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Notiziario Marketpress di Venerdì 18 Marzo 2005
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DANIMARCA / HANS CHRISTIAN ANDERSEN E LE DUE CITTÀ DELLA SUA VITA (1): LA PICCOLA ODENSE E LA COSMOPOLITA COPENAGHEN  
 
Odense, la città natale, e Copenaghen, la città d’adozione, hanno avuto un’importanza straordinaria per la crescita umana e professionale di Hans Christian Andersen. La prima piccola e provinciale, con la sua tradizione narrativa orale e le antiche tradizioni popolari. La seconda proiettata nella modernità con la sua cultura di libri e personaggi importanti. Lo stesso Andersen, nell’autobiografia della sua infanzia (pubblicata nel 1926), pone l’accento su quanto peso abbia avuto nella sua carriera la possibilità di venire a contatto con usi e costumi popolari, sconosciuti nella cosmopolita Copenaghen, fondamentali stimoli per lo sviluppo della sua immaginazione. Altrettanto importante è stata la presenza di un teatro a Odense (all’epoca, a parte Copenaghen, Odense era l’unica città all’epoca ad avere un teatro). Probabilmente se Hans Christian fosse nato in qualsiasi altra città di provincia non sarebbe diventato il grande autore che è stato, in quanto non avrebbe messo piede in un teatro e quindi maturato la certezza della sua vocazione artistica. La sua terra Natale gli ha ispirato personaggi quali ‘La Sirenetta’, ‘Il Brutto anatroccolo’ e altri; d’altronde la Fionia, appellata “giardino di Danimarca” per le sue bellezze naturali e i fiabeschi manieri non può che ispirare fiabe. In una tappa a Odense per respirare l’ambiente in cui passò l’infanzia lo scrittore si possono visitare le chiese di S. Hans e di S. Knud, dove Andersen ricevette rispettivamente il Battesimo e la Confermazione, la sua casa natale, divenuta nel 1905, in occasione dei cento anni dello scrittore, il Museo di Andersen, la casa della sua infanzia in Munkemøllestræde e anche la scuola dei poveri che l’artista frequentò. Andersen lasciò la sua città a 14 anni per cercar fortuna a Copenaghen, ma tornò spesso a Odense. Andersen racconta così il suo primo incontro con l’amata città: “Lunedì mattina, il 6 settembre, nel 1819, dall’alto di Frederiksberg vidi Copenaghen per la prima volta”. Non avendo i soldi per il biglietto dell’autobus era, infatti, stato fatto scendere sulle colline di Frederiskberg, prima di entrare in città. Oggi Bakkehuset, vicino alla Carlsberg Brewery, è divenuta il museo degli scrittori dell’epoca d’oro: è aperto al pubblico e si presenta con lo stesso aspetto che aveva all’epoca. C’è anche la possibilità di ammirare il palazzo di Frederiksberg, che, fin dai tempi del giovane Andersen, s’erge fra due storici parchi: Søndermarket e i giardino di Frederiksberg, sui cui canali è possibile andare in barca d’estate, serpeggiando sotto i caratteristici ponti e costeggiando i graziosi padiglioni. Seguendo i passi dello scrittore, oltrepassato l’ottagono della chiesa di Frederiksberg, si prosegue per Frederiksberg Alle giungendo alla ‘Colonna della libertà’, un obelisco alto 20 metri, eretto nel 1797 per commemorare la liberazione nel 1788 dei contadini dall’oppressione feudale. Oggi è posta di fronte alla stazione Centrale. A pochi passi si trovava Vesterport, la porta della città. All’inizio alloggiò alla locanda Gardergården al numero 18 di Vestergade, la più economica della città. Vestergade si presenta ancora oggi con le stesse fattezze con cui gli si mostrò: stretta fra antichi palazzi, serpeggia fino alla più antica piazza della città – Gammeltorv. Anche la locanda si presenta come all’ora, ma da tempo non apre più le sue porte agli avventori. Una ristretta cerchia di artisti si impegnarono ad aiutarlo e istruirlo. Fra questi c’era Weyse, il compositore che abitava in Kronprinsessegade: al numero 8 si può ancora ammirare la bella casa neoclassica, costruita dirimpetto a Kongens Have – i Giardini Reali – il più antico parco di Copenaghen, da dove è possibile ammirare il piccolo castello di Rosenborg che custodisce i gioielli reali. Non esiste più, invece, la casa in cui Hans Christian poté andare a vivere dopo aver ricevuto la rendita mensile dei sui nuovi angeli custodi. La sua prima apparizione sul palco avvenne in occasione della messa in scena dell’Armida. Il programma dell’Armida e altri ricordi dello scrittore sono in mostra al museo del teatro, che ha sede in quello che all’epoca era il Teatro di Corte (sede della scuola di ballo) posto sopra le scuderie reali nella parte antica del palazzo Christiansborg. In quegli anni abitava al 20 di Dybensgade, nella casa che ancora si trova all’angolo di Nikolajgade, poco distante dalla chiesa di Nikolaj. Volendo visitare ogni luogo in cui visse non si può mancare di passare alla a Slagelse, una cittadina nella Selandia occidentale dove si trovava la scuola in cui venne mandato a studiare. L’anno del diploma studiò con un precettore nell’amata Copenaghen. Alloggiava in una stanza in Vingårdstræde 6, in una traversa di Kongens Nytorv: la casa era conosciuta come la vigna di re Hans ed è uno dei pochi edifici medievali della città. Andersen alloggiava nella piccola stanza del sottotetto, in uno dei due piani che vennero aggiunti nell’Ottocento. Anche dopo che la sua carriera di scrittore aveva finalmente preso il via, continuò a non avere una residenza fissa: viveva a Copenaghen, ma viaggiava molto e preferiva non essere vincolato a una sede cui fare ritorno, per non spendere soldi per l’affitto durante la sua assenza. Ogni volta s’era spostato di poco, rimanendo sempre nello stesso quartiere, nelle vicinanze di Kongens Nytorv. Continuando il nostro percorso sui passi di Hans Christian Andersen si deve fare tappa all’Hotel du Nord, dove ora sorgono i Magasin du Nord, in cui lo scrittore alloggiò per un certo periodo. In più occasioni aveva poi vissuto all’Hotel d’Angleterre, occupando sempre le stesse due stanze numero 66. Ma l’albergo che più degli altri ebbe un ruolo importante nella vita di Hans Christian fu l’Hotel Royal: nella neoclassica costruzione a Ved Stranden 18 si dissolsero i sogni d’amore di Andersen, che per ben due volte era stato respinto dalle uniche donne che avrebbe mai amato. Attratto dalla vita del canale e dal movimento di barche e pescherecci, più volte scelse di abitare a Nyhavn, in tre differenti abitazioni: nel 1834 era stato nella rossa costruzione al n. 20, dove iniziò a scrivere le sue prime fiabe per l’infanzia; dal 1848 aveva preso alloggio sulla riva sud del canale, al secondo piano del n. 67, in un’alta casa, bianca e stretta, che oggi porta una targa in memoria del poeta che per 17 anni la occupò, nonostante i rumorosi vicini e la chiassosa taverna del piano inferiore; dal 1871 fino a poco prima della sua morte aveva vissuto al n. 18, dove molte personalità della Danimarca e del mondo intero avrebbero portato i propri omaggi all’anziano poeta, ormai celebre in ogni dove. Nel 1866 per la prima volta andò a vivere da solo in un suo appartamento. L’alloggio era al terzo piano della casa d’angolo fra Lille Kongensgade e Kongens Nytorv, dove ora c’è il ristorante Stephan à Porta. Andersen frequentava sempre il Cafè à Porta, che attualmente si trova vicino ai Magasin du Nord. Oggi la strada che costeggia il porto è un luogo molto popolare con caffè all’aperto, bar e ristoranti. Altri luoghi importanti per Hans Christian, uomo e artista, furono senza dubbio le abitazioni delle tre famiglie che maggiormente gli furono vicine. Al n.9 di Amaliegade abitava la famiglia di Jonas Collin, l’uomo che fece da secondo padre al giovane scrittore; a Tordenskjoldsgade 1 alloggiavano gli Henriques, in una casa che ancora si nota per le ricche decorazioni della facciata; al secondo piano della casa in Højbro Plads 21, all’angolo di Fortunstræde, abitavano, invece, i Melchior: la signora Melchior sarebbe stata una grande amica del poeta e si sarebbe presa cura di lui negli ultimi giorni di vita. Andersen morì proprio nella residenza estiva dei Melchior a Relighed nella rurale Østerbro. Seguendo i percorsi abituali di Andersen non si può non giungere al nuovo Teatro Casino in Amaliegade: era il primo teatro privato di Copenaghen e i proprietari erano più liberali dell’autocratico Teatro Reale e più disposti a lasciare spazio al lavoro del narratore danese. Era solito spendere molto tempo nella biblioteca universitaria, all’ultimo piano del Rundetårn – la torre rotonda - il notevole osservatorio astronomico del diciassettesimo secolo: alto 35 metri e con una pregevole rampa a spirale è il più antico osservatorio astronomico ancora in funzione. Il bibliotecario era concittadino di quel ragazzo, così povero da muoverlo a compassione, tanto da permettergli di portare i libri a casa. Ancora oggi la torre è aperta al pubblico e dall’alto si ha la possibilità di vedere l’intera Copenaghen e i suoi sobborghi; inoltre la sua grande rampa a spirale ospita ogni anno una corsa di monocicli. La biblioteca era nella stessa via dove anni dopo si sarebbe trovato l’editore delle opere di Andersen. La strada si chiama Købmagergade. Ma è stato Andersen in persona a suggerire i percorsi da seguire per le vie di Copenaghen: il suo primo pezzo pubblicato, Fodreise fra Holmens Canal til Østpynten af Amager i årene 1828 og 1829 (Un viaggio a piedi da Holmens Canal al punto orientale di Amager negli anni 1828 e 1829), era la descrizione di una passeggiata per le vie di Copenaghen: ancora oggi è possibile seguire l’itinerario e visitare i luoghi che ispirarono la fantasia dell’artista. I giardini di Tivoli diedero lo spunto per una delle sue più famose fiabe: ‘L’usignolo’ s’ispira a uno spettacolo cui Andersen aveva assistito proprio nel giardino oggi famoso come parco delle fiabe. Tivoli avrebbe ripagato il poeta con la costruzione del castello di Hans Christian Andersen, di un negozio che porta il nome dell’artista e di una serie di produzioni e spettacoli a lui dedicati. Hans Christian Andersen morì nel 1875, all’età di 70 anni. I suoi funerali ebbero luogo nella cattedrale di Vor Frue, a Copenaghen, e il corpo venne tumulato all’Assistens Kierkegaard, dove riposano molte celebrità danesi. Al celebre poeta Copenaghen ha dedicato una strada, H.C. Andersen Boulevard, e due statue: la prima, in Kongens Have, ritrae l’artista seduto con un mantello sulle spalle e un libro in mano; la seconda è posta dirimpetto a H.C.Andersens Boulevard e mostra la caratteristica immagine di Andersen con il cilindro. Più famosa delle statue dello scrittore è, invece, la statua della Sirenetta, realizzata nel 1913 in memoria della sfortunata protagonista dell’omonima fiaba. www.hca2005.com    
   
   
DANIMARCA / HANS CHRISTIAN ANDERSEN E LE DUE CITTÀ DELLA SUA VITA (2): LA MERAVIGLIOSA COPENAGHEN  
 
Nonostante fosse venuto alla luce a Odense, in Fionia, Hans Christian Andersen (1805-1875) sentì da subito che il destino lo avrebbe portato a Copenaghen. E fin da bambino sognò di trasferirvisi. Fu così che la mattina di lunedì 6 settembre 1819 toccò il sospirato suolo della capitale danese, povero e indifeso, ricco solo della propria tenacia e dei suoi 14 anni. Copenaghen ricambiò tanta passione dandogli cultura, ispirazione e i suoi migliori amici, oltre alle più importanti occasioni di crescita. Grazie all’eccellente grado di conservazione di gran parte del centro storico di Copenaghen, è ancora oggi possibile visitare i paesaggi e gli spazi che gli attenti occhi di Andersen hanno osservato e raccontato. Seguendo le tracce del grande narratore si possono ripercorrere le strade che quotidianamente lo conducevano a teatro, al caffè, a casa, dagli amici… Benché la capitale della Danimarca sia diventata una città moderna e funzionale, lo stesso Andersen non avrebbe problemi a ritrovare e riconoscere tutti gli ambienti in cui visse: il Teatro Reale ancora ospita gli spettacoli delle compagnie danesi, i caffè ancora servono la calda bevanda  e le locande ancora aprono le proprie porte agli avventori. L’aspetto dei quartieri che frequentava è rimasto pressoché immutato, con le sue strade strette, i pittoreschi canali e le caratteristiche facciate degli edifici. È lo stesso Andersen a raccontarci il suo primo incontro con l’amata città attraverso le pagine della sua autobiografia, La favola della mia vita. “Lunedì mattina, il 6 settembre, nel 1819, dall’alto di Frederiksberg vidi Copenaghen per la prima volta”. Non avendo i soldi per il biglietto dell’autobus era, infatti, stato fatto scendere sulle colline di Frederiskberg, prima di entrare in città. In tasca solo una sudata moneta risparmiata, mettendo da parte scellino su scellino. Anni dopo, ormai noto scrittore, era solito tornare su queste colline, ospite della casa del poeta Kund Rahbek, Bakkehuset – casa sulla collina – per intrattenere una ristretta cerchia d’artisti che influenzarono i suoi scritti. Oggi Bakkehuset, vicino alla Carlsberg Brewery, è divenuta il museo degli scrittori dell’epoca d’oro: è aperto al pubblico e si presenta con lo stesso aspetto che aveva all’epoca. C’è anche la possibilità di ammirare il palazzo di Frederiksberg, che, fin dai tempi del giovane Andersen, s’erge fra due storici parchi: Søndermarket e i giardino di Frederiksberg, sui cui canali è possibile pattinare d’inverno e andare in barca d’estate, serpeggiando sotto i caratteristici ponti e costeggiando i graziosi padiglioni. In quegli anni la collina si chiamava Solbjerg – montagna del sole - e nel giorno di Pentecoste i danesi erano soliti recarvisi per vedere sorgere il sole. Ma ora ritorniamo sui passi del giovane Andersen, che abbiamo lasciato nei giardini di Frederiksberg ad ammirare dall’alto le guglie della capitale. Oltrepassato l’ottagono della chiesa di Frederiksberg, aveva proseguito per Frederiksberg Alle giungendo alla colonna della libertà, un obelisco alto 20 metri, eretto nel 1797 per commemorare la liberazione nel 1788 dei contadini dall’oppressione feudale. Oggi è posta di fronte alla stazione Centrale. A pochi passi si trovava Vesterport, la porta della città. Intorno agli anni 20 dell’ottocento, durante l’età d’oro della Danimarca, l’età romantica e della rinascenza dell’arte e della cultura danese, la porta veniva chiusa ogni notte e le chiavi venivano consegnate direttamente al re, custode e guida della città. In quegli anni Vesterport si trovava dove è ora ubicata Rådhuspladsen. Durante il viaggio in autobus, al futuro scrittore era stato suggerito di alloggiare alla locanda Gardergården al numero 18 di Vestergade, la più economica della città. Vestergade si presenta ancora oggi con le stesse fattezze con cui gli si mostrò: stretta fra antichi palazzi, serpeggia fino alla più antica piazza della città – Gammeltorv. Anche la locanda si presenta come all’ora, ma da tempo non apre più le sue porte agli avventori. Depositati i bagagli si era precipitato verso l’oggetto dei suoi sogni: il Teatro Reale. Quello che è possibile visitare oggi non è la sobria costruzione in stile neoclassico di quell’epoca: il teatro venne, infatti, ricostruito nel 1874. Forte di una lettera di presentazione, il giovane Hans Christian aveva pensato di accedere al mondo del teatro come ballerino con l’aiuto di Madame Schall, una ballerina del Teatro Reale. La casa di Madam Schall, in Bredgade al numero 19, ancora esiste, ma ha subìto notevoli trasformazioni. Fallito il tentativo di intraprendere la carriera di ballerino, senza successo aveva cercato di entrare nelle grazie del direttore del Teatro. Questi però dichiarò Andersen “troppo esile per il teatro”. Dopo 12 disperati giorni, essendo ormai allo stremo delle forze, aveva deciso di contattare Siboni, il maestro del coro del Teatro, grazie al quale sarebbe riuscito a trovare protezione presso una ristretta cerchia di artisti che si sarebbero impegnati ad aiutarlo e istruirlo. Fra questi c’era Weyse, il compositore che abitava in Kronprinsessegade: al numero 8 si può ancora ammirare la bella casa neoclassica, costruita dirimpetto a Kongens Have – i Giardini Reali – il più antico parco di Copenaghen, da dove è possibile ammirare il piccolo castello di Rosenborg che custodisce i gioielli reali. Non esiste più, invece, la casa in cui Hans Christian poté andare a vivere dopo aver ricevuto la rendita mensile dei suoi nuovi angeli custodi. Nonostante l’impegno sia nella scuola di ballo del teatro, sia come cantante sotto la guida del maestro del coro, la sua carriera in teatro non prese mai veramente il via; vi aveva lavorato come valletto, fattorino, guerriero e pastore. La sua prima apparizione sul palco era avvenuta in occasione della messa in scena dell’Armida, il balletto in cui debuttò anche Johanne Luise Heiberg, la più grande attrice di quell’epoca. Nelle sue memorie scrive “di notte portai il programma a letto con me, mi stesi e lessi il mio nome alla luce della candela – in breve, ero felice”. Il programma dell’Armida e altri ricordi dello scrittore sono in mostra al museo del teatro, che ha sede in quello che all’epoca era il Teatro di Corte – sede della scuola di ballo – posto sopra le scuderie reali nella parte antica del palazzo Christiansborg. In quegli anni abitava al 20 di Dybensgade, nella casa che ancora si trova all’angolo di Nikolajgade, poco distante dalla chiesa di Nikolaj. Nel 1822 però il teatro non ebbe più lavoro per lui e lo espulse. A questo punto aveva deciso di dedicarsi alla scrittura e, appoggiato da alcuni sostenitori del suo talento, era riuscito a pubblicare il primo libro. Jonas Collin, della direzione del teatro, aveva quindi deciso di mandarlo alla scuola di grammatica per istruirlo e dargli modo di coltivare il suo talento. La scuola era fuori Copenaghen, a Slagelse, una cittadina nella Selandia occidentale. Gli anni che passò qui furono anni di sofferenza e umiliazioni, le stesse che avrebbe dovuto subire durante le feste natalizie a palazzo Amalienborg, l’attuale residenza invernale della famiglia reale: durante l’annuale ballo di Natale passò la serata dietro una tenda, vergognandosi degli inadeguati abiti indossati. Anni dopo Andersen sarebbe stato un assiduo frequentatore di palazzo Amalienborg, ospite del re. L’anno del diploma aveva studiato con un precettore ed era quindi ritornato nell’amata Copenaghen. Alloggiava in una stanza in Vingårdstræde 6, in una traversa di Kongens Nytorv: la casa era conosciuta come la vigna di re Hans ed è uno dei pochi edifici medievali della città. Andersen alloggiava nella piccola stanza del sottotetto, in uno dei due piani che vennero aggiunti nell’Ottocento. Anche dopo che la sua carriera di scrittore aveva finalmente preso il via, continuò a non avere una residenza fissa: viveva a Copenaghen, ma viaggiava molto e preferiva non essere vincolato a una sede fissa cui fare ritorno, per non spendere soldi per l’affitto durante la sua assenza. Ogni volta s’era spostato di poco, rimanendo sempre nello stesso quartiere, nelle vicinanze di Kongens Nytorv, la piazza al cui centro è posta la statua di re Christian V, intorno alla quale oggigiorno gli studenti danzano dopo aver passato gli esami. Continuando il nostro percorso sui passi di Hans Christian Andersen si deve fare tappa all’Hotel du Nord, dove ora sorgono i Magasin du Nord, in cui lo scrittore alloggiò per un certo periodo. In più occasioni aveva poi vissuto all’Hotel d’Angleterre, occupando sempre le stesse due stanze numero 66. Ma l’albergo che più degli altri ebbe un ruolo importante nella vita di Hans Christian fu l’Hotel Royal: nella neoclassica costruzione a Ved Stranden 18 si dissolsero i sogni d’amore di Andersen, che per ben due volte era stato respinto dalle uniche donne che avrebbe mai amato. Attratto dalla vita del canale e dal movimento di barche e pescherecci, più volte scelse di abitare a Nyhavn, in tre differenti abitazioni: nel 1834 era stato nella rossa costruzione al n. 20, dove iniziò a scrivere le sue prime fiabe per l’infanzia; dal 1848 aveva preso alloggio sulla riva sud del canale, al secondo piano del n. 67, in un’alta casa, bianca e stretta, che oggi porta una targa in memoria del poeta che per 17 anni la occupò, nonostante i rumorosi vicini e la chiassosa taverna del piano inferiore; dal 1871 fino a poco prima della sua morte aveva vissuto al n. 18, dove molte personalità della Danimarca e del mondo intero avrebbero portato i propri omaggi all’anziano poeta, ormai celebre in ogni dove. Nel 1866 per la prima volta era andato a vivere da solo in un suo appartamento. L’alloggio era al terzo piano della casa d’angolo fra Lille Kongensgade e Kongens Nytorv, dove ora c’è il ristorante Stephan à Porta. Andersen frequentava sempre il Cafè à Porta, che attualmente si trova vicino ai Magasin du Nord. Oggi la strada che costeggia il porto è un luogo molto popolare con caffè all’aperto, bar e ristoranti. Altri luoghi importanti per Hans Christian, uomo e artista, furono senza dubbio le abitazioni delle tre famiglie che maggiormente gli furono vicine. Al n.9 di Amaliegade abitava la famiglia di Jonas Collin, l’uomo che fece da secondo padre al il giovane scrittore; a Tordenskjoldsgade 1 alloggiavano gli Henriques, in una casa che ancora si nota per le ricche decorazioni della facciata; al secondo piano della casa in Højbro Plads 21, all’angolo di Fortunstræde, abitavano, invece, i Melchior: la signora Melchior sarebbe stata una grande amica del poeta e si sarebbe presa cura di lui negli ultimi giorni di vita. Andersen morì proprio nella residenza estiva dei Melchior a Relighed nella rurale Østerbro. Seguendo i percorsi abituali di Andersen non si può non giungere al nuovo Teatro Casino in Amaliegade: era il primo teatro privato di Copenaghen e i proprietari erano più liberali dell’autocratico Teatro Reale e più disposti a lasciare spazio al lavoro del narratore danese. Era solito spendere molto tempo nella biblioteca universitaria, all’ultimo piano del Rundetårn – la torre rotonda - il notevole osservatorio astronomico del diciassettesimo secolo: alto 35 metri e con una pregevole rampa a spirale è il più antico osservatorio astronomico ancora in funzione. Il bibliotecario era concittadino di quel ragazzo così povero da muoverlo a compassione, tanto da permettergli di portare i libri a casa. Tuttora la torre è aperta al pubblico e dall’alto si ha la possibilità di vedere l’intera Copenaghen e i suoi sobborghi; inoltre la sua grande rampa a spirale ospita ogni anno una corsa di monocicli. La biblioteca era nella stessa via dove anni dopo si sarebbe trovato l’editore delle opere di Andersen. La strada si chiama Købmagergade. Ma è stato Andersen in persona a suggerire i percorsi da seguire per le vie di Copenaghen: il suo primo pezzo pubblicato, Fodreise fra Holmens Canal til Østpynten af Amager i årene 1828 og 1829 (Un viaggio a piedi da Holmens Canal al punto orientale di Amager negli anni 1828 e 1829), era la descrizione di una passeggiata per le vie di Copenaghen: ancora oggi è possibile seguire l’itinerario e visitare i luoghi che ispirarono la fantasia dell’artista. I giardini di Tivoli diedero lo spunto per una delle sue più famose fiabe: ‘L’usignolo’ s’ispira a uno spettacolo cui Andersen aveva assistito proprio nel giardino oggi famoso come parco delle fiabe. Tivoli avrebbe ripagato il poeta con la costruzione del castello di Hans Christian Andersen, di un negozio che porta il nome dell’artista e di una serie di produzioni e spettacoli a lui dedicati. Hans Christian Andersen morì nel 1875, all’età di 70 anni. I suoi funerali ebbero luogo nella cattedrale di Vor Frue, a Copenaghen, e il corpo venne tumulato all’Assistens Kierkegaard, dove riposano molte celebrità danesi. Le belle tombe del periodo neoclassico e le rare specie arboree attraggono ogni giorno tanti danesi e altrettanti turisti, che qui possono leggere le parole che lo stesso Andersen aveva voluto scrivere sulla propria lapide: “La nostra vita terrena è il seme dell’eternità. Il nostro corpo muore, ma l’anima non può morire mai”. Al celebre poeta Copenaghen ha dedicato una strada, H.C. Andersen Boulevard, e due statue: la prima, in Kongens Have, ritrae l’artista seduto con un mantello sulle spalle e un libro in mano; la seconda è posta dirimpetto a H.C.Andersen Boulevard e mostra la caratteristica immagine di Andersen con il cilindro. Più famosa delle statue dello scrittore è, invece, la statua della Sirenetta, realizzata nel 1913 in memoria della sfortunata protagonista dell’omonima fiaba. www.hca2005.com    
   
   
DANIMARCA / HANS CHRISTIAN ANDERSEN E LE DUE CITTÀ DELLA SUA VITA (3): ANNIVERSARIO 2005  
 
Già da aprile 2004 a Copenaghen sarà possibile visitare la nuova casa dedicata a Hans Christian Andersen. Il museo è stato pensato per permettere alle future generazioni di rivivere le storie dei personaggi più famosi del narratore danese. Aprirà vicino alla strada pedonale, Strøget, e offrirà una serie di mostre interattive, letture, rappresentazioni ed esposizioni che riporteranno in vita la magia delle fiabe di Andersen e della vita dello autore stesso. Si chiamerà museo delle fiabe. Oltre al manoscritto originale della fiaba La pietra filosofale, del valore di 3 milioni di corone danesi, offrirà un gran numero di divertimenti legati allo scrittore e pensati per tutta la famiglia. Per vivere la Copenaghen di H.C. Andersen si può anche decidere di fare il giro in bicicletta proposto da City Safari che passa per la maggior parte dei siti legati al narratore. Il tour dura circa quattro ore e mezza e costa 350 corone danesi, incluso il pranzo e il noleggio della bicicletta. La City Safari (tour in bicicletta, www.citysafari.dk) propone questa particolare iniziativa da maggio alla fine di settembre. Ma moltissini sono i luoghi che meritano di essere visitati seguendo le orme di Andersen, eccone alcuni che consentono una visita virtuale in attesa di partire alla volta della Danimarca: Teatro Reale www.kgl-teatre.dk  - Giardini di Tivoli www.tivoli.dk  - Museo Bakkehus (Frederiksberg) www.bakkehusmuseet.dk  - Rundetårn (Torre Rotonda) www.rundetaarn.dk  - Café à Porta www.cafeaporta.dk www.hca2005.com    
   
   
SLOVENIA / TRENO D’EPOCA  
 
TGV, Alta Velocità: il treno si adegua alla fretta dei tempi e cerca di competere in rapidità con gli aerei, correndo sempre più forte per accorciare tempi e distanze. Ma non tutti cercano la velocità, in particolare quanti si muovono per turismo e vorrebbero magari cominciare a farlo fin dalla partenza e durante il tragitto, e non solo una volta arrivati a destinazione. Ecco allora chi rimpiange le sbuffanti locomotive del passato, con l’odore di fuliggine e di carbone bruciato, che consentivano di ammirare e di apprezzare le variazioni del paesaggio, scendendo ad ogni stazione per sgranchirsi le gambe e scattare una foto. Gli appassionati di questo modo di viaggiare che risiedono o fanno vacanza in Friuli – Venezia Giulia e in Slovenia hanno a disposizione una magnifica occasione:  nelle domeniche del 24 aprile, 1 e 29 maggio, 12 e 26 giugno, 10 e 24 luglio, 7, 15 e 21 agosto, 4 e 18 settembre  parte al mattino dalla stazione di Gorizia un treno storico a vapore con destinazione Bled in Slovenia, la più nota e attrezzata località turistica della Slovenia continentale, affacciata sull’omonimo romantico lago alpino. Il treno, formato da carrozze d’epoca inizi 900 e trainato da una locomotiva a vapore del Museo Ferroviario di Lubiana, percorre un tratto della storica “Ferrovia Transalpina”, inaugurata nel 1906 dall’arciduca Francesco Ferdinando (ucciso poi a Sarajevo nel 1914 nell’attentato che provocò la prima guerra mondiale) per collegare Vienna e l’Europa centrale all’Adriatico e al porto di Trieste. La costruzione di questa linea ferroviaria, per i mezzi e la tecnologia allora disponibili, si rivelò assai complessa e richiese numerose quanto ardite opere di ingegneria come gallerie, ponti e viadotti che l’hanno resa famosa.  Per tutti si possono ricordare il ponte di Solkan/Salcano la cui arcata in pietra di 85 metri è ancora oggi la maggiore del mondo, e la galleria di Podbrdo/Piedicolle, un traforo sotto le Alpi Giulie lungo oltre 6 chilometri. Il mutare del quadro geopolitico ha fatto decadere nel tempo l’importanza commerciale di questa linea, che oggi rinasce come ferrovia turistica per collegare Austria, Slovenia e Italia. Il treno parte alle 8,05 da Gorizia, fa sosta a Nova Gorica, in territorio sloveno, quindi percorrendo con una sosta a Most na Soci le suggestive vallate dei fiumi Isonzo e Sava, arriverà a Bled alle 10,42, dove attende il viaggiatore la visita guidata al castello medievale che sovrasta a picco il paese, e che proprio lo scorso anno ha celebrato i suoi mille anni di storia, e il pranzo in un ristorante sul lago. Il rientro è previsto per le 17, con arrivo a Gorizia alle 19,30. Personale di bordo in divisa d’epoca, carrozza postale con annullo speciale e presenza di un duo di fisarmoniche con canti e musica tradizionale. La quota, pranzo compreso,  per gli adulti è di 75 euro, 39 per i ragazzi da 12 a 16 anni, 29 per i bambini da 6 a 11, gratis sotto i 6 anni. Informazioni e prenotazioni presso l’agenzia viaggi slovena Club, organizzatrice dell’iniziativa in collaborazione con Trenitalia e le Ferrovie Slovene, e-mail club.ta@siol.net  oppure presso le agenzie turistiche del nord-est.  
   
   
SLOVENIA / UNA GIOVANE NAZIONE DOVE SI PUò PEDALARE UN PO’ OVUNQUE  
 
L’estrema varietà ambientale, che alterna montagne, mare, colline, pianure, laghi e fiumi e la più estesa superficie boscata dell’Europa continentale, unita a distanze sempre relativamente ravvicinate, a un traffico limitato e a un inquinamento fortunatamente ancora assai contenuto, quando non del tutto assente, fanno della Slovenia un luogo ideale per la pratica del ciclismo, e del cicloturismo in particolare.  In questa giovane nazione si può pedalare un po’ ovunque e in ogni genere di ambiente, utilizzando sia bici normali, da corsa oppure mountain bike: tutte le maggiori città dispongono infatti di piste ciclabili riservate, in qualche caso anche dotate di appositi semafori;  nei principali luoghi di villeggiatura, nonché nei campeggi, esistono centri e negozi specializzati di assistenza e noleggio, che dispongono di guide e organizzano escursioni anche con automezzi di appoggio; diversi enti del turismo locali dispongono di cartine con indicati i percorsi cicloturistici segnalati sul terreno; la rete stradale extraurbana, quando non dispone di piste riservate, è in genere buona e poco trafficata.  Per quanto riguarda poi strade secondarie, sterrate e strade forestali, lo sviluppo della rete di sentieri ciclabili non può essere paragonato a quello esistente in nessun altro stato europeo. In pratica soltanto i sentieri del parco nazionale del Triglav sono interdetti ai ciclisti. In Slovenia si può scegliere di pedalare in ogni tipo di ambiente:  sui sentieri alpini fino a 1500-1700 metri, lungo i torrenti di montagna, sugli altipiani pietrosi del Carso, lungo la riva dell’Adriatico, tra i campi coltivati della pianura centrale e orientale o tra le colline ricoperte da boschi e da vigneti, così per sport e per salute oppure per scoprire un patrimonio naturale e culturale davvero rilevante, utilizzando un mezzo sicuramente non invasivo ed a misura d’uomo. Pedalando in questo paesaggio rilassante e bucolico incontrerete inevitabilmente prima o poi un bosco con alberi secolari, un castello, una chiesa antica, una grotta, un impianto termale, un laghetto, un vigneto con i suoi spaventapasseri, una fattoria agrituristica. Si può salire in bici fino ai 1.611 m del Vrsic, il passo alpino più alto della Slovenia, oppure pedalare per chilometri nelle gallerie della miniera abbandonata di piombo nelle viscere del monte Peca, nelle Caravanche. E per raggiungere il luogo di partenza potrete sempre utilizzare il treno, caricando le bici nel bagagliaio. Tanto per fare capire quanto sia diffuso e praticato il ciclismo in Slovenia ricorderemo che da queste parti passa l’Euro Velo, il sentiero ciclabile destinato a collegare il mar Baltico con l’Adriatico, che sul massiccio del Pohorje, all’arrivo della funivia da Maribor, esiste il villaggio ciclistico Martin dello Sporti Center (jelka.roskar@sk-branik.si, www.pohorje.org), che dispone di pensione, campeggio, centro di noleggio, manutenzione e guide sui 50 km di carreggiate e di una pista di discesa protetta di 4 km, e che infine sulla catena alpina delle Caravanche, verso il confine con l’Austria, si trova il Mountain Bike Park (krnes@sgn.net, http://www.mtbpark.com ), un albergo club specializzato in programmi e in attività di ciclismo e di avventura in montagna, punto di ritrovo per i mountain biker sloveni e non, che mette a disposizione una rete di 75 km di sentieri segnalati fino a 1.700 m di altezza; un weekend con due mezze pensioni e sauna costa 42 euro. Per fare conoscere anche all’estero le enormi possibilità di pratica del cicloturismo, l’Ente sloveno per il Turismo ha pubblicato in italiano l’opuscolo “La Slovenia in bicicletta” che descrive, fornendo indicazioni, caratteristiche, foto e indirizzi, gli itinerari che possono essere compiuti in 12 comprensori della Slovenia, dalle Alpi Giulie al Carso adriatico fino alle colline pannoniche. Tale opuscolo può essere richiesto gratuitamente all’Ufficio del Turismo Sloveno in Italia,info@slovenia-tourism.it  www.slovenia.info/bicycling  
   
   
ISRAELE / NUOVO MUSEO DELLA SHOà A GERUSALEMME  
 
Oltre trenta Capi di Stato e delegati dei Ministeri esteri provenienti da tutto il mondo unitamente a rappresentanti di tutte le maggiori confessioni religiose hanno presenziato, il 15 e 16 marzo, all’inaugurazione del nuovo museo storico che Yad Vashem dedica alla ricostruzione della tragedia della Shoà. Il nuovo museo storico dell’Olocausto è stato inaugurato alla presenza di Moshe Katzav, Presidente d’Israele, del Primo Ministro Ariel Sharon e del Ministro dell’Educazione Livnat. Dieci anni di lavoro e una superficie di 4200 metri quadri: questi gli impressionanti numeri che hanno portato all’inaugurazione di un museo interattivo pensato per raccontare la storia non soltanto delle vittime della tragedia della Shoà come un’unica entità quanto di quei singoli individui ciascuno dei quali porta con sé una storia e una dimensione unica e personale. Il nuovo padiglione dei Nomi delle Vittime insieme con una collezione artistica propria del periodo dell’olocausto, un centro per la riproduzione di materiale visivo, un centro di studio e apprendimento della storia della Shoà saranno collocati all’interno del nuovo museo. Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, i presidenti di Albania, Bosnia e Herzegovnia. Croazia, Lituania. Polonia, Serbia e Montenegro, Svizzera, nonché i capi di Stato di Gran Bretagna, Francia, Svezia, Italia, Olanda, Belgio, Danimarca e Romania. Presente anche un rappresentante del Vaticano. Mercoledì 16 marzo nel padiglione dei Nomi delle Vittime alla presenza della delegazione internazionale, del Presidente d’Israele e del Capo della Corte Suprema, si è svolta una speciale cerimonia per “ricordare il passato costruendo il futuro” come ha ricordato il direttore dello Yad Vashem, Avner Shalev, “lottando insieme per i diritti umani e la democrazia”. Il nuovo museo sarà aperto al pubblico alla fine del mese di marzo. www.yadvashem.org/new_museum/overview.html   -  www.ilpaesechenonsai.it   
   
   
REPUBBLICA DOMINICANA / NUOVA IMMAGINE PER LE DESTINAZIONI TURISTICHE DOMINICANE SOSÚA E CABARETE  
 
L’Associazione degli Hotel e dei Ristoranti di Sosúa e Cabarete ha recentemente presentato la campagna promozionale legata al nuovo logo e a una nuova immagine congiunta delle due famose destinazioni situate lungo le coste Nord della Repubblica Dominicana. Nel corso della presentazione, il direttore esecutivo dell’associazione, Xiomara De Simone, ha parlato del concept del nuovo logo e del nuovo sito internet. Il nuovo logo è il frutto di uno studio mirato e la scelta dei colori è stata effettuata con l’obiettivo di comunicare lo spirito della Repubblica Dominicana e di queste due destinazioni turistiche. In particolare: il rosso riprende uno dei colori della bandiera dominicana e rievoca l’energia, il calore, l’allegria e la vitalità del suo popolo. Il giallo identifica il sole e sabbia dorata delle sue meravigliose spiagge. L’azzurro rappresenta un altro colore della bandiera, il mare e il cielo. Il verde è emblematico della natura incontaminata, dell’attenzione per l’ambiente e della grande varietà della flora del Paese. Anche il bianco è uno dei colori della bandiera e rappresenta il candore delle isole dei Caraibi. Il pay-off “Go Fun Sosúa Cabarete” vuole comunicare che entrambe le località sono la meta ideale per fare una salutare vacanza piena di vita. Le due destinazioni sono rappresentative dello spirito e della cultura dominicani e questi dati sono molto importanti per chi desidera incontrare veramente ciò che caratterizza il Paese. Nel concetto di “divertimento” legato al marchio delle due mete turistiche svolge una ruolo importante proprio il loro essere “profondamente” dominicane. A questa tipicità, si aggiunge l’ampia offerta di possibilità legate agli sport acquatici, tra cui spiccano: kite surf, surf e wndsurf a Cabarete; e la subacquea a Sosúa, che dispone per questa attività di una delle migliori spiagge di tutti i Caraibi. Cabarete è rinomata come un vero e proprio paradiso tra gli amanti del kite surf. Nel corso dell’evento è stato presentato anche il sito dedicato alle due località - www.gofun.org  – che svolgerà una funzione fondamentale nella campagna promozionale e che sarà rappresentativo dell’immagine che Sosúa e Cabarete desiderano trasmettere. Scopo del sito è anche quello di promuovere tutto il Paese e, in particolare, la Costa Nord con le sue attrattive. Durante l’evento sono state esortate tutte le realtà commerciali della zona legate al turismo a legarsi all’Associazione degli Hotel e dei Ristoranti sotto l’egida del nuovo marchio per far sì che lo sviluppo turistico riceva un input di crescita legato al nuovo progetto e che l’area sia globalmente identificabile come destino turistico di qualità.  
   
   
MAURITIUS / OFFERTA SPECIALE PER GLI AGENTI DI VIAGGIO  
 
One&Only Resorts regala agli agenti di viaggio una possibilità straordinaria e una scelta incredibile: usufruire di tariffe agevolate per andare a scoprire quattro strutture meravigliose e un’isola da sogno.  One&Only Le Saint Géran e One&Only Le Touessrok, entrambi membri della Leading Hotels of the World, e Sugar Beach Resort e Le Coco Beach, hotel fra i più noti e accoglienti di Mauritius, attendono gli addetti ai lavori per una vacanza indimenticabile, all’insegna del relax e del divertimento! OFFERTA VALIDA DAL 4 APRILE AL 4 LUGLIO 2005 - Al One&Only Le Saint Géran 100 euro per persona al giorno in camera doppia Junior Suite e 150 euro al giorno in singola con trattamento di mezza pensione. Al One&Only Le Touessrok 80 euro per persona al giorno in camera doppia Junior Suite ed 120 euro al giorno in singola con trattamento di mezza pensione. Allo Sugar Beach Resort 50,00 per persona al giorno in camera doppia e 75 euro al giorno in singola con trattamento di mezza pensione. A Le Coco Beach 40 euro per persona al giorno in camera doppia e 60 euro al giorno in singola con trattamento di mezza pensione. In tutti e quattro i resort massimo due bambini fino ai 12 anni che dividono la camera con i genitori soggiornano gratuitamente con trattamento di mezza pensione. Tutti i prezzi sono netti, per persona in trattamento di mezza pensione, tasse alberghiere e di servizio incluse. Tutte le prenotazioni saranno da effettuarsi direttamente presso il centro prenotazioni di Mauritius, redatte su carta intestata di appartenenza in inglese o francese, specificando che si tratta dell’offerta  “Interline Offer 2005” , all’indirizzo e-mail reservation.it@oneandonlyresorts.mu oppure al numero di fax 00230-4011111. Tutti i servizi sono su richiesta, da riconfermarsi al momento della prenotazione effettiva. Condizioni e tariffe sopra riportate sono applicabili soltanto ad agenti di viaggio, personale di compagnie aeree e tour operator e loro accompagnatori, occupanti la stessa camera. È richiesta una carta di credito a garanzia della prenotazione, con pagamento finale direttamente in hotel. Al momento del check-in verrà richiesta lettera di  appartenenza o biglietto da visita personale.Per ulteriori informazioni sui quattro resort, consultare i siti Internet www.oneandonlyresorts.com   www.sugarbeachresort.com  e www.lecocobeach.com    
   
   
INFORMAESTERO / OPPORTUNITA' PER GIOVANI CON ‘VAMOS A TRABAJAR’, ‘FIGLI DELLE STELLE’, ‘TOUR D’ORANGE’  
 
¡Hola! ‘Vamos a trabajar’ è una fantastica offerta di impiego per la Spagna! A Pozuelo, cittadina satellite alle porte di Madrid, si sta completando l’ampliamento di un grosso centro commerciale. Per questo motivo una nota catena di ipermercati è alla ricerca di ben cento persone da inserire nel proprio organico come commessi e venditori. La struttura è divisa in dipartimenti con una grande varietà di articoli e servizi: l’attenzione personalizzata verso il cliente è il punto di forza dell’azienda. Non è richiesta nessuna precedente esperienza, ma è comunque previsto un periodo di formazione a carico del datore di lavoro. Il contratto offerto è temporaneo e a tempo pieno. Come si può facilmente intuire l’occasione è di quelle da non perdere, e quindi il consiglio è di muoversi in fretta: i posti sembrano tanti, ma state certi che la concorrenza sarà spietata. FIGLI DELLE STELLE - Dal 24 luglio al 13 agosto le stelle vi danno appuntamento a Závadka nad Hronom, nel cuore della Slovacchia. Questa infatti è la sede prescelta per l’annuale Astronomical Youth Camp, riservato a ragazzi e ragazze dai 16 ai 24 anni, e curato da un’associazione di giovani appassionati con base in Germania. La lingua veicolare sarà l’inglese, e il programma è particolarmente allettante: sveglia a mezzogiorno, gruppi di lavoro per apprendere i primi rudimenti di astronomia, giochi, escursioni, fino al calar della sera, quando ci si dedicherà all’osservazione diretta della volta celeste, a occhio nudo o con i telescopi. Vitto e alloggio previsti in un grosso caseggiato montano (Závadka nad Hronom si trova a 700 metri sul livello del mare), il tutto a 440 euro. Se desideri partecipare, non aspettare una stella cadente: hai tempo solo fino al 15 aprile per iscriverti.  TOUR D’ORANGE - Noordwijk, tra il mese di marzo e la fine di maggio, è forse una delle località più pittoresche dell’Olanda. Situata nel centro dell’area geografica conosciuta in tutto il mondo per la produzione di bulbi, si offre in primavera in tutto il suo splendore floreale. Noordwijk è anche il punto di partenza della passeggiata cicloturistica che vi porterà fino al parco del Keukenhof: nel periodo indicato, ogni giorno si formerà un gruppo, che percorrerà i 25 coloratissimi chilometri del tragitto fra tulipani, narcisi e giacinti. Il tour è aperto a tutti; si parte con una lauta colazione che permette di accumulare le energie necessarie e fare amicizia con i compagni di avventura, e poi via, tutti in sella. Non preoccupatevi se non avete la bici al seguito, è possibile noleggiarla in loco. www.culturacdspn.it    
   
   
GERMANIA / RITI DI FINE INVERNO  
 
Ogni popolo è solito propiziare l'arrivo della primavera con riti antichissimi. Nella regione montana dell'Harz, in Germania, il compito di cacciare l'inverno è affidato alle streghe che ogni 30 aprile, nella notte di Santa Valpurga, si vedono ronzare in cielo. Un tempo questa usanza, avversata da Carlo Magno che non amava le stregonerie, era accompagnata da fuochi e sacrifici rituali, oggi è semplicemente un buon motivo per fare festa; per l'occasione molti bambini si travestono e si divertono a "spaventare" l'inverno facendo baccano. Uno dei simboli legati al ritorno della primavera più conosciuti è però il Maibaum, l'albero di maggio o palo della cuccagna. Viaggiando in Baviera, se ne trova uno in pressoché tutti i villaggi. Ogni anno viene issato nella giornata del 1 maggio dagli uomini del paese che per l'occasione indossano i tradizionali Lederhosen (calzoni di cuoio). In genere i pali sono dipinti a strisce bianche e azzurre, gli allegri colori della Baviera, e decorati con le insegne delle varie corporazioni contadine e artigianali insieme a un ciuffo e a una ghirlanda di rami d'abete in cima. Come la scelta delle decorazioni, anche quella del tronco da cui ricavare il Maibaum è frutto di regole d'antica tradizione. Nel Settecento c'era l'abitudine di rubare l'albero nei boschi demaniali, possibilmente in quelli dei comuni vicini, suscitando le ire dell'amministrazione forestale che finì addirittura per vietare i pali della cuccagna. Ma nel 1827 re Ludovico I di Baviera in persona intervenne per ripristinare l'antica usanza che è di probabile origine pagana o celtica. Fino al XIII secolo ci si limitava a salutare la primavera esponendo rami d'abete come simbolo della fertilità, poi si diffuse l'abitudine di erigere un tronco diritto privato accuratamente della corteccia in modo che il diavolo non vi si potesse celare sotto forma di insetto. Oggi la cerimonia dell'erezione dell'albero di maggio è accompagnata da pittoresche danze in costume in cui i ballerini intrecciano nastri colorati. Poi c'è la scalata del palo, appositamente rivestito di strati di sapone che ne rende difficile la conquista, alla quale partecipano i giovani più agili tra il pubblico. Chi riesce ad arrampicarsi fino in cima ha il diritto a staccare gli oggetti che sono attaccati alla ghirlanda: attrezzi per il lavoro, per la casa e golosità come salsicce campagnole e forme di formaggio. Informazioni: Germania Turismo, gntomil@d-z-t.com.  www.vacanzeingermania.com