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13 LUGLIO 2001
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GLI SCIENZIATI CHIEDONO UNO STUDIO EUROPEO SULL'ECSTASY
Milano, 13 luglio 2001 - Scienziati spagnoli e italiani chiedono alla
Commissione europea di finanziare uno studio triennale sull'uso
dell'ecstasy, riferendosi ai risultati di una ricerca che indica come i
consumatori di tale droga potrebbero danneggiare seriamente la loro salute
mentale a lungo termine. Questa ricerca è stata condotta dal dottor Michael
Morgan della Sussex University (Regno Unito), il quale ha esaminato il
cervello di individui che assumono regolarmente ecstasy per rilevare i
livelli di serotonina, una sostanza chimica che migliora il tono dell'umore
e che viene prodotta naturalmente dal corpo umano. "Per il sistema della
serotonina, l'ecstasy risulta più neurotossica di qualsiasi altra droga da
noi conosciuta, e causa un tipo di danno cerebrale permanente che non si
riscontra con altre sostanze stupefacenti", questa è l'affermazione ripresa
dallo studio del dottor Morgan. "L'ecstasy è una delle droghe più dannose e
letali attualmente disponibili e, nel contempo, la seconda tra quelle più
diffuse. Costituisce, quindi, un problema estremamente serio".
BIOTECH: IL FUTURO NON PUO' ATTENDERE RELAZIONE DEL PRESIDENTE, SERGIO
DOMPÉ
Roma, 12 luglio 2001 - Nel corso dell'ultimo anno, le Istituzioni
dell'Unione Europea hanno mostrato il massimo interesse per le
biotecnologie, individuate come area ad alto potenziale di crescita e di
creazione di prosperità ed occupazione. In più occasioni hanno manifestato
il loro impegno nel presentare iniziative a sostegno del loro sviluppo ed
impiego, coscienti del grande ritardo di conoscenza in cui si trova
l'Europa, rispetto agli Stati Uniti d'America. In tutto il mondo
occidentale, infatti, i continui sviluppi delle biotecnologie hanno già
portato benefici sostanziali nel settore cruciale della cura della salute,
ma anche in quello dell'agricoltura e del risanamento ambientale:
consentendo di migliorare la nostra comprensione degli organismi viventi e
dei processi naturali, esse aprono la via alla progettazione di soluzioni
maggiormente sostenibili sia nelle pratiche mediche, sia nelle produzioni
agricole ed industriali. Le loro applicazioni, già largamente diffuse in
aree del mondo avanzato quali Usa, Canada e Giappone, con ogni probabilità
cresceranno rapidamente nei prossimi anni ed avranno un notevole impatto
economico, industriale e sociale nel mondo intero. Ed è recentissimo il
pronunciamento dell'Onu che nel Rapporto 2001 sullo sviluppo umano individua
nelle biotecnologie agroalimentari uno strumento in grado di porre rimedio
alla scarsità di cibo e alle deficienze alimentari dei Paesi in via di
sviluppo. Tra le conclusioni del recente Consiglio di Stoccolma, in accordo
con il rapporto fornito dalla Commissione, vi è la considerazione che la
capacità dell'industria europea di cimentarsi con successo nelle tecnologie
di frontiera, ed in special modo nelle biotecnologie, dipenderà da fattori
quali la ricerca, la capacità imprenditoriale, un quadro normativo che
incoraggi l'assunzione dei rischi legati all'innovazione - comprendente una
protezione della proprietà industriale condivisa da tutta l'UE a costi
globalmente competitivi - ed infine dalla disponibilità di investimenti, in
particolare nelle fasi d'avvio. Anche la recente Risoluzione del Parlamento
Europeo afferma che le moderne tecnologie biologiche costituiscono con ogni
probabilità l'opportunità migliore per l'Europa di raggiungere l'obiettivo
strategico posto dal precedente Consiglio di Lisbona, ovvero divenire un
sistema economico basato su una conoscenza dinamica e competitiva, capace di
realizzare uno sviluppo sostenibile e di migliorare la qualità
dell'occupazione e la coesione sociale. Tutto ciò, d'altra parte, potrà
accadere solo se la collettività riconoscerà i benefici posti dalla ricerca
biotecnologia. Ma su questo punto tornerò fra breve. La Commissione Europea,
dal canto suo, si è impegnata, in base a tali indicazioni, a predisporre
entro la fine del 2001 un documento di orientamento politico che fornisca
una visione strategica per lo sviluppo di una "B-Europa". Le biotecnologie,
infatti, vengono utilizzate in diversi comparti produttivi, e, pertanto,
intersecano le competenze di diversi dipartimenti della Commissione e dei
dicasteri dei Governi nazionali. A livello europeo, in alcuni casi, le
iniziative messe in atto da alcuni Paesi membri per stimolare la
bioindustria hanno già dato buoni risultati, ed il successo delle PMI e
start-up biotecnologiche verrebbe decisamente incrementato dalla presenza di
infrastrutture di alta qualità, che garantirebbero gli indispensabili
supporti in termini di ricerca di base ed applicata, che richiedono
investimenti considerevoli ed a lungo termine. In questo scenario, è davvero
cruciale per l'Italia poter cogliere l'opportunità di sostenere la creazione
e la crescita di imprese dedicate alle biotecnologie, nonché la loro
integrazione nello spazio industriale e di ricerca europeo. Da questo punto
di vista, i segnali provenienti dalla politica nazionale negli ultimi tempi
sono stati alquanto contraddittori. Da un lato, ed in particolare sul fronte
della R&S e dell'innovazione, le Autorità italiane - ed in particolare i
Ministeri della Ricerca e dell'Industria - si sono effettivamente impegnate,
con la riforma del Sistema Ricerca e l'attuazione di specifiche misure a
sostegno della R&S industriale1 a migliorare le condizioni necessarie alla
creazione di nuove ventures nelle aree ad alto contenuto innovativo.
Analogamente, numerose iniziative e prese di posizione del precedente
Ministero della Sanità hanno cercato di contribuire fattivamente ad una
discussione aperta a franca su questi temi. Tuttavia, vi sono state anche
decisioni obiettivamente penalizzanti per l'intero comparto biotecnologico
italiano, come nel caso del Decreto Amato del 4 agosto 2000, in virtù del
quale è stata sospesa in via cautelativa la commercializzazione ed
l'utilizzazione di quattro tipi di mais geneticamente modificati,
regolarmente autorizzati e in commercio da anni per l'uso alimentare e
zootecnico in tutta Europa, senza che mai ci siano state segnalazioni di
problemi. Il bilancio complessivo del precedente quinquennio è, a nostro
avviso, negativo, in quanto non sono partite iniziative imprenditoriali in
numero significativo e i mezzi di comunicazione hanno dedicato molto più
spazio alle polemiche che al merito degli argomenti, spesso con
superficialità, con poche lodevoli eccezioni. Si può trarre la sensazione
che parte dell'allarmismo trasmesso all'opinione pubblica, in particolare in
materia di sicurezza alimentare dei prodotti derivati dall'impiego delle
biotecnologie, sia stato motivato da interesse di carattere ideologico più
che dalla volontà di proteggere i consumatori. Dal nuovo Governo, pertanto,
ci attendiamo, come promesso, il superamento degli atteggiamenti che
nell'insieme hanno portato a considerare le biotecnologie una "questione
ideologica", colpendo di conseguenza anche la ricerca, come testimoniato da
oltre 1.500 scienziati e ricercatori che a febbraio hanno denunciato la
drammatica situazione in cui versa la ricerca italiana in campo
agrobiotecnologico. Dobbiamo cogliere l'opportunità di consentire il
potenziamento di una ricerca forte, libera e italiana, nell'ambito
naturalmente di rigorosi controlli e garanzie. Ma non è solo una questione
di incentivazione alla ricerca, quanto di sviluppare una politica di largo
respiro che miri ad uno sviluppo di iniziative imprenditoriali, sul modello
di quanto hanno già fatto altri Paesi europei (Germania e Regno Unito in
testa, ma anche Spagna e Belgio), con iniziative di promozione industriale
specifica (Bioregioni) ed iniziative che consentano di misurare il valore
della ricerca secondo parametri economici, facilitando così l'incontro con i
potenziali investitori. E' indispensabile, quindi, un'inversione di tendenza
rispetto al passato. Nonostante l'impegno di importanti talenti scientifici
e di risorse, il nostro Paese soffre attualmente di un forte gap sul piano
dell'innovazione. I fatti parlano chiaro: oggi in Italia operano solo 50
imprese biotech contro le 270 della Gran Bretagna, le 220 della Germania e
140 della Francia. Credo che l'Italia - con le capacità dei nostri
ricercatori e la nostra ricchezza in materia di biodiversità - debba
cogliere una straordinaria occasione per il proprio futuro: sviluppare e
governare consapevolmente le potenzialità delle biotecnologie. La nuova
attenzione delle Istituzioni dell'UE dimostra che ci troviamo di fronte ad
un cambiamento epocale, cui non possiamo permetterci di partecipare da
comparse, quali molto spesso siamo oggi considerati.Gli imprenditori che
guardano con interesse allo sviluppo produttivo delle moderne tecnologie
biologiche vogliono e debbono sperare che sia venuto il tempo - e che si
offra la concreta possibilità - di porre termine alla tendenza di
contrapporre posizioni ideologiche, e di dare corpo ed espressione ad una
politica nazionale che vada al di là del sommario dibattito tra "favorevoli"
e "contrari" alle biotecnologie tout court: il nostro desiderio è che le
applicazioni derivanti dalle biotecnologie siano valutate sulla base di
riscontri oggettivi e scientifici, verificandone puntualmente i benefici e
gli eventuali rischi. E, soprattutto, che si operi nella massima chiarezza,
senza posizioni precostituite e con una legislazione che garantisca tutti i
cittadini con equità. Con il progressivo sviluppo delle moderne tecniche
biologiche, quanti operano in ambito biotecnologico si trovano confrontati
con decisioni etiche e sociali non eludibili, per le quali è necessaria una
chiara percezione delle aspettative della società per la quale e in seno
alla quale essi operano. Molti degli elementi del problema ricadono, quindi,
nell'ambito dei temi della bioetica, e bisogna riconoscere che i progressi
della discussione bioetica sono minimi rispetto ai potenziali progressi
applicativi delle biotecnologie moderne: appare urgente e necessario uno
sforzo di collegamento tra progresso e conservazione, tra valori innovativi
e valori tradizionali, sforzo cui l'industria può portare il suo contributo,
ma di cui non può venire a capo senza un decisivo contributo della politica,
né senza una adeguata informazione e partecipazione dell'opinione pubblica
alla definizione di valori e obiettivi condivisi. I temi dello sviluppo e
della globalizzazione dei mercati mettono in primo piano la responsabilità
degli imprenditori ma, in ambito biotecnologico, gli obiettivi privati non
possono realizzarsi senza un'attenta verifica degli interessi sociali. A
nostro giudizio, è in questo contesto che la bio-industria nel suo complesso
deve farsi carico in modo attivo delle problematiche poste dall'impiego
delle biotecnologie, in termini di responsabilità individuale e collettiva,
a fronte di una società che si suppone tesa verso il progresso. La
bio-industria presente in Italia dovrebbe poter operare nel contesto di una
società europea innovatrice piuttosto che conservatrice, nella quale
sperimentazione ed innovazione biotecnologica siano favorite ed
incoraggiate. Il complesso di potenzialità e di rischi suscitato dalle
moderne tecnologie biologiche colloca sicuramente in primo piano la
responsabilità di effettuare scelte rigorosamente controllate dalle
Autorità. Ma richiede un'altrettanta ferma assunzione di responsabilità da
parte di chi abbia la guida politica del contesto in cui l'attività
imprenditoriale si svolge e si sviluppa, in modo da evitare l'irresponsabile
blocco dello sviluppo del Paese in materia. Come abbiamo già sostenuto più
volte, il costo e il rischio del non fare supera di gran lunga quello del
fare. Chiediamo solamente ascolto ed impegno conoscitivo, oltre a un
ambiente che recepisca l'importanza del lavoro ancora da fare. Può sembrare
paradossale ma, in un contesto in cui la globalizzazione costringe le
imprese a non guardare ai confini nazionali, appare sempre più chiaro che il
successo competitivo dipende dall'efficacia di concentrazioni localizzate di
talenti scientifici e di mezzi tecnologici specializzati. Naturalmente,
nessuna nazione può essere competitiva in tutte le aree tecnologiche, ed
alcune di esse - per esempio la Germania con il Programma BioRegio - hanno
già messo in pratica efficaci politiche volte alla costituzione di masse
critiche di ricercatori, di imprese, di organizzazioni didattiche e dei
relativi servizi a livello regionale. Vivo a Milano, e so quindi quale
potenziale biotecnologico sia in grado di esprimere la Lombardia, mentre
l'impresa della quale sono amministratore opera prevalentemente all'Aquila,
del cui ambito regionale posso testimoniare la costante attenzione per le
scienze della vita. Ma sono molte altre in Italia le realtà locali
meritevoli della qualifica di centri di eccellenza, che un'accorta politica
nazionale per le biotecnologie potrebbe facilmente valorizzare. Per
l'Italia, le biotecnologie potrebbero inoltre costituire un eccellente
terreno di verifica dei nuovi paradigmi che si stanno affermando in ordine
alle complesse relazioni che legano imprese, governi, università ed
istituzioni di ricerca. Il vecchio modello di un "mercato" dell'innovazione
- spinto dall'offerta dei ricercatori ed alimentato dalla domanda dei
produttori - appare oggi troppo semplicistico, e non tiene conto delle
complesse interazioni e retroazioni che intercorrono tra gli interessati
all'innovazione tecnologica. I nuovi modelli sottolineano come l'innovazione
debba essere vista come un lavoro di gruppo, in cui la rete formale ed
informale di scambio di informazioni costituisce l'elemento cruciale di
crescita competitiva: coniugati al concetto di massa critica - essenziale
per tutte le scienze naturali - i nuovi paradigmi mettono chiaramente in
evidenza come sia la dimensione regionale/locale più che quella nazionale a
costituire la base di solide realtà competitive. A fianco delle realistiche
speranze di quanti guardano ai potenziali benefici delle biotecnologie, sono
comprensibili le preoccupazioni di quanti paventano rischi etici, biologici
ed economici derivanti dalla loro applicazione incontrollata. In linea con
la più antica massima ereditata dall'antichità - primum non nocere - in
tutto l'Occidente sono state progressivamente sviluppate e sono in vigore
normative di autorizzazione e controllo riguardanti sviluppo e applicazione
delle biotecnologie, classificabili in tre principali ambiti di pertinenza:
valenza etica, volta a salvaguardare i diritti fondamentali dell'uomo;
sicurezza d'uso delle tecniche e dei prodotti risultanti; protezione della
proprietà intellettuale delle invenzioni. Nei luoghi della politica
internazionale si è pensato, ed ancora si pensa, che adeguate legislazioni
avrebbero assicurato un rigoroso ed adeguato controllo delle svariate
articolazioni della materia e quindi tranquillizzato l'opinione pubblica.
Nella realtà applicativa tuttavia, all'unitarietà delle buone intenzioni
hanno fatto seguito decisioni regolamentari talora difformi e di difficile
applicazione: sono state molte le interferenze e le contrapposizioni di
natura ideologica, anche in ambiti giuridicamente omogenei (quale dovrebbe
essere ad esempio l'Unione Europea). In questa sede è ovviamente
improponibile una disamina dettagliata della progressiva involuzione del
sistema normativo comunitario e nazionale ma - in termini molto generali e
sommari - è possibile affermare che le azioni legislative dell'Unione
Europea e dell'Italia in materia di biotecnologie sono state materia di
alimentazione del dissenso, piuttosto che occasione di verifica del
consenso. Nel nostro Paese, Governo e Parlamento in carica ereditano una
situazione difficile, sia per quanto concerne l'urgenza dell'azione sia per
la natura delle decisioni da prendere, destinate ad avere profonda influenza
sul futuro clima di sviluppo delle biotecnologie. Appare opportuno
ricordare, a questo proposito, i tre principali atti legislativi che devono
trovare espressione e chiaro indirizzo normativo entro il corrente anno: la
redazione della Legge nazionale di recepimento della Convenzione del
Consiglio d'Europa sui "diritti dell'uomo e la biomedicina"; la redazione
dei criteri di recepimento della nuova Direttiva 2001/18/CE sulla "emissione
deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati" (che annulla
e sostituisce la precedente Direttiva in materia);il recepimento della
Direttiva 98/44/CE sulla "protezione giuridica delle invenzioni
biotecnologiche". Assobiotec sottolinea con forza la rilevanza etica ed
economica dei temi sottesi da questi atti legislativi, e si augura che le
decisioni d'urgenza ad esse associate non impediscano un'accurata
ricognizione dei realistici interessi nazionali. Guardando al futuro, appare
necessario che l'Unione Europea riesca a valutare realisticamente le
prospettive di sviluppo a lungo termine delle proprie produzioni agricole e
industriali, che pervenga ad essere propositiva in materia di biotecnologie
e che rifugga dalla tentazione di usare la discriminante biotecnologica come
elemento di protezionismo delle proprie produzioni agricole e commerciali in
base ai parametri dell'attuale politica agricola comunitaria (PAC). L'Italia
deve ovviamente portare il proprio contributo alla visione comunitaria, sia
per la dovuta attenzione alla propria diversità biologica sia per il suo
ruolo in ambito Mediterraneo, che non può essere confuso con una improbabile
posizione negoziale a metà strada tra Paesi avanzati e Paesi terzi. L'Italia
è in grave ritardo nei confronti dei principali Paesi occidentali per quanto
concerne lo sviluppo delle biotecnologie, ed il sistema delle imprese
operanti nel nostro Paese ne è in parte corresponsabile, soprattutto quando
pensiamo alla modestia degli investimenti operativi in questi anni.
Crediamo, in primo luogo per la collettività, che sia giunto il momento di
'voltare pagina'. I tempi sono maturi. I cittadini sono stanchi e impauriti
dopo anni in cui si è giocato al massacro sui temi dell'innovazione
biotecnologia. Le imprese, d'altra parte, si trovano ad operare in un clima
di incertezza senza pari. E' assolutamente incredibile e paradossale che una
tecnologia così promettente e governabile venga considerata come un male da
evitare, tutt'al più un problema da affrontare e non un'opportunità da
cogliere. Le imprese hanno già iniziato il loro 'nuovo corso': si stanno
aprendo sempre di più alla società, vogliono dialogare, capire, spiegare le
loro posizioni. Siamo agli inizi, la strada è ancora lunga, ma l'impegno è
forte e determinato. La speranza che un giorno si possa vivere in una
situazione in cui l'operato dei ricercatori e delle imprese possa essere
giudicato sulla base dei fatti e non solo delle ideologie, è ancora salda.
Da soli, però, non andremo lontano. Ecco, quindi, che proponiamo a tutti i
nostri partner, in particolare alle Istituzioni, quattro punti concreti sui
quali operare insieme: abbandonare le scelte pregiudiziali, per fare
riferimento, invece, a valutazioni di merito aperte e sincere; elaborare una
"politica italiana", da inserire e difendere all'interno di un unitario
orientamento dell'Unione Europea, che si preoccupi delle biotecnologie non
soltanto in ordine alla nostra posizione competitiva nei confronti di altre
aree geografiche, ma anche dell'individuazione degli equilibri futuri nel
bacino mediterraneo in cui occupiamo un'area strategica; attribuire risorse
e strumenti legislativi per promuovere una Ricerca & Sviluppo volta a
valorizzare le nostre risorse intellettuali e genetiche. E questo mi è
sembrato il senso più vero dell'appello prima, e della giornata di protesta
poi, dei ricercatori e degli scienziati, guidati dai premi Nobel Rita Levi
Montalcini e Renato Dulbecco, lo scorso 13 febbraio a San Macuto; aprire
'tavoli di discussione', a livello centrale e locale, per la creazione di 'bio-regioni'
o 'bio-poli', raccogliendo le esperienze già maturate dai nostri partner
europei, integrandole con le nostre capacità e la nostra creatività È un
progetto realistico, ma impegnativo, che dovrà comportare una azione di
lungo periodo. Non possiamo pretendere che tutto venga realizzato subito. Ma
una cosa è certa: occorre dare oggi un segnale chiaro di inversione di
tendenza. È sui fatti che la nuova compagine governativa sarà giudicata dai
cittadini e dalle imprese. Da parte nostra, garantiamo fin d'ora il nostro
assoluto supporto fattivo e propositivo affinché l'Italia esca da questo
tunnel e possa divenire uno dei principali partner europei. Non vorremmo,
infatti, che dal prossimo gennaio ci accomunasse solo una moneta unica, ma
non la politica dell'innovazione e del futuro sviluppo industriale,
determinanti per il futuro dell'Unione Europea Quanto proponiamo è un
investimento strategico, rivolto alle nuove generazioni e al Paese nel suo
complesso e a giudicare dal numero degli iscritti alle Facoltà di
Biotecnologia, hanno già formulato le Loro aspettative. Siamo consapevoli di
dover disporre di tecnologie fortemente innovatrici, che potranno essere
applicate a livello locale sia per sviluppare progetti specifici per la
salvaguardia della nostra tipicità, sia per partecipare ai grandi progetti
internazionali. Disconoscere questa realtà sarebbe grave e ancora di più non
fare il massimo sforzo per parteciparvi. Siamo certi che su questa strada,
mirata unicamente allo sviluppo sostenibile, troveremo partner coraggiosi
che vorranno condividere un'ambizione concreta: portare l'Italia nel novero
delle Nazioni impegnate, con coscienza, nelle biotecnologie del futuro.
Infolink:
http://assobiotec.federchimica.it
CONTRATTO SANITÀ: VALUTAZIONI PREMATURE SUI RILIEVI DELLA CORTE DEI CONTI
Roma, 13 luglio 2001 - In merito alle notizie riportate da alcuni organi di
informazione sui rilievi che la Corte dei Conti avrebbe mosso sul Contratto
collettivo nazionale di lavoro del comparto sanità per il biennio 2000/2001
(circa 1 milione e 200 mila addetti, di cui 320 mila infermieri), il
Ministero della Sanità sottolinea che una più approfondita valutazione sarà
possibile solo quando sarà reso noto il testo della delibera. Il Ministero,
tuttavia, è convinto che con i necessari chiarimenti che verranno forniti al
massimo organo della Magistratura contabile - nel rispetto della sua
autonomia e delle sue prerogative - sarà possibile superare i punti e le
circostanze che stanno alla base dei rilievi mossi dalla Corte.
"Professionisti che giocano un ruolo fondamentale nell'ambito del Servizio
Sanitario, come gli infermieri, i tecnici sanitari e gli assistenti sociali
- ha dichiarato il Ministro della Sanità, Professor Girolamo Sirchia devono
operare serenamente. E per questo motivo tutti gli organi governativi sono
impegnati a risolvere questa situazione".
DESERTIFICAZIONE DELLE AREE MEDITERRANEE
Milano, 13 luglio 2001 - Il dipartimento di biologia dell'Università di
Trieste (Italia) sta organizzando un seminario internazionale intitolato
"Desertificazione delle aree mediterranee: risultati e prospettive del
monitoraggio e delle applicazioni", dal 6 all'8 settembre 2001. Il
seminario, rivolto a scienziati ed operatori pubblici interessati a
monitorare e contrastare i processi di desertificazione nell'area
mediterranea, è sovvenzionato dalla Commissione europea nell'ambito delle
misure di accompagnamento del programma Inco del quinto programma quadro.
Gli obiettivi specifici del seminario sono: presentare e confrontare
esperienze scientifiche relative alla desertificazione nelle aree
mediterranee, tratte da progetti comunitari o da altri progetti
internazionali, che introducano o promuovano nuove forme di collaborazione e
misure scientifiche; diffondere le conclusioni principali a cui è giunto il
progetto Demos sovvenzionato dall'Ue; promuovere un forum scientifico
permanente sui problemi e sulle prospettive del monitoraggio e della lotta
alla desertificazione nelle aree mediterranee, che preveda la partecipazione
dei decisori pubblici e privati, nonché stimoli lo sviluppo di piani
strutturali di ripristino a livello regionale. Gli argomenti principali del
seminario saranno: l'analisi ecofisiologica nel monitoraggio della
degradazione del terreno; il telerilevamento e le tecniche di monitoraggio
del terreno basate sui sistemi informativi territoriali (Gis); sviluppo di
modelli matematici delle variabili ecologiche e tecniche integrate di
monitoraggio della desertificazione; lo stato dell'arte e le prospettive del
monitoraggio della desertificazione nelle aree mediterranee. Per
informazioni : Department of Biology University of Trieste Fax
+39-040-568855 E-mail
demoswks@iol.it
QUARTA SCUOLA ESTIVA SULLA CHIMICA VERDE
Milano, 13 luglio 2001 - Il Consorzio interuniversitario nazionale italiano
"La chimica per l'ambiente" sta organizzando la quarta scuola estiva sulla
chimica verde finanziata nell'ambito del programma "Potenziale umano" della
Commissione europea, facente parte del quinto programma quadro. Il corso si
terrà a Venezia dal 10 al 16 settembre 2001. I giovani ricercatori, i
dottorandi e i postdottorandi provenienti dai paesi europei possono inviare
la loro candidatura per concorrere all'assegnazione di una borsa di studio.
Il limite massimo di età per l'ammissione al corso è di 35 anni. Le lezioni
verranno tenute da una decina di docenti di altissimo livello e fama
internazionale, stimati per i loro meriti scientifici e per il contributo
innovativo reso a tale ambito di ricerca. Al corso verranno affrontati i
seguenti argomenti: solventi alternativi; materie prime alternative;
prodotti; catalisi; reazioni. I partecipanti alla scuola estiva alloggeranno
e seguiranno le lezioni presso l'Istituto Canossiano, nel centro di Venezia.
La terza scuola estiva sulla chimica verde si è svolta a Venezia dal 4 al 10
settembre 2000, con il patrocinio del ministero italiano degli Esteri e del
ministero italiano dell'Università e della Ricerca scientifica. L'edizione
del 2000 ha concluso il primo ciclo di tre anni, finanziato dal programma
Fmr (Formazione e mobilità dei ricercatori) della Commissione europea. Entro
breve, al seguente indirizzo sarà disponibile il modulo elettronico di
candidatura per partecipare alla quarta scuola estiva sulla chimica verde:
Infolink:
http://www.unive.it/nca/formazione/summer/index4.html
Ai candidati ammessi verrà assegnata una borsa di studio per la copertura
totale delle spese. Per ulteriori informazioni consultare il sito web:
Infolink:
http://www.unive.it Per informazioni sul contenuto del
corso consultare il sito: Infolink:
http://helios.unive.it/inca/formazione/summer/preliminary.html
oppure rivolgersi a: e-mail
ssgc@unive.it oppure a:
E-mail
alvise@unive.it
71A FIERA NAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO D'ALBA TRADIZIONE, CULTURA E TUBER
MAGNATUM GARANTITO
Milano, 13 luglio 2001 - "II Tartufo è un profumo, la Fiera è la festa della
Sua terra". Gli Albesi amano racchiudere in questa battuta la definizione
del prodotto tipico per eccellenza e la Fiera più conosciuta al mondo tra
quelle dedicate al Tuber magnatum, meglio noto come Tartufo Bianco d'Alba.
Nel 2001 si taglia il nastro venerdì 5 ottobre, nel cuore del Centro
Storico, a due passi dai portici dove iniziò l'epopea di Giacomo Morra, il
ristoratore che presentò al Mondo il Tartufo Bianco in cucina. Due giorni
dopo è già tempo di Palio: diciotto asini per nove Borghi cittadini a
rincorrersi nell'arena in un alternarsi di sberleffi che solo una burla di
otto secoli fa poteva ispirare. Al vincitore andrà il drappo del Palio,
dipinto dall'artista torinese Caterina Cucco. Ogni venerdì, sabato e
domenica di ottobre Alba celebrerà l'enogastronomia d'autore: negli stand
della Rassegna Albaqualità troveranno posto oltre duecento aziende di
prodotti tipici, creando una vetrina del gusto del territorio
ineguagliabile. All'ingresso i visitatori saranno accolti da degustazioni di
vini e prodotti tipici di Langhe e Roero. Grande interesse suscita sempre il
Mercato del Tartufo, aperto ogni weekend a metà della Via Maestra,
ricostruita virtualmente nel padiglione animato da cercatori e turisti
attratti da profumi e aromi straordinari. Il tutto sotto l'occhio vigile
della Commissione Qualità, composta da esperti del Centro Nazionale Studi
Tartufo, incaricati di controllare e garantire la qualità di ogni pezzo
esposto. I campioni migliori potranno fregiarsi del bollino di qualità
certificato a norma Iso. Uno strumento innovativo sarà messo a disposizione
del pubblico e degli operatori: la Carta di Qualità del Tartufo Bianco, un
decalogo adottato di concerto con l'Associazione Nazionale Città del Tartufo
per salvaguardare il prodotto di qualità italiano e tutelare il
turista-consumatore contro truffe e raggiri. La Carta sarà presentata
domenica 4 novembre in una giornata dedicata alle città italiane del
Tartufo. Il Tartufo è anche al centro di un'ampia riflessione sulla
questione fiscale: se ne parlerà in un convegno sabato 13 ottobre, sul tema
"Tartufo: un mondo in bianco e nero". Non mancheranno le feste di piazza:
domenica 14 ottobre il Centro storico sarà animato da un raduno di gruppi
folkloristici, domenica 21 ottobre sarà dedicata alla rievocazione storica
messa in scena dai borghi albesi, domenica 28 ottobre vedrà accendersi i
riflettori sugli artisti di strada. L'autunno è anche tempo di festa di
tutto il territorio: i turisti sulla scia del Tartufo scoprono l'ambiente
straordinario delle Langhe e del Roero, si godono le ultime fasi della
vendemmia andando per cantine e apprezzano le tante mostre d'arte
disseminate per castelli e palazzi che raccontano la storia di questa terra.
SALONE DEL MOBILE DI STOCCOLMA
Milano, 13 luglio 2001 Il design scandinavo è in forte crescita - il 90% dei
visitatori ritiene o ha pianificato di ritornare. Anche se cosi in anticipo
gli espositori e i Visitatori hanno deciso di ritornare alla fiera del
mobile di Stoccolma e a Lighting 2002. Queste fiere si svolgeranno
contemporaneamente dal 6 al 10 febbraio 2002 e sono già complete. Un
indagine realizzata durante la manifestazione indica che il 90% dei 38187
visitatori ha pianificato di ritornare l'anno prossimo. Gli operatori
commerciali quest'anno sono stati oltre 27000 cioè il 71% del totale. La
presenza internazionale è stata del 21% mentre gli arredatori gli architetti
e i designers hanno rappresentato la categoria più numerosa facendo
registrare un grande incremento. "Abbiamo consolidato la nostra posizione di
principale fiera scandinava del mobile e del più importante evento dell'anno
per il design" dice Melena I.inden, project manager della fiera del mobile
di Stoccolma. "Per l'anno prossimo realizzeremo una campagna marketing molto
aggressiva sui mercati non nordici in cui vediamo crescere l'interesse".
Abbiamo anche pianificato di introdurre alcune nuove caratteristi nei
concept della nostra fiera per l'anno prossimo. Quello che possiamo già
anticipare è una mostra del design innovativo nell'area dei paesi
scandinavi. La Fiera del Mobile di Stoccolma e i Lighting 2002 apriranno due
mesi prima un sito-catalogo su internet. La fiera online rimarrà su internet
anche un mese dopo la chiusura della fiera. Gli espositori dell'edizione
2001 sono molto contenti dell'organizzazione della fiera e dei risultati
conseguiti. "La fiera diventa sempre meglio" dice Anders Magnusson di Voice.
"Abbiamo una fiera eccellente con un numero record di visitatori. Per l'anno
prossimo, pianificheremo uno stand con due lati aperti, in cui metteremo in
primo piano un nuovo prodotto" dice Malmqvist di Martela."Abbiamo avuto
molti visitatori internazionali, principalmente giapponesi e americani. Le
nostre esportazioni stanno andando molto bene. Abbiamo anche incontrato i
giornalisti leader nei nostri stand, sia svedese sia stranieri" dice Anders
Englund, Intershop. L'industria svedese del mobile continua ad avere
performance migliori di quelle dei suoi confinanti europei, secondo un
rapporto dell'associazione svedese dell'industria del mobile. I consumi di
mobili sono cresciuti del 10% in Novembre, con vendite oltre i 30 miliardi
di Sek. Le esportazioni sono aumentate del 10%. In totale, 21 miliardi di
Sek, il mercato interno mentre le esportazioni ammontavano a 11 miliardi di
Sek (prezzi alla produzione), di cui più della metà, il 53%, era verso i
paesi dell 'Unione europea. Con un 23% di vendite estere, la Norvegia (non
Ue) è i1 paese con maggior export, seguito dalla Germania, in cui i1 mobile
svedese è venduto per un valore di 1.4 miliardi di Sek. Le importazioni in
Svezia sono cresciute nel 2000 con un tasso di più 12%. Durante tutti questi
anni, Stockholm è diventato il centro scandinavo per design. IT, musica e
cucina. Quest'anno la Svezia non solo è alla presidenza dell'Unione Europea,
ma sta anche celebrando l'anno dell'Architettura realizzando una serie di
eventi. Una delle nuove costruzioni di Stockholm è il nuovo centro ricerche
di fisica, astronomia e bio-tecnologia ("Fisikcentrum") presso l'università
e il Royal College di tecnologia. Il Centro è stato inaugurato a fine maggio
di quest'anno e stato disegnato dal famoso architetto danese Henning Larsen,
che si e ispirino agli svedesi Gunnar Asplund e Ragnar Osteberg. Il Centro
di Stoccolma per la fisica, astronomia e biotecnologia ha già ricevuto "il
premio Stoccolma dell'anno" e vale la pena visitarlo la prossima volta che
sarà visitata la città.
ADRIATICA, LA BORSA DEL TURISMO - PESARO, 6/14 OTTOBRE
Pesaro, 13 luglio 2001 - Ricca di novità, torna da 6 al 14 ottobre a Pesaro
"Adriatica", la Borsa del Turismo - giunta allasettima edizione e
organizzata dall'Ente Fiere di Pesaro in collaborazione con l'Enit e
l'Assessorato Regionale al Turismo. Oltre all'ormai consolidata panoramica
sulle offerte turistiche dell'entroterra e della costa adriatica, la Borsa
presenta quest'anno un ampio settore riservato alle proposte per il turismo
balneare in cui enti del turismo, aziende di promozione, Regioni ed enti
locali potranno illustrare i loro prodotti. Il momento clou è è in programma
il 13 ottobre quando è previsto un workshop internazionale dedicato ai buyer
e alla stampa nazionale ed internazionale di settore. "Adriatica" che l'anno
scorso fu visitata da oltre 42.000 persone d da 60 tour operator di 22 Paesi
stranieri è un'occasione unica - è stato detto durante la conferenza stampa
di presentazione - per promuovere il turismo del terzo millennio. Anche la
Regione Marche, ha nnunciato l'Assessore Lidio Rocchi, sarà presente con un
proprio grande spazio espositivo dedicato al patrimonio ambientale,
artistico e architettonico di un "territorio straordinario, divenuto ormai
luogo d'elezione per una vacanza completa". Per Amedeo Ottaviani, presidente
dell'Enit, la Borsa pesarese "consente di valorizzare i rapporti fra Ente
Nazionale per il Turismo, Regioni e categorie economiche, secondo un modello
di concertazione che rappresenta il futuro".
AIR DOLOMITI ED IL G8: MENO DISAGI PER I PASEGGERI
Milano, 13 luglio 2001 - In occasione della riunione del G8 la Prefettura di
Genova ha deliberato la chiusura dell'aeroporto Cristoforo Colombo dal 19 al
22 luglio. Air Dolomiti, sempre attenta alle esigenze dei propri passeggeri
e desiderosa di ridurre al minimo i disagi creati da tale situazione, ha
riposizionato diversi voli per Monaco di Baviera, Cagliari ed Olbia
sull'aeroporto di Pisa. Si segnala che, per motivi operativi, anche i
passeggeri del volo EN2681 Monaco - Genova del 18 luglio saranno riprotetti
sul volo EN2677 Monaco - Pisa. Air Dolomiti ha provveduto ad organizzare
unicamente per i passeggeri di questo volo un transfert gratuito diretto
all'aeroporto di Genova. Dal 19 al 22 luglio non sono previsti transfert
organizzati tra i due aeroporti.
PROMOZIONE AIR DOLOMITI DEDICATA AL FRIULI - VENEZIA GIULIA
Milano, 13 luglio 2001 - Air Dolomiti, in occasione del decimo anno
dall'attivazione del primo collegamento Trieste - Genova, riserva
continuamente interessanti proposte all'utenza del Friuli - Venezia Giulia.
All'interno della promozione "Dieci destinazioni per Dieci mesi", in
collaborazione con Lufthansa, Amsterdam e' la sesta citta europea offerta ad
un prezzo veramente speciale: Lire 499.000 + tasse a/r per persona, via
Monaco di Baviera. I biglietti devono essere acquistati tra il 15 e il 30
luglio e le partenze effettuate durante il mese di agosto. La tariffa
prevede come minimo di permanenza il sabato notte e massimo di permanenza 14
giorni. Gli orari dei voli, operati in collaborazione con Lufthansa, sono i
seguenti: Trieste- Amsterdam: 1234567 08.20/12.00; 1234567 13.00/16.30,
1234567 16.50/20.25. Amsterdam- Trieste: 1234567 08.35/12.30; 1234567
12.35/16.20; 1234567 17.10/20.55. I voli operati in code-sharing con
Lufthansa prevedono sosta a Monaco e cambio di aeromobile. Tutti i voli Air
Dolomiti partecipano al programma a premi Miles & More di Lufthansa con il
seguente punteggio: per i voli internazionali 1.000 punti per i biglietti a
tariffa scontata e 2.000 punti per i biglietti a tariffa piena, per i voli
nazionali 500 punti per i biglietti a tariffa scontata e 1000 punti per i
biglietti a tariffa piena. Le promozioni sono soggette a disponibilita'. Per
informazioni e prenotazioni contattare il Customer Service Air Dolomiti al
numero verde 800 013366 oppure visitare il sito
www.airdolomiti.it
LA NUOVA DREHER INFRANGIBILE RISPONDE ALLE ESIGENZE DEGLI ITALIANI
SECONDO UNA RICERCA IPSOS EXPLORER
Milano, 13 luglio 2001 - Heineken Italia ha lanciato sul mercato la nuova
Dreher Infrangibile, la prima birra in pet in Italia. La nuova confezione
offre numerosi vantaggi: è infrangibile, è richiudibile, è leggera, in una
parola è molto pratica. Per queste caratteristiche, Dreher Infrangibile è
ideale per essere consumata fuori casa, come in spiaggia, nei pic-nic o
nelle passeggiate in campagna. Il settore della birra riesce finalmente a
commercializzare una birra in pet grazie ad una nuova tecnologia sviluppata
dalla Continental Pet Technology e testata nel centro di ricerca
internazionale Heineken Technical Services di Zoeterwoude (Nl). Dreher
Infrangibile utilizza infatti un particolare tipo di pet a cinque strati che
preserva assolutamente inalterato il gusto della birra. Dreher Infrangibile
rappresenta una rivoluzione nel mondo della birra e risponde a delle
effettive esigenze dei consumatori italiani. Da una ricerca effettuata da
Ipsos Explorer nel giugno del 2001 è risultato infatti che solo il 15% degli
italiani consuma la birra fuori casa all'aperto, contro il 59% che la
consuma a casa. Il 47% degli italiani consuma birra in pub e locali vari, il
39% la consuma con gli amici in casa e alle feste, il 59% la beve durante il
pasto a casa propria con la famiglia. Solo il 18% consuma birra da solo.
Dalla ricerca è altresì emerso che gli italiani desidererebbero bere birra
in occasioni di svago all'aperto in compagnia di amici, come ad esempio nei
pic-nic (43%), in spiaggia (31%) o ai concerti (14%). Seguono le passeggiate
in montagna (10%), lo stadio (10%), in piscina (8%) e al parco in città
(7%). Solo il 5% afferma che non consumerebbe mai birra fuori casa
all'aperto. La birra è vissuta in questo senso come una bibita rinfrescante
e dissetante, adatta per essere consumata all'aperto durante la bella
stagione e legata al divertimento, al relax, allo svago. Questo
atteggiamento è assolutamente in linea con l'andamento stagionale delle
vendite di birra in Italia che subisce un picco nella stagione estiva. Ma
allora perché gli italiani bevono raramente in occasioni di svago
all'aperto? Non certo per il prodotto in sé, che viene giudicato adatto a
queste occasioni, ma per i limiti delle classiche confezioni in cui siamo
abituati a bere birra. La non richiudibilità, il peso e la fragilità sono
gli ostacoli principali che bloccano gli italiani dal consumare la birra
fuori casa. La richiudibilità della confezione è in particolare una
caratteristica molto apprezzata dagli italiani a causa delle abitudini di
consumo caratteristiche del nostro Paese. Da questa ricerca è emerso infatti
che ben il 14% degli italiani di solito non finisce la classica bottiglia da
66 cl. tutta in una volta. Di questi, il 51% butta via l'avanzo, con
evidente spreco, e il 40% la beve nei giorni seguenti. La birra perde però
rapidamente le proprie caratteristiche organolettiche dopo poche ore se non
è ermeticamente chiusa. Per non sprecare la birra, si finisce perciò per
berla con un gusto ormai alterato. Qualche italiano cerca strade
alternative: riscopre così che il 6% usa la birra avanzata per cucinare. La
ricerca ha confermato inoltre il carattere socializzante della birra,
prodotto strettamente legato alla convivialità e all'amicizia. Gli italiani
preferiscono bere birra con gli amici, con la famiglia e in tutte le
occasioni di svago, festa e relax. Oltre agli amici, gli italiani hanno
anche indicato alcuni noti personaggi dello spettacolo come le persone con
cui berrebbero volentieri una birra. Fra gli uomini è stato preferito Raul
Bova, con il 19% delle preferenze, mentre fra le donne la compagna preferita
è Sabrina Ferilli con ben il 30% delle preferenze. I giornalisti Enrico
Mentana e Lilli Gruber raccolgono solo il 2%, gli sportivi Mario Cipollini
il 2% e Fiona May l'1%. Altri personaggi citati sono stati Gerry Scotti
(5%), Renzo Arbore (4%) e Pietro Taricone (3%). Fra le donne, Simona Ventura
(7%) e Paola Barale (5%). Heineken Italia opera sul territorio nazionale con
sei stabilimenti (Pollein (Ao), Pedavena (Bl), Massafra (Ta), Comun Nuovo (Bg),
Assemini (Ca), Messina), impiega circa 1.100 persone, produce e
commercializza circa 5,8 milioni di ettolitri di birra, sviluppa un
fatturato lordo consolidato di circa 1.497 miliardi di lire (dati 2000).
Heineken Italia detiene il 35% di quota del mercato nazionale.
CALCIO: COPPA ITALIA CAMBIA NOME NASCE LA "TIM CUP"
Milano, 13 luglio 2001 - A partire dalla prossima edizione, quella
2001-2002, la Coppa Italia Tim si chiamera' "Tim Cup". La nuova
denominazione fa parte dell'accordo che unira' Lega Calcio e Tim fino al 30
giugno 2004. Questo accordo si inserisce in un rapporto gia' consolidato tra
la Lega e Tim. Quest'ultima, infatti, gia' dal 1998 promuove il campionato
di calcio piu' importante del mondo, la "Serie A Tim", e da quest'anno
acquisira' anche i diritti relativi al campionato di serie B. Il primo atto
della nuova "Tim Cup" avverra' venerdi' 13 luglio con il sorteggio della
composizione e dei calendari dei gironi eliminatori. L'appuntamento e'
fissato alle ore 10.45, presso la sede della Lega a Milano (via Rossellini
4). Alla "Tim Cup" sono iscritte d'ufficio 48 squadre: le Societa' che
parteciperanno ai campionati di Serie A Tim e di Serie B Tim nella stagione
sportiva 2001/2002, le quattro societa' retrocesse dalla Serie B Tim alla
Serie C/1 al termine della stagione 2000/2001 e sei societa' della Serie C/1
segnalate dalla Lega Professionisti Serie C. Ancora una volta Tim, azienda
leader nel settore delle telecomunicazioni mobili con 22.649.000 clienti in
Italia e oltre 50 milioni di clienti radiomobili del Gruppo Telecom Italia
nel mondo (al 30.06.2001), conferma il proprio impegno a prendere parte ai
grandi appuntamenti sportivi e il profondo legame con il calcio. Un binomio
vincente quello di Tim e il calcio. Due realta' di successo, tipicamente
italiane, due passioni con un denominatore comune: quello di unire le
persone
VELA: A RIVA DI TRAIANO GRANDE VELA AUDI CON MUMM 30 E STAR
Riva di Traiano, 13 luglio 2001 - Un fine settimana, da oggi a domenica 15
luglio, di grande vela a Riva di Traiano dove saranno in gare le flotte dei
Mumm 30 per la sesta e conclusiva tappa del Curcuito Italiano Audi e quella
della classe olimpica Star per il terzo appuntamento stagionale con la Star
Class Audi Ranking List Italia. La classe Star in questa occasione
festeggerà il suo novanatesimo anniversario in una cena voluta da Audi,
l'azienda tedesca delle automobili contraddistinte dai quattro anelli
d'argento che da diversi anni affianca il suo nome allo spor della vela,
sabato sera presso lo Sporting Club di Riva di Traiano e in in cui verrà
consegnato al comandante Agostino Straulino, grande gloria della classe
regina delle olimpiadi, un prezioso orologio di Bulgari. Sei le regate
previste per una flotta di un atrentina di equipaggi fra cui quello formato
dal genovese Riccardo Simoneschi (presidente intrenazionale della classe) e
dal napoletano Nando Colaninno (Guardia di Finanza) in gara con i colori del
Beetle Sailing Team sponsorizzato da Car Comauto di Milano, il più
importante concessionario Audi e Wolkswagen d'Italia. Simoneschi e Colaninno
sono reduti da un eccellente terzo posto al campionato Europeo Star
disputato la scorsa settimana in Danimarca. Fra gli altri non mancherà l'equipagggio
romano Giampiero Poggi/Giovanni Stilo che hanno già vinto le prime due prove
della Star Class Audi Ranking List Italia 2001 disputate a Viareggio e a
Bracciano. Per la classe Mumm 30 saranno in gara 21 imbarcazioni, l'intera
flotta italiana che in questa occasione vedrà l'assegnazione del titolo
tricolore: ci saranno Vincenzo Onorato, patron di una delle due sfide alla
prossima Coppa America, con il suo "Mascalzone latino" con cui nel novembre
scorso vinse a Miami il Campionato Mondiale della classe come sempre
assistito nel ruolo di tattico dal triestino Vasco Vascotto. "Mascalzone
Latino" occupa attualmente il primo posto della classifica generale dopo le
prime cinque tappe corse ad Alassio, Punta Ala, Cala Galera, Capri, e Gaeta.
In regata ci sarà anche il secondo della classifica "Cheyenne" dei torinesi
Claudio Recchi (timoniere) e Carla Silva (alla tattica il genovese Roberto
Martinez e il terzo "Kismet-Helly Hansen" dei fratelli carpigiani Massimo
(timoniere) e Stefano Leporati (alla tattica il carrarino Luca Santella).
Completeranno la flotta schierata sulla linea di partenza delle otto regate
previste su percorso a bastone i team romani di "Kaster" di Antonio Sodo
Migliori e Andrea Castrucci (, di "Bagua" di Andrea Cecchetti, di "Ilte.net
Wind" di Pierpaolo Cristofori (timoniere) e Biagio Menditto, "General Cargo"
di Furio Monaco (timoniere) e Antonio Masi (tattico Matteo Ivaldi), "BNL" di
Piero Mortari e di "H2SO4" di Alessandro Barnaba (tattico Ugo Grande) nonchè
tutti gli altri equipaggi che hanno dato vita alle combattutissime regate
del circuito 2001 e che si stanno già preparando per il Campionato Mondiale
di classe in programma a Cagliari la prima settimana di ottobre: "Primor/Elfa"
di Fausto Rubbini (Mauro Pelaschier alla tattica), "Ivresse" di Lorenzo
Barberini, "Mordilla" di Camilla Bert, "Metallurgica Calvi" di Carlo
Alberini (tattrico il romano Enrico Passoni), "La marachella di Dri Dri" di
Leopoldo Gimmelli (tattico Salvatore Eulisse), "Maga Joanna" di Luigi
Parente, "Mummas VI" dei fratelli Umberto e Massimo Battista,, "Olympus" di
Luca Servadei (tattico il cagliaritano Andrea Mura), "Alina" di Maurizio
Abbà (tattico il comascco Roberto Spata) e i monegaschi di "Dangerous but
fun" di Michele Perris. Le classifiche giornaliere della 3a tappa della Star
Class Audi Ranking List Italia e quelle della 6a tappa del Circuito Audi
Mumm 30 sono visibili sui siti:
www.biplan.com
www.starclass.it
www.avbracciano.com e
www.mumm30.it
I programmi Audi Vela sono visibili sul sito
www.audi-italia.com
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