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31 GENNAIO 2002
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CONTI PUBBLICI: UNA DICHIARAZIONE DEL MINISTRO TREMONTI
Roma, 31 gennaio 2002 In merito ai nuovi rilievi avanzati da esponenti
dell'opposizione sulla politica della finanza pubblica, il Ministero
dell'Economia e delle Finanze rende noto il seguente commento del ministro,
Giulio Tremonti. "Contano i fatti, non le parole. La promozione che la Ue si
appresta a dare al programma di stabilità dell'Italia fa piazza pulita di
ogni polemica. Essa conferma la fiducia crescente dell'Europa nell'azione
del governo. A questo punto l'opposizione dovrebbe chiedere scusa agli
italiani per il buco che essa ha lasciato in eredità all'attuale esecutivo.
I professionisti del buco e della falsificazione hanno sostenuto in questi
mesi che non esisteva alcun extradeficit. Ma un governo che ha presentato in
Parlamento una correzione di bilancio da 37 mila miliardi non lo ha fatto
certo per diletto o per polemica, bensì per senso del dovere verso i
cittadini del proprio paese. Il fatto poi che la correzione sia stata
attuata senza mettere le mani nelle tasche degli italiani è doppio motivo di
soddisfazione e non giustifica alcuna falsificazione".
TURCHIA PROSSIMA ARGENTINA?
Milano, 31 gennaio 2002 - La Turchia è un paese sparito dalle prime pagine
dei quotidiani ma che rischia di tornarvi presto con il risalto che,
dall'inizio di gennaio, ha l'Argentina. Con 65 milioni di abitanti, un
reddito pro capite di poco più di 3 mila dollari (circa 6 mila se computati
in parità di potere d'acquisto), una crescita demografica sostenuta e una
buona espansione economica (e della Borsa di Istanbul) nell'ultimo scorcio
degli anni '90; dall'inizio del 2001 il Paese sta attraversando una forte
contrazione economica: il PIL è diminuito del 7%, la produzione industriale
del 14%, mentre i prezzi al consumo sono aumentati di quasi il 65%, la
Bilancia Commerciale ha un saldo negativo in espansione e le riserve sono
pari a meno di 18 miliardi di Dollari; in valuta internazionale la Borsa ha
segnato un ribasso medio del 30% nell'arco degli ultimi 12 mesi. La Turchia
ha accumulato un forte debito estero: circa 103 miliardi di dollari. Da
sempre il Paese è diviso tra modernizzatori occidentali e coloro, invece,
che guardano alla tradizione orientale, e allo stesso islamismo. Sono
lacerazioni proprio alla porta d'Europa. In questi giorni, la Turchia si è
rivolta al Fondo Monetario Internazionale e al Governo degli Stati Uniti per
ulteriori interventi a supporto del programma di riassetto strutturale
interno. È attualmente in corso il ventesimo programma supportato dal Fmi
dal 1958. Quello ora in vigore è iniziato nel 1999, con un finanziamento di
4 miliardi di Dollari mirato a sostenere misure di controllo dell'inflazione
nel cui contesto il Paese ha adottato un crawling peg per il proprio Tasso
di Cambio, ossia un programma di svalutazioni controllate. Come previsto, le
svalutazioni controllate hanno messo in serie difficoltà il Sistema
Bancario, in corso di ristrutturazione. Nuovo intervento Fmi (7,5 miliardi
di Dollari) nel dicembre 2000, unitamente a una lettera di impegni
imperniata su un'accelerazione del programma di privatizzazioni. In aprile
2001, la Lira turca era diventata uno dei principali bersagli della
speculazione: su consiglio del Fmi il crawling peg è stato abbandonato e si
è fatta fluttuare la Lira sul mercato internazionale, in base a una nuova
lettera di impegni con il Fmi e 8 miliardi di Dollari di valuta fresca. Ora
sono in ballo altri 12 miliardi di Dollari, nel quadro di un programma che
il consiglio d'amministrazione del Fondo vaglierà tra la fine di gennaio e
l'inizio di febbraio; questa volta il programma ha come elemento di fondo
l'ampliamento della base tributaria, modo elegante per dire aumento del
gettito. Non pochi economisti americani temono che la misura potrebbe
innescare un aggravamento della recessione e l'avvitarsi verso l'insolvenza,
ossia il verificarsi di una nuova Argentina, proprio ai confini dell'Unione
Europea (UE). Infine è da osservare che la Turchia ha già ritirato il 1.500%
della propria quota (oro, valuta estera e valuta locale) presso il Fondo
mentre il giorno della dichiarazione d'insolvenza l'Argentina ne aveva
ritirato il 529%. La debolezza dell'Euro è uno svantaggio per i 12?
Protagonista indiscusso di inizio anno, l'Euro dopo essere entrato nelle
tasche di quasi il 90 per cento degli abitanti della Ue ha fatto parlare di
se questo fine settimana anche per la debolezza che ha ricominciato ad
accumulare nei confronti del dollaro. Molti analisti sono stato presi in
contropiede da tale comportamento, opposto a quello atteso. Infatti, il
passaggio da moneta virtuale a moneta reale aveva fatto supporre che molti
degli investimenti fatti da non residenti Ue in una delle valute dei 12
paesi, sarebbero stati parcheggiati prima del 31 dicembre 2001 in dollari,
in attesa che il change over si completasse con successo. Se ciò fosse
avvenuto avremmo dovuto assistere ad una debolezza dell'euro nei confronti
della moneta Usa, nell'ultima parte dell'anno ed un rafforzamento a partire
da metà di questo mese. E' avvenuto esattamente il contrario. Difficile dare
spiegazioni; forse anche inutile. Un motivo di tale debolezza è certamente
fornito dalla configurazione tecnica dei prezzi: una figura ribassista di
doppio massimo che si è completata con il cambio sceso sotto 0,875. Figura
ribassiste che da come obiettivo teorico della discesa dei prezzi 0,845
dollari per un euro. Tuttavia rimane alquanto strana la forza del dollaro
quando negli ultimi 9 mesi l'economia Usa ha attraversato una fase di
recessione. Si può obiettare che neanche Eurolandia se l'è passata bene nel
2001. Ma se la moneta rispecchiasse con una certa fedeltà la forza
dell'economia, a fronte delle previsioni di crescita per l'anno in corso
fatte da Fmi, Ocse e Bruxelles, tutti e tre concordi che l'area Ue crescerà
di più degli Usa, si dovrebbe assistere non ad un indebolimento, ma ad un
rafforzamento dell'euro contro il dollaro. Un altro motivo di debolezza
della moneta europea, potrebbe essere quello che la Bce non sembra disposta
a tagliare il costo del denaro, possibilità che invece non pare del tutto
esclusa da parte della Fed. E' allora probabile che gli investitori
istituzionali in questi giorni stiano accumulando bond statali Usa, per
scommettere su di un eventuale taglio. Certo è che con le previsioni di
crescita di Bruxelles, avallate da Fmi e Ocse, non ci sono ragioni valide
per la Bce di abbassare il costo del denaro, oltrettutto ora che
l'inflazione sembra assestarsi senza però dare la certezza di essere
completamente domata. La situazione non è semplice ma una delle ipotesi
potrebbe essere quella che in questo momento il dollaro sia veramente
sopravvalutato e che prima o poi la bolla speculativa scoppi. Magari guidata
proprio dall'amministrazione Bush. Quindi le attuali quotazioni dell'euro
sul dollaro, potrebbero rivelarsi interessanti per accumulare a prezzi
convenienti e con un ottica di lungo periodo. Ma poi, speculazione a parte,
siamo veramente sicuri che per l'economia in Eurolandia, l'euro debole sia
uno svantaggio? Non è che la maggiore crescita per la Ue rispetto agli Usa
prevista per il 2002 dai tre organismi economici, sia dovuta anche alla
maggiore competitività delle merci del vecchio continente rispetto a quelle
Usa? Nel lungo periodo la supremazia delle azioni sulle obbligazioni non è
più una certezza. Ci ha colpito la recente decisione di uno dei più grandi
fondi pensione inglesi, quello appartenente alla catena distributiva Boots,
di abbandonare totalmente la strategia che vedeva il fondo impegnato al 75
per cento dei suoi capitali in investimenti di natura azionaria. Il
progressivo abbandono della componente azionaria, a favore di obbligazioni
trentennali con un grado di affidabilità massima, non è di natura temporanea
per ovviare alla perdurante discesa dei mercati azionari. Il cambiamento
della composizione del portafoglio è dovuto alla convinzione che nel lungo
periodo, il tanto sventolato extra rendimento delle azioni non è
assolutamente dimostrato e quindi non è certo che tra trenta anni il fondo
pensione abbia ottenuto un rendimento maggiore investendo in azioni
piuttosto che in obbligazioni. Tralasciamo la ragioni tecniche che hanno
portato il fondo pensione ad una simile decisione e limitiamoci ad una prova
sul campo.Supponiamo di volere verificare se la teoria in Italia negli
ultimi 8 anni ha un suo fondamento e mettiamo a confronto il rendimento
dell'indice Mibtel e del Btp (Buono Tesoro Poliennale), trentennale, con
scadenza nel 2023. Entrambi vedono il loro esordio alla contrattazioni più o
meno contemporaneamente. Il Btp nel novembre del 1993 mentre l'indice Mibtel,
che parte con il passaggio delle contrattazioni dalle grida al telematico,
nel 1994. Tutti hanno a mente il grande rialzo della Borsa nel biennio 97/98
e il grande rally della fine del 1999. Perciò il confronto sul Btp
sembrerebbe improponibile. Ed invece così non è. Perché oggi chi avesse
investito nel Btp ad inizio 1994 avrebbe un guadagno del 170 per cento,
ottenuto sia in conto capitale (rivalutazione dei prezzi), sia dalle cedole
versate e reinvestite sempre in tranche del Btp stesso. Nello stesso periodo
il Mibtel a messo a segno una performance appena superiore del 200 per
cento. Ma se il confronto fosse stato fatto alla fine della settimana della
tragedia Usa di settembre, lo scarto a favore del mercato azionario sarebbe
stato solo del 10 per cento. Paradossalmente, ma non troppo, il margine a
favore dell'azionario si riduce oggi se nel confronto si utilizza il Mib30,
l'indice dei maggiori trenta titoli italiani, che in questo lasso di tempo
ha fatto peggio del Mibtel. Il ragionamento che sta alla base della
decisione del fondo pensione Boots sembrerebbe trovare una sua validità
empirica nel mercato italiano. Anche se qualche fine conoscitore dei mercati
finanziari potrebbe obiettare che la salita del Btp trentennale nel triennio
1995/1998 sia stata dovuta alla eccezionale caduta del tasso di inflazione e
al conseguente ridimensionamento dei tassi di interesse, fenomeni entrambi
favoriti dall'obiettivo di riportare i valori macroeconomici italiani entro
i parametri di Maastricht per partecipare alla fase finale del progetto
dell'euro. Fenomeno che difficilmente si riprodurrà nel futuro e quindi
anche la performance del Btp è stata solo una eccezione fortunata e potrebbe
non ripetersi. Tutto vero, come è però vero che dell'abbassamento del costo
del denaro ne ha goduto a piene mani anche la Borsa, che è dimostrato
gradire tassi in discesa. Quindi anche l'extra rendimento del Mibtel sembra
un fenomeno di natura eccezionale. In conclusione, nel lungo periodo la
Borsa fa certamente meglio dei Bond, ma forse non così meglio quanto
l'investitore si aspetterebbe. La domanda è: l'assunzione di un maggiore
rischio nell'investimento azionario (premio per il rischio), è ripagata
dalla extra performance rispetto al mercato dei bond? Le recenti quasi
certezze in materia, grazie a Boots non sono più tali.
ASSOCONSULENZA: LA DEBOLEZZA DELL'EURO È UNO SVANTAGGIO PER I 12?
Milano, 31 gennaio 2002 - Protagonista indiscusso di inizio anno, l'Euro
dopo essere entrato nelle tasche di quasi il 90 per cento degli abitanti
della Ue ha fatto parlare di se questo fine settimana anche per la debolezza
che ha ricominciato ad accumulare nei confronti del dollaro. Molti analisti
sono stato presi in contropiede da tale comportamento, opposto a quello
atteso. Infatti, il passaggio da moneta virtuale a moneta reale aveva fatto
supporre che molti degli investimenti fatti da non residenti Ue in una delle
valute dei 12 paesi, sarebbero stati parcheggiati prima del 31 dicembre 2001
in dollari, in attesa che il change over si completasse con successo. Se ciò
fosse avvenuto avremmo dovuto assistere ad una debolezza dell'euro nei
confronti della moneta Usa, nell'ultima parte dell'anno ed un rafforzamento
a partire da metà di questo mese. E' avvenuto esattamente il contrario.
Difficile dare spiegazioni; forse anche inutile. Un motivo di tale debolezza
è certamente fornito dalla configurazione tecnica dei prezzi: una figura
ribassista di doppio massimo che si è completata con il cambio sceso sotto
0,875. Figura ribassiste che da come obiettivo teorico della discesa dei
prezzi 0,845 dollari per un euro. Tuttavia rimane alquanto strana la forza
del dollaro quando negli ultimi 9 mesi l'economia Usa ha attraversato una
fase di recessione. Si può obiettare che neanche Eurolandia se l'è passata
bene nel 2001. Ma se la moneta rispecchiasse con una certa fedeltà la forza
dell'economia, a fronte delle previsioni di crescita per l'anno in corso
fatte da Fmi, Ocse e Bruxelles, tutti e tre concordi che l'area Ue crescerà
di più degli Usa, si dovrebbe assistere non ad un indebolimento, ma ad un
rafforzamento dell'euro contro il dollaro. Un altro motivo di debolezza
della moneta europea, potrebbe essere quello che la Bce non sembra disposta
a tagliare il costo del denaro, possibilità che invece non pare del tutto
esclusa da parte della Fed. E' allora probabile che gli investitori
istituzionali in questi giorni stiano accumulando bond statali Usa, per
scommettere su di un eventuale taglio. Certo è che con le previsioni di
crescita di Bruxelles, avallate da Fmi e Ocse, non ci sono ragioni valide
per la Bce di abbassare il costo del denaro, oltrettutto ora che
l'inflazione sembra assestarsi senza però dare la certezza di essere
completamente domata. La situazione non è semplice ma una delle ipotesi
potrebbe essere quella che in questo momento il dollaro sia veramente
sopravvalutato e che prima o poi la bolla speculativa scoppi. Magari guidata
proprio dall'amministrazione Bush. Quindi le attuali quotazioni dell'euro
sul dollaro, potrebbero rivelarsi interessanti per accumulare a prezzi
convenienti e con un ottica di lungo periodo. Ma poi, speculazione a parte,
siamo veramente sicuri che per l'economia in Eurolandia, l'euro debole sia
uno svantaggio? Non è che la maggiore crescita per la Ue rispetto agli Usa
prevista per il 2002 dai tre organismi economici, sia dovuta anche alla
maggiore competitività delle merci del vecchio continente rispetto a quelle
Usa? Nel lungo periodo la supremazia delle azioni sulle obbligazioni non è
più una certezza. Ci ha colpito la recente decisione di uno dei più grandi
fondi pensione inglesi, quello appartenente alla catena distributiva Boots,
di abbandonare totalmente la strategia che vedeva il fondo impegnato al 75
per cento dei suoi capitali in investimenti di natura azionaria. Il
progressivo abbandono della componente azionaria, a favore di obbligazioni
trentennali con un grado di affidabilità massima, non è di natura temporanea
per ovviare alla perdurante discesa dei mercati azionari. Il cambiamento
della composizione del portafoglio è dovuto alla convinzione che nel lungo
periodo, il tanto sventolato extra rendimento delle azioni non è
assolutamente dimostrato e quindi non è certo che tra trenta anni il fondo
pensione abbia ottenuto un rendimento maggiore investendo in azioni
piuttosto che in obbligazioni.Tralasciamo la ragioni tecniche che hanno
portato il fondo pensione ad una simile decisione e limitiamoci ad una prova
sul campo. Supponiamo di volere verificare se la teoria in Italia negli
ultimi 8 anni ha un suo fondamento e mettiamo a confronto il rendimento
dell'indice Mibtel e del Btp (Buono Tesoro Poliennale), trentennale, con
scadenza nel 2023. Entrambi vedono il loro esordio alla contrattazioni più o
meno contemporaneamente. Il Btp nel novembre del 1993 mentre l'indice Mibtel,
che parte con il passaggio delle contrattazioni dalle grida al telematico,
nel 1994. Tutti hanno a mente il grande rialzo della Borsa nel biennio 97/98
e il grande rally della fine del 1999. Perciò il confronto sul Btp
sembrerebbe improponibile. Ed invece così non è. Perché oggi chi avesse
investito nel Btp ad inizio 1994 avrebbe un guadagno del 170 per cento,
ottenuto sia in conto capitale (rivalutazione dei prezzi), sia dalle cedole
versate e reinvestite sempre in tranche del Btp stesso. Nello stesso periodo
il Mibtel a messo a segno una performance appena superiore del 200 per
cento. Ma se il confronto fosse stato fatto alla fine della settimana della
tragedia Usa di settembre, lo scarto a favore del mercato azionario sarebbe
stato solo del 10 per cento. Paradossalmente, ma non troppo, il margine a
favore dell'azionario si riduce oggi se nel confronto si utilizza il Mib30,
l'indice dei maggiori trenta titoli italiani, che in questo lasso di tempo
ha fatto peggio del Mibtel. Il ragionamento che sta alla base della
decisione del fondo pensione Boots sembrerebbe trovare una sua validità
empirica nel mercato italiano. Anche se qualche fine conoscitore dei mercati
finanziari potrebbe obiettare che la salita del Btp trentennale nel triennio
1995/1998 sia stata dovuta alla eccezionale caduta del tasso di inflazione e
al conseguente ridimensionamento dei tassi di interesse, fenomeni entrambi
favoriti dall'obiettivo di riportare i valori macroeconomici italiani entro
i parametri di Maastricht per partecipare alla fase finale del progetto
dell'euro. Fenomeno che difficilmente si riprodurrà nel futuro e quindi
anche la performance del Btp è stata solo una eccezione fortunata e potrebbe
non ripetersi. Tutto vero, come è però vero che dell'abbassamento del costo
del denaro ne ha goduto a piene mani anche la Borsa, che è dimostrato
gradire tassi in discesa. Quindi anche l'extra rendimento del Mibtel sembra
un fenomeno di natura eccezionale. In conclusione, nel lungo periodo la
Borsa fa certamente meglio dei Bond, ma forse non così meglio quanto
l'investitore si aspetterebbe. La domanda è: l'assunzione di un maggiore
rischio nell'investimento azionario (premio per il rischio), è ripagata
dalla extra performance rispetto al mercato dei bond? Le recenti quasi
certezze in materia, grazie a Boots non sono più tali.
ACOTEL: IL MERCATO ATTENDE I DATI
Milano, 31 gennaio 2002 - Analizzando i dati economici divulgati dalla
società si evidenzia, in prima battuta, una forte dipendenza dall'operatore
telefonico Tim, non ancora compensata dalla politica di diversificazione
annunciata agli analisti. La forte concorrenzialità sul mercato della
messaggistica e la ricerca degli operatori telefonici di migliorare i
margini reddituali, non consentono significativi spazi di crescita. Per
converso, è ancora troppo presto per attenderci sensibili incrementi
reddituali dagli accordi stipulati con Sisal, Acea (Voinoi), nonché
Info2cell e Jinny Software, che invece, attualmente, pesano a livello di
Ebitda. Registriamo a livello di Margine Operativo Lordo un rilevante costo
del personale e costi di struttura necessari per l'implementazione dei
progetti in corso. Raggiunto al telefono da noi, il direttore finanziario
Luca De Rita ha commentato: "L'andamento della quotazione dipende da fattori
esogeni ai fondamentali della società. Noi preferiamo parlare con i dati che
comunicheremo a febbraio".Per il Centro Studi Assoconsulenza rimane lo stato
di attenzione sui dati finanziari di fine anno, con attenzione sugli effetti
della diversificazione a livello di fatturato.
UN "AGENTE VIRTUALE" A FIANCO DEI CANALI TRADIZIONALI
Milano, 31 gennaio 2002 - Per mesi, sin dagli albori della cosiddetta New
Economy, gli analisti e gli osservatori del settore si sono sbizzarriti nel
coniare, spesso con successo, definizioni che identificassero le varie
attività che proliferavano nel mondo di Internet, creando un nuovo
vocabolario che si è a poco a poco insediato come uso comune tra gli addetti
ai lavori In molti casi però, aziende che operano on-line si sono trovate
associate tra loro nella stessa connotazione nonostante perseguissero
obiettivi diversi, in settori diversi e con differenti modelli di business.
Le aziende ad esempio che si propongono di fare incontrare domanda e offerta
di beni sono state definite, nel linguaggio "virtuale", marketplace o
exchange. Ma è appropriato chiamare marketplace aziende che si propongono di
intermediare materiali quali l'acciaio che, di fatto, non è e non sarà mai
una commodity? Un marketplace è infatti un ambiente "liquido", dove beni
univocamente identificabili e codificati (commodity) sono scambiati
attraverso l'incontro e la mutua esclusione di due proposte di segno
opposto, dove l'unica variabile è il prezzo. Nel settore dell'acciaio il
verificarsi di questo processo è pressoché impossibile. Una lamiera non è
solo una lamiera, ma porta con se tutta una serie di caratteristiche
(formato, spessore, qualità, finitura, tolleranze, tempi di consegna, ecc)
che generano innumerevoli variabili di sottoprodotti che difficilmente
riuscirebbero a trovare una collocazione automatica in un ambiente asettico,
stile borsa (marketplace). Esistono marketplaces che operano come
intermediari di prodotti siderurgici sul mercato domestico europeo e che non
lavorano come "principle", ossia non acquisiscono titolarità della merce e,
sfruttando l'utilizzo di tecnologie informatiche, si attivano per piazzare
le disponibilità dei fornitori presso i potenziali acquirenti e vice-versa,
facilitando le trattative tra controparti che hanno affinità merceologiche.
Nel mondo reale questa è un'attività nota, fino ad oggi, con il nome di
"agente plurimandatario". I marketplaces diventano quindi un agente in più,
che si aggiunge ai molti già esistenti, ma con una caratteristica: si
avvalgono delle nuove tecnologie per abbattere i costi, coprire un numero
più elevato di clienti e di fornitori offrendo tutti i servizi (logistici,
assicurazioni, ispezioni, certificazioni, ecc.) necessari per l'esecuzione
degli ordini. Il loro obiettivo è di acquisire il business spot, quello non
attualmente in carico agli altri agenti, in zone remote o non coperte, o
laddove l'agente incaricato non riesce ad incidere sulle decisioni del
cliente. Alcune importanti aziende (o gruppi) siderurgiche sembrano essersi
sforzate per prime e più di altre a capire la logica e la missione di
un'attività come questa cercando, senza creare conflitto con la propria rete
di vendita, di cogliere le opportunità e i benefici che possono derivarne.
Senza stravolgere le proprie politiche commerciali, queste aziende hanno
scelto di assegnare ai marketplaces la gestione di quei clienti che
rappresentano per i loro agenti convenzionali una 'mission impossible' ed un
impegno, in termini di tempo e denaro, che a conti fatti non è giustificato
dalla remunerazione. Si tratta di quei clienti che per motivi logistici,
operativi o di strategia aziendale non possono essere serviti con quel
valore aggiunto che il cliente stesso si aspetta di ricevere per il prezzo
che paga. Forse si è finalmente giunti alla conclusione che Internet, nel
settore B2B (e qui si può rendere giustizia a chi ha coniato il termine),
non cambia i ruoli ma solamente il modo di lavorare, e quindi non
rappresenta una minaccia. Continueranno a esistere, almeno per molti anni, i
commercianti, gli stockisti, i trader e gli agenti. Nessun ruolo, di per sé,
è a rischio. Ma è buona norma mettersi continuamente in discussione, essere
aperti ai cambiamenti e pronti ad adottare nuovi strumenti di lavoro per
rimanere al passo coi tempi in un mondo in continua, ma sempre più rapida,
evoluzione.
LE BANCHE METTONO IN CANTIERE NUOVE STRATEGIE PER ESSERE COMPETITIVE SUL
MERCATO ECCO LE STRATEGIE CHE GLI ISTITUTI FINANZIARI DEVONO SVILUPPARE PER
FAR FRONTE ALLE NUOVE ESIGENZE DELLA CLIENTELA E ALLA VOLATILITÀ DEI MERCATI
Milano, 31 gennaio 2002 - Cambia il concetto di concorrenza nel settore dei
servizi finanziari, come dimostra uno studio commissionato da Unisys (Nyse:Uis)
e dal Bank Administration Institute (Bai), al Wharton Financial Institutions
Center dell'Università della Pennsylvania. Il rapporto, intitolato
"Concorrenza, Innovazione e strategia nel settore dei servizi finanziari"
delinea le strategie che le banche devono mettere a punto per rispondere
alle esigenze dei propri clienti e per continuare a essere competitive sul
mercato. Lo studio Wharton contiene, infatti, indicazioni tese a promuovere
attività decisionali di carattere strategico che consentono di anticipare e
prevenire i cambiamenti del mercato, grazie anche al supporto di strutture
flessibili, in grado di adeguarsi rapidamente alle trasformazioni in corso.
Dallo studio emerge che le banche devono maturare la capacità di rispondere
in maniera rapida ed efficiente alle profonde modificazioni che influiscono
sull'intero mercato, affrancandosi anche dalle operazioni di routine ed
elaborando strategie teste a: Creare un nuovo modello di pianificazione
strategica nel settore dei servizi finanziari in grado di affrontare gli
imprevisti e di cogliere le opportunità emergenti. Schierare risorse
organizzative flessibili, in grado di gestire le relazioni con i clienti,
l'innovazione e lo sviluppo dei prodotti, elementi cruciali nell'ambito dei
servizi finanziari. Sviluppare un approccio teso a raggiungere un vantaggio
competitivo attraverso progetti efficienti ed efficaci di assunzioni e
promozioni, valutazioni dei progetti e sviluppo delle strutture
organizzative. Lo studio è stato condotto attraverso interviste dirette con
il personale dirigente di aziende che operano nel settore dei servizi
finanziari, come banche, società di intermediazione e fornitura di servizi
tecnologici, facendo attenzione a interpretare correttamente le forze di
spinta che portano all'evoluzione di questo settore. "Wharton vuole aiutare
gli istituti bancari ad affrontare un mercato e tecnologie in rapida e
continua evoluzione - ha spiegato Daniel Raff, professore associato presso
la Wharton School - Gli aspetti quotidiani dell'attività bancaria non sono
altro che operazioni di routine: prestiti e finanziamenti, pagamento di
interessi, incasso di assegni. Tuttavia anche la routine deve cambiare
radicalmente per garantire il successo futuro". "Il successo nel mondo
bancario si basa sul cosiddetto 'virtuosismo della quotidianità - osserva
Chris Skinner, Vice President della divisione Strategia e marketing dello
Unisys Global Financial Services - Le banche devono rivedere di continuo le
transazioni di routine rcustomer-facing, inserite nel contesto di mercato
globale caratterizzato da una rapida evoluzione". Il testo completo della
relazione "Concorrenza, Innovazione e Strategia nel settore dei Servizi
Finanziari" è disponibile all'indirizzo
www.unisysfinancial.com o all'indirizzo
www.bai.org/competition
AL VIA IL PORTALE SSB (SOCIETA' PER I SERVIZI BANCARI) ON LINE PROGETTATO
CON ETNOTEAM
Milano, 31 gennaio 2002 - Ssb, Societa' per i Servizi Bancari, leader nella
realizzazione di servizi informatici per le Banche e nel processing delle
carte di pagamento, annuncia il lancio del nuovo portale
http://www.ssb.it
realizzato in collaborazione con Etnoteam, uno dei principali fornitori in
Italia di soluzioni per Internet e le Telecomunicazioni.Ssb Online e' un
portale di alto profilo, ricco di contenuti e aggiornamenti utili sul mondo
bancario e finanziario e rappresenta un ulteriore canale di contatto tra i
Clienti e Ssb, per rafforzarne la relazione anche sotto il profilo
interattivo. Il sito prevede, accanto alle sezioni corporate e a quelle
dedicate agli eventi e alla comunicazione, pagine riservate ai servizi ad
alto contenuto tecnologico offerti da Ssb al mondo finanziario: dal Card
Processing al E&M-Commerce, dal Corporate Banking ai Sistemi di Pagamento,
dalla Banca Automatica al Certification World.Il progetto ha previsto il
rafforzamento della presenza di Ssb sul web, con una maggiore completezza e
puntualita' delle informazioni. Per questo motivo, una fase importante e'
stata l'attivita' di analisi dei processi Ssb, condotta da Etnoteam, per
individuare ruoli ed entita' aziendali all'interno di una realta' molto
vasta ed articolata. Infine, Etnoteam ha realizzato la system integration e
il design, basato sull'accessibilita' al sito in termini di chiarezza e
gradevolezza grafica e di leggerezza nel caricamento delle pagine. Roberto
Sarina - Managing Vp Market Finance di Etnoteam - ha commentato: ''La
realizzazione del portale Ssb Online e' per noi motivo di orgoglio perche'
rappresenta una tappa importante in un rapporto costante attraverso gli
anni, che ci ha portato a supportare in modo completo il Cliente
nell'evoluzione della sua presenza su Internet''. Fabrizio Canedoli,
Direttore Marketing e Vendite di Ssb, ha affermato: ''Il nuovo portale Ssb
Online e' un passo importante nel potenziamento della relazione con la
nostra Clientela e rappresenta l'avvio del ''cambiamento'' di Ssb sul Web,
attraverso il restyling dell'immagine e l'utilizzo di strumenti che rendono
fruibile la bidirezionalita' del canale. Ssb con il nuovo portale vuole
pertanto raggiungere un duplice obiettivo: farsi conoscere e conoscere i
propri clienti, acquisiti e potenziali, al fine di poter soddisfare al
meglio le loro esigenze''.
UNICREDITO ITALIANO E ALLIANZ ANNUNCIANO LA TEMPISTICA PER L'OPAS SU
ZAGREBACKA BANKA
Milano, 31 gennaio 2002 - UniCredito Italiano ("UniCredit") e Allianz Ag ("Allianz")
(insieme il "Consorzio") hanno annunciato la tempistica per l'offerta
pubblica di acquisto e scambio (Opas) amichevole che intendono promuovere
sul 100% del capitale con diritto di voto di Zagrebacka banka d.d. ("Zagrebacka
banka"), attualmente non posseduto dal Consorzio (l'"Offerta"). L'Offerta
sarà inoltre subordinata all'acquisizione di almeno il 70% del capitale
azionario con diritto di voto di Zagrebacka banka che, sommato alla quota
del 20% attualmente posseduta dal Consorzio, porterebbe l'ammontare della
partecipazione del Consorzio al 90%. In caso di piena adesione all'Offerta,
UniCredit e Allianz deterranno rispettivamente l'85% ed il 15% del capitale
azionario con diritto di voto di Zagrebacka banka. L'Offerta, ancora
soggetta ad una serie di condizioni, dovrebbe essere lanciata l'11 febbraio
2002 e rimanere aperta per un periodo di tre settimane (fino al 1 marzo
2002). Ieri l'Assemblea Straordinaria di UniCredit ha conferito delega al
Consiglio d'Amministrazione per aumentare il capitale sociale tramite
l'emissione di un massimo di 139.112.873 nuove azioni UniCredit.
Successivamente, in esercizio della delega ricevuta, il Consiglio di
Amministrazione di UniCredit ha deliberato un aumento di capitale di
112.821.074 nuove azioni UniCredit del valore nominale di Euro 0.5 ciascuna,
da scambiare con azioni e Gdr di Zagrebacka banka, secondo un rapporto di
61,32 azioni UniCredit per ciascuna azione Zagrebacka banka e di 6,13 azioni
UniCredit per ciascun Gdr Zagrebacka banka. Il corrispettivo totale
dell'Offerta, rappresentato da azioni UniCredit di nuova emissione per l'80%
e per il 20% per cassa, sarà pertanto pari a circa 238,57 dollari per ogni
azione (pari a circa 2.097,94 kune croate per azione)(1) e circa 23,86
dollari per ciascun Gdr, sulla base del prezzo di Euro 4,50 per azione
UniCredit utilizzato per calcolare il rapporto di scambio. Tale prezzo è
stato determinato sulla base del prezzo medio di ogni azione UniCredit
(Prezzo Ufficiale della Borsa Italiana) nelle venti giornate di negoziazione
precedenti il Consiglio di Amministrazione odierno e il tasso di cambio
Euro/US$ al 29 gennaio 2002. L'Offerta rappresenta un premio di circa il 25%
e circa il 18% sulla media del prezzo per l'anno 2001 di ogni azione e di
ogni Gdr di Zagrebacka banka rispettivamente, ed un premio di circa il 47% e
circa il 44% sulla media del prezzo a settembre 2000 (voci pre-acquisizione)
di ogni azione e di ogni Gdr di Zagrebacka banka rispettivamente. Gli
azionisti di Zagrebacka banka residenti in Croazia che aderiranno
all'Offerta avranno la possibilità di vendere le nuove azioni UniCredit e
ricevere il corrispettivo in Euro derivante dalla vendita delle nuove azioni
UniCredit, che si va ad aggiungere alla componente per cassa dell'Offerta in
Us$. In aggiunta, soggetto all'approvazione dell'Assemblea Straordinaria di
Zagrebacka banka prevista per il 27 febbraio 2002, tutti gli azionisti di
Zagrebacka banka iscritti a libro soci al 15 febbraio ("Data di
Registrazione") avranno diritto ad un dividendo speciale di 7,0 dollari e
0,70 dollari per ciascuna azione e ciascun Gdr rispettivamente ("Dividendo
Speciale"). Commentando l'operazione, Alessandro Profumo, amministratore
delegato di UniCredit, ha dichiarato: "I preparativi per l'Opas sono
avviati. Crediamo che questa sia una opportunità interessante per gli
azionisti sia di UniCredit sia di Zagrebacka banka e confidiamo che i
termini dell'Opas siano graditi a tutti gli azionisti di Zagrebacka banka".
ASSEMBLEA STRAORDINARIA UNICREDIT: APPROVATO AUMENTO DI CAPITALE PER OPAS
ZAGREBACKA
Genova, 31 gennaio 2002 - Ieri l'Assemblea straordinaria dei soci di
UniCredito Italiano ha conferito delega al Consiglio di Amministrazione per
aumentare il capitale sociale tramite l'emissione di un numero massimo di
139.112.873 nuove azioni ordinarie, corrispondente ad un prezzo complessivo
di emissione di 311.612.835,52 euro di cui 69.556.436,50 euro di valore
nominale e ad un prezzo unitario minimo di emissione di 2,24 euro di cui 0,5
euro di valore nominale e 1,74 euro di sovrapprezzo. L'aumento di capitale
sociale è funzionale all'Opas che UniCredit e Allianz hanno in procinto di
promuovere in Croazia per l'acquisizione della totalità delle azioni di
Zagrebacka banka d.d. L'Assemblea dei soci, in adunanza ordinaria, ha
altresì proceduto ad integrare il Collegio Sindacale della società,
nominando alla carica di sindaco effettivo l'Avvocato Vincenzo Nicastro.
UNICREDIT: APPROVATO ALL'UNANIMITÀ IL BUDGET 2002
Genova, 31 gennaio 2002 - Il Consiglio di Amministrazione, riunitosi subito
dopo l'Assemblea, ha esercitato la facoltà dalla stessa conferitagli
deliberando l'aumento di capitale funzionale all'operazione di acquisizione
di Zagrebacka Banka approvata in mattinata. Nella medesima seduta il CdA ha
altresì approvato all'unanimità, esprimendo ampia soddisfazione, il budget
per il 2002, che prevede risultati in ulteriore crescita in un contesto di
mercato esterno assai complesso ma molto ben motivato nella struttura e
nella previsione.
BORSE.IT CERTIFICA IL PROPRIO SERVIZIO DI PAGAMENTI ON-LINE CON LE
GARANZIE FORNITE DA QWEBMARK
Bologna, 31 Gennaio 2002 - Borse.it, leader nell'informazione finanziaria
on-line, ha ottenuto il Qwebmark: il marchio di qualità per i siti web di
commercio elettronico messo a punto dalla federazione Cisq (Certificazione
italiana sistemi qualità aziendali) in collaborazione con Certicommerce,
associazione promossa dall'Unione italiana delle camere di commercio. Lo
scopo è quello di accrescere le garanzie fornite agli acquirenti
(consumatori e imprese) nei confronti del commercio elettronico,
certificando il rispetto di determinati principi e requisiti da parte dei
fornitori virtuali. Dal 20 gennaio Borse.it ha diritto di esporre il marchio
Qweb avendo aderito a tutti gli standard previsti in termini di facilità
d'identificazione del fornitore, rispetto della privacy, chiarezza e
veridicità delle condizioni di vendita e dei termini di consegna, sicurezza
delle transazioni ecc., tale marchio ha valore ufficiale e permette di
verificare istantaneamente, con un semplice clic del mouse, la validità
della certificazione e l'ente che l'ha rilasciata. Borse.it ottenendo la
certificazione di qualità ha voluto rispondere alle esigenze fondamentali
espresse dall'e-commerce: sicurezza, affidabilità, funzionalità, rispetto
della privacy. Il controllo di aderenza agli standard richiesti è, inoltre,
continuativo: l'organismo di certificazione, a sua volta vigilato da un
apposito comitato, verifica i siti più volte l'anno. "Ritengo che la
certificazione della nostra attività di commercio elettronico sia il giusto
completamento della neonata area Premium" ha affermato Emanuele Bajo,
Presidente di Borsa.it Srl "grazie alle maggiori garanzie offerte attraverso
il Qwebmark possiamo soddisfare le esigenze degli investitori più esigenti e
ribadire la nostra posizione di leader nell'offerta di servizi innovativi".
QARANA SOLUTIONS ITALIA: HALOGEN, MULTINAZIONALE SVEDESE SPECIALIZZATA
NELLA CONSULENZA E NELLO SVILUPPO DI SOLUZIONI PER L'E-BUSINESS, ACQUISISCE
IL 100% DEL CAPITALE DI QARANA SOLUTIONS ITALIA
Milano, 31 gennaio 2002 - Halogen, azienda multinazionale svedese, leader
nella consulenza strategica per l'e-business a livello europeo, ha acquisito
il 100% del capitale di qarana solutions Italia, la divisione italiana della
multinazionale spagnola specializzata nella consulenza e nelle soluzioni web
per i settori finance, telecomunicazioni e new media. Con questa operazione
nasce una nuova realtà che, grazie all'integrazione e alla complementarietà
delle conoscenze ed esperienze, assicurerà alle aziende clienti di qarana e
Halogen 3 principali aree di servizi focalizzati nell'e-business a livello
di: Consulenza strategica: supporto al cliente nelle sue scelte strategiche
di e-business attraverso la definizione di piani strategici; Tecnologia:
progettazione, realizzazione, integrazione delle soluzioni digitali
attraverso l'utilizzo delle tecnologie d'avanguardia disponibili;
comunicazione e marketing: individuazione e sviluppo delle diverse
technicalities di e-marketing e customer care per una comunicazione più
efficace al cliente che interagisca con i sistemi di e-business. Più in
particolare, l'obiettivo primario delle 2 società sarà quello di garantire,
una volta comprese le esigenze del mercato, delle soluzioni innovative (e-Crm,
B2B, B2C, B2E, etc) in grado di ottimizzare l'efficienza e il livello di
competitività delle aziende clienti.Con l'operazione, Halogen e qarana
solutions Italia potranno inoltre soddisfare le specifiche esigenze delle
aziende nei mercati verticali di sbocco (finance, telecom, manufactoring,
logistica e retail). Grazie a questo accordo - ha dichiarato Filippo
Scibilia, Amministratore Delegato di qarana solutions Italia - la nostra
offerta risulterà rafforzata sia sul piano del livello di qualità dei
servizi che sulla base dell'esperienza che le due società hanno maturato
fino ad oggi nell'ambito della consulenza per l'e-business. "Le soluzioni
proposte - ha concluso Scibilia - saranno ancora di più attente a soddisfare
le esigenze dei singoli clienti da sempre al centro della catena di valore
offerta" Infolink:
www.qarana.com
LAVORATORI AZIONISTI : VERSO UN SISTEMA PIU' PARTECIPATIVO CONVEGNO AL
CNEL PROMOSSO DALL'ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA DIREZIONE DEL PERSONALE
Roma, 31 gennaio 2002 - E' considerata una delle strade da esplorare con
maggior determinazione anche in vista del traguardo della modernizzazione
delle nostre relazioni industriali . Il recente Libro Bianco sul mercato del
lavoro, elaborato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha
rimarcato l'importanza della diffusione in Italia di forme di azionariato
dei dipendenti , sulla scorta di quanto da tempo sollecitato in sede
comunitaria, evidenziando l'urgenza di una moderna legislazione di supporto
e incentivazione, compatibile con quella presente in numerosi altri
ordinamenti. Consapevole del crescente interesse sul tema del rafforzamento
del ruolo partecipativo dei lavoratori nella vita e nello sviluppo delle
imprese, il Gruppo Lazio dell'Associazione Italiana per la Direzione del
Personale (Aidp) , ha promosso il convegno "Dall'azionariato dei dipendenti
alla societa' europea" Attualità e tendenze della partecipazione dei
lavoratori all'impresa che si svolge oggi 31 gennaio p.v., a Roma, presso il
Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro ( Viale Lubin 2 - ore 9.30 ).
Sarà un'occasione utile per fare il punto su alcune delle più significative
esperienze di coinvolgimento dei lavoratori nella partecipazione al capitale
d'impresa, che traggono principalmente origine dalle privatizzazioni di
importanti realtà pubbliche (Eni,Telecom,Credit...) e dalla crescente
diffusione dello strumento delle stock options. All'assenza di una adeguata
normativa quadro, che stabilisca regole e tecniche operative, nel nostro
Paese si accompagna anche un pesante deficit culturale, che resta forse il
nodo più difficile da sciogliere. "L'incontro - sottolinea Roberto Savini
Zangrandi, presidente del Gruppo Lazio dell'Aidp- consentirà innanzitutto di
verificare il processo di recepimento nell'ordinamento italiano dello
Statuto della Società Europea e della Direttiva Comunitaria sulla
partecipazione dei lavoratori ai risultati dell'impresa; in secondo luogo,
di analizzare come il nostro sistema economico si stia attrezzando per
mettere in atto forme di azionariato diffuso tra i dipendenti".
ACCORDO CONFINDUSTRIA E CGIL-CISL-UIL PER LA FORMAZIONE NASCE FONDIMPRESA,
IL FONDO DI NATURA PRIVATISTICA PER LA FORMAZIONE CONTINUA DEI LAVORATORI
OCCUPATI
Roma, 31 gennaio 2002. Un fondo di natura privatistica che con procedure
snelle e trasparenti provvederà alla selezione, al finanziamento e al
monitoraggio dei piani formativi presentati dalle aziende, in funzione della
tipologia dei fabbisogni formativi del territorio. E' con questi obiettivi
che Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto l'accordo
interconfederale con il quale viene costituito Fondimpresa, il Fondo
interprofessionale per la formazione continua, previsto dall'articolo 118
della legge 23 dicembre 2000, n. 388. La Finanziaria 2001 ha stabilito di
destinare il contributo previdenziale dello 0,30% alla formazione continua
dei lavoratori occupati. Contrariamente a quanto avviene ancora oggi e
nonostante quanto era stato concordato già con l'intesa del 1993,
Confindustria e Cgil-Cis-Uil ribadiscono, peraltro, anche in questa
occasione la necessità di finalizzare l'utilizzo dell'intero contributo
dello 0,30% al fine di: 1) potenziare gli investimenti di formazione
continua dei lavoratori destinando ad essi risorse di ben altra consistenza
rispetto alle attuali; 2) individuare un meccanismo che consenta alle
imprese un accesso alle risorse finanziarie più semplice e rapido rispetto
agli attuali sistemi di selezione attraverso bandi pubblici; 3) attribuire
un forte ruolo di indirizzo delle parti sociali, più dirette interpreti -
rispetto alle istituzioni pubbliche - dei fabbisogni formativi delle imprese
e dei lavoratori. La formazione continua costituisce una necessità e una
responsabilità condivisa tra l'impresa e le sue risorse umane. L'accordo
incoraggia e incentiva questo tipo di investimenti da parte di entrambi i
soggetti, confermando la scelta della "bilateralità" in materia di
formazione come il modello più adeguato per dare reali risposte alle
esigenze di competitività delle imprese e per garantire l'occupabilità dei
lavoratori, obiettivo primario delle politiche attive promosse in sede
europea.
EMISSIONE NUOVO BTP 15 ANNI
Roma, 31 gennaio 2002 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze intende
procedere, nel corso del mese di febbraio, all'introduzione di una nuova
scadenza nel comparto dei Btp (15 anni). Nelle linee strategiche per l'anno
2002, il Tesoro aveva indicato tale possibilità, al fine di diversificare
l'offerta e rispondere adeguatamente alla domanda espressa dal mercato. La
riforma fiscale sui proventi ed interessi dei titoli di Stato, in vigore a
partire dal 1° gennaio u.s., consente al Tesoro di ampliare la base degli
investitori in Btp, garantendo così liquidità a tutti i segmenti della curva
dei rendimenti. Al fine di raggiungere la più ampia distribuzione possibile,
si è scelto di effettuare il collocamento tramite la costituzione di un
sindacato, i cui lead manager saranno Unicredit Banca Mobiliare, Ing Bank e
Schroder Salomon Smith Barney. Tale scelta è stata effettuata in virtù della
loro capacità di distribuzione, peraltro manifestatasi anche nei risultati
ottenuti dai suddetti operatori nel biennio 2000-2001 in qualità di
"Specialisti in titoli di Stato". L'asta del nuovo Btp trentennale,
preannunciata nel programma trimestrale di emissione, verrà proposta nel
corso del mese di marzo p.v. (annuncio 7 marzo 2002).
ENERGIA DA IMPIANTI CIP 6: RIPARTE LA PROCEDURA PER L'ASSEGNAZIONE DI
3.180 MW AI CLIENTI IDONEI
Roma, 31 gennaio 2002 - Il Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale ha
ripreso la procedura di assegnazione dei 3.180 MW di energia prodotta da
impianti CIP 6, destinata ai clienti idonei. La decisione dà seguito
all'Ordinanza del Consiglio di Stato che ieri ha annullato la sospensiva del
Tar della Lombardia che aveva precedentemente accolto il ricorso presentato
da Enel Trade rispetto alle modalità di assegnazione stabilite dalla
delibera 308/01 dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. I soggetti
che il 10 gennaio scorso risultavano idonei a partecipare alla gara di
assegnazione potranno paertanto effettuare un'offerta secondo quanto
previsto dalla procedura. Le offerte dovranno essere presentate domani, per
via informatica, dalle ore 11 alle ore 13. Gli esiti delle assegnazioni
verranno pubblicati sul sito del Gestore della rete
www.grtn.it
AMGA S.P.A.: IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE APPROVA LO SCORPORO DA AMGA
S.P.A. DEI RAMI D'AZIENDA RELATIVI ALLA GESTIONE CALORE ED ALLA PRODUZIONE
DI ENERGIA IDROELETTRICA ED IL LORO CONFERIMENTO AL CONSORZIO AMGA ENERGIA,
DALLA STESSA CONTROLLATO
Milano, 31 gennaio 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Amga S.p.A.,
riunitosi ieri a Genova, ha approvato lo scorporo dei rami d'azienda
relativi alla Gestione Calore ed alla Produzione di Energia Idroelettrica,
ed il loro conferimento nel Consorzio Amga Energia, partecipato direttamente
da Amga S.p.A. al 99,84%, ed indirettamente tramite la controllata
Idro-Tigullio S.p.A. per la quota residua. L'operazione è motivata
essenzialmente da ragioni di carattere organizzativo, ossia dalla
opportunità di concentrare in capo ad un unico soggetto lo svolgimento di
attività richiedenti professionalità similari o il cui prodotto sia
destinato ad un unico mercato di utilizzazione. Tali condizioni si sono
riscontrate, con riferimento alle caratteristiche delle professionalità
richieste, nella gestione di centrali termiche (la c.d. "gestione calore")
svolta da Amga S.p.A. e nella gestione della centrale di cogenerazione
energia/calore e della relativa rete di teleriscaldamento, già in capo al
Consorzio Amga Energia. Per quanto attiene ai mercati di sbocco delle
produzioni, si è individuato il mercato della produzione di energia
elettrica (ormai liberalizzato) come fattore che accomuna l'attività già
svolta dal Consorzio (produzione di energia termoelettrica) e l'attività di
produzione di energia idroelettrica, ancora in capo ad Amga S.p.A.
L'operazione, che ha sostanzialmente effetto dal 1° gennaio 2002, è stata
realizzata sulla base di una valutazione dei suddetti rami d'azienda svolta
da un esperto di comune fiducia che ha attribuito al ramo d'azienda relativo
alla "Gestione Calore" un valore pari a Euro 3.520.264 ed al ramo d'azienda
relativo alla "produzione di energia idroelettrica" un valore pari a Euro
3.610.883.
SCELTO DA UNA GIURIA INTERNAZIONALE IL PROGETTO PER IL NUOVO EDIFICIO CHE
COMPLETERA'IL PIANO "BOCCONI 2000"DUE ARCHITETTI IRLANDESI, YVONNE FARREL E
SHELLEY MCNARNARA DI GRAFTON ARCHITECTS, VINCONO IL CONCORSO
Milano, 31 gennaio 2002 - A conclusione di un concorso internazionale ad
inviti, indetto dall'Università Bocconi il 26 settembre scorso, una giuria
composta da esponenti della business community, dei mondo della cultura e
dell'architettura, ha scelto il progetto per la realizzazione dell'ultimo
edificio ancora mancante al completamento dei piano "Bocconi 2000" Al
concorso hanno partecipato dieci studi di architettura di cui tre italiani e
sette provenienti da diversi paesi europei. Il progetto scelto come
vincitore è opera degli architetti irlandesi Yvonne Farrell e Shelley
McNamara, dello studio Grafton Architets, che si sono affermate per i'innovatività
della visione architettonica coniugata alla scelta di soluzioni tecnologiche
di avanguardia . La giuria, presieduta dal grande storico e critico
dell'architettura Kenneth Frampton,docente alla Columbia University oltre
che alla Accademia di architettura della Università della Svizzera italiana,
ha particolarmente sottolineato il valore dei progetto di Farrell e Mc
Namara dal punto di vista della sua concezione dello spazio e dell'ambiente.
Una delle peculiarità dei progetto consiste infatti in una soluzione
architettonica che consente di individuare, dalla vicina ma non attigua
Porta Ludovica, il portale di ingresso dei palazzo, in una relazione di
fluida continuità tra il campus e il quartiere. Secondo la motivazione
ufficiale della giuria, infatti, il progetto di Grafton Architects è stato
scelto in quanto "stabilisce una relazione corretta e significativa tra il
contesto urbano esterno e il contesto interno dei campus universitario".
Molto apprezzata è stata anche l'innovativa soluzione tecnica che prevede 1a
posizione strategica dell'Aula Magna all'intersezione tra viale Bligny e via
Roentgen, in modo tale da consentire la visione immediata della sala e dei
suo foyer da Porta Ludovica, come portico simbolico dell'Università". Yvonne
e Shelley hanno dunque vinto grazie da un lato alla capacità di
armonizzazione con l'ambiente preesistente, caratterizzato da realtà
architettoniche di grande significato come gli edifici di Mario Pagano
(1942), di Giovanni Muzio (1953) e di Ignazio Gardella (1999); dall'altro,
grazie alla scelta di soluzioni tecnologiche e strutturali sofisticate e di
materiali innovativi, che fanno dei loro progetto un'opera destinata ad
incidere nelFurbanistica della Milano dei secolo a venire. La loro forte
vena innovatrice è riuscita a superare concorrenti di grande valore, due dei
quali, lo svizzero Aurelio Galfetti e lo spagnolo Carlos Ferrater Lambarri,
hanno ricevuto dalla giuria una menzione speciale collocandosi
rispettivamente al secondo e terzo posto. L'edificio andrà a completare il
complesso edilizio parte dei piano "Bocconi 2000" iniziato nel 1999 e
sorgerà nell'area tra viale Bligny e via Roentgen di fronte al palazzo
ellissoidale progettato da Ignazio Gardella e inaugurato lo scorso
settembre. L'immobile ospiterà 883 uffici (con circa 1000 posti lavoro),
l'Aula Magna (con circa 1000 posti suddivisi in due sale) e alcuni servizi
(centro medico, bar, reception, vetrina libreria Egea, banca e agenzia
viaggi). Inoltre sono previste tre sale conferenze, una sala riunioni e un
parcheggio sotterraneo di 190 posti auto. I lavori, che ultimeranno il piano
"Bocconi 2000" (iniziato nel 1999), cominceranno nella prossima primavera
con la fase di scavi e bonifica della zona; la gara d'appalto si concluderà
entro la fine dei 2002 e i lavori di costruzione, che inizieranno nel
gennaio 2003, si concluderanno nel settembre 2005. '1a nuova struttura
completa un sistema di edifici pensati in funzione di una didattica sempre
più avanzata articolata su diversi livelli formativi (dai corsi triennali
alle lauree specialistiche ai corsi masters) in funzione di esigenze
diverse, secondo criteri in grado di competere con le migliori strutture
formative internazionali", ha affermato il Rettore dell'Università Bocconi,
Carlo Secchi. "L'Università Bocconi punta, dunque, anche sullo stile
architettonico delle nuove infrastrutture per riaffermare i valori che
storicamente la caratterizzano, primo fra tutti l'apertura nei confronti
dell'esterno e la capacità di assumere il rischio di scelte particolarmente
innovative. " "Nel 2001 è terminato il primo lotto dei Piano Bocconi 2000
costituito dall'ampliamento della Sda (Scuola di Direzione Aziendale), da
parcheggi sotterranei e da un edificio elissoidale con 30 aule per circa
45.000 nuovi posti studenti - ha affermato Giovanni Pavese, Consigliere
Delegato dell'Università Bocconi. - Ora si tratta di realizzare l'ultima
fase dei progetto che prevede di concentrare in un unico immobile tutti gli
uffici decentrati negli anni scorsi per mancanza di spazio, realizzando nel
contempo una nuova, grande Aula Magna, atta ad utilizzi modulari, funzionali
alle attività molteplici di un sistema di formazione complesso come la
Bocconi."
21° SECOLO: L'INCONTRO ATTESO FRA HI-TECH E PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA.
PREMIO INTERNAZIONALE "L'ARCHITETTURA AUTOMATICA" INGRESSI AUTOMATICI, E
ALTRE AUTOMAZIONI "INTELLIGENTI"
Milano 31 gennaio 2002. L'architettura contemporanea si integra sempre più
con sistemi intelligenti. Ingressi, facciate e serramenti possono essere
gestiti con sistemi automatici ed il loro impiego influenza sia le scelte
funzionali che componitive. Le architetture automatiche rappresentano oggi
non solo uno status qualificante il valore sociale dell'edificio ma
soprattutto un reale contributo alla costruzione di un'architettura senza
barriere. L'automazione, in particolare nel mondo dei serramenti, introduce
nuove possibilità per il reale raggiungimento di un'architettura aperta ad
una larga fascia di utenti. Ditec S.p.A., azienda leader nel settore e
specialista degli ingressi automatici, e Faenza Editore promuovono un premio
internazionale di architettura per incentivare l'uso di componenti e di
sistemi automatici nelle realizzazioni di architettura. In particolare, il
premio si propone di segnalare e premiare le migliori architetture che
abbiano impiegato, nella loro realizzazione, ingressi automatici e/o
automatismi per aperture, per il controllo della luce naturale e/o altre
automazioni intelligenti nella gestione di facciate e serramenti. La
Manifestazione "L'Architettura Automatica" si sviluppa attraverso un Premio
Internazionale in due sezioni. La prima è riservata ad architetti,
industrial designer e progettisti in genere, professionisti, iscritti agli
ordini professionali e/o associazioni di categoria. In questa sezione
partecipano architetture realizzate o in fase di progettazione entro la
scadenza del bando. La seconda sezione è riservata a studenti, scuole,
istituti o università per architettura o disegno industriale. Partecipano
tesi, ricerche ed esercitazioni elaborate in sede di studio che prevedano la
progettazione di architetture che integrino sistemi di automazione
nell'ambito di costruzioni residenziali, commerciali, terziarie o
industriali. Per quest'ultima articolazione le opere presentate da studenti
dovranno essere coordinate da un docente. Per entrambe le sezioni è ammessa
la partecipazione singola o a gruppi. Per quanto riguarda i gruppi dovrà
essere indicato un "responsabile ultimo" che si caratterizzerà come unico
interlocutore nei confronti dell'organizzatore del concorso. I concorrenti
possono partecipare con una o più proposte purché presentate separatamente.
L'iscrizione al premio è gratuita ed è aperta a partire dal 20 marzo 2002 e
sarà possibile sino alla scadenza del bando prevista per il 16 dicembre
2002. Per l'iscrizione al premio i concorrenti dovranno compilare l'apposito
modulo (che insieme al bando e ad ulteriori informazioni sarà reperibile sui
siti
www.ditec.it
www.faenza.com
www.fabriziobianchetti.com oppure inviare richiesta
d'ammissione, con lettera o e-mail, presso la segreteria organizzativa
indicata nel bando stesso. La Giuria sarà così composta: Dr. Ing. Gabriele
Del Mese (Ove Arup), esperto in tecnologia delle costruzioni; Prof. Arch.
Eric Dubosc (Dubosc&Landowski) dell'Ecole d'Architecture de Lille; Prof.
Arch. Giancarlo Rosa, della Facoltà di Architettura "La Sapienza" di Roma;
Prof. Ing. Marco Imperadori, della Facoltà di Ingegneria di Lecco del
Politecnico di Milano; Dott. Arch. Fabrizio Bianchetti, Direttore della
rivista Frames; Dott. Armando Vecchi, Consigliere Delegato Ditec S.p.A. A
tutti i partecipanti sarà consegnato un attestato di partecipazione. Sono
previste targhe per tutti i vincitori. La giuria avrà a disposizione i
seguenti premi: Prima sezione: premio a progettista professionista - 1°
Premio: Euro 5.000,00 2° Premio: Euro 2.500,00 3° Premio: Euro 1.000,00
Inoltre la Giuria disporrà di 2 rimborsi da € 500,00 cadauno, per segnalare
eventuali altri progetti meritevoli. Seconda sezione: premio a studenti ed
istituto - 1° Premio: Euro 2.000,00 allo studente e targa all'Istituto.
Inoltre la Giuria disporrà di 2 rimborsi da € 1.000,00 cadauno, per
segnalare altri progetti meritevoli, oltre a targa per l'Istituto. Infine,
qualora la Giuria ritenesse di non dovere assegnare alcuni premi potrà
disporre del montepremi per altri eventuali rimborsi ai progetti ritenuti
meritevoli. "L'automazione, in particolare nel mondo dei serramenti,
introduce nuove possibilità per il reale raggiungimento di un'architettura
aperta ad una larga fascia di utenti - ha affermato Renato Calza,
amministratore delegato di Ditec S.p.A. -. In questo inizio di millennio
molto ci si aspetta dall'Architettura: la possibilità di viaggiare rimanendo
in casa o in ufficio non si basa solo sulla presenza di internet o di un
televisore; il primo "viaggio" dell'uomo parte dal rapporto con l'ambiente
che lo circonda e fondamentale in tale senso è il ruolo dell'architettura,
sia che essa si occupi di costruzioni residenziali, commerciali, terziarie o
industriali. L'adeguamento delle abitazioni attraverso l'automazione di
alcune funzioni, oltre che rispondere ad ambizioni di miglioramento
dell'immagine architettonica complessiva può aprire nuove prospettive di
mercato affrontando anche il tema della progettazione integrata per l'utenza
ampliata. Da queste considerazioni è nata l'idea del Premio Internazionale
L'Architettura Automatica ha concluso Calza -. La nostra azienda non a caso
si richiama nel suo stesso nome al significato di DIffusione di Tecnologia:
diffondere sempre di più le automazioni per ingressi e serramenti è il
nostro primario obiettivo, inteso sia come positiva espansione sia come
progressivo miglioramento del comfort delle persone negli edifici pubblici e
privati. Questo Premio Internazionale di Architettura per noi rappresenta
una seria possibilità di ricerca di nuove forze e tendenze che potrebbero
essere utili alla nostra stessa azienda". "L'edificio viene abitualmente
progettato, anche dai protagonisti più talentuosi, come uno Spazio Passivo
all'interno del quale e con il quale l'utente interagisce in fasi successive
- sono parole dell'Architetto Fabrizio Bianchetti -. L'introduzione dei
sistemi automatici può rendere l'edificio Attivo e capace di interazione con
l'attività che vi si svolge. Controllo delle facciate, degli acessi e del
contenimento energetico - ha detto Bianchetti - sono solo alcuni degli
scenari possibili: dai progettisti che parteciperanno al premio ci
aspettiamo di vederli tradotti in realtà.".
QUANTI HANDICAP PER LE DONNE CHE FANNO POLITICA
Fiesole, 31 gennaio 2002 - L'assessore toscano alla cultura, Mariella Zoppi,
in conferenza al Rotary, vuole le quote elettorali, difende divorzioe aborto
e dice alle colleghe: guai a mollare. In quanto assessore regionale alla
cultura nonché consorte del parlamentare Valdo Spini, l'architetto Mariella
Zoppi ha della politica una visione a 360 gradi. La vive in proprio e per
procura, totalizzante come professione pubblica e pervasiva nel privato.
Oltretutto è figlia d'arte, nel senso che le donne della sua famiglia sono
in politica da più generazioni. Sicché nessuna meglio di lei per raccontare
l'esperienza appassionante e sconvolgente delle donne in parlamento, ultima
conquista della formidabile riscossa femminile che in Occidente sta forse
per toccar la vetta con la candidatura di Hillary Clinton alla presidenza
degli Stati Uniti. Ospite ieri del Rotary Club di Fiesole che con Ely Lilly
Italia ha organizzato un ciclo di 11 conferenze sui multiformi aspetti della
donna d'oggi, l'assessore Zoppi non fa mistero di aderire al progetto di
riservare alle italiane una quota garantita nelle assemblee elettive. Del
resto, già lo si fa tranquillamente in Francia. "D'accordo", dice, "può
sembrare un ghetto". Ma un ghetto con una funzione: far crescere nelle donne
un'attitudine. Esattamente come quelle moderne società, dette incubator, che
prendono per mano le aziende neonate e le assistono fin quando non sono in
grado di far da sole sul mercato. Serve dunque un ghetto incubatore perché,
giura l'assessore, la politica è comunque un mestieraccio che sembra fatto
apposta per tenere le donne a casa: "Senza regole, ipercompetitivo e
soprattutto di tempi così lunghi da rasentare l'astrattezza. Mentre alle
donne, si sa, piace per istinto costruire, concretizzare, non fosse che per
l'abitudine di mettere figli al mondo. E sempre al contrario dei maschi, più
distaccati se non più cinici, le donne affrontano la politica con un
coinvolgimento emotivo pieno". In altre parole, ci credono. Un handicap.
Vogliamo ricordarne altri di handicap? I figli, la famiglia, l'aspetto
fisico, l'indifferenza delle stesse donne che preferiscono votare i maschi.
Un complesso di cose, secondo l'oratrice, che spiega perché le italiane in
politica siano in fondo poche, benché presentissime in Tv e giornali. Sono
poche, 4 su 13, anche nel governo regionale di Toscana che pure, rispetto ad
altre regioni, è stato di manica assai larga. "Scelta di vetrina? Scelta
convinta? Me lo chiedo spesso", confessa l'assessore, "C'è che in generale
le donne in politica contano poco in ogni caso". Le ragioni? Eccole qui:
"Accettate o subite, le donne sono diverse e contano poco perché cercano di
imporre le loro regole. Purtroppo, quando si adeguano a quelle vigenti, cioè
alle non regole, contano poco comunque. La realtà è che in Italia i padroni
del potere sono i vertici dei partiti dove le donne sono assenti. E' la
contraddizione che ci nega la possibilità di esprimerci". Oggi, per di più,
un formidabile handicap esistenziale grava su tutti noi, donne comprese:
"Sono anni complessi", ricorda l'assessore, "anni di guerre che mai avrei
creduto di dover vivere. Eventi che turbano le nostre cosciente e che
rendono difficile schierarsi. Un tempo era chiaro dove stavano il bene e il
male. Oggi non più. Tutto è più dannatamente complicato ed è un peccato che
la cultura del dubbio, l'unica per me possibile, sia perdente con chi
ostenta incredibili certezze. Tornano anche polemiche antiche, si discute di
nuovo di conquiste, divorzio e aborto, che parevano acquisite. Quanto alla
prostituzione, è assurdo che la si pensi come un mestiere da regolamentare".
Handicap su handicap. A non finire. Dunque rinunciare alla politica?
"Neanche per idea", dichiara l'assessore, "Per le donne equivarrebbe a
chiudersi in un privato vuoto e frustrante. Sarebbe una sconfitta che ci
trascinerebbe indietro di millenni". Per informazioni: Rotary Club Fiesole,
Tel. 055.474741
PRESENTATO IL PREMIO NAZIONALE COMUN-RIUTILIZZATORE GLI 8100 COMUNI IN
GARA PER "CHIUDERE IL CERCHIO" DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
Milano, 31 gennaio 2002 - E' stata presentata ieri mattina, al Circolo della
Stampa, la terza edizione del Premio nazionale "Comun-Riutilizzatore".
L'iniziativa, patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dai
Ministeri dell'Ambiente e alle Attività Produttive, premierà quelle città
italiane che, con sensibilità e lungimiranza, hanno scelto di destinare
parte del loro bilancio all'acquisto di beni riciclati. "Ad essere insignite
dei premi saranno le amministrazioni che, nel 2001, si sono dimostrate più
attive nell'uso, per l'arredo urbano e nei consumi pubblici, di prodotti
realizzati con materiali riciclati", spiega Angelo De Rosa, presidente degli
Amici della Terra di Milano. "Valorizzeremo le esperienze più avanzate e
coraggiose". Piero Capodieci, presidente del Conai (Consorzio Nazionale
Imballaggi) ha parlato di "iniziativa importante per sensibilizzare tutti i
soggetti coinvolti nel sistema: i cittadini a fare la raccolta
differenziata, i Comuni a riutilizzare i materiali raccolti e le imprese ad
essere sempre più parte della soluzione". Secondo Carlo Montalbetti,
direttore generale Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo
Imballaggi a base Cellulosica), "l'industria italiana del riciclo è in grado
di riciclare ben oltre le quantità oggi raccolte. Un esempio? Fino a pochi
anni fa l'Italia doveva importare ben 1 milione di tonnellate di carta da
macero. Oggi solo mezzo milione". E i premi ai Comuni? Ecco qualche esempio.
Co.Re.Pla. (Consorzio Nazionale Raccolta, Riciclaggio e Recupero dei Rifiuti
di Imballaggi in Plastica) metterà a disposizione ai Comuni primi
classificati tre parchi gioco per bimbi in plastica riciclata. Via libera,
si augurano gli organizzatori, a carta di mais o di alga negli uffici
pubblici, a bicchieri, tovaglioli, piatti di mense comunali realizzati con
amido di riso, ad arredi di uffici di sindaci e assessori in materiali
riciclati (dalla plastica al legno truciolato), ai giochi per bimbi in
plastica riciclata nei parchi. Alla presentazione ha preso parte l'assessore
all'Ambiente di Milano, Domenico Zampaglione. "Auguriamo al Premio
Comun-Riutilizzatore lunga vita", ha dichiarato. "La sola raccolta
differenziata non basta più. Bisogna rimettere in circolo il materiale
recuperato. E i Comuni è bene che diano l'esempio". I risultati della "gara"
tra gli 8100 Comuni d'Italia, e le relative premiazioni, si avranno a Milano
in aprile.
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