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29 MARZO 2002

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SECONDO ALCUNI RICERCATORI, UNA MAGGIORE COOPERAZIONE POTREBBE CONTRIBUIRE A CREARE 11 MILIONI DI NUOVI POSTI DI LAVORO IN EUROPA ENTRO IL 2010

Bruxelles, 29 marzo 2002 - Secondo un nuovo rapporto di ricerca, i paesi dell'Unione europea potrebbero incrementare enormemente i propri tassi di occupazione nell'arco di soli tre anni, rafforzando il coordinamento delle rispettive politiche e attuando una serie di riforme socioeconomiche. Tali riforme potrebbero stimolare la creazione di quattro milioni di posti di lavoro in Europa entro il 2005, cifra che potrebbe raggiungere gli 11 milioni entro il 2010, sostiene il gruppo di riflessione danese autore della relazione. Ciò si tradurrebbe in un aumento del tasso di occupazione di circa quattro punti percentuale. Per raggiungere quest'ambizioso obiettivo, i ricercatori propongono di ricorrere ad un misto di politiche orientate al mercato e di strategie caratterizzate da una sensibilità sociale. Da un lato, occorrono mercati del lavoro più flessibili ed una politica commerciale rafforzata, incentrata su una maggiore concorrenza e innovazione, nonché sulla liberalizzazione e un'accresciuta facilità d'accesso ai capitali. Dall'altro, la relazione raccomanda di elevare le dotazioni a favore dell'istruzione dall'attuale media europea del 4,8 per cento al 5,5 per cento del PIL. Pur creando una carenza di manodopera a breve termine, un aumento della popolazione studentesca apporterebbe benefici a lungo termine, sostengono i ricercatori, poiché una popolazione più istruita è in grado di creare posti di lavoro qualitativamente migliori per un numero maggiore di persone. Il documento raccomanda, inoltre, l'aumento della percentuale di donne e anziani all'interno della forza lavoro. La possibilità di accedere a servizi pubblici migliori per l'infanzia e l'assistenza agli anziani (ai fini della quale è necessario incrementare il numero degli addetti di 1,5 milioni di unità entro il 2010) consentirebbe di aumentare la presenza delle donne nel mondo del lavoro. Secondo i ricercatori, tuttavia, il tasso di occupazione dell'UE potrà subire un cospicuo aumento solo se tutti gli Stati membri concorderanno sulla necessità di procedere, in tutt'Europa, all'attuazione coordinata del pacchetto delle riforme. Nella relazione si legge, infatti: "Se il pacchetto sarà applicato solo da una minoranza degli Stati membri, l'effetto in ogni singolo paese sarà più limitato. E ciò in ragione del fatto che l'Europa è un'entità economica. Questo significa che gli investimenti stanziati in un paese europeo a favore dell'occupazione eserciteranno un impatto positivo sulla creazione di posti di lavoro negli altri paesi dell'UE". Lo studio è stato condotto dal Consiglio economico del movimento laburista danese, un gruppo di riflessione vicino al Partito socialista della Danimarca, ai sindacati e alle cooperative. Il leader del Partito socialista, nonché ex Primo Ministro danese Poul Rasmussen, ha commissionato questa ricerca per contribuire a fare chiarezza sul processo di Lisbona per le riforme socioeconomiche, attualmente in corso. Infolink: http://www.pes.org/upload/Publications/49ENRasmussen.pdf

IL REGNO UNITO INTRODURRÀ UN SISTEMA DI TAGLI FISCALI PER LE GRANDI SOCIETÀ CHE INVESTONO NELLA R&S
Bruxelles, 29 marzo 2002 - Il ministero del Tesoro britannico ha annunciato l'introduzione di un sistema di crediti d'imposta per le grandi società, ideato al fine d'incrementare il loro livello di ricerca e sviluppo (R&S). Per la prima volta, il ministero del Tesoro ha rivelato informazioni dettagliate sul bilancio del 2002, tre settimane prima del giorno in cui verrà svelato il contenuto della finanziaria (il cosiddetto "budget day"), previsto per il prossimo 17 aprile. Fra le nuove misure figurano il credito d'imposta per promuovere la ricerca e sviluppo delle società più grandi, incentivo del quale beneficeranno oltre 1.500 aziende che operano nel Regno Unito, e un nuovo regime per alleggerire i costi sostenuti dalle imprese in relazione alla proprietà intellettuale. Questi provvedimenti, volti ad incoraggiare le aziende ad approfittare delle nuove opportunità offerte nell'ambito dell'economia basata sulla conoscenza, si tradurranno in un vantaggio economico per le società britanniche pari a circa 200 milioni di sterline (pressappoco 325,5 milioni di euro), cifra destinata a raggiungere i 350 milioni di sterline (circa 569,7 milioni di euro) nel lungo termine. "Per l'elaborazione del sesto bilancio ci siamo potuti basare su questa piattaforma di stabilità e di creazione di occupazione. Occorre continuare ad incanalare le nostre energie verso la promozione delle imprese e degli investimenti, nonché verso l'aumento della produttività del paese", ha affermato il ministro delle Finanze Gordon Brown. David Lennan, direttore generale della Camera di commercio britannica ha elogiato l'iniziativa, affermando che "il ricorso a misure di politica fiscale da parte del governo è decisamente opportuno. È fondamentale che i nostri produttori creino innovazione e riescano a colmare il divario esistente nei confronti dei concorrenti d'oltre oceano in termini di investimenti". Lennan ha aggiunto di auspicare l'adozione di misure altrettanto favorevoli a sostegno delle piccole imprese. Anche la società "Save British Science" (Sbs) ha accolto favorevolmente l'annuncio dell'iniziativa. Il direttore della Sbs Peter Cotgreave ha affermato: "Non sosteniamo questi provvedimenti solo perché sono positivi per la scienza, ma anche perché risulteranno vantaggiosi per la Gran Bretagna e l'occupazione". Evidenziando l'impatto positivo che gli investimenti nella R&S esercitano sulla produttività, il dottor Cotgreave ha aggiunto: "Se osservate quali aziende investivano nella ricerca, 10 anni fa, noterete che sono le stesse ad aver registrato i tassi di crescita più elevati e ad aver creato maggiore occupazione. Non vi è dubbio, [...] il nostro paese deve diventare più 'intelligente' e aumentare le attività di ricerca e sviluppo rappresenta una delle strade da percorrere per raggiungere tale obiettivo".

SCUDO FISCALE: AL 28 FEBBRAIO RIENTRATI OLTRE 14 MILIARDI DI EURO
Roma, 29 febbraio 2002 Premesso che, per avere un quadro complessivo, è necessario attendere i dati finali, quali emergeranno solo dopo la scadenza dei termini dello scudo, il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica che al 28 febbraio di quest'anno è rientrato e/o è stato regolarizzato un ammontare di capitali (compresi i titoli sottoscritti) pari a oltre 14 miliardi di euro (27 mila miliardi di lire), vale a dire un importo superiore a un punto di Pil. Il volume di gettito corrispondente è pari a circa 375 milioni di euro (oltre 700 miliardi di lire). Queste cifre che, ribadiamo, sono da intendersi parziali e provvisorie, anche in ragione della proroga del provvedimento, suggeriscono una serie di considerazioni: l'afflusso di capitali in atto inverte una tendenza storica pluridecennale al deflusso. I capitali rimpatriati potranno determinare un aumento degli investimenti in Italia con benefici diretti e indiretti sull'economia del Paese e sul suo sistema finanziario; nonostante la loro parzialità i dati al 28 febbraio costituiscono un inequivocabile segnale di fiducia, ancora una volta destinato a produrre effetti positivi sulla situazione economica; lo scudo fiscale italiano è oggetto di studio da parte di altri paesi europei ed extraeuropei. Ciò prova l'infondatezza delle critiche demagogiche e ideologiche che sono state avanzate nei suoi confronti da alcune parti. In sintesi, i dati finora disponibili fanno ben sperare in un bilancio finale complessivamente lusinghiero per l'operazione scudo fiscale. Essi testimoniano che gli italiani hanno fiducia nell'azione del governo e nel futuro del loro Paese.

DELIBERE DEL CIPE
Roma, 29 marzo 2002 - Il ministero dell'Economia e Finanze comunica le decisioni assunte oggi dalla riunione del Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica. Nel Piano di investimenti presentato dalle Fs SpA, il Cipe ha riscontrato elementi di non coerenza con le priorità indicate sia dalla Legge Obbiettivo sia dalla delibera Cipe sulle opere infrastrutturali del 21 dicembre 2001. Pertanto, ha invitato le Fs SpA a riformulare il Piano stesso in coerenza con le priorità indicate dal governo. Per non creare ritardi per alcuni progetti strategici delle Fs SpA, il Cipe ha approvato le parti del Piano di investimenti per l'Alta Velocità ferroviaria e la Sicurezza. In più, il Cipe ha anche progetti specifici per gli investimenti nel Mezzogiorno. Nella riunione odierna, il Cipe ha definito i trasferimenti per il servizio universale e le agevolazioni all'editoria a favore delle Poste SpA. Trasferimenti ed agevolazioni si riferiscono agli anni 2000 e 2001. Quelli previsti per il 2002 saranno sottoposti ad approfondimenti tecnici, e valutati in coerenza con il Piano industriale 2002-2004 predisposto dall'azienda ed in fase di analisi e definizione da parte dell'azionista. Il Cipe ha anche approvato una delibera che estende il numero di Paesi che possono accedere ai finanziamenti Simest ed amplia la copertura Sace. Nella stessa riunione il Comitato interministeriale ha dato via libera al finanziamento di una serie di contratti di programma. Sono: Finmek (Campania e Abruzzo); Consorzio del Bergamotto (Calabria); Consorzio Agrofuturo (Campania); Edison Gas (Cavarzere, Ve); Industrie Natuzzi SpA (Santeramo in Colle, Ba; e Quarrata, Pt); Consorzio Mediterraneo del Legno (Crotone, Calabria); Biomasse Italia (Strongoli, Calabria); Eurosviluppo Industriale (Crotone, Calabria); Biofata (Lametia Terme, Calabria). Il Cipe ha poi individuato la soluzione tecnica per consentire al Comune di Palermo di chiudere il bilancio. La soluzione prevede una rimodulazione dei trasferimenti pubblici in modo da risolvere il problema dei Lavoratori socialmente utili in carico al Comune di Palermo e dare così certezza all'attività amministrativa.

INTESABCI: CORRADO PASSERA DESIGNATO CEO DI INTESABCI UTILE NETTO CONSOLIDATO A 928,2 MILIONI DI EURO (-45%) DIVIDENDO: 0,045 ALLE AZIONI ORDINARIE, 0,08 ALLE AZIONI DI RISPARMIO
Milano, 29 marzo 2002. E' di 928,2 milioni di euro l'utile netto consolidato di IntesaBci al 31 dicembre 2001, in calo del 45% rispetto al dato omogeneo di 1.686,2 milioni di euro conseguito nel 2000, a causa soprattutto degli eccezionali eventi che hanno caratterizzato la seconda parte dell'anno e che hanno condizionato sensibilmente i risultati economici dell'esercizio. L'utile netto della capogruppo scende, sempre in termini omogenei, dai 1.774,5 milioni di euro al 31 dicembre 2000 ai 337,4 milioni di euro a fine esercizio (-81%), anche per effetto della diversa contabilizzazione fra il bilancio consolidato e quello individuale dei riflessi economici derivanti dalle cessioni di Banca di Legnano e di Banca Carime. Con questi risultati si sono chiusi il bilancio consolidato e il progetto di bilancio della capogruppo IntesaBci per l'anno 2001, che il Consiglio di amministrazione di IntesaBci, presieduto da Giovanni Bazoli, sottoporrà all'assemblea degli azionisti, prevista per il prossimo 29 aprile in prima convocazione e il giorno successivo in seconda. Il Consiglio proporrà all'approvazione dei soci la distribuzione di un dividendo di 0,045 euro alle azioni ordinarie e di 0,08 euro alle azioni di risparmio (rispettivamente 0,09 euro - 180 lire - e 0,10 euro - 200 lire - nel 2000), che sarà posto in pagamento il giorno 23 maggio 2002, con stacco della cedola il giorno 20 maggio 2002. Il Consiglio di amministrazione ha preso atto che l'amministratore delegato Lino Benassi, considerando esaurito il proprio compito di traghettare la Comit nel Gruppo, ha comunicato le sue dimissioni con effetto dalla prossima assemblea di bilancio. Il Consiglio ha ringraziato Lino Benassi per l'opera prestata a favore del Gruppo, formulando i migliori auguri per la sua attività a venire. Alla prossima assemblea sarà proposta, su designazione unanime degli azionisti sindacati, la nomina a consigliere, avendone previamente verificata la disponibilità, di Corrado Passera che assumerà poi la posizione di Chief Executive Officer (Ceo) del Gruppo. In tale occasione saranno anche definite le nuove deleghe dell'altro amministratore delegato Christian Merle. Budget 2002 ed evoluzione della gestione - Il Consiglio di amministrazione ha inoltre approvato il budget 2002 del Gruppo, basato sulla razionalizzazione e il forte contenimento dei costi operativi - mantenendo peraltro elevati gli investimenti nelle aree ad alto valore aggiunto - e sulla decisa ripresa dell'azione commerciale, grazie anche all'implementazione del nuovo modello divisionale. L'obiettivo di "cost/income" di Gruppo prevede un calo dal 68% (calcolato al netto delle componenti non ricorrenti) al 61% a seguito, da un lato, di una crescita superiore al 5% per il margine di interesse e al 9% per i ricavi da servizi e, dall'altro, di una riduzione dei costi pari al 3,6%. Escludendo le spese connesse ai nuovi investimenti e allo sviluppo di nuovi business, la contrazione delle spese è prevista pari a circa il 7%. La dinamica combinata di tali effetti si tradurrà in una crescita superiore al 30% del risultato lordo di gestione, al netto degli eventi non ricorrenti. Anche in relazione agli incisivi interventi effettuati nel 2001 sulla qualità dell'attivo si può formulare per l'esercizio in corso la previsione di un apprezzabile sviluppo dell'utile netto consolidato. I dati gestionali dei primi due mesi dell'anno evidenziano una buona crescita del risultato operativo rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente, con un superamento degli obiettivi di budget del periodo. La relazione trimestrale al 31 marzo 2002 sarà approvata dal Consiglio di amministrazione il prossimo 14 maggio. Bilancio consolidato 2001 - Gli attentati verificatisi in settembre negli Stati Uniti hanno avuto profonde ripercussioni sull'andamento dei mercati mondiali, accentuandone la preesistente volatilità e avviando un processo di recessione a livello internazionale che ha influenzato negativamente tutti gli aspetti dell'operatività finanziaria. L'instabilità ha travolto importanti gruppi di rango internazionale, alcuni operanti nei settori di maggiore crisi e già sotto osservazione per le loro pregresse difficoltà, altri in modo inatteso, vista la fiducia di cui erano accreditati presso il sistema finanziario. Le rettifiche di valore delle relative esposizioni sono complessivamente pari a 440 milioni di euro e coprono prudenzialmente per l'80% il rischio nei confronti del gruppo Enron e per il 90% quello di Swissair, ai quali si aggiungono 40 milioni di oneri relativi ad operazioni finanziarie. Nell'ambito della forte presenza sui mercati esteri, il Gruppo è inoltre esposto in alcuni Paesi dell'America Latina dove opera tramite il Gruppo Sudameris. In particolare, la situazione di estrema criticità in atto in Argentina e l'andamento della controllata peruviana Banco Weise Sudameris hanno determinato per IntesaBci l'annullamento del valore di carico delle partecipazioni e pesanti accantonamenti, il cui onere nel bilancio consolidato è, come noto, ammontato complessivamente a 750 milioni di euro. Ulteriori impatti negativi sul risultato d'esercizio sono derivati dalla revisione delle posizioni creditorie ad andamento irregolare compiuta secondo parametri di grande rigore in occasione dell'integrazione delle banche confluite nella capogruppo, che si è tradotta in oneri netti per circa 800 milioni di euro. Analoghi severi interventi hanno riguardato il portafoglio di IntesaBci Gestione Crediti, con rettifiche di valore per oltre 250 milioni di euro. Il complesso degli accantonamenti e delle rettifiche nette di valore ammonta pertanto a 3.473 milioni di euro, contro i 1.774 milioni del 2000. A questi stanziamenti si è aggiunto quello di 1.158 milioni di euro per l'adeguamento al valore di mercato del Warrant Put IntesaBci, emesso in occasione dell'acquisto della Banca Commerciale Italiana ed esercitabile nel mese di novembre 2002. Tutti i predetti fattori negativi sono stati solo in parte compensati da proventi a carattere straordinario, di cui principalmente circa 1.760 milioni di euro di plusvalenze registrate con le cessioni di Banca Carime, di Banca di Legnano e di un consistente numero di sportelli, e circa 520 milioni di dividendi riguardanti l'operazione di merchant banking Seat Pagine Gialle. Il conto economico consolidato del 2001 presenta, in dettaglio, un saldo degli interessi netti in crescita del 6,5% a 6 miliardi di euro, per effetto di una politica di erogazione del credito attenta più alla redditività che ai volumi, che ha comportato un miglioramento dello spread tra i tassi medi attivi e passivi anche rispetto alla media del sistema e un notevole calo dell'indebitamento netto sul mercato interbancario (-23%). I dividendi percepiti segnano invece una contrazione di 270 milioni di euro per il minor apporto di quelli non ricorrenti connessi all'operazione Seat Pagine Gialle (521 milioni nel 2001, 769 milioni nel 2000). Il margine di interesse complessivo evidenzia quindi un aumento dell'1,5%; al netto delle suddette componenti non ricorrenti l'incremento sarebbe stato del 5,9%. Il non favorevole andamento dei mercati finanziari si è riflesso sulle commissioni nette e sui profitti da operazioni finanziarie. Le commissioni nette registrano una flessione del 9,6% (a 3.731 milioni, dai 4.127 milioni del 2000), principalmente derivante dai comparti dell'operatività in titoli (-44%) e della gestione del risparmio (-16%), a fronte di una crescita del 12% delle commissioni relative ai conti correnti. Le commissioni nette derivanti dall'operatività in titoli e dalla gestione del risparmio hanno peraltro evidenziato una forte ripresa nell'ultimo trimestre dell'esercizio, con tassi di crescita sul trimestre precedente superiori rispettivamente al 110% e al 40%. I profitti da operazioni finanziarie evidenziano una contrazione del 39% (da 193 a 117 milioni di euro), ma risulterebbero in linea con l'esercizio precedente se calcolati al netto della minusvalenza su titoli per l'operazione di cartolarizzazione Fonspa (35 milioni di euro) e della svalutazione di azioni Commerzbank (50 milioni di euro), trasferite da portafoglio di trading a partecipazione. I costi operativi, esclusi gli ammortamenti del goodwill, mostrano un leggero aumento (+2,3%) a 7.393 milioni di euro, dai 7.224 milioni del 2000 . Al loro interno, le spese per il personale crescono del 2,7%, le altre spese amministrative dello 0,7% e gli ammortamenti del 6,6%. Se si escludesse l'incremento di circa 140 milioni di euro riconducibile agli oneri di integrazione e alla componente variabile di retribuzione connessa al raggiungimento degli obiettivi aziendali 2000, la crescita dei costi operativi risulterebbe limitata allo 0,4%. Se poi il confronto venisse effettuato sulla base dei dati 2000 comprensivi di Banca Carime e Banca di Legnano, si potrebbe rilevare pienamente l'effetto ottenuto con la razionalizzazione degli sportelli che ha determinato nei costi un calo superiore al 5%. L'utile straordinario, determinato principalmente - come già riferito - dal saldo tra le plusvalenze derivanti dalle cessioni e gli oneri connessi alla valutazione dei Warrant Put IntesaBci, è pari a 785 milioni di euro rispetto ai 183 milioni del 2000. Riguardo ai dati patrimoniali, i crediti verso la clientela superano i 183 miliardi di euro, mantenendosi sui valori registrati a fine 2000; con riferimento alle sole società operanti in Italia, in media d'anno gli impieghi a breve termine crescono del 4,8% (rispetto al 12,3% del sistema bancario) e quelli a medio-lungo termine del 10,4% (rispetto al 9,8% del sistema), per effetto della già citata selettiva politica di erogazione del credito attenta più alla redditività che ai volumi. Il rapporto sofferenze/impieghi, al netto delle rettifiche di valore, cala al 3% dal 3,5% del 31 dicembre 2000, con un grado di copertura delle sofferenze aumentato dal 52% al 59%. La massa amministrata per conto della clientela ammonta a oltre 510 miliardi di euro, in linea con i livelli di fine 2000 e risulta formata da raccolta diretta per circa 185 miliardi e da raccolta indiretta per oltre 325 miliardi. La componente gestita si posiziona sui 137 miliardi di euro. A fine esercizio, la struttura operativa del Gruppo IntesaBci si articolava in 4.231 sportelli bancari - di cui 3.302 in Italia e 929 all'estero - con 70.182 dipendenti, 1.670 in meno rispetto al precedente esercizio. Bilancio della capogruppo - Le consistenze economiche e patrimoniali più significative della capogruppo IntesaBci sono le seguenti (in termini omogenei): interessi netti 3.681 milioni di euro (+3,1%), margine di interesse 5.007,5 milioni di euro (-3%), margine di intermediazione 7.298,2 milioni di euro (-6,6%), risultato di gestione 2.888,8 milioni di euro (-17,5%). L'utile netto dell'esercizio 2001 è pari a 337,4 milioni di euro e si confronta con il dato omogeneo di 1.774,5 milioni di euro del 2000. Il decremento dell'utile è strettamente dipendente dalle maggiori svalutazioni e dai rilevanti accantonamenti effettuati. Rispetto all'utile consolidato, il risultato individuale è inferiore essenzialmente perché la cessione di Banca di Legnano si è riflessa nella contabilizzazione di una plusvalenza (509 milioni di euro) solo a livello consolidato (poiché la partecipazione era stata oggetto di rivalutazione nei conti individuali di Banca Commerciale Italiana nello scorso esercizio, ma allora rettificata ai fini del bilancio consolidato) e per il diverso valore di carico della partecipazione in Banca Carime, la cui plusvalenza derivante dalla cessione del 75% del capitale ha contribuito in misura minore al bilancio individuale (510 milioni di euro) rispetto al consolidato (680 milioni di euro). Per quanto attiene ai dati patrimoniali, i crediti verso la clientela hanno superato i 132 miliardi di euro mentre la massa amministrata della clientela è pari ad oltre 369 miliardi ed è composta da raccolta diretta per 134 miliardi e da raccolta indiretta per circa 235 miliardi.

BANCA POPOLARE DI VICENZA: IL MIGLIOR BILANCIO NELLA STORIA DELL'ISTITUTO
Milano, 29 marzo 2002 - Utile - al netto delle imposte e degli accantonamenti al fondo per rischi bancari - pari a 78 milioni dì Euro (151 miliardi di lire), +7% sul 2000, con un incremento di oltre 5,1 milioni di Euro (10 miliardi di giro) rispetto all'utile dell'anno precedente (13 milioni di Euro). Proposta all'Assemblea dei soci la distribuzione di un dividendo unitario di 0,95 Euro per azione (0,90 Euro nell' esercizio precente). Incremento generale dei principali aggregati patrimoniali. Questi i principali dati di sintesi relativi all'esercizio 2001, approvati dal Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Vicenza, riunitosi sotto la presidenza di Gianni Zonin, che ha deliberato di proporli all'Assemblea dei Soci, in programma a Vicenza il prossimo 4 maggio. Consapevole che al risultato economico raggiunto - il più importante dei 136 anni di storia dell'Istituto, - hanno contribuito sia la gestione operativa della Banca che la plusvalenza di una eccellente operazione strategico-finanziaria - il Consiglio di Amministrazione ha attuato una rigorosa politica di bilancio per perseguire la strategia, già delineata dal piano 2002 - 2004, di consolidamento e di rafforzamento della struttura dell'Istituto. Va ricordato che oltre alla plusvalenza derivante dalla cessione parziale della partecipazione in Banca Nazionale dei Lavoro, all'importante risultato di periodo ha contribuito, in particolare, il margine finanziario in crescita dei 10,8% a valori omogenei e pari a 265 milioni di Euro (513 miliardi di lire). Tale dato è particolarmente importante ed è un segno concreto del riequilibrio dell'assetto finanziario globale della Banca intrapreso in questo esercizio. Il margine operativo lordo si è attestato a 171 milioni di Euro (331 miliardi di lire) con un incremento dei 22,0% sull'analogo risultato dello scorso esercizio. Al netto di tutti gli ammortamenti (127 miliardi di lire-65,6 milioni di Euro) il risultato di gestione s'incrementa dei 10,9% rispetto a quello dei 2000. Il Consiglio di Amministrazione ha altresì ritenuto opportuno procedere alla svalutazione (92 miliardi di lire) di alcune partecipazioni, a rettifiche di valore nette per rischi su crediti (108 miliardi di lire) che tutelino da possibili decadimenti della qualità dei credito e ad un accantonamento (12 miliardi di lire) per sterilizzare le agevolazioni fiscali della legge "Ciampi". Infine, la plusvalenza realizzata dalla cessione della partecipazione in Bnl (471 miliardi di fire243 milioni di Euro) al netto delle imposte totali pagate porta l'utile a 156 milioni di Euro (303 miliardi di lire). L'accantonamento al Fondo per rischi bancari generali (152 miliardi di lire-78,5 milioni di Euro), che consentirà nel prossimi esercizi di far fronte a possibili rischi e di supportare diverse strategie aziendali, determina un utile di 78 milioni di Euro (151 miliardi di lire). L'utile della situazione consolidata è di 61 milioni di Euro (118 miliardi di lire). Il clima di incertezza e l'instabilità delle Borse nazionali ed estere hanno favorito da un lato la crescita della raccolta diretta che aumenta dei 10,8% e raggiunge i 5.381,0 milioni di Euro (10.419 miliardi di lire), mentre, dall'altro, hanno determinato una lieve flessione della raccolta indiretta che si attesta a 7.132,8 milioni di Euro 113.811 miliardi di !ire). Alla fine del 2001 i crediti verso clientela, al netto delle rettifiche di valore, raggiungono i 6.349,7 milioni di Euro (12.295 miliardi di Lire) segnando una crescita davvero significativa (+ 18%), che è ancora più rilevante se si considera che l'incremento assorbe la cessione pro-soluto di "crediti performing" di Lire 630 miliardi effettuata alla chiusura del precedente esercizio nell'ambito della prima operazione di cartolarizzazione. Il confronto con valori omogenei dell'esercizio precedente evidenzierebbe infatti una crescita di circa il 24%. L'ottimo risultato ottenuto rappresenta l'ulteriore conferma della validità dei progetti di sviluppo intrapresi con un percorso di crescita che ha portato la Banca Popolare di Vicenza, nel corso degli ultimi sei anni, da una realtà di 125 sportelli e 1.200 dipendenti ad un Gruppo articolato con 448 presenze sul territorio nazionale forte di 3400 dipendenti. "Gli eventi di maggior rilievo dell'esercizio appena concluso - ha affermato il Presidente Gianni Zonin - sono stati la cessione del 4,75% di Banca Nazionale dei Lavoro, il perfezionamento dell' acquisto della partecipazione in Banca dei Popolo di Trapani e l'acquisto dei 46 sportelli dei Gruppo Intesa dei quali poi 20 sono stati ceduti a Banca Nuova per ragioni di contiguità geografica e di migliore presidio dei territorio." "La cessione di parte della partecipazione in Banca Nazionale dei Lavoro - ha aggiunto Zonin -ha comportato una considerevole plusvalenza che servirà a rafforzare patrimonialmente la Banca Popolare di Vicenza supportandola nel sostenimento delle strategie future." La presenza nel Centro Sud, attraverso le due linee di intervento, costituite da Banca dei Popolo di Trapani (36 filiali) e Banca Nuova (30 filiali) consente ai Gruppo di affacciarsi su una piazza di estremo interesse dove sarà possibile raccogliere il risparmio ed esercitare in modo oculato il credito alle imprese e alle famiglie dei luogo. "Nell'esercizio 2001 - ha infine affermato Divo Gronchi, Direttore Generale dell'istituto - si è anche impostato il piano triennale 2002-2004 che consentirà di raggiungere un livello adeguato alla rete di vendita, consolidando le quote di mercato nel territorio storico ed espandendole nelle nuove province dì presenza, facendo al contempo conseguire risultati apprezzabili e remunerativi per la compagine sociale."

BOERO BARTOLOMEO S.P.A.: IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE HA APPROVATO I RISULTATI DELL'ESERCIZIO 2001. FATTURATO CONSOLIDATO A 86.435.494 EURO (+20,4% SUL 2000)
Milano, 29 marzo 2002 - Risultato operativo 6.621.232 euro (+ 64,2% sul 2000), utile netto 1.730.716 euro (2.379.593 euro sul 2000). Proposto all'Assemblea un dividendo di 0,25 Euro per azione ordinaria. Fatturato consolidato a 86.435.494 Euro (+20,4% sul 2000), risultato operativo 6.621.232 Euro (+ 64,2% sul 2000), utile netto 1.730.716 Euro (2.379.593 Euro sul 2000). Proposto all'Assemblea un dividendo di 0,25 Euro per azione ordinaria. Questi in sintesi i principali dati riferiti al Bilancio consolidato 2001 del Gruppo Boero approvati dal Consiglio di Amministrazione della Società, riunitosi in data odierna, sotto la Presidenza della Signora Andreina Boero, che ha deliberato l'approvazione del progetto di bilancio al 31.12.2001 e che verrà sottoposto alla prossima Assemblea degli Azionisti. L'Assemblea, convocata il 30 aprile in prima convocazione e l'8 maggio in seconda, è chiamata, tra l'altro, a decidere di aumentare il numero dei Consiglieri, per meglio far fronte alle rinnovate esigenze di evoluzione e consolidamento del Gruppo, anche a seguito dell'ultima acquisizione Attiva S.p.A. La società, nell'odierna seduta, ha approvato anche il bilancio consolidato del Gruppo al 31.12. 2001. Il fatturato consolidato è pari a 86.435.494 Euro contro 71.766.284 Euro dell'anno precedente, anche grazie all'ingresso di Attiva S.p.A. nell'area di consolidamento. Il risultato operativo (differenza tra valore e costo della produzione) è di 6.621.232 Euro contro 4.030.625 Euro dell'esercizio precedente ed è in significativo aumento rispetto all'anno 2000 grazie, principalmente, al buon incremento del fatturato ed al miglioramento del margine di contribuzione sulle vendite. L'utile netto consolidato è risultato pari a 1.730.716 Euro contro 2.379.593 Euro del 2000. Il dato si presenta in diminuzione a causa del differente andamento della gestione straordinaria negli ultimi due esercizi. Il saldo della gestione finanziaria dell'esercizio, al netto dei proventi da partecipazioni, risulta oneroso per 722.972 Euro, in peggioramento rispetto all'esercizio precedente di 549.032 Euro, risentendo dei maggiori oneri finanziari riconducibili all'acquisizione della partecipazione Attiva S.p.A. La Capogruppo ha realizzato ricavi per 2.557.246 Euro contro 2.510.980 Euro dell'esercizio precedente, ed un utile netto pari a 2.125.310 Euro contro 1.791.223 Euro del 2000. Sulla base dei risultati ottenuti il Consiglio proporrà all'Assemblea di distribuire un dividendo di 0,25 Euro per azione ordinaria (contro Lit. 500 dell'esercizio precedente). Il dividendo sarà posto in pagamento dal 23 maggio prossimo, contro stacco cedola n. 25 il 20 maggio 2002. In relazione a quanto contenuto nella comunicazione di Borsa Italiana S.p.A. del 28 febbraio u.s., il Consiglio ha approvato la "Relazione illustrativa in materia di corporate governance", predisposta ai sensi della Sez. 1A.2.12 delle Istruzioni al Regolamento di Borsa dei Mercati Organizzati e Gestiti dalla Borsa Italiana S.p.A., dove - tenuto conto delle dimensioni societarie e della struttura del Gruppo - sono esaminate le raccomandazioni del Codice di Autodisciplina delle Società Quotate e la loro applicabilità o meno alla gestione della Società. La Relazione di cui trattasi, a disposizione dei Soci e del pubblico, costituisce parte integrante della Relazione degli Amministratori a corredo del Bilancio di esercizio al 31.12.2001. Il Consiglio di amministrazione odierno ha altresì deliberato di dare l'avvio alle procedure necessarie per addivenire alla fusione per incorporazione della Società San Martino S.p.A., la quale Società detiene il 23,22% del capitale della Boero Bartolomeo S.p.A. L'incorporazione di San Martino é finalizzata a razionalizzare la catena partecipativa e a semplificare la struttura del Gruppo. Il Consiglio ha deliberato di procedere alla predisposizione delle bozze di Progetto di Fusione e di Relazione degli Amministratori che verranno successivamente sottoposte all'Assemblea Straordinaria della Società, nonché di dare corso a tutti gli altri adempimenti di legge.

APPROVATO IL BILANCIO 2001 DI AIR DOLOMITI: FATTURATO +13.7%, EBITDAR +9.7%, EBIT +29.8% CONSEGNATO IL 20° AEROMOBILE
Milano, 29 marzo 2002 - In data odierna il Consiglio di Amministrazione di Air Dolomiti S.p.A. Linee Aeree Regionali Europee ha approvato il bilancio 2001, caratterizzato da un incremento dei margini industriali ed una chiusura della gestione ante imposte sostanzialmente in pareggio. L'esercizio 2001 chiude con un fatturato di 132.5 milioni di Euro (+13,7% rispetto al 2000), di cui particolarmente in crescita la componente per servizi di linea (+17,4%). I costi totali operativi, a seguito dell'incremento dell'attività, sono aumentati del 13,9% (da 90.9 a 103.5 milioni di Euro). L'Ebitdar, pari a 39.7 milioni di Euro, registra una crescita del 9,7%, mantenendo la propria incidenza sul fatturato vicina al 30%. In aumento solo del 9,6% a 25.5 milioni di Euro i canoni di leasing nonostante la forte crescita della flotta, mentre risultano in diminuzione gli ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni (-5,3% a 6.9 milioni di Euro). Anche l'Ebit risulta in crescita da 5.6 a 7.2 milioni di Euro. Il risultato ante imposte si chiude in sostanziale pareggio (-0.2 milioni di Euro). Il risultato netto chiude a -2.3 milioni di Euro a seguito della contabilizzazione di 1.8 milioni di Euro di Irap e 0.4 milioni di Euro di Irpeg, quest'ultima principalmente generata da costi non deducibili fiscalmente. Ieri è stato inoltre consegnato presso la base tecnico - operativa di Ronchi dei Legionari il 20° aeromobile della flotta Air Dolomiti: il 5° CRJ-200ER partito dallo stabilimento Bombardier di Montreal, Canada, è arrivato direttamente a Dublino effettuando la traversata atlantica senza soste. Alcide Leali ha così commentato la prestazione della Società: "Sono orgoglioso di essere il Presidente di Air Dolomiti, un vettore sano che è riuscito a superare brillantemente la crisi del settore del trasporto aereo, confermando il proprio ruolo di prima Compagnia regionale italiana in ambito europeo e modello di riferimento per tutte le realtà del trasporto aereo. In un anno così difficile la Compagnia ha portato a termine l'impegnativo progetto di introdurre in flotta i nuovi aeromobili jet. Anche grazie ad essi Air Dolomiti ha realizzato una forte espansione del network, inaugurando nuovi importanti collegamenti verso capitali europee come Amsterdam, Berlino, Bruxelles, Vienna, ed entrando in mercati di grande importanza strategica come Linate e Bologna. Dal punto di vista commerciale, dunque, il 2001 è stato un anno fondamentale per la nostra visibilità in Europa. La mission di Air Dolomiti si conferma quindi vincente: la compagnia ha dimostrato che i vettori regionali, efficienti ed a bassi costi operativi, sono in grado di reagire ai momenti di crisi contrariamente alle major, e riescono addirittura a cogliere in maniera flessibile le nuove opportunità del mercato. Il mercato di riferimento europeo di Air Dolomiti ha subito un impatto minore ad altri e solo nelle settimane successive all'11 settembre. Purtroppo però la crescita di Air Dolomiti negli ultimi mesi dell'anno è stata fortemente frenata dai problemi meteorologici e dall'inefficienza del sistema aeroportuale del Nord Italia. Questi fattori hanno generato forti difficoltà operative, portando la Compagnia nell'ultimo trimestre ad un numero di cancellazioni più che triplicato rispetto al 2000. Queste problematiche, il cui picco si è registrato nel mese di dicembre, hanno inciso sui risultati economici della Società sia limitando l'attività produttiva di Air Dolomiti che generando disaffezione e sfiducia nei passeggeri. Nonostante il difficile ultimo trimestre la Società ha comunque complessivamente incrementato i propri margini industriali ed ha chiuso la gestione ante imposte sostanzialmente in pareggio. Purtroppo devo prendere atto con rammarico di quanto l'imposizione fiscale italiana possa gravare su una realtà industriale come Air Dolomiti: il nostro modello di business ha retto all'interno di un settore in grave crisi, ma deve cedere al sistema fiscale che ci costringe a contabilizzare una perdita di due milioni di Euro generata, praticamente, solo dalle imposte. Rimango fiducioso per il 2002: l'attività di linea continua a mostrare, anche nel nuovo anno, alti tassi di crescita. Nei mesi di gennaio e febbraio i passeggeri sono cresciuti rispettivamente del 14,45% e del 20,04% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, mentre il Load Factor, leggermente in diminuzione a gennaio, risulta nuovamente in crescita a febbraio nonostante il notevole incremento dell'offerta (+24,5%). Air Dolomiti vedrà quindi nel 2002 rafforzato ulteriormente il proprio ruolo di vettore regionale di riferimento in Europa e partner sempre più attivo nell'ambito della Star Alliance: sono infatti in via di definizione importanti alleanze con vettori globali che amplieranno ulteriormente il nostro raggio d'azione. Inoltre l'ingresso in flotta di due nuovi CRJ 200 - ieri abbiamo festeggiato appunto la consegna del 20° aeromobile - espanderanno il network punto a punto della Compagnia, mentre l'ingresso in flotta a giugno di un nuovo Atr 700 potenzierà l'attività di feederaggio verso gli hub Star Alliance in Europa. Allo stato attuale, quindi, è possibile prevedere per il 2002 il superamento della ragguardevole soglia di un milione di passeggeri di linea, con un conseguente fatturato di oltre 160 milioni di Euro e valori di Ebitdar ed Ebit ancora in crescita."

BOEING FORMALIZZA IL CONTRATTO CON KENYA AIRWAYS PER LA VENDITA DI TRE AEROMOBILI 777
Milano, 29 marzo 2002 - La societa' Boeing (NYSE: BA) ha confermato la formalizzazione di un contratto con la compagnia aerea Kenya Airways per la vendita di tre aeromobili 777. Kenya Airways ha firmato il contratto lo scorso 22 marzo, dopo mesi dedicati a una minuziosa e obiettiva analisi per la definizione delle strategie della compagnia per la sua flotta a lunga distanza. Kenya Airways ha sottoscritto il contratto con The Boeing Company, seguendo le raccomandazioni del suo consiglio di amministrazione e la sua decisione di acquistare gli aeromobili 777-200ER. La fase di studio e' stata dedicata, tra l'altro, a una completa revisione e un'attenta valutazione delle economie d'esercizio, delle prestazioni finanziarie a lungo termine e delle opportunita' di crescita futura della compagnia di bandiera. I nuovi aeromobili 777, la cui consegna e' programmata a partire dal maggio 2004 e nel giugno 2005, vanno a completare i piani di espansione di Kenya Airways per la sua flotta a lunga distanza. La decisione di Kenya Airways di firmare il contratto di acquisto e' in linea con il suo piano di crescita e riflette sia le intenzioni che le aspettative a lungo termine del suo network, che punta a fornire servizi su standard internazionali ai suoi passeggeri che frequentano rotte a lunga distanza. La combinazione delle sue prestazioni continue e ad alto livello, con i suoi bassi costi in funzione del rapporto classi di volo/miglia di percorrenza e con la sua capacita' di carico utile rende il 777-200ER l'aereo giusto al giusto prezzo per Kenya Airways. La capacita' di consentire il trasporto di un carico aggiuntivo da Nairobi permettera', inoltre, alla compagnia di bandiera di servire meglio il mercato dell'export in Kenya. ''Si e' trattata di una trattativa impegnativa per noi, che ci ha obbligati a lavorare duro e a lungo, aggiudicandoci il contratto per i nostri meriti e il nostro valore'' ha dichiarato Doug Grosclose, vicepresidente senior per le vendite internazionali - aerei commerciali. ''L'aeromobile 777-200ER e' un prodotto superiore, che risponde perfettamente alle esigenze a lunga distanza di Kenya Airways''. Nel 2001 Kenya Airways si e' aggiudicata il premio di compagnia aerea dell'anno, assegnato da African Aviation, la rivista africana leader nel settore dell'aviazione, per i continui progressi dei suoi prodotti e servizi. Rispettando e appoggiando i piu' elevati standard di sicurezza promossi dalla stessa rivista, Kenya Airways e' la compagnia di bandiera della Repubblica del Kenya, che opera voli di linea regolari, sia a livello regionale che internazionale, con servizi passeggeri, cargo e postali, dalla sua base di Nairobi e dall'aeroporto internazionale di Mombasa verso l'Europa, l'India e il Medio Oriente.

MISSIONE IMPRENDITORIALE DALL'8 AL 12 MAGGIO ROMANIA UN PAESE "APERTO" PER LE PMI LOMBARDE SONO 987 LE AZIENDE LOMBARDE CHE COMMERCIANO CON LA ROMANIA, UNA SU CINQUE IN ITALIA
Milano, 29 marzo 2002. Sono 987 le aziende lombarde che svolgono attività di import - export con la Romania, il 20% sul totale nazionale di 5.095 mila. Nella provincia di Milano le aziende che fanno attività di import - export sono 310, nel solo comune di Milano sono 138. Tra le province lombarde più attive per l'export, dopo Milano col 35% del totale lombardo ci sono Bergamo e Brescia, col 16% e il 19%. Per l'import è sempre Milano al primo posto col 30% del totale lombardo, seguita da Bergamo e Brescia col 17% e il 25%. Per trovare nuove possibilità di business per le imprese, Promos azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per l'internazionalizzazione, in collaborazione con Api Milano e la Camera di Commercio Italo Romena, nell'ambito di un vasto programma di iniziative rivolte a questo importante mercato, organizza dall'8 al 12 maggio la missione "Romania: quali opportunità per le Pmi lombarde" diretta a Ploiesti, Brasov e Bucarest, con incontri d'affari personalizzati (con un'agenda di 10 incontri per ogni azienda partecipante) e visite in loco ad aziende romene. Il soggiorno a Bucarest consentirà di visitare le fiere Construct Expo, Romtherm, Expo Securety. Sono aperte le iscrizioni. Per informazioni: promos.balcani@mi.camcom.it - Tel. 02/8515.5310. "L'iniziativa - ha spiegato Bruno Ermolli, presidente di Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano - si colloca in un più vasto programma che riguarda i mercati dell'Europa orientale, un'area in crescente sviluppo che rappresenta un interlocutore molto interessante per il sistema delle piccole e medie imprese lombarde. Questa missione, inoltre, è il risultato della sinergia tra diverse realtà istituzionali e associative con il comune obiettivo di far crescere l'economia locale attraverso lo sviluppo dei rapporti internazionali. Con l'obiettivo di mettere in condizione le aziende lombarde, che guardano con attenzione a questi mercati, di sviluppare, con selezionate controparti, in questo caso romene, progetti di collaborazione commerciale e industriale, e di trasferimento di know-how e tecnologie". 
Fonte: Camera di Commercio di Milano - dati in migliaia di euro 2000

2000

 

IMPORT

% su
Lombardia

% su
Italia

EXPORT

% su
Lombardia

% su
Italia

Bergamo

88.172,76

16,9%

3,4%

100.596,95

15,9%

3,8%

Brescia

133.229,34

25,6%

5,2%

118.643,46

18,8%

4,4%

Como

10.368,40

2,0%

0,4%

39.936,99

6,3%

1,5%

Cremona

18.358,18

3,5%

0,7%

13.460,60

2,1%

0,5%

Lecco

17.728,71

3,4%

0,7%

11.561,28

1,8%

0,4%

Lodi

3.847,95

0,7%

0,2%

2.943,21

0,5%

0,1%

Milano

153.549,41

29,5%

6,0%

218.195,91

34,6%

8,2%

Mantova

36.862,95

7,1%

1,4%

45.763,98

7,2%

1,7%

Pavia

29.245,63

5,6%

1,1%

40.563,59

6,4%

1,5%

Sondrio

293,52

0,1%

0,0%

331,64

0,1%

0,0%

Varese

28.831,95

5,5%

1,1%

39.346,85

6,2%

1,5%

Totale Lomb.

520.488,81

100,0%

20,3%

631.344,46

100,0%

23,6%

Totale Italia

2.563.676,24

 

100,0%

2.671.654,42

 

100,0%

Fonte: Camera di Commercio di Milano – dati in migliaia di euro

1999

    

IMPORT

% su
Lombardia

% su
Italia

EXPORT

% su
Lombardia

% su
Italia

Bergamo

74.384,31

19,3%

3,8%

82.986,33

19,3%

4,3%

Brescia

94.689,23

24,5%

4,9%

80.271,30

18,7%

4,2%

Como

9.561,86

2,5%

0,5%

8.985,13

2,1%

0,5%

Cremona

15.693,35

4,1%

0,8%

21.799,97

5,1%

1,1%

Lecco

11.923,71

3,1%

0,6%

7.723,97

1,8%

0,4%

Lodi

3.878,43

1,0%

0,2%

1.806,63

0,4%

0,1%

Milano

97.176,42

25,2%

5,0%

142.223,14

33,1%

7,4%

Mantova

36.810,65

9,5%

1,9%

29.336,66

6,8%

1,5%

Pavia

20.686,56

5,4%

1,1%

27.171,96

6,3%

1,4%

Sondrio

492,36

0,1%

0,0%

409,74

0,1%

0,0%

Varese

20.978,50

5,4%

1,1%

27.562,83

6,4%

1,4%

Totale Lomb.

386.275,38

100,0%

19,9%

430.277,66

100,0%

22,4%

Totale Italia

1.941.792,68

 

100,0%

1.922.674,60

 

100,0%

Prodotti importati ed esportati. Tra i principali prodotti esportati dall'Italia verso la Romania ci sono: prodotti tessili, pelli grezze conciate, calzature, macchine agricole ed industriali e loro parti di ricambio, prodotti chimici e derivati, macchine, apparecchi ed attrezzature elettroniche, metalli comuni e articoli in metalli comuni. Le principali merci esportate dalla Romania verso l'Italia sono: abbigliamento e maglieria, cuoio e calzature, minerali ferrosi e non ferrosi, prodotti chimici, legno e mobili di legno, materie plastiche.

NUOVE INIZIATIVE DEL TDC PER IL 2002/03
Milano, 29 marzo 2002 - Il Trade Development Council (Tdc) ha presentato lo scorso 20 Marzo le proprie iniziative per aiutare le società di Hong Kong a muoversi più velocemente verso una nuova crescita e verso nuove opportunità nel prossimo anno promozionale, che avrà inizio il 1° di aprile. L'Annual Plan del Tdc, risultato di un nuovo processo di consultazione e interazione, più trasparente e capillare, pone gli obiettivi, le priorità e le strategie per promuovere la crescita del commercio estero di Hong Kong nel prossimo futuro. Il Direttore Esecutivo Michael C C Sze ha sottolineato che l'Annual Plan 2002/03 delinea anche la direzione promozionale generale del Consiglio per i prossimi tre anni. "Un fattore particolare che caratterizza il nuovo processo di programmazione a lungo termine del Tdc sta nel fatto che esso accresce la nostra trasparenza e responsabilità come organizzazione" ha affermato. Sze ha aggiunto che rendendo pubblico l'Annual Plan all'inizio di ogni ciclo promozionale, il Tdc potrà organizzare una migliore programmazione per le piccole e medie imprese (Sme). "Possono vedere quello che stiamo facendo con largo anticipo e possono considerare nei propri business plan le attività e i servizi offerti dal Tdc che risultano per loro più importanti e vantaggiosi!". Sze ha detto che è stato riscontrato molto interesse tra le piccole e medie imprese nei confronti di quello che può fare il Tdc per contribuire alla loro competitività in un contesto commerciale globale particolarmente difficile. "Sebbene ci siano segnali promettenti che il peggio è passato, le piccole e medie imprese sentono di non potersi permettere di aspettare una ripresa dei mercati. Nel contempo aspettano con impazienza di cogliere nuove opportunità per accedere al mercato della Cina continentale ", ha detto Sze. Nel 2002/03, il Tdc organizzerà oltre 300 attività di promozione dell'esportazione di prodotti e servizi offerti da società di Hong Kong, di cui circa 80 saranno collegate al continente. Il Tdc contribuisce al potenziamento delle piccole e medie imprese attraverso opportunità di marketing mirate; contatti commerciali qualificati; indagini di mercato puntuali e affidabili; una formazione pratica e servizi di consulenza per accrescere la propria competitività. Tre strategie fondamentali stanno alla base il programma 2002/03 del Tdc: Sviluppare la posizione della Cina continentale come mercato interno di Hong Kong; Rafforzare la posizione di rilievo di Hong Kong come piattaforma commerciale mondiale in Asia; Sostenere la crescita delle piccole e medie imprese e affinare la loro competitività attraverso un esteso programma di sviluppo delle Sme. Tra i principali punti promozionali del piano si contano: La prima fiera annuale Style Hong Kong di prodotti finiti di alta qualità di Hong Kong a Pechino; Fiere regionali di settore nella zona del delta del fiume Yangtze (Shanghai), nella regione di Bohai (Shenyang) e nella regione occidentale (Chengdu); Nuove promozioni di prodotti in città-chiave tra cui Chengdu, Chongqing, Wuhan e Xian; Una serie di seminari precedenti i Giochi Olimpici di Pechino del 2008 ("2008 Beijing Olympics Games Seminar Series" ), per esplorare le opportunità collegate ai Giochi Olimpici attraverso tutti i settori; Il lancio di un mercato virtuale unico chiamato hkenterprise.com, che riunisce tutti i servizi online di partnership e di marketing del Tdc; Un nuovo servizio personalizzato di Business Matching che offre informazioni approfondite e assistenza personalizzata per riunire tutte le società di Hong Kong con potenziali partner d'oltreoceano; Un centro di Business Development per le piccole e medie imprese offerto come progetto pilota per aiutare start-up locali a farsi una posizione sul mercato; Un esteso Servizio di Consulenza per le Aziende Cinesi (China Business Advisory Service) che si basa sull' esperta consulenza di personale qualificato della Cina continentale dagli uffici del Tdc a Guangzhou e Shenzhen e del Business InfoCentre di Hong Kong; Una nuova fiera, "World Boutique Hong Kong", in concomitanza con la Hong Kong Fashion Week (settimana della moda di Hong Kong), per promuovere il design, i marchi e gli articoli di moda ad essi collegati. Il Tdc ha programmato di spendere HK$912 milioni, da un budget totale di HK$1,471 milioni, per l'organizzazione di attività promozionali e la fornitura di un'intera gamma di servizi. Il Tdc si aspetta di raggiungere una parità di bilancio con lo stesso volume di entrate, compresi HK$377 milioni provenienti da sovvenzioni governative (rispetto a HK$353 milioni nel periodo 2001/02). Sze ha dichiarato che l'Annual Plan è stato avviato e organizzato attraverso un'ampia consultazione con la comunità commerciale, un'analisi dettagliata del mercato globale e delle tendenze dei prodotti e infine un approfondito dialogo con gli stakeholder per mezzo di sessioni interattive intitolate "Tdc Reports". Ha descritto l'Annual Plan come uno strumento supplementare per l'Esecutivo del Tdc per facilitare e promuovere trasparenza e responsabilità. Questo approccio rafforzato per il corporate governance (governo societario) si applica all'intero contesto aziendale. Ad esempio, in veste di Direttore Esecutivo, mi è stato chiesto di sottoporre un resoconto dettagliato due volte l'anno a un gruppo di valutazione delle performance del Tdc. Sze ha aggiunto che il Tdc ha previsto un'indagine annuale che mira a valutare le performance e il grado di soddisfazione della clientela per i suoi servizi e a migliorare la comprensione delle necessità dei clienti. I risultati principali saranno pubblicati.

PARCHI GIOCO E NORME UNI: QUANDO DIVERTIMENTO E SICUREZZA SI TENGONO PER MANO
Milano, 29 marzo 2002 - "Primavera vien danzando...", l'antico adagio si ripropone tutti gli anni al primo tiepido sole d'aprile. E' tempo di portare fuori i nostri bambini e, sorvegliando discretamente le loro allegre capriole, di prendere una boccata d'aria che non sappia di smog. Il parco giochi è la meta d'obbligo: grandi spazi, prati verdi e tranquille panchine sotto gli alberi, e una serie più o meno nutrita di strutture che stanno tra lo sport e il divertimento puro: altalene, scivoli, giostrine, assi oscillanti, piste per pattinaggio o skate board, campetti da minibasket, percorsi misti...la fantasia dei costruttori di parchi gioco è in grado di far fronte ad ogni esigenza. Ma si può dire altrettanto delle norme di sicurezza applicabili? E quanta dimestichezza hanno gli amministratori comunali, dal cui dipende la corretta gestione dei parchi gioco esistenti o in via di realizzazione, con la normativa adatta a garantire la sicurezza degli utenti? Gli incidenti, fortunatamente, non sono all'ordine del giorno, se si eccettua qualche piccola escoriazione per eccesso di... entusiasmo, ma sono sempre possibili e una denuncia per omessa applicazione delle norme di sicurezza, o mancato smantellamento di strutture pericolose e obsolete, è un evento comunque spiacevole per una pubblica amministrazione. Quasi sempre in grado di offuscarne la trasparenza di gestione. L'opinione pubblica, come le tristi vicende di cronaca dimostrano, è estremamente attenta al mondo dell'infanzia, suffragata dal puntuale monitoraggio dei media. A dare man forte su questi argomenti sono intervenuti negli ultimi anni gli esperti dell'UNI, l'Ente Nazionale Italiano di Unificazione e degli altri Enti di normazione europei, che hanno stilato una serie di norme per gli standard di qualità e sicurezza riferiti alle attrezzature (altalene, giostre, scivoli, eccetera) che vengono installate nei parchi giochi per bambini. Nessuna eventualità è stata trascurata: la "famiglia" di norme europee che va sotto la sigla Uni En 1176 (articolata in sette norme complementari fra loro), per esempio, si occupa capillarmente di requisiti generali di sicurezza e di requisiti aggiuntivi riguardanti altalene, scivoli, funivie, giostre, attrezzature oscillanti e una guida all'installazione, l'ispezione, la manutenzione e l'utilizzo delle attrezzature per aree gioco (sono state valutate persino 7 situazioni diverse di "intrappolamento"). La Uni En 1177 , invece, riguarda i "Rivestimenti di superfici di aree da gioco ad assorbimento di impatto - Requisiti di sicurezza e metodi di prova" (specifica i requisiti per i sottofondi da usare nelle aree da gioco per bambini e i requisiti per le superfici in cui è necessario ammortizzare gli impatti). Dal 1999, anno in cui sono entrate in vigore a livello europeo le suddette norme, la maggior parte delle imprese costruttrici si sono impegnate ad applicarle con rigore e puntualità. La sicurezza delle attrezzature è un punto fondamentale, ma non è l'unico su cui puntare per offrire un'area sicura e attraente. Tutto lo spazio che circonda le attrezzature è anch'esso un elemento essenziale per offrire efficacemente una zona protetta e in linea alle esigenze/abitudini dei bambini. Può sembrare di poco conto ma anche "l'arredamento" che circonda i giochi presenta insidie e pericoli. Per esempio tutte le superfici dove sono istallati i giochi devono essere in grado di assorbire impatti e cadute, le stradine e le aree pavimentate devono essere anti sdrucciolo. Si dovrebbero installare attrezzature da gioco in prossimità di vegetazione a basso rischio evitando piante che possono dare allergie o che presentano radici, oltre a quelle con fiori, foglie e bacche velenose. Da ricordare, infine, che oltre alle norme sui parchi gioco esistono, sempre a livedllo europeo, anche numerose norme tecniche riguardanti i campi da gioco per bambini e ragazzi, come la Uni En 748 sulle porte da calcio, la Uni En 749 sulle reti da pallavolo, la Uni En 1270 sulle attrezzature per la pallacanestro, la Uni En 1271 sull'attrezzatura per la pallavolo, la Uni En 1510 sull'attrezzatura per il tennis. Tutto a posto, allora? Sì, anche se non esiste normativa al mondo in grado di scongiurare gli incidenti causati da leggerezza, se non addirittura da incoscienza. Così, all'incolumità dei piccoli utenti dei parchi gioco, sono chiamati a provvedere gli amministratori della cosa pubblica, che informandosi e uniformandosi alle regole di sicurezza, non fanno altro che assolvere al loro compito istituzionale, ma anche i genitori, che nella scelta di quei parchi gioco sicuramente rispondenti alle norme internazionali, si dimostrano soggetti premurosi e attenti al benessere e al sano svago dei loro figli. E, mai come in questo caso, sicurezza e divertimento sono un unico valore aggiunto. Anche grazie all'Ente Nazionale Italiano di Unificazione.

CAMBIANO I VERTICI IN FATER S.P.A. ANDREA SODDU E LUCA ROMANI ALLA GUIDA DELLA JOINT VENTURE TRA IL GRUPPO ANGELINI E PROCTER & GAMBLE
Milano, 29 marzo 200 2- Andrea Soddu, 47 anni, sposato con due figli, in Fater dal 2000, e' il nuovo General Manager di Fater spa, la societa' joint venture fra il Gruppo Angelini e Procter & Gamble, leader con i marchi Pampers pannolini e Lines assorbenti. Laureato in Ingegneria Chimica, Master negli Usa alla Rutgers University, Andrea Soddu ha ricoperto, in precedenza, importanti cariche in Procter & Gamble, operando prevalentemente all'estero, dapprima nei reparti di R&D e Marketing e in seguito come General Manager Europeo dei prodotti per la pulizia della casa. Luca Romani, 43 anni, sposato, e' il nuovo Associate General Manager di Fater spa. Luca Romani, prima di assumere il nuovo incarico, ha sviluppato la sua carriera nel dipartimento di marketing ricoprendo dal 1986 ad oggi tutte le posizioni, fino alla carica di Direttore Marketing di Fater (1998-2001), ha maturato una significativa esperienza all'estero operando in Spagna, dal 1995 al 1998, come Director of Strategy & Marketing per i prodotti femminili nella joint venture Arbora Ausonia. Fater spa, leader nei prodotti assorbenti per la cura della persona, e' conosciuta principalmente attraverso i suoi marchi: Pampers, Lines assorbenti, Intervallo proteggi slip, Linidor prodotti per l'incontinenza. La societa', che ha sede a Pescara, impiega circa 1.050 persone ed ha fatturato nell'anno fiscale 00/01 632 mln. di euro con un incremento del 5% rispetto al fiscale precedente. 

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