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NOTIZIARIO
NEWS MARTEDI' pagina 1
La nostra vetrina dei
L'esposizione dei
(* symbolcopyright c Comunitè europee,2001 http://www.cordis.lu ) |
1°
OTTOBRE 2002: CAMBIA LA DISTRIBUZIONE DEGLI AUTOVEICOLI ARRIVA UN OPUSCOLO
INFORMATIVO SULLE NUOVE NORME DI CONCORRENZA Bruxelles,
1 ottobre 2002 - La Direzione generale della concorrenza della Commissione
europea ha pubblicato ieri un opuscolo informativo sulle nuove norme di
concorrenza applicabili alla distribuzione degli autoveicoli e ai servizi
post-vendita che entreranno in vigore il 1° ottobre 2002. L'opuscolo è
destinato ad informare il grande pubblico sui diritti e sugli obblighi derivanti
dal nuovo e più rigoroso regime, che dovrebbe favorire una maggiore concorrenza
nella vendita e nella riparazione di autoveicoli, a vantaggio dei consumatori.
Come annunciato nella prefazione dell'opuscolo: "Questo opuscolo
informativo ha come scopo l'informazione chiara di tutte le parti interessate
sul contenuto del regolamento. L'informazione materiale è molto importante
viste le profonde modifiche introdotte dal regolamento. Le parti interessate
comprendono varie categorie, ciascuna con bisogni specifici di
informazione". Grazie al suo approccio didattico, concreto e vicino alle
preoccupazioni pratiche dei consumatori e degli operatori economici interessati,
l'opuscolo informativo consente una migliore comprensione del nuovo regolamento,
ad esempio per le associazioni dei consumatori, nonché per il grande pubblico,
direttamente e legittimamente interessato alla riforma, vista l'importanza
dell'acquisto e della manutenzione dell'auto per il bilancio delle famiglie. Il
prospetto contribuirà all'applicazione efficace e corretta delle nuove norme,
in modo da rendere il mercato unico una realtà per il consumatore europeo,
favorire la concorrenza, la qualità e la scelta nel settore della riparazione e
rafforzare l'indipendenza commerciale dei concessionari. L'opuscolo, in sintesi,
è un'ulteriore guida destinata agli operatori e ai consumatori in modo che
ciascuno possa effettivamente beneficiare di tutti i vantaggi derivanti dal
nuovo regolamento. La Direzione generale della concorrenza della Commissione
continuerà ovviamente a sorvegliare il settore automobilistico, onde garantire
l'applicazione corretta delle norme nei prossimi anni, cruciali per lo sviluppo
di una maggiore concorrenza nel settore. Il nuovo regolamento di applicazione
delle regole di concorrenza alla distribuzione e ai servizi post-vendita di
autoveicoli(1) è stato adottato all'unanimità dalla Commissione il 17 luglio
ed entrerà in vigore nei suoi aspetti principali il 1° ottobre. Il
regolamento, pubblicato nella Gazzetta ufficiale e disponibile nel sito web
della DG concorrenza, sostituirà il regime introdotto nel 1985 e leggermente
modificato nel 1995 (regolamento (CE) n. 1475/95 che scade oggi). Il nuovo
regime rappresenta una riforma sostanziale delle norme in vigore, sia per il suo
approccio che per il suo contenuto. I distributori, in particolare, godranno di
una maggiore libertà che consentirà loro di aprire concessionarie multimarca;
i riparatori indipendenti avranno diritto d'accesso alle informazioni tecniche e
alla formazione, spesso necessarie per riparare autoveicoli sempre più
sofisticati; i produttori di pezzi di ricambio potranno commercializzare i loro
prodotti anche con il proprio marchio; i consumatori saranno maggiormente in
grado di beneficiare dell'aumento della concorrenza sia nel proprio paese di
residenza che nel resto dell'Unione europea. È dunque opportuno informare con
un opuscolo i consumatori, i costruttori di autoveicoli e i produttori di
componenti e di pezzi di ricambio, i loro importatori e concessionari sui loro
diritti ed obblighi applicabili a partire dal 1° ottobre 2002, data
dell'entrata in vigore del nuovo regolamento. Questa pubblicazione risponde
anche al desiderio espresso dal grande pubblico e dagli operatori economici
interessati, nonché dal Parlamento europeo e dagli Stati membri. Un opuscolo di
questo tipo era stato del resto pubblicato anche per il regolamento giunto ora
in scadenza. Struttura e contenuto dell'opuscolo L'opuscolo informativo presenta
in maniera chiara e piacevole tutti gli aspetti del nuovo regolamento per mezzo
di domande e risposte, specificando il riferimento agli articoli e ai
considerando del nuovo regolamento. In particolare viene illustrata la filosofia
del nuovo regolamento che si basa sulle norme generali in materia di accordi di
distribuzione o di acquisto, contenute nel regolamento applicabile a tutte le
restrizioni verticali del 1999 (regolamento n. 2790/99). Il nuovo regolamento
per il settore automobilistico non prescrive dunque un modello unico e rigido
per la distribuzione di autoveicoli in Europa, ma lascia un'ampia scelta ai
costruttori automobilistici e ai concessionari. Il regolamento generale 2790/99,
infatti, non specifica più ciò che è autorizzato in materia di accordi
verticali, bensì ciò che è vietato: in altri termini tutto ciò che non è
esplicitamente vietato è consentito al disotto di una determinata quota di
mercato. L'opuscolo passa quindi in rassegna i punti importanti del nuovo
regolamento mediante domande concrete su ciò che è possibile fare o meno d'ora
in poi in materia di distribuzione di autoveicoli, comprese le disposizioni
pratiche durante il periodo di transizione. Un'altra sezione particolareggiata
è dedicata ai diritti dei consumatori nonché di ciascuna categoria di
operatori economici coinvolti nella vendita e nei servizi post-vendita degli
autoveicoli (intermediari, concessionari, società di leasing, riparatori
indipendenti). Tale sezione analizza inoltre le nuove implicazioni relative
all'attività multimarca, alla riorganizzazione del collegamento tra vendita e
servizi post-vendita e la clausola di ubicazione. L'opuscolo informativo
contiene anche informazioni sulle definizioni del mercato ed il calcolo delle
quote di mercato per l'applicazione del regolamento di esenzione per categoria,
che è appunto basato su soglie espresse in termini di quote di mercato. Una
sezione a parte riguarda la distribuzione dei pezzi di ricambio. L'opuscolo
informativo è attualmente disponibile in inglese sul sito Internet della
Direzione generale della concorrenza (pagina "car sector"),
all'indirizzo http://europa.eu.int/comm/competition/car_sector e verrà prossimamente pubblicato in tutte le lingue
ufficiali dell'Unione europea. (1)Regolamento (CE) n. 1400/2002 della
Commissione del 31 luglio 2002, pubblicato nella Gazzetta ufficiale L 203 del
1.8.2002 ESTIMATION RAPIDE - SEPTEMBRE 2002 : L'INFLATION DE LA
ZONE EURO ESTIMEE A 2,2% Bruxelles, 1 ottobre 2002 - Selon une estimation rapide
publiée par Eurostat, l'Office
statistique des Communautés européennes à Luxembourg, le taux d'inflation
annuel1 de la zone euro² s'établirait à 2,2% en septembre 2002, en hausse par
rapport à août 2002 où le taux était de 2,1%. Élaboration des estimations
rapides L'inflation de la zone euro est mesurée par l'Indice des Prix à la
Consommation de l'Union Monétaire (Ipcum). Pour élaborer les estimations
rapides de l'Ipcum, Eurostat utilise les informations préliminaires sur les
prix relatives au mois de référence, diffusées par les Etats membres pour
lesquels les données sont disponibles, ainsi que des informations préliminaires
sur les prix de l'énergie. La procédure d'estimation utilise les méthodes de
régression et de modélisation des séries chronologiques afin de combiner des
informations historiques avec des informations sur les variations récentes de
prix de manière à obtenir un indice total pour la zone euro. Il n'existe pas
de ventilation détaillée. Les simulations ont montré que la procédure d'estimation
était fiable (au cours des deux dernières années: anticipation correcte de
l'indice dans 15 cas, différence de 0,1% dans 7 cas et différence de 0,2% dans
2 cas dont le dernier en avril 2002). Néanmoins, un changement structurel
majeur tel que l'introduction de l'euro affecte probablement la performance de
la procédure d'estimation. Aussi, l'estimation rapide de ce mois comporte une
plus grande incertitude que les performances passées pourraient indiquer. Vous
trouverez des informations complémentaires dans le communiqué d'Eurostat n°
113/2001 du 5 novembre 2001. I GIOVANI IMPRENDITORI DI
ASSOLOMBARDA PER UN'EUROPA DI SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE UN SONDAGGIO
NAZIONALE, EFFETTUATO SU UN CAMPIONE DI 250 IMPRENDITORI, DI ETÀ COMPRESA TRA I
25 E 40 ANNI, EVIDENZIA LA RICHIESTA DI UN'EUROPA FORTE. Milano,
1 ottobre 2002 - La maggioranza dei giovani imprenditori italiani è favorevole
alle politiche realizzate in ambito comunitario, a iniziare dalla politica di
liberalizzazione dell'economia e della libera circolazione delle merci, ed
esprime un alto grado di apprezzamento verso il processo di integrazione
europea. L'89% degli intervistati, inoltre, ritiene che l'introduzione dell'euro
abbia avvantaggiato molto o abbastanza l'economia italiana. Positiva la
valutazione nei confronti dell'Europa anche in rapporto alle attività delle
singole imprese. Ben il 62% dei giovani imprenditori, infatti, ritiene che
l'ingresso dell'Italia nella Comunità Europea abbia influito positivamente sul
lavoro della propria azienda. Sono queste le più significative indicazioni
emerse dal sondaggio nazionale commissionato dal Gruppo Giovani Imprenditori di
Assolombarda e presentato a Milano in occasione del dibattito "Vogliamo
un'Unione Europea di Costituzione sana e robusta". Sul ruolo che dovrà
svolgere in futuro l'Europa i giovani imprenditori non hanno dubbi. Ben il 64%
degli intervistati vuole un'Europa con poteri forti e soltanto un 21% ritiene
preferibile un'Europa amministrativa. Tra i giovani imprenditori che ricoprono
una carica all'interno del Sistema Confindustria, tra l'altro, la percentuale di
chi propende per un'Europa forte e di indirizzo per l'economia raggiunge quasi
l'89,1%. Di contro quasi un terzo degli intervistati non iscritti ad alcuna
associazione preferisce un'Europa amministrativa piuttosto che di guida. Molte
indicazioni sono emerse dal sondaggio anche sul livello di conoscenza
dell'attività della Convenzione Europea. Ai giovani è stato chiesto quanto si
ritenessero informati dai giornali sull'attività svolta dalle istituzioni
europee: un intervistato su due afferma di essere poco informato; mentre solo
l'8,4% ritiene di essere ben informato dei cambiamenti in atto in ambito
comunitario. A chi è al corrente dei lavori svolti dalla Convenzione Europea è
stato chiesto di esprimere l'aspettativa sul documento finale che sarà scritto.
La grande maggioranza degli intervistati ritiene che il progetto di Costituzione
Europea sia da appoggiare e che questa porterà ad una maggiore unità dei
Paesi: il 70% auspica un documento coraggioso. Un intervistato su quattro,
invece, esprime delle perplessità per la paura che interessi particolaristici
possano determinare un documento compresso, di scarso indirizzo delle politiche
comunitarie e poco rappresentativo dei valori comuni. Al di là del livello di
informazione delle tematiche in discussione nei lavori della Convezione europea,
i giovani imprenditori italiani ritengono auspicabile l'allargamento dell'Europa
ai paesi dell'Est. Per l'80% le aziende italiane non possono che trarne
vantaggio. In questo caso non si registrano differenze significative né in
relazione alle dimensione dell'azienda o alla sua appartenenza territoriale, né
rispetto alle associazione di categoria. I risultati del sondaggio
sull'atteggiamento dei giovani imprenditori italiani nei confronti dell'Europa
sono stati presentati nel corso di un affollato dibattito sui temi europei a cui
sono intervenuti, oltre al Presidente di Assolombarda, Michele Perini, Cristiana
Muscardini, Giorgio Napolitano e Guido Podestà, tre esponenti di spicco della
politica italiana impegnati da anni come protagonisti nei lavori del Parlamento
Europeo. Al centro dell'incontro il documento messo a punto dai Giovani
Imprenditori di Assolombarda, grazie all'aiuto dell'Ispi, contenente le loro
proposte di riforma. "Rispondendo a una sollecitazione della stessa
Convenzione Europea, che ha avuto un preciso mandato di ascolto delle esigenze
espresse dalla società civile, abbiamo deciso di presentare una nostra proposta
di riforma" ha detto Luigi Lucchetti, Presidente del Gruppo Giovani
Imprenditori di Assolombarda, "perché non vogliamo come giovani
imprenditori e come cittadini europei essere esclusi da questo momento storico
in cui si stanno decidendo le nuove regole del gioco del futuro assetto
europeo". "Un'Unione Europea più forte conviene anche alle imprese
italiane", ha spiegato Ugo Andrea Poletti, Responsabile del progetto, nella
sua relazione, "perché solo in questo modo è possibile accelerare il
processo di integrazione economica. La vera scelta che abbiamo di fronte, non è
tra una posizione comunitaria o federalista, ma tra un'Europa dinamica e
autorevole, che in pochi anni riesca a competere alla pari con gli USA, e un
continente-museo debole politicamente ed economicamente". Ma ecco le dieci
proposte di riforma per la Convenzione, inviate all'attenzione di Giscard d'Estaing:
1. Una figura unica e riconoscibile per la politica estera comune: fusione della
figura di Mr. PESC con quella del Commissario per gli affari esteri, creando un
unico punto di riferimento per la politica estera europea. 2. Sdoppiamento del
Consiglio per gli Affari Generali: riorganizzazione del Consiglio dei Ministri
dell'UE. Il Consiglio degli Affari Generali viene sostituito dal Consiglio per
gli Affari Comunitari, con tutte le competenze politico-economiche, e dal
Consiglio per gli Affari Esteri con le competenze di politica estera, difesa,
sicurezza e immigrazione. 3. Abolizione del voto all'unanimità nel Consiglio
dei Ministri dell'Unione Europea: per tutte le decisioni importanti occorre un
sistema di voto basato sulla maggioranza qualificata degli Stati e
contemporaneamente la maggioranza della popolazione europea. Sistema più
trasparente sia per evitare il veto o il ricatto di minoranze euroscettiche, che
la degenerazione del voto di scambio. 4. Eliminazione delle deroghe ai trattati
concesse ad alcuni stati: eliminazione del meccanismo dell'opting out, ossia le
deroghe concesse a Gran Bretagna e Danimarca sull'attuazione dei provvedimenti
comunitari. Le regole europee devono essere uguali per tutti gli stati membri.
5. Elezione diretta dei membri della Commissione: i commissari saranno uno per
stato membro e verranno scelti con elezione popolare. Risposta al deficit
democratico e alla poca trasparenza nel sistema europeo. Ciascuno presiederà il
consiglio dei ministri di competenza (senza diritto di voto) per un miglior
coordinamento tra Consiglio e Commissione e valutazione più efficace dei
dossier. 6. Il Presidente della Commissione scelto dai governi nazionali tra i
commissari eletti direttamente: il presidente viene scelto dai governi europei
tra i commissari eletti a suffragio popolare. Durata cinque anni (come il
Parlamento Europeo). Doppia legittimità (popolare + fiducia dei governi) e
trasparenza degli impegni programmatici. Presiede il consiglio degli Affari
Comunitari. Attribuisce i portafogli ai membri della Commissione in base alle
loro competenze tecniche. 7. Presidenza dell'Unione Europea e Presidenza della
Commissione in un'unica figura: fusione del ruolo del presidente dell'Unione
Europea con quello della Commissione. Ciò consentirebbe un livello ottimale di
rappresentanza di tutta l'Unione, grazie alla investitura popolare e ad un
accordo intergovernativo trasparente. Maggiore indipendenza della carica grazie
alla doppia legittimità. Massimo livello di coordinamento tra Consiglio e
Commissione. Soluzione al noto antagonismo tra Consiglio e Commissione, che
spesso blocca le riforme europee. 8. Istituzione della censura del singolo
commissario da parte del Parlamento Europeo: l'attuale censura erga omnes (cioè
dimissione di tutta la Commissione) in caso di malversazioni è inefficace.
Introduzione di un sistema di censura del singolo commissario con una
maggioranza qualificata degli eurodeputati. Maggiore controllo sulla Commissione
da parte del Parlamento Europeo per bilanciare il suo maggiore potere. 9.
Istituzione del diritto di secessione: libertà di uscire dall'Unione sancita
nella Costituzione Europea. Responsabilizzazione di tutti i paesi membri,
attraverso l'eliminazione dell'alibi morale di non poter uscire dall'Unione, che
si presta a strumentalizzazione da parte dei paesi euroscettici. 10. Creazione
di una Autorità di Vigilanza sulla Sussidiarietà: maggiore rappresentanza alle
regioni in Europa, attraverso il conferimento al Comitato delle Regioni, oggi
privo di un ruolo incisivo, del compito di nominare, congiuntamente con i
parlamenti nazionali, un'Autorità di vigilanza della Sussidiarietà. Maggiore
tutela dei cittadini e delle aziende dagli eccessi della legislazione europea. CARTOLARIZZAZIONI:
INAIL E INPS2 FUORI DAI CRITERI EUROSTAT Roma,
1 ottobre 2002 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze informa che Eurostat
ha chiesto all'Italia di riclassificare in base ai nuovi criteri, dettati da
Eurostat stesso lo scorso 3 luglio, anche le operazioni di cartolarizzazione
effettuate in passato. Il Ministero informa inoltre che, in base all'analisi
effettuata, non rispondono alle regole Eurostat: a) l'intera operazione Inail,
lanciata nel novembre 2000 (Governo Amato), per un controvalore pari a 1.350
milioni di euro; b) buona parte, ossia 746 milioni di euro, dell'operazione
Inps2, lanciata nel maggio del 2001 (Governo Amato), per un controvalore totale
pari a 1.710 milioni. In entrambi i casi non è rispettata la regola secondo la
quale: "il rapporto tra i proventi ricevuti e il valore di mercato degli
attivi ceduti deve essere superiore all'85%". Pertanto, entrambe le
operazioni sono da considerarsi emissione di debito. Ne consegue: per l'anno
2000 un aumento del debito pari a 1.350 milioni di euro; per l'anno 2001 un
aumento di debito pari a 746 milioni di euro. PER
LA PRIMA VOLTA,L'UNIVERSO DELLE NUOVE IMPRESE ITALIANE AD ALTA TECNOLOGIA
RADIOGRAFATO DA UNA INDAGINE DI LARGA SCALA L'INEDITA INDAGINE CONDOTTA SU UN
CAMPIONE DI OLTRE 400 AZIENDE E 1.000 IMPRENDITORI. Milano
1 ottobre 2002 - Benché sia ormai opinione condivisa e consolidate che le
giovani imprese high-tech giochino un ruolo cruciale per la competitività e la
crescita di un'economia avanzata, in Italia il settore non ha fin qui ricevuto
una adeguata attenzione. La lacuna viene ora colmata dal 1° Rapporto Rita
(Ricerche sull'Imprenditoria nelle Tecnologie Avanzate), predisposto dal
Ciret-Politecnico di Milano. Il Rapporto, presentato ieri a Milano dal
Prorettore del Politecnico Giampio Bracchi e dal curatore Massimo Colombo,
presenta i risultati di una indagine svolta analizzando un campione di oltre 400
imprese individuate all'interno di un universo di circa 2500 aziende che operano
in tutti i settori high-tech sia del manifatturiero che dei servizi, quali
l'elettronica, l'informatica, le telecomunicazioni, il software, Internet,
l'editoria elettronica, il farmaceutico, le biotecnologie e l'aerospazio, e
considera le caratteristiche delle imprese al momento dello start-up (dimensione
iniziale, meccanismo di creazione, struttura finanziaria), i relativi fondatori
(formazione scolastica, esperienza professionale, motivazioni della scelta
imprenditoriale), le prestazioni di crescita e i sottostanti fattori di
successo, l'attività innovativa, il finanziamento (accesso a capitale di
debito, private equity, venture capital), acquisizioni, fusioni e alleanze. Ne
esce una fotografia che presenta luci e ombre, queste ultime soprattutto per
quanto riguarda il tema dei finanziamenti, tema sul quale ha incentrato il
proprio intervento Paolo Favilla di Bkn Corporate Finance, che ha sottolineato
come possa essere importante per le imprese poter accedere in modo più facile a
una pluralità di fonti di finanziamento (dalle banche al private equity, dal
venture capital ai finanziamenti pubblici ai finanziamenti da parte delle grandi
industrie che possono così acquistare ricerca a minor costo) in modo da potersi
garantire risorse per lo sviluppo a seconda delle necessità e dei progetti.
Subito dopo l'illustrazione del Rapporto e l'intervento di Paolo Favilla è
stata la volta di una tavola rotonda a cui hanno partecipato Maria Pierdicchi di
Borsa Italiana, Ermenegildo Beghe di Biosearch Italia, Gianluca Dottori di
Vitamimc, Alberto Daprà di Txt, Lucio Cassia di Eutron, Andrea Granelli di
Telecom Italia Lab, Claudio Bassoli di Cisco e Mario Mauri di Cambriatech. LE
NUOVE IMPRESE ITALIANE AD ALTA TECNOLOGIA OPPORTUNITA' ED OSTACOLI ALLO SVILUPPO
SINTESI DELL'INTERVENTO DI MASSIMO G. COLOMBO DEL CIRET - POLITECNICO DI MILANO Milano,
1 ottobre 2002 - E' opinione ormai consolidata di economisti e policy makers che
le giovani imprese high-tech giochino un ruolo cruciale per la competitività e
la crescita di un'economia avanzata. Tuttavia, nel nostro paese tale settore non
ha ricevuto sinora l'attenzione che merita. Il 1° Rapporto Rita (Ricerche
sull'Imprenditoria nelle Tecnologie Avanzate), predisposto dal Ciret-Politecnico
di Milano, mira a colmare tate carenza conoscitiva. Esso riporta infatti i
risultati della prima indagine di larga scala svolta in Italia in questo campo.
Più in particolare, il rapporto analizza un campione di più di 400 imprese
individuate all'intemo di un "universo" di circa 2500 aziende le quali
nel 2000, anno di avvio del progetto, a) erano di età inferiore ai venti anni
(in realtà, l'età media delle aziende del campione Rita è inferiore ai 10
anni), b) operavano in settori high-tech sia del manifatturiero che dei servizi,
quali l'elettronica, l'informatica, le telecomunicazioni, il software, Internet,
l'editoria elettronica, il farmaceutico, le biotecnologie e Ì'aerospazio, e e)
si erano rese visibili, ad esempio attraverso un'attiva partecipazione alle
associazioni imprenditoriali di categoria o Ìa presenza a manifestazioni fìeristiche
nazionali e internazionali, il che rappresenta un eÌemento di dinamismo e
segnala la volontà di crescita dell'azienda. 1 principali temi considerati nel
rapporto riguardano le caratteristiche delle imprese al momento dello start-up
(dimensione iniziale, meccanismo di creazione, struttura finanziaria) e dei
relativi fondatori (formazione scolastica, esperienza professionale, motivazioni
della scelta imprenditoriale), le prestazioni di cresciti! delle imprese ed i
sottostanti fattori dì successo, l'attività innovativa, il finanziamento
(accesso a capitale di debito, private equity, venture capitail), acquisizioni,
fusioni e alleanze, e, infine, gli interventi dì supporto pubblico erogati sia
dall'amministrazione centrale che da istituzioni locali. Comparando l'evidenza
relativa ai diversi settori, il rapporto fornisce un quadro organico,
caratterizzato da luci ed ombre- Gli aspetti più significativi possono essere
brevemente riassunti come segue. Innanzitutto, le giovani imprese italiane delle
alte tecnologie nascono relativamente sottodimensionate. Il numero medio di
addetti al momento dello start-up, inclusi i soci con ruoli operativi in
azienda, è inferiore a 7, ed è circa tre volte più piccolo di realtà
comparabili osservate nella Silicon Valley. Inoltre, la scala delle operazioni
è in genere largamente inferiore a quella ritenuta efficiente. Le imprese dei
servizi (soprattutto quelle attive nei servizi Internet e nel software), benché
più piccole di quelle del manifatturiero, scontano un gap dimensionale
inferiore rispetto alle imprese già presenti nei rispettivi settori. La scala
operativa insufficiente costituisce un pericoloso fattore di fragilità nei
primi anni di vita delle aziende high tech ed è il frutto della notevole
difficoltà che tali imprese incontrano nell'ottenere risorse finanziarie
esterne. Non altrimenti da quanto succede nel nostro paese in settori
tradizionali, allo start-up il capitale delle aziende high tech è costituito
essenzialmente dai risparmi dei fondatori, dei loro famigliari ed amici; basti
pensare che ben il 75% delle imprese inizialmente non fa ricorso ad altre fonti
di finanziamento. Solo il 20% delle imprese utilizza il debito bancario;
inoltre, i fondi ottenuti attraverso tale canale sono modesti (in media, poco più
di 50.000 Euro), e, ciò che più conta, hanno scarso impatto sia sulla
dimensione iniziale che sulla crescita negli anni successivi. Un discorso
diverso va fatto per il private equity e per il venture capitai in particolare.
Se è vero infatti che gli investimenti in seed e start up capitai sono molto
rari - essi riguardano solo 1'1,5% delle imprese del campione Rita - essi hanno
una forte influenza positiva sia sulla dimensione iniziale che sulla crescita.
In altri termini, la rimozione dei vincoli finanziari che angustiano gli
imprenditori italiani dell'high tech appare una priorità fondamentale per
supportare efficacemente lo sviluppo di tale settore. In secondo luogo, nei
primi anni di esistenza, le competenze distintive delle aziende del campione
Rita appaiono intimamente legate al capitale umano dei relativi fondatori. Un
team dì fondatori con competenze tecniche di alto livello rappresenta un
fattore critico indispensabile, anche se non sufficiente, per il successo
dell'azienda. Ciò vale soprattutto se tali competenze sono state maturate dai
fondatori nello stesso settore in cui opera la nuova impresa e se essi hanno
potuto beneficiare di un curriculum di studi di alto profilo, ottenendo in tal
modo effetti sinergici tra formazione scolastica ed esperienza professionale.
Tuttavia, tale aspetto evidenzia anche una debolezza delle giovani imprese
italiane ad alta tecnologia. Infatti, in media, gli imprenditori italiani
dell'high tech mostrano un livello di formazione inferiore a quello messo in
rilievo da simili indagini svolte ne! Nord Europa. Ad esempio, solo il 46% dei
fondatori è laureato; inoltre, con l'eccezione dei settore delle biotecnologie,
pochi hanno ottenuto un titolo di dottore di ricerca (o equivalente) ed ancor più
rari sono i fondatori provenienti dal mondo accademico. In particolar modo per
le aziende Intemet la percentuale di laureati, soprattutto tecnici, è molto
bassa e numerosi sono i fondatori alla loro prima esperienza lavorativa. Tale
evidenzia da un lato si spiega con l'importanza relativamente maggiore in tale
settore della novità dell'idea imprenditoriale, della creatività e degli
skills commerciali dei fondatori quale fondamento per costruire un vantaggio
competitivo, dall'altro riflette anche l'eccesso di ottimismo generato alla fine
degli anni '90 dalla "bolla Internet", che ha portato alla nascita di
imprese con carenze significative di capitale umano. Più in generale, creare
condizioni di contesto atte ad incentivare individui dotati di elevato capitale
umano ad intraprendere la strada imprenditoriale costituisce, insieme alla
rimozione dei vincoli finanziari, un'evidente priorità di politica tecnologica
per i! paese. In terzo luogo, le imprese del campione Rita investono
considerevoli risorse nella ricerca e sviluppo (in media, poco meno del 30% del
fatturato), con valori decisamente pili aiti nei settori più vicini alle
frontiere della scienza, quali il biotecnologico. Inoltre, ben il 40% della
manodopera complessiva è rappresentata da laureati, a ulteriore testimonianza
dell'importanza del capitale umano per la competitivita di tali aziende. Ciò
nonostante, la difficoltà di reperire manodopera di alto livello professionale
è citata dagli imprenditori del campione Rita quale il principale vincolo alla
crescita, insieme alle carenze finanziarie. E' anche interessante sottolineare
che, al di fuori dei settori biotecnologico e farmaceutico, la propensione a
brevettare è relativamente limitata, come pure la partecipazione a progetti di
ricerca finanziati dall'Unione Europea, che hanno interessato meno del 10% delle
imprese del campione. L'importanza per le giovani imprese high-tech di inserirsi
in reti internazionali di ricerca e di imparare a tradurre con efficacia le
competenze tecnologiche di cui dispongono in nuovi prodotti, servizi e processi
produttivi è testimoniata dal rilievo che assumono tali tematiche all'intemo
del 6° programma quadro dell'Unione Europea attualmente in fase di lancio. In
quarto luogo, le imprese del campione Rita hanno un'elevata propensione a
stringere alleanze ed accordi di cooperazione soprattutto con altre imprese e,
nei settori biotecnologico e dell'aerospazio, anche con università. Tali
alleanze hanno un impatto positivo sulla competitivita e sulla crescita, nella
misura in cui consentono alle imprese di ottenere accesso a risorse e competenze
complementari alle proprie, soprattutto nel campo commerciale e della
distribuzione, ma anche in campo tecnologico, il cui sviluppo richiederebbe
investimenti incompatibili con la limitata dotazione interna di risorse
(soprattutto i! tempo e le energie del gruppo dirigente). Infine, un'ultima
osservazione relativa all'intervento pubblico. Nel nostro paese mancano misure
legislative concepite espressamente per il sostegno diretto alle giovani aziende
high tech. Ciò nonostante, le imprese del campione Rita hanno fatto ampio
ricorso ai sussidi pubblici, erogati dall'amministrazione statale ed ancor più
da istituzioni locali. In generale le aziende che hanno beneficiato di sussidi
pubblici mostrano tassi di crescita superiori alla media. Tuttavia, la necessità
per le aziende di utilizzare strumenti legislativi concepiti per scopi diversi,
quali il sostegno all'innovazione (ad esempio, la legge 46/82 o la 140/97) o il
riequilibrio territoriale (quale la 488/92), genera effetti distorsivi; in
particolare, mentre la larga maggioranza delle imprese del campione Rita è
localizzata nelle regioni del Nord, la probabilità di ottenere fondi pubblici
dall'amministrazione centrale è quattro volte più alta per le imprese del Sud.
Inoltre, l'accesso al sostegno pubblico risulta estremamente difficoltoso nei
primissimi anni di vita delle nuove aziende, cioè proprio nel momento in cui, a
causa dei vincoli finanziari in precedenza illustrati, di tali fondi l'azienda
ha maggior bisogno. LE
NUOVE IMPRESE ITALIANE AD ALTA TECNOLOGIA OPPORTUNITA' ED OSTACOLI ALLO SVILUPPO
SINTESI DELL'INTERVENTO DI PAOLO FAVILLA AMMINISTARTORE DELELGATO DI BKN
CORPORATE FINANCE Milano,
1 ottobre 2002 - L'osservatorio Rita ha tracciato con chiarezza le
caratteristiche delle nuove aziende tecnologiche italiane e dell'ambiente
socio-economico all'interno del quale le stesse si trovano a competere. Se da un
lato il settore è come e più di altri caratterizzato dalla presenza di
numerose aziende dì piccole dimensioni, dall'altro lo stesso si caratterizza in
termini di età media delle aziende (relativamente giovani - mediamente meno di
10 anni di vita), tasso di sviluppo elevato (20% annuo), vantaggi competitivi
basati sulle tecnologie possedute. Questi elementi impongono importanti
riflessioni sia con riferimento alle politiche economiche dei vari paesi, sia
come opportunità di creazione di valore per gli operatori privati (finanziari
ed industriali). Atta luce di quanto emerge dall'osservatorio Rita riteniamo
opportuno focalizzare la nostra attenzione di operatori che si occupano di
supporto allo sviluppo delle aziende, su due fattori che sembrano costituire un
importante vincolo alla crescita dimensionale delie aziende ad alta tecnologia.
Difficoltà di comunicazione: le Ntbf (New Technology Based Firm) operano in
settori caratterizzati da tecnologie perlomeno complesse e sono spesso creature
di "tecnici/ scienziati" che sviluppano il contenuto industriale
dell'idea imprenditoriale ma poi hanno difficoltà ad implementarne la
diffusione commerciale. Inoltre, il livello di rischio insito in ogni iniziativa
di start up rende in questi casi oltremodo necessario comprendere a fondo il
contenuto tecnologico del progetto, capirne il grado di innovazione, la
replicabilità, ecc, attività per le quali occorrono competenze tecniche
specifiche ed altamente qualificate: queste risorse oggi in Italia sono scarse-
Infine raramente sono presenti all'interno di queste aziende competenze
sufficienti per affrontare con successo il mercato dei capitali, sia per
difficoltà nel presentare le caratteristiche e le opportunità presenti nei
loro progetti, che per scarsa conoscenza dei mercati finanziari. Risorse
finanziarie esterne scarse: secondo quanto emerge dall'Osservatorio Rita, le
aziende italiane operanti in questo comparto nella ricerca di capitali per lo
sviluppo, ottengono: In larga parte, finanziamenti bancari a breve; In misura
minore, fondi pubblici. Riteniamo per contro che il credito a breve possa
costituire un polmone importante in fase di avvio dell'iniziativa, ma non
sufficiente per implementare lo sviluppo e gli investimenti che ne derivano. Lo
sviluppo di queste aziende richiede un avvicinamento del capitale di rischio,
avendo ben presente che questi progetti di investimento sono caratterizzati da:
Un elevato profilo di rischio; Un contenuto tecnico molto specifico; Un ritorno
di medio-lungo termine; Una dimensione media del fabbisogno finanziario
limitata; Una dimensione media d'azienda limitata. Nella sostanza la nostra
convinzione è che queste aziende debbano avere più facile accesso ad una
pluralità di fonti di finanziamento. La nostra testimonianza va in questa
direzione. Se questa può essere la soluzione ideale, il cammino di
avvicinamento dei mercati dei capitali a questi settori, è particolarmente
tortuoso: Lo screening delle iniziative richiede competenze tecniche e
professionali specifiche; La dimensione dell'investimento, generalmente molto
limitata non giustifica lo sviluppo interno ad organismi finanziari di
specialisti dedicati a questi settori; I ritorni possono essere molto
interessanti, ma contenuti in valore assoluto. I tecnici-fondatori non sono
disposti a cedere il controllo delle loro aziende. La quotazione in Borsa può
essere un evento da realizzarsi solo nel lungo periodo Di conseguenza, riteniamo
che il partner ideale debba: 1. Condividere il rischio d'impresa 2. Capire la
bontà tecnica del progetto e degli uomini che lo sviluppano 3- Investire con
un'ottica di lungo periodo 4. Investire in partecipazioni di minoranza. 5.
Essere inserito in un network internazionale (questa caratteristica assume
rilevanza particolare soprattutto per alcuni comparti quali le biotecnologie) 6.
Avere un portafoglio diversificato nelle tecnologie avanzate. Emerge chiaramente
come queste caratteristiche non siano tipiche di una figura particolare di
investitore, ma possano essere ritrovate costruendo una catena di attori che
coprano specifiche aree. Le istituzioni di emanazione pubblica possono e devono
svolgere un ruolo importante in questo contesto perché sono in grado di
coniugare obiettivi di rendimento dell'investimento con finalità di politica
economica e di sviluppo generale del paese : le istituzioni pubbliche possono
soddisfare alcuni dei punti precedenti, ma attraverso la creazione di strumenti
specifici che puntino al supporto de!!e aziende contraddistinte da
caratteristiche di eccellenza, e non nell'ambito di leggi generaliste di finanza
agevolata che puntano essenzialmente al riequilibrio socio economico di alcune
aree geografiche. Gli investitori finanziari, siano essi wealth individuals,
fondi di venture capital o merchant bank manifestano caratteristiche più vicine
agli altri aspetti sopra citati ma hanno la necessità di superare vincoli di
altra natura, prevalentemente connessi alle dimensioni delle aziende, alla
durata degli investimenti ed in molti casi alle problematiche di
comunicazione/conoscenza di cui si è detto in precedenza. Segnaliamo, infine,
come sì stiano sviluppando nuove realtà di origine industriale, dedicate a
queste tipologie di aziende. In Italia realtà come Cisco e Telecom strutturano
società al loro interno, dedicate al supporto delle aziende ad atto tasso di
innovazione; questa politica fa parte di un filone mondiale che vede le grandi
Corporation attente allo sviluppo delle piccole organizzazioni tecnologiche come
motore della ricerca e dell'innovazione, dedicandosi al loro interno allo
sviluppo delle iniziative migliori. Una testimonianza di più, di come una
stretta relazione fra competenze finanziarie, competenze tecniche e conoscenza
dei mercati siano la chiave di sviluppo delle Ntbf. In conclusione, l'obiettivo
del convegno è di stimolare un confronto di esperienze eterogenee,
testimoniando, attraverso l'organizzazione congiunta dell'evento da parte di
un'organizzazione tecnico-scientifica - il Politecnico di Milano - e di una
società di consulenza finanziaria - Bkn Corporate Finance - come la
comprensione e l'individuazione dei supporti opportuni alle aziende italiane ad
alta tecnologia non possa che avvenire attraverso la convergenza dì competenze
complementari. UNION
INVESTMENT E I PIANI DI STOCK OPTIONS MOLTE SOCIETÀ QUOTATE AL DAX INFRANGONO
LE REGOLE DI BASE. TRA LE MIGLIORI SPICCANO LUFTHANSA E BASF, MENTRE DEUTSCHE
TELEKOM E DAIMLERCHRYSLER SONO I FANALINI DI CODA. Milano,
1 ottobre 2002 - Quando i prezzi dei titoli crollano molti manager ricevono
consistenti pacchetti di stock options. Union Investment, la società di fondi
d'investimento di Volksbanks e Raiffeisenbanks, terza società di fondi
d'investimento tedesca che gestisce un patrimonio di circa 100 miliardi di Euro
per conto di più di 3,7 milioni di investitori, ha analizzato il fenomeno
giungendo alla conclusione che la maggior parte delle società quotate al Dax
non raggiunge i minimi standard che sono realmente importanti. Molti manager
guadagnano anche quando la crescita dei titoli sale di poco o quando la
performance della società arranca dietro ai concorrenti. Fin dal 1996, Union
Investment ha sostenuto fortemente una politica che fosse a favore degli
azionisti e per loro facilmente comprensibile e ha perciò sempre cercato di
schierarsi al loro fianco e dalla parte dei loro interessi. Dapprima ha tenuto
sotto la lente d'ingrandimento le maggiori società tedesche per poi rivolgere
la propria attenzione anche ai grossi gruppi europei. Union Investment chiede
che le società dichiarino in bilancio i costi dei piani di stock options, sulla
falsariga della richiesta fatta negli Stati Uniti da molte società che trattano
fondi d'investimento. Abbiamo chiesto a Jens Wilhelm, direttore del settore
azionario di Union Investment, quali società quotate al Dax si sono già
conformate alla loro richiesta e quali non l'hanno ancora fatto. Perché avete
deciso di analizzare i progetti di stock optino delle società quotate ad Dax ?
Per gli azionisti è importante il fatto che le aziende lancino o no questi
programmi? Certamente. Quando i manager ricevono le stock options che poi fanno
valere in un secondo momento, i costi dell'azienda salgono e i profitti vengono
ridotti. Purtroppo sono poche le società che tengono conto di tali costi e chi
non contabilizza questa voce nel calcolo dei profitti fuorvia gli azionisti.
Ecco perché insistiamo affinché le società dichiarino apertamente in bilancio
i costi dei piani di stock option. Quest'operazione, comunque, non dovrebbe
essere portata avanti solo dalle società quotate al DAX. Secondo uno studio di
Merril Lynch, i profitti delle società presenti nel S&P 500 Index che hanno
incluso i costi delle stock options nei bilanci 2001 erano più bassi del 21 per
cento e la percentuale scendeva addirittura al 39 per cento per quanto
riguardava le società quotate al Nasdaq. In altre parole, siete
fondamentalmente contrari ai piani di stock options ? Niente affatto. Dobbiamo
però tener conto del fatto che gli interessi degli azionisti e quelli dei
manager delle grosse società sono diversi. Quando per esempio le retribuzioni
dei manager si basano sulle dimensioni e non sui profitti aziendali, già gli
interessi dei due gruppi divergono. Mentre all'azionista interessa un buon
profitto, i manager puntano più a massimizzare i dati di vendita. Le stock
options possono risolvere questo conflitto d'interessi e accomunare le
aspettative dei manager e quelle degli azionisti nel far crescere il valore
delle azioni, ma questo funziona solo quando le stock options sono strutturate
in maniera ragionevole e appropriata. Il target di redditività deve essere
ambizioso e le stock options non devono essere distribuite a destra e a manca.
Una soluzione potrebbe essere il legare le retribuzioni dei manager alle
fluttuazioni a breve termine del valore del titolo ? Il problema non è la
fluttuazione giornaliera perché i programmi di stock options devono
essenzialmente avere un orientamento a lungo termine, per esempio di almeno tre
anni. A questo punto la fluttuazione giornaliera ha un impatto minimo. Come
dovrebbero essere quindi strutturati dei piani di stock options ragionevoli ?
Piani di questo genere dovrebbero essere avviati quando il management riesce a
far lievitare il valore del titolo, su base annua, più di quanto gli
investitori guadagnerebbero investendo in obbligazioni a rischio basso o nullo.
Ciò significa che i manager non dovrebbero avere dei profitti finchè il titolo
non guadagna più dell'8 per cento annuo. Inoltre non dovrebbero poter
esercitare i loro diritti sulle stock options se il titolo non si comporta
meglio di quelli della concorrenza. A questo scopo si dovrebbe prevedere un
indice comparativo e i quadri dirigenziali dovrebbero guadagnare solo quando si
raggiunge il massimo di tale indice. Le società quotate al Dax aderiscono a
queste richieste ? Quali sono quelle che ne escono meglio, secondo la vostra
valutazione ? Al primo posto c'è il programma remunerativo della Lufthansa. I
manager ricevono uno sconto solo del 20 per cento e devono perciò pagare di
tasca propria il restante 80 per cento. Inoltre ricevono un'opzione che porta a
un'ulteriore retribuzione solo se le azioni Lufthansa fanno registrare una
performance migliore di quella dei maggiori concorrenti. I piani di stock
options di Bask, Rwe e Schering occupano in classifica le posizioni dal secondo
al quarto posto, anche se la nostra valutazione per quanto riguarda la Schering
non è del tutto soddisfacente perché in questo caso il programma scatta già
quando il titolo guadagna poco più del 3 per cento su base annua. Al quinto
posto troviamo la Adidas. In questo caso la valutazione positiva nasce dal fatto
che i paletti sono posti ad alto livello. Il titolo Adidas deve far registrare
un incremento superiore all'8 per cento annuo perché i quadri dirigenziali
possano beneficiare dei piani di stock options. L'aspetto negativo per quanto
riguarda la Adidas sta nel fatto che questi costi non vengono registrati in
bilancio. Quali sono le società che escono peggio a vostro giudizio ? Deutsche
Telekom, DaimlerChrysler e Deutsche Bank sono i veri fanalini di coda. I piani
di stock options di Deutsche Telekom non favoriscono affatto gli interessi degli
azionisti. I piani hanno una maturità di dieci anni e in questo periodo le
azioni Deutsche Telekom devono salire almeno del 20 per cento prima di poter
esercitare le stock options, ma non dimentichiamo che il 20 per cento in dieci
anni significa che anche se i profitti sono inferiori al 2 per cento annuo, i
beneficiari dei piani di stock options hanno ugualmente motivo di festeggiare.
Ciò che manca inoltre, secondo il nostro parere, è il fatto che Deutsche
Telekom non rapporta il proprio trend di costo delle azioni a un rappresentativo
indice settoriale, né dichiara i costi in bilancio. Ecco perché abbiamo votato
contro in occasione dell'assemblea generale del 2001. Purtroppo il governo
federale e altri grossi azionisti hanno approvato il programma. Anche alla
DaimlerChrysler il tetto di performance è fissato a un livello
inappropriatamente basso: meno del 2 per cento annuo. Inoltre la DaimlerChrysler
indica in bilancio solo una parte di questi costi. E perché criticate il
programma della Deutsche Bank ? Il titolo Deutsche Bank non viene messo a
confronto con quelli della concorrenza. Questo consente ai manager della
Deutsche Bank di ricevere grossi introiti non appena l'incremento del titolo
supera il 3 per cento su base annua e ciò avviene anche quando gli altri titoli
bancari fanno registrare performance decisamente migliori. Siamo poi
particolarmente critici nei confronti del cosiddetto re-pricing portato avanti
da Deutsche Bank.Quando il titolo Deutsche Bank crolla e le opzioni con alti
prezzi di sottoscrizione perdono praticamente del tutto il loro valore, i
manager possono disfarsi delle opzioni il cui valore è quasi nullo e riceverne
in cambio di nuove, più interessanti e a costi di sottoscrizione decisamente
inferiori. Questo non è corretto nei confronti degli azionisti che devono
seguire tutto il faticoso percorso in discesa del prezzo dei titoli, mentre i
manager cadono sempre in piedi. FACTIVA
PARTICIPA EN LA LUCHA CONTRA EL BLANQUEAMIENTO DI DINERO UN ÍNDICE GLOBAL AYUDA
A LAS INSTITUCIONES FINANCIERAS A CUMPLIR SUS OBLIGACIONES EN MATERIA DE
INVESTIGACIÓN DE CLIENTES, Y A LOS ORGANISMOS GUBERNAMENTALES A ASUMIR SUS
RESPONSABILIDADES LEGALES Madrid,
1 ottobre 2002 - Factiva, una empresa de Dow Jones y Reuters, lanza hoy mismo
Factiva Public Figures & Associates, un directorio completo de funcionarios
gubernamentales, políticos y personalidades influyentes en todo el mundo, así
como de sus socios. Factiva Public Figures & Associates señala las personas
que podrían justificar una investigación detallada por sus nexos políticos,
un aspecto muy importante de la reciente legislación contra el blanqueo de
dinero que incluye la Ley Patriótica (Patriot Act) de los Estados Unidos y que
ha establecido obligaciones para los bancos como la debida investigación de
clientes (Customer Due Diligence) derivadas del Comité de Basilea sobre la
Supervisión de la Banca. También incluye las listas de nacionales objeto de
una designación especial, como las que expiden la Oficina estadounidense de
control de bienes extranjeros y la Unión Europea. Desde la introducción de
este servicio en el mercado en el pasado mes de mayo, UBS AG y un importante
banco alemán se han sumado a los abonados de Factiva Public Figures &
Associates. "Ubs estima que Factiva Public Figures & Associates es la
fuente principal de información sobre personalidades del ámbito político, así
como una excelente herramienta para cumplir con la debida investigación de
clientes", afirma Michael Alkalay, Director ejecutivo de la Unidad de
Información Financiera de Ubs. "Ubs es el mayor proveedor de servicios de
banca privada y gestión de patrimonio, por lo que recurre a las mejores
herramientas para sus operaciones de cumplimiento legal", añade Alkalay.
"Quedamos impresionados con el producto de Factiva y se ha vuelto muy
importante en nuestros procedimientos de investigación de clientes".
"El hecho de que el producto mencione a los familiares y socios cercanos de
las personas representa una ventaja competitiva importante en este mercado
emergente. Ningún otro producto ofrece la capacidad de desembrollar redes
complejas de relaciones personales y políticas como Factiva Public Figures
& Associates gracias a la amplitud de su base de datos", señala Clare
Hart, Presidenta y Directora general de Factiva. "En vista de la situación
política y económica actual, Factiva se enorgullece de poder ayudar a las
instituciones a mejorar la gestión de riesgos reglamentarios y evitar así
actos deshonestos". Factiva Public Figures & Associates refleja la
integridad periodística y la vasta experiencia de Dow Jones y Reuters en la
producción de informes, ya que obtiene su información de los inmensos archivos
de estos dos proveedores de noticias mundiales, así como de casi 8000 fuentes
multilingües accesibles por conducto de los productos de Factiva y de una
enorme cantidad de fuentes en idioma local disponibles únicamente en forma
impresa. Al contrario de otros índices comparables que combinan fuentes de
información externas, Factiva conduce sus propias investigaciones y
comprobaciones para generar el perfil más completo y exacto del medio político
de cada país. Factiva Public Figures & Associates incluye mucho más
personalidades influyentes que cualquier otro directorio internacional. Ofrece
una base de datos inicial de 176.000 nombres, que llegará a superar las 280.000
entradas en 2003 convirtiendo a este servicio en la fuente de información más
exacta, completa y actualizada. Por otro lado, Factiva Public Figures &
Associates contiene perfiles de países que brindan a los usuarios una ayuda muy
valiosa para ubicar a una determinada figura pública en un contexto político,
económico y social más amplio. "Los productos como Factiva Public Figures
& Associates que abordan los problemas de la debida investigación de
clientes que deben enfrentar los banqueros según la Ley Patriótica de los
Estados Unidos y otras leyes sobre el blanqueo de dinero, representan opciones
extremadamente útiles ", observa J. Byrne, Director de asesoría y
cumplimiento legal de la Asociación de Banqueros Estadounidenses. Factiva
Public Figures & Associates utiliza un XML convencional transmitido por un
enlace protegido, que puede personalizarse e integrarse en la intranet local del
cliente o en su sistema de gestión de contenido informativo. Una vez
suministrado e integrado el producto, todas las búsquedas se efectúan con la
protección del sistema cortafuegos de la institución. Factiva Public Figures
& Associates también puede entregarse en un Cd-Rom. Infolink: www.factiva.com/publicfigures
ASSURANCE:
UN PAS IMPORTANT SUR LA VOIE D'UN MARCHE FINANCIER EUROPEEN INTEGRE VIENT D'ETRE
FRANCHI AVEC L'APPROBATION DE LA DIRECTIVE SUR L'INTERMEDIATION EN ASSURANCE Bruxelles,
1 ottobre 2002 La Commission européenne a salué l'approbation, par le Conseil
des ministres de l'UE, de la directive sur l'intermédiation en assurance, qui débouchera
sur un choix plus grand et une protection accrue pour les consommateurs, tout en
permettant aux intermédiaires d'assurance tels que les courtiers d'assurance,
les banques et les concessionnaires automobiles - de commercialiser leurs
services à l'échelle transfrontalière. En vertu de cette directive, tous les
intermédiaires devront être immatriculés dans leur État membre d'origine.
Cette immatriculation sera subordonnée à des critères stricts. Les intermédiaires
ayant obtenu leur immatriculation seront libres de vendre leurs services partout
dans l'Union. Dès son entrée en vigueur, fin 2004, la directive, qui est basée
sur une proposition de la Commission de septembre 2000 (cf. IP/00/1048 ),
remplacera une directive de 1977, devenant ainsi le seul instrument
communautaire contraignant applicable aux personnes physiques et morales qui
vendent des produits d'assurance pour le compte de tiers. Il s'agit d'une mesure
prioritaire dans le cadre du plan d'action de l'UE pour les services financiers,
dont l'objectif final est d'établir un marché européen des services
financiers qui soit réellement intégré et dans lequel les consommateurs
puissent avoir confiance. La directive sera considérée comme officiellement
adoptée dès qu'elle aura été signée par les présidents du Parlement et du
Conseil. M. Frits Bolkestein, membre de la Commission chargé du marché intérieur,
a déclaré ce qui suit: "Le marché européen de l'assurance tirera un
large profit de cette mesure juridique équilibrée. Les intermédiaires d'assurance
constituent des maillons importants pour ce qui est de la distribution des
produits d'assurance. Grâce à la directive, il leur sera plus facile d'exercer
leur profession partout où ils le souhaitent dans l'Union. Cette directive débouchera
également sur un accroissement de l'offre de produits d'assurance pour les
consommateurs, qui auront également la certitude qu'ils peuvent se fier aux
conseils prodigués par les intermédiaires". Principales dispositions de
la directive En vertu de la directive, toutes les personnes physiques et morales
qui exercent une activité d'intermédiaire d'assurance ou de réassurance sont
tenues de se faire immatriculer dans leur État membre d'origine, aux conditions
minimales suivantes: posséder les connaissances et aptitudes appropriées
telles qu'elles sont déterminées par ledit État membre; jouir de l'honorabilité
voulue; être couverte par une assurance de la responsabilité civile
professionnelle ou toute autre garantie équivalente, portant sur la
responsabilité résultant d'une faute professionnelle (à raison d'au moins 1
000 000 euros par sinistre et 1 500 000 euros par an globalement); détenir une
capacité financière suffisante pour protéger les clients contre l'incapacité
éventuelle de l'intermédiaire de transférer les primes aux entreprises d'assurance
ou de transférer aux assurés le montant des indemnisations obtenues au titre
des polices souscrites. Ces obligations minimales garantissent un niveau élevé
de professionnalisme et de compétence. Les États membres peuvent adopter des
dispositions plus strictes, qui ne s'appliqueront cependant qu'aux intermédiaires
immatriculés sur leur territoire. Sur la base de leur immatriculation dans leur
État membre d'origine, les intermédiaires d'assurance ou de réassurance
pourront exercer leur activité dans d'autres États membres. La directive exige
également des intermédiaires d'assurance qu'ils fournissent aux consommateurs
des explications claires sur les raisons qui motivent leurs conseils quant à l'achat
d'un produit d'assurance déterminé. Ils devront préciser par écrit, d'une
manière compréhensible pour les clients, pourquoi ils recommandent un produit
particulier compte tenu des besoins des intéressés. La directive permet aux
autorités financières et à d'autres organismes de l'État membre (entreprises
d'assurance ou associations professionnelles) de s'associer au processus d'immatriculation,
par exemple en immatriculant les intermédiaires d'assurance sous la supervision
ou le contrôle de l'autorité compétente de cet État. En vertu de la
directive, les États membres sont tenus de veiller à ce que le public puisse
accéder facilement, au moyen d'un guichet unique, aux informations ayant trait
aux intermédiaires d'assurance et de réassurance immatriculés, aux autorités
compétentes auprès desquelles ils sont immatriculés, ainsi qu'aux États
membres dans lesquels ils exercent leur activité. Enfin, la directive encourage
les États membres à mettre en place des procédures adéquates et efficaces en
vue du règlement extrajudiciaire des litiges, au moyen notamment du réseau
transfrontalier Fin-Net lancé par la Commission en 2001 (voir IP/02/1258 et
IP/01/152 et http://finnet.jrc.it/ Le
texte de la directive approuvé par le Conseil inclut désormais toutes les
modifications apportées en deuxième lecture par le Parlement européen; il est
disponible dans son intégralité sur le site internet Europa, à l'adresse
suivante: http://www.europa.eu.int/comm/internal_market/fr/finances/insur/index.htm
BANCA
LOMBARDA: INIZIO DELLE NEGOZIAZIONI DEI "WARRANT AZIONI ORDINARIE BANCA
LOMBARDA E PIEMONTESE 2002/2004" Brescia,
1 ottobre 2002 - Si rende noto che la Borsa Italiana, dopo aver preso atto, tra
l'altro, del deposito presso la Consob in data 27 settembre 2002 della Nota
Integrativa per la quotazione dei "Warrant azioni ordinarie Banca Lombarda
e Piemontese 2002/2004", avvenuto a seguito di nulla osta n. 2063557 del 26
settembre 2002, e del fatto che la stessa è stata messa a disposizione del
pubblico, in data 30 settembre 2002 ha disposto l'inizio delle negoziazioni di
detti warrant sul Mercato Telematico Azionario a decorrere dal 2 ottobre 2002.
Il quantitativo minimo di negoziazione è fissato in n. 1 warrant. Si ricorda
che i warrant, emessi nell'ambito dell'operazione di aumento di capitale sociale
deliberata dall'Assemblea Straordinaria dei soci il 24 aprile 2002, danno
diritto a sottoscrivere azioni Banca Lombarda in ragione di n. 1 azione ogni n.
65 warrant posseduti ad un prezzo unitario di Euro 9,7, secondo le modalità ed
i termini fissati nel relativo Regolamento, disponibile anche sul sito della
Banca, www.bancalombarda.it ANTONVENETA:
AVVICENDAMENTO IN COMITATO ESECUTIVO GIANNI MION, AMMINISTRATORE DELEGATO DI
EDIZIONE HOLDING ENTRA NEL COMITATO ESECUTIVO Padova,
1 ottobre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Banca Antonveneta, riunitosi
il 30 settembre 2002 a Padova, ha deliberato la nomina nel Comitato Esecutivo
del Consigliere di Amministrazione Dott. Gianni Mion, Amministratore Delegato di
Edizione Holding. Il Dott. Mion sostituisce nel Comitato Esecutivo il Cavaliere
del Lavoro Sig. Gilberto Benetton, che mantiene naturalmente la carica di
Consigliere. LA
COMMISSIONE EUROPEA AUTORIZZA LA COSTITUZIONE DI UN'IMPRESA COMUNE TRA AGERE,
INFINEON E MOTOROLA Bruxelles,
1 ottobre 2002 La Commissione europea ha autorizzato un progetto di impresa
comune denominata StarCore Llc - tra Agere, Infineon e Motorola, nel campo della
progettazione di elementi base dei processori di segnale digitale (Dsp) e della
concessione delle relative licenze. Nel 1998, Agere e Motorola hanno costituito
il centro comune di progettazione StarCore (StarCore Joint Design Center) per la
progettazione in comune di elementi base dei Dsp(1), che saranno trasformati in
chip Dsp, commercializzati esclusivamente da Agere e Motorola. Motorola e Agere
apporteranno ora il loro know-how e i diritti di proprietà intellettuale
relativi ai Dsp nella StarCore Llc. Analogamente, Infineon apporterà nella
StarCore Llc le sue attività di progettazione di elementi base dei Dsp e di
concessione di licenze (Caramel). Insieme ai diritti di proprietà
intellettuale, le parti trasferiranno a StarCore Llc i centri di progettazione
già esistenti negli Stati Uniti, dove ha sede il centro comune di progettazione
StarCore, e in Israele, dove ha sede il centro di progettazione di Infineon.
Nell'ambito di un accordo per la costituzione di una società a responsabilità
limitata, notificato alla Commissione europea il 27 agosto, Agere, Infineon e
Motorola acquisiscono il controllo in comune di StarCore Llc. Dall'indagine
condotta dalla Commissione risulta che le sovrapposizioni tra StarCore Llc e le
società madri, sia orizzontali che verticali, sono limitate e che l'operazione
non dà adito a preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza. Agere opera
nel campo della progettazione, sviluppo e fabbricazione di circuiti integrati
per un'ampia gamma di sistemi di comunicazione e di sistemi informatici, nonché
di componenti optoelettronici per reti di comunicazioni. Infineon è un
fornitore di semiconduttori e soluzioni di sistema per applicazioni nei mercati
delle comunicazioni fisse e senza filo, per sistemi di sicurezza e smart card,
per i settori automobilistico e industriale, oltre a fornire memorie. Motorola
è un fornitore di comunicazioni senza filo, semiconduttori e componenti e
servizi per sistemi elettronici avanzati. JUVENTUS
FOOTBAL CLUB ESERCIZIO CHIUSO IL 30 GIUGNO 2002: UTILE NETTO DI CIRCA 6,1
MILIONI DI EURO, IN AUMENTO DEL 6,2% RISPETTO AI CIRCA 5,8 MILIONI DI EURO
DELL'ESERCIZIO 2000/2001. ANDREA PININFARINA ENTRERA' IN CDA INSIEME A GHEDDAFI
JUNIOR Milano,
1 ottobre 2002 - Ieri a Milano l'ad della societa' bianconera, Antonio Giraudo,
aveva annunciato che all'assemblea di ottobre il cda proporra' ai soci
l'innalzamento da sette a nove dei componenti del consiglio stesso, e appunto
l'ingresso Al Saadi Gheddafi e di ''un imprenditore di cui non vi sveliamo il
nome''. E' Andrea Pininfarina l'imprenditore che entrera' nel consiglio di
amministrazione della Juventus insieme a Gheddafi junior. Il Consiglio di
Amministrazione della Juventus Football Club S.p.A., riunitosi a Torino il 20
settembre 2002 sotto la Presidenza di Vittorio Caissotti di Chiusano, ha
approvato il Progetto di Bilancio dell'esercizio chiuso il 30 giugno 2002, che
verrà sottoposto all'Assemblea degli Azionisti convocata per il giorno 28
ottobre in prima convocazione ed il 25 novembre in seconda convocazione. Il
Progetto di Bilancio dell'esercizio 2001/2002 conferma i risultati
economico-finanziari deliberati dal Consiglio di Amministrazione della Società
del 13 agosto 2002, che aveva approvato la IV Relazione Trimestrale
dell'esercizio 2001/2002. L'esercizio 2001/2002 si è chiuso con un Utile Netto
di circa 6,1 milioni di Euro, in aumento del 6,2% rispetto ai circa 5,8 milioni
di Euro dell'esercizio 2000/2001. L'esercizio 2001/2002 da un lato ha
beneficiato del rilevante apporto della Gestione Calciatori (che è stata
positiva per 45,9 milioni di Euro, contro un saldo negativo per 8,7 milioni di
Euro dell'esercizio 2000/2001), dall'altro ha scontato l'impatto negativo
derivante dall'imputazione degli oneri straordinari di quotazione (che sono
stati complessivamente di circa 5,9 milioni di Euro). I Ricavi dell'esercizio
2001/2002 sono stati di circa 175,3 milioni di Euro, in aumento del 2,5%
rispetto ai 171,1 milioni di Euro dell'esercizio precedente grazie all'aumento
dei ricavi da gare e, soprattutto, ai maggiori proventi da diritti
radiotelevisivi, telefonici e proventi da U.E.F.A. Champions League. I Costi
Operativi dell'esercizio 2001/2002 sono stati complessivamente di 188,2 milioni
di Euro, in aumento rispetto ai 146,5 milioni di Euro dell'esercizio precedente
sostanzialmente a seguito dell'incremento delle spese per il personale.
Nell'esercizio 2001/2002 sono stati contabilizzati premi per la Vittoria dello
Scudetto per un importo complessivo di 10,4 milioni di Euro, contro i 6,8
milioni di Euro nel 2000/2001 a fronte del raggiungimento del secondo posto in
Campionato. Il Margine Operativo Lordo dell'esercizio 2001/2002 è stato
negativo per 12,8 milioni di Euro, contro un saldo positivo di 24,6 milioni di
Euro dell'esercizio 2000/2001. Il Risultato Ordinario dell'esercizio 2001/2002
è stato positivo per 20,8 milioni di Euro, in aumento rispetto ai 9 milioni di
Euro dell'esercizio precedente. Per quanto riguarda gli aspetti patrimoniali e
finanziari, il Valore netto contabile dei diritti pluriennali alle prestazioni
dei calciatori al 30 giugno 2002 ammontava a 220,6 milioni di Euro, in aumento
rispetto ai 116,6 milioni di Euro de! 30 giugno 2001 a seguito degli
investimenti netti realizzati nella Campagna Trasferimenti 2001/2002. Il
Capitale Circolante Netto al 30 giugno 2002 era negativo per 225,3 milioni di
Euro, in diminuzione rispetto al saldo negativo di 170,5 milioni di Euro del 30
giugno 2001. La Posizione Finanziaria Netta a fine giugno 2002 era positiva per
circa 95 milioni di Euro, in aumento rispetto al saldo positivo di 67,6 milioni
di Euro di fine giugno 2001. L'aumento di capitale realizzato in sede di
quotazione (62,6 milioni di Euro), il cash flow (utile di esercizio +
ammortamenti) per 75,3 milioni di Euro, la diminuzione del capitale circolante
netto (54,9 milioni di Euro) e l'aumento del Fondo TFR e degli altri Fondi (15,2
milioni di Euro), hanno più che compensato gli investimenti netti effettuati
(178,9 milioni di Euro) e la distribuzione dei dividendi (1,1 milioni di Euro),
consentendo, al netto di altre variazioni minori, un miglioramento di 27,4
milioni di Euro della Posizione Finanziaria Netta. Il saldo positivo per circa
95 milioni di Euro della Posizione Finanziaria Netta a fine giugno 2002 era
composto da disponibilità fiquide depositate su conti correnti bancari (92,9
milioni di Euro, contro 64,9 milioni di Euro a fine giugno 2001) e quote di
fondi comuni e polizze di capitalizzazione (2,1 milioni di Euro, contro 2,7
milioni di Euro a fine giugno 2001). Il Patrimonio Netto al 30 giugno 2002 era
di 99,5 milioni di Euro, in aumento rispetto ai 32,5 milioni di Euro del 30
giugno 2001 grazie all'aumento di capitale ed all'utile netto dell'esercizio, al
netto dei dividendi distribuiti. Tenuto conto che la Società a fine giugno 2002
ed a fine giugno 2001 evidenziava una situazione di liquidità netta, il
risultato del rapporto Indebitamento Finanziario Netto/Patrimonio Netto (Debt/Equity
ratio) a fine giugno 2002 ed a fine giugno 2001 non era significativo. Proposta
di divìdendo - II Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre
all'Assemblea la distribuzione un dividendo unitario di Euro 0,012 (con credito
di imposta senza limitazioni), contro il dividendo unitario di Euro 0,011
(equivalente a Euro 0,054 prima dell'operazione di frazionamento deliberata
dall'Assemblea Straordinaria degli Azionisti del 4 settembre 2001) distribuito a
valere sull'utile dell'esercizio 2000/2001. Lo stacco del dividendo avverrà in
data 4 novembre 2002 ed il pagamento sarà effettuato dal 7 novembre 2002
(cedola n'4). Azioni proprie - II Consiglio di Amministrazione ha deliberato di
proporre all'Assemblea di rinnovare la delibera di acquisto azioni proprie per
un massimo di n. 12 milioni di azioni della Società ad un corrispettivo non
inferiore a 0,1 Euro, pari al valore nominale, e non superiore a 5 Euro. I fatti
di rilevo dell'esercizio 2001/2002 - La stagione sportiva 2001/2002 si è
conclusa con la Vittoria del venttseiesimo Scudetto. La Prima Squadra ha anche
disputato la finale delia Coppa Italia e le squadre giovanili hanno registrato
risultati di eccellenza nei rispettivi campionati: i Berretti si sono
aggiudicati il torneo, i Giovanissimi le finali, la Primavera e gli Allievi
hanno raggiunto i quarti di finale. La Campagna Trasferimenti 2001/2002
complessivamente ha comportato, tenendo conto anche delle risoluzioni delie
compartecipazioni, uno sbilancio finanziario di 50,1 milioni di Euro, per
effetto di investimenti per 215,5 milioni di Euro, al netto dì cessioni per
159,9 milioni di Euro e di risoluzioni compartecipazioni che hanno determinato
un incasso di 5,5 milioni di Euro. L'effetto economico, comprensivo anche delle
risoluzioni delle compartecipazioni, è stato positivo per 114,1 milioni di
Euro. Nella seconda metà del novembre 2001, Juventus e Nike European Operations
Netherlands B.V. ("Nike") hanno raggiunto un accordo con una durata di
dodici anni a partire dal 1° luglio 2003, In particolare, Nike sarà lo sponsor
tecnico della Juventus Football Club e si occuperà dell'intero settore
licensing della Società e svilupperà prodotti e servìzi a marchio Juventus
creando una rete di punti vendita tradizionali, on-line e per corrispondenza (retail
operations}. Nike ha la facoltà di recedere dal contratto al termine di ogni
triennio qualora il Gruppo Nike sia colpito da condizioni economiche gravemente
negative. Il corrispettivo minimo complessivo previsto dal contratto per i
dodici anni del rapporto è di circa 157,3 milioni di Euro, oltre alile
forniture annuali di materiale tecnico ed alle royalties sull'attività
licensing e retail operations. Fino al 30 giugno 2003, quindi per tutta la
stagione in corso, la Juventus Football Club proseguirà la collaborazione con
Lotto quale sponsor tecnico e licenziatario. In data 18 dicembre 2001 Borsa
Italiana ha disposto l'ammissione a quotazione, a decorrere da! 20 dicembre
2001, sul Mercato Telematico Azionario (Mta) - Segmento di Mercato "Str"
delie azioni della Società. L'aumento di capitale ha comportato un introito
complessivo per ta Società di 62,6 milioni di Euro, al lordo delle commissioni
e degli oneri accessori. In data 18 giugno 2002 la Juventus Football Club ha
firmato un protocollo d'intesa in forza del quale il Comune di Torino si è
impegnato a concedere alla Juventus Football Club lo Stadio Delle Alpi e le aree
adiacenti, costituendo entro i) 31 ottobre 2002 un diritto di superficie
novantanovennale, rinnovabile alla scadenza su richiesta della, stessa Juventus
Football Club. Il corrispettivo pattuito a di 24 milioni di Euro, di cui 6
milioni di Euro verranno versati all'atto della costituzione del diritto di
superficie. I restanti 18 milioni di Euro saranno pagati in nove rate annuali
costanti a partire dal 1° luglio 2003. Come previsto dal contratto stipulato
nel marzo 2001, in data 13 luglio 2001 la Società ha acquisito il 96,62% del
capitale sociale della Campi di Vinovo S.p.A. proprietaria di un'area di circa
500.000 mq situata nei Comuni di Vinovo e Nichelino. L'investimento complessivo
delta Juventus Football Club per t'acquisto delle azioni Campi di Vinovo è
stato di 16,7 milioni di Euro. Entro la fine del 2002 dovrebbe completarsi
l'iter autorizzativo per l'ottenimento delle concessioni necessarie per lo
sviluppo del progetto "Mondo Juve". I fatti di rilevo dopo II 30
giugno 2002 - La stagione sportiva 2002/2003 è iniziata con un nuovo successo:
la Vittoria della Supercoppa Italiana. In data 2 agosto 2002 è stato firmato un
contratto di sponsorizzazione ufficiale per le competizioni U.E.F.A., la Coppa
Italia e la Supercoppa Italiana per la stagione 2002/2003 per un importo di 4,5
milioni di Euro ed un performance bonus di 2 milioni di Euro in caso di vittoria
della U.E.F.A. Champìons League con la Tamoil Petroli S.p.A. (a cui, inoltre,
è stata garantita un'opzione per il rinnovo del contratto per la stagione
successiva a parità di condizioni economiche), in sostituzione di TU Mobile
S.p.A. con cui sono stati risolti i contratti di sponsorizzazione. Per quanto
riguarda la Campagna Trasferimenti 2002/2003, fé operazioni perfezionate al
termine deità prima fase (13 settembre 2002) hanno comportato, tenendo conto
anche delle risoluzioni delle compartecipazioni e dell'acquisto di opzioni, uno
sbilancio finanziario di 7,6 milioni di Euro, per effetto di investimenti per
37,3 milioni di Euro e di risoluzioni delle compartecipazioni e dell'acquisto di
opzioni che hanno determinato un esborso di 6,8 milioni di Euro, al netto di
cessioni per 36,5 milioni dì Euro. L'effetto economico, comprensivo anche delle
risoluzioni delle compartecipazioni ed al lordo di eventuali oneri accessori, è
stato positivo per 16,3 milioni di Euro e verrà contabilizzato nel conto
economico dell'esercizio 2002/2003. Gli acquisti e le cessioni a titolo
temporaneo dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori hanno
determinato un effetto economico-finanziario netto negativo per 8,2 milioni di
Euro. Per quanto riguarda la Campagna Abbonamenti relativa alla stagione
sportiva 2002/2003. a fine agosto 2002 risultavano sottoscritti 28.283
abbonamenti per un incasso di 5,2 milioni di Euro. Pravedibile evoluzione della
gestione - L'andamento dell'esercizio 2002/2003, come di consueto, sarà
significativamente influenzato sia dall'andamento della stagione sportiva che
dagli effetti economici derivanti dalla Campagna Trasferimenti 2002/2003 (la cui
prima fase, dopo la riapertura dei termini deliberata daf Consiglio della
F.I.G.C. del 3 settembre 2002, o terminata in data 13 settembre 2002, mentre la
seconda fase si svolgerà tra il 2 gennaio ed il 31 gennaio 2003). Nella
stagione 2001/2002 fa Campagna Trasferimenti aveva determinato un impatto sul
conto economico dell'esercizio (comprensivo anche delle risoluzioni delle
compartecipazioni) positivo per 114,1 milioni di Euro. INFERENTIA
DNM APPROVATA LA RELAZIONE SEMESTRALE AL 30 GIUGNO 2002 CRESCITA DEGLI
ORDINATIVI NELL'ATTIVITA' CORE DEL GRUPPO VALORE DELLA PRODUZIONE A € 20,1
(+51%) Milano,
1 ottobre 2002 - Si è riunito ieri a Milano il Consiglio di Amministrazione di
Inferentia Dnm S.p.A. per esaminare la relazione semestrale al 30 giugno 2002.
Il primo semestre 2002, pur presentando ancora un risultato operativo negativo,
conferma i segnali positivi, registrati già nel secondo trimestre dell'anno,
derivanti dall'incremento degli ordinativi in particolare nell'area delle
attività core del gruppo. Il primo semestre 2002 è caratterizzato dalla
rilevante variazione dell'area di consolidamento rispetto all'equivalente
periodo dell'esercizio precedente, dovuto alle acquisizioni completate nella
seconda parte dello scorso anno. Il conto economico consolidato recepisce
infatti, rispetto al primo semestre 2001, il consolidamento per tutto il periodo
di riferimento del Gruppo ex Dnm e del Gruppo Fullsix (Francia). I risultati di
periodo sono sostanzialmente in linea con le previsioni contenute nel piano
industriale del gruppo e sono così sintetizzabili: il valore della produzione
consolidato ammonta a circa € 20,1 milioni, in crescita del 51% rispetto ai
circa € 13,3 milioni del 1° semestre 2001 Tale crescita è dovuta
sostanzialmente all'ampliamento del perimetro di consolidamento; l'Ebitda
consolidato è negativo per circa € 6,3 milioni (nel 1° semestre 2001 era
positivo per € 1 milione); l'Ebita consolidato è negativo per circa € 8,2
milioni 1° semestre 2001 era sostanzialmente negativo per 0,1 l'Ebt consolidato
è negativo per circa € 4 milioni (nel 1° semestre 2001 era negativo per
circa € 0,5 milioni). Sul risultato a livello di Ebt ha positivamente influito
la rinuncia, da parte di Fineco S.p.A., come previsto nell'accordo di
risanamento e rilancio del gruppo Inferentia Dnm dello scorso aprile, a € 7
milioni di crediti finanziari, nonché l'eccedenza di prezzo, pari a circa € 2
milioni, derivante dalla cessione a Wpp delle azioni Inferentia Dnm detenute da
Banca Arner. Al 30 giugno 2002 la posizione finanziaria netta consolidata è
negativa per circa € 13 milioni e registra, rispetto al 31 marzo 2002, un
miglioramento di oltre € 11 milioni. Tale miglioramento è dovuto sia alla
disponibilità di € 8 milioni circa quale parte dell'aumento di capitale in
azioni ordinarie a fronte dell'impegno irrevocabile di sottoscrizione dei soci
Gruppo Onetone e Fineco S.p.A.; sia alla rinuncia, da parte di Fineco S.p.A., di
crediti finanziari per € 7 milioni, a fronte degli accordi siglati tra i soci
lo scorso 17 aprile. La posizione finanziaria migliorerà nel 3° trimestre di
ulteriori € 23,4 milioni per effetto: dal completamento dell'aumento di
capitale per € 11 milioni circa; dall'eccedenza di prezzo incassata da Banca
Arner per la cessione della propria quota dell'8,74% a Wpp per € 1,9 milioni
circa,; dalla conversione in azioni di risparmio, già deliberata dall'Assemblea
Straordinaria lo scorso 26 settembre, a fronte della linea di credito a suo
tempo concessa a Inferentia Dnm da Bipop-Carire, per € 10,5 milioni. EDISON
INAUGURA IL CANTIERE PER LA COSTRUZIONE DELLA NUOVA CENTRALE TERMOELETTRICA DA
800 MW DI ALTOMONTE Milano,
1 ottobre 2002 - Il Ministro delle Attività Produttive, Antonio Marzano, ed il
Sottosegretario alle Attività Produttive, Giovanni Dell'Elce, hanno presenziato
oggi alla cerimonia di posa della prima pietra della centrale termoelettrica a
ciclo combinato che la Edison ha in costruzione ad Altomonte (Cosenza). Alla
manifestazione hanno preso parte anche il Presidente della Regione Calabria,
Giuseppe Chiaravalloti, e il Sindaco di Altomonte, Costantino Belluscio, oltre
al management della Società e a numerosi invitati. Quella di Altomonte sarà la
prima centrale italiana da 800 megawatt interamente dedicata al mercato libero
dell'energia elettrica; costituisce dunque un importante e concreto passo avanti
nel processo di liberalizzazione del settore. L'investimento, del valore di
oltre 300 milioni di euro, rappresenta uno dei progetti industriali
tecnologicamente più avanzati realizzati in Calabria e consentirà la
produzione di energia elettrica con un rendimento elevatissimo (oltre il 56%) ed
un impatto ambientale minimo. Umberto Quadrino, Presidente della Edison, nel suo
intervento ha ricordato: "Altomonte sarà la prima ad entrare in esercizio
tra le nuove centrali comprese nel piano strategico della Edison, che intende
costruire 4.000 nuovi megawatt in Italia con l'obiettivo di raggiungere, entro i
prossimi cinque anni, una potenza installata complessiva di 14.000 megawatt ed
una quota del mercato elettrico pari al 20%. Tra l'altro - ha proseguito
Quadrino - il piano Edison di focalizzazione sul core business dell'energia
elettrica e del gas e di dismissione delle attività non strategiche consentirà
una riduzione dell'indebitamento di Gruppo di oltre 7 miliardi di euro entro
l'anno". L'impianto entrerà in funzione all'inizio del 2005 e produrrà
oltre 5 miliardi di chilowattora all'anno, una quantità di energia sufficiente,
per esempio, a coprire il fabbisogno domestico di tutte le famiglie di una
regione come la Sicilia. In realtà la produzione di Altomonte sarà venduta al
mercato libero attraverso la Borsa elettrica e consentirà alle aziende, in
primo luogo a quelle locali, di rifornirsi di energia a condizioni favorevoli,
migliorando la propria competitività e creando ulteriori opportunità di
sviluppo e di occupazione. Assai significative saranno le ricadute del progetto
per l'economia e l'occupazione locali. Oltre ai dipendenti diretti
dell'impianto, alla occupazione indotta presso le aziende fornitrici di
apparecchiature elettromeccaniche e a quella che si verrà a creare per la
manutenzione e i servizi nella fase di esercizio, la realizzazione dell'impianto
richiederà 1 milione e 200mila ore di lavoro. Gli addetti impegnati in cantiere
durante i lavori di costruzione saranno mediamente 250, con punte di oltre 600
unità. La centrale di Altomonte adotterà il ciclo combinato alimentato con gas
naturale, la tecnologia di produzione termoelettrica in assoluto più efficiente
e più rispettosa dell'ambiente. Infatti a parità di energia prodotta, rispetto
ad un impianto termoelettrico convenzionale, tale processo consente un notevole
risparmio di combustibile; riduce della metà le emissioni di CO2; abbatte a
meno di un terzo quelle di ossidi di azoto ed elimina del tutto le emissioni
solforose e di polveri. L'impianto sarà certificato per la gestione ambientale,
come tutte le altre centrali del Gruppo, secondo la rigida normativa europea
Emas e per la gestione della sicurezza adotterà l'altrettanto stringente
certificazione internazionale Ohsas. Oltre ai vantaggi del ciclo combinato già
descritti, la centrale Edison di Altomonte disporrà di alcune soluzioni
tecniche innovative per migliorarne ulteriormente la performance ambientale. Tra
queste, l'adozione di un sistema di combustione denominato Dry Low Nox, che
consente emissioni di ossidi di azoto inferiori a 50 milligrammi per normal
metro cubo, un valore bassissimo. La riduzione del consumo di risorse idriche è
un'altra caratteristica peculiare della centrale di Altomonte, che ne userà
circa un centesimo rispetto ad una normale. Infatti, la centrale sarà
raffreddata ad aria ed inoltre per gli scarichi di processo verrà adottato un
impianto, denominato Zero Discharge, che permetterà di riciclarli completamente
in un sistema a circuito chiuso. Infine, l'impianto sarà inserito nel
territorio in maniera armoniosa anche dal punto di vista paesaggistico. Ad
esempio con il riempimento, già quasi completato, della vecchia cava
abbandonata adiacente alla centrale; con il rimboschimento del perimetro con
alberi di alto fusto e con l'adozione di soluzioni architettoniche innovative
per gli edifici, al fine di minimizzarne l'impatto visivo. Questi accorgimenti,
uniti alla particolare conformazione del sito, che si trova in una conca
naturale all'interno dell'area industriale del Comune di Altomonte, renderanno
la centrale praticamente invisibile dai centri abitati circostanti. WEBING
REALIZZA UNA SOLUZIONE DI ENERGY MANAGEMENT: "ENERGY SERVER": IL
SISTEMA DI TELEMISURA DEI CONSUMI ELETTRICI. Roma,
1 ottobre 2002 - "Energy server" e' un sistema di telemisura di
grandezze elettriche orientato a monitorare i consumi energetici, realizzato in
collaborazione con Techimp, un'azienda nata per iniziativa di docenti e
ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Elettrica dell'Università di Bologna
come spin-off accademico, con l'obiettivo di esercitare attività relative alla
diagnostica all'automazione e allo sviluppo tecnologico, elettrico ed
elettronico, di sistemi e processi produttivi. "Energy server" e' uno
strumento che consente di controllare e pianificare i profili di consumo in
accordo con le norme vigenti sul territorio dello stato italiano. Ad oggi,
usufruiscono dei servizi erogati da ³Energy Server² circa 200 aziende
consorziate. Tra le grandezze più significative trattate vi sono: Energia
Attiva; Energia Reattiva; Potenza Attiva; Potenza Reattiva; Fattore di Potenza.
Funzionalità: Visualizzazione in forma grafica o tabellare le grandezze
elettriche su base settimanale, mensile, annuale. Visualizzazione in forma
grafica o tabellare le grandezze elettriche variano gli intervalli di
risoluzione (15 min, 60 min, giorno settimana, mese. Valutazione oneri
aggiuntivi dovuti al bilanciamento. Modifica profilo dei propri consumi.
Segnalazione via email, Sms di allarmi dovuti al verificarsi di superi di soglie
preimpostate dall'utente. Fatturazione virtuale. Esportazione dei dati in file
di testo (Csv) per operazioni di post-elaborazione da parte degli utenti. MINISTERO
DELL'AMBIENTE - MINISTERO DELLA GIUSTIZIA : AL VIA LA SOLARIZZAZIONE DEL CARCERE
DI REBIBBIA PARTE OGGI UN PROGETTO PILOTA PER LA REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO
SOLARE TERMICO PER LA PRODUZIONE DI ACQUA CALDA SANITARIA NEL PENITENZIARIO
ROMANO. Roma,
1 ottobre 2002 - Il sole entra nelle carceri italiane. Verrà presentato infatti
domani un progetto pilota per la realizzazione di un impianto solare termico per
la produzione di acqua calda sanitaria nel Carcere di Rebibbia a Roma,
un'iniziativa che ha visto il coinvolgimento diretto di alcuni detenuti. Si
tratta del primo progetto del Protocollo d'intesa tra il Ministero dell'Ambiente
e della Tutela del Territorio e il Ministero della Giustizia per la
solarizzazione dei penitenziari italiani che ha reso disponibili circa 2.600.000
€ a supporto dell'installazione, entro il 2005, e la realizzazione di 5.000
metri quadri di collettori solari, negli Istituti Penitenziari italiani.
"Si tratta di una iniziativa di grande interesse -ha dichiarato il Ministro
dell' Ambiente e della Tutela del territorio, Altero Matteoli- in quanto oltre a
ridurre l' inquinamento e a produrre un notevole risparmio energetico ha una
valenza altamente sociale". Dopo aver frequentato un corso di formazione di
600 ore per installatori di pannelli solari termici, 36 detenuti del
penitenziario di Rebibbia, con il supporto di tecnici specializzati, hanno
contribuito infatti in prima persona alla realizzazione dell'impianto, che sarà
il più grande in Italia. La sinergia tra il Dap (Dipartimento
dell'Amministrazione Penitenziaria), la direzione del penitenziario, i Ministeri
firmatari, il Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile,
l'Enea e la Regione Lazio ha consentito di progettare tre impianti per
complessivi 600m quadri di collettori solari. L'impianto servirà a coprire
circa il 60% della richiesta annua di acqua calda sanitaria caratteristica delle
strutture carcerarie e costituirà oltre che un efficace strumento di riduzione
del danno ambientale, una fonte notevole di risparmio economico e energetico. Al
termine dell'inaugurazione dell'impianto seguirà un convegno dal tema "Il
sole in carcere: esperienze di autocostruzione ed installazione di collettori
solari nell'Istituto penitenziario di Rebibbia". "Si tratta - afferma
il Ministro della Giustizia, Roberto Castelli - di una delle numerose iniziative
in atto nei penitenziari italiani. All'interno delle carceri, infatti, trovano
spazio ogni giorno piccoli e grandi progetti, che danno un senso alle giornate
dei detenuti e che spesso contribuiscono anche a insegnare loro un lavoro, cosa
utilissima in vista del loro reinserimento nella società. Purtroppo, spesso
queste iniziative non salgono all'onore delle cronache, ma ciononostante
incidono sulla qualità della vita all'interno delle carceri". COUNTRY
PRESENTATION PERÙ PER PRESENTARE LA REALTÀ ECONOMICA DEL PERÙ, PAESE
DELL'AREA MENO COLPITO DALLA CRISI ARGENTINA Milano,
1 ottobre 2002 - La delegazione peruviana sarà guidata dal Vice Presidente
della Repubblica e Ministro del Commercio Estero Raùl Diez Canseco, che sarà
affiancato dal vice Ministro del Commercio Estero peruviano Alfredo Ferrero
nonché dal direttore di Proinversion, dal Presidente di Adex (Associazione
degli esportatori), dal vice Presidente della Sin (Società nazionale
dell'industria) e dal direttore di Comex Peru' . Rilevante, per gli operatori
italiani interessati ad investire nel paese, è il prolungamento fino al 2006
dell'Andean Trade Preference Act (Atpa) che assicura tariffe privilegiate per un
gran numero di prodotti diretti al mercato nord americano. Interessante è la
necessità del paese di modernizzare la dotazione di tecnologia. Inoltre è in
corso la riconversione in finanziamenti allo sviluppo di parte del debito che il
paese ha nei confronti dell'Italia. I settori economici che verranno presi in
esame, dopo la panoramica sull'economia del paese, sono il settore dell'agroindustria,
della pesca, del legname. Verranno inoltre presentati progetti su: calzature,
turismo, tessile, gioielleria, caffè, piante medicinali, ceramica, pentolame (
vedi elenco allegato). Nel pomeriggio avranno luogo gli incontri bilaterali tra
i componenti la delegazione e gli operatori italiani secondo un calendario
strutturato in base alle richieste espresse nella scheda di adesione. Giovedi 10
Ottobre 2002 - Ore 9.00 presso la Sede di Ice Milano Sala Pirelli - Corso
Magenta, 59 Le aziende interessate sono pregate di far pervenire la scheda di
adesione allegata al fax 02/4816494. La partecipazione è gratuita. Per maggiori
informazioni contattare Dr.ssa Wilma Facchetti tel 02-48044259 E.mail wilma.facchetti.milano@ice.it
NOTA
INFORMATIVA DELLA CORTE DEI CONTI EUROPEA CONCERNENTE LA RELAZIONE SPECIALE N.
5/2002 SUI REGIMI DI PREMIO ALL'ESTENSIFICAZIONE E DI PAGAMENTO PER L'ESTENSIVIZZAZIONE
NELL'AMBITO DELL'ORGANIZZAZIONE COMUNE DEI MERCATI NEL SETTORE DELLE CARNI
BOVINE (1) Luxembourg,
1 ottobre 2002 Il regime del premio per l'estensificazione (Rpe) è stato
introdotto nel 1992 al fine di incoraggiare una produzione estensiva di carni
bovine rispettando l'ambiente, di ridurre la produzione e di combattere la
crescente tendenza ad una produzione intensiva di carni bovine. Trattasi di un
pagamento addizionale (top up) ai produttori che già beneficiano del premio per
vacca nutrice o del premio speciale, purché soddisfino le condizioni in materia
di produzione estensiva stabilite nei regolamenti comunitari(2). Il controllo
della Corte aveva lo scopo di scoprire in qual misura l'Rpe favoriva
l'allevamento estensivo di bestiame nell'UE e di esaminare l'attuazione del
regime dopo la riforma nell'ambito dell'Agenda 2000. Dal controllo è emerso
quanto segue: l'rpe costituisce un sostegno al reddito dei produttori di bovini
con allevamenti estensivi, ma favorisce poco l'espansione dell'allevamento
estensivo e non incoraggia i produttori intensivi a passare a metodi più
estensivi (i 2/3 delle carni bovine provengono nell'UE da mandrie ad
orientamento lattiero, che tendono ad essere prodotte in allevamenti intensivi);
i limiti di densità (Sd) per i principali regimi si avvicinano ormai a quelli
previsti per l'Rpe e si differenziano soprattutto per gli animali e per la
superficie presi in considerazione ai fini del calcolo dell'Sd; mentre le
riforme dell'Agenda 2000 correggevano gli errori di concezione del regime che
avevano consentito ai produttori di beneficiare dell'Rpe semplicemente adattando
i dati della loro domanda di premio, l'attuazione del regime si è rivelata
problematica in tutti gli Stati membri visitati (Spagna, Francia, Irlanda,
Austria e Regno Unito), soprattutto per quanto concerne le procedure di
controllo e i sistemi di identificazione e registrazione dei bovini; la
Commissione non dispone di informazioni sufficienti sull'impatto dell'Rpe; la
Corte la esorta ad esaminare se l'Rpe è efficace ed efficiente, e se è
coerente con gli altri regimi, quali il regime agroambientale e le indennità
compensative. Va esaminata l'opportunità di modificare i regolamenti per quanto
concerne le carenze dell'analisi dei rischi e le lacune nei controlli.
http://www.eca.eu.int/IT/RS/2002/rs05_02it.pdf La presente nota informativa mira
unicamente a presentare una sintesi. La relazione speciale adottata dalla Corte
dei conti è disponibile sul sito Web e sarà pubblicata prossimamente nella
Gazzetta ufficiale delle Comunità europee, serie C. 2 Le condizioni di
ammissibilità all'rpe esigono che il richiedente mantenga il coefficiente di
densità (Sd) (cioè la capacità foraggera della sua azienda rispetto al numero
e alle specie di animali tenuti) entro determinati limiti. Almeno il 50 % della
superficie foraggera deve essere pascolo, cioè terreno adibito secondo gli usi
locali a pascolo per gli animali. ISTAT:
INDICE DEI PREZZI ALLA PRODUZIONE DEI PRODOTTI INDUSTRIALI AGOSTO 2002 Roma,
1 ottobre 2002 - L'Istituto nazionale di statistica comunica che, sulla base
degli elementi finora disponibili, nel mese di agosto 2002 l'indice dei prezzi
alla produzione dei prodotti industriali con base 1995=100 è risultato pari a
111,3, con un aumento dello 0,1 per cento rispetto al mese precedente e dello
0,2 per cento rispetto al mese di agosto 2001. Al netto delle componenti
prodotti petroliferi ed energia elettrica, gas ed acqua la variazione
congiunturale è di più 0,1 per cento, mentre quella tendenziale è pari a più
0,8 per cento. La variazione della media degli indici negli ultimi dodici mesi
rispetto a quella dei dodici mesi precedenti è risultata pari a meno 0,7 per
cento. La variazione della media degli indici nei primi otto mesi dell'anno 2002
rispetto a quella dei primi otto mesi dell'anno 2001 è pari a meno 0,8 per
cento. ISTAT:COMMERCIO
CON L'ESTERO LUGLIO E AGOSTO 2002 Roma,
1 ottobre 2002 - Dall'introduzione del mercato interno dell'Unione europea, le
due rilevazioni correnti del commercio con l'estero, per i paesi dell'Unione e
per gli altri paesi, rendono disponibili i dati relativi ad uno stesso mese in
momenti differenti: a distanza di un mese dal periodo di riferimento i dati
provvisori relativi agli scambi con i paesi extra UE, di due mesi quelli con i
paesi UE e, di conseguenza, per l'interscambio complessivo. Inoltre, gli indici
delle quantità e dei valori medi unitari sono disponibili a distanza di un
ulteriore mese, essendo elaborati sulla base dei dati rivisti relativi ai flussi
complessivi (UE ed extra UE). Nel mese di agosto 2002, rispetto allo stesso mese
del 2001, le esportazioni verso i paesi extra UE sono aumentate dello 0,7 per
cento, mentre le importazioni sono diminuite del 4,5 per cento. Si ricorda che a
luglio 2002 le esportazioni e le importazioni hanno registrato, rispettivamente,
un aumento tendenziale del 3,4 per cento e del 4,5 per cento. Nel mese di agosto
il saldo commerciale con i paesi extra UE è risultato positivo per 1.948
milioni di euro, rispetto a quello positivo per 1.573 milioni di euro registrato
nello stesso mese dell'anno precedente. Nel periodo gennaio-agosto 2002 il saldo
è stato positivo per 7.108 milioni di euro, a fronte di un valore positivo di
4.404 milioni di euro nello stesso periodo del 2001. Rispetto a luglio 2002, al
netto della stagionalità, le esportazioni sono aumentate dello 0,8 per cento e
le importazioni diminuite dell'1,6 per cento. Nel mese di luglio 2002, rispetto
allo stesso mese del 2001, le esportazioni verso i paesi UE sono cresciute del
3,7 per cento, le importazioni dello 0,1 per cento. Il saldo commerciale è
risultato positivo per 1.339 milioni di euro, a fronte di un attivo di 857
milioni di euro registrato nello stesso mese del 2001. Nel periodo
gennaio-luglio 2002 il saldo è stato negativo per 185 milioni di euro, a fronte
di un valore positivo di 710 milioni di euro registrato nello stesso periodo del
2001. Rispetto a giugno 2002 i dati destagionalizzati registrano un aumento
dell'1,7 per cento delle esportazioni e un incremento dell'1,6 per cento delle
importazioni. Considerando l'interscambio complessivo, nel mese di luglio 2002
le esportazioni sono aumentate del 3,6 per cento e le importazioni del 2 per
cento, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Il saldo commerciale è
risultato positivo per 2.779 milioni di euro, a fronte di un valore positivo di
2.356 milioni di euro registrato nello stesso mese del 2001. Nel periodo
gennaio-luglio 2002 il saldo è stato positivo per 4.976 milioni di euro,
rispetto a un valore positivo di 3.541 milioni di euro registrato nello stesso
periodo del 2001. Nel confronto con giugno 2002 i dati destagionalizzati
indicano un aumento dell'1 per cento delle esportazioni e del 4 per cento delle
importazioni. ENTERPRISE
IRELAND: NUOVA NOMINA E UNICO VERTICE PER IL SUD EUROPA LEO MCADAMS È IL NUOVO
DIRETTORE DI ENTERPRISE IRELAND PER L'ITALIA E LA PENISOLA IBERICA Milano,
1 ottobre 2002 - Enterprise Ireland, l'ente di governo irlandese per il
commercio e le tecnologie, riunisce il Sud Europa, nominando Leo McAdams, già
responsabile di Enterprise Ireland per la regione Iberica, direttore per
l'Italia. Leo McAdams, 35 anni, arriva in Enterprise Ireland dopo aver maturato
una lunga esperienza in Francia nel campo delle telecomunicazioni e della
trasmissione dati, lavorando per aziende quali CII, società americana
specializzata in ricerche di mercato nell'industria delle Tecnologie, e Cxr,
azienda francese di telecomunicazioni. Nel 1998, ottiene il suo primo incarico
in Enterprise Ireland con la responsabilità di promuovere prodotti elettronici
e ad alto contenuto tecnologico per conto dei clienti irlandesi nel mercato
francese. Nel 1999 assume il ruolo di direttore con la responsabilità dei
mercati spagnolo e portoghese. La nomina di Leo McAdams rispecchia la volontà
di sviluppare il business in mercati che presentano caratteristiche simili, come
appunto l'Italia, la Spagna e il Portogallo. Commentando la nomina, Michael
Moriarty, Director Europe, ha affermato: "Per sostenere sfide sempre più
ambiziose, in un momento in cui il mercato è cauto nell'effettuare nuovi
investimenti, la nomina di un direttore responsabile del sud Europa è
funzionale ad una struttura flessibile e reattiva, che gestisca
contemporaneamente le attività e il business dei clienti in diversi
paesi". "Sono convinto che Leo McAdams manterrà gli impegni assunti
nei confronti dei nostri clienti, grazie alla forza e all'esperienza maturata in
diversi mercati. La direzione centralizzata dall'Italia, grazie appunto ad
un'approccio unificato in tutti i mercati coinvolti, consente di coordinare le
strategie e le operazioni più importanti" Ha concluso Michael Moriarty. www.enterprise-ireland.com
ASPETTANDO
LA SANATORIA: LE PREVISIONI DELLE IMPRESE A MILANO PER IL 2002 ASSUNZIONI DI
EXTRACOMUNITARI: LE IMPRESE NE CHIEDONO 2.000 IN MENO Milano,
1 ottobre 2002. La manodopera reclutata fra gli extracomunitari dalle imprese
milanesi supererà nel corso del 2002 quasi le 14.000 unità, ma la richiesta è
in calo di quasi 2.000 unità (-11,9%) rispetto alle previsioni del 2001. Nel
complesso 1 ogni 5 neo assunti (22%) dalle imprese della provincia milanese sarà
un immigrato. Andranno a infoltire soprattutto le fila degli operai delle
imprese dei servizi (55,6%) e di quelle industriali (22,2%); in particolare,
alberghi, ristoranti e turismo in genere (14,1%), ditte di servizi per le
imprese (12,5%) e società di trasporti e servizi postali (7,6%). I più
richiesti sono gli extracomunitari con un'età compresa fra i 26 e i 35 anni
(37,2%) e dovranno essere almeno in possesso della licenza media (60,7%).
Andranno a ricoprire mansioni di operaio generico (23,4%) e addetti alle vendite
e ai servizi alle famiglie (22,5%). È il quadro delineato dall'elaborazione
della Camera di Commercio di Milano attraverso il Lab.MIM su dati Excelsior 2002
di Unioncamere. Il quadro italiano. Le imprese italiane sono intenzionate ad
assumere nel corso del 2002 un numero massimo di quasi 164.000 nuovi dipendenti
extracomunitari (il 24% fra tutte le nuove assunzioni previste in Italia). A
Milano - Richiesta di lavoratori extracomunitari. Le assunzioni di lavoratori
extracomunitari previste dalle imprese milanesi supereranno nel corso del 2002
le 14.000 unità: quasi 2.000 unità in meno (-11,9%) rispetto alle previsioni
del 2001. Il segno negativo risente in particolare del calo di richiesta di
personale a basso profilo. Milano punta così su meno risorse, ma più
qualificate. A Milano - i settori delle imprese che assumono. A Milano candidati
extracomunitari sono ricercati soprattutto da aziende del comparto dei servizi
(55,6% della richiesta di extracomunitari), seguite da quelle dell'industria
(22,2%). Le restanti richieste provengono invece dal commercio (15,7%) e dal
settore delle costruzioni (6,5%). In particolare, il 14,1% dei neo assunti
extracomunitari sono attesi da alberghi, ristoranti e società di servizi
turistici, il 12,5% da fornitori di servizi operativi alle aziende, il 7,6%
dalle ditte di trasporti e servizi postali e il 6,4% da ditte di servizi
avanzati alle imprese. Tra tutte le imprese che arruoleranno extracomunitari il
12,8% saranno imprese artigiane. A Milano - la dimensione delle imprese che
assumono. Sono soprattutto le grandi e piccole imprese milanesi ad avere bisogno
della manodopera extracomunitaria: il 35,3% dei nuovi assunti andrà a imprese
con un numero di dipendenti superiore alle 250 unità e il 31,8% si inserirà in
imprese sino a 9 dipendenti. Il 17,2% andrà in aziende da 50 a 249 dipendenti e
il 15,7% in ditte da 10 a 49 addetti. A Milano - l'età dei neo assunti
extracomunitari. L'età degli extracomunitari da assumere non sarà una
discriminante nel 38,9% dei casi, ma il 37,2% dei neo assunti dovrà avere dai
26 ai 35 anni e il 23,4% non oltre i 25. Solo il 2,5% delle nuove assunzioni
saranno di persone con più di 35 anni. A Milano - l'istruzione dei neo assunti.
Al 60,7% dei nuovi assunti extracomunitari a Milano basterà la licenza di
scuola media, mentre al 22% verrà richiesto un diploma di scuola superiore. Il
9,8% dovrà aver ottenuto una qualifica professionale e l'8,7% una formazione di
tipo professionale. In minoranza i titoli universitari: il 4,8% dovrà possedere
un diploma universitario e il 3,9% una laurea. A Milano - il posizionamento dei
neo assunti. Il tipo di personale più richiesto a Milano fra i neo assunti
extracomunitari sarà quello non qualificato (23,4%), seguito dagli addetti alle
vendite e ai servizi per le famiglie (22,5%), dagli operai specializzati (17,2%)
e dagli operai per le industrie (11,4%). Il 9,7% saranno dei professionisti
tecnici, l'8,8% ricoprirà professioni esecutive relative all'amministrazione e
alla gestione e il 6,5% avrà mansioni intellettuali scientifiche di elevata
specializzazione. In coda, percentuali molto basse di dirigenti e direttori
(0,3%) e lavoratori specializzati nell'agricoltura e nella pesca (0,1%).
Assunzioni di extracomunitari per titolo di studio e posizione professionale (elaborazione della Camera di Commercio di Milano - LabMIM su dati Excelsior 2002)
Assunzioni di extracomunitari per classe d'età e per esperienza (elaborazione della Camera di Commercio di Milano - LabMIM su dati Excelsior 2002)
Assunzioni di extracomunitari per microsettore (elaborazione della Camera di Commercio di Milano - LabMIM su dati Excelsior 2002) Milano, 2002 Totale Totale % Commercio 2284 15,7% Alberghi, ristoranti e servizi turistici 2045 14,1% Servizi operativi alle imprese 1815 12,5% Trasporti e attività postali 1110 7,6% Costruzioni 938 6,5% Servizi avanzati alle imprese 935 6,4% Altri servizi alle persone 719 5,0% Informatica e telecomunicazioni 700 4,8% Sanità e servizi sanitari privati 592 4,1% Industrie oggetti e minuteria in metallo 549 3,8% Industrie macchinari industriali ed elttrodomestici 435 3,0% Industrie macchine e apparecchi elettrici ed elettronici 330 2,3% Industrie del legno e del mobile 255 1,8% Produzione metalli, leghe ed elementi metallici 247 1,7% Industrie chimiche e farmaceutiche 239 1,6% Industrie della gomma e delle materie plastiche 237 1,6% Industrie tessili, dell'abbigliamento e delle calzature 234 1,6% Altre industrie estrattive, petrolifere e produzione di energia 179 1,2% Industrie alimentari 139 1,0% Industrie macchine per ufficio ed elaboratori 124 0,9% Credito e assicurazioni 102 0,7% Industrie apparecchi medicali e di precisione 92 0,6% Industrie della stampa ed editoria 69 0,5% Industrie dei mezzi di trasporto 54 0,4% Istruzione e servizi formativi privati 54 0,4% Accessori personali, per la casa e il tempo libero 18 0,1% Industrie della carta 8 0,1% Industrie strumenti ottici e fotografici 8 0,1% Totale 14511 100,0% Assunzioni di extracomunitari in Italia (elaborazione della Camera di Commercio di Milano - LabMIM su dati Excelsior 2002)
Assunzioni di extracomunitari in
Italia (elaborazione della Camera di
Commercio di Milano - LabMIM su dati Excelsior 2002)
FORMAZIONE,
SMI E ATI PREPARANO I GIOVANI ALLE PROFESSIONI DEL TESSILE E DELLA MODA Milano,
1 ottobre 2002 - Dopo l'incoraggiante successo della scorsa stagione/ Sistema
Moda Italia, l'Associazione italiana delle industrie tessili, d'abbigliamento e
maglieria, e Ati, l'Associazione Tessile Italiana, ritornano nelle scuole per
far conoscere le professioni della moda, 'Preparatevi alla moda del tataro'
Questo è lo slogan dell'iniziativa diretta ai ragazzi delle terze classi delle
scuole medie/ che distribuirà 150mila brochure informative al Centro-Nord e
50mila al Sud, Lo scopo è informare gli studenti che vogliono seguire un
percorso formativo tecnico, sulle molteplici possibilità offerte dal mondo del
tessile- abbigliamento. Contrariamente a quanto si crede, infatti, il settore,
punta di diamante del Made in Italy è sempre alla ricerca di personale
qualificato, creativi e strateghi del marketing, I ragazzi di migliaia di scuole
(sono più di 1.600 solo quelle al Centro-Nord) potranno conoscere le fasi della
lavorazione di un tessuto e di un capo, addentrarsi concretamente in quella che
potrebbe essere la loro professione futura. Cosa fa un modellista? Come si
diventa progettista o disegnatore tessile? La massiccia compagna informativa
analizza e divulga tutti gli aspetti dell'industria del settore, fornendo anche
i profili attitudinali più idonei alle varie attività, E la concretezza passa
anche dalla facilità di contatto tra studenti e scuole: in ogni brochure verrà
inserito un elenco completo degli istituti che nella zona geografica di
riferimento prevedono percorsi formativi sia in campo tessile che abbigliamento.
Si tratta di istituti tecnici e professionali, di istituti tecnici e
professionali, di istituti d'arte a indirizzo tessile-moda, tutti elencati con
la specifica del relativo corso di specializzazione e la durata degli studi. PARTE
LA SPERIMENTAZIONE IN 250 SCUOLE ECCO LA "MAPPA" REGIONE PER REGIONE Roma,
1 ottobre 2002) Sulla base delle comunicazioni pervenute dagli Uffici scolastici
regionali, il Miur rende noti i dati delle istituzioni scolastiche statali e
paritarie che, per l'anno scolastico 2002-2003, attueranno progetti sperimentali
di ricerca e di verifica nella scuola dell'infanzia e nella prima classe della
scuola elementare, per accompagnare il processo di riforma attualmente all'esame
del Parlamento. Verificate le condizioni di fattibilità ed acquisite le
delibere degli organi collegiali delle scuole, i direttori generali degli Uffici
scolastici regionali procederanno quanto prima alla pubblicazione dei piani
regionali, comprendenti le singole istituzioni scolastiche inserite nel progetto
nazionale di sperimentazione. Le istituzioni scolastiche impegnate nella
sperimentazione sono complessivamente 250, tra statali e paritarie, suddivise in
modo uniforme nelle diverse aree del Paese: 48 nel Nord Ovest, 46 nel Nord Est ,
64 al Centro, 53 al Sud e 39 nelle Isole. Le scuole aderenti al progetto
realizzeranno la sperimentazione, sulla base di linee-guida definite dalle
"Indicazioni nazionali", con ampia flessibilità didattica e
organizzativa secondo le prerogative dell'autonomia scolastica. Ministero,
Uffici scolastici regionali e Centri servizi amministrativi (ex-provveditorati
agli studi) hanno già attivato task force di sostegno impiegando il meglio
delle risorse e delle competenze di cui dispongono, per sostenere adeguatamente
il personale delle istituzioni scolastiche statali e paritarie impegnate nel
progetto. Un apposito piano di formazione assistita a distanza, gestito
unitamente all'Indire di Firenze e destinato al personale della scuole statali e
paritarie coinvolte, accompagnerà la realizzazione della sperimentazione. Il
processo sarà altresì seguito e sostenuto dagli Osservatori nazionale e
regionali, con il compito di orientare, rilevare e verificare, anche mediante il
contributo del mondo accademico, l'andamento delle attività attraverso
monitoraggi continui, in modo da garantire il massimo di efficacia
dell'iniziativa in ogni sua fase. Cosi' la ripartizione delle scuole: Abruzzo
10; Basilicata 7; Calabria 17; Campania 16; Friuli V.G. 10; Emilia 20; Lazio 13;
Liguria 9; Lombardia 25; Marche 10; Molise 6; Piemonte 14; Puglia 13; Sardegna
10; Sicilia 29; Toscana 18; Umbria 7; Veneto 16; Totale 250. URBAN
DESIGNER CORSO PER PROGETTISTA DI RISORSE ARCHITETTONICHE ED AMBIENTALI SU
BACINI TERRITORIALI ALLARGATI Siena,
1 ottobre 2002 - - Urban Designer è un corso realizzato da Arsnova in
collaborazione con Siena Città dell'Acqua - Laboratorio di ricerca e
progettazione del Comune di Siena. La particolarità del territorio senese e la
volontà di confronto delle istituzioni con professionisti e specialisti
permettono la pianificazione d'interventi capaci di valorizzare compiutamente
tutte le risorse che vi si trovano. Nasce così la necessità, all'interno di
un'Accademia la cui missione è di focalizzare i contributi formativi verso il
territorio, di costruire gruppi di giovani progettisti in grado di seguire tutte
le fasi di sviluppo del progetto. In questo contesto Siena e la sua provincia
sono il territorio ideale per una sperimentazione che permetta di verificare
idee e progetti all'interno di un quadro sostenibile e permeabile
all'innovazione, con l'utilizzo di strumenti tecnologici avanzati e la
partecipazione di docenti e professionisti di adeguata e differente competenza.
Urban Designer si rivolge a giovani laureati o diplomati e/o a chi già lavora
in settori tecnici o creativi (architetti, designer, ingegneri, grafici,
artisti, videomaker, ecc.), che desiderano apprendere e sperimentare un processo
completo di progettazione e rappresentazione: dalle complessità di un
territorio, alle suggestioni delle sue architetture, alla manualità del
progetto di design, fino alle tecnologie per veicolare i contenuti sui vari
media. Il corso di Arsnova sviluppa esperienze di progettazione architettonica e
di design con declinazioni e competenze multimediali. Il corso di Urban Designer
sviluppa in particolare le competenze necessarie per realizzare e gestire tutte
le fasi del progetto: dalla scala territoriale, alle soluzioni d'interni e
d'allestimento, fino alle integrazioni con le produzioni multimediali più
avanzate per la rappresentazione e la comunicazione finale. Al termine del corso
gli studenti si porranno sul mercato come progettisti capaci di gestire l'intero
ciclo di sviluppo di un progetto ad alta complessità. Arsnova, in
collaborazione con il Comune di Siena, offrirà servizi di orientamento al
mercato e di placement per facilitare l'ingresso nel mondo del lavoro e per
realizzare alcuni dei progetti creati all'interno del corso. Il corso di Urban
Designer si articola su quattro livelli: lo studio di un territorio (Siena e la
sua provincia) tra i più ricchi di patrimonio culturale al mondo con il filo
conduttore dell'acqua e dei manufatti ad essa legati. la progettazione di
ambienti e di allestimenti per la divulgazione scientifica e informativa. il
design di alcuni "strumenti/oggetti d'informazione" per la fruizione e
la conoscenza. l'interfaccia digitale per l'archiviazione e le divulgazione
attraverso il web. All'interno del corso si svolgeranno anche workshop e
seminari per l'applicazione delle tecnologie su progetti concreti. In
collaborazione con Siena Città dell'Acqua i progetti saranno focalizzati su
siti e manufatti legati al complesso e articolato sistema dell'acqua che
costituisce una sorta di museo diffuso nel territorio senese. Saranno
selezionati alcuni elementi sia all'interno della città storica che sul
territorio provinciale attraverso una distinzione tipologica e funzionale che va
dall'approvvigionamento idrico antico agli opifici, dalle opere idrauliche e di
bonifica alle acque in villa. Vengono, inoltre, definite le specifiche di un
Parco Internazionale del Termalismo, le cui caratteristiche sono già state
delineate, che coprirà un'area di quattro importanti comuni della provincia
senese. Queste le fasi dell'intervento: - rilievo mirato delle porzioni di
edifici e contesti utili allo sviluppo del progetto - sviluppo della
modellazione 3D dei rilievi, con l'avvio dell'analisi morfologica, stilistica e
funzionale dei singoli complessi - progettazione per il recupero e la
ridestinazione ad uso espositivo delle differenti aree (con
installazioni/allestimenti per eventi estivi o temporanei, nonché ipotesi di
recupero tipologico e distributivo permanenti) - creazione di una macchina/museo
itinerante per la diffusione dei progetti di Siena città dell'acqua e Parco
Internazionale del Termalismo sul territorio. - ideazione, progettazione e
realizzazione di due siti raccolta delle informazioni dell'intero progetto
contenente: storia del circuito delle acque nella cultura antropica del
territorio, storia architettonica e materiale dei singoli complessi studiati,
pubblicazione dei progetti di recupero e ridestinazione d'uso, con link a siti
tematici nazionali ed internazionali. Il corso sarà condotto da docenti,
professionisti e artisti tra i quali: A12 - Architetti e performer (sezione
workshop) Paolo Atzori - Communication Architect, Cliostraat - Architetti e
performer (sezione workshop), Lorenzo Consalez - Progettazione del Paesaggio,
Attilio Lucini - Architetto - Esperto in pianificazione territoriale, Sergio
Menichelli - Graphic Designer, Francesca Neonato - Architetto del Paesaggio,
Riccardo Palma - Ricercatore e teorico delle mappe, Tim Power - Designer,
Massimo Randone - Architetto e coordinatore scientifico del corso, Denis
Santachiara - Designer, Fabio Sergio - User Experience Designer. Il corso inizia
l'11 novembre 2002. L'impegno complessivo è di 500 ore. L'ammissione dei
candidati avviene secondo una graduatoria stilata in base al curriculum e al
risultato di un colloquio di selezione. La domanda di ammissione, in carta
semplice, corredata da curriculum vitae, deve pervenire ad Arsnova entro venerdì
11 ottobre 2002 anche via fax o posta elettronica. Il costo totale del corso è
di Euro 5000,00 + Iva. Sono previste borse di studio parziali o integrali,
assegnate sulla base dei curriculum e del colloquio di selezione. Per
informazioni e iscrizioni: Il corso si svolgerà presso Arsnova, Accademia delle
Arti Multimediali, http://www.arsnovasiena.org QUATTRORUOTE
INTERVISTA GLI ASSESSORI AL TRAFFICO DELLE GRANDI CITTÀ FANNO UN GRAN BRUTTO
MESTIERE? PARE DI SÌ. Rozzano,
1 ottobre 2002 - Arrivano dalle esperienze professionali più disparate, spesso
guidano auto inquinanti non catalizzate, guadagnano dai 3000 ai 4000 euro netti
al mese e seguono le politiche del traffico più disparate. E' questo il
ritratto della controversa categoria degli Assessori al Traffico delle grandi
città, il mestiere più brutto del mondo, che emerge da un'inchiesta di
Quattroruote di ottobre. A Torino il settore è affidato a una preside di liceo
scientifico, Maria Grazia Sestero, che ha abbandonato solo recentemente la sua
vecchia "2 CV" e considera che i commercianti cittadini costituiscano
una delle forze più ostili ai suoi provvedimenti. Anche a Firenze la materia è
affidata a un insegnante (di greco) in pensione, Vincenzo Bugliani, che utilizza
come auto personale una vecchia Renault "R4"; Bugliani punta sullo
sviluppo del trasporto pubblico con corsie preferenziali per i bus. Di
estrazione puramente politica sono gli assessori di Genova e Napoli. Il primo,
Arcangelo Merella, milita nei Socialisti Democratici Italiani, guida un' Audi
"80 Avant" vecchia di sette anni e affronta, in questi giorni, la
battaglia per l'ennesima rivoluzione nella viabilità cittadina (nella zona
della stazione di Brignole). Il secondo, Luca Antonio Esposito, è schierato con
l'Udeur di Clemente Mastella. "Politica" può essere considerata anche
la carriera di Mario Di Carlo, assessore alla Mobilità di Roma, già presidente
di aziende pubbliche della Capitale e titolare di una Daewoo "Nubira
Station Wagon". Gli unici assessori "tecnici", alla fine,
risultano essere quelli di Milano e di Palermo. Nella città lombarda, infatti,
Giorgio Goggi è architetto e urbanista, mentre nel capoluogo siciliano Lorenzo
Ceraulo, ingegnere trasportista e dirigente del ministero dei Trasporti, assomma
le cariche di assessore alla Mobilità e alle Infrastrutture. Entrambi si
distinguono per un segno di attenzione all'ambiente: pur possedendo auto
personali "normali" rispettivamente una Bmw "523" e una
Volvo "Superpolar" di dodici anni, impiegano come mezzi di servizio
vetture ecologiche una Toyota "Prius" ibrida e una Fiat
"Tempra" a metano. LA
CASA DEL FUTURO? UN NUCLEO ABITATIVO SUPER EFFICIENTE IN PERFETTA ARMONIA CON LA
NATURA... E' COSTRUITA IN LEGNO NATURALMENTE Milano,
1 ottobre 2002 - Lo affermano i risultati di uno studio svolto in Gran Bretagna,
Olanda, Francia e Polonia da Wood Fucus "Nel 2010 il legno diventerà il
materiale edilizio maggiormente diffuso in Europa per la realizzazione di
sistemi e soluzioni abitative di qualità elevata" è questa la conclusione
a cui giunge Visio 2010, il progetto lanciato da Wood Focus, l'associazione che
coopera con la Federazione dell'Industria Forestale Finlandese e che, fra
l'altro, ha condotto una ricerca fra architetti, arredatori, costruttori e
operatori immobiliari di Gran Bretagna, Olanda, Francia e Polonia. La ricerca
-svolta dallo Studio di Architettura Kimmo Kuismanen con la società di
consulenza Head Consulting -si basa sull'analisi dettagliata delle risposte date
dai più autorevoli professionisti di questo settore e sulla loro
interpretazione effettuata da esperti di futurologia , la scienza che studia il
futuro. Nel futuro la casa di legno diventa sinonimo di qualità della vita
migliore, Ciò che agli inizi del 900 veniva definita come architettura moderna
e che era caratterizzata da forme squadrate in vetro e da interi quartieri
costruiti in cemento armato, si trasformerà presto in stile antiquato, ovvero
una 'testimonianza del secolo scorso'. I consumatori Occidentali si sono stufati
dei grandi quartieri economici e, oggi, ricercano forme abitative
qualitativamente superiori, inserite in un ambiente più originale, Gli abitanti
del futuro desiderano che i loro valori di base, come il rispetto per
l'ambiente, si riflettano nell'arredamento e nelle soluzioni tecniche della loro
casa, Ciò causa il conseguente aumento della domanda dei prodotti per il
benessere, dei materiali naturali e delle soluzioni a basso consumo energetico.
Se oggi si fa molta attenzione a ciò che si mangia, in futuro ci si concentrerà
sulla qualità dell'aria interna che respiriamo; per la casa del domani è
necessario sviluppare nuovi sistemi per il ricambio naturale dell'aria, per
l'accumulazione di energia termica e materiali di rivestimento naturali. Per
soddisfare tutte queste esigenze sarà necessario sviluppare un nuovo tipo di
abitazione, una casa del benessere, che sarà caratterizzata dall'esteso uso del
legno, Attualmente, però, sono ancora poche le persone disposte a pagare di più
per prodotti ecologici o eco-compatibili e ciò dimostra che ci vorrà ancora
del tempo per arrivare ad un cambio di attitudini, Locali modificabili in
funzione delle varie esigenze ,. Nelle case del futuro abiteranno individui e
famiglie molto diverse da quelle di oggi, Ci saranno più single e muterà la
famiglia tradizionale; si avrà una crescita sensibile del telelavoro e la
società sarà caratterizzata da un elevato numero di persone anziane. Ciò
significa che aumenterà il bisogno di soluzioni flessibili e locali
modificabili, Le pareti interne potranno essere facilmente spostate e per gli
anziani saranno realizzati locali aperti senza ostacoli. Dalla ricerca emerge
inoltre che una città del futuro, costruita con edifici in legno, sarà in
grado di offrire agli abitanti maggior comfort e qualità della vita. l
quartieri saranno progettati a misura d'uomo e il comfort abitativo dei piccoli
e grandi condomini sarà nettamente diverso da quello attuale: i singoli
appartamenti saranno ben insonorizzati e completamente ignifughi. Attualmente,
molti paesi Europei già si sono impegnati ad utilizzare maggiormente il legno
come materiale per le costruzioni al fine di contribuire a combattere l'effetto
serra. Infatti, il legno è una materia prima rinnovabile che, grazie alla sua
capacità di legare l'ossido di carbonio di mantenerlo nel suo interno durante
l'intero ciclo di vita, permette di ridurre le emissioni che causano l'effetto
serra. Non appena il settore edilizio riuscirà a trasformare in fatti le
decisioni prese dai governi, si potrà assistere alla nascita di interi
quartieri di legno in perfetta sintonia con la natura! Infolink:
www.forestindustries.fi CONCLUSA
IERI 30 SETTEMBRE LA STAGIONE ESTIVA PER GRANDI NAVI VELOCI DOPO LA LINEA
GENOVA-OLBIA "LA SUPERBA" RESTA IN SARDEGNA IN AUTUNNO E PER IL
PROSSIMO ANNO SULLA LINEA GENOVA-PORTO TORRES-GENOVA Milano,
1 ottobre 2002 - Operativo interamente "sardo" per la M/n La Superba,
l'ammiraglia del Gruppo Grimaldi che conclude oggi, 30 settembre, la stagione
estiva di Grandi Navi Veloci con la rotta giornaliera Genova-Olbia-Genova. Dopo
alcune crociere charterizzate nel Mediterraneo nella prima metà del mese, La
Superba tornerà infatti in Sardegna dal 21 ottobre effettuando tutti i giorni
la linea Genova-Porto Torres-Genova. Con una pausa in novembre, per i consueti
lavori di manutenzione, La Superba sarà dunque, fino all'Anno Nuovo e per il
2003, la Nave titolare del collegamento tra il continente e lo scalo turritano.
All'attività di cabotaggio si aggiungeranno come sempre le Crociere nel
Mediterraneo. L'andamento della stagione estiva è stato positivo per Grandi
Navi Veloci e il collegamento effettuato dalla M/n La Superba su Olbia - con le
sue caratteristiche ineguagliate di eleganza, comfort e dimensioni - ha
sicuramente contribuito all'incremento, registrato nei mesi di luglio e agosto
2002 su tutte le cinque linee operate dalle Grandi Navi Veloci, del 31,7 % nel
numero di passeggeri e del 7,1 % nei metri lineari di veicoli commerciali
trasportati. E' intanto in fase di avanzata costruzione presso i Nuovi Cantieri
Apuania di Marina di Carrra la M/n "gemella" de La Superba: si chiamerà
"La Suprema" e la consegna è prevista per la prossima primavera.
Infolink: www.gnv.it Pagina 1 Pagina 2 Pagina 3 Pagina 4 Pagina 5
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