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28 GIUGNO 2002
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LE
NUOVE REGOLE UE RIDUCONO I COSTI DEI PRELIEVI DI CONTANTE E DEI PAGAMENTI
CON CARTA BANCARIA ALL'ESTERO
Milano,
28 giugno 2002 - A partire da lunedì 1° luglio 2002, grazie all'entrata in
vigore di un regolamento comunitario sui pagamenti transfrontalieri, i
clienti dovrebbero pagare per i prelievi dai bancomat ed i pagamenti con
carta in euro in altri Stati membri dell'UE le stesse spese addebitate per i
servizi in questione nel paese in cui risiedono. Vi saranno pertanto
risparmi significativi per coloro che viaggiano per turismo o per affari. A
tutt'oggi, prima dell'entrata in vigore del regolamento, un prelievo di
€100 presso un bancomat al di fuori del proprio Stato membro è costato ai
clienti in media €4, mentre i prelievi ed i pagamenti sul territorio
nazionale sono gratuiti o costano al massimo pochi cent. Il regolamento mira
a creare un'unica area dei pagamenti cosicché cittadini e imprese possano
beneficiare pienamente della moneta unica in tutta l'Ue e non soltanto nello
Stato membro in cui risiedono. I regolamenti, a differenza delle direttive,
sono direttamente applicabili negli Stati membri senza misure nazionali di
attuazione. Sempre a partire dal 1° luglio 2002, le commissioni per l'uso
di carte di credito e di pagamento (per i pagamenti in euro fino a
€12.500) debbono essere le stesse sia che i pagamenti vengano fatti nel
paese in cui è emessa la carta sia che vengano fatti in un altro Stato
membro. Sarà pertanto meno caro acquistare beni e servizi durante un
viaggio in altri Stati membri, e da altri Stati membri via Internet,
telefono o posta. Tra un anno circa (1° luglio 2003) lo stesso principio di
parità delle spese per le transazioni nazionali e transfrontaliere in euro
(fino a €12.500) si applicherà ai bonifici tra conti bancari. Ciò
significherà ulteriori risparmi consistenti per i clienti delle banche. Nel
2001 la commissione media per un bonifico transfrontaliero di €100 tra
banche negli Stati membri UE era di €24. Il regolamento mira inoltre ad
agevolare la realizzazione di transazioni transfrontaliere da parte delle
banche. Dal 1° luglio 2003, l'uso dei codici standard Iso (International
Standards Organisation) ovvero Iban (International Bank Account Number) e il
Bic (Bank Identifier Code) consentirà alle banche di trattare i bonifici in
modo pienamente automatizzato. Inoltre a partire da tale data le banche non
dovranno più dichiarare alle autorità nazionali (per ragioni statistiche)
i pagamenti di importo inferiore a €12.500.
LA
COMMISSIONE AVVIA UNA PROCEDURA DI INFRAZIONE CONTRO SEI PAESI PER IL
MANCATO RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA SULLA SEPARAZIONE DEI CONTI
Bruxelles, 28 giugno 2002 La Commissione europea ha deciso di avviare una
procedura di infrazione contro sei Stati membri dell'Unione europea per il
mancato recepimento della normativa che prescrive la trasparenza finanziaria
delle società di servizi pubblici. Tale normativa prevede la separazione
dei conti delle imprese che svolgono attività commerciali pur essendo nel
contempo soggette ad obblighi di servizio pubblico per i quali ottengono
finanziamenti statali. La separazione sarà tra l'altro importante per il
settore radiotelevisivo in quanto renderà più trasparenti e misurabili i
costi dei servizi pubblici consentendo così alla Commissione di giungere ad
una conclusione in merito ai reclami presentati da emittenti televisive
private. Nel luglio 2000 la Commissione ha adottato un'importante modifica
alla cosiddetta direttiva sulla trasparenza (direttiva 2000/52/CE della
Commissione del 26 luglio 2000 che modifica la direttiva 80/723/Cee relativa
alla trasparenza delle relazioni finanziarie fra gli Stati membri e le loro
imprese pubbliche). La modifica prescrive alle società attive sia in
settori aperti alla concorrenza, sia in settori in cui sono soggette ad
obblighi di servizio pubblico per i quali ricevono fondi dallo Stato di
tenere una contabilità distinta per i due ambiti. È risultato necessario
introdurre tale obbligo per via dei conflitti emersi tra le imprese del
settore privato e le imprese controllate dallo Stato dopo la
liberalizzazione dei mercati controllati precedentemente dai monopoli
avvenuta lo scorso decennio. Gli Stati membri avevano un anno, ovvero fino
alla fine del luglio 2001, per recepire la direttiva nelle loro legislazioni
nazionali. Il 19 ottobre 2001 la Commissione ha scritto ai governi
ricordando gli obblighi loro incombenti e chiedendo loro di presentare le
loro osservazioni sulla materia. Ma a tutt'oggi Finlandia, Francia, Irlanda,
Italia, Portogallo e Svezia non hanno ancora informato la Commissione in
merito alle disposizioni adottate per adempiere ai nuovi requisiti. La
Commissione ha pertanto deciso di inviare un parere motivato a norma
dell'articolo 226 del trattato UE chiedendo formalmente ai paesi interessati
di adempiere ai propri obblighi entro due mesi. In caso contrario la
Commissione non avrà altra scelta che adire la Corte europea di giustizia.
"L'adozione di una contabilità separata che indichi chiaramente i
costi derivanti dagli obblighi di servizio pubblico ed il loro finanziamento
contribuirà ad uniformare le condizioni di attività degli operatori nei
settori aperti alla concorrenza. Consentirà inoltre alla Commissione di
portare a termine l'esame di reclami di vecchia data nel settore
radiotelevisivo, nei quali si afferma che le reti televisive di proprietà
dello stato ricevono più fondi pubblici del dovuto" è quanto
affermato dal commissario per la concorrenza Mario Monti. Contesto La
direttiva sulla trasparenza non ha per oggetto settori specifici bensì si
applica piuttosto alle società che hanno obblighi di servizio pubblico, per
i quali ottengono finanziamenti statali, ma sono nel contempo impegnate in
attività commerciali. La direttiva prevede esenzioni per a) settori già
soggetti a regole specifiche, b) imprese con un fatturato inferiore ai 40
milioni di euro, c) servizi la cui fornitura non è atta ad influenzare in
modo significativo gli scambi tra gli Stati membri e d) contributi per i
servizi pubblici fissati con una procedura pubblica aperta e trasparente.
Non riguarda il settore dei servizi postali, ai quali si applica la
direttiva postale, né il settore ferroviario. In questi due casi vi sono
norme distinte che prevedono anch'esse la separazione della contabilità per
le diverse attività.
MEDIOBANCA
RILEVA IL 34% DELLA FERRARI
Milano 27 giugno 2002 - Mediobanca, nell'ambito di un consorzio di
assunzione e collocamento in Borsa da essa promosso, ha proposto a Fiat un
accordo per il rilievo di n. 3.400 azioni Ferrari, pari al 34 per cento del
capitale, per un controvalore complessivo di 775,2 milioni di euro (che
corrisponde ad una valorizzazione del 100 per cento del capitale di 2.400
milioni di euro, prima della distribuzione del dividendo di 120 milioni di
euro). Fiat ha accolto la proposta ed è quindi previsto che l'acquisto
venga perfezionato entro il 30 giugno prossimo. Mediobanca ha
contestualmente raggiunto un accordo per la cessione di una quota del 12,5
per cento del capitale a controparti bancarie italiane ed estere ed ha
ulteriori trattative in corso con altri primari Istituti. Mediobanca, entro
i successivi 12 mesi dal closing, ha in programma, anche per conto del
consorzio, di dare avvio alla procedura di quotazione di Ferrari alla Borsa
Valori collocando sul mercato la quota acquistata. Il consorzio di
collocamento sarà coordinato e diretto da Mediobanca in qualità di unico
Global Coordinator. Al termine dei 12 mesi, qualora non sia stata effettuata
l'Ipo, Fiat avrà la possibilità di concordare con Mediobanca l'estensione
di 12 mesi del periodo di Ipo. Ove il prezzo di collocamento risulti
superiore a quello pagato dal consorzio, Fiat beneficerà, in funzione del
prezzo stesso, di una quota compresa tra il 50 per cento ed il 90 per cento
del maggior valore determinato in sede di offerta.
LA
COMMISSIONE EUROPEA AUTORIZZA LA CREAZIONE DI UNA PIATTAFORMA ELETTRONICA
INTERBANCARIA PER IL TRADING SULLE VALUTE
Bruxelles, 27 giugno 2002 - La Commissione europea ha autorizzato la
creazione, da parte di quattro banche europee, di una piattaforma di
negoziazione elettronica, denominata Centradia, che offrirà servizi di
trading on line sulle valute (Fx) ed una gamma limitata di prodotti del
mercato monetario alle imprese clienti. Nella sua forma attuale l'operazione
non solleva problemi di concorrenza in quanto le banche hanno assicurato che
non vi è alcuno scambio di informazioni "sensibili" durante il
processo di negoziazione, che esse rimarranno libere di negoziare in altre
piattaforme. Non è escluso che altre banche saranno invitate ad aderire al
sistema. Centradia è una piattaforma di negoziazione elettronica per le
imprese (business-to-business (B2B)) avente sede a Londra che è stata
creata da The Royal Bank of Scotland plc, Société Générale SA, Banco
Santander Central Hispano SA e Sanpaolo Imi SpA. A differenza delle
piattaforme di cambi mondiali, come FXall e Currenex, che mirano soprattutto
al mercato istituzionale, Centradia si rivolge principalmente alle imprese
di medie dimensioni. Allo stato attuale partecipano alla piattaforma
Centradia solo le quattro banche fondatrici, ma non è escluso che altre
banche saranno invitate a partecipare a questo portale interbancario. Dopo
aver esaminato la notifica, la Commissione è giunta alla conclusione che
l'operazione attualmente non configura una restrizione della concorrenza ai
sensi dell'articolo 81, paragrafo 1 del trattato UE. Nel raggiungere questa
conclusione la Commissione ha tenuto conto del fatto che le imprese
fondatrici hanno posto in atto meccanismi adeguati di salvaguardia per
garantire che durante il processo di negoziazione non avvenga, tramite la
piattaforma, alcuno scambio di informazioni commerciali
"sensibili" che potrebbe configurare un comportamento collusivo.
Inoltre le banche partecipanti alla piattaforma restano libere di vendere i
loro prodotti finanziari tramite altre piattaforme di negoziazione o canali
di distribuzione. La Commissione ha anche tenuto conto del fatto che la
grande maggioranza delle operazioni di cambio vengono tuttora concluse
off-line, per quanto la negoziazione on-line sia destinata ad aumentare. Il
settore delle piattaforme di negoziazione interbancarie si sta evolvendo
molto rapidamente e sembra caratterizzato dalla tendenza ad un maggiore
consolidamento. La Commissione continuerà a seguire attentamente questi
sviluppi.
VENTO
IN POPPA PER I MERCATI AZIONARI DELL'EUROPA ORIENTALE E DELL'ESTREMO ORIENTE
DI JENS WILHELM - MD DI UNION INVESTMENT
Francoforte, 28 giugno 2002 - Secondo le stime di Jens Wilhelm,
amministratore delegato della Union Investment Privatfonds GmbH, i mercati
azionari dei paesi emergenti asiatici e quelli dell'Europa orientale
rappresentano un campo di investimento interessante. Dalla fine dell'anno
scorso si sta delineando su molte borse azionarie degli emerging markets un
trend al rialzo intatto. "I Paesi emergenti potranno trarre beneficio
dalla ripresa congiunturale iniziata negli Usa e in Europa", così si
esprime fiducioso Jens Wilhelm. "Entrambe le regioni si distinguono
inoltre per una crescita economica solida nonché per una situazione
favorevole riguardo alle valutazioni azionarie. Se negli ultimi anni la
Nasdaq è stata il mercato determinante per i capitali di rischio, ora sono
apparsi i primi segnali che sono tornati ad aumentare in portafoglio gli
investimenti negli emerging markets", continua Wilhelm. Europa
orientale: opportunità di guadagno a seguito della convergenza - Secondo
Wilhelm, i candidati all'Unione europea dell'Europa orientale sono sulla
buona strada. Lo stratega per investimenti azionari è ottimista che il
processo di allineamento continui ad accelerare quanto più si avvicina il
momento dell'ingresso nell'UE. "Sono soprattutto i salari relativamente
bassi e il livello di istruzione estremamente elevato a sostenere le buone
previsioni sui primi candidati all'adesione", spiega Wilhelm. Ulteriori
riforme come per esempio l'abolizione delle restrizioni sui mercati
finanziari nei confronti di investitori esteri, ma anche un ulteriore
ribasso dei tassi di interesse avranno degli effetti positivi sui mercati
azionari. Altre opportunità di guadagno sono date dalle previsioni circa un
aumento degli utili aziendali. Al momento, i prezzi delle azioni dell'Europa
orientale incorporano in media nove volte gli utili annuali attesi - al
confronto, il moltiplicatore per i prezzi delle azioni dell'Europa
occidentale è mediamente pari a sedici. Wilhelm: "Le azioni
dell'Europa orientale sono decisamente più a buon mercato." Molti
segnali sembrano indicare che il rispetto dei criteri di convergenza metterà
le ali ai mercati azionari dei candidati all'Ue, come già successo a suo
tempo in Spagna e in Portogallo prima che questi Paesi entrassero a far
parte all'Unione monetaria europea. Tra gli stati che si conformano ai
criteri di convergenza, Wilhelm attualmente è favorevole all'Ungheria, la
quale oltre che mantenere fede alla politica di adesione dell'Ue anche dopo
il cambiamento di governo evidenzia una crescita economica del 4% e un
deficit della bilancia delle partite correnti del solo 3,7% sul prodotto
interno lordo, valori quindi migliori se paragonati a quelli della Polonia e
della Cecoslovacchia. L'intero settore finanziario dell'Europa orientale è
considerato da Wilhelm come settore con buone prospettive di sviluppo, in
grado cioé di beneficiare per primo del raggiungimento dei criteri di
convergenza, per cui dovrebbe essere soprattutto il ribasso dei tassi di
interesse a dare una spinta al settore, con effetti positivi sui crediti.
Azioni russe in soprappeso - "Con un aumento del prodotto interno lordo
atteso nella misura del 3,5% per quest'anno, una crescita della domanda
interna, un prezzo del greggio relativamente elevato e l'attuazione di
programmi di riforme nei settori finanze, energia, imposte e giustizia
l'economia russa esibisce una forma eccellente", così Wilhelm spiega
la ripresa della Borsa russa. Un'evidenza in tal senso è provenuta tra
l'altro da diverse agenzie di rating che hanno effettuato un up-grade della
Russia classificando il Paese da stabile a positivo con riferimento ai
pagamenti correlati ad interessi e prestiti. Wilhelm è quindi ottimista per
quel che riguarda le azioni russe: "È vero che nel breve periodo sono
probabili delle correzioni, ma la possibilità di subire contraccolpi è
comunque contenuta. A lungo andare, le opportunità supereranno di gran
lunga i rischi." Il suo giudizio è motivato dal miglioramento della
situazione debitoria del Paese e dalla riduzione della fuga di capitali.
Attualmente il capitale russo collocato legalmente al di fuori dei confini
nazionali ammonterebbe a circa 160 miliardi di dollari Usa, e circa 50
miliardi di dollari USA sarebbero detenuti dalla popolazione in contanti:
sono questi i fondi che secondo Wilhelm torneranno utili all'economia. La
costituzione di fondi comuni di investimento nazionali sarebbe un ulteriore
passo nella direzione giusta per sfruttare il denaro disponibile all'interno
del Paese. Inoltre, sempre secondo Wilhelm, l'economia russa poggerebbe su
basi solide, tenendo presente che il greggio che non andrebbe più valutato
come fattore "critico". Nella programmazione di bilancio, infatti,
il prezzo del greggio è fissato a 18,50 dollari Usa al barile, e ogni
dollaro Usa al barile in più o in meno può aumentare o ridurre le entrate
pubbliche di circa due miliardi di Usd. Se nel 1998 tale cifra corrispondeva
ancora al 100% della bilancia delle partite correnti, oggi la stessa cifra
equivale soltanto al 6%. A ciò si aggiunge che le entrate derivanti dalle
esportazioni di gas e di petrolio rappresentano oggi soltanto il 30% del
buget finanziario statale, mentre nel 1998 tale valore si attestava ancora
al 45%. Il riconoscimento internazionale della Russia quale economia di
mercato darà secondo le stime di Wilhelm una spinta agli investimenti
mettendo le ali, oltre che al settore petrolifero, anche all'industria
siderurgica. Wilhelm esprime inoltre un giudizio positivo sugli indicatori
relativi alla valutazione delle azioni russe e sui programmi di riforme,
come per esempio la ristrutturazione dei monopoli nel settore idrico ed
energetico e delle telecomunicazioni nonché la riorganizzazione del settore
bancario, che dovrebbero spingere ulteriormente sulla Borsa russa. Dice
Wilhelm: "Nel portafoglio di UniEasternEurope, la Russia è attualmente
nettamente soprappesata rispetto al benchmark. Con una ponderazione del 40%
circa, la Russia rappresenta il colosso nel patrimonio del Fondo." Per
quel che riguarda l'allocazione per settori, Wilhelm è tuttora favorevole
al settore petrolifero e qui soprattutto alle imprese che si concentrano
sulle attività di downstream (lavorazione di prodotti petroliferi).
Positivo per l'esperto in azioni anche il settore dei beni di consumo grazie
alla domanda interna nonché all'industria meccanica, la quale trarrà
beneficio soprattutto da un aumento degli investimenti nel settore
petrolifero. Il ritorno dei tigrotti asiatici - I potenziali di crescita non
vanno ricercati secondo Wilhelm soltanto nei Paesi emergenti dell'Europa
centrale e orientale, il quale annovera invece tra le regioni di
investimento con promettenti opportunità di guadagno anche i mercati
emergenti asiatici visto che la crisi asiatica è per lo più superata. Le
imprese poggerebbero oggi di nuovo su basi solide, dopo aver ridotto
nettamente l'indebitamento degli ultimi anni. Wilhelm si aspetta che gli
indicatori favorevoli relativi alle valorizzazioni azionarie e una ripresa
congiunturale globale potranno dare un'ulteriore spinta ai mercati azionari
dell'Estremo Oriente. Attualmente la Thailandia evidenzia nell'UniFarEast un
soprappeso pronunciato rispetto al benchmark. Apertura della Cina verso
l'estero - "L'ingresso della Cina nell'Organizzazione mondiale del
commercio (World Trade Organisation - Wto) determinerà una maggiore
apertura del Paese verso l'estero, il che va valutato come un ulteriore
impulso di crescita", così Wilhelm. Un aumento degli investimenti
diretti, una crescente liberalizzazione del settore bancario e finanziario,
l'unificazione del sistema fiscale a cui sono assoggettate imprese nazionali
ed estere nonché la privatizzazione delle imprese statali, che si trova
ormai in una fase avanzata, hanno alimentato le speranze in una ripresa di
lunga durata delle azioni cinesi. I salari favorevoli e l'elevato livello di
istruzione rappresentano inoltre notevoli vantaggi competitivi. Tra gli
altri fattori Wilhelm elenca la crescente domanda interna e ulteriori
riorganizzazioni aziendali che negli anni a venire determineranno ulteriori
opportunità di crescita. Le stime ottimistiche sulla Cina si
rifletterebbero attualmente nell'allocazione geografica di UniEasternEurope,
che vede la Cina sovrappesata dai gestori del fondo.
GLI
EMERGING MARKETS METTONO LE ALI AI PORTAFOGLI OBBLIGAZIONARI DI ANJA MIKUS -
MD DI UNION INVESTMENT
Francoforte, 28 giugno 2002 - Per Anja Mikus, amministratrice delegata di
Union Investment Privatfonds GmbH, le obbligazioni dei Paesi emergenti
costituiscono una scelta interessante da inserire aggiuntivamente nei
portafogli obbligazionari. Decisivo per Anja Mikus il fatto che sugli
emerging markets il trend al rialzo nel lungo periodo sia intatto nonostante
la crisi in Argentina e i crescenti problemi dei Paesi confinanti, così
come la prospettiva che gli emerging markets parteciperanno in misura al di
sopra della media all'attesa ripresa globale. I tassi di crescita previsti
per il 2002 con riferimento ai Paesi emergenti sono in parte nettamente
superiori a quelli dei principali Paesi industrializzati; Mikus prevede
infatti un aumento del 7,2% per la Cina, del 5,4% per la Corea del Sud e del
3,5% per la Russia. Anche i valori attuali relativi alla fiducia dei
consumatori, elemento portante della ripresa economica, favoriscono
chiaramente alcuni emerging markets, e precisamente la Corea del Sud e la
Russia, i quali con un aumento dell'indice di fiducia dei consumatori del
27% rispetto all'anno precedente e, rispettivamente, del 7,5% lasciano alle
spalle i Paesi industrializzati. I fattori trainanti e decisivi per i Paesi
emergenti sono, sempre secondo Mikus, le riserve di materie prime, l'offerta
di manodopera, ma anche le forze politiche in via di stabilizzazione nonché
gli investimenti diretti di investitori istituzionali cui si aggiunge il
sostegno del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale. La crisi
in alcuni Paesi non arresta la ripresa - I contraccolpi subiti in passato
hanno mostrato che gli investimenti nei Paesi emergenti sono accompagnati da
notevoli rischi. "È vero che le crisi fanno parte del mestiere,
tuttavia esse non riusciranno a mettere un freno alla ripresa nel lungo
periodo", così Mikus. Alla ricerca degli attuali focolai di tensione,
l'attenzione è rivolta in prima linea all'Argentina e negli ultimi giorni
sempre di più anche al Brasile. L'insolvenza dell'Argentina comunque non ha
pressoché influito sul mercato globale, anzi le punte dei rendimenti
accompagnate da marcati ribassi sulle quotazioni sono state più che
compensate dalla rallye sui corsi che dura ormai dall'inizio dell'anno. Non
si prevede comunque una rapida ripresa economica dell'Argentina dato che
eventuali impulsi positivi potrebbero partire al massimo da negoziati con il
Fondo monetario internazionale. Tuttavia, l'evoluzione della crisi evidenzia
un quadro interessante: se si confronta l'andamento dei titoli di stato
argentini con l'andamento delle obbligazioni russe durante la crisi in
Russia del 1998 si riscontrano parallelismi sorprendenti. "Non si sa se
all'Argentina sia riservata una ripresa simile a quella sperimentata dalla
Russia nel 1999", dice Mikus. "La Russia dispone di elevate
riserve di materie prime e di petrolio, un vantaggio competitivo che
l'Argentina non ha. Ciononostante, la situazione per l'Argentina tornerà a
migliorare. Diversamente dalle imprese, gli stati hanno il grande vantaggio
di poter resistere alle crisi." In ogni caso sarebbe troppo presto
investire di nuovo in Argentina poiché il mercato potrebbe mantenersi
ancora per anni a questi livelli sfavorevoli. "Presupposto per nuovi
investimenti sono misure di fiducia, per esempio una programmazione di
bilancio solida, sostenute da aiuti provenienti dal Fondo monetario
internazionale e da altri investitori", spiega Mikus con riguardo
all'attuale strategia di investimento. Mercati nel 2002: molti i vincitori,
pochi i perdenti - Dall'inizio dell'anno, l'Argentina è uno dei pochi Paesi
che si ritrova tra i perdenti avendo dovuto scontare perdite sulle
quotazioni nella misura del 12,3%. Tra i vincitori, il numero dei quali è
nettamente più elevato, figurano la Costa d'Avorio con +41,3%, la Russia
con il +19,6% e l'Ucraina con +15,8%. Le differenze registrate in merito
all'andamento dei diversi Paesi si sono evidenziate anche nella performance
del mercato globale degli anni passati. Alla perdita dell'11% nel 1998 è
seguito, nel1999, un netto aumento del 21,6%. Ancora più decisiva comunque
la media nel lungo periodo: dal 1991 le obbligazioni degli emerging markets
hanno raggiunto un risultato del 15,58% p.a., che convertito in euro
equivale per lo stesso periodo addirittura ad un valore del 19,32% p.a.
"Tali sviluppi costituiscono la base per la nostra strategia di
portafoglio", continua Mikus. "Non sarebbe comunque realistico
presumere che si riesca ad individuare già ora il vincitore dei prossimi
anni. È quindi necessario investire diversificando il portafoglio per
regioni evitando quei Paesi che comportano rischi di crisi particolarmente
pronunciati." Scelta di obbligazioni degli Emerging Markets: aumento
dei rendimenti a pari rischi - Per decidere sulla scelta degli investimenti
vengono analizzati dapprima i dati fondamentali dei Paesi emergenti.
Rilevanti a tale fine sono quindi la situazione politica, la sicurezza
giuridica, le restrizioni alla circolazione dei capitali nonché gli
aggregati macroeconomici, quali crescita economica, bilancia delle partite
correnti, inflazione e indebitamento. Gli investimenti verranno effettuati
soltanto nel caso in cui il quadro generale evidenzi una situazione stabile.
Per quel che concerne la selezione di singoli titoli, gli esperti di Union
Investment analizzano, seguendo l'approccio bottom up, diversi parametri,
quali scadenza, valuta, liquidità e struttura per scadenza dei tassi di
interesse. "I processi decisionali per la selezione degli investimenti
in portafoglio sono complessi e il monitoraggio dei rischi è continuo e
molto vasto", afferma Mikus. "A fronte della crescente importanza
degli emerging markets abbiamo costituito un team di dieci esperti che
fornisce un ottimo supporto per operare in questo segmento." In ogni
caso, le obbligazioni dei Paesi emergenti non sono riservate a taluni fondi
comuni. "Secondo i nostri calcoli, l'aggiunta in portafoglio di
obbligazioni degli emerging markets nella misura del 10-15% porterà ad un
maggiore rendimento riducendo al contempo i rischi cui sono esposti i
fondi." Attualmente Union Investment ha investito circa 1,7 miliardi di
euro in obbligazioni degli emerging markets, per lo più come aggiunta ai
classici portafogli obbligazionari. UniRenta HighYield e UniEuroAspirant,
due fondi specializzati, inoltre, investono ciascuno più della metà del
denaro raccolto nei Paesi emergenti: dal 1° luglio 1999, data di
istituzione dei due fondi, il primo ha raggiunto una crescita del 7,4% p.a.
e il secondo addirittura una crescita dell'11,2% p.a. Per offrire ai
partecipanti investimenti mirati in questo segmento, Union Investment
istituirà entro la fine dell'anno un ulteriore fondo che investirà
esclusivamente in obbligazioni degli emerging markets.
INTESABCI
MEDIOCREDITO APRE UNO SPORTELLO IN CASA DELLE PICCOLE IMPRESE MILANESI
Milano, 28 giugno 2002 - In un contesto economico e finanziario sempre più
complesso la banca sceglie di "fare squadra" con le imprese per
sostenere la crescita e la competitività del tessuto imprenditoriale
milanese. Da questa premessa è nato l'accordo tra Assolombarda e IntesaBci
Mediocredito per la realizzazione dello Sportello Pmi per la finanza
straordinaria che è stato presentato oggi in Assolombarda nel corso di un
incontro a cui hanno partecipato Carlo Moretti, Presidente Piccola Industria
Assolombarda, Mario Zanone Poma, Presidente IntesaBci Mediocredito, Michele
Porcelli, Direttore Generale Assolombarda, Giovanni Bizzozero, Direttore
Generale IntesaBci Mediocredito, Stefano Gatti dell'Università Bocconi,
Lino Marangoni, Presidente Confidi Milano e Carlo Flenda, Amministratore
Delegato Acf. L'intesa prevede l'apertura presso la sede di Assolombarda di
uno Sportello Pmi per la finanza straordinaria dove le piccole imprese
milanesi potranno rivolgersi su appuntamento. Personale di IntesaBci
Mediocredito sarà disponibile per valutare le esigenze dalle aziende
associate ad Assolombarda e accogliere le richieste di finanziamento
presentate dalle stesse. La gamma di servizi previsti dall'accordo comprende
finanziamenti a condizioni agevolate, l'assistenza inerente il merito e
l'ammissibilità alle agevolazioni attive in Lombardia, una vasta tipologia
di finanziamenti a tassi competitivi strutturati in modo da soddisfare le più
svariate esigenze delle piccole imprese, nonché un'assistenza
tecnico-consulenziale per identificare lo strumento finanziario più idoneo
per soddisfare i fabbisogni finanziari delle aziende. "Finalmente un
importante istituto di credito con una forte specializzazione per le
tematiche di finanziamento a medio termine e di finanza straordinaria,
soprattutto per le Pmi, ha deciso di mettere a disposizione delle aziende, a
casa loro, la propria professionalità e i propri prodotti di credito",
ha affermato Carlo Moretti Presidente della Piccola Industria Assolombarda.
"La firma dell'accordo con IntesaBci Mediocredito è molto importante
per le oltre 5400 imprese associate ad Assolombarda che sono per il 97% di
piccole e medie dimensioni", ha proseguito Moretti, "lo Sportello
rappresenta un ulteriore tassello nella gamma dei servizi che l'Associazione
è in grado di fornire per quanto riguarda i finanziamenti e le agevolazioni
finanziarie integrandosi perfettamente con i servizi messi a disposizione da
Confidi Milano e Agenzia per il Credito e la Finanza". "La finanza
straordinaria rappresenta un'importante opportunità funzionale alla
strategia di sviluppo delle piccole e medie imprese che si vedono sempre più
proiettate nella competizione globale", ha dichiarato Mario Zanone Poma,
Presidente di IntesaBci Mediocredito, "con l'accordo sottoscritto con
Assolombarda la nostra banca si candida ad essere per gli imprenditori un
partner qualificato per la crescita". Tendenzialmente le piccole e
medie imprese italiane si caratterizzano per il fatto di avere un'ottima
posizione competitiva in termini soprattutto di qualità del prodotto
offerto ed essere leader di una nicchia di mercato, spesso a livello
internazionale. Tuttavia la struttura finanziaria di molte di loro risulta
essere debole e incentrata sul capitale di debito piuttosto che sul capitale
di rischio. Nel confronto con i principali paesi europei (Germania, Francia
e Spagna) la quota di debito a breve rispetto al totale del passivo nelle
aziende italiane supera, infatti, il 53% contro il 34% negli altri paesi. In
particolare nelle imprese di piccole dimensioni la parte di debito a breve
rappresenta il 67% del debito totale. Le piccole imprese, quindi, sono più
esposte sia alla variabilità di mercato dei tassi di interesse a breve, sia
al maggiore potere contrattuale delle banche in funzione della più alta
dipendenza. "Un correttivo a questa situazione è dato da quelle che
vengono definite economie di prossimità", hanno sostenuto Carlo
Moretti e Mario Zanone Poma, "ovvero abbandonando la cattiva abitudine
del pluriaffidamento per far evolvere le relazioni tra le imprese minori e
le banche in senso fiduciario. Intrattenendo una relazione di prossimità,
anche in senso culturale con l'impresa, la banca potrebbe seguirne la
crescita, assisterle in momenti di difficoltà, migliorarne la qualità del
proprio portafoglio crediti, e aiutarla a sviluppare tecniche di gestione
aggregata dei rischi con beneficio di tutti".
LA
BCC DI BUSTO GAROLFO E BUGUGGIATE VINCE IL CONCORSO SUPER CHALLENGE
Milano, 28 giugno 2002 - Prima in Italia, prima assoluta in Lombardia, prima
nella categoria leasing e carte di credito. La quarta convention commerciale
del credito cooperativo, che si è tenuta dal 20 al 22 giugno a Cernobbio (Co),
e che ha visto la partecipazione delle 484 banche della federazione
italiana, si è trasformata in una passerella d¹onore per la Bcc di Busto
Garolfo e Buguggiate, che ha fatto incetta di premi al concorso ³Super
Challenge². ³Super Challenge² è il concorso che ha messo in competizione
la forza commerciale delle Banche di Credito Cooperativo - Casse Rurali e
Artigiane, che offrono alla propria clientela i prodotti e i servizi del
Sistema di Offerta del Gruppo bancario Iccrea. Praticamente dal primo giugno
2001 al 31 maggio 2002 le banche hanno gareggiato su tre livelli: incremento
di carte di credito, incremento di leasing e incremento di risparmio
gestito. Ebbene, al traguardo della Super Challenge la Bcc di Busto Garolfo
e Buguggiate ha primeggiato a livello italiano e vinto il primo posto
assoluto in Lombardia (la regione conta 48 Bcc, cioè il 10% di quelle
italiane), oltre ai primi posti delle categorie leasing e carte di credito.
A ritirare il premio e a prendere parte alla tre giorni di Cernobbio c¹era
il direttore generale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Gianni
Macchi, accompagnato da Gian Mario Quaglia, responsabile area affari,
Salvatore Bruno, responsabile della filiale di Busto Garolfo e Alberto
Cardani, responsabile della filiale di Legnano.
EDISON:
APRROVATA LA FUSIONE CON ITALENERGIA
Milano, 28 giugno 2002 - L'assemblea della Edison, riunitasi ieri a Milano
sotto la presidenza di Umberto Quadrino, ha deliberato sui seguenti punti
all'ordine del giorno. In sede ordinaria: approvazione dei bilanci al 31
dicembre 2001 di Montedison (oggi Edison), Edison, Fiat Energia e Sondel e
della distribuzione di un dividendo di 0,02 euro per ciascuna azione
ordinaria e di 0,05 euro per ciascuna azione di risparmio non convertibile;
il dividendo verrà messo in pagamento a partire da giovedì 4 luglio 2002
(data stacco lunedì 1° luglio 2002). Al 100% degli utili di cui viene
proposta la distribuzione sono assegnate le imposte di cui al comma 1,
lettera a) dell'art. 105 del T.U.I.R; pertanto all'intero dividendo viene
attribuito credito d'imposta ordinario, nella misura del 56,25%;
conferimento a Price Warehousecooper per il triennio 2002-2004 dell'incarico
di revisione dei bilanci della società; conferma degli attuali componenti
del collegio sindacale; l'elezione dei sindaci è avvenuta sulla base
dell'unica lista presentata dall'azionista di controllo Italenergia; nomina
di un amministratore nella persona di Bo Kallstrand in sostituzione del
dimissionario Marc Boudier, a cui il consiglio di amministrazione ha
espresso vivo ringraziamento per l'opera svolta. In sede straordinaria:
approvazione del progetto di fusione per incorporazione di Edison in
Italenergia che prevede i seguenti rapporti di cambio: n.10 azioni ordinarie
Italenergia del valore nominale di un euro ciascuna ogni n. 7 azioni
ordinarie Edison del valore nominale di 1 euro ciascuna; - n.10 azioni di
risparmio Italenergia del valore nominale di 1 euro ciascuna ogni n. 7
azioni di risparmio non convertibili Edison del valore nominale di 1 euro
ciascuna. Alle azioni di risparmio Italenergia saranno attribuiti privilegi
ulteriori rispetto a quelli delle attuali azioni di risparmio Edison. Tra
gli altri: cumulabilità del dividendo minimo garantito per quattro esercizi
(invece di due); convertibilità facoltativa alla pari in azioni ordinarie
qualora ad esse non venga assegnato il dividendo garantito per cinque
esercizi consecutivi; possibilità da parte dell'assemblea, in carenza di
utili d'esercizio, di deliberare la distribuzione di riserve per assicurare
il dividendo minimo garantito e la sua maggiorazione; convertibilità
facoltativa in azioni ordinarie in caso di esclusione dalle negoziazioni
delle azioni di risparmio a condizioni da determinarsi da parte
dell'assemblea; convertibilità facoltativa alla pari in azioni ordinarie, a
semplice richiesta dell'azionista, in caso di successiva esclusione dalle
negoziazioni delle azioni ordinarie. Per effetto dell'aumento di capitale a
servizio della fusione il flottante dell'incorporante, che prenderà il nome
di Edison, aumenterà a circa il 17,7%.
NUOVE
COMMESSE PER IL GRUPPO TREVI PER OLTRE 22 MILIONI DI EURO IL GRUPPO SARÀ
IMPEGNATO SULLA TRATTA TORINO - MILANO DELL'ALTA VELOCITÀ.
Cesena, 28 giugno 2002 - Circa 22 milioni di euro: è questo il controvalore
delle ultime tre commesse acquisite dal Gruppo Trevi (Mi:Tfi), leader
mondiale nell'ingegneria del sottosuolo. La prima, aggiudicata in consorzio
con S.G.F. - I.N.C. S.p.A. e che ha come committente la Cav.To.Mi., riguarda
la realizzazione di interventi speciali di ingegneria del sottosuolo lungo
la tratta dell'Alta Velocità Ferroviaria Torino - Milano. Il valore
complessivo della commessa, che avrà inizio nel mese di luglio e durata di
ventiquattro mesi, è di circa 53 milioni di euro, con una quota di
pertinenza del Gruppo Trevi per circa 16 milioni di euro. Il Gruppo Trevi,
forte dell'elevata specializzazione nell'ambito dell'ingegneria del
sottosuolo e dell'esperienza acquisita a livello mondiale in oltre 45 anni
di attività, trova conferma del suo ruolo da protagonista nell'ambito del
programma di rilancio delle opere infrastrutturali già iniziato nel nostro
paese e che raggiungerà il massimo sviluppo con la piena operatività della
Legge Obiettivo approvata dal Governo. Un secondo lavoro è stato
aggiudicato dall'Autorità Portuale di Trieste, per lavori di
consoli-damento e di contenimento della banchina del Porto della città
friulana. Questi lavori, per un importo pari a 2,2 milioni di euro circa,
avranno inizio a fine agosto 2002. Un'ultima gara è invece stata vinta
all'estero, e precisamente in Algeria, dove il Gruppo ha ricevuto dalla
A.N.B. (Agence Nationale des Barrages) una commessa per investigazioni
geologiche e geotecniche per un importo pari a circa 4,2 milioni di euro,
con durata di 21 mesi a partire da settembre 2002.
ITALIANE
CAMPIONESSE D'EUROPA NELLA VOGLIA DI CONSUMO MA CON POCHI SOLDI IN TASCA: IN
CIMA AI DESIDERI SALUTE E BELLEZZA. LO RIVELA IL BAROMETRO AGOS, LA PRIMA
RICERCA CONDOTTA DA IPSOS PER SOFINCO
Milano, 28 giugno 2002 - Prestano molta più attenzione degli uomini al
prezzo, confrontano a lungo i prodotti prima di acquistarli e anche se
qualche volta cedono alla tentazione di comprare beni voluttuari, si muovono
in modo indipendente tra gli scaffali al contrario dei propri partner che
spesso sono indecisi e bisognosi di aiuto da parte di venditori o commesse.
E' questo l'identikit delle donne europee che emerge dal Barometro Agos, la
prima ricerca - condotta dall'Istituto Ipsos per Sofinco su circa 6700
persone con più di 15 anni -che analizza la propensione al consumo dei
cittadini europei di otto paesi: Italia, Francia, Germania, Regno Unito,
Spagna, Belgio, Paesi Bassi e Portogallo, un campione rappresentativo del
85% dei consumatori del Vecchio Continente. Il Barometro Agos attraverso
l'Indice Europeo del Consumo permette di individuare le tendenze di fondo e
di anticipare l'evoluzione del clima dei consumi in Europa. Dopo aver
registrato un calo continuo dal maggio del 2001, l'indice appare adesso
stabile dimostrando una fiducia economica degli europei in linea con quella
osservata tre mesi fa. Se da un lato l'indice registra a livello europeo un
maggiore ottimismo rispetto alla situazione economica del proprio paese,
all'andamento del tenore di vita e del potere di acquisto della propria
famiglia, emergono con chiarezza delle forti disparità tra i paesi con un
crescente gap tra paesi ottimisti come Francia e Inghilterra e paesi in
difficoltà come Germania e Italia. Il Barometro Agos offre anche un'ampia
panoramica del consumo al femminile con alcuni interessanti confronti tra
uomini e donne. Acquistare in modo cauto e "riflessivo" è
l'atteggiamento più ampiamente rivendicato dalle donne europee. Non a caso
il 72% stima che prestare attenzione al prezzo dei prodotti è una
caratteristica che si addice più alle donne, così come "impiegare più
tempo nel confrontare i prodotti prima di acquistarli" (70%).
Nonostante la cautela le donne europee non rinunciano facilmente allo
shopping. Il 68% dichiara che "effettuare acquisti più di frequente
per se stessi" è un comportamento che si addice "più alle
donne". Il 68% associa maggiormente alle donne l'abitudine di
acquistare nuovi prodotti per poterli provare, mentre il 64% stima che le
donne, più degli uomini, abbiano la tendenza a fare facilmente acquisti
"voluttuari", percentuale che cresce fino al 71% quando ad essere
intervistate sono le consumatrici tra i 15 e i 24 anni. Quando si tratta di
rilevare le attitudini al consumo delle donne italiane le sorprese non
mancano. "Le consumatrici italiane appaiono un po' più impulsive
rispetto al resto delle europee, perché dichiarano di impiegare meno tempo
nel confrontare i prodotti prima di acquistarli rispetto alla media europea
- ha commentato Marina Dalle Carbonare, Direttore Marketing Distribuzione
Agos Itafinco - così come, inaspettatamente, si rivelano essere piuttosto
austere rispetto alle loro colleghe europee. In generale le italiane si
attribuiscono comportamenti impulsivi e auto-gratificanti con percentuali
generalmente più basse rispetto alla media europea. Insomma - prosegue
Dalle Carbonare - ammettiamo modestamente di cedere alle tentazioni ma poi
ci dichiariamo indipendenti nell'acquisto, capaci di scegliere tra gli
scaffali senza troppo bisogno della commessa, al contrario degli
uomini..." Alla domanda cosa comprerebbero le donne europee, se la
maggioranza delle preferenze europee va alla casa (30%) e ai viaggi (28%),
le italiane e le tedesche si distinguono per la priorità assegnata al
settore salute e bellezza. Il 23% delle tedesche e il 33% delle italiane
scelgono questo settore, rispetto a una media del 18%. Se le italiane
comprerebbero prima di tutto prodotti di bellezza, le francesi vorrebbero
aumentare il loro budget per i viaggi mentre le inglesi sono orientate a
spendere per la casa. Per realizzare i propri desideri quasi un europeo su
due ha già richiesto un finanziamento per acquistare un automobile o
sarebbe disposto a farlo, mentre il 32% del campione è disposto a chiedere
un prestito per acquistare oggetti di arredamento per la casa. Per quanto
riguarda voci di spesa tipicamente femminili per cui le donne europee sono
disposte a chiedere un prestito, in cima ai desideri si piazza il soggiorno
per una cura di talassoterapia con il 12% delle preferenze, mentre rimane
ancora limitato il ricorso al credito per l'acquisto di un gioiello, di un
capo di abbigliamento di lusso o per un intervento di chirurgia plastica.
Interessante è notare come la propensione al credito è particolarmente
alto nelle fasce giovani (28% tra i 15 e 24 anni e 22% tra i 25 e 34 anni) e
come anche una considerevole percentuale di redditi alti (18%) sia disposta
a chiedere un prestito probabilmente per mantenere intatta la propria base
di liquidità. Se Francia e Regno Unito sono i paesi più "creditofili"
a livello europeo, belgi ed olandesi sono quelli più contrari ai
finanziamenti. L'Italia? Si pone a metà classifica con il 12% di persone
che ricorrono ad un prestito o pensano di farlo almeno per tre delle sette
voci di spesa indicate dal questionario. Infolink: www.agositafinco.it
www.cartaattiva.it
IL
CLUSTER FINLANDESE D'INNOVAZIONE ANALIZZA IL PROPRIO SUCCESSO
Helsinki , 28 giugno 2002 - L'area di Helsinki (Finlandia), che rappresenta
la regione dell'Europa settentrionale con la più alta concentrazione di
imprese a orientamento tecnologico, di ricerca tecnica, di scienza e
istruzione, ha prodotto un'analisi dei fattori che la rendono così
innovativa. Il fatto che Otaniemi, situata nei dintorni di Helsinki, sia
stata insignita, nel 2000, del Premio di eccellenza per le regioni
innovative e che sia stata annoverata dalla rivista Business week fra le
prime 10 "regioni di punta" del mondo, indica chiaramente che la
regione si sta muovendo nella giusta direzione. In un documento pubblicato
all'inizio dell'anno dal parco scientifico di Otaniemi, sono stati
evidenziati diversi elementi nella creazione di un modello sperimentato per
il collegamento in rete di incubatori, che ha aiutato centinaia di società
a trasformare le proprie idee in iniziative commerciali. Uno dei principali
elementi è rappresentato dalla buona disponibilità di competenze. Nella
regione di Helsinki si concentra circa un quarto della popolazione
finlandese, fra cui i 13.000 studenti del Politecnico della capitale, i
3.000 scienziati del Vtt (il centro di ricerca tecnica della Finlandia) e
gli addetti di numerosi altri istituti di ricerca, sia pubblici che privati.
Anche l'esperienza ha contribuito a fare di Otaniemi un buon modello di
innovazione. Nel 1986, la regione cominciò ad operare nell'ambito del
sostegno alle start-up e della creazione di nuove società, in
collaborazione con le università e gli istituti di ricerca limitrofi. Nel
contempo, cresceva l'esperienza internazionale e cominciarono ad arrivare i
finanziamenti da parte di numerosi investitori privati. La regione vanta
almeno mezzo secolo d'esperienza nel settore dell'high-tech. Il cluster
d'innovazione di Otaniemi offre il contributo di tutte le principali fonti
necessarie ad avviare una società in chiave innovativa. Ma, soprattutto, è
in grado di imprimere maggiore rapidità al processo e di garantire un
sostegno alle società neo-costituite. Gli istituti di ricerca svolgono un
ruolo fondamentale nell'avviamento delle società, mentre la funzione degli
incubatori diventa più rilevante in fase di consolidamento delle stesse. I
generatori di imprese entrano in gioco nell'espansione delle società, fase
che dovrebbe decretare, in ultima istanza, il successo commerciale
dell'azienda. Uno dei servizi coinvolti nel processo è "Innotuli",
l'organismo che ogni anno vaglia 100 risultati di ricerca potenzialmente
commercializzabili. Il servizio "Spinno" fornisce invece
assistenza nella creazione di nuove società high-tech innovative, in media
50 l'anno. "Nella fase successiva di consolidamento ed espansione
dell'azienda, l'incubatore del parco scientifico di Otaniemi, il programma
di sviluppo "Spinno", il generatore di imprese Innopoli e il
programma Mentor fungono da collegamento fra le conoscenze scientifiche e le
imprese, costituendo uno dei parchi scientifici commerciali più vasti
d'Europa", si legge nell'analisi. Il parco scientifico vanta altresì
il numero di società high-tech più elevato di tutta la Finlandia. Il
mantenimento dei contatti a seguito della creazione delle imprese rientra
anch'esso nel processo. Insieme, il parco scientifico di Otaniemi e il
servizio Innopoli mantengono contatti con oltre 400 Pmi (piccole e medie
imprese) nella regione. Oltre a ciò, il dipartimento incubazione opera
nell'ambito dell'associazione finlandese dei parchi scientifici, costituita
da 18 membri. Accanto alle infrastrutture, la regione offre opportunità di
finanziamento, grazie alla presenza, nell'area, dei rappresentanti di 30
fondi nazionali e internazionali e di 10 società di capitali di rischio.
Infolink: http://www.otech.fi
UBI
SOFT ENTERTAINMENT: RISULTATI 2001/2002 INCREMENTO SIGNIFICATIVO DELLA
REDDITIVITÀ MIGLIORAMENTO COSTANTE DELLA PRODUTTIVITÀ E DEGLI INDICI
FINANZIARI
(in milioni di euro)
|
2001/2002
|
2000/2001
|
Variazione
|
Fatturato
|
369.0
|
259.8
|
+42%
|
Margine
lordo
|
217.1
|
144.3
|
+50%
|
Espresso
come % del fatturato
|
59%
|
56%
|
|
Reddito
di esercizio (esclusi gli ammortamenti del goodwill e dei beni
aziendali)
|
31.0
|
7.9
|
+292%
|
Reddito
finanziario
|
(10.6)
|
(3.1)
|
n.d
|
Attività
straordinarie
|
2.2
|
0
|
n.d
|
Reddito
netto (esclusi gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali)
|
13.4
|
5.0
|
+168%
|
Reddito
netto (dopo gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali)
|
8.0
|
3.6
|
+122%
|
(in euro per azione)
|
|
|
|
Reddito netto per azione
(esclusi gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali)
|
0.77
|
0.30
|
+156%
|
Reddito netto per azione
(dopo gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali)
|
0.46
|
0.21
|
+119%
|
L'esercizio si è
concluso il 31 marzo
Montreuil, 26 giugno 2002 - Incremento significativo della redditività Nel
corso dell'esercizio 2001/2002, il fatturato di Ubi Soft è aumentato del
42% rispetto all'anno precedente, in linea con le previsioni. La crescita
interna ha rappresentato il 18%, pari al doppio dell'espansione del mercato
mondiale dei videogiochi. Il contributo costituito dalle acquisizioni
realizzate nel 2000/2001 è stato superiore agli obiettivi determinati dal
Gruppo, raggiungendo i 108 milioni di euro. Negli Stati Uniti, in
particolare, le vendite sono aumentate del 112% ed ora rappresentano il 37%
del totale di Ubi Soft. In Europa le vendite hanno subito un incremento del
21% e costituiscono il 57% del fatturato consolidato. Il margine lordo è
cresciuto del 50% in termini di valore. Espresso come percentuale del
fatturato, ha rappresentato un +3% rispetto al 2000/2001. Il reddito di
esercizio è aumentato del 292%, grazie al continuo miglioramento della
produttività e ad un buon controllo delle spese di gestione. Il fatturato
per dipendente ha così subito un incremento del 38% fino a 194.000 euro,
che si aggiunge all'aumento del 26% registrato tra il 1999/2000 e il
2000/2001. L'eccellente controllo delle spese di gestione è inoltre
confermato dalla loro crescita più contenuta (+34%) rispetto all'espansione
del fatturato (+42%). La riduzione del reddito finanziario è attribuibile
essenzialmente ad un indebitamento superiore a seguito delle acquisizioni
realizzate nel 2000/2001 ed al fondo di ammortamento degli interessi di
minoranza (2 milioni di euro). Le attività straordinarie sono costituite in
gran parte dagli introiti di 3.8 milioni di euro derivanti da un contenzioso
legale con la società americana Take 2 e da un fondo rischio su credito del
valore di 1.8 milioni di euro, creato a fronte del fallimento della catena
di distribuzione americana K Mart. Esclusi gli ammortamenti del goodwill e
dei beni aziendali, il reddito netto ammonta a 13.4 milioni di euro, pari ad
un +168% rispetto all'anno finanziario 2000/2001. Conformemente con i nuovi
criteri contabili francesi disposti dal Conseil National de la Comptabilité
francese (Bollettino n. 123, Settembre 2001), Ubi Soft aggiunge ora
l'ammortamento dei beni aziendali (2.1 milioni di euro) a quello del
goodwill (3.3 milioni di euro su base annua). Questa voce passa quindi dalla
cifra di 1.4 milioni di euro dello scorso anno ai 5.4 milioni attuali.
Miglioramento costante degli indici finanziari - Gli indici finanziari di
Ubi Soft hanno segnato un costante miglioramento. Il 31 marzo 2002, il
fabbisogno di capitale circolante ammontava al 40% del volume d'affari, pari
a 5 punti in meno rispetto all'anno finanziario precedente. Il livello di
stock era diminuito sensibilmente a 3.8 mesi, a fronte dei 4.8 registrati
l'anno precedente. La velocità di incasso dei crediti si era ridotta a 105
giorni rispetto ai 112 dell'anno precedente. Infine, 131.7 milioni di euro
di indebitamento netto costituivano il 42% del capitale sociale netto
dell'azienda. Presentazione del bilancio pro forma - D'ora in avanti, oltre
a produrre i conti consolidati in conformità con gli standard contabili
francesi, Ubi Soft presenterà anche il bilancio pro forma, all'interno del
quale i costi interni di sviluppo vengono immediatamente addebitati,
seguendo la prassi di alcuni produttori americani di videogiochi. In base al
bilancio pro forma, l'impatto più significativo sui conti è il seguente:
(in milioni di euro)
|
2001/2002
|
2000/2001
|
Reddito
di gestione (esclusi gli ammortamenti del goodwill e dei beni
aziendali)
|
8.7
|
(19.1)
|
Reddito
netto (esclusi gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali)
|
(1.2)
|
(12.5)
|
Reddito
netto (dopo gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali)
|
(6.6)
|
(13.9)
|
(in euro, per azione)
|
|
|
Reddito netto per azione
(esclusi gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali)
|
(0.07)
|
(0.74)
|
Reddito netto per azione
(dopo gli ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali)
|
(0.38)
|
(0.82)
|
Presentazione di conti pro forma non sottoposta a revisione contabile
Prospettive - Ubi Soft inizia l'anno finanziario 2002/2003 con un
portafoglio ricco di titoli importanti, fra i quali: Tom Clancy's Splinter
Cell, votato come migliore gioco d'azione-avventura all'E3 dello scorso
maggio; il lancio del gioco beneficerà di una partnership esclusiva con
Microsoft; Rayman 3 Hoodlum Havoc: il terzo sequel della serie Rayman. I
primi due episodi hanno venduto oltre 11 milioni di copie in tutto il mondo;
Tom Clancy's Rainbow Six Raven Shield: il terzo episodio della serie Rainbow
Six, che ha già venduto oltre tre milioni di unità. Si tratta in assoluto
di uno dei primi giochi per console multiplayer online; XIII: il primo
episodio dell'originale trasposizione di un fumetto in un videogioco, tratto
dalla famosa serie che ha venduto oltre 6.5 milioni di copie; The Sum of all
Fears: un gioco tratto dall'adattamento cinematografico del best-seller di
Tom Clancy; Tom Clancy's Ghost Recon: scelto come "gioco dell'anno
2001" per Pc dalla rivista Pc Gamer, verrà presentato come gioco per
console multiplayer online nel 2002. Tutti questi giochi verranno lanciati
su piattaforme di nuova generazione. Per l'anno fiscale che si concluderà
il 31 marzo 2003, Ubi Soft prevede di vendere quasi 6 milioni di unità. Ubi
Soft beneficia della persistente solidità del mercato dei videogiochi negli
Stati Uniti ed in Europa. Tuttavia, in Europa l'azienda è alle prese con
una situazione economica più problematica e deve tenere contro dell'impatto
dell'apprezzamento dell'euro rispetto al dollaro. In questo contesto, il
Gruppo prevede comunque di mantenere il proprio trend di crescita, al
contempo migliorando la redditività. Nell'anno fiscale 2002/2003 il livello
di attività del Gruppo, esclusa la crescita esterna, dovrebbe passare dal
17% al 22%, registrando un fatturato compreso tra i 430 ed i 450 milioni di
euro. Occorre sottolineare che, molto probabilmente, il calendario di lancio
di alcuni giochi renderà più marcata la stagionalità dei risultati. Alla
luce di questa considerazione, il fatturato per il primo semestre dovrebbe
assestarsi intorno ai 100 milioni di euro, dei quali 36 milioni relativi al
primo trimestre. Per l'anno corrente, il reddito di gestione prima degli
ammortamenti del goodwill e dei beni aziendali dovrebbe essere compreso tra
i 30 e i 35 milioni di euro, a fronte dei 30 milioni di euro registrati nel
2001/2002. Nella presentazione del bilancio pro forma, lo stesso reddito di
esercizio dovrebbe assestarsi intorno ai 25 - 30 milioni di euro, a fronte
degli 8.7 milioni di euro dell'anno precedente. Questi risultati confermano
il successo dello sviluppo interno e della strategia di consolidamento del
marchio avviata da Ubi Soft. Questa strategia colloca attualmente il Gruppo
in una posizione molto favorevole, non solo per l'anno in corso, ma anche
per il 2003/2004, grazie ai molti titoli in fase di preparazione. Per il
lungo termine, anche a seguito della realizzazione di acquisizioni
selettive, ciò consentirà ad Ubi Soft di collocarsi tra i cinque più
importanti editori di giochi nell'anno 2005/2006. Il fatturato per il primo
trimestre del 2002/2003 verrà pubblicato il 2 agosto 2002.
OPENGATE:NOTA
INFORMATIVA AD INTEGRAZIONE DELLA RELAZIONE SEMESTRALE AL 28 FEBBRAIO
2002
Malnate, 26 giugno 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Opengate Group
S.p.A. riunitosi in data odierna, prendendo atto dei rilievi manifestati
dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa in ordine alla
contabilizzazione della partecipazione Domo nel bilancio al 31 agosto 2001
ha approvato il presente documento integrativo dell'informativa fornita in
occasione dell'approvazione della relazione semestrale al 28 febbraio 2002.
In particolare, il consiglio chiarisce che la svalutazione della
partecipazione Domo S.p.A. operata in sede di redazione della relazione
semestrale al 28 febbraio 2002, tenuto anche conto di eventi intervenuti
successivamente alla data di approvazione del bilancio d'esercizio, ha
recepito il rilievo formulato dalla società di revisione e condiviso dal
collegio sindacale e dalla Consob. Il revisore, infatti, nelle proprie
relazioni sui conti al 31 agosto 2001 pur esprimendo un giudizio positivo,
aveva segnalato che la partecipazione nella Domo era iscritta nel bilancio
della Opengate Group ad un valore superiore rispetto al patrimonio netto
rettificato della partecipata alla medesima. Tenuto conto di ciò, il
Consiglio di Amministrazione fornisce, ad integrazione della relazione
semestrale i prospetti pro-forma qui allegati, che rappresentano una
riformulazione del bilancio al 31 agosto 2001 e della stessa relazione
semestrale al 28 febbraio 2002. Tali prospetti pro forma consentono di
rappresentare in modo più completo la situazione economica e patrimoniale
dei bilanci al 31 agosto 2001 e della semestrale al 28 febbraio 2002,
civilistici e consolidati, di Opengate Group S.p.A.. I dati pro-forma
relativi al 31 agosto verranno forniti come informazione comparativa
supplementare nel bilancio dell'esercizio in corso. I suddetti prospetti pro
forma evidenziano che, assumendo la svalutazione della partecipazione nel
bilancio al 31 agosto 2001, il risultato civilistico e consolidato ante
imposte di Opengate Group S.p.A. per tale esercizio risulta inferiore
rispetto a quello approvato dall'Assemblea in data 17 dicembre 2001 di Euro
3.540.000, mentre il risultato ante imposte del semestre 1° settembre 2001-
28 febbraio 2002 registra un corrispondente miglioramento di Euro 3.540.000.
I patrimoni netti civilistico e consolidato al 31 agosto 2001 risultano pari
rispettivamente ad Euro 76.008.000 e ad Euro 67.144.000, contro gli Euro
79.548.000 e Euro 70.684.000 del bilancio approvato dall'Assemblea. Il
patrimonio netto consolidato e civilistico indicato nella relazione
semestrale al 28 febbraio 2002, rimane viceversa invariato, rispettivamente
ad Euro 71.425.000 e ad Euro 63.756.000.
L'UNI
PRESENTA IN ANTEPRIMA ALLA STAMPA LA GUIDA ALLA QUALITA' ALBERGHIERA
Milano, 28 luglio 2002 - Qualità è la parola d'ordine del nuovo marketing
turistico internazionale. Per aiutare gli albergatori italiani che vogliono
sfidare la concorrenza puntando sulla qualità del servizio e la
soddisfazione della clientela, l'Uni, l'Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, proprio in questi giorni, pubblica il volume "Linee Guida
22 - Applicare la norma Uni En Iso 9001:2000 nel settore alberghiero",
scritto da un gruppo di lavoro coordinato da Assoservizi Rimini. La guida
dell'Uni sarà presentata, in anteprima, ai giornalisti e ai rappresentanti
delle più importanti organizzazioni professionali dell'ospitalità
alberghiera nazionale nel corso di una conferenza stampa, che si terrà alle
ore 11 di giovedì 4 luglio, nella sede Uni Club di Via Battistotti Sassi 11
A, Milano. Nell'occasione sarà anche ufficializzato il nuovo rapporto di
collaborazione strategica instaurato fra Uni e il Touring Club Italiano.
All'incontro, coordinato dal nuovo Presidente dell'Uni Paolo Scolari,
interverranno il direttore generale del Tci Guido Venturini; Enzo Mataloni,
Vito Cristianini ed Enzo Boiani, tre rappresentanti del gruppo di lavoro di
Assoservizi di Rimini che ha scritto il libro-guida sulla qualità
alberghiera e Massimiliano Dona, responsabile dell'area legale dell'Unione
Nazionale Consumatori. L'obiettivo della guida dell'Uni è quello di dare
aiuto e supporto a tutti coloro che in applicazione delle nuove norme Uni En
Iso 9001:2000 (le così dette Vision 2000), intendono sviluppare un sistema
di gestione per la qualità nell'ottica di offrire maggiori garanzie al
cliente ma, anche, di accrescere la fiducia della proprietà circa la
corretta gestione ed il raggiungimento degli obiettivi. E' in questo
contesto, infatti, che l'adozione volontaria del sistema di gestione per la
qualità, diviene uno strumento essenziale per innalzare la competitività
dell'azienda e trarre il massimo dei benefici dalla razionalizzazione dei
processi interni. Pochi dati sono sufficienti per avere un'idea
dell'importanza che il nuovo libro-guida dell'Uni può assumere nell'ambito
dei servizi che l'Ente Nazionale Italiano di Unificazione svolge a favore
dell'imprenditoria italiana in generale e in quella del comparto turistico
in particolare (che con un fatturato di 57 miliardi di Euro, e un saldo
attivo che ammonta a 13 miliardi di Euro, costituisce una delle voci più
importanti della nostra economia). In Italia esistono 33.200 alberghi per
un'offerta complessiva di 900 mila camere ed 1 milione e 700 mila posti
letto. Il totale dei pernottamenti è di circa 210 milioni all'anno, il 40%
dei quali è appannaggio dei turisti stranieri mentre il restante 60% è la
quota dei nostri vacanzieri nazionali. Per accrediti e informazioni sulla
conferenza stampa, rivolgersi all'Agenzia Lenzi Associati (tel. 02 29537291
- fax 02 29412394).
L'IMPRENDITORE
DELL'ANNO 2002: COSTITUITA LA GIURIA DEL PREMIO
Milano, 28 giugno 2002 - Saranno premiati il prossimo 7 novembre a Milano
gli imprenditori che si sono distinti per eccellenza ed abilità all'interno
delle proprie aziende e del sistema socio-economico in cui esse operano nel
corso di quest'anno. Ernst & Young rende oggi nota la composizione della
Giuria che esaminerà i candidati della sesta edizione italiana del Premio
L'Imprenditore dell'Anno (www.eypremio.com), per l'assegnazione dei
riconoscimenti nelle cinque categorie previste dal regolamento: Global,
Innovation, Finance, Communication, Quality of Life. Compito della Giuria
sarà, inoltre, l'individuazione del Vincitore Nazionale, che rappresenterà
l'Italia nel concorrere per il World Entrepreneur of the Year, l'edizione
internazionale del Premio, confrontandosi con i Vincitori Nazionali degli
altri paesi. I nomi Faranno parte della Giuria del Premio L'Imprenditore
dell'Anno 2002: Antonio Calabrò, Direttore Editoriale de Il Sole 24 Ore;
Alberto Falck, Presidente di Aidaf (Associazione Italiana delle Aziende
Familiari); Edoardo Garrone, Vice Presidente Erg; Guidalberto Guidi,
Consigliere Incaricato per le Relazioni Industriali di Confindustria; Andrea
Milano, Direttore de L'Imprenditore, Mensile della Piccola Industria di
Confindustria; Wanda Pandoli Ferrero, Presidente di Aidda (Associazione
Imprenditrici e Donne Dirigenti d'Azienda); Prof. Domenico Siniscalco,
Direttore Generale Ministero Tesoro. Tra i membri della Giuria anche alcuni
degli imprenditori vincitori delle precedenti edizioni del Premio: Anna
Maria Holland Formiggini, Presidente di Amplifon, Paolo Seletti, Presidente
di DS Data Systems, e Silvano Pedrollo, Amministratore di Pedrollo nonché
Vincitore Nazionale del Premio L'Imprenditore dell'Anno 2001. Piero
Bassetti, Presidente della Fondazione Bassetti, è stato chiamato anche
quest'anno alla Presidenza della Giuria, a garanzia di continuità per un
Premio che, per il prestigio dei soggetti coinvolti e per la serietà delle
candidature, è un vero e proprio titolo onorifico, attribuibile alle
migliori espressioni dell'economia nazionale. "Anche quest'anno per
l'analisi e la valutazione delle candidature al Premio L'Imprenditore
dell'Anno è stata chiamata una Giuria di prestigio, che si avvale di
esperienze maturate nel mondo professionale, dell'associazionismo e dei
media", ha commentato Giorgio Mosci, Partner di Ernst & Young.
"I nomi eccellenti che la compongono" - ha continuato Mosci -
"testimoniano lo spessore e la serietà di una manifestazione che si è
accreditata nel corso degli anni ed è capace di esportare il valore
dell'impresa italiana all'estero, come dimostra la vittoria dell'italiano
Paolo della Porta, premiato nel 2001 quale migliore imprenditore a livello
mondiale nel World Entrepreneur of the Year".
OBIETTIVO
LAVORO: AL VIA DUE NUOVE SOCIETÀ, ATTIVE NEL COLLOCAMENTO PRIVATO E NELLA
FORMAZIONE
Milano, 28 giugno 2002 - Il riassetto strategico di Obiettivo Lavoro
realizza oggi, 27 giugno, la posa delle prime due "pietre" della
nuova struttura: due Società, controllate dalla più grande Agenzia
italiana nel lavoro temporaneo, che si occuperanno rispettivamente di
collocamento privato e di formazione. "Obiettivo Lavoro Servizi"
ed "Obiettivo Lavoro Formazione" nascono per dar vita ad una nuova
fase del nostro progetto di sviluppo imprenditoriale, del quale
costituiscono l'avvio ma non certo la conclusione. Nel secondo semestre del
2002, infatti - afferma il presidente Mauro Gori - prevediamo di completare
la nostra "Casa del Lavoro" collocando sotto il medesimo tetto
altre società che si occuperanno di gestione delle risorse umane, di
amministrazione del personale, di ricerca e selezione". Obiettivo
Lavoro cambia marcia, quindi, destinando una quota significativa degli
investimenti 2002 alla diversificazione ed alla specializzazione.
"Obiettivo Lavoro Servizi" è stata costituita in collaborazione
con la Fondazione "Emporio dei Lavori", una delle prime società
nate nell'ambito del processo di privatizzazione del collocamento, ed attiva
con sue sedi in Lombardia ed altre regioni italiane. La nuova Società, che
sarà presieduta da Mauro Gori, opererà dal secondo semestre dell'anno con
8 Filiali, di cui 4 al Nord (Milano, Torino, Bologna ed una nel Triveneto),
3 al Centro (Firenze, Roma, Pescara), ed una al Sud (Lamezia Terme). Nei due
anni successivi, la sua rete territoriale raggiungerà le 20 Filiali,
coprendo l'intero territorio nazionale. Obiettivo: avviare al lavoro, a
tempo indeterminato, 15.000 persone nei primi due anni e mezzo. La sua
attività sarà di ricerca, selezione e proposta dei candidati alle imprese
clienti, sulla base dei curricula già oggi disponibili nella "banca
dati" della Società. Nel rapporto con la Pubblica Amministrazione,
verrà impostata una proposta di assistenza per la gestione dei servizi per
l'impiego, secondo la logica del convenzionamento. "Obiettivo Lavoro
Formazione" opererà invece centralmente, senza ramificazioni operative
territoriali, realizzando attività di progettazione e gestione di attività
formative destinate all'intera "galassia" dell'occupazione indotta
da Obiettivo Lavoro. Quindi, in primis ai lavoratori temporanei, il cui
avviamento rimane il "core business" della Società capogruppo; ma
dell'esperienza e delle collaborazioni maturate in questo campo
beneficieranno anche gli occupati attraverso il nuovo servizio di
collocamento privato. "Obiettivo Lavoro Formazione" avrà come
presidente Mauro Gori, e come direttore Valentino Marchiori che già oggi è
dirigente in O.L. con responsabilità sull'Area della formazione.
GRANDE
MILANO: NUOVA IMPORTANTE TAPPA NELLA COOPERAZIONE METROPOLITANA TRA BRESSO,CINISELLO
BALSAMO, COLOGNO MONZESE,SESTO SAN GIOVANNI VARATA L'AGENDA 21 DEL NORD
MILANO.
Cologno Monzese, 28 giugno 2002 - I quattro sindaci del Nord Milano, Daniela
Gasparini (Cinisello Balsamo), Giuseppe Manni (Bresso), Giuseppe Milan (Cologno
Monzese) e Giorgio Oldrini (Sesto San Giovanni) hanno rinnovato ieri
l'impegno alla cooperazione so-vracomunale sui temi ritenuti essenziali per
lo sviluppo sostenibile di questo quadrante dell'area metropolitana
milanese. Le quattro municipalita' sono impegnate da anni nella costruzione
di un'area sovracomunale integrata, sforzo che ha raggiunto il suo acme nel
marzo dello scorso anno quando e' stato presentato il Piano Strategico per
il Nord Milano. Ieri sera ha concluso il suo iter l'Agenda 21 del Nord
Milano, coordinata da Asnm (Agenzia Sviluppo Nord Milano) presente a Cologno
Monzese con il suo Presidente Luigi Vimercati e l'Amm.re Delegato Fabio
Terragni. Nata il 2 febbraio 2000 sulla scia della Dichiarazione di Rio de
Janeiro sull'Ambiente e lo Sviluppo (1992), l'Agenda 21 del Nord Milano ha
fissato gli ''appuntamenti obbligati del XXI secolo'', le sfide per gli anni
a venire, dando loro un nome: mobilita'; aria e rumore; verde e qualita'
urbana; energia e rifiuti; sistema produttivo e lavoro. Il miglioramento
generale delle condizioni ambientali registrato negli ultimi anni nel Nord
Milano, scaturito anche dalla chiusura delle grandi fabbriche, ha permesso
di raggiungere risultati positivi circa lo stato dell'aria, il risparmio
energetico, la fruibilita' del verde, la gestione dei rifiuti e la qualita'
urbana. Molto c'e' pero' ancora da fare, come testimonia il Rapporto sullo
stato dell'ambiente (una parte essenziale dell'Agenda 21, scaricabile dal
sito http://www.asnm.com ), soprattutto in merito alla gestione del
traffico, tema ''caldo'' per tutta la Grande Milano. Questa dimensione
operativa si ritrova nel Piano d'Azione dell'Agenda 21 che ha messo in campo
molti Progetti Pilota tra i quali spicca proprio lo Studio sulla Mobilita'
Sostenibile, la sfida principale per il presente e per il futuro del
territorio. L'Agenda 21 ha coinvolto attivamente gli attori locali piu'
rilevanti del territorio, dando vita a pratiche di copianificazione
concertate e consensuali. Sovracomunalita', credibilita' degli obiettivi;
motivazione e coinvolgimento diretto degli ''operatori di politiche''
(tecnici, amministratori, politici, associazioni imprenditoriali e
sindacali, singoli attori economici, investitori potenziali, gruppi del
volontariato e del terzo settore) e della cittadinanza nel suo insieme,
chiamata a presidiare lo svolgimento del processo, sono le caratteristiche
di un progetto che ha stravolto le dinamiche tradizionali, basate su scelte
calate dall'alto e gestite unidirezionalmente dalla mano pubblica, lasciando
il posto a percorsi piu' flessibili e piu' proficui.
ARRIVA
LA NUOVA FIERA CON 5 MILA OPERAI E PARTONO I PREZZI DI CASE E TERRENI A PERO
E RHO A PERO, ANCORA PIÙ DI RHO, CRESCONO I PREZZI DELLE CASE E VOLANO
QUELLI DEI TERRENI RESIDENZIALI.
Milano, 28 giugno 2002. Il nuovo polo fieristico di Rho-Pero sta per partire
e c'è chi ha già fatto un affare immobiliare. Grazie a prezzi lievitati a
Rho e Pero tra il 2000 e il 2002. Comprare oggi un appartamento nuovo costa
a Pero 1750 €/mq (+18,9% in due anni) e 1984 €/mq a Rho (+11,4%). Ha
investito meglio chi aveva un appartamento in centro a Pero e a Rho: la
periferia si è rivalutata a Pero del 15% in due anni e a Rho dell'8,2%. Ma
c'è ancora spazio per chi vuole investire: a sorpresa i capannoni perdono
valore a Pero (negli ultimi due anni, -0,8% per quelli nuovi e - 1,1% per
quelli vecchi). Mentre a Rho sono in forte crescita (+22,8% per quelli nuovi
e +11,4% per quelli vecchi). Il vero affare lo ha fatto chi possiede un
terreno residenziale: in due anni la crescita è vertiginosa a Pero-centro
con +52,6% pari a 130 €/mq (in periferia invece scende del -5,2%) e
sostenuta a Rho con +28,7% in centro pari a 206 €/mq, e con +23,3% in
periferia (dati della Borsa Immobiliare della Camera di Commercio). Mancano
però i collegamenti più immediati: si stima, ad esempio, che in fase di
cantiere lavoreranno tra i 2000 e 5000 addetti e senza un servizio di
trasporto collettivo riservato (autobus ad esempio subito collegati con la
fermata della metropolitana di Molino Dorino) ne può risentire il traffico.
Sarebbe anche importante anticipare la realizzazione della stazione
ferroviaria Fiera - polo esterno delle ferrovie FS nella tratta Milano -
Torino, per adesso prevista solo per il 2007 perché legata alla
realizzazione della linea Alta Capacità. Scarseggiano anche le strutture
ricettive: la dotazione di posti letto nell'area Rho-Pero non arriva nemmeno
ad un quarto rispetto alla media del resto della provincia (0,4% rispetto
all'1,7% della provincia), così come limitata è la diffusione di alberghi
e ristoranti (3,6% sul tot. di imprese nell'area, rispetto al 4% della
provincia) e di servizi alle imprese (14,5% rispetto al 22,4% provinciale).
Bene invece la dotazione logistica: molte le imprese di trasporti (pari al
7,3% del tot. delle imprese di Rho-Pero, rispetto al 5,4% della provincia) e
i commercianti all'ingrosso e al dettaglio (17,2% contro il 12,2%), così
come notevole è la presenza di imprese multinazionali (pari all'8,1% del
tot. provinciale). Sono questi i risultati che emergono dall'indagine
"L'area dell'insediamento del polo fieristico di Rho - Pero. Un profilo
economico" realizzata dall'Osservatorio della Camera di commercio
sull'indotto locale del nuovo polo fieristico di Rho-Pero".
All'Osservatorio partecipano enti locali (Provincia, Comuni di Rho e Pero,
Fondazione Fiera, associazioni di categoria degli imprenditori e sindacato).
"L'Osservatorio vuole aiutare a cogliere le opportunità che nascono
dalla nuova Fiera per uno sviluppo economico e culturale sul territorio.
Un'azione che richiede il coordinamento degli sforzi delle istituzioni e del
mondo associazionistico - ha commentato Antonio Pastore, presidente
dell'Osservatorio della Camera di Commercio sull'indotto locale del nuovo
polo fieristico di Rho-Pero -. Ci sono opportunità da cogliere: nuove
attività da creare per far fronte ad una richiesta di servizi che sarà
certamente forte. La creazione del polo fieristico può costituire
l'occasione per promuovere la crescita delle piccole e medie imprese del
territorio, in particolare per quei settori - come la ricettività e i
servizi alle imprese - che si collegano fortemente all'attività fieristica
e per le quali il comprensorio appare relativamente sottodotato, sussistendo
quindi margini di crescita significativi. Analogamente, il polo fieristico
può contribuire a enfatizzare le funzioni logistiche di cui l'area è già
dotata, ma occorre fare presto per i collegamenti più urgenti". Tutti
I Dati Della Ricerca - L'area Rho-Pero: le imprese. L'area interessata
all'insediamento del nuovo polo fieristico comprende 11 comuni, pari al 5,5%
della superficie provinciale e al 6,3% della popolazione (quasi 2.200
persone al km2, una densità superiore alla media della provincia). Alla
fine del 2001 in quest'area operano oltre 15 mila imprese (pari al 4,8% del
dato provinciale), con un tasso di natalità imprenditoriale sostanzialmente
uguale a quello provinciale (9,7% nel 2001 per il comprensorio di Rho-Pero;
9,9% per l'intera provincia). Per quanto riguarda i singoli settori, l'area
di Rho-Pero si segnala rispetto alla situazione provinciale soprattutto per
l'importanza del settore dei trasporti (pari al 7,3% del tot. delle imprese
di Rho-Pero, rispetto al 5,4% della Provincia), per quello manifatturiero
(17,4% rispetto al 16,4% provinciale), per quello delle costruzioni (17,2%
contro il 12,2%) e per quello del commercio (17,2% contro il 12,2%).
Inferiore rispetto alla media provinciale il dato relativo sia al comparto
dei servizi alle imprese (14,5% rispetto al 22,4% provinciale) sia quello
degli alberghi e ristoranti (3,6% rispetto al 4%). In particolare, i dati
relativi alla ricettività turistica mostrano un indice di dotazione di
posti letto (pari al rapporto tra numero di posti letto e popolazione
residente) ben inferiore rispetto alla media provinciale: 0,4% rispetto
all'1,7%. Nel corso del 2001, i settori che sono cresciuti di più, anche
rispetto al trend provinciale, sono stati: industria delle costruzioni
(+11%); credito (+18,2%); servizi alle imprese (+7%); commercio (+6,6%). Gli
addetti. I dipendenti dell'area Rho-Pero sono quasi 83 mila, pari al 6% del
totale provinciale. Il 54% si concentra nel settore manifatturiero (contro
il 37,3% della provincia), seguono il commercio (20% rispetto al 21,4% della
provincia) e i servizi alle imprese (8,2% contro al 14,1% della provincia).
Il tessuto produttivo dell'area è dominato dalle imprese fino ai 5 addetti
(86,2% del totale rispetto all'87,6% della provincia) che occupano il 26,2%
del totale dei dipendenti. Peraltro, rispetto alla media provinciale, si
evidenzia a Rho-Pero il maggior peso occupato dalle imprese di grande
dimensioni con oltre 500 addetti (16,3% degli addetti contro il 9,8% della
provincia) e di media dimensione tra i 100 e i 200 addetti (10,3% contro il
7,8%). La presenza di imprese estere. Nell'area Rho-Pero operano 41 imprese
manifatturiere a partecipazione estera (pari all'8,1% del tot. provinciale)
che hanno aperto 58 stabilimenti (pari all'11,8% del totale) e che occupano
oltre 9.600 addetti (pari al 4,6% complessivo di Milano e provincia). Rho,
Bollate e Pero assorbono il 60% di tutte le imprese estere del comprensorio
considerato. Caratteristiche del comprensorio. Il comprensorio di Rho Pero
è caratterizzato: dal permanere di una ancora robusta componente
manifatturiera, visibile soprattutto in termini di addetti, all'interno
della quale si collocano alcuni segmenti produttivi a elevata
specializzazione locale (chimica, meccanica, elettromeccanica); da una
crescente terziarizzazione dell'apparato produttivo trainata in particolare
dal settore commerciale e, più di recente, dallo sviluppo dei servizi alle
imprese. Occorre peraltro dire che predominano le attività di terziario di
tipo tradizionale, mentre più limitata appare la presenza del terziario
innovativo (informatica, centri di ricerca, servizi di consulenza); dalla
specializzazione nel settore dei trasporti che, combinandosi con una buona
dotazione di commercio all'ingrosso, tende a caratterizzare l'area come
centro logistico; dalla presenza significativa di imprese (industriali) di
medie e grandi dimensioni, che si pongono come imprese leader (o imprese
"guida") dei processi di sviluppo economico locale; da una
apprezzabile localizzazione di imprese multinazionali che, seppure più
contenuta rispetto ad altri contesti territoriali dell'area metropolitana,
sembra comunque costituire una buona base di partenza per politiche di
attrazione degli investimenti esteri maggiormente incisive. Prezzi medi di
vendita a Rho Pero e variazione in 12 mesi - Dati della Borsa Immobiliare
della Camera di Commercio di Milano
|
Appartamenti
nuovi
centro
|
periferia
|
Negozi
centro
|
periferia
|
Uffici
centro
|
Periferia
|
Capannoni
nuovi
|
Capannoni
vecchi
|
Terreni
residenz.
centro
|
Periferia
|
Boxes
centro
|
Periferia
|
Pero
2002
|
1750
|
1544
|
1520
|
1080
|
1390
|
980
|
615
|
485
|
130
|
115
|
17295
|
16005
|
Pero
2000
|
1471,9
|
1342,7
|
1368,6
|
1084,5
|
1162
|
981,2
|
619,7
|
490,6
|
85,2
|
121,3
|
15493,7
|
14460,79
|
|
18,9%
|
15,0%
|
11,1%
|
-0,4%
|
19,6%
|
-0,1%
|
-0,8%
|
-1,1%
|
52,6%
|
-5,2%
|
11,6%
|
10,7%
|
Rho
2002
|
1984,5
|
1620
|
2062
|
1339
|
1545
|
1084
|
697,5
|
489
|
206
|
165,5
|
19364
|
13685
|
Rho
2000
|
1781,7
|
1497,7
|
1807,6
|
1136,2
|
1394,4
|
1007,2
|
568,1
|
438,9
|
160,1
|
134,27
|
16784,85
|
13686,11
|
|
11,4%
|
8,2%
|
14,1%
|
17,8%
|
10,8%
|
7,6%
|
22,8%
|
11,4%
|
28,7%
|
23,3%
|
15,4%
|
0,0%
|
CAMBIO AL VERTICE IN FEDERVINI: A PIERO MASTROBERARDINO LA
PRESIDENZA
Roma, 28 giugno 2002- L'Assemblea Generale di Federvini, riunita
presso la sede della Confindustria a Roma, è stata occasione per tracciare
il bilancio dell'attività svolta, definire le linee guida programmatiche
per il prossimo triennio, e per designare il nuovo Presidente Piero
Mastroberardino che succede a Luigi Rossi Di Montelera, il Presidente
uscente dopo sei anni di mandato. Piero Mastroberardino, trentasei anni,
avellinese, ha assunto la Presidenza con un incarico triennale, dopo aver
ricoperto la carica di Vice Presidente della stessa Federvini. Professore
associato in Economia e Gestione delle Imprese all'Università Statale di
Foggia, carica maturata dopo la docenza presso l'università di Salerno,
Piero Mastrobernardino è amministratore delegato del Gruppo Mastroberardino
che produce e commercializza vini di pregio della Campania. Autore di
pubblicazioni monografiche ed articoli scientifici sulle tematiche
dell'economia d'impresa, coniuga le conoscenze teoriche con l'esperienza e
la passione per il settore vitivinicolo, essendo da anni impegnato
nell'affermazione della qualità del prodotto italiano. Tra le priorità da
affrontare in qualità di Presidente di Federvini, Piero Mastrobernardino ha
in agenda l'impegno per la difesa della produzione italiana contrastando la
proposta di accisa sui vini allo studio presso l'Unione Europea e la
promozione della nostra produzione attraverso una maggiore sinergia tra i
marchi, molti dei quali di tradizione centenaria, denominazioni di origine
ed indicazioni geografiche. Le linee programmmatiche della nuova Presidenza
saranno di continuità con l'attività svolta sinora dalla Federvini.
MAIL
BOXES ETC. ITALIA
ACQUISISCE LA MAGGIORANZA DI DFS DIREFARESTAMPARE PRIMA CATENA ITALIANA DI
CENTRI SERVIZI GRAFICI IN FRANCHISING
Milano, 28 giugno 2002 - Prosegue la crescita di Mail Boxes Etc. Italia che
ha finalizzato in questi giorni l'acquisizione della maggioranza di Dfs
Direfarestampare, la più importante catena italiana di centri servizi
grafici in franchising. Nata nel 1997, Dfs conta oggi 15 centri operativi
che offrono all'utenza professionale prodotti e servizi ad alta
specializzazione nel settore delle arti grafiche e della comunicazione. Con
questa acquisizione, Mbe amplia ulteriormente la propria rete che conta
ormai 440 negozi sul territorio nazionale e potenzia i servizi alle piccole
e medie imprese e ai consumatori privati, rafforzando in particolare il
settore della gestione dei documenti. Il progetto di integrazione, che verrà
realizzato nei prossimi mesi, si articola in due aree La conversione dei
centri Dfs - laddove questo sia possibile - in centri Mbe. Lo sviluppo dei
servizi specializzati - che i centri Dfs già offrono - all'interno dei
negozi Mbe. I soci fondatori di Dfs, che resteranno azionisti mantenendo una
quota di minoranza, continueranno a gestire direttamente l'attività, così
da non disperdere il patrimonio di conoscenze ed esperienze che il mercato
ha ampiamente riconosciuto e che ha portato la società ai vertici del
proprio settore. Commentando l'accordo, l'Amministratore Delegato di Mail
Boxes Etc. Italia, Paolo Fiorelli, ha affermato: " Dfs ha sviluppato in
questi anni un know how molto innovativo che rappresenta un elemento
decisivo per potenziare l'offerta dei centri mbe, in particolare nei settori
della comunicazione, della grafica e della stampa. Arricchiremo i servizi
anche attraverso l'utilizzo di internet che sfrutta le tecniche web
sviluppate dalla società e potremo cosi' rispondere a esigenze che vanno
dai biglietti da visita, alla modulistica, dal depliant alla brochure, dagli
inviti al mailing, dal manuale ai manifesti". Andrea Berzolla,
fondatore con Giorgio Fiammenghi di Dfs, commenta: "abbiamo creato
questa società dal nulla, raggiungendo uno sviluppo soddisfacente. abbiamo
deciso di fare un salto qualitativo e unire il nostro Know-how, le sinergie
Web e le risorse umane rappresentate dagli affiliati Dfs alla rete di Mbe
Italia e alla sua presenza a livello Europeo" La nuova acquisizione
conferma il trend di espansione di Mail Boxes Etc. Italia che dopo i
successi registrati nel nostro paese (440 negozi, fatturato aggregato 2001
superiore a 62 milioni di Euro, incremento sull'esercizio precedente di
oltre il 30%) punta anche all'Europa. Alla fine del 1999, con un iniziale
investimento di 2,5 milioni di €uro, Mbe Italia ha acquisito la licenza
esclusiva per la Germania e per la Spagna. La crescita della rete spagnola
è stata rapidissima e conta oggi già 75 Centri Mbe, di cui 35 affiliati
nel solo 2001; la Germania, partita di recente con la costituzione di una
società a Berlino, ha inaugurato nella capitale tedesca il primo negozio
che rappresenta, contemporaneamente, anche il 1000° centro Mbe al di fuori
degli Stati Uniti.
RYANAIR
NOMINA SINEAD FINN DIRETTORE VENDITE E MARKETING PER L'EUROPA
Milano, 28 giugno 200 - Ryanair, l'unica compagnia aerea a tariffe basse
d'Europa, ha annunciato oggi la nomina di Sinead Finn a direttore vendite e
marketing per l'Europa, con base a Londra presso l'aeroporto di Stansted.
Sincad, che ha fino ad ora ricoperto l'incarico di Direttore Vendite per
l'Italia. assume da ora la totale responsabilità delle attività di
marketing e vendite della Compagnia per il Regno Unito e l'Europa
Continentale. Nell'annunciarne la nomina, il direttore commerciale Michael
Cawley, ha detto: "Sono felice che qualcuno del calibro e esperienza di
Sinead raccolga il testimone da Tim Jeans. Durante il suo incarico in Italia
quel mercato è cresciuto per diventare il terzo più grande mercato di
Ryanair con più di quattro milioni di passeggeri che viaggiano quest'anno
sulle nostre rotte. Noi siamo chiaramente la compagnia aerea leader
dall'Inghilterra all'Italia ed io sono molto contento di lavorare con Sinead
e con il nostro magnifico team di direttori vendite nazionali per replicare
questo livello di crescita per la compagnia aerea in ogni mercato in cui
voliamo. Quest'anno Ryanair trasporterà più di 13 milioni di passeggeri
sulle sue 76 rotte in 13 paesi. Ryanair ha attualmente una flotta di 42
Boeing 737 e ordini per altri 107 nuovi 737-800, per consegna nei prossimi 8
mesi". Sinead Finn si è laureata in Business Administration all'Unilversity,
College, di Dublino nel 1995. In Dicembre 1996, ha completato con onore un
master post laurea in Turisimo. Nel 1997 ha assunto l'incarico di Marketing
Exceutive per l'Irish Tourist Board in Norvegia ed è stata responsabile per
Una significativa crescita e sviluppo del turismo dalla Norvegia all'lrlanda.
Sinead è entrata nella Ryanair nel Giugno 1998 come Direttore Vendite per
l'Italia. Dal 1998. Ryanair è cresciuta in modo signifìcativo nel mercato
italiano e ora vola su 12 aeroporti e trasporterà più di 4 milioni di
passeggeri quest'anno. Sincad ha contribuito in modo significativo al
successo e allo sviluppo di Ryanair sul mercato Italiano.
RYANAIR:
LA PRIMA COMPAGNIA AEREA IN ITALIA FESTEGGIA L'ARRIVO DEL PRIMO VOLO DA
BRUXELLES A ROMA DA 29.99 EURO (SOLO ANDATA)
Roma, 28 giugno 2002 - Ryanair, la più grande compagnia aerea a tariffe
basse d'Europa festeggia oggi (27 giugno 2002) il Volo da Roma a Bruxelles
portando il numero complessivo di rotte operative dall'Italla all'Europa a
diciotto. Ryanair opererà un volo gionaliero andata e ritorno da Roma a
Londra. Grazie al successo ottenuto sulla rotta per Londra Ryanair ha deciso
inoltre di aggiungere un terzo volo giornaliero. Tutti i -voli saranno
effettuati con l'aeromobile Boeing 137-800 da 189 posti. Per festeggiare il
successo di questa nuova rotta, la fantastica bassa tariffa partirà da
29.99 Euro solo andata per Bruxelles. (tasse escluse). Il sito di Ryanair
www.rayanair.com offre le tariffe più basse su tutte le rotte dall'Italia
verso l'Europa. I clienti italiani si stanno inoltre avvalendo di servizi
mollo convenienti quali il noleggio auto, l'hotel e l'assicurazione di
viaggio grazie al sito. Parlando ieri a Roma, Sinead Finn, direttrice
marketing e vendite per l'Italia di Ryanair ha detto: "Sono felice di
essere a Roma oggi per offrire a questa città l'opportunità di conoscere i
vantaggi di una vera compagnia aerea a bassa tariffa e vedere la fine delle
tariffe elevate applicate dalle compagnie ad alta tariffa. In meno di tre
mesi abbiamo registrato un numero di prenotazioni record sulla nostra nuova
rotta Roma-Bruxelles con più del 751,0 della disponibilità per il primo
mese già venduta; ciò conferma che la nostra nuova rotta per Londra
rappresenta un grande successo. Per festeggiare e inaugurare il nostro
arrivo oggi stiamo lanciando una tariffa bassa imbattibile a soli 29.99 Euro
per volare da Roma a Bruxelles con Ryanair. Grazie all'enorme successo
ottenuto con il servizio recentemente lanciato per Londra stiamo aumentando
la nostra frequenza aggiungendo un terzo volo giornaliero."
IL
TRADING HIT & RUN, UN'ALTRA GRANDE ESCLUSIVA TRADING LIBRARY
Milano, 28 giugno 2002 - Scritto da Jeff Cooper, celebre trader e
co-fondatore di TradingMarkets.com, Il Trading Hit & Run appartiene a
quella categoria di libri destinati a lasciare un segno grazie alla notevole
utilità e all'enorme mole di spunti operativi contenuti. Il testo si
sviluppa nella descrizione di ben 11 strategie di successo utilizzate dallo
stesso Cooper nella propria attività professionale di trader di breve
termine. Focalizzate sull'identificazione delle condizioni di mercato che
danno luogo ai movimenti più esplosivi, le tecniche proposte sono basate
sull'osservazione di particolari configurazioni dei grafici a barre e sulla
selezione dei titoli che manifestano forti movimenti direzionali.
Quest'ultimo requisito è essenziale per operare con le probabilità a
proprio favore, in modo da prendere posizione sul mercato con un corretto
rapporto rischio-rendimento. Tutte le strategie presentano un denominatore
comune rappresentato dal fatto di essere studiate per operazioni speculative
di breve durata: da uno a due-tre giorni al massimo. Tale filosofia ha
ispirato Cooper che in questo libro presenta le sue strategie da
"Toccata e fuga" che hanno l'obiettivo di far catturare una parte
dei movimenti di prezzo più esplosivi, impegnando il capitale per il minor
tempo possibile e intraprendendo operazioni con un'elevata probabilità di
successo. Il libro è inoltre arricchito da un'appendice con l'applicazione
alla Borsa italiana delle strategie presentate.
PER
UN NOBEL SOLO BOLLICINE DA OSCAR. COME QUELLE FIRMATE GUIDO BERLUCCHI
Borgonato di Cortefranca (Brescia). 28 giugno 2002 - "Equità fiscale e
crescita economica": questo il tema dell'incontro, organizzato
dall'Istituto Iseo (Istituto di Studi Economici e per l'Occupazione), che si
svolgerà oggi 28 giugno, a partire dalle 17.30, nelle splendide sale di
Palazzo Berlucchi a Borgonato di Corterfranca. Sarà il Presidente degli
Economisti Europei Sir James Mirrlees, Premio Nobel per l'Economia nel 1986,
a trattare la questione, di grande attualità ed interesse, della riforma
fiscale in Europa. E per parlare di crescita la sede non poteva essere più
adatta, dato che la storia della Guido Berlucchi è la storia di un'azienda
in continua crescita, la storia della realizzazione, nell'arco di 40 anni e
più, del sogno di un giovane enologo, Franco Ziliani, ispirato da un mito
con il quale voleva misurarsi: lo Champagne. Da questa vincente intuizione,
la sfida: produrre uno spumante con il metodo della rifermentazione in
bottiglia, lo stesso messo a punto in Francia alla fine del 1600. Oggi la
qualità e la fama degli spumanti firmati Guido Berlucchi sono un dato di
fatto; a dimostrarlo, ad esempio, l'assegnazione quasi plebiscitaria da
parte dei lettori delle riviste A.I.S., Bibenda e Duemilavini, e dei
visitatori del 36° Vinitaly dell' ambitissimo Oscar del Vino alla Cuvée
Imperiale Berlucchi Brut 1997, vero e proprio gioiello dell'enologia
italiana. Reduce da tale trionfo, questo spumante, con il suo perlage fine e
persistente, il suo colore, di un bel giallo paglierino intenso con
accattivanti riflessi dorati, il suo aroma fragrante di crosta di pane,
seguito da piacevoli profumi di frutta matura e leggere sfumature di fiori
bianchi, frutta secca e spezie, e con la sua grande pienezza e rotondità,
sarà il grande protagonista della cena in onore di Sir James Mirrlees, al
termine del convegno.
3M
COLORA LE STRADE DI MILANO CON LA SUA STORIA
Milano, 28 giugno 2002. Di solito ai compleanni i regali si ricevono. 3M,
azienda per definizione innovativa, ha voluto esserlo anche in occasione del
suo centesimo compleanno facendo un regalo alla città che ha accolto la sua
sede: Milano. E come regalo per festeggiare un traguardo così importante,
100 anni di attività e di presenza sul mercato mondiale, 3M ha scelto un
mezzo insolito che fosse nello stesso tempo simbolo di Milano e di una
storia così lunga: un tram. Cosa c'è di meglio di un tram per
rappresentare una città in movimento e una realtà aziendale dinamica ? Così
numerosi tram che percorrono le strade milanesi (linee 24 e 29) sono stati
colorati con lunghe strisce colorate che rappresentano le tappe principali
di una storia altrettanto lunga: quella di 3M. La città di Milano,
attraverso i tram decorati, potrà veder le tappe di un secolo di storia 3M
e i suoi principali prodotti. Un modo innovativo per presentare una lunga
attività e una lunga storia e per svelarne alcuni segreti. Non tutti
infatti sanno che l'astronauta Neil Armstrong mise piede sulla luna
indossando stivali spaziali le cui suole erano state realizzate in materiale
sintetico prodotto da 3M. Oppure che Michael Johnson vinse la medaglia d'oro
nei 400 metri sprint alle Olimpiadi del 2000 indossando scarpe realizzate
con tessuto retroriflettente Scotchlite in oro 4 carati messo a punto da 3M.
Le strisce colorate sono realizzate con la particolare pellicola decorativa
autoadesiva 3M stampata con il sistema Scotchprint(r) Graphics, nato dallo
sviluppo e dall'incontro di due diverse tecnologie, la stampa digitale ed i
supporti adesivi, nelle quali 3M Commercial Graphics è leader mondiale.
Scotchprint(r) Graphics è un sistema completo, composto da inchiostri,
toner, pellicole, protettivi, hardware, software e tutto quanto è
necessario per la produzione di grafiche di grande formato. Le grafiche
Scothcprint(r) Graphics possono essere applicate su qualsiasi superficie,
dagli automezzi ai mezzi pubblici, dall'affissione esterna, a quella interna
di negozi, negli uffici, negli aeroporti e nelle stazioni metropolitane * può
perfino ricoprire le pareti di un intero palazzo (sono state utilizzate per
ricoprire la sede dell'agenzia pubblicitaria Publicis a Milano). I prodotti
con marchio 3M più conosciuti dal grande pubblico sono sicuramente il
nastro adesivo Scotch (1930) ed i foglietti adesivi Post-it Notes (1980), ma
sono molte le innovazioni 3M (circa 50.000) che spaziano in ogni campo, da
quello della segnaletica e sicurezza stradale a quello dei prodotti per
ufficio, dall'assistenza sanitaria alle telecomunicazioni. Sicuramente sui
tram milanesi potreste scoprire di aver utilizzato anche voi dei prodotti
3M. I tram con la storia di 3M continueranno a viaggiare sulle strade
milanesi fino alla metà di luglio.
PRESENTAZIONE
DEL RAPPORTO SULLA PRODUZIONE E TRATTAMENTO RIFIUTI SPECIALI
Milano 28 giugno 2002 - Per fare il punto sulla produzione ed il trattamento
dei rifiuti industriali in Italia alla luce degli ultimi dati disponibili e
riportati nel ''Rapporto sulla produzione ed il trattamento dei rifiuti
speciali''. Per illustrare la realta' delle imprese italiane che operano nel
settore del recupero e dello smaltimento dei rifiuti. Per approfondire le
modalita' di smaltimenti e recuperi abusivi e le possibili soluzioni per
evitare ulteriori e negative ricadute sul settore ambientale e sulla
collettivita'. Per affrontare questi argomenti, ma soprattutto per
presentare la piu' recente indagine condotta da Fise - Assoambiente,
''Rapporto sulla produzione ed il trattamento dei rifiuti speciali in
Italia'', basata sui dati Mud rielaborati da Ecocerved e' stato organizzato
l'incontro con istituzioni,media e addetti ai lavori del settore dello
smaltimento dei rifiuti, i cui sviluppi devono interessare tanto gli
operatori del comparto, quanto l'intera societa'. L'Obiettivo principale del
rapporto Fise - Assombiente, alla base, peraltro, della filosofia che guida
le imprese aderenti e' quello di monitorare costantemente il trend evolutivo
di produzione dei rifiuti speciali ed anche le modalita' di recupero e
smaltimento degli stessi evidenziando le criticita' tra domanda e offerta.
Le conclusioni tratte dal rapporto, oltre che i dati emersi dall'incontro
con le istituzioni hanno messo in evidenza che il settore dei rifiuti
speciali e' un settore che sta lentamente trovando un proprio ordine. Un
ordine, pero', in parte solo apparente, che necessita sempre di controlli
efficaci e non formali. Il settore dei rifiuti industriali, infatti, sta
uscendo dalla situazione selvaggia e caotica in cui si trovava, anche a
causa di una normativa confusa, e sta lentamente regolarizzando un sommerso
difficilmente quantificabile, ma ancora sicuramente ingente. I risultati
parlano da soli: Recupero - Il Dm 5/2/98, ha stimolato la fantasia dei
cosiddetti ''ecofurbi'' i quali, facendo passare per operazioni di recupero
quelle che tali non sono, svolgono, di fatto, operazioni di puro
smaltimento, peraltro effettuate da chi smaltitore non e', e non ne ha i
requisiti e ritira rifiuti a prezzi estremamente convenienti per i
produttori, ad esclusivo danno degli operatori qualificati. Le aziende che
svolgono operazioni di recupero con le procedure semplificate (circa 11.000)
non sono tenute a prestare nessuna garanzia finanziaria per eventuali danni
ambientali o di bonifica dei siti, al contrario di chi, recuperatore o
smaltitore, opera sulla base di una autorizzazione. Tutte queste operazioni
di recupero fanno pero' si' che il recupero di materia sia diventato l'attivita'
prevalente nel settore dei rifiuti speciali. Questo sarebbe un indizio di un
sistema virtuoso se non includesse purtroppo anche operazioni di recupero
improprio con potenziali rischi per l'ambiente e la collettivita'. Discarica
- Dopo il recupero di materia, e' la forma di smaltimento piu' usata. A tal
proposito il rapporto ha evidenziato che la maggior parte dei rifiuti e'
inviata in discarica direttamente o tramite i centri di stoccaggio senza
alcun trattamento per una percentuale del 67%. Inoltre dai dati emerge anche
una trascurabile utilizzazione delle poche discariche nelle quali dovrebbero
essere smaltiti i rifiuti piu' pericolosi. Questo dato fa sospettare che
molti rifiuti pericolosi, vengano di fatto declassati e quindi smaltiti in
tipologie di discariche piu' economiche, anche fuori dai confini nazionali.
Stoccaggio - Ai centri di stoccaggio viene conferito il 53% dei rifiuti
speciali prodotti. Tale attivita' pur svolgendo in determinati casi una
funzione necessaria nel ciclo della gestione dei rifiuti, appare pero'
sproporzionata in termini complessivi sia per le quantita' gestite sia per
il numero dei centri stessi, censiti dall'Anpa in circa 20.000. La
prevalenza dei conferimenti in discarica attraverso centri di stoccaggio (piu'
di 5 milioni t/a) fa sospettare che parte dei centri di stoccaggio ritirano
a prezzi modici molti rifiuti dichiarando di inviarli a impianti di
trattamento a tecnologia complessa o a recuperatori. In realta', li
conferiscono in un piu' economico smaltimento quale e' la discarica a volte
dopo averli impropriamente miscelati con altri rifiuti o con materiale
inerte per renderli formalmente idonei a discariche con caratteristiche meno
restrittive. Termodistruzione - Ha modesta incidenza essendo trattati solo
il 4% dei rifiuti speciali prodotti. In altre parole, l'inceneritore che
rappresenta una tecnologia complessa e costosa, risulta penalizzato e non
economicamente concorrenziale rispetto alle discariche, che ricevono,
impropriamente, rifiuti destinati al termotrattamento. Trattamento
Chimico-Fisico e Biologico - Notevolmente cresciuta e' l'ammontare dei
rifiuti liquidi avviati al trattamento chimico-fisico (8%) e biologico
(12%). Molti rifiuti liquidi vengono di fatto conferiti ad impianti di
trattamento reflui urbani fognari che non sono idonei a trattare determinate
sostanze contenute nei rifiuti stessi e operano, in molti casi, una semplice
diluizione nelle acque reflue. Questi aspetti monitorati dal rapporto hanno
confermato la denuncia lanciata da Fise - Assombinete gia' dal precedente
Rapporto su ''Rifiuti industriali: recuperi e smaltimenti abusivi'' del
2001, che aveva sottolineato la criticita' del sistema autorizzativo e
operativo della gestione dei rifiuti, ipotizzando soluzioni, nonche'
l'urgenza di un intervento sul settore al fine di escludere trattamenti non
corretti o meglio diluizioni dei rifiuti peraltro anche di quelli
pericolosi.
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