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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 27 Novembre 2007 |
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RIFIUTI, PIU´ ENERGIA PULITA DA SCARTI E BIOMASSE BUSCEMI: "LA DISSOCIAZIONE MOLECOLARE STRADA DA PERCORRERE" GIA´ AUTORIZZATI DUE GASSIFICATORI IN PROVINCIA DI PAVIA |
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Produrre energia elettrica e termica da rifiuti e biomasse nel pieno rispetto dell´ambiente utilizzando tecnologie innovative basate sulla dissociazione molecolare. E´ stato questo il tema del convegno "La dissociazione molecolare: energia pulita da rifiuti e biomasse", organizzato da All Way ed Energo, che si è svolto all´auditorium Gaber della Regione Lombardia. "La dissociazione molecolare - ha detto l´assessore regionale alle Reti, Servizi di Pubblica Utilità e Sviluppo Sostenibile, Massimo Buscemi - è una tecnologia diffusa in tutto il mondo e recentemente è stata introdotta anche in Italia. Regione lombardia, che vuole essere all´avanguardia e dare spazio a impianti innovativi e che abbiano a cuore la tutela dell´ambiente, ha già autorizzato due gassificatori in provincia di Pavia". Attraverso il dissociatore molecolare è possibile smaltire qualsiasi tipo di rifiuti, compresi quelli speciali e ospedalieri che non possono essere inseriti nei termovalorizzatori, e trattare anche biomasse, fanghi di depurazione e tutti i materiali di natura organica. In pratica, con la dissociazione molecolare le molecole di origine organica vengono disassemblate per essere successivamente riassemblate in composti più semplici che producono un gas sintetico, pulito e versatile. Questo gas sintetico, chiamato comunemente Syngas, può essere bruciato in una caldaia per ottenere calore, oppure utilizzato in un motore a scoppio o in una turbina a gas, riformato in idrogeno per essere utilizzato in una cella a combustibile. "L´efficienza energetica di un dissociatore molecolare - ha continuato Buscemi - è elevatissima, fino all´80% dell´energia caricata viene recuperata nel gas". Il processo di dissociazione molecolare avviene in un ambiente sigillato e in carenza di ossigeno. Questo permette di trattare contemporaneamente e senza lavorazioni preventive qualunque tipo di materiale. Al termine del processo di dissociazione molecolare, il materiale organico viene degradato in ceneri mentre i materiali inorganici come vetro e metalli non vengono dissociati permettendo perciò una ulteriore raccolta differenziata a valle del trattamento. Anche lo spazio di un dissociatore molecolare è a basso impatto ambientale. "Un impianto per lo smaltimento dei rifiuti di 60. 000 tonnellate all´anno - ha concluso l´assessore Buscemi - non richiede più di 2. 500 metri quadrati. Quindi, anche dal punto di vista dell´impatto ambientale la dissociazione molecolare è una strada da percorrere". . |
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CENSIS: NEL 2006 BOOM DI OCCUPAZIONE IN AGRICOLTURA NEL LAZIO |
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Una crescita senza precedenti, nel Lazio, quella che ha segnato nel 2006 l’occupazione del settore agricolo. I lavoratori agricoli, infatti, rispetto all’anno precedente, sono cresciuti del 64,9%. Un valore decisamente anomalo rispetto alle dinamiche che hanno caratterizzato il settore nel resto d’Italia (a livello nazionale si e’ registrata una crescita del comparto del 3,6%) e nelle regioni del Centro, pure interessate da significativi processi di crescita (+12,2%). E anche rispetto all’andamento dell’occupazione registrato, nel Lazio, negli altri settori: +4,9% per l’industria e -0,2% nei servizi (l’incremento medio nella regione tra il 2005 e il 2006 e’ stato dell’1,8%). A rilevarlo, in uno studio realizzato per Labitalia, e’ il Censis, avvertendo che ‘’al positivo andamento occupazionale, tuttavia, non corrispondono performance particolarmente esaltanti sul versante delle dinamiche di impresa’’. Nonostante il vero e proprio boom registrato nel 2006, nel Lazio la quota di occupati in agricoltura rispetto al totale e’ ancora molto contenuta rispetto alle altre regioni italiane. Al 2006, infatti, risulta occupato in agricoltura il 2,5% dei lavoratori laziali (4,3% la media italiana), contro il 19,3% dell’industria e ben il 78,2% dei servizi. Se si considera, poi, l’andamento del numero delle imprese, le tendenze appaiono comuni a tutte le province. Ma, sul fronte della dinamicita’ di impresa, e’ Roma a segnalare la contrazione piu’ leggera: le imprese dell’agricoltura e della pesca diminuiscono ‘solo’ dello 0,5%, mentre nelle altre province il decremento oscilla tra il -2,3% di Frosinone e Latina, il -2,2% di Viterbo e il -1% di Rieti. Vola a Roma soprattutto il comparto della pesca, che tra il 2005 e il 2006 segna un +14,7%, a fronte di un +6,8% di Latina e +1,3% di Viterbo, mentre a Rieti la variazione e’ nulla. In controtendenza, in questo caso, Frosinone, dove le imprese nel settore della pesca risultano in calo del 20%. Marrazzo: “Nel Lazio l’agricoltura è tornata ad essere centrale”. L’agricoltura è tornata a rappresentare una priorità dell’azione regionale. Quasi il 65% di aumento degli occupati nel 2006 è un dato straordinario e testimonia la validità delle scelte a sostegno di un comparto che, per un territorio come il nostro, deve essere considerato strategico. La nostra agricoltura è ricca di eccellenze e noi abbiamo lavorato per valorizzarle, per renderle parte di un sistema integrato di produzione e offerta. Abbiamo approvato il nuovo Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 che metterà in moto, tra finanziamenti pubblici, privati e indotto, 1 miliardo e mezzo di investimenti su tutto il territorio regionale, scommettendo sulle politiche di filiera, sullo sviluppo delle agroenergie, sulla tutela e la commercializzazione dei prodotti tipici. Una Regione che ha fatto seguire i fatti alle parole approvando nel 2006 una Legge sui Distretti rurali e agroalimentari di qualità che ha visto l’istituzione di grandi realtà come il distretto agroalimentare ortofrutticolo nella provincia di Latina o quello delle nocciole e delle castagne nei Monti Cimini. Una Regione che si è impegnata ad uscire dalla crisi ambientale della Valle del Sacco istituendo il Distretto della Valle dei Latini dove si svilupperanno ben 3 filiere agroenergetiche. Una Regione che ha messo al centro della propria azione lo sfruttamento delle sue grandi potenzialità, delle sue specificità, delle sue ricchezze e che, con la legge contro gli Ogm, ha voluto tutelare le risorse, la qualità e l’originalità della propria produzione agricola tradizionale e biologica. Valentini, “Sviluppo agricolo sempre piu’ motore economia regione”. Per l’assessore all’agricoltura della regione Lazio, Daniela Valentini, ‘’i numeri sulla crescita dell’agricoltura nel Lazio in termini occupazionali nell’anno 2006, registrata dal rapporto Censis, ci dicono che nella nostra regione lo sviluppo agricolo e’ sempre piu’ motore dell’economia regionale’’. ‘’Una presenza, principalmente di donne e giovani agricoltori, che vogliamo si affermi -dice a Labitalia- e a cui e’ importante garantire supporto e sostegno, per vederla sempre piu’ consolidarsi. E’ questo il motivo della scelta dell’assessorato all’Agricoltura di dedicare un vero e proprio progetto capace di dare all’imprenditoria agricola strumenti ad hoc da affiancare alle leggi importanti, gia’ approvate, che sono state messe a disposizione degli agricoltori. Leggi come quella dei distretti rurali, sull’agriturismo e contro gli Ogm, che si affiancano alla gestione del piano di sviluppo rurale e ad ogni altra iniziativa che l’assessorato andra’ ancora prendendo nel tempo’’. ‘’Il progetto -spiega l’assessore- e’ rivolto alle donne e ai giovani e intende adottare misure capaci di restituire centralita’ all’impresa agricola e di valorizzarne il ruolo multifunzionale, per consentirle di offrire al mercato prodotti e servizi competitivi e rispondenti all’interesse collettivo. Da qui il forte impegno contenuto nel Psr, con un investimento di 74 milioni di euro pari al 12% dell’intera programmazione, la quota piu’ alta in tutta l’Unione europea, di cui il 40% delle risorse sara’ destinato alle donne. Da qui anche -aggiunge- la promozione del nuovo Osservatorio dell’imprenditoria femminile e giovanile, come laboratorio di idee, proposte, esperienze, un luogo dove giovani e donne stanno gia’ lavorando con passione e professionalita’, costruendo progetti per il rilancio delle potenzialita’ imprenditoriali. A queste iniziative si uniscono i nostri sforzi per lo snellimento e la semplificazione delle norme che strozzano le aziende agricole, unitamente a quelle per la facilitazione dell’accesso al credito d’impresa’’. Pallottini, “Favorire incontro tra pmi e distribuzione per rilancio comparto”. ‘’Favorire l’incontro tra la produzione agroalimentare delle piccole e medie imprese della nostra regione e gli operatori della distribuzione -aggiunge Pallottini- e’ un’attivita’ che Arsial ha intrapreso con forza per rilanciare il comparto agricolo regionale, supportando la crescita e lo sviluppo delle numerose imprese agricole di qualita’ presenti sul territorio, tramite azioni di sostegno tecnico, promozione, distribuzione e commercializzazione del prodotto. Abbiamo scelto di puntare con decisione sulla qualita’ e l’appeal del ‘made in Lazio’, che racchiude in se’ un enorme potenziale. Un modo per valorizzare -conclude- la caratteristica multifunzionale dell´impresa agricola, recuperando la sua competitivita’’’ . |
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AGRICOLTURA DELL’EMILIA-ROMAGNA: +10% LA PREVISIONE SULLA PRODUZIONE LORDA VENDIBILE DELL´ANNATA AGRARIA 2007 |
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Bologna – Il settore agricolo dell’Emilia-romagna registra una crescita complessiva stimata tra il +8% e il 12% (+10% circa) in termini di valore produttivo. Sono le prime valutazioni sull’andamento della produzione lorda vendibile (Plv) agricola 2007: dati previsionali che, dopo i timidi accenni di ripresa dell’annata 2006 (+2,6%), per quest’anno parlano di una ripresa consolidata. A incidere positivamente sui risultati economici dell’annata agraria, nonostante i problemi riscontrati su molte colture a seguito della persistente siccità, è stato soprattutto il settore delle produzioni vegetali (+11% circa) ma è andata nel complesso abbastanza bene anche per le produzioni zootecniche, che dovrebbero chiudere l’anno con un incremento pari all’8% circa. In particolare, è da registrare un’ottima performance del prezzo dei cereali, con incrementi medi dei listini su base annua di oltre il 60%, e il definitivo consolidamento della ripresa dei prezzi del comparto avicolo, con il superamento della crisi legata ai pericoli dell’influenza aviaria. “Le prime stime sono decisamente positive e dicono che l’agricoltura dell’Emilia-romagna sta trainando il settore agricolo nazionale, che ha una ripresa molto più contenuta”, ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni esprimendo una soddisfazione “temperata dal fatto che il reddito degli agricoltori non è cresciuto di pari passo e, in alcuni casi, è addirittura in diminuzione”. L’assessore ha parlato di un’annata agraria positiva che “si spiega sono in parte alla luce della congiuntura nazionale e internazionale che fa lievitare i prezzi, ma anche alla luce delle scelte compiute dalle imprese del sistema agricolo di riposizionamento competitivo e di innovazione. Dato confermato dalla forte crescita dell’export”. I dati previsionali riguardano una prima stima effettuata con le informazioni ad oggi disponibili sull’andamento delle quotazioni relative all’80-85% delle produzioni, a campagna di commercializzazione ancora in corso o in alcuni casi appena agli inizi. Va comunque considerato che, benché i prezzi e il valore complessivo di numerose produzioni siano tornati a crescere, gli incrementi di reddito per gli agricoltori non saranno altrettanto rilevanti, per l’atteso aumento dei costi dei mezzi tecnici (quali sementi, concimi, mangimi, prodotti chimici, ecc…) derivante dall’andamento del prezzo del petrolio e delle altre materie prime. Cereali - Nonostante il calo complessivo dei raccolti (-4,1%) per l’abbassamento delle rese medie per unità di superficie determinato dalla siccità, che ha pregiudicato in parte la redditività dei cereali vernini (frumento tenero e duro), l’impennata dei prezzi ha portato a un incremento dei ricavi di quasi il 50%. Dopo il livello minimo delle quotazioni toccato negli anni 2004 e 2005, la situazione si è pertanto completamente ribaltata, in linea con quanto accaduto nell’intero contesto europeo ed internazionale. Patate e ortaggi - Positivo anche l’andamento di questo comparto che segna un incremento superiore al 4%. Sulla base dei primi dati provvisori disponibili, il risultato sarebbe da attribuire principalmente al pomodoro da industria. Tale coltura mostra, infatti, un incremento in termini di valori produttivi che supera del 25% i livelli dello scorso anno, grazie al buon andamento sia della produzione ottenuta in campagna (+10% circa) sia dei prezzi pagati agli agricoltori (+15% circa). Ulteriori dati previsionali riguardano, poi, patate (+2,5% circa, grazie alla crescita degli investimenti), fragole (-7% circa) e cocomeri (-35% circa, per il calo delle quotazioni medie su base annua). Piante industriali - La produzione lorda vendibile delle piante industriali appare nel complesso stazionaria (-1% circa). Nonostante il ridimensionamento subito dal settore a seguito della riforma dell’Organizzazione comune di mercato (Ocm) per lo zucchero, la barbabietola da zucchero continua a essere la coltura di riferimento in grado di condizionare l’andamento dell’intero comparto. Il dato previsionale mostra un incremento del valore delle produzioni attorno al 5%, grazie a una crescita delle quotazioni (stimata al 7,5%) che ha consentito di compensare quasi completamente il rilevante ridimensionamento subito dalla soia (-27%) determinato dal dimezzamento delle superfici investite (-51%). Colture frutticole - Il valore complessivo delle produzioni frutticole per il 2007 è stimato come quasi invariato (+0,6%), ma la campagna di commercializzazione della frutta autunnale è ancora agli inizi e, quindi, la situazione potrebbe subire aggiustamenti. A livello generale, comunque, a una contrazione produttiva (-7% circa) che ha interessato pressoché tutte le specie è corrisposto un innalzamento dei prezzi. Tale andamento dovrebbe consentire di chiudere positivamente l’annata della frutta a raccolta autunnale (mele +14%, pere +4%), mentre maggiori problemi sussistono per quella estiva (pesche -4,3%, nettarine -6,7%, albicocche -4,4%). Vino Cresce la produzione lorda vendibile (+5%), nonostante il calo della vendemmia (-9%), grazie a un’attesa della crescita dei prezzi attorno al 15%. Allevamenti - Il bilancio positivo del comparto è stato determinato dalla ripresa del settore avicolo (+50%), dopo la crisi degli anni precedenti, e dalla buona performance attesa per le uova, in base al buon andamento delle quotazioni in mancanza di dati sulla variazione dei quantitativi. In difficoltà sono, invece, i settori delle cani bovine (-5,7%) e suine (-6,8%) a causa del calo dei prezzi. La situazione del latte, evidenziata dai dati finora disponibili relativamente all’andamento delle produzioni, mostra un lieve calo dei quantitativi ottenuti sia a livello nazionale che regionale. Le previsioni di produzione per l’ultimo trimestre sono di un sostanziale recupero che, grazie anche alla favorevole dinamica dei prezzi di mercato, dovrebbe consentire di chiudere l’annata 2007 sui medesimi livelli del 2006. Positivo l’andamento delle quotazioni che, soprattutto nell’ultimo periodo, stanno mostrando forti incrementi, dopo aver registrato fino a settembre livelli solo di poco superiori a quelli medi del 2006. Il valore complessivo della produzione non si dovrebbe, dunque, discostare da quanto riscontrato nell’annata precedente. Per tutte le categorie sussistono comunque problemi di costi crescenti, con particolare riferimento alla voce di spesa per i mangimi, rincarati a seguito della crescita dei prezzi di cereali e proteoleaginose.
Regione Emilia Romagna - Assessorato Agricoltura |
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Previsione Sull´andamento Della Produzione Lorda Vendibile Dell´emilia Romagna 2007. |
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Produzioni Vegetali |
Produzioni |
Prezzi |
P. L. V. |
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E |
(x . 000 t. ) |
% |
(Var. %) |
(Meuro) |
(%) |
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Zootecniche |
2006 |
2007 |
2006 |
2007 |
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Cereali: |
2. 530,9 |
2. 426,5 |
-4,1 |
|
391,77 |
581,80 |
48,5 |
|
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Frumento tenero |
1. 049,5 |
955,1 |
-9,0 |
65,0 |
146,93 |
220,63 |
50,2 |
|
|
Frumento duro |
194,4 |
229,3 |
18,0 |
76,5 |
32,07 |
66,78 |
108,2 |
|
|
Orzo |
190,0 |
166,2 |
-12,5 |
67,7 |
24,32 |
35,69 |
46,7 |
|
|
Granoturco |
906,6 |
885,4 |
-2,3 |
57,1 |
131,46 |
201,72 |
53,5 |
|
|
Patate E Ortaggi: |
2. 115,0 |
2. 266,7 |
7,2 |
|
461,59 |
481,40 |
4,3 |
|
|
Patate |
250,3 |
256,2 |
2,4 |
0,0 |
55,06 |
56,36 |
2,4 |
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|
Pomodoro da industria |
1. 467,8 |
1. 621,9 |
10,5 |
14,3 |
92,47 |
116,77 |
26,3 |
|
|
Aglio |
3,0 |
4,4 |
45,8 |
5,9 |
5,17 |
7,99 |
54,4 |
|
|
Cocomero |
71,8 |
67,3 |
-6,3 |
-34,4 |
14,36 |
8,83 |
-38,5 |
|
|
Asparago |
5,3 |
5,6 |
5,1 |
6,1 |
8,81 |
9,82 |
11,5 |
|
|
Fragole |
15,6 |
15,0 |
-3,4 |
-7,1 |
21,78 |
19,54 |
-10,3 |
|
|
Piante Industriali: |
1. 884,0 |
1. 794,8 |
-4,7 |
|
90,36 |
89,55 |
-0,9 |
|
|
Barbabietola da zucchero |
1. 772,8 |
1. 737,3 |
-2,0 |
7,6 |
67,54 |
71,23 |
5,5 |
|
|
Soia |
82,9 |
38,6 |
-53,5 |
56,3 |
17,25 |
12,54 |
-27,3 |
|
|
Girasole |
28,3 |
18,9 |
-33,2 |
55,4 |
5,45 |
5,66 |
3,8 |
|
|
Totale Coltivazioni Erbacee |
|
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|
1. 065,48 |
1. 274,51 |
19,6 |
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Arboree: |
1. 554,2 |
1. 444,0 |
-7,1 |
|
676,57 |
680,90 |
0,6 |
|
|
Mele |
159,6 |
162,3 |
1,7 |
12,0 |
39,90 |
45,45 |
13,9 |
|
|
Pere |
627,3 |
588,2 |
-6,2 |
11,1 |
254,06 |
264,69 |
4,2 |
|
|
Pesche |
237,9 |
217,5 |
-8,6 |
4,8 |
99,93 |
95,68 |
-4,3 |
|
|
Nettarine |
307,0 |
273,2 |
-11,0 |
4,9 |
125,89 |
117,48 |
-6,7 |
|
|
Albicocche |
71,5 |
58,6 |
-18,1 |
16,7 |
42,89 |
40,99 |
-4,4 |
|
|
Ciliegie |
10,5 |
12,1 |
15,7 |
4,8 |
21,96 |
26,61 |
21,2 |
|
|
Susine |
65,7 |
61,7 |
-6,2 |
5,8 |
34,18 |
33,91 |
-0,8 |
|
|
Prodotti Trasformati |
|
|
|
|
252,41 |
264,02 |
4,6 |
|
|
Vino (. 000/hl) |
6. 212,5 |
5. 671,9 |
-8,7 |
15,0 |
232,66 |
244,27 |
5,0 |
|
|
Totale Coltivazioni Arboree |
|
|
|
|
928,98 |
944,93 |
1,7 |
|
|
Totale Produzioni Vegetali |
|
|
|
|
1. 994,46 |
2. 219,44 |
11,3 |
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|
Allevamenti: |
|
|
|
|
1. 572,23 |
1. 695,34 |
7,8 |
|
|
Carni bovine (peso vivo) |
105,2 |
103,8 |
-1,3 |
-4,5 |
189,89 |
178,99 |
-5,7 |
|
|
Carni suine (peso vivo) |
241,1 |
249,5 |
3,5 |
-10,0 |
301,38 |
280,74 |
-6,8 |
|
|
Pollame e conigli (peso vivo) |
220,0 |
264,0 |
20,0 |
25,0 |
236,06 |
354,09 |
50,0 |
|
|
Latte vaccino |
1. 825,0 |
1. 825,0 |
0,0 |
1,1 |
622,33 |
629,27 |
1,1 |
|
|
Uova (mln. Di pezzi; €/1000 pezzi) |
2. 385,0 |
2. 385,0 |
0,0 |
15,0 |
197,96 |
227,65 |
15,0 |
|
|
Totale Produzioni Zootecniche |
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|
1. 572,23 |
1. 695,34 |
7,8 |
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Totale Generale |
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3. 566,68 |
3. 914,78 |
9,8 |
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AGRICOLTURA BIOLOGICA: UN SETTORE IN CRESCITA CHE SI STA CONSOLIDANDO A TORINO UN CONVEGNO NAZIONALE |
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Torino - “L’agricoltura biologica in Piemonte è una realtà in crescita, che, superata la sperimentazione pionieristica dei primi anni, sta oggi attraversando una fase di consolidamento più matura, accompagnata da un indubbio aumento della domanda e dell’interesse da parte del pubblico e dei consumatori”. Con queste parole l’assessore regionale all’Agricoltura Mino Taricco ha tracciato il quadro di sintesi del settore, emerso il 23 novembre nel corso del convegno nazionale “Logicamente bio: dove va l’agricoltura biologica?”, promosso dalla Regione Piemonte, al Centro Incontri di corso Stati Uniti a Torino. La giornata di convegno ha analizzato il quadro del comparto agricolo biologico piemontese, grazie ai risultati di una ricerca, promossa dalla Regione e realizzata dall´Università di Torino in collaborazione con le associazioni dei produttori, attraverso interviste sul campo a un campione di oltre 1600 aziende. Si tratta della prima indagine in Italia che analizza in maniera sistematica e approfondita il comparto agricolo biologico. Dallo studio emerge una realtà pari a circa il 2% dell’agricoltura regionale, tutt’altro che marginale per vivacità e dinamismo, il cui valore economico è quantificato in circa 46 milioni di euro. Miglioramenti sono possibili nell’accesso ai canali commerciali e sul versante della valorizzazione della produzione biologica e della corretta informazione ai consumatori. “Proprio perché il biologico è in crescita nella nostra regione, e si estende ormai su 37. 000 ettari e riguarda circa 2500 aziende – ha spiegato l’assessore Taricco – si tratta di un settore che vorremmo accompagnare in modo virtuoso, facendo in modo che una domanda in espansione e una sensibilità più generalizzata del pubblico, unite alle capacità imprenditoriali dei produttori, possano consolidare i risultati e affinare le strategie. ” In questo senso, la Regione Piemonte ha destinato una quota significativa delle risorse del nuovo Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013, approvato pochi giorni fa dal Comitato della Commissione Europea, a finanziare le “misure agroambientali” – in cui rientrano specifiche azioni a favore del biologico – che da sole rappresentano circa il 30% delle risorse complessive a disposizione del Piemonte (oltre 1 miliardo di euro comprensivi di fondi comunitari, statali e regionali per i prossimi sette anni). “Per alcune delle misure agroambientali, e in particolare per quelle relative alle produzioni biologiche e integrate – conclude Taricco - la Regione ha deciso, sin da aprile, di aprire anticipatamente i bandi, proprio per dare continuità agli interventi regionali a favore del comparto. ” Inoltre, la legge regionale di riferimento per il settore biologico (l. R. 13/1999) promuove la ricerca, la sperimentazione e sostiene la valorizzazione delle produzioni biologiche. Al convegno “Logicamente bio” hanno preso parte rappresentanti delle Regioni Toscana, Emilia Romagna, Lazio e Marche, che hanno illustrato le proprie esperienze comparative e a nome del Ministero delle Politiche Agricole è intervenuto Alberto Manzo. Il pomeriggio è stato animato da un vivace e paertecipato talk show condotto dal giornalista di “Ambiente Italia” Beppe Rovera, che ha coinvolto esponenti del mondo della produzione, della distribuzione, del consumo e gli amministratori, per discutere dei temi più attuali: prezzi, commercializzazione, promozione, controlli, rapporto con i cittadini consumatori. L’agricoltura biologica piemontese La sintesi dei dati. Ricerca promossa dalla Regione Piemonte e realizzata dal prof. Alessandro Corsi, Facoltà di Agraria, Università di Torino, presentata il 23 novembre nel corso del convegno “Logicamente bio: dove va l’agricoltura biologica?” Obiettivi della ricerca: Le caratteristiche generali e strutturali delle aziende biologiche; Il peso economico dell’agricoltura biologica; Le forme di commercializzazione; Problemi e prospettive. Metodologia: Indagine sul totale delle aziende biologiche censite negli elenchi regionali (1655 aziende attive). Somministrazione di questionari e rilevazioni sul campo. Caratteristiche generali: Superficie Agricola Utile (Sau) coltivata a biologico o in conversione: 29. 800 ha (2,8% della Sau regionale). Le colture più importanti per superficie: Cereali: riso (3100 ha), mais (1500 ha), frumento (1150 ha); Piante industriali: girasole (1000 ha); Legnose agrarie: vigneto (1600 ha), castagno (1500 ha), fruttiferi; Foraggere: 2200 ha complessivi. Gli allevamenti: Bovini: 20. 000 capi; Ovini: 7. 400 capi; Suini: 16. 500 capi. Aziende che fanno trasformazione di prodotti: 389: Prevalente vino (250 aziende); Prodotti da latte (79 az. ), da frutta secca (77 az. ), ecc. ; Altre attività (agriturismo, attività didattiche,. ): 284 az. (17%). Elementi strutturali: Forte concentrazione di aziende dalle dimensioni economiche minori; Aziende < 5 ha: 43% del numero, 4,5% della Sau; Aziende > 50 ha: 9% del numero, 64% della Sau; Ma: dimensione media superiore a quella regionale (22,3 contro 8,8 ha). Il peso economico dell’agricoltura biologica: Plv (Produzione Lorda Vendibile) totale delle aziende: 60,8 mil. ; Plv biologica: 45,8 mil. (75%); Plv biologica venduta come tale: 34,5 mil. (75% della biologica, 57% della totale). Le forme di commercializzazione Destinazione bio-convenzionale: La parte di produzione biologica venduta come tale è variabile secondo i prodotti; Fra le produzioni vegetali, la quota di Plv realizzata da prodotti biologici venduti come tali è il 77%; La % minore è per le colture arboree, dovuta alla vite da vino. I canali di commercializzazione del biologico: Filiera corta (vendita in azienda, in mercati, a domicilio); Filiera specializzata (negozi specializzati, ristoranti); Altri canali (ingrosso, cooperative, Gdo, altro). Dati molto variabili a seconda delle singole categorie di prodotto: la filiera corta ha un peso rilevante (oltre il 30%) per patate e ortaggi e per i prodotti trasformati, discreta (intorno al 10%) per colture arboree, produzioni vegetali, produzioni animali. Gli orientamenti degli agricoltori Principali criticità indicate: Preponderante il problema degli sbocchi 28%), con conseguenti prezzi insoddisfacenti (25%); Difficoltà tecniche (15%) e costi eccessivi (13%) presenti, ma meno importanti; Anche sistema di certificazione complicato (16%) non decisivo, Intenzioni future: Ampliare: 239 az. (14%); Mantenere: 1060 az. (64%); Ridurre: 56 az. ( 3%); Cessare: 300 az. (18%). I per futura cessazione Ragioni dell’eventuale cessazione: Cessazione dei sussidi: 31%; Scarsa convenienza: 24%; Mancanza sbocchi: 17%; Difficoltà tecniche: 10%; Complicazioni burocratiche:11%; Altro: 3%. . |
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IL CSO SI AGGIUDICA UN PROGETTO EUROPEO DA 4 MILIONI DI EURO PER LA PROMOZIONE DEL CONSUMO DI FRUTTA E VERDURA NEGLI STATI UNITI, IN RUSSIA E IN GIAPPONE. |
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E’ stato comunicato ufficialmente alla stampa il 21 novembre scorso dal Ministero delle politiche agricole italiano l’elenco dei Progetti di promozione dei prodotti agroalimentari nei Paesi Terzi approvati a novembre dall’Unione Europea. Tra i 5 progetti italiani sui Paesi terzi, quello di Cso è l’unico dedicato specificamente all’ortofrutta fresca e trasformata. Il programma prevede infatti il cofinanziamento da parte di imprese italiane operanti nel settore del fresco quali : Apoconerpo, Apofruit, Salvi, Mazzoni, Europfruit, Spreafico, Zani, Oranfrizer e imprese del trasformato, in particolare, Conserve Italia e Orogel. Le attività promozionali avranno l’obiettivo di favorire la conoscenza ed il consumo di frutta e verdura fresche e trasformate in paesi con grandi potenzialità per l’offerta italiana. Il progetto, che partirà a gennaio, farà leva sugli aspetti salutistici e le potenzialità nutrizionali dell’ortofrutta fresca e trasformata, lanciando modelli di consumo legati alla Dieta Mediterranea, che oggi rappresenta uno degli stili alimentari più accreditati per la salute e per combattere il crescente flagello dell’obesità nei paesi occidentali. Il Progetto, presentato da Cso con il titolo “ Sapori d’Europa”, prevede nello specifico azioni mirate alla conoscenza ed alla promozione di prodotti di cui l’Italia gode una leadership internazionale, quali pesche e nettarine, kiwi, pere, susine e arance rosse per il fresco. Per il trasformato le iniziative promozionali saranno incentrate su prodotti quali: passate di pomodoro, ortaggi in scatola, legumi, frutta sciroppata, prodotti surgelati. L’attività, finanziata con 4 milioni di euro, avrà durata triennale e rappresenterà una grande opportunità per le imprese coinvolte che potranno affacciarsi ai mercati di destinazione consolidando o avviando un processo di internazionalizzazione oggi quanto mai importante. Il Progetto Sapori d’Europa sarà finanziato per il 50% dall’Unione Europea, per il 20% da Agea- Ministero delle Politiche Agricole e Forestali Italiano e per il 30% dalle imprese partecipanti. “Siamo molto soddisfatti dell’approvazione – dichiara Paolo Bruni, Presidente di Cso - il progetto è in linea con le necessità di sviluppo della nostra ortofrutticoltura. Per crescere dobbiamo necessariamente conquistare nuovi mercati in nuovi paesi. Se ci limitiamo alle aree tradizionali perderemo certamente delle quote di mercato”. . |
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IN PROVINCIA DI TORINO UN NUOVO IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI L’IMPIANTO SARÀ TERMINATO NEL 2008 E SFRUTTERÀ LA TECNOLOGIA DELLE BIOCELLE CHE CONSENTE DI TRASFORMARE IL RIFIUTO ORGANICO IN COMPOST DI QUALITÀ PER L’AGRICOLTURA. |
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Sarà la Secit (Società Ecologica Italiana), società del Gruppo Gesenu specializzata nella realizzazione di impianti di trattamento rifiuti, a costruire l’impianto di valorizzazione e recupero della frazione umida proveniente da raccolta differenziata nel comune di Druento in provincia di Torino. “L’impianto”, dichiara il Presidente del Consiglio di Amministrazione Carlo Noto La Diega, “sarà uno dei più importanti per dimensione sul mercato italiano e utilizzerà l’innovativa tecnologia delle biocelle che consente di trasformare il rifiuto organico in compost di qualità per l’agricoltura. Il processo sarà oggetto di un accurato monitoraggio che consentirà l’ottimale gestione dell’impianto”. Il compostaggio di qualità rappresenta ormai stabilmente un cardine del sistema di trattamento dei rifiuti raccolti in modo differenziato e consente un prezioso recupero in sicurezza di materia organica di cui i terreni hanno vitale bisogno anche per lo sviluppo dell’agricoltura biologica. Committente del progetto è la società pubblica Punto Ambiente del gruppo Cidiu Spa, che gestisce il ciclo dei rifiuti urbani per circa 220. 000 abitanti di alcuni importanti comuni della provincia di Torino. I lavori per la realizzazione dell’impianto dureranno 13 mesi e termineranno entro il 2008, per un importo pari a 11. 400. 589,51 di euro. L’impianto avrà una potenzialità di 50mila tonnellate/anno e sarà in funzione 312 giorni l’anno per 6,25 ore al giorno con una potenzialità oraria per linea di 25,64 ton/h e una giornaliera di160 ton/g. Scheda tecnica dell’impianto. Lavori di costruzione di un impianto di valorizzazione e recupero della frazione umida proveniente dalla raccolta differenziata nel Comune di Druento (To) – Loc. Cascina Commenda Cliente: Punto Ambiente srl – Collegno (To); Impresa Costruttrice: Secit S. P. A. ; Aggiudicazione: 20/07/2007; Impianto: Compostaggio di qualità; Contratto: 14/09/2007; Importo Lavori: € 11. 400. 589,51 oltre Iva; Inizio Lavori 19/09/2007; Durata Lavori: 13 mesi (data ultimazione prevista 19/10/2008). Dati Impianto: Potenzialita´ Impianto: 50. 000 ton/anno di Forsu (oltre lo strutturante), incrementabili a 60. 000 ton/anno; Tecnologia Biossidazione: Biotunnel Nr. 9 da 32x5,8 ml Nr. 9 da 20x5,8 ml. N° Giorni Annui Di Funzionamento: 312; N° Ore/giorno Di Funzionamento: 6,25; Numero Linee Previste: 1; Potenzialita’ Oraria Linea: 25,64 ton/h; Potenzialita’ Giornaliera: 160 ton/g. Abitanti Residenti Nel Territorio Servito: 220. 000 Circa. . |
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CONTRIBUTI ALLE ORGANIZZAZIONI PROFESSIONALI AGRICOLE SARDE |
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Alle organizzazioni professionali agricole più di 1milione e 700mila euro. Lo ha stabilito la Giunta regionale che ha anche deliberato la ripartizione della somma fra la Federazione regionale degli agricoltori della Sardegna (432. 454,76 euro), Confederazione italiana agricoltori (428. 028,82 euro) e Coldiretti Sardegna (841. 516,42 euro). I contributi 2007, approvati dalla Giunta, saranno utilizzati dalle Organizzazioni per la formazione di quadri dirigenti di cooperative e di altre forme associative, per lo studio, la ricerca e la divulgazione sui problemi dello sviluppo economico-sociale e per la diffusione della cooperazione e dell´associazionismo, nonché per l´erogazione di servizi di assistenza e di consulenza ai coltivatori e agli allevatori diretti. La ripartizione della somma complessiva di 1 milione e 702 mila euro è avvenuta, per il 50% in base ai preventivi di spesa inoltrati alla Regione dalle Organizzazioni e ritenuti ammissibili a contributo, per il rimanente 50% sulla base della rappresentatività, commisurata al numero degli associati e al numero degli uffici dislocati nel territorio regionale. . . . |
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ASSEGNATI I CONTRIBUTI ALLE ORGANIZZAZIONI COOPERATIVISTICHE SARDE |
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Stanziato dalla Regione il contributo 2007 a favore delle Organizzazioni cooperativistiche operanti in Sardegna. Lo ha deciso la Giunta regionale nel corso della seduta tenutasi ieri. La somma assegnata è pari complessivamente a 1milione e 600mila e sarà distribuita fra Lega Cooperative (619. 392,66 euro), Confcooperative ( 572. 030, 64 euro), Unci (219. 911. 54 euro). Agci (134. 641,40 euro) e Unicoop(54. 023,76 euro). I criteri utilizzati per la ripartizione hanno tenuto conto fra l´altro del personale dipendente, delle cooperative associate, dei servizi erogati direttamente o con proprie strutture alle cooperative associate (contabilità paghe, tenuta registri contabili, bilancio, Iva, rendiconti, richieste di contributi su leggi di settore ecc) e dell´attività promozionale svolta. . . |
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GRUPPO CARRARO: PRESENTATO ALLA COMUNITÀ FINANZIARIA IL NUOVO PIANO INDUSTRIALE 2008-2010. |
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Milano - Carraro S. P. A. , ha illustrato il 21 novembre alla comunità finanziaria gli obiettivi del nuovo piano strategico 2008-2010. Obiettivi fondamentali del Gruppo nei prossimi tre anni sono: Ulteriore rafforzamento della leadership nel core business dei sistemi per la trasmissione di potenza, in particolare per i settori agricolo, movimento terra e material handling puntando a: razionalizzazione ed ampliamento dell’attuale gamma di sistemi integrati di trasmissione nuove trasmissioni ad elevato contenuto tecnologico, focalizzando l’attenzione su alta efficienza e contestuale riduzione delle emissioni; veicoli di nuova generazione, a basse emissioni, in linea con le normative “Tier 3” che prevedono una sensibile riduzione dell’impatto ambientale delle macchine agricole; mix produttivo orientato verso soluzioni complete ad elevato valore aggiunto in cui integrare le competenze del Gruppo nell’ambito sia della meccanica sia dell’elettronica (meccatronica); presidio dei mercati emergenti, caratterizzati da dinamiche più vivaci della domanda (India, Cina, Sudamerica, Est Europa); accentuazione della presenza commerciale attraverso l’allargamento del network di vendita. Sostenere la crescita nei nuovi settori di presenza del Gruppo con particolare attenzione a: sistemi integrati di trasmissione per carrelli elevatori, ovvero “powertrain” elettrici, composti da assale, trasmissione, motore elettrico e controllo elettronico; sistemi di trazione ibridi, applicabili sia a mezzi per la movimentazione materiali (carrelli elevatori) che a flotte di autobus o veicoli commerciali leggeri; package per generatori eolici (riduttori, convertitori di potenza e sistemi di controllo) e sistemi per la conversione dell’energia solare da pannelli fotovoltaici; con un mercato che si prevede in ulteriore sviluppo rispetto ai già interessanti tassi di crescita odierni; Più nel dettaglio si prevede che Elettronica Santerno raggiunga nel 2010 un fatturato superiore a 80 milioni di Euro, quadruplicando i 19 milioni di Euro registrati a fine 2006. Tale importante incremento sarà dovuto principalmente alla forte crescita dei principali mercati di riferimento (sia quello industriale che quello legato alle energie rinnovabili), sostenuta da un rafforzamento della struttura di manufacturing e di sourcing. Gear World, il nuovo progetto industriale del Gruppo Carraro nel settore dell’ingranaggeria e componentistica, consoliderà il proprio già importante portafoglio grazie allo sviluppo di nuove partnership e l’ingresso in nuovi segmenti di mercato, arrivando ad un fatturato superiore ai 300 milioni di Euro (100 dei quali destinati al Gruppo) nel 2010. Ciò sarà anche conseguenza di un’interessante processo di diversificazione del mercato di destinazione, da settori più tradizionali - quali il movimento terra e l’agricolo - a nuove applicazioni quali eolico, segmenti di nicchia automotive, elettroutensili, lawn & garden. Rafforzamento della “piattaforma globale” delle Operations al servizio dei clienti in tutto il mondo e dell’efficienza degli approvvigionamenti del Gruppo: si prevede una progressiva crescita della delocalizzazione produttiva del Gruppo verso le aree emergenti portando il valore della produzione dal 24% del 2007 in prossimità del 40% nel 2010; a partire dal 2008 entreranno a regime lo stabilimento di Carraro China, inaugurato nel mese di ottobre 2007, e la nuova area produttiva di Carraro India, che è stata recentemente raddoppiata; prenderà inoltre avvio un nuovo sito produttivo negli Stati Uniti, allo scopo di seguire da vicino alcuni clienti chiave; tale stabilimento avrà una struttura altamente flessibile, con linee produttive snelle, e sarà in grado di garantire un miglior livello di servizio per l’intero Nordamerica. Target finanziari - In linea con gli obiettivi strategici indicati, dal punto di vista finanziario il Gruppo Carraro prevede nel triennio 2008-2010 un forte incremento del fatturato, che supererà i 1. 200 milioni di Euro, con un contestuale consolidamento della redditività operativa. Fatturato - Nel 2010 il fatturato è previsto a quota 1. 227 milioni di Euro, con un Cagr 2008-2010 del 15% rispetto agli 814 milioni di Euro attesi a fine esercizio 2007. Ebit - Si prevede che l’Ebit passi da 39 milioni di Euro attesi a fine esercizio 2007 (già in miglioramento rispetto ai 30 milioni di Euro registrati a fine 2006) a 85 milioni di Euro, con un Cagr 2008-2010 del 30%. Ebitda - L’ebitda salirà da 65 milioni di Euro - attesi a fine 2007 – (rispetto ai 51,6 milioni di Euro al 31/12/2006) a 127 milioni di Euro, con un Cagr 2008-2010 del 25%. Utile netto - L’utile netto raggiungerà nel 2010 37 milioni di Euro, con un Cagr 2008-2010 del 35% rispetto ai 15 milioni di Euro attesi per l’esercizio 2007. Investimenti - Nel periodo 2008-2010 il Piano prevede inoltre un totale di 170 milioni di Euro per investimenti principalmente destinati ad attività di R&d, alla realizzazione di nuovi prodotti, allo sviluppo ed al mantenimento della capacità produttiva di Gruppo. Posizione finanziaria netta - Nel 2010 la posizione finanziaria netta è previsto si attesti a 223 milioni di Euro. Il gearing, passerà dal 122% (2007) al 102% (2010). . |
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GRANO DURO EMILIANO-ROMAGNOLO PER LA PASTA BARILLA: FIRMATO UN NUOVO ACCORDO QUADRO PER 100 MILA TONNELLATE. RABBONI: UN´INTESA CHE È UN MODELLO DI RIFERIMENTO ANCHE PER ALTRI SETTORI PRODUTTIVI. GHELFI: UN ACCORDO ECCELLENTE PERCHÈ IMPEGNA TUTTA LA FILIERA. |
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Bologna - Prosegue e si rafforza l’alleanza tra Regione, Barilla e mondo agricolo per lo sviluppo della coltivazione di grano duro di qualità in Emilia-romagna. Il nuovo accordo quadro di filiera, valido per la campagna cerealicola 2007-2008, triplica infatti i quantitativi previsti da quello 2006-2007, passando da 30 mila a 100 mila tonnellate di grano duro, “made in Emilia-romagna” che verranno conferite all’azienda di Parma leader nel mondo nella produzione di pasta. “Questa esperienza con Barilla partita lo scorso anno con un accordo sperimentale– ha detto il 26 novembre 2 a Bologna l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni presentando l’iniziativa – ha dato ottimi risultati. Quest’anno triplica i quantitativi e diventa un modello di riferimento regionale e nazionale che la Regione riproporrà ad altri settori produttivi, a partire da quello del grano tenero. Gli accordi di filiera sono la via strategica da percorrere per un´agricoltura di qualità quale quella emiliano-romagnola. “ L’accordo firmato oggi è promosso dalla Regione Emilia-romagna e coinvolge, oltre alla Barilla come industria molitoria, la Società Produttori Sementi di Bologna in rappresentanza dell’industria sementiera, le Organizzazioni dei produttori O. P. Grandi colture, Cereali Romagna, Esperia, Progeo, il Consorzio agrario di Parma e quello di Piacenza, la Società Cooperativa Capa Ferrara, in rappresentanza del mondo agricolo (produzione e stoccaggio dei cereali). Il contratto riguarda dunque l’intera filiera di produzione del grano duro e anche per questo rappresenta una importante novità nel panorama agricolo italiano e un modello innovativo di integrazione tra agricoltura, industria e istituzioni, applicabile ad altre produzioni regionali. “Questo è un accordo eccellente – ha sottolineato Nicola Ghelfi General Manager Barilla Divisione Pasta - perché impegna tutta la filiera, con l’obiettivo di migliorare qualità e quantità. La soluzione strutturale al problema strutturale della disponibilità di grano duro di qualità sta proprio nel potenziamento della produzione regionale e nazionale”. Barilla è oggi il maggiore utilizzatore mondiale di grano duro per produzione di pasta con oltre 1. 250. 000 tonnellate di grano, equivalenti a 900 mila tonnellate di pasta. In Italia, il fabbisogno di grano duro del gruppo è pari a 900 mila tonnellate all’anno e nella primavera del 2008 sarà operativo a Parma il più grande mulino a grano duro del mondo, integrato con i pastifici, che a regime sarà in grado di assorbire 300 mila tonnellate di grano duro all’anno Le Conseguenze Dell’ Accordo - Le ricadute positive dell’intesa sono molteplici, sia per la Barilla che potrà disporre di grani di qualità prodotti in Emilia-romagna e ridurre così la sua dipendenza dall’estero, sia per le aziende agricole per le quali l’accordo è un´importante indicazione per la programmazione delle coltivazioni, nella direzione di quanto richiesto dal mercato. L’accordo punta anche ad un obiettivo più generale e di fondo: incentivare la produzione di grano duro di qualità in Emilia-romagna, facendo della regione un polo di eccellenza. Infine, regolarizzando l’approvvigionamento, l’intesa potrà contribuire a stabilizzare i prezzi del grano duro, che nell’annata che si sta concludendo, hanno avuto brusche impennate (+ 145% in sei mesi) , dovute anche a fattori speculativi su scala globale, con ricadute sulla disponibilità del prodotto e sulla regolarità delle forniture. La Produzione Di Grano Duro In Italia E In Emilia-romagna - La produzione di grano duro in Italia, in seguito alla riforma della Politica Agricola Comunitaria, ha subito una sensibile riduzione a causa del venir meno dei contributi e attualmente non riesce a far fronte alla domanda interna. Anche la qualità, soprattutto per quanto riguarda il contenuto proteico, è stata penalizzata dal nuovo assetto. In Emilia Romagna la duro-granicoltura è sempre stata di qualità significativamente superiore alla media ed ha sempre rappresentato un esempio di capacità e competenza. Oggi ci sono dunque le condizioni per un recupero significativo di tale opportunità produttiva e l’Emilia-romagna può svolgere in questo campo un ruolo importante. Non a caso l´accordo quadro coinvolge l’intera filiera e prevede anche misure di assistenza tecnica e contrattuale rivolte agli agricoltori che sottoscriveranno a loro volta gli accordi di coltivazione I Contenuti Dell´accordo - Il contratto quadro si articola in singoli contratti di fornitura tra la Barilla come industria molitoria e le organizzazioni firmatarie, per un volume totale di circa 100 mila tonnellate per l’annata 2007-2008; a loro volta le Organizzazioni di Produttori (O. P. Grandi Colture di Ferrara, Cereali Romagna S. R. L. Di Forlì, Esperia Soc. Cons. A r. L. Di Bologna, Progeo Società Cooperativa Agricola di Reggio Emilia), i Consorzi Agrari di Parma e Piacenza, e la Coop. Capa Ferrara, in qualità di produttori e stoccatori del grano duro, stipulano con i singoli agricoltori soci gli accordi di coltivazione; la Società Produttori Sementi di Bologna, selezionatrice e costitutrice delle varietà identificate dal disciplinare, sviluppate con intensa attività di ricerca e sviluppo, in parte sostenuta anche dalla Regione Emilia-romagna, fornisce il seme necessario alle coltivazioni sotto contratto. Il contratto quadro prevede l’utilizzo di varietà specifiche quali: Normanno, Levante, Saragolla e Svevo, particolarmente adatte all’utilizzo dell’industria pastaria. Il prezzo di base è legato al listino della Borsa Merci di Bologna, ma sono previsti premi concordati legati ad una griglia qualitativa che tiene conto del contenuto proteico e di altri fattori, dei servizi prestati e dell’adesione al progetto; la consegna programmata e ripartita nell´arco della campagna; il rispetto di un disciplinare di coltivazione e conservazione del grano duro, in linea con il Disciplinare di produzione integrata realizzato dalle Regione Emilia-romagna. . |
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PARMALAT S.P.A. RELAZIONE TRIMESTRALE AL 30 SETTEMBRE 2007: FATTURATO NETTO DEI PRIMI NOVE MESI È PARI A 2.797,4 MILIONI DI EURO (+5,4%) |
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Collecchio - Parmalat S. P. A. Comunica che in data 14 novembre si è tenuto, con la presidenza del Prof. Raffaele Picella, il Consiglio di Amministrazione della Società che ha approvato, tra l’altro, la relazione trimestrale al 30 settembre 2007, che conferma non solo la crescita dei risultati operativi, ma anche il significativo incremento della liquidità del Gruppo. Gruppo - Il fatturato netto dei primi nove mesi del 2007 è pari a 2. 797,4 milioni di euro, in crescita di 143,3 milioni (+5,4%), rispetto ai 2. 654,1 milioni dello stesso periodo del 2006. Se si escludono il deprezzamento delle altre valute nei confronti dell’euro (103,2 milioni) e la variazione dell’area di consolidamento, dovuta all’entrata nel Gruppo di Newlat Spa, Carnini Spa e altre società (101,2 milioni) e all’uscita di Italcheese Spa (circa 10 milioni di euro), il fatturato netto risulta in aumento del 5,8%. Tale miglioramento è dovuto principalmente all’incremento, in Sudafrica, dei volumi di vendita di tutte le categorie prodotto, sostenuto dalla crescita economica del paese e dalla migliore penetrazione nel mercato, all’incremento, in Italia e Venezuela, dei volumi di vendita di succhi e in Canada dei volumi di vendita dei formaggi, oltre che dal generalizzato incremento prezzi. Il margine operativo lordo è pari a 254,1 milioni di euro, in crescita, rispetto ai 246,7 milioni dei primi nove mesi del 2006, di 7,4 milioni (+3,0%). Se si escludono il deprezzamento delle altre valute nei confronti dell’euro (10,2 milioni) e la variazione dell’area di consolidamento, dovuta all’entrata nel Gruppo di Newlat Spa, Carnini Spa e altre società minori (3,7 milioni) e all’uscita di Italcheese Spa (-0,4 milioni di euro), il margine operativo lordo risulta pari a 260,2 milioni, in aumento di 13,5 milioni (+5,5%). Tale miglioramento è dovuto principalmente al miglior mix di vendita dei prodotti a più alto valore aggiunto ed alla riduzione dei costi di gestione, nonostante l’aumento, a livello mondiale, del costo di acquisto della materia prima latte solo parzialmente recuperato dall’aumento dei listini prezzi. L’utile di Gruppo è pari a 276,3 milioni di euro, in crescita, rispetto ai 97,3 milioni dei primi nove mesi del 2006, di 179 milioni. Tale incremento è principalmente dovuto al raggiungimento di accordi transattivi oltre che alla diminuzione del costo medio del debito finanziario nonché dei debiti stessi ed all’aumento dei proventi derivanti dalla liquidità investita della Capogruppo. Si ritiene opportuno sottolineare che il Gruppo opera quasi esclusivamente nei mercati locali dove produce e vende. L’attività di esportazione è estremamente ridotta e poco significativa. Di conseguenza, le fluttuazioni dei tassi di cambio non condizionano la bilancia valutaria di Gruppo, ma determinano unicamente differenze di cambio da conversione. La posizione finanziaria netta è migliorata significativamente, nel corso dei primi nove mesi, passando da una situazione di indebitamento di 170 milioni di euro ad una di disponibilità di 327,6 milioni con una variazione, rispetto al 31 dicembre 2006, di 497,6 milioni. Le causali principali sono le seguenti: la generazione di cassa dalle attività operative, al netto della variazione del capitale circolante operativo, degli investimenti e del pagamento di imposte, è stata pari a 67,7 milioni di euro; i flussi da litigations sono stati pari a 257,4 milioni; a fronte di esborsi per spese legali per 45,3 milioni (relativi sia all’esercizio 2006 sia 2007) si sono infatti registrati incassi pari a 302,7 milioni derivanti dagli accordi transattivi raggiunti tra la fine del 2006 e il terzo trimestre 2007; i flussi da attività non ricorrenti sono stati pari a 217,8 milioni e comprendono principalmente incassi relativi a dismissioni di immobilizzazioni non strategiche (247,8 milioni di euro), esborsi per acquisto di partecipazioni (14,2 milioni di euro) ed il pagamento dei debiti chirografari (9,8 milioni); i flussi relativi all’attività finanziaria riguardano proventi finanziari netti per 0,9 milioni, pagamenti di dividendi per 43,4 milioni ed incassi per 7,3 milioni derivanti dall’esercizio di warrant. Altre voci hanno un saldo pari a 1,5 milioni. In particolare, per quanto riguarda i principali Paesi: In Italia il fatturato netto risulta in crescita passando da 735,1 milioni di euro nei primi nove mesi del 2006, a 845,1 milioni nei primi nove mesi del 2007. I dati relativi al periodo 2007 beneficiano dell’ingresso nel Gruppo di Newlat e Carnini che rappresentano circa 134,4 milioni di fatturato, al lordo dell’infragruppo e circa 3,8 milioni di margine operativo lordo. Il margine operativo lordo si attesta a 81,3 milioni in aumento, rispetto ai 74,0 milioni dei primi nove mesi del 2006. Tale risultato positivo è principalmente dovuto all’aumento dei volumi di vendita, all’effetto mix dei prodotti venduti e alla razionalizzazione dei costi. La tensione nel mercato dell’approvvigionamento della materia prima latte ha determinato, soprattutto nel terzo trimestre, un aumento dei costi di acquisto solo parzialmente recuperato attraverso l’aumento del listino prezzi. In Canada il fatturato netto si attesta a 981,8 milioni di euro rispetto ai 998,4 milioni (-1 ,7%) dei primi nove mesi del 2006. Senza l’effetto cambio, l’andamento del fatturato netto presenta un incremento pari al +3,6%. Il margine operativo lordo (86,7 milioni di euro nei primi nove mesi del 2006) si attesta a 91,6 milioni di euro, scontando un effetto cambio negativo pari a – 4,9 milioni di euro. Senza l’effetto cambio, il margine operativo lordo presenta un incremento pari al 11,4%. La redditività sul fatturato netto passa dal 8,7% dei primi nove mesi 2006 al 9,3% nello stesso periodo del 2007. In generale il Canada evidenzia un andamento nei volumi venduti sostanzialmente in linea con l’anno precedente; in particolare si evidenzia un buon andamento delle vendite dei formaggi (+ 10,0%). Il miglioramento generale dei risultati dei primi nove mesi del 2007 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è dovuto in gran parte al cambio del mix di vendita, alle iniziative aggressive di marketing, al nuovo packaging di alcuni prodotti e all’aumento dei prezzi di vendita per far fronte all’aumento dei costi delle materie prime. In Australia il fatturato netto ammonta a 323,9 milioni di euro, in aumento rispetto ai 317,4 dei primi nove mesi del 2006. Il margine operativo lordo (26,2 milioni di euro nei primi nove mesi del 2006) si attesta a 24,8 milioni, in lieve diminuzione di 1,4 milioni. La moneta locale (Aus$) si apprezza di 1,6% rispetto al cambio applicato nello stesso periodo dell’anno precedente. I volumi venduti risultano in calo rispetto allo stesso periodo del 2006; tale diminuzione è principalmente dovuta alla forte concorrenza dei marchi a basso costo anche per effetto dell’ingresso nel mercato del latte Uht e pastorizzato di numerose Private Label, oltre che al forte incremento del prezzo della materia prima latte derivante principalmente dalla siccità che ha colpito il Paese. L’ Australia sta intervenendo sul mix di vendita cercando di sviluppare prodotti ad alto valore aggiunto. In Africa il fatturato netto dei primi nove mesi del 2007 si attesta a 254,7 milioni di euro contro i 255,5 milioni di euro dei primi nove mesi del 2006. Tra le valute locali, il Rand Sud Africa si svaluta del 16,9% rispetto al cambio applicato nello stesso periodo dell’anno precedente. In Africa, l’impatto sul fatturato è pari a – 44,5 milioni di euro. Il margine operativo lordo (28,5 milioni di euro nei primi nove mesi del 2006) si attesta a 27,9 milioni di euro nei primi nove mesi 2007, scontando un effetto cambio negativo pari a – 5 milioni di euro. I volumi venduti risultano in aumento, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, soprattutto per quanto riguarda il latte Uht, i succhi di frutta, i formaggi e lo yogurt. Il mercato in Africa sta crescendo non solo nell’area sud africana ma anche negli altri paesi minori (Mozambico, Botswana, Zambia e Swaziland), dove Parmalat risulta essere leader di mercato. In Europa, esclusa Italia, il fatturato netto si attesta a 110,5 milioni di euro in aumento del 15,1% rispetto ai 96,1 milioni di euro dei primi nove mesi dell’anno precedente. Il margine operativo lordo cresce a 15,8 milioni di euro, in aumento rispetto ai 14,4 milioni di euro dello stesso periodo del 2006. L’andamento dei Paesi europei è caratterizzato da un buon “trend” delle attività in Russia e Romania. In Russia si evidenzia un aumento dei volumi venduti del latte Uht, del latte pastorizzato e dei succhi di frutta anche a seguito di un ampliamento della copertura territoriale. Tale miglioramento è dovuto principalmente alla modernizzazione ed al potenziamento delle strutture produttive e distributive e allo sviluppo di nuovi contatti con la distribuzione organizzata. Anche la Romania vede una crescita dei volumi dei succhi di frutta; dalla seconda metà del 2007 la consociata rumena ha ampliato il proprio portafoglio con prodotti a più alto valore aggiunto. In Portogallo sono stati lanciati nuovi latti ad alta qualità e ad elevato valore nutrizionale; in generale, il mercato sta però sperimentando una certa contrazione dei consumi impattando in tal modo le vendite. In Centro e Sud America il fatturato netto si attesta a 283,0 milioni di euro rispetto ai 243,9 dei primi nove mesi del 2006 (+16,0%). Il margine operativo lordo passa da 32,1 milioni di euro nei primi nove mesi del 2006 a 26,8 milioni di euro nello stesso periodo del 2007. Le cause principali sono da ricercare nell’andamento del Venezuela la cui redditività risulta in calo, rispetto all’esercizio precedente, a causa dell’andamento del costo della materia prima latte, della regolamentazione del prezzo di vendita del latte (in polvere e liquido) e dell’incidenza dei costi fissi industriali, in parte mitigati dal buon andamento dei succhi di frutta. Nell’ultimo trimestre ci sono però segnali di ripresa. In Colombia si è registrato un aumento del prezzo della materia prima dovuto alla scarsità della stessa che ha comportato un temporaneo calo nei volumi di vendita (latte pastorizzato e latte Uht) mitigato dall’aumento dei prezzi dei prodotti. In Nicaragua, si è assistito ad una diminuzione dei volumi venduti; la consociata, che ha una posizione di leadership nel latte pastorizzato, ha sofferto dell’aumento dei prezzi della materia prima latte dovuto alla scarsa disponibilità derivante dalle avverse condizioni climatiche. Parmalat S. P. A. Il fatturato netto è pari a 646,1 milioni di euro, in aumento dell’1,4% rispetto ai 637,2 milioni dei primi nove mesi del 2006. Il margine operativo lordo si attesta a 52,5 milioni di euro, in aumento di 1,8 milioni rispetto ai 50,7 milioni dei primi nove mesi del 2006. Il miglioramento è dovuto principalmente al miglior mix di vendita dei prodotti a più alto valore aggiunto ed alla riduzione dei costi di gestione, nonostante l’aumento del costo di acquisto della materia prima latte solo parzialmente recuperato dall’aumento dei listini prezzi. L’utile del periodo è pari a 199,4 milioni di euro, in crescita rispetto ai 67,7 milioni di euro dei primi nove mesi del 2006, di 131,7 milioni di euro. Tale miglioramento è dovuto principalmente al raggiungimento di accordi transattivi ed all’aumento dei proventi derivanti dalla liquidità investita. Le disponibilità finanziarie nette sono migliorate significativamente nel corso dei primi nove mesi del 2007 passando, da una disponibilità di 341,4 milioni di euro a 785,7 milioni, con una variazione, rispetto al 31 dicembre 2006, di 444,3 milioni. Tale miglioramento è dovuto sia alla generazione di cassa da gestione corrente, sia agli eventi di natura non ricorrente già descritti per il Gruppo; esso risulta tuttavia parzialmente compensato dalla distribuzione di dividendi per 41,2 milioni e dall’acquisto, dai soci di minoranza, di azioni delle due controllate in Russia e in Romania per 8,3 milioni di euro. Prevedibile evoluzione della gestione L’evoluzione dei primi nove mesi dell’anno risulta in linea con le previsioni, nonostante l’andamento non favorevole del Venezuela, e l’incremento del costo di acquisto del latte. Si prevede tuttora che, su base annua, l’incremento dell’Ebitda sia di circa il 7 – 10% rispetto all’esercizio precedente. . . |
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QUOTE LATTE IN TRENTINO ASSEGNATE 425 TONNELLATE ALLE AZIENDE LA QUANTITÀ RIDISTRIBUITA TRA UNA TRENTINA DI PRODUTTORI PROVINCIALI |
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La giunta provinciale ha deciso stamani, su proposta dell’assessore all’agricoltura commercio e turismo Tiziano Mellarini, di attribuire 425 tonnellate di latte, quantità che si era resa disponibile nella riserva provinciale e derivante dall’attività di revoca o di riduzione delle quote per la campagna 2006/2007. Della decisione beneficeranno – è questa la stima – una trentina di aziende trentine. La decisione della giunta provinciale, con la delibera a firma dell’assessore provinciale all’agricoltura commercio e turismo Tiziano Mellarini, di assegnare le quote latte è dovuta al fatto che al 31 ottobre scorso è stata accertata la presenza nella riserva provinciale di 425 tonnellate derivanti dall’attività di revoca o di riduzione delle quote per la campagna 2006/2007. La normativa provinciale prevede infatti che le quote assegnate, nel caso di non utilizzo delle stesse per una percentuale pari all’80% della quota totale aziendale, debbano essere revocate e confluire nella riserva provinciale per essere riassegnate ad altre aziende entro due anni. Secondo una prima stima, della misura potranno beneficiare circa una trentina di aziende trentine. . |
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BOVINI DA LATTE, RABBONI :"È AUSPICABILE UNA STRATEGIA COMUNE PER REAGIRE ALLA CONCORRENZA INTERNAZIONALE ED INDIRIZZARE IL MIGLIORAMENTO GENETICO ALLA VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI CASEARI DI QUALITÀ". UN CONVEGNO A BOLOGNA. |
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Bologna - "Un’occasione di confronto su ciò che è necessario fare per contrastare la crescente presenza in Italia di materiale genetico internazionale che, non solo minaccia gli spazi di mercato del prodotto nazionale, ma soprattutto non corrisponde alle specifiche esigenze delle nostre produzioni di qualità, alla distintività del Made in Italy agroalimentare". Così l’assessore regionale all´agricoltura Tiberio Rabboni ha aperto il 22 novembre a Bologna il convegno La selezione dei bovini da latte che la Regione Emilia-romagna ha organizzato insieme al Ministero per le politiche agricole rispondendo alle esigenze di operatori del settore e Pubbliche Amministrazioni impegnate a sostenere con le proprie risorse le attività di miglioramento genetico. Con oltre 49. 000 aziende zootecniche, 11 milioni di tonnellate di latte e più di 30 prodotti Dop, che rappresentano i tre quarti della destinazione del latte prodotto in Italia, la filiera lattiero-casearia mantiene un’importanza strategica per la nostra economia. Alla vigilia degli importanti cambiamenti nella disponibilità delle risorse destinate alle attività di selezione e miglioramento genetico, Rabboni si è soffermato sulle difficoltà che deve affrontare il settore: un grado di specializzazione sempre più alto richiesto alle aziende zootecniche (peraltro in costante calo numerico), una riduzione dei margini di redditività dovuta a un innalzamento dei costi di produzione e un fatturato nazionale del materiale seminale che circa per il 65% dipende da seme di importazione. Di fronte a queste problematiche, l’assessore Rabboni ha auspicato una strategia comune tra tutti gli operatori del settore. "Occorre reagire alla concorrenza internazionale con una maggiore coesione interna per contenere i costi ed indirizzare il miglioramento genetico italiano alla valorizzazione delle produzioni casearie di qualità e Dop. La Regione Emilia-romagna – ha concluso Rabboni - è pronta a recepire gli stimoli e le indicazioni che emergeranno da questa e da altre iniziative per compiere al meglio le scelte più opportune. " . |
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SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA SETTORE "FORMAGGI DA TAVOLA" |
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Anche per il 2006 l’andamento è stato migliore per i freschi, con andamenti molto diversi fra un segmento e l’altro: la crescenza inverte il trend e registra una crescita in volume nel 2006, anche se in valore la variazione è negativa a causa del calo dei prezzi dei prodotti finiti, giustificato dal calo dei prezzi della materia prima. Gli spalmabili, storicamente in crescita, hanno avuto nel 2005 e nel 2006 un anno difficile. Per la ricotta l’andamento negativo è stato determinato dal forte calo delle vendite nel canale tradizionale, che ha un peso consistente nell’area d’affari (30% sul totale). Ottimo il momento della mozzarella di bufala che registra una forte crescita nel libero servizio ed un buon incremento anche nel prodotto a peso variabile. Tra gli stagionati nazionali l’andamento è stato positivo per il quartirolo, fontina, provolone, e provola, scamorza, caciocavallo. Tra gli stagionati esteri si segnala la crescita del Brie, dell’Edam e del Gouda. Le previsioni di breve e medio termine del settore in esame saranno negativamente influenzate dalla situazione di minore disponibilità di materia prima sul mercato europeo, con la conseguenza di un incremento generalizzato del costo del latte nell’Ue che dovrebbe proseguire almeno fino a tutto il 2008. Di conseguenza, in presenza di incrementi anche consistenti dei prezzi finali dei prodotti, la domanda complessiva di formaggi da tavola, caratterizzata da un primo semestre 2007 con consumi in lieve crescita, registrerà nel breve termine un ridimensionamento a volume, in particolare per gli stagionati. Dati di sintesi, 2006
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Valore della produzione a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) |
3. 489,4 |
Variazione media annua della produzione 2006/2005 (%): |
-2,0 |
· stagionati(a) |
2,7 |
· freschi(a) |
-4,5 |
Quota della produzione prime 4 imprese (%)(b) |
32,6 |
Quota della produzione prime 8 imprese (%)(b) |
41,3 |
Export/produzione (%)(a): |
19,8 |
Import/consumo (%)(a): |
38,7 |
Previsioni di sviluppo del mercato(a): |
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· tendenza di breve periodo (%) |
-0,5/-1,5 |
· tendenza di medio periodo |
lieve calo |
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| a) - in quantità b) - in valore . |
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ALLA FIERA CAMPIONARIA DELLE QUALITÀ ITALIANE DI MILANO, IL DISTRETTO AGROINDUSTRIALE DEL VULTURE HA PRESENTATO IL MARCHIO “MADE IN VULTURE”. |
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“Si tratta – ha spiegato il presidente del Distretto, Mario Bisceglia - di un brand capace di identificare il nostro territorio con l’intera regione Basilicata, e quindi di rappresentarne tutte le produzioni di eccellenza, ma anche la cultura, la storia, le tradizioni, fornendo all’esterno un’immagine unitaria e composita dell’intero sistema. Il nostro vuole anche essere un marchio di garanzia, sia per il territorio – che diventa asset strategico per la promozione – che per i prodotti di qualità e tipicità ad alto contenuto di specializzazione”. Olio extravergine, acque minerali, Aglianico del Vulture Doc, pecorino di Filiano Dop, caciocavallo silano Dop, salsiccia lucanica, miele di castagno e marroncino di Melfi, tutti sotto il marchio Made in Vulture, vanno dunque a costituire una sorta di “filiera orizzontale” dall’indiscutibile valore aggiunto: “Il Distretto, ragionando ‘da impresa’, ha avuto il coraggio di rappresentare con un marchio unico le sue 100 aziende, che esprimono un potenziale aggregato di 150 milioni di euro. Ciò ci consente di poter lanciare la sfida della competitività sui mercati, altrimenti impossibile per le nostre piccole e piccolissime unità produttive ma anche per i comparti presi singolarmente. La presenza in Campionaria, addirittura con un’etichetta Made in Vulture, è il segnale concreto che si può promuovere un intero sistema produttivo attraverso la valorizzazione del territorio, che è poi il vero elemento distintivo in grado di generare queste tipicità, uniche e non replicabili altrove. Occorre continuare a ragionare sull’offerta, continuare ad investire su qualità e innovazione ma anche sul marchio, sulla distribuzione e sulla comunicazione, ed ampliare l’organizzazione del ‘sistema territorio’ su cui il Distretto, le imprese e le istituzioni possono scommettere. Questa Campionaria, che ci vede insieme a Regione e Unioncamere Basilicata, ma anche al Distretto agroalimentare di qualità del Metapontino, dimostra che nella nostra regione si è passati dalle parole ai fatti e che, unendo le forze, sarà più facile poter nutrire ambizioni concrete”. . |
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ZOOTECNIA,BECCALOSSI: PRIMATISTI PER BOVINI E SUINI
LA VICEPRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA ALLA FIERA DI CODOGNO
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Bovini da latte e suini, ma anche ovini e conigli. Tutti in mostra a Codogno, in provincia di Lodi, per la 217° edizione della Fiera autunnale, punto di riferimento di livello nazionale per tutti gli operatori del settore zootecnico. La rassegna è stata inaugurata da Viviana Beccalossi, vice presidente della Regione e assessore all´Agricoltura, che ha ricordato come "la Lombardia, con i suoi 8. 000 allevamenti, sia leader incontrastata nazionale nella settore del latte con una produzione che raggiunge il 40% del totale nazionale e un valore stimato in oltre 1,4 miliardi di euro all´anno". Allargando poi il ragionamento al comparto suinicolo, Viviana Beccalossi ha ricordato che "proprio nei giorni scorsi la Regione ha sottoscritto un piano d´azione per tutelare quei produttori che, soprattutto in provincia di Brescia, hanno a che fare con il problema della malattia vescicolare". "In Lombardia - ricorda Viviana Beccalossi - il settore suinicolo vale oltre 900 milioni di euro, produce circa 760. 000 tonnellate di carne e può contare su 2. 200 allevamenti". "Una zootecnia - conclude Viviana Beccalossi - che trova dunque la propria consacrazione in un appuntamento, quello della Fiera di Codogno, qualificato e capace di riproporsi con vitalità e nel rispetto della tradizione raggiungendo quest´anno l´invidiabile traguardo della 217° edizione". . |
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DALL’ETICHETTA DEI PRODOTTI UN CONTRIBUTO AL NOSTRO CLIMA PROPOSTA DELLA REGIONE TOSCANA DI INDICARE LE EMISSIONI DI ANIDRIDE NECESSARIE A REALIZZARLI |
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Firenze . Quanto costa un prodotto agroalimentare in termini di emissioni di gas serra? A questa domanda si potrà rispondere inserendo nelle etichette dei prodotti il dato che certificherà quanta anidride carbonica è stata immessa nell’atmosfera per realizzare quel prodotto. Così il consumatore sarà messo in condizioni di sapere se e come un prodotto incide sui delicati equilibri ambientali e climatici del pianeta. La proposta è stata lanciata dall’assessore regionale all’agricoltura Susanna Cenni nell’ambito dei lavori della Commissione internazionale sul futuro dell’alimentazione in corso a Firenze, che ora la presenterà al governo nazionale. «Scriverò al ministro De Castro perché l’Italia si attivi al più presto in questa direzione. Attualmente i sistemi di certificazione possono indicare al massimo le caratteristiche di qualità, sostenibilità, provenienza del prodotto: far sapere al cittadino se ciò che consuma ha un effetto positivo o negativo sul clima del mondo in cui vive è un ulteriore e sempre più importante elemento di trasparenza che, tra l’altro, ci permetterà di premiare i sistemi di produzione più virtuosi». La Toscana, ha poi spiegato l’assessore, si sta già muovendo in questa direzione: nell’ambito delle misure di miglioramento ambientale del nuovo piano di sviluppo rurale verrà data priorità a quei progetti che limitano al massimo gli spostamenti delle materie prime dal luogo di produzione a quello di trasformazione: «è il concetto di accorciamento delle filiere, su cui stiamo lavorando a fondo per creare un rapporto sempre più diretto con le produzioni locali e per diminuire i costi ambientali legati ai trasporti». Iniziative come queste, ha proseguito l’assessore, si inseriscono perfettamente nel tessuto di azioni per favorire la sostenibilità ambientale evidenziate dai nove punti del Manifesto sul cambiamento climatico elaborato dalla commissione internazionale in questi giorni: «In Toscana sulle tematiche evidenziate dal manifesto stiamo lavorando già da tempo, e su gran parte dei punti abbiamo già compiuto molte realizzazioni». «Il manifesto promuove un’agricoltura ecologica e sostenibile e noi la abbiamo al centro delle nostre politiche, sia sostenendo produzioni di qualità (pensiamo alle 41 denominazioni di origine esistenti solo per il vino), sia incentivando l’agricoltura biologica e integrata. Si afferma inoltre che la biodiversità riduce la vulnerabilità al cambiamento climatico, e noi da tempo abbiamo una normativa sulla tutela delle risorse genetiche animali e vegetali, e attivato aiuti specifici agli agricoltori che coltivano op allevano razze a rischio di erosione genetica». «Vengono ancora paventati i rischi di un’agricoltura monoculturale e basata sugli Ogm e noi siamo stati la prima regione italiana a vietare gli Ogm nel proprio territorio e abbiamo promosso una rete di 42 regioni europee Ogm-free. Ancora sulle cosiddette agrienergie la Regione si è mossa nel solco di quanto indicato nel manifesto sostenendo soprattutto sistemi localizzati di produzione di energia da biomasse legnose, che utilizzano quindi i residui dei tagli selvicolturalii. Infine sulla questione dell’acqua in Toscana oltre a ad avere realtà produttive che non prevedono un consumo intensivo abbiamo da tempo in atto anche un piano dei numerosissimi laghetti montani, vasche di raccolta e bacini di accumulo per permettere il loro utilizzo da parte delle aziende». . |
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MUTAMENTI CLIMATICI, ECCO COME L’AGRICOLTURA PUÒ MITIGARLI PRESENTATO UN MANIFESTO IN NOVE PUNTI SUL FUTURO DEL CLIMA |
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L’agricoltura delle multinazionali, delle grandi industrie, delle monocolture Ogm incide negativamente sul clima del nostro pjaneta, aggravando la situazione di surriscaldamento e di diminuzione delle risorse idriche. L’effetto contrario, e quindi una mitigazione dei cambiamenti in atto può essere invece prodotto da un’agricoltura sostenibile, rispettosa delle biodiversità, legata al territorio. E’ questo l’assunto di fondo su cui si basa il Manifesto sui sistemi alimentari e sui cambiamenti climatici che è stato redatto a Firenze della Commissione internazionale sul futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura e che oggi è stato presentato alla stampa dalla presidente della Commissione Vandana Shiva e dall’assessore regionale all’agricoltura Susanna Cenni. La Commissione, nata nel 2003 su proposta della Regione Toscana, e composta da personalità del mondo della ricerca e da rappresentanti dei principali movimenti che lavorano a livello mondiale alla realizzazione di sistemi alimentari alternativi, ha lavorato in questi giorni a Palazzo Bastogi sul tema del rapporto fra i mutamenti climatici che interessano il nostro pianeta e i sistemi alimentari individuando i nove punti di quello che diventerà il terzo ‘Manifesto’ della Commissione, dopo quelli sul futuro del cibo e dei semi. Tra i motivi che gli esperti della Commissione, provenienti da tutto il mondo, attribuiscono al sistema agricolo industrializzato ritenendolo corresponsabile della sempre maggiore vulnerabilità del clima il ‘Manifesto’ ne individua almeno quattro: la presenza di monocolture, l’uniformità genetica (con il largo utilizzo di Ogm), i trasporti a lunga distanza (con il relativo inquinamento) dovuti allo stile di consumo occidentale, l’utilizzo intensivo dell’acqua. Viceversa un’agricoltura più attenta ai territori, alla biodiversità e alla sostenibilità ambientale può attenuare fortemente l’impatto dei cambiamenti climatici, perché, per esempio, contribuisce a ridurre le emissioni derivanti da carburanti fossili e di gas serra e incrementa l’assorbimento di carbonio da parte delle piante e del suolo. Inoltre la diversità genetica, presente laddove si salvaguarda la biodiversità, permette di per sé maggiori possibilità di resistenza prima e di adattamento poi ai cambiamenti climatici. Questa agricoltura ha effetti positivi sul clima anche perché, destinando gran parte dei suoi prodotti al territorio, riduce i consumi energetici per trasporti (è infatti privilegiato l’utilizzo di prodotti locali), e anche il consumo di acqua (l’agricoltura ecologica e biologica, per esempio, riduce la richiesta di irrigazione intensiva). Il documento illustrato comincerà ora a essere divulgato nel mondo: nella primavera del 2008 sarà organizzata una prima presentazione ufficiale presso il Parlamento europeo. . |
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TRENTO: IL 30 NOVEMBRE SCADE IL TERMINE PER L’OBBLIGO DI DENUNCIA DEGLI ALVEARI |
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Il Servizio Vigilanza e Promozione delle attività agricole della Provincia autonoma di Trento ricorda che sulla base della legge provinciale 16 del 1988 - Norme per la tutela dell’apicoltura (articolo 3), sono automaticamente esclusi dai benefici provinciali previsti per il settore (Psr, Reg. Ce 797/2004, indennizzo danni da orso), gli apicoltori che entro il 30 novembre 2007 non ottemperano all’obbligo di denuncia degli alveari. Pertanto tutti gli apicoltori sono invitati a segnalare entro il 30 novembre, presso uno degli Uffici veterinari dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, il numero di alveari allevati specificando se si tratta di apiari stanziali o nomadi. Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, Direzione Unità Operativa Igiene e Sanità Pubblica veterinaria, Trento, Viale Degasperi 79 Palazzina A. Uffici Veterinari: Arco, via Donatori di Sangue – Villa Tappainer - tel. 0464 532940; Borgo Valsugana, viale Vicenza, 16 – tel. 0461 757112; Cles, viale Degasperi, 54 – tel. 0463 660113; Pergine Valsugana, via San Pietro, 2 – tel. 0461 515188; Predazzo via Degasperi 12 – tel. 0462 508825; Rovereto, piazza Leoni 11/A – tel. 0464 403741; Tione, via Circonvallazione, 6 – tel. 0465 321068; Tonadico, via Roma, 1 – tel. 0439 764420; Trento, via Lavisotto, 125 – tel. 0461 902777. . |
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BLUETONGUE: LA REGIONE PIEMONTE POTENZIA LE MISURE PER IL CONTROLLO E LA PREVENZIONE DELLA MALATTIA |
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A fronte della crescente diffusione della bluetongue (febbre catarrale ovina) registratasi negli ultimi mesi in Francia, l’Assessorato alla tutela della salute e sanità ha potenziato le misure per la prevenzione della malattia in Piemonte. Le disposizioni, approvate oggi dalla Giunta regionale, prevedono innanzitutto che i detentori di allevamenti – incluse stalle e centri di condizionamento – che introducono capi da paesi esteri colpiti dalla bluetongue provvedano, di norma entro 48 ore dall’arrivo dei capi, ad aggiornare la banca dati dell’anagrafe bovina, registrando anche il numero del certificato sanitario di accompagnamento, in modo da risalire con facilità alla loro provenienza . Gli stessi allevatori, inoltre, sono chiamati a collaborare, verificando con particolare attenzione la rispondenza dei marchi auricolari, la completezza dei certificati sanitari di origine e dei passaporti che scortano gli animali e segnalando al Servizio veterinario dell’Asl ogni mancanza di conformità o qualsiasi sospetto della presenza della malattia. Vista inoltre la pericolosità insita per i medici veterinari nelle operazioni di prelievo diagnostico sui bovini da ingrasso nelle normali condizioni di allevamento, per poter introdurre capi di provenienz e a rischio gli allevatori dovranno adottare una serie di misure per il contenimento degli animali, in modo da poter garantire la sicurezza degli addetti agli esami. Ed ancora, nel caso di spedizioni in deroga di animali da territori colpiti soggetti a restrizioni - secondo quanto previsto da un regolamento Cee del 2007 - l’introduzione in Piemonte dei capi dovrà essere segnalato dall’allevatore destinatario al Servizio veterinario dell’Asl competente con almeno 48 ore di anticipo, anziché 24. Il Servizio avrà così modo di intraprendere tutte le azioni necessarie a verificare le garanzie sanitarie fornite dal paese d’origine. Infine, allo scopo di intensificare gli accertamenti diagnostici, nel provvedimento si dà facoltà alle aziende sanitarie di avvalersi per l’effettuazione dei prelievi anche di veterinari liberi professionisti. «L’epizoozia in corso in Francia - spiega l’assessore Eleonora Artesio - è arrivata a colpire anche zone da cui provengono consistenti flussi di bovini (circa 200. 000 l’anno) destinati a essere importati per l’ingrasso negli allevamenti da carne piemontesi. In questo senso, la nostra regione dispone già di un sistema di sorveglianza molto accurato, ma a maggior tutela degli allevatori acquirenti e della sanità del patrimonio zootecnico piemontese abbiamo ritenuto opportuno rafforzare ulteriormente i controlli». . |
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COPPOLA: UN DISCORSO NUOVO SULLA PESCA |
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“Partire da Chioggia, città a cui è dovuto il riconoscimento di un ruolo che si sta riprendendo in questo settore strategico, per un discorso nuovo sulla pesca”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Pesca Isi Coppola intervenendo il 24 novembre a Chioggia alla tavola rotonda “Dove andiamo a pescare…oggi?. La pesca vista da vicino: sfide e prospettive”, promossa dalla Fai-cisl. Ai lavori è intervenuto anche il sindaco Romano Tiozzo che ha sottolineato come la pesca sia a tutti gli effetti la prima realtà produttiva della città. L’assessore Coppola ha fatto rilevare il titolo “provocatorio” della tavola rotonda, che apre una riflessione sul domani della pesca a cominciare da un tema delicato come quello della dimensione finita delle risorse. “Va fatto un passo dopo l’altro, con serenità – ha detto l’assessore – attraverso un approccio dal passo che gli stessi operatori del settore pongono come metodo di lavoro. Ed è questo l’unico modo perché pubblico e privato dialoghino”. L’assessore ha fatto presente che questa metodologia è fondamentale anche in una prospettiva europea, ora che il Fep (Fondo Europeo per la Pesca) sembra sia finalmente alle porte. Parte integrante di questa riflessione dovrà essere fatta anche sui “famigerati” piani di gestione coofinanziati dallo stesso Fep perché – ha detto l’assessore Coppola – “dovremo affrontarli e non subirli, come è spesso avvenuto per altri tipi di condizioni poste dall’Unione Europea che non conosce l’Alto Adriatico e le sue pesche tradizionali”. I piani di gestione – ha aggiunto l’assessore – sono quelli che ci occuperanno di più proprio per avere la forza di tutelare le nostre produzioni ittiche che dobbiamo far diventare un marchio. Solo se i nostri prodotti sono tutelati nella qualità possiamo affrontare il confronto con i mercati internazionali. Lo spunto che ci viene oggi da Chioggia – ha concluso l’assessore – ci dice che siamo di fronte ad una sfida che non possiamo permetterci di perdere. Facciamo squadra tra pubblico e privato perché credo che questa sia l’unica chiave di lettura che per la pesca ci consente di guardare al domani. . |
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"AGRICOLTURA DI MONTAGNA AI CONFINI", IL 1 DICEMBRE IL CONVEGNO FINALE UNA "OFFICINA PER IL FUTURO" CON VISIONI, OBIETTIVI ED IDEE PER UNA REGIONE DEI SAPORI ALTA PUSTERIA. |
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Questo, in sostanza, il cuore di un progetto Interreg Iiia Italia-austria sull´agricoltura di montagna ai confini. I risultati finali saranno presentati sabato 1 dicembre a Dobbiaco nel corso di un convegno. Il gruppo di lavoro, coordinato dalla Ripartizione provinciale formazione professionale agricola, forestale e d’economia domestica, ha operato in tutto il periodo estivo per elaborare proposte e percorsi per uno sviluppo futuro. L´obiettivo, prendendo anche spunto da altre iniziative regionali di successo, è quello di creare una regione dei sapori Alta Pusteria, sostenendo la commercializzazione dei prodotti locali. I risultati del progetto Interreg Iiia Italia-austria saranno presentati nel corso di un Convegno, sabato 1 dicembre 2007, dalle 9 alle 12. 30, presso il Centro Culturale Grandhotel, di Dobbiaco. . |
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L´ASSESSORATO REGIONALE ALL´AGRICOLTURA E ALLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE SULLA BRUCELLOSI |
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L´approvazione da parte della Giunta Regionale del Piano per l’eradicazione della brucellosi bufalina e l’ordinanza della protezione civile che sarà a breve emanata e che prevede, tra l´altro, giusti indennizzi agli allevatori che concorreranno all’eliminazione della patologia, costituiscono fattori decisivi per riaffermare la ricchezza e il valore strategico di un comparto tra i più significativi dell’economia regionale. Nel quadro delle prescrizioni sanitarie tese a garantire la tutela della salute dei consumatori e nell’ambito della strategia di rilancio economico delle produzioni zootecniche, con particolare riguardo al comparto bufalino, saranno adottate, d’intesa con l’Assessorato alla Sanità e il Ministero dell’Agricoltura, le opportune azioni per contenere, anche nell’immediato, le ricadute sul comparto. . |
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12 MESI PER 12 RICETTE “MILANESI DECA” |
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12 mesi per 12 ricette: per un 2008 all’insegna della cucina tradizionale milanese. Un calendario da tavolo che propone mese per mese un piatto diverso e spiega gli ingredienti e le fasi di preparazione: dalla cassoeula di gennaio al minestrone alla milanese di aprile, dal risotto al salto di agosto alla classica costoletta di settembre fino alla charlotte di mele alla milanese di dicembre. Lo ha realizzato la Camera di commercio di Milano in collaborazione con l’Accademia Italiana della Cucina, l’Unione del Commercio e Epam, Associazione Provinciale Milanese Pubblici Esercizi ed è stato distribuito oggi gratuitamente ai partecipanti al convegno “La cucina milanese: tradizione & innovazione”. Il progetto Deca: il marchio e la guida. Il marchio Deca per riconoscere i ristoranti milanesi tradizionali si trova esposto in vetrina, nel locale e sui menu. Significa Denominazione di Cucina Ambrosiana e identifica un elenco di piatti tipici della zona di Milano e provincia. I locali aderenti al marchio si impegnano a utilizzare prodotti di qualità, tipici e stagionali (preferibilmente ottenuti con tecniche di lavorazione tradizionali), a garantire le denominazioni e gli originali metodi di preparazione dei piatti, a fornire ai clienti informazioni sulle principali caratteristiche delle ricette preparate e a trasmettere ai consumatori la storia e la cultura gastronomica milanese. Devono inoltre proporre tutto l’anno nella propria lista delle vivande almeno cinque piatti della tradizione ambrosiana. È un’iniziativa della Camera di Commercio di Milano - con Epam, Unione del Commercio e Accademia Italiana della Cucina - per valorizzare il patrimonio gastronomico ambrosiano: un impegno concreto a proporre piatti tipici al quale hanno aderito una quarantina tra i più significativi locali milanesi, che sono stati raccolti e raccontati da una guida, pubblicata dal Touring Club Italiano, dal titolo “I ristoranti e le ricette della tradizione milanese”. La guida, 80 pagine e - comodamente staccabile - una pianta di Milano con posizionati i ristoranti, è in vendita in libreria. . |
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TONNO: LA COMMISSIONE ASCOLTI INDICAZIONI PARLAMENTO |
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Alla vigilia del Consiglio dei Ministri europei- in programma a Bruxelles il 27 novembre- l’attenzione del mondo della pesca è rivolta ad un punto dell’ordine del giorno che prevede l’adozione del regolamento che da il là al piano di ricostituzione dello stock di tonno rosso. “Il nostro auspicio- affermano Buonfiglio (Agci Agrital), Coccia (Federcoopesca-confcooperative) e Ianì (Lega Pesca)- è che la votazione di martedì venga fatta tendo nella giusta considerazione le proposte di modifica del piano di ricostituzione del tonno rosso adottate a grande maggioranza dal Parlamento europeo. Sarebbe quantomeno strano che l’Unione europea prendesse una decisione così importante per il futuro del comparto senza tenere conto delle richieste che arrivano dal suo Parlamento. Richieste legittime e che non stravolgono nell’essenza il Piano di ricostituzione, ma che ne correggono alcune storture” . Tra le proposte adottate dal Parlamento europeo e che trovano condivisione nel mondo della pesca, ci sono l’abolizione delle deroghe sulle taglie minime pescabili e della deroga al divieto di pesca per grandi palangari nella zona atlantica (deroghe ingiustificabili sotto il profilo biologico che creano forti distorsioni nel meccanismo competitivo tra flotte e quindi un’intensificazione della pesca anche da parte della flotta tradizionalmente non interessata) e, soprattutto, la necessità di congrui ammortizzatori socioeconomici, integrativi rispetto alla dotazione del Fep, e compensazioni finanziarie per i segmenti di flotta duramente colpiti dalle restrizioni. “L’adozione del Piano di ricostituzione – concludono Coccia, Ianì, Buonfiglio- a prescindere dal recepimento delle richieste di modifica del Parlamento- si preannuncia come un duro colpo per le imprese di pesca. E’, quindi, impensabile che si possa far fronte alle conseguenze socio-economiche del Piano, attingendo risorse dal Fep. Il Fondo europeo per la pesca non ha una dotazione finanziaria tale da poter soddisfare altre esigenze oltre a quelle che sono state previste. La Commissione deve farsi carico delle sue scelte e trovare risorse aggiuntive di compensazione economica. Chiediamo, quindi, al nostro Governo di sostenere le richieste del settore e di difendere le posizioni votate del Parlamento europeo”. . |
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MAREVIVO ESPRIME LA PROPRIA SODDISFAZIONE PER L’ISTITUZIONE DEL FORUM PERMANENTE PER LA LOTTA ALLA PESCA ILLEGALE |
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“Migliaia di ettari di praterie di Posidonia distrutte dalle reti a strascico sotto costa (5 milioni di euro il costo per un ettaro di riforestazione), 1000 chilometri circa di reti illegali sequestrate ogni anno dalle Capitanerie di Porto, questi alcuni dati – dichiara Rosalba Giugni, Presidente dell’Associazione Marevivo – che confermano l’importanza strategica del forum permanente, istituito dal Ministro De Castro, per la lotta alla pesca illegale che vede allo stesso tavolo associazioni ambientaliste, rappresentanti della pesca e sindacati ”. Marevivo combatte da sempre questo fenomeno e nella sua ultima campagna internazionale “Mediterranean Freedolphin” promuove l’istituzione di un marchio che identifichi il pescato catturato con sistemi legali, strumento la cui validità è stata in questi giorni ribadita dal Commissario europeo Borg e per il quale l’associazione sta lavorando a livello mediterraneo. “Bisogna dotare gli organi di controllo di strumenti adeguati come le imbarcazioni tipo Supply Vessels, appositamente attrezzate per agevolare il sequestro delle reti illegali in mare, - prosegue Rosalba Giugni - far rientrare le attività di pesca nella legge che istituisce in Italia la zona di tutela ecologica, dando così la possibilità al nostro Stato di intervenire sugli illeciti anche oltre le 12 miglia del mare territoriale, avviare mirate attività di educazione e informazione e molte altre azioni che mi auguro possano trarre un forte impulso da questo tavolo di lavoro congiunto. ” . |
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È UFFICIALE: IL SALAME CREMONA È IGP (INDICAZIONE GEOGRAFICA PROTETTA) PUBBLICATO IL 22 NOVEMBRE SULLA GAZZETTA UFFICIALE DELLA COMUNITÀ EUROPEA IL REGOLAMENTO CHA ASSEGNA IL PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO A QUESTO CAPOLAVORO DELLA SALUMERIA ITALIANA. |
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È ufficiale: il Salame Cremona è una Indicazione Geografica Protetta riconosciuta in tutta l’Unione Europea. La pubblicazione del Decreto di riconoscimento sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea conclude con successo il lungo e complesso iter che ha visto lavorare il Consorzio e i Produttori, con il fondamentale sostegno delle Istituzioni pubbliche, dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali alla Regione Lombardia. L’iter per il conseguimento della Igp europea aveva infatti incontrato non poche difficoltà in sede comunitaria, specie da parte di alcuni Paesi quali Germania e Paesi Bassi che si erano opposti al riconoscimento per ragioni essenzialmente di natura economica. “Siamo emozionati e orgogliosi per questa notizia che premia la costanza e la pervicacia dei produttori e delle Istituzioni italiane per ottenere questo importantissimo riconoscimento - ha affermato Franco Negroni, Presidente del Consorzio Salame Cremona. Desidero ringraziare tutti i protagonisti di questa battaglia, a partire dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, la Camera di Commercio di Cremona, la Regione Lombardia, la Provincia e il Comune per il sostegno che ci hanno garantito in tutti questi anni. Il riconoscimento Igp consentirà al prodotto di godere di una tutela ancora più forte ed estesa che consentirà di far conoscere questo importante Salame della tradizione lombarda e potrebbe ragionevolmente far incrementare vendite ed esportazioni, configurando scenari finora impensabili. “Il riconoscimento Igp segna l’inizio di una nuova fase per il Salame Cremona che può diventare uno dei protagonisti della grande salumeria italiana. Per questo da oggi dobbiamo moltiplicare gli sforzi per far conoscere le qualità uniche questo prodotto in tutta Europa. ” La prima uscita pubblica del Salame Cremona premiato dall’Ue sarà già lunedì prossimo, 26 novembre, quando questo grande salume della tradizione italiana sarà l’invitato d’onore di una premiére al Teatro dell’Arte a Milano, per lo spettacolo di Sergio Sgrilli, comico di Zelig. Nei primi 8 mesi del 2007 sono stati prodotti quasi 130. 000 Kg di Salame Cremona Igp con un incremento, rispetto all´anno precedente di circa il 60%. . |
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PANE E OLIO IN FRANTOIO – “LE VIE DELL’OLIO” A GIANO DELL’UMBRIA SUCCESSO DEL RICCO PROGRAMMA DELLA TRE GIORNI OLEARIA |
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Si è conclusa domenica 25 novembre la dodicesima edizione de “Le Vie dell’Olio”, appuntamento inserito nella manifestazione nazionale “Pane e Olio in Frantoio”, che per tre giorni ha celebrato l’olio extravergine di oliva, il prodotto principe dell’agricoltura locale, attraverso degustazioni, laboratori, tavole rotonde e gran galà. Il viaggio a Giano tra “Le Vie dell’Olio” è partito venerdì 23 novembre alla “Bruschetteria del Fachiro laureato”, presso l’ex Molino Sacchi, dove si è potuto assistere alla presentazione del libro di Umberto Raponi da cui prende il nome la stessa bruschetteria. Presenza d’eccezione di questa edizione è stato il Presidente del Senato Franco Marini che, nella giornata di sabato 24, è intervenuto al Convegno “I talenti nel cuore dell’Umbria: la nuova agricoltura, tra prodotti e territori di eccellenza” presso la Sala Fra Giordano e ha partecipato all’inaugurazione ufficiale della Xii edizione della manifestazione allietata dall’esibizione della Banda Musicale di Giano dell´Umbria. Una partecipazione molto sentita del Presidente Marini a sostegno dell’importanza della valorizzazione delle produzioni olivicole autoctone, nicchie d’eccellenza per accrescere ed esplorare le potenzialità dei territori, vero giacimento di sapori e di cultura. Le vie dell’Olio e tutte le iniziative di questo genere – ha sostenuto lo stesso Marini – aiutano a correggere un errore di valutazione storica e prospettica che con l’ondata dell’industrializzazione ha coinvolto il nostro Paese e ha portato all’abbandono dei settori fino ad allora ritenuti rilevanti e dei nostri borghi a favore del prodotto industriale. Accanto a quest’ultimo è, invece, necessario far crescere l’attenzione e valorizzare i tanti spunti di eccellenza che l’Italia possiede, dalla meccanica alle produzioni più tradizionali e che rappresentano la vera ricchezza di questo Paese. La giornata è continuata con “Oleo/vagando”, un itinerario tra olivi millenari, abbazie benedettine e frantoi aperti con navetta gratuita da P. Za S. Francesco, in conclusione del quale i partecipanti sono stati omaggiati con una copia del volume "I Piaceri Dell´energia 2007" realizzato da Enel in collaborazione con "Touring Club Italiano” e una bottiglia di olio novello. Ed ancora il ricco programma di sabato si è sviluppato con I Simposi del Gusto - "Un olio dell’altro mondo - Extravergini a confronto", appuntamento con degustazione guidata, a cura del Panel Aprol di Perugia, di oli made in Italia, Argentina, Cile, Australia ecc. E per chiudere in bellezza la seconda della tre giorni olearia, sabato sera presso l’Hotel Park di Montecerreto, si è svolto l’appuntamento, organizzato in collaborazione con l’Università dei Sapori di Perugia, con l’ormai tradizionale “Galà dell’Olio” - Presi per la Gola dall’executive chef Massimo Infarinati, un vero e proprio evento gastronomico in cui l’olio di Giano è stato il protagonista indiscusso del palato di oltre 160 golosi. Un tripudio del gusto il filo di monocultivar “San Felice” che ha introdotto la cena sopra una zuppetta di cicerchia al rosmarino accompagnata da terrina di fegato di pollo, insalata di carciofi alla mentuccia e gelato all’olio nuovo; a seguire lo chef ha proposto un risotto allo zafferano del Ducato e uno stracotto di chianina al Sagrantino con patate di Colfiorito e per concludere un tortino di cioccolato fondente con cuore morbido al San Felice e salsa di vaniglia bourbon. Il tutto accompagnato dagli ottimi vini delle cantine “Terre della Custodia”, “Cesarini Sartori” e “Moretti Omero”. A chiudere in bellezza la dodicesima edizione de Le Vie dell’Olio, domenica 25 novembre, tre appuntamenti hanno rafforzato il legame indissolubile tra le terre gianesi e l’olio: primo fra questi, a partire dalle 10,30, l’incontro con i “Simposi del Gusto” e con la degustazione guidata dei monovarietali dell’Umbria “San Felice”, “Dolce Agogia”, “Frantoio”, “Moraiolo” abbinati a prodotti biologici della tradizione contadina, dalla “risina”, ai “gobbi”, fino alle fave con le cicorie, a cura di Arusia e Città del Bio. Il secondo appuntamento ha coinvolto gianesi e visitatori nella “Festa della Frasca”, l’antica tradizione legata alla “buonfinita” della raccolta e della lavorazione delle olive che un tempo si svolgeva nelle grandi aie contadine. Per l’occasione, la popolazione locale ha addobbato un grande tralcio di ulivo con fiocchi, nastri e piccoli doni sopra un carro trainato da buoi e seguito dai coglitori in abito tradizionale ed ha attraversato le vie del centro storico di Giano fino ad arrivare nella piazza principale per festeggiare la “buonfinita” con prelibate degustazioni di bruschette, olio novello, prodotti tipici locali e bevendo vino a suon di “saltarello” con la compagnia del gruppo folkloristico “Agilla e Trasimeno”. Alle ore 20. 00, in chiusura della manifestazione, tutti alla Bruschetteria dell’ex Molino Sacchi per golose degustazioni accompagnate dalla presentazione del libro “Dell’arte di cavar l’olio in Umbria. Tradizione e innovazione” a cura di Giulio Scatolini. “Uno straordinario successo per questo dodicesimo anno de Le vie dell’Olio – ha sottolineato il Sindaco di Giano dell’Umbria Paolo Morbidoni - che aiuta a far crescere l’attenzione verso realtà come le nostre, che hanno straordinarie potenzialità di attrazione, che conservano un patrimonio ineguagliabile di cultura e di storia e che difendono strenuamente la loro qualità della vita, abbandonando i miti di sviluppo fondati su risorse esogene, per concentrarsi su una valorizzazione mirata e attenta alle proprie specificità ed unicità, a partire dal proprio patrimonio agricolo, fondando questo lavoro su un grande patto “non scritto” che ha unito la migliore impresa alle istituzioni”. “Consumare olio di qualità in maniera consapevole è di per sé un piacere”- ha concluso Morbidoni. “Farlo nei luoghi di produzione diventa un’esperienza unica e non riproducibile”. . |
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CONFERMA DELL’INCARICO AL CONSORZIO DI TUTELA DELL’OLIO DOP RIVIERA LIGURE A SVOLGERE LA VIGILANZA IN COLLABORAZIONE CON LE ISTITUZIONI NAZIONALI PREPOSTE |
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Il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha confermato l’incarico al Consorzio di Tutela dell’Olio Dop Riviera ligure per lo svolgimento dell’attività di vigilanza sull’olio ligure. Sulla base della valutazione da parte ministeriale, che registra come il Consorzio rappresenti più del 72% della produzione di olive destinate alla filiera dell’olio Dop Riviera Ligure (ed il 95% del prodotto immesso in commercio), per i prossimi tre anni il Consorzio potrà operare nell’attività post-certificazione. Una volta che un prodotto viene certificato, vi è, infatti, la possibilità che il Consorzio di Tutela, su incarico del Ministero, possa collaborare con Ispettorato Centrale Controllo Qualità (ex Repressione Frodi), Comando Carabinieri Politiche Agricole, Corpo Forestale dello Stato ed Ufficio Europeo per la lotta alla Frode in un’attività di vigilanza da svolgere nella fase della commercializzazione. Dopo l’impegno del programma di filiera sviluppato dal Consorzio al fine di sostenere uno sviluppo equilibrato della filiera (visibile sulla bottiglie che avranno nel contrassegno il marchio rosso consortile), il Consorzio prosegue nella sua attività volta a garantire la qualità del prodotto e ad ottenere la fiducia del consumatore. “Sempre più imprenditori scelgono di percorrere la strada della qualità rispettando regole chiare, come quelle imposte dal piano di certificazione e controllo per quanto concerne l’olio Dop Riviera Ligure” afferma il Presidente del Consorzio di Tutela Francesco Bruzzo “Con l’azione di vigilanza vogliamo che le imprese non subiscano i comportamenti sleali degli operatori disonesti che determinano una concorrenza sleale sul mercato, fornendo false informazioni ai consumatori”. E’ per questo che, ancor prima di svolgere direttamente l’attività con propri agenti vigilatori dotati di tesserino ed aventi la qualifica di agente di pubblica sicurezza, il Consorzio di Tutela sta collaborando con le diverse sedi dell’Ispettorato Controllo Qualità del Ministero delle Politiche Agricole nella segnalazioni di casi di oli che fanno riferimento ad origini liguri del prodotto senza aver ottenuto la certificazione. E’ importante sottolineare” come ricorda il Direttore Giorgio Lazzaretti “ che i Consorzi di Tutela incaricati dal Ministero collaborano con le istituzioni alla vigilanza, tutela e salvaguardia della Dop da abusi, atti di concorrenza sleale, contraffazioni, uso improprio delle denominazioni tutelate e che tale attività è esplicata ad ogni livello e nei confronti di chiunque, in ogni fase della produzione, della trasformazione e del commercio”. Egli evidenzia come sia di fondamentale importanza l’attività di prevenzione nei confronti degli operatori per ricordare loro che è sanzionato dalla legge ogni comunicazione al consumatore sull’origine geografica del prodotto se in quell’area è stata registrata una denominazione di origine protetta e se non si è in possesso della certificazione del prodotto sulla base di un piano di controllo approvato dal Ministero. Ma ancora più importante appare l’azione nei confronti del consumatore per una migliore educazione alimentare ed una maggiore conoscenza del patrimonio agroalimentare italiano di cui le Dop sono il fiore all’occhiello. . |
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L’ASSESSORE TARICCO INTERVIENE A GOLOSARIA SU TURISMO ENOGASTRONOMICO E CONSUMO CONSAPEVOLE DI VINO |
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L’assessore regionale all’Agricoltura Mino Taricco ha partecipato il 26 novembre a Golosaria, la rassegna promossa dal Club Papillon di Paolo Massobrio al Pala Isozaki di Torino, intervenendo a un convegno sul turismo enogastronomico come fattore di legame e di crescita del Nord-ovest, promosso da Unicredit con il coinvolgimento di rappresentanti istituzionali di Liguria e Valle d’Aosta, oltre che del Piemonte. “L’enogastronomia di un territorio e la sua qualificazione hanno un ruolo importante nell’offerta turistica complessiva che una Regione propone al pubblico – ha affermato l’assessore Taricco - Questo è un segmento nel quale il Piemonte vanta un’offerta di qualità e una ricchezza di peculiarità territoriali fra le maggiori in Italia, e ciò ha sicuramente contribuito in maniera determinante alla crescita del comparto turistico nella nostra Regione. A questo si aggiunge la capacità che ha avuto il territorio di offrire non tanto e non solo prodotti, anche se di innegabile qualità, ma anche cultura, storia, tradizioni e valori condivisi della comunità territoriale: una capacità che accomuna le diverse Regioni del Nord-ovest e le ha poste all’attenzione di un numero crescente di turisti. ” Golosaria, giunta all’ottava edizione, è un appuntamento che dà visibilità e occasioni di confronto a centinaia di produttori artigianali italiani, che presentano le proprie eccellenze enogastronomiche. Si articola tradizionalmente in due edizioni di poco successive, a Milano e a Torino, dove si è svolta domenica 25 e lunedì 26 novembre. Tra i temi affrontati nell’edizione 2007, si è parlato anche del consumo di vino in relazione alla cronaca di incidenti stradali causati da guida in stato di ebbrezza: “La causa degli incidenti stradali – ha affermato ancora Taricco – non è certo da ricercarsi nel consumo di vino in quanto tale né in abitudini di consumo consapevole, nel quale pensiamo esso vada collocato, ma in una malefica cultura dell’irresponsabilità e dello sballo che sta creando guasti a livello sociale e culturale di proporzioni ancora non sufficientemente colte nella loro nefasta prospettiva. Il tema dei luoghi cosiddetti “del divertimento”, nei quali viene attivata e sostenuta la cultura dello sballo quale equazione tra divertimento e liberazione istintuale dalle responsabilità, è il vero tema con cui dovremo fare i conti per il bene delle future generazioni. ” . . |
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CARNI INGLESI PROTAGONISTE A ROMA UN PRANZO D’AUTORE A BASE DI CARNE INGLESE PER SUGGELLARE LE INIZIATIVE DELL’ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE CUOCHI ITALIANI |
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Un pranzo di gala tenutosi lo scorso 14 novembre a Villa Wolkonsky, sede dell’Ambasciata britannica, curato da Eblex, English Beef and Lamb Executive, ha suggellato l’intensa -e ricca di significato- “due giorni” romana organizzata dall’Associazione Professionale Cuochi Italiani in occasione della decima edizione del Conferimento di Onoreficenza al Merito Professionale dei “Maestri di Cucina” e dell’Udienza Papale per le berrette bianche dell’Associazione. Agli ospiti presenti al prestigioso appuntamento, il Team Italia –Squadra italiana dell’Associazione- in collaborazione con gli chef Luigi e Luca Sforzellini, ha preparato un menù a base di carne inglese, in abbinamento alle migliori referenze enogastronomiche italiane. Oltre alla possibilità di far degustare un eccellente prodotto, quale la carne di manzo inglese, per Eblex, l’Ente inglese che si occupa dell’esportazione e della promozione di carne d’oltremanica in Europa, l’occasione è stata utile per sottolineare il consolidamento della partnership fra Italia ed Inghilterra. “E’ stato molto importante per noi partecipare a questo evento –spiega Jeff Martin responsabile Eblex in Italia –non solo perché abbiamo potuto dimostrare ancora una volta, davanti ad un pubblico di intenditori, la validità delle nostre carni, ma anche perché , grazie a queste cooperazioni, avvaloriamo la collaborazione italo inglese che si sta facendo sempre più significativa”. A conferma di questa partnership, con particolare riferimento alla produzione di carne inglese e al suo utilizzo da parte degli chef italiani, è stato consegnato il premio internazionale “Palato d’Oro” all’Ambasciatore britannico Edward Chaplin (ritirato dal Vice Ambasciatore Alasdair Mcphail). Il premio, ideato e promosso dall’Associazione Professionale Cuochi Italiani, che riconosce i personaggi che quotidianamente operano a tutela della categoria della cucina, è stato motivo di grande soddisfazione per tutti gli operatori del settore delle carni inglesi. “La tradizione dell’allevamento e della produzione di carne in Inghilterra –afferma Jeff Martrin- è secolare: grazie a questa storia e ad uno sviluppo delle tecniche di produzione oggi possiamo offrire carne di qualità, sicura e garantita dalla rintracciabilità di filiera”. . |
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GLI JRE VINCIGUERRA E BISTARELLI VINCONO “JAÉN, PARAÌSO INTERIOR” |
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Ilario Vinciguerra e Marco Bistarelli, entrambi Jre, conquistano primo e secondo posto alla quinta edizione del Campionato Internazionale di ricette con olio di oliva tenutosi il 19 novembre 2007 a San Sebastiàn, in Spagna, all’interno del prestigioso Congresso Gastronomico “Lo Mejor de la Gastronomia”. Il Campionato, istituito con lo scopo di promuovere e valorizzare l’utilizzo dell’olio extravergine di oliva di Jaén in composizioni creative di alta cucina, salate o dolci, ha visto 10 chef di diversa nazionalità (cinque spagnoli, due italiani, un portoghese, un francese ed un tedesco) dare vita in sei ore alle originali ricette che avevano consentito loro l’accesso alla fase finale dello stesso. La cucina italiana è stata protagonista dell’evento con i suoi colori, la sua creatività ed il grande valore dei due Jre che la rappresentano: Ilario Vinciguerra e Marco Bistarelli. La giuria era composta da critici gastronomici del panorama internazionale e presieduta dallo chef Quique Dacosta. I premi, il primo consisteva in 18. 000 euro e la scultura realizzata dall’artista Antonio Blanca, sono stati assegnati tenendo conto dell’immaginazione, dei virtuosismi, della presentazione, della tecnica utilizzata e della valorizzazione dell’olio di oliva all’interno di ogni piatto. Le proposte italiane racchiudevano in sé tutte queste caratteristiche con grande equilibrio. “Profumo” di Vinciguerra, patron dell’“Antica Trattoria Monte Costone” di Galliate Lombardo (Va) costringeva i degustatori ad apprezzare in un primo istante il profumo della composizione, da cui l’idea del nome, per abbandonarsi solo in seconda battuta al matrimonio di sapori proposti. Non meno preziosa la “Crema di patate al limone con calamaretti ripieni” di Marco Bistarelli del “Postale” di Città di Castello (Pg), che l’ha portato sul secondo gradino del podio, consacrando a livello internazionale una volta in più il grande valore della cucina italiana. . |
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L’EVOLUZIONE DELLE ABITUDINI ALIMENTARI DEGLI ITALIANI TRA NUOVE TENDENZE E SOLIDE TRADIZIONI
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L’accademia Italiana della Cucina, da oltre mezzo secolo impegnata nell’analisi sul campo dell’evoluzione culinaria del Paese ha commissionato al Censis la ricerca“L’evoluzione delle tradizioni alimentari degli italiani tra nuove tendenze e solide tradizioni”. Lo studio approfondisce il legame tra l’evoluzione degli stili alimentari degli italiani e la cultura gastronomica del Paese nelle sue diverse manifestazioni. Scopriamo che gli italiani sono “tradizionalisti”, essendo ultimi in Europa nella classifica del cambiamento di stili alimentari (15% contro il 22% dei consumatori europei). Stanno riscoprendo il piacere della prima colazione (+11,7 % nel periodo 1995-2005) e amano sempre più la cena (il 21,9% degli italiani la considera il pasto principale, + 3,4% rispetto al 1995). Cresce l’abitudine dei fuori pasto (il 40 % degli italiani è solito fare uno spuntino mattutino e/o pomeridiano) e aumenta il consumo di cibi pronti . Vero e proprio boom per la divulgazione della cultura gastronomica: 51 programmi televisivi, 209 periodici, 1. 015 siti internet dedicati a cibo, vino e turismo gastronomico. “L’evoluzione delle abitudini alimentari degli italiani tra nuove tendenze e solide tradizioni”: è questo il titolo della ricerca commissionata dall’Accademia Italiana della Cucina al Censis e presentata il 16 novembre a Parma in occasione dei festeggiamenti per i cinquant’anni della delegazione locale dell’Aic. Italiani “Tradizionalisti”, Ma Non Indifferenti Ai Mutamenti Dei Costumi Alimentari Mentre il 22% dei consumatori europei (con alcune punte del 30-40% nel nord Europa) dichiara di aver cambiato di recente il proprio stile alimentare gli italiani, risultano essere i più “tradizionalisti” d’Europa, collocandosi all’ultimo posto in questa particolare graduatoria con un valore del 15% (in testa la Svezia con il 43%, seguita da Danimarca e Paesi Bassi con il 31%). Non siamo comunque un paese del tutto immobile e dati Istat alla mano, notiamo che si assiste al progressivo cambiamento di consolidate abitudini alimentari (si pensi, ad esempio, alla diminuzione del consumo giornaliero di pasta) o all’introduzione di nuovi alimenti proteici (i prodotti ittici). Si registra un aumento dell’11,7% nel periodo 1995-2005 sull’abitudine degli italiani di fare una prima colazione adeguata, in cui, cioè, non si assumono solo te o caffè ma si beve latte e si mangia qualcosa (il 78,5% degli italiani, più frequentemente le donne, i bambini tra i 3 e i 10 anni e gli over 65). Aumenta l’abitudine dei “fuori pasto” (il 40% degli italiani dichiara di fare abitualmente uno spuntino a metà mattina e/o a metà pomeriggio), come significativa testimonianza della trasformazione subita dalla tradizionale giornata “alimentare”. Per il 70,2% degli italiani il pranzo rimane il pasto principale della giornata ma diminuisce il suo potere di aggregazione in favore della cura di interessi personali (shopping, fitness, frequentazione della rete internet, ecc. ). Aumenta inoltre la percentuale degli italiani (21,9%) che considerano la cena il pasto principale della giornata (+3,4% rispetto al 1995). I nostri concittadini continuano ad amare i cibi in grado di coniugare alimentazione e salute: negli ultimi due anni per esaudire le richieste dei consumatori sono stati riformulati oltre 4000 prodotti riducendo o eliminando grassi saturi, colesterolo, sale, acidi grassi. Dalla ricerca emerge che il 24% del fatturato complessivo dell’industria alimentare proviene da prodotti innovativi, in particolare cibi pronti (verdure in busta, sughi pronti, oli aromatizzati, condimenti freschi, surgelati, ecc…). Gli alimenti classici della tradizione italiana assicurano il 66% del totale del fatturato. Il restante 10% è coperto dai prodotti tipici e dal biologico. Infine il 17% dei consumatori dichiara di acquistare “alimenti funzionali”, il cui mercato italiano si aggira sui 700 milioni di euro (l’Europa si assesta a 5,7 miliardi di euro). In generale, il consumatore italiano dimostra di aver sviluppato un atteggiamento di equilibrio tra la qualità minima richiesta e le risorse familiari destinabili all’alimentazione. Ma se qualità e prezzo dei beni corrispondono ai primi due fattori di scelta dei consumatori (rispettivamente per il 39% e il 32%), un ruolo non secondario viene giocato dall’impressione di freschezza di ciò che si acquista (20%) e dalla sicurezza alimentare dei prodotti (16%). Il sapore viene collocato al 5°posto (14%) seguito dalla salubrità del cibo (12%). Alcuni segnalano le abitudini e le preferenze alimentari (10% e 11%), mentre una percentuale minore va alla marca, al metodo di produzione ed al paese d’origine (7% ciascuno). Quale È Oggi Il Rapporto Degli Italiani Con La Spesa Alimentare Nel 1975 il consumo alimentare assorbiva il 34,4% delle spese delle famiglie. Oggi, a fronte delle risorse da destinare alla casa (affitti,mutui, manutenzione, fiscalità),ai trasporti (spostamenti quotidiani, week-end, viaggi e vacanze), ai servizi in genere (sanità, istruzione, comunicazione, cultura e tempo libero) l’incidenza della spesa alimentare è scesa al 18,9% (Istat) e addirittura sotto il 15% se non si considerano le bevande alcoliche (Eurostat2006). Dalla ricerca emerge come negli ultimi anni le famiglie italiane sono state esposte ad alcuni processi che hanno modificato il loro rapporto con l’alimentazione. Tra i fenomeni più significativi evidenziati dallo studio l’oggettiva riduzione della quota di reddito familiare disponibile per l’alimentazione e la destrutturazione dei tempi di vita familiare con conseguenze sul fronte dei consumi alimentari e della dimensione conviviale. Ma non solo. Hanno avuto un peso rilevante nel mutamento dei costumi alimentari anche i processi di globalizzazione, l’insorgere di alcune paure alimentari legate ad eventi mediatici (es. La Bse) e infine la deriva salutista, che ha promosso la tendenza della “medicalizzazione dell’alimentazione”. Stretti tra svariate suggestioni gastronomiche e l’esigenza di far quadrare il bilancio familiare, i consumatori hanno adottato comportamenti caratterizzati da un mix di razionalità, equilibrio e curiosità. Come la stabilizzazione (da qualche anno) della quota di reddito da destinare all’alimentazione (sotto una certa soglia si cerca di non scendere) e una maggiore consapevolezza e razionalità (meno cibo ma di migliore qualità, selezione e articolazione dei distributori, richiesta di garanzie, fedeltà ai marchi più noti, accesso alle fonti informative). Inoltre il ricorso ad alcune tipologie di cibi pronti (es. Verdure lavate e tagliate) ha permesso di ottimizzare tempi di vita e tempi di lavoro. Se la dieta mediterranea si conferma la sintesi perfetta di gusto, salute, e costi contenuti lo studio evidenzia la sperimentazione di nuovi prodotti e cibi etnici (pesce crudo, frutta esotica, ecc. ) e la capacità di dare valore aggiunto all’alimentazione attraverso l’atto di cucinare. L’attenzione Degli Italiani Per La Dimensione Alimentare E Gastronomica È innegabile che il successo del settore alimentare italiano sia in parte riconducibile ad un insieme di considerazioni che attengono agli aspetti culturali e relazionali dello stile alimentare italiano, della sua storia antica e della sua evoluzione recente. Infatti, a differenza di quello che è successo in altri paesi, in Italia l’industrializzazione della produzione alimentare non si è sovrapposta alla cultura preesistente inventando e “imponendo” nuovi prodotti, ma si è inserita nella cultura dell’alimentazione tradizionale. E proprio sul fronte della cultura gastronomica negli ultimi anni si è registrato uno straordinario aumento di interesse degli italiani. Da una parte si è assistito in pochi anni ad una proliferazione della normativa di riferimento (898 tra leggi, regolamenti e direttive a livello comunitario nazionale e regionale dedicate alla materia alimentare), dei consorzi di tutela (269 consorzi per la tutela e la valorizzazione del vino, 358 associazioni impegnate nell’universo della gastronomia), dei centri di ricerca (70 istituti ed enti impegnati nella ricerca scientifica), delle opportunità formative (ben 442 le scuole di gastronomia pubbliche e private che propongono corsi di diversa durata) e del turismo (139 strade del vino e dei sapori, 123 musei dedicati al vino e alla cucina, 2. 684 sagre a carattere gastronomico, 160 premi gastronomici. ). Dall’altra si è registrato un vero e proprio boom sul terreno della divulgazione tematica: 51 programmi televisivi, 259 periodici, 620 opere di cucina e ricettari vari pubblicati solo nel 2005, 1015 siti internet dedicati a vino, cibo e turismo enogastronomico, con un incremento del 70% della tiratura dei mensili specializzati su temi gastronomici. . |
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"PIÙ FRUTTA, PIÙ VERDURA!", CON GLI ORTI A SCUOLA I BAMBINI IMPARANO A
CONOSCERE CIÒ CHE FA PIÙ BENE PER CRESCERE
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Presentati i risultati della fase pilota del progetto di educazione al consumo di frutta e verdura condotto da Milano Ristorazione in collaborazione con l´Assessorato alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali del Comune di Milano - Il progetto è parte delle iniziative di Milano Ristorazione volte a educare i ragazzi alle buone abitudini alimentari e al più corretto stile di vita in linea con gli obiettivi dell´Expo 2015. I bambini mangiano più volentieri a casa frutta e verdura nel 57% dei casi e, nel 63% dei casi, hanno iniziato a mangiare frutti o verdure che prima non mangiavano; consumano a scuola più frutta (chi mangia il frutto al pasto per intero passa dal 70% all´81%) e cresce il gradimento verso questo alimento ("mi piace molto" sale dal 74,4% all´84,6% e "non mi piace" scende da 15,8% a 9,1%). Ancora limitato al 45% l´apprezzamento per la verdura. Sono i risultati del test pilota del progetto di educazione al consumo di frutta e verdura "Più Frutta, Più verdura!", condotto a partire dall´anno scolastico 2005-2006 in 12 scuole d´infanzia cittadine da Milano Ristorazione, in collaborazione con l´Assessorato alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali del Comune di Milano. Al test hanno partecipato oltre 40 insegnanti, più di 1000 bambini, 124 genitori e nonni addetti al monitoraggio e alla valutazione. I dati sono stati resi noti nel corso della presentazione del progetto che vedrà coinvolti in questo anno scolastico 18 istituti, con l´obiettivo di crescere ulteriormente. "Vogliamo aumentare sensibilmente il numero di scuole coinvolte, con la possibilità di estendere la partecipazione ad altri ordini scolastici", ha detto Michele Carruba, Presidente di Milano Ristorazione e Direttore del Centro Ricerca e Studio sull´Obesità dell´Università degli Studi di Milano. "Il cambiamento a breve scadenza dell´atteggiamento dei bambini, più disponibili, secondo le osservazioni di genitori e insegnanti, ad assaggiare nuovi alimenti, ci fa capire che siamo sulla strada giusta", ha osservato. Il progetto è molto articolato, con incontri di formazione per gli insegnanti, i genitori e i nonni, laboratori di cucina rivolti ai bambini, per renderli partecipi nella preparazione del cibo, ma soprattutto prevede l´allestimento degli "orti scolastici", che nelle 12 scuole coinvolte ad oggi hanno prodotto oltre 20 diverse varietà di ortaggi, frutta, erbe aromatiche, coltivate, raccolte e assaggiate dai bambini. "Questa esperienza è fondamentale per avvicinare i bambini ad alimenti importantissimi per la loro salute, ma che ogni genitore sa quanto sia difficile far assaggiare ai propri figli. Con questo sistema facciamo capire ai bambini come nasce l´insalata o la mela o la pianta di pomodoro, in modo che frutta e verdura non appaiano più come oggetti misteriosi, capitati per caso nel piatto", ha detto ancora Carruba. "Più Frutta, più Verdura!" fa parte di una serie di iniziative di Milano Ristorazione, in linea con gli obiettivi dell´Expo 2015, volte a educare i ragazzi alle buone abitudini alimentari e al più corretto stile di vita, che sono alla base della lotta alle numerose malattie legate a comportamenti nutrizionalmente sbagliati: "attraverso il piacere di fare, sperimentare e mangiare insieme a casa e a scuola, anche rendendo partecipi i genitori dell´organizzazione del servizio di ristorazione scolastica", ha spiegato Carla Barzanò, cooordinatrice del progetto. "Tra i risultati che abbiamo raggiunto, vale la pena sottolineare l´elevata soddisfazione di insegnanti, genitori e nonni, che ci chiedono di proseguire nell´esperienza, oltre che l´entusiasmo dei bambini nell´allestimento e nella cura dell´orto e nella partecipazione ai laboratori di cucina", ha concluso Carruba. . |
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UN MATRIMONIO PIÙ CHE RIUSCITO:
I VINI DOC VICENTINI SI SPOSANO AL PARK HYATT MILANO
CON LE PRODUZIONI AUTOCTONE DELLA PROVINCIA DI VICENZA
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Il Consorzio dei Vini Vicentini Doc presenta a Milano le sue più prestigiose produzioni, abbinate alle specialità tipiche della provincia di Vicenza. Filippo Gozzoli, chef dell’hotel Park Hyatt Milano, ha ideato un buffet con piatti a base di prodotti autoctoni vicentini che si distinguono per la loro unicità, qualità e prelibatezza. Si inizia con una degustazione di olio extravergine di oliva Berico, noto per la sua delicatezza e, nello stesso tempo, intensità. Il prosciutto crudo Veneto Dop e la Sopressa Vicentina Dop, unite a croccanti bruschette, stuzzicano l’appetito e la voglia di gustare bevendo una flute di Vicenza Doc Spumante e di Lessini Durello Doc Spumante due vini autoctoni dell’alta collina vicentina, versatili e dalla forte personalità che si esprimono al meglio nella versione. Bollicine. Il riso di Grumolo delle Abbadesse è la base per un fantastico risotto con radicchio di Asigliano e fonduta di Asiago fresco: l’accompagnamento proposto è con il Tocai Rosso Doc Colli Berici che, dalla vendemmia 2007, prenderà il nome Tai Rosso Doc Colli Berici. Il famosissimo baccalà alla vicentina, accompagnato dalla morbida polenta realizzata con la preziosa farina di mais Marano, viene presentato assieme al Vespaiolo Doc Breganze, vino dalla spiccata freschezza ed acidità prodotto esclusivamente nella pedemontana. Qualche scheggia di Asiago vecchio (10-12 mesi di stagionatura) si accompagna con il Nero d’Arcole Doc, classico taglio bordolese da uve merlot e cabernet sauvignon appassite per circa 40 giorni. È il vino simbolo per la giovane denominazione Arcole, caratterizzata da terreni tendenzialmente sabbiosi. Non poteva mancare il panettone dell’azienda Loison con zabaione al Torcolato di Breganze accompagnato dal Recioto di Gambellara Doc Spumante, vino da dessert ottenuto dalle migliori uve garganega di collina che, nella versione spumante, festeggia i dolci. Un goloso anticipo al Natale. . |
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NEW BUSINESS HAUSBRANDT IN CINA
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E´ stato inaugurata da qualche giorno la prima caffetteria Hausbrandt in Cina e precisamente a Qingdao, centro sulla costa Nord Occidentale del Paese e sede dei giochi velici delle importante prossime Olimpiadi 2008. L’idea è nata dal desiderio comune di Nathan Feng Zhang, giovane uomo d’affari cinese e Marco Magnini, titolare di un ditta di intermediazione in stretto contatto con Hausbrandt. E’ la prima tappa di un progetto che punta sul lancio di prodotti italiani top quality in locali concepiti come punto di incontro di una clientela selezionata. Hausbrandt ha aderito con entusiasmo all’iniziativa, garantendo la sua totale collaborazione e il supporto tecnico e produttivo per tutta la filiera che va dal caffè Hausbrandt, alla birra Theresianer, ai vini Case Bianche. Il format cinese prevede per il locale la proposta di settimane a tema, con i prodotti italiani come protagonisti e l’abbinamento del caffè Hausbrandt monorigine con una serie di dolci tipici come il Tiramisù, i famosi biscottini di Prato e tanti altri. Una ghiotta occasione per far apprezzare anche alla clientela cinese, particolarmente sensibile al Made in Italy, nuove allettanti proposte gastronomiche, che già con i primi sondaggi hanno avuto esito più che lusinghiero. Gli arredamenti sono stati curati personalmente dal titolare ispirandosi alla concezione delle caffetterie Hausbrandt già esistenti in Italia. Il nuovo locale si articola su due piani, con un´ottantina di posti a sedere. Al piano terra si trova la caffetteria vera e propria; mentre al primo piano le degustazioni di vini e caffè si svolgeranno in un ambiente più riposante e soft, una sorta di “vip room” per clienti che cercano un ambiente elegante e riservato. . |
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A PRATO IL GUSTO DELLE DONNE, VIAGGIO NELLE RICETTE DELLA TRADIZIONE |
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Primo appuntamento venerdì 14 dicembre a Villa Guicciardini (Cantagallo) con Cunizza, discendente della famiglia degli Alberti che visse i suoi ultimi anni nella Rocca Cerbaia, e la cucina medievale. Prenotazioni all’Apt di Prato L’atmosfera è quella suggestiva di un’antica villa o uno storico palazzo, le ricette sono quelle di una tradizione secolare legate alla storia delle donne nelle grandi famiglie del territorio pratese: da Cunizza discendente della famiglia degli Alberti, che visse i suoi ultimi anni nella Rocca Cerbaia, a Margherita Datini, moglie del mercante Francesco, passando per Clemenza di Vannozzo Rocchi, della quale molto scrisse l’abate Agnolo Firenzuola, fino alle ricette di palazzo Banci Buonamici custodite da Francesca Posio, ultima discendente dell’omonima famiglia. Un viaggio nelle ricette e nella cucina delle tradizioni che inizia venerdì 14 dicembre(ore 15,30) a Villa Guicciardini di Usella (Cantagallo). Nelle scuderie si svolgerà la prima delle lezioni di cucina proposte all’interno della rassegna Il gusto delle donne, promossa dalla Provincia di Prato e da Marte Comunicazione a cavallo fra il vecchio e il nuovo anno. Altri due appuntamenti sono previsti nel mese di gennaio a Vaiano e a Prato. Cunizza, vissuta fra la fine del Xii e l’inizio del Xiii è l’ispiratrice di questa prima lezione. Discendente degli Alberti, dimorò nella Rocca di Cerbaia, che ancora oggi domina la Valle del Bisenzio, in espiazione e carità alla fine di una vita sentimentale piuttosto tormentata. Dante Alighieri la incontra nel Ix Canto del Paradiso, nel cielo di Venere. All’appuntamento con quella che potrebbe essere la tavola di Cunizza ci saranno i profumi del vino di un produttore donna del Consorzio dei Vini di Carmignano, dell’oca arrosto o del capriolo. Ad arricchire di suggestione il pomeriggio ci sarà la visita della Pieve di San Lorenzo, di origini romaniche, e del giardino di Villa Guicciardini. E poi i figuranti del Gas (Gruppo Arte e Storia) con il gruppo musicale Octavarima che introdurrà con musiche medievali il tema della lezione–degustazione. Ai fornelli il giovane cuoco Omar Giudice del ristorante il Ghirighio di Migliana, a svelare la storia di gusti dimenticati lo studioso Adriano Rigoli. Nelle scuderie inoltre si daranno appuntamento, per mostrare la loro maestria, due dei più prestigiosi artigiani della Valle del Bisenzio: Sirio Collina, scultore della pietra, e Mario Artioli, scultore del ferro. A far assaggiare i sapori dei cibi tradizionali di Cantagallo (Po) il Forno Santi di Migliana, il Forno Ciolini di Carmignanello e gli agriturismo della zona : Selvapiana, La Villa, Santo Stefano, Castiglioncello, Cascina di Spedaletto. Chi non avrà la possibilità di assaggiare la ricetta di Cunizza nel giorno della manifestazione, potrà gustarla nei ristoranti Bua della Tonia, La Castagna e il Ghirighio che la riproporranno per tutta la settimana, mentre gli agriturismo della Val di Bisenzio e del Comitato Apice aderenti al progetto offriranno a chi prenota nei giorni 14, 15 e 16 dicembre la partecipazione all’iniziativa e una degustazione di prodotti tipici di loro produzione. La partecipazione alle lezioni è gratuita, ma è necessario prenotarsi allo 0574 24112 (Ufficio informazioni Apt). Prenotazioni Ufficio Informazioni Apt, p. Zza delle Carceri 15 – Prato tel. 0574 24112 Info@prato. Turismo. Toscana. It . |
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IL VINO SICILIANO INCONTRA IL RISTORANTE
PARADOSSO
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Il Ristorante “ Paradosso” di Via Santa Maria Segreta presenta una serata all’insegna dei più prestigiosi prodotti enologici siciliani, presentati da un appassionato ambasciatore delle tipicità dell’isola del sole: l’avv. Diego Maggio, presidente dei “ Paladini dei vini di Sicilia”, il quale applica un modo innovativo per promuovere e far conoscere in Italia e all’estero la qualità dei vini siciliani. I Paladini, infatti, partecipano da tempo ad iniziative di qualità particolarmente rilevanti e amano caratterizzare le proprie serate con l’eleganza e la simpatia. Il giorno 28, 29 e 30 novembre, in occasione dell’inaugurazione del nuovo Anno Accademico dell’Università Cattolica di Milano, i Paladini e il Ristorante Paradosso hanno organizzato un evento enogastronomico in cui le più importanti perle enologiche siciliane accompagneranno i piatti creativi e raffinati dello chef Danilo Angé e del suo staff. Il Passito di Pantelleria, il Nero d’Avola, il Grillo e il Marsala sono solo alcuni dei vini che animeranno l’intera serata, accanto ai menù variegati e rivisitati della tradizione italiana (in allegato ne troverete una copia). L’ambiente caldo, allegro e la cucina di alta qualità del Paradosso completeranno l’atmosfera intrigante di questo happening che - ne siamo sicuri - riscuoterà un successo indelebile nella memoria di chi vi parteciperà. Info@paradossoristorante. It . |
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L’ART DE LA TABLE DI GUY DEGRENNE, VISSUTA COME MOMENTO DI CONVIVIALITÀ, ALL’INSEGNA DELL’ORIGINALITÀ E DELL’EMOZIONE.
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Fini porcellane e collezioni in Limoges, posate dalle forme ergonomiche e innovative, oggetti per la tavola di grande gusto estetico e funzionali, utensili da cucina di design e articoli in cristallo: il vasto assortimento Guy Degrenne è pensato per allestire con stile e personalità la tavola di tutti i giorni così come quella di gala. Caratterizzata da una finezza ineguagliabile, la porcellana Guy Degrenne risponde ai più alti standard qualitativi. Decori sottili e raffinati, colori di tendenza rendono le collezioni Guy Degrenne ideali per servire ogni piatto con eleganza e dare alla tavola un tocco di stile. Tra modularità, originalità e spontaneità, sedersi a tavola è vissuto come momento di convivialità, da vivere all’insegna dell’emozione: riunirsi con i propri ospiti diventa così una piacevole occasione di felicità e di vero incontro. Boreal Graphite La linea Boreal Graphite è realizzata in raffinata porcellana di Limoges Pearl, prodotta a Limoges secondo un procedimento specifico messo a punto da Guy Degrenne e caratterizzata da un’elegante tonalità avorio. Un contrasto tra ombra e luce, le gocce color platino di Boreal Graphite si nascondono o si rivelano a seconda dell’inclinazione del piatto. Il decoro è elegante, raffinato, avvincente, per completare e dare un tocco di originalità a tutte le altre collezioni Boréal. Lavabile in lavastoviglie. Boreal Fleur De Coton La linea Fleur De Coton arricchisce ulteriormente la già vasta gamma della collezione Boreal, ed è realizzata in raffinata porcellana di Limoges Pearl, prodotta a Limoges secondo un procedimento specifico messo a punto da Guy Degrenne e caratterizzata da un’elegante tonalità avorio. Il tratto raffinato e il movimento del decoro attraggono per la loro leggerezza. Il delicato fiore di cotone disegnato sul piatto trasmette alla linea una sensazione piacevole di dolcezza. Utilizzabile in microonde e lavabile in lavastoviglie. Modulo Tentation La collezione Modulo si arricchisce di una nuova linea: Tentation. Gaia e colorata, Modulo Tentation è sinonimo di soluzione pratica ed allo stesso tempo elegante per la tavola di tutti i giorni, grazie alla leggerezza dei suoi motivi floreali stilizzati uniti al dinamismo dei colori dei piatti della linea Modulo Color e delle posate Colory. L’accostamento di queste tre diverse collezioni dà vita ad infinite composizioni, con fantasia e immaginazione, per vestire ogni giorno la tavola di nuove idee variopinte. Porcellana garantita per l’utilizzo nel microonde e in lavastoviglie. Constellation Disponibile in blu e in caramello, la linea Constellation dona nuove emozioni, grazie ad una decorazione insolita e unica che valorizza i piatti con un disegno in rilievo. Il decoro ricorda un cielo stellato, che emoziona con molteplici possibilità di forme e colori che si sposano perfettamente. Influence Le posate Influence sono in acciaio inossidabile satinato. Il design moderno della collezione gioca con la fluidità delle linee. La sua finitura spazzolata dona un aspetto moderno e contemporaneo in linea con le tendenze decorative attuali. Salam La famosa teiera Salam si tinge di nuove originali tonalità. In porcellana e acciaio inossidabile, la prestigiosa teiera si riveste dei tipici colori della stagione invernale; le teiere giocano con il Rosso (natalizio e scintillante) ed il Grigio (urbano ed elegante). Grazie alla sua campana dotata di un particolare rivestimento interno, Salam mantiene la temperatura del tè 2 volte più a lungo rispetto ad una classica teiera, per gustarlo al meglio nelle fredde serate invernali. . |
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BERGER A BRUXELLES: IN DISCUSSIONE L´ORDINAMENTO DEL MERCATO VINICOLO |
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Una serie di colloqui a livello politico e tecnico ha impegnato il 20 novembre a Bruxelles l´assessore provinciale Hans Berger. Si è discusso in particolare della riforma dell´ordinamento del mercato vinicolo, sulla quale si è giunti al voto del Parlamento europeo. Anche Bruxelles non ha ancora fatto chiarezza in maniera definitiva su quale sarà l´assetto dell´ordinamento del mercato vinicolo dopo la riforma. "Si é visto ancora nell´odierna votazione in Parlamento che le posizioni restano molto divergenti e che si rende necessaria una serie di compromessi per proseguire nelle votazioni", sottolinea l´assessore Berger. La proposta contiene alcuni passaggi non propriamente favorevoli per l´Alto Adige, "in primo luogo la cancellazione della chiara distinzione tra vino di qualità e vino da tavola", osserva Berger. In futuro anche i produttori di vino da tavola potranno infatti stampare sull´etichetta il tipo di vitigno e l´annata del vino, "ma in tal modo per il consumatore diventerà sempre più difficile distinguere tra vino di qualità e vino da tavola, con particolare penalizzazione per l´Alto Adige che vanta il 95% di produzione costituita da vini Doc", spiega Berger. Restano critiche anche le posizioni sulla progettata abolizione del divieto di zuccheraggio, richiesta soprattutto dai Paesi del Nordeuropa, sui premi per l´estirpazione di vitigni e su quelli per la distillazione. Tutte questioni sulle quali l´Europa deve ancora prendere una decisione. . |
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ROMAGNA E BEAUJOLAIS PROTAGONISTI AL WINE FOR ASIA 2007 |
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L´altra Romagna ha partecipato alla Fiera di Singapore dal 25 al 27 ottobre, insieme alle Camere di Commercio di Forlì-cesena e di Ravenna. Lo stand ha è stato allestito in condivisione tra 6 aziende romagnole e i cugini francesi del Beaujolais I vini e i prodotti di Romagna, insieme ai cugini francesi del Beaujolais, sono stati protagonisti al Wine for Asia 2007, la fiera che si è svolta dal 25 al 27 ottobre a Singapore. L’altra Romagna, insieme alla Camera di Commercio di Forlì-cesena e all’Azienda Speciale Sidi Eurosportello della Camera di Commercio di Ravenna, ha allestito un grande stand dove erano presenti 6 aziende romagnole (Vini Pregiati Celli (Fc), Poderi del Nespoli (Fc), Cantina Bartolini (Fc), Sprint Distillery (Ra), Campo del Sole (Fc), Gruppo Cevico (Ra), e, quest’anno per la prima volta, alcune aziende del Beaujolais.
La missione nel Sud-est asiatico, che si inserisce all’interno del Progetto di cooperazione Transnazionale “Romagna e Beaujolais: due territori enogastronomici per un turismo di qualità”, aveva l’obiettivo di proseguire nel percorso di promozione del territorio e dei prodotti romagnoli (dai vini ad altre eccellenze gastronomiche, come formaggi aceto, olio, condimenti, sott’oli, ecc. ), e dare continuità ai rapporti commerciali che nel corso degli anni si sono instaurati fra le aziende della Romagna e gli operatori di quell’area.
Tutto ciò promuovendo allo stesso tempo il binomio Italia-francia, nato dalla solida collaborazione con le aziende del Beaujolais. Le aziende hanno mostrato di apprezzare la missione a Singapore, realizzata in modo efficiente e organizzato, e ben coordinato con la delegazione francese del Beaujolais, con il quale lo stand e’ stato condiviso: l’abbinamento “Italia Francia”ha infatti rafforzato l’interesse dei visitatori verso lo stand, con benefici reciproci in termini di immagine. Il gemellaggio ha offerto inoltre la possibilità di confrontarsi sulle modalità di promozione e sulle problematiche connesse all’internazionalizzazione, in un mercato sempre più competitivo. . |
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OLTRE 280 AZIENDE IN GIAPPONE E CINA CON VINITALY WORLD TOUR IN ASIA |
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Parte da Tokyo il Vinitaly World Tour in Asia, con la tappa di Vinitaly Japan in collaborazione con Buonitalia il 27 novembre e la tre giorni di Shanghai per Vinitaly Cibus China dal 29 novembre all’1 dicembre, organizzato da Ice, Veronafiere e Fiere di Parma (www. Vinitaly. Com). Le aspettative degli operatori italiani per questi due appuntamenti sono alte, ma il successo delle edizioni precedenti ha convinto nuovi prestigiosi nomi dell’enogastronomia italiana ad aggiungersi alla lista dei partecipanti. In Giappone sono 80 le aziende, mentre sono oltre 200 le partecipazioni dirette e collettive in Cina. Importanti le presenze istituzionali, con la Regione del Veneto, la Camera di Commercio di Firenze, l’Istituto della Vite e del Vino di Palermo, il Consorzio del Brachetto d’Acqui a Tokyo e delle Regioni Emilia-romagna, Abruzzo, Campania, Molise, Sardegna, Veneto e Sicilia, del Consorzio del Brunello di Montalcino a Shanghai. Vinitaly Japan segue il recente successo della Fiera Italiana, un’iniziativa che Vinitaly ha realizzato in collaborazione con Isetan (importante catena di magazzini specializzata in fashion e prodotti alimentari di nicchia) dal 3 al 10 ottobre scorso, dedicata ai prodotti italiani e in particolare ai vini vincitori del Concorso Enologico Internazionale. In una settimana le vendite di vino italiano sono cresciute del 106% rispetto all’anno precedente. . |
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TAVOLA ROTONDA: CONSORZIO DI TUTELA VINI DOC TERRADEIFORTI “AUTOCTONO: TRA TUTELA E MERCATO”. |
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Si svolgerà giovedì 29 novembre alle ore 10,30 nella sala consiliare del Comune di Dolcè la tavola rotonda “Autoctono: tra tutela e mercato”. Interverranno il professore Attilio Scienza e il giornalista Giancarlo Montaldo. Sono previsti, inoltre, interventi da parte dei responsabili commerciali delle maggiori aziende vitivinicole del territorio. L’incontro si pone come obiettivo la formazione degli operatori, la condivisione e il confronto delle esperienze e delle aspettative dei produttori interessati. Www. Terradeiforti. It . |
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ALLA FIERA INTERNAZIONALE DEGLI ALCOLICI “INTERDRINK”
GRANDISSIMO SUCCESSO DELLA DELEGAZIONE ITALIANA GUIDATA DA PROMEX LA RUSSIA GUARDA AL SISTEMA VINO ITALIANO
VOLA ANCHE L’EXPORT: IN UN ANNO RADDOPPIATE LE CIFRE
LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE, LEGISLAZIONE E QUALITÀ,
I NOSTRI FIORI ALL’OCCHIELLO.
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Un anno fa la firma, a Roma, di un protocollo di intesa che sanciva una stretta collaborazione tra la Suar (Associazione degli Importatori e Distributori di Vino e Alcolici della Federazione Russa) e la Promex (l’Azienda partecipata da Fiera di Roma, Agenzia di Sviluppo Lazio e Unioncamere Lazio). Un accordo nato dall’esigenza, per le autorità russe, di porre un freno al dilagante fenomeno della contraffazione dei vini che negli ultimi anni ha mietuto un notevole numero di vittime, soprattutto tra i giovani dell’ex impero sovietico. Dodici mesi dopo, a Mosca, grandissimo successo della delegazione italiana, invitata a presentare le caratteristiche che contraddistinguono il Pianeta Vino nel nostro Paese. “Una calda accoglienza - ha commentato Federico d’Errico, Direttore Generale Promex e capodelegazione - che testimonia della grande stima che i massimi dirigenti russi del settore hanno nei confronti dell’Italia in questo comparto e, soprattutto, del buon lavoro da noi svolto in questi mesi”. Molto applaudito l’intervento dell’Onorevole Giovanni Kessler, Alto Commissario per la lotta alla contraffazione del Ministero per lo Sviluppo Economico. “La contraffazione - ha esordito Kessler - è una delle principali minacce mondiali allo sviluppo economico dei Paesi. Non a caso si tratta di uno dei massimi business per le organizzazioni criminali”. L’alto Commissario ha poi illustrato la fondamentale importanza della tutela del marchio e della qualità nel comparto agroalimentare, oltre alla necessità di una trasparenza che tuteli chi produce e, ancora di più, chi consuma. E ha concluso anticipando la presentazione di un pacchetto di proposte al Governo italiano che prevedono, tra le altre cose, il fatto di comparare la contraffazione ai crimini di stampo mafioso, offrendo quindi allo Stato strumenti di contrapposizione come azioni sotto copertura e acquisti simulati, esattamente come si avviene nelle operazioni antidroga. Grande attenzione ha destato anche l’intervento di Giuseppe Ambrosio, Capo Dipartimento delle Politiche di Sviluppo del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. “Nel mercato attuale la vera carta vincente è rappresentata proprio dalla qualità del prodotto - ha commentato Ambrosio - E lo Stato deve essere il primo garante della qualità dei propri prodotti”. Proprio per questo Ambrosio ha spiegato, a un pubblico attento composto anche da molti rappresentanti della stampa russa, il sistema di classificazione dei vini italiani e le misure di controllo a garanzia della qualità. Sugli organismi di controllo si è incentrato anche l’intervento di Antonio Consolino, della Direzione Generale della Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione del Ministero della Salute. Molto pratico e apprezzato è stato l’intervento di Maurizio Montemagno, delle Dogane Italiane. “Non tutti sanno - ha precisato il tecnico - che il nostro Paese è all’avanguardia nel settore dei controlli doganali. Sistemi come il Falstaff, ad esempio, costituiscono un fondamentale punto di riferimento per le autorità doganali di tutta Europa. E siamo ovviamente a disposizione degli amici russi per aiutarli a debellare la piaga dell’ingresso dei vini sofisticati che tanti problemi ha creato, e sta creando, da queste parti”. Un aiuto reale, quindi, che nei prossimi mesi si concretizzerà con dei corsi di formazione e con la possibilità, per le autorità russe, di rivolgersi alla sede moscovita della Promex per avviare ogni tipo di contatto con il nostro Paese. “Cosa che stiamo facendo già da oltre un anno - ha puntualizzato Paragul’gov O. D. , Presidente della Suar - trovando sempre puntuali risposte ai nostri problemi. In un clima di grande collaborazione e di reciproca stima”. Un rapporto sempre più stretto e, come ci spiega ancora d’Errico, di duplice valenza. “Ovviamente la nostra collaborazione ha posto in primo piano anche la produzione vitivinicola italiana. Le nostre etichette, infatti, vengono sempre più apprezzate dai Russi e la distribuzione sta conoscendo un momento di grandissima espansione. In questo modo, aiutando le autorità russe, stiamo anche aiutando le nostre Aziende a crescere su un mercato di notevolissimo interesse”. E i numeri sembrano suffragare le parole del Direttore della Promex. Rispetto al 2006 l’export di vini italiani in Russia è raddoppiato, passando dai circa 8 milioni di euro del 2006 agli oltre 17 milioni del 2007. Del resto, con il mercato della vodka in lieve flessione e quello della birra in caduta libera, è il vino a salire di posizioni, specie quello di qualità e in particolare il rosso (60% dell’import). Con un consumo in costante crescita (attualmente ci si attesta sui 7 litri annui) e il blocco dalle importazioni dalla Georgia (quelle con la Moldavia si sono appena riaperte), il mercato russo diventa davvero un importante riferimento per tutti i produttori italiani. . |
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