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29 MARZO 2002
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SECONDO
ALCUNI RICERCATORI, UNA MAGGIORE COOPERAZIONE POTREBBE CONTRIBUIRE A CREARE
11 MILIONI DI NUOVI POSTI DI LAVORO IN EUROPA ENTRO IL 2010
Bruxelles,
29 marzo 2002 - Secondo un nuovo rapporto di ricerca, i paesi dell'Unione
europea potrebbero incrementare enormemente i propri tassi di occupazione
nell'arco di soli tre anni, rafforzando il coordinamento delle rispettive
politiche e attuando una serie di riforme socioeconomiche. Tali riforme
potrebbero stimolare la creazione di quattro milioni di posti di lavoro in
Europa entro il 2005, cifra che potrebbe raggiungere gli 11 milioni entro il
2010, sostiene il gruppo di riflessione danese autore della relazione. Ciò
si tradurrebbe in un aumento del tasso di occupazione di circa quattro punti
percentuale. Per raggiungere quest'ambizioso obiettivo, i ricercatori
propongono di ricorrere ad un misto di politiche orientate al mercato e di
strategie caratterizzate da una sensibilità sociale. Da un lato, occorrono
mercati del lavoro più flessibili ed una politica commerciale rafforzata,
incentrata su una maggiore concorrenza e innovazione, nonché sulla
liberalizzazione e un'accresciuta facilità d'accesso ai capitali.
Dall'altro, la relazione raccomanda di elevare le dotazioni a favore
dell'istruzione dall'attuale media europea del 4,8 per cento al 5,5 per
cento del PIL. Pur creando una carenza di manodopera a breve termine, un
aumento della popolazione studentesca apporterebbe benefici a lungo termine,
sostengono i ricercatori, poiché una popolazione più istruita è in grado
di creare posti di lavoro qualitativamente migliori per un numero maggiore
di persone. Il documento raccomanda, inoltre, l'aumento della percentuale di
donne e anziani all'interno della forza lavoro. La possibilità di accedere
a servizi pubblici migliori per l'infanzia e l'assistenza agli anziani (ai
fini della quale è necessario incrementare il numero degli addetti di 1,5
milioni di unità entro il 2010) consentirebbe di aumentare la presenza
delle donne nel mondo del lavoro. Secondo i ricercatori, tuttavia, il tasso
di occupazione dell'UE potrà subire un cospicuo aumento solo se tutti gli
Stati membri concorderanno sulla necessità di procedere, in tutt'Europa,
all'attuazione coordinata del pacchetto delle riforme. Nella relazione si
legge, infatti: "Se il pacchetto sarà applicato solo da una minoranza
degli Stati membri, l'effetto in ogni singolo paese sarà più limitato. E
ciò in ragione del fatto che l'Europa è un'entità economica. Questo
significa che gli investimenti stanziati in un paese europeo a favore
dell'occupazione eserciteranno un impatto positivo sulla creazione di posti
di lavoro negli altri paesi dell'UE". Lo studio è stato condotto dal
Consiglio economico del movimento laburista danese, un gruppo di riflessione
vicino al Partito socialista della Danimarca, ai sindacati e alle
cooperative. Il leader del Partito socialista, nonché ex Primo Ministro
danese Poul Rasmussen, ha commissionato questa ricerca per contribuire a
fare chiarezza sul processo di Lisbona per le riforme socioeconomiche,
attualmente in corso. Infolink:
http://www.pes.org/upload/Publications/49ENRasmussen.pdf
IL
REGNO UNITO INTRODURRÀ UN SISTEMA DI TAGLI FISCALI PER LE GRANDI SOCIETÀ
CHE INVESTONO NELLA R&S
Bruxelles, 29 marzo 2002 - Il ministero del Tesoro britannico ha annunciato
l'introduzione di un sistema di crediti d'imposta per le grandi società,
ideato al fine d'incrementare il loro livello di ricerca e sviluppo
(R&S). Per la prima volta, il ministero del Tesoro ha rivelato
informazioni dettagliate sul bilancio del 2002, tre settimane prima del
giorno in cui verrà svelato il contenuto della finanziaria (il cosiddetto
"budget day"), previsto per il prossimo 17 aprile. Fra le nuove
misure figurano il credito d'imposta per promuovere la ricerca e sviluppo
delle società più grandi, incentivo del quale beneficeranno oltre 1.500
aziende che operano nel Regno Unito, e un nuovo regime per alleggerire i
costi sostenuti dalle imprese in relazione alla proprietà intellettuale.
Questi provvedimenti, volti ad incoraggiare le aziende ad approfittare delle
nuove opportunità offerte nell'ambito dell'economia basata sulla
conoscenza, si tradurranno in un vantaggio economico per le società
britanniche pari a circa 200 milioni di sterline (pressappoco 325,5 milioni
di euro), cifra destinata a raggiungere i 350 milioni di sterline (circa
569,7 milioni di euro) nel lungo termine. "Per l'elaborazione del sesto
bilancio ci siamo potuti basare su questa piattaforma di stabilità e di
creazione di occupazione. Occorre continuare ad incanalare le nostre energie
verso la promozione delle imprese e degli investimenti, nonché verso
l'aumento della produttività del paese", ha affermato il ministro
delle Finanze Gordon Brown. David Lennan, direttore generale della Camera di
commercio britannica ha elogiato l'iniziativa, affermando che "il
ricorso a misure di politica fiscale da parte del governo è decisamente
opportuno. È fondamentale che i nostri produttori creino innovazione e
riescano a colmare il divario esistente nei confronti dei concorrenti
d'oltre oceano in termini di investimenti". Lennan ha aggiunto di
auspicare l'adozione di misure altrettanto favorevoli a sostegno delle
piccole imprese. Anche la società "Save British Science" (Sbs) ha
accolto favorevolmente l'annuncio dell'iniziativa. Il direttore della Sbs
Peter Cotgreave ha affermato: "Non sosteniamo questi provvedimenti solo
perché sono positivi per la scienza, ma anche perché risulteranno
vantaggiosi per la Gran Bretagna e l'occupazione". Evidenziando
l'impatto positivo che gli investimenti nella R&S esercitano sulla
produttività, il dottor Cotgreave ha aggiunto: "Se osservate quali
aziende investivano nella ricerca, 10 anni fa, noterete che sono le stesse
ad aver registrato i tassi di crescita più elevati e ad aver creato
maggiore occupazione. Non vi è dubbio, [...] il nostro paese deve diventare
più 'intelligente' e aumentare le attività di ricerca e sviluppo
rappresenta una delle strade da percorrere per raggiungere tale
obiettivo".
SCUDO
FISCALE: AL 28 FEBBRAIO RIENTRATI OLTRE 14 MILIARDI DI EURO
Roma, 29 febbraio 2002 Premesso che, per avere un quadro complessivo, è
necessario attendere i dati finali, quali emergeranno solo dopo la scadenza
dei termini dello scudo, il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica
che al 28 febbraio di quest'anno è rientrato e/o è stato regolarizzato un
ammontare di capitali (compresi i titoli sottoscritti) pari a oltre 14
miliardi di euro (27 mila miliardi di lire), vale a dire un importo
superiore a un punto di Pil. Il volume di gettito corrispondente è pari a
circa 375 milioni di euro (oltre 700 miliardi di lire). Queste cifre che,
ribadiamo, sono da intendersi parziali e provvisorie, anche in ragione della
proroga del provvedimento, suggeriscono una serie di considerazioni:
l'afflusso di capitali in atto inverte una tendenza storica pluridecennale
al deflusso. I capitali rimpatriati potranno determinare un aumento degli
investimenti in Italia con benefici diretti e indiretti sull'economia del
Paese e sul suo sistema finanziario; nonostante la loro parzialità i dati
al 28 febbraio costituiscono un inequivocabile segnale di fiducia, ancora
una volta destinato a produrre effetti positivi sulla situazione economica;
lo scudo fiscale italiano è oggetto di studio da parte di altri paesi
europei ed extraeuropei. Ciò prova l'infondatezza delle critiche
demagogiche e ideologiche che sono state avanzate nei suoi confronti da
alcune parti. In sintesi, i dati finora disponibili fanno ben sperare in un
bilancio finale complessivamente lusinghiero per l'operazione scudo fiscale.
Essi testimoniano che gli italiani hanno fiducia nell'azione del governo e
nel futuro del loro Paese.
DELIBERE
DEL CIPE
Roma, 29 marzo 2002 - Il ministero dell'Economia e Finanze comunica le
decisioni assunte oggi dalla riunione del Cipe, Comitato interministeriale
per la programmazione economica. Nel Piano di investimenti presentato dalle
Fs SpA, il Cipe ha riscontrato elementi di non coerenza con le priorità
indicate sia dalla Legge Obbiettivo sia dalla delibera Cipe sulle opere
infrastrutturali del 21 dicembre 2001. Pertanto, ha invitato le Fs SpA a
riformulare il Piano stesso in coerenza con le priorità indicate dal
governo. Per non creare ritardi per alcuni progetti strategici delle Fs SpA,
il Cipe ha approvato le parti del Piano di investimenti per l'Alta Velocità
ferroviaria e la Sicurezza. In più, il Cipe ha anche progetti specifici per
gli investimenti nel Mezzogiorno. Nella riunione odierna, il Cipe ha
definito i trasferimenti per il servizio universale e le agevolazioni
all'editoria a favore delle Poste SpA. Trasferimenti ed agevolazioni si
riferiscono agli anni 2000 e 2001. Quelli previsti per il 2002 saranno
sottoposti ad approfondimenti tecnici, e valutati in coerenza con il Piano
industriale 2002-2004 predisposto dall'azienda ed in fase di analisi e
definizione da parte dell'azionista. Il Cipe ha anche approvato una delibera
che estende il numero di Paesi che possono accedere ai finanziamenti Simest
ed amplia la copertura Sace. Nella stessa riunione il Comitato
interministeriale ha dato via libera al finanziamento di una serie di
contratti di programma. Sono: Finmek (Campania e Abruzzo); Consorzio del
Bergamotto (Calabria); Consorzio Agrofuturo (Campania); Edison Gas (Cavarzere,
Ve); Industrie Natuzzi SpA (Santeramo in Colle, Ba; e Quarrata, Pt);
Consorzio Mediterraneo del Legno (Crotone, Calabria); Biomasse Italia (Strongoli,
Calabria); Eurosviluppo Industriale (Crotone, Calabria); Biofata (Lametia
Terme, Calabria). Il Cipe ha poi individuato la soluzione tecnica per
consentire al Comune di Palermo di chiudere il bilancio. La soluzione
prevede una rimodulazione dei trasferimenti pubblici in modo da risolvere il
problema dei Lavoratori socialmente utili in carico al Comune di Palermo e
dare così certezza all'attività amministrativa.
INTESABCI:
CORRADO PASSERA DESIGNATO CEO DI INTESABCI UTILE NETTO CONSOLIDATO A 928,2
MILIONI DI EURO (-45%) DIVIDENDO: 0,045 ALLE AZIONI ORDINARIE, 0,08 ALLE
AZIONI DI RISPARMIO
Milano, 29 marzo 2002. E' di 928,2 milioni di euro l'utile netto consolidato
di IntesaBci al 31 dicembre 2001, in calo del 45% rispetto al dato omogeneo
di 1.686,2 milioni di euro conseguito nel 2000, a causa soprattutto degli
eccezionali eventi che hanno caratterizzato la seconda parte dell'anno e che
hanno condizionato sensibilmente i risultati economici dell'esercizio.
L'utile netto della capogruppo scende, sempre in termini omogenei, dai
1.774,5 milioni di euro al 31 dicembre 2000 ai 337,4 milioni di euro a fine
esercizio (-81%), anche per effetto della diversa contabilizzazione fra il
bilancio consolidato e quello individuale dei riflessi economici derivanti
dalle cessioni di Banca di Legnano e di Banca Carime. Con questi risultati
si sono chiusi il bilancio consolidato e il progetto di bilancio della
capogruppo IntesaBci per l'anno 2001, che il Consiglio di amministrazione di
IntesaBci, presieduto da Giovanni Bazoli, sottoporrà all'assemblea degli
azionisti, prevista per il prossimo 29 aprile in prima convocazione e il
giorno successivo in seconda. Il Consiglio proporrà all'approvazione dei
soci la distribuzione di un dividendo di 0,045 euro alle azioni ordinarie e
di 0,08 euro alle azioni di risparmio (rispettivamente 0,09 euro - 180 lire
- e 0,10 euro - 200 lire - nel 2000), che sarà posto in pagamento il giorno
23 maggio 2002, con stacco della cedola il giorno 20 maggio 2002. Il
Consiglio di amministrazione ha preso atto che l'amministratore delegato
Lino Benassi, considerando esaurito il proprio compito di traghettare la
Comit nel Gruppo, ha comunicato le sue dimissioni con effetto dalla prossima
assemblea di bilancio. Il Consiglio ha ringraziato Lino Benassi per l'opera
prestata a favore del Gruppo, formulando i migliori auguri per la sua
attività a venire. Alla prossima assemblea sarà proposta, su designazione
unanime degli azionisti sindacati, la nomina a consigliere, avendone
previamente verificata la disponibilità, di Corrado Passera che assumerà
poi la posizione di Chief Executive Officer (Ceo) del Gruppo. In tale
occasione saranno anche definite le nuove deleghe dell'altro amministratore
delegato Christian Merle. Budget 2002 ed evoluzione della gestione - Il
Consiglio di amministrazione ha inoltre approvato il budget 2002 del Gruppo,
basato sulla razionalizzazione e il forte contenimento dei costi operativi -
mantenendo peraltro elevati gli investimenti nelle aree ad alto valore
aggiunto - e sulla decisa ripresa dell'azione commerciale, grazie anche
all'implementazione del nuovo modello divisionale. L'obiettivo di "cost/income"
di Gruppo prevede un calo dal 68% (calcolato al netto delle componenti non
ricorrenti) al 61% a seguito, da un lato, di una crescita superiore al 5%
per il margine di interesse e al 9% per i ricavi da servizi e, dall'altro,
di una riduzione dei costi pari al 3,6%. Escludendo le spese connesse ai
nuovi investimenti e allo sviluppo di nuovi business, la contrazione delle
spese è prevista pari a circa il 7%. La dinamica combinata di tali effetti
si tradurrà in una crescita superiore al 30% del risultato lordo di
gestione, al netto degli eventi non ricorrenti. Anche in relazione agli
incisivi interventi effettuati nel 2001 sulla qualità dell'attivo si può
formulare per l'esercizio in corso la previsione di un apprezzabile sviluppo
dell'utile netto consolidato. I dati gestionali dei primi due mesi dell'anno
evidenziano una buona crescita del risultato operativo rispetto al
corrispondente periodo dell'anno precedente, con un superamento degli
obiettivi di budget del periodo. La relazione trimestrale al 31 marzo 2002
sarà approvata dal Consiglio di amministrazione il prossimo 14 maggio.
Bilancio consolidato 2001 - Gli attentati verificatisi in settembre negli
Stati Uniti hanno avuto profonde ripercussioni sull'andamento dei mercati
mondiali, accentuandone la preesistente volatilità e avviando un processo
di recessione a livello internazionale che ha influenzato negativamente
tutti gli aspetti dell'operatività finanziaria. L'instabilità ha travolto
importanti gruppi di rango internazionale, alcuni operanti nei settori di
maggiore crisi e già sotto osservazione per le loro pregresse difficoltà,
altri in modo inatteso, vista la fiducia di cui erano accreditati presso il
sistema finanziario. Le rettifiche di valore delle relative esposizioni sono
complessivamente pari a 440 milioni di euro e coprono prudenzialmente per
l'80% il rischio nei confronti del gruppo Enron e per il 90% quello di
Swissair, ai quali si aggiungono 40 milioni di oneri relativi ad operazioni
finanziarie. Nell'ambito della forte presenza sui mercati esteri, il Gruppo
è inoltre esposto in alcuni Paesi dell'America Latina dove opera tramite il
Gruppo Sudameris. In particolare, la situazione di estrema criticità in
atto in Argentina e l'andamento della controllata peruviana Banco Weise
Sudameris hanno determinato per IntesaBci l'annullamento del valore di
carico delle partecipazioni e pesanti accantonamenti, il cui onere nel
bilancio consolidato è, come noto, ammontato complessivamente a 750 milioni
di euro. Ulteriori impatti negativi sul risultato d'esercizio sono derivati
dalla revisione delle posizioni creditorie ad andamento irregolare compiuta
secondo parametri di grande rigore in occasione dell'integrazione delle
banche confluite nella capogruppo, che si è tradotta in oneri netti per
circa 800 milioni di euro. Analoghi severi interventi hanno riguardato il
portafoglio di IntesaBci Gestione Crediti, con rettifiche di valore per
oltre 250 milioni di euro. Il complesso degli accantonamenti e delle
rettifiche nette di valore ammonta pertanto a 3.473 milioni di euro, contro
i 1.774 milioni del 2000. A questi stanziamenti si è aggiunto quello di
1.158 milioni di euro per l'adeguamento al valore di mercato del Warrant Put
IntesaBci, emesso in occasione dell'acquisto della Banca Commerciale
Italiana ed esercitabile nel mese di novembre 2002. Tutti i predetti fattori
negativi sono stati solo in parte compensati da proventi a carattere
straordinario, di cui principalmente circa 1.760 milioni di euro di
plusvalenze registrate con le cessioni di Banca Carime, di Banca di Legnano
e di un consistente numero di sportelli, e circa 520 milioni di dividendi
riguardanti l'operazione di merchant banking Seat Pagine Gialle. Il conto
economico consolidato del 2001 presenta, in dettaglio, un saldo degli
interessi netti in crescita del 6,5% a 6 miliardi di euro, per effetto di
una politica di erogazione del credito attenta più alla redditività che ai
volumi, che ha comportato un miglioramento dello spread tra i tassi medi
attivi e passivi anche rispetto alla media del sistema e un notevole calo
dell'indebitamento netto sul mercato interbancario (-23%). I dividendi
percepiti segnano invece una contrazione di 270 milioni di euro per il minor
apporto di quelli non ricorrenti connessi all'operazione Seat Pagine Gialle
(521 milioni nel 2001, 769 milioni nel 2000). Il margine di interesse
complessivo evidenzia quindi un aumento dell'1,5%; al netto delle suddette
componenti non ricorrenti l'incremento sarebbe stato del 5,9%. Il non
favorevole andamento dei mercati finanziari si è riflesso sulle commissioni
nette e sui profitti da operazioni finanziarie. Le commissioni nette
registrano una flessione del 9,6% (a 3.731 milioni, dai 4.127 milioni del
2000), principalmente derivante dai comparti dell'operatività in titoli
(-44%) e della gestione del risparmio (-16%), a fronte di una crescita del
12% delle commissioni relative ai conti correnti. Le commissioni nette
derivanti dall'operatività in titoli e dalla gestione del risparmio hanno
peraltro evidenziato una forte ripresa nell'ultimo trimestre dell'esercizio,
con tassi di crescita sul trimestre precedente superiori rispettivamente al
110% e al 40%. I profitti da operazioni finanziarie evidenziano una
contrazione del 39% (da 193 a 117 milioni di euro), ma risulterebbero in
linea con l'esercizio precedente se calcolati al netto della minusvalenza su
titoli per l'operazione di cartolarizzazione Fonspa (35 milioni di euro) e
della svalutazione di azioni Commerzbank (50 milioni di euro), trasferite da
portafoglio di trading a partecipazione. I costi operativi, esclusi gli
ammortamenti del goodwill, mostrano un leggero aumento (+2,3%) a 7.393
milioni di euro, dai 7.224 milioni del 2000 . Al loro interno, le spese per
il personale crescono del 2,7%, le altre spese amministrative dello 0,7% e
gli ammortamenti del 6,6%. Se si escludesse l'incremento di circa 140
milioni di euro riconducibile agli oneri di integrazione e alla componente
variabile di retribuzione connessa al raggiungimento degli obiettivi
aziendali 2000, la crescita dei costi operativi risulterebbe limitata allo
0,4%. Se poi il confronto venisse effettuato sulla base dei dati 2000
comprensivi di Banca Carime e Banca di Legnano, si potrebbe rilevare
pienamente l'effetto ottenuto con la razionalizzazione degli sportelli che
ha determinato nei costi un calo superiore al 5%. L'utile straordinario,
determinato principalmente - come già riferito - dal saldo tra le
plusvalenze derivanti dalle cessioni e gli oneri connessi alla valutazione
dei Warrant Put IntesaBci, è pari a 785 milioni di euro rispetto ai 183
milioni del 2000. Riguardo ai dati patrimoniali, i crediti verso la
clientela superano i 183 miliardi di euro, mantenendosi sui valori
registrati a fine 2000; con riferimento alle sole società operanti in
Italia, in media d'anno gli impieghi a breve termine crescono del 4,8%
(rispetto al 12,3% del sistema bancario) e quelli a medio-lungo termine del
10,4% (rispetto al 9,8% del sistema), per effetto della già citata
selettiva politica di erogazione del credito attenta più alla redditività
che ai volumi. Il rapporto sofferenze/impieghi, al netto delle rettifiche di
valore, cala al 3% dal 3,5% del 31 dicembre 2000, con un grado di copertura
delle sofferenze aumentato dal 52% al 59%. La massa amministrata per conto
della clientela ammonta a oltre 510 miliardi di euro, in linea con i livelli
di fine 2000 e risulta formata da raccolta diretta per circa 185 miliardi e
da raccolta indiretta per oltre 325 miliardi. La componente gestita si
posiziona sui 137 miliardi di euro. A fine esercizio, la struttura operativa
del Gruppo IntesaBci si articolava in 4.231 sportelli bancari - di cui 3.302
in Italia e 929 all'estero - con 70.182 dipendenti, 1.670 in meno rispetto
al precedente esercizio. Bilancio della capogruppo - Le consistenze
economiche e patrimoniali più significative della capogruppo IntesaBci sono
le seguenti (in termini omogenei): interessi netti 3.681 milioni di euro
(+3,1%), margine di interesse 5.007,5 milioni di euro (-3%), margine di
intermediazione 7.298,2 milioni di euro (-6,6%), risultato di gestione
2.888,8 milioni di euro (-17,5%). L'utile netto dell'esercizio 2001 è pari
a 337,4 milioni di euro e si confronta con il dato omogeneo di 1.774,5
milioni di euro del 2000. Il decremento dell'utile è strettamente
dipendente dalle maggiori svalutazioni e dai rilevanti accantonamenti
effettuati. Rispetto all'utile consolidato, il risultato individuale è
inferiore essenzialmente perché la cessione di Banca di Legnano si è
riflessa nella contabilizzazione di una plusvalenza (509 milioni di euro)
solo a livello consolidato (poiché la partecipazione era stata oggetto di
rivalutazione nei conti individuali di Banca Commerciale Italiana nello
scorso esercizio, ma allora rettificata ai fini del bilancio consolidato) e
per il diverso valore di carico della partecipazione in Banca Carime, la cui
plusvalenza derivante dalla cessione del 75% del capitale ha contribuito in
misura minore al bilancio individuale (510 milioni di euro) rispetto al
consolidato (680 milioni di euro). Per quanto attiene ai dati patrimoniali,
i crediti verso la clientela hanno superato i 132 miliardi di euro mentre la
massa amministrata della clientela è pari ad oltre 369 miliardi ed è
composta da raccolta diretta per 134 miliardi e da raccolta indiretta per
circa 235 miliardi.
BANCA
POPOLARE DI VICENZA: IL MIGLIOR BILANCIO NELLA STORIA DELL'ISTITUTO
Milano, 29 marzo 2002 - Utile - al netto delle imposte e degli
accantonamenti al fondo per rischi bancari - pari a 78 milioni dì Euro (151
miliardi di lire), +7% sul 2000, con un incremento di oltre 5,1 milioni di
Euro (10 miliardi di giro) rispetto all'utile dell'anno precedente (13
milioni di Euro). Proposta all'Assemblea dei soci la distribuzione di un
dividendo unitario di 0,95 Euro per azione (0,90 Euro nell' esercizio
precente). Incremento generale dei principali aggregati patrimoniali. Questi
i principali dati di sintesi relativi all'esercizio 2001, approvati dal
Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Vicenza, riunitosi
sotto la presidenza di Gianni Zonin, che ha deliberato di proporli
all'Assemblea dei Soci, in programma a Vicenza il prossimo 4 maggio.
Consapevole che al risultato economico raggiunto - il più importante dei
136 anni di storia dell'Istituto, - hanno contribuito sia la gestione
operativa della Banca che la plusvalenza di una eccellente operazione
strategico-finanziaria - il Consiglio di Amministrazione ha attuato una
rigorosa politica di bilancio per perseguire la strategia, già delineata
dal piano 2002 - 2004, di consolidamento e di rafforzamento della struttura
dell'Istituto. Va ricordato che oltre alla plusvalenza derivante dalla
cessione parziale della partecipazione in Banca Nazionale dei Lavoro,
all'importante risultato di periodo ha contribuito, in particolare, il
margine finanziario in crescita dei 10,8% a valori omogenei e pari a 265
milioni di Euro (513 miliardi di lire). Tale dato è particolarmente
importante ed è un segno concreto del riequilibrio dell'assetto finanziario
globale della Banca intrapreso in questo esercizio. Il margine operativo
lordo si è attestato a 171 milioni di Euro (331 miliardi di lire) con un
incremento dei 22,0% sull'analogo risultato dello scorso esercizio. Al netto
di tutti gli ammortamenti (127 miliardi di lire-65,6 milioni di Euro) il
risultato di gestione s'incrementa dei 10,9% rispetto a quello dei 2000. Il
Consiglio di Amministrazione ha altresì ritenuto opportuno procedere alla
svalutazione (92 miliardi di lire) di alcune partecipazioni, a rettifiche di
valore nette per rischi su crediti (108 miliardi di lire) che tutelino da
possibili decadimenti della qualità dei credito e ad un accantonamento (12
miliardi di lire) per sterilizzare le agevolazioni fiscali della legge
"Ciampi". Infine, la plusvalenza realizzata dalla cessione della
partecipazione in Bnl (471 miliardi di fire243 milioni di Euro) al netto
delle imposte totali pagate porta l'utile a 156 milioni di Euro (303
miliardi di lire). L'accantonamento al Fondo per rischi bancari generali
(152 miliardi di lire-78,5 milioni di Euro), che consentirà nel prossimi
esercizi di far fronte a possibili rischi e di supportare diverse strategie
aziendali, determina un utile di 78 milioni di Euro (151 miliardi di lire).
L'utile della situazione consolidata è di 61 milioni di Euro (118 miliardi
di lire). Il clima di incertezza e l'instabilità delle Borse nazionali ed
estere hanno favorito da un lato la crescita della raccolta diretta che
aumenta dei 10,8% e raggiunge i 5.381,0 milioni di Euro (10.419 miliardi di
lire), mentre, dall'altro, hanno determinato una lieve flessione della
raccolta indiretta che si attesta a 7.132,8 milioni di Euro 113.811 miliardi
di !ire). Alla fine del 2001 i crediti verso clientela, al netto delle
rettifiche di valore, raggiungono i 6.349,7 milioni di Euro (12.295 miliardi
di Lire) segnando una crescita davvero significativa (+ 18%), che è ancora
più rilevante se si considera che l'incremento assorbe la cessione
pro-soluto di "crediti performing" di Lire 630 miliardi effettuata
alla chiusura del precedente esercizio nell'ambito della prima operazione di
cartolarizzazione. Il confronto con valori omogenei dell'esercizio
precedente evidenzierebbe infatti una crescita di circa il 24%. L'ottimo
risultato ottenuto rappresenta l'ulteriore conferma della validità dei
progetti di sviluppo intrapresi con un percorso di crescita che ha portato
la Banca Popolare di Vicenza, nel corso degli ultimi sei anni, da una realtà
di 125 sportelli e 1.200 dipendenti ad un Gruppo articolato con 448 presenze
sul territorio nazionale forte di 3400 dipendenti. "Gli eventi di
maggior rilievo dell'esercizio appena concluso - ha affermato il Presidente
Gianni Zonin - sono stati la cessione del 4,75% di Banca Nazionale dei
Lavoro, il perfezionamento dell' acquisto della partecipazione in Banca dei
Popolo di Trapani e l'acquisto dei 46 sportelli dei Gruppo Intesa dei quali
poi 20 sono stati ceduti a Banca Nuova per ragioni di contiguità geografica
e di migliore presidio dei territorio." "La cessione di parte
della partecipazione in Banca Nazionale dei Lavoro - ha aggiunto Zonin -ha
comportato una considerevole plusvalenza che servirà a rafforzare
patrimonialmente la Banca Popolare di Vicenza supportandola nel sostenimento
delle strategie future." La presenza nel Centro Sud, attraverso le due
linee di intervento, costituite da Banca dei Popolo di Trapani (36 filiali)
e Banca Nuova (30 filiali) consente ai Gruppo di affacciarsi su una piazza
di estremo interesse dove sarà possibile raccogliere il risparmio ed
esercitare in modo oculato il credito alle imprese e alle famiglie dei
luogo. "Nell'esercizio 2001 - ha infine affermato Divo Gronchi,
Direttore Generale dell'istituto - si è anche impostato il piano triennale
2002-2004 che consentirà di raggiungere un livello adeguato alla rete di
vendita, consolidando le quote di mercato nel territorio storico ed
espandendole nelle nuove province dì presenza, facendo al contempo
conseguire risultati apprezzabili e remunerativi per la compagine
sociale."
BOERO
BARTOLOMEO S.P.A.: IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE HA APPROVATO I RISULTATI
DELL'ESERCIZIO 2001. FATTURATO CONSOLIDATO A 86.435.494 EURO (+20,4% SUL
2000)
Milano, 29 marzo 2002 - Risultato operativo 6.621.232 euro (+ 64,2% sul
2000), utile netto 1.730.716 euro (2.379.593 euro sul 2000). Proposto
all'Assemblea un dividendo di 0,25 Euro per azione ordinaria. Fatturato
consolidato a 86.435.494 Euro (+20,4% sul 2000), risultato operativo
6.621.232 Euro (+ 64,2% sul 2000), utile netto 1.730.716 Euro (2.379.593
Euro sul 2000). Proposto all'Assemblea un dividendo di 0,25 Euro per azione
ordinaria. Questi in sintesi i principali dati riferiti al Bilancio
consolidato 2001 del Gruppo Boero approvati dal Consiglio di Amministrazione
della Società, riunitosi in data odierna, sotto la Presidenza della Signora
Andreina Boero, che ha deliberato l'approvazione del progetto di bilancio al
31.12.2001 e che verrà sottoposto alla prossima Assemblea degli Azionisti.
L'Assemblea, convocata il 30 aprile in prima convocazione e l'8 maggio in
seconda, è chiamata, tra l'altro, a decidere di aumentare il numero dei
Consiglieri, per meglio far fronte alle rinnovate esigenze di evoluzione e
consolidamento del Gruppo, anche a seguito dell'ultima acquisizione Attiva
S.p.A. La società, nell'odierna seduta, ha approvato anche il bilancio
consolidato del Gruppo al 31.12. 2001. Il fatturato consolidato è pari a
86.435.494 Euro contro 71.766.284 Euro dell'anno precedente, anche grazie
all'ingresso di Attiva S.p.A. nell'area di consolidamento. Il risultato
operativo (differenza tra valore e costo della produzione) è di 6.621.232
Euro contro 4.030.625 Euro dell'esercizio precedente ed è in significativo
aumento rispetto all'anno 2000 grazie, principalmente, al buon incremento
del fatturato ed al miglioramento del margine di contribuzione sulle
vendite. L'utile netto consolidato è risultato pari a 1.730.716 Euro contro
2.379.593 Euro del 2000. Il dato si presenta in diminuzione a causa del
differente andamento della gestione straordinaria negli ultimi due esercizi.
Il saldo della gestione finanziaria dell'esercizio, al netto dei proventi da
partecipazioni, risulta oneroso per 722.972 Euro, in peggioramento rispetto
all'esercizio precedente di 549.032 Euro, risentendo dei maggiori oneri
finanziari riconducibili all'acquisizione della partecipazione Attiva S.p.A.
La Capogruppo ha realizzato ricavi per 2.557.246 Euro contro 2.510.980 Euro
dell'esercizio precedente, ed un utile netto pari a 2.125.310 Euro contro
1.791.223 Euro del 2000. Sulla base dei risultati ottenuti il Consiglio
proporrà all'Assemblea di distribuire un dividendo di 0,25 Euro per azione
ordinaria (contro Lit. 500 dell'esercizio precedente). Il dividendo sarà
posto in pagamento dal 23 maggio prossimo, contro stacco cedola n. 25 il 20
maggio 2002. In relazione a quanto contenuto nella comunicazione di Borsa
Italiana S.p.A. del 28 febbraio u.s., il Consiglio ha approvato la
"Relazione illustrativa in materia di corporate governance",
predisposta ai sensi della Sez. 1A.2.12 delle Istruzioni al Regolamento di
Borsa dei Mercati Organizzati e Gestiti dalla Borsa Italiana S.p.A., dove -
tenuto conto delle dimensioni societarie e della struttura del Gruppo - sono
esaminate le raccomandazioni del Codice di Autodisciplina delle Società
Quotate e la loro applicabilità o meno alla gestione della Società. La
Relazione di cui trattasi, a disposizione dei Soci e del pubblico,
costituisce parte integrante della Relazione degli Amministratori a corredo
del Bilancio di esercizio al 31.12.2001. Il Consiglio di amministrazione
odierno ha altresì deliberato di dare l'avvio alle procedure necessarie per
addivenire alla fusione per incorporazione della Società San Martino S.p.A.,
la quale Società detiene il 23,22% del capitale della Boero Bartolomeo
S.p.A. L'incorporazione di San Martino é finalizzata a razionalizzare la
catena partecipativa e a semplificare la struttura del Gruppo. Il Consiglio
ha deliberato di procedere alla predisposizione delle bozze di Progetto di
Fusione e di Relazione degli Amministratori che verranno successivamente
sottoposte all'Assemblea Straordinaria della Società, nonché di dare corso
a tutti gli altri adempimenti di legge.
APPROVATO
IL BILANCIO 2001 DI AIR DOLOMITI: FATTURATO +13.7%, EBITDAR +9.7%, EBIT
+29.8% CONSEGNATO IL 20° AEROMOBILE
Milano, 29 marzo 2002 - In data odierna il Consiglio di Amministrazione di
Air Dolomiti S.p.A. Linee Aeree Regionali Europee ha approvato il bilancio
2001, caratterizzato da un incremento dei margini industriali ed una
chiusura della gestione ante imposte sostanzialmente in pareggio.
L'esercizio 2001 chiude con un fatturato di 132.5 milioni di Euro (+13,7%
rispetto al 2000), di cui particolarmente in crescita la componente per
servizi di linea (+17,4%). I costi totali operativi, a seguito
dell'incremento dell'attività, sono aumentati del 13,9% (da 90.9 a 103.5
milioni di Euro). L'Ebitdar, pari a 39.7 milioni di Euro, registra una
crescita del 9,7%, mantenendo la propria incidenza sul fatturato vicina al
30%. In aumento solo del 9,6% a 25.5 milioni di Euro i canoni di leasing
nonostante la forte crescita della flotta, mentre risultano in diminuzione
gli ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni (-5,3% a 6.9 milioni di
Euro). Anche l'Ebit risulta in crescita da 5.6 a 7.2 milioni di Euro. Il
risultato ante imposte si chiude in sostanziale pareggio (-0.2 milioni di
Euro). Il risultato netto chiude a -2.3 milioni di Euro a seguito della
contabilizzazione di 1.8 milioni di Euro di Irap e 0.4 milioni di Euro di
Irpeg, quest'ultima principalmente generata da costi non deducibili
fiscalmente. Ieri è stato inoltre consegnato presso la base tecnico -
operativa di Ronchi dei Legionari il 20° aeromobile della flotta Air
Dolomiti: il 5° CRJ-200ER partito dallo stabilimento Bombardier di
Montreal, Canada, è arrivato direttamente a Dublino effettuando la
traversata atlantica senza soste. Alcide Leali ha così commentato la
prestazione della Società: "Sono orgoglioso di essere il Presidente di
Air Dolomiti, un vettore sano che è riuscito a superare brillantemente la
crisi del settore del trasporto aereo, confermando il proprio ruolo di prima
Compagnia regionale italiana in ambito europeo e modello di riferimento per
tutte le realtà del trasporto aereo. In un anno così difficile la
Compagnia ha portato a termine l'impegnativo progetto di introdurre in
flotta i nuovi aeromobili jet. Anche grazie ad essi Air Dolomiti ha
realizzato una forte espansione del network, inaugurando nuovi importanti
collegamenti verso capitali europee come Amsterdam, Berlino, Bruxelles,
Vienna, ed entrando in mercati di grande importanza strategica come Linate e
Bologna. Dal punto di vista commerciale, dunque, il 2001 è stato un anno
fondamentale per la nostra visibilità in Europa. La mission di Air Dolomiti
si conferma quindi vincente: la compagnia ha dimostrato che i vettori
regionali, efficienti ed a bassi costi operativi, sono in grado di reagire
ai momenti di crisi contrariamente alle major, e riescono addirittura a
cogliere in maniera flessibile le nuove opportunità del mercato. Il mercato
di riferimento europeo di Air Dolomiti ha subito un impatto minore ad altri
e solo nelle settimane successive all'11 settembre. Purtroppo però la
crescita di Air Dolomiti negli ultimi mesi dell'anno è stata fortemente
frenata dai problemi meteorologici e dall'inefficienza del sistema
aeroportuale del Nord Italia. Questi fattori hanno generato forti difficoltà
operative, portando la Compagnia nell'ultimo trimestre ad un numero di
cancellazioni più che triplicato rispetto al 2000. Queste problematiche, il
cui picco si è registrato nel mese di dicembre, hanno inciso sui risultati
economici della Società sia limitando l'attività produttiva di Air
Dolomiti che generando disaffezione e sfiducia nei passeggeri. Nonostante il
difficile ultimo trimestre la Società ha comunque complessivamente
incrementato i propri margini industriali ed ha chiuso la gestione ante
imposte sostanzialmente in pareggio. Purtroppo devo prendere atto con
rammarico di quanto l'imposizione fiscale italiana possa gravare su una
realtà industriale come Air Dolomiti: il nostro modello di business ha
retto all'interno di un settore in grave crisi, ma deve cedere al sistema
fiscale che ci costringe a contabilizzare una perdita di due milioni di Euro
generata, praticamente, solo dalle imposte. Rimango fiducioso per il 2002:
l'attività di linea continua a mostrare, anche nel nuovo anno, alti tassi
di crescita. Nei mesi di gennaio e febbraio i passeggeri sono cresciuti
rispettivamente del 14,45% e del 20,04% rispetto allo stesso periodo
dell'anno scorso, mentre il Load Factor, leggermente in diminuzione a
gennaio, risulta nuovamente in crescita a febbraio nonostante il notevole
incremento dell'offerta (+24,5%). Air Dolomiti vedrà quindi nel 2002
rafforzato ulteriormente il proprio ruolo di vettore regionale di
riferimento in Europa e partner sempre più attivo nell'ambito della Star
Alliance: sono infatti in via di definizione importanti alleanze con vettori
globali che amplieranno ulteriormente il nostro raggio d'azione. Inoltre
l'ingresso in flotta di due nuovi CRJ 200 - ieri abbiamo festeggiato appunto
la consegna del 20° aeromobile - espanderanno il network punto a punto
della Compagnia, mentre l'ingresso in flotta a giugno di un nuovo Atr 700
potenzierà l'attività di feederaggio verso gli hub Star Alliance in
Europa. Allo stato attuale, quindi, è possibile prevedere per il 2002 il
superamento della ragguardevole soglia di un milione di passeggeri di linea,
con un conseguente fatturato di oltre 160 milioni di Euro e valori di
Ebitdar ed Ebit ancora in crescita."
BOEING
FORMALIZZA IL CONTRATTO CON KENYA AIRWAYS PER LA VENDITA DI TRE AEROMOBILI
777
Milano, 29 marzo 2002 - La societa' Boeing (NYSE: BA) ha confermato la
formalizzazione di un contratto con la compagnia aerea Kenya Airways per la
vendita di tre aeromobili 777. Kenya Airways ha firmato il contratto lo
scorso 22 marzo, dopo mesi dedicati a una minuziosa e obiettiva analisi per
la definizione delle strategie della compagnia per la sua flotta a lunga
distanza. Kenya Airways ha sottoscritto il contratto con The Boeing Company,
seguendo le raccomandazioni del suo consiglio di amministrazione e la sua
decisione di acquistare gli aeromobili 777-200ER. La fase di studio e' stata
dedicata, tra l'altro, a una completa revisione e un'attenta valutazione
delle economie d'esercizio, delle prestazioni finanziarie a lungo termine e
delle opportunita' di crescita futura della compagnia di bandiera. I nuovi
aeromobili 777, la cui consegna e' programmata a partire dal maggio 2004 e
nel giugno 2005, vanno a completare i piani di espansione di Kenya Airways
per la sua flotta a lunga distanza. La decisione di Kenya Airways di firmare
il contratto di acquisto e' in linea con il suo piano di crescita e riflette
sia le intenzioni che le aspettative a lungo termine del suo network, che
punta a fornire servizi su standard internazionali ai suoi passeggeri che
frequentano rotte a lunga distanza. La combinazione delle sue prestazioni
continue e ad alto livello, con i suoi bassi costi in funzione del rapporto
classi di volo/miglia di percorrenza e con la sua capacita' di carico utile
rende il 777-200ER l'aereo giusto al giusto prezzo per Kenya Airways. La
capacita' di consentire il trasporto di un carico aggiuntivo da Nairobi
permettera', inoltre, alla compagnia di bandiera di servire meglio il
mercato dell'export in Kenya. ''Si e' trattata di una trattativa impegnativa
per noi, che ci ha obbligati a lavorare duro e a lungo, aggiudicandoci il
contratto per i nostri meriti e il nostro valore'' ha dichiarato Doug
Grosclose, vicepresidente senior per le vendite internazionali - aerei
commerciali. ''L'aeromobile 777-200ER e' un prodotto superiore, che risponde
perfettamente alle esigenze a lunga distanza di Kenya Airways''. Nel 2001
Kenya Airways si e' aggiudicata il premio di compagnia aerea dell'anno,
assegnato da African Aviation, la rivista africana leader nel settore
dell'aviazione, per i continui progressi dei suoi prodotti e servizi.
Rispettando e appoggiando i piu' elevati standard di sicurezza promossi
dalla stessa rivista, Kenya Airways e' la compagnia di bandiera della
Repubblica del Kenya, che opera voli di linea regolari, sia a livello
regionale che internazionale, con servizi passeggeri, cargo e postali, dalla
sua base di Nairobi e dall'aeroporto internazionale di Mombasa verso
l'Europa, l'India e il Medio Oriente.
MISSIONE
IMPRENDITORIALE DALL'8 AL 12 MAGGIO ROMANIA UN PAESE "APERTO" PER
LE PMI LOMBARDE SONO 987 LE AZIENDE LOMBARDE CHE COMMERCIANO CON LA ROMANIA,
UNA SU CINQUE IN ITALIA
Milano, 29 marzo 2002. Sono 987 le aziende lombarde che svolgono attività
di import - export con la Romania, il 20% sul totale nazionale di 5.095
mila. Nella provincia di Milano le aziende che fanno attività di import -
export sono 310, nel solo comune di Milano sono 138. Tra le province
lombarde più attive per l'export, dopo Milano col 35% del totale lombardo
ci sono Bergamo e Brescia, col 16% e il 19%. Per l'import è sempre Milano
al primo posto col 30% del totale lombardo, seguita da Bergamo e Brescia col
17% e il 25%. Per trovare nuove possibilità di business per le imprese,
Promos azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per
l'internazionalizzazione, in collaborazione con Api Milano e la Camera di
Commercio Italo Romena, nell'ambito di un vasto programma di iniziative
rivolte a questo importante mercato, organizza dall'8 al 12 maggio la
missione "Romania: quali opportunità per le Pmi lombarde" diretta
a Ploiesti, Brasov e Bucarest, con incontri d'affari personalizzati (con
un'agenda di 10 incontri per ogni azienda partecipante) e visite in loco ad
aziende romene. Il soggiorno a Bucarest consentirà di visitare le fiere
Construct Expo, Romtherm, Expo Securety. Sono aperte le iscrizioni. Per
informazioni: promos.balcani@mi.camcom.it - Tel. 02/8515.5310.
"L'iniziativa - ha spiegato Bruno Ermolli, presidente di Promos,
azienda speciale della Camera di Commercio di Milano - si colloca in un più
vasto programma che riguarda i mercati dell'Europa orientale, un'area in
crescente sviluppo che rappresenta un interlocutore molto interessante per
il sistema delle piccole e medie imprese lombarde. Questa missione, inoltre,
è il risultato della sinergia tra diverse realtà istituzionali e
associative con il comune obiettivo di far crescere l'economia locale
attraverso lo sviluppo dei rapporti internazionali. Con l'obiettivo di
mettere in condizione le aziende lombarde, che guardano con attenzione a
questi mercati, di sviluppare, con selezionate controparti, in questo caso
romene, progetti di collaborazione commerciale e industriale, e di
trasferimento di know-how e tecnologie".
Fonte: Camera di Commercio di
Milano - dati in migliaia di euro 2000
2000
|
|
IMPORT
|
% su
Lombardia
|
% su
Italia
|
EXPORT
|
% su
Lombardia
|
% su
Italia
|
Bergamo
|
88.172,76
|
16,9%
|
3,4%
|
100.596,95
|
15,9%
|
3,8%
|
Brescia
|
133.229,34
|
25,6%
|
5,2%
|
118.643,46
|
18,8%
|
4,4%
|
Como
|
10.368,40
|
2,0%
|
0,4%
|
39.936,99
|
6,3%
|
1,5%
|
Cremona
|
18.358,18
|
3,5%
|
0,7%
|
13.460,60
|
2,1%
|
0,5%
|
Lecco
|
17.728,71
|
3,4%
|
0,7%
|
11.561,28
|
1,8%
|
0,4%
|
Lodi
|
3.847,95
|
0,7%
|
0,2%
|
2.943,21
|
0,5%
|
0,1%
|
Milano
|
153.549,41
|
29,5%
|
6,0%
|
218.195,91
|
34,6%
|
8,2%
|
Mantova
|
36.862,95
|
7,1%
|
1,4%
|
45.763,98
|
7,2%
|
1,7%
|
Pavia
|
29.245,63
|
5,6%
|
1,1%
|
40.563,59
|
6,4%
|
1,5%
|
Sondrio
|
293,52
|
0,1%
|
0,0%
|
331,64
|
0,1%
|
0,0%
|
Varese
|
28.831,95
|
5,5%
|
1,1%
|
39.346,85
|
6,2%
|
1,5%
|
Totale Lomb.
|
520.488,81
|
100,0%
|
20,3%
|
631.344,46
|
100,0%
|
23,6%
|
Totale
Italia
|
2.563.676,24
|
|
100,0%
|
2.671.654,42
|
|
100,0%
|
Fonte: Camera di Commercio di Milano – dati in
migliaia di euro
1999
|
|
IMPORT
|
% su
Lombardia
|
% su
Italia
|
EXPORT
|
% su
Lombardia
|
% su
Italia
|
Bergamo
|
74.384,31
|
19,3%
|
3,8%
|
82.986,33
|
19,3%
|
4,3%
|
Brescia
|
94.689,23
|
24,5%
|
4,9%
|
80.271,30
|
18,7%
|
4,2%
|
Como
|
9.561,86
|
2,5%
|
0,5%
|
8.985,13
|
2,1%
|
0,5%
|
Cremona
|
15.693,35
|
4,1%
|
0,8%
|
21.799,97
|
5,1%
|
1,1%
|
Lecco
|
11.923,71
|
3,1%
|
0,6%
|
7.723,97
|
1,8%
|
0,4%
|
Lodi
|
3.878,43
|
1,0%
|
0,2%
|
1.806,63
|
0,4%
|
0,1%
|
Milano
|
97.176,42
|
25,2%
|
5,0%
|
142.223,14
|
33,1%
|
7,4%
|
Mantova
|
36.810,65
|
9,5%
|
1,9%
|
29.336,66
|
6,8%
|
1,5%
|
Pavia
|
20.686,56
|
5,4%
|
1,1%
|
27.171,96
|
6,3%
|
1,4%
|
Sondrio
|
492,36
|
0,1%
|
0,0%
|
409,74
|
0,1%
|
0,0%
|
Varese
|
20.978,50
|
5,4%
|
1,1%
|
27.562,83
|
6,4%
|
1,4%
|
Totale Lomb.
|
386.275,38
|
100,0%
|
19,9%
|
430.277,66
|
100,0%
|
22,4%
|
Totale
Italia
|
1.941.792,68
|
|
100,0%
|
1.922.674,60
|
|
100,0%
|
Prodotti importati ed
esportati. Tra i principali prodotti esportati dall'Italia verso la Romania
ci sono: prodotti tessili, pelli grezze conciate, calzature, macchine
agricole ed industriali e loro parti di ricambio, prodotti chimici e
derivati, macchine, apparecchi ed attrezzature elettroniche, metalli comuni
e articoli in metalli comuni. Le principali merci esportate dalla Romania
verso l'Italia sono: abbigliamento e maglieria, cuoio e calzature, minerali
ferrosi e non ferrosi, prodotti chimici, legno e mobili di legno, materie
plastiche.
NUOVE
INIZIATIVE DEL TDC PER IL 2002/03
Milano, 29 marzo 2002 - Il Trade Development Council (Tdc) ha presentato lo
scorso 20 Marzo le proprie iniziative per aiutare le società di Hong Kong a
muoversi più velocemente verso una nuova crescita e verso nuove opportunità
nel prossimo anno promozionale, che avrà inizio il 1° di aprile. L'Annual
Plan del Tdc, risultato di un nuovo processo di consultazione e interazione,
più trasparente e capillare, pone gli obiettivi, le priorità e le
strategie per promuovere la crescita del commercio estero di Hong Kong nel
prossimo futuro. Il Direttore Esecutivo Michael C C Sze ha sottolineato che
l'Annual Plan 2002/03 delinea anche la direzione promozionale generale del
Consiglio per i prossimi tre anni. "Un fattore particolare che
caratterizza il nuovo processo di programmazione a lungo termine del Tdc sta
nel fatto che esso accresce la nostra trasparenza e responsabilità come
organizzazione" ha affermato. Sze ha aggiunto che rendendo pubblico l'Annual
Plan all'inizio di ogni ciclo promozionale, il Tdc potrà organizzare una
migliore programmazione per le piccole e medie imprese (Sme). "Possono
vedere quello che stiamo facendo con largo anticipo e possono considerare
nei propri business plan le attività e i servizi offerti dal Tdc che
risultano per loro più importanti e vantaggiosi!". Sze ha detto che è
stato riscontrato molto interesse tra le piccole e medie imprese nei
confronti di quello che può fare il Tdc per contribuire alla loro
competitività in un contesto commerciale globale particolarmente difficile.
"Sebbene ci siano segnali promettenti che il peggio è passato, le
piccole e medie imprese sentono di non potersi permettere di aspettare una
ripresa dei mercati. Nel contempo aspettano con impazienza di cogliere nuove
opportunità per accedere al mercato della Cina continentale ", ha
detto Sze. Nel 2002/03, il Tdc organizzerà oltre 300 attività di
promozione dell'esportazione di prodotti e servizi offerti da società di
Hong Kong, di cui circa 80 saranno collegate al continente. Il Tdc
contribuisce al potenziamento delle piccole e medie imprese attraverso
opportunità di marketing mirate; contatti commerciali qualificati; indagini
di mercato puntuali e affidabili; una formazione pratica e servizi di
consulenza per accrescere la propria competitività. Tre strategie
fondamentali stanno alla base il programma 2002/03 del Tdc: Sviluppare la
posizione della Cina continentale come mercato interno di Hong Kong;
Rafforzare la posizione di rilievo di Hong Kong come piattaforma commerciale
mondiale in Asia; Sostenere la crescita delle piccole e medie imprese e
affinare la loro competitività attraverso un esteso programma di sviluppo
delle Sme. Tra i principali punti promozionali del piano si contano: La
prima fiera annuale Style Hong Kong di prodotti finiti di alta qualità di
Hong Kong a Pechino; Fiere regionali di settore nella zona del delta del
fiume Yangtze (Shanghai), nella regione di Bohai (Shenyang) e nella regione
occidentale (Chengdu); Nuove promozioni di prodotti in città-chiave tra cui
Chengdu, Chongqing, Wuhan e Xian; Una serie di seminari precedenti i Giochi
Olimpici di Pechino del 2008 ("2008 Beijing Olympics Games Seminar
Series" ), per esplorare le opportunità collegate ai Giochi Olimpici
attraverso tutti i settori; Il lancio di un mercato virtuale unico chiamato
hkenterprise.com, che riunisce tutti i servizi online di partnership e di
marketing del Tdc; Un nuovo servizio personalizzato di Business Matching che
offre informazioni approfondite e assistenza personalizzata per riunire
tutte le società di Hong Kong con potenziali partner d'oltreoceano; Un
centro di Business Development per le piccole e medie imprese offerto come
progetto pilota per aiutare start-up locali a farsi una posizione sul
mercato; Un esteso Servizio di Consulenza per le Aziende Cinesi (China
Business Advisory Service) che si basa sull' esperta consulenza di personale
qualificato della Cina continentale dagli uffici del Tdc a Guangzhou e
Shenzhen e del Business InfoCentre di Hong Kong; Una nuova fiera,
"World Boutique Hong Kong", in concomitanza con la Hong Kong
Fashion Week (settimana della moda di Hong Kong), per promuovere il design,
i marchi e gli articoli di moda ad essi collegati. Il Tdc ha programmato di
spendere HK$912 milioni, da un budget totale di HK$1,471 milioni, per
l'organizzazione di attività promozionali e la fornitura di un'intera gamma
di servizi. Il Tdc si aspetta di raggiungere una parità di bilancio con lo
stesso volume di entrate, compresi HK$377 milioni provenienti da sovvenzioni
governative (rispetto a HK$353 milioni nel periodo 2001/02). Sze ha
dichiarato che l'Annual Plan è stato avviato e organizzato attraverso
un'ampia consultazione con la comunità commerciale, un'analisi dettagliata
del mercato globale e delle tendenze dei prodotti e infine un approfondito
dialogo con gli stakeholder per mezzo di sessioni interattive intitolate
"Tdc Reports". Ha descritto l'Annual Plan come uno strumento
supplementare per l'Esecutivo del Tdc per facilitare e promuovere
trasparenza e responsabilità. Questo approccio rafforzato per il corporate
governance (governo societario) si applica all'intero contesto aziendale. Ad
esempio, in veste di Direttore Esecutivo, mi è stato chiesto di sottoporre
un resoconto dettagliato due volte l'anno a un gruppo di valutazione delle
performance del Tdc. Sze ha aggiunto che il Tdc ha previsto un'indagine
annuale che mira a valutare le performance e il grado di soddisfazione della
clientela per i suoi servizi e a migliorare la comprensione delle necessità
dei clienti. I risultati principali saranno pubblicati.
PARCHI
GIOCO E NORME UNI: QUANDO DIVERTIMENTO E SICUREZZA SI TENGONO PER MANO
Milano, 29 marzo 2002 - "Primavera vien danzando...", l'antico
adagio si ripropone tutti gli anni al primo tiepido sole d'aprile. E' tempo
di portare fuori i nostri bambini e, sorvegliando discretamente le loro
allegre capriole, di prendere una boccata d'aria che non sappia di smog. Il
parco giochi è la meta d'obbligo: grandi spazi, prati verdi e tranquille
panchine sotto gli alberi, e una serie più o meno nutrita di strutture che
stanno tra lo sport e il divertimento puro: altalene, scivoli, giostrine,
assi oscillanti, piste per pattinaggio o skate board, campetti da
minibasket, percorsi misti...la fantasia dei costruttori di parchi gioco è
in grado di far fronte ad ogni esigenza. Ma si può dire altrettanto delle
norme di sicurezza applicabili? E quanta dimestichezza hanno gli
amministratori comunali, dal cui dipende la corretta gestione dei parchi
gioco esistenti o in via di realizzazione, con la normativa adatta a
garantire la sicurezza degli utenti? Gli incidenti, fortunatamente, non sono
all'ordine del giorno, se si eccettua qualche piccola escoriazione per
eccesso di... entusiasmo, ma sono sempre possibili e una denuncia per omessa
applicazione delle norme di sicurezza, o mancato smantellamento di strutture
pericolose e obsolete, è un evento comunque spiacevole per una pubblica
amministrazione. Quasi sempre in grado di offuscarne la trasparenza di
gestione. L'opinione pubblica, come le tristi vicende di cronaca dimostrano,
è estremamente attenta al mondo dell'infanzia, suffragata dal puntuale
monitoraggio dei media. A dare man forte su questi argomenti sono
intervenuti negli ultimi anni gli esperti dell'UNI, l'Ente Nazionale
Italiano di Unificazione e degli altri Enti di normazione europei, che hanno
stilato una serie di norme per gli standard di qualità e sicurezza riferiti
alle attrezzature (altalene, giostre, scivoli, eccetera) che vengono
installate nei parchi giochi per bambini. Nessuna eventualità è stata
trascurata: la "famiglia" di norme europee che va sotto la sigla
Uni En 1176 (articolata in sette norme complementari fra loro), per esempio,
si occupa capillarmente di requisiti generali di sicurezza e di requisiti
aggiuntivi riguardanti altalene, scivoli, funivie, giostre, attrezzature
oscillanti e una guida all'installazione, l'ispezione, la manutenzione e
l'utilizzo delle attrezzature per aree gioco (sono state valutate persino 7
situazioni diverse di "intrappolamento"). La Uni En 1177 , invece,
riguarda i "Rivestimenti di superfici di aree da gioco ad assorbimento
di impatto - Requisiti di sicurezza e metodi di prova" (specifica i
requisiti per i sottofondi da usare nelle aree da gioco per bambini e i
requisiti per le superfici in cui è necessario ammortizzare gli impatti).
Dal 1999, anno in cui sono entrate in vigore a livello europeo le suddette
norme, la maggior parte delle imprese costruttrici si sono impegnate ad
applicarle con rigore e puntualità. La sicurezza delle attrezzature è un
punto fondamentale, ma non è l'unico su cui puntare per offrire un'area
sicura e attraente. Tutto lo spazio che circonda le attrezzature è
anch'esso un elemento essenziale per offrire efficacemente una zona protetta
e in linea alle esigenze/abitudini dei bambini. Può sembrare di poco conto
ma anche "l'arredamento" che circonda i giochi presenta insidie e
pericoli. Per esempio tutte le superfici dove sono istallati i giochi devono
essere in grado di assorbire impatti e cadute, le stradine e le aree
pavimentate devono essere anti sdrucciolo. Si dovrebbero installare
attrezzature da gioco in prossimità di vegetazione a basso rischio evitando
piante che possono dare allergie o che presentano radici, oltre a quelle con
fiori, foglie e bacche velenose. Da ricordare, infine, che oltre alle norme
sui parchi gioco esistono, sempre a livedllo europeo, anche numerose norme
tecniche riguardanti i campi da gioco per bambini e ragazzi, come la Uni En
748 sulle porte da calcio, la Uni En 749 sulle reti da pallavolo, la Uni En
1270 sulle attrezzature per la pallacanestro, la Uni En 1271
sull'attrezzatura per la pallavolo, la Uni En 1510 sull'attrezzatura per il
tennis. Tutto a posto, allora? Sì, anche se non esiste normativa al mondo
in grado di scongiurare gli incidenti causati da leggerezza, se non
addirittura da incoscienza. Così, all'incolumità dei piccoli utenti dei
parchi gioco, sono chiamati a provvedere gli amministratori della cosa
pubblica, che informandosi e uniformandosi alle regole di sicurezza, non
fanno altro che assolvere al loro compito istituzionale, ma anche i
genitori, che nella scelta di quei parchi gioco sicuramente rispondenti alle
norme internazionali, si dimostrano soggetti premurosi e attenti al
benessere e al sano svago dei loro figli. E, mai come in questo caso,
sicurezza e divertimento sono un unico valore aggiunto. Anche grazie
all'Ente Nazionale Italiano di Unificazione.
CAMBIANO
I VERTICI IN FATER S.P.A. ANDREA SODDU E LUCA ROMANI ALLA GUIDA DELLA JOINT
VENTURE TRA IL GRUPPO ANGELINI E PROCTER & GAMBLE
Milano, 29 marzo 200 2- Andrea Soddu, 47 anni, sposato con due figli, in
Fater dal 2000, e' il nuovo General Manager di Fater spa, la societa' joint
venture fra il Gruppo Angelini e Procter & Gamble, leader con i marchi
Pampers pannolini e Lines assorbenti. Laureato in Ingegneria Chimica, Master
negli Usa alla Rutgers University, Andrea Soddu ha ricoperto, in precedenza,
importanti cariche in Procter & Gamble, operando prevalentemente
all'estero, dapprima nei reparti di R&D e Marketing e in seguito come
General Manager Europeo dei prodotti per la pulizia della casa. Luca Romani,
43 anni, sposato, e' il nuovo Associate General Manager di Fater spa. Luca
Romani, prima di assumere il nuovo incarico, ha sviluppato la sua carriera
nel dipartimento di marketing ricoprendo dal 1986 ad oggi tutte le
posizioni, fino alla carica di Direttore Marketing di Fater (1998-2001), ha
maturato una significativa esperienza all'estero operando in Spagna, dal
1995 al 1998, come Director of Strategy & Marketing per i prodotti
femminili nella joint venture Arbora Ausonia. Fater spa, leader nei prodotti
assorbenti per la cura della persona, e' conosciuta principalmente
attraverso i suoi marchi: Pampers, Lines assorbenti, Intervallo proteggi
slip, Linidor prodotti per l'incontinenza. La societa', che ha sede a
Pescara, impiega circa 1.050 persone ed ha fatturato nell'anno fiscale 00/01
632 mln. di euro con un incremento del 5% rispetto al fiscale
precedente.
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