MARKETPRESS
QUOTIDIANO DI: New & Net Economy, Finanza, Politica,Tecnologia, E-business, Turismatica ed Attualità
2003 anno 6°  

NOTIZIARIO
MARKETPRESS

NEWS
di

VENERDI'
 10  OTTOBRE  2003

pagina 1

VUOI PUBBLICIZZARE
LA TUA AZIENDA SU QUESTO SPAZIO 

A SOLI 200 € 

AL MESE ?

TELEFONATECI ALLO 
02 48 95 97 34

 

 

(* symbolcopyright c Comunitè europee,2001 http://www.cordis.lu )

 

LA COSTITUZIONE EUROPEA L’ORA DELLE SCELTA

Milano, 10 ottobre 2003 - All’indomani dell’apertura della Conferenza intergovernativa, la Rappresentanza a Milano della Commissione europea segnala un’importante iniziativa organizzata da L’associazione Degli Ex Parlamentari Della Repubblica, L’associazione Consiglieri Regionali, L’aedee, L’aicree. Sul tema “La Costituzione Europea L’ora delle scelta”. Il Convegno Che ha ottenuto il sostegno ed il patrocinio del Consiglio Regionale della Lombardia. Ed il patrocinio della Rappresentanza a Milano della Commissione europea e del Parlamento europeo- Ufficio per l’Italia avrà lugo Venerdì 10 ottobre 2003 Alle ore 9,30 fino alle 14,00 presso la Sala Auditorium Tensostruttura di Via Restelli a Milano. Nel corso del convegno si alterneranno le seguenti personalità - Presiede: On.le Maria Luisa Cassanmagnago Cerretti Presidente dell’Associazione degli Ex Parlamentari della Repubblica; Coordinano: Dott. Ing. Giancarlo Morandi Presidente dell’Associazione Consiglieri Regionali; On.le Maria Teresa Coppo Gavazzi Presidente dell’Aiccre – Lombardia; Prof. Enzo Percesepe Presidente dell’A.e.d.e.: Lombardia. Apertura del lavori: Saluto dell’Avv. Attilio Fontana Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia; Relazione dell’ On.le Senatore Giulio Andreotti. Interventi programmati: On.le Guido Bodrato Deputato Europeo; On.le Marco Formentini Deputato Europeo; On.le Fiorella Ghilardotti Deputato Europeo; On.le Mario Mantovani Deputato Europeo; Dott. Francesco Rossolillo Movimento Federalista Europeo; Prof. Antonio Padoa Schioppa Università degli Studi di Milano; Prof. Ugo Draetta Università Cattolica di Milano; Prof. Roberto Santaniello Rappresentanza della Commissione Europea; On.le Guido Podestà Vice Presidente del Parlamento Europeo. Conclude: Roberto Formigoni Presidente della Regione Lombardia. Per informazioni: Segreteria organizzativa: Sig.na Donatella Modica tel. 02 67482669

UN PROGETTO DELL'UE ANALIZZA IL RAPPORTO FRA IDENTITÀ EUROPEA E NAZIONALE
Bruxelles, 10 ottobre 2003 - La Commissione sta finanziando uno studio sull'identità europea e nazionale in nove Stati membri dell'Ue attuali e futuri, nel tentativo di comprendere meglio le relazioni degli europei con i loro paesi e con l'Ue. Il progetto Euronat (Representations of Europe and the Nation in Current and Prospective Member States - Rappresentazioni dell'Europa e delle singole nazioni negli Stati membri attuali e futuri) è finanziato nell'ambito della sezione "Accrescere il potenziale umano" del Quinto programma quadro. Il progetto si propone di rivedere l'attuale comprensione dell'identità europea e nazionale in Europa, di studiare in che misura le due identità si escludono o si conciliano reciprocamente, di esaminare il ruolo dei media e delle élite nazionali nella configurazione di queste identità, nonché di informare le politiche comunitarie dei media sull'integrazione e sull'allargamento dell'Europa. Il consorzio Euronat include partner provenienti da Regno Unito, Germania, Ungheria, Grecia, Polonia, Spagna e Repubblica Ceca, ed i coordinatori del progetto appartengono all'Istituto universitario europeo di Firenze (Italia). Lo studio verte in particolare sull'identità europea e nazionale in ciascuno dei paesi rappresentati nel consorzio, come pure in Austria. La ricerca, che si articolerà in più fasi, combina una serie di discipline fra le quali figurano le scienze politiche, la sociologia, la psicologia sociale, gli studi culturali, la storia e le relazioni internazionali. I risultati della prima fase dello studio sono stati pubblicati sotto forma di relazione, e forniscono un supporto storico, geopolitico e teoretico alle fasi successive del progetto. Il primo paese candidato preso in esame nello studio è la Repubblica Ceca. Il team di ricerca del Politecnico di Praga osserva in primo luogo che la visione del paese riguardo agli Stati membri dell'Ue ha risentito tradizionalmente del rapporto generale fra Est ed Ovest. Tali opinioni sono mutate dopo la caduta dell'ex blocco sovietico, e sono state ulteriormente influenzate dalla scissione della Cecoslovacchia, che ha rinnovato il dibattito sull'identità nazionale ceca. Verso la fine degli anni '90 il dibattito sull'appartenenza del popolo ceco all'Europa si è intensificato, secondo quanto si legge nella relazione: "Dichiarazioni elettorali del tipo 'Back to Europe!' (Rientriamo in Europa!) lasciavano intendere con chiarezza la fine del passato comunista e l'inizio di un dibattito specifico sull'adesione all'Europa". Tuttavia, il dibattito è stato segnato da un certo scetticismo nei confronti dell'Europa, e "ci si è ispirati all'atteggiamento britannico (thacherismo) verso l'Ue". Ciò, secondo i ricercatori, ha determinato la situazione attuale che vede la Repubblica Ceca offrire il minor sostegno pubblico all'Ue rispetto ai paesi dell'Europa centrale ed orientale. Questo atteggiamento è acuito dalla riluttanza dei paesi dell'Ue confinanti ad aprire i propri mercati del lavoro, e determina il sospetto che l'entusiasmo dei paesi dell'Europa occidentale nei confronti dell'allargamento sia dovuto soltanto a motivi di interesse personale. "La relazione della Gran Bretagna con l'Ue si può descrivere adeguatamente con il termine di 'semicoinvolgimento', che non implica una chiara ostilità, ma un sentimento di indifferenza ed ignoranza tuttora diffuso", secondo un team della London School of Economics. Tuttavia, una volta che i cittadini britannici avranno acquisito una maggiore consapevolezza del ruolo più incisivo svolto dall'Ue nelle loro vite quotidiane, la percezione pubblica dell'Europa dovrebbe divenire più chiara negli anni a venire. Il professor Willfried Spohn dell'Università europea di Viadrina di Francoforte sull'Oder, ritiene che la percezione nazionale della Germania non soltanto è suddivisa a livello interno fra identità tedesca dell'Est e dell'Ovest, ma presenta altresì una connotazione diversa a livello esterno, in termini di percezione dell'Europa. La sua analisi conclude che l'identità nazionale della Germania dell'Ovest presenta una connotazione maggiormente europea rispetto alla Germania dell'Est, mentre il sostegno all'allargamento dell'Ue è lievemente superiore nell'ex Germania dell'Est. Il professor Spohn ipotizza che questa differenza sia espressione del più alto valore che i tedeschi dell'Est attribuiscono ad un ordine di pace con l'Europa orientale, a differenza dei numerosi tedeschi dell'Ovest che invece manifestano timore per le implicazioni dell'allargamento. Dopo che hanno gettato le basi storiche e geopolitiche del progetto grazie alla realizzazione di questo studio, i vari team intendono ora analizzare l'impatto dei dibattiti all'interno dei media, delle élite politiche e sociali, e della società in senso lato, sulla definizione delle rappresentazioni delle singole nazioni, dell'Europa e dell'Ue nella mente dei cittadini. Come chiarito da Aris Apollonatos della Commissione europea, nella prefazione alla relazione: "Aumentando la comprensione del bagaglio sociopolitico che portiamo con noi, avremo una percezione più profonda del profilo e della psiche dei passeggeri che hanno scelto l'Unione europea come destinazione finale". Per ulteriori informazioni consultare il seguente sito Internet: http://www.Iue.it/rscas/research/euronat/index.shtml

LA COMMISSIONE EUROPEA DICHIARA CHE UNA MANODOPERA QUALIFICATA E CAPACE DI ADATTARSI AI CAMBIAMENTI RAPPRESENTA L'ELEMENTO CHIAVE DELLO SVILUPPO FUTURO DELL'OCCUPAZIONE E DELLA PRODUTTIVITÀ
Bruxelles, 10 ottobre 2003 - Una manodopera qualificata, capace di adattarsi, con accesso alla formazione, allo sviluppo della carriera, alla mobilità, a un'organizzazione flessibile del lavoro e dotata di un senso di sicurezza dell'occupazione rappresenta l'elemento chiave per incrementare la produttività in Europa, favorire la creazione di posti di lavoro e l'aumento dei tassi di occupazione. È questa la conclusione della relazione della Commissione sull'occupazione in Europa nel 2003. I mutamenti del mercato del lavoro europeo dalla fine degli anni '90 - incremento della partecipazione delle donne e dei giovani, livelli di istruzione più elevati e maggior ricorso a metodi di lavoro flessibili, di più ampia portata - ne hanno sviluppato maggiormente l'elasticità al momento della crisi economica rispetto a quanto si era verificato nell'ultima recessione all'inizio degli anni '80. Politiche attive del mercato del lavoro quali un sistema di assicurazione-disoccupazione e un investimento nel capitale umano, possono aiutare a compensare la crescente instabilità dell'occupazione e favorire ulteriormente la flessibilità del mercato del lavoro. Anna Diamantopoulou, Commissario responsabile dell'Occupazione e degli Affari sociali, ha dichiarato che: "I risultati della relazione costituiscono un utile incitamento per i lavori attualmente in corso a livello europeo, al fine di stimolare l'occupazione. Essi dimostrano che, anche nel difficile contesto economico attuale, la nostra strategia europea per l'occupazione e la strategia di Lisbona per rendere l'Europa l'economia mondiale più dinamica e competitiva vanno nella direzione giusta". Ovviamente rimangono delle differenze fra Stati membri: nel 2002 la crescita dell'occupazione va dal 3,2% del Lussemburgo al 0,7% della Danimarca, sebbene la media per l'Unione Europea sia appena positiva, con un tasso dello 0,4%. Nel corso degli ultimi anni la disoccupazione è diminuita nella maggior parte dei paesi in via di adesione, fatta eccezione in particolare per la Polonia, in cui il tasso è aumentato fino a raggiungere quasi il 20%. L'attenzione particolare per lo sviluppo delle competenze e la flessibilità dell'occupazione riguarda anche altri settori esaminati nella relazione: I modelli occupazionali dei lavoratori più giovani e di quelli più anziani sono simili, il che dimostra che i lavoratori più anziani non possono essere considerati dei sostituti, ma hanno piuttosto un ruolo complementare nel mercato del lavoro. Il tasso di occupazione per i lavoratori più anziani molto qualificati (61%) è quasi il doppio di quello dei lavoratori meno qualificati (31%). Inoltre i lavoratori meno qualificati abbandonano la vita attiva prima (a 58,7 anni, rispetto a 62,3 anni). L'aumento del tasso di occupazione dei lavoratori più anziani nel corso degli ultimi anni è connesso ad una maggiore incidenza del lavoro parziale. I lavoratori più anziani hanno bisogno di una formazione molto meno importante dei lavoratori più giovani. Nel 2002 in Europa si è registrata una crescita della produttività più elevata di quella degli Stati Uniti nelle industrie produttrici di tecnologia dell'informazione e della comunicazione (Tic), mentre il tasso di crescita della produttività è risultato inferiore nelle industrie utilizzatrici di Tic. Rispetto ai cittadini dell'Ue, il tasso di occupazione dei lavoratori che non sono cittadini dell'Ue è inferiore di circa 14 punti di percentuale, mentre la loro occupazione è orientata verso settori a basso reddito e con scarse qualifiche. Tuttavia si osserva una tendenza al cambiamento dal momento che di recente gli immigrati tendono ad essere più qualificati. L'elevata percentuale di abbandono scolastico precoce (35,1% rispetto alla media europea del 16,7%) desta anch'essa preoccupazione - impedisce l'adattamento ai cambiamenti strutturali e l'integrazione nella società europea. Nei mercati del lavoro europeo si riscontra tutta una serie di condizioni di flessibilità dell'organizzazione del lavoro. Il 18% dei lavoratori europei lavora part-time, il 13% occupa posti temporanei, fra cui oltre la metà non volontariamente e oltre un terzo con un contratto della durata massima di 6 mesi. Il 15% dei lavoratori europei fa regolarmente ore straordinarie, di cui oltre la metà non retribuite. Un quarto di tutti i lavoratori, in particolare coloro che sono occupati nei servizi e nelle vendite, lavoratori manuali qualificati e lavoratori non qualificati, lavora regolarmente al di fuori dell'orario fisso. Infine, l'8% dei lavoratori a pieno tempo nell'Unione Europea - oltre il 20% nel Regno Unito - di solito lavora più di 48 ore alla settimana. Il tasso di occupazione femminile ha raggiunto il 55,6% nel 2002, mentre quello dei lavoratori di sesso maschile ha registrato una leggera diminuzione. Nei mercati del lavoro dell'Unione europea persistono differenze nella retribuzione a seconda dei sessi, circostanza che non può essere giustificata da differenze nella produttività. La relazione sull'occupazione in Europa, che viene pubblicata ogni anno, presenta un panorama dell'evoluzione recente dei mercati del lavoro europei. Questa è la 15a edizione della relazione e la prima in cui sono quasi interamente integrati nell'analisi i paesi in via di adesione e i paesi candidati. Come nelle edizioni precedenti, vi è un allegato statistico dettagliato con gli indicatori chiave dell'occupazione, gli indicatori macroeconomici e le proiezioni a breve termine. Il testo completo della relazione, con l'allegato statistico, è disponibile alla voce "Documenti chiave" sul sito web della Direzione Generale Occupazione e Affari sociali: http://europa.Eu.int/comm/dgs/employment_social/key_en.htm 

ABAXBANK E ACCENTURE INSIEME PER OFFRIRE ON LINE SERVIZI FINANZIARI INNOVATIVI. AL VIA WINANCE, IL PORTALE  B2B PER LA FINANZA PERSONALE.
Milano, 10 ottobre 2003 - Abaxbank e Accenture - leader rispettivamente nell'ingegneria finanziaria e nell'innovazione tecnologica - hanno realizzato un'importante progetto co-branded per produrre e offrire on line servizi finanziari avanzati. Per la sua implementazione Abaxbank ha effettuato investimenti per circa 23 milioni di euro. Ii risultato di questa collaborazione è Winance, il portale 13213 di finanza personale che coniuga innovazione tecnologica e finanziaria. Con Winance investitori istituzionali, intermediari finanziari e reti distributive potranno avere accesso diretto alla "fabbrica prodotto" di Abaxbank e offrire alla propria clientela privata una vasta gamma di prodotti e servizi di qualità. L'ingegneria finanziaria e il know how di Abaxbank, leader di mercato nel segmento dei prodotti d'investimento destinati al retail, da oggi potranno essere utilizzati attraverso uno strumento unico e tecnologicamente avanzato. `Winance ci consentirà" - ha commentato Fabio Arpe, Amministratore Delegato di Abaxbank - "di consolidare ed espandere la nostra leadership nel segmento dei prodotti finanziari destinati alla clientela retail. Vogliamo offrire una "fabbrica prodotto" a tutte quelle reti distributive, banche commerciali e intermediari finanziari che non ne hanno una a disposizione, e Winance rappresenta la chiave di accesso. Per realizzare questo importante progetto ci siamo affidati ad un partner di eccezione come Accenture, leader nell'innovazione tecnologica". "Oggi più che mai, per avere successo, anche le banche d'investimento devono individuare strumenti innovativi che consentano loro di ampliare il numero di clienti che possono usufruire dei servizi finanziari ad alto valore aggiunto" - ha dichiarato Roberto Romanin Jacur, Partner Accenture responsabile dell'area Financial Services". - "Abbiamo collaborato con Abaxbank al disegno ed alla realizzazione di uno strumento finanziarie all'avanguardia, 'rnéttendo a disposizione le nostre competenze strategiche e tecnologiche. Grazie alla nostra esperienza nel campo dell'outsourcing siamo inoltre in grado di dare un significativo supporto anche nella gestione delle Operations". Winance è il primo portale che presenta un'offerta integrata di 3 prodotti/servizi: Sistema Scambi Organizzati (Mercato Secondario di obbligazioni e derivati cartolarizzati), Capital Market (Mercato Primario di obbligazioni e derivati cartolarizzati) e Risparmio Gestito (distribuzione e collocamento di gestioni patrimoniali). Tutti i servizi sono supportati in tempo reale dalle informazioni e dalle analisi fornite dalla sala operativa di Abaxbank, e da una serie di "financial tool" costruiti ad hoc, che consentono agli intermediari distributori di esaminare lo status passato, attuale e futuro della loro clientela privata e di supportarla nelle scelte che precedono e seguono le sue decisioni di investimento. In particolare, il Sistema Scambi Organizzati di Winance permette di negoziare oltre 700 titoli obbligazionari e derivati cartolarizzati con un'ampia varietà di offerta (Corporate ed Emergine Market Bond, Emerging Market Bond e Asset-backed Securities quotati da Abaxbank in qualità di market maker), assicura agli intermediari finanziari la liquidità dei depositi amministrati e prevede la possibilità di poter essere integrato con i sistemi titoli aziendali, al fine di garantire la costruzione di "panieri on line" differenti per singole filiali. La sezione Capital Market, consente agli intermediari distributori di partecipare al collocamento sul mercato primario obbligazionario, e offre anche la possibilità di avere a disposizione un'ampia informativa di prodotto che comprende prospetti informativi, anagrafica titoli, schede di adesione, brochure esplicative e schede prodotto. Per il risparmio gestito - segmento in cui la Retail Division di Abaxbank, leader nelle gestioni patrimoniali di tipo quantitativo, si posiziona come asset manager indipendente nella creazione di soluzioni innovative - Winance offre l'opportunità di accedere ad una piattaforma dedicata alla distribuzione e al collocamento di Gestioni Patrimoniali costruite ad hoc, con l'automazione dei processi di collocamento via web per la gestione di contrattualistica, modalità di raccolta, delle sottoscrizioni, rendicontazione ecc. L'offerta è completata, su richiesta, da servizi di system integration e servizi di outsourcing dell'area finanza integrati al portale. Accenture infatti, offre la possibilità di fruire di una serie di servizi di system integration collegati a Winance, tra cui gestione dati, integrazione sistemi (tra Winance ed i sistemi azienda interni in termini di position keeping, risk management, procedure di post trading) e outsourcing nell'area finanza delle funzioni di Operations (application management, facility e service management). Ciò consente di facilitare il dialogo tra Abaxbank e l'intermediario distributore sia pre che post trading e di rendere possibile l'eventuale connessione dello stesso con i sistemi informativi dell'intermediario.

A MILANO IN NOVEMBRE IL SESTO CONVEGNO GALGANO "IMPRESA & AMBIENTE" LA RESPONSABILITA' SOCIALE DELLE IMPRESE: AMBIENTE, ECONOMIA, ETICA L'ITALIA È PRIMA NELLA CLASSIFICA MONDIALE DELLE AZIENDE CERTIFICATE SA 8000
Milano, 10 ottobre 2003 - La "Responsabilità sociale delle imprese" è il tema emergente attorno a cui ruota quest'anno il sesto convegno Galgano su "Impresa & Ambiente". L'evento si svolgerà a Milano, martedì 11 novembre, organizzato in concomitanza alle manifestazioni per celebrare la Quindicesima Giornata Mondiale della Qualità nell'ambito della nona Settimana Europea. La Campagna Nazionale Galgano "Noi ci siamo" ha ottenuto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e il Patrocinio della Presidenza del Consiglio, del Dipartimento della Funzione Pubblica e dei Ministeri: Affari Esteri - Ambiente e Tutela del Territorio - Attività Produttive - Comunicazioni - Giustizia - Infrastrutture e Trasporti - Interno - Lavoro e Politiche Sociali - Politiche Agricole e Forestali. Il titolo del convegno Galgano, sponsorizzato da Assolombarda, Excelsior Hotel Gallia, Italcementi, Naturasì, Nestlé Italiana, Pirelli & C. Real Estate, Siemens e Wind Telecomunicazioni è "Responsabilità sociale delle imprese: ambiente, economia, etica". È stato invitato ad intervenire Roberto Maroni - ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il dibattito conviviale sarà moderato da Emilio Di Cristofaro, vicepresidente Gruppo Galgano. Dopo l'introduzione di Alberto Galgano, presidente del Gruppo omonimo, si parlerà di rapporto tra etica ed economia, istanze sociali, sviluppo economico e agricoltura sostenibile con Fabio Alessandro Filè - vicepresidente Assolombarda, Roberto Brambilla - referente italiano del gruppo di lavoro telematico sull'improta ecologica e social di Rete Lilliput (rete di associazioni, gruppi e cittadini impegnati nella salvaguardia della vita, della dignità umana, della salute e dell'ambiente), Gianluigi Brena - docente di antropologia filosofica all'Istituto Aloisianum di Padova, Franco Ferrarini - presidente Banca Agrileasing, Giampaolo Oliviero - titolare azienda agricola San Basilio (Ro), Paolo Tanturri - responsabile ufficio Cm&q di Anm Napoli, Assunta Putignano - assessore all'Ambiente del Comune di Mantova, Antonio Scipioni - professore Università di Padova, Giorgio Schiffer - amministratore delegato Brescia Mobilità. L'intero incontro sarà dedicato a mettere in luce e discutere il fenomeno della Rsi per offrire risposte anche ai consumatori, che sono sempre più attenti non solo alla qualità, ma anche al contenuto etico e all'impatto ambientale dei prodotti e dei servizi forniti dalle aziende. Per informazioni e per confermare la partecipazione: relazioni esterne Galgano, tel. 02.39.605.295, e-mail relazioni.Esterne@galganogroup.it

LA COMMISSIONE FEDERALE PER LE COMUNICAZIONI DEGLI STATI UNITI ACCONSENTE DI TRASFERIRE IL CONTROLLO DI GLOBAL CROSSING A ST TELEMEDIA.
Florham Park, Nj e Singapore, 10 ottobre 2003 – Global Crossing e Singapore Technologies Telemedia (St Telemedia) hanno reso noto che la Commissione Federale per le Comunicazioni degli Stati Uniti (Fcc) ha dato il suo consenso per trasferire il controllo di Global Crossing a St Telemedia. In seguito a ciò, si prevede che la nuova Global Crossing possa uscire, in breve tempo, dall’amministrazione controllata. “Siamo soddisfatti di aver ottenuto l’approvazione della Fcc,” ha dichiarato Lee Theng Kiat, president e chief executive officer di St Telemedia. “Ora, forti di questo progresso, speriamo di poter ampliare e rafforzare il business di Global Crossing negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Uscendo dall’amministrazione controllata, Global Crossing si troverà ben posizionata per continuare a integrare e a realizzare i suoi servizi in tutto il mondo, oltre che per ampliare le sue relazioni con i clienti, sia esistenti, sia nuovi.” “L’approvazione odierna della Fcc è il traguardo più importante, l’ultimo requisito necessario per uscire dal Capitolo 11,” ha commentato John Legere, chief executive officer di Global Crossing. “Dopo 20 mesi di ristrutturazione, Global Crossing è pronta a lasciarsi alle spalle l’amministrazione controllata con una rete basata su Internet Protocol unica al mondo, una gamma sempre maggiore di prodotti e servizi e una solida base di circa 75 mila clienti.” L’approvazione della Fcc costituiva l’autorizzazione finale che occorreva all’accordo tra St Telemedia e Global Crossing per procedere. Grazie all’investimento di St Telemedia, l’ormai riorganizzata Global Crossing continuerà a fornire negli Stati Uniti e nel resto del mondo servizi voce e dati superiori, una rete a banda larga e servizi di comunicazione a valore aggiunto, rafforzando le relazioni con i clienti esistenti e costruendone di nuove. St Telemedia sta investendo 250 milioni di dollari per detenere il 61,5% di Global Crossing. I creditori di Global Crossing riceveranno il 38,5% di partecipazioni azionarie. “Consideriamo St Telemedia un investitore solido e con una forte esperienza nel settore delle telecomunicazioni, in grado di apprezzare il lavoro svolto dal personale e dal management team di Global Crossing,” ha continuato Legere. “Speriamo, uscendo dal Capitolo 11, di poter capitalizzare sul posizionamento di Global Crossing come uno dei principali fornitori di servizi globali di telecomunicazione.” Nel corso della sua ristrutturazione, Global Crossing ha adottato significative misure per ridurre le spese operative, continuando contemporaneamente ad innovare i prodotti e i servizi e a migliorare il livello del servizio alla clientela. Global Crossing ha presentato di recente una piattaforma integrata di servizi Ip Vpn basata sulla tecnologia Mpls (Multi-protocol Label Switching) e ha introdotto su scala globale i Managed Services, ha reso disponibile una suite di servizi di videoconferenza all’avanguardia e ha mantenuto il suo posizionamento sul mercato come uno dei più importanti innovatori nel settore della tecnologia Voice over Ip (Voip) – con un piano di investimenti ottimizzato.

TECNONET SPA IN CRESCITA ANCHE NEL TERZO TRIMESTRE BRILLANTI RISULTATI NEL 3. TRIMESTRE, E NUOVO UFFICIO OPERATIVO PER IL SUD.
Milano, 10 ottobre 2003 - Tecnonet, azienda italiana che opera nell’ambito delle reti dati, della fonia e del networking, ha chiuso in crescita il terzo trimestre dell’esercizio in corso, confermando i brillanti risultati dei trimestri precedenti quanto a fatturato e contratti acquisiti. La società ha registrato una crescita del 24% rispetto allo stesso trimestre del 2002 e del 41% su base annua, confermando di trimestre in trimestre la sua tendenza positiva. I risultati sono perfettamente in linea con gli obiettivi dell’azienda, che prevede di raggiungere a fine anno un fatturato di 38 milioni di euro, rispetto ai 30 milioni di euro del 2002. I risultati di Tecnonet, che oggi ha 125 dipendenti in 9 sedi, confermano l’efficacia della strategia intrapresa dall’azienda, basata sulla partnership tecnologica con i clienti e su una sempre più ampia presenza sul territorio. “La nostra politica commerciale ha come vero obiettivo quello di fornire una soluzione concreta ai nostri clienti. Questo è il vero successo della nostra offerta, dove i prodotti e i servizi sono solo l’inizio di una vera e propria partnership, che porta a condividere nel tempo con il cliente le scelte di tecnologia.- ha affermato Mauro Sampietro, Ceo di Tecnonet - I risultati raggiunti anche in questo terzo trimestre, che comprende la pausa estiva e quindi potrebbero essere agevolmente rapportati a solo due mesi di lavoro, confermano la correttezza del nostro approccio.” Per il futuro, la società intende proseguire la politica di potenziamento ed integrazione della aziende del gruppo, per incrementare l’efficienza operativa ed essere sempre più vicina ai propri clienti. A tale scopo è stata appena costituita Tecnonet Sud, che canalizzerà su di sé tutte le operazioni ed il personale della controllata Telesys Srl, in modo da completare la fusione societaria, come è avvenuto con la società Telest ad inizio anno. “Questa operazione ci permetterà di ottimizzare i flussi di comunicazione e di gestione del Sud Italia – ha osservato Sampietro - e, soprattutto, ci permette una maggiore capillarità e presenza nel Sud, una regione che sta tecnologicamente crescendo a ritmo sostenuto. ”

IL CREDITO VALTELLINESE EMETTE UN TITOLO OBBLIGAZIONARIO SENIOR DI EURO 250 MLN CON BANCA IMI E CABOTO
Milano, 10 ottobre 2003 - Il Credito Valtellinese ha lanciato sull'euromercato un titolo obbligazionario senior di Euro 250 mln a tasso variabile con durata 5 anni. Il titolo, emesso al prezzo di 99,817, paga una cedola pari a 25 punti base sopra il tasso Euribor a 3 mesi e rimborsa alla pari a scadenza. Banca Imi e Caboto hanno agito in qualità di joint-bookrunner nel collocamento dei titoli, mentre Bancaperta (società del Gruppo Credito Valtellinese) ha assunto il ruolo di senior co-lead manager. Attualmente il Gruppo Credito Valtellinese conta un totale attivo di 9.686 milioni di Euro, dispone di 305 sportelli ed opera in Lombardia, Sicilia, Toscana e Lazio. E' costituito da sei banche (quattro banche territoriali e due specializzate), una società concessionaria per la riscossione tributi e tre società di produzione finalizzate a fornire tutti i servizi di supporto all'attività bancaria. Il core business è rappresentato dal retail banking tradizionale nei confronti della clientela Pmi, artigiani e famiglie. Il Gruppo offre una vasta gamma di prodotti tra cui asset management, private banking, remote banking, bancassicurazione ed anche servizi tecnici quali information technology e real estate management.

BANCA POPOLARE DELL'EMILIA ROMAGNA 4%, 2003-2008. RISERVATO IN OPZIONE AGLI AZIONISTI ED OBBLIGAZIONISTI. RISULTATI DELL'OFFERTA DEI DIRITTI DI OPZIONE NON ESERCITATI
Modena, 10 ottobre 2003: Si comunica che al termine del periodo di offerta in Borsa dei diritti non esercitati (n.1.166.775. Cod.isin It0003498836), gli stessi, corrispondenti a complessive n.145.846 obbligazioni convertibili, sono stati, nella giornata del 29 settembre scorso, interamente acquistati dal pubblico. Il regolamento delle corrispondenti obbligazioni è stato effettuato, come stabilito, con valuta 7 ottobre 2003. Al termine dell'operazione il prestito a margine è stato emesso per l'importo complessivo di Euro 330.517.984 (come massimo deliberato dall'Assemblea dei Soci del 17 maggio 2003), ed è rappresentato da n.10.328.687 obbligazioni convertibili di nominali Euro 32 cadauna.

SNIA: DEPOSITATA PRESSO CONSOB DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE ALLA PUBBLICAZIONE DEL PROSPETTO DI QUOTAZIONE E PRESSO BORSA ITALIANA DOMANDA DI AMMISSIONE A QUOTAZIONE DI SORIN
Milano, 10 ottobre 2003 - Ieri Snia S.p.a. ("Snia") - a seguito dell'assemblea straordinaria del 26 giugno 2003, che ha approvato il progetto di scissione parziale proporzionale di Snia mediante costituzione della società beneficiaria Sorin S.p.a. ("Società Beneficiaria" o "Sorin"), a favore della quale sarà trasferito il patrimonio costituito, in via principale, dalle partecipazioni detenute da Snia nel settore delle tecnologie medicali - ha depositato presso Consob domanda di autorizzazione alla pubblicazione del prospetto di quotazione e presso Borsa Italiana S.p.a. Domanda di ammissione alla quotazione delle azioni ordinarie Sorin sul Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.a.. Interbanca S.p.a. E J.p. Morgan Securities Ltd. Agiranno in qualità di Sponsor ai sensi del Titolo 2.3 del Regolamento dei Mercati organizzati e gestiti da Borsa Italiana S.p.a.

GANDALF : DEPOSITATA, PRESSO BORSA ITALIANA S.P.A. E LA CONSOB LA RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI
Orio al Serio (Bg), 10 ottobre 2003 - Gandalf rende noto che, ieri , è stata depositata, ai sensi della normativa vigente, presso la sede legale, la Borsa Italiana S.p.a. E la Consob la relazione degli amministratori ex art.3 D.m. Giustizia N. 437/1998. Inoltre che, con riferimento alle notizie apparse su alcuni organi di stampa, nel confermare il mancato pagamento delle retribuzioni di settembre e del 60% delle retribuzioni di agosto, la direzione della società ha prontamente concordato, con le segreterie territoriali Filtcgil, Fit-cisl e Uilt-uil un incontro per il giorno 15 ottobre 2003, al fine di dare seguito alla richiesta inviata dalle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori dipendenti in data 7 ottobre 2003, in ottemperanza alle "procedure di raffreddamento" disciplinate dalla legge 146/90. La direzione aziendale, considerato il delicato momento che sta attraversando la società e confidando nel senso di responsabilità e di attaccamento all'azienda fino ad oggi dimostrato dal personale dipendente, ritiene di addivenire ad una rapida intesa con le organizzazioni sindacali, evitando in tal modo di dare seguito alla procedura prevista dalla legge per l'attuazione dello sciopero generale. Sempre con riguardo ai rapporti con il personale dipendente si segnala che la società è in attesa di ottenere dall'Inps l'accettazione della proposta di rateizzazione in 36 mesi dei contributi arretrati a carico azienda, mentre ha sempre provveduto al versamento di quelli a carico dei dipendenti.

ASSOGAS: IL DECRETONE COLLEGATO ALLA FINANZIARIA SANCISCE IL RITORNO AL MONOPOLIO PUBBLICO
Milano, 10 ottobre 2003 – Assogas, l’Associazione Nazionale Industriali Privati Gas e Servizi Collaterali aderente a Confindustria, intende tutelare gli interessi dei propri associati mettendo in evidenza i rischi derivanti dal quadro normativo in itinere a regolamentazione del settore energetico e dei servizi pubblici locali. Assogas - oggi presieduta da Giandomenico Fabiani (Consigliere Delegato del Gruppo Italcogim) affiancato dai due Direttori Generali Gianfranco Bedussi e Sergio Sala - promuove e tutela gli interessi di 90 aziende del comparto, per 2,5 miliardi di m³ di gas erogato su tutto il territorio nazionale con 1.600.000 clienti serviti in 900 comuni. Assogas chiede pari opportunità tra gli operatori pubblici e privati, contrariamente a quanto espresso nell’art 14 del “maxi decreto” collegato alla Finanziaria (che riprende i punti del ddl Marzano), pensato nello spirito della libera concorrenza, ma che di fatto si traduce in un ritorno al monopolio pubblico. In particolare la possibilità che viene data ai comuni di riscattare anticipatamente le concessioni, e di riassegnarle senza bando di gara pone di fatto una pregiudiziale grave nei confronti degli operatori privati. “In questo modo si limita la concorrenza - affermano in Assogas - e non si creano le condizioni per un graduale adeguamento ai mutati scenari di mercato da parte degli operatori, a discapito del mercato nel suo insieme e degli interessi dei cittadini”. Assogas sostiene il principio dell’inapplicabilità del "riscatto anticipato", in ottemperanza al regime transitorio previsto dal decreto Letta. “Di fatto con il disegno di legge si scavalcano quelle che sono le attuali indicazioni di periodo transitorio necessario per uno sviluppo armonico di un autentico regime di liberalizzazione del mercato – afferma il Presidente Fabiani”. L’azione promossa da Assogas per arginare questo stato di cose non si limita all’esternazione di posizioni ufficiali, ma si è concretizzata anche in una serie di ricorsi fatti (e nell’80% dei casi vinti) relativi a bandi di gara per l’aggiudicazione del servizio di distribuzione gas, che manifestano evidente diseconomicità e barriere all’accesso.

IN FORTE AUMENTO NEL 2003 (+33%) IL COSTO DELLE POLIZZE DI RESPONSABILITA’ CIVILE PER LE AZIENDE ITALIANE
Roma, 10 ottobre 2003 - Un recente sondaggio di Marsh, leader mondiale nei servizi assicurativi, riassicurativi e di risk management, evidenzia che le società europee hanno acquistato nel 2003, rispetto al 2002, limiti di copertura assicurativa più bassi per la responsabilità civile generale e prodotto. Motivo: la sensibile crescita dei prezzi e la sua incidenza sul conto economico. Nel contempo, negli Stati Uniti le pronunce giurisprudenziali indicano indennizzi in aumento dovuti all’incremento dei costi della sanità, ai mutamenti legislativi e al persistere di un contesto di alta litigiosità e, in Europa, molti Paesi sembrano imboccare questa strada. Questo comporta, per molti settori di attività, l’intensificarsi del divario tra il livello di possibile esposizione ai rischi da responsabilità e il livello di protezione adottato. In Italia, il costo medio per massimali di 1 milione di euro è aumentato, tra il 2002 e il 2003, del 33%, secondo quanto indicato dalle 212 aziende che hanno contribuito al rapporto Limits of Liability Europe 2003. Detto costo si attesta su 18.008 euro, superiore di circa un quinto rispetto alla media europea. Tuttavia, il costo oscilla ampiamente a seconda del settore di attività considerato e della dimensione dell’azienda e quello, eccezionalmente alto, pagato dalla Pubblica Amministrazione e dai settori Servizi personali e commerciali, Alberghi, Divertimento, è tale da alterare l’intero quadro (cfr. Tabella). Per queste categorie i premi sono particolarmente elevati a causa dei bassi massimali che vengono in generale acquistati e per l’elevata frequenza media di sinistri di modesta entità che si verificano.

Settori Industriali in Italia

Limiti Medi (€M)

Prezzo Medio per €1M

Costo Medio per €1.000 di fatturato

Chimico-farmaceutico

33

7.768

0,99

Finanza – Banche, Assicurazioni, Immobiliare, altro

18

7.441

0,52

Pubblica Amministrazione

7

111.483

3,93

Hi-tech, Comunicazioni e Media

16

5.080

0,13

Servizi personali e commerciali, Alberghi, Divertimento

5

143.672

4,06

Energia, Nucleare, Servizi pubblici, Edilizia, Industria mineraria

102

12.063

0,26

Vendita al dettaglio e al consumo

12

9.159

0,17

Gomma, Plastica, Macchinari e Apparecchiature elettroniche

13

18.051

0,70

Trasporti

74

2.996

1,07

Totale

23

18.008

0,52

questi, in sintesi, alcuni dei risultati di uno studio condotto da Marsh circa gli atteggiamenti di acquisto di oltre 1.000 aziende europee nel 2002 e nei primissimi mesi del 2003. Il rapporto evidenzia che le società monitorate hanno mediamente acquistato massimali di responsabilità civile inferiori dell’11% e che il costo è aumentato da 8.339 a 15.196 euro per milione di euro di copertura, con un incremento dell’82%. In Europa, le piccole e medie aziende pagano un costo più alto per l’assicurazione di responsabilità civile in relazione al loro fatturato, sebbene i costi si riducano ovviamente man mano che l’importo della copertura aumenta. Ad esempio, in termini di fatturato, le aziende scandinave hanno avuto costi più bassi, pagando 0,41 euro per ogni 1.000 euro di fatturato, mentre le aziende dell’Europa centrale e occidentale (compresi Germania, Francia e Paesi Bassi) hanno sostenuto costi più alti, pagando 0,55 euro per ogni 1.000 euro di fatturato. Questo riflette, per le aziende di questi Paesi, la tendenza ad acquistare coperture più ampie. L’intera ricerca Limits of Liability 2003 - che quest’anno è giunta alla sua 12^ edizione - ha interessato un campione globale di oltre 4.300 aziende ubicate in 26 Paesi di quattro continenti. Dai dati del rapporto emerge che le aziende europee interpellate pagano, per ogni 1.000 euro di fatturato, circa il 20% in più rispetto alla media globale e che le società statunitensi acquistano, in media, il 71% in più di massimale rispetto alle aziende europee: questo è dovuto al persistere di una elevata litigiosità, ma anche a costi assicurativi più bassi per ogni 1.000 euro di fatturato e ad una maggiore attenzione al rischio e all’imprevisto dovuta a una sempre più alta frequenza di perdite consistenti o catastrofiche. “L’attuale stretto rapporto tra il contesto giuridico e il settore assicurativo nei Paesi Europei pone interessanti sfide a quelle società che vogliano gestire o trasferire i loro rischi” - ha commentato Vincenzo Albini, managing director di Marsh Inc. E direttore del segmento Corporate Client Practice di Marsh S.p.a. - “I premi assicurativi e il contenzioso, nella maggior parte dei Paesi europei, sono in forte aumento e l’incidenza sul conto economico avvertita da molte società potrebbe indurne alcune a ridurre i propri limiti di copertura assicurativa”. Come già osservato, i limiti di copertura assicurativa in Europa variano sensibilmente in relazione alle aree geografiche, al settore di attività e alle dimensioni dell’azienda e si differenziano oltremodo se comparati a quelli dei Paesi extraeuropei. Tuttavia, quello che accomuna Europa e Stati Uniti, sia in termini di risarcimenti sia di premi, è l’aumento indiscusso del costo per il rischio Rc. Ad esempio, negli Stati Uniti i costi per le azioni legali intraprese per morte accidentale sono quasi triplicati tra il 1994 e il 2001 e continuano ad aumentare. “E’ importante considerare questa tendenza nel momento in cui si stabiliscono i massimali”- afferma Vincenzo Albini - “In genere trascorrono almeno cinque anni prima che si concluda una causa giudiziaria di un certo peso. Questo significa che risarcimenti futuri soggetti ad inflazione potrebbero risultare superiori ai massimali di copertura acquistati oggi”. Copie del report Limits of Liability Europe 2003, oltre ad essere disponibili presso gli uffici Marsh, possono essere richieste via e-mail all’indirizzo: infomarsh.Italy@marsh.com

LA RIVINCITA DEL RAGAZZO DELLA VIA GLUCK SALE LA CITTÀ “VERDE” PIACE LA CASA NELLA MILANO DEI DIVERTIMENTI
Milano, 10 ottobre 2003 - Il “ragazzo della via Gluck”, intristito per la mancanza del verde, aveva comunque ragione come immobiliarista: primo perché nella zona di via Gluck i prezzi delle case sono cresciuti della metà rispetto alla media di Milano (su base annua +3,8% rispetto al 7,5%), secondo perché la città del verde è quella salita di più, a partire da Trenno – e il suo parco – con un + 21,4% in un anno, e in media con +7,9%. Comunque, le ottime performance del 2002 e del 2003, fra tre anni sembreranno lontane. Si prospetta una crescita al rallentatore per il mercato immobiliare milanese. I prezzi delle abitazioni nuove cresceranno ancora nel 2003 (+7,47% nel Centro Storico, +7,14% ai Bastioni, +6,93% in Circonvallazione e +5,98% in Periferia), per poi subire una brusca frenata nel 2005 (–2,2% nel Centro Storico, e solo +0,15% ai Bastioni, +0,44% in Circonvallazione e +1,07% in Periferia) e nel 2006 (–1,54% nel Centro Storico, +0,7% ai Bastioni, +0,8% in Circonvallazione e +1,3% in Periferia). Segnali presenti anche nei primi sei mesi del 2003: il boom della casa continua, ma con meno enfasi. I prezzi degli immobili sono ancora più alti del 3,2% da gennaio di quest’anno (+7,5% in un anno). Ma rallentano rispetto al +4% dello scorso semestre. Con affitti abbastanza stabili rispetto al passato e compravendite in tenuta, ma senza aumenti. Insomma in una situazione che tende alla stabilità. La casa non è più il bene rifugio per eccellenza: se infatti in sei mesi l’indice Mib finanziario immobiliare è salito del 18,76%, il rendimento degli immobili tocca solo il +3,4%. Ma c’è una Milano immobiliare che cresce di più: le periferie (+18,1% a Mercalli), ma anche il centro (via Solferino +17,2%, via della Spiga +16,9%), la Milano dei divertimenti (+4,1%; +9,7%) e, come ricordato, del verde (+4,1%; +7,9%). Rallentano i prezzi nelle zone a più alta densità di extra-comunitari (+4% annuo, ma solo +2,7% in sei mesi). Sono questi alcuni dei dati che emergono da una rielaborazione dell’Osservatorio Permanente sul Mercato Immobiliare della Camera di Commercio sui dati Fimaa Milano– Osmi, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per il consuntivo dei primi sei mesi 2003 e dal “Rapporto settembre 2003”, con le previsioni per il triennio 2003-2006, realizzato dall’Osservatorio Permanente sul Mercato Immobiliare della Camera di Commercio di Milano in collaborazione con il Certet- Università Bocconi. Domani un convegno. Se ne parlerà domani al convegno “Dove va Milano? Andamento del mercato immobiliare: momento di svolta o conferma del trend?” in Camera di Commercio, via Meravigli 9/b, (Mm Cordusio) dalle 9,30 alle 12,15. Parteciperanno: Antonio Pastore, presidente di Osmi-borsa Immobiliare, azienda speciale della Camera di commercio di Milano; Giorgio Viganò, presidente Osservatorio Permanente sul mercato immobiliare, Camera di Commercio di Milano; Lanfranco Senn, direttore Certet Università Bocconi; Gianni Verga, assessore al territorio, Comune di Milano; Mauro Danielli, presidente Fimaa Milano e vicepresidente Osmi-borsa Immobiliare, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, Marco Di Tolle, assessore al Territorio, Provincia di Milano; Claudio Lossa, presidente della Commissione Prezzi Osmi-borsa Immobiliare. Seguirà un dibattito tra il mondo imprenditoriale e immobiliare milanese e le istituzioni. “Il convegno di domani – ha dichiarato Giorgio Viganò, presidente Osservatorio Permanente sul mercato immobiliare, Camera di Commercio di Milano – rappresenta il primo evento di un appuntamento periodico, almeno annuale, che riunirà imprenditori, operatori e istituzioni. Un’occasione di valutare il consuntivo e la situazione del mercato immobiliare, ma anche di elaborare proposte e azioni comuni anche alla luce delle previsioni e degli scenari futuri che l’Osservatorio elabora periodicamente”. "In una fase di transizione per l’economia a livello internazionale - ha commentato Antonio Pastore, presidente di Osmi -Borsa Immobiliare, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano - il mercato immobiliare ha retto. Anzi, ha continuato nel suo trend positivo, segno evidente che la casa rimane il bene rifugio per eccellenza dei milanesi. La nostra ricerca ogni sei mesi parla di Milano nel senso più ampio del termine, suggerendoci come cambia la città, e con essa i gusti e le aspettative dei suoi cittadini e delle sue imprese. A questo proposito, un aspetto emerge forse in modo più eclatante di altri: l’aumento dei prezzi è generalizzato. In secondo luogo, cresce la Milano di qualità quella dedicata all’ambiente e al divertimento, ancora una volta la qualità della vita offre possibilità di sviluppo economico ”. “Il mercato del 2003 – ha dichiarato Mauro Danielli, vicepresidente di Osmi – Borsa immobiliare, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano e presidente Fimaa Milano - in provincia si conferma ancora attivo e vivace: i prezzi del nuovo o ristrutturato sono ancora in crescita (+5,6% su base annua) e crescono in misura più consistente i prezzi del vecchio. Tengono le compravendite, che si assestano intorno alle 32.000 anche nell’ultimo semestre”. Il Mercato Immobiliare Nei Primi Sei Mesi Del 2003 I prezzi delle case, zona per zona: In crescita i prezzi delle case nel semestre dicembre 2002/giugno 2003: + 3,2%. Su base annua la crescita è stata +7,5%. Sempre prima nella crescita dei prezzi semestrali delle case la Zona Nord (Quarto Oggiaro, Solferino, Lagosta, Carbonari, etc.): cresce del 4,4%, registra però un incremento del 7% nell’arco di un anno. Segue la zona est (Tribunale, Indipendenza, porta Venezia, etc.) dove la percentuale di aumento è stata del 4% (+6,5% annuo). Poi la zona ovest (Castello, Monterosa, Tripoli, Sempione, etc.), in cui la crescita è stata del 3,6% (8,2% annuo). Tiene ancora la Zona Centro (+2,3%, +7,8% su base annua ). Infine la Zona Sud (Navigli, Porta Genova, viale Bligny, etc.) + 1,5% nel semestre, +7,9 in un anno. Chi cresce di più…e chi meno Nell’ultimo semestre crescono di più via Trenno (+14,6%), via Solferino (+11,5%) Nel centro cresce di più via della Spiga (+5,9%) e via Brera (+2,4%). Si distinguono però, nella zona ovest, Trenno (+14,6%), Accursio e Caprilli (8,3%). A sud Mercalli con + 7,7%, Lodovico il Moro (4,2%). Cresce a Nord Solferino (+11,50) e Niguarda (+8,3%). A est Teodosio (+6,7%) e Libia (+5,2%). Su base annua però Trenno (+21,4%) della zona Ovest e Mercalli (+18,1) in zona sud registrano l’incremento più forte in assoluto. Seguito nella zona Nord da Solferino con +17,2%, e, in centro, via della Spiga (+16,9%). Nella Zona est cresce Teodosio con un +7,9%. Battute d’arresto nel semestre a Fulvio Testi in zona nord (-3,7%). Stagnante in centro Missori (0%), in zona ovest Parco Castello, Leopardi, San Vittore (0%). A Sud stabili Corvetto, Navigli, Vigentino, Solari, Gratosoglio, Cermenate, Frattini, Conca del Naviglio (+0%). Mentre a est Argonne raggiunge solo un + 2%. Costo al metro quadro – In media, a Milano, un appartamento costa al metro quadrato 3.608 euro (rispetto ai 3.495 di sei mesi fa e 3.357 euro di un anno fa). Nel centro storico la zona più costosa si conferma via della Spiga dove, il prezzo medio al metro quadro di un appartamento, è di circa 9.000 euro (rispetto ai 7.700 euro di un anno fa), seguita da Vittorio Emanuele con 7.150 (erano 6.350 euro). Nella zona est spicca il costo degli alloggi di corso Venezia con 6.400 euro (contro i 6.000). Nella parte ovest della città ottima la performance di via Leopardi (5.700 rispetto a 5.300 euro) e parco Castello (5.300 euro rispetto a 4.850). Nella zona nord le case costano di più in via Solferino (5.800 euro rispetto ai 4.950) e in piazza della Repubblica (5.200 euro rispetto a 4.500). Chiude la zona sud con via Mercalli (4.900 euro rispetto a 4.150). Ci sono aree dove invece le case sono più convenienti Al primo posto c’è Forlanini (est), dove con 2.150 euro al metro quadro si può ancora comprare un appartamento nuovo. Seguono la Bovisa a nord e Gratosoglio a sud (2.250 euro al mq) e Quarto Oggiaro a nord e Cermenate a sud (2.300). La Milano tematica. È la "Milano dei divertimenti" quella che cresce di più (+4,1%; +9,7% rispetto al 2002) a parimerito con la "Milano del verde" con un incremento dei prezzi del 4,1% (+7,9% rispetto al 2002). Più contenuto invece l'andamento semestrale delle tre zone maggiormente significative per presenza di cittadini extracomunitari (Istria e Bovisa, attraversate da Viale Jenner; zona di Paolo Sarpi; zona intorno alla Stazione Centrale), con una crescita media del 2,7% nell’ultimo semestre (+4% la crescita annua e) e per la "Milano dello studio" (zone Augusto, Nirone-s.ambrogio, Bligny-toscana, Fulvio Testi-ca' Granda, Pacini-ponzio e Faenza-famagosta-barona), con un +1,3% nei primi sei mesi del 2003 (+6,6% la crescita su base annua). Le compravendite – Secondo l’elaborazione di Osmi-borsa Immobiliare, su dati forniti da Data House, a Milano e provincia le compravendite nel corso del primo semestre 2003 sono passante da un totale di 91.977 nel 2001 a 101.614 nel 2002, raggiungendo le 49.523 nel primo semestre 2003, in linea con le 49.537 del primo semestre 2002 (+0,03%), ma tiene la crescita rispetto alle 46.256 del 2001. In Provincia di Milano, sono diminuite dello 0,7%, passando da un totale di 32.192 del primo semestre 2002 a 31.979 in questo semestre. A Milano città tale percentuale sale al +1,1% (da 17.345 del 2002, primo semestre, a 17.544 del 2003, primo semestre). Affitti a Milano – case. In lieve crescita gli affitti negli ultimi sei mesi. In media, nel primo semestre 2003 affittare una casa costa su base annua 148 euro al metro quadro all’anno, +2,6% rispetto ai 144 del semestre e dell’anno precedente. Per quanto riguarda le singole aree, l’incremento maggiore su base annua e semestrale si è registrato nella Periferia (+5,6%), seguita dalla cerchia dei Bastioni (+2,9%). Poi il Centro Storico (+2,4%). Stabile la Cerchia Circonvallazione (0%). Crescono i prezzi degli uffici – Anche quest’anno il prezzo degli uffici è cresciuto. Ma in modo più contenuto rispetto al passato (+0,6% in un semestre , +5% in un anno). In media, un ufficio a Milano costa 2.423 euro al metro quadro. Il maggior aumento è nella zona ovest (+1,5%; ma +9,4% annuo), seguita dalla parte nord (+1%; ma +2,7% annuo), da quella del centro storico (+0,4%; +1,2% annuo), da quella est (+0,2%; +5,2%), da quella sud (+0%; +6,4% annuo). Tra le singole zone, spicca per la crescita semestrale quella di Accursio (+7,2%) e Fiera Montetrosa (6%) in zona ovest, Porta Volta in zona Nord (+5,8%), Vittorio Emanuela (+2%) in centro, Tribunale (+1,4%) in zona est. Stabili i prezzi nella zona sud. Provincia di Milano. Il prezzo medio in provincia di Milano è di 1.671 euro al mq, con una crescita del 2,9% in sei mesi, 5,6% in un anno. Cresce di più il Rhodense con un prezzo medio di 1.834 euro al mq e un incremento dei prezzi semestrale pari al 4,3% e annuale del 7,9%. Segue Sud Milano (1.768, + 4,1%, +8,6%), Abbiatense-binaschino (1.531, +3,4%, +10,1%), Martesana-adda (1.714, +3,3%, +8,0%), Nord - Milano (2.125, +3,0%, +4,3%). Cresce in media provinciale la Brianza (con Monza) ha un prezzo medio di 1.654 euro al mq (crescono del 2,9% in sei mesi e del 6,0% in un anno). Sotto la crescita media il Castanese (1.321, +2,6%,+3,3%), il Magentino (1.534, +2,5%, +3,6%), il Legnanese (1.578,+2,2%,+3,5%), Nord – Groane (1.734, +1,7%, +3,3%), Sud-est Milano (1.583, +1,3%, +3,3%). Le Previsioni 2003-2006: Quanto Costerà Comprare E Affittare Case E Uffici Le previsioni si riferiscono a uno “scenario intermedio”, elaborato assumendo un tasso di interesse a lungo termine (tasso di interesse sui titoli di Stato europei a 10 anni) al 4,9% nel 2003, in ripresa al 4,9% nel 2004 e successivamente stabile al 5% nei semestri successivi. Case nuove. 2003-2006: crescita dei prezzi di una casa nuova a Milano. I prezzi delle abitazioni nuove cresceranno ancora soprattutto nel 2003 e nel 2004, per poi rallentare nel 2005 e nel 2006. In Periferia dall’aumento medio del +5,98% previsto per il 2003, si passerà al +3,7% nel 2004, al +1,07% nel 2005, per risalire al +1,3% nel 2006. Simile l’andamento anche per la cerchia della Circonvallazione (+6,93% nel 2003, +4,16% nel 2004, +0,44% nel 2005 e +0,8% nel 2006) e per i Bastioni (+7,14% nel 2003, +2,39% nel 2004, +0,15% nel 2005 e +0,7% nel 2006). Mentre la zona in cui la frenata dei prezzi si sentirà in modo più accentuato sarà il Centro Storico (dal +7,47% nel 2003, al +3,14% nel 2004), soprattutto nel 2005 (–2,2%) e nel 2006 (–1,54%). 2003-2006: i prezzi delle case nuove. Nella Circonvallazione acquistare una casa nuova costerà dai 2.997 ai 4.004 euro al mq nel 2003, dai 3.069 ai 4.066 euro al mq nel 2004, dai 3.097 ai 4.070 euro al mq nel 2005 e da 3.132 a 4.098 euro nel 2006. Per la Periferia i prezzi varieranno dai 2.267 ai 2.964 euro al mq nel 2003, dai 2.327 ai 3.004 euro al mq nel 2004, dai 2.367 ai 3.021 euro al mq nel 2005 e dai 2.400 ai 3.046 euro nel 2006. Vicino ai Bastioni si pagheranno dai 4.179 ai 5.892 euro al mq nel 2003, dai 4.298 ai 5.859 euro al mq nel 2004, dai 4.364 ai 5.808 euro al mq nel 2005 e dai 4.427 ai 5.839 euro nel 2006. Nel Centro Storico invece i prezzi varieranno dai 5.554 ai 7.444 euro al mq nel 2003, dai 5.686 ai 7.377 euro al mq nel 2004, dai 5.636 ai 7.138 euro al mq nel 2005 e dai 5.633 ai 7.070 nel 2006. Case vecchie. 2003-2006: crescita dei prezzi di una casa vecchia a Milano. I prezzi delle abitazioni vecchie si manterranno in generale su valori di crescita positivi, ma subiranno una diminuzione soprattutto nel biennio 2005-2006. Il rallentamento è più marcato per il Centro Storico (+10% nel 2003, +6,16% nel 2004, –0,8% nel 2005 e –0,08% nel 2006), mentre la zona dei Bastioni (+8,03% nel 2003, +5,92% nel 2004, +1,79% nel 2005 e +2,17% nel 2006), la Periferia (+4,82% nel 2003, +4,73% nel 2004, +1,82% nel 2005 e +2,04% nel 2006) e la Circonvallazione (+7,35% nel 2003, +5,86% nel 2004, +1,62% nel 2005 e +2,08% nel 2006) dimostrano comunque una buona tenuta. 2003-2006: i prezzi delle case vecchie. Nel Centro Storico acquistare una casa vecchia costerà dai 4.368 ai 5.435 euro al mq nel 2003, dai 4.500 ai 4.550 euro al mq nel 2004, dai 4.485 ai 5.485 euro al mq nel 2005 e dai 4.489 ai 5.472 euro nel 2006. In Periferia i prezzi varieranno dai 1.408 ai 1.902 euro al mq nel 2003, dai 1.452 ai 1.946 euro al mq nel 2004, dai 1.484 ai 1.975 euro al mq nel 2005 e dai 1.510 ai 2.000 nel 2006. Nella cerchia della Circonvallazione si pagheranno dai 1.953 ai 2.473 euro al mq nel 2003, dai 2.012 ai 2.553 euro al mq nel 2004, dai 2.043 ai 2.596 euro al mq nel 2005 e dai 2.073 ai 2.636 nel 2006. Ai Bastioni invece i prezzi varieranno dai 2.899 ai 3.838 euro al mq nel 2003, dai 3.008 ai 3.940 euro al mq nel 2004, dai 3.079 ai 3.995 euro nel 2005 e dai 3.134 ai 4.050 euro al mq nel 2006. Uffici. 2003-2006: crescita dei prezzi degli uffici a Milano. L’andamento dei prezzi degli uffici nei prossimi tre anni sarà all’insegna del rallentamento. Soprattutto per i Bastioni (–0,88% nel 2003, –2,2% nel 2004, –0,8% nel 2005 e –0,47% nel 2006), la Circonvallazione (–1,2% nel 2003, –1,68% nel 2004, +0,28% nel 2005 e +0,51% nel 2006) e il Centro Storico (+3,95% nel 2003, +3,71% nel 2004, –0,26% nel 2005 e –0,56% nel 2006). Migliora invece, anche se di poco, la situazione in Periferia (+0,31% nel 2003, +1,08% nel 2004, +1,37% nel 2005 e +1,07% nel 2006). 2003-2006: i prezzi degli uffici. Nel Centro Storico acquistare un ufficio costerà dai 4.487 ai 4.788 euro al mq nel 2003, dai 4.905 ai 4.545 euro al mq nel 2004, dai 5.007 ai 4.419 euro al mq nel 2005 e dai 4.951 ai 4.429 nel 2006. Nella cerchia della Circonvallazione i prezzi varieranno dai 2.004 ai 2.368 euro al mq nel 2003, dai 2.164 ai 2.182 euro al mq nel 2004, dai 2.100 ai 2.257 euro al mq nel 2005 e dai 2.119 ai 2.252 nel 2006. Ai Bastioni si pagheranno dai 2.898 ai 3.653 euro al mq nel 2003, dai 3.095 ai 3.375 euro al mq nel 2004 e dai 3.152 ai 3.265 euro al mq nel 2005 e dai 3.122 ai 3.271 nel 2006. In Periferia invece i prezzi varieranno dai 1.501 ai 1.834 euro al mq nel 2003, dai 1.644 ai 1.727 euro al mq nel 2004, dai 1.719 ai 1.698 euro al mq nel 2005 e dai 1.726 ai 1.715 euro al mq nel 2006. Affitti case. 2003-2006: crescita dei prezzi per affittare una casa a Milano. I tassi medi di crescita degli affitti delle abitazioni sono positivi soprattutto per la cerchia della Circonvallazione (+3,21% nel 2003, +6,08% nel 2004, +5,49% nel 2005 e +4,98% nel 2006), ma sono in aumento anche per la Periferia (+8,4% nel 2003, +5,1% nel 2004, +4,67% nel 2005 e +4,25% nel 2006) e per i Bastioni (+5,37% nel 2003, +4,64% nel 2004, +4,27% nel 2005 e +3,9% nel 2006). Più contenuta la crescita, invece, per il Centro storico (+4,02% nel 2003, +3,05% nel 2004, +2,93% nel 2005 e +2,71% nel 2006). 2003-2006: i canoni di locazione delle case. Nella cerchia della Circonvallazione affittare un’abitazione di 100mq costerà dai 643 ai 1.120 euro al mese nel 2003, dai 669 ai 1.172 euro al mese nel 2004, dai 703 ai 1.239 euro al mese nel 2005 e dai 727 ai 1.286 nel 2006. In Periferia i canoni per 100mq varieranno dai 600 ai 1.026 euro al mese nel 2003, dai 624 ai 1.063 euro al mese nel 2004, dai 655 ai 1.110 euro al mese nel 2005 e dai 677 ai 1.143 nel 2006. Ai Bastioni si pagheranno dai 1.111 ai 1.963 euro al mese nel 2003, dai 1.150 ai 2.028 euro al mese nel 2004, dai 1.200 ai 2.113 euro mensili nel 2005 e dai 1.236 ai 2.171 nel 2006. Nel Centro Storico invece gli affitti per 100mq varieranno dai 1.353 ai 2.288 euro al mese nel 2003, dai 1.379 ai 2.343 euro mensili nel 2004, dai 1.416 ai 2.416 nel 2005 e dai 1.441 ai 2.465 euro al mese nel 2006. Affitti uffici. 2003-2006: crescita dei prezzi per affittare un ufficio a Milano. Le locazioni degli uffici, nel prossimo triennio andranno incontro a un andamento altalenante. Sostanziale tenuta nella cerchia della Circonvallazione (+1,76% nel 2003, –2,32% nel 2004, +0,3% nel 2005 e +1,1% nel 2006) e in Periferia (+2,3% nel 2003, –3,52% nel 2004, –0,64% nel 2005 e +0,37% nel 2006). Diminuzioni, invece, per i canoni degli uffici dei Bastioni (–3,43% nel 2003, –4,56% nel 2004, –1,4% nel 2005 e –0,2% nel 2006) e del Centro Storico (–2,91% nel 2003, –6,33% nel 2004, –2,32% nel 2005 e –0,77% nel 2006). 2003-2006: i canoni di locazione degli uffici. Nella cerchia della Circonvallazione affittare un ufficio di 100mq costerà dai 822 ai 1.298 euro al mese nel 2003, dai 913 ai 1.181 euro al mese nel 2004, dai 1.011 ai 1.089 euro al mese nel 2005 e dai 1.049 ai 1.067 nel 2006. In Periferia i canoni per 100mq di ufficio varieranno dai 629 ai 991 euro al mese nel 2003, dai 686 agli 899 euro al mese nel 2004, dai 748 agli 828 euro al mese nel 2005 e dai 783 ai 797 nel 2006. Ai Bastioni si pagheranno dai 1.243 ai 1.896 euro al mese nel 2003, dai 1.336 ai 1.712 euro al mese nel 2004, dai 1.437 ai 1.568 euro mensili nel 2005 e dai 1.496 ai 1.505 nel 2006; mentre nel Centro Storico gli affitti per 100mq d’ufficio varieranno dai 1.774 ai 2.595 euro al mese nel 2003, dai 1.906 ai 2.286 euro mensili nel 2004, intorno ai 2.047 euro nel 2005 e dai 1.941 ai 2.131 euro al mese nel 2006.

PRIMA EUROPEAN DOMESTIC APPLIANCES CONFERENCE
Milano, 10 ottobre 2003 - Si tratta del primo convegno internazionale di Gfk Marketing Services dedicato al mondo degli elettrodomestici bianchi e piccoli. L'evento si svolge in Italia, sede delle case madri dei principali produttori mondiali che operano su questi mercati, e si ripeterà con cadenza biennale, toccando altri paesi. Per la prima volta saranno divulgati, al di fuori della ristretta schiera degli addetti ai lavori, dati comparativi della realtà di mercato nei diversi paesi europei. Le informazioni di fonte Gfk saranno comparate con le variabili macro-economiche I relatori sono certamente molto significativi: a fianco dei manager internazionali di Gfk Marketing Services sarà possibile ascoltare le chiavi di lettura suggerite dal Professor Andrea Boltho dell'Università di Oxford e dal Dottor Sebastiano Grandi del Cermes (Università Bocconi, Milano. Il Convegno si terrà a Milano il giorno 15 Ottobre dalle ore 9.00 alle ore 13.30, presso l'Hotel Principe e Savoia.

INSTALLATORI E MANUTENTORI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO SI CHIEDE L’APPROVAZIONE DEL DDL MARZANO IN SENATO
Milano, 9 ottobre. Il 16 Luglio scorso la Camera dei Deputati ha approvato il Ddl 3297 relativo al riordino del settore energetico (relatore on. Saglia), presentato dal Ministro alle Attività Produttive, Antonio Marzano. Per le 100 mila imprese del settore installazione e manutenzione di impianti e per i loro 300 mila dipendenti è un primo importantissimo risultato ricercato da anni. Pressoché all'unanimità (388 favorevoli, 13 astenuti e 2 contrari), all'interno del Ddl Marzano sono stati infatti approvati due importanti provvedimenti: comma 8 art.15: il divieto per le imprese che operano come distributori o venditori di energia di poter operare in proprio o con partecipate o collegate, in attività diverse, nello stesso territorio e per la stessa durata della concessione o dell'affidamento. Comma 6 art.17: l'abolizione dell'obbligo per le aziende distributrici di gas di controllare tutti gli impianti d'utenza prima di fornire l'allacciamento alla rete (abolizione comma 5 art.16 legge 164/2000) La legge è ora in discussione al Senato per la definitiva approvazione. Cna Lombardia, Cna Milano e la loro Associazione di categoria Anim, a nome delle 100 mila imprese del settore, si incontrano con i Senatori della Xa Commissione e con la stampa per discutere l'approvazione della legge Marzano e i provvedimenti per la liberalizzazione del mercato del settore impiantistico alcuna. Lunedì 13 ottobre 2003 ore 10.00 / 13.00 Palazzo Giureconsulti - Sala Colonne Via Mercanti 2 - Milano Programma: Saluto: Giancarlo Maggi - vice presidente vicario regionale Cna; Apertura Lavori: Cristina Croda - presidente Anim/cna Lombardia; Introduzione: Maurizio Calzolari - presidente Anim Nazionale; Interventi dei Senatori: Luigi Maconi - Ds; Cesarino Monti - Lega; Patrizia Toia - Margherita; Giuseppe Valditara - An. Moderatore: Renzo Sangiorgi – segretario Anim Nazionale.

XIII CONFERENZA NAZIONALE APSTI (ASSOCIAZIONE PARCHI SCIENTIFICI E TECNOLOGICI ITALIANI)
Dalmine, 10 ottobre 2003 - Giornata bergamasca oggi per i vertici dell'Apsti - Associazione Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani. In mattinata si svolgerà a Dalmine, presso la sede della Servitec, l'annuale assemblea dell'Associazione, preceduta da una riunione del Consiglio Direttivo. La parte esterna della manifestazione inizierà alle ore 14.30, nella Sala del Mosaico della Camera di Commercio in Via Petrarca, 10 a Bergamo; dopo l'apertura del convegno da parte del Presidente della Servitec dott. Roberto Sestini, porgeranno il saluto delle Autorità il vicesindaco del Comune di Bergamo dott. Franco Tentorio, il Presidente della Provincia dott. Valerio Bettoni e il vicepresidente dott. Carlo Mazzoleni per l'Unione Industriali. La relazione di base verrà svolta dal Presidente dell'Apsti, prof. Eugenio Corti, sul tema: "Il contributo dei Pst al sostegno della competitività del Paese". Seguiranno alcuni contributi specifici relativi agli indicatori di performance dei parchi e al trasferimento tecnologico alle Pmi. Il tema della trasferibilità delle nanotecnologie ed il ruolo dei Pst verrà svolto dal Prof. Paolo Milani dell'Università Statale di Milano: farà certamente riferimento all'insediamento di uno specifico laboratorio all'interno del Point di Dalmine.

NOLEGGIO A LUNGO TERMINE: OVERLEASE APRE AI PRIVATI
Roma, 10 ottobre 2003 - Basta un piccolo canone di 348 euro (Iva inclusa) al mese comprensivo di tassa di circolazione, assicurazioni e interventi di manutenzione e si può viaggiare su un’auto di piccola cilindrata rinunciando alla proprietà. È questa la straordinaria proposta di Overlease, società specializzata nel noleggio a lungo termine che da oggi si rivolge anche ai privati. “Finora il nostro target di riferimento è stato prevalentemente quello delle aziende - dichiara Maurizio Giglio, Direttore Commerciale di Overlease - ma siamo certi che il noleggio a lungo termine sia un prodotto molto attraente anche per i privati per gli interessanti vantaggi economici che ne possono derivare e per l’estrema facilità di accesso ai servizi. È un dato di fatto testimoniabile con alcuni studi da noi effettuati (vedi allegato), che il noleggio a lungo termine è più vantaggioso rispetto alla proprietà dell’auto. Abbiamo, quindi, pensato di rivolgerci anche al privato attraverso una campagna pubblicitaria sulle principali testate italiane attraverso la quale abbiamo comunicato le tariffe relative ai canoni mensili di noleggio. E il riscontro è stato immediato! In pochi giorni centinaia di persone hanno telefonato al nostro centralino per ricevere ulteriori dettagli sul servizio di noleggio a lungo termine rivolto ai privati”. Che il servizio di noleggio a lungo termine possa portare assoluti benefici grazie all’ottimizzazione dei costi è cosa nota tra le aziende, molte delle quali ne fanno ricorso da anni. Nel canone, infatti, è compresa una serie di costi che vanno dal bollo all’assicurazione, dalla manutenzione ordinaria al servizio di soccorso stradale che incidono sul portafoglio. Senza contare che con il noleggio a lungo termine si possono evitare file all’ufficio postale per il pagamento della tassa di circolazione, le perdite di tempo con gli assicuratori per i rinnovi della polizza, lo stress di trovarsi a centinaia di km da casa con il veicolo inutilizzabile per un grave guasto o per un incidente. Il cliente che ricorre ai nostri servizi, può beneficiare della consulenza gratuita di un ns. Funzionario commerciale che lo assisterà verso il veicolo e la formula contrattuale che meglio si addice alle sue esigenze. Una volta ritirato il veicolo non ci si dovrà preoccuparsi di nulla, in quanto penserà a tutto Overlease. Per la manutenzione ad esempio ci si potrà rivolgere ad uno degli oltre 4500 punti di assistenza convenzionati. Inoltre, se previsto contrattualmente, è possibile utilizzare un veicolo sostitutivo per tutto il periodo per cui esso resterà in officina. Overlease si occuperà anche di pagare alla scadenza la tassa di proprietà, la polizza assicurativa, ecc. Scaduto il contratto non ci si dovrà neanche preoccupare della rivendita dell’auto, ci penserà Overlease, che se lo vorrete, vi consegnerà contestualmente una macchina nuova “fiammante”. “Il servizio che forniamo naturalmente non riguarda solo auto di piccola cilindrata. Abbiamo la possibilità - prosegue Giglio - di fornire al cliente qualsiasi auto desideri, benzina o diesel di ogni cilindrata, con l’allestimento che più preferisce. Il preventivo è assolutamente gratuito”. Per informazioni rivolgersi al numero verde 800.606040 oppure inviare una mail avente come oggetto “richiesta preventivo” a: com-it@overlease.It. Quanto si risparmia con il noleggio a lungo termine Come in altri paesi, i costumi degli italiani stanno cambiando legando la propria esistenza più al possesso che alla proprietà. E anche l’auto, da sempre status symbol per eccellenza degli italiani, viene coinvolta da questo mutamento esistenziale. D’altronde essere proprietari di un’automobile oggi ha costi decisamente impegnativi. Ma nonostante la propria auto, magari tenuta in garage, abbia un costo oneroso, il ricorso alla macchina è ancora una necessità imprescindibile. In buona sostanza il noleggio a lungo termine toglie i “grattacapi” legati alla proprietà dell’auto (costi, preoccupazioni, incombenze) permettendoci di godere l’automobile e i suoi vantaggi, lasciando a Overlease qualsiasi tipo di problema. Avere un’auto oggi rappresenta, infatti, un impegno finanziario non indifferente e una serie di “seccature” che portano via molto tempo. Pensateci bene! Il costo di un’auto non è solo quello dell’acquisto, ma anche quello relativo alle spese gestionali (bollo, assicurazione, garage) e di manutenzione (riparazioni meccaniche e di carrozzeria, cambio pneumatici,). Senza contare il tempo sprecato per la fila all’ufficio postale per il bollo e l’attesa dall’assicuratore per la polizza. Va considerato, inoltre, un particolare a cui spesso non si fa attenzione quello della svalutazione: un’auto nuova fiammante appena uscita dal concessionario già al primo semaforo vale molto meno di quanto vi è costata e ogni anno la vostra auto perde ulteriore valore. Ma andiamo nel dettaglio. “Mantenere” una berlina media (tipo Stilo 1900 cc), costa 7.236 euro l’anno tra bollo (219 euro), assicurazione furto-incendio e Rcauto (1.129 euro), manutenzione ordinaria e straordinaria (2.009 euro), svalutazione e finanziamento della macchina (pari a 3.653 euro) ed i costi per l’assistenza (226 euro). Vediamo adesso, invece, quanto costa il noleggio a lungo termine. La stessa vettura con un contratto di 3 anni e 90.000 chilometri totali costa 5.976 compreso l’Iva all’anno. Con il noleggio a lungo termine, quindi, avrete risparmiato ben 1260 euro all’anno (oltre il 20%). Una considerazione, quindi, viene spontanea! Ma allora vale ancora la pena immobilizzare capitali per acquistare un’auto distogliendoli da altri impieghi, magari più utili, oppure più redditizi, o perché no anche più piacevoli? Il noleggio a lungo termine, quindi, rappresenta un nuovo modo di godere un’auto senza tenere fermo un capitale in garage, pagando solo per l’uso della vettura e dimenticando tutte quelle spese previste e impreviste, che fanno dell’auto di proprietà una vera e propria “macchina” mangia soldi.

LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE INIZIATIVE PER LA PESCA SOSTENIBILE NEL MEDITERRANEO
Bruxelles, 10 ottobre 2003 - La Commissione europea ha proposto oggi una seria completa di misure di gestione per affrontare le cause del sovrasfruttamento e di altri metodi di pesca insostenibili praticati nel Mediterraneo. Negli ultimi decenni, nella regione lo sforzo di pesca è progressivamente aumentato e le catture sono diminuite (cfr. Grafici). Nell'adriatico e nel canale di Sicilia, ad esempio, per alcune specie i tassi di cattura odierni sono inferiori del 60% a quelli di circa 20 anni fa. Questa proposta legislativa della Commissione è l'iniziativa principale che da seguito al piano d'azione dell'Ue per la pesca sostenibile nel Mediterraneo, presentato nell'ottobre scorso nel quadro della riforma della politica comune della pesca (Pcp). La proposta si prefigge di realizzare questo obiettivo fondandosi su misure esistenti ed elaborandone di nuove, adeguate alle condizioni specifiche dell'attività di pesca nella regione. Essa comprende misure quali l'aumento progressivo delle dimensioni delle maglie o il rafforzamento dell'attuale divieto di taluni attività di pesca al traino per tutelare meglio il novellame, iniziative specifiche per il pesce spada, il miglioramento dei controlli, la ripartizione delle responsabilità di gestione tra l'Ue e gli Stati membri, l'introduzione della gestione dello sforzo di pesca. Inoltre a novembre si svolgerà a Venezia una conferenza ministeriale per discutere insieme agli altri Stati Mediterranei le prospettive di una strategia coordinata per dichiarare le zone di pesca zone protette. Franz Fischler, commissario per l'agricoltura, lo sviluppo rurale e la pesca, ha commentato: “Gli stock ittici stanno diminuendo, anche nel Mediterraneo. Questa proposta presenta nuove idee per realizzare la pesca sostenibile in questa zona al fine di garantire il futuro di 100 000 pescatori. Molti dei suoi elementi sono stati suggeriti dagli operatori del settore, con i quali continueremo le discussioni. Ma il Mediterraneo non finisce ai confini dell'Ue. È quindi fondamentale la cooperazione internazionale tramite il Consiglio generale per la pesca nel Mediterraneo. La prossima conferenza internazionale di Venezia costituirà l'occasione per discutere queste questioni anche con i paesi vicini, ai fini di una maggiore efficacia e cooperazione nell'ambito della gestione delle attività di pesca nel Mar Mediterraneo." Una strategia globale per la pesca responsabile Come affermato nel Piano d'azione dell'Ue dell'anno scorso, i problemi di conservazione devono essere affrontati mediante una strategia precauzionale globale. A tal fine la Commissione propone iniziative nei seguenti ambiti: Misure tecniche di protezione del novellame Le attuali misure tecniche devono essere aggiornate per tener conto dei più recenti pareri scientifici, al fine di garantire la protezione del novellame - in modo che esso possa contribuire alla ricostituzione degli stock - e la riduzione del quantitativo di pesce che non si desidera pescare e che viene rigettato in mare, morto. Le misure proposte dalla Commissione comprendono l'aumento graduale in 6 anni delle dimensioni delle maglie delle reti da traino, che passerebbero da 40 mm a 60 mm. Il primo aumento a 50 mm avrà luogo entro la fine del 2005 e quello a 60 mm entro la fine del 2008. Verrà inoltre aumentata la dimensione degli ami sui palangari per la cattura di una serie di specie. Per evitare l'impiego di dispositivi che riducono la selettività delle reti da traino, l'armamento di tali reti dovrà rispettare determinati requisiti tecnici. Inoltre, saranno stabilite disposizioni relative alle dimensioni massime di taluni attrezzi da pesca, per limitare lo sforzo di pesca. La proposta rafforza inoltre l'attuale divieto di talune attività di pesca a strascico al fine di proteggere alcune zone costiere in cui converge il novellame e che ospitano habitat sensibili. Tali misure incoraggeranno l'impiego di attrezzi più selettivi utilizzati da pescatori che esercitano l'attività di pesca artigianale. Per scoraggiare la cattura di pesce immaturo, vengono proposte taglie minime di sbarco per oltre 20 specie di pesce, crostacei e molluschi. Viene proposta una serie di misure specifiche per le specie altamente migratorie. Dato che l'Ue è responsabile di oltre il 75% delle catture di pesce spada nel Mediterraneo, la Commissione propone misure per evitare la cattura di pesce spada immaturo. Verrà stabilita una taglia minima di sbarco del pesce spada e un periodo annuale di 4 mesi - dal 1° ottobre al 31 gennaio - durante il quale è vietato l'impiego di palangari per la cattura di specie altamente migratorie. Alcune delle misure tecniche proposte sono destinate a porre fine definitivamente all'impiego di reti da posta derivanti per le specie altamente migratorie a seguito del divieto che è diventato operativo il 1° gennaio 2002. Ripartizione delle responsabilità: piani di gestione nazionali e dell'Ue Date le caratteristiche dell'attività di pesca nel Mediterraneo, che può spaziare dalla pesca in alto mare all'attività di pesca limitata a talune sottozone, e la consuetudine di gestire lo sforzo di pesca a livello sottoregionale, la Commissione propone la definizione di piani di gestione tanto a livello Ue quando a livello nazionale. Tali piani introdurranno nel sistema maggiore responsabilità e maggiore controllo nonché la flessibilità necessaria per tener conto di questi vari elementi. I piani Ue possono comprendere misure di limitazione dello sforzo di pesca, misure tecniche specifiche, l'estensione del sistema di localizzazione via satellite (Vms) ai pescherecci di lunghezza compresa tra 10 e 15 m e/o limitazioni a talune zone. Gli Stati membri o un comitato consultivo regionale per il Mediterraneo possono presentare alla Commissione proposte per la definizione di tali piani. Gli Stati membri, dal canto loro, adotteranno entro il 31 dicembre 2004 piani di gestione di talune attività di pesca nelle rispettive acque territoriali, previa loro trasmissione alla Commissione. Qualora sia probabile che tali piani incidano sui pescherecci di altri Stati membri, verranno adottati soltanto previa consultazione della Commissione, degli Stati membri interessati e del comitato consultivo regionale. Controllo rafforzato Viene proposta una serie di misure di controllo che integrano o rafforzano quelle attuali. Tra queste figurano lo sbarco in porti designati delle catture effettuate con determinati attrezzi da pesca. Tale misura avrà inoltre un effetto positivo sulla commercializzazione dei prodotti della pesca e incoraggerà la costituzione di organizzazioni di produttori. Attività di pesca sportiva La pesca sportiva ha una particolare rilevanza nel Mediterraneo poiché rappresenta oltre il 10% della produzione ittica totale in questa zona. Si propongono pertanto misure per disciplinare tali attività e garantire la comunicazione di dati sulle catture in questione. Accesso alle acque intorno a Malta Per dare attuazione alle disposizioni del trattato di adesione di Malta sono state incluse misure per limitare lo sforzo di pesca nella zona di gestione di 25 miglia attorno a Malta. Si tratta di misure conformi alla strategia della politica comune per la pesca nel Mediterraneo mirante ad applicare il controllo dello sforzo di pesca e a fare ricorso a misure tecniche quali le zone di divieto per taluni attrezzi da pesca.

LE STELLE MARINE E GLI SCAMPI SOFFRONO DI TRAUMI?
Bruxelles, 11 ottobre 2003 - I risultati preliminari di un progetto comunitario, completato di recente, stanno contribuendo a chiarire gli effetti della pesca a strascico dei gamberi sull'esaurimento e sulla conservazione ecologica degli stock. Lo studio portoghese, intitolato "Invertebrate discard viability and fitness in prawn trawl fisheries" ("Vitalità degli invertebrati scartati e benessere sulle imbarcazioni per la pesca a strascico dei gamberi"), ha ricevuto un finanziamento comunitario pari a circa 28.000 euro nell'ambito della sezione Energia, ambiente e sviluppo sostenibile (Eesd) del Quinto programma quadro (5Pq). La pesca a strascico dei gamberi è ritenuta responsabile di un terzo degli scarti mondiali, nonostante apporti meno del due per cento dei prodotti ittici complessivi. I pesci ed altre specie marine considerate inadatte alla commercializzazione muoiono sul ponte o vengono ributtate in mare. Esistono ben poche conoscenze sui traumi sofferti e sulla sopravvivenza di queste specie scartate. Come ha riferito al Notiziario Cordis Robert Harris, ricercatore responsabile del progetto e borsista "Marie Curie", il compito principale consisteva nell'esaminare il tasso di sopravvivenza a breve termine e la vitalità a lungo termine delle grancelle, dei giovani scampi (o nephrops), delle stelle marine e di altre specie di crostacei, che restano intrappolati nelle reti per gamberi, ma vengono scartati perché catturati incidentalmente pescando altre specie. Abbiamo studiato in particolare gli scarti della pesca dei gamberi al largo della costa meridionale del Portogallo, dove le imbarcazioni pescano a grande profondità e lo strascico delle reti può durare molto a lungo", ha spiegato il Dott. Harris. Per un periodo di sei mesi, il gruppo scientifico ha accompagnato le imbarcazioni commerciali per la pesca a strascico al largo della costa portoghese dell'Algarve, allo scopo di esaminare gli scarti del pescato provenienti da acque profonde fino a 700 metri. "Per stabilire il tasso di sopravvivenza a breve termine con i nostri esperimenti, abbiamo riprodotto lo stesso trattamento riservato ai crostacei nelle normali condizioni di pesca", ha affermato il Dott. Harris. "Una volta recuperata, abbiamo lasciato la rete sul ponte per 90 minuti, ossia per il tempo normalmente necessario alla cernita del pescato e all'eliminazione degli scarti". Il gruppo ha definito i 90 minuti come periodo standard per esaminare il tasso di sopravvivenza. I ricercatori hanno scoperto che, se lasciati sul ponte per tale periodo, morivano il 40-50% degli scarti a seconda delle specie. "Queste specie che vivono nelle profondità marine sono molto più fragili di quelle che vivono in acque basse, pertanto i lunghi periodi di traino delle reti e di esposizione all'aria e al calore determinano effetti letali". Di solito, gli animali che sopravvivono vengono rigettati in mare insieme ai crostacei appena morti. Per determinare il loro tasso di sopravvivenza in acqua, il Dott. Harris e il suo gruppo hanno riprodotto le condizioni marine collocando i crostacei in acquari di plastica oscurati, contenenti acqua marina raffreddata ad una temperatura simile a quella presente sui fondali. "Siamo andati un po' oltre il semplice esame volto a verificare eventuali segni di vitalità", ha dichiarato il Dott. Harris. "Per un periodo di dieci giorni, abbiamo controllato la risposta dei crostacei agli stimoli meccanici nonché le loro capacità di fuga e di difesa". Inoltre abbiamo prelevato campioni di sangue dai crostacei, mentre si trovavano sul ponte e negli acquari, per confrontare i livelli di stress fisiologico dentro e fuori l'acqua, nonché per verificare se tali invertebrati mostrassero eventuali sintomi di ripresa. Nonostante alcuni rispondessero rapidamente agli stimoli, il gruppo ha scoperto che vi era ancora un livello molto elevato di mortalità pari al 50-60 per cento e che, a seconda delle specie, il tasso aumentava fino al 90 per cento dopo cinque giorni. "Le nostre scoperte rivelano che i crostacei ributtati vivi in mare soffrono per il trauma subito e, in realtà, vanno lentamente incontro alla morte", ha spiegato il Dott. Harris aggiungendo: "Essi sono soltanto cibo per i pesci". I risultati del progetto evidenziano l'impatto negativo della pesca a strascico sulla biodiversità marina. "La maggior parte delle specie fragili sta gradualmente scomparendo dalle zone in cui si pratica la pesca a strascico in forma intensiva, mentre le più resistenti specie "spazzino" continuano a proliferare", ha affermato il Dott. Harris aggiungendo che, se si vuole garantire la biodiversità dei nostri oceani, è necessario modificare le pratiche della pesca a strascico. "Bisogna esaminare più attentamente il trattamento riservato ai pesci", ha dichiarato il Dott. Harris. "Per esempio possiamo consigliare di ridurre il periodo di tempo trascorso sul ponte, spruzzare i pesci con acqua marina per mantenerli umidi e freschi, oppure migliorare la selettività delle reti a strascico in modo tale che le specie di scarto possano fuggire". Da questa ricerca, il Dott. Harris ha tratto la conclusione che vale la pena valutare se i livelli di sopravvivenza possono essere effettivamente incrementati applicando i suddetti metodi.

PROMOZIONE DELL'OLIO D'OLIVA E DELLE OLIVE DA TAVOLA
Bruxelles, 10 ottobre 2003 - La Commissione europea ha approvato cinque programmi di azione in tre Stati membri (Spagna, Grecia e Italia) per promuovere il consumo e la commercializzazione d'olio d'oliva e di olive da tavola nell'Unione europea. Il costo complessivo delle misure ammonta a 4,88 milioni di euro, di cui il 50% (2,44 milioni di euro) sono finanziati dall'Unione europea. Nel quadro di un regolamento del Consiglio sulle azioni di informazione e di promozione dei prodotti agricoli sul mercato interno, è stata avviata un'azione speciale, per l'anno 2003, per la promozione dell'olio d'oliva e delle olive da tavola. I cinque programmi proposti dai tre Stati membri sono stati tutti selezionati dalla Commissione e sono cofinanziati dal bilancio dell'Ue nell'ordine del 50%. Allegato Programmi di promozione "Mercato interno" Serie speciale 2003 - Olio d'oliva e olive da tavola

Stato membro

organizzazioniproponenti

prodotti

stanziamento

cofinanziamento Ce

spagna

oiao, Madrid

olio d'oliva

2.744.435

1.372.218

grecia

sevitel, Atene

olio d'oliva

567.292

283.646

 

pemete, Atene

olive da tavola

141.000

70.500

italia

cno, Roma

olive da tavola e olio d'oliva

863.313

431.657

 

aprol, Foggia

olive da tavola

568.915

284.458

3 Sm

5 programmi

totale

4.884.955

2.442.478

  oiao: Organización interprofesional del aceite de oliva Sevitel: (trad.) Unione delle industrie greche di normalizzazione dell'olio d'oliva Pemete: (trad.) Unione panellenica dei trasformatori/esportatori di olive da tavola Cno: Consorzio Nazionale Olivicoltori Aprol: Associazione produttori olivicoli di Foggia

CEREALI A SEMINA AUTUNNALE: BUONE PROSPETTIVE, SE COLTIVATI CON PROFESSIONALITÀ
Forlì 10 ottobre 2003 - I suggerimenti del Consorzio Agrario di Forlì-cesena e Rimini, frutto della sperimentazione attuata anche in un’annata difficile quale il 2003 - Seme selezionato e certificato, concimazioni equilibrate, difesa fitoiatrica, portano a risultati economici soddisfacenti - Occorre iniziare a “scaldare i motori”, in vista del disaccoppiamento che inizierà nel 2005 Le prove comparative condotte dal Consorzio Agrario di Forlì-cesena e Rimini in un’annata difficile come il 2003 hanno ulteriormente dimostrato che i cereali, per esplicare tutto il loro potenziale produttivo, devono essere coltivate in modo altamente professionale. Seme selezionato e certificato delle varietà più adatte alle varie zone di coltivazione, concimazioni equilibrate negli apporti di nutritivi e razionalmente distribuite durante il ciclo vegetativo, diserbo, difesa fitoiatrica sia del seme che della vegetazione, costituiscono elementi dai quali non si può prescindere se si vogliono realizzare -e i fatti dimostrano che è possibile- risultati economici soddisfacenti. Questi suggerimenti ed indicazioni sono forniti dal Consorzio Agrario e possono essere attuati anche con l’aiuto dei tecnici dell’Ufficio Tecnico, sempre pronti ad affiancare le aziende associate e i clienti nel migliorare le tecniche di coltivazione al fine di incrementare il reddito delle imprese. Dal 2005 entrerà in vigore il “disaccoppiamento”, ovvero il pagamento unico per azienda dei sostegni Comunitari, indipendentemente dal tipo di produzione o allevamento zootecnico praticati, previsto dalla riforma della Politica Agricola Comunitaria, approvata dalla C.e. Il 26 giugno scorso. Sarà opportuno che gli agricoltori si preparino già da adesso ad un futuro, ormai prossimo, nel quale diverranno decisivi: il rapporto con il mercato, la vocazione del territorio, l’efficienza tecnica ed economica delle aziende, la qualità delle produzioni. E anche nel futuro, i cereali a semina autunnale ed invernale, rappresenteranno una scelta sulla quale le imprese delle province di Forlì-cesena e di Rimini potranno decisamente puntare Grano e orzo sono colture affidabili, non soggette a grandi sbalzi di produzione da un anno all’altro, coltivate da sempre nelle nostre zone e pertanto, per così dire “collaudate”, perfettamente inserite in una razionale rotazione agronomica, e che, a differenza di altre produzioni agricole, hanno un mercato fondamentalmente stabile negli anni. Si consideri che nel 2000 (dati definitivi) nelle province di Fc e Rn sono stati prodotti 1.203.065 quintali di grani ed orzo e che nel 2003 (stime del Consorzio Agrario per l’annata fra le più difficili) la produzione per le due province è di 1.002.162 q.Li. Non solo, ma che al 22 settembre il prezzo del grano nel 2000 è stato di 15,88 Euro/q.le mentre nell’analoga data per il 2003 è stato di 16,40 Euro/q.le e che per l’orzo è stato, rispettivamente, di 13,70 e 14,70 Euro/q.le. Poco vi è da aggiungere, per i grani “teneri”, a queste considerazioni generali, Una sola annotazione: negli ultimi anni il mercato chiede un prodotto di alta qualità, panificabile, di elevato tenore proteico. Dai monitoraggi fatti dal Consorzio Agrario nell’ultimo triennio la maggior parte dei terreni forlivesi, cesenati e riminesi è in grado di dare produzioni di questo tipo; determinanti risultano la scelta varietale, la concimazione e la difesa. Per i grani “duri”, il discorso si fa più complesso. Poichè non sempre, come sta avvenendo in questo momento, le loro quotazioni sono superiori a quelle dei “teneri”, è bene indirizzarsi verso questa coltura solo qualora si possa contare su produzioni (o rese?) almeno pari a quelle dei grani teneri.Le nuove varietà sono in grado, se coltivate nel modo migliore, in terreni di pianura e collina fertile, di dare produzioni unitarie pari o superiori a quelle dei teneri. Verso la coltivazione di questi grani però è bene che si indirizzino solo produttori intenzionati a gestire la coltura in modo altamente professionale. Infine l’orzo. Cereale già molto diffuso, in generale con risultati produttivi di tutto rispetto, spesso superiori a quelli del grano, può trovare un’ulteriore espansione nelle due province. Meno esigente del grano rappresenta un’ottima soluzione, in grado di dare soddisfacenti risultati economici, per i terreni meno fertili di pianura o mediamente fertili di collina. Va tenuto presente, tuttavia, che, pur nella sua maggior “rusticità”, e con le sue minori esigenze nutrizionali, anche l’orzo, per dare produzioni elevate e di buona qualità deve essere coltivato impiegando tecniche agronomiche adeguate. In sostanza, grano tenero, orzo, e anche grano duro, possono rivelarsi scelte vincenti per le aziende agrarie delle province di Forlì-cesena e Rimini; tuttavia nessuna di queste colture è in grado di fornire risultati economici soddisfacenti a chi “semina e si affida alla buona sorte”.

Pagina 1    Pagina 2    Pagina 3   Pagina 4   Pagina 5    Pagina 6

Titoli    Home      Archivio news