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1 OTTOBRE 2002

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1° OTTOBRE 2002: CAMBIA LA DISTRIBUZIONE DEGLI AUTOVEICOLI ARRIVA UN OPUSCOLO INFORMATIVO SULLE NUOVE NORME DI CONCORRENZA

Bruxelles, 1 ottobre 2002 - La Direzione generale della concorrenza della Commissione europea ha pubblicato ieri un opuscolo informativo sulle nuove norme di concorrenza applicabili alla distribuzione degli autoveicoli e ai servizi post-vendita che entreranno in vigore il 1° ottobre 2002. L'opuscolo è destinato ad informare il grande pubblico sui diritti e sugli obblighi derivanti dal nuovo e più rigoroso regime, che dovrebbe favorire una maggiore concorrenza nella vendita e nella riparazione di autoveicoli, a vantaggio dei consumatori. Come annunciato nella prefazione dell'opuscolo: "Questo opuscolo informativo ha come scopo l'informazione chiara di tutte le parti interessate sul contenuto del regolamento. L'informazione materiale è molto importante viste le profonde modifiche introdotte dal regolamento. Le parti interessate comprendono varie categorie, ciascuna con bisogni specifici di informazione". Grazie al suo approccio didattico, concreto e vicino alle preoccupazioni pratiche dei consumatori e degli operatori economici interessati, l'opuscolo informativo consente una migliore comprensione del nuovo regolamento, ad esempio per le associazioni dei consumatori, nonché per il grande pubblico, direttamente e legittimamente interessato alla riforma, vista l'importanza dell'acquisto e della manutenzione dell'auto per il bilancio delle famiglie. Il prospetto contribuirà all'applicazione efficace e corretta delle nuove norme, in modo da rendere il mercato unico una realtà per il consumatore europeo, favorire la concorrenza, la qualità e la scelta nel settore della riparazione e rafforzare l'indipendenza commerciale dei concessionari. L'opuscolo, in sintesi, è un'ulteriore guida destinata agli operatori e ai consumatori in modo che ciascuno possa effettivamente beneficiare di tutti i vantaggi derivanti dal nuovo regolamento. La Direzione generale della concorrenza della Commissione continuerà ovviamente a sorvegliare il settore automobilistico, onde garantire l'applicazione corretta delle norme nei prossimi anni, cruciali per lo sviluppo di una maggiore concorrenza nel settore. Il nuovo regolamento di applicazione delle regole di concorrenza alla distribuzione e ai servizi post-vendita di autoveicoli(1) è stato adottato all'unanimità dalla Commissione il 17 luglio ed entrerà in vigore nei suoi aspetti principali il 1° ottobre. Il regolamento, pubblicato nella Gazzetta ufficiale e disponibile nel sito web della DG concorrenza, sostituirà il regime introdotto nel 1985 e leggermente modificato nel 1995 (regolamento (CE) n. 1475/95 che scade oggi). Il nuovo regime rappresenta una riforma sostanziale delle norme in vigore, sia per il suo approccio che per il suo contenuto. I distributori, in particolare, godranno di una maggiore libertà che consentirà loro di aprire concessionarie multimarca; i riparatori indipendenti avranno diritto d'accesso alle informazioni tecniche e alla formazione, spesso necessarie per riparare autoveicoli sempre più sofisticati; i produttori di pezzi di ricambio potranno commercializzare i loro prodotti anche con il proprio marchio; i consumatori saranno maggiormente in grado di beneficiare dell'aumento della concorrenza sia nel proprio paese di residenza che nel resto dell'Unione europea. È dunque opportuno informare con un opuscolo i consumatori, i costruttori di autoveicoli e i produttori di componenti e di pezzi di ricambio, i loro importatori e concessionari sui loro diritti ed obblighi applicabili a partire dal 1° ottobre 2002, data dell'entrata in vigore del nuovo regolamento. Questa pubblicazione risponde anche al desiderio espresso dal grande pubblico e dagli operatori economici interessati, nonché dal Parlamento europeo e dagli Stati membri. Un opuscolo di questo tipo era stato del resto pubblicato anche per il regolamento giunto ora in scadenza. Struttura e contenuto dell'opuscolo L'opuscolo informativo presenta in maniera chiara e piacevole tutti gli aspetti del nuovo regolamento per mezzo di domande e risposte, specificando il riferimento agli articoli e ai considerando del nuovo regolamento. In particolare viene illustrata la filosofia del nuovo regolamento che si basa sulle norme generali in materia di accordi di distribuzione o di acquisto, contenute nel regolamento applicabile a tutte le restrizioni verticali del 1999 (regolamento n. 2790/99). Il nuovo regolamento per il settore automobilistico non prescrive dunque un modello unico e rigido per la distribuzione di autoveicoli in Europa, ma lascia un'ampia scelta ai costruttori automobilistici e ai concessionari. Il regolamento generale 2790/99, infatti, non specifica più ciò che è autorizzato in materia di accordi verticali, bensì ciò che è vietato: in altri termini tutto ciò che non è esplicitamente vietato è consentito al disotto di una determinata quota di mercato. L'opuscolo passa quindi in rassegna i punti importanti del nuovo regolamento mediante domande concrete su ciò che è possibile fare o meno d'ora in poi in materia di distribuzione di autoveicoli, comprese le disposizioni pratiche durante il periodo di transizione. Un'altra sezione particolareggiata è dedicata ai diritti dei consumatori nonché di ciascuna categoria di operatori economici coinvolti nella vendita e nei servizi post-vendita degli autoveicoli (intermediari, concessionari, società di leasing, riparatori indipendenti). Tale sezione analizza inoltre le nuove implicazioni relative all'attività multimarca, alla riorganizzazione del collegamento tra vendita e servizi post-vendita e la clausola di ubicazione. L'opuscolo informativo contiene anche informazioni sulle definizioni del mercato ed il calcolo delle quote di mercato per l'applicazione del regolamento di esenzione per categoria, che è appunto basato su soglie espresse in termini di quote di mercato. Una sezione a parte riguarda la distribuzione dei pezzi di ricambio. L'opuscolo informativo è attualmente disponibile in inglese sul sito Internet della Direzione generale della concorrenza (pagina "car sector"), all'indirizzo http://europa.eu.int/comm/competition/car_sector   e verrà prossimamente pubblicato in tutte le lingue ufficiali dell'Unione europea. (1)Regolamento (CE) n. 1400/2002 della Commissione del 31 luglio 2002, pubblicato nella Gazzetta ufficiale L 203 del 1.8.2002

ESTIMATION RAPIDE - SEPTEMBRE 2002 : L'INFLATION DE LA ZONE EURO ESTIMEE A 2,2%

Bruxelles, 1 ottobre 2002 - Selon une estimation rapide publiée  par Eurostat, l'Office statistique des Communautés européennes à Luxembourg, le taux d'inflation annuel1 de la zone euro² s'établirait à 2,2% en septembre 2002, en hausse par rapport à août 2002 où le taux était de 2,1%. Élaboration des estimations rapides L'inflation de la zone euro est mesurée par l'Indice des Prix à la Consommation de l'Union Monétaire (Ipcum). Pour élaborer les estimations rapides de l'Ipcum, Eurostat utilise les informations préliminaires sur les prix relatives au mois de référence, diffusées par les Etats membres pour lesquels les données sont disponibles, ainsi que des informations préliminaires sur les prix de l'énergie. La procédure d'estimation utilise les méthodes de régression et de modélisation des séries chronologiques afin de combiner des informations historiques avec des informations sur les variations récentes de prix de manière à obtenir un indice total pour la zone euro. Il n'existe pas de ventilation détaillée. Les simulations ont montré que la procédure d'estimation était fiable (au cours des deux dernières années: anticipation correcte de l'indice dans 15 cas, différence de 0,1% dans 7 cas et différence de 0,2% dans 2 cas dont le dernier en avril 2002). Néanmoins, un changement structurel majeur tel que l'introduction de l'euro affecte probablement la performance de la procédure d'estimation. Aussi, l'estimation rapide de ce mois comporte une plus grande incertitude que les performances passées pourraient indiquer. Vous trouverez des informations complémentaires dans le communiqué d'Eurostat n° 113/2001 du 5 novembre 2001.

 I GIOVANI IMPRENDITORI DI ASSOLOMBARDA PER UN'EUROPA DI SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE UN SONDAGGIO NAZIONALE, EFFETTUATO SU UN CAMPIONE DI 250 IMPRENDITORI, DI ETÀ COMPRESA TRA I 25 E 40 ANNI, EVIDENZIA LA RICHIESTA DI UN'EUROPA FORTE.

Milano, 1 ottobre 2002 - La maggioranza dei giovani imprenditori italiani è favorevole alle politiche realizzate in ambito comunitario, a iniziare dalla politica di liberalizzazione dell'economia e della libera circolazione delle merci, ed esprime un alto grado di apprezzamento verso il processo di integrazione europea. L'89% degli intervistati, inoltre, ritiene che l'introduzione dell'euro abbia avvantaggiato molto o abbastanza l'economia italiana. Positiva la valutazione nei confronti dell'Europa anche in rapporto alle attività delle singole imprese. Ben il 62% dei giovani imprenditori, infatti, ritiene che l'ingresso dell'Italia nella Comunità Europea abbia influito positivamente sul lavoro della propria azienda. Sono queste le più significative indicazioni emerse dal sondaggio nazionale commissionato dal Gruppo Giovani Imprenditori di Assolombarda e presentato a Milano in occasione del dibattito "Vogliamo un'Unione Europea di Costituzione sana e robusta". Sul ruolo che dovrà svolgere in futuro l'Europa i giovani imprenditori non hanno dubbi. Ben il 64% degli intervistati vuole un'Europa con poteri forti e soltanto un 21% ritiene preferibile un'Europa amministrativa. Tra i giovani imprenditori che ricoprono una carica all'interno del Sistema Confindustria, tra l'altro, la percentuale di chi propende per un'Europa forte e di indirizzo per l'economia raggiunge quasi l'89,1%. Di contro quasi un terzo degli intervistati non iscritti ad alcuna associazione preferisce un'Europa amministrativa piuttosto che di guida. Molte indicazioni sono emerse dal sondaggio anche sul livello di conoscenza dell'attività della Convenzione Europea. Ai giovani è stato chiesto quanto si ritenessero informati dai giornali sull'attività svolta dalle istituzioni europee: un intervistato su due afferma di essere poco informato; mentre solo l'8,4% ritiene di essere ben informato dei cambiamenti in atto in ambito comunitario. A chi è al corrente dei lavori svolti dalla Convenzione Europea è stato chiesto di esprimere l'aspettativa sul documento finale che sarà scritto. La grande maggioranza degli intervistati ritiene che il progetto di Costituzione Europea sia da appoggiare e che questa porterà ad una maggiore unità dei Paesi: il 70% auspica un documento coraggioso. Un intervistato su quattro, invece, esprime delle perplessità per la paura che interessi particolaristici possano determinare un documento compresso, di scarso indirizzo delle politiche comunitarie e poco rappresentativo dei valori comuni. Al di là del livello di informazione delle tematiche in discussione nei lavori della Convezione europea, i giovani imprenditori italiani ritengono auspicabile l'allargamento dell'Europa ai paesi dell'Est. Per l'80% le aziende italiane non possono che trarne vantaggio. In questo caso non si registrano differenze significative né in relazione alle dimensione dell'azienda o alla sua appartenenza territoriale, né rispetto alle associazione di categoria. I risultati del sondaggio sull'atteggiamento dei giovani imprenditori italiani nei confronti dell'Europa sono stati presentati nel corso di un affollato dibattito sui temi europei a cui sono intervenuti, oltre al Presidente di Assolombarda, Michele Perini, Cristiana Muscardini, Giorgio Napolitano e Guido Podestà, tre esponenti di spicco della politica italiana impegnati da anni come protagonisti nei lavori del Parlamento Europeo. Al centro dell'incontro il documento messo a punto dai Giovani Imprenditori di Assolombarda, grazie all'aiuto dell'Ispi, contenente le loro proposte di riforma. "Rispondendo a una sollecitazione della stessa Convenzione Europea, che ha avuto un preciso mandato di ascolto delle esigenze espresse dalla società civile, abbiamo deciso di presentare una nostra proposta di riforma" ha detto Luigi Lucchetti, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Assolombarda, "perché non vogliamo come giovani imprenditori e come cittadini europei essere esclusi da questo momento storico in cui si stanno decidendo le nuove regole del gioco del futuro assetto europeo". "Un'Unione Europea più forte conviene anche alle imprese italiane", ha spiegato Ugo Andrea Poletti, Responsabile del progetto, nella sua relazione, "perché solo in questo modo è possibile accelerare il processo di integrazione economica. La vera scelta che abbiamo di fronte, non è tra una posizione comunitaria o federalista, ma tra un'Europa dinamica e autorevole, che in pochi anni riesca a competere alla pari con gli USA, e un continente-museo debole politicamente ed economicamente". Ma ecco le dieci proposte di riforma per la Convenzione, inviate all'attenzione di Giscard d'Estaing: 1. Una figura unica e riconoscibile per la politica estera comune: fusione della figura di Mr. PESC con quella del Commissario per gli affari esteri, creando un unico punto di riferimento per la politica estera europea. 2. Sdoppiamento del Consiglio per gli Affari Generali: riorganizzazione del Consiglio dei Ministri dell'UE. Il Consiglio degli Affari Generali viene sostituito dal Consiglio per gli Affari Comunitari, con tutte le competenze politico-economiche, e dal Consiglio per gli Affari Esteri con le competenze di politica estera, difesa, sicurezza e immigrazione. 3. Abolizione del voto all'unanimità nel Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea: per tutte le decisioni importanti occorre un sistema di voto basato sulla maggioranza qualificata degli Stati e contemporaneamente la maggioranza della popolazione europea. Sistema più trasparente sia per evitare il veto o il ricatto di minoranze euroscettiche, che la degenerazione del voto di scambio. 4. Eliminazione delle deroghe ai trattati concesse ad alcuni stati: eliminazione del meccanismo dell'opting out, ossia le deroghe concesse a Gran Bretagna e Danimarca sull'attuazione dei provvedimenti comunitari. Le regole europee devono essere uguali per tutti gli stati membri. 5. Elezione diretta dei membri della Commissione: i commissari saranno uno per stato membro e verranno scelti con elezione popolare. Risposta al deficit democratico e alla poca trasparenza nel sistema europeo. Ciascuno presiederà il consiglio dei ministri di competenza (senza diritto di voto) per un miglior coordinamento tra Consiglio e Commissione e valutazione più efficace dei dossier. 6. Il Presidente della Commissione scelto dai governi nazionali tra i commissari eletti direttamente: il presidente viene scelto dai governi europei tra i commissari eletti a suffragio popolare. Durata cinque anni (come il Parlamento Europeo). Doppia legittimità (popolare + fiducia dei governi) e trasparenza degli impegni programmatici. Presiede il consiglio degli Affari Comunitari. Attribuisce i portafogli ai membri della Commissione in base alle loro competenze tecniche. 7. Presidenza dell'Unione Europea e Presidenza della Commissione in un'unica figura: fusione del ruolo del presidente dell'Unione Europea con quello della Commissione. Ciò consentirebbe un livello ottimale di rappresentanza di tutta l'Unione, grazie alla investitura popolare e ad un accordo intergovernativo trasparente. Maggiore indipendenza della carica grazie alla doppia legittimità. Massimo livello di coordinamento tra Consiglio e Commissione. Soluzione al noto antagonismo tra Consiglio e Commissione, che spesso blocca le riforme europee. 8. Istituzione della censura del singolo commissario da parte del Parlamento Europeo: l'attuale censura erga omnes (cioè dimissione di tutta la Commissione) in caso di malversazioni è inefficace. Introduzione di un sistema di censura del singolo commissario con una maggioranza qualificata degli eurodeputati. Maggiore controllo sulla Commissione da parte del Parlamento Europeo per bilanciare il suo maggiore potere. 9. Istituzione del diritto di secessione: libertà di uscire dall'Unione sancita nella Costituzione Europea. Responsabilizzazione di tutti i paesi membri, attraverso l'eliminazione dell'alibi morale di non poter uscire dall'Unione, che si presta a strumentalizzazione da parte dei paesi euroscettici. 10. Creazione di una Autorità di Vigilanza sulla Sussidiarietà: maggiore rappresentanza alle regioni in Europa, attraverso il conferimento al Comitato delle Regioni, oggi privo di un ruolo incisivo, del compito di nominare, congiuntamente con i parlamenti nazionali, un'Autorità di vigilanza della Sussidiarietà. Maggiore tutela dei cittadini e delle aziende dagli eccessi della legislazione europea.

CARTOLARIZZAZIONI: INAIL E INPS2 FUORI DAI CRITERI EUROSTAT

Roma, 1 ottobre 2002 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze informa che Eurostat ha chiesto all'Italia di riclassificare in base ai nuovi criteri, dettati da Eurostat stesso lo scorso 3 luglio, anche le operazioni di cartolarizzazione effettuate in passato. Il Ministero informa inoltre che, in base all'analisi effettuata, non rispondono alle regole Eurostat: a) l'intera operazione Inail, lanciata nel novembre 2000 (Governo Amato), per un controvalore pari a 1.350 milioni di euro; b) buona parte, ossia 746 milioni di euro, dell'operazione Inps2, lanciata nel maggio del 2001 (Governo Amato), per un controvalore totale pari a 1.710 milioni. In entrambi i casi non è rispettata la regola secondo la quale: "il rapporto tra i proventi ricevuti e il valore di mercato degli attivi ceduti deve essere superiore all'85%". Pertanto, entrambe le operazioni sono da considerarsi emissione di debito. Ne consegue: per l'anno 2000 un aumento del debito pari a 1.350 milioni di euro; per l'anno 2001 un aumento di debito pari a 746 milioni di euro.

PER LA PRIMA VOLTA,L'UNIVERSO DELLE NUOVE IMPRESE ITALIANE AD ALTA TECNOLOGIA RADIOGRAFATO DA UNA INDAGINE DI LARGA SCALA L'INEDITA INDAGINE CONDOTTA SU UN CAMPIONE DI OLTRE 400 AZIENDE E 1.000 IMPRENDITORI.

Milano 1 ottobre 2002 - Benché sia ormai opinione condivisa e consolidate che le giovani imprese high-tech giochino un ruolo cruciale per la competitività e la crescita di un'economia avanzata, in Italia il settore non ha fin qui ricevuto una adeguata attenzione. La lacuna viene ora colmata dal 1° Rapporto Rita (Ricerche sull'Imprenditoria nelle Tecnologie Avanzate), predisposto dal Ciret-Politecnico di Milano. Il Rapporto, presentato ieri a Milano dal Prorettore del Politecnico Giampio Bracchi e dal curatore Massimo Colombo, presenta i risultati di una indagine svolta analizzando un campione di oltre 400 imprese individuate all'interno di un universo di circa 2500 aziende che operano in tutti i settori high-tech sia del manifatturiero che dei servizi, quali l'elettronica, l'informatica, le telecomunicazioni, il software, Internet, l'editoria elettronica, il farmaceutico, le biotecnologie e l'aerospazio, e considera le caratteristiche delle imprese al momento dello start-up (dimensione iniziale, meccanismo di creazione, struttura finanziaria), i relativi fondatori (formazione scolastica, esperienza professionale, motivazioni della scelta imprenditoriale), le prestazioni di crescita e i sottostanti fattori di successo, l'attività innovativa, il finanziamento (accesso a capitale di debito, private equity, venture capital), acquisizioni, fusioni e alleanze. Ne esce una fotografia che presenta luci e ombre, queste ultime soprattutto per quanto riguarda il tema dei finanziamenti, tema sul quale ha incentrato il proprio intervento Paolo Favilla di Bkn Corporate Finance, che ha sottolineato come possa essere importante per le imprese poter accedere in modo più facile a una pluralità di fonti di finanziamento (dalle banche al private equity, dal venture capital ai finanziamenti pubblici ai finanziamenti da parte delle grandi industrie che possono così acquistare ricerca a minor costo) in modo da potersi garantire risorse per lo sviluppo a seconda delle necessità e dei progetti. Subito dopo l'illustrazione del Rapporto e l'intervento di Paolo Favilla è stata la volta di una tavola rotonda a cui hanno partecipato Maria Pierdicchi di Borsa Italiana, Ermenegildo Beghe di Biosearch Italia, Gianluca Dottori di Vitamimc, Alberto Daprà di Txt, Lucio Cassia di Eutron, Andrea Granelli di Telecom Italia Lab, Claudio Bassoli di Cisco e Mario Mauri di Cambriatech.

LE NUOVE IMPRESE ITALIANE AD ALTA TECNOLOGIA OPPORTUNITA' ED OSTACOLI ALLO SVILUPPO SINTESI DELL'INTERVENTO DI MASSIMO G. COLOMBO DEL CIRET - POLITECNICO DI MILANO

Milano, 1 ottobre 2002 - E' opinione ormai consolidata di economisti e policy makers che le giovani imprese high-tech giochino un ruolo cruciale per la competitività e la crescita di un'economia avanzata. Tuttavia, nel nostro paese tale settore non ha ricevuto sinora l'attenzione che merita. Il 1° Rapporto Rita (Ricerche sull'Imprenditoria nelle Tecnologie Avanzate), predisposto dal Ciret-Politecnico di Milano, mira a colmare tate carenza conoscitiva. Esso riporta infatti i risultati della prima indagine di larga scala svolta in Italia in questo campo. Più in particolare, il rapporto analizza un campione di più di 400 imprese individuate all'intemo di un "universo" di circa 2500 aziende le quali nel 2000, anno di avvio del progetto, a) erano di età inferiore ai venti anni (in realtà, l'età media delle aziende del campione Rita è inferiore ai 10 anni), b) operavano in settori high-tech sia del manifatturiero che dei servizi, quali l'elettronica, l'informatica, le telecomunicazioni, il software, Internet, l'editoria elettronica, il farmaceutico, le biotecnologie e Ì'aerospazio, e e) si erano rese visibili, ad esempio attraverso un'attiva partecipazione alle associazioni imprenditoriali di categoria o Ìa presenza a manifestazioni fìeristiche nazionali e internazionali, il che rappresenta un eÌemento di dinamismo e segnala la volontà di crescita dell'azienda. 1 principali temi considerati nel rapporto riguardano le caratteristiche delle imprese al momento dello start-up (dimensione iniziale, meccanismo di creazione, struttura finanziaria) e dei relativi fondatori (formazione scolastica, esperienza professionale, motivazioni della scelta imprenditoriale), le prestazioni di cresciti! delle imprese ed i sottostanti fattori dì successo, l'attività innovativa, il finanziamento (accesso a capitale di debito, private equity, venture capitail), acquisizioni, fusioni e alleanze, e, infine, gli interventi dì supporto pubblico erogati sia dall'amministrazione centrale che da istituzioni locali. Comparando l'evidenza relativa ai diversi settori, il rapporto fornisce un quadro organico, caratterizzato da luci ed ombre- Gli aspetti più significativi possono essere brevemente riassunti come segue. Innanzitutto, le giovani imprese italiane delle alte tecnologie nascono relativamente sottodimensionate. Il numero medio di addetti al momento dello start-up, inclusi i soci con ruoli operativi in azienda, è inferiore a 7, ed è circa tre volte più piccolo di realtà comparabili osservate nella Silicon Valley. Inoltre, la scala delle operazioni è in genere largamente inferiore a quella ritenuta efficiente. Le imprese dei servizi (soprattutto quelle attive nei servizi Internet e nel software), benché più piccole di quelle del manifatturiero, scontano un gap dimensionale inferiore rispetto alle imprese già presenti nei rispettivi settori. La scala operativa insufficiente costituisce un pericoloso fattore di fragilità nei primi anni di vita delle aziende high tech ed è il frutto della notevole difficoltà che tali imprese incontrano nell'ottenere risorse finanziarie esterne. Non altrimenti da quanto succede nel nostro paese in settori tradizionali, allo start-up il capitale delle aziende high tech è costituito essenzialmente dai risparmi dei fondatori, dei loro famigliari ed amici; basti pensare che ben il 75% delle imprese inizialmente non fa ricorso ad altre fonti di finanziamento. Solo il 20% delle imprese utilizza il debito bancario; inoltre, i fondi ottenuti attraverso tale canale sono modesti (in media, poco più di 50.000 Euro), e, ciò che più conta, hanno scarso impatto sia sulla dimensione iniziale che sulla crescita negli anni successivi. Un discorso diverso va fatto per il private equity e per il venture capitai in particolare. Se è vero infatti che gli investimenti in seed e start up capitai sono molto rari - essi riguardano solo 1'1,5% delle imprese del campione Rita - essi hanno una forte influenza positiva sia sulla dimensione iniziale che sulla crescita. In altri termini, la rimozione dei vincoli finanziari che angustiano gli imprenditori italiani dell'high tech appare una priorità fondamentale per supportare efficacemente lo sviluppo di tale settore. In secondo luogo, nei primi anni di esistenza, le competenze distintive delle aziende del campione Rita appaiono intimamente legate al capitale umano dei relativi fondatori. Un team dì fondatori con competenze tecniche di alto livello rappresenta un fattore critico indispensabile, anche se non sufficiente, per il successo dell'azienda. Ciò vale soprattutto se tali competenze sono state maturate dai fondatori nello stesso settore in cui opera la nuova impresa e se essi hanno potuto beneficiare di un curriculum di studi di alto profilo, ottenendo in tal modo effetti sinergici tra formazione scolastica ed esperienza professionale. Tuttavia, tale aspetto evidenzia anche una debolezza delle giovani imprese italiane ad alta tecnologia. Infatti, in media, gli imprenditori italiani dell'high tech mostrano un livello di formazione inferiore a quello messo in rilievo da simili indagini svolte ne! Nord Europa. Ad esempio, solo il 46% dei fondatori è laureato; inoltre, con l'eccezione dei settore delle biotecnologie, pochi hanno ottenuto un titolo di dottore di ricerca (o equivalente) ed ancor più rari sono i fondatori provenienti dal mondo accademico. In particolar modo per le aziende Intemet la percentuale di laureati, soprattutto tecnici, è molto bassa e numerosi sono i fondatori alla loro prima esperienza lavorativa. Tale evidenzia da un lato si spiega con l'importanza relativamente maggiore in tale settore della novità dell'idea imprenditoriale, della creatività e degli skills commerciali dei fondatori quale fondamento per costruire un vantaggio competitivo, dall'altro riflette anche l'eccesso di ottimismo generato alla fine degli anni '90 dalla "bolla Internet", che ha portato alla nascita di imprese con carenze significative di capitale umano. Più in generale, creare condizioni di contesto atte ad incentivare individui dotati di elevato capitale umano ad intraprendere la strada imprenditoriale costituisce, insieme alla rimozione dei vincoli finanziari, un'evidente priorità di politica tecnologica per i! paese. In terzo luogo, le imprese del campione Rita investono considerevoli risorse nella ricerca e sviluppo (in media, poco meno del 30% del fatturato), con valori decisamente pili aiti nei settori più vicini alle frontiere della scienza, quali il biotecnologico. Inoltre, ben il 40% della manodopera complessiva è rappresentata da laureati, a ulteriore testimonianza dell'importanza del capitale umano per la competitivita di tali aziende. Ciò nonostante, la difficoltà di reperire manodopera di alto livello professionale è citata dagli imprenditori del campione Rita quale il principale vincolo alla crescita, insieme alle carenze finanziarie. E' anche interessante sottolineare che, al di fuori dei settori biotecnologico e farmaceutico, la propensione a brevettare è relativamente limitata, come pure la partecipazione a progetti di ricerca finanziati dall'Unione Europea, che hanno interessato meno del 10% delle imprese del campione. L'importanza per le giovani imprese high-tech di inserirsi in reti internazionali di ricerca e di imparare a tradurre con efficacia le competenze tecnologiche di cui dispongono in nuovi prodotti, servizi e processi produttivi è testimoniata dal rilievo che assumono tali tematiche all'intemo del 6° programma quadro dell'Unione Europea attualmente in fase di lancio. In quarto luogo, le imprese del campione Rita hanno un'elevata propensione a stringere alleanze ed accordi di cooperazione soprattutto con altre imprese e, nei settori biotecnologico e dell'aerospazio, anche con università. Tali alleanze hanno un impatto positivo sulla competitivita e sulla crescita, nella misura in cui consentono alle imprese di ottenere accesso a risorse e competenze complementari alle proprie, soprattutto nel campo commerciale e della distribuzione, ma anche in campo tecnologico, il cui sviluppo richiederebbe investimenti incompatibili con la limitata dotazione interna di risorse (soprattutto i! tempo e le energie del gruppo dirigente). Infine, un'ultima osservazione relativa all'intervento pubblico. Nel nostro paese mancano misure legislative concepite espressamente per il sostegno diretto alle giovani aziende high tech. Ciò nonostante, le imprese del campione Rita hanno fatto ampio ricorso ai sussidi pubblici, erogati dall'amministrazione statale ed ancor più da istituzioni locali. In generale le aziende che hanno beneficiato di sussidi pubblici mostrano tassi di crescita superiori alla media. Tuttavia, la necessità per le aziende di utilizzare strumenti legislativi concepiti per scopi diversi, quali il sostegno all'innovazione (ad esempio, la legge 46/82 o la 140/97) o il riequilibrio territoriale (quale la 488/92), genera effetti distorsivi; in particolare, mentre la larga maggioranza delle imprese del campione Rita è localizzata nelle regioni del Nord, la probabilità di ottenere fondi pubblici dall'amministrazione centrale è quattro volte più alta per le imprese del Sud. Inoltre, l'accesso al sostegno pubblico risulta estremamente difficoltoso nei primissimi anni di vita delle nuove aziende, cioè proprio nel momento in cui, a causa dei vincoli finanziari in precedenza illustrati, di tali fondi l'azienda ha maggior bisogno.

LE NUOVE IMPRESE ITALIANE AD ALTA TECNOLOGIA OPPORTUNITA' ED OSTACOLI ALLO SVILUPPO SINTESI DELL'INTERVENTO DI PAOLO FAVILLA AMMINISTARTORE DELELGATO DI BKN CORPORATE FINANCE

Milano, 1 ottobre 2002 - L'osservatorio Rita ha tracciato con chiarezza le caratteristiche delle nuove aziende tecnologiche italiane e dell'ambiente socio-economico all'interno del quale le stesse si trovano a competere. Se da un lato il settore è come e più di altri caratterizzato dalla presenza di numerose aziende dì piccole dimensioni, dall'altro lo stesso si caratterizza in termini di età media delle aziende (relativamente giovani - mediamente meno di 10 anni di vita), tasso di sviluppo elevato (20% annuo), vantaggi competitivi basati sulle tecnologie possedute. Questi elementi impongono importanti riflessioni sia con riferimento alle politiche economiche dei vari paesi, sia come opportunità di creazione di valore per gli operatori privati (finanziari ed industriali). Atta luce di quanto emerge dall'osservatorio Rita riteniamo opportuno focalizzare la nostra attenzione di operatori che si occupano di supporto allo sviluppo delle aziende, su due fattori che sembrano costituire un importante vincolo alla crescita dimensionale delie aziende ad alta tecnologia. Difficoltà di comunicazione: le Ntbf (New Technology Based Firm) operano in settori caratterizzati da tecnologie perlomeno complesse e sono spesso creature di "tecnici/ scienziati" che sviluppano il contenuto industriale dell'idea imprenditoriale ma poi hanno difficoltà ad implementarne la diffusione commerciale. Inoltre, il livello di rischio insito in ogni iniziativa di start up rende in questi casi oltremodo necessario comprendere a fondo il contenuto tecnologico del progetto, capirne il grado di innovazione, la replicabilità, ecc, attività per le quali occorrono competenze tecniche specifiche ed altamente qualificate: queste risorse oggi in Italia sono scarse- Infine raramente sono presenti all'interno di queste aziende competenze sufficienti per affrontare con successo il mercato dei capitali, sia per difficoltà nel presentare le caratteristiche e le opportunità presenti nei loro progetti, che per scarsa conoscenza dei mercati finanziari. Risorse finanziarie esterne scarse: secondo quanto emerge dall'Osservatorio Rita, le aziende italiane operanti in questo comparto nella ricerca di capitali per lo sviluppo, ottengono: In larga parte, finanziamenti bancari a breve; In misura minore, fondi pubblici. Riteniamo per contro che il credito a breve possa costituire un polmone importante in fase di avvio dell'iniziativa, ma non sufficiente per implementare lo sviluppo e gli investimenti che ne derivano. Lo sviluppo di queste aziende richiede un avvicinamento del capitale di rischio, avendo ben presente che questi progetti di investimento sono caratterizzati da: Un elevato profilo di rischio; Un contenuto tecnico molto specifico; Un ritorno di medio-lungo termine; Una dimensione media del fabbisogno finanziario limitata; Una dimensione media d'azienda limitata. Nella sostanza la nostra convinzione è che queste aziende debbano avere più facile accesso ad una pluralità di fonti di finanziamento. La nostra testimonianza va in questa direzione. Se questa può essere la soluzione ideale, il cammino di avvicinamento dei mercati dei capitali a questi settori, è particolarmente tortuoso: Lo screening delle iniziative richiede competenze tecniche e professionali specifiche; La dimensione dell'investimento, generalmente molto limitata non giustifica lo sviluppo interno ad organismi finanziari di specialisti dedicati a questi settori; I ritorni possono essere molto interessanti, ma contenuti in valore assoluto. I tecnici-fondatori non sono disposti a cedere il controllo delle loro aziende. La quotazione in Borsa può essere un evento da realizzarsi solo nel lungo periodo Di conseguenza, riteniamo che il partner ideale debba: 1. Condividere il rischio d'impresa 2. Capire la bontà tecnica del progetto e degli uomini che lo sviluppano 3- Investire con un'ottica di lungo periodo 4. Investire in partecipazioni di minoranza. 5. Essere inserito in un network internazionale (questa caratteristica assume rilevanza particolare soprattutto per alcuni comparti quali le biotecnologie) 6. Avere un portafoglio diversificato nelle tecnologie avanzate. Emerge chiaramente come queste caratteristiche non siano tipiche di una figura particolare di investitore, ma possano essere ritrovate costruendo una catena di attori che coprano specifiche aree. Le istituzioni di emanazione pubblica possono e devono svolgere un ruolo importante in questo contesto perché sono in grado di coniugare obiettivi di rendimento dell'investimento con finalità di politica economica e di sviluppo generale del paese : le istituzioni pubbliche possono soddisfare alcuni dei punti precedenti, ma attraverso la creazione di strumenti specifici che puntino al supporto de!!e aziende contraddistinte da caratteristiche di eccellenza, e non nell'ambito di leggi generaliste di finanza agevolata che puntano essenzialmente al riequilibrio socio economico di alcune aree geografiche. Gli investitori finanziari, siano essi wealth individuals, fondi di venture capital o merchant bank manifestano caratteristiche più vicine agli altri aspetti sopra citati ma hanno la necessità di superare vincoli di altra natura, prevalentemente connessi alle dimensioni delle aziende, alla durata degli investimenti ed in molti casi alle problematiche di comunicazione/conoscenza di cui si è detto in precedenza. Segnaliamo, infine, come sì stiano sviluppando nuove realtà di origine industriale, dedicate a queste tipologie di aziende. In Italia realtà come Cisco e Telecom strutturano società al loro interno, dedicate al supporto delle aziende ad atto tasso di innovazione; questa politica fa parte di un filone mondiale che vede le grandi Corporation attente allo sviluppo delle piccole organizzazioni tecnologiche come motore della ricerca e dell'innovazione, dedicandosi al loro interno allo sviluppo delle iniziative migliori. Una testimonianza di più, di come una stretta relazione fra competenze finanziarie, competenze tecniche e conoscenza dei mercati siano la chiave di sviluppo delle Ntbf. In conclusione, l'obiettivo del convegno è di stimolare un confronto di esperienze eterogenee, testimoniando, attraverso l'organizzazione congiunta dell'evento da parte di un'organizzazione tecnico-scientifica - il Politecnico di Milano - e di una società di consulenza finanziaria - Bkn Corporate Finance - come la comprensione e l'individuazione dei supporti opportuni alle aziende italiane ad alta tecnologia non possa che avvenire attraverso la convergenza dì competenze complementari.

UNION INVESTMENT E I PIANI DI STOCK OPTIONS MOLTE SOCIETÀ QUOTATE AL DAX INFRANGONO LE REGOLE DI BASE. TRA LE MIGLIORI SPICCANO LUFTHANSA E BASF, MENTRE DEUTSCHE TELEKOM E DAIMLERCHRYSLER SONO I FANALINI DI CODA.

Milano, 1 ottobre 2002 - Quando i prezzi dei titoli crollano molti manager ricevono consistenti pacchetti di stock options. Union Investment, la società di fondi d'investimento di Volksbanks e Raiffeisenbanks, terza società di fondi d'investimento tedesca che gestisce un patrimonio di circa 100 miliardi di Euro per conto di più di 3,7 milioni di investitori, ha analizzato il fenomeno giungendo alla conclusione che la maggior parte delle società quotate al Dax non raggiunge i minimi standard che sono realmente importanti. Molti manager guadagnano anche quando la crescita dei titoli sale di poco o quando la performance della società arranca dietro ai concorrenti. Fin dal 1996, Union Investment ha sostenuto fortemente una politica che fosse a favore degli azionisti e per loro facilmente comprensibile e ha perciò sempre cercato di schierarsi al loro fianco e dalla parte dei loro interessi. Dapprima ha tenuto sotto la lente d'ingrandimento le maggiori società tedesche per poi rivolgere la propria attenzione anche ai grossi gruppi europei. Union Investment chiede che le società dichiarino in bilancio i costi dei piani di stock options, sulla falsariga della richiesta fatta negli Stati Uniti da molte società che trattano fondi d'investimento. Abbiamo chiesto a Jens Wilhelm, direttore del settore azionario di Union Investment, quali società quotate al Dax si sono già conformate alla loro richiesta e quali non l'hanno ancora fatto. Perché avete deciso di analizzare i progetti di stock optino delle società quotate ad Dax ? Per gli azionisti è importante il fatto che le aziende lancino o no questi programmi? Certamente. Quando i manager ricevono le stock options che poi fanno valere in un secondo momento, i costi dell'azienda salgono e i profitti vengono ridotti. Purtroppo sono poche le società che tengono conto di tali costi e chi non contabilizza questa voce nel calcolo dei profitti fuorvia gli azionisti. Ecco perché insistiamo affinché le società dichiarino apertamente in bilancio i costi dei piani di stock option. Quest'operazione, comunque, non dovrebbe essere portata avanti solo dalle società quotate al DAX. Secondo uno studio di Merril Lynch, i profitti delle società presenti nel S&P 500 Index che hanno incluso i costi delle stock options nei bilanci 2001 erano più bassi del 21 per cento e la percentuale scendeva addirittura al 39 per cento per quanto riguardava le società quotate al Nasdaq. In altre parole, siete fondamentalmente contrari ai piani di stock options ? Niente affatto. Dobbiamo però tener conto del fatto che gli interessi degli azionisti e quelli dei manager delle grosse società sono diversi. Quando per esempio le retribuzioni dei manager si basano sulle dimensioni e non sui profitti aziendali, già gli interessi dei due gruppi divergono. Mentre all'azionista interessa un buon profitto, i manager puntano più a massimizzare i dati di vendita. Le stock options possono risolvere questo conflitto d'interessi e accomunare le aspettative dei manager e quelle degli azionisti nel far crescere il valore delle azioni, ma questo funziona solo quando le stock options sono strutturate in maniera ragionevole e appropriata. Il target di redditività deve essere ambizioso e le stock options non devono essere distribuite a destra e a manca. Una soluzione potrebbe essere il legare le retribuzioni dei manager alle fluttuazioni a breve termine del valore del titolo ? Il problema non è la fluttuazione giornaliera perché i programmi di stock options devono essenzialmente avere un orientamento a lungo termine, per esempio di almeno tre anni. A questo punto la fluttuazione giornaliera ha un impatto minimo. Come dovrebbero essere quindi strutturati dei piani di stock options ragionevoli ? Piani di questo genere dovrebbero essere avviati quando il management riesce a far lievitare il valore del titolo, su base annua, più di quanto gli investitori guadagnerebbero investendo in obbligazioni a rischio basso o nullo. Ciò significa che i manager non dovrebbero avere dei profitti finchè il titolo non guadagna più dell'8 per cento annuo. Inoltre non dovrebbero poter esercitare i loro diritti sulle stock options se il titolo non si comporta meglio di quelli della concorrenza. A questo scopo si dovrebbe prevedere un indice comparativo e i quadri dirigenziali dovrebbero guadagnare solo quando si raggiunge il massimo di tale indice. Le società quotate al Dax aderiscono a queste richieste ? Quali sono quelle che ne escono meglio, secondo la vostra valutazione ? Al primo posto c'è il programma remunerativo della Lufthansa. I manager ricevono uno sconto solo del 20 per cento e devono perciò pagare di tasca propria il restante 80 per cento. Inoltre ricevono un'opzione che porta a un'ulteriore retribuzione solo se le azioni Lufthansa fanno registrare una performance migliore di quella dei maggiori concorrenti. I piani di stock options di Bask, Rwe e Schering occupano in classifica le posizioni dal secondo al quarto posto, anche se la nostra valutazione per quanto riguarda la Schering non è del tutto soddisfacente perché in questo caso il programma scatta già quando il titolo guadagna poco più del 3 per cento su base annua. Al quinto posto troviamo la Adidas. In questo caso la valutazione positiva nasce dal fatto che i paletti sono posti ad alto livello. Il titolo Adidas deve far registrare un incremento superiore all'8 per cento annuo perché i quadri dirigenziali possano beneficiare dei piani di stock options. L'aspetto negativo per quanto riguarda la Adidas sta nel fatto che questi costi non vengono registrati in bilancio. Quali sono le società che escono peggio a vostro giudizio ? Deutsche Telekom, DaimlerChrysler e Deutsche Bank sono i veri fanalini di coda. I piani di stock options di Deutsche Telekom non favoriscono affatto gli interessi degli azionisti. I piani hanno una maturità di dieci anni e in questo periodo le azioni Deutsche Telekom devono salire almeno del 20 per cento prima di poter esercitare le stock options, ma non dimentichiamo che il 20 per cento in dieci anni significa che anche se i profitti sono inferiori al 2 per cento annuo, i beneficiari dei piani di stock options hanno ugualmente motivo di festeggiare. Ciò che manca inoltre, secondo il nostro parere, è il fatto che Deutsche Telekom non rapporta il proprio trend di costo delle azioni a un rappresentativo indice settoriale, né dichiara i costi in bilancio. Ecco perché abbiamo votato contro in occasione dell'assemblea generale del 2001. Purtroppo il governo federale e altri grossi azionisti hanno approvato il programma. Anche alla DaimlerChrysler il tetto di performance è fissato a un livello inappropriatamente basso: meno del 2 per cento annuo. Inoltre la DaimlerChrysler indica in bilancio solo una parte di questi costi. E perché criticate il programma della Deutsche Bank ? Il titolo Deutsche Bank non viene messo a confronto con quelli della concorrenza. Questo consente ai manager della Deutsche Bank di ricevere grossi introiti non appena l'incremento del titolo supera il 3 per cento su base annua e ciò avviene anche quando gli altri titoli bancari fanno registrare performance decisamente migliori. Siamo poi particolarmente critici nei confronti del cosiddetto re-pricing portato avanti da Deutsche Bank.Quando il titolo Deutsche Bank crolla e le opzioni con alti prezzi di sottoscrizione perdono praticamente del tutto il loro valore, i manager possono disfarsi delle opzioni il cui valore è quasi nullo e riceverne in cambio di nuove, più interessanti e a costi di sottoscrizione decisamente inferiori. Questo non è corretto nei confronti degli azionisti che devono seguire tutto il faticoso percorso in discesa del prezzo dei titoli, mentre i manager cadono sempre in piedi.

FACTIVA PARTICIPA EN LA LUCHA CONTRA EL BLANQUEAMIENTO DI DINERO UN ÍNDICE GLOBAL AYUDA A LAS INSTITUCIONES FINANCIERAS A CUMPLIR SUS OBLIGACIONES EN MATERIA DE INVESTIGACIÓN DE CLIENTES, Y A LOS ORGANISMOS GUBERNAMENTALES A ASUMIR SUS RESPONSABILIDADES LEGALES

Madrid, 1 ottobre 2002 - Factiva, una empresa de Dow Jones y Reuters, lanza hoy mismo Factiva Public Figures & Associates, un directorio completo de funcionarios gubernamentales, políticos y personalidades influyentes en todo el mundo, así como de sus socios. Factiva Public Figures & Associates señala las personas que podrían justificar una investigación detallada por sus nexos políticos, un aspecto muy importante de la reciente legislación contra el blanqueo de dinero que incluye la Ley Patriótica (Patriot Act) de los Estados Unidos y que ha establecido obligaciones para los bancos como la debida investigación de clientes (Customer Due Diligence) derivadas del Comité de Basilea sobre la Supervisión de la Banca. También incluye las listas de nacionales objeto de una designación especial, como las que expiden la Oficina estadounidense de control de bienes extranjeros y la Unión Europea. Desde la introducción de este servicio en el mercado en el pasado mes de mayo, UBS AG y un importante banco alemán se han sumado a los abonados de Factiva Public Figures & Associates. "Ubs estima que Factiva Public Figures & Associates es la fuente principal de información sobre personalidades del ámbito político, así como una excelente herramienta para cumplir con la debida investigación de clientes", afirma Michael Alkalay, Director ejecutivo de la Unidad de Información Financiera de Ubs. "Ubs es el mayor proveedor de servicios de banca privada y gestión de patrimonio, por lo que recurre a las mejores herramientas para sus operaciones de cumplimiento legal", añade Alkalay. "Quedamos impresionados con el producto de Factiva y se ha vuelto muy importante en nuestros procedimientos de investigación de clientes". "El hecho de que el producto mencione a los familiares y socios cercanos de las personas representa una ventaja competitiva importante en este mercado emergente. Ningún otro producto ofrece la capacidad de desembrollar redes complejas de relaciones personales y políticas como Factiva Public Figures & Associates gracias a la amplitud de su base de datos", señala Clare Hart, Presidenta y Directora general de Factiva. "En vista de la situación política y económica actual, Factiva se enorgullece de poder ayudar a las instituciones a mejorar la gestión de riesgos reglamentarios y evitar así actos deshonestos". Factiva Public Figures & Associates refleja la integridad periodística y la vasta experiencia de Dow Jones y Reuters en la producción de informes, ya que obtiene su información de los inmensos archivos de estos dos proveedores de noticias mundiales, así como de casi 8000 fuentes multilingües accesibles por conducto de los productos de Factiva y de una enorme cantidad de fuentes en idioma local disponibles únicamente en forma impresa. Al contrario de otros índices comparables que combinan fuentes de información externas, Factiva conduce sus propias investigaciones y comprobaciones para generar el perfil más completo y exacto del medio político de cada país. Factiva Public Figures & Associates incluye mucho más personalidades influyentes que cualquier otro directorio internacional. Ofrece una base de datos inicial de 176.000 nombres, que llegará a superar las 280.000 entradas en 2003 convirtiendo a este servicio en la fuente de información más exacta, completa y actualizada. Por otro lado, Factiva Public Figures & Associates contiene perfiles de países que brindan a los usuarios una ayuda muy valiosa para ubicar a una determinada figura pública en un contexto político, económico y social más amplio. "Los productos como Factiva Public Figures & Associates que abordan los problemas de la debida investigación de clientes que deben enfrentar los banqueros según la Ley Patriótica de los Estados Unidos y otras leyes sobre el blanqueo de dinero, representan opciones extremadamente útiles ", observa J. Byrne, Director de asesoría y cumplimiento legal de la Asociación de Banqueros Estadounidenses. Factiva Public Figures & Associates utiliza un XML convencional transmitido por un enlace protegido, que puede personalizarse e integrarse en la intranet local del cliente o en su sistema de gestión de contenido informativo. Una vez suministrado e integrado el producto, todas las búsquedas se efectúan con la protección del sistema cortafuegos de la institución. Factiva Public Figures & Associates también puede entregarse en un Cd-Rom. Infolink: www.factiva.com/publicfigures 

ASSURANCE: UN PAS IMPORTANT SUR LA VOIE D'UN MARCHE FINANCIER EUROPEEN INTEGRE VIENT D'ETRE FRANCHI AVEC L'APPROBATION DE LA DIRECTIVE SUR L'INTERMEDIATION EN ASSURANCE

Bruxelles, 1 ottobre 2002 La Commission européenne a salué l'approbation, par le Conseil des ministres de l'UE, de la directive sur l'intermédiation en assurance, qui débouchera sur un choix plus grand et une protection accrue pour les consommateurs, tout en permettant aux intermédiaires d'assurance tels que les courtiers d'assurance, les banques et les concessionnaires automobiles - de commercialiser leurs services à l'échelle transfrontalière. En vertu de cette directive, tous les intermédiaires devront être immatriculés dans leur État membre d'origine. Cette immatriculation sera subordonnée à des critères stricts. Les intermédiaires ayant obtenu leur immatriculation seront libres de vendre leurs services partout dans l'Union. Dès son entrée en vigueur, fin 2004, la directive, qui est basée sur une proposition de la Commission de septembre 2000 (cf. IP/00/1048 ), remplacera une directive de 1977, devenant ainsi le seul instrument communautaire contraignant applicable aux personnes physiques et morales qui vendent des produits d'assurance pour le compte de tiers. Il s'agit d'une mesure prioritaire dans le cadre du plan d'action de l'UE pour les services financiers, dont l'objectif final est d'établir un marché européen des services financiers qui soit réellement intégré et dans lequel les consommateurs puissent avoir confiance. La directive sera considérée comme officiellement adoptée dès qu'elle aura été signée par les présidents du Parlement et du Conseil. M. Frits Bolkestein, membre de la Commission chargé du marché intérieur, a déclaré ce qui suit: "Le marché européen de l'assurance tirera un large profit de cette mesure juridique équilibrée. Les intermédiaires d'assurance constituent des maillons importants pour ce qui est de la distribution des produits d'assurance. Grâce à la directive, il leur sera plus facile d'exercer leur profession partout où ils le souhaitent dans l'Union. Cette directive débouchera également sur un accroissement de l'offre de produits d'assurance pour les consommateurs, qui auront également la certitude qu'ils peuvent se fier aux conseils prodigués par les intermédiaires". Principales dispositions de la directive En vertu de la directive, toutes les personnes physiques et morales qui exercent une activité d'intermédiaire d'assurance ou de réassurance sont tenues de se faire immatriculer dans leur État membre d'origine, aux conditions minimales suivantes: posséder les connaissances et aptitudes appropriées telles qu'elles sont déterminées par ledit État membre; jouir de l'honorabilité voulue; être couverte par une assurance de la responsabilité civile professionnelle ou toute autre garantie équivalente, portant sur la responsabilité résultant d'une faute professionnelle (à raison d'au moins 1 000 000 euros par sinistre et 1 500 000 euros par an globalement); détenir une capacité financière suffisante pour protéger les clients contre l'incapacité éventuelle de l'intermédiaire de transférer les primes aux entreprises d'assurance ou de transférer aux assurés le montant des indemnisations obtenues au titre des polices souscrites. Ces obligations minimales garantissent un niveau élevé de professionnalisme et de compétence. Les États membres peuvent adopter des dispositions plus strictes, qui ne s'appliqueront cependant qu'aux intermédiaires immatriculés sur leur territoire. Sur la base de leur immatriculation dans leur État membre d'origine, les intermédiaires d'assurance ou de réassurance pourront exercer leur activité dans d'autres États membres. La directive exige également des intermédiaires d'assurance qu'ils fournissent aux consommateurs des explications claires sur les raisons qui motivent leurs conseils quant à l'achat d'un produit d'assurance déterminé. Ils devront préciser par écrit, d'une manière compréhensible pour les clients, pourquoi ils recommandent un produit particulier compte tenu des besoins des intéressés. La directive permet aux autorités financières et à d'autres organismes de l'État membre (entreprises d'assurance ou associations professionnelles) de s'associer au processus d'immatriculation, par exemple en immatriculant les intermédiaires d'assurance sous la supervision ou le contrôle de l'autorité compétente de cet État. En vertu de la directive, les États membres sont tenus de veiller à ce que le public puisse accéder facilement, au moyen d'un guichet unique, aux informations ayant trait aux intermédiaires d'assurance et de réassurance immatriculés, aux autorités compétentes auprès desquelles ils sont immatriculés, ainsi qu'aux États membres dans lesquels ils exercent leur activité. Enfin, la directive encourage les États membres à mettre en place des procédures adéquates et efficaces en vue du règlement extrajudiciaire des litiges, au moyen notamment du réseau transfrontalier Fin-Net lancé par la Commission en 2001 (voir IP/02/1258 et IP/01/152 et http://finnet.jrc.it/  Le texte de la directive approuvé par le Conseil inclut désormais toutes les modifications apportées en deuxième lecture par le Parlement européen; il est disponible dans son intégralité sur le site internet Europa, à l'adresse suivante: http://www.europa.eu.int/comm/internal_market/fr/finances/insur/index.htm 

BANCA LOMBARDA: INIZIO DELLE NEGOZIAZIONI DEI "WARRANT AZIONI ORDINARIE BANCA LOMBARDA E PIEMONTESE 2002/2004"

Brescia, 1 ottobre 2002 - Si rende noto che la Borsa Italiana, dopo aver preso atto, tra l'altro, del deposito presso la Consob in data 27 settembre 2002 della Nota Integrativa per la quotazione dei "Warrant azioni ordinarie Banca Lombarda e Piemontese 2002/2004", avvenuto a seguito di nulla osta n. 2063557 del 26 settembre 2002, e del fatto che la stessa è stata messa a disposizione del pubblico, in data 30 settembre 2002 ha disposto l'inizio delle negoziazioni di detti warrant sul Mercato Telematico Azionario a decorrere dal 2 ottobre 2002. Il quantitativo minimo di negoziazione è fissato in n. 1 warrant. Si ricorda che i warrant, emessi nell'ambito dell'operazione di aumento di capitale sociale deliberata dall'Assemblea Straordinaria dei soci il 24 aprile 2002, danno diritto a sottoscrivere azioni Banca Lombarda in ragione di n. 1 azione ogni n. 65 warrant posseduti ad un prezzo unitario di Euro 9,7, secondo le modalità ed i termini fissati nel relativo Regolamento, disponibile anche sul sito della Banca, www.bancalombarda.it 

ANTONVENETA: AVVICENDAMENTO IN COMITATO ESECUTIVO GIANNI MION, AMMINISTRATORE DELEGATO DI EDIZIONE HOLDING ENTRA NEL COMITATO ESECUTIVO

Padova, 1 ottobre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Banca Antonveneta, riunitosi il 30 settembre 2002 a Padova, ha deliberato la nomina nel Comitato Esecutivo del Consigliere di Amministrazione Dott. Gianni Mion, Amministratore Delegato di Edizione Holding. Il Dott. Mion sostituisce nel Comitato Esecutivo il Cavaliere del Lavoro Sig. Gilberto Benetton, che mantiene naturalmente la carica di Consigliere.

LA COMMISSIONE EUROPEA AUTORIZZA LA COSTITUZIONE DI UN'IMPRESA COMUNE TRA AGERE, INFINEON E MOTOROLA

Bruxelles, 1 ottobre 2002 La Commissione europea ha autorizzato un progetto di impresa comune denominata StarCore Llc - tra Agere, Infineon e Motorola, nel campo della progettazione di elementi base dei processori di segnale digitale (Dsp) e della concessione delle relative licenze. Nel 1998, Agere e Motorola hanno costituito il centro comune di progettazione StarCore (StarCore Joint Design Center) per la progettazione in comune di elementi base dei Dsp(1), che saranno trasformati in chip Dsp, commercializzati esclusivamente da Agere e Motorola. Motorola e Agere apporteranno ora il loro know-how e i diritti di proprietà intellettuale relativi ai Dsp nella StarCore Llc. Analogamente, Infineon apporterà nella StarCore Llc le sue attività di progettazione di elementi base dei Dsp e di concessione di licenze (Caramel). Insieme ai diritti di proprietà intellettuale, le parti trasferiranno a StarCore Llc i centri di progettazione già esistenti negli Stati Uniti, dove ha sede il centro comune di progettazione StarCore, e in Israele, dove ha sede il centro di progettazione di Infineon. Nell'ambito di un accordo per la costituzione di una società a responsabilità limitata, notificato alla Commissione europea il 27 agosto, Agere, Infineon e Motorola acquisiscono il controllo in comune di StarCore Llc. Dall'indagine condotta dalla Commissione risulta che le sovrapposizioni tra StarCore Llc e le società madri, sia orizzontali che verticali, sono limitate e che l'operazione non dà adito a preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza. Agere opera nel campo della progettazione, sviluppo e fabbricazione di circuiti integrati per un'ampia gamma di sistemi di comunicazione e di sistemi informatici, nonché di componenti optoelettronici per reti di comunicazioni. Infineon è un fornitore di semiconduttori e soluzioni di sistema per applicazioni nei mercati delle comunicazioni fisse e senza filo, per sistemi di sicurezza e smart card, per i settori automobilistico e industriale, oltre a fornire memorie. Motorola è un fornitore di comunicazioni senza filo, semiconduttori e componenti e servizi per sistemi elettronici avanzati.

JUVENTUS FOOTBAL CLUB ESERCIZIO CHIUSO IL 30 GIUGNO 2002: UTILE NETTO DI CIRCA 6,1 MILIONI DI EURO, IN AUMENTO DEL 6,2% RISPETTO AI CIRCA 5,8 MILIONI DI EURO DELL'ESERCIZIO 2000/2001. ANDREA PININFARINA ENTRERA' IN CDA INSIEME A GHEDDAFI JUNIOR

Milano, 1 ottobre 2002 - Ieri a Milano l'ad della societa' bianconera, Antonio Giraudo, aveva annunciato che all'assemblea di ottobre il cda proporra' ai soci l'innalzamento da sette a nove dei componenti del consiglio stesso, e appunto l'ingresso Al Saadi Gheddafi e di ''un imprenditore di cui non vi sveliamo il nome''. E' Andrea Pininfarina l'imprenditore che entrera' nel consiglio di amministrazione della Juventus insieme a Gheddafi junior. Il Consiglio di Amministrazione della Juventus Football Club S.p.A., riunitosi a Torino il 20 settembre 2002 sotto la Presidenza di Vittorio Caissotti di Chiusano, ha approvato il Progetto di Bilancio dell'esercizio chiuso il 30 giugno 2002, che verrà sottoposto all'Assemblea degli Azionisti convocata per il giorno 28 ottobre in prima convocazione ed il 25 novembre in seconda convocazione. Il Progetto di Bilancio dell'esercizio 2001/2002 conferma i risultati economico-finanziari deliberati dal Consiglio di Amministrazione della Società del 13 agosto 2002, che aveva approvato la IV Relazione Trimestrale dell'esercizio 2001/2002. L'esercizio 2001/2002 si è chiuso con un Utile Netto di circa 6,1 milioni di Euro, in aumento del 6,2% rispetto ai circa 5,8 milioni di Euro dell'esercizio 2000/2001. L'esercizio 2001/2002 da un lato ha beneficiato del rilevante apporto della Gestione Calciatori (che è stata positiva per 45,9 milioni di Euro, contro un saldo negativo per 8,7 milioni di Euro dell'esercizio 2000/2001), dall'altro ha scontato l'impatto negativo derivante dall'imputazione degli oneri straordinari di quotazione (che sono stati complessivamente di circa 5,9 milioni di Euro). I Ricavi dell'esercizio 2001/2002 sono stati di circa 175,3 milioni di Euro, in aumento del 2,5% rispetto ai 171,1 milioni di Euro dell'esercizio precedente grazie all'aumento dei ricavi da gare e, soprattutto, ai maggiori proventi da diritti radiotelevisivi, telefonici e proventi da U.E.F.A. Champions League. I Costi Operativi dell'esercizio 2001/2002 sono stati complessivamente di 188,2 milioni di Euro, in aumento rispetto ai 146,5 milioni di Euro dell'esercizio precedente sostanzialmente a seguito dell'incremento delle spese per il personale. Nell'esercizio 2001/2002 sono stati contabilizzati premi per la Vittoria dello Scudetto per un importo complessivo di 10,4 milioni di Euro, contro i 6,8 milioni di Euro nel 2000/2001 a fronte del raggiungimento del secondo posto in Campionato. Il Margine Operativo Lordo dell'esercizio 2001/2002 è stato negativo per 12,8 milioni di Euro, contro un saldo positivo di 24,6 milioni di Euro dell'esercizio 2000/2001. Il Risultato Ordinario dell'esercizio 2001/2002 è stato positivo per 20,8 milioni di Euro, in aumento rispetto ai 9 milioni di Euro dell'esercizio precedente. Per quanto riguarda gli aspetti patrimoniali e finanziari, il Valore netto contabile dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori al 30 giugno 2002 ammontava a 220,6 milioni di Euro, in aumento rispetto ai 116,6 milioni di Euro de! 30 giugno 2001 a seguito degli investimenti netti realizzati nella Campagna Trasferimenti 2001/2002. Il Capitale Circolante Netto al 30 giugno 2002 era negativo per 225,3 milioni di Euro, in diminuzione rispetto al saldo negativo di 170,5 milioni di Euro del 30 giugno 2001. La Posizione Finanziaria Netta a fine giugno 2002 era positiva per circa 95 milioni di Euro, in aumento rispetto al saldo positivo di 67,6 milioni di Euro di fine giugno 2001. L'aumento di capitale realizzato in sede di quotazione (62,6 milioni di Euro), il cash flow (utile di esercizio + ammortamenti) per 75,3 milioni di Euro, la diminuzione del capitale circolante netto (54,9 milioni di Euro) e l'aumento del Fondo TFR e degli altri Fondi (15,2 milioni di Euro), hanno più che compensato gli investimenti netti effettuati (178,9 milioni di Euro) e la distribuzione dei dividendi (1,1 milioni di Euro), consentendo, al netto di altre variazioni minori, un miglioramento di 27,4 milioni di Euro della Posizione Finanziaria Netta. Il saldo positivo per circa 95 milioni di Euro della Posizione Finanziaria Netta a fine giugno 2002 era composto da disponibilità fiquide depositate su conti correnti bancari (92,9 milioni di Euro, contro 64,9 milioni di Euro a fine giugno 2001) e quote di fondi comuni e polizze di capitalizzazione (2,1 milioni di Euro, contro 2,7 milioni di Euro a fine giugno 2001). Il Patrimonio Netto al 30 giugno 2002 era di 99,5 milioni di Euro, in aumento rispetto ai 32,5 milioni di Euro del 30 giugno 2001 grazie all'aumento di capitale ed all'utile netto dell'esercizio, al netto dei dividendi distribuiti. Tenuto conto che la Società a fine giugno 2002 ed a fine giugno 2001 evidenziava una situazione di liquidità netta, il risultato del rapporto Indebitamento Finanziario Netto/Patrimonio Netto (Debt/Equity ratio) a fine giugno 2002 ed a fine giugno 2001 non era significativo. Proposta di divìdendo - II Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all'Assemblea la distribuzione un dividendo unitario di Euro 0,012 (con credito di imposta senza limitazioni), contro il dividendo unitario di Euro 0,011 (equivalente a Euro 0,054 prima dell'operazione di frazionamento deliberata dall'Assemblea Straordinaria degli Azionisti del 4 settembre 2001) distribuito a valere sull'utile dell'esercizio 2000/2001. Lo stacco del dividendo avverrà in data 4 novembre 2002 ed il pagamento sarà effettuato dal 7 novembre 2002 (cedola n'4). Azioni proprie - II Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all'Assemblea di rinnovare la delibera di acquisto azioni proprie per un massimo di n. 12 milioni di azioni della Società ad un corrispettivo non inferiore a 0,1 Euro, pari al valore nominale, e non superiore a 5 Euro. I fatti di rilevo dell'esercizio 2001/2002 - La stagione sportiva 2001/2002 si è conclusa con la Vittoria del venttseiesimo Scudetto. La Prima Squadra ha anche disputato la finale delia Coppa Italia e le squadre giovanili hanno registrato risultati di eccellenza nei rispettivi campionati: i Berretti si sono aggiudicati il torneo, i Giovanissimi le finali, la Primavera e gli Allievi hanno raggiunto i quarti di finale. La Campagna Trasferimenti 2001/2002 complessivamente ha comportato, tenendo conto anche delle risoluzioni delie compartecipazioni, uno sbilancio finanziario di 50,1 milioni di Euro, per effetto di investimenti per 215,5 milioni di Euro, al netto dì cessioni per 159,9 milioni di Euro e di risoluzioni compartecipazioni che hanno determinato un incasso di 5,5 milioni di Euro. L'effetto economico, comprensivo anche delle risoluzioni delle compartecipazioni, è stato positivo per 114,1 milioni di Euro. Nella seconda metà del novembre 2001, Juventus e Nike European Operations Netherlands B.V. ("Nike") hanno raggiunto un accordo con una durata di dodici anni a partire dal 1° luglio 2003, In particolare, Nike sarà lo sponsor tecnico della Juventus Football Club e si occuperà dell'intero settore licensing della Società e svilupperà prodotti e servìzi a marchio Juventus creando una rete di punti vendita tradizionali, on-line e per corrispondenza (retail operations}. Nike ha la facoltà di recedere dal contratto al termine di ogni triennio qualora il Gruppo Nike sia colpito da condizioni economiche gravemente negative. Il corrispettivo minimo complessivo previsto dal contratto per i dodici anni del rapporto è di circa 157,3 milioni di Euro, oltre alile forniture annuali di materiale tecnico ed alle royalties sull'attività licensing e retail operations. Fino al 30 giugno 2003, quindi per tutta la stagione in corso, la Juventus Football Club proseguirà la collaborazione con Lotto quale sponsor tecnico e licenziatario. In data 18 dicembre 2001 Borsa Italiana ha disposto l'ammissione a quotazione, a decorrere da! 20 dicembre 2001, sul Mercato Telematico Azionario (Mta) - Segmento di Mercato "Str" delie azioni della Società. L'aumento di capitale ha comportato un introito complessivo per ta Società di 62,6 milioni di Euro, al lordo delle commissioni e degli oneri accessori. In data 18 giugno 2002 la Juventus Football Club ha firmato un protocollo d'intesa in forza del quale il Comune di Torino si è impegnato a concedere alla Juventus Football Club lo Stadio Delle Alpi e le aree adiacenti, costituendo entro i) 31 ottobre 2002 un diritto di superficie novantanovennale, rinnovabile alla scadenza su richiesta della, stessa Juventus Football Club. Il corrispettivo pattuito a di 24 milioni di Euro, di cui 6 milioni di Euro verranno versati all'atto della costituzione del diritto di superficie. I restanti 18 milioni di Euro saranno pagati in nove rate annuali costanti a partire dal 1° luglio 2003. Come previsto dal contratto stipulato nel marzo 2001, in data 13 luglio 2001 la Società ha acquisito il 96,62% del capitale sociale della Campi di Vinovo S.p.A. proprietaria di un'area di circa 500.000 mq situata nei Comuni di Vinovo e Nichelino. L'investimento complessivo delta Juventus Football Club per t'acquisto delle azioni Campi di Vinovo è stato di 16,7 milioni di Euro. Entro la fine del 2002 dovrebbe completarsi l'iter autorizzativo per l'ottenimento delle concessioni necessarie per lo sviluppo del progetto "Mondo Juve". I fatti di rilevo dopo II 30 giugno 2002 - La stagione sportiva 2002/2003 è iniziata con un nuovo successo: la Vittoria della Supercoppa Italiana. In data 2 agosto 2002 è stato firmato un contratto di sponsorizzazione ufficiale per le competizioni U.E.F.A., la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana per la stagione 2002/2003 per un importo di 4,5 milioni di Euro ed un performance bonus di 2 milioni di Euro in caso di vittoria della U.E.F.A. Champìons League con la Tamoil Petroli S.p.A. (a cui, inoltre, è stata garantita un'opzione per il rinnovo del contratto per la stagione successiva a parità di condizioni economiche), in sostituzione di TU Mobile S.p.A. con cui sono stati risolti i contratti di sponsorizzazione. Per quanto riguarda la Campagna Trasferimenti 2002/2003, fé operazioni perfezionate al termine deità prima fase (13 settembre 2002) hanno comportato, tenendo conto anche delle risoluzioni delle compartecipazioni e dell'acquisto di opzioni, uno sbilancio finanziario di 7,6 milioni di Euro, per effetto di investimenti per 37,3 milioni di Euro e di risoluzioni delle compartecipazioni e dell'acquisto di opzioni che hanno determinato un esborso di 6,8 milioni di Euro, al netto di cessioni per 36,5 milioni dì Euro. L'effetto economico, comprensivo anche delle risoluzioni delle compartecipazioni ed al lordo di eventuali oneri accessori, è stato positivo per 16,3 milioni di Euro e verrà contabilizzato nel conto economico dell'esercizio 2002/2003. Gli acquisti e le cessioni a titolo temporaneo dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori hanno determinato un effetto economico-finanziario netto negativo per 8,2 milioni di Euro. Per quanto riguarda la Campagna Abbonamenti relativa alla stagione sportiva 2002/2003. a fine agosto 2002 risultavano sottoscritti 28.283 abbonamenti per un incasso di 5,2 milioni di Euro. Pravedibile evoluzione della gestione - L'andamento dell'esercizio 2002/2003, come di consueto, sarà significativamente influenzato sia dall'andamento della stagione sportiva che dagli effetti economici derivanti dalla Campagna Trasferimenti 2002/2003 (la cui prima fase, dopo la riapertura dei termini deliberata daf Consiglio della F.I.G.C. del 3 settembre 2002, o terminata in data 13 settembre 2002, mentre la seconda fase si svolgerà tra il 2 gennaio ed il 31 gennaio 2003). Nella stagione 2001/2002 fa Campagna Trasferimenti aveva determinato un impatto sul conto economico dell'esercizio (comprensivo anche delle risoluzioni delle compartecipazioni) positivo per 114,1 milioni di Euro.

INFERENTIA DNM APPROVATA LA RELAZIONE SEMESTRALE AL 30 GIUGNO 2002 CRESCITA DEGLI ORDINATIVI NELL'ATTIVITA' CORE DEL GRUPPO VALORE DELLA PRODUZIONE A € 20,1 (+51%)

Milano, 1 ottobre 2002 - Si è riunito ieri a Milano il Consiglio di Amministrazione di Inferentia Dnm S.p.A. per esaminare la relazione semestrale al 30 giugno 2002. Il primo semestre 2002, pur presentando ancora un risultato operativo negativo, conferma i segnali positivi, registrati già nel secondo trimestre dell'anno, derivanti dall'incremento degli ordinativi in particolare nell'area delle attività core del gruppo. Il primo semestre 2002 è caratterizzato dalla rilevante variazione dell'area di consolidamento rispetto all'equivalente periodo dell'esercizio precedente, dovuto alle acquisizioni completate nella seconda parte dello scorso anno. Il conto economico consolidato recepisce infatti, rispetto al primo semestre 2001, il consolidamento per tutto il periodo di riferimento del Gruppo ex Dnm e del Gruppo Fullsix (Francia). I risultati di periodo sono sostanzialmente in linea con le previsioni contenute nel piano industriale del gruppo e sono così sintetizzabili: il valore della produzione consolidato ammonta a circa € 20,1 milioni, in crescita del 51% rispetto ai circa € 13,3 milioni del 1° semestre 2001 Tale crescita è dovuta sostanzialmente all'ampliamento del perimetro di consolidamento; l'Ebitda consolidato è negativo per circa € 6,3 milioni (nel 1° semestre 2001 era positivo per € 1 milione); l'Ebita consolidato è negativo per circa € 8,2 milioni 1° semestre 2001 era sostanzialmente negativo per 0,1 l'Ebt consolidato è negativo per circa € 4 milioni (nel 1° semestre 2001 era negativo per circa € 0,5 milioni). Sul risultato a livello di Ebt ha positivamente influito la rinuncia, da parte di Fineco S.p.A., come previsto nell'accordo di risanamento e rilancio del gruppo Inferentia Dnm dello scorso aprile, a € 7 milioni di crediti finanziari, nonché l'eccedenza di prezzo, pari a circa € 2 milioni, derivante dalla cessione a Wpp delle azioni Inferentia Dnm detenute da Banca Arner. Al 30 giugno 2002 la posizione finanziaria netta consolidata è negativa per circa € 13 milioni e registra, rispetto al 31 marzo 2002, un miglioramento di oltre € 11 milioni. Tale miglioramento è dovuto sia alla disponibilità di € 8 milioni circa quale parte dell'aumento di capitale in azioni ordinarie a fronte dell'impegno irrevocabile di sottoscrizione dei soci Gruppo Onetone e Fineco S.p.A.; sia alla rinuncia, da parte di Fineco S.p.A., di crediti finanziari per € 7 milioni, a fronte degli accordi siglati tra i soci lo scorso 17 aprile. La posizione finanziaria migliorerà nel 3° trimestre di ulteriori € 23,4 milioni per effetto: dal completamento dell'aumento di capitale per € 11 milioni circa; dall'eccedenza di prezzo incassata da Banca Arner per la cessione della propria quota dell'8,74% a Wpp per € 1,9 milioni circa,; dalla conversione in azioni di risparmio, già deliberata dall'Assemblea Straordinaria lo scorso 26 settembre, a fronte della linea di credito a suo tempo concessa a Inferentia Dnm da Bipop-Carire, per € 10,5 milioni.

EDISON INAUGURA IL CANTIERE PER LA COSTRUZIONE DELLA NUOVA CENTRALE TERMOELETTRICA DA 800 MW DI ALTOMONTE

Milano, 1 ottobre 2002 - Il Ministro delle Attività Produttive, Antonio Marzano, ed il Sottosegretario alle Attività Produttive, Giovanni Dell'Elce, hanno presenziato oggi alla cerimonia di posa della prima pietra della centrale termoelettrica a ciclo combinato che la Edison ha in costruzione ad Altomonte (Cosenza). Alla manifestazione hanno preso parte anche il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Chiaravalloti, e il Sindaco di Altomonte, Costantino Belluscio, oltre al management della Società e a numerosi invitati. Quella di Altomonte sarà la prima centrale italiana da 800 megawatt interamente dedicata al mercato libero dell'energia elettrica; costituisce dunque un importante e concreto passo avanti nel processo di liberalizzazione del settore. L'investimento, del valore di oltre 300 milioni di euro, rappresenta uno dei progetti industriali tecnologicamente più avanzati realizzati in Calabria e consentirà la produzione di energia elettrica con un rendimento elevatissimo (oltre il 56%) ed un impatto ambientale minimo. Umberto Quadrino, Presidente della Edison, nel suo intervento ha ricordato: "Altomonte sarà la prima ad entrare in esercizio tra le nuove centrali comprese nel piano strategico della Edison, che intende costruire 4.000 nuovi megawatt in Italia con l'obiettivo di raggiungere, entro i prossimi cinque anni, una potenza installata complessiva di 14.000 megawatt ed una quota del mercato elettrico pari al 20%. Tra l'altro - ha proseguito Quadrino - il piano Edison di focalizzazione sul core business dell'energia elettrica e del gas e di dismissione delle attività non strategiche consentirà una riduzione dell'indebitamento di Gruppo di oltre 7 miliardi di euro entro l'anno". L'impianto entrerà in funzione all'inizio del 2005 e produrrà oltre 5 miliardi di chilowattora all'anno, una quantità di energia sufficiente, per esempio, a coprire il fabbisogno domestico di tutte le famiglie di una regione come la Sicilia. In realtà la produzione di Altomonte sarà venduta al mercato libero attraverso la Borsa elettrica e consentirà alle aziende, in primo luogo a quelle locali, di rifornirsi di energia a condizioni favorevoli, migliorando la propria competitività e creando ulteriori opportunità di sviluppo e di occupazione. Assai significative saranno le ricadute del progetto per l'economia e l'occupazione locali. Oltre ai dipendenti diretti dell'impianto, alla occupazione indotta presso le aziende fornitrici di apparecchiature elettromeccaniche e a quella che si verrà a creare per la manutenzione e i servizi nella fase di esercizio, la realizzazione dell'impianto richiederà 1 milione e 200mila ore di lavoro. Gli addetti impegnati in cantiere durante i lavori di costruzione saranno mediamente 250, con punte di oltre 600 unità. La centrale di Altomonte adotterà il ciclo combinato alimentato con gas naturale, la tecnologia di produzione termoelettrica in assoluto più efficiente e più rispettosa dell'ambiente. Infatti a parità di energia prodotta, rispetto ad un impianto termoelettrico convenzionale, tale processo consente un notevole risparmio di combustibile; riduce della metà le emissioni di CO2; abbatte a meno di un terzo quelle di ossidi di azoto ed elimina del tutto le emissioni solforose e di polveri. L'impianto sarà certificato per la gestione ambientale, come tutte le altre centrali del Gruppo, secondo la rigida normativa europea Emas e per la gestione della sicurezza adotterà l'altrettanto stringente certificazione internazionale Ohsas. Oltre ai vantaggi del ciclo combinato già descritti, la centrale Edison di Altomonte disporrà di alcune soluzioni tecniche innovative per migliorarne ulteriormente la performance ambientale. Tra queste, l'adozione di un sistema di combustione denominato Dry Low Nox, che consente emissioni di ossidi di azoto inferiori a 50 milligrammi per normal metro cubo, un valore bassissimo. La riduzione del consumo di risorse idriche è un'altra caratteristica peculiare della centrale di Altomonte, che ne userà circa un centesimo rispetto ad una normale. Infatti, la centrale sarà raffreddata ad aria ed inoltre per gli scarichi di processo verrà adottato un impianto, denominato Zero Discharge, che permetterà di riciclarli completamente in un sistema a circuito chiuso. Infine, l'impianto sarà inserito nel territorio in maniera armoniosa anche dal punto di vista paesaggistico. Ad esempio con il riempimento, già quasi completato, della vecchia cava abbandonata adiacente alla centrale; con il rimboschimento del perimetro con alberi di alto fusto e con l'adozione di soluzioni architettoniche innovative per gli edifici, al fine di minimizzarne l'impatto visivo. Questi accorgimenti, uniti alla particolare conformazione del sito, che si trova in una conca naturale all'interno dell'area industriale del Comune di Altomonte, renderanno la centrale praticamente invisibile dai centri abitati circostanti.

WEBING REALIZZA UNA SOLUZIONE DI ENERGY MANAGEMENT: "ENERGY SERVER": IL SISTEMA DI TELEMISURA DEI CONSUMI ELETTRICI.

Roma, 1 ottobre 2002 - "Energy server" e' un sistema di telemisura di grandezze elettriche orientato a monitorare i consumi energetici, realizzato in collaborazione con Techimp, un'azienda nata per iniziativa di docenti e ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Elettrica dell'Università di Bologna come spin-off accademico, con l'obiettivo di esercitare attività relative alla diagnostica all'automazione e allo sviluppo tecnologico, elettrico ed elettronico, di sistemi e processi produttivi. "Energy server" e' uno strumento che consente di controllare e pianificare i profili di consumo in accordo con le norme vigenti sul territorio dello stato italiano. Ad oggi, usufruiscono dei servizi erogati da ³Energy Server² circa 200 aziende consorziate. Tra le grandezze più significative trattate vi sono: Energia Attiva; Energia Reattiva; Potenza Attiva; Potenza Reattiva; Fattore di Potenza. Funzionalità: Visualizzazione in forma grafica o tabellare le grandezze elettriche su base settimanale, mensile, annuale. Visualizzazione in forma grafica o tabellare le grandezze elettriche variano gli intervalli di risoluzione (15 min, 60 min, giorno settimana, mese. Valutazione oneri aggiuntivi dovuti al bilanciamento. Modifica profilo dei propri consumi. Segnalazione via email, Sms di allarmi dovuti al verificarsi di superi di soglie preimpostate dall'utente. Fatturazione virtuale. Esportazione dei dati in file di testo (Csv) per operazioni di post-elaborazione da parte degli utenti.

MINISTERO DELL'AMBIENTE - MINISTERO DELLA GIUSTIZIA : AL VIA LA SOLARIZZAZIONE DEL CARCERE DI REBIBBIA PARTE OGGI UN PROGETTO PILOTA PER LA REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO SOLARE TERMICO PER LA PRODUZIONE DI ACQUA CALDA SANITARIA NEL PENITENZIARIO ROMANO.

Roma, 1 ottobre 2002 - Il sole entra nelle carceri italiane. Verrà presentato infatti domani un progetto pilota per la realizzazione di un impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria nel Carcere di Rebibbia a Roma, un'iniziativa che ha visto il coinvolgimento diretto di alcuni detenuti. Si tratta del primo progetto del Protocollo d'intesa tra il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e il Ministero della Giustizia per la solarizzazione dei penitenziari italiani che ha reso disponibili circa 2.600.000 € a supporto dell'installazione, entro il 2005, e la realizzazione di 5.000 metri quadri di collettori solari, negli Istituti Penitenziari italiani. "Si tratta di una iniziativa di grande interesse -ha dichiarato il Ministro dell' Ambiente e della Tutela del territorio, Altero Matteoli- in quanto oltre a ridurre l' inquinamento e a produrre un notevole risparmio energetico ha una valenza altamente sociale". Dopo aver frequentato un corso di formazione di 600 ore per installatori di pannelli solari termici, 36 detenuti del penitenziario di Rebibbia, con il supporto di tecnici specializzati, hanno contribuito infatti in prima persona alla realizzazione dell'impianto, che sarà il più grande in Italia. La sinergia tra il Dap (Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria), la direzione del penitenziario, i Ministeri firmatari, il Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile, l'Enea e la Regione Lazio ha consentito di progettare tre impianti per complessivi 600m quadri di collettori solari. L'impianto servirà a coprire circa il 60% della richiesta annua di acqua calda sanitaria caratteristica delle strutture carcerarie e costituirà oltre che un efficace strumento di riduzione del danno ambientale, una fonte notevole di risparmio economico e energetico. Al termine dell'inaugurazione dell'impianto seguirà un convegno dal tema "Il sole in carcere: esperienze di autocostruzione ed installazione di collettori solari nell'Istituto penitenziario di Rebibbia". "Si tratta - afferma il Ministro della Giustizia, Roberto Castelli - di una delle numerose iniziative in atto nei penitenziari italiani. All'interno delle carceri, infatti, trovano spazio ogni giorno piccoli e grandi progetti, che danno un senso alle giornate dei detenuti e che spesso contribuiscono anche a insegnare loro un lavoro, cosa utilissima in vista del loro reinserimento nella società. Purtroppo, spesso queste iniziative non salgono all'onore delle cronache, ma ciononostante incidono sulla qualità della vita all'interno delle carceri".

COUNTRY PRESENTATION PERÙ PER PRESENTARE LA REALTÀ ECONOMICA DEL PERÙ, PAESE DELL'AREA MENO COLPITO DALLA CRISI ARGENTINA

Milano, 1 ottobre 2002 - La delegazione peruviana sarà guidata dal Vice Presidente della Repubblica e Ministro del Commercio Estero Raùl Diez Canseco, che sarà affiancato dal vice Ministro del Commercio Estero peruviano Alfredo Ferrero nonché dal direttore di Proinversion, dal Presidente di Adex (Associazione degli esportatori), dal vice Presidente della Sin (Società nazionale dell'industria) e dal direttore di Comex Peru' . Rilevante, per gli operatori italiani interessati ad investire nel paese, è il prolungamento fino al 2006 dell'Andean Trade Preference Act (Atpa) che assicura tariffe privilegiate per un gran numero di prodotti diretti al mercato nord americano. Interessante è la necessità del paese di modernizzare la dotazione di tecnologia. Inoltre è in corso la riconversione in finanziamenti allo sviluppo di parte del debito che il paese ha nei confronti dell'Italia. I settori economici che verranno presi in esame, dopo la panoramica sull'economia del paese, sono il settore dell'agroindustria, della pesca, del legname. Verranno inoltre presentati progetti su: calzature, turismo, tessile, gioielleria, caffè, piante medicinali, ceramica, pentolame ( vedi elenco allegato). Nel pomeriggio avranno luogo gli incontri bilaterali tra i componenti la delegazione e gli operatori italiani secondo un calendario strutturato in base alle richieste espresse nella scheda di adesione. Giovedi 10 Ottobre 2002 - Ore 9.00 presso la Sede di Ice Milano Sala Pirelli - Corso Magenta, 59 Le aziende interessate sono pregate di far pervenire la scheda di adesione allegata al fax 02/4816494. La partecipazione è gratuita. Per maggiori informazioni contattare Dr.ssa Wilma Facchetti tel 02-48044259 E.mail wilma.facchetti.milano@ice.it 

NOTA INFORMATIVA DELLA CORTE DEI CONTI EUROPEA CONCERNENTE LA RELAZIONE SPECIALE N. 5/2002 SUI REGIMI DI PREMIO ALL'ESTENSIFICAZIONE E DI PAGAMENTO PER L'ESTENSIVIZZAZIONE NELL'AMBITO DELL'ORGANIZZAZIONE COMUNE DEI MERCATI NEL SETTORE DELLE CARNI BOVINE (1)

Luxembourg, 1 ottobre 2002 Il regime del premio per l'estensificazione (Rpe) è stato introdotto nel 1992 al fine di incoraggiare una produzione estensiva di carni bovine rispettando l'ambiente, di ridurre la produzione e di combattere la crescente tendenza ad una produzione intensiva di carni bovine. Trattasi di un pagamento addizionale (top up) ai produttori che già beneficiano del premio per vacca nutrice o del premio speciale, purché soddisfino le condizioni in materia di produzione estensiva stabilite nei regolamenti comunitari(2). Il controllo della Corte aveva lo scopo di scoprire in qual misura l'Rpe favoriva l'allevamento estensivo di bestiame nell'UE e di esaminare l'attuazione del regime dopo la riforma nell'ambito dell'Agenda 2000. Dal controllo è emerso quanto segue: l'rpe costituisce un sostegno al reddito dei produttori di bovini con allevamenti estensivi, ma favorisce poco l'espansione dell'allevamento estensivo e non incoraggia i produttori intensivi a passare a metodi più estensivi (i 2/3 delle carni bovine provengono nell'UE da mandrie ad orientamento lattiero, che tendono ad essere prodotte in allevamenti intensivi); i limiti di densità (Sd) per i principali regimi si avvicinano ormai a quelli previsti per l'Rpe e si differenziano soprattutto per gli animali e per la superficie presi in considerazione ai fini del calcolo dell'Sd; mentre le riforme dell'Agenda 2000 correggevano gli errori di concezione del regime che avevano consentito ai produttori di beneficiare dell'Rpe semplicemente adattando i dati della loro domanda di premio, l'attuazione del regime si è rivelata problematica in tutti gli Stati membri visitati (Spagna, Francia, Irlanda, Austria e Regno Unito), soprattutto per quanto concerne le procedure di controllo e i sistemi di identificazione e registrazione dei bovini; la Commissione non dispone di informazioni sufficienti sull'impatto dell'Rpe; la Corte la esorta ad esaminare se l'Rpe è efficace ed efficiente, e se è coerente con gli altri regimi, quali il regime agroambientale e le indennità compensative. Va esaminata l'opportunità di modificare i regolamenti per quanto concerne le carenze dell'analisi dei rischi e le lacune nei controlli. http://www.eca.eu.int/IT/RS/2002/rs05_02it.pdf La presente nota informativa mira unicamente a presentare una sintesi. La relazione speciale adottata dalla Corte dei conti è disponibile sul sito Web e sarà pubblicata prossimamente nella Gazzetta ufficiale delle Comunità europee, serie C. 2 Le condizioni di ammissibilità all'rpe esigono che il richiedente mantenga il coefficiente di densità (Sd) (cioè la capacità foraggera della sua azienda rispetto al numero e alle specie di animali tenuti) entro determinati limiti. Almeno il 50 % della superficie foraggera deve essere pascolo, cioè terreno adibito secondo gli usi locali a pascolo per gli animali.

ISTAT: INDICE DEI PREZZI ALLA PRODUZIONE DEI PRODOTTI INDUSTRIALI AGOSTO 2002

Roma, 1 ottobre 2002 - L'Istituto nazionale di statistica comunica che, sulla base degli elementi finora disponibili, nel mese di agosto 2002 l'indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali con base 1995=100 è risultato pari a 111,3, con un aumento dello 0,1 per cento rispetto al mese precedente e dello 0,2 per cento rispetto al mese di agosto 2001. Al netto delle componenti prodotti petroliferi ed energia elettrica, gas ed acqua la variazione congiunturale è di più 0,1 per cento, mentre quella tendenziale è pari a più 0,8 per cento. La variazione della media degli indici negli ultimi dodici mesi rispetto a quella dei dodici mesi precedenti è risultata pari a meno 0,7 per cento. La variazione della media degli indici nei primi otto mesi dell'anno 2002 rispetto a quella dei primi otto mesi dell'anno 2001 è pari a meno 0,8 per cento.

ISTAT:COMMERCIO CON L'ESTERO LUGLIO E AGOSTO 2002

Roma, 1 ottobre 2002 - Dall'introduzione del mercato interno dell'Unione europea, le due rilevazioni correnti del commercio con l'estero, per i paesi dell'Unione e per gli altri paesi, rendono disponibili i dati relativi ad uno stesso mese in momenti differenti: a distanza di un mese dal periodo di riferimento i dati provvisori relativi agli scambi con i paesi extra UE, di due mesi quelli con i paesi UE e, di conseguenza, per l'interscambio complessivo. Inoltre, gli indici delle quantità e dei valori medi unitari sono disponibili a distanza di un ulteriore mese, essendo elaborati sulla base dei dati rivisti relativi ai flussi complessivi (UE ed extra UE). Nel mese di agosto 2002, rispetto allo stesso mese del 2001, le esportazioni verso i paesi extra UE sono aumentate dello 0,7 per cento, mentre le importazioni sono diminuite del 4,5 per cento. Si ricorda che a luglio 2002 le esportazioni e le importazioni hanno registrato, rispettivamente, un aumento tendenziale del 3,4 per cento e del 4,5 per cento. Nel mese di agosto il saldo commerciale con i paesi extra UE è risultato positivo per 1.948 milioni di euro, rispetto a quello positivo per 1.573 milioni di euro registrato nello stesso mese dell'anno precedente. Nel periodo gennaio-agosto 2002 il saldo è stato positivo per 7.108 milioni di euro, a fronte di un valore positivo di 4.404 milioni di euro nello stesso periodo del 2001. Rispetto a luglio 2002, al netto della stagionalità, le esportazioni sono aumentate dello 0,8 per cento e le importazioni diminuite dell'1,6 per cento. Nel mese di luglio 2002, rispetto allo stesso mese del 2001, le esportazioni verso i paesi UE sono cresciute del 3,7 per cento, le importazioni dello 0,1 per cento. Il saldo commerciale è risultato positivo per 1.339 milioni di euro, a fronte di un attivo di 857 milioni di euro registrato nello stesso mese del 2001. Nel periodo gennaio-luglio 2002 il saldo è stato negativo per 185 milioni di euro, a fronte di un valore positivo di 710 milioni di euro registrato nello stesso periodo del 2001. Rispetto a giugno 2002 i dati destagionalizzati registrano un aumento dell'1,7 per cento delle esportazioni e un incremento dell'1,6 per cento delle importazioni. Considerando l'interscambio complessivo, nel mese di luglio 2002 le esportazioni sono aumentate del 3,6 per cento e le importazioni del 2 per cento, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Il saldo commerciale è risultato positivo per 2.779 milioni di euro, a fronte di un valore positivo di 2.356 milioni di euro registrato nello stesso mese del 2001. Nel periodo gennaio-luglio 2002 il saldo è stato positivo per 4.976 milioni di euro, rispetto a un valore positivo di 3.541 milioni di euro registrato nello stesso periodo del 2001. Nel confronto con giugno 2002 i dati destagionalizzati indicano un aumento dell'1 per cento delle esportazioni e del 4 per cento delle importazioni.

ENTERPRISE IRELAND: NUOVA NOMINA E UNICO VERTICE PER IL SUD EUROPA LEO MCADAMS È IL NUOVO DIRETTORE DI ENTERPRISE IRELAND PER L'ITALIA E LA PENISOLA IBERICA

Milano, 1 ottobre 2002 - Enterprise Ireland, l'ente di governo irlandese per il commercio e le tecnologie, riunisce il Sud Europa, nominando Leo McAdams, già responsabile di Enterprise Ireland per la regione Iberica, direttore per l'Italia. Leo McAdams, 35 anni, arriva in Enterprise Ireland dopo aver maturato una lunga esperienza in Francia nel campo delle telecomunicazioni e della trasmissione dati, lavorando per aziende quali CII, società americana specializzata in ricerche di mercato nell'industria delle Tecnologie, e Cxr, azienda francese di telecomunicazioni. Nel 1998, ottiene il suo primo incarico in Enterprise Ireland con la responsabilità di promuovere prodotti elettronici e ad alto contenuto tecnologico per conto dei clienti irlandesi nel mercato francese. Nel 1999 assume il ruolo di direttore con la responsabilità dei mercati spagnolo e portoghese. La nomina di Leo McAdams rispecchia la volontà di sviluppare il business in mercati che presentano caratteristiche simili, come appunto l'Italia, la Spagna e il Portogallo. Commentando la nomina, Michael Moriarty, Director Europe, ha affermato: "Per sostenere sfide sempre più ambiziose, in un momento in cui il mercato è cauto nell'effettuare nuovi investimenti, la nomina di un direttore responsabile del sud Europa è funzionale ad una struttura flessibile e reattiva, che gestisca contemporaneamente le attività e il business dei clienti in diversi paesi". "Sono convinto che Leo McAdams manterrà gli impegni assunti nei confronti dei nostri clienti, grazie alla forza e all'esperienza maturata in diversi mercati. La direzione centralizzata dall'Italia, grazie appunto ad un'approccio unificato in tutti i mercati coinvolti, consente di coordinare le strategie e le operazioni più importanti" Ha concluso Michael Moriarty. www.enterprise-ireland.com 

ASPETTANDO LA SANATORIA: LE PREVISIONI DELLE IMPRESE A MILANO PER IL 2002 ASSUNZIONI DI EXTRACOMUNITARI: LE IMPRESE NE CHIEDONO 2.000 IN MENO

Milano, 1 ottobre 2002. La manodopera reclutata fra gli extracomunitari dalle imprese milanesi supererà nel corso del 2002 quasi le 14.000 unità, ma la richiesta è in calo di quasi 2.000 unità (-11,9%) rispetto alle previsioni del 2001. Nel complesso 1 ogni 5 neo assunti (22%) dalle imprese della provincia milanese sarà un immigrato. Andranno a infoltire soprattutto le fila degli operai delle imprese dei servizi (55,6%) e di quelle industriali (22,2%); in particolare, alberghi, ristoranti e turismo in genere (14,1%), ditte di servizi per le imprese (12,5%) e società di trasporti e servizi postali (7,6%). I più richiesti sono gli extracomunitari con un'età compresa fra i 26 e i 35 anni (37,2%) e dovranno essere almeno in possesso della licenza media (60,7%). Andranno a ricoprire mansioni di operaio generico (23,4%) e addetti alle vendite e ai servizi alle famiglie (22,5%). È il quadro delineato dall'elaborazione della Camera di Commercio di Milano attraverso il Lab.MIM su dati Excelsior 2002 di Unioncamere. Il quadro italiano. Le imprese italiane sono intenzionate ad assumere nel corso del 2002 un numero massimo di quasi 164.000 nuovi dipendenti extracomunitari (il 24% fra tutte le nuove assunzioni previste in Italia). A Milano - Richiesta di lavoratori extracomunitari. Le assunzioni di lavoratori extracomunitari previste dalle imprese milanesi supereranno nel corso del 2002 le 14.000 unità: quasi 2.000 unità in meno (-11,9%) rispetto alle previsioni del 2001. Il segno negativo risente in particolare del calo di richiesta di personale a basso profilo. Milano punta così su meno risorse, ma più qualificate. A Milano - i settori delle imprese che assumono. A Milano candidati extracomunitari sono ricercati soprattutto da aziende del comparto dei servizi (55,6% della richiesta di extracomunitari), seguite da quelle dell'industria (22,2%). Le restanti richieste provengono invece dal commercio (15,7%) e dal settore delle costruzioni (6,5%). In particolare, il 14,1% dei neo assunti extracomunitari sono attesi da alberghi, ristoranti e società di servizi turistici, il 12,5% da fornitori di servizi operativi alle aziende, il 7,6% dalle ditte di trasporti e servizi postali e il 6,4% da ditte di servizi avanzati alle imprese. Tra tutte le imprese che arruoleranno extracomunitari il 12,8% saranno imprese artigiane. A Milano - la dimensione delle imprese che assumono. Sono soprattutto le grandi e piccole imprese milanesi ad avere bisogno della manodopera extracomunitaria: il 35,3% dei nuovi assunti andrà a imprese con un numero di dipendenti superiore alle 250 unità e il 31,8% si inserirà in imprese sino a 9 dipendenti. Il 17,2% andrà in aziende da 50 a 249 dipendenti e il 15,7% in ditte da 10 a 49 addetti. A Milano - l'età dei neo assunti extracomunitari. L'età degli extracomunitari da assumere non sarà una discriminante nel 38,9% dei casi, ma il 37,2% dei neo assunti dovrà avere dai 26 ai 35 anni e il 23,4% non oltre i 25. Solo il 2,5% delle nuove assunzioni saranno di persone con più di 35 anni. A Milano - l'istruzione dei neo assunti. Al 60,7% dei nuovi assunti extracomunitari a Milano basterà la licenza di scuola media, mentre al 22% verrà richiesto un diploma di scuola superiore. Il 9,8% dovrà aver ottenuto una qualifica professionale e l'8,7% una formazione di tipo professionale. In minoranza i titoli universitari: il 4,8% dovrà possedere un diploma universitario e il 3,9% una laurea. A Milano - il posizionamento dei neo assunti. Il tipo di personale più richiesto a Milano fra i neo assunti extracomunitari sarà quello non qualificato (23,4%), seguito dagli addetti alle vendite e ai servizi per le famiglie (22,5%), dagli operai specializzati (17,2%) e dagli operai per le industrie (11,4%). Il 9,7% saranno dei professionisti tecnici, l'8,8% ricoprirà professioni esecutive relative all'amministrazione e alla gestione e il 6,5% avrà mansioni intellettuali scientifiche di elevata specializzazione. In coda, percentuali molto basse di dirigenti e direttori (0,3%) e lavoratori specializzati nell'agricoltura e nella pesca (0,1%). 
Assunzioni di extracomunitari per settore e dimensione d'impresa 
(elaborazione della Camera di Commercio di Milano - LabMIM su dati Excelsior 2002)

Milano, 2002

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1 - 9 Dipendenti

10 - 49 Dipendenti

50 - 249 Dipendenti

>= 250 Dipendenti

Totale

Industria

1118

627

715

757

3217   (22,2%)

Costruzioni

756

42

69

71

938      (6,5%)

Commercio

635

315

107

1227

2284    (15,7%)

Servizi

2109

1291

1604

3068

8072    (55,6%)

Totale

4618

2275

2495

5123

14511   (100%)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1 - 9 Dipendenti

10 - 49 Dipendenti

50 - 249 Dipendenti

>= 250 Dipendenti

Totale

Totale

4618

2275

2495

5123

14511

 

31,8%

15,7%

17,2%

35,3%

100,0%

 

Assunzioni di extracomunitari per titolo di studio e posizione professionale (elaborazione della Camera di Commercio di Milano - LabMIM su dati Excelsior 2002) 

Milano, 2002

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Licenza scuola media

Formazione professionale

Qualifica professionale

Diploma superiore

Diploma universitario

Laurea

Totale

Dirigenti e direttori

0

0

0

3

2

44

49 (0,3%)

Professioni intellettuali scientifiche e di elevata specializzazione

0

0

0

507

31

408

946 (6,5%)

Professioni tecniche

0

0

21

654

668

69

1412 (9,7%)

Professioni esecutive relative all'amministrazione e alla gestione

80

132

130

880

0

49

1271 (8,8%)

Professioni relative alle vendite ed ai servizi per le famiglie

1430

408

686

746

1

0

3271 (22,5%)

Lavoratori specializzati nell'agricoltura e nella pesca

9

0

0

0

0

0

9 (0,1%)

Operai specializzati

1564

410

265

257

0

0

2496 (17,2%)

Conduttori impianti, operatori macchinari e operai montaggio industr.

953

247

312

144

0

0

1656 (11,4%)

Personale non qualificato

3328

61

12

0

0

0

3401 (23,4%)

Totale

7364

1258

1426

3191

702

570

14511 (100%)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Totale

 

 

 

 

 

 

Personale non qualificato

3401

23,4%

 

 

 

 

 

Professioni relative alle vendite ed ai servizi per le famiglie

3271

22,5%

 

 

 

 

 

Operai specializzati

2496

17,2%

 

 

 

 

 

Conduttori impianti, operatori macchinari e operai montaggio industr.

1656

11,4%

 

 

 

 

 

Professioni tecniche

1412

9,7%

 

 

 

 

 

Professioni esecutive relative all'amministrazione e alla gestione

1271

8,8%

 

 

 

 

 

Professioni intellettuali scientifiche e di elevata specializzazione

946

6,5%

 

 

 

 

 

Dirigenti e direttori

49

0,3%

 

 

 

 

 

Lavoratori specializzati nell'agricoltura e nella pesca

9

0,1%

 

 

 

 

 

Totale

14511

100,0%

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Licenza scuola media

Formazione professionale

Qualifica professionale

Diploma superiore

Diploma universitario

Laurea

Totale

Totale

7364

1258

1426

3191

702

570

14511

 

50,7%

8,7%

9,8%

22,0%

4,8%

3,9%

100,0%

 

 

 

 

 

 

 

 

Assunzioni di extracomunitari per classe d'età e per esperienza (elaborazione della Camera di Commercio di Milano - LabMIM su dati Excelsior 2002) 

Milano, 2002

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Esperienza specifica

Esperienza nello stesso settore

Generica esperienza di lavoro

Esperienza non richiesta

Totale

 

 

Sino a 25 anni

281

481

1239

1388

3389

 

 

Da 26 a 35 anni

869

1818

866

1850

5403

 

 

Oltre 35 anni

110

129

32

90

361

 

 

Non rilevante

607

1248

998

2505

5358

 

 

Totale

1867

3676

3135

5833

14511

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Totale

 

 

 

 

 

 

Sino a 25 anni

3389

23,4%

 

 

 

 

 

Da 26 a 35 anni

5403

37,2%

 

 

 

 

 

Oltre 35 anni

361

2,5%

 

 

 

 

 

Non rilevante

5358

36,9%

 

 

 

 

 

Totale

14511

100,0%

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Esperienza specifica

Esperienza nello stesso settore

Generica esperienza di lavoro

Esperienza non richiesta

Totale

 

 

Totale

1867

3676

3135

5833

14511

 

 

 

12,9%

25,3%

21,6%

40,2%

100,0%

 

 

Assunzioni di extracomunitari per microsettore (elaborazione della Camera di Commercio di Milano - LabMIM su dati Excelsior 2002) 

Milano, 2002 Totale Totale % Commercio 2284 15,7% Alberghi, ristoranti e servizi turistici 2045 14,1% Servizi operativi alle imprese 1815 12,5% Trasporti e attività postali 1110 7,6% Costruzioni 938 6,5% Servizi avanzati alle imprese 935 6,4% Altri servizi alle persone 719 5,0% Informatica e telecomunicazioni 700 4,8% Sanità e servizi sanitari privati 592 4,1% Industrie oggetti e minuteria in metallo 549 3,8% Industrie macchinari industriali ed elttrodomestici 435 3,0% Industrie macchine e apparecchi elettrici ed elettronici 330 2,3% Industrie del legno e del mobile 255 1,8% Produzione metalli, leghe ed elementi metallici 247 1,7% Industrie chimiche e farmaceutiche 239 1,6% Industrie della gomma e delle materie plastiche 237 1,6% Industrie tessili, dell'abbigliamento e delle calzature 234 1,6% Altre industrie estrattive, petrolifere e produzione di energia 179 1,2% Industrie alimentari 139 1,0% Industrie macchine per ufficio ed elaboratori 124 0,9% Credito e assicurazioni 102 0,7% Industrie apparecchi medicali e di precisione 92 0,6% Industrie della stampa ed editoria 69 0,5% Industrie dei mezzi di trasporto 54 0,4% Istruzione e servizi formativi privati 54 0,4% Accessori personali, per la casa e il tempo libero 18 0,1% Industrie della carta 8 0,1% Industrie strumenti ottici e fotografici 8 0,1% Totale 14511 100,0% 

Assunzioni di extracomunitari in Italia (elaborazione della Camera di Commercio di Milano - LabMIM su dati Excelsior 2002) 

Milano, 2002

 

 

 

 

 

 

Totale

Totale %

Commercio

2284

15,7%

Alberghi, ristoranti e servizi turistici

2045

14,1%

Servizi operativi alle imprese

1815

12,5%

Trasporti e attività postali

1110

7,6%

Costruzioni

938

6,5%

Servizi avanzati alle imprese

935

6,4%

Altri servizi alle persone

719

5,0%

Informatica e telecomunicazioni

700

4,8%

Sanità e servizi sanitari privati

592

4,1%

Industrie oggetti e minuteria in metallo

549

3,8%

Industrie macchinari industriali ed elttrodomestici

435

3,0%

Industrie macchine e apparecchi elettrici ed elettronici

330

2,3%

Industrie del legno e del mobile

255

1,8%

Produzione metalli, leghe ed elementi metallici

247

1,7%

Industrie chimiche e farmaceutiche

239

1,6%

Industrie della gomma e delle materie plastiche

237

1,6%

Industrie tessili, dell'abbigliamento e delle calzature

234

1,6%

Altre industrie estrattive, petrolifere e produzione di energia

179

1,2%

Industrie alimentari

139

1,0%

Industrie macchine per ufficio ed elaboratori

124

0,9%

Credito e assicurazioni

102

0,7%

Industrie apparecchi medicali e di precisione

92

0,6%

Industrie della stampa ed editoria

69

0,5%

Industrie dei mezzi di trasporto

54

0,4%

Istruzione e servizi formativi privati

54

0,4%

Accessori personali, per la casa e il tempo libero

18

0,1%

Industrie della carta

8

0,1%

Industrie strumenti ottici e fotografici

8

0,1%

Totale

14511

100,0%

Assunzioni di extracomunitari in Italia

(elaborazione della Camera di Commercio di Milano - LabMIM su dati Excelsior 2002)

 

 

% / It

% / Reg.

 

 

 

 

Tot. It.

163794

100,0%

 

 

 

 

 

Lombardia

33093

20,2%

100,0%

Milano

14511

8,9%

43,8%

Veneto

22093

13,5%

100,0%

Verona

4813

2,9%

21,8%

Emilia Romagna

18760

11,5%

100,0%

Bologna

3920

2,4%

20,9%

Piemonte e Valle d'Aosta

13540

8,3%

100,0%

Torino

6160

3,8%

45,5%

Toscana

11971

7,3%

100,0%

Firenze

4073

2,5%

34,0%

Lazio

10708

6,5%

100,0%

Roma

8136

5,0%

76,0%

Campania

8954

5,5%

100,0%

Napoli

4873

3,0%

54,4%

 www.mi.camcom.it 

FORMAZIONE, SMI E ATI PREPARANO I GIOVANI ALLE PROFESSIONI DEL TESSILE E DELLA MODA

Milano, 1 ottobre 2002 - Dopo l'incoraggiante successo della scorsa stagione/ Sistema Moda Italia, l'Associazione italiana delle industrie tessili, d'abbigliamento e maglieria, e Ati, l'Associazione Tessile Italiana, ritornano nelle scuole per far conoscere le professioni della moda, 'Preparatevi alla moda del tataro' Questo è lo slogan dell'iniziativa diretta ai ragazzi delle terze classi delle scuole medie/ che distribuirà 150mila brochure informative al Centro-Nord e 50mila al Sud, Lo scopo è informare gli studenti che vogliono seguire un percorso formativo tecnico, sulle molteplici possibilità offerte dal mondo del tessile- abbigliamento. Contrariamente a quanto si crede, infatti, il settore, punta di diamante del Made in Italy è sempre alla ricerca di personale qualificato, creativi e strateghi del marketing, I ragazzi di migliaia di scuole (sono più di 1.600 solo quelle al Centro-Nord) potranno conoscere le fasi della lavorazione di un tessuto e di un capo, addentrarsi concretamente in quella che potrebbe essere la loro professione futura. Cosa fa un modellista? Come si diventa progettista o disegnatore tessile? La massiccia compagna informativa analizza e divulga tutti gli aspetti dell'industria del settore, fornendo anche i profili attitudinali più idonei alle varie attività, E la concretezza passa anche dalla facilità di contatto tra studenti e scuole: in ogni brochure verrà inserito un elenco completo degli istituti che nella zona geografica di riferimento prevedono percorsi formativi sia in campo tessile che abbigliamento. Si tratta di istituti tecnici e professionali, di istituti tecnici e professionali, di istituti d'arte a indirizzo tessile-moda, tutti elencati con la specifica del relativo corso di specializzazione e la durata degli studi.

PARTE LA SPERIMENTAZIONE IN 250 SCUOLE ECCO LA "MAPPA" REGIONE PER REGIONE

Roma, 1 ottobre 2002) Sulla base delle comunicazioni pervenute dagli Uffici scolastici regionali, il Miur rende noti i dati delle istituzioni scolastiche statali e paritarie che, per l'anno scolastico 2002-2003, attueranno progetti sperimentali di ricerca e di verifica nella scuola dell'infanzia e nella prima classe della scuola elementare, per accompagnare il processo di riforma attualmente all'esame del Parlamento. Verificate le condizioni di fattibilità ed acquisite le delibere degli organi collegiali delle scuole, i direttori generali degli Uffici scolastici regionali procederanno quanto prima alla pubblicazione dei piani regionali, comprendenti le singole istituzioni scolastiche inserite nel progetto nazionale di sperimentazione. Le istituzioni scolastiche impegnate nella sperimentazione sono complessivamente 250, tra statali e paritarie, suddivise in modo uniforme nelle diverse aree del Paese: 48 nel Nord Ovest, 46 nel Nord Est , 64 al Centro, 53 al Sud e 39 nelle Isole. Le scuole aderenti al progetto realizzeranno la sperimentazione, sulla base di linee-guida definite dalle "Indicazioni nazionali", con ampia flessibilità didattica e organizzativa secondo le prerogative dell'autonomia scolastica. Ministero, Uffici scolastici regionali e Centri servizi amministrativi (ex-provveditorati agli studi) hanno già attivato task force di sostegno impiegando il meglio delle risorse e delle competenze di cui dispongono, per sostenere adeguatamente il personale delle istituzioni scolastiche statali e paritarie impegnate nel progetto. Un apposito piano di formazione assistita a distanza, gestito unitamente all'Indire di Firenze e destinato al personale della scuole statali e paritarie coinvolte, accompagnerà la realizzazione della sperimentazione. Il processo sarà altresì seguito e sostenuto dagli Osservatori nazionale e regionali, con il compito di orientare, rilevare e verificare, anche mediante il contributo del mondo accademico, l'andamento delle attività attraverso monitoraggi continui, in modo da garantire il massimo di efficacia dell'iniziativa in ogni sua fase. Cosi' la ripartizione delle scuole: Abruzzo 10; Basilicata 7; Calabria 17; Campania 16; Friuli V.G. 10; Emilia 20; Lazio 13; Liguria 9; Lombardia 25; Marche 10; Molise 6; Piemonte 14; Puglia 13; Sardegna 10; Sicilia 29; Toscana 18; Umbria 7; Veneto 16; Totale 250.

URBAN DESIGNER CORSO PER PROGETTISTA DI RISORSE ARCHITETTONICHE ED AMBIENTALI SU BACINI TERRITORIALI ALLARGATI

Siena, 1 ottobre 2002 - - Urban Designer è un corso realizzato da Arsnova in collaborazione con Siena Città dell'Acqua - Laboratorio di ricerca e progettazione del Comune di Siena. La particolarità del territorio senese e la volontà di confronto delle istituzioni con professionisti e specialisti permettono la pianificazione d'interventi capaci di valorizzare compiutamente tutte le risorse che vi si trovano. Nasce così la necessità, all'interno di un'Accademia la cui missione è di focalizzare i contributi formativi verso il territorio, di costruire gruppi di giovani progettisti in grado di seguire tutte le fasi di sviluppo del progetto. In questo contesto Siena e la sua provincia sono il territorio ideale per una sperimentazione che permetta di verificare idee e progetti all'interno di un quadro sostenibile e permeabile all'innovazione, con l'utilizzo di strumenti tecnologici avanzati e la partecipazione di docenti e professionisti di adeguata e differente competenza. Urban Designer si rivolge a giovani laureati o diplomati e/o a chi già lavora in settori tecnici o creativi (architetti, designer, ingegneri, grafici, artisti, videomaker, ecc.), che desiderano apprendere e sperimentare un processo completo di progettazione e rappresentazione: dalle complessità di un territorio, alle suggestioni delle sue architetture, alla manualità del progetto di design, fino alle tecnologie per veicolare i contenuti sui vari media. Il corso di Arsnova sviluppa esperienze di progettazione architettonica e di design con declinazioni e competenze multimediali. Il corso di Urban Designer sviluppa in particolare le competenze necessarie per realizzare e gestire tutte le fasi del progetto: dalla scala territoriale, alle soluzioni d'interni e d'allestimento, fino alle integrazioni con le produzioni multimediali più avanzate per la rappresentazione e la comunicazione finale. Al termine del corso gli studenti si porranno sul mercato come progettisti capaci di gestire l'intero ciclo di sviluppo di un progetto ad alta complessità. Arsnova, in collaborazione con il Comune di Siena, offrirà servizi di orientamento al mercato e di placement per facilitare l'ingresso nel mondo del lavoro e per realizzare alcuni dei progetti creati all'interno del corso. Il corso di Urban Designer si articola su quattro livelli: lo studio di un territorio (Siena e la sua provincia) tra i più ricchi di patrimonio culturale al mondo con il filo conduttore dell'acqua e dei manufatti ad essa legati. la progettazione di ambienti e di allestimenti per la divulgazione scientifica e informativa. il design di alcuni "strumenti/oggetti d'informazione" per la fruizione e la conoscenza. l'interfaccia digitale per l'archiviazione e le divulgazione attraverso il web. All'interno del corso si svolgeranno anche workshop e seminari per l'applicazione delle tecnologie su progetti concreti. In collaborazione con Siena Città dell'Acqua i progetti saranno focalizzati su siti e manufatti legati al complesso e articolato sistema dell'acqua che costituisce una sorta di museo diffuso nel territorio senese. Saranno selezionati alcuni elementi sia all'interno della città storica che sul territorio provinciale attraverso una distinzione tipologica e funzionale che va dall'approvvigionamento idrico antico agli opifici, dalle opere idrauliche e di bonifica alle acque in villa. Vengono, inoltre, definite le specifiche di un Parco Internazionale del Termalismo, le cui caratteristiche sono già state delineate, che coprirà un'area di quattro importanti comuni della provincia senese. Queste le fasi dell'intervento: - rilievo mirato delle porzioni di edifici e contesti utili allo sviluppo del progetto - sviluppo della modellazione 3D dei rilievi, con l'avvio dell'analisi morfologica, stilistica e funzionale dei singoli complessi - progettazione per il recupero e la ridestinazione ad uso espositivo delle differenti aree (con installazioni/allestimenti per eventi estivi o temporanei, nonché ipotesi di recupero tipologico e distributivo permanenti) - creazione di una macchina/museo itinerante per la diffusione dei progetti di Siena città dell'acqua e Parco Internazionale del Termalismo sul territorio. - ideazione, progettazione e realizzazione di due siti raccolta delle informazioni dell'intero progetto contenente: storia del circuito delle acque nella cultura antropica del territorio, storia architettonica e materiale dei singoli complessi studiati, pubblicazione dei progetti di recupero e ridestinazione d'uso, con link a siti tematici nazionali ed internazionali. Il corso sarà condotto da docenti, professionisti e artisti tra i quali: A12 - Architetti e performer (sezione workshop) Paolo Atzori - Communication Architect, Cliostraat - Architetti e performer (sezione workshop), Lorenzo Consalez - Progettazione del Paesaggio, Attilio Lucini - Architetto - Esperto in pianificazione territoriale, Sergio Menichelli - Graphic Designer, Francesca Neonato - Architetto del Paesaggio, Riccardo Palma - Ricercatore e teorico delle mappe, Tim Power - Designer, Massimo Randone - Architetto e coordinatore scientifico del corso, Denis Santachiara - Designer, Fabio Sergio - User Experience Designer. Il corso inizia l'11 novembre 2002. L'impegno complessivo è di 500 ore. L'ammissione dei candidati avviene secondo una graduatoria stilata in base al curriculum e al risultato di un colloquio di selezione. La domanda di ammissione, in carta semplice, corredata da curriculum vitae, deve pervenire ad Arsnova entro venerdì 11 ottobre 2002 anche via fax o posta elettronica. Il costo totale del corso è di Euro 5000,00 + Iva. Sono previste borse di studio parziali o integrali, assegnate sulla base dei curriculum e del colloquio di selezione. Per informazioni e iscrizioni: Il corso si svolgerà presso Arsnova, Accademia delle Arti Multimediali, http://www.arsnovasiena.org

QUATTRORUOTE INTERVISTA GLI ASSESSORI AL TRAFFICO DELLE GRANDI CITTÀ FANNO UN GRAN BRUTTO MESTIERE? PARE DI SÌ.

Rozzano, 1 ottobre 2002 - Arrivano dalle esperienze professionali più disparate, spesso guidano auto inquinanti non catalizzate, guadagnano dai 3000 ai 4000 euro netti al mese e seguono le politiche del traffico più disparate. E' questo il ritratto della controversa categoria degli Assessori al Traffico delle grandi città, il mestiere più brutto del mondo, che emerge da un'inchiesta di Quattroruote di ottobre. A Torino il settore è affidato a una preside di liceo scientifico, Maria Grazia Sestero, che ha abbandonato solo recentemente la sua vecchia "2 CV" e considera che i commercianti cittadini costituiscano una delle forze più ostili ai suoi provvedimenti. Anche a Firenze la materia è affidata a un insegnante (di greco) in pensione, Vincenzo Bugliani, che utilizza come auto personale una vecchia Renault "R4"; Bugliani punta sullo sviluppo del trasporto pubblico con corsie preferenziali per i bus. Di estrazione puramente politica sono gli assessori di Genova e Napoli. Il primo, Arcangelo Merella, milita nei Socialisti Democratici Italiani, guida un' Audi "80 Avant" vecchia di sette anni e affronta, in questi giorni, la battaglia per l'ennesima rivoluzione nella viabilità cittadina (nella zona della stazione di Brignole). Il secondo, Luca Antonio Esposito, è schierato con l'Udeur di Clemente Mastella. "Politica" può essere considerata anche la carriera di Mario Di Carlo, assessore alla Mobilità di Roma, già presidente di aziende pubbliche della Capitale e titolare di una Daewoo "Nubira Station Wagon". Gli unici assessori "tecnici", alla fine, risultano essere quelli di Milano e di Palermo. Nella città lombarda, infatti, Giorgio Goggi è architetto e urbanista, mentre nel capoluogo siciliano Lorenzo Ceraulo, ingegnere trasportista e dirigente del ministero dei Trasporti, assomma le cariche di assessore alla Mobilità e alle Infrastrutture. Entrambi si distinguono per un segno di attenzione all'ambiente: pur possedendo auto personali "normali" rispettivamente una Bmw "523" e una Volvo "Superpolar" di dodici anni, impiegano come mezzi di servizio vetture ecologiche una Toyota "Prius" ibrida e una Fiat "Tempra" a metano.

LA CASA DEL FUTURO? UN NUCLEO ABITATIVO SUPER EFFICIENTE IN PERFETTA ARMONIA CON LA NATURA... E' COSTRUITA IN LEGNO NATURALMENTE

Milano, 1 ottobre 2002 - Lo affermano i risultati di uno studio svolto in Gran Bretagna, Olanda, Francia e Polonia da Wood Fucus "Nel 2010 il legno diventerà il materiale edilizio maggiormente diffuso in Europa per la realizzazione di sistemi e soluzioni abitative di qualità elevata" è questa la conclusione a cui giunge Visio 2010, il progetto lanciato da Wood Focus, l'associazione che coopera con la Federazione dell'Industria Forestale Finlandese e che, fra l'altro, ha condotto una ricerca fra architetti, arredatori, costruttori e operatori immobiliari di Gran Bretagna, Olanda, Francia e Polonia. La ricerca -svolta dallo Studio di Architettura Kimmo Kuismanen con la società di consulenza Head Consulting -si basa sull'analisi dettagliata delle risposte date dai più autorevoli professionisti di questo settore e sulla loro interpretazione effettuata da esperti di futurologia , la scienza che studia il futuro. Nel futuro la casa di legno diventa sinonimo di qualità della vita migliore, Ciò che agli inizi del 900 veniva definita come architettura moderna e che era caratterizzata da forme squadrate in vetro e da interi quartieri costruiti in cemento armato, si trasformerà presto in stile antiquato, ovvero una 'testimonianza del secolo scorso'. I consumatori Occidentali si sono stufati dei grandi quartieri economici e, oggi, ricercano forme abitative qualitativamente superiori, inserite in un ambiente più originale, Gli abitanti del futuro desiderano che i loro valori di base, come il rispetto per l'ambiente, si riflettano nell'arredamento e nelle soluzioni tecniche della loro casa, Ciò causa il conseguente aumento della domanda dei prodotti per il benessere, dei materiali naturali e delle soluzioni a basso consumo energetico. Se oggi si fa molta attenzione a ciò che si mangia, in futuro ci si concentrerà sulla qualità dell'aria interna che respiriamo; per la casa del domani è necessario sviluppare nuovi sistemi per il ricambio naturale dell'aria, per l'accumulazione di energia termica e materiali di rivestimento naturali. Per soddisfare tutte queste esigenze sarà necessario sviluppare un nuovo tipo di abitazione, una casa del benessere, che sarà caratterizzata dall'esteso uso del legno, Attualmente, però, sono ancora poche le persone disposte a pagare di più per prodotti ecologici o eco-compatibili e ciò dimostra che ci vorrà ancora del tempo per arrivare ad un cambio di attitudini, Locali modificabili in funzione delle varie esigenze ,. Nelle case del futuro abiteranno individui e famiglie molto diverse da quelle di oggi, Ci saranno più single e muterà la famiglia tradizionale; si avrà una crescita sensibile del telelavoro e la società sarà caratterizzata da un elevato numero di persone anziane. Ciò significa che aumenterà il bisogno di soluzioni flessibili e locali modificabili, Le pareti interne potranno essere facilmente spostate e per gli anziani saranno realizzati locali aperti senza ostacoli. Dalla ricerca emerge inoltre che una città del futuro, costruita con edifici in legno, sarà in grado di offrire agli abitanti maggior comfort e qualità della vita. l quartieri saranno progettati a misura d'uomo e il comfort abitativo dei piccoli e grandi condomini sarà nettamente diverso da quello attuale: i singoli appartamenti saranno ben insonorizzati e completamente ignifughi. Attualmente, molti paesi Europei già si sono impegnati ad utilizzare maggiormente il legno come materiale per le costruzioni al fine di contribuire a combattere l'effetto serra. Infatti, il legno è una materia prima rinnovabile che, grazie alla sua capacità di legare l'ossido di carbonio di mantenerlo nel suo interno durante l'intero ciclo di vita, permette di ridurre le emissioni che causano l'effetto serra. Non appena il settore edilizio riuscirà a trasformare in fatti le decisioni prese dai governi, si potrà assistere alla nascita di interi quartieri di legno in perfetta sintonia con la natura! Infolink: www.forestindustries.fi

CONCLUSA IERI 30 SETTEMBRE LA STAGIONE ESTIVA PER GRANDI NAVI VELOCI DOPO LA LINEA GENOVA-OLBIA "LA SUPERBA" RESTA IN SARDEGNA IN AUTUNNO E PER IL PROSSIMO ANNO SULLA LINEA GENOVA-PORTO TORRES-GENOVA

Milano, 1 ottobre 2002 - Operativo interamente "sardo" per la M/n La Superba, l'ammiraglia del Gruppo Grimaldi che conclude oggi, 30 settembre, la stagione estiva di Grandi Navi Veloci con la rotta giornaliera Genova-Olbia-Genova. Dopo alcune crociere charterizzate nel Mediterraneo nella prima metà del mese, La Superba tornerà infatti in Sardegna dal 21 ottobre effettuando tutti i giorni la linea Genova-Porto Torres-Genova. Con una pausa in novembre, per i consueti lavori di manutenzione, La Superba sarà dunque, fino all'Anno Nuovo e per il 2003, la Nave titolare del collegamento tra il continente e lo scalo turritano. All'attività di cabotaggio si aggiungeranno come sempre le Crociere nel Mediterraneo. L'andamento della stagione estiva è stato positivo per Grandi Navi Veloci e il collegamento effettuato dalla M/n La Superba su Olbia - con le sue caratteristiche ineguagliate di eleganza, comfort e dimensioni - ha sicuramente contribuito all'incremento, registrato nei mesi di luglio e agosto 2002 su tutte le cinque linee operate dalle Grandi Navi Veloci, del 31,7 % nel numero di passeggeri e del 7,1 % nei metri lineari di veicoli commerciali trasportati. E' intanto in fase di avanzata costruzione presso i Nuovi Cantieri Apuania di Marina di Carrra la M/n "gemella" de La Superba: si chiamerà "La Suprema" e la consegna è prevista per la prossima primavera. Infolink: www.gnv.it  

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