangue, aumenta la resistenza allo sforzo fisico. L’altra possibile causa della fatica è rappresentata dalle perdite idrosaline. Durante l’attività fisica, si verifica un notevole incremento della produzione di calore, con aumento progressivo della temperatura corporea e conseguente sudorazione abbondante. E, poiché il sudore contiene quantità variabili di sali minerali, in particolare Sodio, Cloro, Potassio e Magnesio, si possono verificare perdite idrosaline notevoli. 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La fatica è un meccanismo di difesa dell’organismo che costringe lo sportivo a fermarsi o, comunque, a ridurre l’intensità dello sforzo fisico. Di per sè, la fatica può essere considerata un fenomeno positivo in quanto ha il compito di evitare che l’organismo sottoposto a uno stress acuto di tipo biochimico, funzionale ed organico proprio di un esercizio fisico intenso e prolungato possa subire dei danni. Spesso, però, a causa di errori di comportamento (nell’alimentazione, nell’allenamento etc.); la fatica interviene più precocemente, impedendo così di utilizzare al meglio le risorse funzionali dell’organismo. Sono due le cause principali per cui può insorgere la fatica: l’esaurimento delle scorte di glicogeno muscolare e le perdite idrosaline causate dalla sudorazione. In tutte le attività sportive, il glicogeno muscolare svolge un ruolo fondamentale nella produzione di energia. 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Inoltre, fornisce energia immediata derivante dalla presenza di carboidrati, quali fruttosio e maltodestrine. In particolare: Aspartati di Magnesio e Potassio: reintegrano le copiose perdite di elettroliti (sali minerali) che si possono verificare durante la sudorazione che accompagna lo sforzo muscolare. L’aspartato, che deriva dall’acido aspartico, garantisce un buon assorbimento a livello intestinale del Potassio e del Magnesio. Inoltre, l’acido aspartico svolge proprie funzioni biologiche in quanto è un aminoacido determinante nella produzione biologica dell’energia. Carboidrati (fruttosio e maltodestrine): il fruttosio e le maltodestrine sono due carboidrati che forniscono energia immediata e assicurano il mantenimento della glicemia entro i limiti di sicurezza. A rapido assorbimento, vengono subito metabolizzati ed indirizzati al reintegro delle riserve muscolari di glicogeno. Fraulaser di frau alta alimentazione si assume durante l’attività sportiva. Si scioglie una bustina in 500 ml di acqua (bottiglia o borraccia da mezzo litro); mescolando/agitando bene. Si ottiene così una bevanda ipotonica energetico-salina di pronta utilizzazione, ideale nei casi di intensa attività fisica sia agonistica che amatoriale. Confezione da 8 bustine da 20 g cad. Prezzo al Pubblico indicativo € 5,95. In vendita nei migliori supermercati ed ipermercati. Fraulaser fà parte della linea Athletic body, la linea di integratori specifici per chi pratica attività sportiva sia a livello amatoriale che agonistico, garantita da frau alta alimentazione. Frau athletic body barrette energetiche con creatina: energia istantanea, in golose barrette. Chi pratica una regolare attività sportiva deve sempre considerare il fatto che, per ottenere buoni risultati, la prima regola da seguire è quella di una corretta alimentazione: una dieta bilanciata dal punto di vista qualitativo e quantitativo consente, non solo di mantenere un buono stato di salute, ma rappresenta anche il presupposto fondamentale per raggiungere i migliori risultati, sia a livello amatoriale che agonistico. Può capitare, tuttavia, che, in previsione di un allenamento o di una gara, venga eliminato o ridotto il pasto per non appesantire lo stomaco con la conseguenza che, proprio durante lo sforzo fisico, l’organismo senta la necessità di nutrimento. Le Barrette energetiche con creatina di frau alta alimentazione sono l’aiuto ottimale per ritrovare energia e colmare il vuoto lasciato da un pasto veloce, senza appesantire lo stomaco. Forniscono, infatti, energia immediata in quanto ricche di zuccheri; non affaticano lo stomaco in quanto contengono pochi grassi; migliorano la capacità di resistenza e lo sprint grazie alla presenza di Creatina. Inoltre, sono golose da mangiare: al gusto fragola e ciliegia, ricoperte di cioccolato. Le Barrette energetiche con creatina di frau alta alimentazione contengono: Creatina: fornisce energia istantanea, migliora la capacità di resistenza e ritarda l’affaticamento. Inoltre, è utile per aumentare il diametro delle fibre muscolari di tipo veloce, e cioè delle fibre coinvolte nei lavori di potenza e negli sforzi brevi e intensi, e combatte la formazione di acido lattico. Zuccheri (glucosio, fruttosio e miele): durante lo svolgimento di un’attività fisica, il muscolo trae energia dalle riserve di zuccheri, contenute in forma di glicogeno, nelle cellule muscolari. Queste riserve rappresentano una fonte di energia immediatamente disponibile che, però, viene consumata altrettanto rapidamente. Ecco perché è importante rifornire l’organismo di zuccheri, in particolare di glucosio, fruttosio e miele, che danno energia immediata e assicurano il mantenimento della glicemia entro i limiti di sicurezza. Le Barrette energetiche con creatina di frau alta alimentazione sono in una pratica confezione da 3 barrette di 40 g cad. Ogni barretta fornisce 150 Kcal. Prezzo al Pubblico indicativo: Euro 4,85. In vendita nei migliori supermercati ed ipermercati. |
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NELLA LINEA ATHLETIC BODY DI FRAU ALTA ALIMENTAZIONE, OGGI C’E’ ANCHE FRAULASER, IL NUOVO INTEGRATORE ENERGETICO-SALINO CHE VINCE LA FATICA |
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La fatica è un meccanismo di difesa dell’organismo che costringe lo sportivo a fermarsi o, comunque, a ridurre l’intensità dello sforzo fisico. Di per sè, la fatica può essere considerata un fenomeno positivo in quanto ha il compito di evitare che l’organismo sottoposto a uno stress acuto di tipo biochimico, funzionale ed organico proprio di un esercizio fisico intenso e prolungato possa subire dei danni. Spesso, però, a causa di errori di comportamento (nell’alimentazione, nell’allenamento etc.); la fatica interviene più precocemente, impedendo così di utilizzare al meglio le risorse funzionali dell’organismo. Sono due le cause principali per cui può insorgere la fatica: l’esaurimento delle scorte di glicogeno muscolare e le perdite idrosaline causate dalla sudorazione. In tutte le attività sportive, il glicogeno muscolare svolge un ruolo fondamentale nella produzione di energia. Quando si verifica una riduzione delle scorte di glicogeno muscolare, vi è una minore disponibilità di carboidrati per i muscoli che lavorano. Inoltre, la diminuzione delle riserve di glicogeno nel fegato influenza la concentrazione di zucchero (glucosio) nel sangue, che scende sotto i valori normali (ipoglicemia). Ecco perché la somministrazione di carboidrati (zuccheri); contribuendo a mantenere inalterato la concentrazione di glucosio nel sangue, aumenta la resistenza allo sforzo fisico. L’altra possibile causa della fatica è rappresentata dalle perdite idrosaline. Durante l’attività fisica, si verifica un notevole incremento della produzione di calore, con aumento progressivo della temperatura corporea e conseguente sudorazione abbondante. E, poiché il sudore contiene quantità variabili di sali minerali, in particolare Sodio, Cloro, Potassio e Magnesio, si possono verificare perdite idrosaline notevoli. In particolare, la perdita di Potassio e Magnesio attraverso la sudorazione altera l’eccitabilità delle membrane cellulari, cioè la capacità di trasmettere lo stimolo nervoso, provocando un deficit di attivazione sia dei nervi, sia dei muscoli: la capacità di prestazione di chi pratica sport viene così compromessa. Al fine di ritardare l’insorgere della fatica e per evitare danni acuti per l’organismo è, quindi, opportuna durante lo sforzo fisico la reintegrazione con acqua, sali minerali (Potassio e Magnesio) e carboidrati (zuccheri). Frau alta alimentazione ha messo a punto un nuovo integratore energetico-salino per vincere la fatica e fornire energia immediata: Fraulaser. Fraulaser di frau alta alimentazione è un preparato istantaneo per bevanda, al dissetante gusto di arancia, che reintegra i sali minerali persi con la sudorazione e, grazie agli aspartati di Potassio e Magnesio, svolge un’efficace azione sulla contrazione muscolare. Inoltre, fornisce energia immediata derivante dalla presenza di carboidrati, quali fruttosio e maltodestrine. In particolare: Aspartati di Magnesio e Potassio: reintegrano le copiose perdite di elettroliti (sali minerali) che si possono verificare durante la sudorazione che accompagna lo sforzo muscolare. L’aspartato, che deriva dall’acido aspartico, garantisce un buon assorbimento a livello intestinale del Potassio e del Magnesio. Inoltre, l’acido aspartico svolge proprie funzioni biologiche in quanto è un aminoacido determinante nella produzione biologica dell’energia. Carboidrati (fruttosio e maltodestrine): il fruttosio e le maltodestrine sono due carboidrati che forniscono energia immediata e assicurano il mantenimento della glicemia entro i limiti di sicurezza. A rapido assorbimento, vengono subito metabolizzati ed indirizzati al reintegro delle riserve muscolari di glicogeno. Fraulaser di frau alta alimentazione si assume durante l’attività sportiva. Si scioglie una bustina in 500 ml di acqua (bottiglia o borraccia da mezzo litro); mescolando/agitando bene. Si ottiene così una bevanda ipotonica energetico-salina di pronta utilizzazione, ideale nei casi di intensa attività fisica sia agonistica che amatoriale. Confezione da 8 bustine da 20 g cad. Prezzo al Pubblico indicativo € 5,95. In vendita nei migliori supermercati ed ipermercati. Fraulaser fà parte della linea Athletic body, la linea di integratori specifici per chi pratica attività sportiva sia a livello amatoriale che agonistico, garantita da frau alta alimentazione. Frau athletic body barrette energetiche con creatina: energia istantanea, in golose barrette. Chi pratica una regolare attività sportiva deve sempre considerare il fatto che, per ottenere buoni risultati, la prima regola da seguire è quella di una corretta alimentazione: una dieta bilanciata dal punto di vista qualitativo e quantitativo consente, non solo di mantenere un buono stato di salute, ma rappresenta anche il presupposto fondamentale per raggiungere i migliori risultati, sia a livello amatoriale che agonistico. Può capitare, tuttavia, che, in previsione di un allenamento o di una gara, venga eliminato o ridotto il pasto per non appesantire lo stomaco con la conseguenza che, proprio durante lo sforzo fisico, l’organismo senta la necessità di nutrimento. Le Barrette energetiche con creatina di frau alta alimentazione sono l’aiuto ottimale per ritrovare energia e colmare il vuoto lasciato da un pasto veloce, senza appesantire lo stomaco. Forniscono, infatti, energia immediata in quanto ricche di zuccheri; non affaticano lo stomaco in quanto contengono pochi grassi; migliorano la capacità di resistenza e lo sprint grazie alla presenza di Creatina. Inoltre, sono golose da mangiare: al gusto fragola e ciliegia, ricoperte di cioccolato. Le Barrette energetiche con creatina di frau alta alimentazione contengono: Creatina: fornisce energia istantanea, migliora la capacità di resistenza e ritarda l’affaticamento. Inoltre, è utile per aumentare il diametro delle fibre muscolari di tipo veloce, e cioè delle fibre coinvolte nei lavori di potenza e negli sforzi brevi e intensi, e combatte la formazione di acido lattico. Zuccheri (glucosio, fruttosio e miele): durante lo svolgimento di un’attività fisica, il muscolo trae energia dalle riserve di zuccheri, contenute in forma di glicogeno, nelle cellule muscolari. Queste riserve rappresentano una fonte di energia immediatamente disponibile che, però, viene consumata altrettanto rapidamente. Ecco perché è importante rifornire l’organismo di zuccheri, in particolare di glucosio, fruttosio e miele, che danno energia immediata e assicurano il mantenimento della glicemia entro i limiti di sicurezza. Le Barrette energetiche con creatina di frau alta alimentazione sono in una pratica confezione da 3 barrette di 40 g cad. Ogni barretta fornisce 150 Kcal. Prezzo al Pubblico indicativo: Euro 4,85. In vendita nei migliori supermercati ed ipermercati. |
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CON DERMON FISH FACTOR: LUNGA VITA AL CUORE E ALLA PELLE! |
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Lo stile di vita che conduciamo, stress, cibi grassi, alcool, fumo, apportano al nostro organismo danni a volte irreparabili. Per questo nasce Fish Factor: perle ad alta concentrazione di Omega 3 e vitamina E. L’efficacia degli Omega-3 nel contrastare gli eccessi di grassi nel sangue è nota da molti anni, mentre di recente si è riconosciuta la capacità di rallentare i processi infiammatori e di migliorare le capacità riparative delle cellule, in particolare della pelle. Fish Factor: due effetti benefici in una sola perla: Fish factor buono per il cuore: abbassa il livello di colesterolo e trigliceridi, migliora la fluidità del sangue e riduce la pressione arteriosa; diminuisce quindi il rischio di infarto, ipertensione, arteriosclerosi e trombosi. Fish Factor ottimo anche per la pelle: migliora la cute secca e precocemente invecchiata, rafforza le naturali difese cutanee e svolge un’efficace azione antinfiammatoria; aiuta ogni giorno a mantenere la pelle giovane, vitale e sana. Fish Factor grazie alla presenza di un apporto bilanciato di Omega 3 (derivati dal pesce azzurro) consente un apporto ottimale 2:1 tra acidi grassi essenziali Epa e Dha. Inoltre la presenza in grande ricchezza di vitamina E permette un’elevata attività antiossidante per potenziare l’azione antiaging. Fish Factor è disponibile in quattro formati: Fish Factor 15 perle grandi do 1,34gr. € 14,00 Fish Factor 30 perle grandi da l,34gr. - confezione convenienza € 21,00, Fish Factor 30 perle piccole da 0,Sbgr. € 14,00, Fish Factor 60 perle da 0,68gr. Confezione convenienza € 21,00 Ogni giorno la dose ottimale di salute: 1 perla piccola - 50% Larn di Omega-3, 50% Rda di Vitamina E. Il prodotto è venduto in farmacia. |
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CON DERMON FISH FACTOR: LUNGA VITA AL CUORE E ALLA PELLE! |
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Lo stile di vita che conduciamo, stress, cibi grassi, alcool, fumo, apportano al nostro organismo danni a volte irreparabili. Per questo nasce Fish Factor: perle ad alta concentrazione di Omega 3 e vitamina E. L’efficacia degli Omega-3 nel contrastare gli eccessi di grassi nel sangue è nota da molti anni, mentre di recente si è riconosciuta la capacità di rallentare i processi infiammatori e di migliorare le capacità riparative delle cellule, in particolare della pelle. Fish Factor: due effetti benefici in una sola perla: Fish factor buono per il cuore: abbassa il livello di colesterolo e trigliceridi, migliora la fluidità del sangue e riduce la pressione arteriosa; diminuisce quindi il rischio di infarto, ipertensione, arteriosclerosi e trombosi. Fish Factor ottimo anche per la pelle: migliora la cute secca e precocemente invecchiata, rafforza le naturali difese cutanee e svolge un’efficace azione antinfiammatoria; aiuta ogni giorno a mantenere la pelle giovane, vitale e sana. Fish Factor grazie alla presenza di un apporto bilanciato di Omega 3 (derivati dal pesce azzurro) consente un apporto ottimale 2:1 tra acidi grassi essenziali Epa e Dha. Inoltre la presenza in grande ricchezza di vitamina E permette un’elevata attività antiossidante per potenziare l’azione antiaging. Fish Factor è disponibile in quattro formati: Fish Factor 15 perle grandi do 1,34gr. € 14,00 Fish Factor 30 perle grandi da l,34gr. - confezione convenienza € 21,00, Fish Factor 30 perle piccole da 0,Sbgr. € 14,00, Fish Factor 60 perle da 0,68gr. Confezione convenienza € 21,00 Ogni giorno la dose ottimale di salute: 1 perla piccola - 50% Larn di Omega-3, 50% Rda di Vitamina E. Il prodotto è venduto in farmacia. |
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CON DERMON FISH FACTOR: LUNGA VITA AL CUORE E ALLA PELLE! |
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Lo stile di vita che conduciamo, stress, cibi grassi, alcool, fumo, apportano al nostro organismo danni a volte irreparabili. Per questo nasce Fish Factor: perle ad alta concentrazione di Omega 3 e vitamina E. L’efficacia degli Omega-3 nel contrastare gli eccessi di grassi nel sangue è nota da molti anni, mentre di recente si è riconosciuta la capacità di rallentare i processi infiammatori e di migliorare le capacità riparative delle cellule, in particolare della pelle. Fish Factor: due effetti benefici in una sola perla: Fish factor buono per il cuore: abbassa il livello di colesterolo e trigliceridi, migliora la fluidità del sangue e riduce la pressione arteriosa; diminuisce quindi il rischio di infarto, ipertensione, arteriosclerosi e trombosi. Fish Factor ottimo anche per la pelle: migliora la cute secca e precocemente invecchiata, rafforza le naturali difese cutanee e svolge un’efficace azione antinfiammatoria; aiuta ogni giorno a mantenere la pelle giovane, vitale e sana. Fish Factor grazie alla presenza di un apporto bilanciato di Omega 3 (derivati dal pesce azzurro) consente un apporto ottimale 2:1 tra acidi grassi essenziali Epa e Dha. Inoltre la presenza in grande ricchezza di vitamina E permette un’elevata attività antiossidante per potenziare l’azione antiaging. Fish Factor è disponibile in quattro formati: Fish Factor 15 perle grandi do 1,34gr. € 14,00 Fish Factor 30 perle grandi da l,34gr. - confezione convenienza € 21,00, Fish Factor 30 perle piccole da 0,Sbgr. € 14,00, Fish Factor 60 perle da 0,68gr. Confezione convenienza € 21,00 Ogni giorno la dose ottimale di salute: 1 perla piccola - 50% Larn di Omega-3, 50% Rda di Vitamina E. Il prodotto è venduto in farmacia. |
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CON DERMON FISH FACTOR: LUNGA VITA AL CUORE E ALLA PELLE! |
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Lo stile di vita che conduciamo, stress, cibi grassi, alcool, fumo, apportano al nostro organismo danni a volte irreparabili. Per questo nasce Fish Factor: perle ad alta concentrazione di Omega 3 e vitamina E. L’efficacia degli Omega-3 nel contrastare gli eccessi di grassi nel sangue è nota da molti anni, mentre di recente si è riconosciuta la capacità di rallentare i processi infiammatori e di migliorare le capacità riparative delle cellule, in particolare della pelle. Fish Factor: due effetti benefici in una sola perla: Fish factor buono per il cuore: abbassa il livello di colesterolo e trigliceridi, migliora la fluidità del sangue e riduce la pressione arteriosa; diminuisce quindi il rischio di infarto, ipertensione, arteriosclerosi e trombosi. Fish Factor ottimo anche per la pelle: migliora la cute secca e precocemente invecchiata, rafforza le naturali difese cutanee e svolge un’efficace azione antinfiammatoria; aiuta ogni giorno a mantenere la pelle giovane, vitale e sana. Fish Factor grazie alla presenza di un apporto bilanciato di Omega 3 (derivati dal pesce azzurro) consente un apporto ottimale 2:1 tra acidi grassi essenziali Epa e Dha. Inoltre la presenza in grande ricchezza di vitamina E permette un’elevata attività antiossidante per potenziare l’azione antiaging. Fish Factor è disponibile in quattro formati: Fish Factor 15 perle grandi do 1,34gr. € 14,00 Fish Factor 30 perle grandi da l,34gr. - confezione convenienza € 21,00, Fish Factor 30 perle piccole da 0,Sbgr. € 14,00, Fish Factor 60 perle da 0,68gr. Confezione convenienza € 21,00 Ogni giorno la dose ottimale di salute: 1 perla piccola - 50% Larn di Omega-3, 50% Rda di Vitamina E. Il prodotto è venduto in farmacia. |
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Lo stile di vita che conduciamo, stress, cibi grassi, alcool, fumo, apportano al nostro organismo danni a volte irreparabili. Per questo nasce Fish Factor: perle ad alta concentrazione di Omega 3 e vitamina E. L’efficacia degli Omega-3 nel contrastare gli eccessi di grassi nel sangue è nota da molti anni, mentre di recente si è riconosciuta la capacità di rallentare i processi infiammatori e di migliorare le capacità riparative delle cellule, in particolare della pelle. Fish Factor: due effetti benefici in una sola perla: Fish factor buono per il cuore: abbassa il livello di colesterolo e trigliceridi, migliora la fluidità del sangue e riduce la pressione arteriosa; diminuisce quindi il rischio di infarto, ipertensione, arteriosclerosi e trombosi. Fish Factor ottimo anche per la pelle: migliora la cute secca e precocemente invecchiata, rafforza le naturali difese cutanee e svolge un’efficace azione antinfiammatoria; aiuta ogni giorno a mantenere la pelle giovane, vitale e sana. Fish Factor grazie alla presenza di un apporto bilanciato di Omega 3 (derivati dal pesce azzurro) consente un apporto ottimale 2:1 tra acidi grassi essenziali Epa e Dha. Inoltre la presenza in grande ricchezza di vitamina E permette un’elevata attività antiossidante per potenziare l’azione antiaging. Fish Factor è disponibile in quattro formati: Fish Factor 15 perle grandi do 1,34gr. € 14,00 Fish Factor 30 perle grandi da l,34gr. - confezione convenienza € 21,00, Fish Factor 30 perle piccole da 0,Sbgr. € 14,00, Fish Factor 60 perle da 0,68gr. Confezione convenienza € 21,00 Ogni giorno la dose ottimale di salute: 1 perla piccola - 50% Larn di Omega-3, 50% Rda di Vitamina E. Il prodotto è venduto in farmacia. |
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CON DERMON FISH FACTOR: LUNGA VITA AL CUORE E ALLA PELLE! |
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Lo stile di vita che conduciamo, stress, cibi grassi, alcool, fumo, apportano al nostro organismo danni a volte irreparabili. Per questo nasce Fish Factor: perle ad alta concentrazione di Omega 3 e vitamina E. L’efficacia degli Omega-3 nel contrastare gli eccessi di grassi nel sangue è nota da molti anni, mentre di recente si è riconosciuta la capacità di rallentare i processi infiammatori e di migliorare le capacità riparative delle cellule, in particolare della pelle. Fish Factor: due effetti benefici in una sola perla: Fish factor buono per il cuore: abbassa il livello di colesterolo e trigliceridi, migliora la fluidità del sangue e riduce la pressione arteriosa; diminuisce quindi il rischio di infarto, ipertensione, arteriosclerosi e trombosi. Fish Factor ottimo anche per la pelle: migliora la cute secca e precocemente invecchiata, rafforza le naturali difese cutanee e svolge un’efficace azione antinfiammatoria; aiuta ogni giorno a mantenere la pelle giovane, vitale e sana. Fish Factor grazie alla presenza di un apporto bilanciato di Omega 3 (derivati dal pesce azzurro) consente un apporto ottimale 2:1 tra acidi grassi essenziali Epa e Dha. Inoltre la presenza in grande ricchezza di vitamina E permette un’elevata attività antiossidante per potenziare l’azione antiaging. Fish Factor è disponibile in quattro formati: Fish Factor 15 perle grandi do 1,34gr. € 14,00 Fish Factor 30 perle grandi da l,34gr. - confezione convenienza € 21,00, Fish Factor 30 perle piccole da 0,Sbgr. € 14,00, Fish Factor 60 perle da 0,68gr. Confezione convenienza € 21,00 Ogni giorno la dose ottimale di salute: 1 perla piccola - 50% Larn di Omega-3, 50% Rda di Vitamina E. Il prodotto è venduto in farmacia. |
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IL CENTRO BENESSERE DELL’HOTEL LE SIRENUSE DI POSITANO CON SAUNA, BIO-SAUNA, SALA FITNESS E PRODOTTI NATURALI AVEDA ISPIRATI ALLE FILOSOFIE ORIENTALI |
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Il centro benessere dell’albergo Le Sirenuse di Positano, definito nel 2003 The Best Hotel in the World, è stato progettato da Gae Aulenti ed inaugurato nel 2000. Si presenta come una grande sala luminosa ad archi ribassati che contrastano curiosamente con le geometrie di vetro pensate dall’architetto, in un’atmosfera sospesa tra modernità e gusto barocco. L’intento è quello di sfruttare la linearità rilassante necessaria ad un centro benessere, senza però cadere in eccessi d’ascetismo. Particolare cura è stata dedicata all’illuminazione e alla scelta di materiali puri come il marmo, il vetro e il teak che contribuiscono a creare un senso di grande benessere. Una sauna, una bio-sauna con temperatura media (60° contro i 90° della tradizionale sauna finlandese); un bagno turco e una sala fitness molto ben attrezzata sono a disposizione di tutti gli ospiti, insieme ad una grande piscina riscaldata, impreziosita da un mosaico di ceramica e conchiglie raffigurante le leggendarie Sirene. Nelle sale massaggio, personale qualificato effettua trattamenti utilizzando i prodotti naturali Aveda ispirati alle filosofie orientali che coniugano benessere fisico e psichico. All’interno del centro benessere è presente anche un Centro Multimediale per l’ascolto di musica, la visione di film in Dvd e la navigazione in Internet, allo scopo offrire ai clienti la massima possibilità di svago. La Spa è un servizio esclusivo dell’hotel, disponibile anche per weekend mirati all’insegna del relax. |
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IL CENTRO BENESSERE DELL’HOTEL LE SIRENUSE DI POSITANO CON SAUNA, BIO-SAUNA, SALA FITNESS E PRODOTTI NATURALI AVEDA ISPIRATI ALLE FILOSOFIE ORIENTALI |
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Il centro benessere dell’albergo Le Sirenuse di Positano, definito nel 2003 The Best Hotel in the World, è stato progettato da Gae Aulenti ed inaugurato nel 2000. Si presenta come una grande sala luminosa ad archi ribassati che contrastano curiosamente con le geometrie di vetro pensate dall’architetto, in un’atmosfera sospesa tra modernità e gusto barocco. L’intento è quello di sfruttare la linearità rilassante necessaria ad un centro benessere, senza però cadere in eccessi d’ascetismo. Particolare cura è stata dedicata all’illuminazione e alla scelta di materiali puri come il marmo, il vetro e il teak che contribuiscono a creare un senso di grande benessere. Una sauna, una bio-sauna con temperatura media (60° contro i 90° della tradizionale sauna finlandese); un bagno turco e una sala fitness molto ben attrezzata sono a disposizione di tutti gli ospiti, insieme ad una grande piscina riscaldata, impreziosita da un mosaico di ceramica e conchiglie raffigurante le leggendarie Sirene. Nelle sale massaggio, personale qualificato effettua trattamenti utilizzando i prodotti naturali Aveda ispirati alle filosofie orientali che coniugano benessere fisico e psichico. All’interno del centro benessere è presente anche un Centro Multimediale per l’ascolto di musica, la visione di film in Dvd e la navigazione in Internet, allo scopo offrire ai clienti la massima possibilità di svago. La Spa è un servizio esclusivo dell’hotel, disponibile anche per weekend mirati all’insegna del relax. |
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IL CENTRO BENESSERE DELL’HOTEL LE SIRENUSE DI POSITANO CON SAUNA, BIO-SAUNA, SALA FITNESS E PRODOTTI NATURALI AVEDA ISPIRATI ALLE FILOSOFIE ORIENTALI |
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Il centro benessere dell’albergo Le Sirenuse di Positano, definito nel 2003 The Best Hotel in the World, è stato progettato da Gae Aulenti ed inaugurato nel 2000. Si presenta come una grande sala luminosa ad archi ribassati che contrastano curiosamente con le geometrie di vetro pensate dall’architetto, in un’atmosfera sospesa tra modernità e gusto barocco. L’intento è quello di sfruttare la linearità rilassante necessaria ad un centro benessere, senza però cadere in eccessi d’ascetismo. Particolare cura è stata dedicata all’illuminazione e alla scelta di materiali puri come il marmo, il vetro e il teak che contribuiscono a creare un senso di grande benessere. Una sauna, una bio-sauna con temperatura media (60° contro i 90° della tradizionale sauna finlandese); un bagno turco e una sala fitness molto ben attrezzata sono a disposizione di tutti gli ospiti, insieme ad una grande piscina riscaldata, impreziosita da un mosaico di ceramica e conchiglie raffigurante le leggendarie Sirene. Nelle sale massaggio, personale qualificato effettua trattamenti utilizzando i prodotti naturali Aveda ispirati alle filosofie orientali che coniugano benessere fisico e psichico. All’interno del centro benessere è presente anche un Centro Multimediale per l’ascolto di musica, la visione di film in Dvd e la navigazione in Internet, allo scopo offrire ai clienti la massima possibilità di svago. La Spa è un servizio esclusivo dell’hotel, disponibile anche per weekend mirati all’insegna del relax. |
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IL CENTRO BENESSERE DELL’HOTEL LE SIRENUSE DI POSITANO CON SAUNA, BIO-SAUNA, SALA FITNESS E PRODOTTI NATURALI AVEDA ISPIRATI ALLE FILOSOFIE ORIENTALI |
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Il centro benessere dell’albergo Le Sirenuse di Positano, definito nel 2003 The Best Hotel in the World, è stato progettato da Gae Aulenti ed inaugurato nel 2000. Si presenta come una grande sala luminosa ad archi ribassati che contrastano curiosamente con le geometrie di vetro pensate dall’architetto, in un’atmosfera sospesa tra modernità e gusto barocco. L’intento è quello di sfruttare la linearità rilassante necessaria ad un centro benessere, senza però cadere in eccessi d’ascetismo. Particolare cura è stata dedicata all’illuminazione e alla scelta di materiali puri come il marmo, il vetro e il teak che contribuiscono a creare un senso di grande benessere. Una sauna, una bio-sauna con temperatura media (60° contro i 90° della tradizionale sauna finlandese); un bagno turco e una sala fitness molto ben attrezzata sono a disposizione di tutti gli ospiti, insieme ad una grande piscina riscaldata, impreziosita da un mosaico di ceramica e conchiglie raffigurante le leggendarie Sirene. Nelle sale massaggio, personale qualificato effettua trattamenti utilizzando i prodotti naturali Aveda ispirati alle filosofie orientali che coniugano benessere fisico e psichico. All’interno del centro benessere è presente anche un Centro Multimediale per l’ascolto di musica, la visione di film in Dvd e la navigazione in Internet, allo scopo offrire ai clienti la massima possibilità di svago. La Spa è un servizio esclusivo dell’hotel, disponibile anche per weekend mirati all’insegna del relax. |
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IL CENTRO BENESSERE DELL’HOTEL LE SIRENUSE DI POSITANO CON SAUNA, BIO-SAUNA, SALA FITNESS E PRODOTTI NATURALI AVEDA ISPIRATI ALLE FILOSOFIE ORIENTALI |
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Il centro benessere dell’albergo Le Sirenuse di Positano, definito nel 2003 The Best Hotel in the World, è stato progettato da Gae Aulenti ed inaugurato nel 2000. Si presenta come una grande sala luminosa ad archi ribassati che contrastano curiosamente con le geometrie di vetro pensate dall’architetto, in un’atmosfera sospesa tra modernità e gusto barocco. L’intento è quello di sfruttare la linearità rilassante necessaria ad un centro benessere, senza però cadere in eccessi d’ascetismo. Particolare cura è stata dedicata all’illuminazione e alla scelta di materiali puri come il marmo, il vetro e il teak che contribuiscono a creare un senso di grande benessere. Una sauna, una bio-sauna con temperatura media (60° contro i 90° della tradizionale sauna finlandese); un bagno turco e una sala fitness molto ben attrezzata sono a disposizione di tutti gli ospiti, insieme ad una grande piscina riscaldata, impreziosita da un mosaico di ceramica e conchiglie raffigurante le leggendarie Sirene. Nelle sale massaggio, personale qualificato effettua trattamenti utilizzando i prodotti naturali Aveda ispirati alle filosofie orientali che coniugano benessere fisico e psichico. All’interno del centro benessere è presente anche un Centro Multimediale per l’ascolto di musica, la visione di film in Dvd e la navigazione in Internet, allo scopo offrire ai clienti la massima possibilità di svago. La Spa è un servizio esclusivo dell’hotel, disponibile anche per weekend mirati all’insegna del relax. |
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IL CENTRO BENESSERE DELL’HOTEL LE SIRENUSE DI POSITANO CON SAUNA, BIO-SAUNA, SALA FITNESS E PRODOTTI NATURALI AVEDA ISPIRATI ALLE FILOSOFIE ORIENTALI |
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Il centro benessere dell’albergo Le Sirenuse di Positano, definito nel 2003 The Best Hotel in the World, è stato progettato da Gae Aulenti ed inaugurato nel 2000. Si presenta come una grande sala luminosa ad archi ribassati che contrastano curiosamente con le geometrie di vetro pensate dall’architetto, in un’atmosfera sospesa tra modernità e gusto barocco. L’intento è quello di sfruttare la linearità rilassante necessaria ad un centro benessere, senza però cadere in eccessi d’ascetismo. Particolare cura è stata dedicata all’illuminazione e alla scelta di materiali puri come il marmo, il vetro e il teak che contribuiscono a creare un senso di grande benessere. Una sauna, una bio-sauna con temperatura media (60° contro i 90° della tradizionale sauna finlandese); un bagno turco e una sala fitness molto ben attrezzata sono a disposizione di tutti gli ospiti, insieme ad una grande piscina riscaldata, impreziosita da un mosaico di ceramica e conchiglie raffigurante le leggendarie Sirene. Nelle sale massaggio, personale qualificato effettua trattamenti utilizzando i prodotti naturali Aveda ispirati alle filosofie orientali che coniugano benessere fisico e psichico. All’interno del centro benessere è presente anche un Centro Multimediale per l’ascolto di musica, la visione di film in Dvd e la navigazione in Internet, allo scopo offrire ai clienti la massima possibilità di svago. La Spa è un servizio esclusivo dell’hotel, disponibile anche per weekend mirati all’insegna del relax. |
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LA NUOVA PROPOSTA GUSTOSA E PRATICA DI TIGRE: IL FORMAGGIO GRATTUGIATO FRESCO “TIGRE MIX” |
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L’azienda Tigre, conosciuta da più di ottant’anni per i formaggini e le fettine, arricchisce e rinnova la sua offerta con “Tigre Mix”, il primo formaggio grattugiato della nuova linea di freschi (Formaggio Naturale Tigre) che costituisce un impegno e una grande sfida per una delle Aziende casearie più famose nella produzione dei formaggi fusi. “Tigre Mix”, a pasta dura e semidura, di gusto pieno, dolce e saporito, è realizzato con una selezione di formaggi a base di latte crudo svizzero e nasce nei piccoli caseifici tradizionali delle verdi colline della valle dell’Emmental. Questa nuova specialità non contiene conservanti ed è priva di lattosio. L’attenta scelta dei formaggi e la genuinità della materia prima utilizzati, insieme alla perfetta stagionatura e agli elevati standard di qualità, ne fanno un prodotto premium quality. Il nuovo “Tigre Mix”, da conservare in frigorifero (4-8° C); viene proposto al pubblico in un unico formato da gr. 80 a un prezzo indicativo di 1,20 €. La pratica confezione richiudibile mantiene inalterata tutta la freschezza del formaggio grattugiato svizzero. Per dare un gusto in più ad ogni piatto, questa specialità può essere aggiunta sulle pietanze finite o infornata su tortini, paste al forno e verdure grigliate. Tigre Italia è presente sul mercato con una gamma di prodotti tradizionali, affiancata da nuove proposte. Oltre alla linea “Emmental”, dall’inconfondibile confezione gialla e rossa, la “Fondente”, con spicchi Delitigre e fettine Fonditigre, i “Tre Svizzeri”e la “Fonduta”, l’azienda Tigre propone nuove specialità arricchendo le proprie referenze di nuovi gusti e venendo incontro alle esigenze dei consumatori. Per chi tiene al proprio benessere fisico sono dedicate le fettine evolute “Tigerfit”; la linea “Bio” è realizzata con formaggio ottenuto seguendo il metodo dell’Agricoltura Biologica; i “Tigr’allegri” uniscono al gusto dolce il divertimento dei gusci personalizzati per i giochi dei bambini; la nuova linea “Formaggio Naturale Tigre” è adatta a chi non vuole rinunciare al gusto deciso e alla freschezza del prodotto. |
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LA NUOVA PROPOSTA GUSTOSA E PRATICA DI TIGRE: IL FORMAGGIO GRATTUGIATO FRESCO “TIGRE MIX” |
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L’azienda Tigre, conosciuta da più di ottant’anni per i formaggini e le fettine, arricchisce e rinnova la sua offerta con “Tigre Mix”, il primo formaggio grattugiato della nuova linea di freschi (Formaggio Naturale Tigre) che costituisce un impegno e una grande sfida per una delle Aziende casearie più famose nella produzione dei formaggi fusi. “Tigre Mix”, a pasta dura e semidura, di gusto pieno, dolce e saporito, è realizzato con una selezione di formaggi a base di latte crudo svizzero e nasce nei piccoli caseifici tradizionali delle verdi colline della valle dell’Emmental. Questa nuova specialità non contiene conservanti ed è priva di lattosio. L’attenta scelta dei formaggi e la genuinità della materia prima utilizzati, insieme alla perfetta stagionatura e agli elevati standard di qualità, ne fanno un prodotto premium quality. Il nuovo “Tigre Mix”, da conservare in frigorifero (4-8° C); viene proposto al pubblico in un unico formato da gr. 80 a un prezzo indicativo di 1,20 €. La pratica confezione richiudibile mantiene inalterata tutta la freschezza del formaggio grattugiato svizzero. Per dare un gusto in più ad ogni piatto, questa specialità può essere aggiunta sulle pietanze finite o infornata su tortini, paste al forno e verdure grigliate. Tigre Italia è presente sul mercato con una gamma di prodotti tradizionali, affiancata da nuove proposte. Oltre alla linea “Emmental”, dall’inconfondibile confezione gialla e rossa, la “Fondente”, con spicchi Delitigre e fettine Fonditigre, i “Tre Svizzeri”e la “Fonduta”, l’azienda Tigre propone nuove specialità arricchendo le proprie referenze di nuovi gusti e venendo incontro alle esigenze dei consumatori. Per chi tiene al proprio benessere fisico sono dedicate le fettine evolute “Tigerfit”; la linea “Bio” è realizzata con formaggio ottenuto seguendo il metodo dell’Agricoltura Biologica; i “Tigr’allegri” uniscono al gusto dolce il divertimento dei gusci personalizzati per i giochi dei bambini; la nuova linea “Formaggio Naturale Tigre” è adatta a chi non vuole rinunciare al gusto deciso e alla freschezza del prodotto. |
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LA NUOVA PROPOSTA GUSTOSA E PRATICA DI TIGRE: IL FORMAGGIO GRATTUGIATO FRESCO “TIGRE MIX” |
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L’azienda Tigre, conosciuta da più di ottant’anni per i formaggini e le fettine, arricchisce e rinnova la sua offerta con “Tigre Mix”, il primo formaggio grattugiato della nuova linea di freschi (Formaggio Naturale Tigre) che costituisce un impegno e una grande sfida per una delle Aziende casearie più famose nella produzione dei formaggi fusi. “Tigre Mix”, a pasta dura e semidura, di gusto pieno, dolce e saporito, è realizzato con una selezione di formaggi a base di latte crudo svizzero e nasce nei piccoli caseifici tradizionali delle verdi colline della valle dell’Emmental. Questa nuova specialità non contiene conservanti ed è priva di lattosio. L’attenta scelta dei formaggi e la genuinità della materia prima utilizzati, insieme alla perfetta stagionatura e agli elevati standard di qualità, ne fanno un prodotto premium quality. Il nuovo “Tigre Mix”, da conservare in frigorifero (4-8° C); viene proposto al pubblico in un unico formato da gr. 80 a un prezzo indicativo di 1,20 €. La pratica confezione richiudibile mantiene inalterata tutta la freschezza del formaggio grattugiato svizzero. Per dare un gusto in più ad ogni piatto, questa specialità può essere aggiunta sulle pietanze finite o infornata su tortini, paste al forno e verdure grigliate. Tigre Italia è presente sul mercato con una gamma di prodotti tradizionali, affiancata da nuove proposte. Oltre alla linea “Emmental”, dall’inconfondibile confezione gialla e rossa, la “Fondente”, con spicchi Delitigre e fettine Fonditigre, i “Tre Svizzeri”e la “Fonduta”, l’azienda Tigre propone nuove specialità arricchendo le proprie referenze di nuovi gusti e venendo incontro alle esigenze dei consumatori. Per chi tiene al proprio benessere fisico sono dedicate le fettine evolute “Tigerfit”; la linea “Bio” è realizzata con formaggio ottenuto seguendo il metodo dell’Agricoltura Biologica; i “Tigr’allegri” uniscono al gusto dolce il divertimento dei gusci personalizzati per i giochi dei bambini; la nuova linea “Formaggio Naturale Tigre” è adatta a chi non vuole rinunciare al gusto deciso e alla freschezza del prodotto. |
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