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MERCOLEDI'
15 OTTOBRE 2003
pagina 1
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UNA
NUOVA RELAZIONE VALUTA L'IMPATTO DELLA RICERCA IN MATERIA DI TSI
SULL'ELABORAZIONE DELLE POLITICHE COMUNITARIE
Bruxelles,
15 ottobre 2003 - La Commissione europea ha pubblicato una nuova relazione
sul contributo dei progetti di ricerca in materia di tecnologie per la
società dell'informazione (Tsi) al processo di elaborazione delle politiche
comunitarie. La relazione, dal titolo "How R&d can impact on policy
making" (In che modo la R&s può contribuire all'elaborazione delle
politiche), analizza l'impatto di 13 progetti in materia di Tsi varati
nell'ambito del Quinto programma quadro. Ciascun progetto ha preso in esame
un settore chiave delle politiche comunitarie, come la strategia di Lisbona,
lo sviluppo sostenibile, eEurope e la governance. Secondo la relazione, i
progetti di ricerca possono contribuire all'elaborazione delle politiche in
tre modi. Innanzitutto, essi concorrono allo sviluppo della base globale di
conoscenze socioeconomiche attraverso la quale vengono realizzate e
monitorate le attuali politiche; in secondo luogo, i risultati di precedenti
iniziative favoriscono la determinazione del futuro orientamento della
ricerca in materia di Tsi e, infine, i risultati dei progetti possono
fornire un contributo diretto all'elaborazione di nuove politiche. Uno dei
progetti esaminati dallo studio è l'iniziativa Eclip, il cui principale
obiettivo è stato quello di rafforzare la conoscenza del quadro normativo
in materia di commercio elettronico fra le piccole e medie imprese (Pmi). Il
consorzio del progetto ha preparato una rassegna delle attuali
regolamentazioni in materia di e-commerce che interessano le Pmi, ha
identificato lacune e discrepanze e ha formulato una serie di
raccomandazioni dettagliate su come risolvere tali problemi, avanzando anche
alcune proposte formali di politiche. La relazione conclude che, oltre a
formulare raccomandazioni per nuove regolamentazioni, il progetto Eclip ha
contribuito alla definizione del contenuto in materia di e-commerce del
piano d'azione "eEurope 2002", il principale quadro politico
comunitario in materia di Tsi. Dopo aver condotto analisi simili sugli altri
12 progetti, la relazione è giunta alla conclusione che, sebbene la ricerca
in materia di Tsi possa fornire e stia già fornendo un contributo diretto
all'elaborazione delle politiche comunitarie, è possibile lavorare
ulteriormente per massimizzarne l'impatto. Una delle critiche mosse dalla
relazione riguarda il fatto che spesso i risultati della ricerca non vengono
comunicati alle parti interessate che ne hanno maggiormente bisogno,
situazione che potrebbe essere risolta mediante la costituzione di gruppi di
contatto interdisciplinari per lo scambio di idee e informazioni. Un altro
miglioramento proposto consiste nell'intensificare il ricorso ai forum
politici, affinché diventino parte integrante delle attività del progetto.
"Un coinvolgimento diretto delle istituzioni politiche in tutt'Europa
potrebbe esercitare un effetto di maggiore focalizzazione e visibilità",
recita la relazione. Un'ultima raccomandazione riguarda la raccolta dei
risultati ottenuti da diversi progetti di ricerca in settori correlati o
complementari, al fine di creare una visione d'insieme su una determinata
area politica. Per ciò che concerne il futuro, lo studio conclude che i
partecipanti ai progetti su vasta scala finanziati nell'ambito del Sesto
programma quadro (6Pq) verranno incoraggiati a dedicare parte del tempo
all'analisi degli aspetti socioeconomici inerenti alla tecnologia in
questione. Inoltre, alcune priorità del 6Pq, come "Cittadini e
governance nella società basata sulla conoscenza" e "Ricerca a
supporto delle politiche" manterranno l'equilibrio fra la ricerca
tecnologica mirata e le attività socioeconomiche più generali.
SECONDO
UNA RELAZIONE, OCCORRE UN FORTE IMPEGNO PER RAFFORZARE LA PRESENZA DELLE
RICERCATRICI NELL'INDUSTRIA
Bruxelles, 15ottobre 2003 - Dai risultati di una nuova relazione è emerso
che, malgrado i recenti sforzi volti a promuovere la parità fra uomini e
donne, la partecipazione femminile nel settore della ricerca industriale
continua ad essere limitata. La relazione, che illustra dati statistici e
buone prassi sulla promozione del ruolo delle donne nella ricerca
industriale, è stata presentata dalla Commissione europea ai delegati
intervenuti alla conferenza dal titolo "Le donne nella ricerca
industriale: accelerare il cambiamento in Europa", tenutasi il 10
ottobre a Berlino. Le statistiche indicano che l'industria è il principale
attore in termini di finanziamento della ricerca e sviluppo (R&s) in
Europa e che i ricercatori di tale settore sono considerati una delle
categorie di scienziati più importanti in assoluto. Inoltre, gli esperti
ritengono che nel corso dei prossimi anni, la ricerca privata conoscerà una
notevole crescita di risorse umane e materiali. Eppure, in questo settore,
più di ogni altro, le donne continuano ad essere sottorappresentate. Nel
discorso pronunciato alla conferenza, il commissario europeo per la Ricerca
Philippe Busquin ha sottolineato il dato più allarmante della relazione.
"Nel mondo della ricerca industriale, le donne sono una risorsa
trascurata. Esse rappresentano solo il quindici per cento dei 500.000
ricercatori che operano nel settore industriale in Europa", ha
affermato Busquin. Il documento, tuttavia, mostra che in Europa tale cifra
varia da paese a paese. Per esempio, la percentuale di donne che operano nel
campo della ricerca industriale è estremamente bassa in Austria e Germania
(solo il 9 per cento), mentre in Portogallo, Grecia e Irlanda, il livello di
partecipazione femminile in questo settore è relativamente elevato (dal 24
al 28 per cento). Paradossalmente, la Germania è il paese che vanta il
numero di ricercatori industriali più elevato di tutt'Europa. Secondo la
relazione, alla luce dell'obiettivo di trasformare l'Ue nell'economia basata
sulla conoscenza più competitiva al mondo, l'industria e i responsabili
delle politiche dovrebbero considerare assolutamente prioritaria la
risoluzione di problemi quali la disparità e l'esclusione, al fine di
incrementare il numero di ricercatori in questo settore. Tale concetto è
stato ripreso da Busquin nel suo discorso: "Se vogliamo che l'Europa
raggiunga l'obiettivo di elevare, entro il 2010, la spesa per la ricerca al
tre per cento del proprio prodotto interno lordo (Pil), dobbiamo mobilitare
tutte le risorse, soprattutto le donne che possiedono già una formazione da
ricercatrici e magari hanno smesso di lavorare perché le aziende e la
società non le sostenevano". La relazione individua diverse ragioni
che possono spiegare una presenza così scarsa delle donne nella ricerca
industriale e un tasso di abbandono così elevato. Gli ostacoli
all'assunzione, la mancanza di informazioni sulle carriere in campo
scientifico e tecnologico, le insufficienti opportunità di crescita
professionale, la carenza di modelli di riferimento, i divari salariali tra
i sessi e gli stereotipi di genere contribuiscono, secondo il documento, ad
escludere le donne da questo settore di ricerca. La relazione, tuttavia,
invia un segnale positivo, individuando una serie di buone prassi per
rafforzare la partecipazione delle donne nel settore della ricerca privata
ed offrire migliori opportunità di sviluppo delle carriere. Le buone prassi
si basano su 29 studi di casi condotti in 11 Stati membri, che presentano
diverse modalità attraverso le quali le imprese e i responsabili politici
possono evitare i rischi della discriminazione e promuovere la
partecipazione delle donne nel settore della ricerca industriale. La
relazione, inoltre, contiene una serie di raccomandazioni rivolte
all'industria e alle ricercatrici. Per quanto concerne le aziende private,
il documento sottolinea la necessità di promuovere la parità numerica e la
diversità; di creare ambienti di lavoro più accoglienti; di rafforzare la
presenza delle donne ai vertici amministrativi; e di abbandonare il vecchio
approccio scolastico dei "due pesi e due misure" nella valutazione
dei risultati di uomini e donne. Le donne, dal canto loro, vengono esortate
a mostrare forza di carattere, ad acquisire consapevolezza in merito al loro
valore di mercato, a trovare un mentore, ad imparare ad essere più risolute
e sicure di sé e a riconoscere i propri successi. La relazione conclude,
osservando: "Occorre lavorare ancora molto per raggiungere la parità
ed eliminare gli ostacoli rimanenti. Tuttavia, se i governi e i responsabili
politici, nonché le aziende e le reti, sapranno lavorare insieme e
costruire solidi partenariati, senza dubbio la situazione potrà migliorare
più rapidamente".
MAP: AL VIA IL TAVOLO
SULL’INNOVAZIONE
Roma, 15 ottobre 2003 - E’ stato istituito ieri presso il Ministero delle
Attività Produttive il Tavolo di Lavoro dedicato alla diffusione
dell’Innovazione verso il sistema imprenditoriale italiano. L’iniziativa
vede coinvolti oltre al Map, il ministero per l’Innovazione e le
Tecnologie, l’Istituto per la Promozione Industriale (Ipi) e il Tic -
Technology and Innovation Council. Il Tic è un gruppo, coordinato da
Business International e costituito da oltre 30 grandi aziende nazionali e
internazionali, con lo scopo di proporre alle istituzioni interventi
finalizzati al miglioramento della competitività del sistema paese. Il
Tavolo si pone l’obiettivo di far dialogare le istituzioni e le imprese
allo scopo di rafforzare l’innovazione nei settori del made in Italy in
modo da migliorare la produttività e la competitività aziendale, attuare
una politica di sostegno per lo sviluppo di selezionati settori hi-tech,
migliorare l’attrattività del Sistema Italia e favorire il trasferimento
tecnologico alle piccole e medie imprese. All’incontro ha partecipato
anche il ministro delle Attività Produttive on. Antonio Marzano.
BANCHE:
PARTE FARO,, IIL TROVA-BANCOMAT GRATUIITO E SEMPRE ATTIIVO È LA PRIMA
INIZIATIVA DEL PROGETTO PATTI CHIARI. IL SERVIZIO SARÀ OPERATIVO OGGI
ATTIVO 24 ORE SU 24 E COMPLETAMENTE GRATUITO. FUNZIONA VIA INTERNET
Roma, 15 ottobre 2003 - Un Faro che indica sportelli automatici dove
prelevare denaro contante e fare altre operazioni. Quello più vicino o
quello della propria banca, con la certezza che lo sportello è
perfettamente funzionante. Grazie a Faro, un nuovo servizio gratuito, che a
partire da oggi 15 ottobre, con una telefonata ad un numero verde o un click
su internet, permette di andare a colpo sicuro dove è possibile e dove è
più comodo prelevare col bancomat. Con Faro parte ufficialmente Pattichiari,
il pacchetto di otto progetti con i quali le banche italiane vogliono
ridisegnare i rapporti con i clienti – famiglie e imprese – su basi di
rinnovata fiducia, chiarezza e soprattutto dando la possibilità di mettere
facilmente a confronto le offerte dei diversi istituti. Dal credito, al
risparmio, ai servizi. Faro – Funzionamento Atm Rilevato On-line - è un
sistema informatico all’avanguardia nel mondo che consente di verificare
in tempo reale lo stato di funzionamento degli oltre trentamila sportelli
automatici (Atm) sparsi su tutto il territorio nazionale. In pratica, ogni
Atm lancia a brevi intervalli di tempo, un "messaggio" che viene
raccolto da un cervellone centrale. In questo modo la banca dati nazionale
è in grado di sapere in ogni momento e per ogni singolo sportello se
l’apparecchio può erogare denaro o se il servizio ha subìto interruzioni
per via di qualche malfunzionamento. La banca dati raccoglie anche altre
informazioni, a partire dalla esatta localizzazione dello sportello e dagli
altri servizi che è in grado di offrire (ricariche telefoniche, pagamento e
così via). Una autentica miniera di informazioni che grazia a Faro –
primo tassello del progetto Pattichiari – viene messa gratis a
disposizione dei cittadini per rendere il serviziobancomat ancora più
comodo, efficiente e facile da usare. Collegandosi ad un sito internet o
telefonando ad un call center è infatti possibile ricevere tutti i dati che
ci interessano sugli sportelli automatici, in ogni angolo della penisola.
Innanzitutto, con Faro si può individuare con esattezza lo sportello più
vicino al punto in cui ci troviamo o da un qualunque indirizzo. Il servizio
suggerisce anche il percorso più comodo per raggiungerlo, in auto o a
piedi. A Faro inoltre si può chiedere dov’è lo sportello della propria
banca, ma soprattutto si avrà la certezza – grazie all’aggiornamento in
tempo reale delle informazioni contenute nella banca dati centrale – che
lo sportello è perfettamente funzionante e quindi in grado di farci
prelevare denaro contante (in media, ogni giorno, i bancomat attivi sono
attorno al 97%) Insomma, d’ora in poi al bancomat a colpo sicuro.
Internet, telefono fisso, cellulare. Sono queste le modalità di accesso al
servizio Faro. Per utilizzare Faro on-line occorre connettersi al portale
dell’iniziativa Pattichiari , o seguire i link che saranno attivati sui
siti delle singole banche e dell’Abi. Una volta effettuata la ricerca, il
sito mostra anche la carta geografica su cui è evidenziato il percorso da
seguire per raggiungere lo sportello automatico dal punto richiesto. Via
telefono, fisso o mobile, è invece disponibile il numero verde
800-00.22.66, col quale si accede ad un call center attivo ventiquattro ore
su ventiquattro e sette giorni su sette, che fornisce tutte le informazioni
(che, se richiesto, possono essere inviate al cliente anche attraverso un
messaggio Sms). Faro è completamente gratuito, sia il servizio che la
telefonata. Per effettuare la ricerca, sia tramite internet che telefonando
al call center, è necessario indicare le seguenti informazioni relative al
punto dal quale si vuole raggiungere uno sportello automatico: città, via e
numero civico. L’utente può scegliere se indicare qual è la propria
banca e attraverso una apposita ricerca può arricchire i criteri di
ricerca: lista delle abilitazioni disponibili presso lo sportello, distanza
massima rispetto alla posizione dell’utente, numero massimo di risultati
(non più di 10), percorso a piedi o in auto. Si può anche chiedere di
visualizzare solo gli sportelli del proprio gruppo bancario. Effettuata la
ricerca, il call center comunica tutte le informazioni a voce o – su
richiesta - invia uno o più Sms. Su internet, invece, il risultato della
ricerca viene presentato in una pagina web che oltre alla descrizione del
percorso da seguire e allle informazioni relative allo sportello automatico
(banca, via e numero civico), mostra anche una della cartina del luogo su
cui è evidenziato il tragitto. Faro, dunque, indica gli Atm tenendo conto
anche del percorso più comodo da seguire e soprattutto è in grado di
offrire anche ulteriori dettagli sui servizi offerti in ogni singolo
sportello: ricariche telefoniche, pagamento utenze, pagamento tasse,
pagamento biglietti, ricarica carte prepagate e possibilità di utilizzare
la carta di credito. Infolink: www.Pattichiari.it
RIARTICOLAZIONE
DELLA RETE TERRITORIALE DI BANCO POPOLARE DI VERONA E NOVARA CREDITO
BERGAMASCO
Verona, 15 ottobre 2003 - I Consigli di Amministrazione del Banco Popolare
di Verona e Novara S.c.r.l., del Credito Bergamasco S.p.a. E della Banca
Popolare di Novara S.p.a. Hanno deliberato, per quanto di rispettiva
competenza, la cessione del ramo d'azienda costituito da 36 filiali venete
(comprensivo del marchio "Banco San Marco") dal Credito Bergamasco
al Banco Popolare di Verona e Novara nonché la cessione, dalla Banca
Popolare di Novara al Credito Bergamasco, del ramo d'azienda composto da 33
filiali lombarde. Gli effetti giuridici, contabili, fiscali ed operativi
decorreranno dal 1° dicembre 2003. Tali operazioni - unitamente al
passaggio (con decorrenza dal 1° novembre 2003) di 84 filiali dalla Banca
Popolare di Novara al Banco Popolare di Verona e Novara approvato dalle
Assemblee Straordinarie delle banche interessate - completano il processo di
riarticolazione della rete distributiva delle banche del Gruppo Banco
Popolare di Verona e Novara. I principali obiettivi strategici che stanno a
fondamento dell'intero processo sono i seguenti: favorire il rafforzamento
dei marchi delle banche del Gruppo; intensificare la presenza degli
sportelli "a maglia fitta" nei territori di radicamento delle
diverse componenti bancarie; contenere il rischio di concorrenza interna al
Gruppo nelle aree di forte sovrapposizione territoriale liberando energie
per meglio e più efficacemente competere con i concorrenti, massimizzando i
ricavi; sviluppare l'attività di banca commerciale nelle aree territoriali
di presenza storica attraverso la distribuzione capillare e l'offerta di
prodotti e servizi completa ed innovativa; sostenere la condivisione delle
migliori competenze commerciali e la gestione con elevati livelli di
efficienza; contenere i rischi operativi nell'ambito di un territorio di
operatività più omogeneo. Nella realizzazione delle operazioni è stata
avviata, nei termini, la procedura con le Organizzazioni Sindacali prevista
dalla Legge, dai contratti collettivi (in materia di cessione di ramo
d'azienda) e dagli accordi quadro del Gruppo. Le banche interessate alle
predette operazioni rientrano nel concetto di "parti correlate",
essendo la Banca Popolare di Novara S.p.a. E il Credito Bergamasco
controllati dal Banco Popolare di Verona e Novara rispettivamente al 100% e
all'81,252%; pertanto tutte le delibere degli organi amministrativi delle
società sono state assunte nel rispetto delle procedure stabilite dalle
normative in materia di operazioni tra parti correlate; non sono previste
modifiche nell'esistente livello dei compensi degli amministratori in
conseguenza dell'attuazione del progetto di riarticolazione della rete
territoriale delle Banche. I trasferimenti dei predetti sportelli, testé
deliberati dai Consigli di Amministrazione, si inquadrano nella categoria
delle "cessioni di rapporti giuridici a banche" (ex art. 58 del
Testo Unico Bancario ed ai sensi delle Istruzioni di Vigilanza - Titolo Iii,
Capitolo 5, Sezione Ii) e pertanto la loro attuazione è subordinata alla
preventiva autorizzazione della Banca d'Italia. Per entrambe le operazioni
si sono previste: la nomina di periti prof. Giovanni Coda e prof. Vittorio
Coda, comuni alle banche interessate, per la valutazione dei "rami
d'azienda" oggetto di cessione; l'assistenza dell'advisor "Kpmg
Business Advisory Services S.p.a.", nominato dal Credito Bergamasco -
in forza del Codice di Autodisciplina delle Società Quotate per la verifica
della congruità delle valutazioni di ciascun ramo d'azienda (comprensivo
del marchio "Banco San Marco" per il ramo Creberg in cessione), in
considerazione anche della presenza di azionisti di minoranza con
riferimento alla disciplina concernente le "parti correlate". Per
quanto concerne la metodologia valutativa adottata dai periti, si osserva
che i beni ed i rapporti oggetto di cessione sono caratterizzati dalla
presenza di stretti legami di tipo organico-funzionale, tali da
contraddistinguere un ramo di azienda bancaria, in grado di generare valore
autonomamente ed il cui valore economico è costituito da tre componenti
espressive, ciascuna di tre piani valutativi, riferibili: il primo, alla
consistenza del patrimonio del ramo d'azienda in esame, il secondo,
all'appetibilità strategica del ramo d'azienda, il terzo, alla redditività
del ramo d'azienda considerato come autonoma fonte di flussi di reddito. Le
citate componenti sono: il patrimonio netto rettificato, che scaturisce
dalla differenza tra il valore delle attività e delle passività oggetto di
cessione, riespresse a valori correnti ed al netto di possibili
oneri/benefici fiscali latenti; l'appetibilità strategica, espressa da
percentuali applicabili sulla raccolta diretta e indiretta, e concepibile
alla stregua di un elemento del capitale di funzionamento, non iscritto in
bilancio in ossequio ai principi contabili e caratterizzato
dall'immaterialità; una penalizzazione/premio per la redditività, a
seconda che questa si riveli rispettivamente inferiore o superiore a quella
desumibile da opportuni termini di riferimento. Si riporta di seguito il
dettaglio delle singole operazioni. A) Cessione al Credito Bergamasco S.p.a.
Di ramo di azienda costituito da n. 33 sportelli bancari da parte della
Banca Popolare di Novara S.p.a. In relazione all'operazione in parola, si
specifica - facendo espresso riferimento al contenuto della relazione di
stima per l'elenco dettagliato degli "asset" oggetto della
cessione - che il Credito Bergamasco acquisirà dalla Banca Popolare di
Novara S.p.a., senza soluzione di continuità, il ramo d'azienda costituito
da n. 33 sportelli, cui fanno capo il complesso dei beni e dei rapporti
contrattuali organizzati per l'esercizio dell'attività bancaria svolta in
ciascuno di essi, nonché il complesso delle attività e delle passività
comprendente i rapporti di debito e di credito intrattenuti con la
clientela, nonché infine le strutture dell'"Area Affari Monza"
della Bpn S.p.a.. Rimangono esclusi dal ramo d'azienda i rapporti di credito
contabilizzati "a sofferenza", quali risultanti al momento di
efficacia del trasferimento di sportelli, gli assegni circolari, i prestiti
obbligazionari emessi (e relativi contratti derivati impliciti di copertura
degli stessi) e le operazioni di pronti contro termine. Il ramo in
acquisizione da Banca Popolare di Novara è costituito dai seguenti n. 33
sportelli: Comune Indirizzo Provincia Cab Alzate Brianza Via Iv Novembre, 51
Como 50860; Brescia Via Ugo La Malfa,4 Brescia 11200; Brescia 1 Via Milano,
90 E Brescia 11201; Brescia 2 Corsetto S.agata, 2 Brescia 11202; Brescia 3
Via della Chiesa, 6 Brescia 11203; Brugherio Piazza Cesare Battisti, 18
Milano 32640; Campione d'Italia Piazza Roma Como 51050; Cantù Via Corbetta,
1 Como 51060; Ceriano Laghetto Via A.volta, 18 Milano 32870; Cesano Maderno
Corso Libertà, 42/a Milano 32910; Chiari Via San Rocco, 5 Brescia 54340;
Cinisello Balsamo Via Libertà, 101 Milano 32930; Como Lungo Lario Trento 11
Como 10900; Crema Via Iv Novembre, 56/58 Cremona 56840; Gavirate Via Xxv
Aprile, 1 Varese 50250; Guanzate Piazza Partigiani, 18 Como 51350; Induno
Olona Via Porro, 90 Varese 50330; Laveno- Mombello Via Labiena, 66A Varese
50370; Lazzate Piazza Caduti, 2 Milano 33230; Lentate sul Seveso Via
V.veneto, 13 - Fraz. Camnago Milano 33240; Lissone Via Loreto, 66/68 Milano
33270; Malnate Pzza Xxv Aprile, 7 Varese 50410; Mariano Comense Pzza Tito
Manlio, 19 Como 51500; Montirone Pzza Manzoni, 25b Brescia 54790;Monza
Piazza Duomo, 7 Milano 20400; Monza 1 Via Sempione, 16 Milano 20401; Sarezzo
Via Zanardelli, 2 Brescia 55220; Senna Comasco Via Roma, 10/b Como 45890;
Seregno V.raffaello Sanzio 25 Milano 33840; Sesto San Giovanni Via Firenze,
24 Milano 20700; Varese Via Volta, 4 Varese 10800; Varese- Fraz. Bizzozero
Viale Borri, 301 Varese 10802; Varese- Fraz. Bobbiate Via Daverio, 164
Varese 10801; nonché dalle strutture dell'"Area Affari Monza",
fermo restando che il ramo d'azienda così delimitato comprende per ciascun
sportello, in via esemplificativa e non esaustiva: - tutte le passività e
le attività comunque inerenti ai rapporti con la clientela, incluso il
complesso degli impieghi e dei crediti sotto qualsiasi forma tecnica
(escluse le sofferenze); i contratti con la clientela facenti capo ai
singoli sportelli con le inerenti garanzie; i contratti di gestione o
amministrazione di strumenti finanziari in cui la gestione del rapporto è
in capo ai singoli sportelli; i contratti di credito quali, a titolo
esemplificativo, le aperture di credito in conto corrente, i mutui, i
finanziamenti e i prestiti, i crediti di firma, le altre sovvenzioni attive
non regolate in conto corrente; i contratti di debito quali, sempre a titolo
esemplificativo, i conti correnti passivi, i depositi a risparmio, la
raccolta in valuta, le altre forme tecniche di raccolta (esclusi gli assegni
circolari, i prestiti obbligazionari emessi ed i relativi contratti derivati
impliciti di copertura degli stessi, i pronti contro termine); - i contratti
di lavoro con i dipendenti di ciascun sportello (nonché dell'"Area
Affari Monza" della Bpn S.p.a.) che, alla data della cessione, operano
nell'ambito delle stesse unità operative, con tutti i diritti maturati (ivi
incluso il fondo di trattamento di fine rapporto) che derivano dal rapporto
di lavoro intrattenuto, e previsti dalle norme di legge e dai contratti
collettivi nazionali ed integrativi aziendali; i crediti e i debiti verso
banche (interbancario) a pareggio finanziario del ramo; le garanzie, gli
impegni, i rischi e i conti d'ordine, escluse le sole garanzie rilasciate
per conto di nominativi censiti a sofferenza per crediti di cassa; le
licenze, le concessioni, le autorizzazioni nonché le eventuali polizze,
cauzioni e fidejussioni necessarie per il proseguimento dell'attività. Il
Credito Bergamasco assumerà alle proprie dipendenze il personale della
Banca Popolare di Novara S.p.a. Che, alla data di efficacia della cessione,
risulterà impiegato nei 33 sportelli oggetto del trasferimento (nonché
nelle strutture dell'"Area Affari Monza" della Bpn S.p.a.) in base
al rapporto di lavoro in atto, con conservazione del trattamento economico
e, per gli effetti di legge e contrattuali, delle anzianità maturate e
degli inquadramenti, nonché del trattamento di fine rapporto senza
soluzione di continuità. Tenuto conto delle risultanze della perizia, il
valore economico del ramo d'azienda oggetto di trasferimento ammonta a Euro
81.670.000 da corrispondere alla Banca Popolare di Novara S.p.a. Da parte
del Credito Bergamasco ed è rappresentato dal valore attribuito
all'avviamento commerciale del ramo d'azienda stesso. La Banca Popolare di
Novara S.p.a. Intende optare per l'applicazione dell'imposta sostitutiva
delle imposte sui redditi del 19% sulla plusvalenza realizzata. Per quanto
attiene all'impatto determinato dall'operazione sui requisiti patrimoniali
del Credito Bergamasco, dall'operazione in parola - combinati con quelli
derivanti dalla cessione, da parte di Creberg, a Banco Popolare di Verona e
Novara del ramo d'azienda costituito da n. 36 sportelli (ivi incluso il
marchio "Banco San Marco"), - si precisa che la stessa non
determina significative variazioni sui coefficienti di solvibilità della
banca, in quanto: - a parità di ogni altra condizione il patrimonio di
vigilanza subirà un incremento pari al valore della plusvalenza netta
realizzata attraverso l'operazione di cessione del ramo d'azienda al Banco
Popolare di Verona e Novara; - lo stesso patrimonio subirà contestualmente
un decremento pari all'ammontare dell'avviamento e delle altre attività
immateriali facenti parte del ramo d'azienda acquistato dalla Banca Popolare
di Novara S.p.a.; - le attività di rischio ponderate subiranno invece
rispettivamente una riduzione ed un incremento per effetto dei trasferimenti
degli impieghi facenti capo rispettivamente alle filiali oggetto di cessione
al Banco Popolare di Verona e Novara ed alle filiali acquistate dalla Banca
Popolare di Novara S.p.a.; - per effetto delle operazioni in esame, tenuto
peraltro conto anche degli impatti attesi dal perfezionamento
dell'acquisizione del ramo d'azienda proveniente dalla Banca Popolare di
Novara S.p.a, il coefficiente di solvibilità individuale (rischi di
credito) risulterà pertanto, a parità di ogni altra condizione, inferiore
rispetto al 9,9% del 30 giugno 2003, ma si manterrà comunque nell'intorno
del 9,4%, abbondantemente al di sopra del limite minimo obbligatorio come
meglio illustrato nel seguente prospetto: Situazione al 30.6.2003 Situazione
post spin off Patrimonio di vigilanza 753.473 724.870 Attività di rischio e
coefficienti di vigilanza: patrimonio di base/attività di rischio ponderate
9,12 % 8,67 %; patrimonio di vigilanza/attività di rischio ponderate 9,45 %
9,00 %; Coefficiente di solvibilità individuale (rischi di credito) 9,92 %
9,43 %. Con precisazione che tali coefficienti risultano prudenziali in
quanto ignorano i ritorni sul patrimonio di vigilanza, indotti
dall'ammortamento dell'avviamento corrisposto e da altri componenti
economici che si rileveranno a fine esercizio 2003. B) Cessione al Banco
Popolare di Verona e Novara S.c.a r.L. Di ramo di azienda costituito da n.
36 sportelli bancari (ivi incluso il marchio "Banco San Marco") da
parte del Credito Bergamasco. Con espresso riferimento al contenuto della
relazione di stima il Credito Bergamasco cederà al Banco Popolare di Verona
e Novara, senza soluzione di continuità, il ramo d'azienda costituito da n.
36 sportelli, cui fanno capo il complesso dei beni e dei rapporti
contrattuali organizzati per l'esercizio dell'attività bancaria svolta in
ciascuno di essi, nonché il complesso delle attività e delle passività
comprendente i rapporti di debito e di credito intrattenuti con la clientela
(ivi compreso il marchio "Banco San Marco"), e le strutture
dell'"Area Affari Veneto". Il ramo in acquisizione dal Credito
Bergamasco è costituito dai seguenti n. 36 sportelli: Comune Indirizzo
Provincia Cab: Bassano del Grappa Via Marinali, 87 Venezia 60160; Chioggia
Borgo San Giovanni, 1255 Venezia 20901; Cittadella Borgo Bassano, 11 Padova
62520; Dolo Via Piave - ang. Via Vittorio Veneto Venezia 36080; Venezia Lido
2 Via Lepanto, 2b Venezia 2007; Venezia Lido Via Cristoforo Colombo, 37
Venezia 2078; Venezia S. Lucia Cannaregio, 122 Venezia 2071; Venezia S.
Erasmo Via Chiesa Venezia 2006; Venezia Giudecca Giudecca, 318/A Venezia
2000; Venezia S.ta Margherita Dorsoduro, 1171 Venezia 2003; Venezia San Luca
San Marco, 4538 Venezia 2196; Venezia Campalto Via Orlanda, 148/b - Fraz.
Campalto Venezia 2002; Venezia Cipressina Via Castellana, 59/a - Fraz.
Mestre Venezia 2004; Venezia Carpenedo Viale Garibaldi, 138 - Fraz. Mestre
Venezia 2072; Venezia-pellestrina Sestiere Zennari, 730/731 - Fraz.
Pellestrina Venezia 2001 Venezia-mestre Via Olivi, 11 - Fraz. Mestre Venezia
2077; Venezia Catene Via Bottenigo, 9; Fraz. Marghera Venezia 2197;
Cavallino Treporti Via Fausta, 76 - Fraz. Cà Savio Venezia 83210; Venezia
San Marco Calle Larga San Marco, 383 Venezia 2070; Maerne Via Stazione, 13 -
Martellago Fraz. Maerne Venezia 36161; Martellago Via Castellana, 31 Venezia
36160; Mira Via Nazionale, 150 Venezia 36180; Mirano Via Xx Settembre, 26
Venezia 36190; Monselice Piazza San Marco, 7 Padova 62660; Montecchio
Maggiore c/o Centro Acquisti La Galleria Via Nogara, 7 - Fraz. Alte Ceccato
Vicenza 60530; Noale Via Gagliardi, 1 Venezia 36210; Noventa Padovana Via
Roma, 133 Padova 62690; Portogruaro Via Manin, 26 Venezia 36240; San Donà
di Piave Via 13 Martiri, 27 Venezia 36280; Sottomarina Viale Veneto, 17 -
Chioggia - Fraz. Sottomarina Venezia 20900; Spinea Piazza Marconi, 1 Venezia
36330; Trieste Via San Nicolò, 12 Trieste 2200; Sacile Viale Trieste, 19/a
Pordenone 64990; Volpago del Montello Via S.pio X, 2 Treviso 62200; Santo
Stino di Livenza Via Roma, 8 Venezia 36310; Iesolo Piazza Aurora, 29 Fraz.
Lido di Iesolo Venezia 36141. Il ramo d'azienda così delimitato include per
ciascun sportello, in via esemplificativa e non esaustiva: - tutte le
passività e le attività comunque inerenti ai rapporti con la clientela,
incluso il complesso degli impieghi e dei crediti sotto qualsiasi forma
tecnica (escluse le sofferenze); i contratti con la clientela facenti capo
ai singoli sportelli con le inerenti garanzie; i contratti di gestione o
amministrazione di strumenti finanziari in cui la gestione del rapporto è
in capo ai singoli sportelli; i contratti di credito quali, a titolo
esemplificativo, le aperture di credito in conto corrente, i mutui, i
finanziamenti e i prestiti, i crediti di firma, le altre sovvenzioni attive
non regolate in conto corrente; i contratti di debito quali, sempre a titolo
esemplificativo, i conti correnti passivi, i depositi a risparmio, la
raccolta in valuta, le altre forme tecniche di raccolta (esclusi gli assegni
circolari, i prestiti obbligazionari emessi ed i relativi contratti derivati
impliciti di copertura degli stessi, i pronti contro termine); - i contratti
di lavoro con i dipendenti di ciascun sportello e dell'Area Affari Veneto
che, alla data della cessione, operano nell'ambito delle stesse unità
operative, con tutti i diritti maturati, ivi incluso il fondo di trattamento
di fine rapporto, che derivano dal rapporto di lavoro intrattenuto, e
previsti dalle norme di legge e dai contratti collettivi nazionali ed
integrativi aziendali; - i crediti e i debiti verso banche (interbancario) a
pareggio finanziario del ramo; - le garanzie, gli impegni, i rischi e i
conti d'ordine, escluse le garanzie rilasciate per conto di nominativi
censiti tra le sofferenze; - le licenze, le concessioni, le autorizzazioni
nonché le eventuali polizze, cauzioni e fidejussioni necessarie per il
proseguimento dell'attività; - il marchio "Banco San Marco". Sono
esclusi dal ramo d'azienda, in particolare, oltre ai rapporti di credito
contabilizzati "a sofferenza", comprese le garanzie rilasciate per
conto di nominativi censiti tra le sofferenze, quali risultanti al momento
di efficacia del trasferimento di sportelli, ai prestiti obbligazionari
emessi (e relativi contratti derivati impliciti di copertura degli stessi),
agli assegni circolari ed ai pronti contro termine - a ragione della loro
attribuibilità all'istituto cedente e non alla singola dipendenza che ne
cura il puro collocamento - anche gli immobili di proprietà del Credito
Bergamasco, presso cui sono localizzati gli sportelli oggetto di cessione,
relativamente ai quali verranno stipulati specifici contratti di locazione,
e tutti i giudizi pendenti, ivi inclusi quelli originati od occasionati da
rapporti bancari e - fermo restando quanto previsto dall'art. 2112 cod.Civ.
- da rapporti di lavoro con dipendenti in organico presso gli sportelli e
l'Area Affari Veneto costituenti il ramo di azienda, anche se ancora in
corso alla data di cessione. Per effetto della cessione il Banco Popolare di
Verona e Novara assumerà alle proprie dipendenze, ai sensi dell'art. 2112
cod. Civ., il personale del Credito Bergamasco che, alla data di efficacia
della cessione, risulterà impiegato nei 36 sportelli oggetto di
trasferimento (nonché nell'"Area Affari Veneto") in base al
rapporto di lavoro in atto, con osservazione del trattamento economico e,
per gli effetti di legge e contrattuali, delle anzianità maturate e degli
inquadramenti, nonché del trattamento di fine rapporto senza soluzione di
continuità. Il valore economico del ramo d'azienda oggetto di trasferimento
ammonta a 68.539.262,28 euro, che si arrotonda ad 68.540.000,00 euro. Tale
importo costituisce il prezzo da corrispondere al Credito Bergamasco ed è
rappresentato per l'ammontare di 65.917.000,00 euro dal valore attribuito
all'avviamento commerciale del ramo e per 2.623.000,00 euro dal maggior
valore corrente delle attività materiali ed immateriali oggetto di
cessione, atteso che risulteranno finanziariamente bilanciati i valori
contabili delle poste patrimoniali attive e passive relative al ramo
d'azienda quali risulteranno dalla situazione definitiva che verrà redatta
alla data del 30 novembre 2003. Il Credito Bergamasco intende optare per
l'applicazione dell'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi del 19%
sulla plusvalenza realizzata. Si precisa inoltre che relativamente
all'impatto dell'operazione sui requisiti patrimoniali individuali del
Banco, a parità di ogni altra condizione il patrimonio di vigilanza subirà
una riduzione pari all'ammontare dell'avviamento e delle altre attività
immateriali facenti parte del ramo d'azienda acquistato. Le attività di
rischio ponderate subiranno un incremento principalmente per effetto del
trasferimento degli impieghi facenti capo alle filiali oggetto di cessione.
Per effetto dell'operazione in esame, tenuto peraltro conto anche degli
impatti attesi dal perfezionamento dell'acquisizione dell'altro ramo
d'azienda proveniente dalla scissione della Banca Popolare di Novara S.p.a,
il coefficiente di solvibilità risulterà, a parità di ogni altra
condizione, inferiore rispetto al 17,70% del 30 giugno 2003, ma si manterrà
comunque abbondantemente al di sopra del limite minimo obbligatorio. Infine
per quanto attiene all'adeguatezza della struttura organizzativa si precisa
che: - il trasferimento dei 36 sportelli dal Creberg al Banco Popolare di
Verona e Novara, oltre agli 84 sportelli oggetto di scissione dalla Banca
Popolare di Novara S.p.a. Allo stesso Banco, comporterà un incremento
dell'organico della Capo Gruppo di circa 820 unità, pari a circa il 20%
dell'attuale forza lavoro del Banco, organico interamente dislocato sul
territorio, comprese le Aree Affari, a supporto e governo dell'attività
commerciale delle Filiali - le strutture centrali della Capogruppo non
subiranno particolari carichi di lavoro aggiuntivi, considerato che le
principali funzioni di servizio e di supporto sono già ora accentrate
presso di essa; - il trasferimento di n. 33 sportelli dalla Bpn al Creberg
ed il contestuale trasferimento di n. 36 sportelli dal Creberg al Banco -
che avranno efficacia dal 1° dicembre 2003 - non comporteranno sostanziali
mutamenti dell'organico del Creberg, in quanto le risorse coinvolte nel
processo di trasferimento - interamente dislocate sul territorio, ivi
comprese le strutture delle "Aree Affari" che svolgono funzioni di
supporto e di governo per l'attività commerciale delle filiali - sono
sostanzialmente in equilibrio numerico. Tenuto conto che iniziative in
discorso si sostanziano in operazioni infragruppo anche il sistema dei
controlli, la cui struttura ha subito di recente un importante intervento di
riorganizzazione, sia a livello di Gruppo che di singole banche, risulta
pienamente adeguato. Per quanto riguarda i sistemi informativi, nella prima
quindicina di luglio si è conclusa la migrazione informatica di tutte le
dipendenze e le strutture di Direzione della Bpn sul sistema target del
Banco; pertanto le procedure gestite dalla Società Gestione Servizi - Bpvn
S.p.a. Sono già da alcuni mesi uniformi su tutte le banche coinvolte nel
trasferimento di sportelli. Anche il processo della valutazione e della
erogazione del credito, è stato deliberato nei mesi scorsi il Regolamento
Fidi della Capogruppo Banco Popolare di Verona e Novara che definisce i
principi e le norme in materia di credito ai quali devono attenersi tutte le
strutture, centrali e periferiche, del Banco. Il regolamento della
Capogruppo - condiviso con le banche del Gruppo stesso - costituisce modello
di riferimento per le altre banche, che ne applicano i principi, pur nel
rispetto delle loro autonomie di delibera, fermi restando i compiti di
indirizzo e monitoraggio esercitati dalla Capo Gruppo in ossequio alle
normative di vigilanza (con particolare riferimento ai c.D. "Grandi
Rischi" ed ai clienti comuni).
FINANZA INNOVATIVA: SIGLATO ACCORDO TRA NEAFIDI E BANCO POPOLARE DI
VERONA E NOVARA
Milano, 15 ottobre 2003 - Neafidi, il Consorzio di garanzia fidi delle
associazioni industriali delle provincie di Verona, Vicenza, Belluno e
Rovigo, nato nel 2002 dall'unione di 5 Confidi (Unionfidi e Assofidi di
Vicenza, i Confidi di Verona, di Belluno e di Rovigo) ed il Banco Popolare
Di Verona E Novara hanno sottoscritto una innovativa convenzione avente lo
scopo di favorire la concessione di affidamenti alle oltre 2.000 imprese
associate. L'accordo comprende gli affidamenti sia a breve che a medio
termine, nelle più diverse forme tecniche. La Convenzione sottoscritta da
Massimo Minolfi Direttore Generale del Banco Popolare Di Verona E Novara e
da Nazareno Barausse, Presidente di Neafidi, consente alle aziende socie di
ottenere migliori e più snelle condizioni di accesso al credito e ulteriori
facilitazioni nel settore dell'internazionalizzazione. Interessate sono le
aziende socie di Neafidi. Si tratta di Pmi industriali delle quattro
provincie sopra nominate, mentre i settori maggiormente rappresentati sono
quello della meccanica, dell'edilizia, della concia, dell'oreficeria, del
tessile-abbigliamento, delle calzature, del marmo. Nel 2002 Neafidi ha
deliberato garanzie a circa 1.200 imprese per un ammontare di 340 milioni di
euro e prevede di chiudere il 2003 con una operatività di circa 450 milioni
di euro, con un taglio medio della garanzia concessa quindi di circa 380.000
euro per azienda. Sempre con riferimento allo scorso anno, le aziende
affidate vantavano un fatturato consolidato di circa 4 miliardi di euro e
davano occupazione a più di 50.000 dipendenti Oggi Neafidi arriva a
garantire affidamenti fino al 30% del fatturato aziendale, e finanziamenti a
medio termine fino a 1.500.000 euro per azienda; l'Ente di garanzia in
Veneto dispone di una quota di oltre il 50% sul totale monte garanzie
erogato in Veneto lo scorso anno e dispone di un patrimonio di 37 milioni di
euro. Nel settore dell'internazionalizzazione delle Pmi, la Convenzione
stipulata tra Neafidi e il Banco Popolare Di Verona E Novara consente, in
particolare agli esportatori di beni strumentali con incassi a medio termine
ed assistiti da polizza assicurativa Sace, di smobilizzare immediatamente
l'intero credito. Ciò si traduce quindi in un significativo vantaggio per
l'imprenditore dato che può recuperare anche la percentuale non coperta da
garanzia Sace. Si tratta di un accordo unico per il quale Neafidi si è resa
disponibile ad elevare la propria garanzia all'80%. La Convenzione prevede
inoltre la messa a disposizione degli Associati Neafidi da parte del Banco
Popolare Di Verona E Novara di uno speciale plafond pari a 50 milioni di
euro, elevabile sino a 100 milioni di euro, per finanziamenti a medio
termine, erogati a tassi molto competitivi. Per gli Associati si tratta
dunque di una ulteriore opportunità di accesso al credito a condizioni
particolarmente favorevoli.
BANCA IFIS S.P.A.: DEBUTTA AL
LISTINO PRINCIPALE
Mestre, 15 ottobre 2003 – Banca Ifis S.p.a., impresa bancaria
specializzata nel factoring, presieduta da Sebastien Egon Fürstenberg, dal
7 ottobre debutta al listino principale di Piazza Affari dopo anni passati
al Mercato Ristretto di Borsa Italiana. Il passaggio al listino principale
servirà al gruppo per migliorare la liquidità del titolo e la propria
visibilità, anche in considerazione dell’espansione sui mercati
internazionali e domestici.
NIS-VIEWER, UN NUOVO SERVIZIO
DI BORSA ITALIANA
Milano, 14 ottobre 2003 - Prende il via Nis-viewer, l'innovativo servizio
che raccoglie l'intero patrimonio informativo di Borsa Italiana relativo
alle società quotate. La piattaforma informativa, alimentata in tempo
reale, raccoglie ad oggi oltre 100.000 documenti tra comunicati
price-sensitive, avvisi di Borsa, documenti societari, studi e regolamenti
obbligazionari. Concepito per venire incontro alle esigenze informative
degli intermediari (front, middle e back office), delle società quotate e
dei media, Nis-viewer è strutturato in sezioni, ognuna delle quali
corredata da funzionalità di ricerca multi-criterio che consentono la
massima fruibilità dei contenuti. Oltre ai comunicati stampa
price-sensitive delle società quotate, disponibili con funzione di alerting,
Nis-viewer offre - attraverso gli avvisi di Borsa - tutte le disposizioni
operative dei mercati di Borsa Italiana, l'informativa sulle ammissioni a
quotazione delle società, le operazioni sul capitale, i coefficienti di
rettifica degli strumenti quotati, le fusioni e le altre operazioni di
finanza straordinaria, le Opa, i dividendi, le modifiche regolamentari e i
principali eventi del mercato finanziario. Per quanto riguarda le società
quotate, sono presenti i prospetti informativi, i bilanci e gli altri
risultati d'esercizio, il calendario degli eventi societari oltre agli
equity research emessi da analisti e banche d'affari. Disponibili anche i
prospetti dei bond accentrati presso Monte Titoli, con aggiornamento
quotidiano di tutte le nuove emissioni. Nella sua versione avanzata, le
informazioni del Nis-viewer possono essere visualizzate anche sul palmare o
sul telefono cellulare.
MONDADORI PERFEZIONA ACQUISTO
DI EDIZIONI PIEMME COMPLETATA LA DUE DILIGENCE: PREZZO DEFINITIVO FISSATO IN
14,107 MILIONI DI EURO
Segrate, 14 ottobre 2003 – A seguito all’ottenimento delle
autorizzazioni di legge e agli esiti positivi della due diligence, Arnoldo
Mondadori Editore S.p.a. Ha dato esecuzione oggi al contratto preliminare
stipulato lo scorso 16 luglio - e già oggetto di informativa al mercato -
per l’acquisizione del 70% del capitale sociale di Edizioni Piemme S.p.a.
Il prezzo definitivo, fissato in base alle risultanze della due diligence,
è di 14,107 milioni di euro. L’operazione consente a Mondadori di
rafforzarsi significativamente nel segmento “ragazzi” e di acquisire
inoltre nella “varia” un portafoglio di autori affermati.
PHILIPS:
UTILE NETTO DI EURO 124 MILIONI PER IL TERZO TRIMESTRE FISCALE 2003 LE
VENDITE NOMINALI SONO DIMINUITE DEL 4%, PREVALENTEMENTE A CAUSA DELLA
DEBOLEZZA DELLE VALUTE – SU BASE COMPARABILE LE VENDITE SONO CRESCIUTE DEL
6%
Amsterdam, Olanda, 15 ottobre 2003 – Nel terzo trimestre fiscale del 2003
Philips ha registrato un utile netto di Euro 124 milioni (pari a Euro 0,10
per azione) rispetto ad una perdita di Euro 330 milioni (pari a Euro 0,25
per azione) registrata nello stesso periodo dello scorso anno. Le vendite
nominali sono diminuite del 4% rispetto allo stesso periodo dello scorso
anno, con un impatto negativo causato dalla debolezza del dollaro
statunitense e delle valute ad esso correlate (7%) e da un effetto al
ribasso di alcuni disinvestimenti (3%) effettuati nel 2002. Su base
comparativa, le vendite sono cresciute del 6%, invertendo il trend al
ribasso. Il risultato operativo ha registrato una perdita netta di Euro 126
milioni, che si confronta con un profitto di Euro 135 milioni registrato
nello stesso periodo dello scorso anno. Il risultato operativo include però
Euro 197 milioni di costi di ristrutturazione e altri costi, dei quali Euro
152 milioni dovuti ai Semiconduttori, Euro 28 milioni alla Consumer
Electronics e Euro 12 milioni ad altre aree (Miscellaneous). I costi legati
alle pensioni sono risultati di Euro 84 milioni superiori rispetto allo
stesso trimestre dello scorso anno. Il risultato operativo dello scorso anno
includeva Euro 120 milioni di guadagni legati alla vendita di alcune attività
di business. Il programma di riduzione dei costi ha portato ad oggi benefici
per Euro 379 milioni. I risparmi legati all’integrazione di Medical
Systems sono in linea con l’obiettivo di ottenere un contenimento dei
costi pari a Euro 350 milioni entro la fine del 2003. Complessivamente, il
programma di contenimento dei costi è in linea con l’obiettivo di
raggiungere Euro 1 miliardo in risparmi entro il 2004. Il flusso di cassa
derivante dal risultato operativo è stato di Euro 376 milioni. Ancora un
risultato record per la gestione delle scorte di magazzino, che hanno
raggiunto quota 13,4% rispetto alle vendite, un dato che si raffronta con il
14,1% dello scorso anno. Nel corso del trimestre la posizione del debito
netto è diminuita di Euro 201 milioni, portando il debito netto a Euro 5,2
miliardi. “Il programma di cambiamento sta generando un effetto positivo
sui risultati dell’azienda. Le vendite su base comparabile sono cresciute
del 6% e le prestazioni migliori derivano da Semiconduttori e da Medical
Systems”, ha affermato Gerard Kleisterlee, Presidente e Ceo di Philips.
“Inoltre, siamo in linea con l’obiettivo di contenimento di Euro 1
miliardo di costi. Dap e Lighting continuano a portare risultati solidi,
mentre il contributo più elevato al risultato operativo è stato prodotto
da Medical Systems, che ha ottenuto la crescita dei margini e la riduzione
dei costi. I costi di ristrutturazione per i Semiconduttori sono giunti a
termine e prevediamo che questo business torni in profitto nel prossimo
trimestre, anche grazie alle vendite di chip per la piattaforma Nexperia. I
cambiamenti che si stanno producendo nel settore dell’elettronica di
consumo ci stanno portando a rivedere il nostro modello di business; abbiamo
inoltre stabilito un obiettivo di ulteriore contenimento dei costi pari a
Euro 400 milioni entro la fine del 2005.” Kleisterlee ha concluso:
“Continuiamo a focalizzarci sui fattori che sono in nostro controllo:
sviluppo di nuovi prodotti, riduzione dell’indebitamento, miglioramento
del capitale d’esercizio e, certo non ultimo per importanza, un servizio
eccellente per i nostri clienti.” Previsioni per il futuro Prevediamo che
la divisione Semiconduttori raggiunga la profittabilità nel quarto
trimestre, con un miglioramento del rapporto tra inventario e fatturazione.
La nostra focalizzazione continua ad essere sulle attività di ricerca e
sviluppo e sulle vendite della piattaforma Nexperia. Le divisioni Dap e
Lighting stanno rispondendo alla debolezza del mercato capitalizzando sulle
innovazioni e migliorando l’efficienza operativa. Le previsioni per
Medical Systems sono improntate alla cautela dovuta alle incertezze
dell’economia e alla riduzione della spesa pubblica, in particolare in
Europa. Anche in questo caso continuiamo a focalizzarci su innovazione,
produttività e contenimento dei costi. L’erosione dei prezzi e la
competizione di concorrenti attuali e nuovi continua a caratterizzare il
mercato della Ce. I programmi di riorganizzazione del business che abbiamo
recentemente annunciato ci aiuteranno a migliorare la nostra competitività
in quest’area. Si prevede inoltre che nel quarto trimestre la Ce si
avvicini al raggiungimento del breakeven in Nord America. L’azienda
continuerà con il programma di riduzione dei costi e di gestione degli
asset, unitamente al rafforzamento del bilancio. Tra i fattori di crescita e
profitto prioritari, continueremo a focalizzarci sull’innovazione e sugli
sforzi per rendere Philips un’azienda sempre più marketing oriented.
A
MILANO IL CONGRESSO DEI BUSINESS ANGELS EUROPEI IL PUNTO SULLE FONTI DI
FINANZIAMENTO DELLA IMPRENDITORIA DELL'UNIONE
Milano,
15 ottobre 2003 - Sarà Milano ad ospitare, nell'ambito del semestre di
presidenza italiana dell'Unione, il quarto congresso di Eban, l'associazione
che riunisce le reti europee dei business angels, ossia gli investitori
privati informali che costituiscono una delle principali fonti di
finanziamento di nuove iniziative imprenditoriali nei Paesi più evoluti a
livello europeo e mondiale. Il congresso, che è organizzato da Iban,
l'associazione italiana dei business angels con il sostegno del Ministero
delle Attività Produttive e della Commissione Europea, si svolgerà il 13 e
14 novembre. L'agenda degli interventi intende fare il punto sulle
condizioni in cui si trovano a operare le reti di investitori informali in
Europa in un momento di stagnazione se non recessione del mercato del
capitale di rischio dopo lo scoppio della bolla speculativa. Alla fine del
2002 erano attive nei Paesi dell'Unione Europea più di 170 reti di business
angels, buona parte su iniziativa privata, e nonostante stiano tutte
operando ed erogando finanziamenti e spesso servizi agli imprenditori, le
condizioni generali del mercato non appiano ottimali. In base a uno studio
pubblicato nel novembre 2002 dalla Commissione Europea individuava una serie
di best practice in opera in alcuni Paesi europei ma assenti in buona parte
degli stessi, e inoltre raccomandava di inserire nel quadro normativo di
contorno innovazioni che incrementassero l'interesse da parte dei detentori
di capitale finanziario a diventare dei business angels. Tra queste
possibili innovazioni sono di particolare rilievo quelle che modificano le
condizioni fiscali del punto di entrata (per esempio l'abbassamento delle
aliquote di tassazione sul reddito investito in nuove aziende) e di quello
di uscito (trattamento fiscale del capital gain e capital loss). In questo
contesto di forte interesse da parte delle istituzioni europee e italiane
alla figura e al ruolo del business angels, il congresso Eban di Milano si
concentrerà sulla ricerca di risposte a quattro domande oggi fondamentali
per il settore: 1) Il settore del capitale di rischio informale può pensare
di fare a meno del supporto pubblico? 2) Le reti di business angels devono
andare oltre il ruolo di piattaforma di incrocio tra investitore e
imprenditore? 3) Le attività di supporto all'imprenditorialità che vanno
oltre il finanziamento possono essere autofinanziate dalle reti stesse? 4)
Quali sono le prospettive per il capitale di rischio informale e per i fondi
di "seed capital" in una economia a basso tasso di crescita come
quella europea? Queste domande verranno affrontate confrontando i punti di
vista dei responsabili di reti di business angels di diversi Paesi europei e
degli Stati Uniti con quelli dei dirigenti pubblici e dei responsabili
politici a livello europeo e nazionale. Infolink:
www.Iban.it
BASILEA
II E IL SISTEMA ITALIANO DELL'ARTIGIANATO IL TEOREMA BANCA-IMPRESA-CONFIDI
FUNZIONA SOLO CON L'INTERAZIONE SCENARIO E PERCORSI POSSIBILI IN UN CONVEGNO
PROMOSSO DA REGIONE E UNIONCAMERE LOMBARDIA E REALIZZATO DA ARTIGIANCREDIT
LOMBARDIA
Milano,
15 ottobre 2003 - L'obiettivo che il convegno, promosso da Regione
Lombardia, Unioncamere Lombardia e Artigiancredit Lombardia, si è posto è
quello di valutare, dal punto di vista dell'impresa, ed a differenza di
quanto è stato sino ad oggi ampiamente discusso in centinaia di consessi,
l'impatto che le nuove regole di Basilea, il riordino e la concentrazione
del sistema bancario e la globalizzazione dei mercati, avranno sul modo di
"fare impresa". E' evidente che quanto citato dovrà essere
affrontato nella giusta ottica da parte delle Pmi. Le imprese dovranno: 1)
rendersi trasparenti nel confronto con le Banche e, giustamente, ottenere
uguale trattamento. Lo spazio sino ad oggi concesso alla interpretazione
personale del rapporto Banca/cliente dovrà essere ancora presente ma non
determinante ai fini del rapporto stesso. L'impresa dovrà ottenere la
giusta considerazione sulla base di quanto effettivamente vale e non sulla
base di valutazioni extra-aziendali! 2) Adottare tutte quelle misure
(assicurazione del credito, informazione sul cliente, richiesta di
finanziamenti garantiti dai Confidi, ecc.) atte a presentare l'immagine
dell'azienda capace di gestire la "Finanza d'Impresa". 3)
Utilizzare sempre più massicciamente lo strumento "Confidi" non
solo per finanziamenti finalizzati ad investimenti o credito d'esercizio, ma
anche per arrivare ad essere "Aziende capitalizzate", capaci
quindi di far fronte alle proprie esigenze finanziarie anche in quei momenti
particolari che contraddistinguono la vita dell'impresa. Il teorema
Impresa-banca-confidi può funzionare solo se ognuno sarà in grado di
adeguarsi ai cambiamenti e saprà interagire con le controparti senza avere
la pretesa di prevaricare le ragioni e i diritti dell'altro. Se l'Impresa
non recepisce la necessità della trasparenza e dell'innovazione in tutti i
processi aziendali. Se la Banca non rinuncia alla tentazione di
spersonalizzare completamente il rapporto con il Cliente e di applicare
tassi di interesse estremamente elevati legati a parametri che tutto sommato
non trovano reale giustificazione. Se i Confidi non accettano la logica del
cambiamento: non più solo rilascio di garanzia ma consulenza finanziaria
piena e professionale alle aziende. Allora il Sistema Italia avrà
probabilmente perso l'opportunità di crescita e di ammodernamento che oggi
ci viene offerta da quelli che, sino a poco tempo fa, erano considerati
ostacoli insormontabili anziché occasioni da cogliere per far rifiorire un
comparto, quello delle Pmi, soffocato da un'economia e da un sistema non
certo brillanti.
QATAR
AIRWAYS VOLA SU SINGAPORE, VIENNA E CEBU
Milano,
15 ottobre 2003 - Qatar Airways ha annunciato che incrementerà nell'arco
dell'anno il proprio network grazie all'apertura delle nuove rotte per
Singapore, Vienna e Cebu nel Sud delle Filippine; inoltre, la compagnia
aerea sta per attivare nuovi servizi su Shangai, Seoul e Tripoli. L'annuncio
è stato fatto dal Ceo di Qatar Airways, Mr Akbar Al Baker, in occasione
dell'incontro annuale dell'Arab Air Carriers Organisation a Muscat.
"Essendo una delle compagnie aeree con il più alto tasso di crescita
al mondo, siamo entusiasti di poter aggiungere al nostro network queste sei
rotte. Con l'annessione di queste rotte raggiungeremo le 48 destinazioni in
tutto il mondo" ha detto Mr Al Baker. "Avendo precedentemente
annunciato l'apertura delle nuove rotte su Shangai e Seoul in Estremo
Oriente e su Tripoli in Libia, siamo molto orgogliosi di poter aggiungere
tre ulteriori destinazioni in un lasso di tempo così breve. "Vienna
sarà la nostra nona destinazione in Europa e con Cebu e Singapore
raggiungeremo otto destinazioni in Estremo Oriente" ha dichiarato Mr Al
Baker. "I servizi su Vienna via Munich tre volte alla settimana
inizieranno il 19 novembre 2003. Il volo su Cebu via Singapore partirà il
10 dicembre 2003. I servizi su Shangai e Seoul inizieranno il 28 ottobre
2003, mentre il volo su Tripoli diverrà effettivo dal 9 novembre 2003.
Tutti questi servizi offriranno voli regolari tre volte alla settimana.
"L'affascinante città di Vienna è colma di storia e attrae centinaia
di viaggiatori d'affari e di turisti ogni giorno. Siamo molto felici di
poter offrire il nostro servizio di prima categoria anche agli
austriaci" ha dichiarato Mr Al Baker. "Analogamente, Singapore è
un importante centro del commercio e dell'industria, così come
un'attrazione turistica conosciuta. Con un numero sempre crescente di
viaggiatori che desiderano volare con Qatar Airways, siamo molto felici di
poter aggiungere al nostro network questa fantastica città"
Aggiungendo un'ulteriore destinazione nell'area delle Filippine, siamo in
grado di offrire un servizio di categoria superiore alla clientela business
e ai turisti che desiderano visitare questa regione e utilizzare Cebu quale
punto di partenza per visitare altre isole della zona. "Qatar Airways
vuole portare il suo rinomato servizio a sempre più viaggiatori in tutto il
mondo. Entro i prossimi due anni incrementeremo ulteriormente il numero di
rotte raggiungendo le 60 destinazioni" ha aggiunto Mr Al Baker. I voli
per Vienna partiranno da Doha il mercoledì e il venerdì all'01.50,
arriveranno a Munich alle 06.20 e ripartirà alle 07.20 per raggiungere
l'aeroporto internazionale di Vienna alle 08.25. Il terzo volo settimanale
per Vienna partirà da Doha il giovedì con il volo Qr003 alle 12.45,
arriverà a Munich alle 17.15 e ripartirà alle 18.15 per arrivare a Vienna
alle 19.20. I voli di ritorno partiranno da Vienna il mercoledì e il venerdì
con il volo Qr010 delle 9.50, arriveranno a Munich alle 10.55 e ripartiranno
alle 11.55 per raggiungere l'Aeroporto Internazionale di Doha alle 19.40 ora
locale. Il giovedì il volo Qr004 partirà da Vienna alle 20.20, raggiungerà
Munich alle 21.25 ripartendo alle 22.25 per giungere a Doha alle 06.10 del
mattino seguente. L'aeromobile utilizzato per questi voli sarà l'Airbus
A300-600. I voli Qr638 su Singapore e Cebu partiranno da Doha il martedì,
mercoledì e sabato alle 22.30 con arrivo a Singapore alle 11.00 e
ripartiranno alle 12.15 per raggiungere l'aeroporto di Cebu alle 16.00. I
voli di ritorno Qr639 opereranno il lunedì, giovedì e venerdì alle 02.15
con arrivo a Singapore alle 06.00 e ripartiranno alle 07.30 per raggiungere
l'Aeroporto Internazionale di Doha alle 10.30 ora locale. L'aeromobile
utilizzato per questi voli è l'Airbus A300-600. I voli su Shangai e Seoul
partiranno da Doha il martedì alle 08.45 con arrivo a Shangai alle 22.15.
Il collegamento con Seoul partirà da Shangai alle 23.15 con arrivo a Seoul
all'01.50 il giorno seguente. I voli diretti di ritorno (Qr889) da Seoul
partiranno il mercoledì mattina alle 03.00 con arrivo all'aeroporto
internazionale di Doha alle 8.10 ora locale. Il mercoledì e il sabato, i
voli Qr888 partiranno da Doha alle 23.59 con arrivo a Shangai alle 13.15 il
giorno seguente. Il collegamentoa Seoul partirà da Shangai alle 14.25 con
arrivo a Seoul alle 17.05. I voli di ritorno partiranno da Seoul il giovedì
e la domenica con il volo Qr889 alle 21.50 arriveranno a Shangai alle 22.35,
prima di continuare su Doha con partenza alle 23.50 e arrivo all'aeroporto
internazionale di Doha alle 05.20 del giorno seguente. L'aeromobile
utilizzato sulla rotta Shanghai, Seoul sarà lo spazioso e comodo Airbus
A330-200. I voli su Tripoli partiranno da Doha il lunedì con il volo Qr552
alle 12.15 e arrivo a Tripoli alle 16.55 e il martedì e la domenica con il
volo Qr550 partiranno alle 00.35 con arrivo a Tripoli alle 05.15. I voli di
ritorno partiranno da Tripoli il martedì alle 02.10 (Qr553) con arrivo a
Doha alle 08.10 e un volo successivo partirà da Tripoli alle 15.30 (Qr551)
con arrivo a Doha alle 21.30. La domenica, i voli partiranno da Tripoli con
il volo Qr551 alle 15.30 con arrivo all'aeroporto internazionale di Doha
alle 21.30. Quale parte integrante della strategia di crescita, Qatar
Airways ha inoltre firmato un ordine di 32 aeromobili Airbus per un valore
di 5.1 miliardi di dollari. L'operazione permetterà alla compagnia aerea di
aumentare il numero di aeromobili della flotta, che entro il 2008 saranno
52. La fornitura di questi nuovi aeromobili permetterà alla compagnia di
introdurre nuovi voli non-stop, aggiungere novità per quanto riguarda il
servizio a bordo e iniziare nuovi servizi a lungo raggio su destinazioni
quali gli Usa. La compagnia, inoltre, lancerà per prima i super jumbo A380
nel 2007, non appena verranno consegnati i primi due aeromobili. Qatar
Airwas ha recentemente inaugurato nuove rotte su Roma e Mosca. Infolink:
www.Qatarairways.it
ENERGIA E RICERCA: UN MIX ESSENZIALE PER L'EUROPA
Bruxelles, 15 ottobre 2003 - Il 27 novembre si svolgerà a Bruxelles una
conferenza dal titolo "Energia e ricerca: un mix essenziale per
l'Europa". La manifestazione, che durerà l'intera giornata, riunirà
rappresentanti di istituti di ricerca, di compagnie petrolifere e di autorità
pubbliche per discutere l'importanza di promuovere la ricerca e lo sviluppo
nel settore europeo dell'approvvigionamento e dei servizi di petrolio e gas.
In particolare, i partecipanti saranno inviatati a scambiare idee
sull'importanza di costituire partnership di ricerca pubblico-private per lo
sviluppo di un'industria energetica competitiva e sostenibile in Europa. Infolink: http://www.Eurogif.org/wimages/first_announcement_draft_fin-pm1.pdf
L'ASSOCIAZIONE
INDUSTRIALI DI CROTONE DEDICA IL TRADIZIONALE APPUNTAMENTO ANNUALE AL TEMA:
" SUD: MITI E REALTA' "
Roma, 15 ottobre 2003 - Il
Convegno che si terrà il 25 Ottobre 2003 presso il Centro Congressi
Pitagora di Crotone, alle ore 15:00, si propone di sollecitare un ampio
dibattito ai più alti livelli di responsabilità sulle opportunità di
sviluppo che si aprono al nostro Paese, e in particolare al Mezzogiorno, nel
settore delle infrastrutture, e, nello specifico, in quello più innovativo
delle reti. Verrà, inoltre, sollecitato il dibattito sulle strategie
economiche avviate per il Sud, per incentivare l'attrazione di nuovi
investimenti e rafforzare il rapporto di interscambio tra Banche ed Aziende.
Il convegno metterà infine di fronte protagonisti istituzionali e
imprenditoriali sul ruolo del Sud d'Italia nel più ampio contesto della
nuova Europa.
LA
RIFORMA SULLE PENSIONI NON OFFRE VANTAGGI PER LE AZIENDE CHE INVECE PUNTANO
SUGLI SGRAVI FISCALI
Milano,
15 ottobre 2003 - L'88% dei direttori del personale sono contrari alla
proposta di governo di concedere un aumento retributivo per chi posticiperà
l'età della pensione. L'orientamento è stato di non percepire alcun
vantaggio tangibile per l'azienda che dovrà tenere in carico il
"pensionato mancato". E' ciò che emerge da una ricerca, su un
campione di oltre 200 direttori del personale di aziende operanti su tutto
il territorio nazionale, condotta da Mcs (www.Mcs-accord.com), società che
si occupa di ricerca e selezione di middle management, presente in Italia
con quattro sedi (Milano, Roma, Bologna e Padova) e a livello mondiale
attraverso il network Accord. Dalla ricerca Mcs emerge inoltre che la
prevalenza dei direttori del personale (75%) ritiene che le aziende abbiano
la necessità di essere "incentivate" a trattenere il lavoratore
attraverso gli sgravi fiscali o altre forme di aiuti che non lascino
all'impresa l'onere di sobbarcarsi in toto il maggior costo del lavoratore.
I vantaggi che scaturiscono per il lavoratore che decide di prolungare la
permanenza in azienda sono ritenuti insufficienti dal 12.5% dei direttori
del personale. Dal punto di vista del lavoratore perciò non si ritiene
sufficiente l'aumento retributivo ipotizzato dal governo per giustificare un
rinvio dell'età pensionabile. Il 12.5% restante infine giudica
negativamente il provvedimento in assoluto, non ravvisando vantaggi per
nessuna categoria, anzi sottolineando il fatto che impostando la riforma in
tal senso non si fa altro che posticipare il problema, rinviandolo senza
dargli una soluzione definitiva. Nonostante la gravità dei conti pubblici
sia all'ordine del giorno, l'89% degli intervistati ritiene sia necessario
agire con una certa gradualità non sconvolgendo il sistema attuale, ma
modificandolo progressivamente. Solo l'11% vorrebbe un intervento immediato,
che portasse subito a 60 anni l'età pensionabile, rinunciando alla
gradualità e allo stesso tempo prevedendo incentivi "pesanti" per
le aziende che assumono giovani al di sotto dei 30 anni. Al posto della
riforma attuale, la maggior parte dei direttori del personale (44%)
giudicherebbero positivo invece trasferire una parte degli aumenti
retributivi conseguenti ai rinnovi contrattuali verso enti previdenziali
(pubblici o privati) per favorire l'aumento dei contributi versati senza
intaccare le retribuzioni attuali. Il 23% degli intervistati giudicherebbe
positivo invece il trasferimento della quota accantonata per il Tfr in fondi
pensioni, cioè spostare una parte di fondi che l'azienda accantona, ma che
non liquida nell'immediato verso enti di previdenza, raggiungendo in tal
modo il duplice scopo di aumentare il prelievo previdenziale senza intaccare
le retribuzioni attualmente erogate. Il restante 33% reputa necessario
demandare la questione ad organismi super partes che adottino politiche
previdenziali di indirizzo comune. In tal senso l'Unione Europea viene vista
come l'unico vero organo idoneo ad assumere un costruttivo atteggiamento
riformista del sistema previdenziale. Emergono perciò due consapevolezze:
la prima è che si vorrebbe affidare una riforma così delicata per la
futura sostenibilità dei sistemi previdenziali ad un organo di potere che
racchiuda in sé interessi che non siano di un singolo Paese soltanto, ma di
un insieme più vasto per avere poi un'impostazione comune più efficiente.
La seconda è che il problema dello squilibrio dei conti della previdenza
non è dovuto a cause momentaneamente presenti nel sistema, ma ad una
situazione tendenziale generata dal progressivo invecchiamento della
popolazione e dall'allungamento della nostra vita. Per i direttori del
personale la priorità che il governo dovrà seguire per portare a termine
la riforma è, per il 50% degli intervistati, l'abolizione delle differenze
esistenti tra pubblico e privato, lasciando intendere come sia sentito il
problema delle "pensioni baby" e, per il 30% del campione,
l'aumento del numero degli occupati come soluzione al problema
previdenziale, indirizzando l'intervento spostandone il focus dal lato del
numero eccessivo dei pensionati a quello della scarsità del numero di
occupati che, se fosse superiore sicuramente contribuirebbe a coprire parte
del buco contributivo. Altra priorità (per il restante 20%) è l'abolizione
delle pensioni di anzianità, strumento sul quale molto si è dibattuto ma
sulla cui eliminazione definitiva permangono pareri discordanti all'interno
del governo, confermati dalla ricerca Mcs. "Una accelerazione del
processo di allungamento della vita lavorativa è inevitabile - afferma
Antonio Rispo, Amministratore Delegato di Mcs". "Il sistema Paese
continua Rispo - va immaginato come una grande famiglia, in cui le entrate
non riescano a coprire le spese e quindi in qualche modo si deve
intervenire: o si lavora di più o si riducono le uscite. In questo caso il
problema è analogo: assistiamo ad uno squilibrio tra la quantità di
entrate previdenziali e il numero di pensioni erogate. A causa
dell'invecchiamento della popolazione e del ritardo con cui si giunge al
lavoro rispetto agli anni passati, il rapporto lavoratori/pensionati è
cambiato e si è assistito sempre più ad un aumento dei secondi non
bilanciato da un analogo aumento dei primi. Inoltre in passato abbiamo visto
più volte attuate politiche sbagliate, che hanno favorito la risoluzione di
gravi crisi occupazionali di settore con prepensionamenti e baby pensioni. A
posteriori l'Inps si ritrova in carico questo pesante fardello. Ora perciò
è giunta l'ora di intervenire in maniera radicale, non si può più
rinviare il problema, anche se esistono molte leve sulle quali è possibile
intervenire e non ve ne è necessariamente una più corretta delle
altre". "Lo scopo di un tale lavoro - precisa Gianluca Gioia,
consulente di Mcs - è stato quello di mettere in evidenza il parere di una
categoria ben precisa di persone che vivono quotidianamente gli attriti tra
sistema azienda e sistema sindacale, ovvero i direttori del personale.
Inoltre abbiamo ritenuto di un certo rilievo la possibilità di conoscere
l'opinione di chi vivrà gli effetti della riforma sulla propria pelle,
nella duplice veste di responsabile delle politiche del personale della
propria azienda da un lato e di futuro pensionato dall'altro". Www.mcs.it
FEDEGARI
AUTOCLAVI SPA: DA CINQUANT'ANNI IL SUCCESSO DELLA DIFFERENZA
Milano, 15 ottobre 2003 -
Qualità, passione artigianale, coraggio di esplorare nuove tecnologie,
professionalità, esperienza e passione sono alla base dell'eccellenza
qualitativa raggiunta da Fedegari Autoclavi Spa., un'azienda che da
cinquant'anni è leader mondiale nel settore degli sterilizzatori.. Uomini,
idee e valori costanti nel tempo: su questi pochi, ma validi concetti si
basa la storia di Fedegari, nata a Pavia nel 1953 per la felice intuizione
di due fratelli, Giampiero e Fortunato. Dall'iniziale lavorazione artigiana
di lattoneria in acciaio inox, i due fratelli decidono di specializzarsi
esclusivamente nella produzione di autoclavi per la sterilizzazione, sicuri
di poter "far la differenza" perfezionando in ogni dettaglio la
costruzione di queste macchine, introducendo soluzioni originali ed
innovative. In tutti questi anni l'azienda si è sviluppata per rispondere
continuamente alle diverse esigenze del mercato. Lo stabilimento di Fedegari
Autoclavi Spa copre oggi un'area di oltre quindicimila metri quadri. I figli
di Fortunato, Paolo e Giuseppe, hanno raccolto la passione del padre
entrando a far parte della Società senza però variare un importante
valore: la lavorazione artigiana. Una competenza che garantisce sempre il più
elevato standard tecnologico e la cura dei particolari, al fine di
assicurare sempre la massima qualità delle produzioni. Tre gli elementi
fondamentali che determinano la qualità, la professionalità e il successo
di Fedegari. Primo fra tutti la superiorità tecnologica del particolare,
derivata dall'estrema conoscenza componentistica in cinquant'anni di lavoro.
L'azienda di Albuzzano produce internamente tutti i particolari e i
componenti necessari al miglior funzionamento degli sterilizzatori. Fedegari
produce componenti semplici ma con ottime valenze tecniche e prestazionali,
così che anche l'utilizzatore finale può procedere facilmente alla
manutenzione diretta del singolo pezzo, smontando e riparando direttamente
il componente. La struttura aziendale è l'altra componente fondamentale che
fa la differenza per Fedegari. L'azienda pavese, infatti, è convinta
sostenitrice della gestione "familiare", intesa nel senso migliore
del termine: ruolo attivo e quotidiano dei titolari con un coinvolgimento
diretto nelle varie fasi progettuali. Fedegari è da sempre attenta alle
esigenze del cliente con il quale analizza le necessità per ottenere i
migliori risultati. Fedegari ragiona con il cliente sulle prestazioni della
macchina, progettandola in funzione delle esigenze di produzione. Nel corso
degli anni il know-how acquisito direttamente sul campo ha permesso
all'azienda pavese di conoscere e approfondire dettagli tecnici che
l'azienda mette a disposizione del cliente con il quale approfondisce
aspetti, esigenze e particolari. In questo modo nascono macchine e
componenti "personalizzati" in funzione dei prodotti da trattare,
soluzioni sempre diverse così come differenti sono le esigenze produttive
dei singoli clienti
PLURISERVICE
NON SENTE LA RECESSIONE MA CONTINUA AD ACQUISIRE QUOTE DI MERCATO. SOLO
SEGNI POSITIVI NELLA STORIA DELL'AZIE NDA RAVENNATE.
Milano, 15 ottobre 2003 - In Italia certamente non mancano le piccole e
medie aziende portate al successo da un "self made man" di
talento. Spesso però si tratta di aziende manifatturiere, basate sulla
capacità pratica di produrre oggetti. Più rari sono i casi in cui la
"favola" del successo imprenditoriale all'italiana ha per
protagonista aziende commerciali attive nel campo delle alte tecnologie, un
settore che non coinvolge attività manifatturiere e che è caratterizzato
da margini di guadagno molto ridotti. Uno di questi casi rari è certamente
Pluriservice, azienda ravennate fondata nel 1986 da Ovidio Marzi, che
commercializza lettori di codici a barre, terminali di raccolta dati e altri
prodotti riguardanti l'identificazione automatica. In questa storia i numeri
della "favola" ci sono tutti: nel 1986 Marzi iniziò la sua
attività senza alcun finanziamento e realizzò un fatturato di 180 milioni
di lire, nel 1990 raggiunse 1,2 miliardi, poi 3,6 nel 94, 5 nel 96 e così
via fino ad arrivare agli 11 milioni di Euro nel 2002. Anche gli utili,
oltre al giro d'affari, hanno conosciuto un sensibile aumento negli ultimi
due anni, il che ha consentito all'azienda di assumere dieci persone nel
periodo 2002-2003, proprio quando altre società del settore erano costrette
a ridurre la loro forza lavoro. Come spiegare questo successo? Nei primi
anni di attività uno dei punti di forza di Pluriservice fu una politica
commerciale rapida e aggressiva, basata sulla vendita di quantitativi
significativi (allora i prodotti trattati erano le etichettatrici manuali
per codici a barre) che i clienti pagavano alla consegna. Ciò permise a
Pluriservice di ovviare al problema della mancanza di finanziamenti, in
quanto l'azienda incassava dai clienti molto prima di pagare i fornitori.
Un'altra mossa azzeccata fu, all'inizio degli anni novanta, la scelta di
allargare la gamma dei prodotti trattati, fino a includere sistemi completi
per l'identificazione automatica e la necessaria attività di integrazione.
Ma questi due elementi da soli non bastano a spiegare la vitalità
dimostrata da Pluriservice, che ha saputo continuare a crescere anche nel
2002 e nel 2003 nonostante la recessione. L'ingrediente chiave del successo
di questa società ravennate sembra essere un approccio al mercato simile a
quello utilizzato per i beni di largo consumo: operando su volumi di vendita
molto elevati, Pluriservice possiede un notevole potere contrattuale nei
confronti dei produttori e può quindi difendere la propria indipendenza e
spuntare prezzi competitivi. L'autonomia decisionale di Pluriservice è
particolarmente importante, perché consente all'azienda di scegliere
liberamente i prodotti migliori da proporre al mercato - anche con proprio
marchio - e permetterà presto di integrare l'offerta con articoli di
propria produzione. Un altro aspetto che distingue Pluriservice da altre
società del settore è la sua stabilità: in diciotto anni d'attività sono
soltanto otto i dipendenti che hanno lasciato l'azienda. Ciò ha consentito
la creazione di rapporti di lunga durata con clienti e fornitori e ha
incoraggiato Pluriservice a investire sul proprio personale con corsi di
riqualificazione e aggiornamento tecnologico. Non è mai mancato, comunque,
l'apporto di nuove figure professionali dedicate a settori specifici quali
l'identificazione a radiofrequenza, i terminali mobili, il software per
tentata vendita. Da questa posizione privilegiata di player autonomo e
stabile, Pluriservice è in grado di attirare non soltanto i clienti ma
anche i fornitori più qualificati. Ai primi la società offre i prodotti più
aggiornati e adatti alle loro esigenze, un efficiente servizio nello
sviluppo di soluzioni complete e nel post-vendita e tutto il materiale di
consumo. Ai secondi offrire un sensibile ampliamento del mercato.
Pluriservice, inoltre, utilizza massicciamente tutti i canali comunicativi
disponibili: è stata la prima società del settore Autoid a farsi pubblicità
su una rete televisiva nazionale, organizza regolarmente intense campagne di
direct marketing ed eventi di grande impatto rivolti a specifici settori di
mercato, quali l'industria automobilistica e la grande distribuzione
cooperativa. Questa attività pubblicitaria e promozionale - svolta anche
avvalendosi di Internet - è sostenuta da una rete vendita che copre il
territorio italiano in modo capillare.
LAVORO.....IN
VISTA 1° EDIZIONE NELL'ANNO EUROPEO DEDICATO ALLE PERSONE DISABILI LE AZIENDE INCONTRANO I "DISABILI"
VISIVI
Milano,
15 ottobre 2003 - E' il titolo del convegno teorico/pratico a carattere
gratuito, promosso e organizzato dall'Associazione Nazionale Subvedenti (Ans),
in partnership con la Fondazione Adecco per le pari opportunità, in
calendario: Sabato 18 ottobre Ore 09.00 - 13.30 Presso la Sala Assemblee
Banca Intesa in Piazza Belgioioso 1 a Milano La mission di questo evento -
essenzialmente dedicata alle persone ipovedenti, affette cioè da gravi
deficit visivi - è duplice: garantire un'informazione in merito
all'attuazione della legge 68/99 che norma l'inserimento delle persone
"disabili" nel mondo del lavoro e permettere ai partecipanti di
effettuare colloqui di lavoro con i selezionatori di primarie Aziende,
presenti all'incontro. La visita alla postazione telematica allestita dallo
staff dell'Ans, consentirà di verificare quanto la tecnologia, possa
rendere autonomo e autosufficiente un diversamente abile. Interverranno i
selezionatori delle seguenti imprese: Abb, Adecco, Piazza Sempione, Rs
Components e System.
LAVORO GIOVANI – COME CERCARLO
UN’INIZIATIVA DELL’ASSESSORE ALLO SPORT E GIOVANI L’OPUSCOLO VERRÀ
DISTRIBUITO IN 80MILA COPIE AI RAGAZZI MILANESI TRA I 17 E I 23 ANNI
Milano, 15 ottobre 2003 - Sessantamila giovani milanesi di età compresa fra
i 17 e i 23 anni riceveranno in questi giorni a casa un opuscolo dal titolo:
“Lavoro Giovani – Come cercarlo”, mentre altre 20 mila copie verranno
distribuite negli Informagiovani, i servizi comunali decentrati e alcuni
luoghi particolarmente frequentati da giovani. Si tratta di una
pubblicazione voluta dall’assessore allo Sport e Giovani Aldo Brandirali
per fornire informazioni aggiornate e facilmente fruibili sulle tematiche
relative all’accesso al mondo del lavoro. Secondo un’indagine condotta
nei mesi scorsi, circa il 42 per cento delle domande che gli utenti dei
servizi Informagiovani rivolgono agli operatori sono riferite alle tematiche
del lavoro. D’altro canto anche la legislazione in materia è radicalmente
mutata, e si rende necessario uno strumento chiaro e dal linguaggio semplice
e lineare, comprensibile anche per i “lettori deboli” e dai giovani
abituati a mezzi di comunicazione immediati, per orientarsi nel delicato
momento dell’ingresso nel mondo del lavoro. La guida è divisa in due
parti: - La prima contiene informazioni di primo livello e valide ovunque
sulle procedure di legge, sulle diverse opportunità e tipologie di lavoro e
contrattuali, nonché consigli per muoversi concretamente nella ricerca e
nel contatto con aziende ed enti, fino ai suggerimenti su come rispondere a
un’inserzione, come proporsi e come scrivere un curriculum. - La seconda
parte, individualizzata per il Comune di Milano, contiene indicazioni
concrete, indirizzi utili, informazioni su organizzazioni, enti e siti
internet dove attingere maggiori dettagli e incrociare la domanda e
l‘offerta, sugli organismi in grado di assistere i giovani in cerca di
lavoro. Vi si può trovare inoltre le informazioni sulle iniziative a favore
del lavoro giovanile organizzate nella città di Milano dalle
amministrazioni locali e sulle norme e sugli atti di programmazione
regionale destinati a favorire l’occupazione giovanile. Infolink: Www.comune.milano.it
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