QUOTIDIANO DI: New & Net Economy, Finanza, Politica,Tecnologia, E-business, Turismatica ed Attualità

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di

GIOVEDI'
1 MARZO  2001

pagina 1

 

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OGGI A ROMA IL CONVEGNO DELLA REGIONE LAZIO PER PRESENTARE IL PIANO DI AZIONE REGIONALE PER L'E-GOVERNMENT

Roma, 1 marzo 2001 - "Il piano di azione regionale per l'e-government" è il tema del Convegno promosso dall'Assessorato Personale Patrimonio, Demanio ed Informatica della Regione Lazio, in collaborazione con il Dipartimento della Funzione Pubblica e con Assinform. L'incontro si terrà oggi giovedì 1 marzo 2001, alle ore 9.00, presso la Sala convegni della Regione Lazio, Via Cristoforo Colombo 212. L'esigenza, espressa in termini sempre più pressanti dai cittadini e dalle imprese, di nuovi e più funzionali servizi, impone una radicale trasformazione della Pubblica Amministrazione. Il quadro normativo, sul quale costruire l'innovazione, comprende oggi sia leggi miranti alla semplificazione e razionalizzazione delle strutture pubbliche, sia norme inerenti i processi amministrativi (quali ad esempio la firma digitale, il protocollo elettronico e la gestione documentale elettronica, l'archiviazione ottica dei documenti, la nuova carta di identità elettronica). Su queste basi, la Regione Lazio intende sviluppare un nuovo modo di lavorare ed una nuova visione dei rapporti tra Pa cittadini ed imprese, che recepisca la spinta al cambiamento in atto, richieda minori vincoli burocratici e fornisca maggiore supporto e stimolo per lo sviluppo. L'obiettivo è dotare l'Amministrazione Regionale e tutte le Amministrazioni pubbliche del territorio laziale, di metodologie, tecnologie e strumenti, che consentano di affrontare meglio le necessità di Governo, cioè di capacità di gestire gli eventi in un contesto in rapida evoluzione, e forniscano la possibilità di offrire nuovi e migliori servizi, basati su sistemi digitali. Su questi concetti, è basato il "Piano di azione regionale per l'e-government", elaborato in coerenza con le analoghe iniziative in corso nelle altre Regioni ed a livello nazionale, le cui linee generali vengono presentate in questo Convegno. L'attuazione del piano di azione regionale richiede che tutti gli attori del sistema, pubblico e privato, ne condividano obiettivi e modalità di realizzazione, acquisiscano consapevolezza delle inderogabili esigenze di modernizzazione, e possano partecipare, ciascuno per la propria parte di responsabilità, alla realizzazione dei nuovi processi di governo e di servizio. Il Convegno, rivolto innanzi tutto agli amministratori ed operatori pubblici del territorio laziale, ma anche alle imprese, ai cittadini ed alla pubblica opinione, si pone l'obiettivo di dare un primo contributo a questo processo, concentrando l'attenzione sugli aspetti strategici più rilevanti della sfida che attende le Pubbliche Amministrazioni del Lazio nell'immediato futuro. Ai relatori, quali espressione delle diverse realtà locali e nazionali, insieme all'Assinform, che rappresenta il mondo dei produttori di apparati e fornitori di servizi per l'informatica e le telecomunicazioni, sarà riservato il compito di rappresentare il punto di vista delle proprie realtà, amministrative e tecnologiche, sulle problematiche più peculiari del contesto indirizzato dal Convegno. La Regione Lazio, che con la partenza della Rete Unitaria Regionale, ha iniziato il cammino verso una maggiore efficienza e significatività dell'apporto delle tecnologie della informazione e della comunicazione al miglioramento del contesto socioeconomico, intende soprattutto proporre un nuovo metodo di sviluppo, articolato ed armonico, tra tutte le realtà del territorio, per il raggiungimento di obiettivi comuni.

Il piano di azione regionale per l’“e-government”

Agenda

                                                                                               

9.00 –    9.15

Apertura del Seminario

Ing Giulio Gargano
Assessore Personale, Demanio,
Patrimonio e Informatica

 

Lo scenario di riferimento :

9.15  – 10,00

La Rete Nazionale per l’“e-government”; principi e strategie di attuazione

Prof. Alessandro Osnaghi Coordinatore Unità strategica Dipartimento Funzione Pubblica

10.00 – 10.30

Le regole e i progetti in corso

Dott. Giulio De Petra
Autorità per l’Informatica nella PA

10.30 –  11.00

Le tecnologie: reti e portali

Dott. Federico Barilli

Direttore Assinform

11.00 – 11.15

Pausa dei lavori

 

Il piano d’azione regionale per l’e-Government

11.15 –12.00

Relazione introduttiva: principi guida e modalità di attuazione del piano regionale

Ing Giulio Gargano
Assessore Personale, Demanio,
Patrimonio e Informatica

12.00 – 12.20

Il ruolo dei Comuni nel piano di e-government

Dott.sa Adele Tramontano

ANCI

12.20 – 12.40

Il ruolo delle province nell’ottica dell’e-government

Dott.sa Flavia Marzano

UPI

12.40 – 13.30

Conclusioni   

On.le Francesco Storace

Presidente della Giunta Regionale del Lazio

 

IL BILANCIO DI PREVISIONE 2001 DELLO STATO IN EURO

Roma, 1 marzo 2001 - E' redatto in euro e da oggi presente in Internet il Bilancio di previsione dello Stato. Il dipartimento della Ragioneria generale dello Stato e l'Ispettorato generale per le politiche di bilancio del ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica hanno preparato il documento per l'anno finanziario 2001 e il bilancio pluriennale per il triennio 2001-2003 in modo da dare ampio rilievo alla moneta europea. Questo è l'ultimo anno di corso legale della lira come moneta della Repubblica italiana e da 3 anni l'euro sta crescendo in parallelo, al suo fianco. Dal 1° gennaio 2002 l'euro correrà insieme con la lira e poi completamente da solo. E' quindi questo l'ultimo Bilancio di previsione redatto con le due valute (e l'euro anche graficamente ha preso più spazio), un documento di agile consultazione, anche attraverso il sito Internet, www.tesoro.it. Il volume che trascritto su carta è di 320 pagine, è interamente riportato nel sito e gli addetti ai lavori, ma anche tutti i cittadini possono prenderne visione. A poco più di 300 giorni dalla circolazione di banconote e monete, si può dunque anche documentarsi, riflettere e pensare in euro.

"IL RUOLO DEI PUBBLICI ESERCIZI NEL TURISMO"VENERDÌ 2 E SABATO 3 MARZO CONVEGNO A FIRENZE CON BILIE, FABRIS, GHIGO, DOMENICI
Milano, 1 marzo 2001 - Valorizzazione dei percorsi enogastronomici e le esperienze turistiche in ambito di Italia e Francia, ma anche il ruolo della Pubblica iministrazione, la qualità nelle imprese dell'enogastronomia e le ortunità per il turismo offerte dalle nuove tecnologie, sono i temi al centro convegno "II ruolo dei pubblici esercizi nel turismo" organizzato da Fipe-cnfcommercio e Confcommercio Toscana che si terrà a Firenze venerdì 2 e sabato 3 marzo prossimi. Nel corso dei lavori del convegno, saranno presentate anche due iniziative di Fipe-Confcommercio: il marchio di qualità dei ristoranti italiani e l'accordo con l'Anc sui ristoranti tipici. Interverranno, tra gli altri, il Presidente di Confcommercio, Sergio Bilie, il sottosegretario del Ministero dell'Industria e Commercio, Mauro Fabris, il presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo, il Presidente dell'Anci, Leonardo Domenici, il Direttore Generale dell'Enit, Piergiorgio Togni, il Direttore Generale del Turismo del Ministero dell'Industria e commercio, Stefano Landi. L'appuntamento è venerdì 2 marzo alle ore 9,00 presso la Certosa di Firenze, Buca di Certosa 2.

ENI-PRECONSUNTIVO 2000: SARÀ SUPERATA LA PRODUZIONE DI 1,5 MILIONI DI BARILI AL GIORNO FISSATA AL 2003 AL NASTRO DI PARTENZA LA REALIZZAZIONE DEL GASDOTTO SOTTOMARINO "BLUE STREAM"
Milano, 1 marzo 2001 - Nel corso di un incontro con la stampa svoltosi ieri in un noto albergo di Milano l'amministratore dell' Eni ha rilasciato un dichiarazione che di seguito riportiamo: "Il 2000 rappresenta certamente un anno di svolta nell'attività dell'Eni - ha affermato, commentando i risultati di bilancio, l'Amministratore Delegato dell'Eni Vittorio Mincato . Abbiamo registrato un anno record nella nostra storia, ma non è questo il solo dato di rilievo. Il 2000 ha soprattutto segnato il compimento di una serie di azioni che ci consentono di raggiungere con anticipo gli ambiziosi obiettivi di sviluppo e razionalizzazione del Gruppo che ci siamo dati con il Piano Strategico 2000-2003". "In primo luogo abbiamo già di fatto superato gli obiettivi di crescita della produzione - ha sottolineato Mincato -. L'acquisizione di British Borneo, di asset di rilievo e di Lasmo, realizzate senza compromettere la solidità finanziaria dell'Eni, ci consente di superare il target di 1,5 milioni di barili al giorno fissato al 2003. Nell'esplorazione e produzione, abbiamo recentemente raggiunto un risultato di grande portata internazionale con l'affidamento all'Eni del ruolo di operatore unico per lo sviluppo del giacimento kazako di Kashagan, uno dei più promettenti campi petroliferi mai scoperti al mondo. Testimonianza delle competenze che ci vengono riconosciute". "Anche nel settore gas siamo vicini al target di crescita che ci siamo dati a seguito del decreto sull'apertura del mercato del gas che limita la nostra crescita in Italia. La nostra strategia di crescita all'estero - ha affermato l'Amministratore Delegato dell'Eni - ha registrato rilevanti successi. E' al nastro di partenza la realizzazione del gasdotto sottomarino "Blue Stream" ohe, attraversando il Mar Nero, ci consentirà di commercializzare in Turchia il gas proveniente dalla Russia. Abbiamo raggiunto raccordo per lo sviluppo del giacimento di South Pars del valore di 2,9 miliardi di dollari in Iran, abbiamo acquisito il 33,34 % della Galp assumendo una posizione significativa nella Penisola Iberica nonché quote di partecipazione in società dì distribuzione secondaria in Argentina e Grecia. Sono stati interamente collocati gli 8 miliardi di metri cubi/anno di gas provenienti dalla Libia". "Inoltre abbiamo lavorato per la razionalizzazione del portafoglio di Gruppo al fine di concentrare la nostra attenzione sul core business oil and gas dove vogliamo raggiungere livelli di eccellenza. E' proseguito il processo di razionalizzazione del settore petrolchimico per la parte non direttamente correlata al coro business dell'Eni. Abbiamo ceduto la Divisione Poliuretani alla Dow Chemical e acquistato dalla Union Carbide Corporation il 50% della Polimeri Europa, ciò ci consente di concentrare il portafoglio Enichem sulla filiera olefine, polietilene, stirenici ed elastomeri, i settori più fortemente legati all'attività dell'Eni e nei quali deteniamo posizione di leadership tecnologica e di mercato. Resta ferma la strategia dell'Eni di ridurre il peso delle attività petrolchimiche nel portafoglio di Gruppo, anche attraverso alleanze che risultano facilitate da questa operazione". "Abbiamo sviluppato l'obiettivo di crescita nel business nella generazione elettrica, ultimo anello della catena del valore del gas. Enipower sta realizzando il suo programma, di sviluppo che prevede la produzione di oltre 3.000 Megawatt presso i propri siti industriali". "Abbiamo continuato a impegnarci - ha aggiunto Mincato - nelle azioni di contenimento dei costi ottenendo risparmi nel biennio 1999-2000 pari a 724 milioni di euro, ben oltre il target atteso, e quindi raggiungeremo con anticipo l'obbiettivo annunciato di risparmi complessivi di 1.660 milioni di euro al 2003". "Riguardo all'andamento del mercato dei prodotti petroliferi - ha concluso Mincato - siamo consapevoli dell'impatto che la combinazione di alti prezzi del greggio e pressione fiscale hanno sui nostri clienti, ma ancora una volta vorrei ricordare che noi non abbiamo strumenti per intervenire su nessuno di questi fattori. Il nostro impegno ad alleviare la pressione sui consumatori finali si manifesta nella nostra continua ricerca dì efficienza e miglioramento del servizio. Questo è l'elemento costante che caratterizza il nostro modo di operare al di là delle oscillazioni del prezzo del greggio".

MONTEDISON : L'ASSEMBLEA NON APPROVA L'INCORPORAZIONE DI FALCK
Milano, 1 marzo 2001 - L'assemblea della Montedison, presieduta dal cav. del lav. dott. Luigi Lucchini, non ha approvato il progetto di fusione per incorporazione di Falck. La maggioranza assembleare, infatti, non ha raggiunto i due terzi degli azionisti rappresentati. In particolare, si è astenuto o ha votato contro l'operazione il 43% circa del capitale rappresentato in assemblea. Per le medesime ragioni, anche il progetto di fusione di Giofin ed il progetto di scissione di Vallemeria non sono stati approvati.

TYROLIT VINCENT: I NUMERI DI UN SUCCESSO MONDIALE
Milano, 1 marzo 2001 - Sono stati presentati ieri mattina - nel corso della conferenza stampa di Tyrolit Vincent del Gruppo Tyrolit (Holding Swarovski) - i dati di un settore poco noto, ma i cui interventi sono visibili nella vita di tutti i giorni: il mercato degli utensili diamantati per le lavorazioni nei settori della pietra, edilizia, ottica, meccanica e vetro. Le vendite interne di utensili diamantati hanno raggiunto nel 2000 i 450 miliardi di lire, con un incremento medio del 7% sul 1999. "L'esito positivo si realizza grazie ad una prestazione migliore nel comparto degli utensili per l'edilizia (+8% con circa 100 mld), e per ottica, meccanica e vetro (+10% con circa 115 mld), più modesta la crescita nel comparto pietra (+3-4% con 230 mld) " - precisa Alfonso Marra, Presidente di Assodiamante (Associazione delle aziende di utensili diamantati) e Amministratore Delegato di Tyrolit Vincent. Il Gruppo Tyrolit (interamente controllato dal Gruppo Swarovski), leader mondiale nella produzione e distribuzione di utensili per applicazioni nei settori della meccanica di precisione, metallurgia, vetro, ottica, pietra naturale, ceramica, edilizia e trade, annuncia per l'esercizio 2000 vendite pari a circa 903 miliardi di Lire, in crescita del 15,3% rispetto ai 783 miliardi di Lire dell'esercizio 1999. Le vendite consolidate 2000 del Gruppo austriaco Tyrolit includono le vendite di Tyrolit Vincent, con sede a Thiene (Vi), pari a circa 132 miliardi di Lire, in progresso del 20% rispetto al medesimo dato del 1999, così ripartiti tra le diverse divisioni: 89 mld per pietra & ceramica, vetro & ottica; 22,5 mld per meccanica di precisione e metallurgia e 20,5 mld per edilizia e trade. Tyrolit Vincent occupa in Italia 282 dipendenti e dispone di 4 stabilimenti produttivi a Thiene (VI), Veggiano (Pd), Pianezza (To) e Jakarta (Indonesia). Tyrolit Vincent è dal 1997 head quarter mondiale della Dimensional Stone & Glass Division (Ceramica & Pietra, Vetro & Ottica) e controlla tutta l'attività del Gruppo Tyrolit con stabilimenti in Italia, Austria, Brasile, Indonesia e Dubai e con Uffici commerciali in più di 60 paesi del mondo. Con riferimento all'andamento delle vendite nei mercati mondiali la Dimensional Stone & Glass Division ha fatturato circa 137 mld di lire, mostrando importanti segnali di sviluppo, con un trend di crescita del 38%. L'impegno e le risorse dedicate al raggiungimento dei più elevati standard qualitativi, utilizzando materiali e processi di protezione ambientale, hanno consentito a Tyrolit Vincent di ottenere le certificazioni En Iso 9002 (1997), En Iso 9001 (1998), En Iso 14001(1999). Obiettivo 2001 di Tyrolit Vincent è quello di sfruttare tutti i vantaggi offerti dall'implementazione di Six Sigma, un sistema per il controllo delle procedure di gestione aziendale, che pochissime aziende al mondo possiedono. Six Sigma è un processo basato fondamentalmente su analisi statistiche applicate ai processi aziendali e coinvolge tutte le funzioni chiave: produzione, qualità, marketing, amministrazione e controlling. Inaugurata da qualche settimana la nuova sede di Dubai, naturale evoluzione della strategia "local worldwide": Tyrolit opera a livello locale, attraverso la conoscenza delle caratteristiche specifiche di ogni paese, per offrire il supporto e l'assistenza dei migliori tecnici in tempi rapidi. Situata in un'area industriale che ospita più di 1000 aziende internazionali, al centro di tutto il mercato del Middle East (Iran, Arabia Saudita, Oman, Yemen e tutti i paesi arabi), Dubai consente l'espansione di Tyrolit Vincent in un mercato ricchissimo e in forte evoluzione.

COUNT DOWN UNA NOVITÀ FIRMATA ITALIANA ASSICURAZIONI POLIZZA VITA CON RENDIMENTO LEGATO ALL' ANDAMENTO DI UN PANIERE DI 12 INDICI INTERAZIONE A PREMIO UNICO E A CAPITALE GARANTITO DEL 5% A SCADENZA
Milano, 1 marzo 2001 Count Down permette di registrare l'indice tra i 12 del paniere ogni 6 mesi. Un indice particolarmente volatile ( come ad esempio lo S&P500 americano) può battere tutti i mercati per un certo periodo di tempo e subire molto di più della media dei periodi di ribasso; altri indici più stabili per lo Smi svizzero ) invece raggiungono performance interessanti se osservati su orizzonti temporali più lunghi. L'Originale struttura di Count Down permette di sfruttare questa fondamentale caratteristica dei mercati finanziari. Count Down presenta una struttura di quesito tipo: alla fine del primo semestre si calcolano le performance dei 12 indici con riferimento al loro valore alla data di decorrenza della polizza. Viene preso in considerazione solo l'indice cha avuto l'incremento più alto e si registra la performance. Tale indice viene poi eliminato dal paniere. Nel semestre successivo si calcolano le performance degli 11 indici rimasti nel paniere con riferimento alla data di decorrenza della polizza; viene preso in considerazione solo l'indice che ha avuto l'incremento più alto e si registra la performance. Tale indice viene poi eliminato dal paniere. E così per tutti i semestri successivi. Alla fine dei 6 anni si procede al calcolo della media delle 12 performance cosi calcolate e il capitate iniziale verrà aumentato di una percentuale dello stesso pari al 90% della media delle 12 performance. La performance sarà misurata semestralmente con riferimento alla data di decorrenza della polizza. Italiana Assicurazioni garantisce alla scadenza contrattuale di un minimo; garantito pari al5%. Il taglio minimo è di L, 5.000.000. La sottoscrizione è possibile fino al 19 marzo 2001

PUBBLICATI I DATI ASSORETI: BANCA IDEA È AL 7° POSTO CON QUASI 70 MILIARDI DI LIRE DI RACCOLTA* BANCA IDEA NELLA TOP TEN DEL RISPARMIO GESTITO ITALIANO. E INTANTO LANCIA, TRA I PRIMI IN ITALIA, I PRODOTTI PICTET
Milano, 1 marzo 2001 - Inizio d'anno sprint per Banca Idea, la banca multicanale posseduta al 100% dal Gruppo Popolare di Vicenza. Sono stati resi noti ieri i dati di Assoreti relativi al collocamento di gennaio 2001 e Banca Idea registra il 7° posto assoluto con un totale di 36.110.900 euro (69.920.452.343 lire) di quote di organismi di investimento collettivo di risparmio. Banca Idea, intanto, segna un altro primato: è, infatti, tra i primi collocatori in Italia dei prodotti di Pictet, la banca svizzera specializzata nelle gestioni patrimoniali, con un patrimonio in gestione che supera i 260 mila miliardi di lire. "Questo risultato, ottenuto in un periodo complesso quale quello attuale, ci colloca tra i principali operatori del mercato", ha commentato Marco Sturmann, direttore generale di Banca Idea. "E' il frutto del lavoro di molte persone, e grazie alla loro professionalità abbiamo compiuto un passo importante nella direzione che ci eravamo prefissati". "La nostra rete è in forte crescita", ha affermato il direttore commerciale Silvano Salvestrini, "ma già questo risultato, che è da ritenersi particolarmente importante considerando le dimensioni e il periodo di tempo in cui è sul mercato la nostra banca rispetto ai competitor, conferma la validità delle nostre scelte, soprattutto in termini di gamma di prodotti. Grazie anche al lavoro dei nostri area manager e dei district manager l'obiettivo delle 300 unità e dei 3 mila miliardi di massa amministrata entro la fine del 2001 appare concretamente perseguibile. Parallelamente prosegue a ritmo serrato lo sviluppo della rete di filiali, boutique finanziarie e advice center: oggi ne contiamo 24 e saranno 40 entro la fine dell'anno". L'offerta di Banca Idea comprende fondi e sicav di primarie case d'investimento terzi quali Fidagest, Anima, Epsilon e Arca tra quelle italiane, Oyster, Janus, Invesco, Fleming, Schroder, Pictet, JP Morgan, Amex, tra le internazionali. Pictet, società svizzera di gestione patrimoniale che vanta una delle più consolidate esperienze in questo campo, avendo iniziato la propria attività nel 1910, basa la propria strategia su un approccio all'investimento e alla costruzione del portafoglio altamente disciplinato, coerente e definito in modo rigoroso. La tradizionale esperienza, combinata con l'attuale approccio strategico agli investimenti, ha permesso a Pictet di raggiungere risultati di prim'ordine. In particolare, sotto la consulenza di Michail Sjöströem, il comparto Azionario Biotech ha fatto registrare la performance del +553,28% in cinque anni (dal 31 agosto 1995 al 31 agosto 2000). Inoltre, la capacità innovativa di Pictet ha portato alla costituzione del comparto Azionario Water che, seppure di recente introduzione, ha dimostrato di possedere eccezionali potenzialità di crescita. L'accordo fra Pictet e Banca Idea non si limita alla distribuzione di prodotti, ma i gestori dei comparti Biotech e Water di Pictet sono anche i gestori degli analoghi comparti della costituenda sicav Idea Multimanager, che vedrà la luce in Lussemburgo nei prossimi giorni. Idea Multimanager sarà costituita, oltre che dai due sopraccitati comparti settoriali, da due ulteriori comparti per settore e da altri nove specializzati in aree geografiche.

BANCA COMMERCIALE ITALIANA: NOMINATO LINO BENASSI AMMINISTRATORE DELEGATO
Milano, 1 marzo 2001 - Presiedute dal Cav. Lav. Luigi Lucchini si sono svolte ieri a Milano l'Assemblea Ordinaria, l'Assemblea Straordinaria e l'Assemblea Speciale degli Azionisti di Risparmio della Banca Commerciale Italiana S.p.A.. L'Assemblea Ordinaria ha determinato in 16 il numero dei componenti il Consiglio di Amministrazione e ha nominato Amministratore Lino Benassi, già cooptato nel Consiglio di Amministrazione nella seduta del 6 giugno 2000. Il Consiglio tenutosi al termine delle Assemblee ha poi nominato Lino Benassi Amministratore Delegato. L'Assemblea Straordinaria ha approvato, tra l'altro: 1. il Progetto di scissione parziale proporzionale del Credito Fondiario e Industriale -Fonspa- S.p.A. a favore delle beneficiarie Banca Commerciale Italiana S.p.A. e UniCredito Italiano S.p.A.; 2. conseguentemente, di aumentare il capitale sociale - al servizio della scissione - di Lit. 8.000.000.000 mediante emissione di n. 8.000.000 di azioni ordinarie da nominale Lit. 1.000 per azione da assegnare agli azionisti di Fonspa sulla base del rapporto di n. 32 azioni Banca Commerciale Italiana per ogni n. 1.000 azioni Fonspa; 3. il Progetto di fusione per incorporazione della Banca Commerciale Italiana S.p.A. in Banca Intesa S.p.A., sulla base di un rapporto di cambio di n. 1,45 azioni ordinarie Banca Intesa S.p.A. di nominali Lit. 1.000 cadauna ogni n. 1 azione ordinaria o di risparmio Banca Commerciale Italiana S.p.A. di nominali Lit. 1.000 cadauna. L'Assemblea Speciale degli Azionisti di Risparmio ha preso atto delle delibere dell'Assemblea Straordinaria, senza riscontrare alcun pregiudizio per i diritti della categoria degli azionisti di risparmio con riferimento all'operazione di scissione parziale di Fonspa a favore della Banca Commerciale Italiana e alla fusione per incorporazione della Banca Commerciale Italiana in Banca Intesa.

UBM CHIUDE L'ESERCIZIO 2000: UTILE NETTO A 168 MILIONI DI EURO MARGINE DI INTERMEDIAZIONE A 465 MILIONI DI EURO (+66%)
Milano, 1 marzo 2001 - Il Consiglio di Amministrazione di UBM ha approvato ieri il bilancio d'esercizio per il 2000, il primo anno di attività dopo lo scorporo da UniCredito Italiano, che si chiude con un utile netto di 168 milioni di euro, ben al di sopra delle iniziali previsioni di budget. Alla luce delle positive prospettive di sviluppo futuro della Banca il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all'Assemblea di trattenere l'intero utile a rafforzamento della base patrimoniale. Il margine di intermediazione ammonta a 465 milioni di euro. Tale risultato ha riguardato tutte le aree di business in cui opera la banca ed in particolar modo i collocamenti sul mercato azionario e gli strumenti derivati per la gestione dei rischi finanziari della clientela corporate. Tali risultati sono stati conseguiti anche tenendo sotto costante controllo i rischi, attraverso metodologie e strumenti proprietari. In particolare, il rischio di mercato medio giornaliero, espresso in termini di Value at Risk, è stato di 4,6 milioni di euro, l'1,2% dei profitti da operazioni finanziarie. I costi di gestione ammontano a 165,5 milioni di euro, dei quali 62,3 sono spese per il personale, 86,2 spese amministrative e 17,0 ammortamenti. Ne consegue un'efficiente leva operativa con un cost-income ratio comprensivo degli ammortamenti del 35,7%. Sono stati, inoltre, accantonati 16,2 milioni di euro al fondo rischi su crediti. Al 31 dicembre 2000, i dipendenti di UBM erano 385, 170 dei quali assunti nel corso dell'esercizio. Attualmente tale cifra ha già superato le 420 unità. Nei collocamenti sul mercato azionario italiano, UBM ha conquistato la quinta posizione nella classifica dei bookrunner, diventando il terzo operatore domestico con una quota di mercato del 6,1%. Escludendo le privatizzazioni, tale quota raggiunge il 21,6% contro il 3,8% del 1999, facendo di Ubm una delle realtà più attive nelle Initial Public Offerings, con otto operazioni coordinate tra le quali si segnalano i collocamenti di e.Biscom, Tod's e Luxottica. Sul mercato primario dei titoli di stato italiani UBM ha raggiunto una quota del 7,15%, mentre si è classificata al 13° posto tra i bookrunner delle emissioni obbligazionarie italiane. Tra le operazioni coordinate si segnalano l'emissione per la Repubblica Italiana di 500 milioni di euro, il floater subordinato di 1,2 miliardi di euro per UniCredito Italiano, i corporate bond per Fiat (750 milioni di euro) e Parmalat (500 milioni di euro). UBM ha, inoltre, strutturato emissioni obbligazionarie equity-linked per oltre 1,8 miliardi di euro. Tra queste il bond Mediobanca High Tech di 575 milioni di euro ed il prestito subordinato UniCredito Eurosto0 di 261 milioni di euro. Euro Capital Structures, la controllata di Ubm specializzata in operazioni di securitization, ha strutturato per conto di Fiat-Sava la cartolarizzazione del valore di 965 milioni di euro di prestiti in bonis per l'acquisto di autovetture, aggiudicandosi il riconoscimento di Euromoney per la migliore operazione europea di Consumer Finance del 2000. Sui mercati secondari del reddito fisso, Ubm vanta il primo posto tra gli specialisti del Ministero del Tesoro, é primary dealer in Francia e tra i maggiori operatori sui titoli tedeschi e spagnoli, con una quota di mercato del 5,4% sull'Mts e del 4,25% sui più importanti mercati dell'Euromts. Sul mercato secondario azionario, a fronte di una crescita del 70% dei volumi intermediati rispetto al 1999, Ubm detiene la nona posizione del ranking, con un incremento della quota dal 2,6% del 1999 al 2,9% del 2000 e dei volumi di oltre l'86%. Il 66% del margine di intermediazione, pari a 306,4 milioni di euro, deriva dalla strutturazione e dalla vendita di prodotti derivati, segmento di mercato in cui Ubm è leader sul mercato italiano dei covered warrant e dei prodotti per la gestione dei rischi finanziari della clientela mid-corporate. CorporateLab, l'unità di UBM dedicata alla gestione dei rischi finanziari della clientela corporate attraverso le reti del gruppo, vanta una base di oltre 2.000 clienti con i quali sono state concluse oltre 19.000 operazioni. Nel mercato dei covered warrant, dove i volumi intermediati hanno superato i 30 miliardi di euro e sono cresciuti del 116% rispetto al 1999, TradingLab ha incrementato la sua leadership raggiungendo una quota di mercato del 48,5%. A settembre, inoltre, è stato avviato il progetto di internazionalizzazione con la quotazione di oltre 400 prodotti sul più grande mercato europeo, l'Euwax di Stoccarda, dove è stata raggiunta una quota di mercato del 2,07%. A partire dal 1 gennaio 2001, TradingLab opera come entità giuridica autonoma, essendo stato concluso l'iter autorizzativo con la Banca d'Italia per la costituzione e la successiva autorizzazione all'esercizio dell'attività bancaria. Lo spin-off da Ubm ha l'obiettivo di garantire le condizioni per la massima valorizzazione economica di TradingLab.

UNICREDITO ITALIANO: UTILE NETTO DI 2.353 MILIARDI; RISULTATO DI GESTIONE DI 2.649 MILIARDI
Milano, 1 marzo 2001 - UniCredito Italiano Spa ha chiuso l'esercizio 2000 realizzando un utile di 2.353 miliardi e un risultato di gestione di 2.649 miliardi. Il bilancio è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione presieduto da Francesco Cesarini che si è riunito oggi. La realizzazione nel corso dell'anno di un nuovo modello organizzativo della Capogruppo ha determinato una discontinuità nell'operatività e nella composizione dei risultati di UniCredito Italiano rispetto al passato che rende sostanzialmente priva di significato l'effettuazione di confronti con l'anno precedente. Nel corso dell'esercizio 2000, infatti, UniCredito Italiano ha assunto il ruolo di holding del Gruppo. Con decorrenza primo gennaio 2000 sono stati scorporati, da un lato, il ramo d'azienda costituito dalla rete Italia, conferito al Credito Italiano, e, dall'altro, quello relativo all'attività di investment banking, conferito a Ubm. I ricavi di UniCredito Italiano, e buona parte dello stato patrimoniale, sono ora riconducibili sostanzialmente a tre principali comparti di operatività: la rete estera e l'attività di correspondent banking; la tesoreria di Gruppo; le partecipazioni. La rete estera opera al servizio delle banche federate, in particolare per la clientela corporate, mentre la tesoreria di Gruppo gestisce gli sbilanci di liquidità delle singole banche, immunizzandole dai rischi finanziari, ed investe la liquidità strutturale del Gruppo stesso. Sia l'attività della rete estera che quella della tesoreria di Gruppo si sviluppano su mercati altamente concorrenziali, registrando risultati reddituali positivi, anche se con un'incidenza contenuta sull'utile della Società. La principale fonte di reddito della Capogruppo è invece di gran lunga rappresentata dai dividendi sulle partecipazioni, in grado di garantire un'adeguata remunerazione del capitale, una volta coperti i corrispondenti oneri finanziari ed i costi per la struttura di indirizzo e governo del Gruppo. Tenuto conto della rilevanza dei dividendi sul conto economico della Capogruppo, anche allo scopo di rendere maggiormente correlato l'andamento dell'utile con quello delle società del Gruppo, si è ritenuto opportuno modificare il criterio utilizzato per la contabilizzazione dei dividendi. Dal bilancio 2000 i dividendi delle società direttamente controllate vengono contabilizzati nel medesimo esercizio nel quale si forma l'utile che darà luogo alla loro distribuzione e non, come in precedenza, nell'esercizio di distribuzione del dividendo stesso, in sede di ripartizione dell'utile. In tal modo, come detto, si stabilisce una maggior correlazione tra l'utile consolidato e quello della Capogruppo, che si riflette, di conseguenza, anche sulla remunerazione degli azionisti. Nel primo esercizio di applicazione di tale criterio sono pertanto compresi, per le società controllate direttamente, sia i dividendi riferiti all'utile del 2000, pari a 2.729 miliardi, che quelli deliberati nell'anno sugli utili dell'esercizio 1999. Questi ultimi sono collocati tra i proventi straordinari per un importo pari a 1.257 miliardi. Un secondo aspetto che ha influenzato in modo significativo il risultato dell'esercizio riguarda la cosiddetta "Legge Ciampi" sulle concentrazioni bancarie. Da un lato, infatti, le imposte sul reddito sono state ancora determinate, come nel biennio precedente, tenendo conto delle agevolazioni previste da tale legge, con un beneficio fiscale attorno ai 90 miliardi. Dall'altro, tenuto conto che la Commissione Europea ha nel frattempo avviato una procedura di indagine su tali agevolazioni, che potrebbero configurarsi quale aiuto di Stato, è stato anche effettuato un accantonamento a fondo rischi ed oneri per circa 237 miliardi, corrispondente ai risparmi di imposte del triennio, a fronte di un eventuale esito per noi negativo di tale procedura. Più in dettaglio. Il margine di intermediazione di Unicredito Italiano Spa è risultato pari a 3.457 miliardi ed è principalmente determinato dal flusso di dividendi (3.444 miliardi), data la natura di holding della società. I costi operativi si attestano nel complesso a 808 miliardi. Le spese per il personale sono state pari a 422 miliardi, con un costo medio pro-capite di circa 150 milioni. Questo valore risente della elevata incidenza nella Capogruppo di Personale direttivo, prevalentemente dedicato ad attività di tipo specialistico e ad elevata professionalità. Le altre spese amministrative comprendono imposte indirette e tasse per 6 miliardi e costi e spese diversi per 330 miliardi. Il cambiamento di criterio nella contabilizzazione dei dividendi delle società direttamente controllate ha determinato, come già anticipato, un provento straordinario di 1.257 miliardi, pari ai dividendi incassati nell'anno dalle suddette società (comprensivi di crediti d'imposta per 439,1 miliardi). Nel complesso i proventi straordinari si attestano a 1.365,7 miliardi e comprendono anche utili da cessione di partecipazioni per 42,6 miliardi. Gli oneri straordinari sono invece pari a 133 miliardi, comprensivi della perdita da realizzo di partecipazioni di 95,1 miliardi sulla cessione della quota detenuta nel Credito Fondiario e Industriale Spa (Fonspa). Il saldo tra proventi ed oneri straordinari risulta pertanto pari a 1.233 miliardi. Gli accantonamenti per rischi ed oneri, complessivamente pari a 334 miliardi, sono riferiti prevalentemente: per 237 miliardi all'accantonamento effettuato a fronte di un eventuale esito per noi negativo della procedura di indagine avviata dalla Commissione Europea sulle agevolazioni previste dalla cosiddetta "Legge Ciampi", sulla base del quale sono state calcolate le imposte sul reddito d'esercizio dal 1998 al 2000; per 83 miliardi all'accantonamento per oneri relativi a Fonspa che verranno sostenuti nel 2001, prevalentemente determinati da spese legali e dalla copertura delle perdite dell'esercizio 2000. Tali oneri saranno compensati dai proventi netti, in particolare per imposte anticipate, che si registreranno solo ad avvenuta scissione parziale di Fonspa in UniCredito. Dopo accantonamenti a fondo rischi su crediti e rettifiche nette complessivamente pari a 154 miliardi si perviene ad un utile lordo di 3.395 miliardi, alla cui formazione ha concorso un utile ordinario di 2.162 miliardi. Il patrimonio netto si attesta al 31 dicembre 2000 a 15.118 miliardi, contro i 13.873 miliardi di fine esercizio precedente. Al 31 dicembre 2000 il personale di UniCredito Italiano ammontava a 2.853 unità, con un incremento, rispetto all'inizio dello stesso esercizio (quale risultava al momento dello scorporo della Banca Credito Italiano e di UniCredit Banca Mobiliare) di 184 unità, attesa peraltro la creazione di circa 220 nuove posizioni di lavoro. Grazie ai risultati precedentemente sintetizzati viene proposta all'assemblea la distribuzione di un dividendo unitario di 250 lire per le azioni ordinarie e di 265 lire per le risparmio, entrambi sui livelli dell'anno precedente, rispettivamente pari al 2,32% ed al 3,08% in rapporto alle quotazioni di fine esercizio.

UNICREDITO ITALIANO VENDE A SIMEST -UNA QUOTA DI MINORANZA DI BULBANK
Milano, 1 marzo 2001 - UniCredito Italiano e Simest hanno sottoscritto il contratto per l'acquisizione da parte di quest'ultima di 4.159.254 azioni di Bulbank, pari al 2,5% del capitale della banca bulgara controllata da UniCredito Italiano. Le azioni verranno trasferite a Simest allo stesso prezzo unitario pagato da UniCredito Italiano all'ente governativo incaricato delle privatizzazioni in Bulgaria, la Bank Consolidation Company, nell'ottobre 2000, all'atto dell'acquisto da parte di Unicredito Italiano ed Allianz del 98% di Bulbank. Simest verserà circa 9,2 milioni di Euro per la quota in oggetto (17,8 miliardi di lire circa). L'operazione verrà finalizzata entro il 31 marzo 2001 a Sofia presso la Bulbank. UniCredito Italiano si è avvalsa di Dresdner Kleinwort Wasserstein come consulente finanziario e Grimaldi Clifford Chance come consulente legale. Bulbank è il maggiore gruppo bancario bulgaro per dimensioni (totale attivo 1,2 miliardi di euro circa al 30 giugno 2000), redditività (utile netto atteso a fine 2000, 95 milioni di euro circa) ed efficienza (rapporto costi/ricavi del 34 % nel 2000). Offre servizi corporate, retail e di investment banking, con il 26% circa del mercato nei depositi a clientela e il 9% circa nei prestiti a clientela, è al primo posto nel trade finance e ha 105 sportelli. Simest, controllata dal Ministero del Commercio con l'Estero e partecipata da banche, imprese, associazioni imprenditoriali e di categoria, promuove e assiste l'internazionalizzazione delle imprese italiane. A tal fine, Simest e UniCredito Italiano creeranno un Italian Desk presso Bulbank come punto di riferimento per gli investitori italiani in Bulgaria.

PROGETTO DI BILANCIO CARIVERONA: UTILE NETTO IN FORTE CRESCITA A 624,3 MILIARDI IL ROE RAGGIUNGE IL 20,8% RISPETTO AL 16,7% DEL '99
Verona, 1 marzo 2001 - Il Consiglio di amministrazione di Cariverona (Gruppo UniCredito Italiano) ha approvato oggi il progetto di bilancio che verrà sottoposto ai soci nell'assemblea del prossimo 26 aprile. L'esame dei dati evidenzia una forte crescita dell'attività operativa, con uno sviluppo del tutto significativo degli impieghi, unito a un ottimo livello di redditività. Emerge un deciso incremento dei finanziamenti alle imprese, in particolare di quelli a medio-lungo termine finalizzati a investimenti strutturali e per il miglioramento delle capacità produttive. Ne esce rafforzato il ruolo di Cariverona quale banca di riferimento del sistema produttivo nelle provincie storiche di operatività. La clientela privata, da parte sua, ha dimostrato di apprezzare l'allargamento della gamma di offerta dei prodotti e servizi nel campo del risparmio gestito, dei mutui e dei conti correnti. L'utile netto al 31 dicembre 2000 è pari a 624,3 miliardi, con una crescita di 152,4 miliardi (+32,3%). Depurando dalle componenti reddituali dell'esercizio '99 il dividendo straordinario della controllata Mediovenezie l'incremento su base annua passa ad oltre l'89%. Anche la redditività del patrimonio, che ammonta a 3.156,7 miliardi, registra un sensibile miglioramento: il Roe sale al 20,8% rispetto al 16,7% dell'esercizio 1999. L'ulteriore innalzamento dell'efficienza economica della banca è confermato dall'indice cost-income ratio, sceso dal 50,1% di fine '99 al 42,2%. La crescita del risultato netto è stata resa possibile dall'ampliamento dell'operatività con la clientela, che ha prodotto una notevole espansione dei volumi intermediati. Anche l'offerta di servizi è andata crescendo nel corso del 2000, determinando un sensibile incremento del gettito commissionale. Il margine di interesse di Cariverona si è attestato a fine esercizio a 1.203,1 miliardi (+8,8%). Il margine da servizi, in crescita a 997,2 miliardi (+33,3%), è stato sostenuto soprattutto dalle commissioni nette (+35,1%), con una dinamica di particolare rilievo nell'ambito della negoziazione titoli, dei fondi comuni e della bancassicurazione. Il margine di intermediazione della banca è così salito a 2.200,3 miliardi, rispetto ai 1.854,1 miliardi di fine '99 (+18,7%). Un' efficace azione di razionalizzazione e contenimento dei costi ha mantenuto tale voce in linea con quanto registrato lo scorso anno: i costi operativi ammontano, infatti, a 927,9 miliardi, con una leggera diminuzione (-0,1%) sul dato del 1999. Il risultato lordo della gestione ha così raggiunto i 1.272,5 miliardi, con un incremento annuo di 347,2 miliardi (+37,5%). Il 2000 è stato per Cariverona un periodo di forte crescita sotto il profilo dei volumi e dell'ampliamento dell'offerta di servizi. Il risparmio globalmente intermediato dalla banca ha raggiunto la consistenza di 57.636,7 miliardi (+8,9% rispetto a un anno prima). La raccolta diretta da clientela ha toccato i 26.853 miliardi, con un incremento percentuale del 18,4%, considerata anche la provvista derivante dall'ex ramo performing della controllata Mediovenezie, assorbito nell'aprile 2000. La raccolta indiretta è salita dell' 1,8%, attestandosi a 30.783,7 miliardi. In particolare, va registrato il significativo incremento dei prodotti assicurativi, cresciuti del 45,3% (per un controvalore complessivo pari a 1.875,9 miliardi). Di assoluto rilievo la crescita degli impieghi diretti alla clientela, che hanno toccato i 27.005,3 miliardi, con un aumento annuo del 45,5%; anche depurato dalla componente derivante dal ramo performing di Mediovenezie, l'incremento risulta del tutto significativo (oltre il 26%). Il dato evidenzia l'efficacia dell'azione che Cariverona svolge per lo sviluppo delle attività produttive e il finanziamento dei privati. In particolare, le imprese hanno aumentato sensibilmente la richiesta dei prodotti derivati a copertura dei rischi di tasso e di cambio, a fronte dell'instabilità valutaria e finanziaria registrata nel corso dell'anno. Da segnalare, inoltre, come le anticipazioni import-export sono aumentate del 27,6%, confermando la posizione di rilievo a livello nazionale e la leadership della banca nel Veneto in tale settore. Continua anche per il 2000 la crescita dell'erogazione di mutui per le imprese e per i privati (+67,7%), che ha portato a 12.063,9 miliardi lo stock di questo tipo di finanziamenti. Buona la qualità del credito, tanto che le sofferenze nette sugli impieghi sono scese allo 0,95% rispetto all'1,5% dello scorso anno. Cariverona ha ulteriormente rafforzato la leadership nella distribuzione telematica di servizi, sia verso il segmento corporate (oltre 19.000 utenti, che hanno impartito disposizioni per un controvalore di circa 36.000 miliardi) che nei confronti dei privati: i clienti della banca che operano on line attraverso il servizio Caribanking sono triplicati nel corso del 2000, superando i 34.000 utenti rispetto ai 10.000 del 1999. Al 31 dicembre scorso gli sportelli della banca erano 501, con un incremento di 23 punti operativi rispetto a fine '99; il personale in servizio alla stessa data era di 5.083 dipendenti, in crescita di 173 unità sull'anno precedente. Il Consiglio di amministrazione di Cariverona, alla luce dei risultati di bilancio sopra esposti, proporrà all'assemblea dei soci l'assegnazione di un dividendo pari a 2.450 lire per azione, +40% rispetto alle 1.750 dello scorso esercizio. Il presidente di Cariverona, Guidalberto di Canossa ha così commentato: "I dati mostrano una banca in significativa crescita che rafforza i legami operativi con le famiglie, le imprese e gli enti locali. E' stato fatto un salto in termini di qualità, di efficienza, di allargamento della gamma dei prodotti e servizi che porta Cariverona ad essere sempre più la banca di riferimento del mondo economico delle province storiche - Verona, Vicenza, Belluno e Ancona - e di tante altre importanti realtà territoriali quali Mantova e Cuneo. La crescita delle quote di mercato attesta che si é lavorato molto e soprattutto bene. Questa azione di volano alle economie locali, tipica di una banca come la nostra, é stata resa ancor più incisiva dall'appartenenza di Cariverona al Gruppo Unicredito Italiano. Le capacità competitive e di efficiente offerta di uno dei principali gruppi bancari europei sono state messe a disposizione di tutta la clientela, anche di quella che vive nei più piccoli comuni. Abbiamo così rinnovato le modalità della nostra presenza sul territorio riproponendoci, in termini di modernità, quale banca di casa". Dal canto suo il direttore generale Mario Aramini evidenzia "il grande sforzo di orientare la banca verso il mercato in un rapporto diretto e quotidiano volto a cogliere e se possibile anticipare le esigenze della clientela. Questa azione sta dando buoni risultati che vengono attestati dall'incremento significativo degli impieghi, in particolare di quelli legati all'ampliamento delle unità produttive, agli investimenti tecnologici, alle operazioni di import-export. La banca -continua Aramini- ha mostrato grande capacità di dare risposte concrete e personalizzate al mondo delle imprese. Forte attenzione é stata posta anche alle esigenze delle famiglie sia nelle loro necessità di impiego del risparmio che di investimento. Si sta completando un processo di riorganizzazione funzionale sul territorio che porterà ancor più vicina la banca alla clientela nella sua capacità di offerta e di consulenza specializzata. Infine andremo a sviluppare sempre più la banca elettronica che risponde a reali e sempre più estese esigenze nell'ottica di una risposta complessiva di servizio alle comunità locali". i principali dati del bilancio 2000 (miliardi di lire): voce 31/12/00 31/12/99 variazione % ; raccolta diretta 26.853 22.674 +18,4 ; raccolta indiretta 30.784 30.250 +1,8 ; tot risp intermediato 57.637 52.924 +8,9; impieghi con la clientela 27.005 18.559 +45,5; (di cui mutui) 12.064 7.192 +67,7 ; margine di interesse 1.203 1.106 +8,8; margine da servizi 997 748 +33,3 ; margine di intermed 2.200 1.854 +18,7 ; utile netto 624 472 +32,3; dividendo proposto £ 2.450 £ 1.750 +40.

RIUNITO A ROMA IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI I.T. TELECOM I.T. TELECOM: CONCLUSA LA PRIMA FASE DI RIASSETTO SOCIETARIO E ORGANIZZATIVO. DECISI MIGLIORAMENTI DEI RISULTATI DELLE SOCIETÀ OPERANTI ALL'INTERNO DI I.T. TELECOM
Milano, 1 marzo 2001 - Il Consiglio di Amministrazione di I.T. Telecom, la Business Unit per l'Information Technology del Gruppo Telecom Italia, riunitosi oggi a Roma sotto la Presidenza di Gilberto Ricci, ha esaminato l'andamento del piano di riorganizzazione e riassetto della Business Unit, avviato nel luglio 2000 attraverso numerose operazioni societarie. Il piano di riassetto societario giungerà al pieno completamento entro il 2001. Il Consiglio di Amministrazione di I.T. Telecom è composto da Massimo S. Brunelli, Mario Luzzi, Aniceto Vittorio Ranieri, Umberto Nicodano. Il programma di riassetto della Business Unit It Services prevede l'accorpamento, anche in forma societaria, in aree di business delle realtà produttive omogenee e, successivamente, l'attribuzione ad I.T. Telecom delle partecipazioni detenute da Telecom Italia nelle società della Business Unit. In tal modo trova realizzazione il più grande raggruppamento informatico italiano di professional services con fatturato pari ad oltre 2.066 milioni di euro, 11.200 dipendenti in Italia e 400 all'estero ed un portafoglio clienti distribuito nei più importanti settori dell'economia. La prima fase della riorganizzazione è stata attuata secondo il programma previsto nelle riunioni del CdA di Telecom Italia del 3 luglio 2000 ed in quello di I.T. Telecom del 20 luglio 2000. E' stata completata infatti l'operazione di conferimento attraverso cui la società Netsiel (68,65% Telecom Italia, 31.35% Finsiel) ha acquisito il complesso aziendale per la gestione delle infrastrutture informatiche di Telecom Italia ed i relativi servizi. Inoltre alla stessa società Netsiel è stato conferito il ramo servizi facente parte della società EIS. Ciò consente l'avvio con piena operatività dal 1° marzo 2001 dell'area di attività Operational Services in cui è ricompresa la nuova Netsiel. L'operazione di trasferimento da parte di Telecom Italia alla società Telesoft delle attività di sviluppo dei sistemi informativi si completa con decorrenza 1° marzo 2001. In pari data si completa inoltre l'operazione di trasferimento del ramo d'azienda Telecomunicazioni di Finsiel a Telesoft determinando la piena operatività anche dell'area di attività Telecommunication Services. Nel corso del 2000, in coerenza con il ruolo centrale di I.T. Telecom nell'ambito dei processi di investimento della Business Unit IT Services, sono state attuate operazioni di investimento nei servizi Web. Nel novembre 2000 I.T.Telecom ha infatti costituito la società NetIkos S.p.A. per operare nell'area di attività Web Professional Services ed ha partecipato, insieme alla capogruppo Olivetti S.p.A., all'aumento di capitale della società Webegg S.p.A. con un impegno finanziario complessivo di circa 36 milioni di euro. Il capitale di Webegg risulta ora così composto: Olivetti 50%, Finsiel 30,2%, I.T. Telecom 19,8%. Il riassetto infine ha comportato una profonda revisione delle attività/partecipazioni minori di Finsiel non direttamente legate al core business della Bu It Services. In questa logica si è proceduto ad una razionalizzazione delle strutture societarie che ne fanno parte, compresi i gruppi Banksiel e Consiel, che ha dato luogo allo smobilizzo di circa 20 partecipazioni e consorzi e alla ridefinizione degli assetti societari di alcune altre partecipazioni. Nel corso del 2000 è stata costituita l'area di attività Regional Services (Insiel, Crued, Datasiel, Krenesiel, Sispi, Intersiel, Venis) per valorizzare gli assets territoriali e sviluppare il mercato di riferimento della Pubblica Amministrazione Locale e della Sanità, soprattutto in relazione ai rilevanti processi di decentramento delle competenze. Per le altre aree operative, Market (Finsiel, Banksiel, Tsf), Tax Services (Sogei) e Consulting (Consiel), non sono previste operazioni di concretizzazione societaria disponendo queste di veicoli societari di riferimento. Per tali aree di attività sono previste operazioni di razionalizzazione dei legami di partecipazione interni alla Business Unit It Services coerenti con il disegno organizzativo della stessa B.U. Risultati dell'esercizio 2000 - In deciso miglioramento il risultato dei gruppi/società operanti all'interno della Business Unit It Services: • il valore della produzione del gruppo Finsiel è aumentato del 7% passando da 1.134 (consuntivo a perimetro omogeneo) del 1999 a 1.212 milioni di euro nel 2000 con un risultato operativo di 107 milioni di euro(+19% rispetto al 1999) ed un risultato netto di 79 milioni di euro (48 milioni di euro il risultato netto 1999) + 61%. • il valore della produzione della Telesoft S.p.A. è cresciuto del 7% ed il fatturato estero ha raggiunto il 17% del valore della produzione del gruppo Telesoft che ammonta a 466 milioni di euro. • il valore della produzione della nuova Netsiel risulta pari a 465 milioni di euro. Da segnalare inoltre la consistente riduzione, -20%, pari a circa 155 milioni di euro, della spesa informatica di Telecom Italia di competenza della Business Unit It Services, che ha comportato, tra l'altro, la riduzione di circa 1000 risorse esterne che operavano per conto della B.U.

ENEL: AL VIA LO SPORTELLO VIRTUALE DA DOMANI LA BOLLETTA SI PAGHERA' ANCHE SU INTERNET SARÀ POSSIBILE FARE NUOVI CONTRATTI, SUBENTRI, VOLTURE, COMUNICARE LA LETTURA, AVERE LA SITUAZIONE DEI CONSUMI
Roma, 1 marzo 2001 - Da oggi 1 marzo, la bolletta Enel si pagherà anche su Internet. All'indirizzo www.enel.it i clienti domestici di Enel Distribuzione potranno accedere allo sportello on-line ed effettuare tutte le operazioni per le quali fino ad oggi era necessario recarsi ad uno sportello. Enel Distribuzione è la prima utility in Italia ad offrire la possibilità di svolgere tutte le operazioni da casa utilizzando in sicurezza e senza alcun sovrapprezzo la carta di credito. Chi è già cliente oltre ad avere la possibilità di pagare la bolletta on-line utilizzando la carta di credito, potrà modificare l'indirizzo a cui ricevere la fattura, richiedere aumenti di potenza, comunicare la lettura del contatore e visualizzare le fatture in scadenza, attraverso il codice riportato sulla bolletta e che avrà la funzione di numero segreto. Per stipulare un nuovo contratto, effettuare un subentro, fare le volture, sarà sufficiente registrarsi e scegliere un user-id e una password. Con Internet i clienti di Enel Distribuzione potranno anche richiedere interventi di verifica del corretto funzionamento del contatore e scegliere il miglior profilo contrattuale sulla base della composizione familiare, degli elettrodomestici posseduti e delle abitudini di consumo. Al termine di ogni operazione il cliente potrà stamparsi un promemoria riassuntivo di tutte le operazioni effettuate. Il servizio sarà disponibile per i 24 milioni di clienti con contratti ad uso domestico fino a 6 kW. Entro il 2001 la possibilità di operare tramite Internet sarà estesa anche alla clientela business di Enel Distribuzione, mentre i clienti elegibili di Enel Trade hanno già da tempo la possibilità di acquistare energia elettrica e gas direttamente on-line e

PRESENTATA IERI UNA RICERCA SULLE ATTITUDINI DI SPESA DEI BUSINESS TRAVLLERS DI TUTTA EUROPA "VISA: LA PIÙ AMATA DAGLI ITALIANI... MANAGER IL MERCATO DELLE CARTE AZIENDALI CONTINUA A CRESCERE UN VOLUME DI SPESA CHE HA SUPERATO I 4.000 MILIARDI DI LIRE
Milano, 1 marzo 2001 - Quando si tratta di viaggiare, soprattutto per lavoro, i manager italiani preferiscono pagare con carta di credito e, tra tutte, preferiscono Visa. Una preferenza che si conferma anche a livello internazionale tra i business travellers dei principali mercati europei. Lo sostiene una ricerca realizzata a livello europeo da Var International per Visa e presentata ieri alla stampa, dalla quale emerge un profilo inedito dei manager italiani, intervistati insieme ad oltre 800 colleghi - uomini e donne - europei. Dalla ricerca risulta come la carta di credito aziendale risulti il sistema di pagamento preferito in tutta Europa. Il 60% dei viaggiatori d'affari italiani paga con carta intestata alla società: una percentuale lievemente maggiore rispetto al resto d'Europa (56%). Abbastanza usata anche la carta di credito personale (28%), sistema comunque ormai preferito all'anticipo di contanti (24%), mentre praticamente scomparso è l'uso degli assegni (1%). Visa si conferma leader in Europa (e ancora più in Italia) tra le carte aziendali per le spese di viaggio. Il 52% dei viaggiatori italiani paga con carta aziendale Visa (+27% rispetto al 41% europeo) contro il 28% che usa American Express, il 7% Mastercard e Diners. Il mercato delle carte di credito aziendali sta vivendo in Italia un momento di notevole sviluppo. Le carte aziendali Visa in Italia sono circa 550.000 e il mercato italiano rappresenta per Visa il secondo mercato Europeo dopo il Regno Unito. Anche i volumi di spesa sulle carte sono soddisfacenti in quanto hanno superato i 4.000 miliardi di Lire annui e sono in costante crescita. "Ma siamo certo molto lontani dalla saturazione - avverte Gabriele Cappelletti, Direttore Generale di Visa - e prevediamo una grande crescite in questo settore. Basti pensare che in Italia ci sono circa 4 milioni di imprese, di cui ben il 90% conta meno di 10 addetti mentre le aziende medio grandi, che impiegano oltre 100 addetti sono circa 16.000, pari a meno dello 0.5% del totale delle aziende italiane. A fronte di tali cifre è chiaro perchè gli emittenti italiani di Carte Visa considerino le carte aziendali un elemento essenziale da inserire nell'offerta rivolta alla clientela aziendale di tutte le dimensioni". Di fronte a questo promettente scenario, le banche italiane socie di Visa si stanno attrezzando per immettere sul mercato strumenti di pagamento innovativi e flessibili. L'obiettivo è di soddisfare due fondamentali esigenze delle aziende: disporre di carte accettate globalmente e utilizzabili per un'ampia gamma di acquisti, e garantire un'efficiente gestione ed un accurato monitoraggio delle spese, riducendo i costi amministrativi. "L'accettazione delle carte rappresenta un tradizionale punto di forza della rete Visa - spiega Gabriele Cappelletti - ma ci siamo attivati per arricchire il contenuto informativo dei prodotti. Abbiamo infatti recentemente lanciato il nostro Enhanced Data Service, sistema che utilizza il network Visa per l'invio di informazioni dettagliate che accompagnano le informazioni relative ai pagamenti. Il futuro è nelle informazioni: fatture e altri documenti cartacei diverranno inutili. Altro settore destinato a crescere è quello pubblico che si sta progressivamente avvicinando all'uso della moneta elettronica. "In questo settore siamo ottimisti -conferma Cappelletti - perché oltre ad una maggiore adozione di carte Visa Corporate e Visa Business utilizzate per le spese del personale in trasferta, ci aspettiamo un crescente interesse verso strumenti elettronici di pagamento e di gestione delle informazioni come Visa Purchasing". Sempre per il prossimo futuro è da attendersi un crescente interesse delle aziende italiane nei confronti dei pagamenti elettronici nelle transazioni commerciali "Business-to-Business" su Internet, dove forte è la domanda di strumenti sicuri ed universali.

IL CDA HA APPROVATO IL PROGETTO DI BILANCIO PER L'ESERCIZIO CHIUSO AL 31/12/2000 DADA S.P.A.: MOL (+160%), FATTURATO (+302%)
Milano, 1 marzo 2001 - II CdA di Dada S.p.A., una delle principali Internet Company indipendenti italiane quotata al Nuovo Mercato, ha approvato il progetto di bilancio al 31/12/2000, L'esercizio 2000 si è chiuso con un fatturato pari a circa 37,5 miliardi, con un incremento del +302% rispetto all'esercizio precedente (9,3 Mld di lire) e un margine operativo lordo (Mol) pari a circa 4,3 Mld di lire, con un incremento del 16O% rispetto all'esercizio precedente (1,6 Mid di lire), 11 risultato prima delle imposte è positivo per circa 290 Mln. Con questi risultati Dada supera di ben 17,5 miliardi le stime di ricavo dichiarate in sede di Ipo nel Prospetto Informativo e conferma il continuo percorso di crescita che ha contraddistinto il suo sviluppo durante l'esercizio. I fatturati aggregati delle società il cui controllo è stato formalizzato, raggiungono assieme a quello di Dada circa 60 miliardi. Il CdA, ha inoltre convocato per il 19 aprile, un'assemblea straordinaria per l'aumento di capitale relativo a 5 delle acquisizioni già comunicate: Ad majora SpA, Clamm Srl, 100 Links, WirelessSolutions Srl, Mailgate Srl II break-down del fatturato mostra inoltre come Dada, abbia mantenuto l'impegno assunto nei confronti del mercato di dirigersi laddove il valore e i margini sono maggiori. Infatti, il 45,4% del fatturato 2000 deriva dalle attività di B2B delle due Business Unit "e-Business Solutions" e '''Dommi.it/Aziende.it". mentre il 54,6% deriva dalle attività della Business Unit "Application Portal" che gestisce il network di portali incentrato su www.superEva.it  La posizione finanziaria netta alla chiusura dell'esercizio 2000 risulta positiva per 116 miliardi. Con oltre 250 dipendenti, Dada è a capo di un gruppo composto da 1.4 società controllate e 10 società partecipate, tutte focalizzate sul business della "rete" e strettamente sinergiche con il suo modello di business. Dada che ha. in portafoglio oltre 30.000 aziende clienti, opera tramite Business Unit distinte, ma fortemente compilementari nell'ambito dalla gestione di comunità (Application Portal), dell'offerta di e-business solutions, della fornitura di servizi di housing e della registrazione di domini e hosting. SuperEva, la community gestita da Dada, è tra le più importanti in Italia potendo vantare, con il suo network di 26 siti collegati, un reach di mercato del 43,7% 2.858.000" visitatori unici al mese ed oltre 2.500.000 registrazioni ai servizi del portate.

 

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