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di
VENERDI'
10 OTTOBRE 2003
pagina 1
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LA COSTITUZIONE EUROPEA L’ORA DELLE SCELTA
Milano, 10 ottobre 2003 - All’indomani dell’apertura della Conferenza
intergovernativa, la Rappresentanza a Milano della Commissione europea
segnala un’importante iniziativa organizzata da L’associazione Degli Ex
Parlamentari Della Repubblica, L’associazione Consiglieri Regionali, L’aedee,
L’aicree. Sul tema “La Costituzione Europea L’ora delle scelta”. Il
Convegno Che ha ottenuto il sostegno ed il patrocinio del Consiglio
Regionale della Lombardia. Ed il patrocinio della Rappresentanza a Milano
della Commissione europea e del Parlamento europeo- Ufficio per l’Italia
avrà lugo Venerdì 10 ottobre 2003 Alle ore 9,30 fino alle 14,00 presso la
Sala Auditorium Tensostruttura di Via Restelli a Milano. Nel corso del
convegno si alterneranno le seguenti personalità - Presiede: On.le Maria
Luisa Cassanmagnago Cerretti Presidente dell’Associazione degli Ex
Parlamentari della Repubblica; Coordinano: Dott. Ing. Giancarlo Morandi
Presidente dell’Associazione Consiglieri Regionali; On.le Maria Teresa
Coppo Gavazzi Presidente dell’Aiccre – Lombardia; Prof. Enzo Percesepe
Presidente dell’A.e.d.e.: Lombardia. Apertura del lavori: Saluto
dell’Avv. Attilio Fontana Presidente del Consiglio Regionale della
Lombardia; Relazione dell’ On.le Senatore Giulio Andreotti. Interventi
programmati: On.le Guido Bodrato Deputato Europeo; On.le Marco Formentini
Deputato Europeo; On.le Fiorella Ghilardotti Deputato Europeo; On.le Mario
Mantovani Deputato Europeo; Dott. Francesco Rossolillo Movimento Federalista
Europeo; Prof. Antonio Padoa Schioppa Università degli Studi di Milano;
Prof. Ugo Draetta Università Cattolica di Milano; Prof. Roberto Santaniello
Rappresentanza della Commissione Europea; On.le Guido Podestà Vice
Presidente del Parlamento Europeo. Conclude: Roberto Formigoni Presidente
della Regione Lombardia. Per informazioni: Segreteria organizzativa: Sig.na
Donatella Modica tel. 02 67482669
UN
PROGETTO DELL'UE ANALIZZA IL RAPPORTO FRA IDENTITÀ EUROPEA E NAZIONALE
Bruxelles, 10 ottobre 2003 - La Commissione sta finanziando uno studio
sull'identità europea e nazionale in nove Stati membri dell'Ue attuali e
futuri, nel tentativo di comprendere meglio le relazioni degli europei con i
loro paesi e con l'Ue. Il progetto Euronat (Representations of Europe and
the Nation in Current and Prospective Member States - Rappresentazioni
dell'Europa e delle singole nazioni negli Stati membri attuali e futuri) è
finanziato nell'ambito della sezione "Accrescere il potenziale
umano" del Quinto programma quadro. Il progetto si propone di rivedere
l'attuale comprensione dell'identità europea e nazionale in Europa, di
studiare in che misura le due identità si escludono o si conciliano
reciprocamente, di esaminare il ruolo dei media e delle élite nazionali
nella configurazione di queste identità, nonché di informare le politiche
comunitarie dei media sull'integrazione e sull'allargamento dell'Europa. Il
consorzio Euronat include partner provenienti da Regno Unito, Germania,
Ungheria, Grecia, Polonia, Spagna e Repubblica Ceca, ed i coordinatori del
progetto appartengono all'Istituto universitario europeo di Firenze
(Italia). Lo studio verte in particolare sull'identità europea e nazionale
in ciascuno dei paesi rappresentati nel consorzio, come pure in Austria. La
ricerca, che si articolerà in più fasi, combina una serie di discipline
fra le quali figurano le scienze politiche, la sociologia, la psicologia
sociale, gli studi culturali, la storia e le relazioni internazionali. I
risultati della prima fase dello studio sono stati pubblicati sotto forma di
relazione, e forniscono un supporto storico, geopolitico e teoretico alle
fasi successive del progetto. Il primo paese candidato preso in esame nello
studio è la Repubblica Ceca. Il team di ricerca del Politecnico di Praga
osserva in primo luogo che la visione del paese riguardo agli Stati membri
dell'Ue ha risentito tradizionalmente del rapporto generale fra Est ed
Ovest. Tali opinioni sono mutate dopo la caduta dell'ex blocco sovietico, e
sono state ulteriormente influenzate dalla scissione della Cecoslovacchia,
che ha rinnovato il dibattito sull'identità nazionale ceca. Verso la fine
degli anni '90 il dibattito sull'appartenenza del popolo ceco all'Europa si
è intensificato, secondo quanto si legge nella relazione:
"Dichiarazioni elettorali del tipo 'Back to Europe!' (Rientriamo in
Europa!) lasciavano intendere con chiarezza la fine del passato comunista e
l'inizio di un dibattito specifico sull'adesione all'Europa". Tuttavia,
il dibattito è stato segnato da un certo scetticismo nei confronti
dell'Europa, e "ci si è ispirati all'atteggiamento britannico (thacherismo)
verso l'Ue". Ciò, secondo i ricercatori, ha determinato la situazione
attuale che vede la Repubblica Ceca offrire il minor sostegno pubblico all'Ue
rispetto ai paesi dell'Europa centrale ed orientale. Questo atteggiamento è
acuito dalla riluttanza dei paesi dell'Ue confinanti ad aprire i propri
mercati del lavoro, e determina il sospetto che l'entusiasmo dei paesi
dell'Europa occidentale nei confronti dell'allargamento sia dovuto soltanto
a motivi di interesse personale. "La relazione della Gran Bretagna con
l'Ue si può descrivere adeguatamente con il termine di 'semicoinvolgimento',
che non implica una chiara ostilità, ma un sentimento di indifferenza ed
ignoranza tuttora diffuso", secondo un team della London School of
Economics. Tuttavia, una volta che i cittadini britannici avranno acquisito
una maggiore consapevolezza del ruolo più incisivo svolto dall'Ue nelle
loro vite quotidiane, la percezione pubblica dell'Europa dovrebbe divenire
più chiara negli anni a venire. Il professor Willfried Spohn dell'Università
europea di Viadrina di Francoforte sull'Oder, ritiene che la percezione
nazionale della Germania non soltanto è suddivisa a livello interno fra
identità tedesca dell'Est e dell'Ovest, ma presenta altresì una
connotazione diversa a livello esterno, in termini di percezione
dell'Europa. La sua analisi conclude che l'identità nazionale della
Germania dell'Ovest presenta una connotazione maggiormente europea rispetto
alla Germania dell'Est, mentre il sostegno all'allargamento dell'Ue è
lievemente superiore nell'ex Germania dell'Est. Il professor Spohn ipotizza
che questa differenza sia espressione del più alto valore che i tedeschi
dell'Est attribuiscono ad un ordine di pace con l'Europa orientale, a
differenza dei numerosi tedeschi dell'Ovest che invece manifestano timore
per le implicazioni dell'allargamento. Dopo che hanno gettato le basi
storiche e geopolitiche del progetto grazie alla realizzazione di questo
studio, i vari team intendono ora analizzare l'impatto dei dibattiti
all'interno dei media, delle élite politiche e sociali, e della società in
senso lato, sulla definizione delle rappresentazioni delle singole nazioni,
dell'Europa e dell'Ue nella mente dei cittadini. Come chiarito da Aris
Apollonatos della Commissione europea, nella prefazione alla relazione:
"Aumentando la comprensione del bagaglio sociopolitico che portiamo con
noi, avremo una percezione più profonda del profilo e della psiche dei
passeggeri che hanno scelto l'Unione europea come destinazione finale".
Per ulteriori informazioni consultare il seguente sito Internet: http://www.Iue.it/rscas/research/euronat/index.shtml
LA
COMMISSIONE EUROPEA DICHIARA CHE UNA MANODOPERA QUALIFICATA E CAPACE DI
ADATTARSI AI CAMBIAMENTI RAPPRESENTA L'ELEMENTO CHIAVE DELLO SVILUPPO FUTURO
DELL'OCCUPAZIONE E DELLA PRODUTTIVITÀ
Bruxelles, 10 ottobre 2003 - Una manodopera qualificata, capace di
adattarsi, con accesso alla formazione, allo sviluppo della carriera, alla
mobilità, a un'organizzazione flessibile del lavoro e dotata di un senso di
sicurezza dell'occupazione rappresenta l'elemento chiave per incrementare la
produttività in Europa, favorire la creazione di posti di lavoro e
l'aumento dei tassi di occupazione. È questa la conclusione della relazione
della Commissione sull'occupazione in Europa nel 2003. I mutamenti del
mercato del lavoro europeo dalla fine degli anni '90 - incremento della
partecipazione delle donne e dei giovani, livelli di istruzione più elevati
e maggior ricorso a metodi di lavoro flessibili, di più ampia portata - ne
hanno sviluppato maggiormente l'elasticità al momento della crisi economica
rispetto a quanto si era verificato nell'ultima recessione all'inizio degli
anni '80. Politiche attive del mercato del lavoro quali un sistema di
assicurazione-disoccupazione e un investimento nel capitale umano, possono
aiutare a compensare la crescente instabilità dell'occupazione e favorire
ulteriormente la flessibilità del mercato del lavoro. Anna Diamantopoulou,
Commissario responsabile dell'Occupazione e degli Affari sociali, ha
dichiarato che: "I risultati della relazione costituiscono un utile
incitamento per i lavori attualmente in corso a livello europeo, al fine di
stimolare l'occupazione. Essi dimostrano che, anche nel difficile contesto
economico attuale, la nostra strategia europea per l'occupazione e la
strategia di Lisbona per rendere l'Europa l'economia mondiale più dinamica
e competitiva vanno nella direzione giusta". Ovviamente rimangono delle
differenze fra Stati membri: nel 2002 la crescita dell'occupazione va dal
3,2% del Lussemburgo al 0,7% della Danimarca, sebbene la media per l'Unione
Europea sia appena positiva, con un tasso dello 0,4%. Nel corso degli ultimi
anni la disoccupazione è diminuita nella maggior parte dei paesi in via di
adesione, fatta eccezione in particolare per la Polonia, in cui il tasso è
aumentato fino a raggiungere quasi il 20%. L'attenzione particolare per lo
sviluppo delle competenze e la flessibilità dell'occupazione riguarda anche
altri settori esaminati nella relazione: I modelli occupazionali dei
lavoratori più giovani e di quelli più anziani sono simili, il che
dimostra che i lavoratori più anziani non possono essere considerati dei
sostituti, ma hanno piuttosto un ruolo complementare nel mercato del lavoro.
Il tasso di occupazione per i lavoratori più anziani molto qualificati
(61%) è quasi il doppio di quello dei lavoratori meno qualificati (31%).
Inoltre i lavoratori meno qualificati abbandonano la vita attiva prima (a
58,7 anni, rispetto a 62,3 anni). L'aumento del tasso di occupazione dei
lavoratori più anziani nel corso degli ultimi anni è connesso ad una
maggiore incidenza del lavoro parziale. I lavoratori più anziani hanno
bisogno di una formazione molto meno importante dei lavoratori più giovani.
Nel 2002 in Europa si è registrata una crescita della produttività più
elevata di quella degli Stati Uniti nelle industrie produttrici di
tecnologia dell'informazione e della comunicazione (Tic), mentre il tasso di
crescita della produttività è risultato inferiore nelle industrie
utilizzatrici di Tic. Rispetto ai cittadini dell'Ue, il tasso di occupazione
dei lavoratori che non sono cittadini dell'Ue è inferiore di circa 14 punti
di percentuale, mentre la loro occupazione è orientata verso settori a
basso reddito e con scarse qualifiche. Tuttavia si osserva una tendenza al
cambiamento dal momento che di recente gli immigrati tendono ad essere più
qualificati. L'elevata percentuale di abbandono scolastico precoce (35,1%
rispetto alla media europea del 16,7%) desta anch'essa preoccupazione -
impedisce l'adattamento ai cambiamenti strutturali e l'integrazione nella
società europea. Nei mercati del lavoro europeo si riscontra tutta una
serie di condizioni di flessibilità dell'organizzazione del lavoro. Il 18%
dei lavoratori europei lavora part-time, il 13% occupa posti temporanei, fra
cui oltre la metà non volontariamente e oltre un terzo con un contratto
della durata massima di 6 mesi. Il 15% dei lavoratori europei fa
regolarmente ore straordinarie, di cui oltre la metà non retribuite. Un
quarto di tutti i lavoratori, in particolare coloro che sono occupati nei
servizi e nelle vendite, lavoratori manuali qualificati e lavoratori non
qualificati, lavora regolarmente al di fuori dell'orario fisso. Infine, l'8%
dei lavoratori a pieno tempo nell'Unione Europea - oltre il 20% nel Regno
Unito - di solito lavora più di 48 ore alla settimana. Il tasso di
occupazione femminile ha raggiunto il 55,6% nel 2002, mentre quello dei
lavoratori di sesso maschile ha registrato una leggera diminuzione. Nei
mercati del lavoro dell'Unione europea persistono differenze nella
retribuzione a seconda dei sessi, circostanza che non può essere
giustificata da differenze nella produttività. La relazione
sull'occupazione in Europa, che viene pubblicata ogni anno, presenta un
panorama dell'evoluzione recente dei mercati del lavoro europei. Questa è
la 15a edizione della relazione e la prima in cui sono quasi interamente
integrati nell'analisi i paesi in via di adesione e i paesi candidati. Come
nelle edizioni precedenti, vi è un allegato statistico dettagliato con gli
indicatori chiave dell'occupazione, gli indicatori macroeconomici e le
proiezioni a breve termine. Il testo completo della relazione, con
l'allegato statistico, è disponibile alla voce "Documenti chiave"
sul sito web della Direzione Generale Occupazione e Affari sociali: http://europa.Eu.int/comm/dgs/employment_social/key_en.htm
ABAXBANK E ACCENTURE INSIEME PER
OFFRIRE ON LINE SERVIZI FINANZIARI INNOVATIVI. AL VIA WINANCE, IL PORTALE
B2B PER LA FINANZA PERSONALE.
Milano, 10 ottobre 2003 - Abaxbank e Accenture - leader rispettivamente
nell'ingegneria finanziaria e nell'innovazione tecnologica - hanno
realizzato un'importante progetto co-branded per produrre e offrire on line
servizi finanziari avanzati. Per la sua implementazione Abaxbank ha
effettuato investimenti per circa 23 milioni di euro. Ii risultato di questa
collaborazione è Winance, il portale 13213 di finanza personale che coniuga
innovazione tecnologica e finanziaria. Con Winance investitori
istituzionali, intermediari finanziari e reti distributive potranno avere
accesso diretto alla "fabbrica prodotto" di Abaxbank e offrire
alla propria clientela privata una vasta gamma di prodotti e servizi di
qualità. L'ingegneria finanziaria e il know how di Abaxbank, leader di
mercato nel segmento dei prodotti d'investimento destinati al retail, da
oggi potranno essere utilizzati attraverso uno strumento unico e
tecnologicamente avanzato. `Winance ci consentirà" - ha commentato
Fabio Arpe, Amministratore Delegato di Abaxbank - "di consolidare ed
espandere la nostra leadership nel segmento dei prodotti finanziari
destinati alla clientela retail. Vogliamo offrire una "fabbrica
prodotto" a tutte quelle reti distributive, banche commerciali e
intermediari finanziari che non ne hanno una a disposizione, e Winance
rappresenta la chiave di accesso. Per realizzare questo importante progetto
ci siamo affidati ad un partner di eccezione come Accenture, leader
nell'innovazione tecnologica". "Oggi più che mai, per avere
successo, anche le banche d'investimento devono individuare strumenti
innovativi che consentano loro di ampliare il numero di clienti che possono
usufruire dei servizi finanziari ad alto valore aggiunto" - ha
dichiarato Roberto Romanin Jacur, Partner Accenture responsabile dell'area
Financial Services". - "Abbiamo collaborato con Abaxbank al
disegno ed alla realizzazione di uno strumento finanziarie all'avanguardia,
'rnéttendo a disposizione le nostre competenze strategiche e tecnologiche.
Grazie alla nostra esperienza nel campo dell'outsourcing siamo inoltre in
grado di dare un significativo supporto anche nella gestione delle
Operations". Winance è il primo portale che presenta un'offerta
integrata di 3 prodotti/servizi: Sistema Scambi Organizzati (Mercato
Secondario di obbligazioni e derivati cartolarizzati), Capital Market
(Mercato Primario di obbligazioni e derivati cartolarizzati) e Risparmio
Gestito (distribuzione e collocamento di gestioni patrimoniali). Tutti i
servizi sono supportati in tempo reale dalle informazioni e dalle analisi
fornite dalla sala operativa di Abaxbank, e da una serie di "financial
tool" costruiti ad hoc, che consentono agli intermediari distributori
di esaminare lo status passato, attuale e futuro della loro clientela
privata e di supportarla nelle scelte che precedono e seguono le sue
decisioni di investimento. In particolare, il Sistema Scambi Organizzati di
Winance permette di negoziare oltre 700 titoli obbligazionari e derivati
cartolarizzati con un'ampia varietà di offerta (Corporate ed Emergine
Market Bond, Emerging Market Bond e Asset-backed Securities quotati da
Abaxbank in qualità di market maker), assicura agli intermediari finanziari
la liquidità dei depositi amministrati e prevede la possibilità di poter
essere integrato con i sistemi titoli aziendali, al fine di garantire la
costruzione di "panieri on line" differenti per singole filiali.
La sezione Capital Market, consente agli intermediari distributori di
partecipare al collocamento sul mercato primario obbligazionario, e offre
anche la possibilità di avere a disposizione un'ampia informativa di
prodotto che comprende prospetti informativi, anagrafica titoli, schede di
adesione, brochure esplicative e schede prodotto. Per il risparmio gestito -
segmento in cui la Retail Division di Abaxbank, leader nelle gestioni
patrimoniali di tipo quantitativo, si posiziona come asset manager
indipendente nella creazione di soluzioni innovative - Winance offre
l'opportunità di accedere ad una piattaforma dedicata alla distribuzione e
al collocamento di Gestioni Patrimoniali costruite ad hoc, con l'automazione
dei processi di collocamento via web per la gestione di contrattualistica,
modalità di raccolta, delle sottoscrizioni, rendicontazione ecc. L'offerta
è completata, su richiesta, da servizi di system integration e servizi di
outsourcing dell'area finanza integrati al portale. Accenture infatti, offre
la possibilità di fruire di una serie di servizi di system integration
collegati a Winance, tra cui gestione dati, integrazione sistemi (tra
Winance ed i sistemi azienda interni in termini di position keeping, risk
management, procedure di post trading) e outsourcing nell'area finanza delle
funzioni di Operations (application management, facility e service
management). Ciò consente di facilitare il dialogo tra Abaxbank e
l'intermediario distributore sia pre che post trading e di rendere possibile
l'eventuale connessione dello stesso con i sistemi informativi
dell'intermediario.
A
MILANO IN NOVEMBRE IL SESTO CONVEGNO GALGANO "IMPRESA &
AMBIENTE" LA RESPONSABILITA' SOCIALE DELLE IMPRESE: AMBIENTE, ECONOMIA,
ETICA L'ITALIA È PRIMA NELLA CLASSIFICA MONDIALE DELLE AZIENDE CERTIFICATE
SA 8000
Milano,
10 ottobre 2003 - La "Responsabilità sociale delle imprese" è il
tema emergente attorno a cui ruota quest'anno il sesto convegno Galgano su
"Impresa & Ambiente". L'evento si svolgerà a Milano, martedì
11 novembre, organizzato in concomitanza alle manifestazioni per celebrare
la Quindicesima Giornata Mondiale della Qualità nell'ambito della nona
Settimana Europea. La Campagna Nazionale Galgano "Noi ci siamo" ha
ottenuto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e il Patrocinio
della Presidenza del Consiglio, del Dipartimento della Funzione Pubblica e
dei Ministeri: Affari Esteri - Ambiente e Tutela del Territorio - Attività
Produttive - Comunicazioni - Giustizia - Infrastrutture e Trasporti -
Interno - Lavoro e Politiche Sociali - Politiche Agricole e Forestali. Il
titolo del convegno Galgano, sponsorizzato da Assolombarda, Excelsior Hotel
Gallia, Italcementi, Naturasì, Nestlé Italiana, Pirelli & C. Real
Estate, Siemens e Wind Telecomunicazioni è "Responsabilità sociale
delle imprese: ambiente, economia, etica". È stato invitato ad
intervenire Roberto Maroni - ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Il dibattito conviviale sarà moderato da Emilio Di Cristofaro,
vicepresidente Gruppo Galgano. Dopo l'introduzione di Alberto Galgano,
presidente del Gruppo omonimo, si parlerà di rapporto tra etica ed
economia, istanze sociali, sviluppo economico e agricoltura sostenibile con
Fabio Alessandro Filè - vicepresidente Assolombarda, Roberto Brambilla -
referente italiano del gruppo di lavoro telematico sull'improta ecologica e
social di Rete Lilliput (rete di associazioni, gruppi e cittadini impegnati
nella salvaguardia della vita, della dignità umana, della salute e
dell'ambiente), Gianluigi Brena - docente di antropologia filosofica
all'Istituto Aloisianum di Padova, Franco Ferrarini - presidente Banca
Agrileasing, Giampaolo Oliviero - titolare azienda agricola San Basilio (Ro),
Paolo Tanturri - responsabile ufficio Cm&q di Anm Napoli, Assunta
Putignano - assessore all'Ambiente del Comune di Mantova, Antonio Scipioni -
professore Università di Padova, Giorgio Schiffer - amministratore delegato
Brescia Mobilità. L'intero incontro sarà dedicato a mettere in luce e
discutere il fenomeno della Rsi per offrire risposte anche ai consumatori,
che sono sempre più attenti non solo alla qualità, ma anche al contenuto
etico e all'impatto ambientale dei prodotti e dei servizi forniti dalle
aziende. Per informazioni e per confermare la partecipazione: relazioni
esterne Galgano, tel. 02.39.605.295, e-mail relazioni.Esterne@galganogroup.it
LA
COMMISSIONE FEDERALE PER LE COMUNICAZIONI DEGLI STATI UNITI ACCONSENTE DI
TRASFERIRE IL CONTROLLO DI GLOBAL CROSSING A ST TELEMEDIA.
Florham Park, Nj e Singapore, 10 ottobre 2003 – Global Crossing e
Singapore Technologies Telemedia (St Telemedia) hanno reso noto che la
Commissione Federale per le Comunicazioni degli Stati Uniti (Fcc) ha dato il
suo consenso per trasferire il controllo di Global Crossing a St Telemedia.
In seguito a ciò, si prevede che la nuova Global Crossing possa uscire, in
breve tempo, dall’amministrazione controllata. “Siamo soddisfatti di
aver ottenuto l’approvazione della Fcc,” ha dichiarato Lee Theng Kiat,
president e chief executive officer di St Telemedia. “Ora, forti di questo
progresso, speriamo di poter ampliare e rafforzare il business di Global
Crossing negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Uscendo
dall’amministrazione controllata, Global Crossing si troverà ben
posizionata per continuare a integrare e a realizzare i suoi servizi in
tutto il mondo, oltre che per ampliare le sue relazioni con i clienti, sia
esistenti, sia nuovi.” “L’approvazione odierna della Fcc è il
traguardo più importante, l’ultimo requisito necessario per uscire dal
Capitolo 11,” ha commentato John Legere, chief executive officer di Global
Crossing. “Dopo 20 mesi di ristrutturazione, Global Crossing è pronta a
lasciarsi alle spalle l’amministrazione controllata con una rete basata su
Internet Protocol unica al mondo, una gamma sempre maggiore di prodotti e
servizi e una solida base di circa 75 mila clienti.” L’approvazione
della Fcc costituiva l’autorizzazione finale che occorreva all’accordo
tra St Telemedia e Global Crossing per procedere. Grazie all’investimento
di St Telemedia, l’ormai riorganizzata Global Crossing continuerà a
fornire negli Stati Uniti e nel resto del mondo servizi voce e dati
superiori, una rete a banda larga e servizi di comunicazione a valore
aggiunto, rafforzando le relazioni con i clienti esistenti e costruendone di
nuove. St Telemedia sta investendo 250 milioni di dollari per detenere il
61,5% di Global Crossing. I creditori di Global Crossing riceveranno il
38,5% di partecipazioni azionarie. “Consideriamo St Telemedia un
investitore solido e con una forte esperienza nel settore delle
telecomunicazioni, in grado di apprezzare il lavoro svolto dal personale e
dal management team di Global Crossing,” ha continuato Legere.
“Speriamo, uscendo dal Capitolo 11, di poter capitalizzare sul
posizionamento di Global Crossing come uno dei principali fornitori di
servizi globali di telecomunicazione.” Nel corso della sua
ristrutturazione, Global Crossing ha adottato significative misure per
ridurre le spese operative, continuando contemporaneamente ad innovare i
prodotti e i servizi e a migliorare il livello del servizio alla clientela.
Global Crossing ha presentato di recente una piattaforma integrata di
servizi Ip Vpn basata sulla tecnologia Mpls (Multi-protocol Label Switching)
e ha introdotto su scala globale i Managed Services, ha reso disponibile una
suite di servizi di videoconferenza all’avanguardia e ha mantenuto il suo
posizionamento sul mercato come uno dei più importanti innovatori nel
settore della tecnologia Voice over Ip (Voip) – con un piano di
investimenti ottimizzato.
TECNONET SPA IN CRESCITA ANCHE NEL TERZO TRIMESTRE BRILLANTI RISULTATI
NEL 3. TRIMESTRE, E NUOVO UFFICIO OPERATIVO PER IL SUD.
Milano, 10 ottobre 2003 - Tecnonet, azienda italiana che opera nell’ambito
delle reti dati, della fonia e del networking, ha chiuso in crescita il
terzo trimestre dell’esercizio in corso, confermando i brillanti risultati
dei trimestri precedenti quanto a fatturato e contratti acquisiti. La società
ha registrato una crescita del 24% rispetto allo stesso trimestre del 2002 e
del 41% su base annua, confermando di trimestre in trimestre la sua tendenza
positiva. I risultati sono perfettamente in linea con gli obiettivi
dell’azienda, che prevede di raggiungere a fine anno un fatturato di 38
milioni di euro, rispetto ai 30 milioni di euro del 2002. I risultati di
Tecnonet, che oggi ha 125 dipendenti in 9 sedi, confermano l’efficacia
della strategia intrapresa dall’azienda, basata sulla partnership
tecnologica con i clienti e su una sempre più ampia presenza sul
territorio. “La nostra politica commerciale ha come vero obiettivo quello
di fornire una soluzione concreta ai nostri clienti. Questo è il vero
successo della nostra offerta, dove i prodotti e i servizi sono solo
l’inizio di una vera e propria partnership, che porta a condividere nel
tempo con il cliente le scelte di tecnologia.- ha affermato Mauro Sampietro,
Ceo di Tecnonet - I risultati raggiunti anche in questo terzo trimestre, che
comprende la pausa estiva e quindi potrebbero essere agevolmente rapportati
a solo due mesi di lavoro, confermano la correttezza del nostro
approccio.” Per il futuro, la società intende proseguire la politica di
potenziamento ed integrazione della aziende del gruppo, per incrementare
l’efficienza operativa ed essere sempre più vicina ai propri clienti. A
tale scopo è stata appena costituita Tecnonet Sud, che canalizzerà su di sé
tutte le operazioni ed il personale della controllata Telesys Srl, in modo
da completare la fusione societaria, come è avvenuto con la società Telest
ad inizio anno. “Questa operazione ci permetterà di ottimizzare i flussi
di comunicazione e di gestione del Sud Italia – ha osservato Sampietro -
e, soprattutto, ci permette una maggiore capillarità e presenza nel Sud,
una regione che sta tecnologicamente crescendo a ritmo sostenuto. ”
IL CREDITO VALTELLINESE EMETTE UN TITOLO
OBBLIGAZIONARIO SENIOR DI EURO 250 MLN CON BANCA IMI E CABOTO
Milano, 10 ottobre 2003 - Il Credito Valtellinese ha lanciato sull'euromercato
un titolo obbligazionario senior di Euro 250 mln a tasso variabile con
durata 5 anni. Il titolo, emesso al prezzo di 99,817, paga una cedola pari a
25 punti base sopra il tasso Euribor a 3 mesi e rimborsa alla pari a
scadenza. Banca Imi e Caboto hanno agito in qualità di joint-bookrunner nel
collocamento dei titoli, mentre Bancaperta (società del Gruppo Credito
Valtellinese) ha assunto il ruolo di senior co-lead manager. Attualmente il
Gruppo Credito Valtellinese conta un totale attivo di 9.686 milioni di Euro,
dispone di 305 sportelli ed opera in Lombardia, Sicilia, Toscana e Lazio. E'
costituito da sei banche (quattro banche territoriali e due specializzate),
una società concessionaria per la riscossione tributi e tre società di
produzione finalizzate a fornire tutti i servizi di supporto all'attività
bancaria. Il core business è rappresentato dal retail banking tradizionale
nei confronti della clientela Pmi, artigiani e famiglie. Il Gruppo offre una
vasta gamma di prodotti tra cui asset management, private banking, remote
banking, bancassicurazione ed anche servizi tecnici quali information
technology e real estate management.
BANCA POPOLARE DELL'EMILIA ROMAGNA 4%,
2003-2008. RISERVATO IN OPZIONE AGLI AZIONISTI ED OBBLIGAZIONISTI. RISULTATI
DELL'OFFERTA DEI DIRITTI DI OPZIONE NON ESERCITATI
Modena, 10 ottobre 2003: Si comunica che al termine del periodo di offerta
in Borsa dei diritti non esercitati (n.1.166.775. Cod.isin It0003498836),
gli stessi, corrispondenti a complessive n.145.846 obbligazioni
convertibili, sono stati, nella giornata del 29 settembre scorso,
interamente acquistati dal pubblico. Il regolamento delle corrispondenti
obbligazioni è stato effettuato, come stabilito, con valuta 7 ottobre 2003.
Al termine dell'operazione il prestito a margine è stato emesso per
l'importo complessivo di Euro 330.517.984 (come massimo deliberato
dall'Assemblea dei Soci del 17 maggio 2003), ed è rappresentato da
n.10.328.687 obbligazioni convertibili di nominali Euro 32 cadauna.
SNIA:
DEPOSITATA PRESSO CONSOB DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE ALLA PUBBLICAZIONE DEL
PROSPETTO DI QUOTAZIONE E PRESSO BORSA ITALIANA DOMANDA DI AMMISSIONE A
QUOTAZIONE DI SORIN
Milano, 10 ottobre 2003 - Ieri Snia S.p.a. ("Snia") - a seguito
dell'assemblea straordinaria del 26 giugno 2003, che ha approvato il
progetto di scissione parziale proporzionale di Snia mediante costituzione
della società beneficiaria Sorin S.p.a. ("Società Beneficiaria"
o "Sorin"), a favore della quale sarà trasferito il patrimonio
costituito, in via principale, dalle partecipazioni detenute da Snia nel
settore delle tecnologie medicali - ha depositato presso Consob domanda di
autorizzazione alla pubblicazione del prospetto di quotazione e presso Borsa
Italiana S.p.a. Domanda di ammissione alla quotazione delle azioni ordinarie
Sorin sul Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa
Italiana S.p.a.. Interbanca S.p.a. E J.p. Morgan Securities Ltd. Agiranno in
qualità di Sponsor ai sensi del Titolo 2.3 del Regolamento dei Mercati
organizzati e gestiti da Borsa Italiana S.p.a.
GANDALF : DEPOSITATA, PRESSO
BORSA ITALIANA S.P.A. E LA CONSOB LA RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI
Orio al Serio (Bg), 10 ottobre 2003 - Gandalf rende noto che, ieri , è
stata depositata, ai sensi della normativa vigente, presso la sede legale,
la Borsa Italiana S.p.a. E la Consob la relazione degli amministratori ex
art.3 D.m. Giustizia N. 437/1998. Inoltre che, con riferimento alle notizie
apparse su alcuni organi di stampa, nel confermare il mancato pagamento
delle retribuzioni di settembre e del 60% delle retribuzioni di agosto, la
direzione della società ha prontamente concordato, con le segreterie
territoriali Filtcgil, Fit-cisl e Uilt-uil un incontro per il giorno 15
ottobre 2003, al fine di dare seguito alla richiesta inviata dalle
organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori dipendenti in data 7 ottobre
2003, in ottemperanza alle "procedure di raffreddamento"
disciplinate dalla legge 146/90. La direzione aziendale, considerato il
delicato momento che sta attraversando la società e confidando nel senso di
responsabilità e di attaccamento all'azienda fino ad oggi dimostrato dal
personale dipendente, ritiene di addivenire ad una rapida intesa con le
organizzazioni sindacali, evitando in tal modo di dare seguito alla
procedura prevista dalla legge per l'attuazione dello sciopero generale.
Sempre con riguardo ai rapporti con il personale dipendente si segnala che
la società è in attesa di ottenere dall'Inps l'accettazione della proposta
di rateizzazione in 36 mesi dei contributi arretrati a carico azienda,
mentre ha sempre provveduto al versamento di quelli a carico dei dipendenti.
ASSOGAS:
IL DECRETONE COLLEGATO ALLA FINANZIARIA SANCISCE IL RITORNO AL MONOPOLIO
PUBBLICO
Milano,
10 ottobre 2003 – Assogas, l’Associazione Nazionale Industriali Privati
Gas e Servizi Collaterali aderente a Confindustria, intende tutelare gli
interessi dei propri associati mettendo in evidenza i rischi derivanti dal
quadro normativo in itinere a regolamentazione del settore energetico e dei
servizi pubblici locali. Assogas - oggi presieduta da Giandomenico Fabiani
(Consigliere Delegato del Gruppo Italcogim) affiancato dai due Direttori
Generali Gianfranco Bedussi e Sergio Sala - promuove e tutela gli interessi
di 90 aziende del comparto, per 2,5 miliardi di m³ di gas erogato su tutto
il territorio nazionale con 1.600.000 clienti serviti in 900 comuni. Assogas
chiede pari opportunità tra gli operatori pubblici e privati,
contrariamente a quanto espresso nell’art 14 del “maxi decreto”
collegato alla Finanziaria (che riprende i punti del ddl Marzano), pensato
nello spirito della libera concorrenza, ma che di fatto si traduce in un
ritorno al monopolio pubblico. In particolare la possibilità che viene data
ai comuni di riscattare anticipatamente le concessioni, e di riassegnarle
senza bando di gara pone di fatto una pregiudiziale grave nei confronti
degli operatori privati. “In questo modo si limita la concorrenza -
affermano in Assogas - e non si creano le condizioni per un graduale
adeguamento ai mutati scenari di mercato da parte degli operatori, a
discapito del mercato nel suo insieme e degli interessi dei cittadini”.
Assogas sostiene il principio dell’inapplicabilità del "riscatto
anticipato", in ottemperanza al regime transitorio previsto dal decreto
Letta. “Di fatto con il disegno di legge si scavalcano quelle che sono le
attuali indicazioni di periodo transitorio necessario per uno sviluppo
armonico di un autentico regime di liberalizzazione del mercato – afferma
il Presidente Fabiani”. L’azione promossa da Assogas per arginare questo
stato di cose non si limita all’esternazione di posizioni ufficiali, ma si
è concretizzata anche in una serie di ricorsi fatti (e nell’80% dei casi
vinti) relativi a bandi di gara per l’aggiudicazione del servizio di
distribuzione gas, che manifestano evidente diseconomicità e barriere
all’accesso.
IN FORTE AUMENTO NEL 2003 (+33%) IL
COSTO DELLE POLIZZE DI RESPONSABILITA’ CIVILE PER LE AZIENDE ITALIANE
Roma, 10 ottobre 2003 - Un recente sondaggio di Marsh, leader mondiale nei
servizi assicurativi, riassicurativi e di risk management, evidenzia che le
società europee hanno acquistato nel 2003, rispetto al 2002, limiti di
copertura assicurativa più bassi per la responsabilità civile generale e
prodotto. Motivo: la sensibile crescita dei prezzi e la sua incidenza sul
conto economico. Nel contempo, negli Stati Uniti le pronunce
giurisprudenziali indicano indennizzi in aumento dovuti all’incremento dei
costi della sanità, ai mutamenti legislativi e al persistere di un contesto
di alta litigiosità e, in Europa, molti Paesi sembrano imboccare questa
strada. Questo comporta, per molti settori di attività, l’intensificarsi
del divario tra il livello di possibile esposizione ai rischi da
responsabilità e il livello di protezione adottato. In Italia, il costo
medio per massimali di 1 milione di euro è aumentato, tra il 2002 e il
2003, del 33%, secondo quanto indicato dalle 212 aziende che hanno
contribuito al rapporto Limits of Liability Europe 2003. Detto costo si
attesta su 18.008 euro, superiore di circa un quinto rispetto alla media
europea. Tuttavia, il costo oscilla ampiamente a seconda del settore di
attività considerato e della dimensione dell’azienda e quello,
eccezionalmente alto, pagato dalla Pubblica Amministrazione e dai settori
Servizi personali e commerciali, Alberghi, Divertimento, è tale da alterare
l’intero quadro (cfr. Tabella). Per queste categorie i premi sono
particolarmente elevati a causa dei bassi massimali che vengono in generale
acquistati e per l’elevata frequenza media di sinistri di modesta entità
che si verificano.
Settori Industriali in Italia
|
Limiti Medi (€M)
|
Prezzo Medio per €1M
|
Costo Medio per €1.000 di
fatturato
|
Chimico-farmaceutico
|
33
|
7.768
|
0,99
|
Finanza – Banche,
Assicurazioni, Immobiliare, altro
|
18
|
7.441
|
0,52
|
Pubblica Amministrazione
|
7
|
111.483
|
3,93
|
Hi-tech, Comunicazioni e Media
|
16
|
5.080
|
0,13
|
Servizi personali e
commerciali, Alberghi, Divertimento
|
5
|
143.672
|
4,06
|
Energia, Nucleare, Servizi
pubblici, Edilizia, Industria mineraria
|
102
|
12.063
|
0,26
|
Vendita al dettaglio e al
consumo
|
12
|
9.159
|
0,17
|
Gomma, Plastica, Macchinari e
Apparecchiature elettroniche
|
13
|
18.051
|
0,70
|
Trasporti
|
74
|
2.996
|
1,07
|
Totale
|
23
|
18.008
|
0,52
|
questi, in sintesi, alcuni dei risultati di uno studio
condotto da Marsh circa gli atteggiamenti di acquisto di oltre 1.000 aziende
europee nel 2002 e nei primissimi mesi del 2003. Il rapporto evidenzia che
le società monitorate hanno mediamente acquistato massimali di
responsabilità civile inferiori dell’11% e che il costo è aumentato da
8.339 a 15.196 euro per milione di euro di copertura, con un incremento
dell’82%. In Europa, le piccole e medie aziende pagano un costo più alto
per l’assicurazione di responsabilità civile in relazione al loro
fatturato, sebbene i costi si riducano ovviamente man mano che l’importo
della copertura aumenta. Ad esempio, in termini di fatturato, le aziende
scandinave hanno avuto costi più bassi, pagando 0,41 euro per ogni 1.000
euro di fatturato, mentre le aziende dell’Europa centrale e occidentale
(compresi Germania, Francia e Paesi Bassi) hanno sostenuto costi più alti,
pagando 0,55 euro per ogni 1.000 euro di fatturato. Questo riflette, per le
aziende di questi Paesi, la tendenza ad acquistare coperture più ampie.
L’intera ricerca Limits of Liability 2003 - che quest’anno è giunta
alla sua 12^ edizione - ha interessato un campione globale di oltre 4.300
aziende ubicate in 26 Paesi di quattro continenti. Dai dati del rapporto
emerge che le aziende europee interpellate pagano, per ogni 1.000 euro di
fatturato, circa il 20% in più rispetto alla media globale e che le società
statunitensi acquistano, in media, il 71% in più di massimale rispetto alle
aziende europee: questo è dovuto al persistere di una elevata litigiosità,
ma anche a costi assicurativi più bassi per ogni 1.000 euro di fatturato e
ad una maggiore attenzione al rischio e all’imprevisto dovuta a una sempre
più alta frequenza di perdite consistenti o catastrofiche. “L’attuale
stretto rapporto tra il contesto giuridico e il settore assicurativo nei
Paesi Europei pone interessanti sfide a quelle società che vogliano gestire
o trasferire i loro rischi” - ha commentato Vincenzo Albini, managing
director di Marsh Inc. E direttore del segmento Corporate Client Practice di
Marsh S.p.a. - “I premi assicurativi e il contenzioso, nella maggior parte
dei Paesi europei, sono in forte aumento e l’incidenza sul conto economico
avvertita da molte società potrebbe indurne alcune a ridurre i propri
limiti di copertura assicurativa”. Come già osservato, i limiti di
copertura assicurativa in Europa variano sensibilmente in relazione alle
aree geografiche, al settore di attività e alle dimensioni dell’azienda e
si differenziano oltremodo se comparati a quelli dei Paesi extraeuropei.
Tuttavia, quello che accomuna Europa e Stati Uniti, sia in termini di
risarcimenti sia di premi, è l’aumento indiscusso del costo per il
rischio Rc. Ad esempio, negli Stati Uniti i costi per le azioni legali
intraprese per morte accidentale sono quasi triplicati tra il 1994 e il 2001
e continuano ad aumentare. “E’ importante considerare questa tendenza
nel momento in cui si stabiliscono i massimali”- afferma Vincenzo Albini -
“In genere trascorrono almeno cinque anni prima che si concluda una causa
giudiziaria di un certo peso. Questo significa che risarcimenti futuri
soggetti ad inflazione potrebbero risultare superiori ai massimali di
copertura acquistati oggi”. Copie del report Limits of Liability Europe
2003, oltre ad essere disponibili presso gli uffici Marsh, possono essere
richieste via e-mail all’indirizzo: infomarsh.Italy@marsh.com
LA
RIVINCITA DEL RAGAZZO DELLA VIA GLUCK SALE LA CITTÀ “VERDE” PIACE LA
CASA NELLA MILANO DEI DIVERTIMENTI
Milano, 10 ottobre 2003 - Il “ragazzo della via Gluck”, intristito per
la mancanza del verde, aveva comunque ragione come immobiliarista: primo
perché nella zona di via Gluck i prezzi delle case sono cresciuti della metà
rispetto alla media di Milano (su base annua +3,8% rispetto al 7,5%),
secondo perché la città del verde è quella salita di più, a partire da
Trenno – e il suo parco – con un + 21,4% in un anno, e in media con
+7,9%. Comunque, le ottime performance del 2002 e del 2003, fra tre anni
sembreranno lontane. Si prospetta una crescita al rallentatore per il
mercato immobiliare milanese. I prezzi delle abitazioni nuove cresceranno
ancora nel 2003 (+7,47% nel Centro Storico, +7,14% ai Bastioni, +6,93% in
Circonvallazione e +5,98% in Periferia), per poi subire una brusca frenata
nel 2005 (–2,2% nel Centro Storico, e solo +0,15% ai Bastioni, +0,44% in
Circonvallazione e +1,07% in Periferia) e nel 2006 (–1,54% nel Centro
Storico, +0,7% ai Bastioni, +0,8% in Circonvallazione e +1,3% in Periferia).
Segnali presenti anche nei primi sei mesi del 2003: il boom della casa
continua, ma con meno enfasi. I prezzi degli immobili sono ancora più alti
del 3,2% da gennaio di quest’anno (+7,5% in un anno). Ma rallentano
rispetto al +4% dello scorso semestre. Con affitti abbastanza stabili
rispetto al passato e compravendite in tenuta, ma senza aumenti. Insomma in
una situazione che tende alla stabilità. La casa non è più il bene
rifugio per eccellenza: se infatti in sei mesi l’indice Mib finanziario
immobiliare è salito del 18,76%, il rendimento degli immobili tocca solo il
+3,4%. Ma c’è una Milano immobiliare che cresce di più: le periferie
(+18,1% a Mercalli), ma anche il centro (via Solferino +17,2%, via della
Spiga +16,9%), la Milano dei divertimenti (+4,1%; +9,7%) e, come ricordato,
del verde (+4,1%; +7,9%). Rallentano i prezzi nelle zone a più alta densità
di extra-comunitari (+4% annuo, ma solo +2,7% in sei mesi). Sono questi
alcuni dei dati che emergono da una rielaborazione dell’Osservatorio
Permanente sul Mercato Immobiliare della Camera di Commercio sui dati Fimaa
Milano– Osmi, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per il
consuntivo dei primi sei mesi 2003 e dal “Rapporto settembre 2003”, con
le previsioni per il triennio 2003-2006, realizzato dall’Osservatorio
Permanente sul Mercato Immobiliare della Camera di Commercio di Milano in
collaborazione con il Certet- Università Bocconi. Domani un convegno. Se ne
parlerà domani al convegno “Dove va Milano? Andamento del mercato
immobiliare: momento di svolta o conferma del trend?” in Camera di
Commercio, via Meravigli 9/b, (Mm Cordusio) dalle 9,30 alle 12,15.
Parteciperanno: Antonio Pastore, presidente di Osmi-borsa Immobiliare,
azienda speciale della Camera di commercio di Milano; Giorgio Viganò,
presidente Osservatorio Permanente sul mercato immobiliare, Camera di
Commercio di Milano; Lanfranco Senn, direttore Certet Università Bocconi;
Gianni Verga, assessore al territorio, Comune di Milano; Mauro Danielli,
presidente Fimaa Milano e vicepresidente Osmi-borsa Immobiliare, azienda
speciale della Camera di Commercio di Milano, Marco Di Tolle, assessore al
Territorio, Provincia di Milano; Claudio Lossa, presidente della Commissione
Prezzi Osmi-borsa Immobiliare. Seguirà un dibattito tra il mondo
imprenditoriale e immobiliare milanese e le istituzioni. “Il convegno di
domani – ha dichiarato Giorgio Viganò, presidente Osservatorio Permanente
sul mercato immobiliare, Camera di Commercio di Milano – rappresenta il
primo evento di un appuntamento periodico, almeno annuale, che riunirà
imprenditori, operatori e istituzioni. Un’occasione di valutare il
consuntivo e la situazione del mercato immobiliare, ma anche di elaborare
proposte e azioni comuni anche alla luce delle previsioni e degli scenari
futuri che l’Osservatorio elabora periodicamente”. "In una fase di
transizione per l’economia a livello internazionale - ha commentato
Antonio Pastore, presidente di Osmi -Borsa Immobiliare, azienda speciale
della Camera di Commercio di Milano - il mercato immobiliare ha retto. Anzi,
ha continuato nel suo trend positivo, segno evidente che la casa rimane il
bene rifugio per eccellenza dei milanesi. La nostra ricerca ogni sei mesi
parla di Milano nel senso più ampio del termine, suggerendoci come cambia
la città, e con essa i gusti e le aspettative dei suoi cittadini e delle
sue imprese. A questo proposito, un aspetto emerge forse in modo più
eclatante di altri: l’aumento dei prezzi è generalizzato. In secondo
luogo, cresce la Milano di qualità quella dedicata all’ambiente e al
divertimento, ancora una volta la qualità della vita offre possibilità di
sviluppo economico ”. “Il mercato del 2003 – ha dichiarato Mauro
Danielli, vicepresidente di Osmi – Borsa immobiliare, azienda speciale
della Camera di Commercio di Milano e presidente Fimaa Milano - in provincia
si conferma ancora attivo e vivace: i prezzi del nuovo o ristrutturato sono
ancora in crescita (+5,6% su base annua) e crescono in misura più
consistente i prezzi del vecchio. Tengono le compravendite, che si assestano
intorno alle 32.000 anche nell’ultimo semestre”. Il Mercato Immobiliare
Nei Primi Sei Mesi Del 2003 I prezzi delle case, zona per zona: In crescita
i prezzi delle case nel semestre dicembre 2002/giugno 2003: + 3,2%. Su base
annua la crescita è stata +7,5%. Sempre prima nella crescita dei prezzi
semestrali delle case la Zona Nord (Quarto Oggiaro, Solferino, Lagosta,
Carbonari, etc.): cresce del 4,4%, registra però un incremento del 7%
nell’arco di un anno. Segue la zona est (Tribunale, Indipendenza, porta
Venezia, etc.) dove la percentuale di aumento è stata del 4% (+6,5% annuo).
Poi la zona ovest (Castello, Monterosa, Tripoli, Sempione, etc.), in cui la
crescita è stata del 3,6% (8,2% annuo). Tiene ancora la Zona Centro (+2,3%,
+7,8% su base annua ). Infine la Zona Sud (Navigli, Porta Genova, viale
Bligny, etc.) + 1,5% nel semestre, +7,9 in un anno. Chi cresce di più…e
chi meno Nell’ultimo semestre crescono di più via Trenno (+14,6%), via
Solferino (+11,5%) Nel centro cresce di più via della Spiga (+5,9%) e via
Brera (+2,4%). Si distinguono però, nella zona ovest, Trenno (+14,6%),
Accursio e Caprilli (8,3%). A sud Mercalli con + 7,7%, Lodovico il Moro
(4,2%). Cresce a Nord Solferino (+11,50) e Niguarda (+8,3%). A est Teodosio
(+6,7%) e Libia (+5,2%). Su base annua però Trenno (+21,4%) della zona
Ovest e Mercalli (+18,1) in zona sud registrano l’incremento più forte in
assoluto. Seguito nella zona Nord da Solferino con +17,2%, e, in centro, via
della Spiga (+16,9%). Nella Zona est cresce Teodosio con un +7,9%. Battute
d’arresto nel semestre a Fulvio Testi in zona nord (-3,7%). Stagnante in
centro Missori (0%), in zona ovest Parco Castello, Leopardi, San Vittore
(0%). A Sud stabili Corvetto, Navigli, Vigentino, Solari, Gratosoglio,
Cermenate, Frattini, Conca del Naviglio (+0%). Mentre a est Argonne
raggiunge solo un + 2%. Costo al metro quadro – In media, a Milano, un
appartamento costa al metro quadrato 3.608 euro (rispetto ai 3.495 di sei
mesi fa e 3.357 euro di un anno fa). Nel centro storico la zona più costosa
si conferma via della Spiga dove, il prezzo medio al metro quadro di un
appartamento, è di circa 9.000 euro (rispetto ai 7.700 euro di un anno fa),
seguita da Vittorio Emanuele con 7.150 (erano 6.350 euro). Nella zona est
spicca il costo degli alloggi di corso Venezia con 6.400 euro (contro i
6.000). Nella parte ovest della città ottima la performance di via Leopardi
(5.700 rispetto a 5.300 euro) e parco Castello (5.300 euro rispetto a
4.850). Nella zona nord le case costano di più in via Solferino (5.800 euro
rispetto ai 4.950) e in piazza della Repubblica (5.200 euro rispetto a
4.500). Chiude la zona sud con via Mercalli (4.900 euro rispetto a 4.150).
Ci sono aree dove invece le case sono più convenienti Al primo posto c’è
Forlanini (est), dove con 2.150 euro al metro quadro si può ancora comprare
un appartamento nuovo. Seguono la Bovisa a nord e Gratosoglio a sud (2.250
euro al mq) e Quarto Oggiaro a nord e Cermenate a sud (2.300). La Milano
tematica. È la "Milano dei divertimenti" quella che cresce di più
(+4,1%; +9,7% rispetto al 2002) a parimerito con la "Milano del
verde" con un incremento dei prezzi del 4,1% (+7,9% rispetto al 2002).
Più contenuto invece l'andamento semestrale delle tre zone maggiormente
significative per presenza di cittadini extracomunitari (Istria e Bovisa,
attraversate da Viale Jenner; zona di Paolo Sarpi; zona intorno alla
Stazione Centrale), con una crescita media del 2,7% nell’ultimo semestre
(+4% la crescita annua e) e per la "Milano dello studio" (zone
Augusto, Nirone-s.ambrogio, Bligny-toscana, Fulvio Testi-ca' Granda,
Pacini-ponzio e Faenza-famagosta-barona), con un +1,3% nei primi sei mesi
del 2003 (+6,6% la crescita su base annua). Le compravendite – Secondo
l’elaborazione di Osmi-borsa Immobiliare, su dati forniti da Data House, a
Milano e provincia le compravendite nel corso del primo semestre 2003 sono
passante da un totale di 91.977 nel 2001 a 101.614 nel 2002, raggiungendo le
49.523 nel primo semestre 2003, in linea con le 49.537 del primo semestre
2002 (+0,03%), ma tiene la crescita rispetto alle 46.256 del 2001. In
Provincia di Milano, sono diminuite dello 0,7%, passando da un totale di
32.192 del primo semestre 2002 a 31.979 in questo semestre. A Milano città
tale percentuale sale al +1,1% (da 17.345 del 2002, primo semestre, a 17.544
del 2003, primo semestre). Affitti a Milano – case. In lieve crescita gli
affitti negli ultimi sei mesi. In media, nel primo semestre 2003 affittare
una casa costa su base annua 148 euro al metro quadro all’anno, +2,6%
rispetto ai 144 del semestre e dell’anno precedente. Per quanto riguarda
le singole aree, l’incremento maggiore su base annua e semestrale si è
registrato nella Periferia (+5,6%), seguita dalla cerchia dei Bastioni
(+2,9%). Poi il Centro Storico (+2,4%). Stabile la Cerchia Circonvallazione
(0%). Crescono i prezzi degli uffici – Anche quest’anno il prezzo degli
uffici è cresciuto. Ma in modo più contenuto rispetto al passato (+0,6% in
un semestre , +5% in un anno). In media, un ufficio a Milano costa 2.423
euro al metro quadro. Il maggior aumento è nella zona ovest (+1,5%; ma
+9,4% annuo), seguita dalla parte nord (+1%; ma +2,7% annuo), da quella del
centro storico (+0,4%; +1,2% annuo), da quella est (+0,2%; +5,2%), da quella
sud (+0%; +6,4% annuo). Tra le singole zone, spicca per la crescita
semestrale quella di Accursio (+7,2%) e Fiera Montetrosa (6%) in zona ovest,
Porta Volta in zona Nord (+5,8%), Vittorio Emanuela (+2%) in centro,
Tribunale (+1,4%) in zona est. Stabili i prezzi nella zona sud. Provincia di
Milano. Il prezzo medio in provincia di Milano è di 1.671 euro al mq, con
una crescita del 2,9% in sei mesi, 5,6% in un anno. Cresce di più il
Rhodense con un prezzo medio di 1.834 euro al mq e un incremento dei prezzi
semestrale pari al 4,3% e annuale del 7,9%. Segue Sud Milano (1.768, + 4,1%,
+8,6%), Abbiatense-binaschino (1.531, +3,4%, +10,1%), Martesana-adda (1.714,
+3,3%, +8,0%), Nord - Milano (2.125, +3,0%, +4,3%). Cresce in media
provinciale la Brianza (con Monza) ha un prezzo medio di 1.654 euro al mq
(crescono del 2,9% in sei mesi e del 6,0% in un anno). Sotto la crescita
media il Castanese (1.321, +2,6%,+3,3%), il Magentino (1.534, +2,5%, +3,6%),
il Legnanese (1.578,+2,2%,+3,5%), Nord – Groane (1.734, +1,7%, +3,3%),
Sud-est Milano (1.583, +1,3%, +3,3%). Le Previsioni 2003-2006: Quanto Costerà
Comprare E Affittare Case E Uffici Le previsioni si riferiscono a uno
“scenario intermedio”, elaborato assumendo un tasso di interesse a lungo
termine (tasso di interesse sui titoli di Stato europei a 10 anni) al 4,9%
nel 2003, in ripresa al 4,9% nel 2004 e successivamente stabile al 5% nei
semestri successivi. Case nuove. 2003-2006: crescita dei prezzi di una casa
nuova a Milano. I prezzi delle abitazioni nuove cresceranno ancora
soprattutto nel 2003 e nel 2004, per poi rallentare nel 2005 e nel 2006. In
Periferia dall’aumento medio del +5,98% previsto per il 2003, si passerà
al +3,7% nel 2004, al +1,07% nel 2005, per risalire al +1,3% nel 2006.
Simile l’andamento anche per la cerchia della Circonvallazione (+6,93% nel
2003, +4,16% nel 2004, +0,44% nel 2005 e +0,8% nel 2006) e per i Bastioni
(+7,14% nel 2003, +2,39% nel 2004, +0,15% nel 2005 e +0,7% nel 2006). Mentre
la zona in cui la frenata dei prezzi si sentirà in modo più accentuato sarà
il Centro Storico (dal +7,47% nel 2003, al +3,14% nel 2004), soprattutto nel
2005 (–2,2%) e nel 2006 (–1,54%). 2003-2006: i prezzi delle case nuove.
Nella Circonvallazione acquistare una casa nuova costerà dai 2.997 ai 4.004
euro al mq nel 2003, dai 3.069 ai 4.066 euro al mq nel 2004, dai 3.097 ai
4.070 euro al mq nel 2005 e da 3.132 a 4.098 euro nel 2006. Per la Periferia
i prezzi varieranno dai 2.267 ai 2.964 euro al mq nel 2003, dai 2.327 ai
3.004 euro al mq nel 2004, dai 2.367 ai 3.021 euro al mq nel 2005 e dai
2.400 ai 3.046 euro nel 2006. Vicino ai Bastioni si pagheranno dai 4.179 ai
5.892 euro al mq nel 2003, dai 4.298 ai 5.859 euro al mq nel 2004, dai 4.364
ai 5.808 euro al mq nel 2005 e dai 4.427 ai 5.839 euro nel 2006. Nel Centro
Storico invece i prezzi varieranno dai 5.554 ai 7.444 euro al mq nel 2003,
dai 5.686 ai 7.377 euro al mq nel 2004, dai 5.636 ai 7.138 euro al mq nel
2005 e dai 5.633 ai 7.070 nel 2006. Case vecchie. 2003-2006: crescita dei
prezzi di una casa vecchia a Milano. I prezzi delle abitazioni vecchie si
manterranno in generale su valori di crescita positivi, ma subiranno una
diminuzione soprattutto nel biennio 2005-2006. Il rallentamento è più
marcato per il Centro Storico (+10% nel 2003, +6,16% nel 2004, –0,8% nel
2005 e –0,08% nel 2006), mentre la zona dei Bastioni (+8,03% nel 2003,
+5,92% nel 2004, +1,79% nel 2005 e +2,17% nel 2006), la Periferia (+4,82%
nel 2003, +4,73% nel 2004, +1,82% nel 2005 e +2,04% nel 2006) e la
Circonvallazione (+7,35% nel 2003, +5,86% nel 2004, +1,62% nel 2005 e +2,08%
nel 2006) dimostrano comunque una buona tenuta. 2003-2006: i prezzi delle
case vecchie. Nel Centro Storico acquistare una casa vecchia costerà dai
4.368 ai 5.435 euro al mq nel 2003, dai 4.500 ai 4.550 euro al mq nel 2004,
dai 4.485 ai 5.485 euro al mq nel 2005 e dai 4.489 ai 5.472 euro nel 2006.
In Periferia i prezzi varieranno dai 1.408 ai 1.902 euro al mq nel 2003, dai
1.452 ai 1.946 euro al mq nel 2004, dai 1.484 ai 1.975 euro al mq nel 2005 e
dai 1.510 ai 2.000 nel 2006. Nella cerchia della Circonvallazione si
pagheranno dai 1.953 ai 2.473 euro al mq nel 2003, dai 2.012 ai 2.553 euro
al mq nel 2004, dai 2.043 ai 2.596 euro al mq nel 2005 e dai 2.073 ai 2.636
nel 2006. Ai Bastioni invece i prezzi varieranno dai 2.899 ai 3.838 euro al
mq nel 2003, dai 3.008 ai 3.940 euro al mq nel 2004, dai 3.079 ai 3.995 euro
nel 2005 e dai 3.134 ai 4.050 euro al mq nel 2006. Uffici. 2003-2006:
crescita dei prezzi degli uffici a Milano. L’andamento dei prezzi degli
uffici nei prossimi tre anni sarà all’insegna del rallentamento.
Soprattutto per i Bastioni (–0,88% nel 2003, –2,2% nel 2004, –0,8% nel
2005 e –0,47% nel 2006), la Circonvallazione (–1,2% nel 2003, –1,68%
nel 2004, +0,28% nel 2005 e +0,51% nel 2006) e il Centro Storico (+3,95% nel
2003, +3,71% nel 2004, –0,26% nel 2005 e –0,56% nel 2006). Migliora
invece, anche se di poco, la situazione in Periferia (+0,31% nel 2003,
+1,08% nel 2004, +1,37% nel 2005 e +1,07% nel 2006). 2003-2006: i prezzi
degli uffici. Nel Centro Storico acquistare un ufficio costerà dai 4.487 ai
4.788 euro al mq nel 2003, dai 4.905 ai 4.545 euro al mq nel 2004, dai 5.007
ai 4.419 euro al mq nel 2005 e dai 4.951 ai 4.429 nel 2006. Nella cerchia
della Circonvallazione i prezzi varieranno dai 2.004 ai 2.368 euro al mq nel
2003, dai 2.164 ai 2.182 euro al mq nel 2004, dai 2.100 ai 2.257 euro al mq
nel 2005 e dai 2.119 ai 2.252 nel 2006. Ai Bastioni si pagheranno dai 2.898
ai 3.653 euro al mq nel 2003, dai 3.095 ai 3.375 euro al mq nel 2004 e dai
3.152 ai 3.265 euro al mq nel 2005 e dai 3.122 ai 3.271 nel 2006. In
Periferia invece i prezzi varieranno dai 1.501 ai 1.834 euro al mq nel 2003,
dai 1.644 ai 1.727 euro al mq nel 2004, dai 1.719 ai 1.698 euro al mq nel
2005 e dai 1.726 ai 1.715 euro al mq nel 2006. Affitti case. 2003-2006:
crescita dei prezzi per affittare una casa a Milano. I tassi medi di
crescita degli affitti delle abitazioni sono positivi soprattutto per la
cerchia della Circonvallazione (+3,21% nel 2003, +6,08% nel 2004, +5,49% nel
2005 e +4,98% nel 2006), ma sono in aumento anche per la Periferia (+8,4%
nel 2003, +5,1% nel 2004, +4,67% nel 2005 e +4,25% nel 2006) e per i
Bastioni (+5,37% nel 2003, +4,64% nel 2004, +4,27% nel 2005 e +3,9% nel
2006). Più contenuta la crescita, invece, per il Centro storico (+4,02% nel
2003, +3,05% nel 2004, +2,93% nel 2005 e +2,71% nel 2006). 2003-2006: i
canoni di locazione delle case. Nella cerchia della Circonvallazione
affittare un’abitazione di 100mq costerà dai 643 ai 1.120 euro al mese
nel 2003, dai 669 ai 1.172 euro al mese nel 2004, dai 703 ai 1.239 euro al
mese nel 2005 e dai 727 ai 1.286 nel 2006. In Periferia i canoni per 100mq
varieranno dai 600 ai 1.026 euro al mese nel 2003, dai 624 ai 1.063 euro al
mese nel 2004, dai 655 ai 1.110 euro al mese nel 2005 e dai 677 ai 1.143 nel
2006. Ai Bastioni si pagheranno dai 1.111 ai 1.963 euro al mese nel 2003,
dai 1.150 ai 2.028 euro al mese nel 2004, dai 1.200 ai 2.113 euro mensili
nel 2005 e dai 1.236 ai 2.171 nel 2006. Nel Centro Storico invece gli
affitti per 100mq varieranno dai 1.353 ai 2.288 euro al mese nel 2003, dai
1.379 ai 2.343 euro mensili nel 2004, dai 1.416 ai 2.416 nel 2005 e dai
1.441 ai 2.465 euro al mese nel 2006. Affitti uffici. 2003-2006: crescita
dei prezzi per affittare un ufficio a Milano. Le locazioni degli uffici, nel
prossimo triennio andranno incontro a un andamento altalenante. Sostanziale
tenuta nella cerchia della Circonvallazione (+1,76% nel 2003, –2,32% nel
2004, +0,3% nel 2005 e +1,1% nel 2006) e in Periferia (+2,3% nel 2003,
–3,52% nel 2004, –0,64% nel 2005 e +0,37% nel 2006). Diminuzioni,
invece, per i canoni degli uffici dei Bastioni (–3,43% nel 2003, –4,56%
nel 2004, –1,4% nel 2005 e –0,2% nel 2006) e del Centro Storico
(–2,91% nel 2003, –6,33% nel 2004, –2,32% nel 2005 e –0,77% nel
2006). 2003-2006: i canoni di locazione degli uffici. Nella cerchia della
Circonvallazione affittare un ufficio di 100mq costerà dai 822 ai 1.298
euro al mese nel 2003, dai 913 ai 1.181 euro al mese nel 2004, dai 1.011 ai
1.089 euro al mese nel 2005 e dai 1.049 ai 1.067 nel 2006. In Periferia i
canoni per 100mq di ufficio varieranno dai 629 ai 991 euro al mese nel 2003,
dai 686 agli 899 euro al mese nel 2004, dai 748 agli 828 euro al mese nel
2005 e dai 783 ai 797 nel 2006. Ai Bastioni si pagheranno dai 1.243 ai 1.896
euro al mese nel 2003, dai 1.336 ai 1.712 euro al mese nel 2004, dai 1.437
ai 1.568 euro mensili nel 2005 e dai 1.496 ai 1.505 nel 2006; mentre nel
Centro Storico gli affitti per 100mq d’ufficio varieranno dai 1.774 ai
2.595 euro al mese nel 2003, dai 1.906 ai 2.286 euro mensili nel 2004,
intorno ai 2.047 euro nel 2005 e dai 1.941 ai 2.131 euro al mese nel 2006.
PRIMA
EUROPEAN DOMESTIC APPLIANCES CONFERENCE
Milano, 10 ottobre 2003 - Si
tratta del primo convegno internazionale di Gfk Marketing Services dedicato
al mondo degli elettrodomestici bianchi e piccoli. L'evento si svolge in
Italia, sede delle case madri dei principali produttori mondiali che operano
su questi mercati, e si ripeterà con cadenza biennale, toccando altri
paesi. Per la prima volta saranno divulgati, al di fuori della ristretta
schiera degli addetti ai lavori, dati comparativi della realtà di mercato
nei diversi paesi europei. Le informazioni di fonte Gfk saranno comparate
con le variabili macro-economiche I relatori sono certamente molto
significativi: a fianco dei manager internazionali di Gfk Marketing Services
sarà possibile ascoltare le chiavi di lettura suggerite dal Professor
Andrea Boltho dell'Università di Oxford e dal Dottor Sebastiano Grandi del
Cermes (Università Bocconi, Milano. Il Convegno si terrà a Milano il
giorno 15 Ottobre dalle ore 9.00 alle ore 13.30, presso l'Hotel Principe e
Savoia.
INSTALLATORI E MANUTENTORI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO SI CHIEDE
L’APPROVAZIONE DEL DDL MARZANO IN SENATO
Milano, 9 ottobre. Il 16 Luglio scorso la Camera dei Deputati ha approvato
il Ddl 3297 relativo al riordino del settore energetico (relatore on. Saglia),
presentato dal Ministro alle Attività Produttive, Antonio Marzano. Per le
100 mila imprese del settore installazione e manutenzione di impianti e per
i loro 300 mila dipendenti è un primo importantissimo risultato ricercato
da anni. Pressoché all'unanimità (388 favorevoli, 13 astenuti e 2
contrari), all'interno del Ddl Marzano sono stati infatti approvati due
importanti provvedimenti: comma 8 art.15: il divieto per le imprese che
operano come distributori o venditori di energia di poter operare in proprio
o con partecipate o collegate, in attività diverse, nello stesso territorio
e per la stessa durata della concessione o dell'affidamento. Comma 6 art.17:
l'abolizione dell'obbligo per le aziende distributrici di gas di controllare
tutti gli impianti d'utenza prima di fornire l'allacciamento alla rete
(abolizione comma 5 art.16 legge 164/2000) La legge è ora in discussione al
Senato per la definitiva approvazione. Cna Lombardia, Cna Milano e la loro
Associazione di categoria Anim, a nome delle 100 mila imprese del settore,
si incontrano con i Senatori della Xa Commissione e con la stampa per
discutere l'approvazione della legge Marzano e i provvedimenti per la
liberalizzazione del mercato del settore impiantistico alcuna. Lunedì 13
ottobre 2003 ore 10.00 / 13.00 Palazzo Giureconsulti - Sala Colonne Via
Mercanti 2 - Milano Programma: Saluto: Giancarlo Maggi - vice presidente
vicario regionale Cna; Apertura Lavori: Cristina Croda - presidente Anim/cna
Lombardia; Introduzione: Maurizio Calzolari - presidente Anim Nazionale;
Interventi dei Senatori: Luigi Maconi - Ds; Cesarino Monti - Lega; Patrizia
Toia - Margherita; Giuseppe Valditara - An. Moderatore: Renzo Sangiorgi –
segretario Anim Nazionale.
XIII
CONFERENZA NAZIONALE APSTI (ASSOCIAZIONE PARCHI SCIENTIFICI E TECNOLOGICI
ITALIANI)
Dalmine, 10 ottobre 2003 - Giornata bergamasca oggi per i vertici dell'Apsti
- Associazione Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani. In mattinata si
svolgerà a Dalmine, presso la sede della Servitec, l'annuale assemblea
dell'Associazione, preceduta da una riunione del Consiglio Direttivo. La
parte esterna della manifestazione inizierà alle ore 14.30, nella Sala del
Mosaico della Camera di Commercio in Via Petrarca, 10 a Bergamo; dopo
l'apertura del convegno da parte del Presidente della Servitec dott. Roberto
Sestini, porgeranno il saluto delle Autorità il vicesindaco del Comune di
Bergamo dott. Franco Tentorio, il Presidente della Provincia dott. Valerio
Bettoni e il vicepresidente dott. Carlo Mazzoleni per l'Unione Industriali.
La relazione di base verrà svolta dal Presidente dell'Apsti, prof. Eugenio
Corti, sul tema: "Il contributo dei Pst al sostegno della competitività
del Paese". Seguiranno alcuni contributi specifici relativi agli
indicatori di performance dei parchi e al trasferimento tecnologico alle Pmi.
Il tema della trasferibilità delle nanotecnologie ed il ruolo dei Pst verrà
svolto dal Prof. Paolo Milani dell'Università Statale di Milano: farà
certamente riferimento all'insediamento di uno specifico laboratorio
all'interno del Point di Dalmine.
NOLEGGIO A LUNGO TERMINE: OVERLEASE APRE AI PRIVATI
Roma, 10 ottobre 2003 - Basta un piccolo canone di 348 euro (Iva inclusa) al
mese comprensivo di tassa di circolazione, assicurazioni e interventi di
manutenzione e si può viaggiare su un’auto di piccola cilindrata
rinunciando alla proprietà. È questa la straordinaria proposta di
Overlease, società specializzata nel noleggio a lungo termine che da oggi
si rivolge anche ai privati. “Finora il nostro target di riferimento è
stato prevalentemente quello delle aziende - dichiara Maurizio Giglio,
Direttore Commerciale di Overlease - ma siamo certi che il noleggio a lungo
termine sia un prodotto molto attraente anche per i privati per gli
interessanti vantaggi economici che ne possono derivare e per l’estrema
facilità di accesso ai servizi. È un dato di fatto testimoniabile con
alcuni studi da noi effettuati (vedi allegato), che il noleggio a lungo
termine è più vantaggioso rispetto alla proprietà dell’auto. Abbiamo,
quindi, pensato di rivolgerci anche al privato attraverso una campagna
pubblicitaria sulle principali testate italiane attraverso la quale abbiamo
comunicato le tariffe relative ai canoni mensili di noleggio. E il riscontro
è stato immediato! In pochi giorni centinaia di persone hanno telefonato al
nostro centralino per ricevere ulteriori dettagli sul servizio di noleggio a
lungo termine rivolto ai privati”. Che il servizio di noleggio a lungo
termine possa portare assoluti benefici grazie all’ottimizzazione dei
costi è cosa nota tra le aziende, molte delle quali ne fanno ricorso da
anni. Nel canone, infatti, è compresa una serie di costi che vanno dal
bollo all’assicurazione, dalla manutenzione ordinaria al servizio di
soccorso stradale che incidono sul portafoglio. Senza contare che con il
noleggio a lungo termine si possono evitare file all’ufficio postale per
il pagamento della tassa di circolazione, le perdite di tempo con gli
assicuratori per i rinnovi della polizza, lo stress di trovarsi a centinaia
di km da casa con il veicolo inutilizzabile per un grave guasto o per un
incidente. Il cliente che ricorre ai nostri servizi, può beneficiare della
consulenza gratuita di un ns. Funzionario commerciale che lo assisterà
verso il veicolo e la formula contrattuale che meglio si addice alle sue
esigenze. Una volta ritirato il veicolo non ci si dovrà preoccuparsi di
nulla, in quanto penserà a tutto Overlease. Per la manutenzione ad esempio
ci si potrà rivolgere ad uno degli oltre 4500 punti di assistenza
convenzionati. Inoltre, se previsto contrattualmente, è possibile
utilizzare un veicolo sostitutivo per tutto il periodo per cui esso resterà
in officina. Overlease si occuperà anche di pagare alla scadenza la tassa
di proprietà, la polizza assicurativa, ecc. Scaduto il contratto non ci si
dovrà neanche preoccupare della rivendita dell’auto, ci penserà
Overlease, che se lo vorrete, vi consegnerà contestualmente una macchina
nuova “fiammante”. “Il servizio che forniamo naturalmente non riguarda
solo auto di piccola cilindrata. Abbiamo la possibilità - prosegue Giglio -
di fornire al cliente qualsiasi auto desideri, benzina o diesel di ogni
cilindrata, con l’allestimento che più preferisce. Il preventivo è
assolutamente gratuito”. Per informazioni rivolgersi al numero verde
800.606040 oppure inviare una mail avente come oggetto “richiesta
preventivo” a: com-it@overlease.It. Quanto si risparmia con il noleggio a
lungo termine Come in altri paesi, i costumi degli italiani stanno cambiando
legando la propria esistenza più al possesso che alla proprietà. E anche
l’auto, da sempre status symbol per eccellenza degli italiani, viene
coinvolta da questo mutamento esistenziale. D’altronde essere proprietari
di un’automobile oggi ha costi decisamente impegnativi. Ma nonostante la
propria auto, magari tenuta in garage, abbia un costo oneroso, il ricorso
alla macchina è ancora una necessità imprescindibile. In buona sostanza il
noleggio a lungo termine toglie i “grattacapi” legati alla proprietà
dell’auto (costi, preoccupazioni, incombenze) permettendoci di godere
l’automobile e i suoi vantaggi, lasciando a Overlease qualsiasi tipo di
problema. Avere un’auto oggi rappresenta, infatti, un impegno finanziario
non indifferente e una serie di “seccature” che portano via molto tempo.
Pensateci bene! Il costo di un’auto non è solo quello dell’acquisto, ma
anche quello relativo alle spese gestionali (bollo, assicurazione, garage) e
di manutenzione (riparazioni meccaniche e di carrozzeria, cambio
pneumatici,). Senza contare il tempo sprecato per la fila all’ufficio
postale per il bollo e l’attesa dall’assicuratore per la polizza. Va
considerato, inoltre, un particolare a cui spesso non si fa attenzione
quello della svalutazione: un’auto nuova fiammante appena uscita dal
concessionario già al primo semaforo vale molto meno di quanto vi è
costata e ogni anno la vostra auto perde ulteriore valore. Ma andiamo nel
dettaglio. “Mantenere” una berlina media (tipo Stilo 1900 cc), costa
7.236 euro l’anno tra bollo (219 euro), assicurazione furto-incendio e
Rcauto (1.129 euro), manutenzione ordinaria e straordinaria (2.009 euro),
svalutazione e finanziamento della macchina (pari a 3.653 euro) ed i costi
per l’assistenza (226 euro). Vediamo adesso, invece, quanto costa il
noleggio a lungo termine. La stessa vettura con un contratto di 3 anni e
90.000 chilometri totali costa 5.976 compreso l’Iva all’anno. Con il
noleggio a lungo termine, quindi, avrete risparmiato ben 1260 euro
all’anno (oltre il 20%). Una considerazione, quindi, viene spontanea! Ma
allora vale ancora la pena immobilizzare capitali per acquistare un’auto
distogliendoli da altri impieghi, magari più utili, oppure più redditizi,
o perché no anche più piacevoli? Il noleggio a lungo termine, quindi,
rappresenta un nuovo modo di godere un’auto senza tenere fermo un capitale
in garage, pagando solo per l’uso della vettura e dimenticando tutte
quelle spese previste e impreviste, che fanno dell’auto di proprietà una
vera e propria “macchina” mangia soldi.
LA
COMMISSIONE EUROPEA PROPONE INIZIATIVE PER LA PESCA SOSTENIBILE NEL
MEDITERRANEO
Bruxelles, 10 ottobre 2003 - La Commissione europea ha proposto oggi una
seria completa di misure di gestione per affrontare le cause del
sovrasfruttamento e di altri metodi di pesca insostenibili praticati nel
Mediterraneo. Negli ultimi decenni, nella regione lo sforzo di pesca è
progressivamente aumentato e le catture sono diminuite (cfr. Grafici).
Nell'adriatico e nel canale di Sicilia, ad esempio, per alcune specie i
tassi di cattura odierni sono inferiori del 60% a quelli di circa 20 anni
fa. Questa proposta legislativa della Commissione è l'iniziativa principale
che da seguito al piano d'azione dell'Ue per la pesca sostenibile nel
Mediterraneo, presentato nell'ottobre scorso nel quadro della riforma della
politica comune della pesca (Pcp). La proposta si prefigge di realizzare
questo obiettivo fondandosi su misure esistenti ed elaborandone di nuove,
adeguate alle condizioni specifiche dell'attività di pesca nella regione.
Essa comprende misure quali l'aumento progressivo delle dimensioni delle
maglie o il rafforzamento dell'attuale divieto di taluni attività di pesca
al traino per tutelare meglio il novellame, iniziative specifiche per il
pesce spada, il miglioramento dei controlli, la ripartizione delle
responsabilità di gestione tra l'Ue e gli Stati membri, l'introduzione
della gestione dello sforzo di pesca. Inoltre a novembre si svolgerà a
Venezia una conferenza ministeriale per discutere insieme agli altri Stati
Mediterranei le prospettive di una strategia coordinata per dichiarare le
zone di pesca zone protette. Franz Fischler, commissario per l'agricoltura,
lo sviluppo rurale e la pesca, ha commentato: “Gli stock ittici stanno
diminuendo, anche nel Mediterraneo. Questa proposta presenta nuove idee per
realizzare la pesca sostenibile in questa zona al fine di garantire il
futuro di 100 000 pescatori. Molti dei suoi elementi sono stati suggeriti
dagli operatori del settore, con i quali continueremo le discussioni. Ma il
Mediterraneo non finisce ai confini dell'Ue. È quindi fondamentale la
cooperazione internazionale tramite il Consiglio generale per la pesca nel
Mediterraneo. La prossima conferenza internazionale di Venezia costituirà
l'occasione per discutere queste questioni anche con i paesi vicini, ai fini
di una maggiore efficacia e cooperazione nell'ambito della gestione delle
attività di pesca nel Mar Mediterraneo." Una strategia globale per la
pesca responsabile Come affermato nel Piano d'azione dell'Ue dell'anno
scorso, i problemi di conservazione devono essere affrontati mediante una
strategia precauzionale globale. A tal fine la Commissione propone
iniziative nei seguenti ambiti: Misure tecniche di protezione del novellame
Le attuali misure tecniche devono essere aggiornate per tener conto dei più
recenti pareri scientifici, al fine di garantire la protezione del novellame
- in modo che esso possa contribuire alla ricostituzione degli stock - e la
riduzione del quantitativo di pesce che non si desidera pescare e che viene
rigettato in mare, morto. Le misure proposte dalla Commissione comprendono
l'aumento graduale in 6 anni delle dimensioni delle maglie delle reti da
traino, che passerebbero da 40 mm a 60 mm. Il primo aumento a 50 mm avrà
luogo entro la fine del 2005 e quello a 60 mm entro la fine del 2008. Verrà
inoltre aumentata la dimensione degli ami sui palangari per la cattura di
una serie di specie. Per evitare l'impiego di dispositivi che riducono la
selettività delle reti da traino, l'armamento di tali reti dovrà
rispettare determinati requisiti tecnici. Inoltre, saranno stabilite
disposizioni relative alle dimensioni massime di taluni attrezzi da pesca,
per limitare lo sforzo di pesca. La proposta rafforza inoltre l'attuale
divieto di talune attività di pesca a strascico al fine di proteggere
alcune zone costiere in cui converge il novellame e che ospitano habitat
sensibili. Tali misure incoraggeranno l'impiego di attrezzi più selettivi
utilizzati da pescatori che esercitano l'attività di pesca artigianale. Per
scoraggiare la cattura di pesce immaturo, vengono proposte taglie minime di
sbarco per oltre 20 specie di pesce, crostacei e molluschi. Viene proposta
una serie di misure specifiche per le specie altamente migratorie. Dato che
l'Ue è responsabile di oltre il 75% delle catture di pesce spada nel
Mediterraneo, la Commissione propone misure per evitare la cattura di pesce
spada immaturo. Verrà stabilita una taglia minima di sbarco del pesce spada
e un periodo annuale di 4 mesi - dal 1° ottobre al 31 gennaio - durante il
quale è vietato l'impiego di palangari per la cattura di specie altamente
migratorie. Alcune delle misure tecniche proposte sono destinate a porre
fine definitivamente all'impiego di reti da posta derivanti per le specie
altamente migratorie a seguito del divieto che è diventato operativo il 1°
gennaio 2002. Ripartizione delle responsabilità: piani di gestione
nazionali e dell'Ue Date le caratteristiche dell'attività di pesca nel
Mediterraneo, che può spaziare dalla pesca in alto mare all'attività di
pesca limitata a talune sottozone, e la consuetudine di gestire lo sforzo di
pesca a livello sottoregionale, la Commissione propone la definizione di
piani di gestione tanto a livello Ue quando a livello nazionale. Tali piani
introdurranno nel sistema maggiore responsabilità e maggiore controllo
nonché la flessibilità necessaria per tener conto di questi vari elementi.
I piani Ue possono comprendere misure di limitazione dello sforzo di pesca,
misure tecniche specifiche, l'estensione del sistema di localizzazione via
satellite (Vms) ai pescherecci di lunghezza compresa tra 10 e 15 m e/o
limitazioni a talune zone. Gli Stati membri o un comitato consultivo
regionale per il Mediterraneo possono presentare alla Commissione proposte
per la definizione di tali piani. Gli Stati membri, dal canto loro,
adotteranno entro il 31 dicembre 2004 piani di gestione di talune attività
di pesca nelle rispettive acque territoriali, previa loro trasmissione alla
Commissione. Qualora sia probabile che tali piani incidano sui pescherecci
di altri Stati membri, verranno adottati soltanto previa consultazione della
Commissione, degli Stati membri interessati e del comitato consultivo
regionale. Controllo rafforzato Viene proposta una serie di misure di
controllo che integrano o rafforzano quelle attuali. Tra queste figurano lo
sbarco in porti designati delle catture effettuate con determinati attrezzi
da pesca. Tale misura avrà inoltre un effetto positivo sulla
commercializzazione dei prodotti della pesca e incoraggerà la costituzione
di organizzazioni di produttori. Attività di pesca sportiva La pesca
sportiva ha una particolare rilevanza nel Mediterraneo poiché rappresenta
oltre il 10% della produzione ittica totale in questa zona. Si propongono
pertanto misure per disciplinare tali attività e garantire la comunicazione
di dati sulle catture in questione. Accesso alle acque intorno a Malta Per
dare attuazione alle disposizioni del trattato di adesione di Malta sono
state incluse misure per limitare lo sforzo di pesca nella zona di gestione
di 25 miglia attorno a Malta. Si tratta di misure conformi alla strategia
della politica comune per la pesca nel Mediterraneo mirante ad applicare il
controllo dello sforzo di pesca e a fare ricorso a misure tecniche quali le
zone di divieto per taluni attrezzi da pesca.
LE
STELLE MARINE E GLI SCAMPI SOFFRONO DI TRAUMI?
Bruxelles, 11 ottobre 2003 - I risultati preliminari di un progetto
comunitario, completato di recente, stanno contribuendo a chiarire gli
effetti della pesca a strascico dei gamberi sull'esaurimento e sulla
conservazione ecologica degli stock. Lo studio portoghese, intitolato
"Invertebrate discard viability and fitness in prawn trawl fisheries"
("Vitalità degli invertebrati scartati e benessere sulle imbarcazioni
per la pesca a strascico dei gamberi"), ha ricevuto un finanziamento
comunitario pari a circa 28.000 euro nell'ambito della sezione Energia,
ambiente e sviluppo sostenibile (Eesd) del Quinto programma quadro (5Pq). La
pesca a strascico dei gamberi è ritenuta responsabile di un terzo degli
scarti mondiali, nonostante apporti meno del due per cento dei prodotti
ittici complessivi. I pesci ed altre specie marine considerate inadatte alla
commercializzazione muoiono sul ponte o vengono ributtate in mare. Esistono
ben poche conoscenze sui traumi sofferti e sulla sopravvivenza di queste
specie scartate. Come ha riferito al Notiziario Cordis Robert Harris,
ricercatore responsabile del progetto e borsista "Marie Curie", il
compito principale consisteva nell'esaminare il tasso di sopravvivenza a
breve termine e la vitalità a lungo termine delle grancelle, dei giovani
scampi (o nephrops), delle stelle marine e di altre specie di crostacei, che
restano intrappolati nelle reti per gamberi, ma vengono scartati perché
catturati incidentalmente pescando altre specie. Abbiamo studiato in
particolare gli scarti della pesca dei gamberi al largo della costa
meridionale del Portogallo, dove le imbarcazioni pescano a grande profondità
e lo strascico delle reti può durare molto a lungo", ha spiegato il
Dott. Harris. Per un periodo di sei mesi, il gruppo scientifico ha
accompagnato le imbarcazioni commerciali per la pesca a strascico al largo
della costa portoghese dell'Algarve, allo scopo di esaminare gli scarti del
pescato provenienti da acque profonde fino a 700 metri. "Per stabilire
il tasso di sopravvivenza a breve termine con i nostri esperimenti, abbiamo
riprodotto lo stesso trattamento riservato ai crostacei nelle normali
condizioni di pesca", ha affermato il Dott. Harris. "Una volta
recuperata, abbiamo lasciato la rete sul ponte per 90 minuti, ossia per il
tempo normalmente necessario alla cernita del pescato e all'eliminazione
degli scarti". Il gruppo ha definito i 90 minuti come periodo standard
per esaminare il tasso di sopravvivenza. I ricercatori hanno scoperto che,
se lasciati sul ponte per tale periodo, morivano il 40-50% degli scarti a
seconda delle specie. "Queste specie che vivono nelle profondità
marine sono molto più fragili di quelle che vivono in acque basse, pertanto
i lunghi periodi di traino delle reti e di esposizione all'aria e al calore
determinano effetti letali". Di solito, gli animali che sopravvivono
vengono rigettati in mare insieme ai crostacei appena morti. Per determinare
il loro tasso di sopravvivenza in acqua, il Dott. Harris e il suo gruppo
hanno riprodotto le condizioni marine collocando i crostacei in acquari di
plastica oscurati, contenenti acqua marina raffreddata ad una temperatura
simile a quella presente sui fondali. "Siamo andati un po' oltre il
semplice esame volto a verificare eventuali segni di vitalità", ha
dichiarato il Dott. Harris. "Per un periodo di dieci giorni, abbiamo
controllato la risposta dei crostacei agli stimoli meccanici nonché le loro
capacità di fuga e di difesa". Inoltre abbiamo prelevato campioni di
sangue dai crostacei, mentre si trovavano sul ponte e negli acquari, per
confrontare i livelli di stress fisiologico dentro e fuori l'acqua, nonché
per verificare se tali invertebrati mostrassero eventuali sintomi di
ripresa. Nonostante alcuni rispondessero rapidamente agli stimoli, il gruppo
ha scoperto che vi era ancora un livello molto elevato di mortalità pari al
50-60 per cento e che, a seconda delle specie, il tasso aumentava fino al 90
per cento dopo cinque giorni. "Le nostre scoperte rivelano che i
crostacei ributtati vivi in mare soffrono per il trauma subito e, in realtà,
vanno lentamente incontro alla morte", ha spiegato il Dott. Harris
aggiungendo: "Essi sono soltanto cibo per i pesci". I risultati
del progetto evidenziano l'impatto negativo della pesca a strascico sulla
biodiversità marina. "La maggior parte delle specie fragili sta
gradualmente scomparendo dalle zone in cui si pratica la pesca a strascico
in forma intensiva, mentre le più resistenti specie "spazzino"
continuano a proliferare", ha affermato il Dott. Harris aggiungendo
che, se si vuole garantire la biodiversità dei nostri oceani, è necessario
modificare le pratiche della pesca a strascico. "Bisogna esaminare più
attentamente il trattamento riservato ai pesci", ha dichiarato il Dott.
Harris. "Per esempio possiamo consigliare di ridurre il periodo di
tempo trascorso sul ponte, spruzzare i pesci con acqua marina per mantenerli
umidi e freschi, oppure migliorare la selettività delle reti a strascico in
modo tale che le specie di scarto possano fuggire". Da questa ricerca,
il Dott. Harris ha tratto la conclusione che vale la pena valutare se i
livelli di sopravvivenza possono essere effettivamente incrementati
applicando i suddetti metodi.
PROMOZIONE
DELL'OLIO D'OLIVA E DELLE OLIVE DA TAVOLA
Bruxelles, 10 ottobre 2003 - La Commissione europea ha approvato cinque
programmi di azione in tre Stati membri (Spagna, Grecia e Italia) per
promuovere il consumo e la commercializzazione d'olio d'oliva e di olive da
tavola nell'Unione europea. Il costo complessivo delle misure ammonta a 4,88
milioni di euro, di cui il 50% (2,44 milioni di euro) sono finanziati
dall'Unione europea. Nel quadro di un regolamento del Consiglio sulle azioni
di informazione e di promozione dei prodotti agricoli sul mercato interno,
è stata avviata un'azione speciale, per l'anno 2003, per la promozione
dell'olio d'oliva e delle olive da tavola. I cinque programmi proposti dai
tre Stati membri sono stati tutti selezionati dalla Commissione e sono
cofinanziati dal bilancio dell'Ue nell'ordine del 50%. Allegato Programmi di
promozione "Mercato interno" Serie speciale 2003 - Olio d'oliva e
olive da tavola
Stato
membro
|
organizzazioniproponenti
|
prodotti
|
stanziamento
|
cofinanziamento
Ce
|
spagna
|
oiao,
Madrid
|
olio
d'oliva
|
2.744.435
|
1.372.218
|
grecia
|
sevitel,
Atene
|
olio
d'oliva
|
567.292
|
283.646
|
|
pemete,
Atene
|
olive
da tavola
|
141.000
|
70.500
|
italia
|
cno,
Roma
|
olive
da tavola e olio d'oliva
|
863.313
|
431.657
|
|
aprol,
Foggia
|
olive
da tavola
|
568.915
|
284.458
|
3
Sm
|
5
programmi
|
totale
|
4.884.955
|
2.442.478
|
oiao:
Organización interprofesional del aceite de oliva Sevitel: (trad.) Unione
delle industrie greche di normalizzazione dell'olio d'oliva Pemete: (trad.)
Unione panellenica dei trasformatori/esportatori di olive da tavola Cno:
Consorzio Nazionale Olivicoltori Aprol: Associazione produttori olivicoli di
Foggia
CEREALI
A SEMINA AUTUNNALE: BUONE PROSPETTIVE, SE COLTIVATI CON PROFESSIONALITÀ
Forlì 10 ottobre 2003 - I suggerimenti del Consorzio Agrario di Forlì-cesena
e Rimini, frutto della sperimentazione attuata anche in un’annata
difficile quale il 2003 - Seme selezionato e certificato, concimazioni
equilibrate, difesa fitoiatrica, portano a risultati economici soddisfacenti
- Occorre iniziare a “scaldare i motori”, in vista del disaccoppiamento
che inizierà nel 2005 Le prove comparative condotte dal Consorzio Agrario
di Forlì-cesena e Rimini in un’annata difficile come il 2003 hanno
ulteriormente dimostrato che i cereali, per esplicare tutto il loro
potenziale produttivo, devono essere coltivate in modo altamente
professionale. Seme selezionato e certificato delle varietà più adatte
alle varie zone di coltivazione, concimazioni equilibrate negli apporti di
nutritivi e razionalmente distribuite durante il ciclo vegetativo, diserbo,
difesa fitoiatrica sia del seme che della vegetazione, costituiscono
elementi dai quali non si può prescindere se si vogliono realizzare -e i
fatti dimostrano che è possibile- risultati economici soddisfacenti. Questi
suggerimenti ed indicazioni sono forniti dal Consorzio Agrario e possono
essere attuati anche con l’aiuto dei tecnici dell’Ufficio Tecnico,
sempre pronti ad affiancare le aziende associate e i clienti nel migliorare
le tecniche di coltivazione al fine di incrementare il reddito delle
imprese. Dal 2005 entrerà in vigore il “disaccoppiamento”, ovvero il
pagamento unico per azienda dei sostegni Comunitari, indipendentemente dal
tipo di produzione o allevamento zootecnico praticati, previsto dalla
riforma della Politica Agricola Comunitaria, approvata dalla C.e. Il 26
giugno scorso. Sarà opportuno che gli agricoltori si preparino già da
adesso ad un futuro, ormai prossimo, nel quale diverranno decisivi: il
rapporto con il mercato, la vocazione del territorio, l’efficienza tecnica
ed economica delle aziende, la qualità delle produzioni. E anche nel
futuro, i cereali a semina autunnale ed invernale, rappresenteranno una
scelta sulla quale le imprese delle province di Forlì-cesena e di Rimini
potranno decisamente puntare Grano e orzo sono colture affidabili, non
soggette a grandi sbalzi di produzione da un anno all’altro, coltivate da
sempre nelle nostre zone e pertanto, per così dire “collaudate”,
perfettamente inserite in una razionale rotazione agronomica, e che, a
differenza di altre produzioni agricole, hanno un mercato fondamentalmente
stabile negli anni. Si consideri che nel 2000 (dati definitivi) nelle
province di Fc e Rn sono stati prodotti 1.203.065 quintali di grani ed orzo
e che nel 2003 (stime del Consorzio Agrario per l’annata fra le più
difficili) la produzione per le due province è di 1.002.162 q.Li. Non solo,
ma che al 22 settembre il prezzo del grano nel 2000 è stato di 15,88
Euro/q.le mentre nell’analoga data per il 2003 è stato di 16,40 Euro/q.le
e che per l’orzo è stato, rispettivamente, di 13,70 e 14,70 Euro/q.le.
Poco vi è da aggiungere, per i grani “teneri”, a queste considerazioni
generali, Una sola annotazione: negli ultimi anni il mercato chiede un
prodotto di alta qualità, panificabile, di elevato tenore proteico. Dai
monitoraggi fatti dal Consorzio Agrario nell’ultimo triennio la maggior
parte dei terreni forlivesi, cesenati e riminesi è in grado di dare
produzioni di questo tipo; determinanti risultano la scelta varietale, la
concimazione e la difesa. Per i grani “duri”, il discorso si fa più
complesso. Poichè non sempre, come sta avvenendo in questo momento, le loro
quotazioni sono superiori a quelle dei “teneri”, è bene indirizzarsi
verso questa coltura solo qualora si possa contare su produzioni (o rese?)
almeno pari a quelle dei grani teneri.Le nuove varietà sono in grado, se
coltivate nel modo migliore, in terreni di pianura e collina fertile, di
dare produzioni unitarie pari o superiori a quelle dei teneri. Verso la
coltivazione di questi grani però è bene che si indirizzino solo
produttori intenzionati a gestire la coltura in modo altamente
professionale. Infine l’orzo. Cereale già molto diffuso, in generale con
risultati produttivi di tutto rispetto, spesso superiori a quelli del grano,
può trovare un’ulteriore espansione nelle due province. Meno esigente del
grano rappresenta un’ottima soluzione, in grado di dare soddisfacenti
risultati economici, per i terreni meno fertili di pianura o mediamente
fertili di collina. Va tenuto presente, tuttavia, che, pur nella sua maggior
“rusticità”, e con le sue minori esigenze nutrizionali, anche l’orzo,
per dare produzioni elevate e di buona qualità deve essere coltivato
impiegando tecniche agronomiche adeguate. In sostanza, grano tenero, orzo, e
anche grano duro, possono rivelarsi scelte vincenti per le aziende agrarie
delle province di Forlì-cesena e Rimini; tuttavia nessuna di queste colture
è in grado di fornire risultati economici soddisfacenti a chi “semina e
si affida alla buona sorte”.
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