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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 04 Novembre 2008 |
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EPATITE B CRONICA, FUNZIONA IL TRATTAMENTO A LUNGO TERMINE “ENTECAVIR PUÒ RIDURRE I DANNI A CARICO DEL FEGATO” |
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San Francisco, 4 novembre 2008 – È efficace, non sviluppa resistenza virale e ora ha dimostrato, dopo sei anni di somministrazione, di essere in grado di ridurre i danni a carico del fegato nel 96% dei pazienti. Entecavir, molecola di nuova generazione e antivirale orale ad alta barriera genetica per il trattamento dell’epatite B cronica (disponibile in Italia da oltre un anno), è protagonista al 59° congresso dell’American Association for the Study of Liver Diseases (Aasld), a San Francisco, che riunisce oltre 6000 esperti da tutto il pianeta. In questo meeting oggi vengono presentati nuovi risultati dallo studio Etv-901 (che ha coinvolto 4 centri italiani), in cui il trattamento a lungo termine con entecavir è stato associato alla riduzione dell’infiammazione epatica e della fibrosi; nel 100% di questi pazienti la carica virale era a livelli non rilevabili. “Questi nuovi dati - afferma il prof. Pietro Lampertico dell’Università degli Studi di Milano - confermano che un trattamento a lungo termine con un antiretrovirale potente e che non causa insorgenza di resistenze è potenzialmente in grado di arrestare il danno epatico e può perfino migliorare la fibrosi epatica”. Un reale vantaggio per il paziente che vede allontanarsi sempre di più le gravi complicanze al fegato: per la prima volta sono disponibili dati così favorevoli e per un periodo così lungo di osservazione in pazienti con epatite B cronica. Ciò è dovuto al fatto che entecavir unisce la potenza all’alta barriera genetica e il virus deve sviluppare almeno tre mutazioni per sfuggire all’effetto del farmaco. Purtroppo la percezione della gravità della malattia è ancora scarsa e preoccupa la mancanza di ricorso a cure appropriate. Sono sufficienti pochi dati per cogliere le dimensioni del problema: nel mondo vi sono circa 400 milioni di portatori cronici del virus, e si stima circa 700 mila in Italia, dove ogni giorno 57 persone muoiono per cirrosi o tumore del fegato. Nel nostro Paese oggi solo ventimila persone sono in terapia, ma molte di più potrebbero trarre beneficio da trattamenti efficaci per arrestare l’evoluzione della malattia. Se non trattata, infatti l’epatite B cronica evolve in cirrosi nel 10-20% dei casi ed in quasi la metà di questi si verifica il decesso per insufficienza epatica o epatocarcinoma. Nello studio Etv 901, il trattamento a lungo termine (per sei anni) con entecavir è stato associato al miglioramento dell’istologia epatica, compresa la fibrosi, in pazienti affetti da epatite B cronica. Nell’ambito di questo studio sono stati valutati i risultati istologici a lungo termine in 57 persone non trattate in precedenza con un antivirale orale provenienti da due studi di fase Iii. Nel 96% di 57 pazienti (55 su 57) sono stati evidenziati miglioramenti nell’istologia epatica. Inoltre, nell’88% dei pazienti (50 su 57) si è manifestata la riduzione della fibrosi epatica (la formazione di tessuto cicatriziale nel fegato come reazione a un’infiammazione cronica che può essere causata dall’infezione da epatite B cronica). Il controllo della replicazione virale è un marker fondamentale nel trattamento dell’epatite B cronica: dalle biopsie epatiche di controllo è emerso che il 100% dei pazienti (57 su 57) aveva una carica virale non rilevabile. Nel corso dell’Aasld sono stati presentati anche i risultati istologici dello studio Etv-060 condotto su pazienti giapponesi: nelle persone in cui è stata effettuata la biopsia di controllo a lungo termine, la carica virale era a livelli non rilevabili nel 95% dei pazienti naive (35 su 37) e nel 56% dei pazienti refrattari alla lamivudina (15 su 27). . |
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SANDRI INAUGURA TERAPIA INTENSIVA A BUSSOLENGO (VR). “IL PUBBLICO CRESCE NELL’ULSS 22, CONFERMO STRATEGIA REGIONALE SU DUE POLI OSPEDALIERI”. POCHI MINUTI DOPO LA CERIMONIA IL PRIMO RICOVERO |
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Bussolengo (Verona), 4 novembre 2008 - Da oggi, le strutture ospedaliere pubbliche dell’Ulss 22 di Bussolengo dispongono di un nuovo, importante elemento di modernità: si tratta del Servizio di Terapia Intensiva, attivato presso l’Ospedale Orlandi e inaugurato ieri dall’Assessore alla Sanità della Regione del Veneto, Sandro Sandri, alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Bussolengo Alviano Mazzi e del direttore generale dell’Ulss Alessandro Dall’ora. La struttura, dotata di 6 posti letto e di tecnologie elettromedicali di assoluta avanguardia, è stata realizzata con il contributo di 1 milione di euro da parte della Fondazione Cariverona e con un importante sforzo della Regione che, come ha ricordato Sandri, “ha consentito le non facili assunzioni in deroga del personale necessario e dato il via libera agli interventi finanziari ed operativi dell’Ulss 22”. “Si tratta – ha sottolineato Sandri – di un servizio fondamentale perché un ospedale possa dirsi al passo coi tempi e l’investimento fatto all’Orlandi è la migliore dimostrazione che in questa Ulss la parte pubblica cresce e si rinnova secondo quando previsto dalle delibere regionali. Voglio anche confermare qui – ha aggiunto l’assessore – la scelta della Regione di una organizzazione ospedaliera basata su due poli: Bussolengo e Villafranca”. Il servizio di terapia intensiva, con 6 posti letto, 6 medici e 12 infermieri ha iniziato subito la sua attività: poco dopo il termine della cerimonia, il primo paziente è stato ricoverato nella struttura. Questa nuova offerta sanitaria consentirà un notevole balzo in avanti del livello di cura ed assistenza, assicurerà una migliore protezione dei pazienti critici ricoverati nelle Unità Operative degli Ospedali dell’area, eviterà trasferimenti verso altre rianimazioni e determinerà una importante crescita anche delle competenze professionali degli operatori, sviluppando una vera e propria nuova cultura sanitaria. . |
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ROMA: IL SAN GIACOMO DIVERRÀ LA "CASA DEI SERVIZI SOCIO-SANITARI INTEGRATI" |
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Roma, 4 novembre 2008 - Il San Giacomo diverrà sede di servizi sociosanitari avanzati in grado di offrire ai cittadini del Tridente e a tutti quelli dell´intero centro storico di Roma, una sanità sviluppata sul territorio più funzionale ai bisogni di assistenza e tutela della salute dei suoi cittadini. Dopo l’approvazione da parte della Giunta Regionale della proposta di legge regionale che vincola a uso pubblico il complesso dell’ormai ex ospedale di via Canova, l’esecutivo di via Cristoforo Colombo ha incaricato un gruppo di tecnici di elaborare un progetto di concreta fattibilità per il suo riutilizzo. L’ipotesi, ormai in avanzata fase di studio, prevede di realizzare nei locali del San Giacomo una sorta di “Casa dei servizi sociosanitari integrati” quali centro Alzheimer, Rsa, un centro per medici di medicina generale in associazione, servizi di diagnostica e laboratori aggiuntivi a quelli presenti già nel poliambulatorio di via Canova. Il progetto prevede che l’edificio possa anche accogliere una struttura di “medical corner” destinata a ospitare i pazienti dopo le dimissioni ospedaliere, in modo da ridurre all’indispensabile la permanenza in corsia e dare sostegno alle persone con maggiori difficoltà socioeconomiche. Nella struttura potrebbero trovare posto anche un centro per la terapia del dolore aperto 24 ore su 24 e servizi per la distribuzione di quei farmaci dispensati solo dagli ospedali e distribuiti in forma diretta dalla Regione Lazio, come ad esempio quelli oncologici. A breve, il piano di riconversione sarà completato in tutte le sue articolazioni operative. Si tratta, secondo i tecnici regionali, di un progetto fortemente innovativo, che fornirà ai cittadini una sanità territoriale più vicina, più funzionale ed efficiente. Il nuovo San Giacomo sarà un esempio di eccellenza di quella nuova tipologia di centri polifunzionali dedicati all’assistenza sociosanitaria che saranno diffusi su tutto il territorio regionale. Mentre gli ospedali dotati posti letto per acuti dovranno specializzarsi nell’offerta di cura per i casi più gravi, i nuovi presidi aiuteranno a rendere il sistema sanitario romano e laziale in linea con quella evoluzione della sanità che si sta attuando in tutti i Paesi europei e nelle grandi Capitali europee come Parigi o Londra. . |
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IL REPARTO DI OSTETRICIA E GINECOLOGIA DEL VERSILIA AI RAGGI X VIAREGGIO: PRIME VALUTAZIONI DEL GRUPPO RISCHIO CLINICO DALLE RICOSTRUZIONI SONO EMERSE CRITICITÀ ORGANIZZATIVE E PROCEDURALI |
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Firenze, 4 novembre 2008 - Il Gruppo regionale del rischio clinico, composto dal responsabile Riccardo Tartaglia, dal professor Mauro Marchionni e dal professor Carlo Dani, dell’Aou Careggi, ha proseguito anche oggi il lavoro di analisi e valutazione dei tre casi recenti di decesso di neonati all’Ospedale Versilia. Al di là della specificità di ciascun evento, e senza che sia possibile al momento stabilire un collegamento diretto con i decessi dei neonati, sono state in generale rilevate alcune criticità organizzative, un insufficiente rispetto delle procedure standard e la mancata definizione e adozione formale di protocolli. Tutto ciò rappresenta un compito specifico del direttore di Unità operativa complessa ed è per questa ragione che, a tutela dello stesso professionista e di tutti gli operatori dell’Ospedale Versilia, si è ritenuto opportuno proporre alla Direzione generale di procedere alla sospensione temporanea a cautelativa del primario di ostetricia e ginecologia, affiancando all’unità operativa il dirigente dell’Unità operativa dell’Ospedale di Lucca, insieme ad un professionista del Dipartimento materno infantile dell’Azienda ospedaliera universitaria di Careggi, realtà dove si è già provveduto a adottare formalmente i protocolli stessi. Il Gruppo del rischio clinico ha comunque accertato che, nonostante la concentrazione cronologica degli ultimi gravissimi fatti, i tassi di mortalità registrati nella struttura viareggina sono in linea con gli standard della Toscana, che a sua volta si colloca nella media nazionale. Per garantire al massimo la sicurezza dei pazienti e per assicurare l’informazione più puntuale e trasparente, il sistema sanitario regionale non si è sottratto anche in questa occasione ad un esame atten to e approfondito dei fatti, allo scopo di rilevate eventuali errori e di offrire così agli operatori la possibilità concreta di correggerli tempestivamente. Il Gruppo regnale del rischio clinico, che opera dal 2004, interviene o per iniziative regionali, o perché chiamato dalle stesse Aziende sanitarie o quando emergono fatti di evidente problematicità. Il suo compito non è quello di anticipare indagini di carattere civile o penale né di tracciare eventuali profili di responsabilità, ma quello di verificare gli standard organizzativi e il rispetto delle procedure, a tutela della salute dei cittadini e a garanzia della qualità delle cure. E ciò allo scopo di individuare e quindi risolvere immediatamente eventuali punti di criticità. . |
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LE DONNE SONO PIÙ EMPATICHE - VI È UNA DIFFERENZA DI GENERE NELLA REAZIONE AGLI STIMOLI SOCIALI. RICERCATORI DEL LABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA COGNITIVA DELL’UNIVERSITÀ DI MILANO-BICOCCA, IN COLLABORAZIONE CON L’ISTITUTO DI BIOIMMAGINI E FISIOLOGIA MOLECOLARE DEL CNR DI MILANO-SEGRATE, DIMOSTRANO CHE SONO LE DONNE AD ESSERE GENETICAMENTE PIÙ INTERESSATE AI PROPRI CONSIMILI |
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Roma, 4 novembre 2008 - Vari studi hanno evidenziato una differenza tra la percezione ed espressione emotiva maschile e femminile. In generale, le donne sembrerebbero più inclini a esprimere le proprie emozioni agli altri e mostrano una maggiore facilità nella decodifica degli indicatori non verbali connessi all’espressione delle emozioni altrui. Un recente studio condotto dal gruppo di Alice Mado Proverbio presso il laboratorio di Elettrofisiologia cognitiva dell’Università di Milano-bicocca, in collaborazione con Alberto Zani dell’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia molecolare del Cnr di Milano-segrate, ha investigato l’esistenza di possibili differenze di sesso nella risposta cerebrale, indicando come le donne mostrino effettivamente risposte più marcate in confronto all’uomo alla vista di esseri umani che interagiscono socialmente (rispetto a scenari neutri). Questo dato sembra suggerire un possibile maggiore ‘interesse’ del cervello femminile per i propri simili. “In questo studio”, spiega Alice Mado Proverbio, “sono state osservate le risposte cerebrali di 12 uomini e 12 donne (studenti universitari destrimani e sani) alla vista di circa 220 immagini a colori raffiguranti persone di varia età, numero e genere in differenti contesti sociali (a passeggio, in bicicletta, mentre leggono, giocano, si salutano, vanno a far la spesa, danno da mangiare al cane, fanno sport, ecc. ) o paesaggi urbani o naturali (interni od esterni di uffici, scuole, appartamenti, boschi, colline, spiagge, ecc. ) privi di persone visibili”. I risultati evidenziano una maggiore risposta cerebrale per immagini raffiguranti esseri umani piuttosto che scenari solamente nelle donne e non negli uomini, a partire dai 210 millesecondi dopo lo stimolo sulla parte anteriore (frontale) del cervello. Per entrambi i sessi, la vista di esseri umani stimolava l’attivazione bilaterale del giro fusiforme della corteccia occipito/temporale (Ba19/37), aree che normalmente elaborano le facce e i corpi (anche dette face fusiform area e extra-striate body area). Soltanto nella donna, però, la vista di esseri umani stimolava l’attivazione del giro temporale superiore destro e soltanto negli uomini dell’area paraippocampale, probabilmente legata all’analisi delle componenti spaziali non-umane del paesaggio. Un confronto diretto tra le attivazioni cerebrali nei due sessi, effettuati mediante l’analisi del segnale ‘Low-resolution Electro-magnetic Tomography’ (swLoreta) dimostrava una differenza significativa nell’attivazione del giro temporale superiore destro (Ba22) e della corteccia cingolata (notoriamente coinvolti nella codifica percettiva di espressioni, nella comprensione di segnali sociali complessi (cognizione sociale), nell’osservazione e comprensione delle azioni, nella teoria della mente, e nella capacità di provare empatia. “Poiché le immagini presentate ai soggetti non erano emotivamente stimolanti”, prosegue la ricercatrice, “i dati suggeriscono un maggiore interesse/preferenza/attenzione da parte del cervello femminile per questa classe di stimoli biologicamente rilevanti (cioè le immagini dei propri simili). E’ infatti pensabile che il ruolo biologico di nutrice/allevatrice sia ottimizzato da una maggiore empatia nei confronti dei piccoli conspecifici. In particolare, sono state registrate le risposte bio-elettriche di superficie chiamate Erp (potenziali correlati ad eventi) che riflettono l’attività sincronizzata del cervello in risposta a specifici stimoli sensoriali, da 128 canali di registrazione Eeg alla frequenza di campionamento di 512 Hz”. Questi dati sono supportati da un recente studio fMri secondo cui la risata e il pianto infantili determinano un’attivazione maggiore delle regioni emotive del cervello nelle donne rispetto agli uomini. Secondo gli autori (neuroscienziati del Leibniz Institute for Neurobiology di Magdeburg), questo suggerisce come le donne siano biologicamente predisposte a recepire le vocalizzazioni infantili preverbali. La predisposizione genetica della donna ad essere più interessata a stimoli sociali, piuttosto che, poniamo, a macchinari è in parte confermata da studi comparativi che evidenziano differenze di sesso in primati non-umani (per esempio i cebi subsahariani femmine preferiscono di gran lunga giocare con le bambole piuttosto che con palle o macchinine, e viceversa; i piccoli macachi rhesus femmina passano molto più tempo dei maschi a prendere in braccio e manipolare i piccoli del loro gruppo, ecc. ) “Complessivamente”, conclude Mado Proverbio, “i nostri studi forniscono interessanti indizi sull’esistenza di differenze di sesso nei circuiti neurali dell’empatia e aiutano in parte a comprendere la diversa incidenza tra i sessi delle disfunzioni cerebrali legate alla mancanza di empatia (per es. , autismo e personalità antisociale, patologie più frequenti negli uomini che nella donne)”. . |
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NASCE FASIFIAT, IL FONDO INTEGRATIVO DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE PER I DIPENDENTI DEL GRUPPO FIAT |
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Torino, 4 novembre 2008 - Dal 30 ottobre, gli oltre 70. 000 operai e impiegati del Gruppo Fiat in Italia hanno la possibilità di aderire a un fondo di assistenza sanitaria integrativa loro riservato. Sono infatti aperte le adesioni a Fasifiat, il Fondo integrativo del Servizio Sanitario Nazionale del Gruppo Fiat, costituito in base a un accordo stipulato il 25 febbraio 2008 tra Fiat Spa e le Organizzazioni Sindacali Fim Fiom Uilm Fismic, cui ha anche aderito l’Ugl Metalmeccanici. A fronte di un contributo annuo pari a 150 euro, di cui solo 50 a carico del lavoratore, operai e impiegati possono ottenere, nelle diverse misure previste, cure odontoiatriche in linea con le recenti previsioni normative in materia di sanità integrativa, lenti correttive della vista, visite specialistiche e ogni tipo di esame e accertamento diagnostico, terapia ecc. , programmi di prevenzione con check-up periodici, pacchetto maternità, ricoveri e interventi chirurgici estesi a centinaia di casi e con un massimale di 150. 000 euro annui per persona, nonché il rimborso integrale dei ticket. Il Fondo mette a disposizione una struttura di servizio capace di fornire tutte le prestazioni in regime di assistenza diretta, pur essendo anche consentito il ricorso a strutture e professionisti di propria scelta con successivo rimborso di spesa. L’assistenza diretta offre agli assistiti la possibilità di fruire delle prestazioni senza dover anticipare alcuna spesa, godendo del pagamento diretto da parte del Fondo. Una Centrale Operativa, attiva continuativamente per 365 giorni l’anno, notte e giorno, risponde al numero verde fornendo autorizzazione e prenotazione delle prestazioni richieste dagli assistiti presso una delle strutture convenzionate (oltre duecento case di cura, oltre settecento centri diagnostici e poliambulatori, tremilacinquecento medici specialisti e odontoiatri). La stessa Centrale Operativa garantisce 24 ore su 24 un servizio gratuito di Guardia Medica, che può fornire, nei casi di necessità, anche l’attivazione di una visita specialistica domiciliare. Fasifiat è un’associazione senza fini di lucro, costituita con atto pubblico da Fiat e i lavoratori del Gruppo Fiat, sulla base dell’accordo istitutivo con Fim, Fiom, Uilm, Fismic, cui ha aderito anche Ugl Metalmeccanici. Il Fondo opera per mezzo di un Consiglio di Amministrazione paritetico, che ha curato la complessa fase di selezione dei gestori assicurativi e amministrativi, terminata a metà ottobre con l’assegnazione del mandato a Cattolica Previdenza in Azienda e Previnet. Fasifiat è il primo vero fondo sanitario integrativo del settore metalmeccanico, cui possono iscriversi tutti gli operai e gli impiegati del Gruppo Fiat in Italia, con esclusione di dirigenti e professional che già avevano fondi a loro dedicati, assunti a tempo indeterminato o con contratto di apprendistato. Fasifiat offre anche ai dipendenti la possibilità di iscrivere al Fondo i loro familiari. Per ogni componente aggiuntivo, e fino a un massimo di quattro, essendo dal quinto in poi l’iscrizione gratuita, il lavoratore pagherà un contributo di 50 euro annui. Rispettando puntualmente i tempi di avvio del Fondo previsti nell’accordo integrativo del 28 giugno 2006, il Gruppo Fiat e le organizzazioni sindacali hanno inteso mettere a disposizione dei lavoratori una importante opportunità, ancor più significativa nella presente situazione economica. . |
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L´UOMO VENUTO DAL GHIACCIO È L´ULTIMO DELLA SUA STIRPE |
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Bruxelles, 4 novemvre 2008 - Ricercatori italiani e britannici hanno sequenziato il genoma mitocondriale dell´Uomo tirolese venuto dal ghiaccio (anche chaimato Ötzi) e hanno trovato che la mummia più famosa d´Europa appartiene ad una stirpe rara o estinta di esseri umani. Secondo una relazione pubblicata online nella rivista Current Biologya, la sequenza rappresenta il più antico reperto sequenziato di mitocondrio del Dna dell´uomo moderno. L´uomo venuto dal ghiaccio visse nell´Europa centrale circa 5000 anni fa, nel periodo di transizione tra il Neolitico e l´Età del Rame. Il suo corpo è stato congelato-essiccato e il suo cadavere perfettamente mummificato, ritrovato all´interno di un ghiacciao alpino nei pressi del confine italo-austriaco nel 1991, ha rivelato che era morto prematuramente. Ötzi è stato scongelato dagli scienziati nel 2000 e sono stati rimossi campioni del Dna dal suo intestino, in condizioni di sterilità. Studi iniziali eseguiti da ricercatori nel Regno Unito e in Germania si sono concentrati sul Dna del mitocondrio della mummia (mtDna), che viene tramandato da madre in figlio. Essi hanno rivelato che Ötzi apparteneva al gruppo haplo K, un ceppo mitocondriale comune a gran parte della popolazione europea occidentale. Ultriori ricerche hanno dimostrato che il suo mtDna apparteneva al sottogruppo haplo K1, che è condiviso da circa l´8% degli europei moderni. Il sottogruppo haplo K1 attualmente è suddiviso in tre cluster conosciuti. Dal nuovo studio, guidato dal dott. Franco Rollo dell´Università di Camerino, in Italia, è risultato che il Dna di Ötzi non appartiene a nessuno di questi cluster. "Attraverso l´analisi di un genoma mitocondriale completo in un essere umano conservato particolarmente bene, abbiamo trovato le prove di un´importante differenza genetica tra gli Europei contemporanei e un essere preistorico rappresentativo," ha detto il dott. Rollo. Questo, ha detto, nonostante il fatto che l´Uomo venuto dal ghiaccio "non sia più vecchio di 5000 anni". Per sequenziare l´intero genoma mitocondriale della munmmia, nello studio è stato usato il metodo "pyrosequencing 454", una tecnica avanzata per il sequenziamento usata per la caratterizzazione di oltre un milione di coppie base del genoma nucleare dell´Uomo di Neandertahal. Queste informazioni sono state confrontate con 115 sequenze complete del mtDna di individui moderni pubblicate. Si è scoperto che il Dna dell´Uomo venuto dal ghiaccio apparteneva ad un nuovo ramo del K1, individuato attraverso transizione nelle posizioni nucleotidi 3513 e 8137. In maniera non ufficiale, i ricercatori hanno denominato i nuovi ceppi dell´albero genealogico umano da loro scoperti "ceppo di Ötzi", o K1. "Ciò non significa semplicemente che Ötzi ha subito delle mutazioni "personali", che lo rendono diverso dagli altri, ma che nel passato c´è stato un gruppo (ceppo dell´albero filogenetico) di esseri umani che aveva lo stesso Dna mitocondriale," ha detto il dott. Rollo. "Apparentemente, questo gruppo genetico non è più presente. Non sappiamo se si è estinto oppure è diventato estremamente raro. " Secondo lo studio, non risulta chiaramente se il ceppo non è identificato nella popolazione europea moderna a causa dei cambiamenti nei pattern di collocazione dell´Europa centrale a partire dal periodo del tardo neolitico, del flusso genetico casuale o semplicemente a causa di una campionatura insufficiente delle popolazioni moderne. Le ragioni storiche usate per spiegare come oggi gli individui sono distribuiti geograficamente lasciano aperte molte domande riguardo alla storia genetica delle popolazioni umane. I risultati dello studio confermano il valore dell´uso di studi completi sul mtDna del passato per cercare di rispondere a queste domande. Lo studio conclude affermando che "in futuro, indagini ulteriori attraverso il sequenziamento completo dei genomi del mtDna centroeuropei moderni e del passato, dovrebbe permettere ai ricercatori di stabilire con notevole precisione il tempo e il luogo di orgine del lignaggio materno dell´Uomo venuto dal ghiaccio. " Per ulteriori informazioni, visitare: Current Biology http://www. Cell. Com/current-biology Università di Camerino http://www. Unicam. It/ . |
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SANITÀ: DIRETTIVA DELL´ASSESSORE RUSSO CONTRO GLI SPRECHI IN SICILIA |
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Palermo, 4 novembre 2008 – Per la prevenzione del carcinoma del collo dell’utero (papilloma virus) la Sicilia ha speso nel 2008 molto di più rispetto alla media nazionale. Partendo da questi dati, l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, nell’ambito delle rigorose iniziative assunte contro gli sprechi, ha avviato un’indagine interna che ha permesso di stabilire che le direttive impartite nel passato dall’Ispettorato regionale alle Ausl per l’approvvigionamento dei vaccini non sono conformi alle indicazioni fornite dal ministero della Salute, comportando peraltro una spesa ben maggiore di quella sostenuta da molte altre regioni per la stessa identica campagna di prevenzione. L’agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha autorizzato l’immissione in commercio di due vaccini, il Gardasil e il Cervarix, includendoli nel programma di vaccinazione gratuita contro il papilloma per le ragazze nel corso del dodicesimo anno di vita. La Commissione salute del ministero ha successivamente sottolineato che, siccome entrambi i vaccini presentano profili di sicurezza, efficacia ed equivalenza ai fini della prevenzione del carcinoma del collo dell’utero (obiettivo principale di salute pubblica), “è valutazione condivisa che una gara basata solo sul prezzo permetta di ottenere i risultati più convenienti, valutabili in economie del 20-25%”: indirizzo, questo, assunto da ben 12 regioni italiane. Le Ausl siciliane, invece (ad eccezione dell’Ausl 1 di Agrigento), hanno acquistato il Gardasil “in esclusiva”, senza gara ad evidenza pubblica, sulla base delle indicazioni contenute in un decreto dell’ispettorato dell’11 marzo 2008 il quale fa proprio un documento di indirizzo di un comitato tecnico scientifico regionale, secondo cui è preferibile l’uso del vaccino quadrivalente (il Gardasil, appunto). In termini economici, secondo il prezzo negoziato dall’Aifa, ogni dose di vaccino Gardasil è valutata 104 euro contro i 95 del Cervarix: prezzi di listino che possono essere fortemente abbattuti attraverso una gara pubblica d’acquisto. Ad esempio, la Lombardia, che come altre regioni ha acquistato con gara pubblica, si è aggiudicata a meno di 69 euro lo stesso prodotto farmaceutico acquistato in Sicilia, il Gardasil. Considerato che il fabbisogno stimato annuo per la Sicilia è di 78. 690 dosi (3 dosi per 26. 230 ragazze) con la nuova direttiva voluta dall’assessore Russo è possibile un risparmio di una cifra compresa tra 1 e 2,5 milioni di euro all’anno. “Certi sprechi non sono più tollerabili - sostiene l’assessore Russo -. C’è un parere reso dal “tavolo ministeriale” lo scorso anno secondo cui le Regioni che sono in forte disavanzo e hanno sottoscritto l’accordo sul “piano di rientro” non possono erogare prestazioni aggiuntive non autorizzate a carico del servizio sanitario nazionale. Continuerò sulla strada del rigore e dei controlli, è necessario voltare pagina. Forse non è abbastanza chiaro che tutti gli sprechi pubblici alla fine gravano sulle tasche del cittadino in termini di maggiori tasse. E’ proprio il deficit della sanità il vero problema che non è più socialmente sostenibile”. Nella direttiva, l’assessore Russo invita il dirigente generale dell’ispettorato a revocare il decreto dirigenziale dell’11 marzo 2008 affinchè, considerata l’equivalenza terapeutica dei due vaccini, si proceda al loro acquisto con gara ad evidenza pubblica. . |
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ALZHEIMER: A VITERBO OPERATIVO UN CENTRO GIÀ DA SEI ANNI |
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Viterbo, 4 novembre 2008 - E’ una struttura di eccellenza sotto il profilo riabilitativo e sociale e un esempio di come il concetto di continuità assistenziale possa trovare una realizzazione concreta nel territorio. Il Centro diurno Alzheimer di Viterbo opera ormai a pieno regime da circa sei anni ed è diventato un punto di riferimento insostituibile per molti cittadini afflitti da questa patologia terribile, non solo per chi ne viene direttamente colpito, ma anche per i familiari. La sede si trova nel quartiere Santa Barbara, a Piazzale dei Buccheri (telefono 0761/270153). Il servizio è destinato a una fascia di utenza con caratteristiche di gravità lieve - medio di deterioramento e, attualmente, viene erogato a 15 pazienti. Il progetto, che coinvolge molte espressioni del volontariato locale, è stato realizzato grazie alla collaborazione tra Ausl e Comune di Viterbo. Per l’azienda sanitaria, in particolare, si è mossa in prima linea l’Unità Valutativa Alzheimer (U. V. A. ), diretta da Antonio Lanzetti. Il Centro diurno é aperto per tre giorni settimanali (martedì, giovedì e venerdì), dalle ore 9 alle ore 15, e garantisce, tra l’altro, il pasto e il trasporto per alcune persone che non hanno parenti disponibili all’accompagnamento. Il personale impiegato nella gestione e nel coordinamento del servizio é costituito da psicologi, assistenti sociali, terapisti della riabilitazione, educatori professionali e assistenti domiciliari. Durante il corso dell’intera giornata gli ospiti vengono coinvolti in diverse attività: dagli esercizi psicomotori alla musicoterapica, dalla terapia cognitiva e occupazionale alle attività ricreative, fino alla preparazione del pranzo. Presso il Centro diurno è anche operativo, per due giorni settimanali, uno sportello all’interno del quale vengono svolte diverse mansioni, tra cui l’ascolto e il sostegno per gli utenti e i loro familiari, l’attività di segretariato sociale. Il servizio, infine,garantisce anche un considerevole impegno a livello formativo e informativo i cui destinatari sono i malati e i loro cari, ma anche gli operatori sanitari e i medici di base. “Il Centro Alzheimer – commenta Elettra Lazzaroni, geriatra Uva e responsabile Adi del Distretto 3 – è un progetto nel quale crediamo con convinzione. In generale il servizio che svolge l’Uva sul territorio garantisce al cittadino una integrazione concreta tra ospedale e territorio. L’unità stessa è nata dal coinvolgimento di operatori provenienti dal Distretto 3 (Adi - Assistenza domiciliare integrata e servizi sociali) e dalle unità di Neurologia di Belcolle e di Psicologia. Da questo punto di vista la nostra esperienza è unica in tutto il territorio regionale. Con la nascita dell’Unità Valutativa Alzheimer, abbiamo risolto il problema legato al rischio di perdere il contatto con il paziente una volta dimesso dall’ospedale. Dalla diagnosi a tutto il percorso terapeutico socio sanitario, fino all’assistenza familiare domiciliare, il malato affetto di Alzheimer non viene mai abbandonato dalla Ausl di Viterbo. Questa è vera continuità assistenziale”. . |
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CONVEGNO AIRSAM A MATERA SU P.A.L SALUTE MENTALE |
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Matera, 4 novembre 2008 - “Piano di azione locale per la salute mentale: Realtà necessaria’’ è il tema sul quale si confronteranno a Matera operatori, esperti, amministratori, utenti familiari nel corso del congresso nazionale dell’Associazione italiana residenze per la salute mentale (Airsam) in programma a Matera, con inizio, alle ore 15. 00, dal 6 all’8 novembre nell’Auditorium di piazza del Sedile. Il Congresso è stato voluto e costruito in forma partecipativa coerentemente alle vigenti linee di indirizzo nazionali per la salute mentale e alla legge 328/2000. Infatti il Congresso vede quali partner nazionali Legacoop. Sociali, Confcooperative Federsolidarietà, Anpis nonché il coinvolgimento del Forum Nazionale Salute Mentale, L’unasam (famiglie degli utenti), la Società Italiana di Psichiatria, la Società Italiana Riabilitazione Psichiatrica e Psichiatria Democratica. Localmente all’iniziativa hanno garantito il proprio patrocinio e sostegno il Comune di Matera, la Regione Basilicata, l’Azienda Asl 4 e l’Amministrazione Provinciale di Matera. Il congresso – ha detto il segretario nazionale dell’Airsam, Giuseppe Salluce - è finalizzato ad affermare, nei territori, il Piano di azione locale per la salute mentale dopo il varo della Linee nazionali di indirizzo. Si intende rilanciare il ruolo delle comunità locali, la cultura dei servizi e le pratiche di intervento attraverso il confronto diretto fra gli operatori, le istituzioni, gli utenti e i familiari ovvero fra le molteplici significative esperienze che promuovono buona salute mentale in campo nazionale. Immaginiamo di costruire, così, nuovi scenari di sinergie e di operatività per un futuro non facile, visti i recenti tentativi di modifica della legge 180’. La dottoressa Ruccia direttrice del Dsm di Matera evidenzia: “che la Regione Basilicata lo scorso 3 settembre ha recepito con apposita delibera le linee di indirizzo che tuttavia richiedono di dotarsi di un progetto obiettivo regionale per la salute mentale. Il nostro Dsm si attiverà per costruire un tavolo di cooprogettazione al fine di realizzare il piano di azione locale per la salute mentale con il massimo della partecipazione e della responsabilità da parte dei soggetti che a vario titolo concorrono a costruire risposte idonee per i cittadini che hanno problemi di salute mentale”. Nel programma del convegno sono fra l’altro previsti giovedì 6 novembre alle ore 20. 30, in piazza del Sedile un concerto di musica popolare dei Terragnora e venerdi’ 7 alle ore 20. 30 nell’impianto sportivo Ecopolis La Martella un torneo di calcetto con la partecipazione di 4 squadre rappresentative di utenti. Un particolare riconoscimento va infine all’Associazione Cooperative della residenzialità dell’Asl 4 e alla Rete delle Cooperative Legacoop Basilicata e Federsolidarietà per l’organizzazione dell’evento. . |
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SANITA’: CARMELO OLIVA COMMISSARIO STRAORDINARIO AL POLICLINICO “RODOLICO” DI CATANIA |
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Palermo, 4 novembre 2008 - Carmelo Oliva, 67 anni, è il nuovo commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero - universitaria “Gaspare Rodolico” di Catania: sostituisce il direttore generale, Vittorio Virgilio, che si era dimesso il 2 ottobre scorso. La nomina è stata disposta ieri con decreto dall’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo. Carmelo Oliva, dirigente superiore della Regione in quiescenza, nella sua carriera è stato più volte amministratore straordinario di Usl e ha ricoperto la carica di direttore generale del Policlinico di Palermo all’atto della sua costituzione. Più recentemente, Oliva è stato direttore amministrativo dell’ospedale Cervello di Palermo e negli ultimi sei anni, fino a luglio del 2008, direttore amministrativo dell’ospedale Civico di Palermo. “Ringrazio l’assessore per la fiducia che mi ha voluto dare – ha commentato il neo commissario straordinario – e posso garantire che svolgerò l’incarico con il massimo impegno, con riferimento ai principi di trasparenza, di economicità e di efficienza indispensabili nel particolare momento che sta attraversando la sanità siciliana. Sono sicuro di operare in un contesto di alta professionalità quale quella del Policlinico, dove si coniuga l’assistenza con la didattica e la ricerca”. L’insediamento di Carmelo Oliva è previsto per mercoledì prossimo. Simone Cuccia, che in un primo momento era stato indicato come commissario, ha rinunciato all’incarico per motivi personali. . |
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POTENZA: CELIACHIA, INIZIATIVE DELL’ASL 2 PER MENSE SCOLASTICHE |
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Potenza, 4 novembre 2008 - L’associazione Italiana Celiachia Regione Basilicata Onlus (Aic Basilicata Onlus), in un comunicato stampa, esprime “grande soddisfazione per le iniziative messe in essere dal Dipartimento di Prevenzione U. O. Igiene degli Alimenti e Nutrizione (Sian) di Asl n° 2 Potenza, al fine di garantire la fruibilità e la sicurezza dell’accesso alle mense scolastiche collettive dei soggetti celiaci, così come previsto dall’ art. 5 della legge quadro 123/2005 (norme per la tutela dei soggetti celiaci)”. In particolare, “grazie alla sensibilità ed all’impegno del dott. Antonio Romaniello, direttore del Sian di Asl 2 Potenza, e del commissario della stessa Asl, dott. Domenico Buscicchio, anche quest’anno sono stati organizzati dei corsi di formazione sulla “celiachia nella ristorazione collettiva”, diretti agli addetti alla preparazione ed alla somministrazione dei pasti nelle mense collettive e soprattutto, scolastiche”. Tutti i sindaci dei comuni della Asl 2 sono stati destinatari di apposita informativa, al fine di sollecitare gli addetti alle proprie mense scolastiche a partecipare a tali corsi. Per partecipare è necessario prenotarsi presso la U. O. Igiene degli Alimenti e della Nutrizione sita in via Potito Petrone a Potenza o contattare telefonicamente i numeri telefonici 0971/310321 0971/310318 dal lunedì al venerdì dalle ore 08,30 alle ore 13,00. Questi corsi di informazione insieme a quelli che Aic Basilicata organizza periodicamente per i ristoratori ed i pizzaioli privati (il prossimo è previsto per il 17 novembre 2008) rappresentano un modo concreto per cercare di garantire agli intolleranti al glutine (frazione proteica presente nel frumento, avena, orzo, segale, kamut, farro) una normale qualità della vita. Concludendo, Francesco Cioffredi, presidente di Aic Basilicata onlus, si augura che “questa buona iniziativa della Asl 2 di Potenza presto possa essere seguita dalle azioni delle altre Asl lucane e possa incontrare il favore di tutti i comuni della Basilicata. Inoltre, auspica che presto anche l’assessorato alla Salute della Regione Basilicata avvii delle iniziative concrete soprattutto in materia di formazione dei medici di base, di follow-up della malattia celiaca, di riorganizzazione dei centri di cura della celiachia, così come previsto dalla legislazione vigente in materia”. . |
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“L’AMORE, L’ARTE E LA GRAZIA. RAFFAELLO: LA MADONNA DEL CARDELLINO RESTAURATA” LA MOSTRA SI SVOLGERÀ A FIRENZE PALAZZO MEDICI DAL 23 NOVEMBRE AL 1° MARZO 2009 |
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Firenze, 4 novembre 2008 - “Il fatto che la Madonna del Cardellino ritorni visibile ai fiorentini e al mondo intero rappresenta un’opportunità straordinaria per tutta la città. Sono orgoglioso di essere il Presidente della Provincia di Firenze, specialmente in questa occasione che permette a Palazzo Medici di ospitare l’opera di Raffaello diventando così motivo di attrazione e di interesse culturale per migliaia di turisti. Un grazie particolare va all’Opificio delle Pietre Dure, il cui prezioso lavoro ha reso possibile il recupero dell’opera. Con queste parole il Presidente della Provincia di Firenze, Matteo Renzi, ha annunciato – nel corso di una conferenza stampa che si è svolta il 30 ottobre a Roma – l’esposizione del capolavoro di Raffaello, La Madonna del cardellino, a Palazzo Medici, dal 23 novembre al 1° marzo 2009. Infatti, l’opera, prima di rientrare definitivamente nella Sala 26 della Galleria degli Uffizi, sua collocazione permanente, sarà oggetto di una importante mostra dal titolo: “L’amore, l’arte e la grazia - Raffaello: la Madonna del cardellino restaurata”, curata da Antonio Natali e Marco Ciatti. L’intero progetto è il frutto della collaborazione fra la Provincia di Firenze, la Soprintendenza al Polo Museale fiorentino, l’Opificio delle Pietre Dure e la Galleria degli Uffizi. La rassegna è l’occasione, unica e speciale, per compiere un percorso di conoscenza approfondito e circostanziato dell’opera: dalla nascita del capolavoro al grave incidente del 1547, fino al restauro odierno. Saranno presentati, infatti, tutti i risultati delle indagini e le spettacolari immagini della tavola in varie lunghezze d’onda al fine di consentire al pubblico un ampio accesso alle ricerche, alle indagini e agli interventi compiuti sul dipinto. Strumenti multimediali e video ad alta definizione permetteranno una visione dettagliata e ravvicinata normalmente difficile per il pubblico. Per la parte storica e artistica, accanto al capolavoro dell’urbinate sono presentate quattro eloquenti e significative opere coeve: la Gravida, ascritta a Raffaello fra il 1504 ed il 1508; la Monaca, di scuola fiorentina, significativa testimonianza dell’ascendente esercitato dal giovane Raffaello sui suoi colleghi e la Madonna, il Bambino e San Giovannino, di Girolamo della Robbia (1510- 15151), preziosa terracotta invetriata la cui composizione ripropone fedelmente la Bella Giardiniera di Raffaello al Louvre; di particolare interesse la “coperta” di ritratto, una sottile tavola, un tempo attribuita da alcuni studiosi a Raffaello per la Monaca. “Le poche ma emblematiche opere sono state scelte non solo per dare nozione del contesto storico in cui nacque la Madonna del Cardellino ma anche per non rischiare di offrirla alla stregua di un oggetto di devozione”, precisa in merito alla mostra Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi. La Madonna del cardellino - la storia - Secondo quanto narra Giorgio Vasari nelle sue Vite (1568), Raffaello dipinse la Madonna del cardellino su commissione di Lorenzo Nasi, ricco mercante col quale egli aveva stretto “amicizia grandissima” nel corso della sua permanenza a Firenze, durata dal 1504 al 1508. L’occasione erano state le nozze, avvenute probabilmente nel 1505 (comunque prima del 23 febbraio 1506), dell’uomo d’affari con Sandra di Matteo Canigiani: sorella di quel Domenico, per il quale l’Urbinate, ancora a detta di Vasari, avrebbe poi eseguito la Sacra Famiglia oggi a Monaco di Baviera. Sempre al biografo aretino dobbiamo la conoscenza delle travagliate vicende che, alcuni decenni più tardi, dovevano mettere a repentaglio l’esistenza del capolavoro del Sanzio, già oggetto, da parte di Vasari, di una descrizione straordinariamente ammirata: “Il […] quadro fu da Lorenzo Nasi tenuto con grandissima venerazione mentre che visse, così per memoria di Raffaello statogli amicissimo, come per la dignità et eccellenza dell’opera. Ma capitò poi male quest’opera l’anno 1548 a dì 17 novembre [invero fine 1547], quando la casa di Lorenzo insieme con quelle ornatissime e belle degl’eredi di Marco del Nero, per uno smottamento del Monte di San Giorgio rovinarono insieme con altre case vicine. Nondimeno, ritrovati i pezzi d’essa fra i calcinacci della rovina, furono da Battista, figliuolo di esso Lorenzo, amorevolissimo dell’arte, fatti rimettere insieme in quel miglior modo che si potette”. Nessun documento ha però tramandato l’identità di chi assunse l’arduo incarico d’assemblare i frammenti superstiti della tavola schiantata, unendo i vari pezzi del supporto mediante tasselli di legno e lunghi chiodi metallici. Pare tuttavia ammissibile la congettura che a restaurare la tavola possa essere stato Ridolfo del Ghirlandaio (1483-1561): il pittore fiorentino (figlio del più celebre Domenico), coetaneo e amico, cui Raffaello, ormai in procinto di partire per Roma, aveva demandato il compito di terminare una sua Madonna col Bambino lasciata incompiuta, e per lo più identificata con la Bella giardiniera del Louvre. Dopo il restauro, la Madonna del cardellino rimase probabilmente di proprietà dei Nasi fino all’estinzione, per discendenza maschile, della famiglia, avvenuta nel 1639 con la morte di Francesco di Lorenzo. Di lì a poco venne acquistata dal cardinal Giovan Carlo de’ Medici (1611-1663) che la collocò nella sua dimora di via della Scala. Messa all’asta assieme al patrimonio di quest’ultimo, dal fratello – il granduca Ferdinando Ii (1628-1670) –, per far fronte ai consistenti debiti che il porporato non aveva onorato in vita, l’opera del Sanzio, valutata ben 600 scudi, fu allora probabilmente riscattata dal cardinal decano Carlo de’ Medici (1596-1664), zio di Giovan Carlo, col preciso intento di mantenere nelle collezioni di famiglia un ormai venerato caposaldo della civiltà pittorica fiorentina. Pervenuta al granduca, approdò nel 1704 agli Uffizi, dove fu accolta fra i capolavori della Tribuna. Il progetto di Restauro - Il delicato e difficile intervento di restauro sulla Madonna del Cardellino di Raffaello, compiuto dall’Opificio delle Pietre Dure, è stato supportato da una lunga fase iniziale di studio e da continue indagini scientifiche volte a chiarire quali fossero i materiali pittorici usati da Raffaello, quali da Ridolfo del Ghirlandaio, che verosimilmente ha restaurato l’opera gravemente danneggiata nel 1547, e le stratificazioni degli interventi successivi. La consistente massa di questi materiali nel tempo si è alterata al punto da nascondere completamente la policromia raffaellesca. Sono stati impiegati tutti i possibili strumenti di conoscenza offerti dalle varie tecniche di indagine diagnostica: Rx, Tac, Fluorescenzab Uv, Ir b/n, Ir falso colore, Riflettografia Ir, ecc, privilegiando quelli non invasivi con l’applicazione anche di tecniche innovative. L’analisi ai raggi X ha permesso di vedere le fratture tra i pezzi, e i numerosi lunghi chiodi inseriti in occasione del primo restauro cinquecentesco per ricomporre la tavola che era andata in pezzi, mentre la riflettografia a raggi infrarossi ha individuato un disegno preliminare in scala 1:1. Le differenze rispetto all’opera ultimata nelle figure sono poche, molto più importanti sono quelle relative al paesaggio come il ponte a sinistra, che era del tutto inventato, e la torre insieme ad un edificio cilindrico sulla destra, che nell’opera si trasformano in uno spazio aperto. Altre piccole differenze riguardano la scollatura dell’abito della Madonna, che nel cartone era più morbida e non quadrata, e l’orecchio del San Giovanni Battista che risulta in posizione più alta rispetto a come verrà dipinto. I risultati del progetto di conservazione sono duplici: da un lato hanno cercato di risanare gli elementi patologici, dall’altro hanno fatto si che gli straordinari valori espressivi del dipinto fossero correttamente fruibili. La lunga e delicata fase di pulitura ha consentito il recupero della policromia raffaellesca ancora protetta dalla verniciatura stesa dall’artista. Anche il supporto ligneo è stato oggetto di un intervento di risanamento volto al consolidamento delle fratture che nel tempo si erano riaperte e al parziale miglioramento dell’andamento della superficie, segnata da una serie di deformazioni. La stuccatura delle lacune, il trattamento della superficie e la reintegrazione pittorica, hanno permesso di coniugare il miglioramento strutturale a quello di una corretta fruizione dei valori espressivi del dipinto. . |
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IL MAESTRO THEOCHARAKIS PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA OLTRE 50 ANNI DI OPERE ESPOSTE A ROMA 22 NOVEMBRE – 11 GENNAIO 2009 |
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Roma, 4 novembre 2008 - Inaugura venerdì 21 novembre alle 19 la retrospettiva di Basil Theocharakis Pittura: 1952 – 2008. Negli spazi espositivi del prestigioso Palazzo Venezia di Roma verranno presentate, per la prima volta in Italia, circa 200 opere del grande maestro greco, rappresentative del suo percorso artistico e capaci di rivelare l’originalità del suo idioma pittorico. Le opere esposte sono risalenti agli esordi della sua attività artistica, seguita all’apprendistato quinquennale presso la bottega del grande pittore greco Spiros Papalukàs, ma verranno inserite anche creazioni recenti. La mostra, curata da Τakis Μavrotàs, è suddivisa in unità, tra cui spiccano le opere del periodo astratto (1966-1980), quelle dedicate al “Monte Athos” (1995-2008), le composizioni appartenenti al ciclo delle “Nuvole” (1987-1993), delle “Paludi”(1992), dei “Paesaggi del fondale” (2001-2008), dei “Centri abitati” (2007), fino a quello dei “Paesaggi” (2007-2008). Il Sovrintendente al Polo Museale Romano Claudio Strinati, nel catalogo che accompagna la mostra, ne osserva le caratteristiche peculiari: “È un adoratore del disegno e della precisione. Non nel senso della raffigurazione fedele della realtà, ma della distribuzione armonica delle parti del quadro, che deve apparire un universo compiuto, in cui le forme e i colori si riflettono le une negli altri al fine di offrire allo spettatore la sensazione visiva del pittore nell’attimo in cui si pone di fronte al mondo che desidera raffigurare”. Prosegue Strinati: “Theocharakis nutre un amore profondo per il mare, e ne raffigura i fondali e la superficie come se si trattassero di un organismo vivente, cui l’artista anela e su cui egli desidera che puntiamo la nostra attenzione; il mare è quasi un amico, con il quale sussiste un dialogo incessante giammai turbato da fraintendimenti o da sentimenti negativi. In questo modo, la mano dell’artista viaggia sul quadro con freschezza assoluta e disponibilità a registrare gli stimoli offerti dalla vista. In certi punti del quadro, la pennellata si addensa, si compone e si decompone come se fosse stata colta da un vero e proprio sacro furore volto alla conquista delle forme e della loro essenza reale. In altri punti la pennellata si fa più morbida fin quasi a scomparire, ma anche in questo caso traspare la percezione etica dell’artista che non crea il quadro per idealizzare gli oggetti ma per coglierne l’essenza recondita, che inevitabilmente giova al nostro equilibrio spirituale e alla nostra indagine, conscia o inconscia, volta alla gioia del pensiero, che preannuncia sempre una grande soddisfazione per tutti coloro in grado di esercitarlo davvero”. Miltiadis Papanikolau, professore di Storia dell’arte presso l’Università Aristotele di Salonicco, nel catalogo-album ne elogia la tecnica: “Gli acquarelli di Theocharakis sono opere eseguite con arte impeccabile e secondo i principi tradizionali. Si tratta di opere a cui l’artista attende sin dalla giovinezza e grazie alle quali egli ha acquisito un’abilità straordinaria in una tecnica che per il nostro pittore assume in primo luogo i connotati dell’indagine. Nei quadri della maturità, la superficie pittorica si carica di energia mentre la musicalità dei toni pittorici aggiunge una dimensione paganeggiante a tutta la composizione in quanto il paesaggio greco vi è esaltato al massimo grado, e in particolare il dialogo del cielo e della terra con il mare; nel contempo, la successione dei monti scoscesi con la vegetazione e l’acqua tradiscono il bisogno dell’artista di abbandonarsi alla contemplazione poetica e alla metamorfosi lirica della realtà». In occasione della mostra, sono disponibili i seguenti cataloghi: Theocharakis. Pittura 1952-2008 contenente le opere più rappresentative del cinquantennale percorso artistico di Theocharakis e con i testi di Claudio Strinati, Ànghelos Delivoriàs, Chrìsanthos Christu, Μarina Lambraki-plaka, S. S. Il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, Meri Michailidu, Claude Maulard, Dora Iliopulu-rogan, Dimitris Papastamos, Νelli Misirlì, Charis Kamburidis, Τakis Mavrotàs, Sania Papà e Gerard Xuriguera. Theocharakis. Αcquarelli 1990-2008 contenente gli acquarelli più rappresentativi, ispirati alla natura greca, con i testi di Miltiadis Papanikolau, Μarina Lambraki-plaka, Νelli Misirlì e Dora Iliopulu-rogan. Biografia Maestro Theocharakis Basil Theocharakis è nato al Pireo. Nel 1957 si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Atene. Nello stesso periodo ha frequentato lezioni di pittura presso il grande artista Spiros Papalukàs, docente presso la Scuola superiore di belle arti di Atene. Theocharakis ha presentato per la prima volta le sue opere nel 1957 nell’ambito del Festival internazionale dei giovani di Mosca, e durante la 5a Esposizione nazionale di pittura svoltasi ad Atene al Palazzo dello Zappio. Ha realizzato numerose mostre personali in Grecia e all’estero. Inoltre ha partecipato a numerose mostre collettive in Grecia, in Europa e negli Stati Uniti d’America. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private sia in Grecia (Pinacoteca nazionale ad Atene, Museo Vorrès, Pinacoteca Pieridis, Pinacoteca di Rodi, Pinacoteca delle Cicladi, Museo macedone di arte contemporanea, ministero ellenico della Cultura, ministero ellenico degli Esteri, Banca nazionale di Grecia, Banca commerciale di Grecia, Alpha Bank e Marfin-egnatìa Bank) sia all’estero. Le opere di Basil Theocharakis hanno più volte ottenuto i giudizi lusinghieri dei critici e degli storici dell’arte. Vive e dipinge ad Atene ed è membro della Camera ellenica delle arti figurative. Il governo francese lo ha nominato Cavaliere della Legion d’onore ed è “Megas Chartularios” del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli. Nel 2007 ha istituito la Fondazione per le arti figurative e per la musica “Basil e Marina Theocharakis”, organismo senza scopo di lucro che sorge in un edificio d’epoca nel cuore di Atene, in Vasilissis Sofias 9. Palazzo Venezia La costruzione di Ρalazzo Venezia, uno dei primi edifici rinascimentali di Roma, risale al 1455. Nel corso della sua storia ha ospitato l’Ambasciata della Repubblica di Venezia ed è stato dimora del cardinale veneziano Pietro Barbo, divenuto in seguito Papa Paolo Ii. Benito Mussolini aveva qui il suo ufficio, nella Sala del Mappamondo e utilizzava uno dei balconi per i suoi discorsi. Palazzo Venezia oggi ospita un museo con preziose collezioni di ceramiche, di tappezzerie e di statue risalenti all’età protocristiana fino al primo Rinascimento e numerose esposizioni di artisti italiani e stranieri che attirano ogni anno migliaia di appassionati e professionisti. . |
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LELLO ESPOSITO NAPLES 2008 - FOR PRESIDENT USA PALAZZO SAN SEVERO |
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Napoli 4 Novembre 2008 Napoli 4 Novembre 2008 – Ogtgi alle ore 12. 00 l’artista Lello Esposito presenterà, nelle antiche scuderie di Palazzo San Severo, sede del suo atelier ubicato nel cuore del centro storico di Napoli in Piazza San Domenico Maggiore, l’ultima sua creatura. Un opera costituita da una grande bandiera americana dipinta su una tela 392x190 cm, che fa da sfondo a 232 aste in alluminio per ricordare i 232 anni di storia dall’Indipendenza degli Stati Uniti raggiunta nel 1776 ad oggi. Le aste, che sono state ricavate dalla fusione di circa700 Kg di alluminio, hanno un’altezza variabile che va dai 160 ai 260 cm. L’eclettico artista napoletano, con la sua opera a stelle e strisce, ha voluto lanciare un messaggio positivo, alla vigilia dell’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti, proiettando attraverso la sua opera i valori della libertà. Infatti l’installazione può aumentare di anno in anno le sue lucide, levigate e significative “Libertystaff” con al vertice l’effige della Statua della Libertà. Domani quindi l’opera, che è frutto della passione e della frequentazione costante degli Stati Uniti da parte di Lello Esposito, che a New York ha aperto da qualche anno un suo studio, sarà presentata alla vigilia delle elezioni del nuovo Presidente. Dopo l’avvenuta elezione del Presidente, l’installazione verrà esposta in America. . |
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GOLF – L’EUROPEAN TOUR RIPARTE SUBITO DALLA CINA |
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Roma, 4 novembre 2008 - Neanche il tempo di archiviare il Volvo Masters e per l’European Tour è già nuova stagione. Il circuito 2009, infatti, scatta giovedì 6 novembre con l’Hsbc Champions al quale prendono parte i vincitori del 2008, 77 giocatori tra i migliori del mondo. Si riparte della Cina, sempre più uno dei poli mondiali del golf, dove si giocherà sul percorso dello Sheshan International Gc a Shanghai, sulla distanza di 72 buche senza taglio. Difende il titolo lo statunitense Phil Mickelson, numero due mondiale, che sarà in campo insieme allo spagnolo Sergio Garcia, numero tre, all’irlandese Padraig Harrington, numero cinque, allo svedese Robert Karlsson, numero sei e fresco money winner del circuito continentale, e al colombiano Camilo Villegas, numero sette. In un field veramente di alta qualità citiamo anche l’australiano Adam Scott, gli statunitensi Anthony Kim e Geoff Ogilvy, il sudafricano Trevor Immelman, l’indiano Jeev Milkha Singh, i thailandesi Prayad Marksaeng e Thaworn Wiratchant, lo svedese Henrik Stenson e il coreano K. J. Choi. “Sarà sicuramente un grande torneo – ha detto Harrington – ma anche difficile da vincere perché praticamente ci sono quasi tutti i migliori professionisti del mondo. Negli ultimi due anni io mi sono classificato sesto e poi quinto, insomma mi sto avvicinando alla vetta e per questo sono molto fiducioso”. Il successo della scorsa stagione è servito molto a Mickelson: “Mi accusano spesso di non sapermi imporre fuori dagli Stati Uniti e quella vittoria ha sicuramente allentato la pressione. Inoltre ho fatto anche una bella esperienza di vita, perché ho potuto visitare un paese fantastico insieme alla mia famiglia”. Us Pga Tour: Secondo Titolo Per Ryan Palmer – Il trentaduenne texano Ryan Palmer (281 – 67 71 72 71) ha vinto, sul percorso del The Conservatory di Palm Coast in Florida, il Ginn sur Mer Classic, la sesta delle sette gare delle Fall Series che concludono l’Us Pga Tour. Si sono classificati al secondo posto con 282 George Mcneill, Nicholas Thompson, Vaughn Taylor, Ken Duke e Michael Letzig, leader nel primo e nel terzo giro, e al settimo con 283 Troy Matteson, Brian Gay, Tom Scherrer, Robert Allenby e John Huston. Sul tee della buca 18 erano alla pari Palmer, Taylor, Letzig e Allenby: il primo avuto ragione grazie a un birdie, contro il par Taylor e Letzig e il bogey di Allenby. Il vincitore, al secondo titolo nel tour conseguito a distanza di quattro anni dal primo (Funai Classic, 2004), ha ricevuto un assegno di 828. 000 dollari su un montepremi di 4,6 milioni di dollari. . |
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BADMINTON, A MILANO GLI EUROPEI JUNIORES NEL 2009 L´EVENTO PRESENTATO IN REGIONE DALL´ASSESSORE PROSPERINI |
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Milano, 4 novembre 2008 - Milano, capitale europea dello sport nel 2009, ospiterà l´anno prossimo la 21° edizione dei Campionati europei juniores di badminton. Dal 3 al 12 aprile, presso il nuovo impianto ristrutturato appositamente presso il Centro Xxv Aprile di via Cimabue, i migliori atleti fino a 19 anni di 40 nazioni si sfideranno in un evento continentale, per la "prima volta" sul territorio italiano. L´evento,al quale sono attesi oltre 1. 000 persone tra atleti, accompagnatori e dirigenti, è stato presentato oggi in Regione dall´assessore allo Sport, Giovani e Turismo, Pier Gianni Prosperini, insieme ai massimi esponenti della specialità a livello nazionale ed europeo. Alla conferenza stampa, insieme al presidente della Fiba (Federazione Italiana Badminton), Alberto Miglietta, è intervenuto Tom Bacher, danese, presidente di Badminton Europe, oltre a Ottavio Cinquanta, rappresentante italiano in seno al Coni mondiale. "Nel 2009 - ha ricordato l´assessore Prosperini - Milano e la Lombardia ospiteranno una serie di eventi e appuntamenti sportivi di caratura internazionale. Per la prima volta, dunque, avremo l´occasione di conoscere da vicino uno sport dalle radici antichissime, che premia doti come la velocità e la resistenza, nella cornice di un nuovo impianto all´avanguardia che sarà inaugurato proprio in occasione degli europei". Prosperini ha sottolineato il lavoro svolto dalla Federazione italiana badminton e dal suo presidente Miglietta, premiato dai vertici europei della disciplina proprio per il lavoro di preparazione svolto per l´assegnazione dell´evento milanese. "Abbiamo avuto fiducia nel progetto presentato dalla Federazione italiana - ha sottolineato Tom Bacher, presidente di Badminton Europe - e nelle capacità organizzative del comitato organizzatore. L´assegnazione degli Europei juniores è la dimostrazione della bontà del lavoro svolto in vista dell´evento". Due importanti appuntamenti completeranno il programma ufficiale degli europei del 2009: l´assemblea elettiva della Be, che si terrà sabato 4 aprile 2009, e il convegno conclusivo del progetto "Giovani e Sport pulito", in calendario per lunedì 6 aprile. Sei i titoli europei da assegnare: individuale, maschile e femminile, doppio maschile e femminile, doppio misto e a squadre. L´evento avrà una copertura nazionale sulle reti nazionali, mentre non mancherà la diretta su internet in streaming attraverso il sito planetbadminton. Tv. . |
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