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28 GIUGNO 2002

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LE NUOVE REGOLE UE RIDUCONO I COSTI DEI PRELIEVI DI CONTANTE E DEI PAGAMENTI CON CARTA BANCARIA ALL'ESTERO

Milano, 28 giugno 2002 - A partire da lunedì 1° luglio 2002, grazie all'entrata in vigore di un regolamento comunitario sui pagamenti transfrontalieri, i clienti dovrebbero pagare per i prelievi dai bancomat ed i pagamenti con carta in euro in altri Stati membri dell'UE le stesse spese addebitate per i servizi in questione nel paese in cui risiedono. Vi saranno pertanto risparmi significativi per coloro che viaggiano per turismo o per affari. A tutt'oggi, prima dell'entrata in vigore del regolamento, un prelievo di €100 presso un bancomat al di fuori del proprio Stato membro è costato ai clienti in media €4, mentre i prelievi ed i pagamenti sul territorio nazionale sono gratuiti o costano al massimo pochi cent. Il regolamento mira a creare un'unica area dei pagamenti cosicché cittadini e imprese possano beneficiare pienamente della moneta unica in tutta l'Ue e non soltanto nello Stato membro in cui risiedono. I regolamenti, a differenza delle direttive, sono direttamente applicabili negli Stati membri senza misure nazionali di attuazione. Sempre a partire dal 1° luglio 2002, le commissioni per l'uso di carte di credito e di pagamento (per i pagamenti in euro fino a €12.500) debbono essere le stesse sia che i pagamenti vengano fatti nel paese in cui è emessa la carta sia che vengano fatti in un altro Stato membro. Sarà pertanto meno caro acquistare beni e servizi durante un viaggio in altri Stati membri, e da altri Stati membri via Internet, telefono o posta. Tra un anno circa (1° luglio 2003) lo stesso principio di parità delle spese per le transazioni nazionali e transfrontaliere in euro (fino a €12.500) si applicherà ai bonifici tra conti bancari. Ciò significherà ulteriori risparmi consistenti per i clienti delle banche. Nel 2001 la commissione media per un bonifico transfrontaliero di €100 tra banche negli Stati membri UE era di €24. Il regolamento mira inoltre ad agevolare la realizzazione di transazioni transfrontaliere da parte delle banche. Dal 1° luglio 2003, l'uso dei codici standard Iso (International Standards Organisation) ovvero Iban (International Bank Account Number) e il Bic (Bank Identifier Code) consentirà alle banche di trattare i bonifici in modo pienamente automatizzato. Inoltre a partire da tale data le banche non dovranno più dichiarare alle autorità nazionali (per ragioni statistiche) i pagamenti di importo inferiore a €12.500. 

LA COMMISSIONE AVVIA UNA PROCEDURA DI INFRAZIONE CONTRO SEI PAESI PER IL MANCATO RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA SULLA SEPARAZIONE DEI CONTI 
Bruxelles, 28 giugno 2002 La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione contro sei Stati membri dell'Unione europea per il mancato recepimento della normativa che prescrive la trasparenza finanziaria delle società di servizi pubblici. Tale normativa prevede la separazione dei conti delle imprese che svolgono attività commerciali pur essendo nel contempo soggette ad obblighi di servizio pubblico per i quali ottengono finanziamenti statali. La separazione sarà tra l'altro importante per il settore radiotelevisivo in quanto renderà più trasparenti e misurabili i costi dei servizi pubblici consentendo così alla Commissione di giungere ad una conclusione in merito ai reclami presentati da emittenti televisive private. Nel luglio 2000 la Commissione ha adottato un'importante modifica alla cosiddetta direttiva sulla trasparenza (direttiva 2000/52/CE della Commissione del 26 luglio 2000 che modifica la direttiva 80/723/Cee relativa alla trasparenza delle relazioni finanziarie fra gli Stati membri e le loro imprese pubbliche). La modifica prescrive alle società attive sia in settori aperti alla concorrenza, sia in settori in cui sono soggette ad obblighi di servizio pubblico per i quali ricevono fondi dallo Stato di tenere una contabilità distinta per i due ambiti. È risultato necessario introdurre tale obbligo per via dei conflitti emersi tra le imprese del settore privato e le imprese controllate dallo Stato dopo la liberalizzazione dei mercati controllati precedentemente dai monopoli avvenuta lo scorso decennio. Gli Stati membri avevano un anno, ovvero fino alla fine del luglio 2001, per recepire la direttiva nelle loro legislazioni nazionali. Il 19 ottobre 2001 la Commissione ha scritto ai governi ricordando gli obblighi loro incombenti e chiedendo loro di presentare le loro osservazioni sulla materia. Ma a tutt'oggi Finlandia, Francia, Irlanda, Italia, Portogallo e Svezia non hanno ancora informato la Commissione in merito alle disposizioni adottate per adempiere ai nuovi requisiti. La Commissione ha pertanto deciso di inviare un parere motivato a norma dell'articolo 226 del trattato UE chiedendo formalmente ai paesi interessati di adempiere ai propri obblighi entro due mesi. In caso contrario la Commissione non avrà altra scelta che adire la Corte europea di giustizia. "L'adozione di una contabilità separata che indichi chiaramente i costi derivanti dagli obblighi di servizio pubblico ed il loro finanziamento contribuirà ad uniformare le condizioni di attività degli operatori nei settori aperti alla concorrenza. Consentirà inoltre alla Commissione di portare a termine l'esame di reclami di vecchia data nel settore radiotelevisivo, nei quali si afferma che le reti televisive di proprietà dello stato ricevono più fondi pubblici del dovuto" è quanto affermato dal commissario per la concorrenza Mario Monti. Contesto La direttiva sulla trasparenza non ha per oggetto settori specifici bensì si applica piuttosto alle società che hanno obblighi di servizio pubblico, per i quali ottengono finanziamenti statali, ma sono nel contempo impegnate in attività commerciali. La direttiva prevede esenzioni per a) settori già soggetti a regole specifiche, b) imprese con un fatturato inferiore ai 40 milioni di euro, c) servizi la cui fornitura non è atta ad influenzare in modo significativo gli scambi tra gli Stati membri e d) contributi per i servizi pubblici fissati con una procedura pubblica aperta e trasparente. Non riguarda il settore dei servizi postali, ai quali si applica la direttiva postale, né il settore ferroviario. In questi due casi vi sono norme distinte che prevedono anch'esse la separazione della contabilità per le diverse attività. 

MEDIOBANCA RILEVA IL 34% DELLA FERRARI 
Milano 27 giugno 2002 - Mediobanca, nell'ambito di un consorzio di assunzione e collocamento in Borsa da essa promosso, ha proposto a Fiat un accordo per il rilievo di n. 3.400 azioni Ferrari, pari al 34 per cento del capitale, per un controvalore complessivo di 775,2 milioni di euro (che corrisponde ad una valorizzazione del 100 per cento del capitale di 2.400 milioni di euro, prima della distribuzione del dividendo di 120 milioni di euro). Fiat ha accolto la proposta ed è quindi previsto che l'acquisto venga perfezionato entro il 30 giugno prossimo. Mediobanca ha contestualmente raggiunto un accordo per la cessione di una quota del 12,5 per cento del capitale a controparti bancarie italiane ed estere ed ha ulteriori trattative in corso con altri primari Istituti. Mediobanca, entro i successivi 12 mesi dal closing, ha in programma, anche per conto del consorzio, di dare avvio alla procedura di quotazione di Ferrari alla Borsa Valori collocando sul mercato la quota acquistata. Il consorzio di collocamento sarà coordinato e diretto da Mediobanca in qualità di unico Global Coordinator. Al termine dei 12 mesi, qualora non sia stata effettuata l'Ipo, Fiat avrà la possibilità di concordare con Mediobanca l'estensione di 12 mesi del periodo di Ipo. Ove il prezzo di collocamento risulti superiore a quello pagato dal consorzio, Fiat beneficerà, in funzione del prezzo stesso, di una quota compresa tra il 50 per cento ed il 90 per cento del maggior valore determinato in sede di offerta. 

LA COMMISSIONE EUROPEA AUTORIZZA LA CREAZIONE DI UNA PIATTAFORMA ELETTRONICA INTERBANCARIA PER IL TRADING SULLE VALUTE 
Bruxelles, 27 giugno 2002 - La Commissione europea ha autorizzato la creazione, da parte di quattro banche europee, di una piattaforma di negoziazione elettronica, denominata Centradia, che offrirà servizi di trading on line sulle valute (Fx) ed una gamma limitata di prodotti del mercato monetario alle imprese clienti. Nella sua forma attuale l'operazione non solleva problemi di concorrenza in quanto le banche hanno assicurato che non vi è alcuno scambio di informazioni "sensibili" durante il processo di negoziazione, che esse rimarranno libere di negoziare in altre piattaforme. Non è escluso che altre banche saranno invitate ad aderire al sistema. Centradia è una piattaforma di negoziazione elettronica per le imprese (business-to-business (B2B)) avente sede a Londra che è stata creata da The Royal Bank of Scotland plc, Société Générale SA, Banco Santander Central Hispano SA e Sanpaolo Imi SpA. A differenza delle piattaforme di cambi mondiali, come FXall e Currenex, che mirano soprattutto al mercato istituzionale, Centradia si rivolge principalmente alle imprese di medie dimensioni. Allo stato attuale partecipano alla piattaforma Centradia solo le quattro banche fondatrici, ma non è escluso che altre banche saranno invitate a partecipare a questo portale interbancario. Dopo aver esaminato la notifica, la Commissione è giunta alla conclusione che l'operazione attualmente non configura una restrizione della concorrenza ai sensi dell'articolo 81, paragrafo 1 del trattato UE. Nel raggiungere questa conclusione la Commissione ha tenuto conto del fatto che le imprese fondatrici hanno posto in atto meccanismi adeguati di salvaguardia per garantire che durante il processo di negoziazione non avvenga, tramite la piattaforma, alcuno scambio di informazioni commerciali "sensibili" che potrebbe configurare un comportamento collusivo. Inoltre le banche partecipanti alla piattaforma restano libere di vendere i loro prodotti finanziari tramite altre piattaforme di negoziazione o canali di distribuzione. La Commissione ha anche tenuto conto del fatto che la grande maggioranza delle operazioni di cambio vengono tuttora concluse off-line, per quanto la negoziazione on-line sia destinata ad aumentare. Il settore delle piattaforme di negoziazione interbancarie si sta evolvendo molto rapidamente e sembra caratterizzato dalla tendenza ad un maggiore consolidamento. La Commissione continuerà a seguire attentamente questi sviluppi. 

VENTO IN POPPA PER I MERCATI AZIONARI DELL'EUROPA ORIENTALE E DELL'ESTREMO ORIENTE DI JENS WILHELM - MD DI UNION INVESTMENT 
Francoforte, 28 giugno 2002 - Secondo le stime di Jens Wilhelm, amministratore delegato della Union Investment Privatfonds GmbH, i mercati azionari dei paesi emergenti asiatici e quelli dell'Europa orientale rappresentano un campo di investimento interessante. Dalla fine dell'anno scorso si sta delineando su molte borse azionarie degli emerging markets un trend al rialzo intatto. "I Paesi emergenti potranno trarre beneficio dalla ripresa congiunturale iniziata negli Usa e in Europa", così si esprime fiducioso Jens Wilhelm. "Entrambe le regioni si distinguono inoltre per una crescita economica solida nonché per una situazione favorevole riguardo alle valutazioni azionarie. Se negli ultimi anni la Nasdaq è stata il mercato determinante per i capitali di rischio, ora sono apparsi i primi segnali che sono tornati ad aumentare in portafoglio gli investimenti negli emerging markets", continua Wilhelm. Europa orientale: opportunità di guadagno a seguito della convergenza - Secondo Wilhelm, i candidati all'Unione europea dell'Europa orientale sono sulla buona strada. Lo stratega per investimenti azionari è ottimista che il processo di allineamento continui ad accelerare quanto più si avvicina il momento dell'ingresso nell'UE. "Sono soprattutto i salari relativamente bassi e il livello di istruzione estremamente elevato a sostenere le buone previsioni sui primi candidati all'adesione", spiega Wilhelm. Ulteriori riforme come per esempio l'abolizione delle restrizioni sui mercati finanziari nei confronti di investitori esteri, ma anche un ulteriore ribasso dei tassi di interesse avranno degli effetti positivi sui mercati azionari. Altre opportunità di guadagno sono date dalle previsioni circa un aumento degli utili aziendali. Al momento, i prezzi delle azioni dell'Europa orientale incorporano in media nove volte gli utili annuali attesi - al confronto, il moltiplicatore per i prezzi delle azioni dell'Europa occidentale è mediamente pari a sedici. Wilhelm: "Le azioni dell'Europa orientale sono decisamente più a buon mercato." Molti segnali sembrano indicare che il rispetto dei criteri di convergenza metterà le ali ai mercati azionari dei candidati all'Ue, come già successo a suo tempo in Spagna e in Portogallo prima che questi Paesi entrassero a far parte all'Unione monetaria europea. Tra gli stati che si conformano ai criteri di convergenza, Wilhelm attualmente è favorevole all'Ungheria, la quale oltre che mantenere fede alla politica di adesione dell'Ue anche dopo il cambiamento di governo evidenzia una crescita economica del 4% e un deficit della bilancia delle partite correnti del solo 3,7% sul prodotto interno lordo, valori quindi migliori se paragonati a quelli della Polonia e della Cecoslovacchia. L'intero settore finanziario dell'Europa orientale è considerato da Wilhelm come settore con buone prospettive di sviluppo, in grado cioé di beneficiare per primo del raggiungimento dei criteri di convergenza, per cui dovrebbe essere soprattutto il ribasso dei tassi di interesse a dare una spinta al settore, con effetti positivi sui crediti. Azioni russe in soprappeso - "Con un aumento del prodotto interno lordo atteso nella misura del 3,5% per quest'anno, una crescita della domanda interna, un prezzo del greggio relativamente elevato e l'attuazione di programmi di riforme nei settori finanze, energia, imposte e giustizia l'economia russa esibisce una forma eccellente", così Wilhelm spiega la ripresa della Borsa russa. Un'evidenza in tal senso è provenuta tra l'altro da diverse agenzie di rating che hanno effettuato un up-grade della Russia classificando il Paese da stabile a positivo con riferimento ai pagamenti correlati ad interessi e prestiti. Wilhelm è quindi ottimista per quel che riguarda le azioni russe: "È vero che nel breve periodo sono probabili delle correzioni, ma la possibilità di subire contraccolpi è comunque contenuta. A lungo andare, le opportunità supereranno di gran lunga i rischi." Il suo giudizio è motivato dal miglioramento della situazione debitoria del Paese e dalla riduzione della fuga di capitali. Attualmente il capitale russo collocato legalmente al di fuori dei confini nazionali ammonterebbe a circa 160 miliardi di dollari Usa, e circa 50 miliardi di dollari USA sarebbero detenuti dalla popolazione in contanti: sono questi i fondi che secondo Wilhelm torneranno utili all'economia. La costituzione di fondi comuni di investimento nazionali sarebbe un ulteriore passo nella direzione giusta per sfruttare il denaro disponibile all'interno del Paese. Inoltre, sempre secondo Wilhelm, l'economia russa poggerebbe su basi solide, tenendo presente che il greggio che non andrebbe più valutato come fattore "critico". Nella programmazione di bilancio, infatti, il prezzo del greggio è fissato a 18,50 dollari Usa al barile, e ogni dollaro Usa al barile in più o in meno può aumentare o ridurre le entrate pubbliche di circa due miliardi di Usd. Se nel 1998 tale cifra corrispondeva ancora al 100% della bilancia delle partite correnti, oggi la stessa cifra equivale soltanto al 6%. A ciò si aggiunge che le entrate derivanti dalle esportazioni di gas e di petrolio rappresentano oggi soltanto il 30% del buget finanziario statale, mentre nel 1998 tale valore si attestava ancora al 45%. Il riconoscimento internazionale della Russia quale economia di mercato darà secondo le stime di Wilhelm una spinta agli investimenti mettendo le ali, oltre che al settore petrolifero, anche all'industria siderurgica. Wilhelm esprime inoltre un giudizio positivo sugli indicatori relativi alla valutazione delle azioni russe e sui programmi di riforme, come per esempio la ristrutturazione dei monopoli nel settore idrico ed energetico e delle telecomunicazioni nonché la riorganizzazione del settore bancario, che dovrebbero spingere ulteriormente sulla Borsa russa. Dice Wilhelm: "Nel portafoglio di UniEasternEurope, la Russia è attualmente nettamente soprappesata rispetto al benchmark. Con una ponderazione del 40% circa, la Russia rappresenta il colosso nel patrimonio del Fondo." Per quel che riguarda l'allocazione per settori, Wilhelm è tuttora favorevole al settore petrolifero e qui soprattutto alle imprese che si concentrano sulle attività di downstream (lavorazione di prodotti petroliferi). Positivo per l'esperto in azioni anche il settore dei beni di consumo grazie alla domanda interna nonché all'industria meccanica, la quale trarrà beneficio soprattutto da un aumento degli investimenti nel settore petrolifero. Il ritorno dei tigrotti asiatici - I potenziali di crescita non vanno ricercati secondo Wilhelm soltanto nei Paesi emergenti dell'Europa centrale e orientale, il quale annovera invece tra le regioni di investimento con promettenti opportunità di guadagno anche i mercati emergenti asiatici visto che la crisi asiatica è per lo più superata. Le imprese poggerebbero oggi di nuovo su basi solide, dopo aver ridotto nettamente l'indebitamento degli ultimi anni. Wilhelm si aspetta che gli indicatori favorevoli relativi alle valorizzazioni azionarie e una ripresa congiunturale globale potranno dare un'ulteriore spinta ai mercati azionari dell'Estremo Oriente. Attualmente la Thailandia evidenzia nell'UniFarEast un soprappeso pronunciato rispetto al benchmark. Apertura della Cina verso l'estero - "L'ingresso della Cina nell'Organizzazione mondiale del commercio (World Trade Organisation - Wto) determinerà una maggiore apertura del Paese verso l'estero, il che va valutato come un ulteriore impulso di crescita", così Wilhelm. Un aumento degli investimenti diretti, una crescente liberalizzazione del settore bancario e finanziario, l'unificazione del sistema fiscale a cui sono assoggettate imprese nazionali ed estere nonché la privatizzazione delle imprese statali, che si trova ormai in una fase avanzata, hanno alimentato le speranze in una ripresa di lunga durata delle azioni cinesi. I salari favorevoli e l'elevato livello di istruzione rappresentano inoltre notevoli vantaggi competitivi. Tra gli altri fattori Wilhelm elenca la crescente domanda interna e ulteriori riorganizzazioni aziendali che negli anni a venire determineranno ulteriori opportunità di crescita. Le stime ottimistiche sulla Cina si rifletterebbero attualmente nell'allocazione geografica di UniEasternEurope, che vede la Cina sovrappesata dai gestori del fondo. 

GLI EMERGING MARKETS METTONO LE ALI AI PORTAFOGLI OBBLIGAZIONARI DI ANJA MIKUS - MD DI UNION INVESTMENT 
Francoforte, 28 giugno 2002 - Per Anja Mikus, amministratrice delegata di Union Investment Privatfonds GmbH, le obbligazioni dei Paesi emergenti costituiscono una scelta interessante da inserire aggiuntivamente nei portafogli obbligazionari. Decisivo per Anja Mikus il fatto che sugli emerging markets il trend al rialzo nel lungo periodo sia intatto nonostante la crisi in Argentina e i crescenti problemi dei Paesi confinanti, così come la prospettiva che gli emerging markets parteciperanno in misura al di sopra della media all'attesa ripresa globale. I tassi di crescita previsti per il 2002 con riferimento ai Paesi emergenti sono in parte nettamente superiori a quelli dei principali Paesi industrializzati; Mikus prevede infatti un aumento del 7,2% per la Cina, del 5,4% per la Corea del Sud e del 3,5% per la Russia. Anche i valori attuali relativi alla fiducia dei consumatori, elemento portante della ripresa economica, favoriscono chiaramente alcuni emerging markets, e precisamente la Corea del Sud e la Russia, i quali con un aumento dell'indice di fiducia dei consumatori del 27% rispetto all'anno precedente e, rispettivamente, del 7,5% lasciano alle spalle i Paesi industrializzati. I fattori trainanti e decisivi per i Paesi emergenti sono, sempre secondo Mikus, le riserve di materie prime, l'offerta di manodopera, ma anche le forze politiche in via di stabilizzazione nonché gli investimenti diretti di investitori istituzionali cui si aggiunge il sostegno del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale. La crisi in alcuni Paesi non arresta la ripresa - I contraccolpi subiti in passato hanno mostrato che gli investimenti nei Paesi emergenti sono accompagnati da notevoli rischi. "È vero che le crisi fanno parte del mestiere, tuttavia esse non riusciranno a mettere un freno alla ripresa nel lungo periodo", così Mikus. Alla ricerca degli attuali focolai di tensione, l'attenzione è rivolta in prima linea all'Argentina e negli ultimi giorni sempre di più anche al Brasile. L'insolvenza dell'Argentina comunque non ha pressoché influito sul mercato globale, anzi le punte dei rendimenti accompagnate da marcati ribassi sulle quotazioni sono state più che compensate dalla rallye sui corsi che dura ormai dall'inizio dell'anno. Non si prevede comunque una rapida ripresa economica dell'Argentina dato che eventuali impulsi positivi potrebbero partire al massimo da negoziati con il Fondo monetario internazionale. Tuttavia, l'evoluzione della crisi evidenzia un quadro interessante: se si confronta l'andamento dei titoli di stato argentini con l'andamento delle obbligazioni russe durante la crisi in Russia del 1998 si riscontrano parallelismi sorprendenti. "Non si sa se all'Argentina sia riservata una ripresa simile a quella sperimentata dalla Russia nel 1999", dice Mikus. "La Russia dispone di elevate riserve di materie prime e di petrolio, un vantaggio competitivo che l'Argentina non ha. Ciononostante, la situazione per l'Argentina tornerà a migliorare. Diversamente dalle imprese, gli stati hanno il grande vantaggio di poter resistere alle crisi." In ogni caso sarebbe troppo presto investire di nuovo in Argentina poiché il mercato potrebbe mantenersi ancora per anni a questi livelli sfavorevoli. "Presupposto per nuovi investimenti sono misure di fiducia, per esempio una programmazione di bilancio solida, sostenute da aiuti provenienti dal Fondo monetario internazionale e da altri investitori", spiega Mikus con riguardo all'attuale strategia di investimento. Mercati nel 2002: molti i vincitori, pochi i perdenti - Dall'inizio dell'anno, l'Argentina è uno dei pochi Paesi che si ritrova tra i perdenti avendo dovuto scontare perdite sulle quotazioni nella misura del 12,3%. Tra i vincitori, il numero dei quali è nettamente più elevato, figurano la Costa d'Avorio con +41,3%, la Russia con il +19,6% e l'Ucraina con +15,8%. Le differenze registrate in merito all'andamento dei diversi Paesi si sono evidenziate anche nella performance del mercato globale degli anni passati. Alla perdita dell'11% nel 1998 è seguito, nel1999, un netto aumento del 21,6%. Ancora più decisiva comunque la media nel lungo periodo: dal 1991 le obbligazioni degli emerging markets hanno raggiunto un risultato del 15,58% p.a., che convertito in euro equivale per lo stesso periodo addirittura ad un valore del 19,32% p.a. "Tali sviluppi costituiscono la base per la nostra strategia di portafoglio", continua Mikus. "Non sarebbe comunque realistico presumere che si riesca ad individuare già ora il vincitore dei prossimi anni. È quindi necessario investire diversificando il portafoglio per regioni evitando quei Paesi che comportano rischi di crisi particolarmente pronunciati." Scelta di obbligazioni degli Emerging Markets: aumento dei rendimenti a pari rischi - Per decidere sulla scelta degli investimenti vengono analizzati dapprima i dati fondamentali dei Paesi emergenti. Rilevanti a tale fine sono quindi la situazione politica, la sicurezza giuridica, le restrizioni alla circolazione dei capitali nonché gli aggregati macroeconomici, quali crescita economica, bilancia delle partite correnti, inflazione e indebitamento. Gli investimenti verranno effettuati soltanto nel caso in cui il quadro generale evidenzi una situazione stabile. Per quel che concerne la selezione di singoli titoli, gli esperti di Union Investment analizzano, seguendo l'approccio bottom up, diversi parametri, quali scadenza, valuta, liquidità e struttura per scadenza dei tassi di interesse. "I processi decisionali per la selezione degli investimenti in portafoglio sono complessi e il monitoraggio dei rischi è continuo e molto vasto", afferma Mikus. "A fronte della crescente importanza degli emerging markets abbiamo costituito un team di dieci esperti che fornisce un ottimo supporto per operare in questo segmento." In ogni caso, le obbligazioni dei Paesi emergenti non sono riservate a taluni fondi comuni. "Secondo i nostri calcoli, l'aggiunta in portafoglio di obbligazioni degli emerging markets nella misura del 10-15% porterà ad un maggiore rendimento riducendo al contempo i rischi cui sono esposti i fondi." Attualmente Union Investment ha investito circa 1,7 miliardi di euro in obbligazioni degli emerging markets, per lo più come aggiunta ai classici portafogli obbligazionari. UniRenta HighYield e UniEuroAspirant, due fondi specializzati, inoltre, investono ciascuno più della metà del denaro raccolto nei Paesi emergenti: dal 1° luglio 1999, data di istituzione dei due fondi, il primo ha raggiunto una crescita del 7,4% p.a. e il secondo addirittura una crescita dell'11,2% p.a. Per offrire ai partecipanti investimenti mirati in questo segmento, Union Investment istituirà entro la fine dell'anno un ulteriore fondo che investirà esclusivamente in obbligazioni degli emerging markets. 

INTESABCI MEDIOCREDITO APRE UNO SPORTELLO IN CASA DELLE PICCOLE IMPRESE MILANESI 
Milano, 28 giugno 2002 - In un contesto economico e finanziario sempre più complesso la banca sceglie di "fare squadra" con le imprese per sostenere la crescita e la competitività del tessuto imprenditoriale milanese. Da questa premessa è nato l'accordo tra Assolombarda e IntesaBci Mediocredito per la realizzazione dello Sportello Pmi per la finanza straordinaria che è stato presentato oggi in Assolombarda nel corso di un incontro a cui hanno partecipato Carlo Moretti, Presidente Piccola Industria Assolombarda, Mario Zanone Poma, Presidente IntesaBci Mediocredito, Michele Porcelli, Direttore Generale Assolombarda, Giovanni Bizzozero, Direttore Generale IntesaBci Mediocredito, Stefano Gatti dell'Università Bocconi, Lino Marangoni, Presidente Confidi Milano e Carlo Flenda, Amministratore Delegato Acf. L'intesa prevede l'apertura presso la sede di Assolombarda di uno Sportello Pmi per la finanza straordinaria dove le piccole imprese milanesi potranno rivolgersi su appuntamento. Personale di IntesaBci Mediocredito sarà disponibile per valutare le esigenze dalle aziende associate ad Assolombarda e accogliere le richieste di finanziamento presentate dalle stesse. La gamma di servizi previsti dall'accordo comprende finanziamenti a condizioni agevolate, l'assistenza inerente il merito e l'ammissibilità alle agevolazioni attive in Lombardia, una vasta tipologia di finanziamenti a tassi competitivi strutturati in modo da soddisfare le più svariate esigenze delle piccole imprese, nonché un'assistenza tecnico-consulenziale per identificare lo strumento finanziario più idoneo per soddisfare i fabbisogni finanziari delle aziende. "Finalmente un importante istituto di credito con una forte specializzazione per le tematiche di finanziamento a medio termine e di finanza straordinaria, soprattutto per le Pmi, ha deciso di mettere a disposizione delle aziende, a casa loro, la propria professionalità e i propri prodotti di credito", ha affermato Carlo Moretti Presidente della Piccola Industria Assolombarda. "La firma dell'accordo con IntesaBci Mediocredito è molto importante per le oltre 5400 imprese associate ad Assolombarda che sono per il 97% di piccole e medie dimensioni", ha proseguito Moretti, "lo Sportello rappresenta un ulteriore tassello nella gamma dei servizi che l'Associazione è in grado di fornire per quanto riguarda i finanziamenti e le agevolazioni finanziarie integrandosi perfettamente con i servizi messi a disposizione da Confidi Milano e Agenzia per il Credito e la Finanza". "La finanza straordinaria rappresenta un'importante opportunità funzionale alla strategia di sviluppo delle piccole e medie imprese che si vedono sempre più proiettate nella competizione globale", ha dichiarato Mario Zanone Poma, Presidente di IntesaBci Mediocredito, "con l'accordo sottoscritto con Assolombarda la nostra banca si candida ad essere per gli imprenditori un partner qualificato per la crescita". Tendenzialmente le piccole e medie imprese italiane si caratterizzano per il fatto di avere un'ottima posizione competitiva in termini soprattutto di qualità del prodotto offerto ed essere leader di una nicchia di mercato, spesso a livello internazionale. Tuttavia la struttura finanziaria di molte di loro risulta essere debole e incentrata sul capitale di debito piuttosto che sul capitale di rischio. Nel confronto con i principali paesi europei (Germania, Francia e Spagna) la quota di debito a breve rispetto al totale del passivo nelle aziende italiane supera, infatti, il 53% contro il 34% negli altri paesi. In particolare nelle imprese di piccole dimensioni la parte di debito a breve rappresenta il 67% del debito totale. Le piccole imprese, quindi, sono più esposte sia alla variabilità di mercato dei tassi di interesse a breve, sia al maggiore potere contrattuale delle banche in funzione della più alta dipendenza. "Un correttivo a questa situazione è dato da quelle che vengono definite economie di prossimità", hanno sostenuto Carlo Moretti e Mario Zanone Poma, "ovvero abbandonando la cattiva abitudine del pluriaffidamento per far evolvere le relazioni tra le imprese minori e le banche in senso fiduciario. Intrattenendo una relazione di prossimità, anche in senso culturale con l'impresa, la banca potrebbe seguirne la crescita, assisterle in momenti di difficoltà, migliorarne la qualità del proprio portafoglio crediti, e aiutarla a sviluppare tecniche di gestione aggregata dei rischi con beneficio di tutti". 

LA BCC DI BUSTO GAROLFO E BUGUGGIATE VINCE IL CONCORSO SUPER CHALLENGE 
Milano, 28 giugno 2002 - Prima in Italia, prima assoluta in Lombardia, prima nella categoria leasing e carte di credito. La quarta convention commerciale del credito cooperativo, che si è tenuta dal 20 al 22 giugno a Cernobbio (Co), e che ha visto la partecipazione delle 484 banche della federazione italiana, si è trasformata in una passerella d¹onore per la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, che ha fatto incetta di premi al concorso ³Super Challenge². ³Super Challenge² è il concorso che ha messo in competizione la forza commerciale delle Banche di Credito Cooperativo - Casse Rurali e Artigiane, che offrono alla propria clientela i prodotti e i servizi del Sistema di Offerta del Gruppo bancario Iccrea. Praticamente dal primo giugno 2001 al 31 maggio 2002 le banche hanno gareggiato su tre livelli: incremento di carte di credito, incremento di leasing e incremento di risparmio gestito. Ebbene, al traguardo della Super Challenge la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate ha primeggiato a livello italiano e vinto il primo posto assoluto in Lombardia (la regione conta 48 Bcc, cioè il 10% di quelle italiane), oltre ai primi posti delle categorie leasing e carte di credito. A ritirare il premio e a prendere parte alla tre giorni di Cernobbio c¹era il direttore generale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Gianni Macchi, accompagnato da Gian Mario Quaglia, responsabile area affari, Salvatore Bruno, responsabile della filiale di Busto Garolfo e Alberto Cardani, responsabile della filiale di Legnano. 

EDISON: APRROVATA LA FUSIONE CON ITALENERGIA 
Milano, 28 giugno 2002 - L'assemblea della Edison, riunitasi ieri a Milano sotto la presidenza di Umberto Quadrino, ha deliberato sui seguenti punti all'ordine del giorno. In sede ordinaria: approvazione dei bilanci al 31 dicembre 2001 di Montedison (oggi Edison), Edison, Fiat Energia e Sondel e della distribuzione di un dividendo di 0,02 euro per ciascuna azione ordinaria e di 0,05 euro per ciascuna azione di risparmio non convertibile; il dividendo verrà messo in pagamento a partire da giovedì 4 luglio 2002 (data stacco lunedì 1° luglio 2002). Al 100% degli utili di cui viene proposta la distribuzione sono assegnate le imposte di cui al comma 1, lettera a) dell'art. 105 del T.U.I.R; pertanto all'intero dividendo viene attribuito credito d'imposta ordinario, nella misura del 56,25%; conferimento a Price Warehousecooper per il triennio 2002-2004 dell'incarico di revisione dei bilanci della società; conferma degli attuali componenti del collegio sindacale; l'elezione dei sindaci è avvenuta sulla base dell'unica lista presentata dall'azionista di controllo Italenergia; nomina di un amministratore nella persona di Bo Kallstrand in sostituzione del dimissionario Marc Boudier, a cui il consiglio di amministrazione ha espresso vivo ringraziamento per l'opera svolta. In sede straordinaria: approvazione del progetto di fusione per incorporazione di Edison in Italenergia che prevede i seguenti rapporti di cambio: n.10 azioni ordinarie Italenergia del valore nominale di un euro ciascuna ogni n. 7 azioni ordinarie Edison del valore nominale di 1 euro ciascuna; - n.10 azioni di risparmio Italenergia del valore nominale di 1 euro ciascuna ogni n. 7 azioni di risparmio non convertibili Edison del valore nominale di 1 euro ciascuna. Alle azioni di risparmio Italenergia saranno attribuiti privilegi ulteriori rispetto a quelli delle attuali azioni di risparmio Edison. Tra gli altri: cumulabilità del dividendo minimo garantito per quattro esercizi (invece di due); convertibilità facoltativa alla pari in azioni ordinarie qualora ad esse non venga assegnato il dividendo garantito per cinque esercizi consecutivi; possibilità da parte dell'assemblea, in carenza di utili d'esercizio, di deliberare la distribuzione di riserve per assicurare il dividendo minimo garantito e la sua maggiorazione; convertibilità facoltativa in azioni ordinarie in caso di esclusione dalle negoziazioni delle azioni di risparmio a condizioni da determinarsi da parte dell'assemblea; convertibilità facoltativa alla pari in azioni ordinarie, a semplice richiesta dell'azionista, in caso di successiva esclusione dalle negoziazioni delle azioni ordinarie. Per effetto dell'aumento di capitale a servizio della fusione il flottante dell'incorporante, che prenderà il nome di Edison, aumenterà a circa il 17,7%. 

NUOVE COMMESSE PER IL GRUPPO TREVI PER OLTRE 22 MILIONI DI EURO IL GRUPPO SARÀ IMPEGNATO SULLA TRATTA TORINO - MILANO DELL'ALTA VELOCITÀ. 
Cesena, 28 giugno 2002 - Circa 22 milioni di euro: è questo il controvalore delle ultime tre commesse acquisite dal Gruppo Trevi (Mi:Tfi), leader mondiale nell'ingegneria del sottosuolo. La prima, aggiudicata in consorzio con S.G.F. - I.N.C. S.p.A. e che ha come committente la Cav.To.Mi., riguarda la realizzazione di interventi speciali di ingegneria del sottosuolo lungo la tratta dell'Alta Velocità Ferroviaria Torino - Milano. Il valore complessivo della commessa, che avrà inizio nel mese di luglio e durata di ventiquattro mesi, è di circa 53 milioni di euro, con una quota di pertinenza del Gruppo Trevi per circa 16 milioni di euro. Il Gruppo Trevi, forte dell'elevata specializzazione nell'ambito dell'ingegneria del sottosuolo e dell'esperienza acquisita a livello mondiale in oltre 45 anni di attività, trova conferma del suo ruolo da protagonista nell'ambito del programma di rilancio delle opere infrastrutturali già iniziato nel nostro paese e che raggiungerà il massimo sviluppo con la piena operatività della Legge Obiettivo approvata dal Governo. Un secondo lavoro è stato aggiudicato dall'Autorità Portuale di Trieste, per lavori di consoli-damento e di contenimento della banchina del Porto della città friulana. Questi lavori, per un importo pari a 2,2 milioni di euro circa, avranno inizio a fine agosto 2002. Un'ultima gara è invece stata vinta all'estero, e precisamente in Algeria, dove il Gruppo ha ricevuto dalla A.N.B. (Agence Nationale des Barrages) una commessa per investigazioni geologiche e geotecniche per un importo pari a circa 4,2 milioni di euro, con durata di 21 mesi a partire da settembre 2002. 

ITALIANE CAMPIONESSE D'EUROPA NELLA VOGLIA DI CONSUMO MA CON POCHI SOLDI IN TASCA: IN CIMA AI DESIDERI SALUTE E BELLEZZA. LO RIVELA IL BAROMETRO AGOS, LA PRIMA RICERCA CONDOTTA DA IPSOS PER SOFINCO
Milano, 28 giugno 2002 - Prestano molta più attenzione degli uomini al prezzo, confrontano a lungo i prodotti prima di acquistarli e anche se qualche volta cedono alla tentazione di comprare beni voluttuari, si muovono in modo indipendente tra gli scaffali al contrario dei propri partner che spesso sono indecisi e bisognosi di aiuto da parte di venditori o commesse. E' questo l'identikit delle donne europee che emerge dal Barometro Agos, la prima ricerca - condotta dall'Istituto Ipsos per Sofinco su circa 6700 persone con più di 15 anni -che analizza la propensione al consumo dei cittadini europei di otto paesi: Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Belgio, Paesi Bassi e Portogallo, un campione rappresentativo del 85% dei consumatori del Vecchio Continente. Il Barometro Agos attraverso l'Indice Europeo del Consumo permette di individuare le tendenze di fondo e di anticipare l'evoluzione del clima dei consumi in Europa. Dopo aver registrato un calo continuo dal maggio del 2001, l'indice appare adesso stabile dimostrando una fiducia economica degli europei in linea con quella osservata tre mesi fa. Se da un lato l'indice registra a livello europeo un maggiore ottimismo rispetto alla situazione economica del proprio paese, all'andamento del tenore di vita e del potere di acquisto della propria famiglia, emergono con chiarezza delle forti disparità tra i paesi con un crescente gap tra paesi ottimisti come Francia e Inghilterra e paesi in difficoltà come Germania e Italia. Il Barometro Agos offre anche un'ampia panoramica del consumo al femminile con alcuni interessanti confronti tra uomini e donne. Acquistare in modo cauto e "riflessivo" è l'atteggiamento più ampiamente rivendicato dalle donne europee. Non a caso il 72% stima che prestare attenzione al prezzo dei prodotti è una caratteristica che si addice più alle donne, così come "impiegare più tempo nel confrontare i prodotti prima di acquistarli" (70%). Nonostante la cautela le donne europee non rinunciano facilmente allo shopping. Il 68% dichiara che "effettuare acquisti più di frequente per se stessi" è un comportamento che si addice "più alle donne". Il 68% associa maggiormente alle donne l'abitudine di acquistare nuovi prodotti per poterli provare, mentre il 64% stima che le donne, più degli uomini, abbiano la tendenza a fare facilmente acquisti "voluttuari", percentuale che cresce fino al 71% quando ad essere intervistate sono le consumatrici tra i 15 e i 24 anni. Quando si tratta di rilevare le attitudini al consumo delle donne italiane le sorprese non mancano. "Le consumatrici italiane appaiono un po' più impulsive rispetto al resto delle europee, perché dichiarano di impiegare meno tempo nel confrontare i prodotti prima di acquistarli rispetto alla media europea - ha commentato Marina Dalle Carbonare, Direttore Marketing Distribuzione Agos Itafinco - così come, inaspettatamente, si rivelano essere piuttosto austere rispetto alle loro colleghe europee. In generale le italiane si attribuiscono comportamenti impulsivi e auto-gratificanti con percentuali generalmente più basse rispetto alla media europea. Insomma - prosegue Dalle Carbonare - ammettiamo modestamente di cedere alle tentazioni ma poi ci dichiariamo indipendenti nell'acquisto, capaci di scegliere tra gli scaffali senza troppo bisogno della commessa, al contrario degli uomini..." Alla domanda cosa comprerebbero le donne europee, se la maggioranza delle preferenze europee va alla casa (30%) e ai viaggi (28%), le italiane e le tedesche si distinguono per la priorità assegnata al settore salute e bellezza. Il 23% delle tedesche e il 33% delle italiane scelgono questo settore, rispetto a una media del 18%. Se le italiane comprerebbero prima di tutto prodotti di bellezza, le francesi vorrebbero aumentare il loro budget per i viaggi mentre le inglesi sono orientate a spendere per la casa. Per realizzare i propri desideri quasi un europeo su due ha già richiesto un finanziamento per acquistare un automobile o sarebbe disposto a farlo, mentre il 32% del campione è disposto a chiedere un prestito per acquistare oggetti di arredamento per la casa. Per quanto riguarda voci di spesa tipicamente femminili per cui le donne europee sono disposte a chiedere un prestito, in cima ai desideri si piazza il soggiorno per una cura di talassoterapia con il 12% delle preferenze, mentre rimane ancora limitato il ricorso al credito per l'acquisto di un gioiello, di un capo di abbigliamento di lusso o per un intervento di chirurgia plastica. Interessante è notare come la propensione al credito è particolarmente alto nelle fasce giovani (28% tra i 15 e 24 anni e 22% tra i 25 e 34 anni) e come anche una considerevole percentuale di redditi alti (18%) sia disposta a chiedere un prestito probabilmente per mantenere intatta la propria base di liquidità. Se Francia e Regno Unito sono i paesi più "creditofili" a livello europeo, belgi ed olandesi sono quelli più contrari ai finanziamenti. L'Italia? Si pone a metà classifica con il 12% di persone che ricorrono ad un prestito o pensano di farlo almeno per tre delle sette voci di spesa indicate dal questionario. Infolink: www.agositafinco.it  www.cartaattiva.it 

IL CLUSTER FINLANDESE D'INNOVAZIONE ANALIZZA IL PROPRIO SUCCESSO 
Helsinki , 28 giugno 2002 - L'area di Helsinki (Finlandia), che rappresenta la regione dell'Europa settentrionale con la più alta concentrazione di imprese a orientamento tecnologico, di ricerca tecnica, di scienza e istruzione, ha prodotto un'analisi dei fattori che la rendono così innovativa. Il fatto che Otaniemi, situata nei dintorni di Helsinki, sia stata insignita, nel 2000, del Premio di eccellenza per le regioni innovative e che sia stata annoverata dalla rivista Business week fra le prime 10 "regioni di punta" del mondo, indica chiaramente che la regione si sta muovendo nella giusta direzione. In un documento pubblicato all'inizio dell'anno dal parco scientifico di Otaniemi, sono stati evidenziati diversi elementi nella creazione di un modello sperimentato per il collegamento in rete di incubatori, che ha aiutato centinaia di società a trasformare le proprie idee in iniziative commerciali. Uno dei principali elementi è rappresentato dalla buona disponibilità di competenze. Nella regione di Helsinki si concentra circa un quarto della popolazione finlandese, fra cui i 13.000 studenti del Politecnico della capitale, i 3.000 scienziati del Vtt (il centro di ricerca tecnica della Finlandia) e gli addetti di numerosi altri istituti di ricerca, sia pubblici che privati. Anche l'esperienza ha contribuito a fare di Otaniemi un buon modello di innovazione. Nel 1986, la regione cominciò ad operare nell'ambito del sostegno alle start-up e della creazione di nuove società, in collaborazione con le università e gli istituti di ricerca limitrofi. Nel contempo, cresceva l'esperienza internazionale e cominciarono ad arrivare i finanziamenti da parte di numerosi investitori privati. La regione vanta almeno mezzo secolo d'esperienza nel settore dell'high-tech. Il cluster d'innovazione di Otaniemi offre il contributo di tutte le principali fonti necessarie ad avviare una società in chiave innovativa. Ma, soprattutto, è in grado di imprimere maggiore rapidità al processo e di garantire un sostegno alle società neo-costituite. Gli istituti di ricerca svolgono un ruolo fondamentale nell'avviamento delle società, mentre la funzione degli incubatori diventa più rilevante in fase di consolidamento delle stesse. I generatori di imprese entrano in gioco nell'espansione delle società, fase che dovrebbe decretare, in ultima istanza, il successo commerciale dell'azienda. Uno dei servizi coinvolti nel processo è "Innotuli", l'organismo che ogni anno vaglia 100 risultati di ricerca potenzialmente commercializzabili. Il servizio "Spinno" fornisce invece assistenza nella creazione di nuove società high-tech innovative, in media 50 l'anno. "Nella fase successiva di consolidamento ed espansione dell'azienda, l'incubatore del parco scientifico di Otaniemi, il programma di sviluppo "Spinno", il generatore di imprese Innopoli e il programma Mentor fungono da collegamento fra le conoscenze scientifiche e le imprese, costituendo uno dei parchi scientifici commerciali più vasti d'Europa", si legge nell'analisi. Il parco scientifico vanta altresì il numero di società high-tech più elevato di tutta la Finlandia. Il mantenimento dei contatti a seguito della creazione delle imprese rientra anch'esso nel processo. Insieme, il parco scientifico di Otaniemi e il servizio Innopoli mantengono contatti con oltre 400 Pmi (piccole e medie imprese) nella regione. Oltre a ciò, il dipartimento incubazione opera nell'ambito dell'associazione finlandese dei parchi scientifici, costituita da 18 membri. Accanto alle infrastrutture, la regione offre opportunità di finanziamento, grazie alla presenza, nell'area, dei rappresentanti di 30 fondi nazionali e internazionali e di 10 società di capitali di rischio. Infolink: http://www.otech.fi 

UBI SOFT ENTERTAINMENT: RISULTATI 2001/2002 INCREMENTO SIGNIFICATIVO DELLA REDDITIVITÀ MIGLIORAMENTO COSTANTE DELLA PRODUTTIVITÀ E DEGLI INDICI FINANZIARI 

(in milioni di euro)

2001/2002

2000/2001

Variazione

Fatturato

369.0

259.8

+42%

Margine lordo

217.1

144.3

+50%

Espresso come % del fatturato

59%

56%

 

Reddito di esercizio (esclusi gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali)

31.0

7.9

+292%

Reddito finanziario

(10.6)

(3.1)

n.d

Attività straordinarie

2.2

0

n.d

Reddito netto (esclusi gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali)

13.4

5.0

+168%

Reddito netto (dopo gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali)

8.0

3.6

+122%

(in euro per azione)

 

 

 

Reddito netto per azione (esclusi gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali)

0.77

0.30

+156%

Reddito netto per azione (dopo gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali)

0.46

0.21

+119%

L'esercizio si è concluso il 31 marzo 

Montreuil, 26 giugno 2002 - Incremento significativo della redditività Nel corso dell'esercizio 2001/2002, il fatturato di Ubi Soft è aumentato del 42% rispetto all'anno precedente, in linea con le previsioni. La crescita interna ha rappresentato il 18%, pari al doppio dell'espansione del mercato mondiale dei videogiochi. Il contributo costituito dalle acquisizioni realizzate nel 2000/2001 è stato superiore agli obiettivi determinati dal Gruppo, raggiungendo i 108 milioni di euro. Negli Stati Uniti, in particolare, le vendite sono aumentate del 112% ed ora rappresentano il 37% del totale di Ubi Soft. In Europa le vendite hanno subito un incremento del 21% e costituiscono il 57% del fatturato consolidato. Il margine lordo è cresciuto del 50% in termini di valore. Espresso come percentuale del fatturato, ha rappresentato un +3% rispetto al 2000/2001. Il reddito di esercizio è aumentato del 292%, grazie al continuo miglioramento della produttività e ad un buon controllo delle spese di gestione. Il fatturato per dipendente ha così subito un incremento del 38% fino a 194.000 euro, che si aggiunge all'aumento del 26% registrato tra il 1999/2000 e il 2000/2001. L'eccellente controllo delle spese di gestione è inoltre confermato dalla loro crescita più contenuta (+34%) rispetto all'espansione del fatturato (+42%). La riduzione del reddito finanziario è attribuibile essenzialmente ad un indebitamento superiore a seguito delle acquisizioni realizzate nel 2000/2001 ed al fondo di ammortamento degli interessi di minoranza (2 milioni di euro). Le attività straordinarie sono costituite in gran parte dagli introiti di 3.8 milioni di euro derivanti da un contenzioso legale con la società americana Take 2 e da un fondo rischio su credito del valore di 1.8 milioni di euro, creato a fronte del fallimento della catena di distribuzione americana K Mart. Esclusi gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali, il reddito netto ammonta a 13.4 milioni di euro, pari ad un +168% rispetto all'anno finanziario 2000/2001. Conformemente con i nuovi criteri contabili francesi disposti dal Conseil National de la Comptabilité francese (Bollettino n. 123, Settembre 2001), Ubi Soft aggiunge ora l'ammortamento dei beni aziendali (2.1 milioni di euro) a quello del goodwill (3.3 milioni di euro su base annua). Questa voce passa quindi dalla cifra di 1.4 milioni di euro dello scorso anno ai 5.4 milioni attuali. Miglioramento costante degli indici finanziari - Gli indici finanziari di Ubi Soft hanno segnato un costante miglioramento. Il 31 marzo 2002, il fabbisogno di capitale circolante ammontava al 40% del volume d'affari, pari a 5 punti in meno rispetto all'anno finanziario precedente. Il livello di stock era diminuito sensibilmente a 3.8 mesi, a fronte dei 4.8 registrati l'anno precedente. La velocità di incasso dei crediti si era ridotta a 105 giorni rispetto ai 112 dell'anno precedente. Infine, 131.7 milioni di euro di indebitamento netto costituivano il 42% del capitale sociale netto dell'azienda. Presentazione del bilancio pro forma - D'ora in avanti, oltre a produrre i conti consolidati in conformità con gli standard contabili francesi, Ubi Soft presenterà anche il bilancio pro forma, all'interno del quale i costi interni di sviluppo vengono immediatamente addebitati, seguendo la prassi di alcuni produttori americani di videogiochi. In base al bilancio pro forma, l'impatto più significativo sui conti è il seguente:

(in milioni di euro)

2001/2002

2000/2001 

Reddito di gestione (esclusi gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali)

8.7

(19.1)

Reddito netto (esclusi gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali)

(1.2)

(12.5)

Reddito netto (dopo gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali)

(6.6)

(13.9)

(in euro, per azione)

 

 

Reddito netto per azione (esclusi gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali)

(0.07)

(0.74)

Reddito netto per azione (dopo gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali)

(0.38)

(0.82)

 Presentazione di conti pro forma non sottoposta a revisione contabile Prospettive - Ubi Soft inizia l'anno finanziario 2002/2003 con un portafoglio ricco di titoli importanti, fra i quali: Tom Clancy's Splinter Cell, votato come migliore gioco d'azione-avventura all'E3 dello scorso maggio; il lancio del gioco beneficerà di una partnership esclusiva con Microsoft; Rayman 3 Hoodlum Havoc: il terzo sequel della serie Rayman. I primi due episodi hanno venduto oltre 11 milioni di copie in tutto il mondo; Tom Clancy's Rainbow Six Raven Shield: il terzo episodio della serie Rainbow Six, che ha già venduto oltre tre milioni di unità. Si tratta in assoluto di uno dei primi giochi per console multiplayer online; XIII: il primo episodio dell'originale trasposizione di un fumetto in un videogioco, tratto dalla famosa serie che ha venduto oltre 6.5 milioni di copie; The Sum of all Fears: un gioco tratto dall'adattamento cinematografico del best-seller di Tom Clancy; Tom Clancy's Ghost Recon: scelto come "gioco dell'anno 2001" per Pc dalla rivista Pc Gamer, verrà presentato come gioco per console multiplayer online nel 2002. Tutti questi giochi verranno lanciati su piattaforme di nuova generazione. Per l'anno fiscale che si concluderà il 31 marzo 2003, Ubi Soft prevede di vendere quasi 6 milioni di unità. Ubi Soft beneficia della persistente solidità del mercato dei videogiochi negli Stati Uniti ed in Europa. Tuttavia, in Europa l'azienda è alle prese con una situazione economica più problematica e deve tenere contro dell'impatto dell'apprezzamento dell'euro rispetto al dollaro. In questo contesto, il Gruppo prevede comunque di mantenere il proprio trend di crescita, al contempo migliorando la redditività. Nell'anno fiscale 2002/2003 il livello di attività del Gruppo, esclusa la crescita esterna, dovrebbe passare dal 17% al 22%, registrando un fatturato compreso tra i 430 ed i 450 milioni di euro. Occorre sottolineare che, molto probabilmente, il calendario di lancio di alcuni giochi renderà più marcata la stagionalità dei risultati. Alla luce di questa considerazione, il fatturato per il primo semestre dovrebbe assestarsi intorno ai 100 milioni di euro, dei quali 36 milioni relativi al primo trimestre. Per l'anno corrente, il reddito di gestione prima degli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali dovrebbe essere compreso tra i 30 e i 35 milioni di euro, a fronte dei 30 milioni di euro registrati nel 2001/2002. Nella presentazione del bilancio pro forma, lo stesso reddito di esercizio dovrebbe assestarsi intorno ai 25 - 30 milioni di euro, a fronte degli 8.7 milioni di euro dell'anno precedente. Questi risultati confermano il successo dello sviluppo interno e della strategia di consolidamento del marchio avviata da Ubi Soft. Questa strategia colloca attualmente il Gruppo in una posizione molto favorevole, non solo per l'anno in corso, ma anche per il 2003/2004, grazie ai molti titoli in fase di preparazione. Per il lungo termine, anche a seguito della realizzazione di acquisizioni selettive, ciò consentirà ad Ubi Soft di collocarsi tra i cinque più importanti editori di giochi nell'anno 2005/2006. Il fatturato per il primo trimestre del 2002/2003 verrà pubblicato il 2 agosto 2002. 

OPENGATE:NOTA INFORMATIVA AD INTEGRAZIONE DELLA RELAZIONE SEMESTRALE AL 28 FEBBRAIO 2002 
Malnate, 26 giugno 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Opengate Group S.p.A. riunitosi in data odierna, prendendo atto dei rilievi manifestati dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa in ordine alla contabilizzazione della partecipazione Domo nel bilancio al 31 agosto 2001 ha approvato il presente documento integrativo dell'informativa fornita in occasione dell'approvazione della relazione semestrale al 28 febbraio 2002. In particolare, il consiglio chiarisce che la svalutazione della partecipazione Domo S.p.A. operata in sede di redazione della relazione semestrale al 28 febbraio 2002, tenuto anche conto di eventi intervenuti successivamente alla data di approvazione del bilancio d'esercizio, ha recepito il rilievo formulato dalla società di revisione e condiviso dal collegio sindacale e dalla Consob. Il revisore, infatti, nelle proprie relazioni sui conti al 31 agosto 2001 pur esprimendo un giudizio positivo, aveva segnalato che la partecipazione nella Domo era iscritta nel bilancio della Opengate Group ad un valore superiore rispetto al patrimonio netto rettificato della partecipata alla medesima. Tenuto conto di ciò, il Consiglio di Amministrazione fornisce, ad integrazione della relazione semestrale i prospetti pro-forma qui allegati, che rappresentano una riformulazione del bilancio al 31 agosto 2001 e della stessa relazione semestrale al 28 febbraio 2002. Tali prospetti pro forma consentono di rappresentare in modo più completo la situazione economica e patrimoniale dei bilanci al 31 agosto 2001 e della semestrale al 28 febbraio 2002, civilistici e consolidati, di Opengate Group S.p.A.. I dati pro-forma relativi al 31 agosto verranno forniti come informazione comparativa supplementare nel bilancio dell'esercizio in corso. I suddetti prospetti pro forma evidenziano che, assumendo la svalutazione della partecipazione nel bilancio al 31 agosto 2001, il risultato civilistico e consolidato ante imposte di Opengate Group S.p.A. per tale esercizio risulta inferiore rispetto a quello approvato dall'Assemblea in data 17 dicembre 2001 di Euro 3.540.000, mentre il risultato ante imposte del semestre 1° settembre 2001- 28 febbraio 2002 registra un corrispondente miglioramento di Euro 3.540.000. I patrimoni netti civilistico e consolidato al 31 agosto 2001 risultano pari rispettivamente ad Euro 76.008.000 e ad Euro 67.144.000, contro gli Euro 79.548.000 e Euro 70.684.000 del bilancio approvato dall'Assemblea. Il patrimonio netto consolidato e civilistico indicato nella relazione semestrale al 28 febbraio 2002, rimane viceversa invariato, rispettivamente ad Euro 71.425.000 e ad Euro 63.756.000. 

L'UNI PRESENTA IN ANTEPRIMA ALLA STAMPA LA GUIDA ALLA QUALITA' ALBERGHIERA 
Milano, 28 luglio 2002 - Qualità è la parola d'ordine del nuovo marketing turistico internazionale. Per aiutare gli albergatori italiani che vogliono sfidare la concorrenza puntando sulla qualità del servizio e la soddisfazione della clientela, l'Uni, l'Ente Nazionale Italiano di Unificazione, proprio in questi giorni, pubblica il volume "Linee Guida 22 - Applicare la norma Uni En Iso 9001:2000 nel settore alberghiero", scritto da un gruppo di lavoro coordinato da Assoservizi Rimini. La guida dell'Uni sarà presentata, in anteprima, ai giornalisti e ai rappresentanti delle più importanti organizzazioni professionali dell'ospitalità alberghiera nazionale nel corso di una conferenza stampa, che si terrà alle ore 11 di giovedì 4 luglio, nella sede Uni Club di Via Battistotti Sassi 11 A, Milano. Nell'occasione sarà anche ufficializzato il nuovo rapporto di collaborazione strategica instaurato fra Uni e il Touring Club Italiano. All'incontro, coordinato dal nuovo Presidente dell'Uni Paolo Scolari, interverranno il direttore generale del Tci Guido Venturini; Enzo Mataloni, Vito Cristianini ed Enzo Boiani, tre rappresentanti del gruppo di lavoro di Assoservizi di Rimini che ha scritto il libro-guida sulla qualità alberghiera e Massimiliano Dona, responsabile dell'area legale dell'Unione Nazionale Consumatori. L'obiettivo della guida dell'Uni è quello di dare aiuto e supporto a tutti coloro che in applicazione delle nuove norme Uni En Iso 9001:2000 (le così dette Vision 2000), intendono sviluppare un sistema di gestione per la qualità nell'ottica di offrire maggiori garanzie al cliente ma, anche, di accrescere la fiducia della proprietà circa la corretta gestione ed il raggiungimento degli obiettivi. E' in questo contesto, infatti, che l'adozione volontaria del sistema di gestione per la qualità, diviene uno strumento essenziale per innalzare la competitività dell'azienda e trarre il massimo dei benefici dalla razionalizzazione dei processi interni. Pochi dati sono sufficienti per avere un'idea dell'importanza che il nuovo libro-guida dell'Uni può assumere nell'ambito dei servizi che l'Ente Nazionale Italiano di Unificazione svolge a favore dell'imprenditoria italiana in generale e in quella del comparto turistico in particolare (che con un fatturato di 57 miliardi di Euro, e un saldo attivo che ammonta a 13 miliardi di Euro, costituisce una delle voci più importanti della nostra economia). In Italia esistono 33.200 alberghi per un'offerta complessiva di 900 mila camere ed 1 milione e 700 mila posti letto. Il totale dei pernottamenti è di circa 210 milioni all'anno, il 40% dei quali è appannaggio dei turisti stranieri mentre il restante 60% è la quota dei nostri vacanzieri nazionali. Per accrediti e informazioni sulla conferenza stampa, rivolgersi all'Agenzia Lenzi Associati (tel. 02 29537291 - fax 02 29412394). 

L'IMPRENDITORE DELL'ANNO 2002: COSTITUITA LA GIURIA DEL PREMIO 
Milano, 28 giugno 2002 - Saranno premiati il prossimo 7 novembre a Milano gli imprenditori che si sono distinti per eccellenza ed abilità all'interno delle proprie aziende e del sistema socio-economico in cui esse operano nel corso di quest'anno. Ernst & Young rende oggi nota la composizione della Giuria che esaminerà i candidati della sesta edizione italiana del Premio L'Imprenditore dell'Anno (www.eypremio.com), per l'assegnazione dei riconoscimenti nelle cinque categorie previste dal regolamento: Global, Innovation, Finance, Communication, Quality of Life. Compito della Giuria sarà, inoltre, l'individuazione del Vincitore Nazionale, che rappresenterà l'Italia nel concorrere per il World Entrepreneur of the Year, l'edizione internazionale del Premio, confrontandosi con i Vincitori Nazionali degli altri paesi. I nomi Faranno parte della Giuria del Premio L'Imprenditore dell'Anno 2002: Antonio Calabrò, Direttore Editoriale de Il Sole 24 Ore; Alberto Falck, Presidente di Aidaf (Associazione Italiana delle Aziende Familiari); Edoardo Garrone, Vice Presidente Erg; Guidalberto Guidi, Consigliere Incaricato per le Relazioni Industriali di Confindustria; Andrea Milano, Direttore de L'Imprenditore, Mensile della Piccola Industria di Confindustria; Wanda Pandoli Ferrero, Presidente di Aidda (Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d'Azienda); Prof. Domenico Siniscalco, Direttore Generale Ministero Tesoro. Tra i membri della Giuria anche alcuni degli imprenditori vincitori delle precedenti edizioni del Premio: Anna Maria Holland Formiggini, Presidente di Amplifon, Paolo Seletti, Presidente di DS Data Systems, e Silvano Pedrollo, Amministratore di Pedrollo nonché Vincitore Nazionale del Premio L'Imprenditore dell'Anno 2001. Piero Bassetti, Presidente della Fondazione Bassetti, è stato chiamato anche quest'anno alla Presidenza della Giuria, a garanzia di continuità per un Premio che, per il prestigio dei soggetti coinvolti e per la serietà delle candidature, è un vero e proprio titolo onorifico, attribuibile alle migliori espressioni dell'economia nazionale. "Anche quest'anno per l'analisi e la valutazione delle candidature al Premio L'Imprenditore dell'Anno è stata chiamata una Giuria di prestigio, che si avvale di esperienze maturate nel mondo professionale, dell'associazionismo e dei media", ha commentato Giorgio Mosci, Partner di Ernst & Young. "I nomi eccellenti che la compongono" - ha continuato Mosci - "testimoniano lo spessore e la serietà di una manifestazione che si è accreditata nel corso degli anni ed è capace di esportare il valore dell'impresa italiana all'estero, come dimostra la vittoria dell'italiano Paolo della Porta, premiato nel 2001 quale migliore imprenditore a livello mondiale nel World Entrepreneur of the Year". 

OBIETTIVO LAVORO: AL VIA DUE NUOVE SOCIETÀ, ATTIVE NEL COLLOCAMENTO PRIVATO E NELLA FORMAZIONE 
Milano, 28 giugno 2002 - Il riassetto strategico di Obiettivo Lavoro realizza oggi, 27 giugno, la posa delle prime due "pietre" della nuova struttura: due Società, controllate dalla più grande Agenzia italiana nel lavoro temporaneo, che si occuperanno rispettivamente di collocamento privato e di formazione. "Obiettivo Lavoro Servizi" ed "Obiettivo Lavoro Formazione" nascono per dar vita ad una nuova fase del nostro progetto di sviluppo imprenditoriale, del quale costituiscono l'avvio ma non certo la conclusione. Nel secondo semestre del 2002, infatti - afferma il presidente Mauro Gori - prevediamo di completare la nostra "Casa del Lavoro" collocando sotto il medesimo tetto altre società che si occuperanno di gestione delle risorse umane, di amministrazione del personale, di ricerca e selezione". Obiettivo Lavoro cambia marcia, quindi, destinando una quota significativa degli investimenti 2002 alla diversificazione ed alla specializzazione. "Obiettivo Lavoro Servizi" è stata costituita in collaborazione con la Fondazione "Emporio dei Lavori", una delle prime società nate nell'ambito del processo di privatizzazione del collocamento, ed attiva con sue sedi in Lombardia ed altre regioni italiane. La nuova Società, che sarà presieduta da Mauro Gori, opererà dal secondo semestre dell'anno con 8 Filiali, di cui 4 al Nord (Milano, Torino, Bologna ed una nel Triveneto), 3 al Centro (Firenze, Roma, Pescara), ed una al Sud (Lamezia Terme). Nei due anni successivi, la sua rete territoriale raggiungerà le 20 Filiali, coprendo l'intero territorio nazionale. Obiettivo: avviare al lavoro, a tempo indeterminato, 15.000 persone nei primi due anni e mezzo. La sua attività sarà di ricerca, selezione e proposta dei candidati alle imprese clienti, sulla base dei curricula già oggi disponibili nella "banca dati" della Società. Nel rapporto con la Pubblica Amministrazione, verrà impostata una proposta di assistenza per la gestione dei servizi per l'impiego, secondo la logica del convenzionamento. "Obiettivo Lavoro Formazione" opererà invece centralmente, senza ramificazioni operative territoriali, realizzando attività di progettazione e gestione di attività formative destinate all'intera "galassia" dell'occupazione indotta da Obiettivo Lavoro. Quindi, in primis ai lavoratori temporanei, il cui avviamento rimane il "core business" della Società capogruppo; ma dell'esperienza e delle collaborazioni maturate in questo campo beneficieranno anche gli occupati attraverso il nuovo servizio di collocamento privato. "Obiettivo Lavoro Formazione" avrà come presidente Mauro Gori, e come direttore Valentino Marchiori che già oggi è dirigente in O.L. con responsabilità sull'Area della formazione. 

GRANDE MILANO: NUOVA IMPORTANTE TAPPA NELLA COOPERAZIONE METROPOLITANA TRA BRESSO,CINISELLO BALSAMO, COLOGNO MONZESE,SESTO SAN GIOVANNI VARATA L'AGENDA 21 DEL NORD MILANO. 
Cologno Monzese, 28 giugno 2002 - I quattro sindaci del Nord Milano, Daniela Gasparini (Cinisello Balsamo), Giuseppe Manni (Bresso), Giuseppe Milan (Cologno Monzese) e Giorgio Oldrini (Sesto San Giovanni) hanno rinnovato ieri l'impegno alla cooperazione so-vracomunale sui temi ritenuti essenziali per lo sviluppo sostenibile di questo quadrante dell'area metropolitana milanese. Le quattro municipalita' sono impegnate da anni nella costruzione di un'area sovracomunale integrata, sforzo che ha raggiunto il suo acme nel marzo dello scorso anno quando e' stato presentato il Piano Strategico per il Nord Milano. Ieri sera ha concluso il suo iter l'Agenda 21 del Nord Milano, coordinata da Asnm (Agenzia Sviluppo Nord Milano) presente a Cologno Monzese con il suo Presidente Luigi Vimercati e l'Amm.re Delegato Fabio Terragni. Nata il 2 febbraio 2000 sulla scia della Dichiarazione di Rio de Janeiro sull'Ambiente e lo Sviluppo (1992), l'Agenda 21 del Nord Milano ha fissato gli ''appuntamenti obbligati del XXI secolo'', le sfide per gli anni a venire, dando loro un nome: mobilita'; aria e rumore; verde e qualita' urbana; energia e rifiuti; sistema produttivo e lavoro. Il miglioramento generale delle condizioni ambientali registrato negli ultimi anni nel Nord Milano, scaturito anche dalla chiusura delle grandi fabbriche, ha permesso di raggiungere risultati positivi circa lo stato dell'aria, il risparmio energetico, la fruibilita' del verde, la gestione dei rifiuti e la qualita' urbana. Molto c'e' pero' ancora da fare, come testimonia il Rapporto sullo stato dell'ambiente (una parte essenziale dell'Agenda 21, scaricabile dal sito http://www.asnm.com ), soprattutto in merito alla gestione del traffico, tema ''caldo'' per tutta la Grande Milano. Questa dimensione operativa si ritrova nel Piano d'Azione dell'Agenda 21 che ha messo in campo molti Progetti Pilota tra i quali spicca proprio lo Studio sulla Mobilita' Sostenibile, la sfida principale per il presente e per il futuro del territorio. L'Agenda 21 ha coinvolto attivamente gli attori locali piu' rilevanti del territorio, dando vita a pratiche di copianificazione concertate e consensuali. Sovracomunalita', credibilita' degli obiettivi; motivazione e coinvolgimento diretto degli ''operatori di politiche'' (tecnici, amministratori, politici, associazioni imprenditoriali e sindacali, singoli attori economici, investitori potenziali, gruppi del volontariato e del terzo settore) e della cittadinanza nel suo insieme, chiamata a presidiare lo svolgimento del processo, sono le caratteristiche di un progetto che ha stravolto le dinamiche tradizionali, basate su scelte calate dall'alto e gestite unidirezionalmente dalla mano pubblica, lasciando il posto a percorsi piu' flessibili e piu' proficui. 

ARRIVA LA NUOVA FIERA CON 5 MILA OPERAI E PARTONO I PREZZI DI CASE E TERRENI A PERO E RHO A PERO, ANCORA PIÙ DI RHO, CRESCONO I PREZZI DELLE CASE E VOLANO QUELLI DEI TERRENI RESIDENZIALI. 
Milano, 28 giugno 2002. Il nuovo polo fieristico di Rho-Pero sta per partire e c'è chi ha già fatto un affare immobiliare. Grazie a prezzi lievitati a Rho e Pero tra il 2000 e il 2002. Comprare oggi un appartamento nuovo costa a Pero 1750 €/mq (+18,9% in due anni) e 1984 €/mq a Rho (+11,4%). Ha investito meglio chi aveva un appartamento in centro a Pero e a Rho: la periferia si è rivalutata a Pero del 15% in due anni e a Rho dell'8,2%. Ma c'è ancora spazio per chi vuole investire: a sorpresa i capannoni perdono valore a Pero (negli ultimi due anni, -0,8% per quelli nuovi e - 1,1% per quelli vecchi). Mentre a Rho sono in forte crescita (+22,8% per quelli nuovi e +11,4% per quelli vecchi). Il vero affare lo ha fatto chi possiede un terreno residenziale: in due anni la crescita è vertiginosa a Pero-centro con +52,6% pari a 130 €/mq (in periferia invece scende del -5,2%) e sostenuta a Rho con +28,7% in centro pari a 206 €/mq, e con +23,3% in periferia (dati della Borsa Immobiliare della Camera di Commercio). Mancano però i collegamenti più immediati: si stima, ad esempio, che in fase di cantiere lavoreranno tra i 2000 e 5000 addetti e senza un servizio di trasporto collettivo riservato (autobus ad esempio subito collegati con la fermata della metropolitana di Molino Dorino) ne può risentire il traffico. Sarebbe anche importante anticipare la realizzazione della stazione ferroviaria Fiera - polo esterno delle ferrovie FS nella tratta Milano - Torino, per adesso prevista solo per il 2007 perché legata alla realizzazione della linea Alta Capacità. Scarseggiano anche le strutture ricettive: la dotazione di posti letto nell'area Rho-Pero non arriva nemmeno ad un quarto rispetto alla media del resto della provincia (0,4% rispetto all'1,7% della provincia), così come limitata è la diffusione di alberghi e ristoranti (3,6% sul tot. di imprese nell'area, rispetto al 4% della provincia) e di servizi alle imprese (14,5% rispetto al 22,4% provinciale). Bene invece la dotazione logistica: molte le imprese di trasporti (pari al 7,3% del tot. delle imprese di Rho-Pero, rispetto al 5,4% della provincia) e i commercianti all'ingrosso e al dettaglio (17,2% contro il 12,2%), così come notevole è la presenza di imprese multinazionali (pari all'8,1% del tot. provinciale). Sono questi i risultati che emergono dall'indagine "L'area dell'insediamento del polo fieristico di Rho - Pero. Un profilo economico" realizzata dall'Osservatorio della Camera di commercio sull'indotto locale del nuovo polo fieristico di Rho-Pero". All'Osservatorio partecipano enti locali (Provincia, Comuni di Rho e Pero, Fondazione Fiera, associazioni di categoria degli imprenditori e sindacato). "L'Osservatorio vuole aiutare a cogliere le opportunità che nascono dalla nuova Fiera per uno sviluppo economico e culturale sul territorio. Un'azione che richiede il coordinamento degli sforzi delle istituzioni e del mondo associazionistico - ha commentato Antonio Pastore, presidente dell'Osservatorio della Camera di Commercio sull'indotto locale del nuovo polo fieristico di Rho-Pero -. Ci sono opportunità da cogliere: nuove attività da creare per far fronte ad una richiesta di servizi che sarà certamente forte. La creazione del polo fieristico può costituire l'occasione per promuovere la crescita delle piccole e medie imprese del territorio, in particolare per quei settori - come la ricettività e i servizi alle imprese - che si collegano fortemente all'attività fieristica e per le quali il comprensorio appare relativamente sottodotato, sussistendo quindi margini di crescita significativi. Analogamente, il polo fieristico può contribuire a enfatizzare le funzioni logistiche di cui l'area è già dotata, ma occorre fare presto per i collegamenti più urgenti". Tutti I Dati Della Ricerca - L'area Rho-Pero: le imprese. L'area interessata all'insediamento del nuovo polo fieristico comprende 11 comuni, pari al 5,5% della superficie provinciale e al 6,3% della popolazione (quasi 2.200 persone al km2, una densità superiore alla media della provincia). Alla fine del 2001 in quest'area operano oltre 15 mila imprese (pari al 4,8% del dato provinciale), con un tasso di natalità imprenditoriale sostanzialmente uguale a quello provinciale (9,7% nel 2001 per il comprensorio di Rho-Pero; 9,9% per l'intera provincia). Per quanto riguarda i singoli settori, l'area di Rho-Pero si segnala rispetto alla situazione provinciale soprattutto per l'importanza del settore dei trasporti (pari al 7,3% del tot. delle imprese di Rho-Pero, rispetto al 5,4% della Provincia), per quello manifatturiero (17,4% rispetto al 16,4% provinciale), per quello delle costruzioni (17,2% contro il 12,2%) e per quello del commercio (17,2% contro il 12,2%). Inferiore rispetto alla media provinciale il dato relativo sia al comparto dei servizi alle imprese (14,5% rispetto al 22,4% provinciale) sia quello degli alberghi e ristoranti (3,6% rispetto al 4%). In particolare, i dati relativi alla ricettività turistica mostrano un indice di dotazione di posti letto (pari al rapporto tra numero di posti letto e popolazione residente) ben inferiore rispetto alla media provinciale: 0,4% rispetto all'1,7%. Nel corso del 2001, i settori che sono cresciuti di più, anche rispetto al trend provinciale, sono stati: industria delle costruzioni (+11%); credito (+18,2%); servizi alle imprese (+7%); commercio (+6,6%). Gli addetti. I dipendenti dell'area Rho-Pero sono quasi 83 mila, pari al 6% del totale provinciale. Il 54% si concentra nel settore manifatturiero (contro il 37,3% della provincia), seguono il commercio (20% rispetto al 21,4% della provincia) e i servizi alle imprese (8,2% contro al 14,1% della provincia). Il tessuto produttivo dell'area è dominato dalle imprese fino ai 5 addetti (86,2% del totale rispetto all'87,6% della provincia) che occupano il 26,2% del totale dei dipendenti. Peraltro, rispetto alla media provinciale, si evidenzia a Rho-Pero il maggior peso occupato dalle imprese di grande dimensioni con oltre 500 addetti (16,3% degli addetti contro il 9,8% della provincia) e di media dimensione tra i 100 e i 200 addetti (10,3% contro il 7,8%). La presenza di imprese estere. Nell'area Rho-Pero operano 41 imprese manifatturiere a partecipazione estera (pari all'8,1% del tot. provinciale) che hanno aperto 58 stabilimenti (pari all'11,8% del totale) e che occupano oltre 9.600 addetti (pari al 4,6% complessivo di Milano e provincia). Rho, Bollate e Pero assorbono il 60% di tutte le imprese estere del comprensorio considerato. Caratteristiche del comprensorio. Il comprensorio di Rho Pero è caratterizzato: dal permanere di una ancora robusta componente manifatturiera, visibile soprattutto in termini di addetti, all'interno della quale si collocano alcuni segmenti produttivi a elevata specializzazione locale (chimica, meccanica, elettromeccanica); da una crescente terziarizzazione dell'apparato produttivo trainata in particolare dal settore commerciale e, più di recente, dallo sviluppo dei servizi alle imprese. Occorre peraltro dire che predominano le attività di terziario di tipo tradizionale, mentre più limitata appare la presenza del terziario innovativo (informatica, centri di ricerca, servizi di consulenza); dalla specializzazione nel settore dei trasporti che, combinandosi con una buona dotazione di commercio all'ingrosso, tende a caratterizzare l'area come centro logistico; dalla presenza significativa di imprese (industriali) di medie e grandi dimensioni, che si pongono come imprese leader (o imprese "guida") dei processi di sviluppo economico locale; da una apprezzabile localizzazione di imprese multinazionali che, seppure più contenuta rispetto ad altri contesti territoriali dell'area metropolitana, sembra comunque costituire una buona base di partenza per politiche di attrazione degli investimenti esteri maggiormente incisive. Prezzi medi di vendita a Rho Pero e variazione in 12 mesi - Dati della Borsa Immobiliare della Camera di Commercio di Milano 

 

Appartamenti nuovi

centro

 

 

periferia

Negozi

 

centro

 

 

periferia

Uffici

 

centro

 

 

Periferia

Capannoni nuovi

Capannoni vecchi

Terreni residenz.

centro

 

 

Periferia

Boxes

 

centro

 

 

Periferia

Pero 2002

1750

1544

1520

1080

1390

980

615

485

130

115

17295

16005

Pero 2000

1471,9

1342,7

1368,6

1084,5

1162

981,2

619,7

490,6

85,2

121,3

15493,7

14460,79

 

18,9%

15,0%

11,1%

-0,4%

19,6%

-0,1%

-0,8%

-1,1%

52,6%

-5,2%

11,6%

10,7%

Rho 2002

1984,5

1620

2062

1339

1545

1084

697,5

489

206

165,5

19364

13685

Rho 2000

1781,7

1497,7

1807,6

1136,2

1394,4

1007,2

568,1

438,9

160,1

134,27

16784,85

13686,11

 

11,4%

8,2%

14,1%

17,8%

10,8%

7,6%

22,8%

11,4%

28,7%

23,3%

15,4%

0,0%

 

CAMBIO AL VERTICE IN FEDERVINI: A PIERO MASTROBERARDINO LA PRESIDENZA 
Roma, 28 giugno 2002- L'Assemblea Generale di Federvini, riunita presso la sede della Confindustria a Roma, è stata occasione per tracciare il bilancio dell'attività svolta, definire le linee guida programmatiche per il prossimo triennio, e per designare il nuovo Presidente Piero Mastroberardino che succede a Luigi Rossi Di Montelera, il Presidente uscente dopo sei anni di mandato. Piero Mastroberardino, trentasei anni, avellinese, ha assunto la Presidenza con un incarico triennale, dopo aver ricoperto la carica di Vice Presidente della stessa Federvini. Professore associato in Economia e Gestione delle Imprese all'Università Statale di Foggia, carica maturata dopo la docenza presso l'università di Salerno, Piero Mastrobernardino è amministratore delegato del Gruppo Mastroberardino che produce e commercializza vini di pregio della Campania. Autore di pubblicazioni monografiche ed articoli scientifici sulle tematiche dell'economia d'impresa, coniuga le conoscenze teoriche con l'esperienza e la passione per il settore vitivinicolo, essendo da anni impegnato nell'affermazione della qualità del prodotto italiano. Tra le priorità da affrontare in qualità di Presidente di Federvini, Piero Mastrobernardino ha in agenda l'impegno per la difesa della produzione italiana contrastando la proposta di accisa sui vini allo studio presso l'Unione Europea e la promozione della nostra produzione attraverso una maggiore sinergia tra i marchi, molti dei quali di tradizione centenaria, denominazioni di origine ed indicazioni geografiche. Le linee programmmatiche della nuova Presidenza saranno di continuità con l'attività svolta sinora dalla Federvini. 

MAIL BOXES ETC. ITALIA ACQUISISCE LA MAGGIORANZA DI DFS DIREFARESTAMPARE PRIMA CATENA ITALIANA DI CENTRI SERVIZI GRAFICI IN FRANCHISING 
Milano, 28 giugno 2002 - Prosegue la crescita di Mail Boxes Etc. Italia che ha finalizzato in questi giorni l'acquisizione della maggioranza di Dfs Direfarestampare, la più importante catena italiana di centri servizi grafici in franchising. Nata nel 1997, Dfs conta oggi 15 centri operativi che offrono all'utenza professionale prodotti e servizi ad alta specializzazione nel settore delle arti grafiche e della comunicazione. Con questa acquisizione, Mbe amplia ulteriormente la propria rete che conta ormai 440 negozi sul territorio nazionale e potenzia i servizi alle piccole e medie imprese e ai consumatori privati, rafforzando in particolare il settore della gestione dei documenti. Il progetto di integrazione, che verrà realizzato nei prossimi mesi, si articola in due aree La conversione dei centri Dfs - laddove questo sia possibile - in centri Mbe. Lo sviluppo dei servizi specializzati - che i centri Dfs già offrono - all'interno dei negozi Mbe. I soci fondatori di Dfs, che resteranno azionisti mantenendo una quota di minoranza, continueranno a gestire direttamente l'attività, così da non disperdere il patrimonio di conoscenze ed esperienze che il mercato ha ampiamente riconosciuto e che ha portato la società ai vertici del proprio settore. Commentando l'accordo, l'Amministratore Delegato di Mail Boxes Etc. Italia, Paolo Fiorelli, ha affermato: " Dfs ha sviluppato in questi anni un know how molto innovativo che rappresenta un elemento decisivo per potenziare l'offerta dei centri mbe, in particolare nei settori della comunicazione, della grafica e della stampa. Arricchiremo i servizi anche attraverso l'utilizzo di internet che sfrutta le tecniche web sviluppate dalla società e potremo cosi' rispondere a esigenze che vanno dai biglietti da visita, alla modulistica, dal depliant alla brochure, dagli inviti al mailing, dal manuale ai manifesti". Andrea Berzolla, fondatore con Giorgio Fiammenghi di Dfs, commenta: "abbiamo creato questa società dal nulla, raggiungendo uno sviluppo soddisfacente. abbiamo deciso di fare un salto qualitativo e unire il nostro Know-how, le sinergie Web e le risorse umane rappresentate dagli affiliati Dfs alla rete di Mbe Italia e alla sua presenza a livello Europeo" La nuova acquisizione conferma il trend di espansione di Mail Boxes Etc. Italia che dopo i successi registrati nel nostro paese (440 negozi, fatturato aggregato 2001 superiore a 62 milioni di Euro, incremento sull'esercizio precedente di oltre il 30%) punta anche all'Europa. Alla fine del 1999, con un iniziale investimento di 2,5 milioni di €uro, Mbe Italia ha acquisito la licenza esclusiva per la Germania e per la Spagna. La crescita della rete spagnola è stata rapidissima e conta oggi già 75 Centri Mbe, di cui 35 affiliati nel solo 2001; la Germania, partita di recente con la costituzione di una società a Berlino, ha inaugurato nella capitale tedesca il primo negozio che rappresenta, contemporaneamente, anche il 1000° centro Mbe al di fuori degli Stati Uniti. 

RYANAIR NOMINA SINEAD FINN DIRETTORE VENDITE E MARKETING PER L'EUROPA 
Milano, 28 giugno 200 - Ryanair, l'unica compagnia aerea a tariffe basse d'Europa, ha annunciato oggi la nomina di Sinead Finn a direttore vendite e marketing per l'Europa, con base a Londra presso l'aeroporto di Stansted. Sincad, che ha fino ad ora ricoperto l'incarico di Direttore Vendite per l'Italia. assume da ora la totale responsabilità delle attività di marketing e vendite della Compagnia per il Regno Unito e l'Europa Continentale. Nell'annunciarne la nomina, il direttore commerciale Michael Cawley, ha detto: "Sono felice che qualcuno del calibro e esperienza di Sinead raccolga il testimone da Tim Jeans. Durante il suo incarico in Italia quel mercato è cresciuto per diventare il terzo più grande mercato di Ryanair con più di quattro milioni di passeggeri che viaggiano quest'anno sulle nostre rotte. Noi siamo chiaramente la compagnia aerea leader dall'Inghilterra all'Italia ed io sono molto contento di lavorare con Sinead e con il nostro magnifico team di direttori vendite nazionali per replicare questo livello di crescita per la compagnia aerea in ogni mercato in cui voliamo. Quest'anno Ryanair trasporterà più di 13 milioni di passeggeri sulle sue 76 rotte in 13 paesi. Ryanair ha attualmente una flotta di 42 Boeing 737 e ordini per altri 107 nuovi 737-800, per consegna nei prossimi 8 mesi". Sinead Finn si è laureata in Business Administration all'Unilversity, College, di Dublino nel 1995. In Dicembre 1996, ha completato con onore un master post laurea in Turisimo. Nel 1997 ha assunto l'incarico di Marketing Exceutive per l'Irish Tourist Board in Norvegia ed è stata responsabile per Una significativa crescita e sviluppo del turismo dalla Norvegia all'lrlanda. Sinead è entrata nella Ryanair nel Giugno 1998 come Direttore Vendite per l'Italia. Dal 1998. Ryanair è cresciuta in modo signifìcativo nel mercato italiano e ora vola su 12 aeroporti e trasporterà più di 4 milioni di passeggeri quest'anno. Sincad ha contribuito in modo significativo al successo e allo sviluppo di Ryanair sul mercato Italiano. 

RYANAIR: LA PRIMA COMPAGNIA AEREA IN ITALIA FESTEGGIA L'ARRIVO DEL PRIMO VOLO DA BRUXELLES A ROMA DA 29.99 EURO (SOLO ANDATA) 
Roma, 28 giugno 2002 - Ryanair, la più grande compagnia aerea a tariffe basse d'Europa festeggia oggi (27 giugno 2002) il Volo da Roma a Bruxelles portando il numero complessivo di rotte operative dall'Italla all'Europa a diciotto. Ryanair opererà un volo gionaliero andata e ritorno da Roma a Londra. Grazie al successo ottenuto sulla rotta per Londra Ryanair ha deciso inoltre di aggiungere un terzo volo giornaliero. Tutti i -voli saranno effettuati con l'aeromobile Boeing 137-800 da 189 posti. Per festeggiare il successo di questa nuova rotta, la fantastica bassa tariffa partirà da 29.99 Euro solo andata per Bruxelles. (tasse escluse). Il sito di Ryanair www.rayanair.com offre le tariffe più basse su tutte le rotte dall'Italia verso l'Europa. I clienti italiani si stanno inoltre avvalendo di servizi mollo convenienti quali il noleggio auto, l'hotel e l'assicurazione di viaggio grazie al sito. Parlando ieri a Roma, Sinead Finn, direttrice marketing e vendite per l'Italia di Ryanair ha detto: "Sono felice di essere a Roma oggi per offrire a questa città l'opportunità di conoscere i vantaggi di una vera compagnia aerea a bassa tariffa e vedere la fine delle tariffe elevate applicate dalle compagnie ad alta tariffa. In meno di tre mesi abbiamo registrato un numero di prenotazioni record sulla nostra nuova rotta Roma-Bruxelles con più del 751,0 della disponibilità per il primo mese già venduta; ciò conferma che la nostra nuova rotta per Londra rappresenta un grande successo. Per festeggiare e inaugurare il nostro arrivo oggi stiamo lanciando una tariffa bassa imbattibile a soli 29.99 Euro per volare da Roma a Bruxelles con Ryanair. Grazie all'enorme successo ottenuto con il servizio recentemente lanciato per Londra stiamo aumentando la nostra frequenza aggiungendo un terzo volo giornaliero." 

IL TRADING HIT & RUN, UN'ALTRA GRANDE ESCLUSIVA TRADING LIBRARY 
Milano, 28 giugno 2002 - Scritto da Jeff Cooper, celebre trader e co-fondatore di TradingMarkets.com, Il Trading Hit & Run appartiene a quella categoria di libri destinati a lasciare un segno grazie alla notevole utilità e all'enorme mole di spunti operativi contenuti. Il testo si sviluppa nella descrizione di ben 11 strategie di successo utilizzate dallo stesso Cooper nella propria attività professionale di trader di breve termine. Focalizzate sull'identificazione delle condizioni di mercato che danno luogo ai movimenti più esplosivi, le tecniche proposte sono basate sull'osservazione di particolari configurazioni dei grafici a barre e sulla selezione dei titoli che manifestano forti movimenti direzionali. Quest'ultimo requisito è essenziale per operare con le probabilità a proprio favore, in modo da prendere posizione sul mercato con un corretto rapporto rischio-rendimento. Tutte le strategie presentano un denominatore comune rappresentato dal fatto di essere studiate per operazioni speculative di breve durata: da uno a due-tre giorni al massimo. Tale filosofia ha ispirato Cooper che in questo libro presenta le sue strategie da "Toccata e fuga" che hanno l'obiettivo di far catturare una parte dei movimenti di prezzo più esplosivi, impegnando il capitale per il minor tempo possibile e intraprendendo operazioni con un'elevata probabilità di successo. Il libro è inoltre arricchito da un'appendice con l'applicazione alla Borsa italiana delle strategie presentate. 

PER UN NOBEL SOLO BOLLICINE DA OSCAR. COME QUELLE FIRMATE GUIDO BERLUCCHI
Borgonato di Cortefranca (Brescia). 28 giugno 2002 - "Equità fiscale e crescita economica": questo il tema dell'incontro, organizzato dall'Istituto Iseo (Istituto di Studi Economici e per l'Occupazione), che si svolgerà oggi 28 giugno, a partire dalle 17.30, nelle splendide sale di Palazzo Berlucchi a Borgonato di Corterfranca. Sarà il Presidente degli Economisti Europei Sir James Mirrlees, Premio Nobel per l'Economia nel 1986, a trattare la questione, di grande attualità ed interesse, della riforma fiscale in Europa. E per parlare di crescita la sede non poteva essere più adatta, dato che la storia della Guido Berlucchi è la storia di un'azienda in continua crescita, la storia della realizzazione, nell'arco di 40 anni e più, del sogno di un giovane enologo, Franco Ziliani, ispirato da un mito con il quale voleva misurarsi: lo Champagne. Da questa vincente intuizione, la sfida: produrre uno spumante con il metodo della rifermentazione in bottiglia, lo stesso messo a punto in Francia alla fine del 1600. Oggi la qualità e la fama degli spumanti firmati Guido Berlucchi sono un dato di fatto; a dimostrarlo, ad esempio, l'assegnazione quasi plebiscitaria da parte dei lettori delle riviste A.I.S., Bibenda e Duemilavini, e dei visitatori del 36° Vinitaly dell' ambitissimo Oscar del Vino alla Cuvée Imperiale Berlucchi Brut 1997, vero e proprio gioiello dell'enologia italiana. Reduce da tale trionfo, questo spumante, con il suo perlage fine e persistente, il suo colore, di un bel giallo paglierino intenso con accattivanti riflessi dorati, il suo aroma fragrante di crosta di pane, seguito da piacevoli profumi di frutta matura e leggere sfumature di fiori bianchi, frutta secca e spezie, e con la sua grande pienezza e rotondità, sarà il grande protagonista della cena in onore di Sir James Mirrlees, al termine del convegno. 

3M COLORA LE STRADE DI MILANO CON LA SUA STORIA 
Milano, 28 giugno 2002. Di solito ai compleanni i regali si ricevono. 3M, azienda per definizione innovativa, ha voluto esserlo anche in occasione del suo centesimo compleanno facendo un regalo alla città che ha accolto la sua sede: Milano. E come regalo per festeggiare un traguardo così importante, 100 anni di attività e di presenza sul mercato mondiale, 3M ha scelto un mezzo insolito che fosse nello stesso tempo simbolo di Milano e di una storia così lunga: un tram. Cosa c'è di meglio di un tram per rappresentare una città in movimento e una realtà aziendale dinamica ? Così numerosi tram che percorrono le strade milanesi (linee 24 e 29) sono stati colorati con lunghe strisce colorate che rappresentano le tappe principali di una storia altrettanto lunga: quella di 3M. La città di Milano, attraverso i tram decorati, potrà veder le tappe di un secolo di storia 3M e i suoi principali prodotti. Un modo innovativo per presentare una lunga attività e una lunga storia e per svelarne alcuni segreti. Non tutti infatti sanno che l'astronauta Neil Armstrong mise piede sulla luna indossando stivali spaziali le cui suole erano state realizzate in materiale sintetico prodotto da 3M. Oppure che Michael Johnson vinse la medaglia d'oro nei 400 metri sprint alle Olimpiadi del 2000 indossando scarpe realizzate con tessuto retroriflettente Scotchlite in oro 4 carati messo a punto da 3M. Le strisce colorate sono realizzate con la particolare pellicola decorativa autoadesiva 3M stampata con il sistema Scotchprint(r) Graphics, nato dallo sviluppo e dall'incontro di due diverse tecnologie, la stampa digitale ed i supporti adesivi, nelle quali 3M Commercial Graphics è leader mondiale. Scotchprint(r) Graphics è un sistema completo, composto da inchiostri, toner, pellicole, protettivi, hardware, software e tutto quanto è necessario per la produzione di grafiche di grande formato. Le grafiche Scothcprint(r) Graphics possono essere applicate su qualsiasi superficie, dagli automezzi ai mezzi pubblici, dall'affissione esterna, a quella interna di negozi, negli uffici, negli aeroporti e nelle stazioni metropolitane * può perfino ricoprire le pareti di un intero palazzo (sono state utilizzate per ricoprire la sede dell'agenzia pubblicitaria Publicis a Milano). I prodotti con marchio 3M più conosciuti dal grande pubblico sono sicuramente il nastro adesivo Scotch (1930) ed i foglietti adesivi Post-it Notes (1980), ma sono molte le innovazioni 3M (circa 50.000) che spaziano in ogni campo, da quello della segnaletica e sicurezza stradale a quello dei prodotti per ufficio, dall'assistenza sanitaria alle telecomunicazioni. Sicuramente sui tram milanesi potreste scoprire di aver utilizzato anche voi dei prodotti 3M. I tram con la storia di 3M continueranno a viaggiare sulle strade milanesi fino alla metà di luglio. 

PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO SULLA PRODUZIONE E TRATTAMENTO RIFIUTI SPECIALI 
Milano 28 giugno 2002 - Per fare il punto sulla produzione ed il trattamento dei rifiuti industriali in Italia alla luce degli ultimi dati disponibili e riportati nel ''Rapporto sulla produzione ed il trattamento dei rifiuti speciali''. Per illustrare la realta' delle imprese italiane che operano nel settore del recupero e dello smaltimento dei rifiuti. Per approfondire le modalita' di smaltimenti e recuperi abusivi e le possibili soluzioni per evitare ulteriori e negative ricadute sul settore ambientale e sulla collettivita'. Per affrontare questi argomenti, ma soprattutto per presentare la piu' recente indagine condotta da Fise - Assoambiente, ''Rapporto sulla produzione ed il trattamento dei rifiuti speciali in Italia'', basata sui dati Mud rielaborati da Ecocerved e' stato organizzato l'incontro con istituzioni,media e addetti ai lavori del settore dello smaltimento dei rifiuti, i cui sviluppi devono interessare tanto gli operatori del comparto, quanto l'intera societa'. L'Obiettivo principale del rapporto Fise - Assombiente, alla base, peraltro, della filosofia che guida le imprese aderenti e' quello di monitorare costantemente il trend evolutivo di produzione dei rifiuti speciali ed anche le modalita' di recupero e smaltimento degli stessi evidenziando le criticita' tra domanda e offerta. Le conclusioni tratte dal rapporto, oltre che i dati emersi dall'incontro con le istituzioni hanno messo in evidenza che il settore dei rifiuti speciali e' un settore che sta lentamente trovando un proprio ordine. Un ordine, pero', in parte solo apparente, che necessita sempre di controlli efficaci e non formali. Il settore dei rifiuti industriali, infatti, sta uscendo dalla situazione selvaggia e caotica in cui si trovava, anche a causa di una normativa confusa, e sta lentamente regolarizzando un sommerso difficilmente quantificabile, ma ancora sicuramente ingente. I risultati parlano da soli: Recupero - Il Dm 5/2/98, ha stimolato la fantasia dei cosiddetti ''ecofurbi'' i quali, facendo passare per operazioni di recupero quelle che tali non sono, svolgono, di fatto, operazioni di puro smaltimento, peraltro effettuate da chi smaltitore non e', e non ne ha i requisiti e ritira rifiuti a prezzi estremamente convenienti per i produttori, ad esclusivo danno degli operatori qualificati. Le aziende che svolgono operazioni di recupero con le procedure semplificate (circa 11.000) non sono tenute a prestare nessuna garanzia finanziaria per eventuali danni ambientali o di bonifica dei siti, al contrario di chi, recuperatore o smaltitore, opera sulla base di una autorizzazione. Tutte queste operazioni di recupero fanno pero' si' che il recupero di materia sia diventato l'attivita' prevalente nel settore dei rifiuti speciali. Questo sarebbe un indizio di un sistema virtuoso se non includesse purtroppo anche operazioni di recupero improprio con potenziali rischi per l'ambiente e la collettivita'. Discarica - Dopo il recupero di materia, e' la forma di smaltimento piu' usata. A tal proposito il rapporto ha evidenziato che la maggior parte dei rifiuti e' inviata in discarica direttamente o tramite i centri di stoccaggio senza alcun trattamento per una percentuale del 67%. Inoltre dai dati emerge anche una trascurabile utilizzazione delle poche discariche nelle quali dovrebbero essere smaltiti i rifiuti piu' pericolosi. Questo dato fa sospettare che molti rifiuti pericolosi, vengano di fatto declassati e quindi smaltiti in tipologie di discariche piu' economiche, anche fuori dai confini nazionali. Stoccaggio - Ai centri di stoccaggio viene conferito il 53% dei rifiuti speciali prodotti. Tale attivita' pur svolgendo in determinati casi una funzione necessaria nel ciclo della gestione dei rifiuti, appare pero' sproporzionata in termini complessivi sia per le quantita' gestite sia per il numero dei centri stessi, censiti dall'Anpa in circa 20.000. La prevalenza dei conferimenti in discarica attraverso centri di stoccaggio (piu' di 5 milioni t/a) fa sospettare che parte dei centri di stoccaggio ritirano a prezzi modici molti rifiuti dichiarando di inviarli a impianti di trattamento a tecnologia complessa o a recuperatori. In realta', li conferiscono in un piu' economico smaltimento quale e' la discarica a volte dopo averli impropriamente miscelati con altri rifiuti o con materiale inerte per renderli formalmente idonei a discariche con caratteristiche meno restrittive. Termodistruzione - Ha modesta incidenza essendo trattati solo il 4% dei rifiuti speciali prodotti. In altre parole, l'inceneritore che rappresenta una tecnologia complessa e costosa, risulta penalizzato e non economicamente concorrenziale rispetto alle discariche, che ricevono, impropriamente, rifiuti destinati al termotrattamento. Trattamento Chimico-Fisico e Biologico - Notevolmente cresciuta e' l'ammontare dei rifiuti liquidi avviati al trattamento chimico-fisico (8%) e biologico (12%). Molti rifiuti liquidi vengono di fatto conferiti ad impianti di trattamento reflui urbani fognari che non sono idonei a trattare determinate sostanze contenute nei rifiuti stessi e operano, in molti casi, una semplice diluizione nelle acque reflue. Questi aspetti monitorati dal rapporto hanno confermato la denuncia lanciata da Fise - Assombinete gia' dal precedente Rapporto su ''Rifiuti industriali: recuperi e smaltimenti abusivi'' del 2001, che aveva sottolineato la criticita' del sistema autorizzativo e operativo della gestione dei rifiuti, ipotizzando soluzioni, nonche' l'urgenza di un intervento sul settore al fine di escludere trattamenti non corretti o meglio diluizioni dei rifiuti peraltro anche di quelli pericolosi. 

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