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2003 anno 6°  

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di

MERCOLEDI'
19 FEBBRAIO 2003

pagina 1

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RELAZIONE EUROPEA SULL'ATTUAZIONE DEL PIANO DI E-EUROPE 

Bruxelles, 19 febbraio 2003 - Il Piano d'azione eEurope 2002, varato dal Consiglio europeo di Feira nel giugno 2000 con l'obiettivo di portare l'Europa on-line il più rapidamente possibile, ha dato risultati estremamente positivi, secondo la relazione definitiva eEurope 2002 adottata il 12 febbraio scorso dalla Commissione europea. La Relazione rivela che è più che raddoppiato il numero di famiglie collegate a Internet e quasi tutte le scuole e le aziende sono oggi on-line. Oggi l'Europa dispone della rete per la ricerca più veloce del mondo. Aumentare l'uso efficace di Internet è l'obiettivo della prossima fase, enominata eEurope 2005. Infolink: http://www.governo.it/GovernoInforma/
Dossier/piano_e_europe/index.html
 

LIIKANEN ESORTA LE PARTI INTERESSATE A CONTRIBUIRE AL DIBATTITO SULL'IMPRENDITORIALITÀ 
Bruxelles, 19 febbraio 2003 - Il commissario per le Imprese e la Società dell'informazione Erkki Liikanen ha esortato le imprese a partecipare al dibattito sul Libro verde della Commissione in materia di imprenditorialità. Liikanen ha illustrato l'importanza del dibattito sul Libro verde per le future decisioni politiche, in occasione del discorso pronunciato alla conferenza ministeriale sulle piccole imprese e l'imprenditorialità, tenutasi a Salonicco il 14 febbraio. "Per definire le giuste politiche, dobbiamo prestare attenzione ai soggetti direttamente coinvolti. Ed è per questo che stiamo lanciando un ampio dibattito sul Libro verde, per ascoltare tutte le parti interessate", ha dichiarato il Commissario. Liikanen ha illustrato il ruolo del Libro verde nel più ampio contesto della politica della Commissione in materia di competitività. Mentre iniziative come la "Carta europea per le piccole imprese" rappresentano metodi "top down" di valutazione dei recenti progressi, il Libro verde sull'imprenditorialità si basa su un approccio "bottom up", incentrato sull'identificazione delle politiche future. Il Commissario ha sottolineato che i progressi registrati in alcuni settori e in alcuni Stati membri grazie alla Carta per le piccole imprese devono essere estesi a tutta l'UE. A tal proposito, egli ha fornito alcuni esempi di snellimento burocratico in sei Stati membri, aggiungendo tuttavia che "[...] le imprese continuano a considerare la burocrazia uno dei principali ostacoli. Per risolvere efficacemente tale problema occorre prestare maggiore ascolto alle aziende". Secondo Liikanen, la necessità di un costante miglioramento costituisce un ulteriore motivo a sostegno di un rafforzamento della consultazione sul Libro verde. "La Carta ci consente di progredire, ma anche i nostri concorrenti vanno avanti. Dobbiamo mantenere viva e stimolare continuamente la nostra ambizione, e raddoppiare gli sforzi", ha affermato il Commissario. Liikanen ha fornito ai delegati presenti alla conferenza un'anticipazione dei progetti della Commissione in materia di rafforzamento della competitività dell'UE, annunciando la stesura, entro breve, di una comunicazione in materia di politica dell'innovazione. 

EUROSTAT PUBBLICA UNA NUOVA ANALISI DELLE PMI IN EUROPA 
Bruxelles, 19 febbraio 2003 - Eurostat, l'Ufficio statistico delle Comunità europee, ha pubblicato un nuovo documento dal titolo "Smes [small and medium sized enterprises] in Europe: Competitiveness, innovation and the knowledge-driven society" (Pmi [piccole e medie imprese] in Europa: competitività, innovazione e società basata sulla conoscenza). Si tratta della prima di una serie di "analisi dettagliate" su argomenti attinenti alle Pmi. Questa pubblicazione contiene una vasta gamma di informazioni aggiornate attinte da diverse banche dati dell'Eurostat e della Commissione. Tali analisi si rivolgono sia agli operatori economici del settore, sia a chiunque desideri ottenere informazioni dettagliate e acquisire conoscenze precise sullo sviluppo e le esigenze delle imprese europee. La nuova pubblicazione esamina, in particolare, la struttura, le prestazioni e la gestione delle Pmi in Europa e fornisce informazioni dettagliate sulle esigenze e l'evoluzione delle imprese europee, presentando chiaramente un quadro delle opportunità che si prospettano alle Pmi. La pubblicazione è disponibile in inglese al prezzo di 14,50 euro sia in formato cartaceo che elettronico. http://europa.eu.int/comm/eurostat/Public/datashop/
print-catalogue/EN?catalogue=Eurostat&product=KS-CJ-02-001-__-N-EN

PRESENTAZIONE DEL 14° FORUM PA 2003 IL MINISTRO LUCIO STANCA: "L'ITALIA RECUPERA POSIZIONI IN EUROPA NELL'E-GOVERNMENT, MA LA PA CENTRALE USA ANCORA TROPPO POCO L'EMAIL NEGLI SCAMBI INTERNI" 
Milano, 18febbraio 2003 - alia guadagna finalmente posizioni nell'hit-parade europea dell'e-Government, ma il sistema pubblico zoppica ancora nell'adozione delle nuove tecnologie. "L'Italia recupera buone posizioni in Europa nell'e-Government, ma la Pubblica Amministrazione centrale usa ancora troppo poco l'email negli scambi interni", ha infatti detto Lucio Stanca, ministro per l'Innovazione e le Tecnologie nel suo intervento alla conferenza stampa di presentazione del Forum PA 2003, a Milano. Citando l' "e-Europe 2002 Final Report", appena diffuso dalla Commissione Europea, il ministro Stanca ha infatti riferito che "dalla recentissima classifica della qualità dei più importanti servizi di e-Government l'Italia registra una forte crescita". In particolare, "per quanto riguarda la qualità dei 20 servizi pubblici considerati prioritari in Europa, la posizione del nostro Paese nell'ottobre 2002 è migliorata di quasi il 20% rispetto allo stesso mese del 2001". Stanca ha precisato che "questa crescita è una delle migliori in Europa, assieme a Svezia e Danimarca". Infatti, "la classifica europea dell'e-Government vede passare l'Italia dal 12° posto dell'ottobre 2001 al 9° posto dell'ottobre successivo, in una posizione superiore a quella di paesi come Germania, Belgio, Austria e Olanda". Da questa hit-parade emerge che "l'Italia si pone sul valore medio dell'Unione Europea e questo", ha aggiunto Stanca, "significa che abbiamo avviato una interattività con i cittadini, passando dalla fornitura di sole informazioni all'erogazione di servizi in Rete come, ad esempio, scaricare i moduli dal pc di casa, calcolare e pagare l'Ici, inviare le dichiarazioni fiscali, etc.". Non solo, ma sono anche cresciute di ben 4 volte le email nella Pubblica amministrazione centrale. Ma proprio su questo fronte si innesta la notizia meno positiva: "Le amministrazioni pubbliche sono ancora una specie di silos, lavorano per competenze, ma non si scambiano messaggi elettronici tra loro". A tale proposito Stanca ha infatti precisato che il positivo aumento dell'email è limitato al solo rapporto fra cittadini/imprese e le pubbliche amministrazioni centrali: "A gennaio scorso, ad esempio, delle 1,8 milioni comunicazioni elettroniche rilevate sulla rete pubblica (Rupa), quelle scambiate tra le varie amministrazioni sono state solo 17 mila, ossia meno dell'1%". Tuttavia Stanca non è pessimista: "Un volume molto più consistente lo si potrà raggiungere con il diffondersi della firma digitale, che conferisce un pieno valore giuridico ad ogni documento scambiato fra amministrazioni; ma anche con l'attivazione, dal prossimo gennaio, delle procedure di protocollo informatico in tutti gli uffici pubblici e, infine, con l'attivazione di caselle di posta elettronica per ogni dipendente pubblico. Oggi, infatti, ne dispone solo un dipendente su quattro".

CAMBIAMENTI IN VISTA PER LE DIVISIONI DI RICERCA DELLE BANCHE DI INVESTIMENTO E' QUANTO RISULTA DA UNA RICERCA CONDOTTA DA DELOITTE RESEARCH 
Milano, 19 febbraio 2003. Per le banche di investimento è necessario contare su una divisone di ricerca. Ma l'attuale andamento negativo del mercato azionario mostra che esiste un notevole scollamento fra gli attuali costi delle divisioni di ricerca e i nuovi parametri economici delle banche di investimento. Deloitte Research ha stimato che nel 2000 le banche di investimento hanno speso oltre 8 miliardi di dollari in ricerca, di cui il 75% in retribuzioni. I restanti costi sono ripartiti tra costi immobiliari, servizi di tecnologia e spese gestionali ed operative. Deloitte Research valuta che ci siano oltre 1,5 miliardi di dollari in costi che non procurano ritorni e sui quali si potrebbe risparmiare. "In questo scenario, le banche di investimento devono definire quali servizi nell'ambito delle divisioni di ricerca debbano essere mantenuti, distinguendo tra attività strategiche e non strategiche. Le attività strategiche da mantenere all'interno delle banche di investimento riguardano soprattutto le fasi di analisi e contatto con le società oggetto di studio e la relazione con i clienti" ha commentato Fabio Gasperini, responsabile in Italia per la Financial Services Industry di Deloitte Consulting. In particolare, numerose issue devono essere considerate strategiche nella ristrutturazione delle divisioni di ricerca delle banche di investimento: II numero di analisti richiesti per garantire una ricerca di qualità e differenziante; L'individuazione della tipologia di clienti a cui la banca di investimento si rivolgerà nel lungo periodo (retail, istituzionali, banche); Il livello e la struttura di retribuzione più adatti per trattenere gli analisti di talento; La conformità al rispetto delle nuove regole contro il conflitto di interessi e la struttura di reporting; L'individuazione dei settori e delle società per i quali sia meglio assicurare una copertura adeguata; La strategia di prezzo e la possibilità di includere i costi di ricerca nel contratto generale con i clienti. Per quanto riguarda le attività non strategiche (principalmente di produzione e distribuzione dei lavori di ricerca) Deloitte Research ritiene che vi siano ampie aree di possibili riduzione di costi. Più nello specifico, la ricerca mostra come per alcune banche più del 40% dei costi aggiuntivi siano collegati ai servizi immobiliari. Un notevole risparmio potrebbe essere, quindi, ottenuto trasferendo l'attività di ricerca in zone periferiche o decentrate. Ulteriori risparmi di costi possono derivare dall'impiego di collaborazioni esterne anche fra diverse banche d'affari. Si stima che consolidando le attività di back office di due banche d'investimento, si potrebbe raggiungere un risparmio annuo del 30% per ciascuna banca. Le nuove condizioni economiche delle banche di investimento richiedono, quindi, una immediata e radicale riorganizzazione delle divisioni di ricerca. Tale riorganizzazione può portare a risparmi di milioni di dollari, attraverso un aumento di produttività, una riduzione dei costi di personale, dei costi operativi e di distribuzione. 

RISK MANAGEMENT. SGR ITALIANE ALL'AVANGUARDIA: 85 SU 100 HANNO STRUTTURE DI CONTROLLO DEL RISCHIO, LE ALTRE SVOLGONO COMUNQUE QUESTA ATTIVITÀ. 
Milano, 18 febbraio 2003 - "Le Sgr italiane hanno preceduto la legge e si sono già dotate volontariamente di solide strutture di controllo del rischio. Attualmente ottantacinque Sgr su cento adottano modelli di misurazione del rischio, mentre le società che non si sono dotate di vere e proprie strutture di Risk Management svolgono comunque questa attività". E' questa la fotografia del Risk Management presentata da Fabio Galli, Segretario Generale di Assogestioni, che ha introdotto i lavori del seminario organizzato dall'Associazione del Risparmio Gestito dal titolo: "Il Risk Management nell'attività di gestione del risparmio", tenutosi oggi a Milano. "Sebbene il Risparmio Gestito si sia accostato solo recentemente agli strumenti di misura prospettica dei rischi di una data composizione di portafoglio - ha commentato Andrea Resti, Professore associato presso la Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Bergamo e curatore del volume presentato al seminario - da alcuni anni le Sgr hanno preso coscienza dell'importanza di un'adeguata attività di Risk Management all'interno delle proprie strutture. Questo rappresenta una garanzia ulteriore che il Risparmio Gestito offre ai risparmiatori". Al seminario di oggi hanno partecipato alcuni gestori che hanno condotto le prime esperienze di Risk Management in Italia. Ospite dell'evento organizzato da Assogestioni anche Christopher Finger uno degli ideatori delle strutture di gestione del rischio introdotte da RiskMetrics Group. 

"PANICO DA RISPARMIO": COME LE PRINCIPALI AZIENDE EUROPEE REAGISCONO ALLA MANCATA RIPRESA DELL'ECONOMIA UNA RICERCA, CONDOTTA SU OLTRE 200 AZIENDE IN CINQUE PAESI EUROPEI FRA CUI L'ITALIA, CONFERMA CHE GLI UFFICI ACQUISTI RISPONDONO AL RALLENTAMENTO DELL'ECONOMIA CERCANDO RISPARMI NELLE SPESE 
Milano, 19 febbraio 2003 - Sono sorprendenti i risultati di una ricerca sulle modalità di gestione dei budget di spesa delle aziende europee nel 2003, condotta in collaborazione con la London Business School per conto di Ariba, produttore leader di soluzioni Esm (Enterprise Spend Management). I dati, estrapolati da ben 200 interviste ai responsabili acquisti delle maggiori realtà di tutta Europa, indicano una tendenza al "panico da risparmio" che porterà gli uffici acquisti delle aziende a decidere, per il secondo anno consecutivo, una serie di misure per la riduzione dei costi a breve termine. Dopo aver ridotto significativamente i propri budget nel 2002, in assenza di segni chiari di ripresa le aziende europee hanno iniziato il 2003 con una lista della spesa più corta, accompagnata dall'intenzione di ridurre il numero di fornitori e i prezzi unitari di beni e servizi. La survey, condotta dalla società di ricerche britannica Vanson Bourne per conto di Ariba e dai ricercatori della London Business School, si è svolta lo scorso autunno su un campione di oltre 200 responsabili degli uffici acquisti di aziende appartenenti ai settori industria, chimica, farmaceutica e servizi finanziari in Italia, Francia, Germania, Regno Unito e area Benelux, e con un fatturato annuale minimo di 400 milioni di Euro. I risultati della ricerca sottolineano l'impatto diretto che le strategie di acquisto esercitano sull'attuale panorama di business europeo: riduzione delle spese nel 2002: il 55% delle aziende europee afferma che il rallentamento economico ha già causato una diminuzione dei prodotti acquistati nel corso del 2002, per una riduzione media pari al 12%; ulteriori riduzioni attese per il 2003: 9 aziende su 10 stanno tentando di ridurre i costi unitari delle merci che acquistano; l'anno scorso, tale tentativo era perseguito da 5 aziende su 10; una stretta sui fornitori: il 69% delle aziende intende ridurre il numero dei propri fornitori. In media, l'aspettativa è quella di ottenere un risparmio del 10,3% in occasione delle rinegoziazioni dei contratti; non tutto è sotto controllo: nonostante la retorica del taglio dei costi e della definizione degli obiettivi di budget, le aziende risultano carenti quando si tratta di implementare nuove iniziative rivolte alla gestione degli acquisti. "Sembra proprio che le aziende siano state colte da una sorta di "panico da risparmio", per reazione al rallentamento dell'economia europea", sottolinea Steve Muddiman, Vice President of Marketing Emea di Ariba. "Abbiamo constatato come le aziende cerchino di ridurre gli acquisti e abbattere i costi unitari in risposta alle pressioni esterne, senza soffermarsi a riflettere strategicamente sulle proprie attività di business. L'economia sta già risentendo degli effetti dei tagli decisi nel 2002, ma sembra che vi sia un'ulteriore riduzione in concomitanza con una maggiore aggressività nelle negoziazioni dei contratti relativi al 2003". Una panoramica europea ""Le aziende europee che abbiamo interpellato possono essere usate come barometro per l'intera economia", spiega Jamie Anderson, Programme Director e ricercatore presso il Centre for Management Development della London Business School. "Queste aziende stanno già riducendo i rispettivi budget per milioni di euro, e possiamo supporre che tutte le altre realtà di ogni dimensione siano intenzionate a fare lo stesso". Gli intervistati hanno risposto a domande relative a tutti gli aspetti del processo di corporate spending, dall'analisi della spesa e dalla ricerca di nuovi fornitori fino all'assegnazione dei contratti, alla loro regolazione e al pagamento delle fatture, compreso il ruolo che la tecnologia può giocare nel rendere più efficiente un processo complesso come questo. I confronti effettuati tra i diversi Paesi nel report "The European Spend Agenda 2003" evidenziano alcune interessanti caratteristiche nelle abitudini di spesa e nell'orientamento verso il processo di spend management, con alcune significative diversità tra Italia, Regno Unito, Francia, Germania e Benelux. "Tutti i Paesi mostrano un obiettivo comune in termini di risparmio sui costi, ma con diversi livelli di aggressività nel perseguire i traguardi stabiliti. La fiducia in Internet varia da Paese a Paese, così come l'input dell'ufficio acquisti sulla strategia aziendale", commenta Anderson. Italia - il valore del contratto L'Italia è il Paese con la percentuale più alta di aziende che hanno ridotto i loro volumi di acquisto nel 2002, con il 68% rispetto alla media europea del 55%. L'Italia vanta anche il taglio più cospicuo (12%) subito dopo il Regno Unito (14,9%). Inoltre, all'88% delle aziende italiane interessa ridurre il costo unitario dei beni e servizi acquistati. Soltanto la Germania ha registrato un valore più elevato, con il 96%. Il risparmio medio cui puntano queste aziende è un significativo 9,3%, inferiore soltanto al valore del Regno Unito (9,6%). Le aziende italiane hanno pianificato attivamente questo tentativo di ridurre i costi: soltanto il 20% ha ammesso di non aver definito alcun obiettivo preciso (la percentuale più bassa insieme alla Francia), rispetto al 44% del Regno Unito. Le aziende italiane vantano generalmente ottime relazioni con i loro fornitori e, nonostante l'esigenza di contenere i costi, la percentuale che si dichiara interessata a ridurre il loro numero è inferiore alla media europea (64% contro il 69%). Non a caso, le aziende italiane vantano la maggior percentuale di fornitori inquadrati da specifici contratti: il 73%, a fronte del 53% della media europea. La ragione di questo dato risulta evidente considerando che lo sconto medio che le aziende italiane spuntano dai loro fornitori è del 12,5% contro una media europea del 10,3% e del solo 7,3% in Francia. Questo dato conferma l'importanza per le aziende italiane di instaurare rapporti regolati contrattualmente con i fornitori e rende le aziende italiane le meno interessate a ridurre gli acquisti da fornitori non inquadrati: tale valore si colloca al 76% contro l'81% della media europea. Regno Unito - muoversi alla cieca Il Regno Unito è il maggior responsabile del "panico da risparmio" anche se ritiene che Internet sia un mezzo utile per raggiungere gli obiettivi fissati (secondo il 94% degli interpellati). Il 64% delle aziende britanniche - percentuale decisamente più elevata che in altri Paesi - non ha definito obiettivi specifici per il 2003. Inoltre, presenta la proporzione minore (36%) di responsabili degli acquisti che riferiscono direttamente al consiglio di amministrazione. Nel Regno Unito i responsabili degli acquisti sostengono di aver tagliato le spese del 14,9% nel corso del 2002, più di qualunque altra controparte europea. Francia - lo scetticismo I francesi restano scettici sul valore di Internet quale strumento adatto a ridurre i costi degli acquisti: solo il 44% ritiene che Internet possa giocare un ruolo in questo contesto. Le aziende francesi hanno fissato per il 2003 gli obiettivi di taglio dei costi più contenuti (6,7%) e presentano il minor numero di fornitori inquadrati nell'ambito di contratti concordati (43%). Germania - all'avanguardia nello spend management La Germania possiede un'elevata quantità di responsabili degli acquisti che riferiscono direttamente al consiglio di amministrazione (66%) e presenta un'alta penetrazione della tecnologia di e-Procurement nel numero più ampio di categorie di spesa. La maggiore sfida che attende le aziende tedesche riguarda l'analisi dei campi nei quali possono essere conseguiti risparmi (72%). Benelux - alle prese con la fatturazione Le aziende di quest'area hanno segnalato la riconciliazione delle fatture come una delle sfide principali (64%), ma presentano anche una delle minori penetrazioni della tecnologia di e-Procurement e una scarsa fiducia in Internet, in cui crede solo il 52% degli interpellati. Scarsa è anche la proporzione di fornitori inquadrati tramite contratto. La strategia di spend management Nonostante il 53% degli interpellati risponda direttamente al consiglio di amministrazione (con un piccolo incremento rispetto al 2002), continua a mancare una chiara strategia finalizzata a perseguire l'efficienza negli acquisti. Sebbene il 95% del campione affermi che rendere gli acquisti maggiormente efficienti sia uno dei propri obiettivi, il 39% non possiede un target definito al riguardo - anche se qui la situazione è migliorata rispetto al 53% del 2002. Il consenso riguarda solamente la riduzione dei volumi o la contrattazione dei costi unitari di beni e servizi, con i responsabili degli acquisti che intendono strappare migliori condizioni per il 2003. Le aziende che hanno fissato obiettivi di risparmio prevedono di ridurre le spese del 9,1% nel 2003, contro il 7,5% del 2002. Il 42% ritiene che il modo migliore per ridurre le spese derivi da un miglioramento del sourcing e della negoziazione dei contratti. Concordando contratti con i loro fornitori, le aziende stimano di risparmiare circa il 10% sui costi dei beni o dei servizi acquistati; tuttavia, questi contratti non sembrano rappresentare una garanzia per i fornitori, dato che le aziende ammettono di volerne ridurre il numero complessivo del 69%. Le aziende stanno ancora faticando a conseguire risparmi sostenibili al loro interno, nonostante vi sia una netta attenzione verso la riduzione delle spese. I responsabili interessati ammettono che una delle sfide più impegnative consista nel far in modo che le rispettive aziende adottino nuovi processi per gli acquisti. Il 58% indica nella gestione del processo e della conformità contrattuale l'aspetto più problematico, ma il 67% ritiene che la tecnologia abbia un ruolo da svolgere nel migliorare i processi di spend management. "I responsabili degli acquisti si sono dati da fare lo scorso anno e hanno identificato i punti nei quali possono conseguire ulteriori risparmi", nota Anderson. "Ampliare tali iniziative attraverso l'intera organizzazione aziendale continua però a rappresentare una vera sfida". "C'è sempre la possibilità di conseguire rapidamente vantaggi a breve termine, ma le aziende più prudenti stanno adottando una visione olistica rispetto alle sfide che toccano lo spend management", ha concluso Muddiman. "Le aziende stanno perdendo denaro e opportunità di risparmio perché non riescono a gestire in modo adeguato i contratti di cui dispongono". Il confronto tra 2002 e 2003 Il primo studio "Spend Agenda" è stato effettuato agli inizi del 2002 in concomitanza con i primi segni del rallentamento economico. Le condizioni sono poi peggiorate, tanto che il 55% delle aziende ha diminuito i prodotti e i servizi acquistati. Nel 2002 la ricerca è stata caratterizzata dalla diffusione di ricontrattazioni con i fornitori tese a concretizzare risultati vantaggiosi immediati. Nel 55% di aziende che hanno ridotto i budget, la ricerca di ulteriori risparmi futuri è cresciuta aumentando del 20% i nuovi target di riduzione della spesa. Il numero di aziende che cercano di abbattere i costi unitari delle merci è aumentato del 67% rispetto allo scorso anno, passando dal 52% all'87% degli interpellati. "Quest'anno i tagli stanno andando in maggior profondità", rileva Anderson. "La riduzione media prevista negli acquisti in grandi quantità è del 12% contro il 10% dello scorso anno. Dato che queste aziende trattano con un numero elevatissimo di fornitori e possiedono budget di spesa enormi, gli effetti a catena di una riduzione della spesa a questi livelli sono colossali quando si considerino gli investimenti posticipati, i fallimenti e i relativi costi economici e sociali". 

ASSICURAZIONI GENERALI: DATI PRELIMINARI SULLA RACCOLTA ESERCIZIO 2002 I PREMI CONSOLIDATI SALGONO A 46,5 MLD € (+4,8%) 
Milano, 19 febbraio 2003. - Dalle prime indicazioni relative all’esercizio 2002, esaminate oggi dal Comitato Esecutivo delle Assicurazioni Generali, i premi consolidati del Gruppo sono ammontati a circa 46,5 miliardi di euro, con una crescita del 4,8% rispetto al 2001 (a condizioni omogenee). Nel ramo vita, la raccolta complessiva è cresciuta del 5% a circa 29 miliardi di euro; nei rami danni i premi consolidati sono ammontati a circa 17,5 miliardi di euro (+4,5%) rispetto al 2001. Per la Capogruppo, i premi raccolti ammontano a circa 5,3 miliardi di euro con un incremento pari al 4,5% a condizioni omogenee. Nei rami danni sono stati raccolti premi per circa 3,5 miliardi di euro con una crescita del 7,3%, mentre nel ramo vita – riferito sostanzialmente al lavoro indiretto - la raccolta risulta stabile rispetto all’esercizio 2001 a 1,8 miliardi di euro. I risultati definitivi del bilancio del Gruppo e della Capogruppo saranno esaminati dal Consiglio di amministrazione, che si terrà il giorno 18 marzo prossimo a Milano e saranno in seguito illustrati alla comunità finanziaria. 

BREMBO : IV TRIMESTRE 2002: RICAVI A E 144 MILIONI, +8,2%, MOL AL 16%, STABILE IL CASH-FLOW, INDEBITAMENTO IN LIEVE RIDUZIONE PRELIMINARE ANNO 2002: RICAVI A +6,6%, MOL AL 16 % 
Curno, 19 febbraio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Brembo, riunitosi sotto la Presidenza di Alberto Bombassei, ha esaminato oggi i dati consolidati del quarto trimestre del 2002 e i risultati preliminari relativi all'intero esercizio dello scorso anno. Il quarto trimestre 2002 conferma la tendenza per fatturato e margini. Il progresso dei ricavi consolidati è risultato coerente rispetto ai trimestri precedenti e l'incremento dell'8,2% rispetto al quarto trimestre 2001 è in linea con quanto rilevato sino al terzo trimestre. Da rilevare che nel trimestre la Germania rappresenta, in termini di ricavi per area geografica, il peso maggiore, con il 27%, superiore addirittura all'Italia con il 26%. Il costo del personale nel periodo, in incremento del 5,5% a E 28,9 milioni, migliora l'incidenza sul fatturato, scesa al 20,1% dal 20,6% dell'analogo periodo del 2001, assorbendo marginalmente l'ingente incremento della struttura di R&S derivante dall'esercizio passato. L'insieme dei costi operativi, escluso il personale, ammonta a E 91,7 milioni e l'incidenza sui ricavi è del 63,9%. Permane ferreo il controllo di tutta la catena del valore aziendale, per contrastare le fortissime pressioni sui prezzi e le continue richieste di efficienza dei clienti del primo impianto. Verso la fine dello scorso esercizio alcune materie prime che rappresentano la metà dei nostri acquisti in valore, hanno iniziato una preoccupante tendenza al rialzo, che è in atto a tutt'oggi. Il margine operativo lordo, pari al 16,3% sui ricavi, conferma il dato al 30 settembre, che risultava del 15,9%. Gli ammortamenti sono invariati in valore assoluto, a E 10,3 milioni, mentre si riduce marginalmente l'incidenza sui ricavi, pari al 7,2%, rispetto al precedente 7,7%. Il margine operativo netto del periodo ammonta ad E 12,4 milioni, pari al 8,6% dei ricavi, in linea con l' 8,5% rilevato a tutto settembre 2002. Gli oneri finanziari, pari complessivamente allo 0,7% dei ricavi, comprendono E 0,6 milioni di differenze cambio positive, mentre la parte rimanente è il costo dei finanziamenti in essere, al 60% scadenti oltre i 12 mesi. L'utile netto del periodo di E 5,4 milioni è pari al 3,8% dei ricavi consolidati, dopo imposte per E 5,3 milioni, con un'incidenza del 47,7% sull'utile pretasse, incluse le imposte differite. L'utile netto risulta in forte miglioramento rispetto al precedente trimestre e all'analogo periodo del 2001 che risentiva negativamente di elementi temporanei e costi non ricorrenti. I dati preliminari dell'esercizio 2002 e la prevedibile evoluzione della gestione. I ricavi netti al 31 dicembre 2002 ammontano a E 565,9 milioni e segnano un incremento di E 35,0 milioni (+6,6%) rispetto a E 530,9 milioni del 2001. Nel confronto con l'esercizio precedente va segnalato l'effetto sul fatturato derivante dall'uscita dall'area di consolidamento della Fonderia Regali Srl, avvenuta nel mese di luglio 2001: l'incremento, a perimetro costante di consolidamento, sarebbe stato di E 42,4 milioni ossia pari a +8,1%. Il margine operativo lordo è pari a E 90,7 milioni (15,9% dei ricavi) e si confronta con E 82,2 milioni al 31 dicembre 2001 (15,5% dei ricavi), con una crescita di E 8,5 milioni, pari al 10,3%. Il recupero di redditività rispetto all'anno precedente, è frutto della costante attenzione al contenimento dei costi operativi. Per quanto riguarda il cash-flow (utile netto+ammortamenti), il 2002 chiude con E 63,0 milioni, allineato rispetto a E 63,9 milioni del 2001. Dichiarazione del Presidente, Alberto Bombassei. 'I dati esaminati nell'odierna riunione sono da giudicare indubbiamente con soddisfazione per la capacità mostrata dalla società, in tutte le sue componenti ed attraverso tutti i collaboratori in Italia e nel mondo, di contrastare le spinte negative di alcuni dei nostri mercati di riferimento' ha dichiarato il Presidente di Brembo Alberto Bombassei al termine del CdA. 'In particolare il settore del primo impianto di autovetture e veicoli commerciali mostra una tendenza assai preoccupante, nella quale scelte di breve periodo operate da alcuni costruttori, mirate essenzialmente al contenimento del costo, rischiano di risultare perdenti negli anni futuri a scapito di politiche equilibrate di sviluppo dei contenuti innovativi e di piena soddisfazione delle aspettative dei clienti finali, sempre più esigenti ed attenti al valore dei veicoli che acquistano ed utilizzano. Per quanto riguarda il settore dei motocicli siamo di fronte ad una congiuntura sfavorevole, con livelli di immatricolato in Europa che ci riportano ai valori del 2000, con la necessità di essere ancor più innovativi, fornendo così adeguato supporto alle politiche dei nostri clienti. Nella prima parte del corrente anno le tendenze già in atto alla fine del 2002 si confermano, nel senso che in generale abbiamo di fronte un mercato instabile e molto nervoso, nel quale la visibilità fornita dai clienti è limitata. Le previsioni macroeconomiche dell'intero anno, avvenimenti geopolitici a parte, delineano uno scenario difficile che ancora una volta dovrà essere contrastato con la spinta all'innovazione costante dei nostri prodotti e ad una continua ottimizzazione della catena del valore. E' anche doveroso che i clienti manifestino segni di comprensione verso una vera partnership, che non sia basata solo sull'imposizione di sconti commerciali, il cui spazio è da tempo esaurito. Per Brembo quello corrente potrà essere un anno di sviluppo dei ricavi se sapremo interagire insieme per fornire attraverso i nostri prodotti vantaggi competitivi misurabili e concreti ai clienti finali.' In allegato si forniscono le tabelle di sintesi dei risultati consolidati del trimestre e dell'intero esercizio. Questi ultimi sono ad oggi preliminari ed in attesa della verifica da parte della Società di revisione. 

PIRELLI: ESAMINATI DAL CDA I DATI PRELIMINARI DELL'ESERCIZIO 2002: NEL QUARTO TRIMESTRE PRIMI SEGNALI DI MIGLIORAMENTO PER IL SETTORE CAVI E SISTEMI ENERGIA SUI RISULTATI CONTINUA A PESARE LA CADUTA DEL 70% DELLA DOMANDA MONDIALE DELLA COMPONENTISTICA TLC 
Milano, 19 febbraio 2003 - Si è riunito ieri il Consiglio di Amministrazione di Pirelli SpA che ha esaminato i risultati preliminari non auditati per l'esercizio 2002. L'andamento della gestione del Gruppo Pirelli SpA nello scorso anno è stato fortemente condizionato dalla crisi senza precedenti che sta attraversando il mercato delle infrastrutture per le tlc incidendo pesantemente sulle attività delle aziende del settore in tutti i principali Paesi del mondo occidentale. Tale mercato mostra una contrazione della domanda mondiale, quantificabile in oltre il 70% in termini di valore. L'andamento negativo della congiuntura internazionale unito alle incertezze del quadro economico hanno un impatto sul Settore Cavi e Sistemi Energia che, nonostante la mancata ripresa degli investimenti, registra un leggero miglioramento della sua redditività. Il Settore Pneumatici prosegue a registrare risultati in continua crescita. L'impegno profuso dal management del Gruppo per reagire alla caduta dei mercati attraverso il recupero di efficienze - che nel 2002 hanno raggiunto una cifra stimata in circa 210 milioni di euro lordi e di circa 160 milioni di euro in termini netti - non ha potuto evidentemente contrastare appieno una così marcata negatività del contesto, ma ha consentito una significativa crescita del free cash flow e un contenimento del debito. Come anticipato infatti, a fronte delle condizioni già descritte che nel 2002 hanno inciso sui mercati delle infrastrutture per tlc e della mancata ripresa degli investimenti nel comparto dell'energia, a novembre dello scorso anno il management del Gruppo ha deciso di accelerare e di intensificare le azioni di efficienza in corso nei rispettivi settori di attività, per trovarsi nelle condizioni ottimali al fine di cogliere tempestivamente i primi segni di ripresa non appena questi si presenteranno. Come anticipato lo scorso novembre l'impatto di queste misure sull'esercizio 2002 è pari a 260 milioni di euro. Le misure di efficienza si stanno realizzando secondo i tempi previsti e si concluderannno pressoché interamente entro il prossimo mese di marzo. Il quarto ed ultimo trimestre del 2002 mostra infatti i primi segni di miglioramento nel Settore Cavi e Sistemi Energia, nonchè il proseguimento della crescita del Settore Pneumatici. Risultati preliminari del Gruppo Pirelli SpA per l'esercizio 2002 I ricavi del Gruppo nel 2002 ammontano a circa 6.300 milioni di euro con un calo, a parità di cambi, dell'11% circa contro i 7.509 milioni di euro del 2001, interamente attribuibile al suddetto grave deterioramento del mercato della componentistica tlc. Il Settore Cavi e Sistemi Energia registra ricavi per circa 3.000 milioni di euro con un calo del 10% circa - senza considerare le variazioni dei cambi e dei metalli - rispetto ai 3.532 milioni di euro del 2001. Sempre in crescita il Settore Pneumatici, i cui ricavi sono pari a circa 2.850 milioni di euro, in aumento di circa il 9% (a parità di cambi) sui 2.831 milioni di euro del 2001. Il Settore Cavi e Sistemi per Telecomunicazioni a fronte delle citate condizioni dei mercati mondiali presenta una forte riduzione - del 59% a parità di cambi - delle vendite che ammontano a circa 460 milioni di euro, contro i 1.230 milioni di euro del 2001. Il margine operativo lordo del Gruppo è pari a circa 478 milioni di euro, rispetto ai 666 milioni di euro registrati nel 2001. Il risultato operativo (Ebit) a livello consolidato è pari a circa 117 milioni di euro, contro i 295 milioni di euro del 2001 che comprendevano l'accordo di fornitura a Cisco Systems per 59 milioni di euro. Per quanto riguarda la reddività delle singole aree di attività: nel Settore Pneumatici la redditività nel 2002 prosegue a registrare in maniera significativa risultati positivi, confermando la tendenza in atto degli ultimi anni; il Settore Cavi e Sistemi Energia è in miglioramento nonostante il rallentamento congiunturale; il Settore Cavi e Sistemi Telecom soffre della grave caduta della domanda, ma riesce a contenere il deterioramento grazie alle significative efficienze realizzate con tempestività. Il margine di reddività (ROS, return on sales) a livello consolidato è pari all'1,9% rispetto al 3,9% del 2001 (3,1% circa, se non si considera il citato accordo di fornitura a Cisco Systems). La posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2002, in linea con le previsioni del Piano Triennale, è negativa per circa 1.470 milioni di euro, in miglioramento (-9%) rispetto al valore negativo di 1.618 milioni di euro di fine giugno, grazie alla efficiente gestione del capitale circolante. Il confronto con il valore di fine 2001, pari a 1.089 milioni di euro riflette: l'ultimo pagamento di oneri fiscali non ricorrenti per 263 milioni di euro inerenti alla cessione di Optical Technologies a Corning; oneri non ricorrenti per ristrutturazioni pari a 130 milioni di euro; il pagamento di dividendi per 149 milioni di euro. Il free cash flow di Gruppo nel 2002 segna una significativa crescita e sfiora la cifra di 400 milioni di euro. L'impegno prioritario verso la ricerca e l'innovazione tecnologica viene confermato, con un'incidenza sui ricavi dei costi sostenuti pari a circa il 3,5% rispetto al 3,2% del 2001. Il personale del Gruppo nell'ultimo anno ha visto una riduzione di circa 3.500 unità, passando da 39.127 a 35.610; del totale delle riduzioni circa 1.500 sono dovute alle nuove misure di efficienza. Nel quarto ed ultimo trimestre del 2002 il Gruppo mostra segni di miglioramento, con un risultato operativo che è pari a circa 22 milioni di euro contro i 2 milioni di euro del trimestre precedente e i 5 milioni di euro dello stesso trimestre del 2001. I ricavi del periodo sono pari a circa 1.490 milioni di euro rispetto ai 1.450 milioni di euro del precedente trimestre e contro i 1.810 milioni dello stesso periodo del 2001. Le prime indicazioni dell'anno in corso confermano il trend in miglioramento già manifestatosi nell'ultimo trimestre del 2002. 

RAS MULTIPARTNER CRESCE CON TRE NUOVI COMPARTI GEOGRAFICI IL FONDO DI FONDI DISTRIBUITO DAI PROMOTORI RASBANK SI ARRICCHISCE DI TRE NUOVE LINEE: RAS MULTIAMERICA, RAS MULTIEUROPA E RAS MULTIPACIFICO 
Milano, 18 febbraio 2003 - Ras MultiPartner, il fondo di fondi gestito da Ras Asset Management Sgr, si arricchisce di tre nuovi comparti geografici in aggiunta ai quattro già disponibili per ampliare ulteriormente la gamma prodotti a disposizione dei promotori finanziari RasBank: Ras MultiAmerica, Ras MultiEuropa e Ras MultiPacifico si affiancano dunque a Ras Multi20, Ras Multi50, Ras Multi70 e Ras Multi90. Lanciato nel maggio 2001, al 31 dicembre scorso il fondo gestiva un patrimonio di 278 milioni di euro suddiviso nei quattro comparti. Il fondo di fondi multimanager Ras Multipartner può investire in oltre 600 fondi comuni e Sicav di 15 primarie società di gestione internazionali tra le quali Allianz Dresdner Asset Management, American Express, Belgrave Capital Management, Bnp Paribas Asset Management, Cdc Ixis Asset Management, Crédit Suisse Asset Management, Franklin Templeton Investments, Jpmorgan Fleming Asset Management, Julius Baer, Henderson Global Investors, Lcf Rothschild Fund, Merrill Lynch Investment Managers, Morgan Stanley, Vontobel. I tre nuovi comparti di Ras MultiPartner offrono la possibilità di diversificare gli investimenti per area geografica utilizzando più gestori e stili d'investimento, combinando le migliori competenze gestionali in un prodotto con un profilo di rischio in linea con i benchmark dichiarati. E' infatti previsto che il 90% del patrimonio di ciascun nuovo comparto sia investito in fondi comuni o Sicav specializzati a loro volta nell'investimento in azioni statunitensi (nel caso di Ras MultiAmerica), europee (nel caso di Ras MultiEuropa) o dell'area asiatica ed oceanica (Ras MultiPacifico). La nuova specializzazione geografica completa le possibilità di diversificazione di Ras MultiPartner e si aggiunge ai quattro comparti del fondo di fondi articolate per profili di rischio, che vanno da un profilo di tipo prudente (Ras Multi20, con una componente di fondi e Sicav azionari pari al 20%), fino ad un profilo molto dinamico dove la componente azionaria arriva al 90% (Ras Multi90). L'attività di fund picking di Ras MultiPartner è effettuata da un team di gestori dedicati di Ras Asset Management Sgr. La selezione dei fondi e delle Sicav viene effettuata in base a criteri di tipo quantitativo e qualitativo. Dopo una riclassificazione dei fondi per classi omogenee, una prima selezione avviene sulla base di indicatori quantitativi che valutano le capacità gestionali e la loro persistenza nel lungo periodo. Successivamente all’analisi della performance si accompagna una valutazione qualitativa basata sia sullo studio del processo di investimento sia su incontri periodici con i gestori. 

CAPITALE SOCIALE RAS RIDUZIONE DEL CAPITALE IN ECCESSO PER 800 MILIONI DI EURO 
Milano 18 febbraio 2003 - Il 17 febbraio Ras -decorsi i termini di legge- ha provveduto alla riduzione del capitale in eccesso per circa 800 milioni di euro, attraverso l'annullamento di 57.778.318 azioni proprie, di cui 49.483.389 ordinarie e 8.294.929 di risparmio, per un controvalore nominale di 34.666.990,80 euro. Pertanto il capitale sociale di Ras ammonta a 403.102.758 euro rappresentato da 670.497.920 azioni ordinare e 1.340.010 azioni di risparmio, tutte del valore nominale unitario di 0,60 euro. 

RINNOVATO IL CONSIGLIO DELLA FONDAZIONE ROSSELLI RICCARDO VIALE PRESIDENTE ENTRANO NUOVE PERSONALITÀ DELLA SCIENZA E DELL'ECONOMIA 
Torino, 19 febbraio 2003 - Si è riunito, nella sede di Torino, il rinnovato Consiglio di Amministrazione della Fondazione Rosselli, che risulta così composto: Alessandro Benetton, Adriano De Maio (nominato dal Ministro dei Beni Culturali), Michele Dipace (nominato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri), Alain Elkann, Gabriele Galateri di Genola, Gian Maria Gros Pietro, Vittorio Moccagatta, Giuseppe Mussari, Marco Nicolai, Corrado Passera, Riccardo Perissich, Andrea Pininfarina, Umberto Rosa, Claudio Roveda, Riccardo Viale. Il Presidente della Fondazione è Riccardo Viale. Ad Alain Elkann, Vittorio Moccagatta e Claudio Roveda sono state attribuite deleghe operative rispettivamente per le relazioni culturali, la comunicazione e la ricerca. 

IL DIRETTORE GENERALE DI TIM NOMINATO IERI DURANTE IL CONGRESSO MONDIALE DEGLI OPERATORI GSM 
Cannes 19 febbraio 2003 - Mauro Sentinelli, Direttore Generale di Tim, è stato nominato oggi a Cannes, nell’ambito del 3GSM World Congress, “Deputy Chairman” della Gsmssociation, l’organizzazione che riunisce 780 operatori Gsm in 192 paesi del mondo, per un totale di circa 1 miliardo di utilizzatori Gsm. La carica di “Deputy Chairman” è di primo piano nell’ambito dell’Associazione ed è stata assegnata a Mauro Sentinelli come riconoscimento dell’attività di leader tecnologico svolta da Tim tra tutti gli operatori membri della Gsm Association, nell’indirizzare e definire le strategie per lo sviluppo dei servizi radiomobili su scala mondiale. Mauro Sentinelli affiancherà così il lavoro di Craig Ehrlich, attuale “Chairman” della Gsm Association e membro del Comitato Esecutivo dell’operatore mobile Sunday Communication Ltd. di Hong Kong. 

NOVITÀ IN CASA EUROFOOD: NASCE GREEN ICE FATTURATO IN AUMENTO DEL 15% PER IL GRUPPO EUROFOOD CHE CHIUDE IL 2002 A 80 MILIONI DI EURO. 
Milano, 19 febbraio 2003 - E' di questi giorni la notizia che la Holding capitanata da Bruno Boerci ha fatto confluire le due storiche controllate Lazzati (6 milioni di euro) e Micos (10 milioni di euro) nella neonata Green Ice Spa. Obiettivo di fatturato della nuova società per il 2003: 20 milioni di euro, con una crescita stimata del 25%. Eurofood , leader nell'importazione e distribuzione di specialità alimentari da tutto il mondo, consolida quindi la propria presenza nel settore del "freddo". Al posto della vecchia struttura di Bagnaria, presso Varzi (Pv), sorge oggi il nuovo stabilimento Green Ice L'impianto, che ha richiesto un investimento superiore ai 2 milioni di euro, permetterà di aumentare l'attuale produzione del 40% e impiegherà a regime circa 30 addetti. La struttura occupa un'area di 16.000 mq di cui 6.000 coperti con una capacità di 5.000 posti/pallet e di magazzini completamente automatizzati a meno 20°. La gamma dei surgelati prodotti viene commercializzata con il marchio Bosco Buono e comprende funghi (porcini, chiodini e misti), piatti pronti (porcini conditi, polenta e funghi, misto funghi conditi), e frutti di bosco (fragole, mirtilli, more, lamponi e misto bosco). 

LOMBARDIA E ALGERIA: INSIEME PER AFFARI 
Milano, 19 febbraio 2003. Restano forti, i rapporti economici con l'Algeria. Nel terzo trimestre 2002, rispetto al terzo trimestre 2001 le importazioni lombarde crescono del 30% e le esportazioni del 17%. Battuta d'arresto per Bergamo (import-81%, export -26%), Brescia (import -24%, export -9%), Cremona (import -27%, export -45%), Mantova (import -99%, export -19%), Lodi (export -52%) e Sondrio (export -36%), contro un dato positivo di Milano (import +66%, export +52%), Lecco (export +39%), Como (export +9%), Pavia (import +533%, export -2%) e Varese (import -3%, export +44%). Una tendenza positiva che dura da 10 anni: dal 1991 l'import è aumentato del 273% e l'export del 72%. Tra le performance più notevoli negli ultimi 10 anni per l'import quella di Cremona (si è moltiplicato di 100 volte), Varese (di quaranta) e Brescia (quasi di 27). Per l'export fa bene Bergamo (quasi quadruplicato), Pavia e Varese (più che triplicato), Cremona (triplicato). I dati elaborati dalla Camera di Commercio di Milano riguardano l'interscambio milanese e lombardo con l'Algeria. Se ne è parlato questa mattina all'incontro con S.E. Moustapha Benbada. Un incontro con rappresentanti del Governo e del mondo imprenditoriale algerino organizzato da Assolombarda e Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per l'internazionalizzazione delle imprese e con l'Ambasciata Algerina di Roma. Una delegazione di 30 imprenditori accompagnerà il Ministro della Piccola e Media Impresa e dell'Artigianato nella sua visita in Italia che prevede una tappa a Milano finalizzata ad incontrare imprenditori interessati al mercato algerino, ed esponenti delle principali istituzioni lombarde. I settori rappresentati dalle aziende algerine sono: l'agroalimentare, l'edilizia, le costruzioni metalliche, chimica e plastica, packaging, materiale elettrico, tessile ed abbigliamento, industria del vetro, produzione di elettrodomestici. Peso delle province lombarde. È Milano ad avere la meglio tra le province lombarde con il 43% dell'export regionale, seguita da Bergamo con il 15%, da Cremona con il 10%, da Brescia e Varese con l'8%, da Pavia con il 5%, da Mantova e Como con il 3%, da Lecco e Lodi con il 2%, ultima Sondrio con l'1%. Per le importazioni prevale ancora Milano con il 47%, seguita da Cremona con il 27%, da Brescia con il 18%, da Pavia con il 4%, da Bergamo con il 2% e Mantova con l'1%. www.mi.camcom.it 

L’AMBASCIATORE AMERICANO IN ITALIA IN VISITA AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI PARMA: “PARMA È UNICA”. “LA PROTEZIONE DEI PRODOTTI AD INDICAZIONE GEOGRAFICA NON DISCUSSA ANCORA NELLA WTO. MA NEGLI STATI UNITI IL NOME PARMA È TUTELATO” 
Parma, 18 febbraio 2003 - “Benché piccola, siamo consapevoli dell’unicità di Parma e provincia: il nome di Parma rieccheggia tra gli americani da molti anni per il prosciutto, per il Parmigiano reggiano. Qui da voi la qualità è qualcosa di peculiare e caratteristico”. E’ chiaro l’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia Mel Sembler, oggi in visita al presidente della Provincia di Parma Andrea Borri con il console generale a Milano degli Stati Uniti d’America H. Kirbly Ressler. Nell’incontro (il secondo della giornata parmigiana), l’agroalimentare, settore portante dell’economia parmigiana, è stato sempre al centro del confronto. In particolare in un momento delicato per le esportazioni dei prodotti tipici alimentari, non tutelati all’interno degli accordi Wto (World Trade Organization): “Per tutelare il prosciutto di Parma e il Parmigiano – ha sottolineato il presidente della Provincia, Andrea Borri - sarebbe decisivo per noi, per le nostre produzioni Dop e Igp, estendere la protezione, di cui si discute attualmente in sede di Organizzazione mondiale del commercio, per le indicazioni geografiche nel settore vinicolo anche ai prodotti del settore alimentare”. Una sollecitazione a cui l’ambasciatore Sembler ha replicato sostenendo che “in questo momento l’argomento - cibo non è stato ancora affrontato in modo esaustivo in seno alla Wto. E’ però significativo che per gli Stati Uniti il nome Parma, ad esempio per il prosciutto, sia tutelato nell’ambito della protezione del marchio di fabbrica (trademark)”. Nel riconoscere che il trademark è un elemento positivo all’interno degli Stati Uniti, il presidente Borri ha però “auspicato che una analoga tutela venga riconosciuta, in sede internazionale, al marchio d’origine, che è cosa diversa dal trademark in quanto identifica l’origine geografica del prodotto (associato per questo a una particolare qualità “controllata”)". Nel corso dell’incontro, a cui era presente anche l’assessore provinciale Albino Ivardi Ganapini, è emersa anche la rilevanza strategica e l’interesse per gli americani di “Scuola internazionale di cucina italiana”, prevista da ottobre a Colorno per formare i nuovi grandi chef della cucina italiana nel mondo. 

SO.GE.M.I.: NUOVE NOMINE AI VERTICI 
Milano, 19 febbraio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di So.Ge.M.I. SpA, nella seduta dell’11 febbraio 2003, ha scelto il Cav. Alfredo Mariotti in sostituzione del precedente consigliere dott. Solly Cohen, dimissionario. Il Cav. Alfredo Mariotti è il Direttore Generale di Ucimu-Sistemi per produrre, una fra le più importanti associazioni di categoria, organizzatrice fra l'altro di Emo (la più grande fiera mondiale di macchine utensili e automazione) e di Bi-Mu (biennale della macchina utensile). Con l'ingresso del Cav. Mariotti il Consiglio è ricostituito nella sua interezza e, sotto la Presidenza dell'avv. Serena Manzin, riprende con rinnovato impulso il piano di rilancio e sviluppo dei Mercati all'ingrosso di Milano, per renderli pienamente competitivi a livello nazionale e internazionale, a partire dalla necessità di riqualificare le aree e le strutture dei mercati stessi con l'attuazione di quanto previsto nel piano industriale di sviluppo attualmente in fase di approfondimento con l'Amministrazione Comunale. In questi stessi giorni ha iniziato la collaborazione con So.Ge.M.I. Piersandro Massone, esperto di strategie di impresa e di gestione delle risorse umane, che affiancherà il Presidente avv. Serena Manzin nel delicato compito di indirizzare e coordinare la struttura direzionale della Società. Piersandro Massone, nell'espletamento del nuovo incarico, si avvarrà della grande esperienza maturata nell'ambito della Management Pool srl, società specializzata nella consulenza di direzione per le strategie d'impresa, e delle precedenti esperienze professionali. 

ENERGIA RINNOVABILE: DA UNA CONFERENZA AMERICANA EMERGE CHE L'EUROPA È IN VANTAGGIO RISPETTO AGLI USA
Milano, 19 febbraio 2003 - I partecipanti alla riunione annuale dell'Aaas (American Association for the Advancement of Science - Associazione americana per l'avanzamento della scienza) hanno ammesso che l'Europa è molto più avanti degli Stati Uniti in termini di sviluppo di nuove fonti di energia rinnovabile. "Quale unica superpotenza rimasta sulla scena mondiale, gli Stati Uniti si trovano spesso all'avanguardia in campo scientifico e tecnologico, ma secondo i ricercatori presenti all'odierna riunione dell' Aaas, gli europei hanno ampiamente superato gli americani per ciò che concerne lo sviluppo di nuove fonti di energia rinnovabile e l'elaborazione di una solida politica ambientale", si legge in una dichiarazione dell'Associazione. L'energia eolica è la fonte rinnovabile che registra lo sviluppo più rapido, con un'attuale capacità produttiva mondiale di circa 30.000 megawatt. Secondo le previsioni, fra cinque anni tale capacità dovrebbe raggiungere i 60.000 megawatt. Citando uno studio condotto recentemente sulle iniziative nel settore dell'energia rinnovabile, L. Hunter Lovins della Global Academy ha respinto l'affermazione del presidente americano George Bush, secondo il quale l'adesione al Protocollo di Kyoto porrebbe gli Stati Uniti in una posizione concorrenziale svantaggiosa. In realtà, secondo la Lovins, nel momento in cui i consumatori percepiranno i benefici derivanti dall'energia rinnovabile per l'ambiente e la qualità di vita, le aziende dei paesi che avranno investito nello sviluppo di nuove fonti energetiche si troveranno in una posizione di vantaggio sul mercato. "Noi americani stiamo attraversando un periodo caratterizzato da opportunità e pericoli senza precedenti", ha affermato la Lovins. "Le possibilità di scelta sono più ampie che mai in termini di efficienza energetica e fonti rinnovabili [...]. Attualmente, tuttavia, le politiche della nostra amministrazione stanno andando nella direzione sbagliata". Infolink: http://www.aaas.org 

CLASSHOTEL E LUXOPHARMA: UN ACCORDO DI OSPITALITA' E BENESSERE 
Milano, 19 febbraio 2003. Il gruppo ClassHotel SpA e LuxoPharma Group SpA hanno siglato un accordo commerciale che vede le due società impegnate in una reciproca integrazione dei propri servizi, con una sinergia nelle operazioni di comunicazione, di marketing, di sviluppo e di gestione operativa. Il piano di sviluppo sinergico prevede l'apertura di centri benessere a marchio H2ORA all'interno degli alberghi ClassHotel, nonché la commercializzazione di prodotti cosmetici. LuxoPharma, oltre alla commercializzazione dei prodotti a marchio Terme di Abano (acquisito recentemente attraverso la controllata Beauty Business) e H2Ora (marchio di proprietà), sta progettando una linea di prodotti di cortesia personalizzati per il gruppo ClassHotel. Entro il 2003 saranno due i centri benessere LuxoPharma operativi negli alberghi della catena ClassHotel ad Aosta e Faenza, utilizzabili anche da parte della clientela esterna. 

OPERAZIONE SQUALO ANCH'IO UN BANCO ALIMENTARE PER I PESCI 
Cattolica, 19 febbraio 2003 - martedi 18 febbraio, l'Ufficio Postale di Cattolica ci ha trasmesso il numero di CC su cui andranno versati i contributi a favore degli squali e di tutti i pesci dell' Acquario di Cattolica : CC postale N° 39855697 intestato a: Operazione Squalo anch'io Parconavi Spa Cattolica Grazie all' attenzione sollevata dai media nazionali, sulle difficoltà economiche che sta vivendo in queste settimane la società che gestisce l' Acquario di Cattolica al Parco Le Navi, è nata una spontanea cordata di sorprendente solidarietà di tanti italiani che hanno dimostrato grande sensibilità e tangibile disponibilità nei confronti degli Squali e di tutti i pesci. L'Operazione Soccorso "Squalo anch'io" nasce per rispondere alle richieste di moltissimi italiani che in questa situazione di emergenza vogliono contribuire economicamente alle spese per il sostentamento delle 3000 creature marine e dei 13 squali ospiti delle vasche dell' Acquario di Cattolica, inconsapevoli di quanto sta accadendo intorno a loro. Questa iniziativa farà in modo che la solidarietà non si limiti esclusivamente ad un gesto di beneficenza ma si tramuti in una vera e propria amicizia e partecipazione alla vita dell'Acquario di Cattolica. Tutti gli " amici per la pelle" sostenitori dell' Acquario, che vorranno lasciare i nominativi e indirizzi riceveranno una tessera "Squalo Anch'io" che darà loro la possibilità attraverso News a cura dell' Ufficio Stampa, di sentirsi vicini ed aggiornati sulla situazione, sulle nuove nascite sulle iniziative e gli eventi in corso; inoltre su richiesta potranno venire a verificare direttamente a Cattolica l'andamento e la complessità di questa straordinaria struttura. Infolink: www.lenavi.it 

AL VIA UN IMPORTANTE PROGETTO PER LA PROTEZIONE CIVILE 
Milano, 19 febbraio 2003 - Uno smottamento causato da piogge incessanti, si abbatte su una arteria di comunicazione ed interrompe i flussi di traffico, isolando alcune località. Gli addetti della protezione civile fanno immediatamente allertati e chi dirige le operazioni ha necessità di informazioni precise che gli consentano di gestire al meglio le operazioni necessarie. Ad esempio: quante e quali persone mobilitare? I mezzi per rimuovere lo smottamento sono disponibili e sono in grado di raggiungere la località? Vi è una disponibilità di mezzi (elicotteri, ad esempio) per raggiungere le zone isolate? Per gestire queste problematiche è in fase di realizzazione un progetto che comporterà lo sviluppo di un innovativo sistema informativo geografico in grado di supportare la costituzione ed il mantenimento di Piani di Protezione Civile. Il progetto, promosso da Servitec e realizzato in collaborazione con Globo, società ospite del Polo per l'Innovazione Tecnologica della provincia di Bergamo (Point) prevede la costituzione di un Sistema Informativo Geografico (Gis) basato su un modello organizzativo di tipo collaborativo, che consente di costituire Piani di Protezione Civile sovracomunali, attraverso l'aggregazione delle informazioni relative ai singoli Comuni. È un iniziativa molto importante, sostengono i tecnici, poiché in tale modello è possibile, per esempio, aggregare i dati del Sistema Informativo Territoriale per la Protezione Civile dei singoli Comuni in un sistema informativo della Comunità Montana o di altre entità sovracomunali, che possono così svolgere azione di supplenza alla gestione dell'emergenza per conto dei Comuni più piccoli, che non sono in grado di provvederne autonomamente. Esiste inoltre la possibilità per i singoli piani di operare in modo integrato con i piani dei Comuni circonvicini, accedendo ad essi per la sola consultazione, anche per mezzo di tecnologie Internet. Attraverso questo progetto sarà possibile gestire le informazioni dei Piani di Protezione Civile, mantenendo costantemente aggiornate e monitorate le informazioni relative ai rischi (naturali ed antropici), alle strutture (ricettive, sanitarie, di ricovero e raccolta, smistamento, collegamento), alle infrastrutture (di collegamento e reti idriche), alla disponibilità di risorse tecniche ed umane, ai soggetti coinvolti (enti, aziende, persone fisiche, squadre di intervento), e ai dati generali dei Comuni Gli operatori della Protezione Civile avranno così la possibilità, attraverso un percorso informativo guidato, di individuare e gestire, in modo semplice ed immediato, la tipologia di evento calamitoso e le entità coinvolte, provvedendo alla visualizzazione e alla stampa di tutte le informazioni utili alla gestione dell'emergenza. Un sofisticato sistema di gestione della messaggistica consentirà di comunicare in modo semplice ed efficiente con gli attori coinvolti. Altro aspetto fondamentale sarà che le banche dati potranno essere pubblicate su Internet in modo da permettere anche ai cittadini di accedere a tutte le funzioni di consultazione del piano, sia nella componente geografica che in quella descrittiva. Di fondamentale importanza per il successo dell'iniziativa sarà anche l'adesione al progetto da parte delle principali istituzioni, degli enti locali interessati e del mondo produttivo e sociale. 

ATENEO, POLO DELLE SCIENZE SOCIALI A NOVOLI PRONTI I NUOVI EDIFICI 
Firenze, 19 febbraio 2003 - Prima visita ieri ai nuovi edifici universitari di Novoli, che ospiteranno le tre Facoltà fiorentine di Economia, Giurisprudenza e Scienze politiche. Le strutture relative alle presidenze di facoltà, agli spazi dipartimentali e a parte delle aule sono state, infatti, consegnate la scorsa settimana all'Ateneo dall'Immobiliare Novoli. Entro la fine di aprile saranno consegnati anche i restanti edifici, di cui il più grande - attualmente in via di completamento - sarà sede della biblioteca di scienze sociali. Complessivamente il nuovo insediamento offrirà agli studenti delle tre facoltà - distribuite in sette edifici con una superficie utile lorda di circa 35.000 mq - 63 aule per oltre 5.600 posti, 8 sale di lettura e 9 laboratori informatici. "Gli spazi sono ben organizzati e distribuiti razionalmente - ha sottolineato il rettore Augusto Marinelli, che ha compiuto oggi il sopralluogo, insieme ai presidi della facoltà di Economa Paolo Doccioli, di Giurisprudenza Alfredo Corpaci e di Scienze politiche Sandro Rogari - e ritengo rispondano adeguatamente alle nuove esigenze della didattica, ma anche allo svolgimento delle attività di ricerca". Sono già state bandite, intanto, le gare di appalto per le forniture degli arredi: i primi trasferimenti nelle nuove sedi sono previsti entro l'estate. 

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