NOTIZIARIO
MARKETPRESS
NEWS
di
GIOVEDI'
22 GENNAIO 2004
pagina 1
VUOI PUBBLICIZZARE
LA TUA AZIENDA SU QUESTO SPAZIO
A SOLI 200 €
AL MESE ?
TELEFONATECI ALLO
02 48 95 07 34 |
(* symbolcopyright c Comunitè
europee,2001 http://www.cordis.lu ) |
CONFERENZA DEI PRESIDENTI DEL
PARLAMENTO EUROPEO : ROMANO PRODI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA
RELAZIONE DI PRIMAVERA 2004
Bruxelles, 22 gennaio 2004 – Di
seguito la relazione di Prodi al Parlamento europeo : “ Presidente Cox,
Onorevoli deputati, Pochi giorni fa ho ricordato in Assemblea plenaria
l'importanza della conoscenza e dell'innovazione per il futuro dell'Europa.
Ho anche ribadito l'importanza della Strategia di Lisbona, che resta il
punto di riferimento per l'economia e la società europee.
La Commissione
ha adottato questa mattina
la Relazione
di primavera. Si tratta del contributo della Commissione al Consiglio
europeo che, il 25 e 26 marzo prossimi, farà il bilancio sul progresso
della Strategia di Lisbona e fisserà l'agenda delle priorità economiche,
sociali e ambientali dell'Unione per il 2004. Nei quattro anni trascorsi dal
Consiglio di Lisbona, l'Unione ha compiuto progressi importanti. Basti
pensare che dal 1999 nei quindici Stati membri sono stati creati oltre sei
milioni di posti di lavoro. Ciò significa che, anche in una fase di
rallentamento dell'economia europea e mondiale, l'occupazione ha
sostanzialmente tenuto. Inoltre, è proseguita l'opera di apertura e di
integrazione dei mercati. Infine sono stati fatti progressi importanti nella
direzione delle riforme strutturali nel campo delle pensioni e nel mercato
del lavoro. Secondo un nostro studio recente, queste prime riforme hanno
prodotto fra il 1996 e il 2001 un aumento del reddito di quasi mezzo punto
percentuale l'anno. Questi primi segnali positivi dimostrano che le riforme
non sono solamente necessarie ma, una volta realizzate, funzionano e portano
benefici reali. Tuttavia, possiamo e dobbiamo fare di più, perché i
progressi compiuti sono ancora troppo limitati e non garantiscono il
raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati. Perché quindi si deve
insistere, oggi più che mai, sul rilancio della strategia di Lisbona? In
primo luogo, perché le riforme non devono restare frammentarie e isolate
fra di loro. All'interno di ciascun paese, esse avranno un impatto sensibile
solo se verranno realizzate in modo coordinato e nel contesto di una
strategia complessiva. Ad esempio, le riforme orientate all'occupazione
riusciranno a raggiungere tutti i loro obiettivi se saranno coerenti con
parallele riforme dei mercati dei beni e servizi e anche dell'istruzione.
Nei prossimi 5 o 10 anni la nostra crescita potenziale potrà aumentare fino
a tre quarti di punto l'anno se si riuscirà a realizzare le riforme in modo
simultaneo e integrato.
La Relazione
dimostra invece che il progresso delle riforme in alcuni campi resta ancora
molto insoddisfacente. Mi dispiace rilevare che questi campi comprendono
proprio quelli che ho evocato di recente in questa sede: gli investimenti in
ricerca e innovazione, l'istruzione e la competitività. Inoltre, è urgente
affrontare la questione del debole tasso di partecipazione al lavoro della
popolazione, soprattutto in età avanzata. È per questo motivo che
investimenti, competitività e prolungamento della vita attiva sono le tre
priorità che
la Commissione
sottopone al Consiglio europeo nella Relazione di primavera. Gli
investimenti nelle reti europee e la ricerca sono l'oggetto della nostra
recente Iniziativa per la crescita.
La Relazione
di primavera sottolinea l'urgenza di mettere in pratica questa strategia
soprattutto per quanto riguarda il quick start programme. Questo programma
comprende progetti transnazionali nei campi dei trasporti, dell'energia,
della comunicazione e della ricerca che possono partire in tempi
rapidissimi. L'obiettivo di fondo dell'Iniziativa è dare un nuovo impulso
agli investimenti utilizzando le risorse finanziarie e politiche dell'Unione
come volàno per i capitali privati. Per stimolare il capitale privato e
indirizzarlo verso i settori di sviluppo prioritario individuati dalla
nostra Strategia bisogna creare anche un ambiente favorevole e l'Iniziativa
prevede alcune misure di regolamentazione che favoriscono gli investimenti
privati. Lo sviluppo di questo ambiente favorevole potrà garantire la
competitività delle nostre industrie, che dipende però anche dalla loro
capacità di adattarsi alle condizioni del mercato globale. Quest'obiettivo
tuttavia si inquadra in un contesto più ampio di regolamentazione e prevede
anche il completamento dell'integrazione dei mercati nei settori chiave. A
questo fine è necessario che entro il prossimo mese di maggio venga
adottato il "Pacchetto legislativo competitività". Si tratta di
una serie di misure che comprendono, fra l'altro, il riconoscimento delle
qualifiche professionali, il brevetto comunitario, le ultime direttive sui
servizi finanziari e la direttiva quadro sui servizi. L'accordo
interistituzionale raggiunto con il Piano d'azione "semplificare e
migliorare la regolamentazione" servirà a tener conto delle relazioni
fra la competitività e la tutela dell'ambiente nell'adozione della futura
legislazione europea. A questo riguardo voglio sottolineare l'importanza di
tener conto di questa problematica in ogni passo del processo legislativo
che coinvolge tutte le istituzioni. Tuttavia, il nostro sforzo di adottare a
livello comunitario le misure di cui l'Unione ha bisogno per l'integrazione
dei mercati serve a ben poco se gli Stati membri non si dimostrano più
pronti a trasformarle in legge nazionale. Finora questa volontà non
traspare dai fatti. Secondo l'ultimo rilevamento, in media circa il 40%
delle direttive adottate nel quadro degli obiettivi di Lisbona attende
ancora di essere trasposto in legge. Questo fatto ritarda la piena
realizzazione della Strategia in campi importanti, quali le comunicazioni
elettroniche e l'integrazione dei sistemi ferroviari. Onorevoli deputati,
Una delle sfide più complesse per l'Unione nei prossimi anni è
l'invecchiamento della popolazione. Si tratta di una questione che investe
in gradi diversi tutti i paesi dell'Unione e che ha conseguenze
importantissime per la nostra economia e per la nostra società. Per
rispondere a questa sfida, occorre sviluppare una politica di prolungamento
della vita attiva dei lavoratori che comprende misure su diversi livelli. In
primo luogo, la struttura dei sistemi pensionistici spesso incentiva
l'uscita dal mercato del lavoro ad un'età in cui il lavoratore ha ancora
molto da dare alla società. In secondo luogo, occorre che imprese,
sindacati e governi rivedano i propri obiettivi e i modelli organizzativi in
modo da permettere condizioni più flessibili alla fine della vita
lavorativa. In questo modo, si facilita la transizione verso l'età della
pensione e si può meglio tener conto della conoscenza e dell'esperienza dei
lavoratori più maturi. Ma soprattutto, si deve porre l'accento sulla
formazione permanente. Oggi i lavoratori e le imprese non investono
abbastanza nella formazione dei lavoratori. Di conseguenza essi perdono
progressivamente contatto con il mondo del lavoro e cresce la propensione
sia da parte loro che delle imprese ad abbreviare la vita lavorativa.
Occorre quindi operare in tre direzioni: · Eliminare gli incentivi che
accorciano la vita attiva; · Stimolare la formazione permanente per evitare
l'obsolescenza delle qualifiche, e infine · Migliorare i sistemi di
organizzazione del lavoro. Onorevoli deputati, voglio concludere questo mio
intervento ricordando il vero valore aggiunto dell'azione dell'Unione.
Nessun paese potrà vincere da solo le sfide della crescita, di una società
equa e inclusiva e dell'ambiente. Il piano di interventi e di riforme
previsto dalla Strategia di Lisbona raggiungerà i suoi obiettivi solo se le
strategie di riforma nazionali verranno applicate in modo coordinato e
simultaneo nei diversi Stati membri. Questo deriva logicamente dalla
progressiva integrazione del nostro mercato interno, ma non si può
dimenticare che l'applicazione coordinata delle riforme in tutti i paesi può
ridurre il costo politico all'interno dei singoli paesi. Da questo segue
l'utilità di mantenere e rafforzare il coordinamento effettivo delle
politiche economiche; e su questo tema
la Commissione
presenterà le sue proposte nelle prossime settimane. “
LA
COMMISSIONE DEFINISCE
LE PRIORITÀ PER RILANCIARE L'AGENDA
DI LISBONA
Bruxelles, 22 gennaio 2004 -
La Commissione
invita il Consiglio europeo di primavera ad approfittare della ripresa
economica e della dinamica dell'allargamento per dare nuovo impulso alla
strategia di Lisbona. Vengono fissate tre priorità: migliorare gli
investimenti nelle reti e nella conoscenza, rafforzare la competitività
dell'industria e dei servizi, e promuovere il prolungamento della vita
attiva. Dopo quattro anni di attuazione della strategia di Lisbona, i
progressi realizzati dall'Unione restano insufficienti per raggiungere gli
obiettivi che essa si è fissata. Nonostante i passi avanti registrati in
alcuni settori importanti, infatti, l'attuazione delle riforme da parte
degli Stati membri non si è dimostrata adeguata alle sfide. Vari settori
incontrano difficoltà anche gravi. Commentando la relazione, il Presidente
della Commissione Romano Prodi ha dichiarato: "Gli Stati membri
sembrano non rendersi conto che il 2010 è dietro l'angolo. Quattro anni
dopo Lisbona è chiaro che non raggiungeremo gli obiettivi intermedi.
Dovrebbe essere un messaggio sufficientemente forte per risvegliare e ridare
slancio ai governi. A livello europeo abbiamo compiuto progressi regolari
fissando le priorità opportune, ma gli Stati membri non hanno dimostrato a
sufficienza di avere fatto proprie tali priorità. Per il 2004 ne fissiamo
tre: più investimenti nelle reti e nella conoscenza, il rafforzamento della
competitività industriale e più misure per incrementare la partecipazione
al mercato del lavoro. Chiediamo ai governi di reagire tempestivamente su
tutti e tre i fronti. Dobbiamo infatti sfruttare la ripresa economica per
recuperare il tempo perduto. L'europa merita di fare di più."
Progressi realizzati - In questa quarta relazione si fa un bilancio dei
progressi realizzati dal 2000 e si invita il Consiglio europeo a sfruttare
le opportunità offerte dalla ripresa economica e dalla dinamica
dell'allargamento per dare l'impulso necessario alla strategia di Lisbona.
La Presidenza
irlandese si è fissato questo come priorità fondamentale del suo mandato.
L'analisi dei progressi compiuti mette in luce aspetti positivi, quali la
creazione di sei milioni di posti di lavoro dal 1999 nonostante il
rallentamento dell'economia; miglioramenti significativi per quanto concerne
la disoccupazione di lunga durata e l'occupazione femminile; l'apertura di
vari mercati strategici di reti (telecomunicazioni, energia, trasporto
ferroviario, ecc.); la diffusione di Internet nelle scuole, nelle imprese
nelle amministrazioni pubbliche e nelle famiglie. L'unione, tuttavia, resta
ancora lontana dagli obiettivi fissati dal Consiglio europeo di Lisbona.
L'occupazione e la produttività, infatti, non forniscono un contributo
sufficiente alla crescita europea. Ciò è dovuto a vari fattori: il basso
livello di occupazione fra i lavoratori di età compresa fra 55 e 64 anni,
la diffusione e l'utilizzo insufficienti delle tecnologie dell'informazione
e della comunicazione, e la carenza di investimenti nei settori della
conoscenza (ricerca, innovazione, istruzione e formazione). Il mercato
interno, inoltre, è ancora eccessivamente frammentato per quanto concerne
sia i servizi che il commercio intracomunitario. I risultati ottenuti dagli
Stati membri nella trasposizione delle direttive connesse alla strategia di
Lisbona sono altrettanto mediocri (una media 58% a livello dell'Unione).
Infine, insoddisfacenti sono anche i risultati ottenuti nel campo
dell'ambiente, della coesione sociale e dello sviluppo sostenibile. Priorità
per il 2004 - Sulla base di questo bilancio,
la Commissione
invita il Consiglio europeo ad adottare le misure necessarie nei tre settori
prioritari, vale a dire: Migliorare gli investimenti nelle reti e nella
conoscenza. A tale scopo gli Stati membri devono impegnarsi in primo luogo
nell'attuazione dell'iniziativa per la crescita tramite il programma di
avviamento rapido ("quick start programme"), nonché del piano di
azione "Investire nella ricerca". Anche gli investimenti nel
settore dell'istruzione e della formazione devono essere rafforzati per
sostenere il capitale umano. Rafforzare la competitività dell'economia
europea. Il Consiglio e il Parlamento europeo dovrebbero concentrarsi su
varie questioni strategiche che hanno ripercussioni sulla competitività. Si
dovrebbe migliorare l'applicazione della strategia di Lisbona al settore
industriale. Anche nel campo dell'integrazione del mercato dei servizi,
inoltre, sono necessari progressi rapidi per quanto riguarda la proposta di
direttiva quadro sui servizi. Infine, l'Unione dovrebbe potenziare le
sinergie fra ambiente, ricerca e industria per stimolare la competitività
europea. A questo proposito, appare prioritaria l'adozione rapida della
proposta di piano d'azione sulle tecnologie ambientali. Infine, promuovere
il prolungamento della vita professionale attiva incentivando i lavoratori
più anziani a restare nel mercato del lavoro. A tale proposito è
opportuno, in particolare, eliminare gli incentivi finanziari ai
pensionamenti anticipati. Parallelamente, gli Stati membri dovrebbero
avviare la modernizzazione dei sistemi sanitari al fine di migliorarne la
sostenibilità finanziaria e l'efficacia. Razionalizzazione e riesame
intermedio - Nell'ottica di un ciclo di coordinamento politico più
armonizzato, la relazione di primavera è accompagnata da un 'pacchetto di
valutazione dell'attuazione', che comprenderà la relazione sull'attuazione
degli indirizzi di massima per le politiche economiche 2003-05 http://ue.Eu.int/emu/it/index.htm
il progetto di relazione comune
sull'occupazione che valuterà l'attuazione degli orientamenti
sull'occupazione http://europa.Eu.int/comm/employment_social/
employment_strategy/guidelines_en.htm
(cfr. Anche Memo/04/10), e la
relazione sull'attuazione della strategia per il mercato interno (cfr. Anche
Memo/04/11). Questo pacchetto completo costituirà la base delle discussioni
del Consiglio europeo del 25-26 marzo 2004.
La Commissione
invita inoltre il Consiglio europeo a definire il quadro e la metodologia
per la preparazione del riesame intermedio della strategia di Lisbona nel
2005. Tale riesame dovrebbe concentrarsi essenzialmente sull'attuazione e
basarsi, in particolare, sul prossimo quadro finanziario post 2006. Allegato
1 - Attuazione degli indirizzi di massima di politica economica 2003-05 - La
relazione sull'attuazione valuta i progressi compiuti fino ad ora
nell'attuazione della strategia di politica economica di medio termine http://ue.Eu.int/emu/it/index.htm
prestando particolare attenzione
alle tre priorità individuate dal Consiglio lo scorso giugno: (i)
promuovere la crescita, (ii) aumentare la flessibilità del mercato del
lavoro e (iii) garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche. Mentre
in alcuni settori le sfide politiche ricevono una risposta adeguata, a
livello generale la riforma procede a un ritmo insufficiente. Al ritmo
attuale, infatti, si rischia di non riuscire a dare piena attuazione agli
orientamenti entro due anni, compromettendo così il raggiungimento degli
obiettivi di Lisbona entro il 2010. Le politiche macroeconomiche hanno
sostenuto la crescita - Dopo due anni di rallentamento, nella seconda metà
del 2003 si è registrata una ripresa della crescita economica nell'Unione,
sostenuta dalle politiche macroeconomiche. Le autorità monetarie hanno
continuato ad abbassare i tassi di interesse stimolando così la domanda
interna. In generale, le condizioni finanziarie sono restate favorevoli,
nonostante la rivalutazione dell'euro. Nel 2003 la politica di bilancio è
stata sostanzialmente neutrale. La situazione si è ulteriormente
deteriorata per effetto del libero gioco degli stabilizzatori automatici che
hanno contribuito a stabilizzare l'economia, ma, in alcuni casi, anche in
seguito a un ammorbidimento discrezionale. Alcuni Stati membri con disavanzi
strutturali elevati non si sono affatto impegnati, o troppo poco, per
correggere gli squilibri di bilancio. -Le riforme del mercato del lavoro
sono state incentivate ma appaiono insufficienti per conseguire tutti gli
obiettivi in materia di occupazione - All'inizio della crisi economica il
mercato del lavoro ha reagito bene, in parte grazie alle riforme precedenti,
ma nel 2003 la crescita dell'occupazione ha registrato una stagnazione e la
disoccupazione ha continuato ad aumentare. I salari nominali sono aumentati
del 3% circa, esercitando una costante pressione sulla redditività e sugli
investimenti che creano posti di lavoro. In questo contesto è incoraggiante
notare una leggera accelerazione del ritmo della riforma: Sono state
introdotte riforme volte a rendere più redditizio il lavoro, ma ancora una
volta si sono concentrate principalmente sugli aspetti fiscali. È
necessario lavorare di più sugli effetti incentivanti dei regimi di
prestazioni sociali, nonché su altri incentivi non finanziari. Sono state
adottate nuove misure per adeguare l'organizzazione del lavoro e favorire la
mobilità occupazionale. Sono stati introdotti miglioramenti
nell'elaborazione di politiche attive del mercato del lavoro più mirate.
Sono stati compiuti sforzi per far fronte alle differenze regionali in
materia di disoccupazione e migliorare l'efficienza degli investimenti
finanziati dai fondi strutturali. Nonostante i progressi realizzati in
alcuni settori del mercato del lavoro, senza ulteriori riforme si rischia di
non riuscire a conseguire la maggior parte degli obiettivi di Lisbona in
materia di occupazione. -Le misure introdotte per migliorare la produttività
e il dinamismo commerciale sembrano aver dato risultati ambigui - Nel 2003
è proseguito l'andamento negativo dei miglioramenti della produttività del
lavoro. Il divario fra la produttività del lavoro fra l'Ue e gli Usa è
aumentato e rappresenta ora il 40% della differenza del loro Pnl pro capite.
Per quanto riguarda le politiche che si applicano alla concorrenza,
all'ambiente imprenditoriale e all'utilizzo delle nuove tecnologie, si è
registrato un miglioramento nel ritmo della riforma. I progressi sono più
limitati per quanto concerne invece l'integrazione dei mercati e gli
investimenti nella conoscenza e nella ricerca. Il funzionamento del mercato
interno ha continuato ad essere ostacolato dalla mancanza di un'opportuna
regolamentazione nei settori coperti da circa 20 proposte attualmente
all'esame del Consiglio e del Parlamento. Nel 2003 il tasso medio di
trasposizione nel diritto nazionale da parte degli Stati membri è
peggiorato. L'apertura del mercato nelle industrie di rete è proseguita.
Sono state adottate misure per ridurre gli oneri amministrativi e facilitare
la creazione di imprese.
La Commissione
ha presentato un piano d'azione destinato a portare gli investimenti nel
campo della ricerca e sviluppo al 3% del Pnl entro il 2010. -Progressi
soddisfacenti si sono registrati nell'attuazione del piano d'azione sul
capitale di rischio e del piano d'azione per i servizi finanziari, ma sono
ancora necessari gli ultimi sforzi - L'attuazione del piano d'azione sul
capitale di rischio è ormai quasi completata e quella del piano d'azione
per i servizi finanziari è in fase avanzata, ma è necessario ancora un
ultimo sforzo per rispettare la scadenza del 2005. Le regole in materia di
governo societario sono stati rafforzate in vari Stati membri, anche
mediante il piano d'azione della Commissione sul diritto delle società e
governo societario. Le normative in materia di vigilanza finanziaria sono in
fase di razionalizzazione a livello sia degli Stati membri che dell'Unione.
-Nonostante i progressi compiuti nelle riforma delle pensioni, la
sostenibilità delle finanze pubbliche non è ancora garantita in circa la
metà degli Stati membri - Nel 2003 alcuni Stati membri hanno compiuti
progressi rilevanti nella riforma dei sistemi pensionistici. Minori sono
stati invece i progressi per quanto riguarda la riduzione del debito
pubblico, che è restato a circa il 60% del Pnl in sei Stati membri. La
sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche sembra che non sia
ancora garantita in quasi una metà degli Stati membri. (si veda il
paragrafo qui sopra sulle misure destinate a rendere più redditizio il
lavoro) (si veda la sezione sul mercato del lavoro) -Alcuni progressi si
sono registrati nel miglioramento della sostenibilità ambientale - Sono
state adottate varie misure: A livello Ue, sono state adottate direttive che
fissano norme comuni per il mercato del gas e dell'elettricità ed è stato
ampliato il campo di applicazione della normativa in materia di tassazione
dell'energia. A livello degli Stati membri, sono state adottate misure in
merito all'utilizzo delle energie rinnovabili e alla tariffazione dei
trasporti. Non si sono invece registrati progressi per quanto concerne le
emissioni di gas a effetto serra. Allegato 2 - L'unione europea deve
impegnarsi più a fondo per conseguire gli obiettivi in materia di
occupazione - La relazione comune sull'occupazione valuta i progressi
registrati dagli Stati membri nell'attuazione della nuova strategia europea
sull'occupazione adottata nel 2003 http://europa.Eu.int/comm/employment_
social/employment_strategy/guidelines_en.htm
in vista dell'obiettivo di un
miglioramento qualitativo e quantitativo dell'occupazione. In generale, la
relazione rivela che le riforme proseguono riguardo a un'ampia serie di
attività individuate nella strategia europea sull'occupazione, ma che è
necessario un maggiore impegno per accelerare la crescita dell'occupazione e
l'aumento della produttività. Senza sforzi più decisi per stimolare la
creazione di posti di lavoro e incoraggiare le donne, i lavoratori più
anziani e i giovani a entrare nel mercato del lavoro, l'Unione europea
rischia di non raggiungere gli obiettivi e i risultati che si è fissata per
il 2010. È improbabile che venga raggiunto nel
2005 l
'obiettivo intermedio di un tasso di occupazione del 67%, anche se quattro
Stati membri (Dk, Nl, S, Uk) hanno già raggiunto l'obiettivo fissato per il
2010 (70%). Da un esame della situazione di gruppi specifici risulta che il
tasso di occupazione delle donne continua ad aumentare e si dovrebbe quindi
raggiungere l'obiettivo intermedio del 57% fissato per il 2005; gli sforzi
di riforma devono tuttavia proseguire per raggiungere anche l'obiettivo del
2010. Nel caso dei lavoratori più anziani si è registrato un aumento
sostanziale del tasso di occupazione, che supera però appena il 40%:
l'obiettivo del 50% resta abbastanza lontano. Di fronte alle sfide
demografiche rappresentate da una popolazione europea che invecchia, è
essenziale che l'Unione europea trovi il modo per tenere più a lungo i
lavoratori nel mercato del lavoro e attirare quelli che non fanno parte
della popolazione attiva. Un fatto preoccupante è stato il recente calo
dell'aumento della produttività del lavoro, che deve migliorare se si vuole
che l'economia europea conosca una crescita duratura. La relazione mette in
luce l'importanza, a questo proposito, di poter disporre di lavoratori
istruiti, qualificati e adattabili e quindi l'esigenza di investire nelle
risorse umane. La flessibilità nel mercato del lavoro è considerata un
elemento essenziale per potersi adattare alle trasformazioni economiche.
Tale flessibilità, tuttavia, deve essere controbilanciata dalla sicurezza
dei lavoratori, in termini di qualità del posto di lavoro, della possibilità
di restare nel mondo del lavoro e di costruirsi una carriera, garantendo al
tempo stesso un buon equilibrio fra vita lavorativa e familiare. La
relazione in questione giunge in un momento di cauto ottimismo quanto alla
ripresa del mercato del lavoro nell'Ue e l'analisi degli ultimi anni mostra
che il mercato del lavoro europeo è riuscito a resistere meglio alle
ripercussioni negative della recente crisi economica di quanto sia avvenuto
all'inizio degli anni '90. Fra i fattori che hanno contribuito a questa
elasticità vanno annoverati l'aumento della partecipazione, livelli di
qualificazione più elevati e nuovi metodi di lavoro derivanti soprattutto
dalle riforme strutturali a livello nazionale. Ciò conferma la validità
dell'approccio approvato nella strategia europea sull'occupazione. Nel
preparare tale relazione,
la Commissione
si è basata sul lavoro svolto dalla task force europea per l'occupazione
creata dopo il Consiglio europeo della primavera 2003 e presieduta da Wim
Kok http://europa.Eu.int/comm/employment_
social/employment_strategy/task_en.htm
La task force è stata chiamata
a studiare le riforme concrete necessarie per conseguire gli obiettivi
europei in materia di occupazione. Le priorità da essa individuate
aumentare l'adattabilità dei lavoratori e delle imprese, attirare più
persone nel mercato del lavoro, investire di più e in modo più efficace
nelle risorse umane, e garantire un'efficace attuazione delle riforme
mediante una migliore governance sono pienamente in linea con la strategia
europea sull'occupazione.
La Commissione
ha anche richiamato l'attenzione sui piani d'azione nazionali per
l'occupazione elaborati da ciascuno Stato membro per dare attuazione agli
orientamenti sull'occupazione convenuti a livello europeo. Il documento verrà
ora trasmesso al Consiglio dei ministri e costituirà la base di un testo
comune che il Consiglio e
la Commissione
dovranno presentare al Consiglio europeo nel marzo 2004.
“FISCAL FEDERALISM IN THE EUROPEAN UNION AND
IN THE NATIONAL STATES” SEMINARIO ORGANIZZATO DALLA SCUOLA SUPERIORE DELLA
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Roma, 22 gennaio 2004 -
La Scuola Superiore
della Pubblica Amministrazione organizza per il 23 gennaio prossimo, presso
l'Aula Magna della sede di Roma (Via dei Robilant 1), il seminario Fiscal
Federalism in the European Union and in the National States. L'evento si
propone di affrontare un tema di grossa attualità nel dibattito attualmente
in corso nel Continente: il federalismo fiscale, nell¹esperienza dei
singoli Stati nazionali e come prospettiva di una politica comune nell¹Unione
Europea. Interverranno studiosi della materia provenienti da Belgio,
Francia, Spagna, Svizzera, Ungheria e Italia. Programma: 10,00 Welcome
coffee; 10,30 Inizio dei lavori. Prima sessione: Fiscal Federalism in the
European Union, Presiede: Paolo Savona, Docente stabile della Sspa; 13,30
Lunch; 14,30 Ripresa dei lavori. Seconda sessione: Fiscal Federalism in the
National States Presiede: Angelo Maria Petroni, Direttore della Sspa; 17,30
Chiusura dei lavori. Interventi di: Giorgio Brosio, Professore
all’Università degli Studi di Torino, Dipartimento di economia “S.
Cognetti de Martiis”; Victoria Curzon-price, Professeur d'économie
politique à l'Université de Genève. Membre du Conseil de l'Université;
Sergio Foà, Professore di diritto amministrativo dei beni e delle attività
culturali all’Università degli Studi di Torino; Jacques Garello,
Professeur d'économie à l’Université d'Aix-marseille Iii ; Pierre
Garello, Professeur d'économie à l’Université d'Aix-marseille Iii.
Directeur du Centre d'Analyse Economique; Giuseppe Pisauro, Docente di
economia pubblica e scienza delle finanze alla Sspa. Professore di scienza
delle finanze all’Università degli Studi di Perugina; Gianfranco Polillo,
Capo del Dipartimento per gli affari economici della Presidenza del
Consiglio dei Ministri. Componente dell’Alta Commissione di studio per la
definizione dei principi generali della finanza pubblica e del sistema
tributario; Walter Santagata, Direttore del Dipartimento di economia “S.
Cognetti de Martiis” all’Università degli Studi di Torino; Paolo
Savona, Docente di geopolitica economica alla Sspa. Professore di politica
economica all’Università Luiss “Guido Carli” di Roma; László
Szakadat, Professor at the University of Economics and Public Administration,
Budapest; Valeria Termini, Docente di economia politica alla Sspa.
Professore di economia politica all’Università degli Studi di Cassino;
Joaquín Trigo Portella, Director Ejecutivo y Director del Departamento de
Economía de Fomento del Trabajo Nacional. Profesor de fundamentos de análisis
económico de Universidad de Barcelona; Giuseppe Vitaletti, Professore di
scienze delle finanze all’Università degli Studi di Macerata. Presidente
dell’Alta Commissione di studio per la definizione dei principi generali
della finanza pubblica e del sistema tributario.
RISULTATO DEL COLLOCAMENTO DELLA SECONDA TRANCHE DEL BTP A
30 ANNI
Roma, 21 gennaio 2004 - Il Mef comunica i risultati del collocamento della
seconda tranche del Btp trentennale con scadenza 1° agosto 2034, cedola del
5,00%. L’importo emesso, pari a 4 miliardi di euro, a fronte di una
domanda di quasi 9 miliardi, è stato collocato al prezzo di 98,857 (pari ad
un rendimento lordo del 5,138% su base annuale). Il regolamento è fissato
per il 26 gennaio 2004. Hanno partecipato all’operazione circa 100
investitori, di cui una significativa quota è rappresentata da soggetti con
un orizzonte temporale di lungo periodo. In particolare, il 20% è stato
collocato presso investitori appartenenti al settore assicurativo e il 26% a
fondi pensione. La distribuzione geografica del collocamento è risultata
molto diversificata: oltre alla tradizionale partecipazione degli
investitori italiani, cui è stato assegnato circa il 23% dell’ammontare
complessivo, è di particolare rilievo la quota collocata presso investitori
residenti nei Paesi Scandinavi (24%), nel Regno Unito (21%) e in Germania
(15%). Il collocamento è stato effettuato tramite la costituzione di un
sindacato: come lead manager sono stati scelti Caboto, Deutsche Bank, Ing
Bank, Jpmorgan, mentre tutti gli altri Specialisti in titoli di Stato sono
stati ammessi a partecipare in qualità di co-manager.
OGGI CONVEGNO RGS SUL COSTO DEL LAVORO PUBBLICO
Roma, 22 gennaio 2003 - Il Mef comunica che
oggi dalle ore 9,00, si
terrà il Convegno dedicato al tema "Il costo del lavoro pubblico:
evoluzioni e prospettive a dieci anni dalla riforma del ‘93",
organizzato dalla Ragioneria generale dello Stato. Il convegno, che si
svolgerà presso
la Sala Conferenze
della Biblioteca Rgs, sarà l’occasione per la presentazione del Conto
Annuale 2002 e per la firma di due protocolli d'intesa tra Ragioneria e
Anci-upi-uncem e Aran. Parteciperanno, tra gli altri, il Ragioniere generale
dello Stato Vittorio Grilli, il Presidente dell’Istat Luigi Biggeri, e i
presidenti delle Associazioni interessate dai protocolli d’intesa. Il
programma del convegno è disponibile all'indirizzo: http://www.Mef.gov.it/documentazione/invito.pdf
IL LIBERO MERCATO IN UNA SOCIETÀ GIUSTA: FINE
ULTIMO O STRUMENTO DI SVILUPPO? CONFERENZA INTERNAZIONALE ALL’USI, 5-6
FEBBRAIO 2004
Lugano, 22 gennaio 2004 - Le relazioni fra economia ed etica suscitano un
crescente interesse nell’opinione pubblica, come indicano le accese
discussioni sul fenomeno della globalizzazione e i recenti scandali
finanziari in Europa e negli Stati Uniti. La facoltà di Scienze economiche
dell’Università della Svizzera italiana intende contribuire in modo
concreto e innovativo al dibattito con l’organizzazione della conferenza
internazionale sul tema ”Il libero mercato in una società giusta: fine
ultimo o strumento di sviluppo?” che si terrà all’Usi dal 5 al 6
febbraio 2004. L’evento costituirà un momento privilegiato d’incontro e
scambio fra filosofi, economisti, manager e rappresentanti delle
organizzazioni internazionali, quali
la Banca Mondiale
, il Fondo Monetario Internazionale e l’Organizzazione Internazionale del
Lavoro. La conferenza è aperta al pubblico. Il programma prevede tre moduli
principali. Nel primo modulo i relatori rifletteranno sui principi etici di
una società giusta e cercheranno di capire, se il sistema di libero mercato
è in grado di generare un equo sistema di cooperazione sociale. Il secondo
modulo metterà invece l’accento sull’influenza dei principi etici nelle
analisi economiche a livello macroeconomico e a livello microeconomico. Il
terzo si occuperà del ruolo delle organizzazioni e istituzioni
internazionali nella costruzione di una società basata su principi etici.
La conferenza si concluderà con una tavola rotonda finale con l’obiettivo
di indicare alcune vie per applicare i principi etici nel sistema economico.
I moduli d’iscrizioni e ragguagli supplementari sono disponibili al
seguente sito: www.Ecojustice04.ch
EDISON RIAPRE DI 100 MILIONI DI EURO
L’EMISSIONE DICEMBRE 2010
Milano, 22 gennaio 2004 - L’operazione ha una durata di 7 anni, paga una
cedola annua del 5,125% ed è stata lanciata ad un prezzo di 102,5 oltre 30
basis points in meno rispetto all’emissione del dicembre scorso. Milano,
21 gennaio, 2004 – Edison Spa (Baa3/bbb) ha emesso oggi un’ulteriore
tranche da 100 milioni di euro a valere sull’emissione obbligazionaria
deliberata dal consiglio di amministrazione dell’11 novembre scorso, con
scadenza 2010, portando così l’ammontare complessivo delle obbligazioni
emesse a 700 milioni di euro. Questa tranche, che viene emessa dopo appena
un mese dal collocamento inaugurale del nuovo programma Emtn da 2 miliardi
di euro, è stata sottoscritta ad uno spread di oltre 30bps inferiore al
prezzo di riofferta precedente, con conseguente sensibile miglioramento del
costo della raccolta per Edison. Tale operazione testimonia la rinnovata
fiducia e il crescente favore degli investitori verso l’azienda in un
momento particolarmente difficile per il mercato italiano dei capitali.
GRUPPO MEDIOLANUM 2003 - RISULTATI PRELIMINARI
MASSE AMMINISTRATE CONSOLIDATE: EURO 23.430 MILIONI, +11% RACCOLTA
NETTA CONSOLIDATA TOTALE: POSITIVA PER EURO 2.279 MILIONI
Milano, 22 gennaio 2004 - Il Gruppo Mediolanum ha concluso il 2003 con
soddisfacenti risultati di raccolta e patrimonio. Le Masse amministrate
Consolidate sono cresciute dell’11%, rispetto al 31 dicembre 2002,
attestandosi sul dato record di Euro 23.430 milioni.
La Raccolta Netta
Consolidata totale, che include assicurazione vita, fondi comuni e gestioni
e la raccolta bancaria diretta e indiretta, è stata positiva per Euro 2.279
milioni. Particolarmente significativa è stata la raccolta del risparmio
gestito che ha contribuito per Euro 2.430 milioni, +17% rispetto all’anno
precedente. Un significativo apporto è giunto da Banca Esperia con Euro 445
milioni +29% (quota Mediolanum) e da Fibanc, in Spagna, con Euro 113 milioni
(+307%). Da notare che la raccolta netta consolidata del risparmio gestito
ha fatto registrare nel solo quarto trimestre Euro 862 milioni (+59%
rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Con riferimento
all’Italia, sono stati registrati i seguenti risultati: Le Masse
amministrate sono cresciute del 10% rispetto al 31 dicembre 2002
attestandosi a Euro 19.432 milioni.
La Raccolta Netta
del Risparmio Gestito, pari a Euro 1.868 milioni, è aumentata del 12%,
rispetto al 2002 grazie a un quarto trimestre (Euro 611 milioni) in forte
crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+69%).
La Raccolta Netta
è stata positiva in tutti i dodici mesi.
La Raccolta Netta
Vita, pari a Euro 1.423 milioni, è cresciuta del 27%. Da notare che il
quarto trimestre del 2003 con Euro 620 milioni, ha fatto registrare una
crescita del 162% rispetto allo stesso periodo del 2002. Il Risparmio
Amministrato ha registrato una raccolta netta negativa di Euro 360 milioni.
La Raccolta Netta
totale si è pertanto attestata a Euro 1.508 milioni. I Premi Lordi Vita
sono ammontati complessivamente a Euro 2.058 milioni, in diminuzione del 3%
rispetto all’anno precedente, recuperando la performance negativa
registrata a settembre (-21%), grazie a un quarto trimestre (Euro 789
milioni) che è cresciuto del 55% rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente. Se si esclude dal confronto l’impatto della trasformazione da
prodotti tradizionali in index-linked, i Premi Lordi Vita registrano una
crescita del 9%, con i Premi Pluriennali di Nuova Produzione (esclusivamente
unit-linked) che contribuiscono per Euro 107 milioni (-18%) ed i Premi Unici
per Euro 1.124 milioni (+12%). I Fondi Comuni di Investimento e le Gestioni
hanno registrato una raccolta lorda di Euro 1.620 milioni, -28% rispetto
all’anno precedente. Se si esclude dal confronto l’impatto della
trasformazione da Fondi Comuni a Gestioni in Fondi avvenuta nel corso del
2002,
la Raccolta Lorda
dei Fondi Comuni e Gestioni registra un calo del 3%. Al 31 dicembre 2003
l’organico della Rete di vendita di Banca Mediolanum è stato di 5.004
Consulenti Globali, sostanzialmente invariato rispetto al 31 dicembre 2002
(5.015), di cui 4.052 promotori finanziari. Da notare che l’organico della
rete nel secondo semestre del 2003 si è incrementato di 149 unità.
Aggiungendo i 1.063 operatori assicurativi di Partner Time, le Reti di
vendita in Italia hanno raggiunto un organico complessivo di 6.067 unità.
Il totale dei C/c al 31 dicembre 2003 è stato di
332.700 a
fronte dei n. 339.000 al 31 dicembre dell’anno precedente. Il totale dei
Clienti al 31 dicembre 2003 è stato di circa 778.000 primi intestatari con
un incremento del 2% rispetto allo stessa data dell’anno precedente. Per
quanto riguarda Banca Esperia, l’iniziativa congiunta di Mediolanum e
Mediobanca nel Private Banking, si segnala che nei dodici mesi le Masse
consolidate hanno raggiunto Euro 3.170 milioni (Euro 1.538 milioni quota
Mediolanum) incrementandosi del 41% anno su anno.
La Raccolta Netta
è ammontata a Euro 1.148 milioni, +28% rispetto all’anno precedente (Euro
557 milioni quota Mediolanum), grazie prevalentemente al contributo del
risparmio gestito con Euro 917 milioni, +29% (Euro 445 milioni quota
Mediolanum). Con riferimento alla Spagna, la più avanzata delle Nuove
Iniziative estere, vanno segnalati buoni progressi:•
La Raccolta Lorda
totale, ha fatto registrare una crescita del 59% rispetto ai dodici mesi
dell’anno precedente, pari a Euro 539 milioni, con un risultato molto
positivo soprattutto per quanto riguarda il risparmio gestito, che si è
attestato su Euro 492 milioni, + 67% rispetto all’anno precedente.
La Raccolta Netta
totale, è cresciuta del 147% rispetto all’anno precedente, attestandosi
su Euro 146 milioni. A tale risultato ha contribuito in maniera determinante
la raccolta netta del risparmio gestito (Euro 113 milioni) più che
triplicata rispetto all’anno precedente. Al 31 dicembre 2003 l’organico
della Rete di vendita del Gruppo Fibanc è stato di 532 agenti. Da segnalare
il considerevole incremento (+45%) dei consulenti globali (modello
Mediolanum) che hanno raggiunto alla fine dell’anno le 375 unità.
MEDIOLANUM CEDE PARTECIPAZIONE
STATE STREET SGR
Milano, 22 gennaio 2004: Mediolanum S.p.a. E State Street Bank Europe Ltd
hanno raggiunto un’intesa preliminare che prevede la cessione del 50% di
Mediolanum State Street Sgr da Mediolanum S.p.a. A State Street Bank Europe
Ltd. Con questa operazione la filiale londinese della primaria banca
statunitense acquisirà – dopo le debite autorizzazioni previste dalla
normativa vigente - il controllo totalitario della Sgr, costituita
nell’ambito della collaborazione tra i due gruppi ed operativa con la
gestione del fondo chiuso “Fondamenta”, riservato ad operatori
qualificati ed attivo nel settore del Private Equity. La transazione è
prevista concludersi sulla base di un prezzo di 2,7 milioni di Euro,
relativo a 1.000.000 di azioni ordinarie v.N. 1 €. La collaborazione tra
Mediolanum e State Street continua in altri settori, in particolare nella
gestione dei fondi della serie Mediolanum Challenge, costituiti da
Mediolanum International Funds Ltd di Dublino.
ESCLUSIVA PER BANCA DEL
GOTTARDO
Milano 22 Gennaio 2004 - Swiss Life ha avviato con Unicredito Italiano,
Swissfirst e alcuni investitori privati una negoziazione esclusiva per la
vendita di Banca del Gottardo.
BANCA D’ITALIA PER
LA PRIMA VOLTA
APRE LE PORTE AI RISPARMIATORI CHIESTO IL BLOCCO DELLE OBBLIGAZIONI
STRUTTURATE DELLE POSTE SE NON SARANNO COMPRENSIBILI PER TUTTI
Roma, 22 gennaio 2004 - Si è tenuta ieri, davanti la sede di Banca
d’Italia a Roma, la manifestazione dei risparmiatori organizzata
dall’Intesa dei consumatori. Gli attivisti e i dirigenti dell’Intesa
hanno manifestato per la tutela del risparmio degli italiani, sempre più a
rischio dopo gli ultimi crack finanziari che hanno coinvolto centinaia di
migliaia di famiglie che hanno visto bruciare i risparmi di una vita. Con un
sottofondo di musica argentina, scatole di pelati Cirio e buste di latte
Parmalat al collo, gli attivisti dell’Intesa hanno richiamato
l’attenzione dei vertici di Bankitalia che, per la prima volta, ha aperto
le porte ai risparmiatori. Carlo Pileri, Elio Lannutti, Carlo Rienzi e
Rosario Trefiletti (i 4 dirigenti di Intesa) entrati a Palazzo Koch, hanno
fatto precise richieste al Direttore Generale Desario e a Fazio. Prima fra
tutte l’apertura di una indagine straordinaria sui bond emessi negli
ultimi 5 anni, finalizzata a ridare fiducia ai risparmiatori. Banca
d’Italia ha poi accettato di avviare un pressing sulle banche per valutare
la possibilità di rimborsare gli investitori danneggiati. Altra richiesta
per aumentare la trasparenza nel settore è il blocco delle obbligazioni
strutturate delle Poste se non saranno rese comprensibili a tutti, dal
momento che i titoli del famoso ente arrivano in ogni centro abitato del
paese. Il rappresentante della Banca d’Italia ha apprezzato le proposte
dell’Intesa e ha concordato con Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori
sulla necessità di rendere più chiari e trasparenti i fogli informativi
(anche presso gli sportelli postali) da mostrare al risparmiatore nel
momento in cui vengono fatte sottoscrivere obbligazioni con alto tasso di
rischio. L’intesa pur apprezzando le parole del Dr. Desario volte a ridare
nuova fiducia ai risparmiatori, attende ora che vengano rispettate le
promesse della Banca d’Italia, attuando tutti gli interventi necessari
affinché i risparmiatori siano garantiti nei loro diritti. Ma la protesta
di Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori non si ferma davanti
la Banca
d’Italia. Le 4 associazioni hanno infatti avviato oggi una serie di
iniziative per tutelare i risparmiatori. Prima fra tutte, presso
la Procura
della Repubblica di Milano, hanno depositato la nomina di parte offesa delle
4 associazioni (in cui si contestano gravi reati come la truffa,
l’aggiotaggio, la gestione infedele di patrimonio, l’appropriazione
indebita, falsa certificazione, ecc.), e centinaia di atti con i quali i
risparmiatori hanno dato mandato per essere assistiti, con conseguente
richiesta risarcitoria. L’intesa intende poi chiedere il sequestro
cautelativo dei capitali delle banche coinvolte nello scandalo Parmalat al
fine di garantire eventuali azioni risarcitorie degli investitori
malconsigliati, e delle società di revisione Grant Thornton e Deloitte
& Touche. L’intesa avvierà inoltre una campagna di boicottaggio
contro gli istituti di credito che non intendono elargire i rimborsi ai
risparmiatori per i crack Cirio e Argentina e per le obbligazioni Parmalat,
attraverso la disdetta dei conti correnti, aperti dai consumatori con le
stesse banche
INA E ASSITALIA: FRANCESCO
PROCACCINI NOMINATO PRESIDENTE
Roma, 22 gennaio 2004. I Consigli di Amministrazione di Ina e Assitalia,
preso atto delle dimissioni di Giuseppe Bencini da entrambi i consigli di
amministrazione, a seguito dell’assunzione di incarichi esterni al Gruppo,
hanno nominato presidente delle due Compagnie l’Avv. Francesco Procaccini.
Francesco Procaccini, 63 anni, manager di grande esperienza assicurativa sia
nel settore tecnico che in quello commerciale, ha sviluppato tutta la
propria carriera all’interno delle Generali. Procaccini ricopre oggi la
carica di Presidente del Gruppo Generali Liquidazioni (Ggl), la società
preposta alla liquidazione dei sinistri del Gruppo in Italia. In tale ruolo
ha portato a termine con successo il rinnovamento organizzativo ed operativo
della società che si è concretizzato nei sensibili miglioramenti dei
risultati tecnici realizzati dalle compagnie italiane nel corso del 2003.
Con la nomina di Francesco Procaccini alla presidenza di Ina e Assitalia,
Generali conferma l’importanza assegnata al processo di rafforzamento e
rilancio delle due Compagnie.
PARMALAT FINANZIARIA : STEFANO
TANZI HA RASSEGNATO LE DIMISSIONI
Collecchio (Parma), 22 gennaio 2004: Parmalat Finanziaria Spa, in
Amministrazione Straordinaria, comunica che Stefano Tanzi ha rassegnato le
dimissioni da Membro dei Consigli di Amministrazione delle seguenti società
del gruppo Parmalat: Parmalat Finanziaria Spa, Parmalat Spa, Eurolat Spa,
Parmalat Canada Ltd, Parmalat Techold corp., Comercial Parmalat sa,
Comercial Cile sa, Prochesadora de Leches sa (Proleche sa), Parmalat Food
Industries South Africa Ltd, Parmalat South Africa (Pty) Ltd, Parmalat
Pacific Holdings Pty Ltd (ex Parmalat Australia Pty td), Parmalat Australia
Ltd. Giovanni Tanzi, già dimessosi dal Consiglio della Parmalat Spa, ha
rassegnato le dimissioni da Membro dei Consigli di Amministrazione di:
Eurolat Spa, Lactis Spa, Panna Elena – Cpc srl, Italcheese Spa, Giglio Spa
- società in liquidazione, Fromagere d’Athis sa, Parmalat France sa e
Parmengineering srl. Paolo Tanzi ha rassegnato le dimissioni da Membro dei
Consigli di Amministrazione di:Parmalat Spa, Newco srl e Boschi Luigi &
Figli Spa. I tre Consiglieri citati hanno inoltre rassegnato le dimissioni
da tutte le funzioni operative svolte nell’ambito del Gruppo. Inoltre si
comunica che in data odierna l’Assemblea dei Soci ha nominato Carlo
Prevedini Amministratore Unico della Latte Sole Spa, società interamente
controllata indirettamente tramite
la Parmalat Spa
in Amministrazione Straordinaria.
DE' LONGHI S.P.A.: CHIUSO IL
2003 CON UN FATTURATO IN CRESCITA DI OLTRE IL 4% A TASSI DI CAMBIO COSTANTI
(IN LINEA CON IL
2002 A
CAMBI CORRENTI). CONCLUSA L'ACQUISIZIONE DI UN'AZIENDA CINESE LEADER NEI
RADIATORI AD OLIO E ATTIVA NELLA PRODUZIONE DI ALTRI PRODOTTI DEL
RISCALDAMENTO PORTATILE.
Milano, 22 gennaio 2004 - Il Gruppo De' Longhi chiude il 2003 con un
fatturato in crescita di oltre il 4% a parità di tassi di cambio; a tassi
di cambio correnti il fatturato è risultato in linea rispetto a E 1,274
milioni del
2002. L
'esercizio ha evidenziato buoni tassi di crescita in Italia e nel Resto
d'Europa, mentre il giro d'affari in Inghilterra, Stati Uniti e Giappone ha
risentito in maniera rilevante dell'andamento sfavorevole dei cambi. Nei
giorni scorsi si è inoltre definitivamente perfezionata l'operazione che ha
portato al controllo (67%) di una nuova società di Hong Kong che ha
rilevato la totalità delle attività produttive prima facenti capo a uno
dei maggiori produttori mondiali di radiatori ad olio e altri prodotti del
riscaldamento portatile; l'azienda dispone di tre stabilimenti produttivi a
Zhongshan nella provincia del Guang Dong. L'avvio delle trattative per
questa acquisizione era stato comunicato in sede dei risultati del terzo
trimestre 2003. Con questa operazione, il Gruppo De' Longhi avvia in Cina
l'operatività del suo secondo polo produttivo, specializzato nella
lavorazione di metalli e nei prodotti del riscaldamento; la nuova struttura
industriale cinese affiancherà quella già esistente di Tricom , dedicata
alla produzione di piccoli elettrodomestici (polo plastico). L'acquisizione
è importante in quanto permetterà da un lato di guadagnare nuove quote di
mercato e dall'altro di recuperare da subito competitività nei mercati
statunitense e inglese facendo fronte al rafforzamento dell'euro. Il
corrispettivo di questa acquisizione verrà riconosciuto sotto forma di
quota di competenza (33%) degli utili realizzati con un massimo di $6,8
milioni di dollari pagabile in 5 anni e condizionato alla capacità
dell'azienda di raddoppiare gli attuali livelli produttivi.
PIRELLI FORNIRÀ 4.000
KILOMETRI DI CAVI A FIBRA OTTICA IN ALGERIA ATTRAVERSO DUE PROGETTI BASATI
SUGLI INNOVATIVI CAVI OPGW,
LA UTILITY SONELGAZ
COSTITUIRÀ UNA NUOVA RETE DI TELECOMUNICAZIONI A BANDA LARGA
Milano, 22 gennaio 2004 - Pirelli si è aggiudicata due importanti contratti
per la fornitura, attraverso il system integrator Tcil - Telecommunications
Consultants of India, di
4.000 km
di cavi Opgw (Optical Ground Wire) e di servizi alla utility algerina
Sonelgaz . Attraverso questi due progetti, Sonelgaz sarà in grado di
realizzare una nuova rete di telecomunicazioni a banda larga per la
trasmissione di voce, dati e servizi multimediali che favorirà lo sviluppo
dell'Algeria. Grazie ai due contratti, del valore complessivo di 20 milioni
di dollari , Pirelli conferma la propria leadership sul mercato di questo
genere di soluzioni, studiate per sostituire le tradizionali funi di guardia
delle linee elettriche aeree con cavi che ospitino al loro interno anche
fibre ottiche . I cavi Opgw sono infatti in grado di garantire,
parallelamente alle funzioni di messa a terra e di protezione delle linee
elettriche aeree dai fulmini tipiche delle funi di guardia, anche un
avanzato sistema di telecomunicazioni a banda larga, grazie al fatto che le
prestazioni delle fibre ottiche non vengono alterate dal passaggio della
corrente elettrica. "Questi due progetti confermano il positivo trend
di mercato per i cavi Opgw Pirelli, dopo i recenti contratti vinti in
Brasile e Romania", ha commentato Giovanni Battista Scotti,
Responsabile Cables and Fiber di Pirelli Cavi e Sistemi Telecom. "
Pirelli fornisce oggi ai propri clienti sia le fibre ottiche più avanzate
al mondo per questo impiego, che le più efficienti tecniche di
installazione, studiate appositamente dai suoi tecnici e in grado di
eliminare tutti i disagi di queste operazioni". In particolare, il
primo contratto prevede la fornitura "chiavi in mano" di 3.000
kilometri di cavi Opgw, da installare in una rete di trasmissione di energia
elettrica ad alta tensione. La particolare tecnologia di installazione
utilizzata, sviluppata da Pirelli, permetterà di effettuare questa delicata
operazione "in linea viva", senza cioè interrompere la fornitura
di energia elettrica durante la fase di installazione , riducendo così i
costi dell'operazione e garantendone la massima sicurezza . Il secondo
contratto prevede invece la fornitura di 1.000 kilometri di cavi "lashed",
che saranno installati in una rete ad alta tensione attraverso un sistema
robotizzato, anch'esso "in linea viva" e studiato da Pirelli. I
cavi "lashed" consentono, in particolare, di affiancare alla fune
di guardia già esistente un cavo ottico ad alte prestazioni. Tutti i cavi
Pirelli che saranno utilizzati per questi progetti includono 24 fibre
ottiche, che saranno prodotte nello stabilimento italiano della Fos - Fibre
Ottiche Sud a Battipaglia (Salerno), il centro di eccellenza mondiale del
Gruppo nelle fibre ottiche. Questo stabilimento è oggi in grado di produrre
la più completa gamma di fibre, da quelle multimodo G651 per l'"ultimo
miglio" alle Nzd (Non Zero Dispersion) G655 ad elevata capacità di
trasmissione per le grandi dorsali; Pirelli produce anche le fibre ottiche
G652, oggi tra le più tecnologicamente avanzate al mondo. I cavi Opgw
saranno prodotti nello stabilimento spagnolo di Vilanova y
la Geltru
, che seguirà anche le attività di installazione e ingegnerizzazione.
INFERENTIA DNM S.P.A:NUOVE
NOMINE MARCO TINELLI AMMINISTRATORE DELEGATO MARCO GIRELLI VICE-PRESIDENTE
Milano, 22 gennaio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Inferentia Dnm
S.p.a., riunitosi il 20 gennaio sotto la presidenza di Enrico Gasperini, ha
esaminato e approvato le linee guida del Piano Industriale 2004-2006 del
Gruppo. Nel corso della stessa riunione è stato anche esaminato ed
approvato il budget 2004 e si è provveduto ad una nuova attribuzione di
incarichi manageriali nel Gruppo. Nel corso del 2003 il Gruppo ha completato
un ampio processo di ristrutturazione e di riposizionamento, che, nel
confermarlo fra i leader europei nelle soluzioni e nei servizi per il
marketing interattivo e relazionale, lo colloca ora fra i player destinati
ad un ruolo da protagonisti del settore nei prossimi anni. Il Piano
Industriale 2004-2006 parte da queste basi per delineare le strategie del
Gruppo, orientate ad una crescita continua e sostenuta. Il business:
focalizzazione sul marketing relazionale e interattivo. Il Gruppo intende
porsi al servizio delle aziende clienti lungo tutto il ciclo di vita delle
loro azioni marketing, dall'ideazione dei progetti fino alla loro
applicazione nei diversi canali commerciali e alla misurazione delle
performance e quindi del ritorno sugli investimenti. L'obiettivo sarà
raggiunto integrando nel Gruppo tutte le competenze necessarie: consulenza,
know how tecnologico, esperienza di marketing, creatività. Il principale
motore di un'offerta rinnovata, completa e fortemente competitiva sarà
l'innovativo approccio "Hyper-marketing". Secondo questa
metodologia l'azienda acquisisce feedback dai propri clienti attraverso una
molteplicità di strumenti di interazione, dalle email alla navigazione dei
siti, dalla pubblicità on-line a quella sul punto vendita, dagli Sms al
direct mailing, ricavando da tale riscontro un sistema di customer
intelligence, in base al quale programmare successivamente nuove azioni di
marketing. Struttura operativa, societaria e brand - La struttura del Gruppo
sarà ulteriormente semplificata e focalizzata, in linea con le nuove
direttrici di business, secondo i seguenti criteri: un unico brand Fullsix
per tutte le attività nazionali ed internazionali di marketing relazionale;
una Società separata riunirà le attività di data mining per la customer
intelligence, pianificazione e acquisto media; Inferentia Dnm Spa, la
capogruppo, oltre all'attività operativa con il brand Fullsix, avrà
funzioni di pianificazione, coordinamento, controllo e gestione
amministrativa-finanziaria; le attività non-core, ma complementari rispetto
all'offerta base, saranno accessibili al Gruppo attraverso partnership
strategiche mirate o, eventualmente, partecipazioni di minoranza. Target
economico-finanziari - In sintesi, gli obiettivi fissati dal Piano
Industriale per il 2006 sono: valore della produzione in crescita nel
triennio di circa il 16% medio annuo, +56% rispetto alle stime di chiusura
2003; Ebitda fino al 18% del valore della produzione nel terzo anno;
posizione finanziaria netta positiva. Budget 2004 - Nel quadro delle linee
strategiche del Piano Industriale Triennale, per il 2004 si prevede il
raggiungimento dei seguenti obiettivi: valore della produzione a circa €
46 milioni; Ebitda a circa € 5 milioni, pari a oltre il 10% del valore
della produzione. Il Consiglio di Amministrazione ha nominato il Consigliere
Marco Girelli Vice Presidente, dopo che questi ha rimesso il mandato di
Amministratore Delegato. Nuovo Amministratore Delegato è stato nominato
Marco Tinelli, che mantiene la responsabilità operativa della Società
Fullsix France. Il Consiglio ha anche preso atto delle dimissioni del
Consigliere Massimo Tesei.
EMERGING TRENDS IN REAL ESTATE EUROPE 2004: INVESTITORI
PRUDENTEMENTE OTTIMISTI. MILANO E ROMA TRA LE PIAZZE PROMETTENTI
Milano, 22 gennaio 2004 - Nonostante la debole congiuntura che continua a
pesare su gran parte dei mercati europei, gli investitori nel settore
immobiliare rimangono cautamente ottimisti riguardo al trend del mercato per
il prossimo anno, mentre molti prevedono livelli di redditività
“discreti”: ciò è quanto emerge dallo studio Emerging Trends in Real
Estate Europe 2004, condotto da Urban Land Institute (Uli) di Washington,
istituzione di formazione e ricerca globale, e Pricewaterhousecoopers Llp,
società di servizi professionali tra le maggiori a livello internazionale.
Uli e Pricewaterhousecoopers Llp hanno realizzato la prima versione europea
in assoluto di Emerging Trends in Real Estate 2004, l’autorevole rapporto
annuale sulle prospettive d’investimento in immobili che viene pubblicato
da 25 anni negli Usa. La nuova versione europea, che verrà distribuita
domani in occasione della “Conferenza europea sullo sviluppo e gli
investimenti in immobili” organizzata da Uli a Parigi, si basa
sull’analisi delle interviste realizzate ad un campione di oltre 210 tra i
massimi esperti del settore in tutta Europa. “Ogni tentativo di previsione
del futuro rappresenta una sfida. I diversi settori presi in esame e la
differente provenienza geografica dei partecipanti ci ha permesso di
realizzare un report dei Trends del mercato Real Estate in Europa unico nel
suo genere” – dichiara Bill Kistler, Presidente di Uli Europe. I Mercati
da tenere sott’occhio nel 2004 Al top della classifica, per prospettive
d’investimento, si posizionano alcune delle città non appartenenti
all’Unione Europea, grazie alla promettente crescita economica e al forte
impegno dimostrato da questi Paesi per raggiungere gli standard europei.
Mosca, che risulta essere tra i mercati immobiliari meno sviluppati e meno
integrati, viene scelta come destinazione principale: quasi il 60% degli
intervistati suggerisce di acquistare immobili nella capitale russa, mentre
solo il 25% consiglia di vendere. Praga ottiene il secondo posto, seguita da
Bruxelles, Budapest, Helsinki, Varsavia e Copenhagen. La buona posizione di
Bruxelles si spiega con il fatto che la città è la sede del governo della
Ue: con la recente espansione, fino a includere 25 membri il prossimo
maggio, la domanda di uffici da parte dei nuovi governi entrati
nell’Unione contribuirà a mantenere forte il mercato immobiliare. Milano,
Parigi e Barcellona si collocano verso la metà della classifica, mentre
Berlino, Francoforte e Amsterdam figurano in fondo alla lista. Secondo
quanto emerge dallo studio, attualmente, il Regno Unito e
la Francia
rappresentano insieme oltre il 50% degli investimenti. Per quanto riguarda
le previsioni sul mercato del Regno Unito, le opinioni sono molto
discordanti: per esempio rispetto alla piazza londinese il 31% consiglia di
acquistare immobili, il 22% di vendere e il 47% di non vendere. Al riguardo
si legge nel rapporto: “Il Regno Unito sembra destinato a superare nel
2004 i principali Paesi della zona dell’euro (in termini di crescita del
prodotto interno lordo) tranne
la Spagna
: forse questa è una ragione sufficiente per nutrire fiducia nel mercato
immobiliare inglese e decidere di non vendere”. Secondo lo studio in
questione, rimane forte il desiderio di investire nel settore immobiliare in
Europa - specificamente nel settore degli uffici che domina gli investimenti
- dovuto principalmente alla grande disponibilità di capitale proveniente
dai fondi aperti tedeschi, gruppi privati e fondi opportunità. Il rapporto
inoltre evidenzia la crescente trasparenza dei mercati immobiliari europei e
i primi tentativi di un passaggio verso un mercato d’investimenti
paneuropeo e addirittura globale. Inoltre si assiste allo sviluppo di un
settore professionale più aperto, e i beni immobiliari godono di un maggior
riconoscimento come settore d’attività “principale” e non
“alternativo”. A conferma di quanto detto, i partecipanti all’indagine
hanno indicato che nel 2004 gli investimenti nel settore immobiliare,
diretto e privato, saranno privilegiati, surclassando le obbligazioni e le
azioni anche a livello internazionale. Mercato immobiliare in Italia A metà
della classifica si posizionano le città italiane prese in esame dallo
studio, ovvero Milano e Roma. Nonostante l’economia italiana abbia
sofferto come le altre piazze europee, il mercato immobiliare, a seguito dei
processi restrittivi di pianificazione urbana è stato talmente vincolato
dall’offerta, che scarsi sono stati i margini di crescita. In particolare
il mercato degli uffici a Milano è caratterizzato dalla carenza di spazio
primario nelle zone centrali di business, dove gli spazi liberi sono
nell’ordine del 4%. In periferia la disponibilità degli spazi liberi è
maggiore e raggiunge il 10% anche se i collegamenti sono più difficoltosi.
Tuttavia questo dato diminuisce ulteriormente se ci si riferisce a spazi di
alta qualità collocati nelle vicinanze delle principali circonvallazioni.
Nel 2003 gli affitti sono stati stabili a fronte di un aumento dell’80%
riscontrato nel quinquennio dal 1998 – 2002. Comunque le previsioni per
l’anno in corso sono piuttosto ottimiste: l’attività economica nel
settore immobiliare dovrebbe infatti riprendersi grazie alla crescita della
domanda di affitti. Questo incremento non comporterà nell’immediato un
aumento dell’offerta di affitti ma è chiaro che le prospettive nel medio
termine sono piuttosto buone. Milano continuerà comunque ad attirare gli
investitori internazionali nonostante la carenza di prodotto rispetto al
livello di interesse nel mercato. Nel 2004 il rendimento del 5,5%,
proveniente dagli uffici principali situati nelle zone centrali di business,
sembra piuttosto assicurato, grazie anche in questo caso ai fondi tedeschi
che continuano a sostenere la pressione degli investimenti. Il settore
milanese del retail, che rappresenta un mercato d’investimento
relativamente di piccole dimensioni, sempre a causa delle pianificazioni
urbane vincolanti, ha registrato un ristretto volume di vendite. Ma negli
ultimi mesi del 2003 la fiducia in questo segmento è cresciuta e per il
2004 si prospetta anche una ripresa. La nascita di centri urbani ad uso
misto – che integrano progetti residenziali, vendita al dettaglio e uffici
commerciali – offre buone opportunità nel medio termine. A Roma il 2003
è stato caratterizzato da una debolezza nel settore dei servizi che ha
causato una pressione al ribasso negli affitti. Il mercato degli uffici ha
realizzato una performance inferiore rispetto a quello di Milano. Inoltre il
settore immobiliare romano è caratterizzato da una grande carenza di spazi
di alta qualità, ancor più che a Milano. Lo sviluppo del mercato è
ostacolato infine da procedure burocratiche di pianificazione molto più
lunghe. Tuttavia, gli esperti che hanno partecipato alla ricerca sono
positivi per il 2004. Le maggiori opportunità di crescita sono
rappresentate dal nuovo sviluppo del segmento immobiliare pubblico in vista
di spin-off nella pubblica amministrazione. In conclusione gli esperti
interpellati hanno avuto una considerazione positiva del mercato immobiliare
italiano in generale. Nonostante alcuni di essi sostengano che la piazza
milanese sia ancora troppo cara, il 55% ritiene che Milano sia “buy”, e
quasi il 48% esprime lo stesso giudizio su Roma. Conclusioni In termini di
tipologie immobiliari, nel 2004 non si prevedono utili di rilievo per nessun
singolo settore. I centri commerciali e l’edilizia residenziale sono i due
settori favoriti per investimenti e sviluppo, mentre gli uffici in centro
città e gli spazi produttivi e d’affari sembrano essere i settori più
deboli per il 2004. Secondo la ricerca, gran parte degli intervistati
prevede che le debolezze del mercato degli uffici, tra cui il basso tasso
d’occupazione e i canoni in discesa, toccheranno il punto più basso entro
la fine dell’anno. Per il settore retail si prevede una capacità di
recupero, essendo alimentato dalla spesa in consumi, mentre i magazzini, che
solitamente assicurano elevati profitti, saranno presi in considerazione
dagli investitori alla ricerca di utili. Tuttavia, malgrado le favorevoli
prospettive, l’ Emerging Trends evidenzia anche che le potenzialità del
settore immobiliare sono ostacolate dalle continue barriere poste agli
investimenti paneuropei, tra i quali l’eccessiva diversificazione di
strutture fiscali e legali, infrastrutture commerciali, accordi di leasing,
standard operativi, culture commerciali e lingue. “I membri della zona
dell’euro hanno una moneta comune, ma questo è più o meno tutto per
quanto riguarda le agevolazioni ufficiali agli investimenti esteri in
immobili”, sottolinea il rapporto, evidenziando che alcuni mercati
d’investimento chiave, soprattutto il Regno Unito, non sono ancora entrati
nell’euro. In termini di prospettive di sviluppo, l’ Emerging Trends
sottolinea una crescente preoccupazione per quelle società che
trasferiscono le loro attività produttive in India e in altri Paesi
dell’Est. Preoccupazione espressa da molti partecipanti alla versione Usa
dello studio pubblicato lo scorso autunno. “Anche se al momento il
problema non ha ancora generato in Europa le controversie che ha fatto
nascere negli Usa, il livello d’importanza cresce ad ogni annuncio
relativo ad un altro call centre o back office trasferito all’estero”,
evidenzia lo studio. Fa notare un intervistato: "Avremo ancora bisogno
di tutti gli uffici che abbiamo costruito se poi le attività produttive
vengono trasferite in India"? Un’altra questione presa in esame dal
rapporto, sollevata anche negli Usa, è quella di riuscire a soddisfare le
esigenze d’edilizia presenti e future in base ai cambiamenti demografici e
della famiglia. Tali cambiamenti portano alla necessità di maggiori
interventi di ristrutturazione urbana, nonché alla nascita di quartieri
“misti” che integrano progetti residenziali, vendita al dettaglio e
uffici commerciali. Un ulteriore fattore demografico che andrebbe preso in
considerazione è l’invecchiamento della popolazione nella maggior parte
dei Paesi europei, fattore che suggerisce la chiara esigenza di costruire un
maggior numero di case di riposo per anziani. I partecipanti allo studio
hanno evidenziato la necessità che il settore immobiliare lavori in più
stretta collaborazione con le amministrazioni locali per far fronte a questo
cambiamento. Alcuni punti chiave di Emerging Trends riguardanti i singoli
settori immobiliari: Uffici Punti di forza: i fabbricati più prestigiosi
con un elevato canone d’affitto e lunga locazione continuano ad attirare
notevoli investimenti, mentre gli uffici rimangono il settore primario per
gli investitori in Europa. Debolezze: gli attuali tassi d’occupazione sono
bassi, secondo gli standard europei, e queste cifre non tengono conto
dell’“offerta nascosta” o spazio fantasma che deve essere assorbita
prima dei tagli della domanda nell’offerta. Dove puntare: investimenti in
uffici in quartieri d’affari centrali in quelle città che presentano un
settore servizi diversificato e in crescita e, dove possibile, un’offerta
limitata di spazi uffici prestigiosi. Previsioni: per il 2004 il mercato
degli uffici darà ancora utili modesti, ma il peso del denaro attenuerà le
riduzioni dei valori capitali. Retail Punti di forza: in molti parti
dell’Europa, la spesa in consumi negli ultimi due anni ha tenuto a galla
le rispettive economie. Il settore retail rimane vivace grazie al forte
potere d’acquisto. Debolezze: vi è preoccupazione per i crescenti tassi
d’interesse, soprattutto nel Regno Unito, e l’impatto che questo fattore
potrebbe avere sulla spesa. Dove puntare: il settore retail nei Paesi che si
preparano ad entrare nella Ue è una buona scommessa, poiché l’adesione
all’Unione Europea promuoverà la crescita economica e di conseguenza una
maggiore ricchezza del consumatore e dunque un’accresciuta domanda di
infrastrutture di vendita. Previsioni: le previsioni sono migliori rispetto
alla maggior parte degli altri settori, e dunque il settore retail continuerà
ad attrarre l’interesse degli investitori. Settore industriale Punti di
forza: le caratteristiche difensive del settore, assieme alle rendite
relativamente elevate assicurate da immobili industriali e magazzini,
attirano l’interesse degli investitori. Debolezze: la domanda di locatari
è stata generalmente debole su gran parte dei mercati, ad eccezione di
alcuni grandi punti di distribuzione strategici. Dove puntare: tenere
d’occhio i siti strategici esistenti. Previsioni: la domanda nel settore
manifatturiero rimarrà probabilmente modesta, in quanto l’Europa si trova
a fronteggiare la forte concorrenza della Cina e di altri Paesi europei per
quanto riguarda gli stabilimenti di produzione. Alberghi Punti di forza: gli
hotel offriranno un’opportunità nel
2004, in
parte perché il settore sta uscendo dalla crisi avutasi in seguito agli
attacchi terroristici dell’11 settembre negli Usa. La prevista ripresa
globale dell’economia sosterrà la domanda di hotel. Debolezze: si tratta
di un settore assai promiscuo, geograficamente e per segmenti, con gli hotel
di lusso negli aeroporti europei che presentano i peggiori risultati. Dove
puntare: tra le migliori opportunità si segnalano il settore degli hotel
economici di marca, caratterizzato da grande elasticità, alcuni prodotti di
nicchia e gli alberghi a tre e quattro stelle ristrutturati, che
rappresentano un buon investimento. Previsioni: i partecipanti allo studio
prevedono buone prospettive per quanto riguarda rendimenti totali degli
hotel, crescita del capitale, equilibrio offerta/domanda e sviluppo, mentre
vi sono modeste prospettive quanto alla crescita delle tariffe delle camere.
Edilizia residenziale Punti di forza: negli ultimi anni il settore
residenziale ha evidenziato le migliori prestazioni in molti Paesi europei,
tra cui Regno Unito, Svezia, Danimarca, Olanda, Spagna e Portogallo. I
cambiamenti in atto nella composizione familiare, tra cui l’incremento di
nuclei familiari meno numerosi, stanno portando alla domanda di più
alloggi. Debolezze: in tutta l’Europa vi è un’incredibile varietà di
sistemi di edilizia, gruppi d’offerta, istituzioni, leggi immobiliari,
politiche della casa, politiche fiscali e sussidi. Dove puntare: le aree
privilegiate in Europa occidentale sono Francia, Danimarca, Svizzera e
Portogallo. Previsioni: nel medio-lungo termine le pressioni demografiche
dovrebbero portare ad un costante disequilibrio tra offerta e domanda in
molte aree dell’Europa. La conoscenza del mercato locale sarà la chiave
per identificare le opportunità nel giusto momento nel ciclo
locale/regionale/nazionale.
UN’INDAGINE SULLE CITTÀ EUROPEE
SPOSTARSI A MILANO? L’INTOPPO STA IN CENTRO FINO AL DOPPIO DEL TEMPO PERSO
IN TRAM O MACCHINA PER CHI GIRA IN CITTÀ. RISPETTO A BERLINO, PARIGI,
AMSTERDAM. E SE MILANO È PIÙ COLLEGATA VIA AUTO E TRENO CON PARIGI E
MADRID, C’È DA LAVORARE VERSO EST
Milano, 21 gennaio 2004. - A Milano il traffico è di casa, anzi di strada:
confrontata con le altri grandi metropoli europee, solo Atene fa peggio.
Mettiamo che il tempo a Milano di percorso sia 100. Allora a Berlino basta
circa la metà, tra 45 e 66, per fare percorsi più o meno lunghi, tra i 5 e
i
30 chilometri
, coi mezzi pubblici. Mentre i tempi si dilatano e superano quelli milanesi
per distanze medie e lunghe in macchina. A Parigi, come ad Amsterdam ci
vogliono comunque due terzi del tempo, per le distanze corte. Ma sul lungo
tragitto si ritarda, come a Milano. Consola solo Atene: ci vuole una volta e
mezzo per percorsi brevi e si perde un 20% di tempo anche per distanze
lunghe. Ma la rivincita i milanesi la prendono sul prezzo del biglietto dei
mezzi: risparmiano, spendendo meno della metà dei berlinesi e comunque un
terzo in meno di parigini e olandesi. E la soddisfazione la pigliano pure i
greci, che spendono meno della metà di noi. I più affezionati al mezzo
pubblico? Proprio i milanesi, con 387 viaggi annui per abitante, battuti
solo dai tedeschi, 476, che evidentemente non badano ai prezzi. E per i
viaggi a lungo raggio da Milano verso le capitali europee? In auto ci si
arriva con una velocità media di
94 km/h
, lungo un percorso per il 78% in autostrada, mentre in treno si viaggia a
una media oraria di
69 km
, dovendo fare in media 2,5 cambi prima di giungere a destinazione. Meglio
collegata a Parigi, Bruxelles, Madrid, ma c’è da fare con i Paesi
dell’est. Se Milano, poi, viene messa a confronto con Parigi,
l’accessibilità della capitale transalpina è migliore: si arriva dalle
altre capitali a Parigi in auto a
98 chilometri
orari (contro i 94 per Milano) con un percorso dell’85% autostradale (78%
per Milano). Più veloce anche arrivare in treno:
85 km
all’ora (69 per Milano). A Berlino dalle altre capitali invece si arriva
più agevolmente in ferrovia (
74 chilometri
all’ora) e solo 1 cambio e mezzo (contro i 2,5 di Parigi e Milano). Più
lenta l’entrata in autostrada che raggiunge in media gli
88 chilometri
orari per la capitale tedesca. I dati 2004 dell’Osservatorio Ambiente e
Infrastrutture della Camera di Commercio di Milano sono stati presentati
oggi in occasione della Mobility Conference Exhibition 2004, l’iniziativa,
organizzata da Assolombarda e Camera di Commercio di Milano. Un’occasione
privilegiata di confronto tra domanda e offerta di enti e imprese pubbliche
e private, durata tre giornate (19-20-21 gennaio) con 19 convegni, workshop
e incontri tematici, nonché una “Exhibition” con decine di stand e un
portale web dove le imprese hanno presentato prodotti e servizi innovativi
(www.Mobilityconference.it). “Nel governo del traffico - ha dichiarato
Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano-la dimensione
decisiva è quella “metropolitana”: e a Milano, ad esempio, non comincia
dentro
la Cerchia
dei Navigli. Perché prima di tutto è un tema di accessibilità ed ingresso
alla città. Non a caso è centrale inserire il sistema della mobilità
milanese in quello più complessivo europeo del Corridoio 5 (Lisbona-kiev).
La dimensione della Milano dei trasporti si estende senza soluzione di
continuità per buona parte della pianura padana. Quindi, tra le priorità,
il collegamento verso Torino e verso Bergamo e Brescia, la nuova
tangenziale, un grande polo intermodale, la raggiungibilità di Malpensa e
del nuovo polo esterno della Fiera”.
Tempo impiegato (in minuti) e
costi mezzi (in euro)
|
Fatta Milano 100, come cambiano
tempi e costi in Europa
|
|
Milano
|
Berlino
|
Parigi
|
Amsterdam
|
Atene
|
Milano
|
Berlino
|
Parigi
|
Amsterdam
|
Atene
|
5 km
in città - mezzi pubblici
|
20
|
9
|
15
|
15
|
30
|
100
|
45
|
75
|
75
|
150
|
5 km
in città - macchina
|
20
|
13
|
15
|
17
|
n.R.
|
100
|
65
|
75
|
85
|
n.R.
|
15 km
in città - mezzi pubblici
|
40
|
25
|
26
|
35
|
60
|
100
|
62,5
|
65
|
87,5
|
150
|
15 km
in città - macchina
|
30
|
38
|
20
|
25
|
n.R.
|
100
|
126,7
|
66,7
|
83,3
|
n.R.
|
30 km
- uscita città dal centro - mezzi pubblici
|
50
|
33
|
50
|
45
|
60
|
100
|
66
|
100
|
90
|
120
|
30 km
- uscita città dal centro - macchina
|
50
|
50
|
45
|
35
|
|
100
|
100
|
90
|
70
|
0
|
costo mezzi in città (euro)
|
1
|
2,2
|
1,3
|
1,25
|
0,45
|
100
|
220
|
130
|
125
|
45
|
viaggi annui per abitante mezzi
pubblici
|
387
|
476
|
314
|
220
|
175
|
100
|
122,997
|
81,14
|
57
|
45
|
I Dati Dell’osservatorio Ambiente E
Infrastrutture Della Camera Di Commercio Di Milano Milano e l’Europa:
traffico cittadino. A Milano il traffico è di casa: confrontata con le
altri grandi metropoli europee, solo Atene fa peggio. Se consideriamo ad
esempio un tragitto di
5 km
da est a ovest all’interno della città, con i mezzi pubblici occorrono in
media 20 minuti a Milano, rispetto ai 9 di Berlino; ai 15 di Parigi e
Amsterdam; e ai 30 di Atene; con la macchina si passa a 20 minuti a Milano,
contro i 15 di Parigi, i 13 di Berlino e i 17 di Amsterdam. La situazione
non cambia se il tragitto è di
15 km
. A Milano con i mezzi pubblici occorrono in media 40 minuti; contro i 25 di
Berlino; 26 di Parigi; 35 di Amsterdam e i 60 di Atene; con la macchina, per
lo stesso tragitto, occorrono 30 minuti a Milano, contro i 20 di Parigi, i
25 di Amsterdam e i 38 di Berlino. Infine, per andare dal centro città a
una località a
30 km
di distanza, a Milano occorrono in media 50 minuti con i mezzi pubblici;
contro i 33 di Berlino; i 45 di Amsterdam; i 50 di Parigi e i 60 di Atene;
in macchina sono necessari 50 minuti, contro i 35 di Amsterdam; i 45 di
Parigi e i 50 di Berlino. Tuttavia a Milano viaggiare con i mezzi pubblici
costa meno, subito dopo Atene. Ad esempio, un viaggio all’interno della
città costa 1 euro a Milano; 1,25 euro ad Amsterdam; 1,3 euro a Parigi; 2,2
euro a Berlino; e solo 0,45 euro ad Atene. Non stupisce allora che i viaggi
con i mezzi pubblici per abitante all’anno arrivano a Milano a 387; contro
i 314 di Parigi, i 220 di Amsterdam e i 175 di Atene. Solo Berlino, con 476
viaggi, supera Milano. La classifica generale (metodo). La classifica per le
connessioni stradali è stata calcolata in base alla distanza tra Milano e
la capitale europea, al tempo di percorrenza e alla percentuale di
autostrada presente lungo il tragitto; la classifica per le connessioni
ferroviarie è stata calcolata in base al tempo di percorrenza e al numero
di cambi minimo richiesto, mentre la classifica generale è stata ricavata
in base a quelle per i collegamenti stradali e ferroviari, i trasporti
interni alle città da una inchiesta presso le Camere di Commercio di
Amsterdam; Atene; Parigi; Berlino. La classifica generale. Fra le capitali
europee con le quali Milano è meglio collegata (riguardo alle connessioni
stradali e ferroviarie) le prime 10 sono: Parigi (1° posto), Bruxelles (2°
posto), Madrid (3°), Lussemburgo (4°), Lisbona (5°), Berlino (6°),
Amsterdam (7°), Vienna (8°), Londra (9°) e Stoccolma (10°). La prima
città fra i paesi compresi nel prossimo allargamento dell’Unione Europea
è Bratislava (12°), seguita da Varsavia (13°), Budapest (14°), Praga a
pari merito con Lubiana (15°) e Vilnius (16°). Maglia nera per Tallinn, la
capitale estone che chiude la classifica al 21° posto. La classifica per
chi viaggia in auto. La destinazione più favorevole per chi parte in auto
da Milano è la capitale spagnola Madrid (1° posto), seguita da Parigi (2°),
Bruxelles (3°), Lisbona e Lussemburgo (4° posto pari merito), Berlino (5°),
Vienna (6°), Amsterdam e Copenaghen (7° pari merito), oppure Lubiana o
Stoccolma (8° posizione pari merito), Bratislava (9°) o Londra (10°). Le
difficoltà maggiori sono invece per chi vuole raggiungere in auto Helsinki
(17°), oppure Tallinn (16°), Riga (15°), Vilnius (14°), Atene o Varsavia
(13° posto pari merito). Occupano le posizioni migliori riguardo alla
velocità del collegamento su strada Madrid (1°), Parigi (2°) e Lisbona (3°),
mentre “in coda” si trovano Atene (22°), Helsinki (21°) e Tallinn (20°).
Per percentuale di autostrada sul totale del percorso si posizionano ai
primi posti Madrid (1°), Bruxelles (2°) e Parigi (3°), mentre in bassa
classifica troviamo Helsinki (22°), Tallinn (21°) e Riga (20°). La
classifica per chi viaggia in treno. Le connessioni ferroviarie da Milano
sono più favorevoli per chi si vuole recare a Parigi (1° posto), a Londra
(2°) e a Bruxelles (3°), ma anche ad Amsterdam (4°), Berlino (5°),
Vienna (6°), Lussemburgo, Varsavia e Stoccolma (tutte al 7° posto), Madrid
(8°), Lisbona (9°) e Bratislava (10°). Meno buone invece le condizioni
per Dublino (17°), ultima in classifica preceduta da Tallinn (16°),
Lubiana e Atene (15° pari merito), Helsinki e Riga (14° pari merito),
Praga (13°), Vilnius (12°) e Budapest o Copenaghen (pari merito all’11°
posto). Occupano le posizioni migliori riguardo alla velocità del
collegamento ferroviario Parigi (1°), Londra (2°) e Bruxelles (3°),
mentre “in coda” si trovano Dublino (22°), Atene (21°) e Tallinn (20°).
Per numero di cambi sul totale del percorso si posizionano ai primi posti
Parigi, Londra, Bruxelles, Berlino, Amsterdam, Vienna e Lussemburgo,
Bratislava, Budapest. Ultimo posto per Dublino. Il progetto per i trasporti:
il Corridoio Plurimodale. Il progetto, che coinvolge 30 Camere di commercio
europee guidate da Carlo Sangalli, si propone l’obiettivo di rilanciare il
sistema dei trasporti e delle infrastrutture del Sud Europa, e quindi anche
dell’Italia, attraverso l’integrazione e lo sviluppo delle linee di
trasporto già esistenti, facendole crescere nelle loro diverse modalità
(stradale, ferroviaria, marittima, aerea) e nei collegamenti con gli altri
“corridoi” europei. Le principali aree di intervento individuate per
la Lombardia
e Milano sono la creazione di linee veloci e ad alta capacità per le tratte
Milano-torino, Milano-bologna, Milano-genova; la costruzione di una linea
veloce Milano-verona e della ferrovia Milano-gottardo. Sul versante del
trasporto stradale, si prevedono, invece, la creazione della
“direttissima” fra Milano e Brescia; il collegamento dell’A4 (Boffalora
Ticino e Malpensa) e dell’A8 con l’aeroporto di Malpensa; un nuovo
sistema di tangenziali a est di Milano; l’avvio della Pedegronda –
tratto Ovest (che collegherà l’A4 con l’A8 e l’A9 servendo la zona
Nord di Milano) – e, infine, l’adeguamento autostradale Genova-milano
tra Genova e Serravalle.
PROFESSIONI DELLA MODA E
SCENARI GLOBALIZZATI
Roma, 22 gennaio2004 - La moda come fenomeno culturale, sociale e di
comunicazione, ma anche come settore economico rilevante dal punto di vista
occupazionale, per la molteplicità di professionalità coinvolte. Questo il
tema del Forum organizzato dal Cnel, in collaborazione con l’Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Altaroma, che si inserisce nel
programma di lavoro svolto dal Consiglio sull’immagine e la presenza
femminile nei diversi settori produttivi. Un’occasione, quindi, per un
confronto tra le parti sociali del settore, con l’obiettivo di
sottolineare l’importanza che la moda riveste rispetto al ruolo della
donna nella società e nell’economia. Saranno, inoltre, presentate due
ricerche relative alla ‘professione dell’immagine’ e alla presenza
della donna nelle professioni della moda. I lavori saranno aperti e conclusi
dalla vicepresidente del Cnel, Francesca Santoro. Porteranno il loro saluto
il vicesindaco di Roma con delega alla moda, Maria Pia Garavaglia, e il
presidente di Altaroma, Stefano Dominella. Il dibattito sarà introdotto da
Silvia Costa (coordinatrice gruppo di lavoro Pari opportunità del Cnel).
Interverranno, tra gli altri: Laura Bovone (direttore Centro per lo studio
della moda dell’Università Cattolica di Milano), Valeria Fedeli
(segretario generale Cgil-filtea), Sergio Spiller (segretario generale
aggiunto Cisl-femca), Pasquale Rossetti (segretario generale Uil Tessile),
Carla Brunetti (Uniontessile-confapi), Luigi Rossi (presidente Federmoda Cna),
oltre alle stiliste Laura Biagiotti e Gigliola Curiel. 23-01-2004 alle ore
09:30 Parlamentino del Cnel
UN ITALIANO SCOPRE
L’ENIGMA DELLA MATEMATICA INCA SVELATO DA UN DILETTANTE, DOPO 500 ANNI, IL
SEGRETO CHE HA FATTO IMPAZZIRE GENERAZIONI DI SCIENZIATI.
LA NOTIZIA UFFICIALE
A FIRENZE, ALLA MOSTRA SUL PERÙ PRECOLOMBIANO
Firenze, 22 gennaio 2004 - – L’uomo che ha scoperto l’enigma della
matematica inca che per mezzo millennio ha tolto il sonno a generazioni di
scienziati si chiama con l’italianissimo nome di Nicolino De Pasquale. Ha
54 anni, una laurea in ingegneria aeronautica e vive a Pescara dove insegna
un po’ al liceo e un po’ all’università. Segni particolari nessuno:
non beve, non fuma, è tutto casa e lavoro, occhiali e capelli bianchi,
marito di Adriana e padre di Salvatore e Federico (4 e 2 anni). Ha solo il
bernoccolo dei numeri, al punto che per alcuni è un genio. Ma l’aspetto
più bizzarro della vicenda è che De Pasquale ha messo a nudo il segreto
senza saper niente ne’ degli inca, ne’ del segreto stesso, ne’ tanto
meno delle angosce secolari provocate dal tentativo di decifrare le
misteriose calcolatrici, chiamate Yupane, di cui parlavano già i
conquistadores spagnoli nel 500 e tornate alla luce con gli scavi: blocchi
di pietra più o meno di
30 centimetri
per 20, con tante piccole vasche scolpite sulla parte superiore e,
all’interno, apparentemente a caso, vari fagioli bianchi. Adesso una delle
Yupane, non più segnate dal mistero ma comunque preziosissime, è esposta
dietro una spessa lastra di cristallo nella mostra sugli stupefacenti tesori
artistici del Perù precolombiano in calendario a Firenze (Palazzo Strozzi)
fino al 22 febbraio. Della scoperta ha dato conferma ufficiale, ieri,
l’americanista Antonio Aimi, curatore dell’esposizione. Un incontro
importante, quello di De Pasquale con Aimi, perché ha dato coscienza e
possibilità di applicazione a un’intuizione matematica altrimenti
sterile. E’ stato Aimi, in altre parole, a mettere l’ingegnere di
Pescara a confronto con le Yupane e dunque a dare un senso ai calcoli. Resta
il fatto che, all’oscuro di tutto e usando solo il cervello, De Pasquale
ha effettivamente battuto sul tempo fior di ricercatori e antropologi sparsi
ai quattro angoli dell’Occidente: francesi, americani, tedeschi, olandesi,
italiani, russi, giapponesi, indiani, tutti scienziati di provata capacità
e esperienza costretti ad arrendersi davanti a un dilettante. L’incredulità
è stata tale che per oltre due anni la scoperta è stata messa
all’indice. Impossibile, dicevano. Sbagliavano. Aimi spiega che l’enigma
è stato senz’altro figlio di un equivoco nato dalla convinzione,
suffragata da alcune fonti, che gli inca contassero in base dieci come noi.
De Pasquale ha invece scoperto che contavano in base quaranta e lo ha
dimostrato servendosi di due modellini di Yupana in legno. In quello più
semplice, sono cinque o sei serie di quattro vaschette sovrapposte. La
calcolatrice degli inca funziona da destra a sinistra, partendo dalla prima
vaschetta in basso che, secondo un antico disegno, è quella dell’unità e
contiene dunque una pallina di valore 1. La vaschetta successiva contiene
invece due palline ciascuna di valore 2, la terza tre di valore 3, la quarta
cinque di valore 5. La somma: 1 + 4 + 9 + 25 = 39. La vaschetta di destra
della fila superiore vale 40, quella accanto 80 e così all’infinito. In
altre parole, è una progressione geometrica che riproduce, curiosamente, la
moltiplicazione cellulare. Le particolarità sono che non esiste lo 0 e che
uno stesso numero si può scrivere in modi diversi. Il metodo funziona,
qualunque sia il calcolo richiesto. De Pasquale ne ha dato varie
dimostrazioni. Come ci è arrivato? Così: “Era l’ultimo dell’anno del
2000”
, racconta, “Per Natale avevo ricevuto in regalo un libro di enigmi
matematici e appunto, aspettando mezzanotte a cena a Roma da mia sorella,
tra una chiacchiera e l’altra, mi sono messo a sfogliarlo. A un certo
punto ho trovato il disegno di una Yupana fatto da uno spagnolo del ‘500.
Ci ho riflettuto un po’, poi ho preso carta e penna e ho fatto un po’ di
conti. Quanto ci ho messo? Mezz’ora, forse quaranta minuti. Prima di
capodanno ne sono arrivato a capo. Mi dispiace se ho dato noia a qualcuno.
Che ci posso fare se i conti tornano?”.
RIUNIONE EUROPEA PER
MIGLIORARE DATI ED INFORMAZIONI DEL PROGRAMMA SAFA - PROPOSTE DELLA
DELEGAZIONE ENAC
Roma, 22 gennaio 2004 - Il 16 gennaio u.S., si è svolta a Bruxelles, presso
la Commissione Europea
, una riunione dei Direttori Generali delle autorità per l’aviazione
civile degli Stati aderenti all’Unione Europea, allargata ai dieci membri
che entreranno nell’Unione dal 1° maggio 2004, ed alla quale ha
partecipato anche il Segretario Generale dell’Ecac (European Civil
Aviation Conference). La delegazione italiana era composta dal Direttore
Generale dell’Enac, Com.te Silvano Manera, e dall’ing. Benedetto Marasà,
Coordinatore europeo del comitato Safa. Su proposta dell’Ente Nazionale
per l'Aviazione Civile, si è affrontato il tema del potenziamento del
programma Safa, della standardizzazione delle ispezioni e della
concertazione europea anche per la trasmissione delle informazioni sui
controlli effettuati dai singoli Stati e su eventuali provvedimenti
sanzionatori e restrittivi adottati. Da parte italiana è stato rilevato
come il programma Safa abbia uno scopo essenzialmente preventivo ed
episodico, mirato alla verifica delle condizioni apparenti dell’aeromobile
rispetto agli standard minimi internazionali. Le ispezioni Safa non danno,
quindi, una misura assoluta del grado di sicurezza dell’aeromobile la cui
verifica rimane nella responsabilità dello stato di appartenenza. L’enac
ha lamentato la disparità delle condizioni di accesso all’esercizio di
attività aerea nelle varie aree geografiche del mondo, facendo notare come
l’Europa abbia adottato una regolamentazione che impone agli operatori
europei requisiti più elevati, con particolare riferimento alle norme Jar,
rispetto ai minimi degli Annessi Icao, ed ha chiesto che equivalenti
requisiti vengano richiesti ai vettori che accedono al territorio europeo
e/o trasportino cittadini europei. Il rappresentante della Commissione
Europea ha evidenziato l’impegno del Commissario ai Trasporti, Loyola De
Palacio, a favore di una rapida conclusione della procedura di conciliazione
per l’emissione della direttiva Safa che, nel giro di due anni,
riposizionerà nell’ambito comunitario la gestione del programma e delle
decisioni sanzionatorie sugli operatori esteri. Inoltre, il Commissario De
Palacio ha previsto un’iniziativa verso i tour operator per rendere
pubblici i dati degli operatori aerei e degli aeromobili impiegati nei voli
charter. Infine, il Segretariato dell’Ecac si è fatto promotore di una
riunione straordinaria del Comitato Safa fissata a Parigi venerdì 23
gennaio, cui farà seguito un incontro già programmato a Roma il 23
febbraio p.V..
ATTIVITÀ IN ITALIA DEI
VETTORI ROYAL AIR MAROC, ROYAL JORDANIAN AIRLINES E AIR ADRIATIC
Roma, 22 gennaio 2004 - A seguito dell’incidente del 3 gennaio 2004, al
Boeing di proprietà della Flash Airlines ed in relazione alle notizie
diffuse dalla stampa su velivoli non in regola all’esito delle ispezioni
Safa, lo scorso venerdì 16 gennaio si è svolto un incontro presso
la Direzione Generale
dell’Enac al quale hanno partecipato i rappresentanti delle compagnie
Royal Air Maroc, Royal Jordanian Airlines e Air Adriatic. Durante
l’incontro ed a seguito della verifica documentale, è stato evidenziato
che non vi sono limitazioni al normale esercizio delle attività di volo sul
territorio italiano delle compagnie aeree convocate.
COSTRUZIONE
NAVALE:
LA COMMISSIONE PROPONE
UNA PROROGA DELLE SOVVENZIONI UE FINO AL 31 MARZO 2005
Bruxelles, 22 gennaio
2004. In
base ad una decisione adottata ieri9 dalla Commissione che ora la trasmetterà
al Consiglio, il meccanismo esistente - che autorizza la concessione di
aiuti di Stato temporanei nel settore della costruzione navale (il
cosiddetto meccanismo temporaneo difensivo - Mtd)- dovrebbe essere prorogato
fino al 31 marzo 2005. Nell’annunciare la decisione il commissario dell’Ue
per la concorrenza Mario Monti ha oggi affermato: "Benché gli aiuti di
Stato non costituiscano sicuramente il modo per rendere la costruzione
navale nell’Ue più competitiva a livello mondiale, la decisione di oggi
dimostra che la politica della Commissione in materia di aiuti di Stato
tiene conto delle circostanze eccezionali nei casi in cui sono in gioco
interessi comunitari. La proroga al marzo 2005 è giustificata perché
l’azione dell’Mtd e quella dell’Omc sono sempre state strettamente
collegate l’una all’altra". Il commissario dell’Ue per il
commercio Pascal Lamy ha aggiunto: “La decisione di oggi è un chiaro
segnale del fatto che non siamo disposti ad abbandonare i costruttori navali
europei che subiscono le conseguenze delle pratiche concorrenziali sleali
della Corea. Nel frattempo, continueremo a difendere la nostra causa contro
tali pratiche in sede di Omc. Spero che
la Corea
metta fine alle sovvenzioni in modo che il problema possa essere risolto.”
La decisione odierna è un effetto della strategia su due livelli della
Commissione contro le pratiche concorrenziali sleali della Corea del Sud.
Tali pratiche continuano a danneggiare i cantieri navali dell’Ue; pertanto
gli aiuti diretti in favore di contratti per la costruzione di navi
portacontainer, chimichiere, navi cisterna e metaniere devono continuare ad
essere autorizzati fino al 31 marzo 2005 – data entro la quale si prevede
che i procedimenti in corso in sede di Omc siano conclusi. La portata e
l’intensità degli aiuti autorizzati nell’ambito delle disposizioni
vigenti del Mtd, fissate dal regolamento del Consiglio (Ce) n. 1177/2002 del
27 giugno 2002, restano immutate. Le principali disposizioni del meccanismo
temporaneo difensivo sono le seguenti: intensità massima dell’aiuto pari
al 6% del valore del contratto; campo di applicazione: navi portacontainer,
chimichiere, navi cisterna e metaniere; scadenza del regolamento: 31 marzo
2005 al fine di tener conto del tempo di cui ha bisogno il gruppo di esperti
dell’Omc per pronunciarsi. La proroga dell’Mtd al 31 marzo 2005 è stata
resa necessaria dal fatto che è improbabile che l’azione intentata
dall’Ue dinanzi all’Omc relativa alle pratiche concorrenziali sleali
della Corea, che è collegata agli aiuti di Stato temporanei e limitati
nell’ambito del Tdi, venga conclusa prima di tale data. Il gruppo di
esperti dell’Omc ha incominciato i suoi lavori soltanto nel dicembre 2003
e non si prevede che la relazione definitiva possa essere pronta prima
dell’agosto 2004. Tenuto conto della possibilità di un ricorso di una
delle parti, non si attende una decisione definitiva dell’organo d'appello
dell'Organizzazione mondiale del commercio prima del febbraio 2005. Il Tdi
sarà disattivato, in ogni caso, prima se i procedimenti dell’Omc saranno
conclusi o sospesi. Ip/01/630, Memo/01/167, Ip/01/656, Ip/01/1078 , Ip/02/642
, Ip/02/1389 and Ip/02/1395, Ip/03/821,
Ip/03/895 http://europa.Eu.int/comm/trade/goods/ship/index_en.htm
MILANO-
CONVEGNO FEDERFIDI SU CREDITO D'IMPRESA CON ZANELLO
Milano, 22 gennaio 2004 -
"L'accreditamento del sistema lombardo dei Confidi attraverso Federfidi
Lombardia: quale supporto da parte della Regione Lombardia e delle Camere di
Commercio" è il tema di un incontro con la stampa che Federfidi
Lombardia ha organizzato per oggi giovedì 22 gennaio, presso
la Camera
di Commercio di Milano (sala consiglio - palazzo Turati, via Meravigli 9/B,
ore 11). Introdurranno i lavori della giornata Pier Andrea Chevallard,
direttore generale della Camera di Commercio di Milano, e Giulio Sangiorgio,
presidente Federfidi Lombardia; a seguire gli interventi di Duccio Galletti,
direttore centrale Corporate Finance Banca Akros e advisor di Federfidi
Lombardia, Paolo Fioretti, associate director Financial Institutions Fitch
Ratings Milano, Arrigo Ghizzoni, vice presidente di Federconfidi Roma, e
Alberto Spotorno, consigliere Fincredit. In chisura l'intervento
dell'assessore regionale all'Industria e piccole e medie imprese, Massimo
Zanello.
CORSI DI FORMAZIONE
ALL’ESTERO PER TECNICI DELL’INDUSTRIA CERAMICA: IN RUSSIA E IRAN LE
PRIME DUE INIZIATIVE ACIMAC DEL 2004.
Modena, 22 gennaio 2004 - Russia e Iran ospiteranno in gennaio e febbraio i
primi due corsi di formazione tecnica del 2004, organizzati da Acimac
(Associazione Costruttori Italiani Macchine e Attrezzature per Ceramica) in
collaborazione con Ice, iniziative che rientrano nell’ambito
dell’attività associativa di promozione all’estero della tecnologia
italiana. Dal 26 al 30 gennaio avrà luogo a Mosca il corso “Il processo
produttivo delle piastrelle ceramiche: tecnologie applicate e sviluppi
innovativi”. Oltre 60 tecnici delle maggiori aziende ceramiche russe
seguiranno le lezioni tenute dal Prof. Paolo Zannini, docente
all’Università di Modena, e dall’Ing. Giuliano Guerrieri. Il corso
verterà su tutte le fasi del processo produttivo, dalla preparazione delle
materie prime fino al confezionamento delle piastrelle. L’ultima giornata
sarà dedicata al workshop, durante il quale 9 aziende italiane costruttrici
di impianti e attrezzature (Sacmi, Barbieri & Tarozzi, System, Siti,
Gape Due, Euromeccanica, Surface Inspection, Novaref, Diemme) potranno
presentare ai tecnici russi le loro ultime innovazioni tecnologiche. Il
corso in Iran, che si svolgerà dal 16 al 19 febbraio a Teheran, sarà
invece focalizzato sui “Nuovi sviluppi tecnologici nei processi di
macinazione, pressatura e cottura delle piastrelle”. Docenti saranno il
Dr. Gianfranco Carnevali e l’Ing. Giuliano Guerrieri. Il corso terminerà
con il workshop, a cui prenderanno parte aziende quali Sacmi, Barbieri &
Tarozzi, Gape Due, Surface Inspection, Mass, Meca: anche in questa
occasione, i rappresentanti delle aziende italiane illustreranno ai corsisti
le proprie proposte tecnologiche riferite agli argomenti oggetto del corso.
Russia e Iran sono tra i mercati esteri che stanno dando maggiori
soddisfazioni ai costruttori italiani di macchine per ceramica. In entrambi
i paesi l’industria ceramica è in rapida e costante evoluzione e
l’apertura di nuovi stabilimenti o ampliamento di quelli esistenti
determina una domanda di tecnologia avanzata piuttosto sostenuta, rivolta
per la quasi totalità all’industria meccanica “Made in Italy”, leader
mondiale nella fornitura di impianti per ceramica. Oggi in Russia si
producono circa 70 milioni di metri quadrati di piastrelle (erano 25 milioni
nel 1999). In Iran la produzione ha raggiunto i 105 milioni di metri
quadrati (dai 60 milioni del 1999).
COSTA
CROCIERE ORDINA UNA NUOVA NAVE A FINCANTIERI: INVESTIMENTO DI CIRCA 450
MILIONI DI EURO SARÀ PRONTA NEL 2006 E SARÀ PIÙ GRANDE DI COSTA FORTUNA,
ATTUALMENTE
LA PIÙ GRANDE
NAVE DELLA STORIA DELLA MARINERIA ITALIANA, INAUGURATA NEL NOVEMBRE 2003
Genova, 22 gennaio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Costa Crociere,
leader italiano ed europeo del settore delle crociere, ha approvato la
lettera di intenti per la costruzione di una nuova nave da crociera che sarà
commissionata a Fincantieri. Il valore dell’investimento è di circa 450
milioni di euro, l’avvio dei lavori di costruzione è previsto per la
primavera di quest’anno. La nuova nave sarà realizzata a Genova, nei
cantieri di Sestri Ponente. La nuova nave, il cui nome non è ancora stato
deciso, entrerà in servizio nell’estate 2006, avrà una stazza di 112.000
tonnellate, una lunghezza di
290 metri
, 1.502 cabine e una capacità totale di 3.800 passeggeri. Supererà Costa
Fortuna, l’attuale ammiraglia della flotta inaugurata a novembre 2003, e
Costa Magica, la gemella attualmente in costruzione sempre a Sestri Ponente.
Una volta completata la nuova nave sarà quindi la più grande nave da
crociera della storia della marineria italiana. La nuova unità della flotta
Costa Crociere, a propulsione diesel elettrica e dotata di due motori di 21
mw, sarà costruita per operare nel Mediterraneo tutto l’anno ed avrà
quindi una serie di caratteristiche funzionali ideali anche per una vacanza
invernale fra cui: un’area wellness di 1.900 mq disposta su due ponti, tra
le più grandi esistenti su una nave da crociera; e due delle quattro
piscine previste saranno copribili e utilizzabili tutto l’anno,
indipendentemente dalle condizioni metereologiche. Anche sulla nuova nave
sarà attivo il servizio che consentirà agli utenti di un telefono
cellulare di usufruire dei servizi di telecomunicazione mobile in
navigazione, in virtù dell’ accordo fra Costa Crociere e Tim siglato lo
scorso settembre. “Hanno guidato la nostra decisione per una ulteriore
espansione della nostra capacità sia la piena accettazione del nostro
prodotto da parte della nostra Clientela che le attese di una continua
crescita della domanda europea nel settore crocieristico” - ha dichiarato
Pier Luigi Foschi, Presidente e Amministratore Delegato di Costa Crociere.
“Rinnoviamo inoltre anche il nostro impegno nello sviluppo della
cantieristica italiana delle navi passeggeri, settore nel quale il nostro
Paese è leader a livello mondiale. Dopo Costa Fortuna, varata lo scorso
novembre, e Costa Magica che entrerà in servizio a fine 2004, il nostro
rapporto con Fincantieri, iniziato nel ’92 con la costruzione di Costa
Classica e Costa Romantica, continua quindi con estrema soddisfazione” ha
concluso Foschi. L’ordine della nuova nave è stato anche reso possibile
grazie alla recente armonizzazione del quadro legislativo e fiscale
italiano. La recente introduzione del regime della tonnage tax ha allineato
il contesto italiano a quello dei principali Paesi europei, rendendo così
stabili e competitive le condizioni in cui operano le navi battenti bandiera
italiana in traffico internazionale. “Questo nuovo ordine, del quale siamo
particolarmente orgogliosi, è un ulteriore riconoscimento dell’eccellenza
qualitativa dei nostri prodotti, che unita a un rigoroso controllo dei
costi, all’innovazione tecnologica e al rispetto dei tempi di consegna
consente alla nostra società di confermarsi al vertice mondiale del
settore" ha detto Giuseppe Bono, Amministratore Delegato di Fincantieri.
"Infatti con questa nuova commessa, che dimostra ancora una volta la
lungimiranza imprenditoriale e i successi di Costa Crociere, salgono a nove
le unità nel nostro portafoglio che ci assicurano di guardare con
tranquillità al futuro più prossimo, anche in un momento di mercato non
particolarmente positivo" ha concluso Bono. Con l’ordine di questa
nuova nave Costa Crociere conferma il suo ruolo di azienda leader nel
settore in continua espansione e crescita. Le previsioni di chiusura
dell’anno 2003 prevedono il raggiungimento di oltre 4.300.000
passeggeri-giorno (con un incremento di circa il 20% verso l’anno
precedente), pari a oltre 555.000 passeggeri totali (record storico della
società e nel settore crociere in Europa) con un tasso di occupazione del
102%, sostanzialmente in linea con quello del 2002. Con questo nuovo impegno
gli investimenti per l’ammodernamento e l’ampliamento della flotta Costa
Crociere nel periodo 2001-2006 raggiungono quindi la cifra di circa 2
miliardi di euro. Due sono le nuove navi entrate in servizio nel 2003, Costa
Mediterranea (giugno) e Costa Fortuna (novembre), mentre a fine 2004 è
previsto l’ingresso nella flotta di Costa Magica, gemella di Costa
Fortuna.
UNA NUOVA TECNOLOGIA PER
LA SICUREZZA DEI
VEICOLI AFFRONTA LE PRINCIPALI SFIDE DEL PRONTO INTERVENTO NEGLI INCIDENTI
STRADALI
Bruxelles, 22 gennaio 2004 - Un progetto finanziato dall'Ue ha sviluppato un
sistema di sicurezza, installato a bordo del veicolo, in grado di accelerare
l'arrivo dei servizi di emergenza sul luogo dell'incidente e consentire il
superamento delle barriere linguistiche che possono dimostrarsi fatali per
quanti restano coinvolti in incidenti automobilistici in un paese straniero.
Il sistema "E-merge", installato a bordo del veicolo, rileva
automaticamente l'incidente stradale e trasmette un messaggio ai servizi di
emergenza nella lingua locale, segnalando il sinistro. Questo piccolo
dispositivo situato sotto il cruscotto, all'interno della vettura, comunica
altresì l'ubicazione del veicolo ed è perfino in grado di fornire
informazioni sulla gravità dell'incidente. Finora, i sistemi intelligenti
installati a bordo del veicolo hanno trasmesso le informazioni ai prestatori
del servizio, i quali, a loro volta, le comunicano ai servizi d'emergenza.
Per Michael Nielson, coordinatore del progetto, l'innovazione più
importante introdotta da "E-merge" consiste nello sviluppo di un
sistema capace di trasmettere informazioni direttamente ai servizi
d'emergenza. "Ciò consente un accesso diretto ai più vicini centri di
pronto soccorso ed accelera considerevolmente la risposta agli
incidenti", ha dichiarato Nielson. "E-merge" registra la
gravità dell'incidente leggendo i dati sulla decelerazione forniti dal
sensore dell'airbag. Utilizzando le informazioni Gps, il sistema individua
il paese in cui si trova la vettura e compone un messaggio di allarme nella
lingua appropriata. Il dispositivo, quindi, stabilisce automaticamente un
contatto con l'operatore di pronto soccorso locale e trasmette la posizione,
la marca, il modello, il colore ed il numero di immatricolazione della
vettura. Gli occupanti del veicolo, qualora siano coscienti, possono
comunicare con l'operatore tramite un altoparlante ed un microfono. Test del
sistema "E-merge" sono attualmente in corso in Germania, Svezia,
Spagna, Paesi Bassi ed Italia, e, secondo Nielson, i segnali emersi sono
positivi. Se gli Stati membri dell'Ue finanzieranno l'infrastruttura
necessaria alla realizzazione di "E-merge", il sistema potrebbe
divenire operativo già nel 2008. Per quanto concerne
la Commissione
europea, la sua comunicazione sull'"e-safety" stabilisce che lo
sviluppo ed il dispiegamento dei sistemi di sicurezza intelligenti per i
veicoli sono un elemento cardine degli sforzi dell'Ue volti a dimezzare il
numero di vittime della strada in Europa entro il 2010.
La Commissione
si consulta regolarmente con il forum "eSafety", un gruppo di
esperti e di parti interessate che sono stati invitati ad analizzare i dati
attuali relativi alle cause degli incidenti ed a suggerire argomenti di
ricerca nell'ambito del Sesto programma quadro. Nielson conviene che il
contributo fornito dal forum "eSafety" sarà importante per la
creazione di un approccio comune ai sistemi di sicurezza per i veicoli, fra
gli Stati membri, le compagnie assicurative, il settore automobilistico e le
altre parti interessate. La positiva attuazione di sistemi quali
"E-merge" è loro interesse comune, ha affermato Nielson, a causa
delle conseguenze positive che possono derivarne, come ad esempio la
riduzione dei costi dei servizi sanitari e la diminuzione dei giorni
lavorativi persi. L'interesse pubblico è ancor più evidente. Uno studio ha
concluso che "E-merge" potrebbe contribuire a salvare fino a 6.000
delle 40.000 vite perse ogni anno sulle strade europee, oltre ad evitare un
numero simile di feriti gravi. Il progetto "E-merge" è stato
finanziato nell'ambito della priorità "Tecnologie della società
dell'informazione" (Tsi) del Quinto programma quadro (5Pq). Http://dbs.cordis.lu/fep-cgi/srchidadb?action=d&caller=proj_ist&qm_ep_rcn_a=61501
SECONDO UNO STUDIO EUROSTAT,
LA PIÙ ALTA
PERCENTUALE DI LAUREATI IN SCIENZA E INGEGNERIA PROVIENE DA SVEZIA, IRLANDA
E FRANCIA
Bruxelles, 22 gennaio 2004 - Le nuove statistiche Eurostat per il 2001
mostrano che nell'Ue, su due milioni di neolaureati, il 26 per cento ha
studiato scienze e/o ingegneria. Svezia, Irlanda e Francia hanno registrato
la più alta percentuale di dottori in queste discipline, con oltre il 30
per cento. A titolo di confronto, nei dieci paesi in via di adesione, il
numero dei laureati del
2001 in
scienze o ingegneria si è attestato, in media, al 13 per cento su un totale
di 630.000 studenti. Le percentuali più elevate si sono registrate in
Slovacchia, Lituania e Repubblica Ceca. Sia nell'Ue, sia nei paesi in fase
di adesione, gli studi ingegneristici hanno ottenuto più preferenze
rispetto a quelli scientifici, ad eccezione di Regno Unito e Irlanda. Nell'ue,
l'11 per cento dei laureati nel
2001 ha
studiato scienze, mentre il 15 per cento ha scelto studi di ingegneria,
fabbricazione e costruzione. Le statistiche per i paesi in fase di adesione
si sono attestate al quattro e nove per cento rispettivamente. La relazione
ha inoltre mostrato che, nonostante in tutti i paesi analizzati ci siano più
donne che uomini nei corsi di insegnamento superiore di secondo grado, le
donne continuano ad essere sottorappresentate nelle discipline scientifiche
ed ingegneristiche. Ciò non si verifica, tuttavia, in Portogallo, Italia,
Polonia, Lettonia e Lituania, dove, nel 2001, la percentuale di donne che
aveva scelto queste materie variava dal 52 al 59 per cento. Lo studio ha
anche dimostrato che la percentuale di laureate è più elevata nei paesi in
via di adesione rispetto a quelli dell'Ue sia per le scienze (48 per cento
contro il 41 per cento) sia per l'ingegneria (26 per cento contro il 21 per
cento). Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Philippe Bautier E-mail: eurostat-pressoffice@cec.Eu.int
oppure a Guido Strack E-mail: guido.Strack@cec.eu.int
http://europa.Eu.int/comm/eurostat/public/datashop/prin
t-product/en?catalogue=eurostat&product=9-19012004-en-ap-en&mode=download
INTERCULTURA: L’ASSOCIAZIONE NO
PROFIT CHE DA QUASI 50 ANNI SI OCCUPA DI SCAMBI TRA STUDENTI DI TUTTO IL
MONDO ELEGGE IL NUOVO PRESIDENTE E IL VICEPRESIDENTE.
Milano – 22 Gennaio 2004: nuove nomine ai vertici di Intercultura. Saranno
infatti Carlo Fusaro e Paolo Emilio Mazzoletti a ricoprire i ruoli
rispettivamente di Presidente e Vicepresidente. Entrambi di provenienza dal
mondo universitario, ex borsisti e volontari attivi dell’Associazione,
subentrano ora alla precedente gestione mettendo a disposizione di
Intercultura la loro professionalità. Carlo Fusaro, Presidente, è infatti
Professore universitario alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università
di Firenze e vanta un curriculum ricco di altre importanti esperienze
professionali. Giornalista tra i fondatori di Telelibera Firenze,
pubblicista, deputato al parlamento nazionale, volontario in organizzazioni
sportive, ha collaborato a progetti di legge, percorsi formativi,
organizzazione di stages. In Intercultura è stato borsista annuale in Usa
nel 1967-68 ed ha partecipato attivamente al volontariato dell'Associazione
ricoprendo per molti anni la carica di presidente del Centro di Firenze. Dal
2001 Carlo Fusaro ricopre anche il ruolo di membro del Consiglio
d'Amministrazione di Intercultura. Paolo Emilio Mazzoletti, Vicepresidente,
è titolare della cattedra di marketing presso
la Facoltà
di Scienze Politiche della Luiss, precedentemente aveva ricoperto la stessa
cattedra presso la scuola di giornalismo della Luiss. Inoltre è membro del
Comitato esecutivo del Centro Studi Americani a Roma, presidente del Club
Relazioni Esterne, vicepresidente della commissione Marketing della
International Chamber of Commerce a Parigi. E' stato "distinguished
lecturer" alla Graduate School for Public and International Affairs
dell'università di Pittsburg e Visiting Professor titolare della cattedra
Fulbright presso la stessa università. Dal 1981 al 1996 è stato presidente
della Società di ricerche di mercato "Pragma" e chairman della
società Inra Europe S.a. Di Bruxelles. In precedenza era stato direttore
marketing e direttore relazioni esterne della Esso Italiana. Ex borsista del
programma annuale in Usa nel 1957-58, è da cinque anni membro dell'Advisory
Board e da due membro del Consiglio d'Amministrazione di Intercultura, per
la quale ha progettato e seguito la ricerca Ipsos Explorer. Afs Intercultura
è oggi la più grande organizzazione mondiale di volontariato per gli
scambi fra studenti delle scuole superiori, presente in circa 60 Paesi. In
Italia, fondata nel 1955, è oggi nota come Intercultura e può contare
sull’adesione di 3000 volontari operanti in 112 centri sull’intero
territorio nazionale e su 25 professionisti nelle sedi di Roma, Colle di Val
d’Elsa. Intercultura seleziona, destina e accompagna in 40 Paesi esteri
circa 1400 studenti italiani l’anno, tra cui 30 classi intere. Nello
stesso periodo ospita in Italia 1200 studenti provenienti da tutto il mondo.
Ogni anno mette a disposizione dei giovani italiani 500 borse di studio
offerte dall’associazione stessa e da aziende italiane ed estere che
credono nel valore di quest’esperienza e nella mission finale
dell’organizzazione: realizzare un futuro di pace. Inoltre da anni porta
avanti anche importanti progetti di collaborazione con istituzioni pubbliche
e università, mettendo a disposizione il proprio know-how e la propria
professionalità acquisita in quasi 50 anni di esperienza. Carlo Fusaro e
Paolo Emilio Mazzoletti hanno quindi un importante compito da portare
avanti: continuare gli ambiziosi progetti dell’Associazione che si pone
sempre più quale referente qualificato sul tema della interculturalità e
della formazione giovanile.
Pagina 1
Pagina 2
Pagina 3
Pagina
4 Pagina 5
Pagina 6
Titoli
Home
Archivio news
|