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Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Marzo 2005
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LE AUTORITÀ REGIONALI E NAZIONALI SONO INVITATE A FARE PROPRIA LA STRATEGIA DI LISBONA  
 
Bruxelles, 21 marzo 2005 - Il 16 marzo scorso rappresentanti nazionali e regionali si sono espressi a favore di un pieno coinvolgimento nella strategia di Lisbona. Il Segretario generale del Comitato delle regioni Gerhard Stahl ha infatti affermato che la loro partecipazione sarà decisiva per il buon esito del progetto. Intervenendo a una conferenza su "Excellence in regions - regional actors driving the European Research Area" (Eccellenza delle regioni - Attori regionali che promuovono il settore della ricerca europea), Gerhard Stahl ha dichiarato che alcune Istituzioni europee e alcuni attori nazionali non gradiscono il ruolo che le autorità locali e regionali sono chiamate a svolgere affinché l'agenda di Lisbona vada a buon fine. "Sarà possibile raggiungere obiettivi comuni solo a condizione che vi sia un più stretto coordinamento fra tutti i livelli amministrativi, e che le regioni e le autorità regionali siano in grado di aumentare gli investimenti nella ricerca e nell'innovazione". Pareri analoghi sono stati espressi ad una riunione parlamentare fra eurodeputati e le controparti nazionali dedicata alla strategia di Lisbona. Gran parte degli intervenuti si è detta d'accordo sul fatto che il controllo nazionale della strategia sia un elemento essenziale per il suo successo, in quanto la maggior parte delle riforme necessarie all'agenda di Lisbona dovranno essere attuate a livello nazionale. Tuttavia, come indicato dal presidente della Camera dei deputati del Lussemburgo Lucien Weiler, alcuni Stati membri sono dell'avviso che sia necessaria una guida più chiara prima che la strategia possa essere accolta a livello nazionale. Vi sono troppi documenti ufficiali che dicono ben poco su come mettere in pratica tale strategia, ha spiegato nel suo intervento. Tutti sono stati concordi nell'affermare che non sono sufficienti i progressi per conseguire l'obiettivo dell'agenda di Lisbona di rendere l'economia europea la più competitiva al mondo entro il 2010. Se il Presidente del Parlamento europeo Josep Borrell ha descritto i risultati ottenuti finora come "a metà fra mediocri e pessimi", il Primo Ministro lussemburghese Jean-claude Juncker li ha definiti senza mezzi termini "terribili". Il Primo Ministro Juncker ha altresì rivolto un messaggio a coloro che, pur favorevoli ad uno snellimento degli obiettivi di Lisbona, parlano di nuovi settori da prendere in considerazione. "Non possiamo lasciare che la strategia diventi una sorta di albero di Natale, talmente carico elenchi con richieste di doni che i rami finiscono per cedere. Diciamo tutti che l'elenco è troppo lungo e poi abbiamo nuovi suggerimenti da proporre"! Alla conferenza su regioni e ricerca, Gerhard Stahl ha accolto con favore la relazione Kok e la richiesta in essa contenuta di far diventare la ricerca una delle massime priorità della strategia di Lisbona, ma ha anche aggiunto che il Comitato delle regioni avrebbe preferito vedere un approccio più decentralizzato. Il finanziamento comunitario alla ricerca richiede un approccio basato sulla differenziazione piuttosto che sull'armonizzazione, ha dichiarato e ha aggiunto: "Il concetto della "misura unica per tutti" non dovrebbe essere applicato indifferentemente a qualsiasi strumento e area tematica".  
   
   
DA UNO STUDIO EMERGE CHE LA MANCATA ATTUAZIONE DELL'AGENDA DI LISBONA POTREBBE COSTARE NON POCO ALL'UE  
 
Bruxelles, 21 marzo 2005 - Uno studio recente su "The economic cost of non-Lisbon" (Costo economico della mancata attuazione di Lisbona) evidenzia che qualora le riforme previste dall'agenda di Lisbona rivista non venissero realizzate, nei prossimi dieci anni questo si tradurrebbe per l'Ue in una mancata crescita del Pil pari almeno all'8 per cento. Il documento di lavoro interno riporta una panoramica della letteratura esistente sull'impatto economico di "riforme strutturali simili a quelle di Lisbona", quali il programma "mercato interno", che, pur non corrispondendo esattamente a quelle formulate nel pacchetto di Lisbona, mirano comunque agli stessi obiettivi. Il risultato è "una valutazione, ancorché parziale, dei benefici risultanti dall'attuazione delle riforme previste nella strategia di Lisbona", afferma la Commissione. Le riforme vengono analizzate sotto cinque aspetti distinti: il mercato dei prodotti e dei capitali, gli investimenti nell'economia basata sulla conoscenza, il mercato del lavoro, la politica sociale e quella ambientale. Questi a loro volta sono messi in relazione con i principali obiettivi di Lisbona: una maggiore competitività, la creazione di un'economia dinamica basata sulla conoscenza, un aumento dell'occupazione, migliori posti di lavoro e maggiore coesione sociale, nonché un ambiente migliore. Considerata l'ampia portata delle riforme di Lisbona, la letteratura economica presa in esame "era quanto mai estesa e difficile da sintetizzare", si ammette nella relazione. "Se ne ricava tuttavia la netta impressione che riforme del tipo di Lisbona (quali il programma "mercato interno", misure volte a incoraggiare investimenti nella conoscenza, o riforme fiscali e delle prestazioni) producono effetti positivi e sostanziali sull'economia. Vi sono stime, ad esempio, che indicano che le riforme del mercato del lavoro e dei prodotti introdotte nella seconda metà degli anni novanta hanno portato ad una crescita del tasso annuale del Pil pari a quasi mezzo punto percentuale. Calcolando l'impatto dell'aumento degli investimenti nella conoscenza previsti dall'agenda di Lisbona, tale cifra arriva quasi ai tre quarti di punto percentuale. "Su un periodo di dieci anni, ciò implica una crescita del livello del Pil pari al 7 o 8 per cento", si afferma nello studio. Si aggiunga poi che gli stessi autori sostengono che tali indicazioni potrebbero addirittura sottovalutare i costi di una mancata attuazione dell'agenda di Lisbona, dal momento che le stime ignorano le frequenti complementarità fra le riforme nei diversi settori. Tuttavia, la relazione fa altresì presente che il potenziale di crescita offerto da Lisbona è tutt'altro che garantito, anche qualora venissero attuate le necessarie riforme. "Occorre riconoscere che le riforme devono essere studiate e attuate in modo appropriato. Ad esempio, riforme normative imprudenti possono portare a un atteggiamento anticompetitivo o ad incentivi inadeguati, e avere come conseguenza prezzi più elevati e servizi insufficienti". Nelle conclusioni della relazione si ribadisce il fatto che i risultati si basano solo su valutazioni di impatto parziali, e si chiedono ulteriori ricerche in grado di offrire un approccio sistematico e una migliore comprensione delle interazioni fra le diverse riforme di Lisbona. "Occorre riflettere ancora sul tipo di politiche di sostegno necessarie, da una parte, per massimizzare i benefici di Lisbona e, dall'altra, per minimizzare i costi di adeguamento", conclude il documento. Per accedere alla relazione consultare il sito Internet: http://europa.Eu.int/growthandjobs/index_en.htm  
   
   
SOLIDO PIAZZAMENTO DEI PAESI NORDICI NELL'INDAGINE GLOBALE SULLE TIC  
 
Bruxelles, 21 maro 2005 - Quattro delle prime sei posizioni della classifica più recente delle nazioni più avanzate del mondo nell'impiego delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Tic) sono occupate da paesi nordici. La relazione globale 2004-2005 sulle tecnologie dell'informazione del World Economic Forum contiene un "indice di disponibilità in rete", che misura il livello relativo di sviluppo delle Tic in 104 paesi. L'islanda, la Finlandia, la Danimarca e la Svezia occupano rispettivamente il secondo, il terzo, il quarto e il sesto posto. Il quinto paese nordico, la Norvegia, si colloca al tredicesimo posto. Si legge nella relazione: "I paesi nordici continuano a conseguire risultati straordinari nel campo delle Tic [...]. I governi, le aziende e le famiglie sono utenti appassionati delle nuove tecnologie e i paesi vantano un passato illustre nel campo dell'innovazione tecnologica". La relazione prosegue: "In particolare, Svezia, Finlandia e Danimarca superano di gran lunga in classifica alcune delle maggiori economie europee in termini di numero di brevetti statunitensi registrati per milione di abitanti, un indicatore utilizzato di frequente per indicare il grado di innovazione di un paese. Tali paesi vantano inoltre un contesto normativo e istituzionale invidiabile, che ha alimentato la crescita del settore delle Tic". Dalla relazione emerge inoltre che l'Estonia guida la classifica dei paesi dell'Europa centrale e orientale, soprattutto grazie al "quadro normativo estremamente favorevole alle Tic"; in generale, le ex economie a pianificazione centralizzata della regione tendono a occupare posizioni più elevate rispetto ad alcuni dei maggiori paesi dell'America latina, quali Brasile, Messico e Argentina. "I sorprendenti livelli di investimenti esteri diretti confluiti in Europa centrale e orientale nell'ultimo decennio, che rispecchiano le riforme globali introdotte prima dell'adesione all'Ue, hanno svolto un ruolo cruciale in questo processo", aggiunge il documento. Altri paesi europei che figurano tra i primi 20 dell'indice sono la Svizzera (9), il Regno Unito (12), la Germania (14), i Paesi Bassi (16), il Lussemburgo (17), l'Austria (19) e la Francia (20). Al vertice della classifica globale troviamo per la prima volta Singapore, che ha ottenuto il giudizio migliore in una serie di categorie, tra cui la qualità dell'istruzione nel campo della matematica e della scienza, l'accessibilità dei canoni telefonici per la connessione, e il ruolo prioritario attribuito dal governo alle Tic. Per accedere alla relazione globale sulle tecnologie dell'informazione del World Economic Forum consultare: http://www.Weforum.org/site/homepublic.nsf/content/global+competitiveness+programme%5cglobal+information+technology+report  
   
   
CIPE: STANCA, 100 MILIONI DI € PER PROGETTI DIGITALI DEL SUD FINANZIATE INIZIATIVE IN 11 “TERRITORI D’ECCELLENZA”  
 
Roma, 21 marzo 2005 - Disco verde del Cipe al finanziamento di 100 milioni di € per sostenere progetti d’innovazione digitale in specifici “territori d’eccellenza” del Sud. Su proposta di Lucio Stanca, ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, il Cipe ha infatti approvato 11 progetti, tra gli oltre 50 presentati, da realizzare in 8 regioni meridionali. Grazie ad una quota di 27,7 milioni di € co-finanziati dalle stesse Regioni si innescheranno così investimenti per quasi 128 milioni di €. “La competitività delle regioni del Mezzogiorno passa attraverso lo sviluppo ed il consolidamento di alcune linee di intervento da attuare in territori selezionati secondo le loro potenzialità di sviluppo”, ha spiegato il ministro Stanca, “favorendo l’innovazione digitale nelle imprese, sviluppando servizi di e-Government per le imprese, supportando lo sviluppo del capitale umano ed aumentando la diffusione della larga banda”. In particolare le aree di applicazione delle tecnologie digitali oggetto della delibera del Cipe riguardano l’innovazione per la Pmi, lo sviluppo di imprese nelle alte tecnologie Ict,la bio-informatica, il settore ittico e dell’ambiente marino, il biomedicale, l’agro-alimentare, il turismo, la logistica e l’e-Business, la componentistica auto, casa e arredo. Il ministro Stanca ha inoltre sottolineato che “con questa delibera si conferma la politica del Governo a sostegno dell’innovazione tecnologica per le regioni del Sud che negli ultimi due anni ha visto uno stanziamento complessivo di 676 milioni di €, un ammontare mai registrato in passato”. Nei 100 milioni deliberati oggi dal Cipe sono inclusi 10 milioni di € che verranno destinati alle cosiddette “azioni di sistema”, ossia la predisposizione degli strumenti che si renderanno necessari per l’applicazione delle linee di intervento a sostegno e corredo dei progetti negli 11 “territori d’eccellenza”, come la creazione di partnership pubblico-privato, la ricerca di nuove opportunità, il supporto tecnico normativo, ma anche quello al riuso delle soluzioni già sviluppate, la creazione di piattaforme per la formazione, il supporto per l’acquisto della tecnologia e le consulenze tecnologiche, l’assistenza tecnica ed il monitoraggio dei progetti. Specifiche dei progetti negli 11 “territori d’eccellenza”
Regione Settore Idea di eccellenza Descrizione Finanzia- mento Cipe Totale
* Sardegna Bioinfor- matica Sviluppare la filiera della bioinformatica e del biomedicale nel distretto di Cagliari-pula Promuovere la nasciata di un tessuto produttivo nella filiera della bionfimatica e della medicina personalizzata attraverso le tecnologie Ict, valorizzando il trasferimento tecnologico dai centri di ricerca locali ed internazionali. 10.778.000 11.812.000
* Campania Ict Realizzare un metadistretto regionale nel settore Ict in provincia di Benevento Intervenire sul processo di innovazione tecnologica delle Pmi del settore presenti nella regione con programmi di ricerca industriale e sviluppo precompetitivo, aggregazione di Pmi nelle filiere produttive (multimediale, domotica, aerospaziale, etc,) e l’attrazione e la nascita di nuove imprese high tech nel settore. 21.528.000 35.528.000
* Sicilia Ittico e ambiente marino Innovazione e sviluppo imprendito-riale nella ricerca in ambiente marino e ittico a Mazzara del Vallo Sviluppare la imprenditorialità nei settori della pesca, elettroacustica e bioingegneria a partire dal trasferimento tecnologico e dai risultati prodotti dal sistema di ricerca locale sulle scienze del mare. 7.017.000 8.210.000
* Sicilia Ict Ict per l’Etna Valley per rafforzare la rete di Pmi in provincia di Catania Accelerare, sostenere e rafforzare il tessuto imprenditoriale high-tech nel catanese con particolare riferimento alle filiere dell’Ict, della bioinformatica e microelettronica, mediante il consolidamento dei rapporti tra imprese e mondo universitario e misure di finanza agevolata per investimenti Ict. 9.328.000 10.818.000
* Sicilia Biomedi-cale Medicina rigenerativa: dalla ricerca all’impresa attraverso le tecnologie Ict in provincia di Palermo Realizzazione di un progetto sperimentale di applicazione di tecnologie e infrastrutture Ict ad un laboratorio di ricerca con l‘obiettivo di sviluppare strumenti per la tracciabilità delle fasi di ricerca e promuovere il trasferimento tecnologico verso le imprese. 5.300.000 6.054.000
* Calabria Agro-ali- mentare Agro-alimentare biologico: potenziamento delle infrastrutture tecnologiche in grado di aumentare la penetrazione nel mercato e migliorare la dinamicità di risposta verso il mercato nazionale ed internazionale – provincia di Crotone Qualificare e far emergere l’offerta di prodotti agro-alimentari tipici dell’area di Crotone, mediante il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche in grado di aumentare la penetrazione nel mercato e migliorare la dinamicità di risposta verso il mercato nazionale ed internazionale. 10.980.000 12.100.000
* Abruzzo Turismo Il distretto del turismo termale: tra tradzione e tecnologia, nell’area di Pescara e Chieti Sviluppo di un distretto del turismo termale orientato ad una offerta di servizi innovativi per la cura e il benessere del corpo qualificando l’offerta turistica attuale con le nuove tecnologie. 3.872.000 5.402.000
* Molise Logistica e eBusiness Processo di sviluppo e consolidamento di reti d’imprese promovendo la connettività e l’infrastrut-turazione digitale nell’area di Isernia e Venafro Trasformazione dell’area di Isernia-venafro in un distretto digitale fornito di infrastruttura a banda larga e servizi Ict diretti al territorio e alle imprese che favoriscano uno sviluppo economico dell’area basato sull’innovazione tecnologica. 2.500.000 4.500.000
* Puglia Componentistica auto Ict per rinnovare il vantaggio competitivo della componentistica auto nella zona di Bari Promuovere nuove strategie competitive delle imprese baresi nel settore della componentistica auto, sviluppando soluzioni tecnologiche di processo per la filiera di fornitura ed innovazioni di prodotto incentrate sull’Ict. 9.000.000 10.500.000
* Puglia Calzaturiero Innovazione ed internazionalizzazione del distretto calzaturiero attraverso l’Ict – zona di Bari Promuovere nuove strategie competitive sui mercati internazionali delle imprese baresi nel settore calzaturiero, sviluppando soluzioni tecnologiche di processo per la filiera ed innovazioni di prodotto incentrate sull’Ict. 5.700.000 8.200.000
* Basilicata Casa e arredo Sviluppo competitivo delle aziende operanti nel distretto dell’imbot-tito attraverso l’utilizzo dell’Ict in provincia di Matera Rinnovare le fonti di competitività del sistema produttivo locale a partire dall’introduzione di nuove tecnologie, dal miglioramento dei processi e dal presidio dei mercati internazionali.
 
   
   
ICT: STANCA, “L’INTERVENTO IN SICILIA CONFERMA UN IMPEGNO SENZA PRECEDENTI DEL GOVERNO PER LO SVILUPPO DELLA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE NEL SUD”  
 
Roma, 21 marzo 2005 - “L’accordo di Programma Quadro-apq siglato dal Governo con la Regione Sicilia, con investimenti immediatamente disponibili per oltre 52,5 milioni di €, è la conferma che il Governo ha stanziato risorse nel Mezzogiorno come mai è stato fatto in precedenza. Per la prima volta nel nostro Paese, infatti, c’è una politica specifica per lo sviluppo della Società dell’Informazione nel Sud per la quale sono già stati assegnati complessivamente oltre 676 milioni di €”. Lo ha dichiarato Lucio Stanca, Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, nella conferenza stampa a Palermo con il Presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, per la presentazione dell’iniziativa con cui si punta a dotare la Sicilia di strumenti innovativi, moderni ed efficaci. Il ministro Stanca ha spiegato che “con questo accordo per lo sviluppo della Società dell’informazione in Sicilia vogliamo dare un sostegno concreto all’economia dell’Isola agendo con un forte investimento sulle risorse umane e sulla loro formazione; favorendo il rapido adeguamento della Pubblica Amministrazione regionale ai nuovi compiti richiesti ed ai nuovi servizi offerti ai cittadini; sviluppando azioni tese a garantire un accesso alle Reti più economico, più rapido e sicuro”. Il Ministro ha ricordato che “negli ultimi due anni il Cipe ha assegnato alla Società dell’Informazione nel Sud finanziamenti per 676 milioni di €. In particolare, su iniziativa del Mit con la delibera Cipe del 29 settembre 2004 sono stati destinati 150 milioni di € a progetti di finanza innovativa per lo sviluppo per l’high-tech nel Mezzogiorno; alla promozione dell’utilizzo della rete; all’integrazione dell’e-Government regionale e centrale nelle Regioni Meridionali; alla realizzazione del Ponte Digitale nell’area dello Stretto”. “A queste risorse”, ha proseguito Stanca, “si devono poi aggiungere i fondi regionali, che consentono una più capillare attuazione dei progetti sul territorio in materia di innovazione tecnologica per la Pubblica amministrazione locale, i cittadini e le imprese”. Il ministro ha precisato che “l’intesa odierna non esaurisce le risorse per la realizzazione della Società dell’Informazione in Sicilia: già nella 1ª fase del progetto di e-Government sono stati finanziati 14 progetti per 87 milioni di €, di cui 25 co-finanziati Mit, coinvolgendo 228 Comuni e le 9 Province; nella 2ª fase è stato finanziato, ad esempio, un progetto per la tv digitale terrestre del Comune di Palermo per 1 milione di €, di cui 320 mila euro sono stati erogati dal Mit”. Il ministro Stanca ha inoltre messo in evidenza che “per queste iniziative abbiamo adottato un originale metodo, già sperimentato con successo nella 1.A fase di e-Government con Regioni ed enti locali, basato sulla condivisione della strategia e sulla cooperazione con le autonomie locali, sulla definizione di un quadro di riferimento condiviso e, non ultimo, sul rispetto delle specificità e della vocazione di ogni realtà territoriale”.  
   
   
L’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGY CHE SERVE VERAMENTE ALLA PICCOLA E MEDIA IMPRESA CONVEGNO A MILANO PROMOSSO DA CNA COMUNICAZIONE, SIAER, SOCIETÀ DI ICT, CNA MILANO E COMITATO PMI  
 
Milano, 21 marzo 2005 - La piccola e media impresa vive di relazioni sempre più strette con filiere produttive, distretti, comprensori, clienti e fornitori: per questo serve condividere data base e procedure. La piccola e media impresa può trarre grandi vantaggi da un miglioramento dei processi, dal decentramento produttivo, dall’utilizzo di procedure integrate che permettano di leggere in modo sintetico informazioni relative alla produzione, al magazzino, all’amministrazione, alle risorse umane, al mercato: per tutto questo servono software e conoscenze informatiche adeguati. La piccola e media impresa vive di informazioni e di conoscenze: la Rete permette di entrare in un universo interconnesso che rende accessibili, anche gratuitamente, informazioni e conoscenze, ma per trarre profitto dalla Rete è importante comprenderne la cultura. Insomma: la piccola e media impresa italiana si trova nella necessità di allargare il suo sguardo di orizzonti su scala planetaria. Sia le opportunità che i competitori non sono più ‘vicini’ o ‘lontani’ in una dimensione geografica: tutti compresenti, i competitori della porta accanto, così come gli operatori di India, Cina e America, tutti compresenti in un mondo virtuale determinato dall’Information Technology e dalle telecomunicazioni. Perciò per la piccola e media impresa, per ogni imprenditore, una approfondita conoscenza dell’Information & Communication Technology è una fondamentale leva strategica del business. Il piccolo imprenditore fonda il suo business su una profonda competenza tecnologica. E’ un inventore, un innovatore: conosce le macchine utensili che usa meglio del fornitore. Prima di metterle in produzione le ha smontate e rimontate, ne conosce pregi e difetti. Vorrebbe, ma non è in grado di fare altrettanto con l’hardware e il software. Parte di questa colpa va alla filiera dell’informatica, fornitori, consulenti e organi di informazione: non riescono a non essere criptici. Dall’altra parte il piccolo imprenditore non accetta di delegare ad altri la gestione delle sue informazioni, di una parte ormai così importante del suo mondo, creato a sua immagine e somiglianza. Così si aprono due soluzioni di percorso, entrambe inadatte: si sceglie di fondare la relazione con il fornitore di hardware e di software sulla fiducia personale: il dipendente cresciuto in azienda, il fornitore al quale ci si è sempre rivolti, e che abita vicino, e che perciò, si spera, condivide almeno in parte la cultura che sta alla base dell’impresa, una soluzione che quasi sempre non coincide con una preparazione adeguata da parte del dipendente/consulente. Oppure si finisce per scegliere la stessa soluzione adottata dagli altri, rinunciando ad un evidente vantaggio competitivo. Stabilito che questa situazione costituisce un significativo livello di arretratezza delle Pmi italiane, cosa si potrebbe fare? E’ rischioso puntare sulla capacità di cambiare atteggiamento da parte di fornitori e consulenti. Per loro, probabilmente, il mercato delle Pmi resterà il mitico obiettivo messo ogni anno a budget. Un mercato inattingibile, se si ragiona nei termini consueti di volumi e di margini e di contratti di manutenzione e di assistenza. Se non si impara ad esprimersi in modo veramente comprensibile non si comprende e non si rispetta la cultura della piccola e media impresa. Bisogna registrare che, di fronte all’impellente necessità, gli imprenditori si stanno rimboccando le maniche e si stanno facendo carico, sempre più, di capire direttamente l’arcano che si nasconde nell’hardware e nel software. Per Lauro Venturi, Amministratore Delegato Siaer, società di Information & Communication Technology, più che tecnologico il problema è antropologico, “il piccolo imprenditore deve fare propria la convinzione che le tecnologie dell’informazione non vanno sopportate come un male necessario bensì migliorano i processi aziendali e le relazioni con il mercato consentendogli di contenere i costi ed implementare i ricavi”. Sergio Campodall’orto, consigliere delegato di Politecnico Innovazione e docente di Economia e organizzazione aziendale al Politecnico di Milano, ritiene determinante il ruolo delle associazioni di categoria nella diffusione dell’innovazione tecnologica fra le piccole e medie imprese. “Vicine alle imprese e al territorio, le Associazioni devono farsi interpreti delle esigenze di innovazione delle aziende e riportarle ai centri di ricerca e di trasferimento tecnologico. Possono quindi fungere da intermediari e avviare un processo sitematico di collaborazione con università da una parte e imprese dall’altra”. Le possibili iniziative sono molteplici: dall’individuazione e promozione dei casi di successo alla diffusione delle conoscenze tecnologiche o alla collaborazione per lo sviluppo di progetti innovativi, realizzabili con l’intervento dell’Ente pubblico che deve incentivare e supportare il rinnovamento delle Pmi, appoggiandone e promuovendone l’alfabetizzazione informatica. Ben impostati progetti, fondati su finanziamenti del Fondo Sociale Europeo, potrebbero aiutare il processo di diffusione di competenze Ict tra i piccoli imprenditori.  
   
   
NEL SUO NUOVO LIBRO PHILIPPE BUSQUIN SOSTIENE CHE L'IMPERO SCIENTIFICO EUROPEO È IN DECLINO  
 
Bruxelles, 21 marzo 2005 - L'attuale Commissario per la Ricerca e quello precedente si sono incontrati il 15 marzo per la presentazione di un libro di cui quest'ultimo è coautore. "Le déclin de l'Empire scientifique européen", di Philippe Busquin e del giornalista François Louis, avrebbe potuto essere motivo di preoccupazione per il Commissario responsabile della Scienza e ricerca attualmente in carica, Janez Potocnik, visto il titolo alquanto pessimista. Tuttavia, "I tempi sono tali che occorre essere provocatori", ha affermato il Commissario Potocnik alla presentazione del libro. L'invito a scriverne la postfazione gli ha inoltre consentito di illustrare cosa si deve fare per fermare l'ipotetico declino della scienza europea. Il libro è diviso in tre parti. La prima traccia il corso della scienza europea dalla Seconda guerra mondiale ad oggi, sostenendo che i problemi dell'Europa hanno avuto inizio nel periodo successivo al conflitto ed esaminando il fenomeno della fuga di cervelli. Questa sezione prende anche in considerazione le varie strategie volte a rilanciare l'Europa, come il concetto di uno Spazio europeo della ricerca, gli investimenti nei settori strategici dell'idrogeno e della nanotecnologia e le iniziative intraprese per incoraggiare gli investimenti del settore privato nella ricerca. La seconda parte si presenta sotto forma di una sequenza di domande e risposte, in cui Philippe Busquin parla del suo interesse nei confronti della scienza fin dalla più tenera età, dei motivi per cui intendeva diventare ricercatore e delle cause che lo hanno costretto a cambiare i programmi, e dell'ingresso in politica. Inoltre, affronta il tema dello Spazio europeo della ricerca ed esprime le sue opinioni in merito all'allargamento dell'Unione europea, alla ricerca in Belgio e ai rapporti degli europei con la scienza. La terza e ultima parte del libro presenta dieci grandi scienziati europei del passato e dieci argomenti che sono al centro degli attuali dibattiti sulla scienza in Europa, fra cui le cellule staminali, l'energia di fusione, l'esplorazione di Marte, la nanotecnologia e l'Esb. Philippe Busquin dice di aver partecipato alla stesura del libro con l'obiettivo di rinnovare il dibattito sulla ricerca a livello europeo, tuttavia, come egli stesso sottolinea, alla ricerca non è mai stato riservato un posto così rilevante in ambito politico. Prima del Consiglio europeo di Lisbona del 2000, i capi di Stato e di governo europei non si erano mai riuniti per discutere il valore della ricerca. L'ex Commissario e quello attuale hanno fornito motivi diversi per spiegare il fatto che l'Europa non riesce a colmare il divario che, nel settore della ricerca, la separa dai suoi concorrenti. Mentre Philippe Busquin ha sottolineato la mancanza di impegno tra gli Stati membri ad aumentare gli investimenti nella ricerca, il Commissario Potocnik ha rammentato ai presenti che la vera differenza tra l'Europa e i suoi concorrenti è la ricerca nel settore privato. "I nostri concorrenti investono oltre il tre per cento [nella ricerca] grazie al settore privato. [...] Dobbiamo mantenere la spesa pubblica per l'effetto di leva, ma è fondamentale creare le giuste condizioni per gli investimenti privati. In caso contrario, possiamo scordarci di raggiungere il livello del tre per cento". Philippe Busquin ha negato di essere diventato più pessimista riguardo all'obiettivo del tre per cento da quando ha lasciato l'incarico di Commissario. In tale veste, il suo tono doveva essere positivo e ottimista, ha detto. Adesso tuttavia parla della realtà ed è semplicemente pragmatico. Nella sua postfazione, il Commissario Potocnik parla del significato dell'agenda di Lisbona, da lui descritta il 15 marzo come "la ricerca nell'Unione europea di una risposta alla domanda se sia possibile sostenere il nostro stile di vita", e del passaggio da una prospettiva a breve termine a una a lungo termine per quanto riguarda il mantenimento della qualità della vita. Intervenendo alla presentazione del libro, il Commissario Potocnik ha esaltato i traguardi raggiunti da Philippe Busquin, citando l'obiettivo del tre per cento di investimenti e lo Spazio europeo della ricerca quali suoi principali risultati. "Gli obiettivi che è riuscito a conseguire sono impressionanti e la sua eredità è talvolta pesante. Il modo migliore per rendergli omaggio è continuare a compiere passi avanti. Scriverò la postfazione". Il libro è pubblicato da Editions Luc Pire.  http://www.Lucpire.be  
   
   
I PREMI NOBEL CONDIVIDONO LE OPINIONI DELLA COMMISSIONE SUL FUTURO DELLA RICERCA  
 
Bruxelles, 21 marzo 2005 - La ricerca deve essere una delle principali priorità, ma deve essere condotta su una base veramente europea e non seguendo il modello statunitense, ha affermato il Presidente della Commissione José Manuel Barroso al termine di una tavola rotonda di due ore con dieci Premi Nobel europei. Durante una conferenza stampa, il Presidente Barroso ha espresso la propria soddisfazione in merito all'utilità di questo primo incontro, in occasione del quale si è discusso del Consiglio europeo per la ricerca (Cer), di istruzione, di revisione tra pari e di burocrazia. "Abbiamo parlato della situazione della ricerca in Europa e di quello che si può fare per migliorarla", ha dichiarato il Presidente Barroso. "Non ci sono ancora soluzioni operative, poiché questa è stata solo un'occasione per cogliere i suggerimenti di eminenti scienziati. Ma abbiamo affrontato varie questioni importanti". Tutti i dieci Premi Nobel hanno dato il proprio pieno appoggio all'istituzione di un Consiglio europeo per la ricerca e hanno ribadito la necessità della revisione tra pari, della concorrenza tra i migliori ricercatori e della libertà per gli scienziati di scegliere la propria area di ricerca se la scienza deve promuovere la crescita e nuovi posti di lavoro nonché rendere l'Europa competitiva sulla scena mondiale. Secondo il Presidente Barroso, gli scienziati hanno anche chiesto meno regolamenti e meno burocrazia nei rapporti della Commissione con la scienza, nonché una maggiore cooperazione con l'Asia. "Il messaggio è che scienza e ricerca non devono esser viste come due aspetti distinti da istruzione e cultura", ha spiegato il Presidente Barroso". Ricerca e sviluppo non devono esser considerati solo un modo pragmatico per conseguire la crescita. Scienza, istruzione e cultura sono da ritenersi anche nostri obiettivi". Come ha spiegato il Professor George Charpak, premio Nobel per la fisica, in Francia si è parlato di procedere a un'ampia riforma del sistema dell'istruzione al fine di promuovere la scienza. Sebbene la riforma goda dell'appoggio di un numero considerevole di insegnanti, si è pervenuti alla conclusione che per compiere un significativo passo avanti sia necessario operare a livello europeo con la Commissione. Questo tema è stato pertanto oggetto di dibattito in occasione di una tavola rotonda con Ján Figel', Commissario per l'Istruzione, formazione, cultura e multilinguismo. Secondo il Presidente Barroso, si è discusso in modo costruttivo anche del percorso da compiere e del migliore approccio da seguire per istituire il Cer con minime regole e massima libertà per i ricercatori. "L'errore finora è stato mischiare le competenze", ha affermato il Professor Carlo Rubbia, Premio Nobel italiano per la fisica. "La scienza dovrebbe esser lasciata agli scienziati esattamente come la politica andrebbe lasciata ai politici. Speriamo che la Commissione abbia accolto i nostri suggerimenti", ha concluso. È prevista la pubblicazione entro breve di un documento sulla tavola rotonda cui seguiranno, nella seconda metà dell'anno, una seconda tavola rotonda e una conferenza.  
   
   
GIORNATA INFORMATIVA SULL'UFFICIO EUROPEO DEI BREVETTI  
 
Bruxelles, 21 marzo 2005 - Il 30 marzo nella sede del Parlamento europeo a Bruxelles avrà luogo una giornata informativa sull'Ufficio europeo dei brevetti (Ueb). La manifestazione prevede una presentazione svolta dal Presidente dell'Ueb Alain Pompidou alla presenza della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (Itre) e vari workshop sui prodotti ed i servizi offerti dall'Ueb. L'ueb rilascia brevetti europei negli Stati firmatari della Convenzione europea sui brevetti. Per informazioni rivolgersi a: David Sant Ufficio europeo dei brevetti Tel: +32 2 274 1591 E-mail: dsant@epo.Org  
   
   
NOVITÀ SU CORDIS: I PROGETTI DEL SESTO PROGRAMMA QUADRO TROVANO NUOVI PARTNER CON I BANDI DI GARA  
 
Bruxelles, 21 marzo 2005 - Cordis (Servizio comunitario di informazione in materia di ricerca e sviluppo), il sito ufficiale di informazione sulla ricerca e l'innovazione nell'Unione europea, ha aggiunto un nuovo link dedicato ai bandi di gara per eventuali contraenti che vogliano partecipare ai progetti in corso di svolgimento nell'ambito del Sesto programma quadro dell'Unione europea. Il 6Pq include nuovi strumenti per il finanziamento della ricerca, conosciuti come Progetti integrati (Ip) e Reti di eccellenza (Noe). Nel corso dei negoziati condotti con la Commissione, parte dei bilanci relativi a suddetti progetti potrebbe essere riservata a compiti da assegnare a uno o più nuovi contraenti che entrerebbero a far parte del consorzio in un secondo momento. Il consorzio del progetto selezionerà i nuovi partner in base alle offerte presentate in risposta al bando di gara. Per gli organismi interessati a prendere parte ai progetti in corso, i bandi di gara saranno consultabili su Cordis, tramite un link al sito web relativo al progetto. Su tale sito saranno consultabili la documentazione necessaria e le informazioni di base pubblicate dal consorzio del progetto. Una nuova pagina contenente le informazioni sui bandi di gara aperti è adesso disponibile su Cordis ed è consultabile seguendo i link alle pagine "Invito a presentare proposte" e "Cercare un progetto". In alcuni casi, stabiliti secondo le preferenze del consorzio del progetto, sarà inoltre possibile presentare offerte online grazie al sistema elettronico di presentazione delle proposte (Epss) disponibile sul sito web relativo al progetto. Cordis ha già pubblicato linee guida destinate a sostenere i coordinatori dei progetti Ip e Noe nel preparare e indire bandi di gara. Per informazioni sui bandi di gara aperti consultare il seguente sito web: http://www.Cordis.lu/fp6/projects_call.htm  I documenti contenenti le linee guida per i coordinatori dei progetti sono disponibili sul seguente sito web: http://www.Cordis.lu/fp6/find-doc.htm#competitive    
   
   
DICHIARAZIONE DEL MINISTRO SINISCALCO SULL’IRAP  
 
 Roma, 21rzo 2005 – il Ministero dell’Economia e delle Finanze rende nota la seguente dichiarazione del Ministro Domenico Siniscalco: L’avvocato generale della Corte di Giustizia europea ha depositato le conclusioni sull’Irap. Definisce l’imposta come "vietata" dalla normativa comunitaria. Il deposito del parere dell’avvocato generale è l’atto formale che, ragionevolmente, anticipa l’orientamento della futura sentenza della Corte. Il parere propone anche che la Corte, sentita l’Italia, possa stabilire l’incompatibilità dell’Irap a decorrere da una data futura. L’irap ha garantito un gettito complessivo nel 2004 di oltre 33 miliardi di euro. Di questi: 9,6 miliardi dalla Pubblica amministrazione; il resto dal settore privato. Il Governo ha sempre giudicato l’Irap un’imposta inefficiente e mal concepita. Ora intende sostituirla, dando risposte in tempi accelerati. La riforma allo studio del Ministero dell’Economia e delle Finanze è orientata a favore della competitività delle imprese; e rientrerà nell’alveo del Piano di azione per lo Sviluppo già varato. Vale a dire, la riforma interverrà per alleggerire la zavorra che l’Irap rappresenta per la crescita.  
   
   
CIPE: RIUNIONE DEL 18 MARZO 2005  
 
Roma, 21 marzo 2005 - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica che il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe), riunitosi il 18 marzo a Palazzo Chigi, ha preso atto delle destinazioni stabilite dal Piano di Azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale (Dl 35/2005) per la riforma degli incentivi alle imprese e per il finanziamento del Programma delle Opere strategiche. Restano confermate le priorità stabilite dalla delibera Cipe 19/2004: i relativi programmi verranno finanziati con le risorse aggiuntive per le Aree Sottoutilizzate assegnate dalla Finanziaria 2005. Il Cipe, su proposta del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, ha approvato gli indirizzi strategici del Programma nazionale della ricerca per gli anni 2005-2007. Su proposta del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Comitato ha approvato: i dossier di valutazione economica del sistema Av/ac relativi al "Terzo valico dei Giovi" e alle linee "Milano-verona" e "Torino-milano-napoli": viene dato così avvio operativo al finanziamento dell’Alta velocità da parte di Infrastrutture Spa; i progetti relativi a sei infrastrutture incluse nel programma delle Opere strategiche (interporto di Nola, raccordo autostradale Ospitaletto-montichiari, variante di Galliate sulla linea ferroviaria Novara-seregno, ammodernamento dell’autostrada A4 con la realizzazione della 3° corsia nel tratto Quarto d’Altino – Villesse, bretella autostradale da Campogalliano a Sassuolo, adeguamento a 4 corsie della Ss "Cassia-bis") ; il finanziamento di tre Contratti di programma: Consorzio florovivaistico agroambientale dello Jonio (Ct); Colacem (Rg), Consorzio Valle del Rio Forcella (Aq); Il Cipe ha approvato anche, in linea programmatica, la tramvia su gomma tra la Stazione Fs e il centro e la linea 2 della tramvia leggera su gomma tra il centro e i nuovi quartieri, nel Comune di Latina: l’assegnazione delle risorse per i due progetti avverrà con una decisione successiva del Cipe. Alle stesse condizioni il Comitato ha poi deliberato il finanziamento della progettazione preliminare dell’impianto a fune ad agganciamento temporaneo e della tramvia su gomma tra Piazza Palazzo e Collemaggio, nel Comune di L’aquila. Il Comitato, su proposta del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha infine espresso parere favorevole su: Piano decennale 2003-2012 dell’Anas, le cui priorità verranno stabilite dal Cipe il prossimo anno; aggiornamento del 1° programma delle Opere strategiche (Dpef-infrastrutture 2005-2008), con l’inserimento di nuovi interventi e l’adeguamento di costi per un importo complessivo di circa 5,4 miliardi di euro.  
   
   
BEI IN ITALIA: PROSPETTIVE PER IL 2005 E RISULTATI NEL 2004  
 
Roma/Lussemburgo, 21 marzo 2005 - L’impegno della Banca europea per gli investimenti in Italia rimarrà costante nel 2005. Le priorità d’intervento riguarderanno: gli investimenti per migliorare la competitività e lo sviluppo sostenibile del sistema produttivo (R&s e capitale umano); il settore delle grandi opere che concorrono a formare il sistema delle reti transeuropee di trasporto; e i progetti volti a rafforzare la coesione economica e sociale. Philippe Maystadt, Presidente della Bei, e Gerlando Genuardi, Vicepresidente, durante la consueta visita annuale, hanno presentato le prospettive e i risultati della Bei in Italia a Domenico Siniscalco, Ministro dell'Economia e delle Finanze, e Governatore per l'Italia della Banca europea per gli investimenti. Nel corso del 2005, nel settore dei trasporti la Banca finanzierà progetti che apportino maggiore efficienza e sicurezza, e che migliorino l’impatto ambientale. Si tende a realizzare una maggiore integrazione delle diverse modalità di trasporto, per favorire l’accesso alle grandi reti transeuropee di trasporto ferroviario, stradale, marittimo ed aereo. Inoltre, si sosterranno progetti che consentano di coniugare efficacemente le infrastrutture di trasporto con quelle per la mobilità urbana. Il Presidente Maystadt ha dichiarato: “In Italia la Bei, sempre di più, intende centrare la sua azione sulla ricerca, l’innovazione e lo sviluppo del capitale umano. I politecnici, le università, i centri di ricerca e d’innovazione devono diventare luoghi a noi familiari. Peraltro, ancora nella giornata d’oggi, all’Università Bocconi avrò l’onore d’illustrare l’attività della Banca fuori dell’Unione europea.” Ed ha aggiunto: “Evidentemente, manterremo il nostro impegno per migliorare l’integrazione del Mercato Unico. In particolare, la Bei continuerà ad appoggiare la preparazione del traforo del Brennero e il collegamento ferroviario Torino-lione, due progetti di grande importanza per l’Unione europea, cruciali per l’Italia e per la gestione equilibrata dell’arco alpino”. La Bei dedicherà finanziamenti agli enti locali per recuperare ritardi nello sviluppo regionale e appoggiare i programmi di riqualificazione urbana. In collaborazione con il sistema creditizio nazionale, la Banca sosterrà indirettamente progetti di piccola e media dimensione, utili al rafforzamento dell’economia territoriale, ad esempio le infrastrutture urbane per la riduzione dell’inquinamento, e gli investimenti nel settore della salute e dell’educazione. Per rafforzare la competitività del sistema produttivo, la Banca si propone di appoggiare i progetti che facilitano l’attività delle aziende ed il buon funzionamento dei mercati. Attenzione particolare sarà data agli strumenti finanziari per le piccole e medie imprese e, in generale, alle iniziative che innalzano il contenuto di scienza e tecnologia nei prodotti e nei processi produttivi. Nel 2004 i finanziamenti della Bei in Italia sono stati pari a Eur 6 miliardi. Circa il 55% dei contratti firmati riguardavano finanziamenti a favore di progetti localizzati nel Mezzogiorno, e nelle aree del centro-nord con problemi di squilibrio economico. Circa € 2,4 miliardi (40% dei mutui) sono stati concessi per infrastrutture. La cooperazione con il sistema bancario ha permesso maggiore efficacia. In particolare, per il finanziamento di piccole e medie imprese e infrastrutture sono stati stipulati circa 20 nuovi contratti. Nelle reti transeuropee, per il trasporto ferroviario Tav ha beneficiato di Eur 1 miliardo di finanziamento definito in collaborazione con Ispa; Eur 200 milioni sono andati alla variante autostradale Firenze – Bologna; e Eur 40 milioni per il lavori di ampliamento dell’aeroporto di Bologna. Per i progetti di mobilità urbana, Eur 360 milioni sono stati destinati alle linee della metropolitana di Roma per e Eur 20 milioni alle Ferrovie della Sardegna per il tramvia a Cagliari. Gli interventi a favore della sicurezza energetica, e simultanea riduzione dell’impatto ambientale, si sono concentrati sull’incremento dell’offerta: Eur 300 milioni per l’estrazione di gas naturale nell’Adriatico e nello Ionio; Eur 340 milioni per produzioni d’elettricità a base di gas naturale in impianti a ciclo combinato in Calabria, Puglia, Abruzzo, Lombardia e Piemonte. Per l’ammodernamento e l’innovazione nelle reti di telecomunicazione sono stati concessi Eur 400 milioni per lo sviluppo della terza generazione di telefoni mobili e Eur 100 milioni che verranno anche utilizzati per l’attività di R&s, volte a migliorare, tra l’altro, la tecnologia delle reti di trasmissione d’energia e le telecomunicazioni. Tra i risultati più significativi si riscontra il 20% del totale destinato ai progetti di R&s e per rafforzare il capitale umano, in linea con l’indirizzo tracciato dalla strategia dell’Unione europea a Lisbona nel 2000. In questo contesto, si ricorda l’accordo di cooperazione siglato tra la Bei e il Ministero per l’educazione, l’università e la ricerca. In base a tale accordo di cooperazione è stato concesso un finanziamento di Eur 60 milioni, per il sincrotrone di Trieste. Questo è uno dei settori prioritari e più avanzati della rete d’infrastrutture europee per la ricerca.  
   
   
PARERE DELLA BCE IN MERITO ALLA NOMINA DI UN NUOVO MEMBRO DEL COMITATO ESECUTIVO DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA  
 
Francorte - 21 marzo 2005 - Nella riunione del 17 marzo il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) ha adottato un parere in merito a una raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea relativa alla nomina di un nuovo membro del Comitato esecutivo della Bce. Il Consiglio direttivo non ha sollevato obiezioni riguardo alla designazione del candidato proposto, Lorenzo Bini Smaghi, in quanto persona di riconosciuta levatura ed esperienza professionale nel settore monetario o bancario, come previsto dall’articolo 112, paragrafo 2, lettera b), del Trattato che istituisce la Comunità europea. In seguito alla formulazione del parere della Bce e di un parere del Parlamento europeo, il nuovo membro del Comitato esecutivo sarà nominato di comune accordo dai governi degli Stati membri che hanno adottato la moneta unica, a livello di capi di Stato o di governo. Il parere della Bce, che sarà pubblicato a breve nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, è disponibile nel sito Internet della Bce in tutte le lingue ufficiali dell’Ue.  
   
   
POLEMICA EUROSTAT-ISTAT DICHIARAZIONI DEL PROF. GIAN MARIA FARA, PRESIDENTE EURISPES  
 
Roma, 21 marzo 2005 - Le perplessità e le riserve manifestate dall’Eurostat sui conti pubblici italiani certificano autorevolmente i dubbi sollevati dall’Eurispes, negli ultimi tre anni, sulle attività dell’Istituto Centrale di Statistica. Le cifre fornite dall’Istat in materia di inflazione, di occupazione, di retribuzioni, di economia sommersa e, infine, in materia di conti pubblici sono palesemente distorte e piegate alle necessità e agli indirizzi del Governo, che continua a rappresentare una realtà virtuale che si scontra quotidianamente con la realtà vissuta da milioni di famiglie e imprese italiane. Nonostante le rassicuranti affermazioni del Governo, nel periodo 2000-2004, il calo della produzione industriale è stato generalizzato (l’indice generale degli ordinativi totali segna una flessione di 7,9 punti) ed ha investito sia i settori a basso come quelli ad alto valore aggiunto: si sono registrati sensibili diminuzioni nei settori pelli e calzature (-15,6 punti), apparecchi elettrici e di precisione (-20,7), mezzi di trasporto (-22,6), mobili (- 6,3). Il sommerso, 302 miliardi di euro, ha superato ormai il 28% del Pil. L’evasione fiscale ha raggiunto i 134 miliardi di euro nel 2004 e l’Eurispes stima che arriverà a circa 145 nel 2005. Nonostante i proclami del Governo, gran parte dell’aumento dell’occupazione stimato dall’Istat è fittizio sia perché vengono contabilizzati come posti di lavoro i diversi contratti a progetto firmati dallo stesso lavoratore nel corso dell’anno, sia perché il numero dei disoccupati decresce a causa del fenomeno dei cosiddetti “disoccupati scoraggiati” – e tra questi un numero sempre crescente di donne - che rinunciano a proporsi sul mercato del lavoro. Peraltro, la metà della nuova occupazione, in gran parte giovanile, è atipica e per la prima volta nel nostro Paese i nuovi lavoratori portano i caratteri di una precarietà e di una incertezza che di fatto non trovano sostegno nel sistema previdenziale, né in quello creditizio, né in quello professionale. Dall’introduzione della legge Biagi, ben 61 collaboratori coordinati e continuativi su 100, anziché accedere ad una maggiore stabilità contrattuale, sono diventati “lavoratori a progetto”. Oltre 4 milioni 700mila famiglie italiane (circa il 22% delle famiglie totali) e oltre 14 milioni di individui sono sicuramente poveri o quasi poveri. L’estensione delle aree di povertà nel nostro Paese è dipesa soprattutto dall’elevato tasso di inflazione che nel periodo 2001-2004 si è attestato su una media dell’8% annuo. Nello stesso periodo, la perdita di potere d’acquisto delle retribuzioni, a causa dell’inflazione e dell’effetto fiscal drag, è stata pari al 23,9% per gli impiegati, al 20,4% per gli operai, al 19,5% per i dirigenti e al 17,6% per i quadri. In questo contesto il vistoso calo dei consumi (-2,7%) appare come l’esito naturale di una profonda fase di crisi economica e produttiva. Nello stesso tempo l’indebitamento delle famiglie italiane e il numero delle nuove società finanziarie che erogano credito al consumo assumono proporzioni sempre più preoccupanti. Tuttavia, il Governo continua ad utilizzare strumentalmente dati e informazioni rilevati in maniera occasionale e approssimativa da personale professionalmente inadeguato, ove si consideri che sui quasi 3.000 dipendenti dell’Istat gli statistici sono appena un centinaio e che le rilevazioni sul territorio, demandate tradizionalmente ai comuni, vengono effettuate da vigili urbani e impiegati comunali per ciò che riguarda i prezzi al consumo, e dai commercialisti e dai consulenti delle singole imprese per ciò che riguarda la produzione industriale e i bilanci delle aziende. In questo quadro, la nuova Commissione di Studio per la revisione degli indici dei prezzi al consumo, varata dal presidente dell’Istat Biggeri, è totalmente inutile e al massimo potrà rappresentare il classico pannicello caldo con il quale si pretende di curare una patologia ormai in fase di non ritorno. Ciò che occorre invece per restituire credibilità al sistema statistico nazionale è una profonda e radicale riforma dell’Istat e delle sue metodologie che preveda la massiccia immissione di adeguate professionalità (statistici, ricercatori e analisti) in grado di condurre sul territorio rilevazioni serie, puntuali e affidabili. Ed infine, occorre sottrarre al Governo il controllo dell’Istituto che dovrebbe essere invece trasformato in una Agenzia indipendente che rappresenti al suo interno la complessità e l’articolazione della realtà sociale, economica e produttiva italiana.  
   
   
BANCA INTESA LANCIA EUROBOND BENCHMARK A TASSO FISSO A 10 ANNI PER 500 MLN DI EURO  
 
 Milano, 21 marzo 2005 - Banca Intesa ha lanciato sui mercati internazionali un’emissione obbligazionaria per 500 milioni di euro nell’ambito del programma di “Medium Term Notes”. Si tratta di “Euro Medium Term Notes” Senior a tasso fisso a 10 anni con cedola annuale di 3,875%. Il prezzo di emissione è stato fissato in 99,123 %. Tenuto conto del prezzo di emissione “sotto la pari”, lo spread totale per l’investitore é pari a 32,20 punti base sopra il titolo di stato tedesco 3,75% con scadenza gennaio 2015 e di 25 punti base sopra il Btp 4,25% con scadenza 2014. Contro swap lo spread é di Euribor a 3 mesi + 24 punti base. La data di regolamento è prevista per il 1 aprile. Il titolo non è destinato al mercato retail italiano ma a investitori istituzionali e a intermediari finanziari internazionali, e verrà quotato presso la Borsa di Lussemburgo oltre che nel consueto mercato “Over-the-counter”. Con questa operazione Banca Intesa introduce un nuovo benchmark con la prima scadenza decennale a tasso fisso. Tale operazione si affianca ad una efficiente e completa curva dei rendimenti sul comparto a tasso variabile da 3 a 12 anni. I capofila incaricati della distribuzione del titolo sono Banca Caboto, Calyon e Jp Morgan.  
   
   
OFFERTA PUBBLICA DI VENDITA DI AZIONI ORDINARIE BIPIELLE INVESTIMENTI S.P.A. PROMOSSA DA BANCA POPOLARE DI LODI E RISERVATA AI PORTATORI DEI “WARRANT AZIONI ORDINARIE BIPIELLE INVESTIMENTI”  
 
Lodi, 21 marzo 2005 - Lo scorso 17 marzo la Consob ha deliberato il nulla osta alla pubblicazione del prospetto informativo relativo all’Offerta Pubblica di Vendita (l’”Offerta”) di n. 2.366.270 azioni ordinarie Bipielle Investimenti S.p.a. (le ”Azioni”), riservata ai portatori dei “Warrant Azioni ordinarie Bipielle Investimenti” (i “Warrant”). A tale riguardo, Bpl precisa che, come già comunicato al mercato in data 22 dicembre 2003, l’Offerta è promossa da Banca Popolare di Lodi (“Bpl”) al fine di consentire ai titolari dei Warrant l’esercizio dell’opzione di acquisto delle Azioni Bipielle Investimenti, incorporata nei Warrant medesimi in seguito alla modifica del relativo regolamento, deliberata dal Consiglio di Amministrazione in data 26 gennaio 2005 secondo i criteri e le modalità stabilite dall’Assemblea straordinaria di Bpl del 3 marzo 2003. L’adesione all’Offerta dà diritto ai titolari dei Warrant di acquistare da Bpl n. 1 azioni Bipielle Investimenti per ogni n. 4 Warrant posseduti e portati in adesione. L’offerta avrà inizio il 29 marzo 2005 e avrà termine il 15 aprile 2005. Il prezzo d’Offerta è pari ad Euro 5,63, corrispondente al patrimonio netto consolidato per azione Bipielle Investimenti, quale risultante dalla relazione trimestrale al 30 settembre 2004, calcolato al netto dell’utile maturato nel periodo – pari ad Euro 7,037 – scontato del 20%. L’avviso di avvenuta pubblicazione del prospetto informativo, contenente le informazioni sull’investimento, sarà pubblicato nei modi di cui all’art.8, comma 1, del Regolamento Consob n. 11971 del 14 maggio 1999 e successive modifiche.  
   
   
BANCA LOMBARDA E PIEMONTESE : IN AVANZATA FASE DI COLLAUDO LE INTEGRAZIONI AI SISTEMI INFORMATIVI E ALLE PROCEDURE CONTABILI DI GRUPPO IN VISTA DELL’APPLICAZIONE DEI NUOVI PRINCIPI CONTABILI IAS/IFRS  
 
Brescia, 21 marzo 2005 – Con riferimento alla Comunicazione Consob n. Dme/5015175 del 10 marzo 2005, in merito allo stato di attuazione dei sistemi e delle procedure contabili per l'applicazione dei principi contabili Ias/ifrs, Banca Lombarda informa che gli interventi sui sistemi informativi delle società del Gruppo sono in avanzata fase di collaudo e validazione. In relazione al completamento degli interventi suddetti, verranno definiti i tempi, nel rispetto delle disposizioni impartite dalle competenti Autorità, nonché le modalità per la predisposizione delle rendicontazioni periodiche dell'esercizio 2005, in conformità ai nuovi principi contabili internazionali. Alla prossima Assemblea degli Azionisti, prevista il 28 aprile 2005 in prima convocazione e il 29 aprile 2005 in seconda convocazione, sarà posta all'ordine del giorno l'integrazione dell'incarico alla società di revisione per la verifica dei risultati del processo di transizione.  
   
   
FINECOBANK: CHIUSA CON SUCCESSO L’OPERAZIONE DI CARTOLARIZZAZIONE MUTUI PER 1,03 MLD DI EURO - RATING MASSIMO SUL 92,5% DEI TITOLI  
 
Milano, 21 marzo 2005 – Finecobank, società di Finecogroup (Gruppo Capitalia) ha chiuso con successo la sesta operazione di cartolarizzazione di mutui residenziali in bonis, per un valore complessivo di 1.029 milioni di euro, annunciata lo scorso 9 marzo 2005. L’operazione è stata accolta con grande interesse da parte degli investitori istituzionali, la cui domanda è stata elevata: la classe A ha raggiunto ordini per circa 3 volte superiori all’offerta mentre la classe B circa 4 volte l’ammontare offerto. Il successo di F-e Mortgages 2005 dimostra l’eccellente qualità dei crediti erogati da Finecogroup ed l’elevata capacità di strutturare e gestire complesse operazioni di cartolarizzazione. Ad ulteriore conferma della qualità dei crediti sottostanti e della validità e linearità della struttura dell’operazione, gli investitori riceveranno per la classe A una remunerazione pari al tasso Euribor 3 mesi più un margine di 10 punti base e per la classe B pari al tasso Euribor 3 mesi più un margine di 25 punti base, in assoluto i più bassi spread ottenuti sino ad ora su una cartolazzazione di mutui residenziali in Italia. Ciò è ancora più significativo se si considera l’elevata durata media dei titoli (8,3 anni). L’operazione sarà regolata il prossimo 8 aprile con l’emissione dei titoli. Dal punto di vista della distribuzione l’emissione si è concentrata su investitori di elevato standing, banche per il 55% e fondi comuni per il restante 45%. Dal punto di vista geografico il 90% è stato collocato all’estero. Come comunicato al momento del lancio, l’operazione vanta il rating massimo di “tripla A” sul 92,5% dei crediti ceduti, la percentuale più alta finora ottenuta dalle agenzie di rating su operazioni originate da Finecobank su portafogli di mutui fondiari. In particolare le principali agenzie di rating (Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings) hanno confermato il rating massimo alla Classe A da 951,6 milioni di euro e il rating Bbb/baa2/bbb alla classe C, direttamente sottoscritta da Fineco, pari a 36 milioni di euro. La classe B, pari a 41,1 milioni di euro, ha ricevuto il rating Aa+/a1/a. Su tale classe di titoli Standard & Poor’s ha assegnato un rating superiore a quello atteso (Aa+ contro A) per effetto dell’utilizzo da parte dell’agenzia stessa, per la prima volta su un’operazione di cartolarizzazione mutui, della nuova metodologia Crif Decision Solutions, un sistema in armonia con le esigenze di Basilea 2. Il sistema Crif rappresenta un nuovo approccio adottato nel calcolo della probabilità di default di ogni mutuo che tiene conto di un credit score sul singolo creditore. In questo modo la probabilità di default, tradizionalmente basata sulle caratteristiche del mutuo e dell’immobile a garanzia, è verificata sulla base del profilo di rischio del mutuatario direttamente correlato alle performance dimostrate nel passato. Tale approccio è utilizzato e alimentato da circa 400 istituti finanziari e censisce più di 50 mln di linee di credito. E’ usato regolarmente da circa il 90% degli operatori del mercato del credito retail. Anche Fineco utilizza tale database nella fase di credit scoring del credito da erogare. Applicando tale metodologia sul portafoglio oggetto dell’operazione è risultato uno score medio ponderato pari alla classe F, la seconda tra quelle con lo score più elevato e la probabilità di default associata più bassa (inclusa cioè nella fascia delle classi che indicano una “excellent credit history”). Con questa cartolarizzazione, Finecogroup si conferma tra i principali operatori sul mercato della securitisation. Considerando anche le altre operazioni effettuate da Finecobank sui mutui e cessioni del quinto e da Fineco Leasing sui crediti da leasing, Finecogroup porta a termine l’undicesima operazione per un controvalore complessivo di circa 7,8 miliardi di euro in quattro anni. L’operazione è stata strutturata in soli due mesi dal Sole Arranger Mcc ed i titoli sono stati distribuiti sul mercato europeo dai Joint Lead Managers e Book-runners Abn Amro, Mcc e Ubs Investment Bank.  
   
   
IL DOSSIER PAESE SULLA CINA, UNA GUIDA UTILISSIMA PER SVILUPPARE IL PROPRIO BUSINESS NEL PAESE  
 
Torino, 21 marzo 2005 - La Cina, con un ritmo di crescita annuale che supera il 9%, è considerata la destinazione più interessante per gli investimenti esteri. Per le imprese, gli spazi di crescita all'interno dell'enorme mercato cinese, il più grande dei prossimi decenni, sono molti. Un mercato potenziale che non si può ignorare, ma anche tutto da scoprire! Differenze di cultura e di approccio enormi rispetto all'Italia, diversità normative da una provincia all'altra del paese: in mancanza di un'adeguata conoscenza del mercato, l'internazionalizzazione può diventare una "scommessa", esponendo l'azienda a rischi e inconvenienti anche molto costosi. Ma ci sono anche condizioni propizie, ad esempio i minori vincoli per aprire una società in Cina (in alternativa alle Joint-ventures). In uno scenario complesso come questo, conoscere significa ridurre il rischio di decisioni sbagliate, ma anche interpretare al meglio gli sviluppi che l'azienda si può aspettare in quel mercato. E' indispensabile dunque disporre di una fonte di informazioni strutturata, accessibile e aggiornata sul paese estero che si intende presidiare. I Clienti di Links Sanpaolo, l'internet banking per le imprese, hanno la possibilità di scaricare il Dossier Paese sulla Cina, una guida utilissima per sviluppare il proprio business nel paese. I Dossier Paese, in formato.Pdf, offrono un'approfondita analisi dell'economia, dell'assetto istituzionale, del quadro giuridico di oltre 50 Paesi esteri. Vengono inoltre fornite informazioni operative e una scheda finanziaria di sintesi per il Paese esaminato, che contiene ad esempio i riferimenti agli strumenti di sostegno all'internazionalizzazione. Per usufruire del servizio, occorre essere Cliente Links Sanpaolo e sottoscrivere in filiale il contratto delle "Informazioni Commerciali", che per l'accesso agli altri servizi informativi "on demand" integrati in Links Sanpaolo: informazione camerali, bilanci, report D&b, procedure burocratiche. Dopo la sottoscrizione, potrai in qualunque momento, in base alle tue effettive necessità, acquistare on line le informazioni che ti servono Url:http://www.sanpaoloimprese.com/scriptimp/imprese/servizi_online/dospae/index.jsp  
   
   
BANCA ANTONVENETA PARLA AI GIOVANI CON LA MUSICA DI MTV ITALIA  
 
Padova, 21 marzo 2005 - Banca Antonveneta si sintonizza sui giovani, con Mtv Italia. E nasce Clubba, il “Club Banca Antonveneta” dedicato ai teenagers da 15 a 18 anni, presentato al Circolo della Stampa – Milano. Clubba è prima di tutto un modo decisamente nuovo di rivolgersi al mondo giovanile per parlare, certo, di risparmio, ma anche per creare un dialogo ricco di proposte, musica, giochi ed iniziative riservate ai ragazzi. “Si entra in Clubba - spiega Piergiorgio Giuliani, Direttore Marketing di Banca Antonveneta - attraverso uno dei mille sportelli di Banca Antonveneta e accendendo un conto corrente a condizioni decisamente convenienti” Il conto Clubba, infatti, non ha nessuna spesa di gestione, ha un numero di operazioni illimitato, il bancomat gratuito, il servizio di homebanking e utili pacchetti assicurativi e assistenziali.” All’apertura del conto si riceve immediatamente una maglietta Clubba – Mtv ed il playcode con il quale si può navigare nell’area Clubba dai siti www.Clubba.it  www.Antonveneta.it  www.Bybank.it  e www.Mtv.it  ed accedere facilmente alla vetrina degli sconti. Si possono inoltre acquisire punti, da tramutare in premi, ed approfittare delle vantaggiose promozioni offerte dai numerosi partner di Antonveneta in questa iniziativa, come i brand Eastpak, Smemoranda, Sony, Sony Playstation, Peugeot Motocycles, Ef Viaggi Studio, Nokia, Creative, Mtv Musicstore /Od2. Ma soprattutto i titolari Clubba possono partecipare ad un concorso che condurrà all’estrazione di due nominativi, fra quanti avranno aderito a Clubba, che vinceranno un viaggio premio presso gli studi televisivi di Mtv Usa a New York. Con riprese dell’evento che sarà poi trasmesso sempre su Mtv, nel corso della trasmissione Trl. “Clubba – prosegue Piergiorgio Giuliani - è un articolato progetto che si fonda su un attento studio delle tendenze giovanili, non solo in materia di risparmio, ma soprattutto di linguaggio e di stili di vita. La partnership con Mtv Italia, ed in particolare con Trl, una delle trasmissioni più seguite dai giovani, nasce proprio dal desiderio di offrire ai ragazzi il contatto diretto con uno dei loro interlocutori privilegiati, un importante mezzo di comunicazione e di informazione, nel quale si riconoscono ed attraverso il quale fanno gruppo”. Con Clubba, Banca Antonveneta sveste i panni dell’”istituzione” per avvicinarsi ad un pubblico sul quale punta molto, in prospettiva futura, per consolidare la sua strategia di sviluppo, caratterizzata da una sempre maggiore attenzione all’universo-famiglia. Clubba presenta prerogative di assoluto interesse in tema di risparmio, poiché stimola i giovani ad affrontare in modo semplice questo importante argomento, consente risparmi effettivi e prevede interessanti agevolazioni per l’acquisto, a prezzi scontati, di oggetti e materiali che ormai fanno parte dei più attuali desideri giovanili.  
   
   
BANCA TOSCANA: UTILE NETTO A 90 MILIONI PROFITTABILITÀ LORDA DELL'INTERMEDIAZIONE A 840 MILIONI PRINCIPALMENTE IN VIRTÙ DELL'ATTIVITÀ COMMERCIALE: RACCOLTA DIRETTA +6,1%; RACCOLTA INDIRETTA +2,1%  
 
Firenze 21 marzo 2005 - Il Consiglio di Amministrazione di Banca Toscana, presieduto dal Prof. Paolo Mottura, ha approvato nella del 4 marzo il progetto di bilancio per l'esercizio 2004. E' doveroso premettere che, a seguito dell'operazione di fusione per incorporazione nella Banca Monte dei Paschi di Siena della Banca Toscana e del contestuale scorporo dell'attività bancaria nella nuova Banca Toscana con decorrenza 30 marzo 2003, i risultati economici conseguiti nel 2004 non hanno periodi omogenei di confronto, a differenza dei dati patrimoniali che possono essere significativamente raffrontati. Il margine d'interesse ha raggiunto i 505 milioni, principalmente per effetto dell'operatività con clientela; sempre l'attività commerciale ha poi sostenuto in via pressoché esclusiva la formazione dei ricavi da servizi, giunti nel complesso a 335 milioni. A fronte di un margine d'intermediazione di 840 milioni, l'attività caratteristica ha richiesto un insieme di costi di gestione pari a 550 milioni, ricomprendendo rettifiche di valore su immobilizzazioni materiali ed immateriali per 16,0 milioni. In presenza di un risultato lordo di gestione di 290 milioni e rettifiche nette di valore ed accantonamenti prudenziali per 116 milioni, l'utile delle attività ordinarie è risultato pari a 174 milioni. Stante poi un saldo negativo della gestione straordinaria per quasi 3 milioni ed imposte sul reddito per 81 milioni, Banca Toscana ha conseguito nel 2004 un utile netto di 90 milioni. Sotto il profilo dei volumi intermediati con clientela, è da sottolineare che gli impieghi, trainati dallo sviluppo dei mutui, hanno evidenziato una crescita su base annua del 4,5% raggiungendo a fine esercizio i 11.907 milioni. L'incidenza delle sofferenze nette si è mantenuta su livelli contenuti (1,5%). A sua volta, la consistenza del risparmio complessivamente intermediato con clientela - pari a 28.164 milioni - aumentata in un anno del 3,9%. In tale ambito, la raccolta diretta - pari a 12.686 milioni - ha segnato nel periodo un'espansione del 6,1% in virtù dell'incremento delle obbligazioni e dei conti correnti. Quanto alla componente indiretta della raccolta, il suo stock (15.478 milioni) ha registrato in un anno un progresso del 2,1%, in ragione della discreta vivacità mostrata dal comparto dei prodotti di risparmio gestito. Infine è da segnalare che la Banca ha svolto la propria attività avvalendosi di una rete distributiva composta da 416 sportelli, presenti su nove regioni prevalentemente del Centro Italia.  
   
   
FITCH RATINGS ASSEGNA `AA+' AL COMUNE DI BOLZANO  
 
Milano/Parigi/Londra, 21 Marzo 2005: Fitch Ratings ha assegnato il rating di lungo termine pari a `Aa+' e di breve termine pari a `F1+' al Comune di Bolzano. Le prospettive (outlook) sul rating di lungo termine sono stabili. I rating tengono conto del forte sostegno finanziario e del controllo della Provincia Autonoma di Bolzano (Aa+/f l+/Stabile), come pure del management efficiente e della elevata qualità creditizia intrinseca delle finanze del Comune. Il Comune di Bolzano è il capoluogo della omonima Provincia Autonoma la quale ha competenza legislativa in materia di finanza locale e responsabilità di finanziamento dei comuni appartenenti al suo territorio. Questo elemento rappresenta un aspetto particolare della sua autonomia, tutelata a livello costituzionale dall'ordinamento italiano sulla base di un accordo internazionale con l'Austria. 1<­,'a stretta interrelazione finanziaria e istituzionale implica la messa a disposizione dei comuni di mezzi finanziari che, in relazione alle risorse complesivamente disponibili, risultino adeguati per il raggiungimento delle finalità e all'esercizio delle funzioni stabilite dalle leggi della Provincia stessa e dalla Costituzione. L'elevata qualità creditizia della Provincia Autonoma di Bolzano, nonché la visibilità e importanza strategica del Comune di Bolzano, che rappresenta un quinto circa della popolazione provinciale e ne è il principale centro amministrativo, culturale ed economico, concorrono all'attribuzione dello stesso rating. A differenza dei comuni italiani situati in regioni ordinarie, i trasferimenti provinciali sono indicizzati all'andamento della crescita economica locale; cio' consente di trasferire sul bilancio del Comune i vantaggi dell'economia ricca, dinamica, e diversificata, come indicato dal Pil pro-capite del 60% superiore alla media della Ue25. Il 4% medio annuo di crescita delle entrate correnti comunali è pertanto principalmente sostenuto dai contributi provinciali, che rappresentano i due terzi circa delle entrate correnti del Comune. Efficienti e sofisticati sistemi di controllo di gestione consentono uno stretto monitoraggio delle finanze comunali. La situazione finanziaria del Comune di Bolzano ben si raffronta con quella di altri comuni italiani ed internazionali, simili per dimensioni e/o ricchezza dell'economia locale. Un controllo via via più stretto della spesa e 1' esternalizzazione di alcuni servizi (gas, acqua e smaltimento rifiuti), ha permesso un miglioramento del margine operativo dal 8% entrate correnti del 2000 al 17% del 2004. Il buon bilanciamento tra entrate e spese correnti contribuirà a mantenere solida la performance operativa nel medio periodo, mentre i sussidi provinciali in conto capitale e la dismissione di attività patrimoniali dovrebbero moderare il fabbisogno finanziario annuo intorno al 3% circa delle entrate totali del Comune, come negli ultimi tre esercizi. A fine 2004 il debito a medio lungo termine era di 170 milioni di euro e gli oneri per il servizio del debito rappresentavano il 12% delle entrate correnti, o il 7% deducendo i contributi provinciali per l'ammortamento dei mutui. Nel medio termine il debito dovrebbe stabilizzarsi intorno all'attuale 100% delle entrate correnti grazie ai proventi attesi dalla dismissione di una partecipazione di minoranza nell'azienda elettrica comunale (Ae Spa) che dovrebbero finanziare nuovi investimenti o l'estinzione anticipata di parte del debito esistente.  
   
   
"BIELLA, UN MODELLO DI ECCELLENZA INTERNAZIONALE" UN GRANDE PROGETTO INDUSTRIALE E CULTURALE  
 
 Milano, 21 marzo 2005 - Il Presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo, il Sindaco di Biella Vittorio Barazzotto, il Presidente della Fondazione del Museo del Territorio Biellese Luciano Donatelli e il Presidente dell'Unione Industriale Biellese Ermanno Rondi, sono riuniti a Milano per presentare alla stampa il progetto Biella, un modello di eccellenza internazionale. Nel distretto biellese, dove è nata e si è sviluppata l'industria laniera e dove tuttora operano 1.100 aziende del settore tessile, con un'occupazione di 20 mila persone e per un fatturato di 4 miliardi di euro, si è affermato un primato mondiale di eccellenza grazie alla felice sintesi di creatività, qualità artigianale e capacità di innovazione, che consente di fronteggiare la sempre più agguerrita competizione internazionale. "Biella è uno dei maggiori poli lanieri del mondo e certamente il più importante nelle produzioni di alta qualità di filati e tessuti di lana, e di altre fibre pregiate come cachemire, alpaca, mohair" ha dichiarato Luciano Donatelli, Presidente della Fondazione Museo del Territorio Biellese. "Un polo di eccellenza che ha una storia da raccontare." Quello di Biella è il primo distretto industriale ad aver realizzato un marchio collettivo per i propri prodotti: Biella - The Art of Excellence, promosso dall'Unione Industriale Biellese, un marchio di eccellenza che contraddistingue in tutto il mondo il prodotto di aziende che soddisfano rigorosi criteri etici e qualitativi, presentato alla stampa dal Presidente Ermanno Rondi Alla conferenza è intervenuto anche Lapo Elkann, Responsabile Brand Promotion di Fiat Auto, che ha dichiarato: "maestri da sempre nel savoir faire, ovvero nella capacità di realizzare manufatti di pregio e qualità ineguagliabili, noi italiani dobbiamo industriarci con altrettanto ingegno nell'arte del faire savoir, ovvero del comunicare ed enfatizzare in modo efficace le peculiarità e le qualità esclusive dei nostri prodotti. Siano essi tessuti di lana o automobili, sono il risultato, infatti, degli sforzi di tante imprese integrate tra loro in un 'unica filiera ma, soprattutto, accomunate dalla medesima passione per l'eccellenza. Aspetti, questi, che meritano rispetto e attenzione". Al progetto è legato un grande evento culturale, la mostra "Sul Filo della Lana"  www.Sulfilodellalana.it  promossa dalla Fondazione Museo del Territorio Biellese e dalla città di Biella, in collaborazione con la Regione Piemonte, la Provincia di Biella e l'Unione Industriale Biellese. La mostra, che sarà inaugurata a Biella il 20 aprile per restare aperta fino al 24 luglio, è stata presentata dal suo curatore, il Prof. Philippe Daverio.  
   
   
CONFOCOMMERCIO: LE PREVISIONI PER L'ECONOMIA ITALIANA  
 
Cernobbio, 21 marzo 2005 - Anche nel biennio 2005-2006 l'economia italiana, nonostante il permanere di un contesto internazionale sostanzialmente positivo, dovrebbe continuare ad evidenziare tassi di sviluppo contenuti. Nel 2005: La crescita non supererà 1'1,1% a causa delle difficoltà delle esportazioni italiane a tenere il passo con i ritmi di sviluppo del commercio mondiale e del permanere di elementi di debolezza del mercato interno. Il clima di fiducia della famiglie non mostra ancora miglioramenti significativi. Ciò dovrebbe contribuire a determinare per buona parte dell'anno in corso comportamenti prudenti sul versante delle spese. Difficilmente nella media dell'anno in corso si registrerà una crescita della spesa delle famiglie superiore allo 0,9%. All'interno dei consumi situazioni di difficoltà dovrebbero continuare ad interessare il settore alimentare, dell'abbigliamento e dei mezzi di trasporto. Il permanere di condizioni sostanzialmente favorevoli per l'accesso al credito grazie al contenimento dei tassi e la necessità da parte delle imprese di interventi sul versante dell'innovazione non sembrano sufficienti a promuovere una decisa ripresa della domanda di investimento delle imprese, che dovrebbe continuare ad essere scoraggiata dalle non favorevoli condizioni di sviluppo e dalle incertezze che gravano dal Iato delle politiche di incentivazione. La stima di crescita per questa variabile, per l'intero 2005 è prossima al 2,5%. La tendenza al ridimensionamento delle dinamiche occupazionali dovrebbe proseguire anche nel 2005 anno in cui è stimata una crescita limitata a circa 95 mila occupati. Situazione che non dovrebbe peraltro produrre effetti significativi sul tasso di disoccupazione, atteso stabilizzarsi o scendere lievemente. Le dinamiche di fondo dovrebbero riflettere una minor dinamicità sia dei flussi in uscita, dovuti alle politiche di incentivazione a permanere nel mercato del lavoro per le persone che hanno i requisiti per il pensionamento, sia di quelli in entrata, per il progressivo ingresso nel mercato del lavoro di fasce di popolazione meno numerose e che tendono a prolungare il periodo di studi. La minor dinamicità del mercato del lavoro dovrebbe interessare a livello settoriale il compatto manifatturiero - per le difficoltà in cui versano sia alcune grandi imprese che parte delle piccole e medie imprese esportatrici - ed a livello territoriale il Sud del Paese, per il permanere di fenomeni migratori interni e di un effetto «scoraggiamento». L'inflazione italiana dovrebbe continuare a risultare sotto controllo. Nella media del 2005 si stima una variazione dei prezzi al consumo dell'1,S%, in considerazione sia di una evoluzione ancora contenuta dei prezzi degli alimentari sia del permanere di una tendenza al ridimensionamento dei prezzi di alcuni prodotti tecnologici. Elementi di tensione sul fronte dei prezzi potrebbero derivare dai prodotti petroliferi, per i quali sia pure con una certa volatilità si stima una tendenza all'aumento nel primo semestre, e dall'evoluzione dei prezzi di alcuni beni e servizi gestiti a livello locale, viste le difficoltà in cui versano i bilanci di molte amministrazioni. Le esportazioni italiane dovrebbero continuare a crescere anche nei prossimi mesi a tassi lievemente più contenuti rispetto a quanto registrato a livello mondiale, determinando nel complesso dell'intero 2005 un incremento in quantità del +2,7%. Il dato di sintesi dovrebbe riflettere uno sviluppo più sostenuto dell'export verso le aree del mondo più dinamiche ed una evoluzione più contenuta nei confronti dei Paesi aderenti alla Ue, in relazione anche a stime di crescita della domanda interna per consumi nei singoli Paesi molto articolate. Per quanto riguarda la finanza pubblica sull'evoluzione attesa incide in misura molto rilevante una stima di crescita del Pil decisamente più contenuta rispetto a quanto fino ad oggi indicato dal Governo. Situazione che determina una ipotesi di crescita «tendenziale» del rapporto deficit/Pil per l'anno in corso pari al 3,3%. Questa stima, che non sconta eventuali interventi correttivi anche di natura amministrativa riflette sia una minore dinamica delle entrate, sia una evoluzione delle spese, soprattutto di parte corrente, più elevata di quanto fino ad oggi indicato. Sulla evoluzione attesa per queste ultime incidono sia una più bassa reattività alle dinamiche di sviluppo, sia il progressivo esaurirsi della fase di contenimento della spesa per interessi. Nel 2006: La crescita nel 2006 dovrebbe assestarsi attorno all'1,5%. La moderata ripresa dei consumi attesa per il prossimo anno, per il quale si stima una crescita dell'1,3%, potrebbe essere limitata in presenza di politiche di rialzo dei tassi da parte della Bce in considerazione dell'elevata esposizione delle famiglie nei confronti delle banche per i mutui ottenuti per l'acquisto della casa. In contenuto recupero dovrebbero risultare anche gli investimenti, attesi crescere del 2,9%, un tasso insufficiente a garantire l'avvio di un reale ammodernamento del sistema produttivo ed infrastrutturale del Paese. In considerazione del permanere di un quadro produttivo sostanzialmente incerto e di situazioni di crisi in alcuni comparti le dinamiche occupazionali dovrebbero rimanere modeste con una crescita nel complesso dell'anno pari a 115 mila occupati. La tendenza all'attenuarsi delle dinamiche del commercio mondiale ed il permanere di forti elementi di criticità sul versante competitivo dei beni e servizi italiani dovrebbero determinare una crescita dell'export abbastanza contenuta e pari al +2,2%. Elementi di forte preoccupazione caratterizzano la finanza pubblica. In assenza di interventi le dinamiche tendenziali segnalano un innalzamento del rapporto deficit/Pil al 3,6%. Questa evoluzione sconta, oltre agli effetti derivanti da una crescita più contenuta rispetto alle stime fino ad oggi diffuse dal Governo, l'esaurirsi degli effetti delle una tantum, una inversione della tendenza al rientro della spesa per interessi - in presenza di un possibile innalzamento dei tassi da parte della Bce- e maggiori oneri rispetto a quanto oggi indicato per il rinnovo del contratto del Pubblico impiego. Va anche aggiunto che tradizionalmente le finanziarie di fine legislatura, come sarà quella relativa al 2006, risultano più «leggere», situazione che porta ad ipotizzare misure inizialmente meno stringenti e che rinviano eventuali interventi correttivi alla seconda parte dell'anno. E' peraltro evidente che questa ipotesi tendenziale non sconta i possibili effetti della prossima revisione del patto di stabilità - i cui contenuti sono ancora da definire - e che potrebbero da un lato porre vincoli più stringenti sul debito, dall'altro lasciare una maggiore libertà di azione per contrastare le fasi di debolezza produttiva. Quadro Macroeconomico Italiano (Dati non corretti per i giorni lavorativi - variazioni percentuali sull'anno precedente)
2003 2004 2005 2006
Pil Importazioni di beni e servizi Consumi finali interni - Spesa delle famiglie residenti - Spesa delle Ap e delle Isp Investimenti fissi lordi Esportazioni di beni e servizi 0,3 1,3 1,6 1,4 2,3 -1,8 -1,9 1,2 2,5 0,9 1,0 0,7 2,1 3,2 1,1 3,2 0,9 0,9 0,8 2,5 2,7 1,5 3,6 1,3 1,3 1,1 2,9 2,2
Inflazione 2,7 2,2 1,8 1,9
Occupati (migliaia - var. Assolute) 328 145 95 115
Fonte Istat E Previsoni Centro Studi Confcommercio Costo Del "Sistema Pubblico" - Il "sistema pubblico" è una macchina costosa, ma poco efficiente, che pesa sulle performance dell'intera economia nazionale. Un indicatore particolarmente utile a determinare la costosità delle prestazioni delle Amministrazioni pubbliche è quello relativo al cosiddetto clup, cioè il costo del lavoro per unità di prodotto, che può essere calcolato utilizzando i dati relativi alla contabilità nazionale. Tre sono gli aspetti che emergono: da un analisi sugli ultimi trent'anni emerge che la forbice dei costi unitari tra servizi non market, ossia tutte le attività collegate alla P.a., e gli altri settori produttivi privati ha iniziato ad allargarsi a partire dal 1980, fino a da arrivare nel 2003 ad un livello dei costi dei settori pubblici più elevato del 63% rispetto a quelli dei settori privati; la progressione di carriera nel settore pubblico, ancorata a criteri meramente automatici e di anzianità, ha determinato una situazione per la quale nei servizi non market ad ogni dirigente corrispondono 29 dipendenti subordinati, mentre nei settori privati per ogni dirigente ce ne sono 65; il tasso medio annuo di crescita della produttività nei servizi non market è stata di appena Io 0,6% nell'ultimo decennio, un valore troppo modesto per giustificare le richieste dei sindacati del pubblico impiego di rinnovi contrattuali per la parte economica all'8-9%, perché ciò non farebbe che accrescere la corsa verso l'alto dei costi unitari del lavoro nel settore pubblico.
 
   
   
IL CESR AVVIA LE CONSULTAZIONI IN TEMA DI INVESTIMENTI AMMISSIBILI PER LE SOCIETÀ DI GESTIONE DEI FONDI DI INVESTIMENTO  
 
Milano, 21 marzo 2005 - Il Cesr (Committee of European Securities Regulators), di cui la Consob fa parte, ha diffuso oggi un documento di consultazione (Ref.cesr/05-064b) relativo alla bozza di parere per la Commissione europea in materia di investimenti ammissibili (eligible assets), ovvero le forme di investimento in cui i fondi comuni possono allocare il patrimonio gestito. Il parere è stato redatto tenuto conto del testo integrato della direttiva comunitaria in materia di fondi di investimento. Il documento diffuso dal Cesr affronta, tra gli altri, i seguenti temi: l'ammissibilità, da parte delle società di gestione, di investimenti in strumenti finanziari strutturati: in base alla proposta del Cesr si dovrà tener conto di alcuni fattori quali la liquidabilità degli strumenti, la loro valorizzazione, la disponibilità di informazioni, la trasferibilità, la coerenza con gli obiettivi di investimento del fondo e la valutazione dei rischi; l'ammissibilità di fondi chiusi, con particolare riferimento a quelli quotati, mediante il ricorso a specifici criteri per la tutela degli investitori; l'ammissibilità di strumenti monetari (money market instruments) non trattati su mercati regolamentati, che dovrà avvenire sulla base di autonome valutazioni del gestore, tenuto conto delle informazioni disponibili; l'efficiente gestione del portafoglio, in osservanza di quanto previsto dall'art. 21 del testo integrato della direttiva in materia di fondi di investimento. In merito, il Cesr suggerisce che le transazioni effettuate dal gestore debbano essere "economicamente adeguate" e comunque finalizzate al perseguimento di uno o più dei seguenti obiettivi: riduzione del rischio, riduzione dei costi, generazione di plusvalenze; l'ammissibilità di derivati sui crediti, sulla base di specifici requisiti di compatibilità e tenuto conto del fatto che le società di gestione devono assumere adeguate misure al fine di limitare il rischio di asimmetrie informative, soprattutto nelle negoziazioni con parti correlate; fondi che replicano indici di borsa: in base alla proposta del Cesr si può ritenere che una società di gestione replichi la composizione di un certo indice, se ha l'obiettivo di replicare la composizione dei valori ad esso sottostanti. Tale obiettivo può essere perseguito anche tramite l'uso di prodotti derivati o mediante altre tecniche o strumenti finanziari, in base a quanto previsto dall'art. 21 del testo integrato della direttiva. Sul documento di consultazione, disponibile sul sito internet www.Cesr-eu.org  il Cesr sollecita da parte dei partecipanti al mercato e delle associazioni degli investitori risposte e commenti, che potranno essere inoltrati via internet utilizzando la sezione "Consultations" del sito e dovranno pervenire entro il termine del prossimo 10 giugno 2005. Sul tema degli investimenti ammissibili il prossimo 9 maggio si terrà a Parigi, nella sede del Cesr, un'audizione pubblica, alla quale è possibile registrarsi utilizzando la sezione "Hearings" del medesimo sito.  
   
   
SEAT : PIANO DI STOCK OPTION 2005 PER I DIPENDENTI  
 
Torino, 21 marzo 2005 - Il Consiglio di Amministrazione di Seat Pagine Gialle ha deliberato l’avvio di un nuovo Piano di Stock Option per i dipendenti di Seat e del Gruppo ritenuti di particolare interesse aziendale. Termini, condizioni e modalità del Piano saranno successivamente definiti dall’Amministratore Delegato. Si ricorda che nel 2004 è stato varato un analogo piano di Stock Option che ha visto assegnare circa 75 milioni di opzioni ad oltre 250 dipendenti.  
   
   
PIRELLI: COMPLETATO CON PIENO SUCCESSO L'AUMENTO DI CAPITALE CON LA SOTTOSCRIZIONE INTEGRALE DEI DIRITTI INOPTATI OFFERTI IN BORSA  
 
Milano, 17 Marzo 2005 - L'operazione di aumento di capitale di Pirelli & C. Spa - deliberata dall'assemblea straordinaria degli azionisti del 21 gennaio 2005 - si chiude con pieno succcesso. Successivamente all'offerta in Borsa dei diritti inoptati, svoltasi nel periodo dal 7 all'11 marzo 2005, sono infatti risultate sottoscritte ulteriori 8.118.858 nuove azioni ordinarie. L'operazione si è pertanto conclusa con la sottoscrizione integrale delle 1.517.672.178 azioni ordinarie di nuova emissione al prezzo di 0,70 euro ciascuna, per un controvalore complessivo di 1.062.370.524,60 euro, senza che si sia reso necessario l'intervento del consorzio di garanzia, promosso, organizzato e diretto da Banca Caboto Spa (Gruppo Intesa), Jpmorgan, Mcc Spa - Capitalia Gruppo Bancario, Mediobanca Spa e Ubm. Il nuovo capitale sociale di Pirelli & C. Spa ammonta ora (tenuto anche conto di un ulteriore aumento a fronte di richieste di esercizio di Warrant azioni ordinarie Pirelli & C. 2003-2006 presentate lo scorso febbraio) a 2.763.953.496,20 euro ed è rappresentato da 5.315.295.185 azioni del valore nominale unitario di 0,52 euro, di cui 5.180.530.756 azioni ordinarie e 134.764.429 azioni di risparmio. Il Sindacato di Blocco Azioni Pirelli & C. Ha sottoscritto complessivamente n° 691.025.860 nuove azioni (pari a circa il 45,5% dell'offerta e a circa il 13% del nuovo capitale sociale). Cam Finanziaria Spa ha inoltre sottoscritto, anche per il tramite di società da essa controllata, ulteriori n° 95.729.764 azioni (pari a circa il 6,3% dell'offerta e a circa l'1,8% del nuovo capitale sociale). Sommando le azioni rivenienti dall'aumento di capitale a quelle già in precedenza possedute, Camfin detiene quindi - direttamente e tramite società controllate - n° 1.315.216.673 azioni ordinarie, pari al 25,4% circa del nuovo capitale ordinario, di cui il 19% circa conferito al Sindacato di Blocco Azioni Pirelli & C. Spa. Il Sindacato di Blocco Azioni Pirelli & C. Spa detiene complessivamente n° 2.418.590.510 azioni ordinarie, pari al 46,7% circa del nuovo capitale ordinario.  
   
   
PATTO DI SINDACATO RCS MEDIAGROUP: SINDACATO DI BLOCCO E CONSULTAZIONE  
 
Milano, 21 Marzo 2005 - La Direzione del Patto di Sindacato di Blocco e Consultazione di Rcs Mediagroup, riunitasi il 18 marzo sotto la presidenza dell’Ing Giampiero Pesenti, ha rivolto un caloroso ringraziamento al Presidente di Rcs Mediagroup dott. Guido Roberto Vitale, che ha annunciato le proprie dimissioni a valere dalla prossima Assemblea di Bilancio, per la preziosa ed incisiva opera svolta in un momento cruciale della vita del Gruppo. La Direzione del Patto ha auspicato che si possa unificare la presidenza della Capogruppo e della sua maggior Controllata, Rcs Quotidiani, al fine di sottolineare la forte integrazione del Gruppo pur nelle sue diverse componenti. La Direzione del Patto, in relazione alla nomina di Consiglieri che sarà all’ordine del giorno della prossima Assemblea, ha ritenuto opportuno che, essendo ormai assestata la compagine dell’azionariato partecipante al Patto, la composizione del Consiglio rifletta i seguenti criteri: ciascun azionista o gruppo di azionisti partecipante al Patto, con percentuale di possesso a partire dal 2% e sino al 10% del capitale, avrà facoltà di designare un consigliere; ciascuno dei due azionisti partecipanti al Patto con percentuali di possesso a partire dal 10% del capitale potrà proporre un secondo candidato. Sarà assicurata una adeguata rappresentanza di Consiglieri Indipendenti. Le proposte di nomina saranno rese note al mercato nei termini raccomandati dal Codice di Autodisciplina. La Direzione del Patto di Sindacato ha espresso all’Amministratore Delegato, dott. Vittorio Colao, il più vivo apprezzamento per l’opera sin qui svolta e che si propone di svolgere per il raggiungimento degli obiettivi del Piano Industriale, opera che continuerà a trovare nel Consiglio il più adeguato e convinto sostegno.  
   
   
GEMINA REPLICA AD ASTALDI  
 
Milano, 21 marzo 2005 - In relazione alla comunicazione del 17 marzo della società Astaldi S.p.a., Gemina S.p.a. Precisa che la proposta formulata da tale Società in data 28 febbraio 2005, in ordine all'intervento in Impregilo, è stata da Astaldi abbandonata in data 15 marzo 2005. Tale proposta, infatti, era già stata ritenuta impercorribile dalla stessa Astaldi, perché irrealisticamente incentrata, tra l'altro, sul raggiungimento del quorum deliberativo di più del 50% - quorum mai raggiunto nelle ultime assemblee - per deliberare l'aumento di capitale riservato ad Astaldi.  
   
   
ASTALDI SU RIUNIONE GEMINA E IMPREGILO  
 
Roma, 21 marzo 2005 - In relazione alla nota informativa di Gemina del 17 marzo 2005 – e ripreso dai principali organi di informazione – Astaldi S.p.a. Precisa: (i) nel corso della riunione del 15 marzo 2005 tra Astaldi S.p.a., Gemina S.p.a. E Impregilo S.p.a., assistiti dai rispettivi Advisors, Gemina S.p.a. Ha richiesto ad Astaldi S.p.a. Di individuare soluzioni tecniche alternative per l’attuazione della proposta di intervento in Impregilo S.p.a. Presentata in data 28 febbraio 2005, esprimendo perplessità in relazione al quorum deliberativo richiesto per l’aumento di capitale riservato ad Astaldi S.p.a.; (ii) in quella sede gli Advisors di Astaldi S.p.a., nel confermare la ferma intenzione della Società di investire 250 milioni di Euro in Impregilo S.p.a., hanno immediatamente illustrato una soluzione tecnica alternativa per la cui attuazione è sufficiente l’ordinario quorum deliberativo; (iii) da parte degli Advisors di Gemina ed Impregilo nessuna obiezione è stata sollevata in merito alla soluzione tecnica illustrata; Gemina S.p.a. Si è peraltro riservata di valutare la proposta per i propri effetti economici interni, impegnandosi a comunicare le proprie valutazioni entro la giornata del 16 marzo 2005; (iv) tali valutazioni sono state comunicate invece a mezzo e-mail alle ore 13.31 del 17 marzo, successivamente alla conclusione del Consiglio di Amministrazione di Astaldi S.p.a., che, a chiusura delle operazioni di due diligence e tenendo conto delle riunioni effettuate con Impregilo S.p.a. E Gemina S.p.a., ha deliberato non sussistenti allo stato le condizioni per un intervento in Impregilo S.p.a.; (v) le determinazioni assunte dal Consiglio di Amministrazione di Astaldi S.p.a. Sono state comunicate per lettera rispettivamente ad Impregilo S.p.a., a Gemina S.p.a. E ai relativi Advisors nel pomeriggio del 17 marzo 2005.  
   
   
GRUPPO IT HOLDING: BILANCIO CONSOLIDATO AL 31 DICEMBRE 2004 (SECONDO ITALIAN GAAP). RICAVI NETTI CONSOLIDATI A 709,7 MILIONI: (SUL 2003: +16,4%  
 
Milano, 21 marzo 2005: Il Consiglio di Amministrazione di It Holding ha approvato il 17 marzo il progetto di bilancio di esercizio e il bilancio consolidato al 31 dicembre 2004. Eccellente la dinamica dei ricavi netti consolidati, che raggiungono 709,7 milioni, in crescita del 16,4% a struttura omogenea e a cambi costanti (il fatturato 2003 includeva i ricavi derivanti dalla divisione profumi, dalla divisione occhiali e dai marchi Romeo Gigli e Gentryportofino, tutti ceduti dal Gruppo nel corso del passato esercizio) e del 6,2% a cambi e struttura correnti. Da segnalare l'eccellente andamento dei ricavi collegati ai marchi Gianfranco Ferré e Gf Ferré, che crescono del 21,8%, e dunque in modo più che proporzionale rispetto ai ricavi netti consolidati, raggiungendo un'incidenza sui ricavi netti consolidati del 20,1% (rispetto al 16,3% al 31 dicembre 2003). Tale crescita ha contribuito sostanzialmente all'incremento delle vendite del settore dell'abbigliamento e accessori, pari all'11,1% rispetto al 31 dicembre 2003. La diminuzione dei ricavi da royalty è attribuibile all'internalizzazione di alcune collezioni Gianfranco Ferré, precedentemente affidate in licenza. Prosegue la crescita sul mercato italiano (+13,3%), anche in termini relativi (da 42,2% del fatturato consolidato nel 2003, sale al 45,0%). Bene anche il Resto d'Europa (+2,6%). Inoltre a cambi costanti, il 2004 ha registrato un ottimo andamento anche nei mercati asiatici (+20,1%), mentre il mercato americano è sostanzialmente stabile. Ancora in crescita le vendite attraverso il canale wholesale (+9,1%), che rappresenta il 92,2% del fatturato. Il fatturato da retail diretto scende del 13,9%, principalmente a causa della concentrazione della rete di boutique di proprietà sulle location di maggior rilievo per l'ulteriore sviluppo dei marchi Gianfranco Ferré e Malo. Andamento gestionale Il margine industriale lordo registra un aumento in termini assoluti rispetto al 2003 (+5,5%), mentre in termini percentuali sul fatturato subisce una lieve contrazione, sostanzialmente attribuibile alla cessione della divisione dei profumi, che rappresenta un business caratterizzato da una marginalità industriale più elevata. Il margine operativo aumenta del 4,1%, raggiungendo 75,4 milioni, per un'incidenza sul fatturato che si mantiene in linea con il 2003, pari al 10,6%, ma inferiore all'incremento dei ricavi, principalmente a causa dell'incremento delle spese di campionario sostenute per le vendite delle nuove collezioni Gianfranco Ferré, Gf Ferré e C’n’c. In netto recupero il risultato operativo, che torna positivo per 33,2 milioni, rispetto al valore negativo di 31,9 milioni del 2003. Come anticipato in sede di bilancio 2003, il recupero della redditività del 2004 è stato sensibile e immediato a livello di reddito operativo per il venir meno delle svalutazioni effettuate lo scorso anno per i marchi oggetto di cessione nel 2004. A causa di un saldo della gestione straordinaria negativo per 9,4 milioni (derivanti dalle cessioni realizzate nel 2004), il risultato netto è negativo per 8,4 milioni, tuttavia in netto miglioramento rispetto al valore negativo del 2003. Diminuiscono in modo sensibile gli oneri finanziari (pari a 29,5 milioni, -18,9% rispetto al 2003), grazie alle plusvalenze realizzate attraverso il riacquisto del Ferré bond a un prezzo inferiore alla pari e, più in generale, alla contrazione dell'indebitamento finanziario medio realizzata nel corso del 2004. Nel corso dell'anno gli investimenti operativi sono stati pari a 26,5 milioni, di cui 21,9 milioni in immobilizzazioni immateriali e 4,6 milioni in immobilizzazioni materiali, in forte diminuzione rispetto al 2003 (33,2 milioni), a seguito del sostanziale completamento degli investimenti previsti per lo sviluppo dei marchi Gianfranco Ferré e Gf Ferré. L'indebitamento finanziario si attesta a fine 2004 a 268,1 milioni, in diminuzione rispetto ai 273,7 milioni del corrispondente periodo del 2003. Il Gruppo ha oggi la disponibilità finanziaria sufficiente a garantire il rimborso del Ferré bond in scadenza il 10 maggio 2005, cedola del 7%, per un ammontare residuo di 91.852.000 euro. Previsioni per l'esercizio in corso "Abbiamo confermato le previsioni formulate durante il 2004 in termini di fatturato, superando la soglia dei 700 milioni" - ha affermato li Presidente e Amministratore Delegato Tonino Perna -"registrando importanti crescite anche sui margini". "Tenuto conto della previsione di andamento del mercato dei luxury goods e degli ordini in portafoglio, e a seguito della ristrutturazione finanziaria e della focalizzazione delle attività sul core business, il Gruppo si aspetta nel 2005 di raggiungere un aumento del fatturato, rispetto ai propri ricavi riferiti al solo settore dell'abbigliamento e accessori al 31 dicembre 2004". It Holding S.p.a. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre approvato il progetto di bilancio della capogruppo It Holding S.p.a., che svolge attività di indirizzo strategico e coordinamento per il Gruppo. It Holding S.p.a. Ha registrato ricavi per 8,8 milioni (2003: 6,9 milioni), con un risultato netto negativo di 7,0 milioni (2003: -46,9 milioni, influenzato dalle svalutazioni prudenziali di immobilizzazioni immateriali già citate). Non è prevista la distribuzione di dividendi. Principi contabili internazionali La società ha reso disponibili al pubblico i propri bilanci consolidati al 31 dicembre 2002 e 2003, redatti secondo i principi contabili internazionali Ifrs e assoggettati a revisione contabile. I dati economici e finanziari al 31 dicembre 2004, redatti secondo tali principi, saranno messi a disposizione del pubblico entro il 5 aprile 2005. Il management illustrerà i risultati durante una conference call dedicata a investitori istituzionali e analisti finanziari. I dettagli per la partecipazione saranno disponibili sul sito www.Itholding.com, sezione Investor Resources entro il 29 marzo 2005. A partire dalla presentazione dei dati economici e patrimoniali del primo trimestre 2005, la società utilizzerà soltanto i principi contabili internazionali Ifrs. Il progetto di bilancio di esercizio e il bilancio consolidato saranno sottoposti all’approvazione della prossima assemblea degli azionisti, in sede ordinaria, convocata per il 20 aprile 2005 (22 aprile 2005 in seconda convocazione) . Il consiglio di amministrazione ha convocato gli azionisti in assemblea straordinaria il giorno 20 aprile 2005 (22 aprile in seconda convocazione) per proporre loro di: modificare l'art. 5 dello statuto sociale, mediante inserimento della facoltà dell'assemblea straordinaria di attribuire al consiglio di amministrazione la possibilità di aumentare il capitale sociale anche con esclusione o limitazione del diritto di opzione ai sensi dell’art. 2441, comma 4 e 5 cod. Civ.; attribuire al Consiglio di Amministrazione, ai sensi dell'art. 2443, comma 2, cod. Civ., la facoltà di aumentare a pagamento, in una o più volte, anche in forma scindibile, il capitale sociale, con sovrapprezzo e con esclusione del diritto di opzione ai sensi dell’art. 2441, comma 5, cod. Civ., per un ammontare massimo di nominali [8.000.000] euro e comunque per un controvalore complessivo non superiore [100.000.000] euro, con conseguente modifica dell'art. 5 dello statuto sociale. A giudizio del consiglio, un aumento di capitale si rende opportuno a completamento della ristrutturazione della struttura patrimoniale e finanziaria del gruppo; assicurerà un miglioramento del rapporto tra mezzi propri e indebitamento, idoneo a rafforzare ulteriormente la struttura finanziaria del gruppo; inoltre, genererà un incremento del flottante e della liquidità del titolo It Holding sul mercato azionario. Il consiglio di amministrazione, sussistendo le condizioni di mercato idonee ad assicurare il miglior successo dell'offerta, ha intenzione di esercitare, almeno in parte, la delega richiesta all'assemblea entro il [31 dicembre 2005].  
   
   
AUTOSTRADE S.P.A., BILANCIO 2004: GENERATE RISORSE FINANZIARIE PER € 665 MILIONI, DOPO GLI INVESTIMENTI REALIZZATI E I DIVIDENDI DI COMPETENZA IL TASSO DI INCIDENTALITÀ DIMINUISCE DEL 6,0% RISPETTO AL 2003, IL TASSO DEGLI INCIDENTI MORTALI REGISTRA UN CALO DEL 17,6% RISPETTO AL PRECEDENTE ESERCIZIO (-40,9% NEGLI ULTIMI 5 ANNI).  
 
Roma, 21 marzo 2005 - Il Consiglio di Amministrazione di Autostrade S.p.a., riunitosi il 18 marzo sotto la presidenza di Gian Maria Gros-pietro, ha approvato il progetto di bilancio 2004 della Società e ha esaminato il bilancio consolidato. I risultati della gestione I ricavi consolidati risultano pari a € 2.882 milioni, con un incremento di € 311 milioni (+12,1%) rispetto ai corrispondenti ricavi consolidati del 2003 (€ 2.571 milioni). I ricavi netti da pedaggio (pari a € 2.444 milioni) presentano un aumento di € 114 milioni (+4,9%) rispetto al 2003 (€ 2.329 milioni) dovuto all'effetto combinato dell'incremento del traffico sull'intera rete gestita (+1,9%) e degli incrementi tariffari applicati dalle concessionarie del Gruppo nel corso del 2004. In particolare, l'incremento del traffico riguarda sia il traffico pesante (+3,3%), sia quello leggero (+1,4%). Riguardo agli incrementi tariffari si evidenzia che Autostrade per l'Italia, la cui rete autostradale è pari all'84% di quella totale gestita dal Gruppo, ha posticipato eccezionalmente al 1° luglio 2004 l'adeguamento annuale delle tariffe (+2,26%). Gli altri ricavi delle vendite e prestazioni sono pari a € 427 milioni ed aumentano di € 197 milioni (+86,2%) rispetto all'esercizio 2003 (€ 229 milioni) prevalentemente per effetto dell'avvio dell'attività operativa, dal 1° gennaio 2004, della società austriaca Europpass (+91 milioni di euro), nonché per maggiori introiti dalle aree di servizio (+88 milioni di Euro, comprensivi di 24 milioni di Euro percepiti a titolo di "una-tantum"), a seguito del rinnovo degli affidamenti delle stesse avvenuto nel corso del 2004. I costi operativi, esclusi i costi del personale, sono pari a € 556 milioni, con un incremento di € 54 milioni (+10,7%) rispetto al saldo del 2003 (€ 502 milioni). Tale variazione è da attribuire prevalentemente ai maggiori costi sostenuti nell'esercizio da Europpass (+18 milioni) con l'avvio delle attività operative, all'incremento dei costi di manutenzione (+22 milioni), connesso all'aumento delle superfici trattate con pavimentazione drenante e delle operazioni invernali, nonché agli oneri sostenuti nell'esercizio per le procedure di affidamento delle sub-concessioni delle aree di servizio (pari a circa 7 milioni) e per la rinuncia dei sub-concessionari al diritto di prelazione sul rinnovo dell'affidamento (15 milioni). Il costo del lavoro netto, invece, ammonta a € 507 milioni e presenta un incremento pari a € 16 milioni (+3,2%) rispetto al 2003 (€ 491 milioni). L'organico medio del gruppo, pari a 9.305 unità, diminuisce di 97 unità (-1,0%) a seguito del decremento di personale registrato in quasi tutte le società del Gruppo, parzialmente compensato dall'incremento del personale medio di Europpass (+107 unità), in relazione all'avvio dell'attività operativa, e dal potenziamento dell'organico medio di Pavimental (+25 unità) e Spea (+36 unità). L'ebitda, pari a € 1.842 milioni, evidenzia un incremento di € 245 milioni rispetto al 2003 (€ 1.597 milioni), con un'incidenza sui ricavi che sale al 63,9% rispetto al 62,1% del 2003. Al netto degli ammortamenti, degli altri stanziamenti rettificativi e degli stanziamenti a fondi per rischi e oneri - tra cui €97 milioni relativi alla quota di oneri derivanti dagli impegni di investimento previsti dalla Convenzione del 1997 di Autostrade per l'Italia - l'Ebit ammonta a € 1.001 milioni, aumentando di € 115 milioni rispetto al 2003 (€ 886 milioni). Gli oneri finanziari netti ammontano a € 441 milioni e si incrementano di € 62 milioni rispetto al 2003 (€ 379 milioni) per effetto, prevalentemente, dell'aumento dell'indebitamento medio. L'utile netto consolidato ante componenti straordinari nel 2004 (al netto della quota dei terzi) è pari a € 251 milioni, in aumento dell'8,1% rispetto all'utile netto consolidato del 2003 (€ 233 milioni). Nell'esercizio 2004 sono stati realizzati proventi straordinari per € 178 milioni, di cui: - €149 milioni di plusvalenza netta a seguito della cessione della partecipazione del 4,98% del capitale di Abertis; - € 29 milioni di sopravvenienza attiva netta derivante dalla devoluzione - a seguito del rinnovo degli affidamenti - dei fabbricati realizzati dai sub-concessionari sul sedime del Gruppo. L'utile netto consolidato del 2004 (al netto della quota dei terzi) è così pari a € 429 milioni. Il cash flow della gestione caratteristica generato nel 2004 è pari a € 1.184 milioni, in aumento di € 242 milioni rispetto a € 942 milioni del 2003. Considerando anche gli € 401 milioni derivanti dalla cessione della partecipazione in Abertis, la generazione di cassa nell'esercizio 2004 aumenta a € 1.585 milioni. Nel 2004 gli investimenti aumentano del 33,8% rispetto al 2003. Gli investimenti in immobilizzazioni materiali nell'esercizio 2004 ammontano a € 638 milioni, rispetto a € 1.467 milioni nel 2003. L'incremento rispetto al 2003 è pari a € 161 milioni, tenuto conto che lo scorso esercizio la voce includeva anche gli investimenti per l'acquisizione dell'A24-25 (€ 804 milioni) e per la realizzazione del sistema di esazione free flow austriaco di Europpass (€ 186 milioni). L'indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2004 è pari a € 8.966 milioni e si incrementa di € 674 milioni rispetto a fine 2003, principalmente a seguito del saldo tra il pagamento dell'imposta sostitutiva (€ 1.079 milioni) sulla plusvalenza generatasi dal conferimento del 2003 del ramo autostradale del Gruppo ad Autostrade per l'Italia e il controvalore della vendita della partecipazione in Abertis (€ 401 milioni). Il patrimonio netto di Gruppo e di terzi al 31 dicembre 2004 è pari a € 1.825 milioni (Euro 1.573 milioni a fine 2003). L'esercizio 2004 si chiude per la capogruppo Autostrade S.p.a. Con un utile netto pari a € 293 milioni. Il Consiglio di Amministrazione proporrà all'Assemblea degli Azionisti di Autostrade S.p.a., fissata in prima convocazione il 28 aprile e in seconda il 29 aprile 2005, un dividendo di € 51 cent per azione (€ 31 cent per azione nell'esercizio precedente), in pagamento il 26 maggio 2005, con stacco della cedola n. 2 in data 23 maggio 2005. Il monte dividendi proposto è pari a Euro 292 milioni, che sottende una distribuzione del 100% della plusvalenza realizzata sulla cessione della partecipazione detenuta in Abertis e del 57% circa dell'utile netto ante proventi straordinari. L'esercizio 2004 ha generato complessivamente risorse finanziarie per il Gruppo pari a € 1.585 milioni, di cui € 638 milioni sono stati destinati agli investimenti materiali e € 292 milioni proposti come dividendi. L'avanzo residuo di € 655 milioni incrementa le risorse finanziarie a disposizione del Gruppo, destinate al programma di investimenti per l'ammodernamento della rete. Andamento delle attività - I lavori Anche nel 2004 il Gruppo ha dato forte impulso ai piani di investimento compresi nella Convenzione Anas del 1997 di Autostrade per l'Italia e nel Iv Atto Aggiuntivo alla Convenzione siglato nel 2002, ma efficace da maggio del 2004. Questo impulso è visibile se si considera che nell'anno sono stati consegnati alle imprese costruttrici lavori per un valore di 1.306 milioni di euro. Tra i lavori affidati, la Galleria di Base della Variante di Valico, il Lotto 12 e lo svincolo di Barberino del Mugello, sempre nell'ambito della Variante di Valico, il Lotto 1A per la costruzione della quarta corsia sulla Bologna-modena, i lavori per il nuovo polo Fieristico di Milano, i Lotti 2 e 3 per la costruzione della Iv corsia tra Bologna e Modena, il Lotto 2 sulla Milano-bergamo, i Lotti 7 e 8 della Firenze Nord-firenze Sud. Nonostante i cospicui e costanti sforzi progettuali e organizzativi di Autostrade per l'Italia e l'attenzione posta dall'Anas, che nel 2004 ha approvato progetti per oltre 1.200 milioni di euro, i ritardi nelle autorizzazioni ambientali e urbanistiche, ancora in corso per molti progetti anche a valle delle Conferenze dei Servizi, hanno generato e continuano a generare rallentamenti nell'avvio o nell'avanzamento dei lavori di esecuzione delle opere del comprese nella Convenzione del 1997. I numerosi ritardi bloccano il necessario ammodernamento della rete autostradale italiana, di cui il Gruppo Autostrade è il principale protagonista, con un programma di investimenti pari a circa un terzo dei capitali privati previsti dal Piano Cipe del 2001 per il settore infrastrutture. Gli stessi ritardi comportano significativi incrementi dei costi a carico del concessionario, che deve peraltro sopperire all'insufficiente capacità della rete rispetto al traffico tramite soluzioni di tipo gestionale, come le campagne di informazione preventiva e real time, efficaci a breve ma insostenibili nel lungo periodo. Di tali ritardi Autostrade ha sempre dato tempestiva comunicazione alle Istituzioni di riferimento, con le quali sta collaborando attivamente al fine di individuare soluzioni efficaci e condivise per rimuovere tutti i motivi di impasse, sia a livello autorizzativo locale che a livello di cantierizzazione. Sicurezza e manutenzioni - Nel corso del 2004 Il Gruppo ha ulteriormente intensificato le attività e le iniziative già avviate finalizzate al miglioramento degli standard di manutenzione e dei livelli di sicurezza lungo la rete. Con riferimento alle attività di manutenzione della rete autostradale in esercizio, e in particolare alle pavimentazioni, si rilevano tra il 2003 e il 2004 un incremento dei volumi di superficie autostradale ripavimentata di circa il 3% e un incremento di oltre il 50% delle superfici drenanti messe in opera. Il risultato rappresenta il massimo quantitativo annuale realizzato sulla rete. A partire dal 2000 i metri quadrati di superficie autostradale ripavimentata sono aumentati del 33%, mentre l'impiego di pavimentazione drenante è quasi quadruplicato. Con riferimento agli interventi di tipo gestionale, nel corso dell'anno è stato dato concreto avvio a due importanti iniziative: - il "Patto per la Sicurezza", che prevede un comune impegno tra gestori dell'infrastruttura, viaggiatori, Polizia Stradale e Protezione Civile per migliorare i livelli di sicurezza lungo la rete autostradale, in coincidenza con l'esodo estivo - il "Piano per la Sicurezza invernale 2004-2005", condiviso con la Direzione Servizi di Polizia Stradale del Ministero degli Interni, che prevede il rafforzamento di tutti i sistemi di assistenza e informazione alla clientela lungo i 3.400 Km di rete gestita dal Gruppo, in concomitanza con i fenomeni atmosferici che nei mesi invernali possono determinare turbative al traffico. Incidentalità - Grazie alla combinazione dei diversi interventi, la rete del Gruppo Autostrade ha registrato nel 2004 un netto calo dell'incidentalità rispetto al 2003: il tasso di incidentalità globale (Tig), calcolato come rapporto tra numero di incidenti complessivi e Km percorsi, è diminuito del 6,0%; l'indicatore degli incidenti mortali è diminuito del 17,6%. Il trend di riduzione dell'incidentalità perdura da oltre cinque anni: a partire dal 2000 il Tig è diminuito del 22,5%; mentre il tasso relativo agli incidenti mortali è calato del 40,9%. In riferimento ai periodi di esodo, durante i quali l'intensità del traffico può impattare sui livelli di incidentalità, le campagne preventive per la sicurezza messe in atto dal Gruppo hanno prodotto notevoli risultati: durante l'esodo estivo 2004 gli incidenti mortali sono diminuiti del 26,2% rispetto al corrispondente periodo del 2003; nel periodo pasquale la flessione è stata del 33,3%. Esazione - Prosegue la diffusione dei sistemi elettronici di esazione del pedaggio per aumentare l'efficienza operativa e migliorare il servizio: - sul totale delle operazioni di pagamento effettuate nel 2004 sulla rete Autostrade per l'Italia, il 67,3% è avvenuto con prodotti automatizzati (65,3% nel 2003) - al 31 dicembre 2004 gli apparati Telepass in circolazione erano 4.355.014 (+12,4 % rispetto a fine 2003), di cui 2.488.041 Telepass Family (+14,0% rispetto al 2003); l'esazione dinamica con Telepass ha coperto il 48,6% dei transiti (46,1% nel 2003). Aree di Servizio - Si è completato nel 2004 il processo per l'affidamento di servizi Oil e Ristoro in 216 aree pari, rispettivamente, al 100% dei servizi Oil e a circa il 63% dei servizi Ristoro della rete di Autostrade per l'Italia. L'affidamento delle subconcessioni scadute è avvenuto tra il 2003 e il 2004 attraverso procedure competitive gestite da advisor indipendenti, che hanno rappresentato una tangibile innovazione a livello europeo nel campo delle assegnazioni delle sub-concessioni commerciali. Sulla rete del Gruppo le royalties di competenza dell'anno, comprensive di "una tantum", relative ai nuovi affidamenti (24,3 milioni di euro), ammontano a 173,5 milioni di euro, con un aumento del 102,7% rispetto al 2003. Nel 2004 è proseguito il piano di investimenti per la riqualificazione delle 246 Aree di Servizio dislocate lungo la rete del Gruppo, che assomma ad oltre € 800 mln e prevede, tra l'altro, l'ampliamento delle zone per la sosta dei mezzi leggeri e pesanti Nel corso dell'anno sono stati ultimati i lavori su 13 aree, avviati 21 nuovi cantieri e completati gli iter progettuali e autorizzativi su 42 aree. Attività internazionali: avvio Europpass - Dal 1° gennaio 2004 la Società austriaca Europpass, controllata al 100% da Autostrade S.p.a., ha avviato la gestione di un sistema elettronico free-flow multilane di riscossione del pedaggio per mezzi pesanti (sopra le 3,5 t) sulla rete primaria austriaca (circa 2000 Km di estensione), entrando nel perimetro di consolidamento del Gruppo. Il progetto Europpass, realizzato nei tempi prestabiliti, rappresenta il primo sistema al mondo di esazione del pedaggio non canalizzato, cioè privo di caselli e barriere, su scala nazionale. Il successo del progetto conferma gli elevati standard di innovazione tecnologica del Gruppo. L'ente committente Asfinag lo scorso novembre ha comunicato l'esercizio della call option per il 100% della partecipazione in Europpass, avviando la procedura di mediazione contrattualmente prevista per la valutazione della società. Emissione obbligazionaria - Nel giugno 2004 Autostrade ha effettuato un'emissione obbligazionaria sul mercato degli Eurobond per un importo complessivo di 6,5 miliardi di euro, nell'ambito dell'Euro Medium Term Note Programme, che prevede emissioni obbligazionarie fino ad un massimo di Euro 10 miliardi. L'importo dell'emissione è ripartito in tre tranche in euro, con scadenza a 7 anni (a tasso variabile, per un importo di 2 miliardi di euro), a 10 anni (a tasso fisso, per un importo di € 2,75 miliardi) e 20 anni (a tasso fisso, per un importo di 1 miliardo di euro), e in una tranche in sterline con scadenza a 18 anni (a tasso fisso, per l'equivalente di 750 milioni di euro). Il rating assegnato alla Società dalle agenzie Moody's e Standard & Poor's è, rispettivamente, A3 e A con outlook stabile. Con l'operazione il Gruppo Autostrade ha differito la durata media del debito assicurandosi per il futuro maggiore flessibilità operativa e maggior facilità di accesso al credito, anche bancario. Fatti salienti successivi al 31 dicembre 2004 - - Il 20 gennaio 2005 Autostrade S.p.a. Ha perfezionato la cessione dell'intera partecipazione del 40% detenuta in Saba Italia S.p.a., società attiva nel settore della progettazione, costruzione e gestione di parcheggi in aree urbane. La quota è stata ceduta a Saba Aparcamientos S.a., che già deteneva il restante 60%, per un controvalore di Euro 11 milioni. - Il 21 febbraio 2005 Autostrade per l'Italia ha sottoscritto una lettera di intenti con le società Argo, Techint e Investindustrial, finalizzata alla costituzione di una Newco, candidata a partecipare al capitale sociale di Impregilo, principale società italiana di costruzioni, tramite una prospettata operazione di ricapitalizzazione, peraltro soggetta ad una serie di condizioni. - In data 11 marzo 2005 il Consiglio dei Ministri ha varato il "Decreto Legge per la competitività", in corso di pubblicazione. In campo autostradale il Decreto prevede fra l'altro che, per i lavori contenuti nei piani di investimento delle concessioni già assentite e non inclusi nel piano Cipe del dicembre 2001, vengano applicate, nel rispetto della normativa comunitaria sugli appalti, le procedure definite dalla Legge Obiettivo. Per queste stesse opere è prevista la nomina di Commissari Straordinari, al fine di rimuovere gli ostacoli e i ritardi per la realizzazione delle opere. Le misure contenute nel Decreto rispondono alle preoccupazioni, condivise dal Gruppo con le istituzioni pubbliche competenti, verso l'allarmante lentezza nella realizzazione delle grandi opere necessarie per il rilancio infrastrutturale del Paese. Evoluzione prevedibile della gestione - L'andamento gestionale dei primi mesi dell'anno conferma il trend di miglioramento dei margini gestionali del Gruppo, nonostante la stagionale debolezza dei volumi di traffico sulla rete, per effetto anche delle significative turbative meteorologiche che hanno caratterizzato l'avvio di stagione. Autorizzazione all'acquisto di azioni proprie - Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre deliberato di sottoporre alla prossima Assemblea dei soci l'autorizzazione all'acquisto e vendita di azioni proprie, per consentire alla Società di disporre della facoltà di intervenire sul mercato nell'eventualità di oscillazioni delle quotazioni delle azioni al di fuori delle normali variazioni legate all'andamento dei mercati finanziari. Tale autorizzazione prevede l'acquisto in Borsa, ai sensi di legge, di massime n. 20.000.000 azioni proprie entro 18 mesi dalla delibera assembleare. Transizione agli Ias/ifrs - Nel corso del 2004 il Gruppo Autostrade ha avviato un progetto finalizzato a identificare e realizzare le modifiche alle procedure ed ai sistemi informativi, gestionali ed amministrativo-contabili, necessarie a garantire la corretta transizione agli Ias/ifrs, nonché a quantificare le poste di bilancio in modo congruo nel rispetto delle tempistiche raccomandate dagli organi di vigilanza. Al riguardo si segnala che è intenzione del Gruppo adottare i principi Ias/ifrs a partire dalla redazione della situazione semestrale consolidata al 30 giugno 2005. Le attività di analisi degli impatti della transizione sulle procedure e sui sistemi, e di modifica degli stessi, sono in fase di completamento. In considerazione che i principi internazionali non prevedono specifiche disposizioni in merito al trattamento contabile dei beni gratuitamente devolvibili e del fondo ripristino e sostituzione, per i quali l'Ifric ha pubblicato il 3 marzo 2005 unicamente la bozza di tre appositi documenti interpretativi, sussistono ancora incertezze interpretative in merito ai criteri applicabili e non è possibile prevedere gli eventuali effetti contabili. Le principali differenze tra principi contabili nazionali e Ias/ifrs che produrranno significativi effetti sui risultati economici pregressi e futuri del Gruppo e sulle rappresentazioni patrimoniali ed economiche sono: l'assoggettamento della differenza di consolidamento all'impairment test, anziché ad un piano di ammortamento sistematico che determinerà presumibilmente un miglioramento dei risultati economici nei prossimi esercizi; la riclassifica degli oneri accessori su finanziamenti a diminuzione del valore di questi ultimi e conseguente determinazione del tasso d'interesse effettivo ai fini della valutazione della passività al "costo ammortizzato" che comporterà una diversa esposizione nel conto economico ed imputazione nel tempo degli oneri relativi; la valutazione al fair value degli strumenti derivati di copertura con conseguente impatto, al netto del relativo effetto fiscale, sul patrimonio netto a decorrere dal 1° gennaio 2005. Infatti con riguardo all'applicazione dello Ias 39, il Gruppo intende avvalersi della deroga prevista dall'Ifrs 1 alla previsione generale di applicazione retrospettiva dei principi Ias/ifrs.  
   
   
SNAM RETE GAS: ESERCIZIO 2004 DELIBERATA LA PROPOSTA ALL’ASSEMBLEA DI DISTRIBUZIONE DI UN DIVIDENDO DI 0,20 EURO PER AZIONE ACQUISTO DI AZIONI PROPRIE AL SERVIZIO DEL PIANO DI INCENTIVAZIONE DEI DIRIGENTI VERSIONE STAMPA  
 
San Donato, 21 marzo 2005 - Il Consiglio di Amministrazione di Snam Rete Gas S.p.a. Nella riunione del 16 marzo ha approvato il bilancio consolidato dell'esercizio 2004 che chiude con l'utile netto di 526 milioni di euro ed il progetto di bilancio di esercizio che chiude con l’utile netto di 1.333 milioni di euro. L’incremento dell’utile di esercizio di 1.252 milioni di euro rispetto all’anno 2003 (81 milioni di euro) è dovuto principalmente all’ effetto della applicazione del D.lgs. N. 6/2003 (c.D. “Legge Vietti”) che ha comportato l’iscrizione di proventi straordinari netti (810 milioni di euro) per lo storno delle rettifiche effettuate ai soli fini fiscali negli anni precedenti, e la non iscrizione nel 2004 di rettifiche operate in applicazione di normative tributarie (641 milioni di euro nel 2003). I risultati del bilancio consolidato confermano i dati preconsuntivi annunciati dal Consiglio di Amministrazione il 23 febbraio 2005. Il bilancio consolidato e il progetto di bilancio di esercizio sono stati messi a disposizione del Collegio sindacale e della Società di revisione e saranno messi a disposizione del pubblico entro i termini di legge. Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all'Assemblea ordinaria - convocata il 27 e 28 aprile 2005, rispettivamente in prima e seconda convocazione - la distribuzione di un dividendo di 0,20 euro per azione. Il dividendo sarà messo in pagamento a partire dal 26 maggio 2005, con stacco fissato al 23 maggio 2005. Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato inoltre di proporre all’Assemblea degli azionisti l’acquisto di azioni proprie al servizio del piano di stock option e stock grant per l’anno 2005, destinato ai dirigenti investiti delle più dirette responsabilità in termini di risultati strategici ed economici, per un numero massimo di 800.000 azioni proprie del valore nominale di 1 euro, e per un ammontare complessivo non superiore a 4 milioni di euro. La domanda di gas naturale nel 2004 in Italia è stata di circa 80,3[1] miliardi di metri cubi, con una crescita di circa il 3,8% dovuta all’incremento dei consumi nel settore termoelettrico (+8,9%), per l’entrata in esercizio di alcune centrali a ciclo combinato, e ai maggiori consumi di gas naturale nel settore industriale (+3,4%). I volumi di gas immessi nella Rete Nazionale Gasdotti nel 2004 sono stati pari a 80,4 miliardi di metri cubi con un incremento di 4 miliardi di metri cubi, pari a 5,3%, rispetto all’anno precedente. I volumi di Gnl rigassificati nel terminale di Panigaglia sono stati di 2,1 miliardi di metri cubi, con una riduzione di 1,4 miliardi di metri cubi rispetto all’anno precedente. La riduzione è dovuta agli effetti dell’incidente all’impianto di produzione di Gnl di Skikda in Algeria che ha provocato una minore disponibilità di Gnl sul mercato. I ricavi delle attività regolate (1.768 milioni di euro) aumentano di 26 milioni di euro (+1,5%) rispetto all’esercizio precedente. La crescita dei ricavi dell’attività di trasporto (+33 milioni di euro) è dovuta principalmente agli investimenti di sviluppo entrati in esercizio e ai maggiori volumi di gas trasportati (complessivamente pari a +47 milioni di euro), parzialmente compensati dalla riduzione di componenti di ricavo (-14 milioni di euro) che trovano contropartita nei costi. I ricavi di rigassificazione (34 milioni di euro) si riducono di 7 milioni di euro per effetto della riduzione dei volumi di gas rigassificati (2 milioni di euro) e dei minori riaddebiti di gas utilizzato nei processi di rigassificazione (5 milioni di euro). I ricavi non regolati aumentano di 16 milioni di euro per effetto principalmente della restituzione da parte della Regione Sicilia della prima rata del tributo ambientale, versata nel mese di aprile 2002 (11 milioni di euro) e di altri proventi non ricorrenti. I costi operativi sono pari a 355 milioni di euro e diminuiscono di 9 milioni rispetto al 2003. Il decremento di 14 milioni di euro dei costi per acquisti, prestazioni di servizi e diversi (248 milioni di euro) è conseguente principalmente: a minori costi per materiali e servizi di manutenzione e a minori costi generali e amministrativi (-9 milioni di euro), parzialmente compensati dai maggiori costi di acquisto del gas per l’incremento dei volumi di gas naturale utilizzato per il funzionamento delle centrali di spinta (+6 milioni di euro); alla riduzione delle componenti di costo che trovano contropartita nei ricavi, ed in particolare ai minori costi di interconnessione (-15 milioni di euro); all’incremento delle minusvalenze derivanti principalmente dalla dismissione di componenti impiantistiche di una centrale di spinta e di alcuni tratti di metanodotti (+7 milioni di euro). Il costo lavoro aumenta di 5 milioni di euro per effetto della dinamica salariale, compresi gli adeguamenti contrattuali e le politiche gestionali, e di componenti non ricorrenti, parzialmente compensate dalla riduzione dell'organico medio. Il margine operativo segna un incremento di 51 milioni di euro rispetto al 2003 mentre l’utile operativo si attesta a 969 milioni di euro. Gli oneri finanziari netti diminuiscono di 15 milioni di euro, in conseguenza della riduzione dell’indebitamento medio e dei tassi di interesse. Le imposte sul reddito si incrementano di 75 milioni di euro anche per la presenza nel 2003 di una componente positiva non ricorrente conseguente la rivalutazione di parte dei beni (Legge n. 350/03). L'utile netto è pari a 526 milioni di euro con un incremento di 29 milioni di euro, pari al 5,8%, rispetto all’utile netto adjusted dell’anno precedente. L’indebitamento finanziario netto è pari 2.874 milioni di euro con un leverage (indebitamento/indebitamento+patrimonio netto) pari al 33,1% (35,4% nel 2003). Rispetto al 30 settembre 2004, l’indebitamento finanziario netto è diminuito di 208 milioni di euro (da 3.082 a 2.874 milioni di euro) in relazione alla consistenza del flusso di cassa generato dalla gestione. Gli investimenti del 2004 ammontano a 574 milioni di euro (505 nel 2003) e si riferiscono per 417 milioni di euro a progetti di sviluppo e potenziamento delle infrastrutture di trasporto (+15,5% rispetto all’esercizio precedente) e per 157 milioni di euro a progetti di mantenimento, destinati a garantire l’efficienza e la sicurezza della rete dei metanodotti, e di adeguamento dei sistemi informativi. Proposte del Consiglio di Amministrazione all’Assemblea degli azionisti Il Consiglio di Amministrazione invita l’Assemblea degli Azionisti ad approvare il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2004, che chiude con un utile di esercizio pari a euro 1.332.687.109,46. In considerazione dei risultati conseguiti il Consiglio di Amministrazione invita ad approvare le seguenti proposte: attribuire una quota dell’utile di esercizio pari a euro 62.100,00 alla “Riserva Legale”; distribuire a titolo di dividendo agli azionisti euro 391.062.100,00 pari a euro 0,20 per azione; attribuire il restante utile di esercizio, pari a euro 941.562.909,46, a “Utili portati a nuovo”. La distribuzione dell’utile di esercizio è soggetta a tassazione secondo le norme del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (D.p.r. N. 917/1986), così come modificato dal D.lgs. N. 344/2003, e all’azionista non compete alcun credito d’imposta. Il dividendo, a seconda dei percettori, è soggetto a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta o concorre in misura parziale alla formazione del reddito imponibile. Il Consiglio di Amministrazione invita altresì ad approvare la proposta di mettere in pagamento il dividendo a partire dal 26 maggio 2005, con stacco fissato al 23 maggio 2005. Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 18 febbraio 2005 Il 18 febbraio 2005 il Consiglio dei Ministri, su proposta Ministero dell’economia e delle finanze, ha approvato lo schema di Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) che definisce i criteri e le modalità di dismissione della partecipazione posseduta dall’Eni nel capitale sociale di Snam Rete Gas Spa (50,06%) nel cui statuto saranno introdotti i poteri speciali a favore del Ministero dell’economia e delle finanze previsti dalla normativa in materia di dismissioni di partecipazioni dello Stato. Eni in applicazione della legge n.290/03 dovrà ridurre la propria partecipazione al 20% entro il 1° luglio 2007. Tributo ambientale Regione Sicilia Relativamente all’evoluzione del contenzioso in essere con la Regione Sicilia sul Tributo ambientale sulla proprietà dei gasdotti, in data 5 gennaio 2005, la Commissione Tributaria Provinciale di Palermo ha confermato l’illegittimità del tributo ambientale e condannato la Regione Sicilia alla restituzione delle restanti sette rate pagate da Snam Rete Gas. Evoluzione prevedibile della gestione Le stime più recenti sulla evoluzione della domanda del gas in Italia confermano una previsione di crescita di circa il 3% medio annuo nell’arco del quadriennio 2005-2008. Snam Rete Gas continuerà a perseguire nel 2005 obiettivi di sviluppo per linee interne principalmente attraverso progetti di investimento di grande rilevanza destinati ad incrementare la capacità di trasporto in coerenza con gli aumenti attesi della domanda del gas in Italia. La spesa per investimenti nel 2005 è prevista in crescita. Il 30 settembre 2005 si concluderà il primo periodo di regolazione. L’autorità per l’Energia Elettrica e il Gas nei primi mesi del 2005 dovrà definire il nuovo quadro regolatorio per il secondo periodo di regolazione (1° ottobre 2005 ÷ 30 settembre 2009). *** Covenants Snam Rete Gas ha stipulato accordi di finanziamento con banche che prevedono il mantenimento di determinati indici finanziari basati generalmente sul bilancio consolidato del gruppo Eni. Al 31 dicembre 2003 e 2004 i debiti finanziari soggetti a queste clausole restrittive ammontavano rispettivamente a 75 e 44 milioni di euro. Le condizioni sono state rispettate. *** Introduzione dei principi contabili internazionali Ias/ifrs Snam Rete Gas, al fine di adempiere alle disposizioni del Regolamento (Ce) n. 1606/2002 del Parlamento e del Consiglio del 19 luglio 2002, relativo all’applicazione a partire dall’esercizio 2005 dei principi contabili internazionali, ha avviato, a partire dal luglio 2002, un programma di implementazione degli Ias/ifrs che si è concluso nel mese di settembre 2004 con la definizione dei nuovi principi. Nel corso del secondo semestre del 2004 è stata effettuata una valutazione preliminare dell’effetto conseguente all’adeguamento dei saldi iniziali alla data di transizione (1° gennaio 2004) delle attività e passività ai nuovi principi. Allo stato attuale l’introduzione dei nuovi principi internazionali comporta una riduzione marginale del patrimonio netto al 1° gennaio 2004 a seguito degli effetti compensati (i) della iscrizione in bilancio del fair value degli strumenti derivati di copertura; (ii) dello storno dei costi di impianto ed ampliamento sostenuti dalla società in sede di quotazione sul mercato azionario e di alcuni costi pluriennali che non possono essere capitalizzati secondo i principi internazionali; (iii) dell’imputazione all’attivo patrimoniale degli oneri finanziari sostenuti che teoricamente si sarebbero potuti risparmiare se l’investimento non fosse stato fatto; (iv) dell’utilizzo di tecniche attuariali per la valutazione dei benefici ai dipendenti. La Pricewaterhousecoopers ha in corso il lavoro di revisione della situazione contabile di apertura al 1° gennaio 2004.  
   
   
LA MACCHINA UTENSILE ITALIANA SI CONFRONTA CON I GRANDI UTILIZZATORI DAL MEETING DI RAPALLO CONSIDERAZIONI E SPUNTI PER LA COMPETITIVITÀ DELL’INDUSTRIA ITALIANA DELLA MACCHINA UTENSILE, ROBOT E AUTOMAZIONE  
 
Rapallo, 21 marzo 2005 - I costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione e alcuni fra i principali utilizzatori di sistemi per produrre si sono dati appuntamento il 19 marzo al meeting “La macchina utensile italiana si confronta con i grandi utilizzatori”, organizzato da Ucimu-sistemi Per Produrre in collaborazione con l’Istituto nazionale per il Commercio Estero e con la sponsorizzazione di Ubs (Italia) S.p.a. L’incontro, che ha visto la presenza di oltre un centinaio di ospiti tra autorità, imprenditori, giornalisti italiani e stranieri, è stato aperto da Alberto Tacchella, presidente dell’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, cui hanno fatto seguito gli interventi di Ugo Calzoni, direttore generale Ice, Andrea Cingoli, managing director Ubs (Italia) S.p.a., società del Gruppo Ubs, tra le più importanti istituzioni nel settore dei servizi bancari e finanziari a livello internazionale, e Robert Rausch, responsabile ricerca titoli azionari Ubs Wealth Management. Sotto la lente di ingrandimento, i settori automotive, energia e aerospace, strategici per l’industria italiana della macchina utensile. Nella prima parte della mattinata, sono stati presentati dal professor Gian Maria Gros-pietro, direttore Dipartimento Economia Università Luiss, i recenti studi sui settori automotive e energia, condotti da Ucimu-sistemi Per Produrre in collaborazione con Ice. L’incontro è stato poi arricchito dalla tavola rotonda che ha avuto per protagonisti costruttori italiani e utilizzatori di sistemi per produrre: Roberto Del Sole (Agusta S.p.a.), Gianni Oliosi, Josef Grammer (Bmw Group), Dirk Lippert, Michael van Aken, Joachim Dusterhaus (Siemens Ag), in rappresentanza degli utilizzatori, Ezio Colombo (Ficep), Gianfranco Carbonato (Prima Industrie), Andrea Riello (Gruppo Riello Sistemi), in rappresentanza dei costruttori. “Ai vertici da anni delle classifiche mondiali di settore, i costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione - ha affermato Alberto Tacchella, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre - hanno saputo mantenere il terzo posto sia per produzione che per esportazione, dimostrandosi capaci di adattarsi rapidamente all’evoluzione del mercato e della domanda. Oggi, in un contesto competitivo fortemente mutato, cambiano non solo i mercati di sbocco ma anche le esigenze delle industrie utilizzatrici. Proprio per capire l’evoluzione di alcuni dei principali settori di sbocco della produzione italiana e per confrontarci con le esigenze dei nostri clienti, abbiamo dato vita all’iniziativa di oggi, un’iniziativa in linea con la missione di Ucimu-sistemi Per Produrre. L’associazione, infatti, da sempre si è distinta per essere riuscita ad anticipare le tendenze della domanda e ad offrire alle associate strumenti di valutazione puntuali, utili ad operare sul mercato ai massimi livelli”. Lo studio sul settore automotive Dal 2005 al 2010 la produzione di veicoli nel mondo registrerà un incremento medio annuo pari al 2,3%. Nel 2010 saranno dunque 70,5 milioni i veicoli prodotti nel mondo: questo è quanto emerge dallo studio “Lo scenario globale del settore automotive: implicazioni per i fornitori di mezzi di produzione” che, accanto all’analisi delle prospettive del settore e delle richieste della domanda, rileva i volumi della produzione di veicoli per area geografica. Secondo le previsioni 2005-2010, a fronte di una crescita assai modesta nelle tradizionali aree di produzione automotive, quali Nord America e Europa Occidentale, che registreranno tassi di incremento annui pari all’1%, le aree più dinamiche saranno America Meridionale (+7,1%) e Europa Orientale (+4,7%). L’asia continuerà a aumentare la propria produzione con un tasso di crescita pari al +3,2%, escludendo il Giappone il tasso di crescita sarà del 6,3%, più contenuto rispetto ai valori degli anni precedenti ma tale da permettere comunque il consolidamento della leadership. Nel 2010 la produzione mondiale di automotive sarà ripartita tra Asia, con una quota pari al 37,7% del totale, Europa Occidentale con il 25,7%, in calo rispetto all’attuale 27,5%, Nord America (24,6%), Europa Orientale (7%) e Sud America (4,5%). Per quanto riguarda il continente asiatico, se tra il 1998 e il 2004, ha visto crescere da 15,3 milioni a 21,9 milioni il numero di veicoli prodotti, nel 2010 produrrà 26,5 milioni di unità. In particolare, nel periodo compreso tra il 2005 e il 2010 la Cina incrementerà del 51% la propria produzione di autoveicoli. Meglio faranno India, con un +74% e i paesi Asean (Thailandia, Malesia, Indonesia, Filippine) con una crescita del 77%. Più contenuta la crescita in Corea del Sud pari a +12%. Di segno negativo, invece, la produzione in Giappone dove il numero di autoveicoli dovrebbe calare del 6,4%. Lo studio evidenza come l’industria automotive potrebbe essere soggetta, nei prossimi anni, a forti mutamenti. Tre, in particolare, sono le questioni aperte. La prima è legata al contesto competitivo: a fronte di un pesante eccesso produttivo ci si interroga su quali saranno i costruttori in grado di sopravvivere sul mercato globale. La seconda riguarda lo sviluppo di nuove tecnologie produttive a basso impatto ambientale, al fine di ridurre i problemi quali l’inquinamento e il traffico nei centri urbani; la terza è inerente alla struttura del settore che potrebbe nel futuro vedere modificato il potere contrattuale degli attuali grandi produttori di autoveicoli. Lo studio sul settore energia Secondo lo studio “Evoluzione della domanda di energia. Focus su Usa, Cina, India”, nei prossimi anni il settore energetico vivrà numerosi mutamenti che ne cambieranno profondamente contorni e caratteristiche da qui al 2025. A fronte di una crescita costante nel consumo, crescita che interesserà in modo differente le aree del pianeta, si assisterà a un cambiamento nei metodi di generazione di energia. Il carbone manterrà il primo posto tra le fonti per produrre elettricità, crescerà l’utilizzo del gas, in particolare di quello naturale (+3,35%) a scapito dell’impiego di energia nucleare. Le previsioni per il primo quarto di secolo indicano un incremento annuo della domanda mondiale di energia pari al 2,32%. Nel 2025 il consumo annuale sarà di oltre i 23.000 miliardi kWh, il 73,6% in più del valore del 2001. Saranno le aree in via di sviluppo a registrare i maggiori tassi di incremento di consumo, trainato sia dalla forte spinta all’industrializzazione sia dall’incremento demografico tipici di tali paesi. Nel 2025 si prevede che i paesi in via di sviluppo assorbiranno il 42,5% dell’offerta mondiale di energia, per un valore di 10 punti percentuali superiore a quello del 2001. Gli Stati Uniti sono il primo paese consumatore di energia elettrica e anche nel futuro manterranno la posizione di leadership. Si calcola, infatti, che nel 2025, la domanda di elettricità negli Usa supererà i 5.200 miliardi kWh. Al secondo posto della graduatoria la Cina che, nello stesso anno, consumerà 3.410 miliardi kWh pari al 14,8% dell’energia prodotta nel mondo. Interessante anche il dato relativo all’India che, nel 2025, assorbirà 1.216 miliardi kWh, pari al 5,3% del consumo mondiale. Conclusioni “Le previsioni emerse sia dalle ricerche che dalle testimonianze dei rappresentanti dei settori automotive, energia e aerospace, - afferma Alberto Tacchella, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre - evidenziano nettamente la necessità per i costruttori italiani di essere e agire in chiave internazionale, per essere presenti a fianco del cliente sia nell’attività commerciale, sia soprattutto nell’attività di servizio post-vendita. L’evoluzione produttiva in atto in tali settori impone, come prioritaria per la macchina utensile italiana, una innovazione continua di prodotto, necessaria per essere competitivi a fronte della concorrenza incalzante di players provenienti da paesi emergenti”. “Con tali concorrenti, che godono di un differenziale di costo destinato a non scomparire se non nel lungo periodo - continua il presidente di Ucimu-sistemi Per Produrre - potremo competere con successo, sia sui mercati tradizionali che nei loro stessi paesi, solo con un continuo investimento nell’innovazione e nella qualità dei prodotti e dei servizi”. “A fronte di tale scenario, i costruttori italiani dovrebbero essere avvantaggiati da una politica fiscale nazionale che li agevoli nell’attività di ricerca e sviluppo e nell’intraprendere forme di aggregazione che consenta loro di superare la piccola-media dimensione, caratteristica del settore, che spesso è di ostacolo alla presenza costante su mercati particolarmente distanti”. Alle tradizionali tre “I” - Internazionalizzazione, Innovazione, Investimenti – che l’Associazione sostiene da tempo, il presidente dei costruttori italiani di sistemi per produrre ne ha affiancata una quarta: quella di Immagine, “finalizzata a valorizzare nel modo migliore la valenza tecnologica dei prodotti e le competenze dei nostri uomini. E’ necessario, infatti – ha proseguito il presidente - che le imprese del settore aggiungano, all’innovazione di prodotto e a quella di processo, l’innovazione nelle modalità di rapportarsi con i clienti e i mercati di sbocco, attraverso la comunicazione interpersonale, la comunicazione ai media, le strategie e i supporti di marketing e di vendita, le tecnologie per comunicare”. “E’ un tema, quello dell’immagine, che - ha commentato Tacchella - a fronte della concorrenza internazionale, dell’emergere di nuovi mercati di sbocco, dominati da culture e strumenti differenti, della necessità di innalzare la competitività delle nostre imprese diventa, deve diventare, prioritario”. “Su tale fronte - ha concluso Tacchella – diventa necessario il supporto del sistema-paese, affinché apra la strada alla presenza commerciale attraverso la pianificazione efficace e continua di campagne di promozione del made in Italy, che creino un’immagine nazionale forte ma che sappiano anche valorizzare le peculiarità delle produzioni specifiche. A noi il compito di imparare a comunicare meglio, ma senza una base alle spalle ogni nostro sforzo risulterà vanificato”.  
   
   
MARCOLIN APPROVA IL PROGETTO DI BILANCIO 2004: IL FATTURATO CONSOLIDATO CRESCE DEL 10%. L’UTILE NETTO DEL GRUPPO PARI A 1,2 MILIONI DI EURO  
 
 Longarone, 21 marzo 2005 - Il Consiglio di amministrazione della Marcolin Spa, riunitosi in data odierna sotto la presidenza di Giovanni Marcolin Coffen, ha approvato il progetto di bilancio della capogruppo ed il bilancio consolidato al 31 dicembre 2004. Principali dati Consolidati Fatturato L’analisi delle vendite per area geografica evidenzia, come indicato nella tabella 1, il sostanziale incremento realizzato sul mercato domestico, +23%, il recupero registrato complessivamente sul mercato americano, +2% (circa +12% a parità di cambi), la costante crescita ottenuta sul mercato dei paesi europei dove si registra un incremento di circa il +7% e la soddisfacente performance registrata nel resto del mondo, +14%. Al buon andamento del fatturato del 2004 hanno contribuito, grazie anche alle nuove collezioni proposte, l’eccellente crescita della linea “Roberto Cavalli Eyewear” (+74%) ed i buoni risultati delle linee “Dolce & Gabbana Eyewear” (+24%), “D&g Dolce & Gabbana Eyewear” (+11%), oltre alla linea americana Kenneth Cole ed al lancio di Timberland, le cui vendite sono iniziate dal mese di maggio 2004. Si evidenzia invece una contrazione delle vendite del settore sport -produzione e commercializzazione di maschere da sci, occhiali ed accessori sportivi, effettuate attraverso la società del gruppo Cébé S.a.- che ha registrato una contrazione del 4% rispetto al precedente esercizio passando da 24,3 milioni di euro a 23,3 milioni di euro. La suddivisione del fatturato per area di attività è la seguente Ebitda/ebit L’ebitda è pari a 17.193 migliaia di euro (9,9% sul fatturato) in aumento di 7.147 migliaia di euro (+71%) rispetto al precedente esercizio. L’ebit ha subito un significativo miglioramento, passando da un importo di 1.046 migliaia di euro registrato al 31 dicembre 2003, ad un valore pari a 9.227 migliaia di euro circa al termine dell’esercizio 2004. Il netto miglioramento è in buona parte attribuibile alla filiale americana, dove si registra un valore di Ebitda in sostanziale pareggio alla fine dell’esercizio 2004 rispetto ad un dato negativo di circa 6.110 migliaia di euro al 31 dicembre 2003. Utile Netto L’utile netto alla fine dell’esercizio ammonta a circa 1,2 migliaia di euro rispetto alla perdita di 4,2 milioni euro alle fine del 2003. Posizione Finanziaria Netta La posizione finanziaria netta alla fine dell’esercizio ammonta a circa -44,5 milioni di euro, con un rapporto debt/equity pari a 0,83 e risulta essere sostanzialmente in linea con il 2003 nonostante l’incremento del volume d’affari e degli investimenti effettuati nel corso dell’esercizio. Va comunque evidenziato che la posizione finanziaria netta alla fine dell’esercizio precedente beneficiava di un’operazione di cessione pro-soluto di crediti commerciali verso terzi di circa 7,7 migliaia di euro e, pertanto, a parità di condizioni, il miglioramento del 2004 sarebbe stato pari a circa 7,1 migliaia di euro. Principali dati della Capogruppo Marcolin Spa Fatturato L’esercizio 2004 riporta un fatturato pari a circa 98,4 milioni di Euro, rispetto a circa 85,8 milioni di Euro al 31 dicembre 2003, con un incremento del 15% anche grazie all’incremento delle vendite effettuato sul mercato italiano (+23%), greco (+11%) ed australiano (+45%). Ebitda/ebit L’ebitda cresce del 24,6% rispetto all’esercizio precedente passando da 12 milioni di Euro del 2003 a 14,9 milioni del 2004; l’incidenza sui ricavi migliora di un punto percentuale attestandosi al 15%. L’ebit migliora del 45% passando da 7,6 milioni di Euro del 2003 a 11 milioni del 2004. Utile Netto L’utile netto a fine esercizio 2004 ammonta a 1,7 milioni di euro, rispetto alla perdita di circa 6,1 milioni registrata alla fine dello scorso esercizio. Tale risultato è stato tuttavia influenzato dall’adeguamento del valore di alcune partecipazioni in società controllate per complessivi 5,4 milioni di euro. Il Consiglio di amministrazione non proporrà la distribuzione di dividendi. Principali fatti di rilievo intervenuti successivamente alla chiusura dell’esercizio e prevedibile evoluzione della gestione Innanzitutto va segnalato che nel mese di ottobre 2004 la licenziante Dolce & Gabbana ha comunicato l’intenzione di non rinnovare il contratto di licenza in scadenza il prossimo 31 dicembre 2005 con riferimento alle linee Dolce & Gabbana Eyewear e D&g Dolce & Gabbana Eyewear. Per effetto di ciò e di un accordo raggiunto con il futuro licenziatario Luxottica Group, a far data dal 1.10.2005 e sino al 31.12.2005, ferma restando la titolarità del contratto di licenza Dolce&gabbana in capo a Marcolin con effetto fino al 31 dicembre 2005, la stessa Luxottica Group subentrerà nella vendita di una significativa parte di prodotto, oggi realizzato e distribuito da Marcolin. Ciò avrà quale conseguenza il fatto che Marcolin realizzerà e presenterà le ultime collezioni delle linee Dolce & Gabbana nel corso del prossimo evento espositivo Mido di Milano a maggio 2005, la cui commercializzazione potrà avvenire sino al 30 settembre 2005. Successivamente a tale data, Luxottica Group subentrerà nella vendita delle suddette collezioni consentendo a Marcolin di ottenere il beneficio (determinato in circa 1,8 milioni di Euro) di non corrispondere parte del minimo garantito dell’ultimo trimestre nei confronti di Dolce & Gabbana e la possibilità di fornire alla stessa Luxottica (in particolare per quanto riguarda gli occhiali da vista) alcuni prodotti facenti parte delle ultime collezioni realizzate da Marcolin. Tale accordo di transizione si è inoltre reso opportuno al fine di non dovere sostenere significativi costi collegati alla presentazione di nuove collezioni in prossimità della scadenza della licenza, le cui vendite terminerebbero in ogni caso entro la fine dell’anno. Il management della Capogruppo, preso atto del mancato rinnovo alla scadenza della licenza con Dolce & Gabbana ed al fine di fronteggiare il possibile calo del fatturato e della marginalità oltre ad essersi prontamente attivato per la ricerca di nuove licenze, ha altresì elaborato un piano, recentemente approvato dal consiglio di amministrazione di Marcolin S.p.a. Finalizzato all’ottenimento di una riduzione dei costi, che prevede la possibilità di fare ricorso temporaneamente alla Cassa Integrazione Guadagni relativamente agli stabilimenti produttivi ed all’area logistica di Vallesella di Cadore e di Longarone, per un totale massimo di circa 180 addetti, a partire dai prossimi mesi. L’esecuzione del piano, con riferimento alle modalità ed ai tempi, dovrà essere concordata con le organizzazioni sindacali; l’entità del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni dipenderà anche dai futuri ordini che saranno acquisiti in portafoglio dalla società e dalla possibilità di raggiungere accordi per lo sviluppo di nuove licenze, in modo da assicurare l’utilizzo efficiente degli stabilimenti in oggetto. A fronte di quanto precede, Marcolin ha registrato comunque una serie di fattori positivi che inducono il management a guardare con particolare fiducia alle prospettive di sviluppo del Gruppo nel medio periodo. Si segnalano in modo specifico i seguenti fatti rilevanti. In data 6 ottobre 2004 è stato siglato un accordo, che prevede, a partire dal 1 gennaio 2005, la produzione e la distribuzione negli Stati Uniti nel canale ottico delle linee da vista e da sole Kenneth Cole New York e Reaction Kenneth Cole. Il contratto ha durata triennale, con possibilità di rinnovo; in data 1 dicembre 2004 è stato siglato un accordo avente ad oggetto il prolungamento sino al 31 dicembre 2010 del rapporto di licenza relativo alla linea Roberto Cavalli Eyewear (la cui scadenza era originariamente prevista al 31 dicembre 2007). In pari data è stato inoltre sottoscritto un nuovo accordo di licenza (la cui scadenza è sempre fissata al 31 dicembre 2010), con riferimento alla linea Just Cavalli Eyewear; nel mese di novembre 2004, l’ingresso nell’azionariato di Marcolin S.p.a. Dei fratelli Diego e Andrea Della Valle (noti industriali operanti nel settore del lusso), per il tramite di società dagli stessi possedute, con una quota complessivamente pari a circa il 24% del capitale sociale. Successivamente a tale ingresso è stato concluso in data 16 dicembre 2004 un patto parasociale, di voto e di blocco, avente ad oggetto il pacchetto di controllo di Marcolin S.p.a., tra le società di proprietà dei fratelli Della Valle e la Famiglia Marcolin, azionisti storici di riferimento della Società. L’ingresso nel capitale da parte dei fratelli Della Valle consentirà di dare stabilità nel tempo all’azionariato di Marcolin e a quest’ultima di beneficiare di importanti contatti e relazioni sul piano internazionale nel settore della moda e del lusso che potrebbero rendere più agevole la ricerca in tempi brevi di nuove licenze e l’ulteriore sviluppo di quelle già in portafoglio, oltre che avvalersi di ulteriori competenze manageriali in grado di garantire la crescita nel medio periodo delle attività del Gruppo. La stipula del patto parasociale, con apporto del 53,6% circa delle azioni emesse da Marcolin S.p.a., ha comportato l’obbligo da parte degli azionisti paciscenti di lanciare un’Offerta Pubblica di Acquisto (nel seguito “Opa”) sulla totalità delle azioni Marcolin S.p.a. Al prezzo di euro 1,40 ciascuna. L’opa si è conclusa il giorno 11 febbraio 2005; il pagamento del corrispettivo relativo alle azioni portate in adesione all’Opa è stato effettuato il 17 febbraio 2005. Per effetto di tale operazione le azioni attualmente apportate al patto rappresentano il 70,872% circa del capitale sociale; le stesse sono suddivise in maniera paritetica tra i due Gruppi di soci, la Famiglia Marcolin da un lato ed i fratelli Della Valle dall’altro. Gli effetti combinati sui risultati economici del Gruppo di tutto quanto sopra evidenziato potranno essere compiutamente stimati presumibilmente solo al termine del primo semestre del 2005, periodo entro il quale potrebbero concretizzarsi talune trattative in corso con nuove licenze e potranno altresì essere appieno valutati gli effetti della transizione delle licenze Dolce&gabbana. Principi Contabili Internazionali Nel corso del 2004, Marcolin ha proseguito nel processo di transizione ai nuovi principi contabili internazionali Ias/ifrs. Il lavoro attualmente in corso, è rivolto alla determinazione dell’impatto economico-patrimoniale, i cui risultati dovranno essere sottoposti all’esame della società di revisione, con l’obiettivo di adottare i nuovi principi nei termini previsti dalla normativa. Convocazione Assemblea Ordinaria E Straordinaria Il Consiglio di Amministrazione ha dato delega al Presidente affinché proceda alla convocazione dell’Assemblea, in sede ordinaria e straordinaria, entro i termini previsti dal calendario degli eventi societari. La data della stessa sarà tempestivamente comunicata al mercato con apposito comunicato. L’assemblea di prossima convocazione sarà chiamata a deliberare in sede straordinaria alcune modifiche statutarie (essenzialmente, l’innalzamento del numero minimo e massimo dei consiglieri di amministrazione) ed in sede ordinaria, oltre all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2004, la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione e del nuovo Collegio Sindacale. Per quanto concerne la proposta di modifica statutaria, il Consiglio di Amministrazione ha convenuto sull’opportunità di sottoporre alla convocanda assemblea degli Azionisti un innalzamento del numero minimo e del numero massimo dei Consiglieri al fine di (i) realizzare una composizione del Consiglio di Amministrazione aderente agli assetti azionari quali determinatisi a seguito dell’ingresso nella compagine sociale delle società facenti capo ai fratelli Della Valle e (ii) consentire la nomina nel tempo di un numero adeguato di amministratori non esecutivi e/o indipendenti, anche al fine di agevolare una articolazione del Consiglio, che si presenti in linea con quanto previsto dal Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana. L’eventuale assunzione di tale delibera comporterà la modifica dell’art. 15 del vigente statuto sociale. Il Presidente ha infine reso noto che tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale hanno rassegnato in data odierna le dimissioni dalle rispettive cariche, al fine di consentire ai soci di procedere, in occasione della prossima assemblea di bilancio, alla costituzione di un nuovo Consiglio di Amministrazione e di un nuovo Collegio Sindacale in coerenza con i menzionati mutamenti verificatisi nella compagine societaria.  
   
   
IRAP: CONFINDUSTRIA, RIPENSARLA IN MANIERA RADICALE "RAGIONARE SU DI UN PRELIEVO CHE NON COLPISCA IL COSTO DEL LAVORO"  
 
Roma, 21 marzo 2005 – "Le valutazioni dell'Avvocato Generale della Corte di Giustizia europea, indicano che l'Irap non è compatibile con la normativa comunitaria e dimostrano la necessità di ripensare in maniera radicale un prelievo che è sostanzialmente unico nel panorama del Continente. Pur nella complessità e diversità delle motivazioni, le conclusioni dell'Avvocato Generale confermano il giudizio negativo su questa imposta che Confindustria ha espresso da tempo". E' questo il commento di Confindustria alla pronuncia della Corte di Giustizia europea. "L'irap infatti rappresenta una tassa sugli occupati e sull'indebitamento necessario per investire e colpisce le imprese con un'impropria destinazione del gettito al finanziamento della sanità. A giudizio di Confindustria – conclude la nota di Viale dell'Astronomia - si apre ora l'opportunità di ragionare su forme di prelievo che non penalizzino le imprese ed in particolare il costo del lavoro. Si tratta di individuare strumenti compatibili con gli investimenti e la produzione e con gli obiettivi di crescita dell'economia".  
   
   
VENTURI: DOPO LA BUFERA PIL ARRIVA LO TSUNAMI IRAP  
 
Roma, 21 marzo 2005 “ - L’italia è nella bufera conti pubblici, con un effettivo rischio di rompere gli argini del deficit, di far naufragare i pur deboli interventi come quello sulla competitività”. E’ quanto afferma il presidente della Confesercenti Marco Venturi, sottolineando che “dopo l’intervento della Banca d’Italia, che indica il pil all’1,1/1,3% con uno sconto minimo dello 0,8 rispetto alle previsioni del Governo, appare inevitabile una manovra aggiuntiva pari a 10/13 miliardi di euro già per il 2005”. “L’allarme Irap – precisa Venturi – potrebbe costare 25 miliardi di euro all’anno (escludendo quella pagata dalla pubblica amministrazione). Si tratta di cifre insostenibili, soprattutto per un sistema “malato” come quello italiano”. “Al Governo – conclude Venturi - chiediamo un profondo ripensamento della politica economica finora seguita e di avviare un vero confronto con le parti sociali, per affrontare la nuova e grave situazione”.  
   
   
UNA PREVISIONE SUL FUTURO DELL’ITALIA AL 2010 UNA SVOLTA POSSIBILE TRA 5 ANNI, IL NOCCIOLO DURO DELL’ITALIA DELL’INNOVAZIONE VEDE ANCORA UNA DOMINANZA NETTA DELLE REGIONI DEL NORD E DEL CENTRO DEL PAESE MA IL MEZZOGIORNO MIGLIORA IL PROPRIO POSIZIONAMENTO  
 
Roma, 21 marzo 2004 - Un Paese più collegato alle grandi dinamiche culturali europee, grazie ad una più forte strutturazione delle funzioni svolte dai poli metropolitani, orientato alla gestione attiva delle filiere produttive, nel quale il Mezzogiorno può intraprendere un sentiero di sviluppo più definito. Questo in sintesi quanto emerge dal Sistema/italia 2004 - Rapporto sulle Economie e sulle Società Locali, realizzato da Unioncamere con il supporto di Pegroup, presentato questa mattina a Roma. Numerosi i temi al centro del dibattito, suggeriti dal Rapporto 2004, come, ad esempio, la gestione dei processi innovativi, il Made in Italy, l’internazionalizzazione e il peso dei sistemi culturali. “La fotografia scattata dal Rapporto è quella di una Italia che non si arrende alle logiche del declino ma che, al contrario, si sta trasformando ed evolvendo”, sostiene il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli. “E’ un Paese che assomiglia molto ad un grande laboratorio in cui vengono sperimentate formule nuove per ricavare modelli di crescita più competitivi, più sostenibili, più responsabili. Lo scenario delineato mostra che le piccole e medie imprese continueranno a trainare la crescita del Paese e che l’innovazione si diffonderà ulteriormente nel nostro sistema d’impresa, accrescendo il tasso di competitività dei singoli territori”. Secondo Sangalli, “perché ciò avvenga sono necessarie reti di diffusione delle conoscenze, sistemi di integrazione tra imprese, centri di ricerca, università. E occorre guardare all’estero, attraendo “cervelli” ma anche favorendo la localizzazione di imprese estere o di laboratori di imprese estere”. La proiezione dei modelli di sviluppo al 2010: crescono le metropoli, i distretti multispecializzati e le aree a vocazione terziaria Proporre un modello di interpretazione delle dinamiche di sviluppo territoriali che tenga conto di variabili non solo economiche, ma anche sociali e culturali, analizzando la dimensione territoriale dello sviluppo a partire dalla riflessione su 10 modelli di sviluppo locale, rappresenta l’obiettivo dell’edizione 2004 di Sistema Italia, che fornisce una chiave di lettura trasversale e prospettica delle diverse aree del nostro Paese. Nel 2010 la capacità competitiva del Paese si accrescerà grazie al maturare di tre processi di valore strategico: il rafforzamento della funzione metropolitana, con l’emergere di due nuove realtà (Genova e Trieste); il rafforzamento dei distretti multispecializzati (che passano dal 9% al 12% sul totale delle province), a discapito dei distretti a vocazione monoculturale (che invece si dimezzano passando dal 10% al 6% sul totale delle province); la moltiplicazione di aree territoriali a vocazione terziaria moderna (che passano dal 13% al 23% sul totale delle province), con servizi evoluti alle imprese, ricerca ed alta formazione, accoglienza di qualità alta. Nel complesso, il numero delle province che si possono considerare competitive passa dal 50% del 2004 al 63% del 2010. La propensione all’innovazione nelle regioni italiane: diminuisce il divario Nord-sud Investire nell’innovazione, elaborare e rafforzare l’identità, attrarre competenze e conoscenze, questa le priorità strategiche per l’Italia di domani. La catena del valore dell’innovazione, realizzata nel Rapporto, produce infatti un’analisi del percorso innovativo dei territori e identifica le risorse materiali ed immateriali per la creazione di valore aggiunto in quel contesto, per rilevare, regione per regione, le diverse vie all’innovazione che contraddistinguono le vocazioni specifiche e i modi in cui esse influenzano e danno forma ai processi innovativi locali. I dati confermano la concentrazione del potenziale innovativo nelle regioni del Nord e del Centro del Paese (Lombardia, Piemonte, Friuli e Veneto, Emilia Romagna e Toscana, Lazio), che costituiscono il nocciolo duro dell’Italia dell’innovazione. All’interno di questo gruppo Lombardia, Emilia Romagna e Lazio guidano la classifica (se si considera pari a 100 la media Italia, queste due regioni ottengono un punteggio pari rispettivamente a 121, 116 e 111), con Milano e Roma che si confermano città-sistema con una forte vocazione direzionale, mentre l’Emilia Romagna presenta un profilo ricco di varietà territoriale. Il secondo gruppo delle regioni più innovative ( Friuli, Veneto, Piemonte e Toscana, con un punteggio omogeneo compreso tra 108 e 111) allinea territori abbastanza diversi fra loro: si tratta di aree contraddistinte da coesione sociale ed economica, ma anche da modelli di sviluppo fra loro relativamente diversi, come emerge dalla distribuzione delle province appartenenti a queste regioni. Segue un terzo gruppo di regioni che si posiziona appena al di sotto della media nazionale; tale gruppo è a sua volta diviso in due: Trentino Alto Adige e Marche sono perfettamente in linea con la media italiana; Sardegna, Abruzzo ed Umbria seguono a qualche distanza (con un punteggio compreso tra 90 e 92). La classifica è chiusa da quattro regioni (Campania, Calabria, Sicilia e, ultima, la Puglia), caratterizzate da un potenziale innovativo ancora non adeguatamente sfruttato e da un punteggio che varia tra 70 e 80.  
   
   
DONNE LOMBARDE: DALLA FAMIGLIA ALL’IMPRESA COL LORO BAGAGLIO PREDILIGONO SERVIZI PERSONALI E SOCIALI, DOVE SUPERANO GLI UOMINI. QUASI UN’IMPRESA SU CINQUE IN LOMBARDIA È FEMMINILE, +1% IN UN ANNO  
 
Milano, 21 marzo 2005 - Sono 320.384, il 28,1% del totale regionale nel 2003 e detengono il 25,6% delle cariche. Sono le imprenditrici “in gonnella”, considerate tra le titolari di ditte individuali, le socie o aventi carica amministrativa in una società di persone o in una cooperativa, e tra le detentrici di una quota/azione in una società di capitale o con carica amministrativa. Fino a quarant’anni prevalentemente attive in società non di capitale. In tutto 130.907 attività lombarde, il 17,7% delle oltre 739 mila complessive, sono da considerare imprese femminili, definite tali quando la maggioranza di quote o cariche appartiene a donne. Il 67,4% è rappresentato da ditte individuali. Il settore più “femminile”? Senza dubbio quello dei servizi personali e sociali, con oltre ventimila attività, l’unico in cui le donne superano in valore assoluto gli uomini che si fermano a quota quindicimila e settecento. Seguono gli alberghi e ristoranti, l’agricoltura e il commercio. A Sondrio la presenza maggiore (intorno al 25% sul totale provinciale), mentre Milano è in fondo alla classifica con il 16,4%. Ma il capoluogo meneghino, insieme a Lecco, primeggia per ritmi di crescita negli ultimi anni, con un dato che sfiora il +2%, laddove il totale regionale si attesta a un punto percentuale. Caratterizzate da una maggiore volatilità rispetto a quelle maschili, con alti tassi di natalità così come di mortalità, le imprese femminili nascono prevalentemente da compagini imprenditoriali completamente nuove (accade nel 66,9% dei casi contro il 58,8% per gli uomini) e trovano le maggiori difficoltà nei primi anni di vita. L’assistenza allo start up è quindi il punto cruciale per il loro sviluppo. Emerge dal Rapporto “Imprenditrici e imprese femminili in Lombardia” elaborato da Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, presentato oggi al convegno “Donne, benvenute nel mondo dell’imprenditoria!”. “Nella nascita di nuove imprese – ha commentato Renato Borghi, Presidente Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano – sappiamo come, molto più spesso che per gli uomini, la motivazione delle donne sia la ricerca di un’occupazione. Solitamente i progetti intrapresi, in primo luogo nella definizione della business idea e, in secondo luogo, nel bagaglio di conoscenze e competenze necessarie per ricoprire con successo il ruolo imprenditoriale, rispecchiano le abilità che le donne hanno sviluppato nella gestione dei propri ruoli tradizionali, sia familiare sia sociale, facendone una ricchezza da utilizzare per la loro affermazione nell’ambito produttivo”. Imprese femminili e maschili e tassi di sviluppo per province lombarde al 31/12/2003
valori assoluti % di colonna % sul totale attiive Tassi di sviluppo nel 2003
Femminili Maschili Femminili Maschili Femminili Maschili femminili maschili
Bergamo 13.724 55.409 10,5 11,1 17,6 71,2 0,90% 1,80%
Brescia 18.549 67.960 14,2 13,6 18,7 68,5 1,30% 2,60%
Como 6.741 27.861 5,1 5,6 16,7 68,9 0,30% 1,70%
Cremona 4.843 18.618 3,7 3,7 18,4 70,6 -0,10% 1,30%
Lecco 3.869 15.149 3,0 3,0 17,5 68,4 1,80% 1,80%
Lodi 2.454 10.173 1,9 2,0 17,3 71,8 0,40% 2,00%
Mantova 6.883 27.461 5,3 5,5 18,3 72,9 0,60% 1,80%
Milano 50.295 201.080 38,4 40,2 16,4 65,6 1,80% 2,80%
Pavia 8.992 28.941 6,9 5,8 21,8 70,1 0,20% 1,10%
Sondrio 3.799 9.618 2,9 1,9 25,2 63,8 -2,20% 0,80%
Varese 10.758 38.374 8,2 7,7 18,4 65,6 0,00% 1,90%
Lombardia 130.907 500.644 100 100 17,7 67,7 1,00% 2,20%
Elaborazione area ricerca Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, su dati Infocamere. Il totale della presenza delle imprese non è sempre 100 perché non sono contemplate le società partecipate e quelle non definite. Il rapporto sulle imprese femminili. Nel 2003 in Lombardia sono oltre 739mila le imprese attive, di cui il 17,7% femminili, pari a 130.907. Per un totale di 320.384 imprenditrici (il 28,1% su 1 milione e 143 mila) e 386.591 cariche, pari al 25,6% sul milione e mezzo totale. La presenza femminile è più rilevante nelle società di persone (34,9% sul totale regionale uomini+donne) e di capitale (27,6%), meno incisiva nelle ditte individuali (21,6%) e cooperative (18,6%). Complessivamente nel biennio 2002-2003 il numero degli imprenditori è aumentato del 2%, ma se tra gli uomini il dato fa segnare +2,3%, tra le donne si ferma al +1,1%. Per fasce di età è particolarmente elevata la percentuale di imprenditrici che sono titolari o socie di società non di capitale. Al crescere dell’età, invece, tende ad aumentare la presenza femminile nelle società di capitale. Dal lato delle imprese si registra una maggiore presenza femminile a Sondrio (più di un’impresa su quattro, 25,2%), ma anche Pavia (21,8%), Brescia (18,7%), Varese (18,4%), Cremona (18,4%) e Mantova (18,3%) si attestano ad un livello superiore alla quota regionale del 17,7%. Milano in questa classifica si piazza all’ultimo posto (16,4%), poco dietro a Como (16,7%), Lodi (17,3%) e Lecco (17,5%). Ma per ritmi di crescita il capoluogo meneghino supera tutti (+1,8%) e, insieme a Brescia (+1,3%) e Lecco (+1,8%), fa segnare un tasso di sviluppo maggiore della media regionale (+1%). Crescono più lentamente Bergamo (+0,9%), Mantova (+0,6%), Lodi (+0,4%), Como (+0,3%) e Pavia (+0,2%). Passi indietro li fanno Sondrio (-2,2%) e Cremona (-0,1%). Stabile Varese. Nelle imprese femminili risulta più elevata sia la natalità (tasso 9%, nate 2003/attive al 31.12.2002 x 100) che la mortalità (tasso 8%, cessate nel 2003/attive al 31.12.2002 x 100), rispetto al dato maschile (8,1% e 5,9%) e a quello totale regionale (8,1% e 6,4%). Più spesso le nuove imprese femminili non hanno alcun legame con le imprese preesistenti: il 66,9% delle nate è infatti creato da compagini imprenditoriali completamente nuove contro il dato medio complessivo lombardo del 55,1% e il 58,8% di quello maschile. Il peso delle nuove imprenditrici è rilevante soprattutto nei servizi personali e sociali, nel commercio e nel primario; in maggioranza si tratta di ditte individuali e società di persone. La mortalità delle imprese femminili è rilevante soprattutto nei primi 2 anni di vita, dove il rischio di cessazione è più elevato (mediamente il 16-17% delle imprese muore in questo periodo), per poi decrescere considerevolmente fino al 6%. Colpite soprattutto le ditte individuali, la grande maggioranza delle realtà costituite da neo imprenditori, mentre nelle imprese più strutturate i rischi sono più percettibili dopo il terzo anno di vita. La specializzazione per settori. Le imprenditrici si specializzano principalmente nel settore non artigiano: il 73% sul totale delle imprese femminili e il 20% del totale uomini+donne. L’artigianato si ferma a 27% e 13,5%. Più specificatamente il settore a maggiore “femminilizzazione” è senza dubbio quello dei servizi personali e sociali, l’unico in cui la presenza femminile supera in valori assoluti quella maschile (20.187 contro 15.708, il 49,7% a fronte di un 38,7% sul totale uomini+donne). Sempre considerando gli ambiti dove la presenza femminile è più incisiva rispetto alla media regionale del 17,7%, troviamo gli alberghi e ristoranti (10.146, pari al 28,9% del settore), il primario (12.496 e 21,4%) e il commercio (39.931 e 21,1%). In fondo alla classifica l’edilizia (2.818 e 2,5%). Nel dettaglio altre attività a forte connotazione “rosa” sono: il tessile e abbigliamento (5.880 e 39,1%) e il cuoio e pelle (568, 23,6%) nella manifattura, il commercio al dettaglio (30.637, 34%), le attività ausiliarie del trasporto (1.016, 19,8%) e i servizi professionali nel terziario alle imprese (9.348, 19,9%).
N° imprese % sul totale per genere % sul totale
femminili maschili femminili maschili femminili/ totali* maschili/ totali*
Primario 12.496 43.107 9,5% 8,6% 21,4% 74,0%
Manifatturiero 17.594 82.543 13,4% 16,5% 14,4% 67,6%
Costruzioni 2.818 104.506 2,2% 20,9% 2,5% 91,6%
Commercio 39.931 127.447 30,5% 25,5% 21,1% 67,3%
Alberghi e Ristoranti 10.146 17.797 7,8% 3,6% 28,9% 50,7%
Trasporti 2.451 27.162 1,9% 5,4% 7,6% 83,9%
Servizi alle imprese 24.374 78.431 18,6% 15,7% 17,4% 56,0%
Servizi personali e sociali 20.187 15.708 15,4% 3,1% 49,7% 38,7%
Totale settori definiti 129.997 496.701 99,3% 99,2% 17,8% 67,9%
n.D. 910 3.943 0,7% 0,8% 12,3% 53,2%
Totale 130.907 500.644 100,0% 100,0% 17,7% 67,7%
Elaborazione area ricerca Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, su dati Infocamere Il totale della presenza delle imprese non è sempre 100 perché non sono contemplate le società partecipate e quelle non definite.
 
   
   
PREMIO ATENA A CINQUE IMPRENDITRICI MILANESI PER MARIA ROSA BASTIANELLI (MILANO), DEBORA CALONI (BELLINZAGO LOMBARDO), ROSA DE PACE (MUGGIÒ), AXELLE VIDEAU (MILANO) E MARIA GRAZIA ZASA (CAVENAGO DI BRIANZA) CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO  
 
Milano, 21 marzo 2005 - In 50.295, il 38,4% del totale regionale nel 2003: sono le imprese milanesi “in gonnella”. Se Milano è in fondo alla classifica lombarda con il 16,4% (quota imprese femminili sul totale delle imprese milanesi), primeggia per ritmi di crescita negli ultimi anni, con un dato che sfiora il +2%, laddove il totale regionale si attesta a un punto percentuale. Il settore più “femminile”? A livello lombardo quello dei servizi personali e sociali, con oltre ventimila attività, l’unico in cui le donne superano in valore assoluto gli uomini che si fermano a quota quindicimila e settecento. Seguono gli alberghi e ristoranti, l’agricoltura e il commercio. Caratterizzate da una maggiore volatilità rispetto a quelle maschili, con alti tassi di natalità così come di mortalità, le imprese femminili nascono prevalentemente da compagini imprenditoriali completamente nuove (accade nel 66,9% dei casi contro il 58,8% per gli uomini) e trovano le maggiori difficoltà nei primi anni di vita. L’assistenza allo start up è quindi il punto cruciale per il loro sviluppo. Emerge dal Rapporto “Imprenditrici e imprese femminili in Lombardia” elaborato da Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, presentato oggi al convegno “Donne, benvenute nel mondo dell’imprenditoria!”. Progetto Atena. L’incontro è organizzato inoltre a conclusione del Progetto Atena, realizzato da Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano nell’ambito del Progetto Futura, promosso e cofinanziato da Regione Lombardia, Ministero del Lavoro, Fondo Sociale Europeo e gestito da Eurocons. Per 60 aspiranti imprenditrici organizzati servizi gratuiti di orientamento, formazione, assistenza specialistica. Tutte le partecipanti hanno inoltre goduto di attenti servizi di supporto familiare durante le ore di formazione e assistenza. Premiati inoltre con l’assegnazione di contributi a fondo perduto i 5 migliori progetti d’impresa nella provincia di Milano: protagoniste sono Maria Rosa Bastianelli (Milano), Debora Caloni (Bellinzago Lombardo), Rosa De Pace (Muggiò), Axelle Videau (Milano) e Maria Grazia Zasa (Cavenago di Brianza). “Nella nascita di nuove imprese – ha commentato Renato Borghi, Presidente Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano – sappiamo come, molto più spesso che per gli uomini, la motivazione delle donne sia la ricerca di un’occupazione. Solitamente i progetti intrapresi, in primo luogo nella definizione della business idea e, in secondo luogo, nel bagaglio di conoscenze e competenze necessarie per ricoprire con successo il ruolo imprenditoriale, rispecchiano le abilità che le donne hanno sviluppato nella gestione dei propri ruoli tradizionali, sia familiare sia sociale, facendone una ricchezza da utilizzare per la loro affermazione nell’ambito produttivo”. Imprese femminili e maschili e tassi di sviluppo per province lombarde Imprese femminili e maschili e tassi di sviluppo per province lombarde al 31/12/2003
valori assoluti % di colonna % sul totale attiive Tassi di sviluppo nel 2003
Femminili Maschili Femminili Maschili Femminili Maschili femminili maschili
Milano 50.295 201.080 38,4 40,2 16,4 65,6 1,80% 2,80%
Lombardia 130.907 500.644 100 100 17,7 67,7 1,00% 2,20%
Elaborazione area ricerca Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, su dati Infocamere. Il totale della presenza delle imprese non è sempre 100 perché non sono contemplate le società partecipate e quelle non definite. Il progetto Atena. Diversi sono stati i principi e gli obiettivi ispiratori dell’iniziativa realizzata da Formaper nell’ambito del più ampio progetto Futura (promosso e cofinanziato da Regione Lombardia, Ministero del Lavoro, Fondo Sociale Europeo e gestito da Eurocons). Innanzitutto favorire la nascita di nuove imprese in Lombardia targate donna e supportare le aspiranti imprenditrici nello sviluppo dell’idea imprenditoriale e nella fase di avvio dell’attività. Tutto questo attraverso un continuo sostegno tramite servizi di informazione, orientamento, formazione e assistenza. Dal lato delle aspiranti imprenditrici coinvolte, le attività principali hanno previsto l’organizzazione di seminari sull’utilizzazione degli strumenti multimediali contemplati nel progetto e l’assistenza individuale per la definizione dell’idea imprenditoriale. 60 i soggetti protagonisti e i corrispondenti progetti imprenditoriali presentati. Tra questi, i 5 migliori hanno ottenuto un contributo a fondo perduto avviato a metà febbraio 2005. Tutte le partecipanti hanno inoltre goduto di attenti servizi di supporto familiare durante le ore di formazione e assistenza. Le 5 imprenditrici premiate. Sulla base di criteri di valutazione dei business plan presentati, in base anche all’effettivo avvio dell’attività (testimoniato dalla iscrizione presso la Camera di Commercio), questi sono stati i 5 migliori progetti premiati.
Cognome nome Età Titolo di studio Settore Forma giuridica Sede società Descrizione ideaMotivazione alla premiazione
Bastianelli Maria Rosa 39 Laurea in lettere Servizi Ditta individuale Travolti dagli eventi di Maria Rosa Bastianelli: organizzazione e comunicazione di eventi e manifestazioni legati a cultura, musica, concerti, mostre ecc. Progetto gestito insieme alle socie Laura Bruno e Ester Nataloni. Il progetto nasce da una lunga esperienza maturata sul campo, con prestigiose realtà culturali/artistiche del territorio milanese e non.In questo progetto molto forte è la componente del gruppo in quanto l’imprenditrice è affiancata da 2 collaboratrici che ben si integrano e si compensano nella gestione dell’attività.
Caloni Debora 32 Segretaria d’Azienda Commercio Ditta individuale Bellinzago Lombardo (Mi) Gullibar di Caloni Debora: attività di camion bar nei mercati comunali, fiere e saghe. Forte coerenza tra l’idea e la persona: dal progetto emerge una forte motivazione a mettersi in proprio ed una forte determinazione a dare “ascolto” alle aspirazioni personali e professionali. Ha saputo ben coniugare questi due aspetti e a farli convivere in un progetto fattibile.
De Pace Rosa 42 Laurea in giurisprudenza Servizi Ditta individuale Muggiò (Mi) Solo Affitti di De Pace Rosa: agenzia immobiliare specializzata in soli affitti, affiliata al franchising Solo Affitti. Elemento qualificante del progetto è l’appartenere ad una rete di franchising, Solo Affitti, riconosciuta e consolidata nel mercato italiano. Questo ha permesso, infatti, una approfondita analisi dei costi e previsione di crescita.
Videau Axelle 34 Laurea in Lingue e Letteratura straniera Servizi a Pmi Snc Milano Origami Consultino snc: agenzia di consulenza in marketing e comunicazione per le Pmi, costituita da due rami: -Origami communications, gestita dall’imprenditrice - Origami languages, gestita dal marito. Completezza nell’analisi di settore, nel piano di marketing ed economico finanziario contraddistinguono questo progetto. L’imprenditrice ha saputo, inoltre, valorizzare la politica di comunicazione della società, presentando, nel dettaglio, la strategia adottata e l’immagine coordinata.
Zasa Maria Grazia 48 Segretaria d’azienda Servizi a Pmi Snc Cavenago di Brianza (Mi) Voice marketing snc di Isabella e Maria Grazia Zasa: agenzia di comunicazione telefonica, rivolta a Pmi: servizi di telemarketing, teleselling e corsi di formazione alla comunicazione telefonica. Punto forte della società è l’esperienza delle due socie nel settore della comunicazione e del marketing diretto. Ciò ha permesso un’approfondita analisi della concorrenza ed un fattibile piano di sviluppo delle attività dal punto di vista del mercato e dal lato economico. Un forte motivazione a mettersi in proprio e la consapevolezza, da parte delle socie, delle competenze professionali acquisite permettono di intravedere, per la società, buone prospettive di sviluppo e di consolidamento sul mercato.
 
   
   
SCOUTECH: START UP, SPIN OFF, PICCOLE E MEDIE IMPRESE A CACCIA DI PARTNERSHIP PER LA RICERCA SUL MERCATO AMERICANO  
 
Sesto San Giovanni, 21 Marzo 2005 - Dopo varie missioni in California, l’avvio di un incubatore e di un Hub informativo a San Francisco continua l’attività innovativa di Bic La Fucina a supporto delle imprese che vogliono estendere il loro raggio d’azione oltreoceano. Al centro dell’attenzione questa volta è il trasferimento tecnologico ovvero la possibilità che ha un’impresa di mantenersi competitiva sul mercato individuando per tempo i suoi fabbisogni tecnologici futuri e facendovi fronte attraverso specifiche competenze, per lo più provenienti dal mondo accademico, dalla ricerca pubblica o privata. L’originale idea del progetto Scoutech, nato dalla collaborazione di Bic La Fucina e Regione Lombardia, è quella di mettere le imprese lombarde nella condizione di sviluppare partnership e collaborazioni transoceaniche con cui sopperire a lacune innovative o con cui aiutare altri a farlo. Il progetto riserva una speciale attenzione alle società che provengono da settori a forte valore aggiunto come Information Communication Technology (Ict), multimedia, biotecnologie, nanotecnologie, agroalimentari, nuovi materiali e design. In questi ambiti ci sono casi di piccole medie imprese lombarde che possono legittimamente ritagliarsi il ruolo di pioniere dell’innovazione, che possono esportare le loro competenze anche nella tecnologica Silicon Valley o sviluppare ricerca lavorando alla pari con gli americani in progetti comuni. I nostri imprenditori mancano però spesso di giusti contatti per muoversi agevolmente negli Stati Uniti, a volte non sanno proporsi nel modo più corretto a colleghi californiani che restano stupiti di fronte ad un’eccellenza italiana in tema di innovazione e tecnologia. Le azioni previste da Scoutech colmano queste mancanze e valorizzano i contenuti e le competenze delle imprese lombarde, soprattutto di quelle più coinvolte dalla ricerca, e sviluppano potenzialità spesso inespresse a causa della difficoltà di individuare partner adeguati oltre confine. Attraverso la creazione di nuove partnership di ricerca con chi fa innovazione nella Silicon Valley il progetto si propone di accreditare presso il mondo imprenditoriale americano un gruppo delle imprese lombarde ad alto valore aggiunto. Bic La Fucina selezionerà inizialmente 20 imprese a cui fornire orientamento nell’individuazione di valide opportunità di business, un check up aziendale con cui scoprire le reali potenzialità dell’azienda sul mercato californiano. In una fase successiva un gruppo più ristretto di 5 imprese verrà ulteriormente supportato perché sviluppi concretamente accordi e partnership di ricerca. Scoutech si chiuderà nel marzo 2006, le imprese che vogliono candidarsi per partecipare al progetto devono presentare richiesta a Bic La Fucina entro settembre 2005.  
   
   
OVER 50: FORZA LAVORO SOTTOUTILIZZATA E A "RISCHIO DI ESTINZIONE"  
 
Roma 21 Marzo 2005 - Nel 2004, in Italia, ogni cento persone con un’età compresa tra i 55 e i 64 anni, ne lavorano soltanto 31, contro 41 della Francia, 43 della Germania, 57 del Regno Unito e, prima tra le nazioni europee, le oltre 70 persone della Svezia. «Il sottoutilizzo degli ultracinquantenni nel mercato del lavoro – dichiara il Presidente dell’Eurispes, Prof. Gian Maria Fara – rappresenta un nodo problematico di notevole rilevanza. Anzitutto, tale dinamica, collegata ai trend demografici, rischia di creare pericolose ripercussioni sulla sostenibilità dei sistemi previdenziali, già pesantemente oberati nell’attuale congiuntura; in secondo luogo, il fenomeno diviene disfunzionale per lo stesso mercato del lavoro, il quale tende a scaricare sui lavoratori più anziani, liberandosene prematuramente, il costo di crisi e ristrutturazioni aziendali. Si introducono pertanto elementi di rigidità nella domanda che non consentono né di avvalersi della flessibilità nel tempo, né di utilizzare il potenziale di esperienza e di maturità che i lavoratori ultracinquantenni possono garantire. La strettezza della curva dell’occupazione – conclude Fara – rappresenta un elemento moltiplicatore della percezione di precarietà, di per sé già elevata; la discriminazione dei lavoratori ultracinquantenni rischia di acuire un disagio già esistente e di rappresentare – con l’intensificarsi dei fenomeni di invecchiamento – un elemento di diffuso allarme sociale. » Nuovi scenari occupazionali. Le dinamiche demografiche disegnano un nuovo scenario. La forbice tra la percentuale di popolazione ultracinquantacinquenne in attività sulla popolazione attiva totale e la percentuale degli anziani (oltre 65 anni) sulla popolazione in età attiva diviene, con il tempo, sempre più ampia. Se nel 2002 – secondo le stime della Commissione Europea – si contano 17 lavoratori ultra55enni e 25 anziani ogni 100 persone in età attiva, nel 2010, a fronte del progressivo invecchiamento della popolazione, non aumenterà la forbice, ma si eleveranno entrambe le percentuali, passando, rispettivamente, a un 19% e un 27%. Dal 2015 la differenza tra le percentuali comincerà ad aumentare e raggiungerà i 10 punti; dal 2035 la forbice assumerà un’ampiezza ben più elevata, che modificherà profondamente lo scenario demografico dell’Unione. Interessante è anche constatare come la curva dell’attività di uomini e donne abbia subito profonde trasformazioni nel corso degli ultimi decenni: la parabola relativa ai maschi del 1970 era significativamente più ampia di quanto non si registri nel 2000, con un ingresso nel mercato del lavoro più anticipato e un’uscita più ritardata. Gli uomini del 1970 già a 15-16 anni erano inseriti nel mondo del lavoro e vi rimanevano saldamente fino ai 60 anni e oltre; nel caso del 2000 non solo, è posticipato l’ingresso, ma si osserva una brusca caduta dell’occupazione già intorno ai 55 anni. Ovviamente diverso appare il discorso relativo alle donne, che nel 2000 conoscono tassi di occupabilità molto più elevati (eccetto, anche in questo caso, per le età più giovani); anche per loro si osserva tuttavia una brusca caduta intorno ai 55 anni e – nell’età intorno ai 60 – i valori del 1970 e del 2000 tendono ad eguagliarsi. L’uscita forzata dal mondo del lavoro. Nel 29,4% dei casi in Europa si è smesso di lavorare a causa del prepensionamento, nel 27,8% del pensionamento e, a seguire, per ragioni di malattia e/o sopraggiunta disabilità (15,3% del totale) o episodi di licenziamento (poco meno del 12%). Questa tendenza mette in luce le mancanze di un sistema che non è in grado di garantire o creare incentivi finalizzati a scoraggiare l’abbandono prematuro del posto di lavoro, come pure la promozione di interventi di formazione continua e la diffusione di una qualità e accessibilità del lavoro anche per gli anziani, anche attraverso misure di part-time. Il caso italiano. Un trend di recupero. Il nostro Paese si configura come una delle nazioni che maggiormente tendono ad espellere i meno giovani dai circuiti professionali, senza garantire idonee opportunità di reingresso. Nel 2004, infatti, in Italia ogni cento persone con un’età compresa tra i 55 e i 64 anni, ne lavorano soltanto 31, contro 41 della Francia, 43 della Germania, 57 del Regno Unito e, prima tra le nazioni europee, le oltre 70 persone della Svezia. Nonostante questo forte ritardo, a partire dal 1999, nel nostro Paese si registra una contrazione dei flussi di uscita dal mercato del lavoro della popolazione in età matura. In particolare, tra il 2002 e il 2003, pur non osservando un significativo aumento della popolazione complessiva in età 55-64, si registra un notevole +9,8 tra le forze di lavoro, contro il +4,6 relativo alla fascia 35-54. Similmente, aumentano gli occupati nella fascia di età più elevata (essi raggiungono quasi un +11%, una quota più che doppia rispetto alla fascia 35-54) e, tra i 55-64enni, diminuiscono sensibilmente, nel medesimo periodo, i disoccupati (-14,1%). Il ruolo delle donne. L’aumento dell’occupazione nella fascia di età 55-64 riguarda in modo sensibilmente superiore le donne; in tal caso, i valori percentuali registrati per gli uomini vengono quadruplicati: sono proprio le donne infatti che, a un’età matura – probabilmente liberate da pressanti responsabilità familiari –, tendono a riaffacciarsi al mercato del lavoro trovando, in molti casi, strumenti idonei a un proficuo inserimento. Anche l’andamento trimestrale degli occupati della medesima fascia di età conferma le differenze tra i sessi: ponendo a 100 il dato relativo all’ottobre 2000, si può constatare come il trend relativo alle donne conosca un andamento di crescita più vistoso di quanto non accada per gli uomini. Il “possibile” part-time. La relazione tra diffusione del part-time e facilità di reinserimento nel mercato del lavoro di donne e anziani, sebbene non direttamente legata da un meccanismo causa-effetto, è testimoniata da molteplici esperienze. Un confronto con gli altri paesi dell’Unione mostra come l’Italia conosca una diffusione ancora limitata di questo istituto: oltre due punti percentuali in meno rispetto alla media europea per gli uomini e oltre sei punti per quanto concerne le donne. Soltanto tra i 30-39enni si osserva un utilizzo più elevato del part-time tra gli occupati: si calcola per questi lavoratori una percentuale pari al 67,8% contro il 64% degli ultracinquantenni. Over 50: ancora occupati. La presenza di lavoratori tra i 60 e i 74 anni resta rilevante, oltre che nella Pubblica Amministrazione (25,2%), in agricoltura (14,6%) e nel commercio (21%). Tra gli anziani prevalgono i lavoratori autonomi (61,3%) contro i dipendenti (38,7%). Il tasso di occupazione appare connesso inoltre al livello di istruzione: tra i sessantenni una persona su due in possesso della laurea è ancora occupata, contro una su tre diplomata e una su sei con la licenza della scuola dell’obbligo.  
   
   
PENSIONI: CERCHIAI, IL TFR A TUTTE LE FORME PREVIDENZIALI COME STABILITO DALLA DELEGA MARONI  
 
Roma, 21 marzo 2005 – In riferimento alle recenti dichiarazioni stampa attribuite al Ministro Maroni il Presidente dell’Ania Fabio Cerchiai ha dichiarato: “Facciamo fatica a comprendere il senso della dichiarazione attribuita da alcune agenzie di stampa al Ministro Maroni. Infatti la modifica al provvedimento sul risparmio a cui si è riferito il Ministro riguarda in eguale misura i prodotti assicurativi individuali e i fondi aperti. Secondo la logica attribuita al Ministro (Tfr solo alle forme previdenziali vigilate dalla Covip), conseguirebbe il risultato paradossale che il Tfr potrebbe confluire esclusivamente nei fondi chiusi. Siamo certi che questo non è e non può essere il pensiero né del Governo né del Ministro Maroni. Oltre a essere contrario alla lettera e allo spirito della legge delega approvata dal Parlamento, sarebbe contro la concorrenza e contro l’interesse generale dei lavoratori. Concordiamo in ogni caso nell’opportunità che al Senato vengano ripristinate le competenze della Covip nei termini previsti dalle delega Maroni per tutti i prodotti di previdenza complementare (fondi chiusi, fondi aperti, prodotti assicurativi individuali).  
   
   
IMPIANTI PER PERFORAZIONI PETROLIFERE TREVI APPRODA ANCHE NEL MERCATO USA  
 
Cesena, 21 marzo 2005 - Il Gruppo Trevi, tra i principali operatori mondiali nel settore dei servizi di ingegneria del sottosuolo e delle macchine per fondazioni e perforazioni, ha sottoscritto i primi contratti negli Stati Uniti per la fornitura di impianti idraulici di perforazione petrolifera, per un valore complessivo di Usd 9,6 milioni. Tramite la controllata Drillmec S.p.a., società attiva nella produzione di impianti per la ricerca di idrocarburi e acqua, Trevi consegnerà a Cheyenne Drilling L.p. Due impianti della serie Hh e due Top Drive; inoltre la società di perforazione petrolifera Envirosafe Drilling si doterà di un impianto di elevata capacità produttiva. Gli impianti verranno tutti consegnati entro il mese di settembre 2005. “Questi contratti – ha dichiarato l’Ing. Simone Trevisani, Amministratore Delegato di Drillmec S.p.a. – hanno una duplice valenza positiva per il Gruppo; innanzitutto sono un chiaro riconoscimento della nostra capacità tecnologia rispetto a quella degli americani, leaders storici del settore, che sotto questo profilo sono meno concorrenziali. Lo sbarco negli Usa, sede delle principali società del settore petrolifero, conferma il livello di innovazione raggiunto dal Gruppo Trevi nella progettazione e costruzione di impianti di perforazione a cui si aggiunge una maggiore efficienza produttiva”. “In secondo luogo – prosegue Trevisani - questi contratti confermano una tendenza positiva sul mercato internazionale legata alla crescita del settore petrolifero nel suo complesso, crescita che il Gruppo Trevi guarda con molto interesse e che costituisce un punto di forza per la propria espansione”. I contratti siglati in Usa da Drillmec infatti, fanno seguito a quelli recentemente sottoscritti in Algeria tramite la società partecipata Edra S.r.l. (quota di pertinenza di Drillmec S.p.a. Usd 46,7 milioni) e alla recente partnership con il Gruppo cinese Cnpc (China National Petroleum Corporation) che ha richiesto un innovativo impianto di perforazione e tecnologia convenzionale per complessivi Usd 6,5 milioni.  
   
   
INDAGINE CONOSCITIVA DELL’ENAC SUI RAPPORTI TRA AEROPORTI E COMPAGNIE AEREE  
 
Roma, 21 2005 - L’ente Nazionale per l'Aviazione Civile rende noto di aver ripreso il programma di verifiche sui rapporti economici che legano gli aeroporti nazionali ad alcune compagnie aeree tradizionali e low cost. Obiettivo dell’indagine è l’acquisizione di informazioni su politiche commerciali adottate dai gestori aeroportuali in tema di tariffe di handling (servizi a terra) applicate ai vettori utenti degli aeroporti; verifica della correttezza ed imparzialità delle tariffe applicate; valutazione della trasparenza degli incentivi di marketing corrisposti dai gestori ai vettori in modo da favorire l’apertura di nuove rotte. L’analisi di tali aspetti è volta a garantire una corretta concorrenza nel mercato del trasporto aereo e ad escludere sconti che possano gravare sui costi della comunità qualora tali sconti vengano praticati da società di gestione con capitale a partecipazione pubblica.  
   
   
FINNAIR SPICCA IL VOLO DA VENEZIA  
 
Venezia, 21 marzo 2005 - E’ in programma per martedì 22 Marzo presso il Business Centre Travelex (2° piano) dell’Aeroporto Marco Polo di Venezia, la conferenza stampa Finnair per la presentazione della nuova rotta non-stop Venezia/helsinki, operativa dal prossimo 28 marzo 2005, con frequenza bisettimanale. Accanto ai collaudati collegamenti pluri=settimanali da Milano Malpensa e Roma Fiumicino, la compagnia di bandiera finlandese apre cosi un canale diretto da Venezia verso Helsinki: nel corso della conferenza stampa, Arto Sutinen, Direttore Finnair per l’Italia e Mari Hongisto, client manager della compagnia, annunceranno in anteprima le potenzialità e gli sviluppi strategici per l’area del Triveneto, e le ottime coincidenze in prosecuzione da Helsinki per tutto il Nord Europa e verso il Far East.  
   
   
AUSTRIAN OFFRE PIU’ SPAZIO AI PASSEGGERI DI BUSINESS CLASS LASCIATE LIBERE LE POLTRONE CENTRALI DELLA BUSINESS CLASS DI AUSTRIAN SUI VOLI A CORTO E MEDIO RAGGIO  
 
 Milano, 21 marzo 2005 - Austrian Airlines lascia libere le poltrone centrali della Business Class nelle file a tre posti, offrendo così ai propri passeggeri maggiore comfort per tutta la durata del volo. Austrian adotta questa soluzione su tutti i collegamenti a corto e medio raggio di durata superiore a un’ora e, per garantire questo servizio, elimina i posti centrali da tutti i sistemi di prenotazione. “Grazie a questo nuovo sistema, ideato per migliorare il livello del comfort a bordo, siamo in grado di offrire maggiore spazio ai passeggeri della Business Class di Austrian affinché si rilassino e assumano una posizione per loro più confortevole” ha commentato Josef Burger, Chief Commercial Officer di Austrian Airlines. “D’ora in poi nelle file a tre posti si siedono solo due passeggeri, nella poltrona di destra e in quella di sinistra rispetto alla fila centrale. Questo ci consente di fornire ai nostri passeggeri molto più comfort e privacy durante il volo, oltre a un reale miglioramento dello spazio a disposizione”. In linea con l’introduzione del “silverticket”, l’upgrade gratuito e immediato alla Business Class per i passeggeri che acquistano un biglietto a tariffa piena in Economy, il Gruppo Austrian si dimostra sempre più attento alle esigenze dei passeggeri che considerano prioritaria l’estrema flessibilità nella programmazione del viaggio coniugata al massimo comfort. Grazie quindi alle numerose novità introdotte di recente, Austrian compie un ulteriore miglioramento del rapporto qualità-prezzo e nella differenziazione del prodotto Business da quello Economy.  
   
   
PIÚ POSTI DA ROMA VERSO HONG KONG CON IL NUOVO ORARIO ESTIVO DI CATHAY PACIFIC AIRWAYS AUMENTANO I VOLI IN CINQUE CONTINENTI  
 
Roma, 21 marzo 2005 - Domenica 27 marzo entra in vigore l’orario estivo di Cathay Pacific Airways, con tante novità per chi vola. I cinque collegamenti settimanali da Roma a Hong Kong saranno operati con il Boeing 747-400, offrendo un consistente aumento del numero di posti rispetto all’Airbus A340 impiegato nella stagione invernale. Non solo più posti, ma anche più scelta con le tre classi di servizio dei “jumbo” Cathay – Prima, Business ed Economica, rispetto alle due classi degli A340. Quest’estate Cathay aumenta la frequenza di molti voli da e per Hong Kong. Beijing passa da uno a due voli al giorno, per consentire più flessibilità e più coincidenze nell’hub di Hong Kong. I collegamenti per Los Angeles aumentano da due a tre al giorno. Cathay è fra le pochissime compagnie aeree che offrono servizi tre volte al giorno su rotte transpacifiche. Il terzo volo giornaliero verso Los Angeles segue l’introduzione di un servizio trigiornaliero fra Londra e Hong Kong e fra Hong Kong e Sydney. “La qualità nel trasporto aereo significa non soltanto puntualità e un curato servizio di bordo, ma anche, flessibilità. Tre voli al giorno su rotte di 13 ore e oltre, significa scegliere l’ora di partenza più comoda e consente di avere a disposizione una vasta gamma di voli in coincidenza” osserva Sandro Melis, Direttore Commerciale per l’Italia della Cathay Pacific. “Questa è la nostra strategia per la crescita della compagnia e per l’ulteriore rafforzamento di Hong Kong come maggiore hub dell’ Asia”. Fra le altre novità, i voli da Hong Kong verso Amsterdam e Johannesburg diventano giornalieri, mentre raddoppia la frequenza per Ho Chi Min City (Saigon) da uno a due voli al giorno. Nagoya aumenta da due a tre voli ogni giorno. Con l’aumento da tre a quattro voli settimanali per Perth, Cathay Pacific vola 52 volte la settimana da Hong Kong verso le sue 6 destinazioni in Australia.  
   
   
AUTOGRILL ENTRA NELL’AEROPORTO DI FRANCOFORTE E ACQUISISCE IL 49,9% DI STEIGENBERGER GASTRONOMIE G.M.B.H. ULTERIORE ESPANSIONE NEGLI AEROPORTI EUROPEI BASATA SULLA STRATEGIA DELLE ALLEANZE  
 
Milano, 21 marzo 2005 – Autogrill S.p.a. fa il suo ingresso al Frankfurt Airport, il secondo scalo d’Europa, e acquisisce il 49,9% di Steigenberger Gastronomie G.m.b.h., storico operatore di ristorazione dell’hub tedesco. Autogrill, tramite Autogrill Deutschland G.m.b.h., ha siglato il 16 marzo un accordo con Steigenberger Hotels Ag, primario gestore alberghiero tedesco, per rilevare la quota di minoranza della controllata Steigenberger Gastronomie, con opzione call esclusiva per il rimanente 50,1% esercitabile tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2009. In base ai termini dell’intesa, Autogrill corrisponderà € 2,75 milioni per il 49,9% della società e successivamente un prezzo variabile fino a € 1,25 milioni, vincolato al rinnovo di alcune concessioni in scadenza. Analogo importo e condizioni varranno in caso di esercizio dell’opzione call per la quota di maggioranza, per un controvalore complessivo compreso tra € 5,5 milioni e € 8 milioni per il 100% del capitale di Steigenberger Gastronomie. L’operazione è stata approvata dall’autorità Antitrust tedesca (Bundeskartellamt). “Dopo Amsterdam, Marsiglia e Atene – ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Autogrill Gianmario Tondato da Ruos – l’ingresso nello scalo di Francoforte ci consente di espandere ulteriormente la nostra presenza nel canale aeroportuale europeo, che in termini di volumi assorbe circa un terzo del traffico passeggeri totale. In questa ottica, il nostro sviluppo sarà improntato a una forte politica di alleanze con primari operatori del settore, fortemente radicati sul territorio come Steigenberger. Una partnership – ha aggiunto – che ci ha permesso di entrare in un mercato strategico come quello delle concessioni aeroportuali tedesche, apportando il know how di Hmshost, la controllata di Autogrill leader mondiale nei servizi di ristorazione in questo canale”. “Siamo particolarmente soddisfatti dell’accordo raggiunto con Autogrill e la sua controllata Hmshost – ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Steigenberger Hotels Karl Anton Schattmaier –. L’aeroporto continuerà in questo modo a garantire le migliori formule di ristorazione a tutti coloro i quali transitano per Francoforte, la porta d’ingresso d’Europa nel mondo”. La gestione operativa della società sarà affidata ad Hmshost Europe, la piattaforma di sviluppo del network aeroportuale europeo di Autogrill, nata a fine 2003 sulla base del know how e dell’esperienza acquisiti in Nord America. Nel canale aeroporti, in Europa, Autogrill attualmente è il terzo operatore di ristorazione, con 12 scali in sei Paesi, a fronte di una leadership mondiale che, principalmente attraverso Hmshost, la vede attiva in oltre 90 aeroporti, per lo più concentrati in Nord America. Con la Germania salgono a 15 i Paesi in cui Autogrill è presente. Il Frankfurt Airport Con circa 1,1 miliardi di passeggeri nel 2004 (+7,5%, fonte: A.c.i. Europe), l’Europa assorbe il 30% del traffico aeroportuale mondiale. Francoforte è il secondo aeroporto europeo, con oltre 51 milioni di passeggeri nel 2004 (+5,7%, fonte: A.c.i. Europe), destinati a superare quota 81 milioni nel 2015 (fonte: Fraport A.g:). Una crescita esponenziale che sarà fronteggiata attraverso la prossima realizzazione del Terminal 3, di un’altra pista e di una nuova zona manutenzione. Steigenberger Gastronomie Steigenberger Gastronomie opera fin dal 1960 all’interno del Frankfurt Airport, dove gestisce una ventina di punti vendita – attraverso concessioni della durata media di circa sei anni – distribuiti tra i Terminal 1 e 2 e l’area di collegamento con la rete ferroviaria. Nel 2004 la società ha registrato ricavi per € 9,4 milioni. Un significativo incremento del fatturato è atteso per il 2005, con l’apertura del nuovo ristorante. Autogrill è stata assistita nell’operazione da Commerzbank Ag, che ha agito in qualità di consulente finanziario esclusivo.  
   
   
RFI: IL SISTEMA CCL PLUS LA NUOVA TECNOLOGIA GESTISCE IN MANIERA INTEGRATA LA CIRCOLAZIONE DEI TRENI E GLI AVVISI AI CLIENTI  
 
Milano, 21 marzo 2005 - Il sistema Ccl Plus (Controllo circolazione linee/Infostazioni) è il progetto nazionale con il quale Rfi, la società dell'infrastruttura del Gruppo Ferrovie dello Stato, mette a sistema tutti i dati relativi alla circolazione ferroviaria e all'informazione al pubblico. Il Ccl Plus, basato su un'architettura di nuova generazione, integra due sistemi: il Ccl e l'Infostazioni. Con il primo vengono messi in linea ed elaborate, istante per istante, le informazioni sulla circolazione dei treni, ricavate direttamente dai sistemi di gestione e controllo posizionati lungo le linee. Con Infostazioni, il sistema recepisce in automatismo da Ccl queste informazioni e le traduce in informazioni per i clienti. Il Ccl è un sistema di controllo che permette di incrementare gli standard di sicurezza. In un Posto centrale gli operatori che controllano e gestiscono la circolazione visualizzano su una consolle hi tech, a uno o più monitor, la rappresentazione grafica delle linee ferroviarie e della posizione di treni su di esse (Train describer). Informazioni che sono visibili anche a livello locale nelle stazioni, dove i Dirigenti Movimento hanno la possibilità di conoscere la posizione dei treni nell'ambito della propria giurisdizione e, attraverso semplici interrogazioni al sistema, possono visualizzare la situazione in atto sui tratti di linea limitrofi. Le informazioni, quindi, sono rilanciate, in tempo reale, alla Piattaforma integrata circolazione (Pic), un sistema attraverso il quale Sala operativa di Roma, nella Sala Pagoda della Direzione Generale, effettua la supervisione dell'intera rete nazionale. Il sistema Infostazioni ha un'architettura software modulare attraverso la quale vengono diffuse ai clienti, nelle piccole stazioni come nei grandi nodi ferroviari, informazioni visive e sonore. L'interfaccia del sistema è semplice ed intuitiva. E grazie alle funzionalità presenti gli operatori possono gestire, sia in maniera automatica sia manuale, le informazioni attraverso altoparlanti, monitor e cartelli teleindicatori. Il modulo che gestisce la diffusione sonora è progettato per fornire la cosiddetta Informazione sonora automatizzata (Isa), un software che, partendo da un testo scritto, è in grado di diffondere annunci sonori con un sintetizzatore vocale. Le informazioni necessarie sono fornite on liine o dagli operatori. In Lombardia, oltre al modulo Milano – Chiasso, il sistema Ccl Plus sarà esteso, entro il 2005, anche sulle linee Milano – Domodossola, Gallarate – Varese/porto Ceresio, Milano – Bergamo/brescia, Milano - Voghera e Alessandria - Piacenza. In Lombardia, nel biennio 2004/2005, per il progetto Informazioni al pubblico (Iap) l'investimento complessivo di Rfi sarà pari a circa 28,5 milioni di euro. Il programma nazionale per il Ccl Plus prevede, nel biennio 2004/2005, l'attivazione, per fasi, di moduli anche nei Compartimenti di Torino, Verona, Venezia, Trieste, Firenze, Roma, Napoli e Palermo. Investimento complessivo circa 50 milioni di euro.  
   
   
PRESENTATA AUTO REALE EVOLUZIONE, LA NUOVA POLIZZA RCA DI REALE MUTUA ASSICURAZIONI ALLA GUIDA CON SERENITA’, SICUREZZA E RISPARMIO  
 
Torino, 21 marzo 2005 - “Una difesa globale per una guida davvero sicura”: potrebbe essere questo lo slogan che sintetizza le principali novità di Auto Reale Evoluzione la nuova polizza Rcauto presentata da Reale Mutua di Assicurazioni. Già disponibile presso le 350 Agenzie della Compagnia, il nuovo prodotto assicurativo presenta molti elementi di novità sul versante delle tariffe e garantisce la possibilità di poter costruire la propria polizza Rca in modo personalizzato. Ma vediamo, in sintesi, quali sono le principali caratteristiche di Auto Reale Evoluzione. Grazie a tre nuove formule tariffarie, la nuova polizza Reale Mutua mette innanzi tutto a disposizione dell’assicurato più classi di merito da scalare (si raggiunge la quota di 30 classi di merito) e consente di beneficiare nel tempo di progressive riduzioni di premio: questo significa che il titolare di polizza Rca che si trova in una buona classe di merito ed è in assenza di incidenti provocati con colpa avrà la possibilità di risparmiare in modo significativo sul premio versato. In questo scenario, la polizza Reale Mutua viene commercializzata con un interessante corredo di garanzie accessorie che si propongono di offrire una copertura completa e competitiva rispetto ai prodotti oggi presenti sul mercato. Sono infatti 6 le principali prestazioni che la polizza Auto Reale Evoluzione offre al proprio cliente: 1. Responsabilità civile Auto Reale Evoluzione protegge sia il proprietario del mezzo sia il conducente nel caso di richieste di risarcimento per danni arrecati a terzi durante la circolazione. Offre, inoltre, una serie di garanzie accessorie, tra le quali una tutela per i danni provocati dai passeggeri trasportati accanto a varie facilitazioni tariffarie per chi, in classe di merito 1^, proviene da un’altra Compagnia. 2. Patente garantita La nuova polizza tutela l’assicurato nel caso di sospensione, ritiro o revoca della patente mediante la corresponsione di una diaria giornaliera. Rimborsa inoltre i costi relativi ai corsi di aggiornamento per il recupero dei punti decurtati dalla patente. Questa copertura è valida sia nel caso in cui si usi l’auto per ragioni lavorative sia per l’utilizzo personale. 3. Danni Rientrano nella copertura tutti gli eventi che provocano un danneggiamento del veicolo, come ad esempio l’incendio, il furto (dell’intero veicolo, ma anche di singole parti), atti vandalici, eventi naturali e la rottura dei cristalli 4. Assistenza legale Il titolare della polizza può contare su un prezioso contributo economico per eventuali controversie legali o procedimenti penali conseguenti a sinistri con colpa e legati all’utilizzo del veicolo. Nel caso infatti di un incidente, Auto Reale Evoluzione prevede il rimborso delle spese giudiziali e stragiudiziali. 5. Assistenza in viaggio Con una semplice chiamata alla Centrale Operativa di Blue Assistance – società del Gruppo Reale Mutua – è possibile accedere a vari servizi di assistenza quali, ad esempio, il soccorso stradale, le informazioni sulla viabilità, il veicolo sostitutivo in caso di incidente o guasto meccanico e tanti altri ancora. La copertura è attiva 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, in Italia e all’estero. 6. Infortuni del conducente Auto Reale Evoluzione offre, infine, un’importante tutela contro gli infortuni del conducente subiti in conseguenza della circolazione del veicolo. Infatti, forse non tutti sono a conoscenza che la Rcauto non tutela in alcun modo colui che ha causato l'incidente e, di conseguenza, non copre le eventuali lesioni da esso riportate. La garanzia prevede una copertura per infortuni di diversa entità con indennizzi per la copertura in caso Morte e Invalidità permanente. Completa infine questa serie di prestazioni anche un ulteriore corredo di tutele e di proposte che, rispetto ai prodotti Rca oggi presenti sul mercato, fanno di questa polizza un prodotto innovativo e completo per la sicurezza sulla strada. E’ questo ad esempio il caso della garanzia “ripristino Airbag” e dello sconto del 50% sul premio furto in caso di presenza di impianto antifurto satellitare. “Spostarsi nel traffico” ha dichiarato Tommaso Montelli, Direttore del Ramo Auto di Reale Mutua Assicurazioni “guidare per molti chilometri, utilizzare un veicolo in città oggi può comportare rischi di diversa natura. Mettersi alla guida in condizioni di sicurezza infatti è la condizione primaria che deve essere garantita a se stessi e alle altre persone. Per tale ragione – accanto ad un atteggiamento prudente e rispettoso delle regole della circolazione – è necessario avere una copertura globale in grado di garantire a qualunque tipologia di guidatore la giusta serenità. Auto Reale Evoluzione nasce proprio con questo spirito: offrire una tutela globale e personalizzata a chi si mette alla guida”.  
   
   
RENATO MENDOLA NUOVO GENERAL MANAGER DI CLERICAL MEDICAL ITALIA  
 
Milano, 21 Marzo 2005 - Clerical Medical compagnia assicurativa britannica del ramo vita, annuncia l’arrivo di Renato Mendola come nuovo General Manager per l’Italia. Ugo de Grenet ricoprirà nuovi incarichi presso la casa madre in Lussemburgo, dopo aver ricoperto con gran successo la carica di Branch Manager per Clerical Medical Italia. Il principale obiettivo di Renato Mendola sarà quello di concentrare le risorse a disposizione per sviluppare e incrementare strategie alternative atte a promuovere le opportunità di crescita nel mercato italiano. Attività già intraprese dalla compagnia sia grazie al lancio di nuovi prodotti, tra cui Evolution, polizza unit linked di nuova generazione, sia ai nuovi accordi di distribuzione con Banche, Sim e promotori finanziari. Renato Mendola 34 anni, laureato in Economia e Commercio, negli anni, ha ricoperto la carica di Senior Relatioship Manager presso Ubs Asset Management, prima in Lussemburgo e successivamente a Milano. Negli ultimi cinque anni ha gestito per Aig lo start-up in Italia delle attività di distribuzione dei prodotti assicurativi vita di tipo united– linked, portando il gruppo a collocarsi tra le principali compagnie straniere operanti in Italia. Nell’ultimo periodo è entrato in Clerical Medical per ricoprire la carica di General Manager. “Lo sviluppo di Clerical Medical nel mercato italiano sarà il principale obiettivo da raggiungere nel 2005” - ha dichiarato Renato Mendola, aggiungendo - “questa è un’importante sfida che sono pronto ad affrontare, anche grazie alla professionalità del team che mi affiancherà e al supporto del Gruppo Hbos.”  
   
   
CAMPAGNA SICUREZZA STRADALE: PRIMA TAPPA COMUNE DI DESIO, 19-20 MARZO, PIAZZA DELLA CONCILIAZIONE  
 
Desio (Mi), 21 marzo 2005 - Si chiama “Proteggiamo ogni tua inclinazione” la campagna lanciata già nel 2004 dai Ministeri delle Infrastrutture e dalla Presidenza del Consiglio. Nata da un’idea di Massimo Albano, atleta, motociclista e giornalista sportivo, la campagna si rivolge per il secondo anno al mondo delle due ruote nella sua integrità. I dati del Ministero degli Interni parlano chiaro: dall’introduzione della patente a punti, infatti, gli incidenti sulle strade sono diminuiti (oltre 20.000 in meno), così come il numero dei morti e dei feriti. Dall’altro canto, però, il numero degli incidenti mortali sulle due ruote sono aumentati, segnalando il problema della mancanza di una cultura della sicurezza, soprattutto tra i più giovani, che si avvicinano alla guida senza la necessaria preparazione. Ecco il perché di una campagna indirizzata ai motociclisti ed ai ciclisti, che educhi innanzitutto, che possa insegnare le malizie per una guida in sicurezza, per godere appieno del divertimento sulle due ruote senza perdere di vista la propria ed altrui incolumità. Il progetto di Massimo Albano prevede non solo una parte teorica, ma anche una fase pratica, dove i ragazzi potranno concretizzare i consigli che gli istruttori federali daranno loro. Questo per permettere di rendere la lezione divertente ed utile, una combinazione studiata appositamente per attrarre i più giovani, spesso vittime della mancanza di una vera preparazione teorico-pratica alla guida di moto, scooter e biciclette. Tutte le principali piazze italiane saranno toccate dalla carovana di “Proteggiamo ogni tua inclinazione”, composta oltre che dal Motorhome ufficiale, anche dagli stand dei partner ufficiali della manifestazione. La prima tappa è stata il 19 e 20 marzo a Desio in Piazza della Conciliazione. Accanto alle istituzioni si sono schierati la Dainese, Safety Partner, e Expocaravan, azienda leader nel settore del turismo alternativo, dei camper, caravan e roulotte. Altri partner che hanno dato il loro appoggio all’iniziativa sono la Kia Motors Italia, che fornirà le auto della carovana, la Gore-tex e Il gruppo editoriale Hachette Rusconi . Per tutti i partecipanti è stato possibile di incontrare i propri campioni preferiti, da Valentino Rossi, ad Alessandro Petacchi, da Giorgio Rocca a tanti altri Testimonial della campagna. Infine, grazie alla collaborazione e all’appassionato sostegno di Massimo Ponzoni, consigliere uscente della Regione Lombardia, attualmente candidato alle prossime elezioni regionali del 3-4 aprile, verranno promosse e realizzate altre importanti iniziative per i motociclisti. Ad esempio, il 2 e 3 luglio prossimi l’autodromo di Monza sarà sede del primo “Raduno Internazionale Sicurezza Stradale”, un evento capace di attirare numerosi partecipanti da tutta Europa e che darà la possibilità di imparare a gestire sempre meglio il proprio mezzo a due ruote.  
   
   
BEI: ACCORDO CON UNICREDIT PER ENTI LOCALI E UTILITIES  
 
Verona/lussemburgo, 21 marzo 2005 - La Banca europea per gli investimenti e Unicredit Banca d’Impresa hanno siglato il 18 marzo a Verona un accordo volto a sostenere gli investimenti degli enti locali e delle imprese che gestiscono utilities. Le linee di credito (note come prestiti globali) della Bei a favore della banca corporate del gruppo Unicredit faciliteranno l’erogazione di finanziamenti finalizzati alla realizzazione di infrastrutture pubbliche e progetti nei settori dell’energia e dell’ambiente. L’accordo di oggi apre inoltre la strada a ulteriori forme di collaborazione nel settore pubblico, nel misto pubblico-privato e ad altre iniziative a sostegno delle imprese. L’intesa firmata da Gerlando Genuardi, vice presidente della Bei, e da Mario Aramini, direttore generale di Ubi, riguarda due operazioni. La prima è una linea di credito di € 75 milioni, di durata fino a 15 anni, destinata al finanziamento di progetti nei settori dell’energia e dell’ambiente. La seconda è una linea di credito speciale di € 25 milioni, di durata fino a 20 anni, a disposizione di enti locali per la realizzazione di infrastrutture di piccola e media dimensione. L’accordo con la Bei consente a Unicredit Banca d’Impresa di rendere rapidamente disponibili, a condizioni competitive, crediti che per piccoli enti locali e utilities possono costituire interessanti forme di finanziamento, in coerenza con gli obiettivi di rilancio della crescita economica fondata sullo sviluppo sostenibile tracciati dagli Stati Membri dell’Unione europea.  
   
   
IL CANCELLIERE TEDESCO SCHRÖDER ALL’INAUGURAZIONE UFFICIALE DELLA CENTRALE TURBO GAS REALIZZATA DA SIEMENS IN KUWAIT  
 
Milano, 21 marzo 2005 - Nel corso della sua visita in Kuwait, il cancelliere tedesco Gerhard Schröder ha inaugurato ufficialmente la centrale turbo gas Az Zour, realizzata con un contratto chiavi in mano da Siemens. Il progetto – realizzato per il Ministero dell’energia – ha un valore di circa 390 milioni di euro. La centrale, situata a circa 80 Km a sud di Kuwait City, è stata realizzata dalla divisione Power Generation (Pg) di Siemens. Il contratto, che prevedeva la consegna in 25 mesi, è stato assegnato nell’aprile 2003. La fornitura include otto turbine a gas del tipo Sgt5-2000e (in precedenza denominate V94.2) , i generatori e i trasformatori associati, oltre ai sistemi di strumentazione e controllo. La connessione alla rete elettrica del Kuwait avviene attraverso l’estensione della già esistente sottostazione isolata in gas (Gis). L’impianto è stato realizzato in due fasi. Alla fine della prima, nell’estate 2004, l’impianto era già dotato di quattro turbine a gas e una capacità di oltre 500 megawatts (Mw). Per rispettare i tempi di realizzazione, sono stati fatti considerevoli sforzi logistici, incluso il trasporto in due settimane in Kuwait di oltre 30.000 tonnellate di macchinari per la generazione. Con il completamento della seconda fase, l’impianto ha raggiunto una capacità di circa 1000 Mw. Il combustibile utilizzato è gas naturale o, in alternativa, gasolio. Siemens attualmente sta realizzando 17 impianti in Medio Oriente, per una capacità complessiva di oltre 12.000 Mw.  
   
   
SIEMENS REALIZZA UNA CENTRALE A CICLO COMBINATO NEGLI EMIRATI ARABI  
 
Milano, 21 marzo 2005 - Siemens è a capo del consorzio costituito da Fisia Italimpianti e Babcock Borsig Services che realizzerà la centrale a ciclo combinato chiavi in mano, “Taweelah B Extension”, a circa 80 km a nord di Abu Dhabi negli Emirati Arabi. Il committente è l’Asia Gulf Power Holding Company, controllata dalla giapponese Marubeni. La divisione Power Generation di Siemens fornirà tre turbine a gas, una turbina a vapore, i quattro generatori associati ed i sistemi ausiliari. L’italiana Fisia Italimpianti si occuperà delle infrastrutture di desalinizzazione, mentre Babcock Borsig gestirà l’upgrade delle parti già esistenti. Il nuovo impianto, il cui completamento è previsto per il 2008, avrà una capacità di circa 970 megawatts e produrrà 295.000 metri cubi di acqua potabile al giorno. “I paesi del Medio Oriente e in particolare gli Emirati Arabi, sono tra i mercati più importanti per noi,” ha dichiarato Klaus Voges, presidente mondiale della divisione Power Generation di Siemens. Gli Emirati attualmente detengono circa il 10% delle riserve mondiali di petrolio e costituiscono il quarto mercato più grande per quelle di gas. Una significativa parte del fatturato proveniente dalle vendite di petrolio greggio sarà investito per espandere la capacità di generazione dell’energia e le attività per la produzione di acqua potabile. Questo ampliamento servirà a soddisfare l’incremento del consumo privato di elettricità e anche a rafforzare il processo di industrializzazione. “la divisione Power Generation di Siemens conferma i suoi successi nella regione del Golfo,” continua Voges. In Kuwait all’inizio di questa settimana, il cancelliere tedesco Gerhard Schröder ha inaugurato ufficialmente la centrale elettrica turbo gas da 1000 Mw, realizzata da Siemens chiavi in mano. “Con i due ordini di Abu Dhabi e Yemen, firmati durante la visita del cancellliere, stiamo rafforzando la nostra leadership di mercato,” aggiunge Jens-peter Saul, a capo delle vendite in Medio Oriente della divisine Power Generation di Siemens. “Vogliamo continuare a espandere la fornitura di energia in Medio Oriente, attraverso componenti e centrali elettriche chiavi in mano,” conclude Saul.  
   
   
SECONDO DATI DI SETTORE, SI PREVEDE CHE ENTRO IL 2020 SI SVILUPPERÀ UN MERCATO DI MASSA PER I TRASPORTI A IDROGENO  
 
Bruxelles, 21 marzo 2005 - Alla vigilia della seconda assemblea generale della Piattaforma tecnologica europea sull'idrogeno e le celle a combustibile svoltasi a Bruxelles il 16 marzo, rappresentanti del settore hanno presentato le ultime novità nel campo dei mezzi di trasporto a idrogeno, a responsabili delle decisioni, nell'ambito di un'esposizione che offriva la possibilità di provare direttamente le varie proposte. Uno dei presenti che, com'è ovvio, ha molto gradito l'iniziativa è stato il Commissario responsabile della Scienza e ricerca Janez Potocnik, che ha provato a guidare uno degli ultimi veicoli stradali a idrogeno nella zona dell'Arco del Cinquantenario di Bruxelles, prima di fare un giro nell'area di esposizione presso l'Autoworld su una sedia a rotelle alimentata a idrogeno. Quando i giornalisti gli hanno chiesto come aveva trovato l'esperienza, un Commissario Potocnik raggiante ha detto: "Sapevo che la tecnologia dell'idrogeno ha compiuto rapidi passi avanti negli ultimi anni, tuttavia sono stato davvero sorpreso di vedere un autoveicolo a celle a idrogeno in una fase di sviluppo così avanzata". In quella che sembrava la prima sera di primavera a Bruxelles, l'amministratore delegato di Shell Hydrogen e presidente della Piattaforma tecnologica europea sull'idrogeno e le celle a combustibile, Jeremy Bentham, ha detto al pubblico che stavano anche assistendo alla "primavera dell'industria dell'idrogeno" e ha condiviso l'opinione del Commissario Potocnik sui progressi straordinariamente rapidi compiuti dal settore, aggiungendo: "Solo una cosa è certa: niente rimane statico nel mondo dell'idrogeno e delle celle a combustibile". Nonostante i veicoli e le altre tecnologie esposte fossero davvero sorprendenti, Jeremy Bentham ha prontamente pronunciato parole di cautela: "Siamo anche realistici", ha affermato. "È necessario compiere ancora considerevoli progressi in tale tecnologia, nonché uno sforzo per poterli integrare [in prodotti e mercati fattibili]". Jeremy Bentham ha anche fatto presente che è evidente che gli Stati Uniti e il Giappone si sono ormai resi conto delle potenzialità dell'idrogeno, e che portano avanti le loro iniziative. "Ritengo che vi sia ancora il rischio che l'Unione europea resti indietro rispetto ai concorrenti nella corsa per il mercato se non continuiamo a impegnarci. Abbiamo 25 paesi da organizzare, mentre il Giappone e gli Stati Uniti ne hanno uno solo [...] e non dobbiamo consentire che le nostre attività diventino frammentate". Ciononostante, Jeremy Bentham ha previsto che i primi mercati per i prodotti a idrogeno, quali i generatori di corrente portatili, potrebbero realisticamente essere istituiti tra il 2007 e il 2010 e che i mercati di massa per i trasporti a idrogeno potrebbero diventare realtà entro il 2020. "Tuttavia, se la prossima iniziativa dell'Unione europea sarà quella di cercare di introdurre una manciata di veicoli a idrogeno in tutti i paesi, falliremo nell'intento", ha ammonito. Jeremy Bentham preferirebbe invece che le imprese collaborassero alla definizione di progetti faro per "colmare il divario tra ricerca e realtà". "Dobbiamo aumentare progressivamente la nostra capacità produttiva e dimostrare di disporre di strutture in misura tale da assumere un vero significato agli occhi del pubblico", ha detto ai colleghi del settore. Nel frattempo, Herbert Kohler, un funzionario che si occupa di questioni legate all'ambiente per Daimlerchrysler, ha sottolineato i vantaggi ecologici derivanti dal passaggio a modi di trasporto a idrogeno. Impiegando per i trasporti su strada celle a combustibile e idrogeno ricavato dal gas naturale si ridurrebbero le emissioni di biossido di carbonio del 40 per cento rispetto a un sistema a gasolio, ha affermato. "Il messaggio principale che dobbiamo inviare a chi detiene il potere decisionale è che l'idrogeno e le celle a combustibile - che si basano su fonti di energia rinnovabili - sono l'unico sistema di alimentazione attualmente concepibile in grado di azzerare le emissioni". Herbert Kohler ha illustrato le sfide che ancora attendono il settore della ricerca: "Sono necessarie ulteriori attività di ricerca e sviluppo per migliorare la durata di vita dei prodotti, ridurre i costi e aumentare la maturità tecnica. A tale scopo, saranno indispensabili finanziamenti stabili e a lungo termine". Il Commissario Potocnik ha espresso il pieno sostegno della Commissione alla Piattaforma tecnologica: "Sono lieto che attraverso la Piattaforma tecnologica sull'idrogeno e le celle a combustibile - concetto davvero pionieristico - abbiate trovato il giusto modo per affrontare questa sfida mondiale. Si tratta anche di un buon esempio di ciò che cercheremo di conseguire nell'ambito [del Settimo programma quadro], in quanto le future sfide nel settore della ricerca saranno affrontate attraverso iniziative tecnologiche. Vi ringrazio per il vostro ottimo lavoro e vi auguro buona fortuna", ha concluso. Http://europa.eu.int/comm/research/energy/nn/nn_rt/nn_rt_hlg/article_1261_en.htm  http://www.Hfpeurope.org/  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA INVIA UNA LETTERA DI DIFFIDA AGLI STATI MEMBRI PER I RITARDI NELL’ATTUAZIONE DELLA NORMATIVA EUROPEA SUI BIOCARBURANTI  
 
Bruxelles, 21 marzo 2005 - Il 16 marzo la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora a nove Stati membri che non hanno ancora comunicato il rispettivo obiettivo riguardante la percentuale di biocarburanti da raggiungere nel 2005, come prevede la normativa europea sui biocarburanti. La direttiva in questione stabilisce che una percentuale sempre maggiore di tutto il diesel e la benzina venduti negli Stati membri sia costituita da biocarburanti: dal 2% del 2005 si dovrà progressivamente passare almeno al 5,75% dei carburanti venduti nel 2010. Il piano d'azione adottato nel 2001 per incentivare l'utilizzo di carburanti alternativi per il settore dei trasporti metteva in luce che l’impiego di combustibili ricavati da fonti agricole (come l'etanolo e il biodiesel) era la soluzione tecnologica che presentava le massime potenzialità nel breve-medio termine. “Oggi il mercato dei trasporti dipende quasi interamente da carburanti derivati dal petrolio”, dichiara Andris Piebalgs, Commissario per l’energia. “Adesso è urgente che tutti gli Stati membri rispettino i propri impegni a sviluppare una strategia alternativa per i carburanti nel settore dei trasporti e ad affrontare questa eccessiva dipendenza che per l'Unione europea è fonte di notevoli preoccupazioni sia sotto il profilo ambientale che dell'approvvigionamento." Il Belgio, l’Italia, il Lussemburgo, la Polonia e la Slovenia non hanno ancora presentato alla Commissione la relazione nazionale che, in base alla direttiva sui biocarburanti[1], doveva essere trasmessa entro il 1° luglio 2004. Cipro ed Estonia hanno presentato le proprie relazioni, che tuttavia non contengono un obiettivo quantificato per i biocarburanti. Infine, gli obiettivi indicati nelle relazioni di Francia e Portogallo non sono adeguati. I biocarburanti svolgono un ruolo importante nella politica europea dei trasporti e dell’energia perché rappresentano una delle poche soluzioni disponibili per sostituire la benzina e il diesel come carburanti. Sono importanti per la lotta ai cambiamenti climatici perché non emettono gas serra, servono a diversificare le fonti energetiche dell’Europa riducendo la dipendenza dalle importazioni di petrolio e aprono nuovi mercati per l’agricoltura europea. I biocarburanti si possono utilizzare al posto dei combustibili convenzionali o miscelati ad essi e si ottengono dalla trasformazione o fermentazione di fonti biologiche non fossili come oli vegetali, barbabietole da zucchero, cereali e altre colture e rifiuti organici. Ricordiamo, ad esempio, il biodiesel ricavato da semi oleosi (in particolare la colza) e da oli da cucina esausti, il bioetanolo ricavato da cereali e colture zuccherine e il biogas ottenuto dai gas di discarica e dai rifiuti agricoli. Il mese scorso sono state inviate lettere di costituzione in mora a 19 Stati membri – Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Ungheria - che non avevano comunicato alla Commissione le misure adottate per il recepimento della direttiva nel diritto interno entro il termine previsto del 31 dicembre 2004. Alcuni Stati membri hanno infine fissato, per la quota di mercato che i biocarburanti dovranno raggiungere nel 2005, un obiettivo inferiore al valore di riferimento del 2% indicato nella direttiva. La Commissione sta esaminando la fondatezza delle motivazioni che hanno determinato tale scelta. La tabella allegata (in inglese), che sintetizza la situazione attuale rispetto all’attuazione della direttiva sui biocarburanti negli Stati membri. The present position with regard to the implementation of the biofuels Directive (2003/30) in the Member States – state of play on 7.3.5
Ms transposition national report
national report submitted? contains 2005 target? is target definitive? what is the target?
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BENZINA: MINISTERO CONVOCA PETROLIERI E GESTORI IL CODACONS CHIEDE DI FAR PARTECIPARE ANCHE I CONSUMATORI ALLA RIUNIONE, CHE COMUNQUE APPARE TARDIVA  
 
Roma, 21 marzo 2005 - Il Codacons auspica che alla riunione con i petrolieri e i gestori, convocata dal Ministero delle Attività produttive per il 23 marzo prossimo, siano convocati anche i consumatori per discutere di prezzi e trasparenza. “Se il Ministero avesse convocato prima questo incontro – affermano Codacons e Listaconsumatori – si sarebbero potuti prendere con anticipo provvedimenti sul fronte del caro-benzina, e gli automobilisti avrebbero potuto risparmiare svariati milioni di euro. Per questo – proseguono Codacons e Listaconsumatori – riteniamo la riunione tardiva, e speriamo che il Ministero voglia accogliere anche la presenza dei consumatori e le relative proposte in materia”.  
   
   
FIRMATA UNA CONVENZIONE ENEA - AREA MARINA PROTETTA DELLE ISOLE PELAGIE UN FARO PER FAR LUCE SUL CLIMA DEL MEDITERRANEO  
 
Roma, 21 marzo 2005 - Al centro del Mediterraneo, l'Osservatorio Climatico dell'Enea "Roberto Sarao"domina dall'alto la brulla isola di Lampedusa, ed è diventato oggi il fulcro delle attività di studio per la comprensione del clima e dei cambiamenti climatici, con una particolare attenzione all'area sud-europea e mediterranea. Eproprio qui che oggi è stata firmata la Convenzione tra l'Enea e l'Area Marina Protetta delle Isole Pelagie, per la protezione dell'ambiente marino, avvenuta a margine del convegno "La Scienza intorno al Faro" (18 e 19 marzo), che si tiene nell'ambito della manifestazioni organizzate dall'Enea per la Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica del Miur. La collaborazione con l'Area Marina Protetta delle Isole Pelagie, consolida ed amplia l'esperienza e le conoscenze dell'Enea in attività di studio nell'area Mediterranea, già acquisite con la convenzione con il Parco delle Cinque Terre. Le attività previste dalla convenzione riguarderanno studi congiunti per la caratterizzazione dell'ambiente marino interessato dall'Area Protetta, il monitoraggio della qualità delle acque e tutte le attività inerenti la protezione e lo studio dell'ambiente marino, il potenziamento delle ricerche sull'evoluzione del clima e del mare nell'area mediterranea, nonché attività di formazione, informazione e divulgazione ambientale su queste tematiche. L'osservatorio Climatico di Lampedusa è una stazione permanente di osservazioni climatiche che costituisce la base di rilevamento più attrezzata e importante per le ricerche sperimentali sul clima nell'area del Mediterraneo. Il Mediterraneo rappresenta un eco-sistema di significativa importanza per la comprensione dei fenomeni climatici, essendo un grande bacino chiuso, caratterizzato da scarsi scambi con acque oceaniche e da una complessa circolazione marina ed atmosferica. Concepito in un'area geografica unica, situato nel punto più a sud del Mediterraneo, lontano da qualsiasi costa e da agglomerati urbani, proprio per le sue caratteristiche di isolamento, l'Osservatorio costituisce un laboratorio esclusivo per le osservazioni e il monitoraggio del sistema climatico, con particolare attenzione ai gas ad effetto serra, alla radiazione solare, all'ozono ed al particolato atmosferico. Lampedusa è stata scelta per la sua mancanza di vegetazione che consente di monitorare le emissioni senza le interferenze costituite da assorbitori di Co2. L'osservatorio, le cui attività sono condotte dal Progetto Speciale Clima Globale dell'Enea, è stato dotato delle più moderne tecnologie ed è inserito nella rete internazionale di sorveglianza climatica della Organizzazione Meteorologica Mondiale (Onu).  
   
   
UN ‘MARE’ DI OCEANI SOTTO I NOSTRI PIEDI QUANTA ACQUA C’È ALL’INTERNO DEL NOSTRO PIANETA? QUALE INFLUENZA HA SUL FUNZIONAMENTO DELLA TERRA?  
 
Roma., 21 marzo 2005 - Il mantello terrestre contiene una quantità di acqua equivalenti a quella di parecchi oceani. “Certo non si tratta di acqua liquida, come immaginava Jules Verne nel suo Viaggio al Centro della Terra”, precisa Enrico Bonatti, direttore dell’Istituto di Scienze marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche, “ma di molecole di acqua legate ai minerali che compongono il mantello”. Il dato emerge da uno studio condotto dai ricercatori Ismar-cnr di Venezia, Sezione di Geologia Marina di Bologna, in collaborazione con l’Istituto di Geoscienze e georisorse del Cnr (Igg-cnr) di Pisa. Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, la presenza di concentrazioni anche minime di acqua nel mantello (la parte più esterna della Terra) ha conseguenze importanti sul funzionamento del nostro pianeta: determina infatti una diminuzione della viscosità del mantello stesso che ne favorisce i movimenti convettivi, permettendo la deriva dei continenti. Gli studiosi del Cnr hanno misurato il contenuto di acqua presente nei basalti campionati lungo la Dorsale Medio Atlantica. “Conoscendo la concentrazione di acqua dei basalti, si può calcolare che il mantello da cui i basalti provengono contiene da 0.1 a 0.2% di acqua”, spiega Bonatti. “Ciò vuol dire che il mantello terrestre, occupando il 70% del volume della Terra, contiene quantità di acqua equivalenti a quella di parecchi oceani”. In particolare, quest’acqua favorisce la fusione del mantello che risale sotto le dorsali medio-oceaniche, una catena montuosa che si estende per oltre 70mila chilometri sul fondo degli oceani. Le dorsali sono strutture fondamentali per il funzionamento del nostro pianeta: è lì che si concentra l’80% del vulcanesimo della Terra e che si crea in continuazione nuova crosta terrestre. I basalti che affiorano sul fondo marino lungo queste catene montuose derivano dal raffreddamento del magma generato dalla fusione delle rocce del mantello terrestre, che risalgono a temperature altissime (oltre 1200 gradi C) sotto le dorsali.  
   
   
PARCHI GIOCO E NORME UNI: SVAGO E RELAX IN TUTTA SICUREZZA  
 
Milano, 21 marzo 2005 - Con il bel tempo le aree verdi urbane, dai grandi parchi ai giardini rionali, tornano ad essere frequentate da mamme con bambini, anziani, giovani e sportivi. Tornano d’attualità, quindi, i parchi-gioco attrezzati con scivoli, altalene, giostrine, assi oscillanti, piste per pattinaggio o skateboard, campetti da minibasket e pallavolo, percorsi misti… Apprezzati dagli adulti come oasi nelle quali sottrarsi dal caos urbano rilassandosi su una panchina all’ombra e dai bambini e dai ragazzi come aree nelle quali correre e giocare in libertà e socializzare con i propri coetanei, anche i parchi gioco, purtroppo, possono nascondere delle insidie e causa di attrezzature non correttamente installate o non sottoposte ad un’adeguata manutenzione, oltre che di impostazioni generali inadeguate. Proprio per garantire la massima sicurezza e funzionalità delle aree urbane attrezzate, Uni, Ente Nazionale Italiano di Unificazione, ha emesso la norma Uni 11123:2004 “Guida alla progettazione dei parchi e delle aree da gioco all’aperto”. “Uno dei principali obiettivi della norma” precisano all’Uni, “è quello fornire alle amministrazioni comunali e ai gestori pubblici e privati delle aree scolastiche e sportive ed ai responsabili di giardini condominiali, tutte le necessarie indicazioni per la progettazione e l’allestimento di parchi e aree da gioco, sia di nuova costruzione sia destinati a modifiche, miglioramenti o ricostruzioni”. Il pregio della nuova norma Uni 11123:2004 consiste soprattutto nel fatto che in essa sono contenuti i criteri più innovativi per l’organizzazione delle aree nel loro insieme. Si comincia, per esempio, dalla buona accessibilità per tutti: i bambini devono poter accedere alle aree da gioco, anche non accompagnati, in modo sicuro e senza barriere architettoniche. Questo significa che sia gli accessi al parco, sia i vialetti interni devono essere privi di ostacoli per persone con limitata mobilità o mamme con carrozzine. Inoltre tutte le superfici sulle quali sono installati i giochi devono essere in grado di assorbire impatti in caso di cadute, mentre per le stradine e le aree pavimentate devono essere impiegati materiali antisdrucciolo Per rendere la permanenza nell’area gioco piacevole per tutti, essa deve essere funzionale rispetto alle aree abitate circostanti, deve avere dimensioni adeguate e contenere sia zone soleggiate, sia zone ombreggiate ed essere dotata di protezioni dal vento e dalla pioggia. Per quanto riguarda i “contenuti” delle aree gioco destinate ai bambini, la norma si occupa dell’organizzazione degli spazi per lo sviluppo dei sensi e delle funzioni motorie, con l’utilizzo di materiali adeguati come sabbia, argilla, sassi, ghiaia, legno, piante ecc; per gli adolescenti, si dovrebbero prevedere attrezzature ed aree per pattinaggio, pallacanestro, pallavolo, tennis da tavolo e altri giochi di squadra o individuali. Il tutto finalizzato al sano esercizio fisico e alla socializzazione. C’è un altro aspetto della sicurezza dei parchi gioco, che non viene subito in mente ma che non è sfuggito agli esperti che hanno elaborato la nuova norma: riguarda le piante da collocare in prossimità delle aree da gioco. “La norma fornisce” - affermano all’Uni - “suggerimenti su alcune specie botaniche non adatte a questo scopo essendo potenzialmente pericolose per i bambini, perché possono risultare velenose se ingerite o toccate per errore o per curiosità, o anche perché presentano pericolo di allergie o irritazioni”. Infine la norma Uni 11123:2004 stabilisce anche la segnaletica che deve essere presente nel parco e che deve riportare il nome dell’area, del gestore, gli orari di apertura, alcuni numeri telefonici di pubblica utilità, come Pronto soccorso, Polizia, Vigili del Fuoco, e così via. Per quanto riguarda gli standard di sicurezza delle singole attrezzature destinate alle aree di gioco, Uni ricorda che i requisiti generali e specifici di sicurezza, nonché i metodi di prova, sono definiti dalle norme tecniche europee En 1176-1 e En 1176-2 emesse di recente proprio per dare regole comuni e innalzare il livello di protezione degli utilizzatori, particolarmente esposti ai rischi di infortunio. Affinché i parchi gioco costituiscano davvero “un’oasi felice” nelle città, è importante che gli amministratori pubblici adottino le norme di sicurezza, ma che anche i genitori, nella scelta delle aree in cui portare i propri figli, si accertino che esse corrispondano ai nuovi criteri di funzionalità e siano dotate di attrezzature regolamentari.  
   
   
APPROVATO IL PROGRAMMA NAZIONALE DELLA RICERCA IL MINISTRO MORATTI: "LA RICERCA PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA, PER ACCRESCERE LA COMPETITIVITÀ E PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE. NEL PIANO D'AZIONE PER LO SVILUPPO ECONOMICO STANZIATE NUOVE RISORSE PER UN MILIARDO 800MILIONI DI EURO"  
 
Roma, 21 marzo 2005 - La ricerca per migliorare la qualità della vita; la ricerca per accrescere la competitività delle imprese; la ricerca per lo sviluppo sostenibile a livello globale. Sono questi i tre obiettivi strategici del Programma nazionale della Ricerca approvato oggi dal Cipe su proposta del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti. "Il Pnr segna un momento storico per la ricerca scientifica e tecnologica italiana e rilancia le azioni già intraprese a partire dal 2001", ha detto il Ministro Moratti nel corso della conferenza stampa di presentazione svoltasi stamani a Palazzo Chigi. "Con questo nuovo strumento, che dà piena attuazione alle Linee-guida del Governo per la ricerca approvate tre anni fa, intendiamo anzitutto rafforzare la base scientifica del Paese, sostenendo l'eccellenza, il merito, l'internazionalizzazione, la crescita e la valorizzazione del capitale umano. In secondo luogo", ha aggiunto il Ministro, "ci proponiamo di potenziare il livello tecnologico del sistema produttivo a sostegno della sua competitività e di avviare programmi nazionali a sostegno di settori produttivi "export-oriented" e settori high-tech nell'ambito delle risorse destinate alla ricerca dal decreto-legge sul piano d'azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale approvato la scorsa settimana dal Consiglio dei Ministri. Tali risorse ammontano a un miliardo e 800 milioni di euro". Il Ministro ha ricordato le otto parole chiave sulle quali si fonda il Pnr: sviluppo e valorizzazione del capitale umano; eccellenza nella ricerca di base; concentrazione su punti di forza e settori strategici; multidisciplinarità; internazionalizzazione; collaborazione pubblico-privato; utilizzo di una pluralità di fonti e di meccanismi di finanziamento; valutazione. Ecco, in sintesi i punti qualificanti del Pnr. Per la prima volta l'Italia si è dotata di un Programma nazionale di ricerca organico che definisce quadro di riferimento, priorità, scelte strategiche, progetti e strumenti di finanziamento. Già dal 2001, dopo un decennio di costante diminuzione degli investimenti in questo settore strategico per il futuro del nostro Paese (dall'1,32 % del Pil del 1992 all'1,07 del 2000) abbiamo aumentato gli investimenti portandoli all'1,16% del 2002. In particolare gli stanziamenti pubblici per il 2004 raggiungono lo 0,72% in linea con la media europea. Il Programma orienta per la prima volta la ricerca su obiettivi strategici per la crescita sociale ed economica del Paese, coordinando gli interventi per la ricerca di base, la ricerca mission oriented e la ricerca industriale. Non ci saranno più finanziamenti a pioggia, ma si concentreranno le risorse per migliorare la qualità della vita, per accrescere la competitività delle imprese e per assicurare lo sviluppo sostenibile a livello globale. Le risorse pubbliche andranno a sostenere in particolare progetti rivolti alla tutela della salute, alla sicurezza dei cittadini, alla tutela dell'ambiente, alla prevenzione delle catastrofi naturali. Per il rilancio della competitività delle nostre imprese lanceremo 10 grandi programmi nazionali di ricerca industriale (con la partecipazione di università ed enti di ricerca) nei settori in cui l'Italia tuttora compete e può accrescere la propria capacità di export. Il Pnr tra l'altro anticipa le scelte in materia di ricerca e sviluppo che si stanno delineando a livello europeo. E' la prima volta che accade. Ciò consentirà al nostro Paese di competere con successo nell'ambito del Vii Programma quadro europeo. Per l'avvio di queste iniziative il Pnr parte con una dotazione aggiuntiva di un miliardo e 800 milioni di euro derivanti dal recente decreto sullo sviluppo.  
   
   
IL SINDACO DI ROMA WALTER VELTRONI IL 12 APRILE 2005 INAUGURA LA XIII EDIZIONE DEL FORUM UNIVERSITÀ LAVORO DI “TOR VERGATA” PER LA PRIMA VOLTA COLLOQUI DI LAVORO DIRETTAMENTE IN FIERA  
 
Roma, 21 marzo 2005 - Il Sindaco di Roma l’On Walter Veltroni il 12 aprile 2005 alle 9.00 inaugurerà la Xiii edizione del Forum Università Lavoro dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Il Forum avrà luogo il 12 e 13 aprile 2005 dalle ore 9:30 alle ore 17:30 presso la facoltà di Ingegneria (viale del Politecnico 1) ad ingresso libero. L'importanza di questo forum è che permette a laureati, laureandi e studenti di entrare in contatto con le principali aziende nazionali ed internazionali, e facilitare così l'entrata nel mondo del lavoro per i giovani. Tra le importanti aziende che partecipano ci sono: Accenture, Altran, Bristol Myers Squibb, Consel, Consip, eFm, Enterprise Da, Ericsson, Daimler Chrysler, Ferrovie dello Stato, Filas, Gruppo Formula, Janssen-cilag, Msx, Nabla Engineering, Procter & Gamble, Renault, Sap, Selenia Communications, Siemens Business Services, Tecnhip, Telecom Italia, Todini, Unilever. Il Forum raccoglie ogni anno migliaia di visitatori provenienti da tutte le facoltà e da tutti gli atenei romani, ma non solo. Le aziende partecipano a tale evento con stand e conferenze, ma la grande novità di quest'anno è che i ragazzi potranno già fare il colloquio di lavoro durante la manifestazione. Attraverso gli stand i partecipanti possono entrare a diretto contatto con le aziende presentando il loro curriculum, chiedendo informazioni e facendosi conoscere. Durante le conferenze le aziende presentano le loro attività, le loro necessità di assunzioni e le prospettive di carriera offerte. E poi, per la prima volta, vi saranno degli spazi apposti dove tutto questo si potrà concretizzare direttamente in un colloquio di lavoro. Il Forum è organizzato da A.l.i.t.u.r.-associazione Laureati in Ingegneria di Tor Vergata Università di Roma, associazione apolitica e senza scopo di lucro composto da professori, ex-allievi e studenti di Ingegneria di Tor Vergata, con questi ultimi artefici in toto della realizzazione operativa dell’evento. Proprio questo rende il Forum qualcosa di unico, sicuramente un vanto nel contesto universitario romano e nazionale. Per informazioni : Alitur – Via del Politecnico 1, 00133 Roma Responsabili Forum 2005: Davide Loi e Caterina Spada Tel. 06 2024699 Fax 06 2023642 email forum@alitur.Org  
   
   
FORUM ALITUR: LE AZIENDE INCONTRANO LAUREANDI, LAUREATI, GIOVANI PROFESSIONISTI E QUANTI CERCANO LAVORO  
 
Roma, 21 marzo 2005 - L’Alitur – Associazione dei Laureati in Ingegneria di Tor Vergata Università di Roma, promuove il Forum 2005 Job Meeting dedicato all’orientamento, alla formazione e al lavoro, che si terrà presso l’università di Tor Vergata il 12 e 13 Aprile 2005. Si tratta di un importante evento, una occasione nella quale le Aziende incontrano laureandi, laureati, giovani professionisti e quanti cercano lavoro. Il successo che della manifestazione, giunta alla sua Xiii edizione, viene confermato dagli oltre 5000 visitatori partecipanti alle varie edizione tra studenti, laureandi e laureati , e dalla partecipazione di aziende nazionali e internazionali tra le quali: Accenture, Marconi Communication, P&g, Sap, Telecom, Unilever, Technip, Ericsson, Renault, Chrysler, Eni Corporate University, etc. Www.forum.alitur.org  
   
   
CONCORSO INTERNAZIONALE DI DESIGN MILANO CAPITALE INTERNAZIONALE DELLA CREATIVITÀ DAL 13 AL 18 APRILE AL SUPERSTUDIO DI VIA TORTONA  
 
 Milano, 21 marzo 2005 - “Con questo concorso internazionale di design – spiega l’assessore a Moda, Turismo, Eventi, Giovanni Bozzetti – rivolto agli artisti delle Repubbliche ceca e slovacca, Milano si dimostra sempre più capitale della creatività e dell’innovazione. E’ una città da cui sono partiti tutti i principali movimenti e tendenze che hanno contagiato il nostro Paese e il nostro continente e che sta puntando sui giovani e sull’internazionalizzazione all’insegna della creatività. Milano vuole continuare a essere laboratorio di idee, fucina di nuove tendenze e svolgere il suo ruolo di motore internazionale innovativo e creativo. Ricordo al tal proposito anche il Premio Città di Milano per Giovani Designers Stranieri, giunto quest’anno alla sua terza edizione e dedicato all’Australia, che si propone di selezionare e scoprire giovani designer stranieri che operano in diversi campi creativi, per invitarli a trascorrere un periodo della loro formazione professionale presso studi, aziende e istituti milanesi di design e il cui vincitore sarà premiato il 13 aprile alle ore 11.30 presso la Triennale di Milano alla presenza delle istituzioni milanesi e australiane”.  
   
   
ARRIVANO DUE CORSI “PREZIOSI” PER RICONOSCERE I GIOIELLI  
 
Milano, 21 marzo 2005 - Li propone il Cisgem - Azienda speciale della Camera di commercio di Milano, esperta nella certificazione di qualità dei materiali gemmologici e dei metalli preziosi: “Per Riconoscere I Gioielli” Se vi piacciono i gioielli ed in particolare le pietre preziose. Se volete sapere cosa sono le “ 4 C” del diamante o perché due gemme possono essere molto diverse, nonostante abbiano lo stesso aspetto per colore e dimensione. O come riconoscere le perle naturali da quelle di coltura e quali sono le gemme rosse e blu con le quali si possono confondere rubini e zaffiri. O magari quali informazioni richiedere al gioielliere prima di acquistare un gioiello e perché è importante conoscere la qualità di una gemma, partecipate ai corsi che tengono gli analisti esperti del Cisgem, le date sono: Diamante 5 aprile; Rubino e Zaffiro 12 aprile; Smeraldo e Acquamarina 19 aprile; Perle 27 aprile; Ambra e Corallo 3 maggio; Tormaline, Quarzi,opale, Topazio 10 maggio. Orario dalle 17.00 alle ore 18.30. La sede del corso è a Milano, presso l’Azienda Cisgem, in via delle Orsole, 4. “Per Imparare Ad Infilare Le Collane” Ti piacciono le collane, ma vorresti essere Tu a crearle e a personalizzarle? Hai mai pensato che una collana realizzata interamente da Te possa diventare un regalo originale e “prezioso” per chi la riceve? Perché non iniziare una nuova attività o aggiungere un nuovo servizio al tuo negozio? cisgem - Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano - ha in programma, un corso di infilatura di collane, perle, gemme, di 18 ore per far acquisire abilità nella tecnica dell’infilatura. 4 - 11- 18 aprile - dalle ore 10.00 alle ore 17.00. Imparerai: La tecnica di infilatura perle e pietre preziose ad un filo solo; La tecnica di in filatura perle a torchon; La tecnica del nodo, intercalare le perle, la rifinitura e la chiusura. Sede del corso: presso l’Azienda Cisgem, in via delle Orsole 4 a Milano. Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi alla segreteria Cisgem, Via delle Orsole n. 4 -20123 Milano tel. 02/85.15.52.50-fax 02/85.15.52.58 - e-mail: cisgem@mi.Camcom.it  - web: www.Cisgem.it